SciA in Trentino - maggio 2011

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Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art 1, comma 1, DCB Trento NOTIZIARIO DEL COMITATO TRENTINO FISI - ANNO VIII - N. 4 APRILE 2011 SCI in Trentino bilanci analisi sulla stagione di tutte le discipline screening la rivoluzione delle categorie l’addio omar longhi lascia l’agonismo Contiene I.P. matteo de vettori splendido argento nello slalom tricolore junior

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Il magazine della Federazione Italiana Sport Invernali del Trentino (nr. 4, anno VIII)

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NOTIZIARIO DEL COMITATO TRENTINO FISI - ANNO VIII - N. 4 ApRILE 2011

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In copertina: Matteo De Vettori,argento ai Campionati Italiani Junior di slalom

Pubblicazione registrataPresso il Tribunale di TrentoIl 27/10/2003 – n° 1197Anno VIII - N° 4 Aprile 2011

n Editore:Litografica Editrice SaturniaVia Caneppele, 46Tel. 0461 82263638121 Trento

n Direttore Responsabile:Mauro [email protected]

n Redazione:PegasoMediaVia Kofler 58 - Cognola (Tn)

n Pubblicità:Renzo Chistè[email protected]

n Comitato di Redazione:Roberto BrigadoiRenzo ChistèAngelo DalpezMarco Zoller

n Hanno collaborato:Daniele BernardiEzio BrigadoiRoberto BrigadoiMaddalena ColliniSilvio DondioLuca FranchiniFederico ModicaUgo MerloElvis G.P. PiazziLuca PerenzoniFranco SandriLuca TomarelliMicaela ValentiniPietro VanzoGiampiero VinanteMarco Zoller

n Grafica: Mauro [email protected]

n Stampa:Litografica Editrice Saturnia (TN)

L’editoriale

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Paladini d’etica

In otto anni di storia di SciA in Trentino abbiamo parlato raramente di politica sportiva, anche perché alla maggior parte dei tesserati Fisi interessa davvero poco. Ma proviamo a stimolarvi.

Il Trentino è risaputo è uno dei pochissimi Comitati che non ha appoggiato e che non appog-gia l’attuale presidente nazionale Giovanni Morzenti. A differenza d’altri lo staff dirigenziale provinciale è sempre rimasto compatto e soprattutto coerente con le proprie scelte e i propri principi. Qualcun altro ha cambiato vestito in fretta pur di avere una sedia, un ruolo o per portare interessi al proprio territorio, ma ahimé dimenticando un elemento cardine del mondo sportivo: l’etica. E per chi lavora con lo sport, con i giovani, questo è inaccettabile. Il messaggio che diffonde oggi la Fisi è di negatività, di involuzione, di monotonia e, met-tiamoci pure, di immoralità. La speranza è che cambi qualcosa nei prossimi mesi. Chissà...Il Trentino dunque, pur non essendo nella stanza dei bottoni, o forse proprio per questo, ha una sua credibilità e sotto certi punti di vista può rivestire un ruolo diverso, magari lanciando quei messaggi che a livello nazionale in questo momento non riescono proprio a far uscire.Teoricamente siamo ancora lontani da eventuali prossime elezioni nazionali e provinciali, dobbiamo aspettare prima l’appuntamento olimpico di Sochi, ma voglio lanciare una pro-vocazione, che mi piacerebbe potesse avere un seguito sul blog del sito www.fisitrentino.it, per sentire anche le opinioni di chi è vicino al nostro mondo.Che ne dite di un governo dello sci trentino, ridimensionato nei numeri (dieci consiglieri come l’Alto Adige), nelle funzioni e slegato dal minimo interesse di sci club? Un Comitato più snello e con un gruppo dirigenziale che decide di abbandonare la carica che riveste nel proprio sci club per mettere a disposizione il proprio tempo, la propria esperienza e la pro-pria competenza solo ed esclusivamente per il Comitato Trentino. La riduzione del numero dei consiglieri è perseguibile con richiesta a Milano, mentre il principio di incompatibilità per conflitto d’interesse dovrebbe essere supportato da una variazione di statuto assai lunga e complicata. Ma a volte le normative si possono variare anche senza dover attivare un iter burocratico. Basta volerlo fare. Degli attuali membri del Consiglio regionale ben 6 sono presidenti di sci club, 9 dirigenti di Società, mentre solo 6 non hanno alcun ruolo. In un’epoca dove il tempo libero è sempre più tiranno, nella quale sono cambiate molte dinamiche organizzative e gestionali, perché non dare un nuovo segnale di adeguatezza. Perché non formare dunque un gruppo con dirigenti solo ed esclusivamente a disposizione del Comitato con energie ed idee da condividere per far crescere il mondo degli sport invernali. Attenzione, nessuno ce l’ha con presidenti o dirigenti di sci club, fra l’altro tutta gente intellettualmente onesta e preziosa per il nostro mondo, anzi il Comitato avrebbe proprio bisogno di gente con esperienza e capacità, ma che abbandoni un ruolo dirigenziale in società. Potrebbe essere l’occasione come Trentino di dare il segnale di innovazione e di trasparenza che qualcun altro non sta trasmettendo...

Mauro Bonvecchio

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la festa dello sci

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l’evento a cura della redazione

Il Consiglio di Presidenza del Comita-to Trentino Fisi ha deciso di antici-pare di tre settimane il tradizionale

appuntamento con la Festa dello Sci 2011. Così le premiazioni degli sciatori che si sono particolarmente distinti sia in ambito internazionale sia nazionale, ma soprattutto chi è salito sul podio nel-le graduatorie dei vari circuiti provinciali di specialità andranno in scena nel po-meriggio di sabato 7 maggio, a partire dalle ore 15, presso la Cantina Sociale di Trento in via dei Viticoltori nr. 2/4 a Trento Sud. Per capirci meglio di fronte al Mc Donald’s e facilmente raggiungi-bile dalla tangenziale uscendo in zona Bar Marinaio.La stessa location dove ai primi di di-cembre era stata presentata l’Agenda 2011 e la nuova stagione agonistica. Questo grazie alla disponibilità del pre-sidente avvocato Elvio Fronza e del di-rettore della Cantina Claudio Pellegrini, che mettono a disposizione del nostro

movimento una sala capiente e attrezza-ta in una nuova e accattivante struttura architettonica. E potrebbe anche esse-re l’opportunità, tassativamente per gli adulti, di conoscere le peculiarità dei prodotti vinicoli dell’azienda.Anche quest’anno saranno oltre 230 gli atleti premiati. Partendo dal riconosci-mento di atleta dell’anno e il miglior giovane, ai quali andrà il prestigioso Pre-mio Cavalier Giovanni Arvedi. Un rico-noscimento particolare (Premio Melinda) verrà poi assegnato ai 5 migliori giovani delle discipline sci alpino, sci fondo, sal-to e combinata nordica, snowboard e sci alpinismo, mentre non mancherà un premio speciale Casse Rurali Trentine.La scaletta dell’intenso pomeriggio di premiazione proseguirà poi con un rico-noscimento ai 29 atleti che hanno parte-cipato ai campionati mondiali delle varie specialità e categorie, ai vincitori delle 80 medaglie di specialità ai campionati italiani 2011, ma soprattutto a chi è sa-

