Sconfinare #36

8
E si decidono i nuovi rappresentanti in Dipartimento e in Consiglio di Amministrazione C ’è un caldo da soffocarci in queste due stanze. E goc- ciolo sudore sull’agenda. La carta se lo beve. Aspetto l’ora. L’umidità dilata le undici del mattino. La diret- trice arriva, s’inginocchia. Passa così gran parte dell’intervista. Si presenta: «Nama saya Mariani – il mio nome è Mariani – nata il 15 agosto 1960 a Yogyakarta. Da cinque dirigo la scuola Senin-Kamis. Che poi sono queste due stanze ed è anche casa mia, mi vesto da donna da quando sono adolescente. Vorrei che la gente accettasse che anche noi waria siamo esseri umani, FUHDWL GD 'LR H FRQ LO GLULWWR GL SUHJDUOR 6LDPR UL¿XWDWH GDOOH scuole dove si insegna il Corano, così nel 2008 ho deciso di aprirne una nostra». Due note lessicali: Senin-Kamis, lunedì-giovedì, i giorni di apertura della scuola. Waria, tamponamento lessicale tra wani- ta e pria, donna e uomo in indonesiano. n°36- PRIMAVERA 2013 È un giornale creato dagli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia FKH DWWUDYHUVR LO JLRUQDOLVPR YRJOLRQR FRQIURQWDUVL FRQ OD UHDOWj GL FRQ¿QH H QRQ VROR direttore: Giovanni Collot ZZZVFRQ¿QDUHQHW UHGD]LRQH#VFRQ¿QDUHQHW R icordo una fase della mia vita, quando ero ragazzino e le abitu- dini apprese con il catechismo co- minciavano a sfaldarsi, lasciando gradualmente il posto a una pigra agnosia, in cui la divina inerzia mi spingeva ancora ad an- dare a Messa almeno a Natale e a Pasqua. Era, evidentemente, O¶LQL]LR GHOOD ¿QH. /¶XOWLPR QXPHUR GL 6FRQ¿QDUH KD YLVWR OD luce a Natale e ora che Pasqua è alle porte YL SUHVHQWLDPR ¿QDOPHQWH XQ QXRYR QXPHUR del vostro giornale preferito. Ma non è l’ini- ]LR GHOOD ¿QH state tranquilli. Se vi abbiamo fatto aspettare tre mesi non è per pigrizia, ma perché fuori da queste otto pagine di articoli H IRWRJUD¿H FL VLDPR GDWL GD IDUH SHU IDU FUH- VFHUH LO SURJHWWR 6FRQ¿QDUH ( VLQFHUDPHQWH anche perché, come diceva l’arcivescovo Paul Marcinkus quand’era presidente della Banca vaticana, «non si può governare la Chiesa con le Ave Maria». E nemmeno stampare mille copie di un giornale. In questi ultimi mesi abbiamo avviato due progetti importanti: abbiamo fatto da media partner a Mondovisioni, la rassegna dei do- cumentari di Internazionale al Kinemax di Gorizia, e abbiamo stretto un accordo con Area12 per essere accreditati agli spettaco- li del Teatro Verdi come veri giornalisti. Le recensioni di documentari e spettacoli hanno PROWR DUULFFKLWR LO VLWR LQWHUQHW GL 6FRQ¿QDUH apportandogli maggiore continuità e visibili- tà. Per non parlare di èStoria: dopo aver larga- mente coperto l’edizione dell’anno scorso, ci daremo ancora più da fare quest’anno. È una promessa. Non sono mancate le nuove collaborazio- ni: vi abbiamo raccontato l’attualità interna- zionale anche attraverso le righe di un nuovo giornale online, Il Referendum. Abbiamo poi gettato le basi per delle fruttuose amicizie con giovani giornalisti di Udine, Trieste e Nova Gorica. Abbiate pazienza, presto anche lì sen- tirete parlare di noi. Nel numero che stringete tra le mani trove- rete degli incredibili reportage dall’Indone- sia (Edoardo Malvenuti) e dal Teatro Valle di Roma (Veronica Sauchelli), oltre a uno speciale approfondimento sulle imminen- ti elezioni universitarie dei rappresentanti in Consiglio di Dipartimento e in Consiglio di Amministrazione. Si vota il 17 e 18 aprile, ma JOL DSSXQWDPHQWL HOHWWRUDOL QRQ ¿QLVFRQR TXL L’università di Trieste si appresta a cambiare Rettore, mentre il nostro Corso di Laurea, il SID, avrà a breve un nuovo Presidente. Cosa cambierà ai «piani alti» dell’Ateneo? Cercheremo, come sempre, di scoprirlo e di raccontarvelo. 6FRQ¿QDUH era nato a Natale, 6FRQ¿QDUH risorge a Pasqua, fresco come una primula che si mostra ai primi raggi del sole d’aprile. Ma non ci accontentiamo: 6FRQ¿QDUH è già in agenda e lo potrete cogliere prima che l’e- state riscaldi i suoi petali. L’EDITORIALE IN UNIVERSITÀ SI VOTA IL CORANO DEI WARIA CONTINUA A PAG. 2 LO SPECIALE A PAG. 5 di Lorenzo Alberini Testo e Immagini di Edoardo Malvenuti La comunità dei travestiti indonesiani che studia le sacre scritture islamiche #EsercizidiStile Queneau ai tempi degli hashtag di Twitter PAGINA 7 Bergoglio come Wojtyla La geopolitica del Papato PAGINA 3

description

Sconfinare n°36 Primavera 2013

Transcript of Sconfinare #36

Page 1: Sconfinare #36

E si decidono i nuovi rappresentanti in Dipartimento e in Consiglio di Amministrazione

C’è un caldo da soffocarci in queste due stanze. E goc-ciolo sudore sull’agenda. La carta se lo beve. Aspetto l’ora. L’umidità dilata le undici del mattino. La diret-

trice arriva, s’inginocchia. Passa così gran parte dell’intervista. Si presenta: «Nama saya Mariani – il mio nome è Mariani – nata il 15 agosto 1960 a Yogyakarta. Da cinque dirigo la scuola Senin-Kamis. Che poi sono queste due stanze ed è anche casa mia, mi vesto da donna da quando sono adolescente. Vorrei che la gente accettasse che anche noi waria siamo esseri umani, FUHDWL�GD�'LR��H�FRQ�LO�GLULWWR�GL�SUHJDUOR��6LDPR�UL¿XWDWH�GDOOH�scuole dove si insegna il Corano, così nel 2008 ho deciso di aprirne una nostra».

Due note lessicali: Senin-Kamis, lunedì-giovedì, i giorni di apertura della scuola. Waria, tamponamento lessicale tra wani-ta e pria, donna e uomo in indonesiano.

n°36- PRIMAVERA 2013

È un giornale creato dagli studenti di Scienze Internazionali e Diplomatiche di Gorizia FKH�DWWUDYHUVR�LO�JLRUQDOLVPR�YRJOLRQR�FRQIURQWDUVL�FRQ�OD�UHDOWj�GL�FRQ¿QH��H�QRQ�VROR��

direttore: Giovanni Collot

ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHWUHGD]LRQH#VFRQ¿QDUH�QHW

Ricordo una fase della mia vita, quando ero ragazzino e le abitu-dini apprese con il catechismo co-minciavano a sfaldarsi, lasciando

gradualmente il posto a una pigra agnosia, in cui la divina inerzia mi spingeva ancora ad an-dare a Messa almeno a Natale e a Pasqua. Era, evidentemente, O¶LQL]LR�GHOOD�¿QH./¶XOWLPR�QXPHUR�GL�6FRQ¿QDUH�KD�YLVWR� OD�

luce a Natale e ora che Pasqua è alle porte YL�SUHVHQWLDPR�¿QDOPHQWH�XQ�QXRYR�QXPHUR�del vostro giornale preferito. Ma non è l’ini-]LR�GHOOD�¿QH� state tranquilli. Se vi abbiamo fatto aspettare tre mesi non è per pigrizia, ma perché fuori da queste otto pagine di articoli H�IRWRJUD¿H�FL�VLDPR�GDWL�GD�IDUH�SHU�IDU�FUH-VFHUH� LO� SURJHWWR� 6FRQ¿QDUH�� (� VLQFHUDPHQWH�anche perché, come diceva l’arcivescovo Paul Marcinkus quand’era presidente della Banca vaticana, «non si può governare la Chiesa con le Ave Maria». E nemmeno stampare mille copie di un giornale.

In questi ultimi mesi abbiamo avviato due progetti importanti: abbiamo fatto da media partner a Mondovisioni, la rassegna dei do-cumentari di Internazionale al Kinemax di Gorizia, e abbiamo stretto un accordo con Area12 per essere accreditati agli spettaco-li del Teatro Verdi come veri giornalisti. Le recensioni di documentari e spettacoli hanno PROWR�DUULFFKLWR�LO�VLWR�LQWHUQHW�GL�6FRQ¿QDUH��apportandogli maggiore continuità e visibili-tà. Per non parlare di èStoria: dopo aver larga-mente coperto l’edizione dell’anno scorso, ci daremo ancora più da fare quest’anno. È una promessa.

Non sono mancate le nuove collaborazio-ni: vi abbiamo raccontato l’attualità interna-zionale anche attraverso le righe di un nuovo giornale online, Il Referendum. Abbiamo poi gettato le basi per delle fruttuose amicizie con giovani giornalisti di Udine, Trieste e Nova Gorica. Abbiate pazienza, presto anche lì sen-tirete parlare di noi.

Nel numero che stringete tra le mani trove-rete degli incredibili reportage dall’Indone-sia (Edoardo Malvenuti) e dal Teatro Valle di Roma (Veronica Sauchelli), oltre a uno speciale approfondimento sulle imminen-ti elezioni universitarie dei rappresentanti in Consiglio di Dipartimento e in Consiglio di Amministrazione. Si vota il 17 e 18 aprile, ma JOL�DSSXQWDPHQWL�HOHWWRUDOL�QRQ�¿QLVFRQR�TXL��L’università di Trieste si appresta a cambiare Rettore, mentre il nostro Corso di Laurea, il SID, avrà a breve un nuovo Presidente. Cosa cambierà ai «piani alti» dell’Ateneo?

Cercheremo, come sempre, di scoprirlo e di raccontarvelo.6FRQ¿QDUH��� era nato a Natale, 6FRQ¿QDUH�

�� risorge a Pasqua, fresco come una primula che si mostra ai primi raggi del sole d’aprile. Ma non ci accontentiamo: 6FRQ¿QDUH��� è già in agenda e lo potrete cogliere prima che l’e-state riscaldi i suoi petali.

L’EDITORIALEIN UNIVERSITÀ SI VOTA

IL CORANO DEI WARIA

CONTINUA A PAG. 2

LO SPECIALE A PAG. 5

di Lorenzo Alberini

Testo e Immagini di Edoardo MalvenutiLa comunità dei travestiti indonesiani che studia le sacre scritture islamiche

#EsercizidiStile

Queneau ai tempi

degli hashtag di

Twitter

PAGINA 7

Bergoglio come

Wojtyla

La geopolitica

del Papato

PAGINA 3

Page 2: Sconfinare #36

gnano di denunciare i limiti di un governo che non è riuscito a dar loro il giusto spazio. I giovani venezuelani emigrati hanno dalla loro una visione multidimensionale, globa-le. Essi hanno sperimentato in prima per-sona alternative al chávismo, e di queste hanno compreso pregi e difetti. Il loro ritorno in patria è da augurarsi, non solo per i compatrioti ma anche per il re-sto del mondo. Sono partiti con un sogno, possono tornare con delle soluzioni.

Intanto in Venezue-la è già cominciato il dibattito politico tra Nicolás Maduro, il can-didato di Chávez, e Henri-que Capriles, leader dell’op-posizione. All’estero i giornali propongono dossier sul Paese e sul le-ader scomparso, svelandone lati nascosti o poco conosciuti. Vengono ipotizzati futuri scenari e un riavvicinamento agli Stati Uni-ti.

6FRQ¿QDUH���,QWHUQD]LRQDOH Primavera 20132LARGO AI GIOVANI! UNA PROPOSTA PER IL VENEZUELAdi Elisabetta Blarasin

In Venezuela è ora il caos. Sembra che la politica mondiale abbia per-so la rotta in diversi Paesi, ma in

questo Stato il cambiamento sarà epocale. Su Hugo Chávez è calato il sipario lo scorso 5 marzo. Subito la stampa ed i leader di tut-to il mondo si sono preoccupati di rendere omaggio a quello che voleva essere il Simón Bolívar del XXI secolo.

