Io mi chiamo Neve
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io mi chia
mo Neveio m
i chiamo Neve
TESTI
David FratiDavid FratiILLUSTRAZIONI
Norina Wendy Di BlasioNorina Wendy Di Blasio
CONSULENZA SCIENTIFICA
Giacomo BiasucciGiacomo BiasucciAngela Pozzoli Angela Pozzoli
Il PensieroScientifi coEditore
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Giacomo BiasucciPediatra e NeonatologoDirettoreDipartimento Materno-InfantileU.O. Pediatria e NeonatologiaOspedale “Guglielmo da Saliceto”AUSL di PiacenzaCentro HUB Malattie Metaboliche Ereditarie Area Vasta Emilia Nord
Angela PozzoliDietistaServizio Dietetico AziendaleOspedale “Guglielmo da Saliceto”AUSL di Piacenza
David FratiGiornalista medico, si occupa di Pediatria e Oncologia. Come scrittore e sceneggiatore ha creato varie serie di “pupazzetti” per Kinder, ha sceneggiato il cartoon “I Cavallegri” e ha vinto lo Special Mention Cinecittà Digital Award e il Lille Festival Audience award per il cortometraggio animato “Centimetropolis”.
Norina Wendy Di BlasioDigital editor, content curator e illustratrice di tematiche relative alla salute. Come illustratrice ha curato, per la Lega Italiana contro l’Epilessia, la fi aba “Sara e le sbiruline di Emily” e il successivo progetto di sensibilizzazione “Facciamo luce sull’epilessia, a scuola”.
Prima edizione: maggio 2014© 2014 Il Pensiero Scientifi co EditoreVia San Giovanni Valdarno 8, 00138 Romawww.pensiero.it – www.vapensiero.infoTutti i diritti riservati
Coordinamento editoriale: Norina Wendy Di BlasioProgetto grafi co: Antonella Mion, RomaStampa: Arti Grafi che Tris, Roma
Con il supporto non condizionato di
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Le malattie metaboliche congenite sono un grande
gruppo di malattie ereditarie che comportano
alterazioni del metabolismo. Sono malattie che si
presentano in una piccola parte della popolazione,
per questo sono considerate malattie rare.
Tirosinemia tipo 1: cos’è?
La tirosinemia tipo 1 è una malattia metabolica
ereditaria che si verifica perché l’organismo non è
in grado di degradare la tirosina, un aminoacido
presente nel cibo. Questo difetto genetico provoca
la produzione e l’accumulo di metaboliti tossici,
responsabili di gravi danni a livello delle cellule
epatiche e renali.
Ha un’incidenza di circa 1:100.000 nati vivi,
con ampie variazioni a livello mondiale;
se non diagnosticata e trattata è una patologia
potenzialmente mortale.
Tirosinemia tipo 1: come si presenta?
La sintomatologia può insorgere: in modo acuto
già nel primo semestre di vita; in modo subacuto e
con sintomi meno gravi nel primo anno; oltre l’anno
di vita, in forma cronica con sintomatologia più
sfumata ma progressiva.
Il fegato è l’organo più danneggiato, con segni
di insufficienza acuta già nelle prime settimane
o mesi di vita; è costante l’evoluzione verso la
cirrosi e lo sviluppo di micro o macro-noduli e di
epatocarcinoma.
Un altro organo spesso colpito è il rene, con
lo sviluppo di una disfunzione dei tubuli renali
(malattia di Fanconi) che si associa alla perdita di
fosfato e a rachitismo ipofosfatemico.
La progressione dell’interessamento renale
può comportare ulteriori complicazioni,
fino all’insufficienza renale cronica.
Inoltre, come conseguenza dell’interessamento del
tessuto nervoso periferico, possono essere presenti
dolori addominali, neuropatie dolorose e debolezza
muscolare che ricordano le crisi tipiche della
porfiria acuta.
Nel corso del primo anno di vita, il rachitismo può
essere il segno principale, insieme a segni di danno
epatico.
Le malatt ie metabo l icheLe malatt ie metabo l iche
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Io mi chiamo NeveTirosinemia tipo 1: è possibile la diagnosi
precoce?
Già a 2-3 giorni di vita, è possibile la diagnosi
precoce analizzando gocce di sangue raccolte su
carta bibula, ampliando il programma di screening
neonatale per patologie endocrino-metaboliche già
in atto per legge in Italia per altre tre patologie.
Questo approccio permette di diagnosticare la
malattia prima dell’insorgenza dei sintomi e di
iniziare subito la terapia specifica.
Tirosinemia tipo 1: come trattarla?
La terapia poggia su due pilastri che hanno
radicalmente migliorato la prognosi e l’evoluzione
naturale dei pazienti: la dieta ad apporto basso e
controllato di tirosina, fenilalanina e metionina
e, soprattutto, la terapia farmacologica. Questa
può comportare un aumento dei valori ematici di
tirosina, che vanno tenuti sotto controllo con un
adeguato regime dietetico da protrarre per tutta la
vita.
Tirosinemia tipo 1: come seguirla nel tempo?
Iniziata la terapia, il paziente deve essere
controllato periodicamente dal punto di vista
clinico, ematochimico e strumentale. L’intervallo
tra i controlli varierà in base alla gravità dei
sintomi iniziali, all’epoca di diagnosi e alla
risposta terapeutica.
Poiché la terapia dietetica può esporre a rischi
di carenze nutrizionali, è fondamentale valutare
almeno una volta l’anno alcuni micronutrienti
quali ferro, zinco, vitamine A, D, E, B12 e acido
folico.
Infine, il monitoraggio a lungo termine dovrà
comprendere anche la valutazione di una
normale mineralizzazione ossea, come di un
adeguato sviluppo neuropsicomotorio mediante
somministrazione di test psicometrici.
A cura di
Giacomo BiasucciGiacomo Biasucci
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Non riuscirò mai
ad abituarmi alla neve.
Così bianca, così fi tta,
così… neve.
Eppure mi accompagna
da sempre.
Io mi chiamo Neve.
Ma sono nata in un posto
in cui non nevica mai.
