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SCIOPERO GENERALE PER LE PENSIONI LA GRANDE GIORNATA UNITARIA Piazza Santi Apostoli, a Roma, du rante l'imponente manifestazione uni- taria che si è svolta per l'aumento e la riforma delle pensioni. Dodici milioni di lavoratori hanno preso parte, il 14 no- vembre, allo sciopero generale unitario per le pensioni: il primo sciopero generale unitario dopo vent'anni. La vita ita- liana è rimasta praticamente paralizzata, le attività produttive bloccate. Nelle grandi città le astensioni hanno raggiunto il 100 per cento. Hanno scioperato I'8O percento alla Fiat, l'85 alla Olivetti, I'8O per la Riv, il 90 nelle industrie di Brindisi, il 98 all'ltalsider di Genova, il 99 alla Ansaldo nucleare. An- che fabbriche che non lottavano da anni, come la Piaggio di Pontedera, hanno scioperato. Le percentuali regionali par- lano del 90 per cento in Lombardia e Liguria, 80 in Piemonte, 94 in Emilia, 95 in Sardegna, 90 nel Veneto, 98 in Umbria, 98 nelle industrie siciliane, 90 nelle industrie campane, 75 nel Lazio, 90 nelle Puglie, 95 in Toscana, 90 in Abruzzo e nelle Marche. Vasta anche la partecipazione dei commer- cianti e degli artigiani (a Trieste, per esempio, quasi tutti i negozi erano chiusi). Chiusi tutti i teatri lirici, molti teatri di prosa, bloccate la radio e la televisione. Imponenti manifestazioni unitarie, caratterizzate dovun- que da una presenza massiccia di giovani e di studenti, si sono svolte in tutta Italia. A Roma hanno parlato Novella, Storti e Vanni; a Milano Lama, Scalia e Paolotti; a Torino Scheda, Armato e Ravenna; a Trieste Montagnani, Romei e Tisselli; a Napoli Mosca, Fantoni e Benevento, a Bari Foa, Cruciani e Rossi. Pubblichiamo, in questa e nelle pagine se- guenti, una sintesi dei discorsi pronunciati da Agostino No- vella, Raffaele Vanni e Bruno Storti nel corso della manife- stazione romana. NOVELLA Lo sciopero generale di oggi e le grandi ma- nifestazioni unitarie che si svolgono in tutto il Paese rappresentano certamente un fatto nuovo della storia recente del movimento sindacale ita- liano. Esse sono certamente un risultato impor- tante della politica di unità sindacale, un incita- mento ad andare avanti su questa strada. La man- canza di volontà politica del governo fa trascinare da anni uno dei più gravi problemi del nostro Paese. Ciò si manifesta in primo luogo — ha pro- seguito Novella — con l'atteggiamento negativo circa l'assunzione da parte dello Stato, per oggi e per il futuro, dell'intero onere derivante dalle pensioni sociali, che è per i 3/4 a carico degli stessi lavoratori ed assorbe il 7,28% dell'intero monte salari e stipendi, pari a circa 830 miliardi in media ogni anno. Il rifiuto del governo, confermato recentissi- mamente dal ministro Bosco, a procedere alla at- tuazione della legge e quindi a garantire il finan- ziamento della riforma e degli aumenti, prende quindi il significato di una opposizione pregiudi- ziale alle richieste dei sindacati. Su questa que- stone di impegni programmatici, le dichiarazioni di buona volontà non sono più sufficienti. Occorre una adesione politica ed occorrono precisi provve- dimenti finanziari. Il nuovo sistema di pensione che noi auspi- chiamo deve garantire a tutti i lavoratori, attra- rassepna sindacale 5

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SCIOPERO GENERALE PER LE PENSIONI

LA GRANDEGIORNATAUNITARIA

Piazza Santi Apostoli, a Roma, durante l'imponente manifestazione uni-taria che si è svolta per l'aumento ela riforma delle pensioni.

Dodici milioni di lavoratori hanno preso parte, il 14 no-vembre, allo sciopero generale unitario per le pensioni: ilprimo sciopero generale unitario dopo vent'anni. La vita ita-liana è rimasta praticamente paralizzata, le attività produttivebloccate. Nelle grandi città le astensioni hanno raggiunto il100 per cento. Hanno scioperato I'8O percento alla Fiat, l'85alla Olivetti, I'8O per la Riv, il 90 nelle industrie di Brindisi,il 98 all'ltalsider di Genova, il 99 alla Ansaldo nucleare. An-che fabbriche che non lottavano da anni, come la Piaggio diPontedera, hanno scioperato. Le percentuali regionali par-lano del 90 per cento in Lombardia e Liguria, 80 in Piemonte,94 in Emilia, 95 in Sardegna, 90 nel Veneto, 98 in Umbria,98 nelle industrie siciliane, 90 nelle industrie campane, 75nel Lazio, 90 nelle Puglie, 95 in Toscana, 90 in Abruzzo enelle Marche. Vasta anche la partecipazione dei commer-cianti e degli artigiani (a Trieste, per esempio, quasi tutti inegozi erano chiusi). Chiusi tutti i teatri lirici, molti teatridi prosa, bloccate la radio e la televisione.