La notizia della morte di Chávez ha fatto veloce il giro del mondo. Le reazioni sono state le più diverse, motivate dagli interessi più disparati, tra i capi di Stato come tra la gente. Negli Stati Uniti si inizia a preparare una nuova agenda economica e politica per il nuovo capitolo della storia venezuelana. Forse si spera nella riapertura del cancello del “cortile di casa”, chiuso dal socialismo antiliberista. Il presidente Obama ha detto di essere vicino al popolo del Venezuela, che spera si avvii verso la democrazia.

Ma i venezuelani cosa ne pensano? Come sempre quando un grande leader si spegne, il popolo reagisce con lacrime e pianti. Le scene che abbiamo visto a Caracas ricor-dano quelle della Corea del Nord dopo la VFRPSDUVD�GL�.LP�-RQJ�LO� D�¿QH�GHO�������

,QWHUSUHWDUH�TXHOOH�ODFULPH�q�GLI¿FLOH��6LQFH-ro dolore o semplice paura del futuro?

Il governo di Chávez è sempre stato vi-sto come simbolo della lotta e dell’impegno dell’America Latina per rendersi indipen-dente dagli USA. I consensi raccolti negli anni sono sempre stati alti, anche se all’ulti-ma tornata elettorale aveva perso terreno. Il paese ha dimostrato di non appoggiare più così largamente il suo leader storico, inse-GLDWRVL�FRQ�SRFR�SL��GHO�����GHOOH�SUHIHUHQ-ze. Le riforme di Chávez non hanno avuto lo strepitoso risultato che promettevano e adesso ci si aspetta un nuovo inizio.

Lo Stato ora è diviso tra chi sente di aver perso la guida e chi piange perché non si sente ancora pronto per porre in essere le ri-IRUPH�QHFHVVDULH��0D�DOO¶RUL]]RQWH�VL�SUR¿OD�anche un’altra possibilità. Le reazioni più pronte sono state, infatti, quelle dei vene-zuelani all’estero, cioè di chi ha lasciato il paese tempo fa, stanco di vivere la favola del socialismo che non si è realizzata secondo le promesse del leader. Tra questi ci sono tanti giovani, scappati all’estero per terminare gli studi ed ora pronti a tornare per cambiare il loro Paese in meglio. Essi non si vergo-

REPORTAGE: IL CORANO DEI ‘WARIA’

di Edoardo Malvenuti

E così scopri che nel Paese mu-sulmano più grande, popolato e bizzarro del mondo, sta l’unico

istituto – almeno, dovrebbe esserlo, ma non mi documento mai troppo quando scri-vo – dove una comunità di travestiti può studiare il libro sacro dell’Islam seguiti da due ustadz – insegnati dei precetti del-la religione musulmana – e bisbigliare le proprie preghiere nelle orecchie di Allah. A Yogyakarta, considerata la capitale cul-turale dell’isola di Giava, la comunità di waria è vivace e numerosa, conta diverse centinaia di travestiti, integrati e rigettati ad un tempo dal tessuto sociale della città. Dipende dai contesti, e dai momenti. Certo non passano inosservati nelle loro passeg-giate chiassose nelle vie del centro. O nello spettacolo che ogni venerdì e sabato va in scena in uno dei ristoranti più affollati di jalan Malioboro, la strada più affollata del-

la città. Arrivano da tutto il Paese, specie da isole come Sumatra e Lombok dove i detta-mi dell’Islam sono impugnati come chiodi SHU�FURFL¿JJHUH�OH�GHYLDQ]H��)RQGRWLQWD� SHVDQWH�� IDFFLD� JRQ¿D� GL� VL-

licone, una calcata di rosso sulle labbra, Mariani schizza gli avvenimenti più signi-¿FDWLYL�G¶XQD�YLWD��©4XDQGR�KR�FRPLQFLDWR�a vestirmi da donna me ne sono andata da casa. Ancora molto giovane. Ho fatto ogni JHQHUH�GL� ODYRUR��GDOOD�SURVWLWXWD�DOOD�FDQ-tante di dangdut – sorta di pop romantico indonesiano. Solo più tardi la mia famiglia ha accettato questa scelta. Oggi sono in buoni rapporti con mia madre. E con mio fratello – che si affaccia alla porta e la salu-ta mentre lei racconta con il volto costretto in un velo nero. Vedi – mi fa allungando la mano verso due seggiole calcate contro uno specchio a parete – ora lavoro come truccatrice e pettinatrice per matrimoni».

Perché guadagnarsi da vivere resta il pri-mo problema per queste donne. Molte di loro si prostituiscono lungo i binari della stazione ferroviaria, altre scuotono sonagli

in mezzo al traf-¿FR� SHU� UDFL-molare qualche moneta. La gente allunga volentieri anche banconote. Ma il ODYRUR�QHJOL�XI¿-ci e in quasi tutti i luoghi pubblici resta interdetto. La stessa legge indonesiana si dimostra però ben più accondi-scendete su altri

aspetti che regolano la vita dei travestiti del Paese.

E così scopri che in quest’arcipelago GD� ���� PLOLRQL� GL�abitanti, dove l’a-borto è vietato per legge, una waria ha diritto ad adottare una bambina e cre-scerla con sé. Rizki, dodici anni, capel-li e occhi carbone, frequenta la scuola media del quartiere. Ê�OD�¿JOLD�GL�0DULDQL��2JJL�QRQ�q�LQ�FDVD��0D�OD�PDPPD�FL�WLHQH�D�SUHVHQWDUPHOD��VWD�in diverse foto attaccate al muro, sorride, spesso in una camicia bianca abbottonata ¿QR�DO�FROOR��'L�¿DQFR��XQD�ODYDJQD�PDF-chiata di indelebile e una grande riprodu-zione del pellegrinaggio alla Mecca.

Pausa. 3URYLDPR�D�ULSUHQGHUH�¿DWR�LQ�VWUDGD��3RL�

0DULDQL�V¿OD�GD�XQ�ULSRVWLJOLR�XQ�DOEXP�GL�IRWRJUD¿H��GL�TXHOOH�IDWWH�FRO�UXOOLQR��RUPDL�WXWWH�LQJLDOOLWH��6RQR�L�VXRL�GXH�PDWULPRQL��QRQRVWDQWH�VLDQR�VWDWL�FHOHEUDWL�VHQ]D�XI¿-cialità legale ci trovo tutta la pompa delle cerimonie tradizionali giavanesi. Vestiti d’oro e d’argento, capigliature cotonate e uno spesso cerone bianco sulle guance. ©0D� RJQL�waria sa che nessun uomo è

disposto a passare il resto della propria vita con una di noi», sorride rassegnata Maria-ni. Così sia il primo che il secondo marito che le sono stati vicino per qualche anno hanno poi trovato una donna con cui avere GHL�¿JOL��6XFFHGH�FRVu��VHPSUH��,UPD�DQQX-isce. Sua amica di lunga data, aspetta il suo turno per raccontare la sua, di storia. Anche

lei frequenta gli incontri alla scuola e assie-me ad una ventina di altri travestiti si trova qui ogni settimana per pregare, imparare a OHJJHUH�LO�OLEUR�VDFUR��©0D�GXUDQWH�LO�rama-dan ci incontriamo tutti i giorni», ci tiene a puntualizzare. Gli incontri durano dalle FLQTXH� GHO� SRPHULJJLR�¿QR� DOOD� SUHJKLHUD�del mattino. Poi Irma, quarantacinque anni, che svela una capigliatura che le cade sulle spalle, ritorna al suo warung – ristornate di strada – dove cucina e vende pollo fritto. Anche lei si traveste da più di vent’anni, e anche lei è riuscita a mantenere un buon rapporto con la madre. Vivono ancora in-sieme in un quartiere non lontano dalla scuola, incastrata in una viuzza del Kam-pung Notoyudan.

In un quartiere di periferia che devi chie-dere a due tre persone per trovarlo, dentro due stanze dove si soffoca, si studia, si pre-JD�� DO� ULSDUR� H� ¿HUH� OH�waria indonesiane vivono la propria fede clandestina. Ma che non si dice troppo ad alta voce, questo, per-ché poi c’è sempre quello che s’incazza. E rovina tutto.

Il dopo-Chávez in un Paese che ha ancora bisogno di riforme e innovazione

Viaggio nella comunità indonesiana di travestiti che studia le sacre scritture islamiche

Ma il Venezuela può anche scegliere di ri-formarsi sfruttando i suoi cittadini. Per farlo deve solo essere pronto a lasciare spazio al nuovo e correggere gli errori e le mancanze del socialismo di Chávez.

In tutto il mondo stanno accen-dendosi proteste capitanate da

giovani che chiedono ai propri 3DHVL�VROX]LRQL�HI¿FDFL�SHU�L�loro problemi. Le rivolte si susseguono. Dopo i fatti del Messico alcuni par-lano di primavera latino-americana. Ora, però, il protagonista della rivo-luzione potrebbe essere

il Venezuela. Il Paese può UDFFRJOLHUH�OD�V¿GD�H�LQL]LD-

re quel cammino di Revolu-ción che il governo chávista

non ha attuato del tutto.È iniziato il via alle scommesse sul

futuro di questo Stato e i giovani possono essere la soluzione del prossimo futuro. Il Sud America è in fermento. Forse il rinno-vamento è possibile, di sicuro si apre una V¿GD�

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Page 3: Sconfinare #36

Riguardo invece ai danni della plastica in mare, per comprenderne la portata bisogna prendere in considerazione, una volta tanto, altre specie animali diverse da quella uma-na. Cominciando dai pesci di tutte le taglie, che si nutrono di frammenti di plastica o di micropellet scambiandoli per plancton. Ecco che quindi la plastica si immette nella catena alimentare, con grande gioia di tutte le specie animali (compresa quella umana).

Charles Moore, uno dei primi che si è accorto dell’esistenza della grande chiazza durante un viaggio su yacht, si occupa da-gli anni ‘90 dell’argomento. Ha fondato un istituto di ricerca chiamato “Algalita Marine Research” e si occupa di diffondere la buo-na novella.

Chris Jordan invece, artista e fotografo ambientale, ha prodotto un documentario dal titolo “Midway Journey” in cui illustra XQ� DOWUR� WHUULELOH� HIIHWWR� GHO� 3DFL¿F� SDWFK��Le isole Midway si trovano esattamente tra il Giappone a gli USA, vicino alle Hawaii, e subiscono l’azione “aggregatoria” delle correnti oceaniche, che le ha trasformate in discariche a cielo aperto. Sfortunatamente le Midway sono anche isole in cui migliaia GL�DOEDWURV�QLGL¿FDQR��QXWURQR�L�FXFFLROL�H�OL�crescono. La più frequente causa di morte di questi volatili è diventata l’ingestione di

6FRQ¿QDUH���,QWHUQD]LRQDOHPrimavera 2013 3di Margherita Cogoi

Che sete! Per fortuna ho l’abitudine di portare con me una bottiglietta, e se la dimentico ne compro un’al-

tra. Scrivo con una biro, mordicchio il tappo quando mi annoio e poi ne compro un’al-tra. L’insalata la mangio dentro una terrina di plastica –meglio che di vetro, così non si rompe. L’interruttore della lampada è di pla-VWLFD��LO�ÀDFRQH�GHOOD�PLD�FUHPD�FRUSR�q�GL�plastica… un sacco di cose sono di plastica!

La plastica ha molti aspetti positivi se confrontata con i materiali metallici: è leg-gera, piuttosto economica da produrre e fa-cile da lavorare, può essere colorata, resiste a muffe, funghi e batteri. D’altra parte però non resiste a solventi e ad alte temperature. Ma soprattutto è un prodotto che, ottenuto GDOOD�ODYRUD]LRQH�GHO�SHWUROLR��q�GLI¿FLOH��R�costoso) da smaltire. Per questo pare sia più comodo rinunciare a riciclarla o riutilizzarla e semplicemente gettarla in mare.