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Ho preso il mio nome da quello
di mia nonna, come si usa nell’Italia
del sud. Lei era nata in un inverno
di tanto, tanto tempo fa.
Quel giorno nevicava. E allora?
Direte voi. Come, «allora»!
N-E-V-I-C-A-V-A
a Lampedusa! Lì nessuno aveva mai
visto la neve, era una cosa incredibile,
un giorno memorabile, un evento
da ricordare. E così mia nonna
fu battezzata con quello strano
nome che ora è anche il mio.
Lampedusa è una piccola isola
del Mediterraneo, circondata
da un mare che si diverte
a fare a gara col cielo
per vedere chi è più blu.
E spesso vince.
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A Lampedusa lavorano tutti con il mare.
Non c’è altro. E se per qualche motivo
il mare fa i capricci e non vuole più lavorare
con te, beh, allora sono guai.
L’anno in cui sono nata io sembrava che
i pesci se ne fossero tutti andati in vacanza.
Non si pescava niente di niente: i pescatori
tiravano su dalle onde reti quasi vuote e
se ne tornavano a casa con una luce triste
negli occhi. La situazione era davvero
pesante, ecco. E così, quando nacqui io,
mia mamma e mio papà decisero di fare
le valigie e partire. Si trasferirono dove
non c’era il mare, ma in compenso
c’era il lavoro.
Quando ero bambina mia madre mi
raccontava sempre che durante il viaggio
dalla Sicilia alla Francia non ho pianto mai.
Mi sa che già da neonata avevo capito
che viaggiare sarebbe stato il mio destino.
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«Ridammi quel mestolo, furfante!»
«Nemmeno per sogno, serve a me!»
«Smettetela, accidenti a voi!»
Non fateci caso. Sono i miei assistenti.
Si chiamano Neurone, Fegato
e Rene. Come dite? Sì, abbiamo tutti
nomi stranissimi qui!
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Ma combinano anche un sacco di guai.
«Neve, Neve: ho controllato la lista,
tutte le provviste per il viaggio sono
state caricate!»
Fegato prende le cose molto seriamente,
a volte troppo. È come un soldatino
sempre sull’attenti.
«E io ho lavato, asciugato e lucidato
tutte le pentole e le posate!»
Neurone ha l’ansia di fare bella fi gura.
Basta una parola sbagliata e va
nel pallone.
«E io… E io… Io ho assaggiato
la marmellata. Era buonissima…»
Guardatelo come arrossisce! Come si fa
ad avercela con Rene anche se ne ha
combinata un’altra delle sue?
È così tenero, con quel suo pannolino…
E anche i loro nomi hanno una storia
complicatissima, prima o poi
ve la racconterò.
Mi aiutano in cucina, ma soprattutto sono
miei amici. Sono con me praticamente
da sempre, da quando ero piccolissima.
Senza di loro mi sentirei persa.
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Ogni volta che si salpa per una crociera
è come se fosse la prima volta.
BIM! BAM! BUM! I fornitori che
scaricano la merce in cambusa, una gran
confusione, il cuore che batte a mille per la
paura di dimenticare qualcosa.
Neurone, Fegato e Rene corrono a destra
e sinistra come trottole mettendo a posto
scatole e barattoli. Io me ne sto seduta
al tavolo e prendo nota con precisione
di tutto.
Un bravo chef deve avere la situazione
sotto controllo al 100%, in cucina.
E io sono una chef famosa.
«Le persone stanno salendo a bordo,
si parte! C’è una cena coi fi occhi
da preparare, ragazzi: al lavoro».
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Ad un certo punto, a notte fonda, la cena
fi nisce. Quando anche l’ultimo passeggero
se n’è andato soddisfatto e sorridente
dalla sala ristorante e tutti i tavoli sono
stati sparecchiati, la calma e il silenzio
fi nalmente scendono sulla cucina. Si sente
soltanto il vrrrrrrr delle lavastoviglie,
sembrano gattoni che fanno le fusa.
Mamma mia, che stanchezza!
Voglio dare un’ultima occhiata in frigorifero
per controllare se è tutto a posto per la
colazione di domani mattina, ma prima mi
siederò solo un attimo qui al tavolo.
Me li merito, cinque minutini di calma
dopo una giornata del genere. Yawn!
Non vedo l’ora di andare a letto. Vabbè,
ma se chiudo gli occhi un minuto non
succede mica nulla, no? Solo un minuto…
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Ovviamente mi sono addormentata, e ho
fatto un sogno stranissimo. Ero nel salone
delle feste della nave.
C’era la musica, tutti erano vestiti eleganti
e sorridevano. Le luci cambiavano colore
continuamente, come in discoteca.
Sul palcoscenico, davanti all’orchestra,
c’erano delle strane ballerine che…
:–) LOL!!! Non erano ballerine vere,
erano verdure che ballavano il can can!
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Il ritmo era davvero irresistibile, anche io mi
sono alzata e ho cominciato a volteggiare e
a saltare a tempo di musica: era tanto tempo
che non mi divertivo così.
D’un tratto, buio. La musica è cessata
di colpo, e tutte le persone sembravano
trattenere il respiro. Poi si è acceso un
rifl ettore, uno solo, e ha inquadrato un
prestigiatore che si è inchinato
verso il pubblico. E tutti hanno
fatto: «Ooohhh».
Il prestigiatore ha fatto un
sorrisetto compiaciuto, si è
tolto il cilindro, ci ha fatto
vedere che era vuoto, ci ha infi lato la mano
guantata di bianco dentro facendo fi nta di
frugare e poi mi ha guardato negli occhi.
A me, proprio a me! E ha detto: «Cara Neve,
tu sei un po’ troppo golosa a volte, sai?».
E tutti hanno fatto: «Ooohhh».
Sono arrossita. Le luci si sono accese,
e tutti mi fi ssavano. «Beh, golosa, ecco…
non proprio. Sto molto attenta alla mia
dieta. Ma sapete, lavorando in cucina devo
assaggiare i piatti che cucino, e quindi…»
Il prestigiatore mi ha fatto l’occhiolino
e ha tirato fuori dal cilindro una patata.