lito sul podio nei vari circuiti provinciali. Sono infatti sempre le categorie minori quelle che animano l’evento della Festa dello Sci, alle quali da tanti anni sono abbinati importanti marchi territoriali.Ecco dunque che il circuito Famiglia Co-operativa è riservato ai baby e cuccioli sia dello sci alpino, sia del fondo, il cir-cuito Casse Rurali Trentine ai ragazzi e allievi di entrambe le discipline, il circui-to Bim Trentino alle categorie aspiranti e juniores di sci alpino, il circuito Trenta ai giovani, senior e master dello sci alpino, il circuito Melinda ai giovani, senior e master dello sci di fondo. Per i più piccoli è anche l’opportunità per vedere da vicino campioni come Alberto Schiavon, Cristian Zorzi, Davi-de Simoncelli, Cristian Deville, Stefano Gross, Paolo Pangrazzi, Chiara Costazza, Antonella Confortola e tanti altri giovani dalle belle speranze.

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Il tradizionale appuntamentodelle premiazioni Fisi è fissato per sabato 7 maggio alle ore 15 presso la Cantina Sociale di Trento

40 atleti trentini nelle nazionali di specialità 29 atleti trentini che hanno partecipato ai campionati mondiali delle varie specialità e categorie 7 vittorie in Coppa del Mondo fra snowboard, sci alpinismo e carving 3 secondi posti in Coppa del Mondo fra snowboard e sci alpinismo 2 titoli mondiali nello sci alpinismo 2 medaglie d’oro ai mondiali di sci alpinismo 1 vittoria nella Coppa del Mondo di sci alpinismo 1 argento nella Coppa del Mondo di sci alpinismo28 titoli italiani nelle varie specialità, dei quali: 8 nel fondo, 8 nello snowboard, 2 nello sci alpino, 3 nel salto e combinata nordica, 4 nello sci alpinismo, 3 nel telemark80 medaglie ai campionati italiani nelle varie specialità, delle quali: 29 dal fondo, 20 dallo snowboard, 7 dallo sci alpino, 8 dallo sci alpinismo, 8 dal salto e combinata nordica, 7 dal telemark, 1 dallo slittinoDal settore master sono invece giunte due vittorie in Coppa del Mondo di sci alpino, 13 medaglie ai campionati italiani di sci alpino, 6 medaglie dai campionati italiani di sci alpinismo, 2 medaglie dai campionati italiani di telemark

ECCO I NUMERI PRINCIPALI

DELLA STAGIONE 2011

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l’attacco di Luca Perenzoni

Promossi deville, gross e Pangrazzi

cristian devilleRinato

Alla soglia dei 30 anni è arrivata la mi-gliore stagione di sempre per il finanziere moenese. Dimentica e sorpassati i guai al ginocchio che l’avevano fatto penare nelle ultime stagioni, lo slalomista fas-sano ha inscenato un inverno di grande spessore, mantenendosi costantemen-te agganciato ai migliori specialisti del Circo Bianco. Anzi, in certi frangenti di-mostrando di non aver più nulla da im-parare: continuità e ottimo rendimento sono state le caratteristiche dell’inverno di Deville che proprio per questo a bocce ferme non può che ritenersi soddisfatto.Anche se... Anche se proprio per que-sto fa ancora più male quel vuoto anco-ra persistente nella casella dei podi di

Coppa: diversi attacchi sempre andati a vuoto, magari per poco, magari per mera sfortuna. Insomma, una torta gu-stosa, cui è mancata la ciliegina. Ed il rammarico per l’occasione mancata sul-la Gudiberg di Garmisch è decisamente cospicuo. Ma in quelle condizioni partire con il 16 nel giorno del ritorno nel primo gruppo era probabilmente una sorta di premonizione.

stefano grossRampante

Alla grande stagione di Deville ha rispo-sto uno Stefano Gross altrettanto pro-rompente. Anche se è mancato di quel pizzico di continuità o di sagacia tattica che in determinate situazioni gli avreb-bero suggerito di alzare leggermente il

Analizziamo la stagione dei trentini in Coppa del Mondo,

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piede dall’acceleratore per guadagnare così qualche traguardo in più. Un in-verno sempre a tutta per il finanziere di Pozza di Fassa: nel bene e nel male. E quando le cose sono andate per il verso giusto, Sabo ha sorpreso: pimpante, agi-le, reattivo, il più giovane degli slalomisti azzurri ha colto preziosi riscontri con il 12imo posto di Bansko ed il 13imo di Zagabria. Prima, dopo e durante, tante uscite che hanno rallentato il cammino verso pettorali di partenza più umani, in un inverno con poco ghiaccio e di con-seguenza piste sempre piuttosto tormen-tate. Ma il vero capolavoro del fassano è stata la seconda manche iridata di Gar-misch, condotta parallelamente al vinci-tore Grange. Peccato per gli errori nella prima, altrimenti forse oggi saremo qui a raccontare una storia di metallo, magari addirittura prezioso.

Paolo PangrazziSorpresa

Mettetevi nei panni di un ragazzo di 23 anni ancora da compiere che a metà gennaio ha la possibilità di debuttare in Coppa del Mondo sul Lauberhorn di Wengen ed un mese esatto dopo chiude al sesto posto la supercominata mondia-le di Garmisch, nella giornata dell’argen-to di Innerhofer e del bronzo di Fill.Chissà che tourbillon di emozioni si sono alternate nella mente di Paolo Pangraz-zi che rientrava da un infortunio e che non aveva altro da fare che giocarsi tutte le proprie carte. E le ha giocate bene, queste carte, il Paflo di Campiglio. Si è ritagliato uno spazio nella disciplina for-se meno considerata del Circo Bianco, è entrato nei top ten di Coppa a Chamonix, ha sorpreso tutti ai piedi dello Zugspitze, sulle morbide nevi bavaresi. Ecco così spiegata la sorpresa, mista quasi all’im-barazzo, del rendenese nel parterre iri-dato. “Scusate se mi sono aggregato alla vostra festa” sembrava dire, lo sguardo estasiato di Paolo. Ma la sorpresa è du-rata poco, si è ambientato in fretta in questa nuova dimensione il poliziotto trentino. Una dimensione che ora dovrà mantenere e conservare, facendo frut-tare al meglio le doti di polivalente: il futuro è tutto per lui.

davide simoncelliOpaco

Due immagini servono per raccontare la stagione di Simoncelli. Il radioso sorriso al termine della prima manche del gigan-te di Solden, chiusa in terza piazza su un