Molti già sanno che esiste nel bel mezzo GHOO¶2FHDQR� 3DFL¿FR�� HPLVIHUR� ERUHDOH�� LO�FRVLGGHWWR�³3DFL¿F� WUDVK�YRUWH[´��GHWWR�DQ-FKH�³3DFL¿F�SDWFK´��6L� WUDWWD�GL�XQ¶HQRUPH�chiazza galleggiante di spazzatura, preva-lentemente di materiale plastico, grandissi-ma: si stima che si estenda da un minimo di 700 mila kmq (come la Penisola iberica) a un massimo di 1 milione di kmq (più degli USA). Preconizzata da alcuni studiosi del NOAA (National Oceanic and Atmosphe-ric Adminisitration, USA) negli anni ‘80, la chiazza si è formata e continua a formarsi a

causa dell’azione delle correnti oceaniche, che portano a una zona di convergenza e di DJJUHJD]LRQH�GHL� UL¿XWL� SURYHQLHQWL� VLD�GDO�*LDSSRQH� FKH� GDOO¶$PHULFD�� 1HO� 3DFL¿F�patch si trova davvero qualsiasi cosa, dai WDSSL�GL�ERWWLJOLD�DL�VDFFKHWWL��GDL�ÀDFRQL�DL�rottami delle imbarcazioni.

Immersa nell’acqua del mare, con il tem-po la plastica (non biodegradabile) subisce fotodegradazione, arrivando a scomporsi in SDUWL�VHPSUH�SL��SLFFROH�¿QR�DL�SROLPHUL�GL�cui è composta. Forma quindi un’enorme PDVVD�GL�UL¿XWL�QRQ�IDFLOPHQWH�YLVLELOH�D�RF-chio nudo e praticamente invisibile tramite IRWRJUD¿D�VDWHOOLWDUH��$QGDQGR�ROWUH�D�XQ�VX-SHU¿FLDOH�H�YDJR�GLVSLDFHUH�SHU� OD�TXDQWLWj�di plastica presente in mare (le stime vanno da 3 milioni a 100 milioni di tonnellate), è opportuno chiedersi da dove provenga la “pelagic plastic” e che danni faccia. La pri-ma domanda trova una risposta nelle indu-strie di produzione di plastica, che attraver-VR�L�¿XPL�VFDULFDQR��R�SL��LQQRFHQWHPHQWH�“perdono”- grandi quantità di cosiddetti mi-cropellets (cioè piccole sfere di resina a par-tire dai quali la plastica viene prodotta e as-semblata). Una seconda fonte sono le grandi navi. Si calcola che una nave da crociera da 3000 passeggeri settimanalmente scarichi in PDUH���WRQQHOODWH�GL�UL¿XWL�VROLGL�

BERGOGLIO COME WOJTYLA di Filippo Malinverno

L’elezione di Jorge Mario Ber-JRJOLR� DO� VRJOLR� SRQWL¿FLR�� DQ-nunciata dalla celebre formula

“habemus papam” il 13 marzo scorso, è stato un vero e proprio colpo di scena che quasi nessuno, né negli ambienti vaticani né nell’opinione pubblica italiana e mondiale, si aspettava. I primi istanti di apparizione SXEEOLFD�GL�SDSD�)UDQFHVFR�GDOOD�¿QHVWUD�GL�San Pietro sono sembrati a molti un’apatica e disinteressata manifestazione di gioia da SDUWH�GHO�QXRYR�3RQWH¿FH��LPPRELOH��FRQ�OH�EUDFFLD�OXQJR�L�¿DQFKL�H�UHVWLR�DG�DFFHQQDUH�anche un minimo sorriso; poi quella frase: “Cari fratelli e sorelle…buonasera!”. L’ini-ziale incertezza scompare così in un attimo, sostituita da un caldo e rassicurante accento argentino che manda in delirio i migliaia di fedeli giunti a Roma per rendere omaggio al successore di Benedetto XVI.

Jorge Mario Bergoglio è il terzo papa non LWDOLDQR�� GRSR�:RMW\áD� H� 5DW]LQJHU�� DG� HV-sere eletto al soglio di Pietro dopo ben 500 DQQL�FRQVHFXWLYL�GL�SRQWL¿FDWL�PDGH�LQ�,WDO\��un segnale forte da parte della Chiesa, che ora più che mai sembra decisa a voler ac-centuare il suo carattere universale a scapito dell’eurocentrismo che l’ha sempre contrad-distinta nel corso dei secoli. 6H�O¶HOH]LRQH�GL�.DURO�:RMW\áD�IX�SL��FKH�

altro un’elezione suggerita dalle delicate e precarie relazioni internazionali nel conte-sto della Guerra fredda (con l’acceso con-WUDVWR�WUD�O¶8UVV�GL�/HRQLG�%UHåQHY�H�JOL�8VD�prima di Jimmy Carter, poi di Ronald Rea-gan), l’ascesa alla cattedra di Pietro di papa Francesco è volta a inaugurare un periodo di profonde innovazioni all’interno dell’or-ganizzazione religiosa più potente del mon-do. Gli scenari da considerare sono diversi e

...o forse no.

ogni continente ha il suo. In Europa la Chiesa cattolica affronta da

DQQL� OD� V¿GD� GHOOD� UL�HYDQJHOL]]D]LRQH� GHO�continente, resa necessaria dalla rapida e inarrestabile diffusione della secolarizza-zione e dell’indifferenza nei confronti della religione cristiana, soprattutto tra le nuove generazioni: oggi molti giovani non vivono più la fede in Cristo come avveniva trenta e cinquant’anni fa. Nonostante la maggior parte della popolazione europea si professi credente (le percentuali più alte si rilevano nei Paesi dell’Europa meridionale come Ita-lia, Spagna e Portogallo), in realtà coloro che seguono fedelmente i precetti del cri-stianesimo o che frequentano regolarmente i rituali ecclesiastici sono ben pochi.

Per quanto riguarda il continente asiatico, il principale avversario che la Chiesa catto-lica si ritrova a combattere è la Repubblica popolare cinese, di fede tradizionalmente comunista. In Cina il Partito comunista ha cercato di creare una vera e propria Chiesa nazionale, svincolata dalle dipendenze dal Vaticano e soggetta allo stretto controllo dello Stato, che infatti si riserva il controllo politico sulla nomina dei vescovi: in questo modo la Rpc ha privato la Chiesa della sua tradizionale autonomia e dell’autogestione di cui gode nel resto del mondo.

Tralasciando l’Oceania, continente rap-presentato nel Conclave da un solo alto prelato e dove la Chiesa è davvero poco presente (eccetto in Australia), la situazione nel resto del mondo è a dir poco preoccu-pante. In Nord America, di tradizione pre-valentemente protestante, si registra l’avan-zare incontrastato della destra conservatrice cristiana, testimoniata poco tempo fa dalla candidatura di Rick Santorum alle primarie

LIFE IN PLASTIC

WDSSL� GL� ERWWLJOLD�� VSD]]ROLQL� GD� GHQWL�� ÀD-concini che essi scambiano per cibo.

A questo punto è inutile strapparsi i capel-li quanto è inutile fare spallucce. Un buon punto di partenza invece è ridurre al minimo il consumo di plastica, soprattutto di oggetti inutili, e chiedersi un po’ più spesso dove YDGDQR�D�¿QLUH� OH�&RVH� LQ�QRVWUR�SRVVHVVR�una volta gettate via.

IS FANTASTIC

del Partito Repubblicano statunitense. Nei continenti emergenti, Africa e Sud

America, la Chiesa è chiamata a ridurre l’approccio dell’ “inculturazione”, utilizzato a partire dagli anni ’60 per facilitare la pe-netrazione in queste remote zone del mon-do della fede cristiana. L’America Latina, a partire dagli anni ’80, ha perso circa un quarto dei fedeli cattolici, con un ritmo ver-tiginoso di migliaia di uomini e donne ogni JLRUQR��4XHVWL�H[�FUHGHQWL�¿QLVFRQR�VSHVVR�per aderire a sette, confraternite, comunità FKLXVH�H�QXRYL�RUGLQL�HYDQJHOLVWL��WXWWL�¿QDQ-ziati da grandi investitori nordamericani che tentano di realizzare un progetto comples-so: trasformare il continente sudamericano in senso protestante, eliminando del tutto i legami con la tradizione “papista” del Va-ticano, esattamente come è avvenuto negli Stati Uniti. Ma la possibilità di avere uno stabile sostegno economico, aderendo ad una di queste comunità protestanti (grazie alle grandi somme di denaro provenienti da-

gli Usa), non è l’unica prospettiva allettante che attira un gran numero di fedeli cattolici: un altro fattore rilevante è la voglia di parte-cipare ad una religiosità viva, coinvolgente, colorata e caratterizzata da danze e allegri canti rituali, una condizione che ora il cat-tolicesimo tradizionale, così come è stato diffuso dalla Chiesa, non può soddisfare.

Ecco dunque che la nomina di un papa sudamericano è sembrata ai cardinali riu-niti in Conclave la scelta più logica e più saggia dal punto di vista geopolitico, ma altrettanto valida da quello morale, dato che Jorge Mario Bergoglio è un uomo teologi-camente molto preparato, esperto e, senza dubbio, di qualità. Ha giocato in favore GHOO¶H[�DUFLYHVFRYR�GL�%XHQRV�$LUHV�DQFKH�l’origine chiaramente italiana della sua fa-miglia, astigiana. L’italiano è la sua secon-da lingua madre, come ha ben dimostrato durante il suo discorso inaugurale davanti alla trepidante folla di San Pietro. Poiché per la Chiesa non sono urgenti solo i pro-blemi sudamericani ma anche quelli interni alla Curia romana, bisognosa di un rinnova-mento energico e progressista, occorreva un uomo dotato di una sorta di doppia identità, capace al contempo di rilanciare il ruolo della Chiesa cattolica nei Paesi emergenti e di fronteggiare con esperienza e spirito di innovazione certe situazioni vaticane.

E cosa c’è di più innovativo dell’adozione di Francesco, un nome inedito nella storia GHL�SRQWH¿FL�H�VLPEROR�GL�SRYHUWj�H�XPLOWj"�Le premesse per un papato ricco di novità e progressi ci sono tutte, racchiuse in quelle SRFKH�PD� VLJQL¿FDWLYH� SULPH� SDUROH�� 1RQ�resta che aspettare e, credenti o no, pregare SHU�OXL��LQ�¿Q�GHL�FRQWL�F¶q�LQ�JLRFR�XQD�EXR-na parte del prossimo futuro del mondo, un futuro che interessa tutti noi, fedeli e atei, cattolici e protestanti. Esseri umani.

/H�VFHOWH�JHRSROLWLFKH�GHO�&RQFODYH

Page 4: Sconfinare #36

«Il comune aveva stanziato –continua Mauro– per il Valle

un milione e duecentomila euro, soldi che sono spariti nel

QXOOD��4XL�RUD�VLDPR�FLUFD�������RFFXSDQWL�¿VVL��FL�PDQWHQLD-mo con gli incassi degli spettacoli. Organizziamo anche mol-

ti workshop che quasi sempre sono gratuiti (se escludiamo

il costo dell’assicurazione), e in verità nemmeno i biglietti

SHU�JOL�VSHWWDFROL�KDQQR�XQ�SUH]]R�¿VVR��QRL�SURSRQLDPR�DOOR�spettatore una «quota di complicità» che riteniamo adeguata,

sta poi allo spettatore stesso decidere se lui e le sue tasche

ritengono adeguata la somma... ad ogni modo non è per i

soldi che noi occupanti siamo qui, la cosa più importante che

riceviamo è il «reddito emozionale», per così dire.»

Pochi sanno che viviamo in un Paese dove gli artisti non

VRQR�ULFRQRVFLXWL�FRPH�ODYRUDWRUL��'RYH�UHJLVWL��VFHQRJUD¿��FRUHRJUD¿��DWWRUL��PXVLFLVWL�QRQ�KDQQR�GLULWWR�DOO¶LQGHQQLWj�GL�disoccupazione. Viviamo in un paese che vive nel mito di un

Rinascimento che mai è stato così lontano e impronunciabile.