E tutti hanno fatto: «Ooohhh».
,
p
f
I
s
t
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«Ah, sì, le patate. Mi piacciono da impazzire,
d’accordo. Ma mica sono vietate per me, le
posso mangiare eh! Basta che siano poche
rispetto alle altre verdure. Devo solo stare
attenta a non esage…» Il prestigiatore ha
tirato fuori dal cilindro altre due patate.
E tutti hanno fatto: «Ooohhh».
«…ra…» Il prestigiatore ha tirato fuori dal
cilindro altre tre patate. E tutti hanno fatto:
«Ooohhh».
«…re». Il prestigiatore ha tirato fuori dal
cilindro altre quattro patate. E tutti hanno fatto:
«Ooohhh».
Il cilindro ha iniziato a sparare patate come
pop corn. SPATAPAM!
In pochi minuti ero coperta di patate, e il
bombardamento non accennava a diminuire.
«Aiuto! Aiutooooo!»
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«Aiuto!». Buona, Neve. Era solo un sogno, ti sei
addormentata qua sul tavolo della
cucina. Respira. È passata. OK, mi sono
calmata. Ma allora cos’è questo respiro
aff annoso? Ehi, ma non è il mio!
Viene da quell’angolo laggiù.
Sono Neurone, Fegato e Rene.
Sono tutti tristi, ammaccati, senza
energie. Oddio, ma cosa è successo?
D’un tratto capisco. Testona che non
sono altro. Distratta dalle mille cose
da fare non ho seguito le istruzioni
del dottore, e ora i miei amici stanno
male. Non devo dimenticarmelo più.
Ecco, fatto. Ora vado nell’angolo
con Neurone, Fegato e Rene,
li abbraccio, li coccolo un po’.
Tra poco si sentiranno meglio.
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OK: vi devo delle spiegazioni, lo so.
Partiamo dall’inizio. Quando ero ancora
molto piccola, i miei genitori si accorsero
che c’era qualcosa che non andava nella mia
salute. Mmmm, meglio andare di corsa
dal dottore!
Per fortuna il pediatra a cui si rivolsero
mamma e papà si rese subito conto
che avevo un piccolo problema genetico,
un intoppo nel metabolismo delle proteine
e degli amminoacidi.
COOOOOOSAAA? Dai, scherzavo. Mi piacciono i paroloni
dei dottori, a voi no?
Detta molto banalmente, mi mancava
un piccolo ingranaggio nel meccanismo
della digestione delle proteine e nel mio
fegato e nei miei reni si accumulava
una robaccia che mi avrebbe potuto
causare un sacco di guai. Aiuto!
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Per stare bene, bisognava
che la piccola Neve
facesse due cose.
FIUUU, solo due:
pensavo peggio!
COSA NUMERO 1:
seguire le istruzioni
del dottore.
COSA NUMERO 2:
fare una dieta pensata
proprio per le persone
che hanno il mio stesso
problema.
Due cose. Tutti i giorni.
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C’è un’altra cosa che faccio tutti i giorni:
mi ritaglio 5 minuti liberi per stare sul ponte
della nave a guardare il mare.
Ascolto il rumore delle onde e del vento,
mi ricorda quando ero piccola e mia mamma
mi cantava le canzoni della sua terra.
Canzoni che profumavano di Mediterraneo.
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A Parigi, dove sono cresciuta,
il mare non c’era.
Mannaggia.Ma i miei genitori
me ne parlavano così spesso
che mi sembrava quasi
che ci fosse.
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Cose belle
della vita in Francia:
1. La nostra bella casetta pulita.
2. Il lavoro che ha fatto tornare
il sorriso a papà e mamma.
3. Non mi sono mai sentita
straniera.
4. I vicini di casa che ci
adoravano (e soprattutto
adoravano le lasagne
fatte in casa di mamma!).
5. A scuola andavo benissimo.
6. Avevo un sacco di amichette
e amichetti.
7. Il pediatra supersimpatico.
Cose brutte
della vita in Francia:
1. Il freddo.
2. Monsieur Lard.
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Monsieur Lard era il
proprietario della macelleria
all’angolo della strada in
cui abitavamo. Se ne stava
quasi sempre sul marciapiede,
seduto su una sedia che
sembrava piccola piccola
rispetto alla sua enorme
pancia. La mattina, quando
mamma mi accompagnava
a scuola, mi faceva qualche
battuta che faceva ridere
solo lui. Tipo: «Buongiorno
verdurina, attenta che se
incontri una pecorella potrebbe
mangiarti! Ah ah ah!».
Oppure: «Sei palliduccia,
chiedi a tua mamma di
cucinarti una bella bistecca!
Ah ah ah!». Rideva, rideva
e gli traballava la pancia.
Non lo sopportavo proprio.
Neurone, Fegato e Rene gli
facevano le boccacce, ma per
lui erano invisibili, che gliene
importava? Mamma di solito
mi tirava via senza dire una
parola, ma una volta a cena
raccontò tutto a papà.
Papà ascoltò in silenzio, mi
fece un sorriso e una carezza e
si buttò sul divano a vedere la
televisione come faceva tutte
le sere. BOH! Chi li capisce i papà!?!
La mattina dopo però, prima
di andare al lavoro, passò per
la macelleria, disse qualche
parolina a Lard e da allora
il grassone mi lasciò stare.
Si limitava a borbottare
qualcosa tra i denti, ma
non fece più l’antipatico.
GRRRRRRR…
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Un giorno, all’improvviso, mi misi a piangere.
Papà mi chiese: «Neve, che succede?»
E io zitta.
Mamma mi chiese: «Neve, cosa c’è?»
E io giù a piangere.
Mamma e papà si guardavano tra loro
senza capire. Dopo un po’, tra un singhiozzo
e l’altro, dissi: «Mamma, papà:
ma davvero sono palliduccia come dice
Monsieur Lard?». Loro mi abbracciarono
forte forte e si misero a ridere. Dopo un
pochino le lacrime si asciugarono e mi misi
a ridere anche io.