Imponenti manifestazioni unitarie, caratterizzate dovun-que da una presenza massiccia di giovani e di studenti, sisono svolte in tutta Italia. A Roma hanno parlato Novella,Storti e Vanni; a Milano Lama, Scalia e Paolotti; a TorinoScheda, Armato e Ravenna; a Trieste Montagnani, Romei eTisselli; a Napoli Mosca, Fantoni e Benevento, a Bari Foa,Cruciani e Rossi. Pubblichiamo, in questa e nelle pagine se-guenti, una sintesi dei discorsi pronunciati da Agostino No-vella, Raffaele Vanni e Bruno Storti nel corso della manife-stazione romana.

NOVELLALo sciopero generale di oggi e le grandi ma-

nifestazioni unitarie che si svolgono in tutto ilPaese rappresentano certamente un fatto nuovodella storia recente del movimento sindacale ita-liano. Esse sono certamente un risultato impor-tante della politica di unità sindacale, un incita-mento ad andare avanti su questa strada. La man-canza di volontà politica del governo fa trascinareda anni uno dei più gravi problemi del nostroPaese.

Ciò si manifesta in primo luogo — ha pro-seguito Novella — con l'atteggiamento negativocirca l'assunzione da parte dello Stato, per oggi eper il futuro, dell'intero onere derivante dallepensioni sociali, che è per i 3/4 a carico deglistessi lavoratori ed assorbe il 7,28% dell'interomonte salari e stipendi, pari a circa 830 miliardiin media ogni anno.

Il rifiuto del governo, confermato recentissi-mamente dal ministro Bosco, a procedere alla at-tuazione della legge e quindi a garantire il finan-ziamento della riforma e degli aumenti, prendequindi il significato di una opposizione pregiudi-ziale alle richieste dei sindacati. Su questa que-stone di impegni programmatici, le dichiarazioni dibuona volontà non sono più sufficienti. Occorreuna adesione politica ed occorrono precisi provve-dimenti finanziari.

Il nuovo sistema di pensione che noi auspi-chiamo deve garantire a tutti i lavoratori, attra-

rassepna sindacale 5

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verso il consolidamento e lo sviluppo della so-lidarietà generale, un trattamento proporzionalealla retribuzione di ogni lavoratore.

Su queste linee è aperto un franco dibattitotra le tre confederazioni, nella volontà di ricer-care una posizione unitaria che consenta l'ulterioresviluppo dell'azione per realizzare questi obietti-vi generali.

Grande valore assume la solidarietà tra i la-voratori che è alla base di ogni forma di previ-denza. Non è pensabile che un paese progreditopossa tollerare che la media mensile delle pen-sioni della previdenza sociale non superi le 26mila lire mensili e che tre milioni e mezzo dipensionati vivano con minimi di 18.000 e di21.900 lire.

L'opposizione del governo alla democratizza-zione della gestione dell'INPS rivela da un latola volontà del governo di continuare a garantirsiil controllo e persino la manipolazione dei fondiversati per le pensioni e dall'altra una grave, to-tale insensibilità di fronte alla esigenza di parte-cipazione dei lavoratori alla gestione della poli-tica sociale.

Su questi punti e su altri siamo pronti a ri-prendere le discussioni con il governo. Occorreperò che ogni parte si renda conto che, dopo ilpossente sciopero di oggi, la ripresa delle discus-sioni dovrà avvenire su nuove basi.

I tempi lunghi, assolutamente ingiustificati,e persino assurdi di questa trattativa, imposti dalgoverno ci obbligano però a dire che essa nonpuò essere strumentalizzata ai fini di paralizzare levarie iniziative che si sviluppano in altre sedi afavore dei lavoratori.

MILANO

VANNILa odierna lotta unitaria per la riforma del

sistema pensionistico è il risultato di una pro-fonda consultazione di base ed anche di attentee meditate discussioni tra le organizzazioni sinda-cali essendo rivolta a conseguire una vera e pro-pria riforma e non aggiustamenti parziali. Nonè quindi un caso che i sindacati abbiano chia-mato alla lotta sia i lavoratori attivi che quelligià pensionati poiché si tratta di affermare il di-ritto dei lavoratori di amministrare l'intero sa-lario sia esso diretto che previdenziale.