Rettenbach finalmente non indigesto e la rassegnata ma onestissima disamina dell’ennesimo fallimento azzurro nel par-terre del gigante di Garmisch.Due istantanee che raccontano di un inverno che sembrava partire sotto i mi-gliori ausipici ma che si è trasformato in un’autentica passione per il trenta-duenne di Lizzana. La nebbia a Solden ha cancellato il sorriso, i problemi alla schiena, lo scarso feeling con i materiali, qualche errore e un pizzico di immanca-bile sfortuna hanno fatto il resto. Ed a

completare l’opera, l’infortunio al ginoc-chio già operato nel 2007 ai campionati italiani di La Thuile ed il conseguente intervento chirurgico.Poco da salvare, nel corso dell’inverno, se non qualche spezzone di gara. Troppo poco, dopo due stagioni di alto livello. Davide ne è conscio e proprio per que-sto già lavora per recuperare al meglio dall’operazione e ripresentarsi al me-glio la prossima stagione. “Non sono un bollito” diceva nella settimana iridata: la volontà è di dimostrarlo ancora una volta.

chiara costazzaSofferente

Non è stato affatto bello seguire tappa dopo tappa la sofferenza di Chiara. Una sofferenza prima fisica, con quel proble-ma alla caviglia e alla tibia che non vo-leva saperne di lasciarla in pace. Una sofferenza diventata poi mentale, per le tante uscite, per l’incapacità di sciare come sa di fronte al cronometro, come invece gli riusciva in allenamento.A giornata nera è così succeduta giorna-ta nera, con qualche timidissimo segna-le qua e là, troppo poco però per dare concretezza e fiducia. Ecco, la fiducia, la sicurezza: questo è mancato alla po-liziotta fassana per l’intero inverno. Due ingredienti che purtroppo non si possono acquistare o allenare, ma che devono es-sere semplicemente trovate in se stessi. Ed è difficile farlo inforcando, o chiu-dendo lontane dalle migliori. Più sem-plice quando si vince, anche se a fine stagione: il titolo tricolore di Courmayer deve quindi essere il primo passo della nuova stagione, per affrontare nuova-mente i paletti snodati con il sorriso sul volto e nella mente. n

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L’affondo di Luca Franchini

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La stagione dei fondisti trentini, sfruttati poco dalla direzione agonistica. Bravo Frasnelli e ottima Confortola. Orlandi e la Vuerich per il futuro

Poco consideratiUna stagione sommariamente po-

sitiva, nella quale però non si è raccolto quello che si poteva

raccogliere. Quella appena terminata è stata la stagione dell’addio alla Coppa del Mondo di Antonella Confortola, del-le occasioni perse (non certo per volere proprio) di Loris Frasnelli e Cristian Zorzi e della crescita di Luca Orlandi, brillan-te terzo nella classifica finale di Coppa Europa, piazzamento conquistato soprat-tutto grazie ai grandi risultati in tecnica classica.Si parte dai finanzieri Frasnelli e Zor-zi, che sembravano avere potenzialità e qualità per poter raccogliere molto più del raccolto. Non tanto per cali fisici o debacle, quanto piuttosto per le occa-sioni loro offerte, forse eccessivamente penalizzati dalle scelte tecniche in rap-porto alle potenzialità espresse nel corso dell’inverno. Frasnelli, campione italiano della sprint, aveva aperto la stagione con il succes-so in Coppa Europa a St. Ulrich (15 km classica mass start) e con il titolo tricolo-re della specialità, per poi fare il proprio esordio al Tour de Ski con un quinto po-sto nel prologo di Oberhof, ad un passo dal podio, e gettare al vento un grande risultato (vuoi anche per scorrettezze al-trui) nella seguente sprint di Dobbiaco, chiusa al 17° posto, dopo il secondo mi-glior tempo delle qualificazioni.Una stagione condotta sui binari della grande costanza per “Lollo”, che non è “premiato” con l’esclusione dalla sprint in skating dei Mondiali di Holmenkollen, lui che era il campione italiano della specialità.Successivamente schierato nella team sprint, Frasnelli si è difeso alla grande, andando a chiudere ottavo, forse non

supportato al meglio dal compagno Re-nato Pasini. «Posso dire una cosa: sono contento della stagione che ho fatto, del-la buona costanza mostrata per tutto il corso dell’inverno – spiega Loris -. Certo, c’è il rammarico per non aver disputato la sprint iridata, mio vero obiettivo sta-gionale e dispiace non averla disputata da campione italiano, scelta tecnica che è stata assai dura da digerire. Altro ram-marico è quello di aver solo sfiorato il po-dio ad Oberhof, al Tour de Ski, e di aver gettato alle ortiche una grande occasione nella sprint di Dobbiaco. Penso, ad ogni modo, di aver dimostrato il mio valore, anche con la team sprint mondiale, poi chiusa all’ottavo posto. La speranza è quella di poter continuare a correre e di poter arrivare a disputare i Mondiali di casa di Fiemme 2013».Per il finanziere fiemmese, quindi, si può parlare di occasione persa. E Per Cristian Zorzi? Il veterano fassano non è stato nemmeno preso in considerazione per un test in Coppa del Mondo, nono-stante il titolo tricolore della team sprint conquistato in Primiero ed il bronzo della gara pursuit (sempre tricolore) di Forni Avoltri. Va bene il “largo ai giovani”, va bene tutto, ma non alla luce di cer-te scelte tecniche che hanno badato a tutelare atleti apparentemente senza ti-tolo alcuno, quanto meno in riferimento all’inverno appena concluso.«Spiace perché sarebbe stato bello chiu-dere con la 50 km dei Mondiali di Hol-menkollen, la capitale dello sci di fon-do. Sarebbe stata una chiusura ideale per la mia lunga carriera, ma purtroppo non è andata così. Spiace, soprattutto, non aver nemmeno avuto l’occasione di giocarsi il posto, di provare a qualificar-si con una gara di Coppa del Mondo.

Adesso? Per quanto mi riguarda un altro anno mi piacerebbe farlo, magari con la nazionale lunghe distanze. Altrimenti ve-dremo. La festa d’addio, per il momento, non è ancora in programma».Soprattutto di fronte ad atleti come Pie-tro Piller Cottrer, convocato a priori sep-pur mai coi primi per tutto il corso della stagione. “Zorro”, quindi, è stato privato a priori della possibilità di chiudere la stagione con la tanto sognata 50 km iri-data di Holmenkollen (e visti i risultati, nel lotto dei cinque ci sarebbe potuto stare anche lui). Possibilità, invece, che è stata offerta alla fiemmese Antonella Confortola, che con la 30 km di Oslo ha detto “basta” alla nazionale maggiore e alla Coppa del Mondo, per dedicarsi ora alle lunghe di-stanze ed alla corsa in montagna, sua al-tra, grande passione. Nel suo caso, però sono stati gli infortuni altrui a garantirle il posto per la gara iridata, altrimenti scartata e lasciata a casa.