Viviamo in un Paese di informata ignoranza, intasato da un

popolo che non sa trovare la strada per i teatri, ingombrato da

scialbo colonialismo culturale americano, incrostato con l’in-

capacità di distinguere l’arte dalla merda. Spero che questo

Paese riesca a salvare realtà uniche come quelle dell’antico

teatro Valle, che impari a pretendere ciò di cui ha veramente

ELVRJQR��FKLHGD�OLEUL�SHU�OH�OLQJXH�FLRQGRODQWL�GHL�VXRL�¿JOL��FKLHGD�VSD]L�GL� OLEHUR�SHQVLHUR�SHU� OH�VXH�RUHFFKLH�JRQ¿H�H�luride, chieda emozioni umane e non consumate ricchezze,

chieda bene pubblico e non avidità privata.

6FRQ¿QDUH���1D]LRQDOH Primavera 20134TEATRO (VALLE) BENE COMUNEdi Veronica Andrea Sauchelli

Roma - Rossa è la lingua su cui viaggiamo. Un

WDSSHWR�FKH�FRUUH�ÀXLGR�QHJOL�LQWHVWLQL�GHO�WHDWUR�ci getta in un emiciclo scandito da porte bian-

che di semplice ma antica eleganza, distinguibili l’una

dall’altra attraverso un brillante numero d’ottone che

ULÀHWWH� OD� OXFH� FRUWHVH� GHOO¶DPELHQWH�� &RQ� WLWXEDQ]D� XQ�XVFLR�VL�VFKLXGH�H�PRVWUD�LO�VXR�SLFFROR�YHQWUH��XQD�QRFH�GL�ORJJHWWD��¿JOLD�GHOOD�SULPD�JDOOHULD��,Q�VDOD�F¶q�VLOHQ]LR�e, sul palco, seduta ad un tavolino, una bambina magra

ed assorta nella lettura di un libro. Ogni tanto ci spia con

curiosità, poi torna a girare le pagine del suo tesoro, la-

sciandole sbattere contro un microfono che si è portata

vicino, facendo cadere nell’aria uno strano rumore di fo-

gli e fantasia. Restiamo in un onirico silenzio, ad osser-

vare quello spillo di donna vivere il teatro come se fosse

una semplicissima casa.

A raccontarci la storia del teatro Valle è Mauro, un ra-

gazzo trentenne laureato in Scienze dello spettacolo che,

nonostante l’attuale impopolarità della cultura, ha ancora

l’audacia di voler vivere facendo l’attore.

«Tutto è cominciato nel 2010 grazie a Zeropuntotre, un

movimento formato da attori e tecnici che si sono chie-

VWL��©FRPH�DIIURQWLDPR�OD�FULVL�GHOOD�FXOWXUD"ª��HG�KDQQR�quindi deciso di palesare il malessere derivante dalla si-

WXD]LRQH�FXOWXUDOH�LWDOLDQD�PHWWHQGR�LQ�DWWR�GHL�EOLW]��&RVu�sono state organizzate delle azioni illegali (ad esempio

irruzioni) in quelli che sono dei luoghi simbolo di Roma,

come il Teatro dell’Opera o il cinema Metropolitan -ora

chiuso-, unico luogo della città dove si poteva godere di

¿OP�LQ�OLQJXD�RULJLQDOH�Il 2010 è anche l’anno in cui Tremonti ha tagliato molti

enti, fra cui -dopo averlo tacciato di inutilità- l’ETI, ge-

store all’epoca di ben quattro realtà importanti, fra i quali

¿JXUDYD�DQFKH�LO�9DOOH��0HQWUH�OH�YRFL�XI¿FLDOL�GLFHYDQR�che a seguito della soppressione dell’ETI il teatro sareb-

be passato in mano allo stesso comune di Roma, bisbigli

XI¿FLRVL�WUDGLYDQR�OD�YRORQWj�GL�WUDVIRUPDUOR�LQ�XQ�DIIDUH�privato che vedeva fra i possibili protagonisti nomi in-

gombranti come quelli di Luca Barbareschi e Alessandro

Baricco. Insomma, quella che si voleva mettere in atto al-

tro non era che una privatizzazione mascherata da bando. E

sembra inoltre che qualcuno di questi presunti protagonisti

volesse riconvertire questo spazio d’arte in una ben più nobi-

le realtà di franchising alimentare.

&RVu�LO����JLXJQR������DEELDPR�RFFXSDWR�LO�WHDWUR��LQL]LDO-mente pensavamo che il tutto non sarebbe durato per più di

tre giorni, poi invece per il Valle abbiamo cominciato ad in-

WUDYHGHUH�XQ�SURJHWWR�SL��DPSLR�� O¶LGHD�q�TXHOOD�GL�ULXVFLUH�a trasformarlo in una fondazione, in base a quanto previsto

GDOO¶$57������©$�¿QL�GL�XWLOLWj�JHQHUDOH�OD�OHJJH�SXz�ULVHU-vare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e

salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità

di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di

imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a

fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carat-

tere di preminente interesse generale» ndr). Vogliamo che il

Valle diventi bene comune, libero da padroni, gestito da un

comitato esecutivo turnario e con chiamate a progetto per i

direttori artistici.»

Ma come si mantengono gli occupanti del Valle?

BENE COMUNE E BENE PUBBLICO:

LE LOTTE SOCIALI DEL NOSTRO SECOLO

di Carlotta Indiano

«Ogni volta che una comunità ritrova una ra-

gione di coesione nell’opporsi ad un modello

di sviluppo sbagliato, proponendone con la sua

azione uno più giusto ed equo, lì nasce un bene

comune»

-Ugo Mattei-

La complessa struttura in cui viviamo è statica o

ULVHQWH�GL�PRGL¿FD]LRQL�FRQWLQXH"�,O�VLQJROR�FLW-WDGLQR�SXz�LQÀXLUH�VX�WDOL�PRGL¿FD]LRQL"�4XDOL�

VRQR� L�PRGHOOL� D�FXL� ULIDUVL"�(�TXDOL�GD�GHPROLUH"�8QD�società “migliore”, in cui viene messo al centro il be-

nessere “sociale”, risulta il vagheggiamento utopistico di

pochi individui o è concretamente realizzabile con stru-

PHQWL�DGHJXDWL"I grandi temi della nostra epoca sono sicuramente evo-

OX]LRQL�LGHRORJLFKH�VFDWXULWH�GD�HVLJHQ]H�GL�WLSR�SUDWLFR��le dinamiche del lavoro, l’ecologia, scienza relativamen-

te giovane, nuovi modelli economici ed amministrativi.

Temi che trovano riscontro nell’opinione popolare come

testimoniano le Primavere Arabe, i referendum del giu-

gno 2011, le vittorie elettorali da parte di leader con

RULHQWDPHQWL�SROLWLFL�LQ�URWWD�GL�FROOLVLRQH�FRQ�LO�SDVVDWR��&KH�tali scelte siano giuste o sbagliate, spetta alla storia stabilirlo,

quel che è certo è che “il vento del cambiamento”, come al-

cuni osano chiamarlo, non cessa di farsi sentire.

I beni comuni si inseriscono in questa istanza di cambia-

mento e in quelle che sono le nuove prospettive sociali. Rap-

presentano (spesso solo in via teorica!) uno degli obbiettivi

programmatici di interi schieramenti politici dato dal ruolo

fondamentale che assumono nel costituire il benessere del

cittadino.

/D�GH¿QL]LRQH�FODVVLFD�GL�EHQH�FRPXQH� OL�GHVFULYH�FRPH�beni che, ontologicamente, ossia per la loro intrinseca natura

e per la loro relativa abbondanza, posseggono le caratteristi-

che della non rivalità e della non esclusività. La non riva-

lità consiste nella possibilità di un loro utilizzo da parte di

ciascuno senza causarne la mancanza ad un altro individuo,

mentre la non esclusività si basa sulla facilità d’accesso a tali

beni senza l’intervento di alcuna mediazione esterna come

la proprietà.

La proprietà privata di un bene comune appare quindi del

tutto arbitraria, e la stessa proprietà pubblica appare come

XQD�IRUPD�JLXULGLFD�QRQ�VWUHWWDPHQWH�QHFHVVDULD��l’intervento

pubblico ha la funzione di garantire dall’esterno le condi-

zioni di generale fruibilità del bene. I beni comuni, dunque,

DSSDUWHQJRQR�DG�XQD� ULVWUHWWD�FDWHJRULD�� l’aria, l’acqua del

mare, l’etere. A questi si può aggiungere un particolare bene

“sociale”, ossia la conoscenza��QHO�FDVR�GHOOD�FRQRVFHQ]D�q�evidente che l’uso del bene da parte di ognuno non solo non

ne preclude l’uso altrui, ma può addirittura potenziarlo.

Si evince chiaramente che i beni comuni propriamente det-

ti sono estremamente pochi e soggetti ai mutamenti storici e

sociali. Si pensi, infatti, ai “commons”, la cui espropriazione

FRLQFLVH�FRQ�OD�QDVFLWD�GHO�FDSLWDOLVPR��LQWHUH�IRUHVWH�H�FDP-

SL�DPSLDPHQWH�GLVSRQLELOL�H�UHVL�DUWL¿FLDOPHQWH�VFDUVL�GDOOD�UHFLQ]LRQL�IRU]DWH��&L�VL�UHQGH�FRQWR�FKH�DO�JLRUQR�G¶RJJL�q�drammaticamente impossibile riscontrare una tale sovrab-

ERQGDQ]D� �OD� VWHVVD� DFTXD� q� VWDWD� GH¿QLWD� RUPDL� GD� PROWR�tempo risorsa esauribile) per cui le lotte politiche del nostro

tempo si consumano (o dovrebbero consumarsi) intorno alla

questione pratica di rendere i beni realmente accessibili a tut-

ti. Rendere un bene comune tale consiste nel prendere una

decisione politica che si traduca in norme giuridiche in grado

di sottrarre il bene dalla mediazione della proprietà privata

e porlo sotto la tutela della proprietà pubblica. In tal senso

il bene comune diviene bene pubblico. E quindi accessibile.

Per quanto tali ragionamenti possano sembrare meramente

teorici, l’auspicio di una società “migliore” e più giusta passa

esattamente attraverso il piano teorico, poiché ciò consente al

pensiero alternativo di uscire dalla sua posizione minoritaria

e soprattutto dalla posizione della semplice testimonianza (si

pensi ai No Tav), per andare invece nella direzione delle co-

struzioni possibili.

La lotta di un gruppo di giovani attori per difendere il loro teatro

Page 5: Sconfinare #36

6FRQ¿QDUH���8QLYHUVLWjPrimavera 2013 5

SPECIALE ELEZIONI RAPPRESENTANTI 2013 a cura di Nicolas Lozito

Il 17 e 18 Aprile si voteranno i nuovi

rappresentanti in Dipartimento (ex Fa-

coltà) e in Consiglio di Amministrazio-

ne. Avendo a cuore le vicende universitarie

abbiamo, inanzitutto, preparato per voi un

piccolo riepilogo su chi è candidato dove.

Poi siamo andati a conoscere i nostri possi-

bili rappresentanti, intervistandoli e scopren-

do qualcosa di loro per rendervi più facile la

scelta. Per ragioni di spazio, abbiamo deciso

di pubblicare sul cartaceo le interviste a due

nostri colleghi di Gorizia, Giovanni Pallot-

ta candidato per il Dipartimento di Scienze

Poltiche e Sociali e Luca Susic, candidato

per il Consiglio di Amministrazione. Le al-

tre, nonchè queste due in versione «lunga»,

OH�WURYHUHWH�VXO�VLWR�GL�6FRQ¿QDUH��Non è un endorsement. È prima di tutto infor-

mazione, nonchè un buon modo per testare

le loro parole e le loro promesse e tenerle a

mente qualora fossero eletti. —NL

Quando si vota? Come si vota?Cosa si vota? Per chi si vota?

NL: Ciao Luca. Raccontaci chi sei e per-

ché ti sei voluto candidare in Consiglio di

Amministrazione.LS: Sono Luca Susic, di Trieste. Sono uno

studente del 3° anno del Corso di Laurea di Scienze Internazionali e Diplomatiche qui a Gorizia. Ho deciso di candidarmi perché penso che sia importante, in questo periodo di tran-sizione che stiamo vivendo, impegnarsi attiva-mente per poter migliorare la vita universitaria.

Ma che cos’è esattamente questo Consi-

glio di Amministrazione (CdA)?

