scintilla_gennaio_11

6
PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI! Organo di espressione di Piattaforma Comunista Supplemento a Teoria & Teoria & Prassi Prassi Gennaio 2011 Scintilla Ai sinceri comunisti, ai proletari e ai giovani rivoluzionari d’Italia! Novanta anni fa, a Livorno, fu costituito il Partito Comunista d’Italia (P.C.d'I.). Questo evento si produsse sulla base di grandi avvenimenti storici, grazie alla lotta condotta dalle componenti di ispirazione comunista, riunite in frazione all'interno del PSI, e sotto la spinta dell’Internazionale Comunista, che formulò le condizioni necessarie per l'ammissione dei partiti nazionali. Con la formazione del proprio partito indipendente e rivoluzionario, il movimento operaio italiano uscì dalla “preistoria” ed entrò in una nuova fase, nella quale l’obiettivo divenne la preparazione ideale e materiale alla lotta rivoluzionaria per la conquista del potere, l’instaurazione della dittatura del proletariato e la costruzione del socialismo. Il P.C.d’I. nacque in un momento critico, separando la parte più avanzata e cosciente del proletariato dal riformismo e dal massimalismo (l'opportunismo di allora). Il partito fu subito aggredito da tutti i lati. L'adesione ai principi del marxismo, del leninismo e dell’internazionalismo proletario, la ferrea disciplina, costituirono la garanzia indispensabile nella dura lotta contro la borghesia e i suoi servi. Con la direzione di Antonio Gramsci e la guida dell'Internazionale, il bolscevismo si fece strada nella linea e nell'organizzazione del partito, furono elaborate la strategia e le tattiche necessarie per la conquista del potere da parte della classe operaia e dei suoi alleati, crebbe la capacità di analisi, di iniziativa politica, l'influenza in ampi strati del proletariato e delle masse popolari. Le gloriose lotte contro il fascismo, nella guerra civile di Spagna, durante la Resistenza, fecero acquisire al partito forza e solidi legami con le masse, fornendo per contro alle masse sfruttate ed oppresse una guida ideologica, politica ed organizzativa nella lotta per la nuova società. Insegnamenti per l'oggi La borghesia, i rinnegati del comunismo, coloro che hanno abbandonato la causa del proletariato, si sforzano di condannare, di denigrare, di far dimenticare alle masse sfruttate l’importanza storica della fondazione del P.C.d’I. Lo “strappo” dall’opportunismo e dal gradualismo riformista, l'adozione del marxismo, del leninismo, del loro metodo rivoluzionario, mantengono invece per intero il loro significato e la loro validità. Quali sono i tratti - segue a pag. 2 - (Corrispondenza) Se a Pomigliano è andata male per la FIAT, a Mirafiori è andata peggio. Il 46% di NO - ma la maggioranza degli operai ha rifiutato l’accordo capestro - è un cuneo nei piani del capitale monopolistico, una dura legnata a governo e sindacati complici. Nelle difficili condizioni oggettive e soggettive attuali questo risultato ha un alto valore e dimostra che la classe operaia resiste e riprende fiducia nella sua forza. Ammirevole è stato il coraggio, la determinazione, la forza d'animo degli operai che hanno respinto il ricatto. Un grande esempio di dignità proletaria, che milioni di lavoratori salutano con gioia, perché quel NO massiccio ha rafforzato il campo del lavoro e indebolito quello del capitale. Quanto agli operai che hanno votato SI, i loro volti non esprimevano alcuna soddisfazione, ma frustrazione, rabbia, l'aver subito uno schifoso ricatto occupazionale. Molti torneranno alla lotta con i loro compagni. FIAT e soci hanno perso la partita a cui più tenevano, specialmente a Torino: quella della subordinazione della massa operaia ai “superiori interessi” del profitto. Il deserto all'assemblea dei venduti e poi il voto hanno dimostrato che la maggioranza degli operai sono stufi di pagare la crisi dei padroni, di fare sacrifici, di tirare la cinghia. La "dottrina Marchionne" fa presa sulla sinistra borghese, non sullo zoccolo duro del proletariato. Il referendum è stato un atto di - segue a pag. 5 - Livorno, 21 gennaio 1921: i delegati comunisti abbandonano il teatro Goldoni, sede del XVII Congresso del P.S.I. e, riunitisi nel vicino teatro S. Marco, deliberano la costituzione del Partito Comunista d’Italia - Sezione della Terza Internazionale comunista. 21 gennaio 2011: 90° anniversario della costituzione del Partito Comunista d'Italia - Sezione della III Internazionale Comunista

description

Insegnamenti per l'oggi La borghesia, i rinnegati del comunismo, coloro che hanno abbandonato la causa del proletariato, si sforzano di condannare, di denigrare, di far dimenticare alle masse sfruttate l’importanza storica della fondazione del P.C.d’I. Lo “strappo” dall’opportunismo e dal gradualismo riformista, l'adozione del marxismo, del leninismo, del loro metodo rivoluzionario, mantengono invece per intero il loro significato e la loro validità. Quali sono i tratti

Transcript of scintilla_gennaio_11

PROLETARI DI TUTTI I PAESI, UNITEVI!

Organo di espressione di Piattaforma Comunista

Supplemento aTeoria &Teoria &

PrassiPrassiGennaio

2011

Scintilla

Ai sinceri comunisti, ai proletari eai giovani rivoluzionari d’Italia!