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Antonella Confortola, Luca Orlandi, Gaia Vuerich, Cristian Zorzi e Loris Frasnelliatleti di punta del fondismo trentino

E pensare che Antonella, richiamata in Nor-vegia in extremis, ha conquistato il suo mi-glior piazzamento di sempre in una 30 km mondiale, fantastica nona. Il modo migliore per dare l’addio alle grandi competizioni, sen-za dimenticare il successo conquistato alla Engadin SkiMarathon poco dopo la rassegna iridata. Peccato, invece, per quella staffetta chiusa al quarto posto. Staffetta che Anto-nella non avrebbe dovuto correre, tanto meno col senno di poi. Fuori la Rupil per problemi fisici, la “signora Wyatt” è stata richiamata d’urgenza anche per la staffetta, lanciata al “massacro” quando si sarebbe potuto optare per altra scelta tecnica, con le conseguenti polemiche per l’esclusione di Magda Genu-in, alternativa che avrebbe potuto garantire all’Italia una medaglia.La vera sorpresa della stagione, invece, ri-sponde al nome del 26enne di Povo trapian-tato a Moena Luca Orlandi, fantastico terzo nella classifica finale di Coppa Europa e au-tore di una stagione all’insegna della gran-de costanza. Il risultato del portacolori delle Fiamme Oro assume maggior peso e risalto soprattutto se si considera che gran parte dei risultati sono arrivati in tecnica classica, in quel passo alternato storicamente indigesto all’Itlalfondo. Risultati arrivati nel periodo tra la metà di febbraio e la metà di marzo, con tre poi nel massimo circuito continentale: vit-toria nella 10 km classica di Rogla, secondo posto nella 15 km ad inseguimento (sempre in alternato) e terzo posto nella 15 km pur-suit in tecnica classica di Ramsau.Una vera e propria “mosca bianca”, Orlandi, che però pare non essere destinato a compie-re il meritato passo in squadra A, mai preso seriamente in considerazione.Infine, continua nel proprio processo di crescita e maturazione la giovane sprinter predazzana dei Carabinieri Gaia Vuerich, quest’anno non certo supportata dalla neces-saria condizione, penalizzata da guai fisici. Ad ogni modo, Gaia ha potuto calcare il nobi-le palcoscenico di Coppa del Mondo e quello ancor più nobile dei campionati del mondo di Holmenkollen, dove Gaia ha preso parte alla sprint in tecnica libera, chiusa al 35.o posto. Il tempo, sicuramente non le manca.

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L’INTERVISTA a cura della redazione

Con la stagione invernale 2010/11 alle spal-le l’Assessore provinciale all’agricoltura, turismo, foreste e promozione fa il punto

della situazione turistica delle località inverna-li trentine, svelandoci alcune anticipazioni sulla prossima annata e sulla sua passione per gli sci. Allora assessore si chiude la stagione invernale 2010/11. Come giudica il risultato delle nostre stazioni sciistiche?«È stata di certo una stagione positiva, anche se abbastanza particolare nel suo andamento. Da sottolineare è stato lo spostamento “in avanti” dei picchi di presenze. A fronte infatti di un dicem-bre che ha evidenziato una flessione degli arrivi, abbiamo registrato un forte recupero nel mese di gennaio, davvero ottimo in tutta la provincia. Le ragioni sono rintracciabili nella disposizione del calendario del-le festività natalizie e della fine dell’anno combinate assieme a cattive condizioni meteorologiche che hanno penalizzato in particolare il “ponte” di Sant’Ambrogio, per tradizione momen-to di grande afflusso dei turisti lombardi. Ma le soddisfazioni sono arrivate anche dai nostri atleti trentini che si sono fatti valere negli sport invernali, con un fattore che mi inorgoglisce particolarmente».Quale?«Quello della forte crescita testimoniata dagli ottimi risultati dei giovani del settore sport invernali nelle gare Fisi. Il Trentino punta forte sul doppio ruolo dello sport, da una parte cataliz-zatore di attenzione e ottimo veicolo promozionale del turismo trentino e dall’altro – accanto alla scuola – grande momento formativo per i nostri ragazzi».Per quanto riguarda i grandi eventi, lei punta forte sui grandi eventi quale veicolo promozionale e anche qui abbiamo delle importanti novità.«Non solo grandi eventi. Anche le gare Fisi per i ragazzi sono importanti, ma certo l’evento internazionale offre una visibilità davvero incredibile. Ecco allora che – accanto a manifestazioni come i Campionati studenteschi dello scorso anno a Folgaria – abbiamo in programma altre manifestazioni, due su tutte. I Campionati mondiali di sci nordico della Val di Fiemme del 2013 e un grande ritorno, quello della 3tre di Madonna di Cam-piglio in veste di Coppa del Mondo di sci alpino il 19 dicembre 2012. Due eventi su tutti, che sottolineano l’alto livello delle nostre piste e delle nostre infrastrutture sportive».Parliamo della stagione invernale appena andata in archivio. Una stagione all’insegna delle novità sulle piste.

«Certamente. Uno dei tratti distintivi di questa stagione è stato il debutto di alcuni impianti di risalita attesi da

tempo che hanno trovato la propria realizzazione. La stagione 2010-11 ha salutato infatti il debutto

di alcune infrastrutture molto importanti. A partire da Pejo 3000, che collega l’alta

quota con il centro della località turistica, il “Tu-lot” con la pista DoloMitica a Pinzolo, una rispo-sta attesa per quanto riguarda il collegamento fra piste a centro abitato e un nuovo tracciato che è già “cult”. Infine i nuovi impianti a Folgaria, che aprono al versante veneto e che rinforzano quel progetto di rilancio di questa importante località turistica»In questo senso la provincia ha investito molto in queste nuove infrastrutture. Perché?«Beh, sappiamo che in un settore dinamico come il turismo chi si ferma è perduto. Dunque occorre investire continuamente per migliorare la qualità dei nostri servizi. Una politica di rinnovamento che non significa soltanto nuove piste, ma anche strutture all’avanguardia per funzionalità e sicu-

rezza, due requisiti fondamentali in questo settore. Il tutto - lo voglio sottolineare - senza distogliere l’attenzione dall’ambiente e dalla sostenibilità delle nuove aree sciabili, perché siamo ben coscienti che, al di là di tutte le infrastrutture che possiamo immaginare, il nostro valore aggiunto e patrimonio fondamen-tale è rappresentato dall’ambiente, dalle Dolomiti, dalle nostre montagne. Infine, anche dal punto di vista della ricettività, c’è un forte processo di implementazione e modernizzazione della ricettività. La novità della scorsa stagione invernale era il club di prodotto Trentino Charme, con 12 strutture di alto livello (tra alberghi, resort, masi e agritur) dove passare vacanze in-dimenticabili. Oltre a ciò sono tanti gli alberghi recentemente rinnovati puntando ad innalzare il livello qualitativo, costruiti con le più moderne tecnologie ed eco-sostenibili».Mellarini e lo sci. Le piace sciare?«Certamente sì, è uno sport che fa parte del dna di tanti tren-tini, quasi una disciplina simbolo di questa provincia, stretta-mente legata al mondo della montagna. Un ottimo modo per tenersi in forma e vivere al 100% il mondo dell’alta quota a diretto contatto con la natura. Stesso discorso per lo scialpi-nismo che ci restituisce se possibile un rapporto con le nostre montagne ancora più vero e sentito».Dove e quando preferisce praticare questo sport?«Lo pratico appena posso, cercando di “distribuirmi” in ma-niera equa sul territorio trentino. Quest’inverno ho avuto modo di visitare diverse stazioni sciistiche trentine, spesso accom-pagnato dai responsabili delle Apt locali, anche per rendermi conto di persona della situazione delle piste, di criticità ed opportunità in una specie di monitoraggio che unisce l’utile al dilettevole».Di cosa ha bisogno il Trentino “invernale” per guardare con serenità al futuro?«Direi che abbiamo tutto per fare bene e lo stiamo facendo. Serve solo più convinzione dei propri mezzi, maggiore ottimi-smo e voglia di fare squadra, evitando talvolta di dividerci. Ma siamo sulla buona strada». n