Il CdA è, diciamo, l’organo più importan-te tra gli organi maggiori dell’Università, in seguito alla riforma Gelmini. È l’organo di LQGLUL]]R��QRQFKp�GL�SURJUDPPD]LRQH�¿QDQ-ziaria dell’Università. Lo scopo del CdA è quello di approvare il bilancio ed esprimersi su alcune tematiche trattate in precedenza dai Consigli di Dipartimento e dal Senato Acca-demico; ma anche di discutere di argomenti in maniera libera e autonoma, senza che siano stati precedentemente indicati da qualcuno.

E perché hai scelto di candidarti in CdA,

piuttosto che non al Dipartimento come

molti tuoi colleghi hanno fatto?

La motivazione nasce dal fatto che mi è stato chiesto di impegnarti un po’ di più, perché a livello di tempo il CdA ne prende abbastanza, e perché i miei compagni di li-sta – prima Studenti in Movimento poi Au-tonomaMente (rispettivamente la lista degli

studenti di Gorizia e la lista in cui Susic è

candidato, nda) – cercavano qualcuno che fosse assolutamente digiuno da esperienze partitiche e che avesse facilità nel discutere con tutte le forze “politiche” presenti in Uni-versità. Questo è il mio scopo, quindi, cercare il dialogo fra tutti senza guardare quelle che sono gli orientamenti politici e, soprattutto, partitici che a noi di AutonomaMente e a Stu-denti in Movimento non piacciono.

Ma tu sei il candidato del Sid o hai aspi-

razioni a rappresentare più della semplice

Gorizia?

Sicuramente io, nel caso venissi eletto, rap-presenterei tutta l’Università. Questo è quel-lo che intendo fare, poi chiaramente essendo uno studente di una sede distaccata, e nello VSHFL¿FR�GL�*RUL]LD��VR�TXDOL�VRQR� L�SUREOH-mi di questo Polo, so cosa vuol dire essere uno studente di una sede distaccata e quindi certamente avrò anche sensibilità per queste

NL: Giovanni Pallotta.. innanzitutto..

dicci chi sei?

GP: Sono Giovanni Pallotta, vengo da Campobasso, 800 km dal Friuli. Sono nato nel 1990 e sono al terzo anno del Sid. Ave-vo iniziato l’università in Molise, facoltà di Medicina perché sono sempre stato appassio-QDWR�DQFKH�GDO�PRQGR�VFLHQWL¿FR��SRL�SHUz�DO�secondo anno ho cambiato e sono venuto a Gorizia, abbandonando così una carriera da PHGLFR�SUR¿FXD�HG�DSSDJDQWH��ULGH���1R��DS-parte gli scherzi, è stata una scelta di cui non mi sono mai pentito.

E adesso candidato a rappresentante al

Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali

(DISPES). Perché?

Perché candidato? Beh.. Perché l’Univer-sità è un ramo della cosa pubblica, e tutti do-vremmo interessarcene. Quindi, se uno può dare un contributo, se può dire qualcosa, può aggiungere qualcosa alla sfera pubblica – se-FRQGR�PH�±�GHYH�IDUOR��Ê�DQFKH�XQD�V¿GD��H�allo stesso tempo una curiosità, per vedere come funziona esattamente un’amministra-zione al proprio interno, quali sono i pro e quali sono i contro e quali sono gli aspetti che possono essere migliorati. E poi la volontà di portare idee nuove e una ventata di aria fre-sca.

E ti sei candidato con Studenti in Movi-

mento, la lista di Gorizia..

Sì, Studenti in Movimento è la lista storica qui del Polo Goriziano. Ha sempre tutelato Scienze Internazionali e Diplomatiche e si è VHPSUH� IDWWD� DO¿HUH�GHJOL� VWXGHQWL� JRUL]LDQL��E quindi per me è stata una scelta naturale e più giusta da fare. Perché fuori da Gorizia il Sid gode di ottima reputazione ma anche di avversari che in qualche modo non compren-dono in pieno il perché di una struttura così importante e così decentrata. Per questo va difesa la struttura, proprio per far capire an-che a chi non ci crede l’importanza di questo corso di laurea in questo corso di laurea.

Siete in 7 in lista, un po’ da tutti gli anni

del nostro Corso. Non è che poi partite in

Erasmus, in mobilità o vi laureate e sparite? La carica dura solo un anno, perché è stata

allungato di un anno il precedente mandato. In questo anno quindi saremo qui, perché vogliamo garantire il passaggio di consegne tra i più “anziani” e quelli più giovani. Io ad esempio ho fatto domanda di Erasmus, ma è solo il mio piano B. Se vengo eletto rimango a fare il rappresentante.

Ok. Quindi parliamo del programma.

Innanzitutto confronto con i professori, un confronto critico. Non siamo Yes Men,

non siamo sindacalisti. Noi dobbiamo fare l’interesse degli studenti senza depotenziare l’offerta formativa del Corso di Laurea. Il programma vede tra i suoi punti principa-li la trasparenza, gli studenti sapranno cosa faremo e cosa verrà deciso. Discuteremo della riforma dei corsi di laurea, soprattutto per quanto riguarda la specialistica, che ha numeri di entrata bassissimi. Se ci sono così pochi studenti entranti e così tanti uscenti si-JQL¿FD�FKH�F¶q�TXDOFKH�SUREOHPD�QHOO¶RIIHUWD��qui dobbiamo migliorare, nei limiti del pos-sibile..

E del vostro potere, che non è così illimi-

tato…

Esatto, noi possiamo suggerire. Possiamo sperare che questi suggerimenti vengano re-cepiti, sapendo che molti professori la pensa-no come noi. Anche loro avvertono la necessi-tà di dover cambiare qualcosa. Noi possiamo fare le proposte. Magari anche a costo zero. Un esempio può essere quello della creazione di uno spazio ricreativo, che serva a chi non può o non vuole stare in bar durante le pause. Voglio dire.. Abbiamo gli spazi e le strutture, perché non sfruttarle appieno.

Una questione spinosa è anche l’informa-

zione e le notizie –che spesso latitano– rela-

tive ai vari Consigli di Corso di Laurea e di

Dipartimento.. Avete pensato di migliorare

questo aspetto?

Certamente. Pensiamo ad una specie di twe-

et, 150-200 caratteri, però esaurienti per dire “ragazzi, oggi in Consiglio di Dipartimento si è detto questo, questo, questo”, poi per le informazioni più importanti possiamo usare il nostro canale Facebook. Poi sarà importante rafforzare il rapporto con le associazioni, no-stra peculiarità goriziana. Dobbiamo rende-UH�SDUWHFLSL�¿Q�GD�VXELWR� OH�DVVRFLD]LRQL�FKH�sono anche loro un bacino di studenti. Biso-gna compattarsi, perché dobbiamo superare il blocco di questo posto.. cioè il fatto che qual-siasi evento, conferenza, qualsiasi cosa venga vista come lo strumento o il giocattolo di X o di Y. Qua già siamo in pochi. Il Sid organizza, non esiste “io”, “tu”, “gli altri”.

E il rapporto con Architettura?

Il rapporto con Architettura è importantis-simo, perché indipendentemente dal diverso dipartimento, siamo comunque tutti sotto il Polo Universitario Goriziano. Fare un fronte comune con architettura ci permette poi di avere posizioni più forti, ma anche più giu-ste, perche quelle che sono le nostre esigenze sono anche le loro, perché sono studenti uni-versitari che usufruiscono della stessa strut-tura. Ottimizzare il tutto è sicuramente van-taggioso per noi e per loro. Infatti speriamo che con i nuovi rappresentanti di architettura ci sia un buon confronto, che ci si veda. Che è importante.

WHPDWLFKH�FKH�GL�VROLWR�VRQR�SL��GLI¿FLOL�GD�conoscere per una persona che studia nella sede centrale.

Quindi sei il rappresentante delle sedi

distaccate?

No, questo non lo direi. Io comunque vorrei essere il candidato di tutti. La rappre-sentanza in Consiglio di Amministrazione è talmente importante che non c’è spazio per essere i candidati solo di qualcuno, bisogna essere i candidati di tutti. Le sensibilità e le esperienze sono diverse e si prova a porta-re queste caratteristiche all’interno dell’or-gano in cui si viene eletti; ma questo non toglie che, comunque, una volta eletti si è rappresentati di tutti.

E come concili questo che mi hai appe-

na detto con il tuo interesse a difendere

Gorizia e il suo futuro?

Io innanzitutto cerco di difendere il meri-to e le eccellenze che la nostra Università ha al suo interno. Quindi, cercherò di tutelare tutte quelle che sono le nostre punte di dia-mante. Poi essendo a Gorizia, sarà più facile per gli studenti stessi di questo Polo venire a parlare con me ed esprimere i loro proble-mi, cosa che per loro prima era impossibile fare non avendo rappresentati in questo or-gano maggiore.

L’altro giorno hai presentato parte del

tuo programma e hai messo al centro la

così detta “Operazione Trasparenza”, cosa

intendi? Come ti muoverai?

Mi piacerebbe portare avanti un impegno a far comprendere agli studenti quelle che sono le scelte che vengono prese all’inter-no del CdA; cioè permettere a chi ne avesse voglia di sapere quello che viene deciso. Non si tratta di fare crociate alla Wikile-aks, ma si tratta semplicemente di dare gli strumenti per capire e partecipare a quanto succede in CdA a gli studenti che ne fossero interessati. Perché io penso che, da questo punto di vista, l’Università sia una palestra e se si impara a partecipare all’Università poi si sarà sempre partecipi nella vita pub-blica e nella vita di ogni giorno.

E quali sono gli altri punti del tuo pro-

gramma?

I punti su cui mi vorrei concentrare qua-lora fossi eletto sono quelli del mondo del lavoro e quello dell’edilizia universitaria. 1HOOR� VSHFL¿FR� TXHOOR� FKH�PL� LQWHUHVVD� GL�più per quanto riguarda il mondo del lavo-ro è far capire alle imprese che nell’Uni-versità di Trieste si formano delle persone di notevole capacità e che, quindi non oc-corre ricercare titoli esotici quando i buoni pezzi… l’argenteria… ce l’abbiamo già in casa. Per fare questo vorremo avvicina-re le imprese all’università e non, come è sempre stato fatto, l’università alle imprese. Cioè permettere ai datori di lavoro di poter vedere che cosa succede e di poter capire quali sono gli studenti che più corrispondo-no ai loro requisiti. Il punto fondamentale a questo scopo è la creazione di un servizio informatico aperto alle imprese e con qui si potranno trovare gli studenti laureati in que-sta università e vedere tutte le informazioni accademiche, lavorative e le esperienze che una persona ha fatto. Creare quindi una ve-WULQD�DI¿QFKp�FKL�DVVXPH�VDSSLD�FKH�VH�FHU-ca nella nostra Università.. trova.

LUCA SUSICFDQGLGDWR�SHU�$XWRQRPDPHQWH�LQ�&RQVLJOLR�GL�$PPLQLVWUD]LRQH

/H�LQWHUYLVWH�DG�DOWUL�FDQGLGDWL�H�TXHVWH�GXH�LQWHUYLVWH�FRPSOHWH�OH�WURYHUHWH��FRQ�O¶DYYLFLQDUVL�GHOOH�HOH]LRQL��VX�6FRQ¿QDUH�QHW

GIOVANNI PALLOTTAFDQGLGDWR�SHU�6WXGHQWL�LQ�0RYLPHQWR�SHU�LO�'LSDUWLPHQWR�GL�6FLHQ]H�3RO�

Tutti i candidati* per il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali e per il

Consiglio di Amministrazione

DISPES

CdA

Lista di Sinistra

Lista di Sinistra

Studenti in Movimento

Numero di seggi in Dipartimento: 8

Si vota il 17 e il 18 Aprile presso le sedi universitarie

*come dalle liste ammesse dall’Università in data 21.03.13

Numero di seggi in CdA: 2

AutonomaMente

AutonomaMente

Ilaria Bassetto

Bartolomeo Cam-

marino

Daniele Cecchini

Ugo Faleschini

Andrea Latora

Alberto Sartor

Fabrizio Testa

Cristina O. Valenti

Martina Raschi

Luca Susic

Arpad Mattossi

Tommaso Silvestri

Mattia Turello

Barbara Doz

Francesca Gelleni

Vanja Macovaz

Riccardo Spina

Chiara Ceccon

Federico Cleva

Giovanni Pallotta

Amalia Sacchi

Francesco Saltarin

Tommaso Vallin

Francesca Vitulli

Page 6: Sconfinare #36

6FRQ¿QDUH���6SHFLDOH�$OXPQL Primavera 20136

«IO CONCILIO SOSTENIBILITÀ

E MULTINAZIONALI» a cura di Eleonora Cecco

,QWHUYLVWD�D�)UDQFHVFR�7UDPRQWLQ��ODXUHDWR�6LG�QHO�µ����FKH�RUD�VL�RFFXSD�GL�VRVWHQLELOLWj�SHU�0RQGHOŋ]�,QWHUQDWLRQDO

EC: Francesco, in cosa consiste il tuo lavoro?