Novanta anni fa, a Livorno, fucostituito il Partito Comunistad’Italia (P.C.d'I.). Questo evento si produsse sullabase di grandi avvenimenti storici,grazie alla lotta condotta dallecomponenti di ispirazionecomunista, riunite in frazioneall'interno del PSI, e sotto la spintadell’Internazionale Comunista, cheformulò le condizioni necessarieper l'ammissione dei partitinazionali.Con la formazione del propriopartito indipendente erivoluzionario, il movimentooperaio italiano uscì dalla“preistoria” ed entrò in una nuovafase, nella quale l’obiettivodivenne la preparazione ideale emateriale alla lotta rivoluzionariaper la conquista del potere,l’instaurazione della dittatura delproletariato e la costruzione delsocialismo.Il P.C.d’I. nacque in un momentocritico, separando la parte piùavanzata e cosciente delproletariato dal riformismo e dal

massimalismo (l'opportunismo diallora). Il partito fu subito aggredito datutti i lati. L'adesione ai principi delmarxismo, del leninismo edell’internazionalismo proletario,la ferrea disciplina, costituirono lagaranzia indispensabile nella duralotta contro la borghesia e i suoiservi. Con la direzione di AntonioGramsci e la guidadell'Internazionale, il bolscevismosi fece strada nella linea enell'organizzazione del partito,furono elaborate la strategia e letattiche necessarie per la conquistadel potere da parte della classeoperaia e dei suoi alleati, crebbe lacapacità di analisi, di iniziativapolitica, l'influenza in ampi stratidel proletariato e delle massepopolari. Le gloriose lotte contro il fascismo,nella guerra civile di Spagna,durante la Resistenza, feceroacquisire al partito forza e solidilegami con le masse, fornendo percontro alle masse sfruttate edoppresse una guida ideologica,politica ed organizzativa nella lottaper la nuova società.

Insegnamenti per l'oggiLa borghesia, i rinnegati delcomunismo, coloro che hannoabbandonato la causa delproletariato, si sforzano dicondannare, di denigrare, di fardimenticare alle masse sfruttatel’importanza storica dellafondazione del P.C.d’I.

Lo “strappo” dall’opportunismo edal gradualismo riformista,l'adozione del marxismo, delleninismo, del loro metodorivoluzionario, mantengono inveceper intero il loro significato e laloro validità. Quali sono i tratti

- segue a pag. 2 -

(Corrispondenza)Se a Pomigliano è andata male perla FIAT, a Mirafiori è andatapeggio. Il 46% di NO - ma lamaggioranza degli operai harifiutato l’accordo capestro - è uncuneo nei piani del capitalemonopolistico, una dura legnata agoverno e sindacati complici. Nelle difficili condizioni oggettivee soggettive attuali questo risultatoha un alto valore e dimostra che laclasse operaia resiste e riprendefiducia nella sua forza.Ammirevole è stato il coraggio, ladeterminazione, la forza d'animo

degli operai che hanno respinto ilricatto. Un grande esempio didignità proletaria, che milioni dilavoratori salutano con gioia,

perché quel NOmassiccio harafforzato il campodel lavoro eindebolito quellodel capitale.Quanto agli operaiche hanno votatoSI, i loro volti nonesprimevano alcunasoddisfazione, mafrustrazione, rabbia,l'aver subito uno

schifoso ricatto occupazionale.Molti torneranno alla lotta con iloro compagni.

FIAT e soci hanno perso la partita acui più tenevano, specialmente aTorino: quella dellasubordinazione della massaoperaia ai “superiori interessi” delprofitto. Il deserto all'assembleadei venduti e poi il voto hannodimostrato che la maggioranzadegli operai sono stufi di pagare lacrisi dei padroni, di fare sacrifici,di tirare la cinghia. La "dottrinaMarchionne" fa presa sulla sinistraborghese, non sullo zoccolo durodel proletariato.Il referendum è stato un atto di

- segue a pag. 5 -

Livorno, 21 gennaio 1921: i delegati comunisti abbandonano il teatroGoldoni, sede del XVII Congresso del P.S.I. e, riunitisi nel vicino teatro S.Marco, deliberano la costituzione del Partito Comunista d’Italia - Sezionedella Terza Internazionale comunista.

21 gennaio 2011: 90° anniversario della costituzione del Partito Comunista d'Italia - Sezione della III Internazionale Comunista

Scintilla

2

essenziali di quella esperienza cheoggi poniamo all'attenzione di tuttii proletari e i rivoluzionari delnostro paese?

a) Alla base della costituzionedel P.C.d'I. ci fu la lotta di principiocontro i Turati, i Treves, iModigliani, i D’Aragona, che nonfurono mai dei rivoluzionari, madegli esponenti del riformismo, delpacifismo borghese e delsocialpatriottismo; e fu una lotta diprincipio anche contro l'operaismomassimalista di Lazzari e ilcentrismo opportunista di Serrati.Quali che fossero le loro posizionidi destra o di sinistra, quegliuomini difendevano -soggettivamente odoggettivamente - gli interessi dellaborghesia “meglio degli stessiborghesi” (Lenin). La primacondizione della costituzione delpartito fu dunque la separazione sututta la linea da ogni forma diopportunismo. La fondazione del P.C.d'I. dimostrache finché si hanno nelle propriefile i rappresentanti delriformismo, dellasocialdemocrazia edell'opportunismo di destra e di“sinistra”, non si può averenessuna prospettiva diabbattimento rivoluzionario deldominio borghese.Oggi in Italia i riformisti, gliopportunisti, sono i Bersani, iD'Alema, i Vendola, i Ferrero, iDiliberto, i Salvi, i Rizzo, sono ivertici sindacali; sono i trozkisti egli estremisti che ripetono frasirivoluzionarie avulse dallasituazione concreta, sono gliintellettuali piccoli-borghesi chenegano la concezione del mondoproletaria e non sanno uscire dalladimensione morale della lottacontro il capitalismo. Senza una definitiva rottura,politica, ideologica e organizzativacon costoro, senza distanziarsi datutti i tentativi di resuscitare icadaveri dell'opportunismo, con illoro guazzabuglio di posizioniideologiche e politiche che nullahanno a che vedere col marxismorivoluzionario e col leninismo, nonè possibile creare un vero partitocomunista, non è possibile dar vitaa una coerente politica comunista,che concepisce le riforme come unprodotto collaterale della lottarivoluzionaria di classe. “Primadividersi, ossia dividere l'ideologiarivoluzionaria dalle ideologieborghesi (socialdemocrazia di ogni

gradazione); poi unirsi, ossiaunificare la classe operaia intornoall'ideologia rivoluzionaria”,scriveva Gramsci.