Io mi chiamo Neve. Ma non sono palliduccia.
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OK, posso mangiare praticamente
solo verdura. E i bambini di solito
non amano la verdura.
Bambini, aprite bene le orecchie,
ho un messaggio per voi. La verdura è
B-U-O-N-I-S-S-I-M-A.
E ci sono tantissime ricette per renderla
ancora più buona. Parola di chef.
Io LOVVO la mia dieta.
La mia dieta non è fatta di rinunce,
è fatta di colori.
Quando da ragazzina mi chiedevano
«Cosa vuoi fare da grande?»,
io rispondevo sempre «La cuoca». E tutti si
mettevano a ridere. Io allora mi arrabbiavo
tantissimo, ma adesso che sono grande
capisco il perché di quelle risate. Mi volevano
bene, ma pensavano: «Come farai a fare la
chef se non puoi mangiare la carne, il pesce e
tante altre cose? Se nemmeno conosci il loro
sapore?» .
Ho passato tutta la mia adolescenza a
dimostrare loro che si sbagliavano. Leggevo
MONTAGNE di libri per trovare
ricette adatte alla mia dieta speciale e farle
mie. Mi allenavo come una pazza assieme
a Neurone, Fegato e Rene in cucina dopo
la scuola tra padelle, frullatori e fornelli.
Mettevo tutto in disordine, ma mamma me
lo lasciava fare. Chissà, forse pensava fosse
solo un capriccio, forse le facevo tenerezza.
Mi piace pensare invece che credesse in me,
che fosse convinta che ce la potessi fare
davvero.
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Poi è arrivato “Superchef”. Sì, lo conoscete
tutti: proprio il talent show sulla cucina
campione d’ascolti. Il primo premio era
un posto come chef nella cucina della nave
da crociera più grande e bella del mondo,
la “Northern Star”. Io e i miei tre piccoli
amici invisibili a forza di allenarci eravamo
diventati una squadra fortissima, e quindi
ci sentivamo molto fi duciosi.
Forse troppo: i giudici di “Superchef”
erano senza pietà.
― Karl Gracchiò, che stava zitto per ore
e all’improvviso iniziava a urlare.
― Bruno Barbarico, che tirava in testa
ai concorrenti i piatti che non gli
piacevano.
― John Antipatich, che non sorrideva mai
e non tollerava errori.
Le puntate del talent show si susseguivano
una dopo l’altra. Mamma e papà tifavano
per me dal divano. Monsieur Lard
tifava contro di me dal divano.
Io, Neurone, Fegato e Rene
ci davamo da fare come pazzi
per stupire i giudici con le nostre
ricette.
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E venne il giorno della fi nale. Milioni di
telespettatori erano incollati alla tv,
su Twitter e Facebook non si parlava d’altro.
A contendersi il posto da chef eravamo
rimasti io e Giona Caccia von Hamburger,
il rampollo di una famiglia nobile svizzera
FISSATO con la carne. Con i baff etti e il
suo sorrisino da presuntuoso era veramente
I-N-S-O-P-P-O-R-T-A-B-I-L-E!!! Dovevamo cucinare un piatto a
piacere, un piatto che rappresentasse la
nostra anima. Giona preparò un maiale >
ripieno di un tacchino > ripieno di un coniglio >
ripieno di polpa di pesce. BLEAH! Io e i miei
piccoli amici preparammo la mitica Insalata
Mediterraneo, colorata e profumata come i
fi ori e gli alberi che crescono sulle scogliere
della nostra Lampedusa. Bastava assaggiarla
e chiudere gli occhi e sembrava di camminare a
piedi nudi sulla spiaggia, con il sole sulla pelle.
Il pubblico da casa tratteneva il fi ato.
Mamma e papà si tenevano abbracciati,
col cuore che batteva a mille.
Gracchiò, Barbarico e Antipatich
annunciarono il vincitore.
«Il posto sulla Northern Star è di… NEVE!»
A quella parola io, Neurone, Fegato e Rene
siamo letteralmente impazziti! Saltavamo,
ballavamo, ridevamo, piangevamo. Non
potevamo essere più felici di così. E fi guratevi
papà e mamma a casa che festa! C’era tutto il
vicinato in strada a brindare e cantare… persino
Monsieur Lard si era unito alla compagnia.
Festeggiava pure lui!
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È così che sono diventata la chef di
questa nave. Da quel giorno ho girato
il mondo: Istanbul, Venezia, Il Cairo,
New York, Buenos Aires, Stoccolma,
Vancouver, Genova… Ma non ho ancora
incontrato una persona che dopo aver
assaggiato la mia Insalata Mediterraneo
non sorridesse.
E far sorridere le persone è la cosa più
bella che esiste, non siete d’accordo?
:–)
Ed ora provate a cambiare punto di vista: girate il libro e leggete le ricette!
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in viagg
io tra r icette e tir osinemiain viagg
io tra r icette e tir osinemia
Il PensieroScientifi coEditore
3
Insieme alla fondamentale terapia farmacologica,
per chi è affetto da tirosinemia tipo 1 è necessario
seguire una dieta a ridotto apporto di due
aminoacidi – la fenilalanina (PHE) e la tirosina
(TYR) – per prevenire le complicanze legate alla
patologia e alla terapia.
Non esistono quantitativi specifici di PHE e
TYR da assumere, ma la dieta è personalizzata
e regolata per ogni individuo in base a esami
ematici, età, fase di crescita e fabbisogni
nutrizionali in generale. L’obiettivo fondamentale
della dieta è ridurre l’apporto di tali aminoacidi,
«tossici» per chi è affetto dalla malattia.
Questi sono contenuti all’interno delle proteine e
andranno perciò eliminati o ridotti tutti i cibi che
le contengono.