Mi occupo di sostenibilità per il busi-

ness europeo di 0RQGHOƝ]� ,QWHUQDWLRQDO (ex .UDIW� )RRGV), una grande azienda

americana leader mondiale nel settore

del cioccolato, biscotti, caramelle, gom-

me da masticare e caffè.

Il nome dell’azienda è poco conosciuto

ma i nostri brand lo sono: 0LOND��7REOH-URQH��&RWH�G¶2U�� � �6DLZD��&DGEXU\��7UL-GHQW��+DOO¶V� e tanti altri.

In pratica devo fare in modo che i vari

business, le marche e le funzioni dell’a-

zienda incorporino temi legati alla soste-

nibilità nei loro piani strategici, che sia-

no scelte le priorità giuste e supportate

da risorse adeguate.

Quale percorso ti ha portato a copri-re la tua attuale posizione?

Dopo la laurea nel 1996 sono partito

per Bruxelles per uno stage in una so-

cietà di consulenza (sostituendo un com-

pagno di Università). Dopo un anno ho

trovato un lavoro in una grossa azienda

agro-alimentare del gruppo 0RQWHGLVRQ

(sempre su indicazione di un altro com-

pagno di Università!) Dopo dodici anni

passati a Bruxelles occupandomi di re-

lazioni istituzionali e lobby in merito a

tematiche legate all’agricoltura ed il

commercio internazionale, un breve ri-

torno in Italia per provare a fare un lavo-

ro più operativo e commerciale (vendere

mangimi!... ‘to get your hands dirty’ mi

avevano detto) e due cambi di azienda,

.UDIW�)RRGV mi ha proposto una posizio-

ne nel quartiere generale di Chicago per

occuparmi di relazioni esterne e stringe-

re rapporti con ONG, fondazioni e orga-

nizzazioni internazionali in supporto alla

strategia globale di sostenibilità. Dopo

quattro anni in USA mi sono trasferito in

Svizzera nel Gennaio 2012 per coprire la

posizione attuale quando�.UDIW�)RRGV è

diventata�0RQGHOƝ]�,QWHUQDWLRQDO. Le competenze acquisite al SID ti

sono state utili?Si! E non solo le competenze anche i

compagni di Università che mi hanno

aiutato a trovare i miei primi due lavori!

(Grazie Filippo ed Alessandro!).

'LUHL� FKH� LO� SULQFLSDOH� EHQH¿FLR� GHO�SID è legato all’atteggiamento mentale

che permette di affrontare qualsiasi di-

sciplina senza timori riverenziali ed una

buona cultura di base e interdisciplinare.

E ho anche conosciuto mia moglie Lu-

isella al SID!

Invece in quali ambiti hai dovuto scontare delle lacune relativamente alla preparazione universitaria?

Rispetto a persone uscite da univer-

sità di stampo anglosassone (soprattut-

to americano) mi è mancata all’inizio

un’impronta ‘FRUSRUDWH’ soprattutto in

termini di capacita di comunicazione e

di sintesi: Quei ‘VRIW� VNLOOV’ che aiutano

a navigare il mondo delle grosse aziende

LQ�PDQLHUD�HI¿FDFH��8QD�YROWD�HQWUDWR�LQ�una grossa azienda americana non è sta-

to facile colmare questa lacuna.

Questi compiti delicati sono i più im-SRUWDQWL�H�V¿GDQWL�QHO�WXR�PHVWLHUH"

Spesso devo interagire con organizza-

zioni o individui ai quali non piace quello

che facciamo per principio: perché sia-

mo una grossa azienda, americana e che

produce cioccolatini e biscotti.

Ogni volta che convinco uno di questi

che siamo sulla buona strada vuol dire

che stiamo facendo qualcosa di impor-

tante.

Quanto è importante il tema della so-stenibilità per un’azienda come la tua? Puoi fare degli esempi pratici?

In termini di priorità per il nostro bu-

siness le cose sono abbastanza chiare.

0RQGHOƝ]� ,QWHUQDWLRQDO acquista 7 mi-

liardi di dollari di materie prime agri-

cole. Fra le principali ci sono cacao

(compriamo più del 10% di tutto il cacao

prodotto al mondo!) e caffè, prodotte in

paesi in via di sviluppo soprattutto da

piccoli agricoltori. Per esempio il 70%

del cacao è coltivato in due paesi Costa

D’Avorio e Ghana. Per l’azienda investi-

re in questi piccoli agricoltori rappresen-

WD�XQ�PRGR�GL�JHQHUDUH�EHQH¿FL�VRFLDOL��economici ed ambientali ed allo stesso

tempo assicurare approvvigionamenti

di materie prime essenziali per i nostri

prodotti. Il tutto si concretizza in azioni

come progetti con %LOO�DQG�0HOLQGD�*DWHV�)RXQGDWLRQ��3URGRWWL�FHUWL¿FDWL��FROODER-

razioni con ONG come WWF ecc…

In che modo la crisi ha impattato sull’attenzione delle aziende verso la sostenibilità?

Quando la sostenibilità viene inqua-

drata bene in un azienda, è a prova di

FULVL��$OOD�¿QH�F¶q�VHPSUH�XQD�IRUWH�PR-

tivazione legata al business: riduzione

dei costi, crescita o riduzione del rischio.

Le attività che risentono delle condizioni

HFRQRPLFKH�GLI¿FLOL�VRQR�TXHOOH�SL��OHJD-

te alla comunicazione, %UDQG�35 o pura-

PHQWH�¿ODQWURSLFKH�Qual è la tua giornata tipo?Il bello è che non c’è una giornata tipo.

3RFKL� SXQWL� ¿VVL�� 6H� QRQ� VRQR� LQ� YLDJ-

gio: la mattina porto la mia bambina più

grande allo scuolabus, poi turbinio di

meeting e conference call, se ci sta un po’

di palestra e poi casa. Cerco di suonac-

chiare la chitarra almeno qualche minuto

al giorno o ballare musica da discoteca

con le mie due bambine e poi io e Luisella

cerchiamo di passare più tempo possibile

in compagnia di amici a casa o fuori.

Un aspetto positivo e uno negativo del tuo lavoro?

Positivo: Non sono di natura un ‘am-

bientalista’ o un ‘attivista’ ma è bello

pensare di poter fare la differenza su cer-

te tematiche. Mi piace sentirmi il ‘Bono’

della mia azienda. (nell’annuario del SID

avevo scritto che volevo fare Spiderman

da grande… Il concetto è quello).

Negativo: più che Bono spesso sono

Don Chisciotte.����Il momento più emozionante della

tua carriera?Solo indirettamente legato al lavoro:

Il giorno che siamo arrivati a Chicago.

Una citta fantastica.

Qual è l’esperienza che ti ha reso più forte?

Personalmente: Spostarsi. Cambiare

città, incontrare nuovi amici e colleghi;

riorganizzare la propria vita due o tre

volte.

Professionalmente: prima di .UDIW�)R-RGV, quando l’azienda per cui lavoravo è

stata acquisita da un’azienda più gran-

de. Rimanere a galla è stata duro in un

ambiente in cui le uniche persone che si

conoscono stanno annaspando.

Come concili lavoro con vita priva-ta?

Sia io che mia moglie lavoriamo quindi

OD�GLI¿FROWD�SULQFLSDOH�SHU�QRL�q�RUJDQL]-zare e combinare viaggi, riunioni, bab-

ysitter, nonne etc. Soprattutto in un paese

come la Svizzera dove una babysitter co-

sta 25 euro all’ora! Per il resto amici e

musica sono carburante naturale sia per

me e per mia moglie.

Il consiglio a chi desidera intrapren-dere una carriera come la tua?

Lavori legati alla sostenibilità spunta-

no come funghi in tutte le grosse aziende

ma sono ancora relativamente pochi e le-

gati alle funzioni più disparate. Per quel-

li che vengono dal SID… se è un lavoro

come il mio che vi interessa: dimenticate

la carriera diplomatica, le istituzioni e

le organizzazioni internazionali. Fate-

vi un’esperienza di marketing o Public

Affairs nel privato o con organizzazioni

che lavorano con il settore privato (come

Fairtrade o Rainforest Alliance). Con la

giusta passione le opportunità arriveran-

no.

Una giornata ideale?Un festival rock al sole (meglio se Lol-

lapalooza a Chicago).Un sogno da realizzare?Una carriera nella musica. Vivere in

Asia.

Un episodio goriziano che non di-menticherai?

Un solo episodio è impossibile. I primi

due anni sono stati molto intensi: le feste

a casa, i vicini goriziani che si arrab-

biavano per il rumore, conoscere la mia

attuale moglie, nuovi e grandi amici, bal-

lare revival al Flamingo. Passare mesi a

studiare gli ultimi mesi di Tito giorno per

giorno (perchè?!?!?!?!).

Per chi fosse interessato a una carrie-ra in 0RQGHOƝ]�,QWHUQDWLRQDO?KWWS���ZZZ�PRQGHOH]LQWHUQDWLRQDO�FRP�&DUHHUV�)LQGBDB-REB:LWKB8V�LQGH[�DVS[KWWS���ZZZ�OLQNHGLQ�FRP�MREV�F�0RQGHOH]�

6FRQ¿QDUH�QRQ�LGHQWL¿FD�DOFXQD�SRVL]LRQH�SROLWL-ca, in quanto libera espressione dei singoli membri

che ne costiuiscono il Comitato di Redazione.

6FRQ¿QDUH è un periodico regolarmente registrato

presso il Tribunale di Gorizia in data 20 maggio

2006, n° di registrazione 4/06.

Editore e Propietario:�$VVLG “Associazione studenti di scienze internazionali e

diplomatiche”.

Direttore: Giovanni Collot

,PSDJLQD]LRQH�H�JUD¿FD� Lorenzo Alberini, Giovanni Collot, Nicolas Lozito,

Amalia Sacchi

'LVHJQL� Silvia Fancello

Stampato da 7LSRJUD¿D�%XGLQ��YLD�*UHJRUFLF�����*RUL]LD��*2� Redazione: Lorenzo Alberini, Alessia Anniballo,

Elena Bellitto, Elisabetta Blarasin, Giorgia Boz-

zini, Edoardo Buonerba, Davide Caregari, Valeria

Carlot, Dario Cavalieri, Eleonora Cecco, Chiara

Ceccon, Margherita Cogoi, Giovanni Collot, Do-

miziana Corbelli, Federica Cordioli, Giacomo

Cuscunà, Giulia Daga, Emmanuel Dalle Mulle,

Edoardo Da Ros, Gabriella De Domenico, Stefania

Ellero, Stefano Facchinetti, Federico Faleschini,

Silvia Fancello, Andrea Ferrara, Margherita Gia-

nessi, Raed Lazkani, Davide Lessi, Nicolas Lozito,

Andrea Lucchetta, Irene Manganini, Francesco

Marchesano, Filippo Malinverno, Luca Marinaro,

Elena Mazza, Carol Pigat, Diego Pinna, Miriana

Pinna, Federico Petroni, Francesco Plazzotta,

Emiliano Quercioli, Amalia Sacchi, Veronica Sau-

chelli, Francesco Scatigna, Stefano Suardi, Nico-

lò Spadari, Rodolfo Toè, Valentina Tonutti, Nadia

Vigolo.

segui sconfinare

sui social media

e sul nostro sito:www.sconfinare.net

Page 7: Sconfinare #36

6FRQ¿QDUH���9LDJJL�6WLOH�/LEHURPrimavera 2013 7

Siviglia, di circa 700 mila abitanti, è una delle città più famo-se e gettonate del sud della Spagna. Un tempo romana, poi visigota, musulmana, cristiana, borbonica, franchista...poi capitale della Comunidad Autonoma de An-

dalucia��6L�SXz�GH¿QLUH�XQD�salad bowl urbana, dove differenti epoche e stili coesistono PDQWHQHQGR�LO�SURSULR�VLJQL¿FDWR�H�OD�SURSULD�VWRULD��6LPEROR�GL�TXHVWD�PLVFHOODQHD�SXz�essere il monumento più famoso di Siviglia: la Giralda.

