Sclerosi sistemica,riabilitazione

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La sclerosi sistemica progressiva è una malattia sistemica, in cui vi è un interessamento immuno-flogistico del tessuto connettivo, e degli organi. La riabilitazione costituisce parte integrante della terapia di un paziente. Indicazioni indispensabili che il paziente deve conoscere prima di sottoporsi a un trattamento di fisioterapia e programma fisioterapico a cura di : Tiziana Nava Dottoressa in Fisioterapia Referente Nazionale del Gruppo Interesse Specialistico sulla riabilitazione delle patologie reumatologiche Associazione Italiana Fisioterapisti e mail: [email protected]; www.sclerosistemica.info

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La sclerosi sistemica progressiva è una malattia sistemica, in cui vi è un interessamento immuno-flogistico del tessuto connettivo, e degli organi. La riabilitazione costituisce parte integrante della terapia di un paziente.

Indicazioni indispensabili che il paziente deve conoscere prima di sottoporsi a un trattamento di fisioterapia e programma fisioterapico a cura di :

Tiziana Nava Dottoressa in FisioterapiaReferente Nazionale del Gruppo Interesse Specialisticosulla riabilitazione delle patologie reumatologicheAssociazione Italiana Fisioterapistie mail: [email protected];

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1. La riabilitazione deve essere effettuata esclusivamente dal fisioterapista con qualifiche certificate.

2. Ogni trattamento riabilitativo è mirato al singolo individuo: non esistono pazienti uguali fra loro a parità di malattia.

3. Si ricorda al paziente che il trattamento corretto non procura mai dolore, non è aggressivo e traumatizzante ma graduale e rilassante.

4. Il fisioterapista deve sempre illustrare al paziente le metodiche che intende adottare e le relative motivazioni.

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5. Il paziente ha il diritto di chiedere spiegazioni ove il procedimento non gli sia chiaro.

6. Al termine del trattamento il paziente deve provare una sensazione di benessere, che può essere accompagnata da un affaticamento muscolare, che tuttavia è una cosa molto diversa dal dolore.

7. Sempre al termine del trattamento il paziente non deve avere manifestazioni infiammatorie come: gonfiori, lividi, difficoltà di movimento, dolore locale e/o diffuso.

8. Può accadere che il paziente si stupisca del fatto che il fisioterapista operi in un distretto corporeo diverso da quello in cui accusa dolore: si tratta di una prassi alcune volte necessaria, su cui il fisioterapista deve essere pronto a fornire delucidazioni.

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Gli obiettivi

L’obiettivo della fisioterapia consiste nel ricreare una situazione muscolo-scheletrica e organicistica compatibile con i danni indotti dalla malattia stessa, ripristinare una postura corretta con adeguati schemi corporei e motori, risolvere i danni secondari, creare le condizioni per una reale prevenzione all’adozione di posture errate ed educare il paziente ad una corretta gestualità e igiene di vita nella gestione della sua patologia.

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Il Programma

Il programma fisioterapico deve essere sempre pianificato con la persona e sviluppato considerando le limitazioni e le potenzialità che il paziente presenta. Contemporaneamente all’intervento sul dolore sono opportune le tecniche che mirano al recupero della mobilità articolare, muscolare e tissutale, nei vari distretti corporei. Si inserisce nel trattamento fisioterapico la ginnastica respiratoria, che ha lo scopo di migliorare la ventilazione polmonare.

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Il complesso cranio-cervico-mandibolare e viso

La valutazione specifica del volto si limita ad indagare quali e quante sono le disabilità che il paziente presenta svolgendo le abituali attività della vita quotidiana; quali e quante sono le difficoltà relazionali che egli incontra e le limitazioni oggettive legate alla cura della propria persona (lavarsi i denti, il volto, truccarsi, sottoporsi alle cure odontoiatriche). Il trattamento mira al recupero dell’espressività, al miglioramento della fisionomia, e alla restituzione delle funzionalità mimiche e articolari.

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Il tronco

Nelle forme diffuse di sclerosi sistemica il processo fibroticocolpisce il torace non solo con la sclerosi a livello cutaneo, ma anche con il coinvolgimento degli organi interni, provocando fibrosi miocardica e la fibrosi polmonare. La cute del tronco risulta indurita, inestensibile, adesa al tessuto sottocutaneo tanto che il paziente riferisce la sensazione di sentirsi stretto in una “guaina rigida”. Questa condizione ostacola i movimenti di flessione, estensione e lateralizzazione del tronco e limita l’elevazione delle braccia a causa della particolare tensione cutanea, che si viene a creare sotto il cavo ascellare. L’intervento riabilitativo si sviluppa inizialmente con tecniche atte al rilascio dei tessuti, successivamente al recupero dell’articolarità.

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L’ arto superiore

Nella sclerosi sistemica progressiva è particolarmente importante l’interessamento delle mani; infatti la malattia si manifesta in molteplici modi che ne rendono difficoltoso l’uso:

• la sclerosi della cute, del tessuto sottocutaneo e dei tendini;

• l’ispessimento della cute;

• la pelle anelastica;

• fenomeno di Raynaud;

• ulcerazioni delle parti molli;

• edema;

• deformità articolari

L’intervento riabilitativo è complesso e articolato in funzione della fase e dello stadio di malattia, pertanto si avvale di numerose tecniche e ausili.

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L’ arto inferiore

Nella sclerosi sistemica progressiva, lo scopo della fisioterapia mira a conservare la funzionalità articolare in particolare delle articolazioni del piede, caviglia, ginocchio, anca, contrastate da eventuali artriti e tendiniti.

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Il Piede

Il coinvolgimento del piede determina una doppia problematica; oltre ai danni a livello distrettuale, causati dalle lesioni vascolari, cutanee / sottocutanee, articolari e muscolari, tendinee e delle fasce, ossee, più complesse sono le conseguenze a livello globale.

Il piede, a differenza della mano, è soggetto ad un fattore aggravante, il carico, che comporta continue sollecitazioni pressorie, causa di una distribuzione disomogenea del peso corporeo, il che favorisce l’evoluzione e la gravità delle deformità.

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La Metodologia

Nelle fasi acute della malattia è indicato il riposo a letto con frequenti cambi di decubito, mobilizzazioni passive in rilasciamento ed adeguata ginnastica respiratoria. Nella fase sub-acuta, in relazione al miglioramento del quadro clinico, si ricorre anche:

•metodiche di rilassamento come il training autogeno di Schultz, il rilassamento progressivo di Jacobson e il biofeedback;

•ginnastiche dolci, l’eutonia di Alexander, il metodo Feldenkreis, l’antiginnastica di Bertherat;

• terapie manuali distrettuali quali il pompage, le mobilizzazioni passive, attive e contro resistenza, le facilitazioni neuromuscolari, esercizi isometrici, la tecnica Mulligan, il concetto Maitland;

• tecniche globali quali la rieducazione posturale globale, tecniche di massaggio (linfodrenaggio, manipolazione della fascia, massaggio connettivale);

•riabilitazione in acqua;

•esercizi per il potenziamento della massa ossea, elencati nel capitolo delle osteoporosi.

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