Le proteine si trovano in quasi tutti gli alimenti,
ma in quantità differenti: carne e derivati, pesce,
salumi, formaggi e uova sono quelli a maggior
apporto proteico e devono essere eliminati;
latte, yogurt e verdure vanno assunti in quantità
limitate. Andranno invece sostituiti gli alimenti
comuni come pasta, riso, cereali, farina, pane,
cracker e similari, biscotti, dolci, ecc, con alimenti
«speciali» a ridotto tenore di proteine. Esistono,
infine, alimenti «naturalmente» privi di proteine,
che si possono mangiare senza la paura di
eccedere il quantitativo di proteine consentito:
zucchero, miele, marmellata, maizena, aceto,
olio, spezie, aromi, succhi di frutta e spremute,
tè e tisane. Attenzione però agli zuccheri!
Di base va seguita una dieta latteo-vegetariana
con assunzione di alimenti «speciali» e
integrazione proteica con aminoacidi sintetici
privi di PHE e TYR.
Le ricette che seguono sono formulate seguendo
i principi della dieta ipoproteica, ispirate dalla
fantasia di Mamma Giulia che quotidianamente
inventa ricette per la sua «Neve» affetta da
tirosinemia. La ringrazio per gli spunti e i consigli
nella realizzazione di queste ricette e per la forza
e l’ottimismo con cui affronta la vita.
A cura di
Angela PozzoliAngela Pozzoli
La terapia d ietet ica ne l l a t ir o si nemia t i p o 1La terapia d ietet ica ne l l a t ir o si nemia t i p o 1
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Ricettar ioRicettar ioA N T I PA S T I
P R I M I
C O N T O R N I
D O LC I
• Arancini di riso aproteici
• Bruschette aproteiche con pomodorini confit
• Focaccine aproteiche alla genovese
• Gnocchi di patate con crema di zucchine
• Pisarei piacentini aproteici con pomodori e fasò
• Couscous aproteico con ragù di verdure
• Peperoni ripieni al forno
• Caponata di zucchine
• Sfogliatine di zucca
• Focaccine aproteiche dolci con mele e prugne
• Pancake aproteico con cioccolato aproteico fuso
• Coppette di yogurt con frutti di bosco e biscotti aproteici
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Aranci ni d i r iso apr oteiciAranci ni d i r iso apr oteiciI N G R E D I E N T I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni arancino apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 205 kcal 27 g 10,6 g 0,5 g 16 mg 16 mg
O Far cuocere i risoni aproteici in acqua bollente salata e con l’aggiunta dello zaff erano; per evitare che scuociano seguire i tempi sulla confezione con attenzione. Una volta pronti, scolare i risoni e passarli sotto l’acqua corrente fredda per fermare la cottura. O Trasferire i risoni aproteici in una terrina e aggiungere un cucchiaio di olio extravergine di oliva, dopo aver mescolato bene unire anche il sostituto dell’uovo e la maizena. Amalgamare bene gli ingredienti e formare cinque palline; all’interno di ognuna andrà inserita un’oliva precedentemente denocciolata. O Preparare due ciotoline: in una mettere il pangrattato aproteico, nell’altra l’olio extravergine di oliva; il quantitativo di entrambe deve essere suffi ciente da poter immergere le polpettine ed impanarle. Passare ogni polpettina prima nell’olio extravergine di oliva quindi nel pangrattato. Ripetere l’operazione due volte. O È ora di cuocere gli arancini: 30 minuti in forno caldo a 180 °C e sono pronti!
• pasta aproteica formato risoni 70 g
• zaff erano una bustina• olive verdi grandi conservate
n. 5 (= 60 g con nocciolo)• sostituto aproteico dell’uovo
n. 1 cucchiaio
• maizena (amido di mais) n. 2 cucchiai
• pangrattato aproteico 75 g• olio extravergine di oliva
un bicchiere• sale q.b.
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Bruschette apr oteiche c on p omodor i ni c onf itI N G R E D I E N T I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni bruschetta apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 136 kcal 13,6 g 8,5 g 0,7 g 14,5 mg 11 mg
O Lavare i pomodorini sotto acqua corrente, asciugarli con un panno da cucina e porli su un tagliere; quindi tagliare ogni pomodorino a metà. O Disporre i pomodorini su una teglia coperta con carta da forno in modo che la parte del taglio sia rivolta verso l’alto, aggiungere sale e pepe a piacere. O Preparare un trito fi ne di aglio e timo a cui aggiungere lo zucchero amalgamando bene. Su ogni pomodorino versare il trito, aggiungere l’origano a piacimento e versare un fi lo d’olio. O Infornare in forno statico preriscaldato a 200 °C per circa un’ora e mezza, fi no a quando i pomodorini risulteranno abbrustoliti ma non secchi. O Poco prima di servire le bruschette, prendere le fette di pancarré aproteico, condirle con l’olio e l’origano e passarle al forno per qualche minuto fi nché saranno leggermente abbrustolite. O Una volta pronte le bruschette utilizzare i pomodorini confi t per condirle, aggiungendo secondo il gusto qualche fogliolina di basilico ed eventualmente sfregando un po’ di aglio sul pane.
• Pomodorini ciliegini 200 g• pane aproteico a fette n.4• zucchero 10 g• olio extravergine di oliva q.b.• aglio uno spicchio• pepe q.b.• origano secco q.b.• sale q.b.• timo qualche rametto
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Focacci ne apr oteiche al l a gen oveseFocacci ne apr oteiche al l a gen oveseI N G R E D I E N T I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni focaccina apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 116 kcal 25 g 2,5 g 0,65 g 25 mg 18 mg
O Stemperare il lievito di birra nell’ acqua tiepida. A parte in una terrina mettere la farina aproteica, un pizzico sale e un cucchiaio di olio. Aggiungere l’acqua tiepida in cui è stato precedentemente sciolto il lievito. O Iniziare ad impastare gli ingredienti con l’aiuto di una forchetta fi no a renderli omogenei, poi ungersi le mani con un po’ d’olio ed impastare fi no ad ottenere un composto uniforme. O Lasciare lievitare l’impasto per un’ora a temperatura ambiente (è possibile metterlo nel forno con la sola luce accesa). O Nel frattempo preparare la farcitura delle focaccine: lessare le patate sbucciate ed i fagiolini facendoli bollire per circa 30 minuti, una volta pronti tagliarli a pezzettini, condirli con un cucchiaio di olio, basilico e aglio tritato.