b) Il P.C.d'I. fu il distaccamentoorganizzato di una sola classe, laclasse operaia, l’unica classeveramente rivoluzionaria dellasocietà per il ruolo che occupanella produzione sociale. Finchérimase su posizioni rivoluzionarie

il partito non perse mai di vista ilsuo obiettivo fondamentale, laragione stessa della sua esistenza:dirigere la classe operaia allaconquista del potere politico, perabolire la schiavitù salariata ecostruire un nuovo modo diproduzione fondato sulla proprietàsociale dei mezzi di produzione edi scambio.Oggi invece vediamo che granparte delle forze e dei partiti che sidefiniscono comunisti hannosostituito i generici “movimenti” alproletariato come loro referentesociale e non sanno andare oltre ilpiù trito riformismo. Nei loroprogrammi è assente l'abolizionedel capitalismo, la dittatura delproletariato, la demolizionerivoluzionaria del sistemaborghese, che anzi – liberato daisuoi aspetti negativi piùmacroscopici – è accettato come ilterreno stesso su cui devecompiersi il progresso sociale. Sitratta di un vero e proprioasservimento alla borghesia,spacciato per marxismo.

c) Il partito, fin dalla sua nascita, sicaratterizzò per la lotta teorica e

politica contro le deviazioni dalmarxismo e dal leninismo, perconquistare la massimaomogeneità ideologica dei suoidirigenti e militanti. Sotto la guidadella III Internazionale e attraversola “bolscevizzazione”, fu raggiuntal’unità ideologico-politica,lottando in particolare control’opportunismo e l'estremismo.Questa unità fu, come lo è per tutti

i partiti comunisti, la principalecondizione per lo sviluppo e isuccessi del partito. E’ necessario sottolinearlo con lamassima decisione, poichéesistono forze che dicono di volereil partito negando o sottovalutandola necessità della compattezza edella saldezza teorica, politica edorganizzativa marxista-leninista,della disciplina e di una direzionecentralizzata e coesa. In tal modosi cerca di attenuare e di negare ladifferenza di principio fracomunismo e riformismo, diindebolire la critica allasocialdemocrazia in quantoideologia e pratica dellacollaborazione di classe con laborghesia, la critica allospontaneismo e all'economicismoche svalutano la funzione decisivadel partito. Senza una salda baseideologica, senza unità sui principie nella pratica non vi può esserepartito comunista.

d) Fin dai suoi primi anni di vita ilP.C.d'I. si pose il problema delcostante legame con le masse, dellaconquista della maggioranza dellaclasse operaia, della necessità di

mantenersi alla sua testa in ognicircostanza e situazione. Ciòimplicò la lotta nelle associazionidi massa, nei sindacati confederali,la partecipazione e l’impegno nellelotte a carattere parziale,l’elaborazione di un programma dirivendicazioni immediate, nellaconsapevolezza che solo con larivoluzione le condizioni deilavoratori sarebbero cambiate.All'interno di questo lavoro, ilcompito fondamentale fu quello dipromuovere e attuare un fronteunico di lotta del proletariato,basato su organismi di massa. IlP.C.d'I. ha sempre lavorato perraggiungere l'unità di lotta dellaclasse operaia, da realizzare sullabase di organismi rappresentatividi tutta la massa. Questa preziosa indicazionerappresenta nell'attuale momentostorico il principale compitoimmediato del movimentocomunista ed operaio, che devesforzarsi di dar vita ad un potentefronte unico di lotta della classeoperaia contro l'offensivacapitalista, la reazione politica e leminacce di guerra imperialista. Icomunisti devono essere alla testadella lotta per l'unità della classeoperaia e di tutti i settori sociali epolitici interessati a combatterecontro l’oppressione politica esociale, operando allo stesso tempoper la più netta separazione dai loronemici.

La lotta al revisionismo è sempreattualePurtroppo oggi, in Italia, non c'èpiù un autentico partito comunista,essendo stato distrutto dalrevisionismo. Con l'VIII°Congresso del 1956, Togliatti e ilgruppo dirigente del PCI, sotto lapressione dell'imperialismostatunitense e sull’onda dellarestaurazione kruscioviana,bruciarono le tappe nel processo didegenerazione del partito e diintegrazione nell'ordinamentocapitalistico italiano. Dall’illusoria e fallimentare “viaitaliana verso il socialismo” al“compromesso storico” diBerlinguer, dalla “svolta”liquidatrice di Occhetto finoall’approdo al Partito Democratico,esiste un filo conduttore: è larinuncia alla via rivoluzionaria el’adesione totale all’ordinecapitalista, dapprima in nome delmoderno revisionismo, poi delsocial-liberismo. Il togliattismo, la strategia delconseguimento del “socialismo”

- segue a pag. 3 -

dalla prima pagina

Scintilla

3

attraverso la Costituzioneborghese, l'attacco a Stalin, nonsono scomparsi conl’autoliquidazione del PCIrevisionista. Sono ancora oggiparte integrante della sostanzateorica e programmatica di moltipartiti e formazioni politichepseudo-comuniste. Allo stesso tempo il revisionismoha assunto nuoveforme, si ècombinato con lecorrenti piccolo-borghesi, dandovita a tendenzeostili alcomunismo, qualiil cosiddetto“socialismo delXXI secolo” chesi presentaingannevolmentecome un passo inavanti, ma in realtà è un ritornoall’utopismo pre-marxista, o altreche teorizzano l'instaurazione diun'economia pianificata in assenzadella rivoluzione, della presa delpotere, della dittatura delproletariato. La lotta per la formazione di unautentico partito comunista nelnostro paese, non può avanzaresenza allontanarsi dal pantano delrevisionismo, senza combatterecontro chi vuole finirvi dentro,senza marciare sulla via tracciatada Marx, Engels, Lenin e Stalin.