La manifestazione odierna vede accomunatitutti i lavoratori per la prima volta per questotipo di rivendicazione e ciò dimostra quanta stra-da abbia fatto nel movimento operaio la consa-pevolezza di una visione globale dei suoi proble-mi; la partecipazione dei lavoratori a questo tipodi decisioni deve essere considerata dall'intera so-cietà come la nuova e costante regola d'azionedel movimento sindacale.

Solo tramite la effettiva e concreta partecipa-zione del mondo del lavoro alle scelte di svilup-po della società si mette in moto un meccanismodi sviluppo economico e sociale che considera ilavoratori come i protagonisti della crescita civiledel Paese. In questo contesto deve, quindi, essereconsiderata la richiesta sindacale sulla necessitàdella priorità della trattativa sindacalisti-governoin materia di pensioni.

La riforma del regime pensionistico non puòessere intesa come una somma di provvedimentiparziali e disorganici, bensì come un coerente edarmonico quadro che comprenda tutti i vari aspetti.La stessa legge 238 del marzo scorso contiene pre-cisi obiettivi (pensione uguale all'80% del sala-rio) e bisogna che i nuovi provvedimenti legisla-tivi abbiano quale punto di riferimento inizialegli elementi già acquisiti e gli obiettivi fissati dalprogramma tendenti ad affermare un vero siste-ma di sicurezza sociale.

La richiesta del movimento operaio che loStato si assuma integralmente il finanziamento delFondo sociale risponde ad una precisa logica diriforma inquadrata nella sicurezza sociale. La di-sponibilità del contributo pari al 7,28% del mon-

TORINO

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NAPOLI

PORDENONE

FIRENZE

te salari che oggi i lavoratori versano al Fondosociale, è una prima sostanziale garanzia per ilfinanziamento della riforma e per il miglioramen-to delle pensioni.

Nel medesimo contesto si inserisce la richiestadel movimento sindacale di gestire l'INPS e ifondi pensionistici a base contributiva, poiché ènel pieno diritto del mondo del lavoro ammini-strare direttamente quella parte del salario cheviene chiamata previdenziale, come, con lo stessodiritto, deve autonomamente gestire l'addestra-mento professionale, il collocamento, ecc.

STORTIAlcuni aspetti di rilievo che hanno caratte-

rizzato la vicenda pensionistica fanno dello scio-pero odierno un fatto di importanza nazionale. Que-sti aspetti riguardano soprattutto la titolarità deisindacati a discutere e decidere in materia di pen-sione in quanto il nostro sistema si regge sui con-tributi dei lavoratori. I sindacati ribadiscono per-tanto la loro volontà di essere titolari e protago-nisti di questo grande negoziato con priorità ri-spetto ad ogni altro interlocutore in quanto sitratta, in definitiva, di decidere la destinazionemigliore di una parte del salario dei lavoratori.Da questo aspetto discende il diritto, in via prio-taria, alla trattativa tra governo e sindacati deilavoratori. Un altro aspetto caratterizzante que-sto sciopero è quello dell'unitarietà. Mai comeora questa unitarietà dei lavoratori è stata un fat-to spontaneo e sostanziale poiché una grande mas-sa di lavoratori dipendenti e di pensionati sen-tono intimamente che è giunto il momento di ri-solvere in modo sostanziale non soltanto formalequesto grave e purtroppo tradizionale problema cheaffligge il nostro Paese: quello di una riformaglobale e non episodica del sistema delle pen-sioni. E' questo il tono giusto che i lavoratori,con la manifestazione odierna e con le rivendi-cazioni e le azioni dei loro sindacati, intendonoconferire a questa istanza dopo che tanti tentativisono Stati compiuti per aggiustare un sistema chenon regge. E' in questo spirito che si colloca larichiesta, dei sindacati della pensione sociale co-me primo passo verso la realizzazione di un si-stema misto composto appunto da una pensionebase a carico dello Stato e da una pensione pre-videnziale che veda i lavoratori titolari di questodiritto e capaci di determinarla e di gestirla. Conquesta impostazione e con la loro azione i sinda-cati e i lavoratori stanno dando una grande provadi senso di responsabilità chiedendo sì migliora-menti che sono imposti dalle condizioni estrema-mente misere delle attuali pensioni, ma dando an-che un contributo di idee e di azione alla riformadel sistema nel quadro di una nuova società. I la-voratori sono decisi a non perdere questa ocea-sione e a non accettare rimedi congiunturali anchese sono consapevoli della necessità di un certogradualismo per la realizzazione degli obiettivi pro-posti in relazione alla loro rilevante dimensione.