O Quando l’impasto sarà pronto, suddividerlo in 10 “palline” e posizionarle distanziate su un foglio di carta forno. A questo punto stenderle per formare delle focaccine con l’aiuto delle dita (sempre unte con olio). O Aggiungere la farcitura di verdure e qualche fogliolina di basilico, dopo aver messo un fi lo d’olio e un pizzico di sale grosso su ogni focaccina. O È ora di infornare le focaccine alla genovese: forno ventilato a 180 °C ed in 15-20 minuti saranno pronte da gustare!
F O C A C C I N E
• farina aproteica 250 g• acqua tiepida 150 ml• lievito di birra disidratato 7 g • zucchero un cucchiaino raso• olio extravergine di oliva
un cucchiaio• sale q.b.
FA R C I T U R A• patate lessate 120 g• fagiolini lessati 120 g• sale grosso• olio extravergine di oliva q.b.• basilico• aglio
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G nocchi d i patate c on crema d i zucchi neI N G R E D I E N T IN . 2 P O R Z I O N I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni porzione apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 285 kcal 43 g 8 g 2,5 g 136 mg 81 mg
L A C R E M A
O Tagliare a rondelle le zucchine e farle saltare in padella con un cucchiaio di olio e aglio fi no a renderle morbide, quindi spegnere il fuoco e farle raff reddare. O Scaldare la bevanda aproteica in un pentolino aggiungendo nell’ordine il burro, il pizzico di sale e la saporita, quindi la farina aproteica a pioggia, mescolando con una frusta da cucina per non formare grumi. O Proseguire la cottura ed eventualmente aggiungere altra farina aproteica per ottenere una consistenza cremosa. O Aggiungere infi ne le zucchine e con un frullatore ad immersione frullare il tutto.
G L I G N O C C H I
O Lessare le patate e una volta cotte, scolarle e sbucciarle. Indi passarle nello schiacciapatate e farle intiepidire. O Aggiungere la farina aproteica a pioggia fi no a ottenere un composto compatto ma morbido e se necessario aggiungere un cucchiaio di bevanda aproteica. O Con il composto formare dei rotolini da tagliare in pezzetti di circa 2 cm da fare scorrere sul retro di una grattugia o sui rebbi di una forchetta premendo leggermente ogni pezzetto col pollice per formare gli gnocchi. O Lessare in acqua bollente gli gnocchi e man mano che affi orano in superfi cie scolare col mestolo forato. O Ora gli gnocchi sono pronti per essere conditi con la crema di zucchine ed essere gustati!
G N O C C H I
• farina aproteica 50 g• patate 150 g• un cucchiaio di bevanda
aproteica• sale un pizzico• farina aproteica per la
spianatoia
C R E M A
• zucchine 85 g• aglio• olio• bevanda aproteica 150 ml• farina aproteica 20 g circa• burro 5 g• sale un pizzico• saporita un pizzico
ag
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P isarei piacent ini apr oteici c on p omodor i e fasoP isarei piacent ini apr oteici c on p omodor i e fasoI N G R E D I E N T IN . 4 P O R Z I O N I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni porzione apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 360 kcal 71 g 8 g 2 g 81 mg 60 mg
P R E PA R A Z I O
P I S A R E I
• farina aproteica 200 g• pangrattato aproteico 130 g• brodo vegetale 200-20 ml circa• sale un pizzico• farina aproteica per la spianatoia
S U G O• passata di pomodoro 200 g• fagioli borlotti in scatola 30 g• carota 50 g• sedano 25 g• cipolla bianca o dorata 50 g• brodo vegetale q.b.• olio extravergine di oliva n.2 cucchiai• sale un pizzico
I P I S A R E I
O Unire la farina aproteica con il pangrattato aproteico e un pizzico di sale, aggiungere il brodo tiepido (lentamente e in quantità suffi ciente per rendere l’impasto elastico e morbido) ed iniziare ad impastare aiutandosi con una forchetta. O Far riposare l’impasto per circa 30 minuti, quindi dividerlo in quattro parti e, su di una spianatoia, formare dei “salsicciotti” larghi circa un centimetro da tagliare in pezzetti di 1,5-2 cm (la grandezza di un fagiolo). O Per dare la forma classica ai pisarei pigiare il dito indice al centro di ogni pezzettino, strisciandolo sul piano di lavoro, precedentemente infarinato (con della farina aproteica) per evitare che i pisarei si attacchino. O Lasciare a seccare su un canovaccio i pisarei, mentre si procede alla preparazione del sugo.
I L S U G O
O In una pentola a fuoco moderato, scaldare i due cucchiai di olio, la cipolla, il sedano e la carota tritati e aggiungere 3-4 cucchiai di brodo vegetale; far imbiondire il trito di verdure fi no alla quasi completa evaporazione. O Aggiungere i fagioli e farli insaporire qualche minuto, unire la passata di pomodoro, un pizzico di sale e mezzo bicchiere scarso di acqua, poi lasciare cuocere per circa 30 min. O In una pentola a parte, far bollire abbondante acqua salata dove cuocere i pisarei. Scolare i pisarei (una volta saliti in superfi cie) con l’aiuto di un mestolo forato e farli insaporire qualche istante nel sugo.