Entriamo in un nuovo periodo Fino a qualche anno fa, incorrispondenza con il crollo delrevisionismo sovietico, la necessitàdel partito comunista venivaconsiderata una bestemmia. Gliideologi della borghesia e i lorotirapiedi riformisti dichiaravanoche la rivoluzione era una cosamorta e seppellita, che l'umanitàera arrivata alla "fine della storia”,che il capitalismo era capace disvilupparsi senza crisi. Sono bastati pochi anni per vedercrollare queste falsità. La crisicapitalistica internazionale piùgrave degli ultimi ottanta anni, lesue drammatiche conseguenzeeconomiche, sociali e politiche, ilcontinuo degrado ambientale,morale, culturale, dimostrano cheil capitalismo è un ostacolo alprogresso umano, che èincompatibile con la natura epertanto deve essere abbattuto. All’interno della crisi attuale,assieme all’inasprimento di tutte lecontraddizioni del capitalismo

monopolistico, procede ladecomposizione e il declinodell'imperialismo italiano. Laborghesia, che ha esaurito la suafunzione storica, sta esasperandotutti i problemi della società. Essanon può più offrire alcunaprospettiva di miglioramento ailavoratori, alcun futuro per legiovani generazioni. La cricca di banditi al potere persopravvivere può solo aggravare lo

sfacelo economico, il parassitismo,la corruzione, la criminalità, ladevastazione del territorio,l'oscurantismo religioso, laspaccatura fra Nord e Sud, puòsolo avanzare nella trasformazionereazionaria delle istituzioniborghesi ed accrescerel'oppressione delle masselavoratrici.Questa situazione fa sì che, comein molti altri paesi, anche in Italiala lotta di classe è in ripresa. Laclasse operaia sta uscendo dallafase del ripiegamento, del riflusso.Va riprendendo fiducia nelle sueforze, va man mano liberandosi dalperiodo di confusione esbandamento, in cui le pesantisconfitte dei decenni passatil’avevano gettata. Le posizionirivoluzionarie guadagnano terreno.Il riformismo, il “dialogo sociale”,la concertazione, sono falliti e nonpotranno risollevarsi poiché nonesistono più le condizionieconomiche di tali politiche. Unaconseguenza di ciò è che la baseoperaia dei sindacati e dei partitisocialdemocratici e riformisti siradicalizza, subendo i colpi dellacrisi e vedendo il vero volto delcapitalismo, mentre i dirigenticollaborazionisti ed opportunistivanno a destra, sabotando l’unità diazione dei proletari, persalvaguardare il sistema chegarantisce i loro privilegi. Mentre la crisi perdura e siaggrava, tra i lavoratori scomparel'illusione sulle “magnifiche sorti eprogressive” del capitalismo edappare sempre più evidente ladirezione rovinosa dei partiti

opportunisti, riformisti esocialdemocratici, dediti alla difesadel sistema di sfruttamento edoppressione di miliardi di donne edi uomini. Assieme allo sviluppo delleproteste e delle mobilitazioni dimassa per rifiutarsi di pagare lacrisi, vediamo un risvegliopolitico. Torna a porsi la necessitàdi una via di uscita positiva dallasituazione attuale, di un'alternativa

rivoluzionaria,di un'urgente,profonda eradicale rotturapolitica conl 'ordinamentovigente permettere fine aimali endemicidel capitalismoe trasformare lasocietà.Il capitalismo sidecompone e si

profilano grandi battaglie di classe,in cui il dilemma che si porrà sarà:dittatura dell’oligarchia finanziariao dittatura del proletariato?Di conseguenza anche in Italia ilbaricentro della lotta si sposteràsempre più dal Parlamento allefabbriche e alle piazze. Pensare dipoter affrontare questo nuovoperiodo, in cui la lotta di classe delproletariato si svilupperà incondizioni particolarmente dure edifficili, pensare di aprire breccenel regime che ci opprime con ivecchi partiti socialdemocratici eriformisti, abituati all'elettoralismoe al cretinismo parlamentare, alpacifismo imbelle, vuol direrassegnarsi alla sconfitta. Senza partito, la resistenza dellaclasse operaia e delle masse

sfruttate ai disegni dei monopolicapitalisti rimarrebbe senzaorientamento e direzione politica,senza prospettiva rivoluzionaria,senza coscienza della sua funzionee dei suoi scopi. In mancanza di unpartito comunista non si puònemmeno parlare di conquista delpotere da parte della classe operaia,ma ci si deve accontentare ditrascinarsi alla coda delmovimento spontaneo. E' in questo contesto che diventasempre più seria l'importanza di unpartito proletario indipendente erivoluzionario, basato sulmovimento operaio. Laricostruzione di questo partito èun’esigenza cruciale che vienesentita da nuclei di operaid’avanguardia e da molti militanticomunisti, isolati o sparsi fra levarie organizzazioni e forzepolitiche. E' l'offensiva stessadell'imperialismo che non lasciamargini, che rimette sul tappeto laquestione ineludibile del partitopolitico della classe operaia,strumento indispensabile perconcentrare le energierivoluzionarie, inquadrare edirigere gli sforzi del proletariato,per portare alla vittoria larivoluzione sociale.