Un tempo minareto dell’antica moschea almohade, oggi campanile in seguito alle mo-GL¿FKH�DG�HVVR�DSSRUWDWH�QHO�;9,�VHFROR��6DOLUH�VXOOD�Giralda per ammirare il panorama della ciudad�q�XQD�GHOOH�FRVH�FKH�VL�GHYRQR�DVVROXWDPHQWH�IDUH�D�6LYLJOLD��,Q�DOWHUQDWLYD�R�LQ�DJJLXQWD��XQD�EHOOD�YLVXDOH�GHOOD�FLWWj��PDJDUL�GL�QRWWH�TXHVWD�YROWD��OD�VL�KD�VXO�FDPPLQD-mento del Mirasol Parasol, conosciuto anche come il “fungo” di Siviglia. Una costruzione in legno che riempie di novità la già bellissima Plaza de la Encarnacion.

Una volta scesi dal “fungo” è d’obbligo una puntatina all’angolo ovest della piazza, dove si trova il pub più economico della città: il Mercado Provenzal. Una siesta per dissetarsi e far calare la fame con un paninetto tostato, riempito di iberico hamon, il prosciutto locale, o in alternativa con un buon piatto di tapas. Per tapas si intende delle piccole porzioni di TXDOVLDVL�SLDWWR�D�VFHOWD��OHWWHUDOPHQWH�LO�WHUPLQH�VLJQL¿FD�³WDSSR´�H�FLz�GHULYD�GDO�IDWWR�FKH�una volta, d’estate, si usava coprire i bicchieri di vino o di birra con dei piccoli piattini per evitare che vi entrassero le mosche. Pian piano si è incominciato a mettere delle piccole SRU]LRQL�GL�FLER�VRSUD�WDOL�SLDWWLQL��GD�TXL��tapas.

A pochi metri dalla cattedrale si erge il Palazzo Alcazar, sede centenaria della Corona spagnola. Un complesso enorme, in stile non vagamente arabeggiante, il cui tesoro più grande sono i giardini, arricchiti di siepi, limoni e aranci, palme e alberi di ogni tipo, fon-WDQH�H�SLVFLQHWWH�DELWDWH�GD�SHVFLROLQL�URVVL��2OWUH�D�TXHVWR�FRPSOHVVR�PDJQL¿FR��DQFKH�OD�FDWWHGUDOH�H�O¶$UFKLYLR�JHQHUDOH�GHOOH�,QGLH�IDQQR�SDUWH�GHO�3DWULPRQLR�±VLYLJOLDQR±�GHOO¶8-manità.6LYLJOLD�q�EDJQDWD�GDO�¿XPH�*XDGDOTXLYLU��XQ�WHPSR�QDYLJDELOH��VRSUD�LO�TXDOH�VRQR�VWDWL�

HUHWWL�QXPHURVL�SRQWL��8QR�GL�TXHVWL�FROOHJD�LO�FHQWUR�DO�TXDUWLHUH�GL�Triana, il cui nome si GHYH�SUHVXPLELOPHQWH�DOO¶LPSHUDWRUH�7UDLDQR��GL�RULJLQL�DQGDOXVH��8Q�DOWUR�TXDUWLHUH�IDPR-so è Santa Cruz��H[�TXDUWLHUH�GHL�PRUL��SRL�TXDUWLHUH�GHJOL�HEUHL��VL�GLVWLQJXH�SHU�L�FRORUL�VJDUJLDQWL�FKH�ULHPSLRQR�L�PXUL�GHOOH�FDVH�H�GHL�SDOD]]L�TXL�SUHVHQWL��

di Elena Tuan

di Amalia Sacchi

Che dire poi di Plaza de España? Un complesso maestoso e ricco, eretto nel 1928, pro-JHWWDWR�FRPH�XQD�VRUWD�GL�DQ¿WHDWUR�DOO¶LQWHUQR�GHO�TXDOH�q�SRVVLELOH�IDUVL�XQ�URPDQWLFR�JLUR�LQ�EDUFD��/D�SLD]]D�q�VWDWD�DQFKH�ORFDWLRQ�SHU�VFHQH�GL�GLYHUVL�¿OP��WUD�FXL�Guerre Stellari GL�*HRUJH�/XFDV�H�OD�UHFHQWH�FRPPHGLD Il Dittatore con Sacha Baron Cohen. Tipicamen-te spagnola è poi Plaza de Toros, chiamata anche “la cattedrale del torero”, dove si può DVVLVWHUH�HYHQWXDOPHQWH�DOOD�FUXGHOH��SHU�TXDOFXQR�DIIDVFLQDQWH��FRUULGD��,QROWUH��FKL�q�XQ�cultore della musica forse già lo saprà, la protagonista de la “Carmen”, messa in musica poi da Bizet, lavorava a Siviglia all’interno di una fabbrica di tabacco, oggi divenuta sede dell’università della città.6LYLJOLD�QRQ�q�VROR�TXHVWR��q�XQD�FLWWj�GD�VFRSULUH�H�GD�YLYHUH��OD�JLRUQDWD�LQL]LD�LQ�WDUGD�

mattinata, si pranza di pomeriggio, si cena di notte e si esce che ormai si è fatta mattina presto. Locali per ogni gusto, dai più alternativi e spiritosi come la Bicicleteria, ai più tipici e piacevoli come la Carboneria. Passeggiate lungo le vie illuminate da lampioni, candele, oltre che dal magico chiarore lunare, intermezzate da siestas in piazze, ricche di piccoli locali dove si consuma la movida sivigliana.

Questa città ha molto da offrire: cultura, sottoforma di monumenti, chiese, arte; diver-WLPHQWR��VRWWRIRUPD�GL�ÀDPHQFR��PXVLFD�GDO�YLYR��VDQJULD��3HU�PH�SHUz��OD�SL��JUDQGH�ULF-chezza sono state le persone che la abitano. È magico vagare tutto il giorno e tornare in piena notte a casa in via Hita del Castillo�QXPHUR���±LQ�EDOLD�GL�XQ¶DIIDWLFDWD�VWDQFKH]]D±�sapendo di trovare la piacevole compagnia di più di dieci persone, tra inglesi, tedeschi, scozzesi, olandesi, italiani, spagnoli, che hanno lasciato casa loro per farsi un’esperienza TXL�� SHU� XQ� WLURFLQLR�� SHU� ODYRUR�� SHU� O¶XQLYHUVLWj�� SHU� LO� FRQVHUYDWRULR�� SHU� XQ� VHPSOLFH�viaggio. Un conglomerato di sogni e progetti diversi, legati dalla stessa curiosità e voglia di essere di chi ancora desidera costruirsi un futuro, all’insegna del viaggio, alla scoperta del mondo e di sé. 1RQ�ULPDQH�DOWUR�FKH�JRGHUFL�TXHVWD�QRWWH��6XO�WDYROR�XQ�ELFFKLHUH�GL�YLQR��QHOOD�VWDQ]D�

GHJOL�VFRQRVFLXWL�FKH�SHU�TXDOFKH�RUD�VHPEUDQR�JOL�DPLFL�GL�XQD�YLWD��XQD�FKLWDUUD�FDQWD�TXDOFKH�QRWD�GLPHVVD�PHQWUH�ULHPSLDPR�O¶DULD�GL�SDUROH��6XOOR�VWHUHR�FRUUH�LO�EXRQ�YHFFKLR�Bob, sulla vita ci pensiamo a correre noi.

#ESERCIZIDISTILE

SLDPR�OD�JHQHUD]LRQH�GHL�����FDUDWWHUL��L�QDWLYL�GLJLWDOL��TXHOOL�GL�)DFHERRN��7ZLW-WHU�H�,QVWDJUDP��,�QRVWUL�DQWHQDWL�FL�KDQQR�ODVFLDWR�OD�OHWWHUDWXUD��OH�RSHUH�G¶DUWH��L�FRUWRPHWUDJJL��PD�QRL�FRVD�ODVFHUHPR�DL�QRVWUL�QLSRWL"�606�G¶DXWRUH"�7ZHHW�

GL�QLFFKLD�H�IRWR�G¶DQQDWD�PRGL¿FDWH"�7XWWR�q�GLYHQWDWR�SL��EUHYH��SL��YHORFH��SL��LP-PHGLDWR��R�KDL�LO��*�R�VHL�IXRUL��FRPH�GLUHEEH�%ULDWRUH��VLDPR�VLFXUL�FKH�TXDOFRVD�GL�QRL�UHVWHUj"�,R�FUHGR�GL�Vu��QRQ�VR�EHQH�FRVD�VL�VWXGLHUj�IUD�GXHFHQWR�DQQL�QHOOH�VFXROH�del futuro oltre ai grandi classici ma forse un contributo riusciremo a darlo anche noi H�TXLQGL�KR�GHFLVR�GL�SURYDUFL�DQFK¶LR��GL�WHQWDUH�GL�LQYHQWDUH�TXHOOR�FKH�VDUj�XQ�HVHU-FL]LR�TXRWLGLDQR�GHL�SURVVLPL�VWXGHQWL��Come fece Raymond Queneau nel suo “Esercizi di stile” nel 1947 anche io riscriverò la storiella base a modo mio: usando solo parole con hashtags. Di seguito trovate il WHVWR�H�RULJLQDOH�H�D�VHJXLUH�TXHOOR�LQYHQWDWR�GD�PH��HQMR\�

©6XOOD�6��LQ�XQ¶RUD�GL�WUDI¿FR��8Q�WLSR�GL�FLUFD�YHQWLVHL�DQQL��FDSSHOOR�ÀRVFLR�FRQ�XQD�FRUGLFHOOD�DO�SRVWR�GHO�QDVWUR��FROOR�WURSSR�OXQJR��FRPH�VH�JOLHOR�DYHVVHUR�WLUDWR��/D�JHQWH�VFHQGH��,O�WL]LR�LQ�TXHVWLRQH�VL�DUUDEELD�FRQ�XQ�YLFLQR��*OL�ULPSURYHUD�GL�VSLQ-

JHUOR�RJQL�YROWD�FKH�SDVVD�TXDOFXQR��7RQR�ODPHQWRVR��FRQ�SUHWHVH�GL�FDWWLYHULD��1RQ�DSSHQD�YHGH�XQ�SRVWR�OLEHUR��YL�VL�EXWWD��'XH�RUH�SL��WDUGL�OR�LQFRQWUR�DOOD�&RXU�GH�5RPH��GDYDQWL�DOOD�*DUH�6DLQW�/D]DUH��Ê�FRQ�XQ�DPLFR�FKH�JOL�GLFH��©'RYUHVWL�IDU�PHW-WHUH�XQ�ERWWRQH�LQ�SL��DO�VRSUDELWRª��*OL�ID�YHGHUH�GRYH��DOOD�VFLDQFUDWXUD��H�SHUFKp�ª

«#autobusS #lenticomelumache #stretticomesardine #smog #noia #sonno #tipostrano #26yearsold #cappelloconcorda #collolungo #dinosauro #primafermatayeah #fuckyeah #stessotizioincazzoso #spintoni #parolacce #vaffan**** #checazspingi #insostenibile #ma-tornateneacasa #postolibero #tuffo #zerosbatti #twohoursafter #cou-rderome #garesaintlazare #amici #friends #amis #instaday #instalo-vers #mancaunbottone #propriolì #uknowwhy #voussavezpourquoi.»