in trentino sci di alto livelloIl bilancio sulla stagione invernale con l’assessore provinciale Tiziano Mellarini

che ha un rapporto speciale con il mondo della neve

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l’addio di Luca Perenzoni

il guerriero omar sotterra l’asciaIl gigante dei campionati italiani di La

Thuile di fine marzo è stato l’ultimo della carriera di Omar Longhi: “Sono

scombussolato, devo ancora capire di essere al via di una nuova vita”. Il tren-tunenne del Passo del Tonale ha infatti deciso di chiudere così la sua carriera agonistica che in più occasioni l’aveva condotto alle porte del successo. Porte che però gli si sono sbattute in faccia sotto forma di ripetuti infortuni che con chirurgica sfortuna si sono presentati nei momenti meno opportuni. Prima il ginocchio, poi la schiena, poi di nuovo il ginocchio, come avvenuto nello scorso dicembre pochi giorni prima del gigan-te di Coppa del Mondo dell’Alta Badia, quello che sarebbe stato il suo ritorno nel massimo circuito internazionale, la dodicesima presenza personale.E proprio da lì aveva iniziato a maturare l’idea di alzare bandiera bianca. “L’infor-tunio di dicembre è stata una vera maz-zata. Ma mi sono detto che avrei potuto rialzarmi ancora una volta e così ho fat-to: ho recuperato a tempo di record e a

febbraio sono tornato sugli sci vincendo anche un gigante Fis a Bormio. L’obiet-tivo era quello di cercare la convocazione per il gigante di Kranjska Gora di inizio marzo, ma quando ho capito che non sarei mai stato preso in considerazione, ho realizzato che ormai le porte si erano chiuse definitivamente”.E da qua nasce il principale rammarico del finanziere solandro. “In questi an-ni ho dovuto sempre ripartire, costretto ogni volta a dimostrare il mio valore e le mie potenzialità nei circuiti Fis (sei vit-torie) ed in Coppa Europa (un successo, tre podi). Alla lunga è un processo che logora anche a livello mentale, ma si sa che chi resta fuori dal ristretto circolo del gruppo nazionale principale avrà vi-ta dura. Il rammarico è proprio quello di non aver mai potuto dare costanza ai miei risultati ed oggi che ho capito di essere ormai considerato “vecchio” credo sia meglio rinunciare alla carriera agonistica”.Ma Longhi vede il suo futuro ancora nel mondo dello sci. “Nei prossimi mesi cre-

do che mi congederò dalla Guardia di Finanza per poi impegnarmi nella condu-zione di Ski Emotion, uno sciclub creato insieme a due amici di Ponte di Legno (i fratelli Norman ed Elena Tagliabue, lei ex discesista azzurra) dove seguirò soprattutto l’aspetto agonistico dei tes-serati”.Tornado invece ai suoi primi passi da giovane era più che una promessa. Nel 1994 vince lo slalom delle Selezioni Ita-liane per il Trofeo Topolino, nel 1995 vince il titolo italiano allievi di slalom speciale al Terminillo e nel 1997 conce-de il bis aggiudicandosi il tricolore di sla-lom aspiranti all’Abetone. Da ricordare poi che nel 2000 partecipò ai campiona-ti mondiali juniores a Quebec, ottenendo l’11° in gigante e il 9° in slalom.

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Ultima gara ai tricolori di La Thuile per il finanzieredel passo del Tonale. Una carriera segnata da tanti infortuni e sfortuna che hanno oscurato il suo talento

LA CARRIERA IN BREVE11 le gare di Coppa del Mondo alla quale ha partecipato. Migliori risultati: 20° nel gigante di Hinterstoder nel 2006, 29° nel gigante della Val Badia nel 2006, 29° nel gigante di Kranjska Gora nel 2010.4 podi in Coppa Europa. Ha vinto il gi-gante in Val Thorens nel 2009, due se-condi posti a San Vigilio di Marebbe nel 2006 e a Soldeu (Andorra) nel 2009, un terzo posto a Meribel nel 2010.21 podi in gare Fis6 vittorie in gare Fis a Bormio (2011), Abetone (2008), Ravascletto e Abetone (2005), Passo del Tonale (2004), Caro-na (2000).

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Il ritorno nel circuito maggiore sotto la nuova bandiera della Moldavia non si è trasformato subito in una festa.

Ha faticato, Mirko Deflorian, nel corso dell’inverno. Un po’ come aveva faticato nel corso dell’autunno prima che la Fis approvasse il suo passaggio alla nuova nazionale, consentendogli di riprendere (quasi) subito confidenza con la Coppa del Mondo. Certo, dopo tante peripezie era difficile ipotizzare di tornare subito a tutta, considerando le stagioni passate a rincorrere e soprattutto la prolungata assenza dalle atmosfere e dalle tensioni dei massimi circuiti internazionali.Ed infatti il nuovo approccio al Circo Bianco è stato abbastanza brusco per il teserano seguito in ogni passo dall’ami-co prima che allenatore Furio Brigadoi. Tante le difficoltà: piste poco conosciu-te, specie quelle delle prove veloci, rug-gine da togliere da muscoli e articola-zioni, una forma mentis da ricostruire per adeguarla a tutti quegli elementi richiesti dal presentarsi al cancelletto di partenza di una gara di Coppa.Tanti ingredienti; impossibile sperare (ancor più credere) che potessero esserci tutti in bella mostra nella credenza del fiemmese. E così le prime uscite sono state poco felici, è arrivata anche qual-che dura legnata, ma il binomio Deflo-rian - Brigadoi non si è di certo perso d’animo, anzi.