Avanti sulla strada del Partito!Questa storica esigenza, per quantonegata, boicottata e ostacolata inmille modi dalla borghesia e dagliopportunisti, può e deve compierepassi avanti sulla base di saldiprincipi, applicati alla realtà, edella lotta comune.Perciò ci rivolgiamo agli elementimigliori del proletariato, ai giovani

- segue a pag. 4 -

dalla prima pagina

Tessere delP.C.d’I.

negli annidal 1921 al 1925

4

ScintillaScintillaOrgano di espressione

di Piattaforma ComunistaSupplemento al n. 21 di Teoria & Prassi.

Reg. Trib. CT n. 14/2003. Dir. resp. E. Massimino.

Edizione digitale chiusa il 15.1.2011 Per contatti e contributi,

scrivere a:[email protected]@yahoo.it

Visita il sito internetwww.piattaformacomunista.comwww.piattaformacomunista.com

SOTTOSCRIVI PER LA STAMPA COMUNISTA!

Versamenti su Postepay4023 6005 8700 9392

intestata a Aldo Serafini

rivoluzionari, agli intellettualionesti, ai sinceri comunisti chemilitano nelle organizzazionirivoluzionarie e a quelli che sonoancora iscritti ai partitisocialdemocratici ed opportunistiaffinché agiscano di conseguenza,rompendo nettamente,completamente e definitivamentecon il riformismo el'opportunismo, col settarismo ecol dottrinarismo, con laframmentazione el'autoreferenzialità, per condurreinsieme ai marxisti-leninisti lalotta per il partito comunista ed ilsocialismo proletario.Tutti coloro che sostengono lacompleta indipendenza dallaborghesia e attuano una scissionecompleta con la socialdemocrazia,il riformismo, il revisionismo, chepropugnano l'egemonia dellaclasse operaia nel processorivoluzionario, che riconoscono lanecessità dell'abbattimentorivoluzionario del dominio dellaborghesia e della instaurazionedella dittatura del proletariato, cheaccettano il principioorganizzativo del centralismodemocratico, che difendono ilmarxismo-leninismo comeespressione teorica degli interessidel proletariato, sono tenuti acollegarsi ed avviare fin da subitoun lavoro in comune peravvicinare la fondazione di unautentico partito comunista qualereparto di avanguardia organizzatoe cosciente del proletariato,indissolubilmente legato almovimento comunistainternazionale. Un movimento cheha la sua espressione più organica

e coerente nella ConferenzaInternazionale di Partiti eOrganizzazioni Marxisti-Leninisti.Piattaforma Comunista, che non siautoproclama partito e non ècomponente interna ad altre forze,ma agisce in maniera indipendentesulla base del suo programmapolitico, ha per compito principalela lotta per la formazione di unforte partito comunista della classeoperaia. A tal fine contribuisce achiarirne i presupposti teorici,politici, programmatici edorganizzativi, dà impulsoall'unificazione del movimentocomunista del nostro paese,partecipa alle lotte quotidiane persostenerle ed elevare il livello dicoscienza degli operai. Perciòinvita i migliori elementi delproletariato a partecipare alla suaattività per rafforzarla edestenderla, svolgendo un ruolosempre più incisivo nel processo diricostruzione del partito. Allo stesso tempo propone a tutti igruppi, le organizzazioni e i singolicomunisti che si collocano sulterreno del marxismo-leninismo dicompiere passi avanti. E’necessario far progredire ilconfronto e l'unità attraversoincontri ed accordi politici edideologici che, assieme alla criticae all’autocritica, alla realizzazionedell'unità di azione, al legamesempre più stretto con gli elementipiù coscienti ed avanzati dellaclasse operaia, ci permetteranno diavvicinare la fondazione di unpartito comunista degno di questonome, capace di assumere leproprie responsabilità storiche. Al lavoro, compagni, col massimoimpegno. Con il Partito avremotutto, senza il partito niente!

dalla prima pagina

La giornata del 14 dicembre havisto la fiducia per soli tre voti algoverno Berlusconi e una durabattaglia di strada che ha segnatoun momento di rottura con i ritualiriformisti. Da questa importante giornatavanno tratte alcune conclusioni. Il governo Berlusconi, fiaccatodalle lotte operaie e popolari, dallosfacelo economico e dai conflittiinter-borghesi, è ora più debole epuò essere cacciato con una lottadura e prolungata, che vedal’intervento decisivo della classeoperaia. Le condizioni per farlo sono piùfavorevoli di prima, a condizionedi mettere in campo tutta la forza

del proletariato e dei suoi alleati,per batterlo e impedire soluzioni diricambio favorevoli ai padroni. La situazione diverrà acuta neiprossimi mesi, quando l’UE e ilFMI premeranno per una nuovamanovra di rientro del debitopubblico, che taglierà ancoraservizi sociali, istruzione, sanità,pensioni e salari. L’interaborghesia si prepara a questoassalto cercando di indebolire edividere la classe operaia, diisolare i suoi reparti combattivi, dicriminalizzare le proteste,restringendo ancora più le libertà ediritti democratici. In tale scenario la questione delfronte unico contro l’offensiva

capitalista, la reazione politica e ifautori di guerra, si dimostracentrale per l’ampliamento dellamobilitazione, per dar vita a unalotta decisa e implacabile contro laborghesia. Punto di partenza del fronte unicodev’essere un programma concretodi difesa intransigente degliinteressi economici e politici dellemasse sfruttate, contro le misure diausterità che i monopoli voglionoimporre. Sarà dallo sviluppo dell’unità diazione e della solidarietà operaia,dalla costruzione di organismi dilotta dal basso, che si realizzeràun’alternativa di rotturarivoluzionaria con questo sistema.