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C ousc ous apr oteic o c on ragu d i verdureC ousc ous apr oteic o c on ragu d i verdureI N G R E D I E N T IN . 1 P O R Z I O N E
P R E PA R A Z I O N E
Ogni porzione apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 494 kcal 74,5 g 20 g 2,6 g 113 mg 84 mg
O Iniziare preparando il couscous: mettere in una pentola l’acqua salata q.b. e portarla ad ebollizione, versarvi il couscous a pioggia, un cucchiaino di olio, mescolare bene e poi spegnere il fuoco. O Schiacciare col dorso di un cucchiaio il couscous livellandolo e lasciarlo riposare un paio di minuti fi no a quando l’acqua sarà completamente assorbita. O Aggiungere un cucchiaino di olio e rimettere la pentola a cuocere a fuoco lento ancora due minuti; poi spegnere il fuoco, sgranare il couscous con una forchetta e lasciarlo da parte. O Lavare bene sotto acqua corrente la verdura, pulirla e tagliarla a cubetti. In una padella porre un cucchiaio di olio, l’aglio, la cipolla tritata e le verdure tagliate a cubetti (ad eccezione dei pomodori), far rosolare qualche istante ed aggiungere quattro cucchiai di acqua. Stufare le verdure per qualche minuto per mantenere una consistenza abbastanza croccante, aggiungere un pizzico di sale e spegnere il fuoco. O Unire alle verdure il couscous e i pomodorini: gustarsi il couscous con qualche fogliolina di basilico per insaporire!
• couscous aproteico 80 g• acqua 120 ml circa
(un bicchiere) • pomodori 50 g• melanzane 45 g• zucchine 40 g
• peperoni 55 g• aglio uno spicchio• basilico q.b.• olio extravergine di oliva
n.2 cucchiai• sale un pizzico
l t b
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Peper oni r i pieni al f or n oPeper oni r i pieni al f or n oI N G R E D I E N T IN . 2 P O R Z I O N I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni metà di peperone apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 235 kcal 27 g 13 g 2,5 g 50 mg 30 mg
O Accendere il forno ventilato a 180 ° C e preparare una leccarda coprendola con della carta da forno. Lavare il peperone e asciugarlo bene con un panno da cucina, metterlo in un sacchetto vuoto del pane e infornarlo sulla leccarda per circa 10 minuti. Estrarre il sacchetto contenente il peperone e far raff reddare. O Nel frattempo mettere le fette di pane aproteico tagliate a cubetti qualche minuto nel forno per farle dorare. O Lavare il prezzemolo e i capperi e preparare in un recipiente un trito di aglio, prezzemolo e un cucchiaio di olio. Aggiungere i capperi, la miscela del burger vegetale e 30 ml di acqua, amalgamare bene e unire i cubetti di pane aproteico dorato mescolandoli al composto senza però ridurli in poltiglia. O Quando il peperone sarà tiepido: rompere il sacchetto di carta, togliere la pelle del peperone, tagliarlo in due, privarlo della parte interna con i semi e della parte superiore con il peduncolo. Riempire le due metà del peperone con il ripieno e infornare in una pirofi la precedentemente unta, lasciar cuocere per 15 minuti. O Può essere un contorno gustoso oppure un aperitivo!
• peperone rosso o giallo n. 1• burger vegetale sostituto
della carne, a ridotto contenuto di proteine 30 g
• pane aproteico a fette n. 2
• prezzemolo 30 g• capperi salati 15 g• aglio mezzo spicchio• olio extravergine di oliva
n. 2 cucchiai
ndola con
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C aponata d i zucchi neC aponata d i zucchi neI N G R E D I E N T IN . 2 P O R Z I O N I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni porzione apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 240 kcal 16 g 7 g 3 g 116 mg 86 mg
O Lavare e tagliare le zucchine a rondelle e aff ettare fi nemente la cipolla. Tagliare a rondelle le olive e ammorbidire l’uvetta in acqua tiepida. Infi ne sciogliere lo zucchero nel bicchiere d’aceto. O In una padella far rosolare leggermente l’olio con la cipolla, aggiungere le zucchine e cuocere a fi amma bassa per cinque minuti. Unire le olive, i capperi (precedentemente sciacquati per togliere l’eccesso di sale) e l’uvetta. Mescolare bene il tutto e poi aggiungere l’aceto, il sugo di pomodoro, un pizzico di sale e pepe a piacimento. Far cuocere per 20 minuti a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto. O A fi ne cottura aggiungere un po’ di prezzemolo tritato!
• zucchine verdi 150 g• passato di pomodoro 100 g• pomodori secchi n. 2• cipolla 30 g • olive denocciolate 40 g• capperi salati 20 g• uvette 20 g
• mezzo bicchiere di aceto di vino bianco
• un cucchiaio di zucchero• sale e pepe q.b.• prezzemolo q.b.• olio extravergine di oliva
n. 2 cucchiai
leggebassaper tol’acetoper 20aggiun
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Sf ogl i at i ne d i zuccaSf ogl i at i ne d i zuccaI N G R E D I E N T IN . 2 P O R Z I O N I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni porzione + metà fetta di pancarré apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 218 kcal 19 g 16,7 g 1,8 g 50 mg 30 mg
O Ungere il fondo di una pirofi la con un cucchiaio di olio e disporvi la zucca precedentemente lavata e tagliata a fettine spesse mezzo centimetro. O Aggiungere due cucchiai di olio a fi lo sulla zucca, il pangrattato aproteico con l’aglio e il prezzemolo tritati, un pizzico di sale ed infi ne qualche fogliolina di salvia. O Mettere il tutto in forno pre-riscaldato a 200 ° C per 15 minuti. O Nel frattempo grigliare/tostare le fette di pancarré. Una volta pronte usarle come base su cui poggiare la zucca: ecco pronte le sfogliatine di zucca.
• zucca gialla 270 g • pane aproteico a fette n. 3• pangrattato aproteico q.b.• prezzemolo un rametto
• aglio uno spicchio• olio extravergine di oliva
n. 3 cucchiai• salvia qualche fogliolina
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Focacci ne apr oteiche do lc i c on me le e prugneI N G R E D I E N T I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni focaccina apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 320 kcal 65 g 5 g 3 g 21 mg 77 mg
O Stemperare il lievito di birra nell’ acqua tiepida. A parte in una terrina mettere la farina, un cucchiaio raso di zucchero e un cucchiaio di olio. Aggiungere l’acqua tiepida in cui è stato precedentemente sciolto il lievito e poi la bevanda aproteica sostitutiva del latte. O Impastare gli ingredienti con l’aiuto di una forchetta, quando gli ingredienti iniziano ad essere omogenei, ungersi le mani con un po’ d’olio ed impastare fi no ad ottenere un composto uniforme. Suddividere l’impasto in n. 5 “palline” di ugual misura e lasciar lievitare per un’ora a temperatura ambiente (è possibile metterlo nel forno con la sola luce accesa). O Sbucciare le mele e tagliarle a spicchi spessi mezzo centimetro. O Dopo la lievitazione, posizionare ben distanziate su un foglio di carta forno le cinque “palline” d’impasto. Schiacciarle nel centro con l’aiuto delle dita per formare le focaccine. O Spolverizzare ogni focaccina con un cucchiaio di zucchero di canna (in alternativa è possibile usare zucchero bianco) e farcirle con le fettine di mele e una prugna. O Infornare le focaccine in forno ventilato a 200 °C per 20 minuti, far intiepidire prima di degustare.