“Credo che questo primo inverno sia servito soprattutto per tornare a fare esperienza, per capire nuovamente co-me vanno le cose in Coppa del Mondo e Coppa Europa, per prendere confidenza con piste che non conoscevo, per trovare i capisaldi su cui impostare il lavoro per la prossima stagione. Forse mi aspettavo qualcosa in più, ma in tutta onestà era difficile fare grandi progetti considerate le condizioni di partenza. Certo, arrivare al traguardo con distacchi pesanti dai migliori non è una sensazione piacevole, ma ribaltando il punto di vista possono essere considerati ulteriori stimoli per la-vorare ancora - magari meglio - nel corso dell’estate e del prossimo autunno. Sicu-ramente c’è qualcosa da rivedere in vista del prossimo inverno, magari partecipe-remo a meno discese, concentrandoci su superG e gigante, specialità quest’ultima che per poco non mi consentiva di entra-re nei 30 proprio in Val Badia”.In ogni caso questo inverno non è stato

fatto solo di delusioni, anzi. Il solo fatto di prendere parte per intero ai Mondia-li di Garmisch Partenkirchen merita un capitolo non da poco nella storia sciisti-ca del trentunenne fiemmese. E proprio sulle nevi di Baviera è maturato il 14imo posto nella supercombinata iridata: un piazzamento magari non da stropicciar-si gli occhi, ma che ha consentito al fi-emmese di tenere in mostra per diversi minuti i propri colori nel “leader corner” della seconda manche.Un po’ di promozione per sè, per la Valle di Fiemme, per il Trentino, per la Mol-davia: insomma, in attesa di maggior for-tuna, già questo può essere considerato un successo. un’esperienza che Mirko ha potuto concretizzare anche ad alcune persone che hanno fortemente creduto in lui, come Pietro Degodenz, come gli altri due allenatori Fabiano Ventura e Stefano Brigadoi che lo hanno seguito in alcune trasferte, ed ancora come Mauro Dallavalle del Gruppo Alpin Srl che gli ha addirittura messo a disposizione una Renault Koleos per tutta la stagione.E poi, diciamocelo. Per i tanti amici del Deflo, già la possibilità di vederlo in ga-ra e di ritrovare al parterre la sua figura allegra ed a volte scanzonata è di per sè un piacere non da poco. A tutto il resto, Mirko e Furio ci stanno già pensando.

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L’INTERVISTA di Luca Perenzoni

Il teserano-moldavo Mirko Deflorian ha chiuso la sua stagione faticando, ma è già pronto a ripartire

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autoScatto di Matteo De Vettori

Matteo De Vettori si racconta: dalla

convocazione ai mondiali juniores alle prime Coppa

Europa, passando per un’argento ai tricolori

juniores di slalom

battesimo internazionale

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Ciao, sono Matteo De Vettori, ci tengo a ringraziare “SciA In Trenti-no”, per avermi dato l’opportunità

di raccontarmi. Ho cominciato a sciare all’età di tre anni a Folgaria. Da subito mi innamorai di questa disciplina e ini-ziai a portare avanti questa passione an-che a livelli agonistici. All’età di sei anni feci la mia prima gara e, subito colpito dall’emozione e dall’adrenalina di questo sport, capii che quella era la mia strada. Seguito dall’allenatore Paolo Bertoldi, al secondo anno baby mi misi in luce, vincendo prima i campionati regionali trentini, poi il trofeo nazionale Pinocchio Sugli Sci. Negli anni seguenti continuai a confermarmi tra i migliori atleti a livel-lo trentino con i soliti alti e bassi. Cam-biata la categoria i giochi si fecero più difficili, ma aiutato dal mio allenatore Moreno Zeni, con cui instaurai subito un rapporto speciale, affrontammo le diffi-coltà di una stagione nera nel migliore dei modi vincendo il titolo trentino di slalom gigante proprio nell’ultima gara. Anche nella stagione seguente riuscii a riconfermarmi a livello trentino vincendo il titolo di slalom speciale. Nell’ultimo anno della categoria allievi, ottenendo dei buoni risultati, riuscii a guadagnar-mi un posto nella squadra del Comitato Trentino.Entrato nella categoria Giovani, in cui si inizia a respirare un clima agonistico e di professionalità, fu subito molto dura, e con il supporto tecnico di Andrea Sonda riuscii a difendermi e ad ottenere alcune buone soddisfazioni in discesa libera e in slalom. Terminata la stagione, ebbi un infortunio che mi costrinse a letto un mese. I tempi di recupero furono piutto-sto lunghi e impegnativi, ma grazie alla mia determinazione e all’aiuto dell’alle-natore tornai sugli sci per affrontare la preparazione estiva. Dopo aver ripreso la forma, come se non fosse bastato,

alla fine di settembre, caddi durante un allenamento di slalom e mi ruppi i legamenti della caviglia sinistra. Riuscii a rimettermi in sesto appena in tempo per la stagione, che si sarebbe rivelata poi una delle peggiori. Grazie all’aiuto dei miei due allenatori, Andrea Sonda del comitato trentino e di Luca De Toffol dello sci club, riuscii a vincere il titolo trentino di super gigante dando così una nota positiva alla stagione.Terminati quindi i due anni della catego-ria aspiranti, entrarono a far parte dello staff tecnico del Comitato Trentino ma-schile i due allenatori Enrico Vicenzi e Alessandro Finazzer. Si rivelarono subito due ottimi tecnici, capaci di collaborare nel migliore dei modi. Da subito comin-ciammo a lavorare in maniera ottimale con lo sci estivo continuando a cambiare i luoghi degli allenamenti e anche aiuta-ti dal bel tempo. Alla prima uscita met-temmo in chiaro gli obiettivi che i due coach avevano in mente per la stagione e per noi. Anche la preparazione atleti-ca, seguita da Mauro Pancheri, a cui va un saluto speciale per la pazienza che usa con me ogni giorno, mi ha portato ad un’ottima forma fisica dall’inizio al-la fine dell’inverno. La stagione appena conclusa ha avuto un inizio un po’ fiac-co ma sempre in crescendo. La prima soddisfazione è giunta dalla trasferta a Solda per le FIS Giovani in cui mi sono classificato decimo in slalom, ma il pri-mo podio in questo circuito è arrivato a Caspoggio, con un secondo posto nella discesa libera.Con i risultati ottenuti durante la stagio-ne mi sono poi guadagnato un posto per i mondiali Junior nelle discipline veloci che si sono svolti a Crans-Montana, dove in Super G ho ottenuto un venticinque-simo posto. In seguito sono arrivate an-che le convocazioni per le gare di Coppa Europa di velocità in Val Sarentino e a

Roccaraso. Ho concluso quindi con sod-disfazione questa stagione, arrivando un-dicesimo ai campionati italiani assoluti di discesa libera che si sono svolti a La Thuile e con il secondo posto ai campio-nati italiani giovani di slalom a Pila, una splendida medaglia d’argento.Fin da piccolo ho praticato svariati sport tra cui nuoto, tennis, lotta greco – ro-mana, basket, atletica, calcio, i quali hanno contribuito alla mia maturazione sia mentale che fisica. Mi piace molto ascoltare la musica in particolare quel-la hip-hop/rap ma non disdegno anche altri generi. Sono sempre molto impe-gnato con allenamenti, trasferte e gare, ho poco tempo da dedicare a me stesso, così quando sono a casa cerco sempre di passare il maggior tempo possibile con gli amici cercando di non dimenticare la scuola.Le persone a cui mi ispiro e che mi han-no sempre aiutato nei momenti di dif-ficoltà senza mai mettermi pressioni di alcun genere, se non quella di studiare, sono i miei genitori; nello sport invece mi ispiro a Valentino Rossi, poiché appare sempre una persona umile nonostante possa vantare di innumerevoli vittorie.Colgo l’occasione per fare un saluto speciale a tutti i miei amici dello sci e ringraziare tutto il gruppo del Comitato Trentino che avendo creato un clima di serenità e unione ha contribuito al rag-giungimento di queste soddisfazioni. Un saluto infine ai miei allenatori attuali e passati Paolo Bertoldi, Moreno Zeni, Andrea Sonda, Luca De Toffol, Enrico Vicenzi e Alessandro Finazzer e anche a degli amici speciali quali Luca Calia-ri, Giovanni Marcon, Andrea Pizzini, Ni-cholas Benatti e a tutti i compagni del comitato. Ringrazio infine il mio sci club Brentonico Ski Team che mi ha sostenu-to dalla categoria ragazzi fino ad oggi.