Dopo sette passaggi parlamentari e un rinvio alle Camere è statoapprovato il cosiddetto Collegato Lavoro, la L. 183. Si tratta di una vera e propria controriforma del diritto e del processo dellavoro, il cui obiettivo è cancellare il sistema dei diritti individuali ecollettivi, frutto di dure lotte delle lavoratrici e dei lavoratori. Gli aspetti più negativi del collegato lavoro sono:- il nuovo istituto della certificazione che serve a limitare le vertenze ecomplicare l’impugnazione di contratti soprattutto atipici e precari;- l’introduzione dell’arbitrato di equità, con clausole compromissorie percui le controversie saranno demandate ad “arbitri”, senza tener conto dileggi e contratti collettivi; il presupposto falso sul quale poggia è che cipossa essere una “parità” tra padrone e lavoratore;- la limitazione del ruolo del giudice del lavoro;- il nuovo regime delle decadenze in materia di licenziamento e diimpugnazione dei contratti atipici, con gravissimi danni per i lavoratoriprecari; le impugnazioni potranno essere fatte al massimo entro i 60giorni dalla comunicazione; - sanzioni ridotte per i padroni che si regolarizzano dopo aver sfruttato innero il lavoratore; esclusione di sanzioni amministrative e civili per ipadroni che dimostrino la “volontà di non occultare il rapporto di lavoro”;- depotenziamento degli organi ispettivi (DPL, INPS, INAIL) demandatia fare da “consulenti” alle imprese; - nuovo regime del risarcimento del danno in caso di vittoria deilavoratori nel contenzioso legale, che viene notevolmente ridimensionato;- limitazioni nel diritto dei benefici della legge 104;- apprendistato a quindici anni di età.Questa legge garantisce le aziende capitalistiche ai danni dei lavoratori:sarà più difficile vincere cause di lavoro, impugnare licenziamentiingiusti, ottenere risarcimenti, contrastare e denunciare sfruttamento elavoro nero. Oltre all’abominio dell’arbitrato, con il quale si consegnano con le manilegate i lavoratori alle imprese, questo provvedimento contiene ildeclassamento della funzione dei Contratti Collettivi e la rottamazione(con incentivi) dei diritti dei lavoratori.I capitalisti vogliono far pagare la loro crisi ai lavoratori attraverso lariduzione del costo del lavoro e l’eliminazione dei diritti, in quantoostacolo al massimo profitto, e quindi, procedere a disegnare un modelloreazionario delle relazioni industriali e sindacali.Bisogna far fallire questo disegno antioperaio impedendo che lasolitudine, la frustrazione e la disperazione abbiano il sopravvento.La nostra risposta di fronte all’arroganza capitalista del Collegato Lavoroe degli infami accordi di Pomigliano e Mirafiori deve essere unità,organizzazione e lotta! Solo così potremo respingere l’attacco!

Scintilla

5

Scintilla

violenza compiuto sulla classeoperaia. Marchionne ha chiamatogli operai al voto puntandoglicontro la pistola dellad i s o c c u p a z i o n e .Indipendentemente dal risultato ivergognosi accordi di Mirafiori ePomigliano restano unospartiacque. Le forze sindacali epolitiche (tutti i partitiparlamentari) che hanno fattopropaganda per il SI o si sononascoste dietro “il rispettodell’esito” di un referendum-truffadevono essere bollate a fuoco comenemiche della classe operaia.I risultati non legittimano dal puntodi vista del proletariato alcunaintesa separata, alcun regime difabbrica, più di quanto nonlegittimano il capitalismo lebenedizioni del papa. L’accordo rimane totalmenteinaccettabile in quanto contrarioagli interessi degli operai, perciò èindispensabile continuare a lottarecontro di esso in fabbrica e fuori.Marchionne è un becchinoindustriale che incarna al meglio lalinea attuale del capitalismomonopolistico: bluff finanziari,socializzazione delle perdite, debitialle stelle, delocalizzazioni,martellamento degli operai, tagli aisalari: le stesse scelte che hannoaggravato la crisi. Il suo obiettivo è trasformareMirafiori in una fabbrica di sub-assemblaggio per la Chrysler.Cerca di guadagnare tempo con gliultimatum perché sa di non poterreggere la concorrenza degli altricapitalisti.L’apolide che guadagna più di 300

volte il salario di un operaio (eprepara la fuga con la buonuscitamilionaria) si illude se pensa dieliminare gli interessiinconciliabili degli operai con unreferendum a fabbrica chiusa, colvoto decisivo degli impiegati, congli ultimatum, con i ricatti e ilterrorismo psicologico. La partita è ancora tutta da giocare.Senza la “gestibilità” dell'accordo

il consenso ottenuto vale poco.Non ci sarà applicazionedell'accordo che potrà reggere difronte alla conflittualità operaia. Equando gli sfruttati avranno lapossibilità di esprimersiliberamente, allora “queicomportamenti collettivi idonei aviolare...le clausole del presenteaccordo” cambieranno i rapporti diforza. Lo sciopero generale del 28gennaio è il primo passaggio perdare la risposta sul nostro terreno. I comunisti chiedono lamobilitazione di tutto ilproletariato attorno agli operaiFIAT, da Mirafiori a Pomigliano,da Melfi a Termini Imerese.All’intensificazione dellosfruttamento, alla liquidazione del

diritto di sciopero e dirappresentanza, alla cancellazionedel CCNL, al tentativo diavvelenare lo spirito operaio con lanuova edizione del corporativismofascista ("FabbricaItalia"), dobbiamo rispondereestendendo e rafforzando losciopero di 8 h. indetto dallaFIOM. Tutti i sindacati e gli organismi

sociali cher e s i s t o n oa l l ' a t t a c c opadronale edalla reazionepolitica devonoconvergere suquesta giornatadi lotta.La FIAT è ilb a t t i s t r a d adell'offensivacapitalista e