• farina aproteica 250 g• bevanda aproteica
sostituta del latte 100 ml• acqua 50 ml• lievito di birra disidratato 7 g • mele renette 200 g
• prugne secche denocciolate 40 g (n. 5 prugne)
• zucchero bianco o di canna n. 6 cucchiai
• olio di oliva n. 2 cucchiai• sale un pizzico
l
enocciolate e)o di canna
cucchiai
1515
Pancake apr oteic o c on ciocc o l at o apr oteic o fusoPancake apr oteic o c on ciocc o l at o apr oteic o fusoI N G R E D I E N T I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni porzione (n. 2 pancake + cioccolato fuso) apporta
i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 324 kcal 44,7 g 15,7 g 0,8 g 32 mg 17,6 mg
O In un recipiente mettere la farina aproteica ben mescolata con la maizena e il lievito. Unire a poco a poco 100 ml di bevanda aproteica sostitutiva del latte, in cui è stato precedentemente sciolto il miele, formando un impasto liquido ed omogeneo. O Scaldare a fuoco medio una padella antiaderente del diametro di circa 10 cm (precedentemente unta per evitare che attacchi l’impasto). O Versare metà di un mestolo da cucina di composto, al centro della padella lasciando che si espanda da solo. Quando il pancake sarà cotto da un lato, girarlo con una spatolina. Dorare anche l’altro lato e quando sarà pronto appoggiare il pancake sopra un piatto piano, ripetere l’operazione fino ad esaurimento del composto (dovrebbero formarsi all’incirca n. 6 pancake). O Preparare il cioccolato aproteico fuso per guarnire i pancake, facendolo sciogliere a bagnomaria, dopo averlo tagliato a pezzetti, con i 50 ml di bevanda aproteica sostitutiva del latte rimanente. Mescolare con una spatola di legno fi no al completo scioglimento. O Prendere un pancake e cospargerlo con un po’ di cioccolato aproteico fuso, quindi coprirlo con un altro pancake e aggiungere ancora cioccolato fuso. Ripetere l’operazione con i pancake e il cioccolato aproteico rimanenti andando a formare n. 2 pancake a due strati. O Spolverizzare con un po’ di zucchero a velo e buon appetito... è possibile aggiungere le fragole tagliate a pezzetti in mezzo agli strati per rendere il pancake ancora più goloso.
• farina aproteica 60 g• maizena (amido di mais)
n. 3 cucchiai• bevanda aproteica
sostituta del latte 150 ml• miele n. 1 cucchiaio
• lievito chimico per dolci n.1 cucchiaino
• cioccolato aproteico 100 g• zucchero a velo q.b.
aproteica ben mescolata con la maizena e il lie ia ap t i
ro a velo q.b.
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C o ppette d i yogurt c on frutt i d i bosc o C o ppette d i yogurt c on frutt i d i bosc o e bisc ott i apr oteicie bisc ott i apr oteici
I N G R E D I E N T I
P R E PA R A Z I O N E
Ogni coppetta apporta i seguenti nutrienti
ENERGIA CARBOIDRATI LIPIDI PROTEINE Fenilalanina Tirosina 205 kcal 30 g 6 g 2,5 g 100 mg 95 mg
O Preparare n.6 bicchierini oppure n.6 stampini da muffi n. O Frullare i biscotti aproteici fi no a ridurli in polvere, aggiungere un cucchiaio di olio di oliva e, con la polvere ottenuta, ricoprire il fondo di ognuno dei bicchierini/stampini pigiando bene con l’aiuto di un cucchiaino.
O Riporre tutto in frigorifero e in una ciotola a parte unire lo yogurt bianco al miele mescolando fi no a quando saranno ben amalgamati. Suddividere la crema di yogurt così ottenuta nelle sei porzioni contenenti già il biscotto frullato e pigiato sul fondo. Far riposare in frigorifero. O In un pentolino, scaldare a fuoco dolce 3/4 dei frutti di bosco insieme a 50 ml di acqua e allo zucchero di canna fi no a quando i frutti saranno ben sfatti, ci vorranno circa 5-10 minuti (attenzione a non farli asciugare troppo). Quando saranno pronti, passarli in un colino a maglie non troppo strette, raccogliendone il succo in un secondo pentolino. Aggiungere al succo ottenuto la maizena e 30 ml di acqua e rimettere ancora il tutto per qualche minuto sul fuoco. Scaldare fi n quando la composta di frutti di bosco avrà una consistenza semiliquida (se necessario aggiungere un altro cucchiaino di maizena). O Dividere la composta di frutti di bosco negli stampini contenenti gli strati di biscotti aproteici e lo yogurt; infi ne aggiungere i frutti di bosco avanzati su ogni coppetta per guarnire e riporre in frigorifero per 30 minuti.
O Tirate fuori dal frigo le coppette dieci minuti prima di gustare questo fresco dessert.
• yogurt bianco (da latte parzialmente scremato) 350 g
• maizena (amido di mais) n. 2 cucchiaini
• zucchero di canna n. 2 cucchiai• miele n. 1 cucchiaio• acqua 80 ml• lamponi 50 g
• more 50 g• mirtilli 150 g• biscotti aproteici
“secchi” 180 g• olio di oliva
un cucchiaio
l i bi tti roteici fino
0 g150 gaproteici
” 180 goliva chiaio