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ANALISI di Giampiero Vinante

La decisione presa la scorsa estate di rivoluzionare le squadre agoni-stiche del Comitato Trentino del

settore sci alpino è stata un bell’azzar-do. Non nascondo che la scelta effet-tuata con la Commissione Sci Alpino di cambiare gli allenatori e di assoldarne due di nuovi, puntando su un team di alteti decisamente giovane e con poca esperienza ci ha messo un po’ d’ansia. Soprattutto perché alla fine quello che contano sono i risultati e confrontarsi con avversari con qualche anno in più di esperienza soprattutto fra gli aspiranti e juniores poteva portarci delusione e an-che critiche.Invece, risultati alla mano, messi ormai gli sci in soffitta, possiamo proprio es-sere soddisfatti di quanto fatto dai no-stri ragazzi e dai nostri allenatori, che fra l’altro con il cambio hanno ritrovato interessanti motivazioni. Un ringraziamento particolare lo voglio dunque rivolgere ai tecnici della squa-dra, ovvero Enrico Vicenzi e Alessandro Finazzer per i team maschili, quindi An-drea Sonda e Angelo Tavernaro per quelli femminili.La sorpresa stagionale è senza dubbio rappresentata dal roveretano Matteo De Vettori, che ha chiuso un inverno più che positivo centrando una medaglia d’argento in slalom ai campionati italia-ni di Pila, ma soprattutto si è piazzato all’ottavo posto assoluto nella graduato-ria giovani, il primo in Italia dell’anno 1993, ha esordito in Coppa Europa ed ha partecipato ai campionati mondiali juniores di Crans Montana. Si tratta di un atleta particolarmente interessante, anche per la sua polivalenza.

Sempre in campo maschile si è ben comportato anche Alessandro Finazzer, con tanti piazzamenti, risultando il quin-to migliore in Italia del suo anno, anche se gli è mancato l’acuto stagionale, ma vista la sua giovane età sono convinto che si riscatterà l’anno prossimo. Bravi anche Matteo Battocchi del Cam-piglio Ski Team e gli aspiranti Davide Da Villa, uno fra i migliori slalomisti della sua età e Giovanni Pasini, per lunga parte della stagione il miglior aspirante d’Italia. Purtroppo ai campionati italiani, disputati a metà aprile, non sono arrivati

nelle migliori condizioni di forma. Ma so-no sicuramente due atleti su cui puntare per il futuro. Ma anche il resto del gruppo, con nor-mali alti e bassi, ha lavorato bene con dedizione e passione e sono convinto che i risultati si vedranno sin dal prossimo anno. Inverno 2012 nel quale attendia-mo anche il rientro dello sfortunato An-drea Chiesa, che si era infortunato a Pe-io dovendo chiudere anticipatamente la stagione proprio quando stava attraver-sando un eccellente momento di forma.Non possiamo poi dimenticare gli atleti

scommessa vinta

Timothy Bonapace

Matteo Battocchi Alessandro Finazzer

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La scelta azzardata di rivoluzionare le squadre e di affidarsi ad un team giovane

ha comunque portato risultati insperati.

In estate partirà un progetto di rilancio dello sci alpino

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scommessa vinta

dell’Agonistica Campiglio, che pur al-lenandosi per conto proprio, difendono sempre i colori del Comitato Trentino, in particolare Pietro Franceschetti uno dei migliori sciatori del 1993 in Italia e Anika Anna Angriman, vicentina di passaporto, che ha vinto una medaglia d’argento in slalom ai campionati italia-ni aspiranti, risultando la quarta miglior aspirante d’Italia.Passando così al team femminile forse ci aspettavamo di più, seppure con l’at-tenuante di infortuni e sfortune varie. Andrea Cailotto e Giulia Mattielli, pur

dimostrando il proprio talento, si sono espresse a corrente alternata, Sara Mai-stri è incappata nell’ennesimo infortunio. Fra le aspiranti chi ha bruciato le tappe è senza dubbio Miriam Rasom, che ha sfiorato una medaglia ai campionati ita-liani aspiranti, disputando un finale di stagione decisamente interessante. Peccato poi per il grave infortunio di Natalie Rizzoli, che fortunatamente è ritornata in pista proprio negli ultimi ap-puntamenti stagionali. Per le altre com-ponenti delle squadre del Comitato una stagione nella quale è stata fatta tanta

esperienza e servirà sicuramente per il prosieguo.Un’altra iniziativa che sta dando dei frutti insperati, per la quale mi assumo con orgoglio una certa paternità assieme ai componenti della commissione e in particolar modo ai referenti diretti Mar-co Peterlini e Paola Toniolli è il progetto Children. Da due anni ormai si è deciso di preve-dere dei raduni collegiali con i più forti ragazzi e allievi, cercando così di condi-videre una linea tecnica comune e anche per cercare di fare gruppo. Il progetto funziona davvero bene e dopo la straor-dinaria stagione 2009/2010 che portò tante medaglie proprio da queste catego-rie, ne sono arrivate altre tre quest’anno grazie a Laura Pirovano, Pascal Rizzi e Davide Parisi. Si tratta sicuramente di un progetto che verrà ulteriormente svi-luppato dal prossimo anno, assieme a tante interessanti novità che si stanno profilando proprio in questi mesi.Grazie al grande lavoro di tessitura e di reperimento di risorse da parte del presidente di Comitato Angelo Dalpez, con il sostegno in primis della Provincia Autonoma di Trento, sta per nascere un progetto triennale di rilancio del settore sci alpino, ma anche delle altre discipli-ne. Insomma ci sono tutte le credenzia-li per lavorare bene e con tanta qualità nei prossimi anni, consentendo altresì al Comitato di diventare sempre più un or-ganismo strategico nel nostro movimento e la speranza personale è che si instauri una maggiore collaborazione anche con gli sci club territoriali. Anzi son convinto che sarà così.