della reazionepolitica. Dietro Marchionne c’èl’intera borghesia che vuoleridefinire a suo vantaggio lerelazioni con la classe operaia. Perciò attorno agli operai FIATdevono stringersi tutti gli altrioperai, i lavoratori, gli studenti, glistrati popolari colpiti dalla crisicapitalistica. Dobbiamo lavorare per ampliare egeneralizzare il più possibile losciopero del 28 gennaio,sostenerlo, amplificarlo perproiettarlo verso le prossime tappedi uno scontro che sarà sempre piùduro. Con l'unità di lotta dobbiamoacuire le difficoltà deicollaborazionisti e aumentare lapressione sui vertici della CGIL.Presentiamo ai burocrati inetti e

codardi, agli opportunisti semprepronti alla resa con i padroni, ilconto dell'attendismo, dellas m o b i l i t a z i o n e ,dell’irresponsabilità politica. Scioperiamo per battere la FIATsul terreno della lotta, per cacciareBerlusconi e i suoi complici, perrifiutarci di pagare la crisi, per direNO alle politiche di austeritàdell'UE imperialista!E' finito il tempo delle chiacchiere,delle beghe tra gruppi dirigenti, deimiserabili interessi di sigle esiglette. E' il momento della lotta,dell’azione. Chi si assenta, chi agisce perdividere gli sfruttati, chi collaborain qualsiasi modo con la borghesiadeve essere isolato e messo allagogna. Gli operai di ogni categoria, diogni località, di ogni tendenzadevono unire le proprie forze perlottare contro l'offensiva acceleratadei padroni, per la difesa dei postidi lavoro, per l’aumento dei salari,la difesa e l'estensione dei dirittidemocratici e sindacali deilavoratori, per la fine dellosfruttamento capitalistico, per ilGoverno degli operai e degli altrilavoratori sfruttati, in cui leaziende come la FIAT sarannosocializzate.

Il federalismo, falsa soluzione ai problemi della classe operaiaIl federalismo, ossia la cessione daparte del governo centrale di unaparte delle sue prerogative alsottogoverno locale, è accolto confavore dai settori più ricchi dellaborghesia italiana, che vedono inciò l'occasione per trattenere quotepiù alte di plusvalore. La Lega Nord, portavoce degliindustriali settentrionali, spingeverso questa soluzione populista ereazionaria, per rafforzare il suopotere e preparare la secessione. La debolezza del governoBerlusconi, di cui il partito di Bossiè ago della bilancia, lecontrapposizioni all’interno delfronte borghese, rendono peròproblematica l’approvazione delfederalismo municipale, vale a dire

la gestione delle entrate fiscali daparte dei comuni. Negli ultimi tempi i capi della Legahanno ribadito che se non passerà ilprovvedimento faranno cadere ilgoverno. Fanno la voce grossa peralzare il prezzo della trattativa(anche col PD), ma nella situazioneattauale è possibile unacutizzazione della crisi politica.La classe operaia e le massepopolari hanno tutto l’interesse acomprendere l’essenza delfederalismo. Esso non è la panaceaper i mali dell’Italia, il mezzo perdebellare la mancanza dipartecipazione al governo dellemasse, il malgoverno e gli sprechi,per favorire lo sviluppodell’economia e del territorio.

Questa è solo la propaganda deinuovi parassiti del nord e deivecchi papponi di Palazzo Chigi,così come dei partiti di“opposizione”, che non vanno oltrealle consuete richieste di“aggiustamenti”. Il federalismo borghese va a tuttovantaggio dei gruppi privilegiati ea detrimento delle condizioni divita degli sfruttati e della poveragente. In molte città verrannosoppressi i pochi servizi socialifunzionanti (ad es. Napoli perderàil 61% delle entrate, Palermo il55% e l'Aquila il 66%). Vi sarannoaddizionali Irpef e gabbie salariali.Crescerà l’ineguaglianza. Dunquealtri sacrifici per i lavoratori, per idisoccupati, per i giovani, specie

quelli del meridione e delle cittàmeno ricche. La borghesia col federalismo vuoledividere la classe operaia, renderlapiù debole; vuole spingere ilproletariato verso l’alleanza con ipadroni sulla base del ”legameterritoriale” per schiacciarlo.I comunisti si oppongono aldumping sociale del federalismo,così come alla politica di austeritàin chiave nazionalista o europeista. Il problema del centralismoburocratico sarà risolto dalproletariato quando diverrà classedominante. Allora vi sarà il piùampio autogoverno locale ed unacompleta autonomiaamministrativa degli enti locali,sotto il controllo operaio.

Fiat, segue dalla primaFiat, segue dalla prima

Dopo le minacce appena velate diSarkozy ed Obama in nome dellacosidetta "comunitàinternationale", che di fattoconsiste nella Francia,nell'Inghilterra, nella Germania enegli Stati Uniti, ecco l'invio inCosta d'Avorio dei presidenti diCapo-Verde, del Benin e dellaSierra Leone, per dare l’ultimatum. Come se fosse stato stabilitoall’interno di una divisione deiruoli, le potenze occidentalispingono l’ECOWAS (ComunitàEconomica degli Stati dell’Africadell’Ovest) a rimpiazzarle,decidendo il 24 dicembre 2010 unintervento armato in Costa-d'Avorio per sloggiare Gbagbo dalpotere, se non dovesse cedere alleingiunzioni trasmesse da questi trepresidenti a nome dell’ECOWASnella loro ultima missione.In tal modo, le potenze occidentaliche non possono interveniredirettamente, intervengono sottobanco per spingere le loro pedineal potere in Africa e commetterequei misfatti che non osanoammettere pubblicamente. Gli USA, l'UE, il FMI, la BancaMondiale, la Corte PenaleInternazionale, gli stessi che hanno