LIVIN’ LA VIDA SIVIGLIANA&URQDFKH�GDOOD�FLWWj�DQGDOXVD

Page 8: Sconfinare #36

GORISKO TROMESTJEREALNA MOZNOST

Številka 36- POMLAD 2013 Glavni Urednik: Giovanni Collot

ZZZ�VFRQ¿QDUH�QHWUHGD]LRQH#VFRQ¿QDUH�QHW

Miha Kosovelurednik Razpotja

ZJRGLOR�VH�MH�þLVWR�EOL]X�QDV�±�SUDNWLþQR�SRG�QDãLPL�QR-JDPL�� 3R� GROJLK� OHWLK�� ãH�YHþ��GHVHWOHWMLK�VH�MH�SURVWRU�

*RULãNH�VSHW�SRVWDYLO�Y�VYRMH�QDUDYQR�VWDQMH�� =� (YURSVNLP� ]GUXåHQMHP� ]D�WHULWRULDOQR� VRGHORYDQMH� �DOL� V� NUDWLFR�(=76�� VH� MH� WURPHVWMH� *RULFH�� 1RYH�*RULFH�LQ�âHPSHWUD�SRYH]DOR�Y�HQRWQL�SUDYQL�VXEMHNW��7DNR�VH�MH�NRQþQR�IRU-PDOL]LUDOD� LQ� LQVWLWXFLRQDOL]LUDOD� GRO-JROHWQD�åHOMD�SR�]GUXåLWYL�LQ�Y]SRVWD-YLWYL� HQH�PXOWLHWQLþQH� LQ� YHþNXOWXUQH�*RULãNH�PHWURSROH�äDO�VR�PRMH�]DGQMH�EHVHGH�QHNROLNR�

SUHYHþ� RSWLPLVWLþQH��7UHED� MH� SUL]QD-WL��GD�PHG�YHþLQR�SUHELYDOFHY�WHK�WUHK�REþLQ�QL�ELOR�NDNãQHJD�YHOLNHJD� LQWH-UHVD�Y�SRYH]RYDQMX�DOL�Y]SRVWDYOMDQMX�VNXSQHJD� SURVWRUD� JRULãNHJD� WURPH-VWMD��WDNãQHJD��NL�EL�SUHVHJDO�WHGHQVNL�RGKRG�SR� ãSHåR� DOL� SD� L]OHW� GR� LJUDO-QLF��7R�VH�MH�RSD]LOR�WXGL�QD�SROLWLþQHP�SRGURþMX��VDM�REþLQVNL�VYHWL�GROJD�OHWD�

QLVR� ]PRJOL� Y]SRVWDYLWL� QLNDNUãQLK�NRQNUHWQLK� LQIUDVWUXNWXUQLK� UHãLWHY��þHSUDY�VR�LPHOL�SROLWLþQL�UHSUH]HQWDQWL�YHGQR� SROQD� XVWD� (YURSH� LQ� SRYH]R-YDQMD�7DNR� WUåDãNL� þDVRSLV� ,O� 3LFFROR�

SLãH��GD�VORYHQVND�VWUDQ�YVDNR�OHWR�QD�SROLWLþQR� PHMR� SRVWDYL� NDNãQR� QRYR�¿]LþQR�PHMR��.DNR�ML�WR�XVSH��YVDNLþ��NR�VH�REQDYOMD�NDNãHQ�]LGHN��JD�QDUH-GLMR�QHNROLNR�WUãHJD�LQ�YHþMHJD��GD�QH�ER�SUHNPDOX�SRWUHEHQ�REQRYH��7DNR�VR�VH��SR�QDYHGEDK�,O�3LFFROD��Y�]DGQMLK�OHWLK�Y�6FKHQJHQVNHP�REPRþMX�]LGRYL�QD�REPRþMX�*RULãNH�ãHOH�]DþHOL�]LGDWL��QDPHVWR�GD�EL�MLK�SRGLUDOL�(GLQD�GYD�SURMHNWD��NL�VWD�MX�*RULFL�

XVSHOL�VORåQR�XUHVQLþLWL�VWD�VNXSQL�WUJ��WLVWL� SUHG� åHOH]QLãNR� SRVWDMR�� LQ� HQD�DYWREXVQD� PHGPHVWQD� OLQLMD�� 2ED� SD�VWD�EROM�QDPHQMHQD�]DGRYROMLWYL�HYUR-ELURNUDWRY� LQ� QMLKRYLK� UD]SLVRY�� NRW�åHOMi� ODVWQLK� SUHELYDOFHY��9� REPRþMX�PDQMãHP� NRW� 0DULERU�� EL� EUH]� SUR-EOHPD� Y]SRVWDYLOL� HQRWQL� WURPHVWQL�MDYQL� SURPHW�� NL� EL� ODKNR� FHOR� GHODO�SR]QHMH� Y� QRþ�� GD� VH� SUHELYDOFHP�QH�EL� ELOR� SRWUHEQR� VWDOQR� YR]LWL� ]� DYWL��

7DNR�EL� UHãLOL� YHþ� SUREOHPRY�� QD� HQL�VWUDQL� EL� RPRJRþLOL� PODMãL� SRSXOD-FLML�� GD� LPD� WXGL� ]YHþHU� XUHMHQ� MDYQL�SUHYR]� GR� VYRMHJD�PHVWD� LQ� ML� V� WHP�³SULãSDUDOL´� NDNãQR� ND]HQ� DOL� FHOR�åLYOMHQMH��VSRGEXMDOL�EL�YHþML�SUHWRN�LQ�V�WHP�EROMãH�VSR]QDYDQMH�PHG�PODMãLP�SUHELYDOVWYRP� WURPHVWMD�� LQ� QD]DGQMH�EL�SULVSHYDOL�N�EROM�þLVWHPX�]UDNX�'UXJL�SULPHUHN�ãLENH�SROLWLþQH�YROMH�

REHK�VWUDQL�MH�RPHQMHQL�VNXSQL�WUJ��=QD-PHQLWL�WUJ��NL�MH�ELO�OHWD������RVUHGQML�SURVWRU� SURVODYH� RE� SULGUXåLWYL� GHVH-WLK�QRYLK�GUåDY�Y�(YURSVNR�VNXSQRVW��WUJ�� NL� QDM� EL� VLPEROL]LUDO� ]GUXåHQR�(YURSR�� RVWDMD� VLPERO� NUDWNRYLGQRVWL�ORNDOQLK�SROLWLN��NL�QH�]PRUHMR�YLGHWL�RQNUDM�PHMD� VYRMLK�REþLQH��1H� VDPR��GD�MH�ãH�SR�SDGFX�PHMH��WD�WUJ�ORþHQ�V�SHWLUML��VWUDQL�VH�FHOR�R�VNXSQHP�LPHQX�QLVWD�PRJOL�GRJRYRULWL��7DNR�RVWDMD�QD�LWDOLMDQVNL� VWUDQL� 7UJ� 7UDQVDOSLQD�� QD�VORYHQVNL�SD�VH�LPHQXMH�7UJ�(YURSH�7D� SURYLQFLDOQD� VDPR]DGRVWQRVW��

NL� GREUR� XVSHYD� QD� REHK� VWUDQHK�PHMH��MH�Y�]DGQMLK�GHVHWOHWMLK�SULQHVOD�SULþDNRYDQH�UH]XOWDWH��6WDUD�*RULFD�MH�åH�GYDMVHW�OHW�Y�VWUPHP�GHPRJUDIVNHP�

SDGFX� ]DUDGL� RGVHOMHYDQMD�� Y� PHVWX�VR� ]JROM� ãH� VWDUL� OMXGMH�� (GLQR� NDU� MR�UHãXMH�VR�UHODWLYQR�GREUH�IDNXOWHWH�1D�GUXJL�VWUDQL�1RYD�*RULFD�Y�QRYL�

GUåDYL� QL� ]QDOD� L]NRULVWLWL� SUHGQRVWL��NL� MR� MH� SULGRELOD� NRW� PODGR� PHVWR�QD�]DKRGX��7RPDå�9XJD��HGHQ� L]PHG�SRPHPEQHMãLK� QRYRJRULãNLK� DUKL-WHNWRY� LQ� XUEDQLVWRY�� Y� 3ULPRUVNHP�GQHYQLNX� SUDYL�� GD� MH� REPHMQD� OHJD�LQ� YHOLN� JRVSRGDUVNL� LQ� LQGXVWULMVNL�UD]YRM� SULSHOMDO� GR� GHPRJUDIVNH-JD�EXPD��7D� MH�PHG� OHWRPD���� LQ����SUHMãQMHJD� VWROHWMD� ]DKWHYDO� SR� ����QRYLK� VWDQRYDQM� QD� OHWR�� PHGWHP� NR�VH� MLK� GDQHV� QH� SURGD� QLWL� ���� 1RYD�*RULFD� MH� OHWD������GRVHJDOD�FHOR����RGVWRWNRY�EUXWR�GRPDþHJD�SURL]YRGD�6RFLDOLVWLþQH� UHSXEOLNH� 6ORYHQLMH�� 3R�RVDPRVYRMLWYL�SD�VH�MH�]DþHOD�SURYLQ-FLDOL]DFLMD��PHVWQL�VYHW�MH�UDþXQDO�]JROM�QD� LJUDOQLãWYR�� LQGXVWULMD� MH� SURSDGOD��WDNR� LPHQRYDQD� HQRWQD� SULPRUVND� MH�SULSHOMDOD�GR�WHJD��GD�QDV�MH�/MXEOMDQD�MHPDOD�NRW�SUHGPHVWMH�.RSUD��LQ�WDNR�VPR�L]JXELOL�YVH�SRPHPEQH�UHJLRQDO-QH�DJHQFLMH��YNOMXþQR�]�PHGLML�=GUXåHYDQMH�Y�(=76�VH�Y�GDQL�VLWXD-

FLML� ]D� JRULãNR� WURPHVWMH� SUHGVWDYOMD�NRW�QXMQRVW��þHSUDY�MH�SUYL�YODN�åH�]D-PXGLOR��7HPHOMQR�YSUDãDQMH�VHYHGD�MH��DOL� VR�QDãL�SROLWLþQL� UHSUH]HQWDQWL�GR-UDVOL�QDORJL��$OL�VSORK�UD]XPHMR��NDM�MH�ERJDVWYR�WHJD�HWQLþQR�LQ�]JRGRYLQVNR�KHWHURJHQHJD�SURVWRUD"�$OL�YHGR��NDNR�WR� ERJDVWYR� L]NRULVWLWL� LQ� Y]SRVWDYLWL�QRYH�LQVWLWXFLMH�L]�WHUHQD"9HQGDU�� WHJD� VH� PRUDPR� ]DYHGDWL��

QREHQD�HYURSVND�LQVWLWXFLMD��QREHQ�LQ-IUDVWUXNWXUQL�SURMHNW��NL�EL�JD�ODKNR�QD-UHGLOH�RPHQMHQH�REþLQH��QREHQ�RGORN��QREHQR�URNRYDQMH�PHG�SROLWLNL�QH�ER�XVWYDULOR�HQRWQHJD�SURVWRUD�JRULãNHJD�WURPHVWMD�� þH� QH� ER� WD� SURVWRU� LPHO�åLYH� LQ� SRYH]DQH� FLYLOQH� GUXåEH�� ýH�VH� RUJDQL]DFLMH�� GUXãWYD�� NURåNL�� NL�GHOXMHMR� QD� SRGURþMX� NXOWXUH� DOL� ]QD-QRVWL��QH�]DþQHMR�SRYH]RYDWL� LQ�VRGH-ORYDWL�QD�SURMHNWLK��0RUDPR�SUL]QDWL��GD�MH�SDGHF�PHM�LQ�XVWDQRYLWHY�(=76�SUHKLWHO� PHQWDOLWHWR� WXNDMãQMLK� SUHEL-YDOFHY��=QDãOL� VPR� VH� Y� QRYL� UHDOQR-VWL��NL�]DKWHYD�WXGL�QRY�SRJOHG�QD�QDã�QDYLGH]�XGRPDþHQ�åLYOMHQMVNL�SURVWRU��3UHELYDOFL� PRUDP� QDHQNUDW� SRQRYQR�L]XPLWL� VYRMH� ODVWQR� PHVWR�� ,]� GYHK�SURYLQFLDOQLK� PHVW� PRUDPR� QDUHGL-WL� HQR� PXOWLHWQLþQR� LQ� PXOWLNXOWXUQR�HYURSVNR� VUHGLãþH�� ýDV� MH� RSWLPDOHQ��YHUMDPHP��GD�VPR�WXGL�PL�GRYROM�GR-UDVOL��7UHED�VL� MH�]JROM�ãH�]DYLKDWL� UR-NDYH�

www.razpotja.si