appoggiato e finanziato la giuntamilitare che ha rovesciato Zelaya,il presidente legale e legittimodell’Honduras, utilizzano i loroservili fantocci africani perammazzare ed imporre al popoloivoriano una guerra criminale. Sono le stesse potenze edistituzioni finanziarie imperialisteche hanno mentito al mondo interosulle "armi di distruzione di massae la complicità con Al Quaïda" peraggredire, rovesciare, occuparel'Iraq e impiccare il suo presidente. Per tali motivi le sottoscritteorganizzazioni riaffermano che lasoluzione della crisi post-elettoraleche attraversa la società ivoriensedeve venire innanzitutto dallostesso popolo della Costa d'Avorio. Denunciamo ogni interventoarmato straniero in Costa d'Avorioed esigiamo il ritiro di tutte le forzestraniere presenti sul territoriodella Costa d'Avorio, che sianoufficiali (UNOCI, Force Licorn,41^ BIMa), o ufficiose(mercenari). Viva la sovranità del popoloivoriano ! Viva la solidarietàpanafricana ed internazionalista!

27/12/10

Firmatari: Ferñent/Movimento deiLavoratori Panafricani-Senegal(F/M.T.P-S), Yoonu Askan WiSenegal, RTA-Senegal, PartitoComunista Rivoluzionario dellaCosta d’Avorio, Partito Comunistadel Benin, Actus/Prpe Tchad, PCTogo, PC di Tunisia, Movimentodelle Forze Democratiche dellaCasamance (MFDC), PartitoAfricano dell'Indipendenza (PAI)Burkina Faso, PDS Burkina Faso,Via Democratica del Marocco,Pads Algeria, UP Cameroun,Sanfin Mali, PC del Congo,Unione dei Circoli Comunisti(RCC) Francia, UnioneOrganizzata dei Marxisti-Leninisti(ROCML) Francia, Rouges Vifs13,Polo della Rinascita Comunista inFrancia, Partito Comunista degliOperai di Francia (PCOF), PartitoComunista degli Operai diDanimarca (APK), PartitoComunista (marxista-leninista) diSpagna (PCMLE), PiattaformaComunista d’Italia,Organizzazione per laRicostruzione del PartitoComunista di Grecia (1918-55),Organizzazione per la costruzionedi un Partito Comunista degliOperai di Germania

Conferenza Internazionale Conferenza Internazionale di Partiti e Organizzazionidi Partiti e Organizzazioni

Marxisti-LeninistiMarxisti-Leninisti

visita il sitohttp://www.cipoml.org

6

Scintilla

Il criminale despota Ben Alì è stato cacciato con unaprolungata sollevazione popolare. E’ una grandevittoria del popolo tunisino e del movimento disolidarietà internazionale contro un regime sostenutodall’imperialismo USA e UE, dai governi di Sarkozye di Berlusconi.Salutiamo con gioia il successo della lotta esemplaredel popolo tunisino, della sua gioventù che hamanifestato per strada sfidando il coprifuoco,affrontando la polizia tutti i giorni e tutte le notti,pagando un alto tributo di sangue. Una volta di più sisono dimostrate le capacità rivoluzionarie dei popolioppressi dall’imperialismo, alleati del proletariato.La sollevazione ha espresso una profonda volontà dicambiamento. Ora si apre una nuova fase: quella dellarealizzazione delle aspirazioni del popolo tunisino. Inostri compagni del Partito Comunista degli Operai diTunisia hanno chiamato “allo scioglimento delleistituzioni fantoccio del regime attuale ed alla

instaurazione di un governo nazionale provvisorioincaricato di organizzare elezioni libere e trasparenti.Queste elezioni permetteranno di instaurare unacostituente incaricata di elaborare una nuovacostituzione che stabilisca le basi di una Repubblicarealmente democratica, che riconosca la sovranità delpopolo, che garantisca il rispetto dei diritti umani,l'uguaglianza e la dignità. Ciò permetterà una nuovapolitica economica e sociale, nazionale e popolare.Ciò garantirà al nostro popolo il lavoro e le risorsenecessarie per una vita dignitosa e metterà fine allacorruzione, all'arbitrio e alle disparità regionali”. Dobbiamo quindi continuare a mobilitarci persostenere il popolo tunisino e le forze che lottano perrealizzare le sue esigenze e le sue aspirazioni.Offriamo pieno e diretto appoggio alle sollevazionipopolari che si sviluppano in Nord Africa e in MedioOriente, colpendo regimi reazionari e corrottisostenuti dall’imperialismo!

Prosegue la battaglia per chiederel’immediata liberazione e senzacondizioni dei Cinque cittadinicubani ingiustamente detenuti daoltre 11 anni nelle prigioni degliStati Uniti.Il governo statunistense saperfettamente che sono innocenti enon ha mai avuto prove contro diloro.Obama va inchiodato alle sueresponsabilità. Perciò il ComitatoInternazionale per la Libertà deiCinque cubani ha lanciato unanuova iniziativa. Il 5 di ogni mese siamo tutti invitatia telefonare, inviare email e fax allaCasa Bianca per chiedere chefinisca questa colossale ingiustizia.Il telefono è 202-456-1111 (prefisso+1). Il fax è: 202-456-2461(prefisso +1). Per inviare untelegramma: President BarackObama, The White House, 1600Pennsylvania Ave, NWWashington, DC 20500 EE.UU.Per inviare una e-mail:http://www.whitehouse.gov/contactInsistiamo per la liberazione deiCinque, colpevoli solo di avercombattuto il terrorismoantipopolare. Offriamo loro tutta lanostra solidarietà internazionalista. Che il 2011 sia l’anno del ritornodei Cinque a Cuba!