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Cinzia Delugan

Giovanni Pasini

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analisi di Marco Zoller

Non è mai facile riconfermarsi. In tema calcistico ne sa qualcosa l’Inter che ha faticato non poco

quest’anno. Il Comitato Trentino di fon-do invece è riuscito a mantenere i risul-tati dell’ultimo decennio, nel corso del quale come medaglie vinte ai campio-nati italiani e come risultati complessivi siamo risultati il primo Comitato d’Ita-lia. Anche quest’anno è stato così e la testimonianza viene da un dato certo, ovvero che su 12 gare gio-vanili fra Ng e tricolori in ben 10 siamo saliti sul gradino più alto del podio. Questo significa che il lavoro di gruppo è di ec-cellente qualità e questo grazie ad uno staff tecnico collaudato, formato dall’allenatore respon-sabile Paolo Debertolis e dagli altri tecnici Marco Baldo, Atti-lio Dellagiacoma, Mirco Filippi, Fernando Pedergnana e Mario Varesco.Le medaglie giunte anche quest’anno dal settore fondo so-no in totale 29, delle quali 13 da atleti del Comitato Trentino fra gare individuali e staffette ed 8 da atleti del gruppo un-der 23, quindi presumibilmente quelli che rappresentano l’im-mediato futuro del fondo azzur-ro. Bisogna altresì sottolineare

che non sono mancate le medaglie di legno e piazzamenti a ridosso del podio con distacchi minimi, ma lo sport è an-che questo e non ci lamentiamo di certo.Senza dubbio Gaia Vuerich, juniores dalle belle speranze, continua a rappre-sentare la punta di diamante del nostro movimento giovanile. Non è un caso che sia stata convocata per i campionati mondiali di Oslo e che

abbia partecipato a parecchie gare di Coppa del Mondo. Deve ancora lavorare tanto per affermarsi, ma le aspettative ci sono tutte.Per quanto riguarda gli atleti del Comita-to le gare più rappresentative sono state la tappa trentina di campionato italiano a Lago di Tesero, con ben 5 medaglie per il Trentino ed ancora la grande sod-disfazione della vittoria e del terzo posto

nella staffetta giovani maschile a Slingia, in Alto Adige.I migliori risultati sono giunti dalle categorie juniores con i vari Ruben Bozzetta, Paolo Fan-ton, Giandomenico Salvadori, Mario Roncador, Mauro Briga-doi, Nevio Zeni, Gaia Vuerich, Stefania Zanon e Pietro Valorz mentre fra gli aspiranti abbia-mo faticato un tantino in più ri-spetto alle altre rappresentative. Ma questo non vuol dire nulla. L’esperienza di tanti anni ci ha insegnato che non è sempre detto che chi va forte da giovane Ne troviamo un esempio proprio nel nostro atleta Giandomenico Salvadori che nelle ultime due stagioni ha fatto davvero passi da gigante parallelamente alla sua maturazione fisica e tecni-ca.Oltre al campionato italiano

Anche in questo inverno

su 12 gare giovanili disputate

in 10 occasioni il Comitato Trentino di fondo è risultato il migliore d’Italia.

Un segnale che si sta lavorando

bene

In alto da sinistra Pietro Valorz, Giordano Passerini. Qui sopra, Tomaso Fedel e Andrea Titta

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sprint e a tecnica libera andato in sce-na a Lago di Tesero grazie all’eccellen-te organizzazione dell’Unione Sportiva Cornacci, l’Unione Sportiva Primiero San Martino a fine stagione ha allestito una gara del circuito Nazionale Giovani, contraddistinguendosi anche in questa occasione per capacità organizzative.In autunno inoltre avevamo presentato con un pizzico d’orgoglio due novità re-golamentari ed organizzative, ovvero l’in-troduzione delle gimkane per tutte le ca-tegorie giovanili che è stata accolta con entusiasmo da tutto il nostro movimento, seppure con qualche modifica da adotta-re nelle prossime annate, e la Marcialon-ga Young per allievi, aspiranti e juniores lo stesso giorno della prestigiosa gran fondo. Una gara che è piaciuta e che ha dato l’opportunità alle giovani promesse trentine ma non solo di affrontare, su percorso ridotto, lo stesso teatro dei big impegnati poche ore dopo in una delle classiche dello sci.

Un altro esperimento che troverà sicura-mente seguito nelle prossime stagioni.In conclusione un grazie particolare lo voglio rivolgere al presidente del Comita-to Trentino Angelo Dalpez per la sua at-tenzione nei confronti della nostra realtà e per le risorse che è riuscito a metterci a disposizione, ma anche ai Gruppi Spor-tivi Militari che collaborano sempre con noi e in particolare il Corpo Forestale che anche nell’ultimo inverno ci ha garantito il distacco dei due allenatori Marco Pe-dergnana e Fernando Pedergnana, una scelta che ci consente di lavorare con maggiore serenità potendo contare su tecnici preparati.Seppure la neve sia praticamente già sciolta per noi ora inizia il lavoro di pro-grammazione e la speranza è quella di poter concretizzare alcuni progetti legati al Comitato che abbiamo in cantiere e per i quali si è interessato in prima per-sona il nostro presidente Angelo Dalpez.

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Da sinistra in senso orario: Manuel Simion, Stefania Zanon, Ruben Bozzetta, Valeria Deflorian e Giulia Sturz

Page 25: SciA in Trentino - maggio 2011

RESPIRIAMO SANOLIBERIAMOCI DAL FUMOIn Trentino il 51% delle persone NON fuma e il 23% HA SMESSO di fumare

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Page 26: SciA in Trentino - maggio 2011

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analisi di Roberto Brigadoi

D ue sport, una sola passione. È il leit motiv che da al-cune stagioni accompagna un progetto ambizioso che coinvolge l’intera Val di Fiemme. L’obiettivo è quello di

creare un vivaio importante per il biathlon, disciplina spetta-colare ed entusiasmante, ma che in Trentino negli ultimi anni fa fatica a decollare. Il progetto è coordinato da Lucia Rocca e quest’anno ha coinvolto tre società fiemmesi con discreti risultati. È indubbio che la mancanza di un poligono fisso è de-cisamente limitante e sicuramente la presenza di una struttura sarebbe automaticamente un volano promozionale. In chiave lavori per i Mondiali 2013 sembra sia la volta giusta e che nei lavori di Lago di Tesero sia incluso il tanto atteso poligono e, probabilmente, anche una pista da skiroll per gli allenamenti estivi e autunnali.Se infatti nell’ultimo inverno gli aderenti al progetto “Two Sport One Passion” erano una decina questa opportunità che si sta delineando riuscirebbe sicuramente ad incrementare il numero di giovani biathleti, e come conseguenza non mancheranno sicuramente i risultati.Detto questo devo ringraziare sia la coordinatrice dell’iniziati-va Lucia Rocca, sia l’allenatore Giancarlo Dellantonio che con tanta professionalità e lavoro certosino ha creato e motivato un gruppo interessante. Il Team Trentino di biathlon quest’anno era composto dagli allievi Veronica Nones e Lorenzo Tomio, entrambi del Gruppo sportivo Castello di Fiemme, quindi da 6 giovani atleti inseriti nella categoria ragazzi, nel dettaglio Simone Degodenz e Jo-sef Vinante della Cornacci, Martin Moser e Nicolò Nones del Gruppo Sportivo Castello di Fiemme, Alex Dellantonio e Mattia Felicetti della Dolomitica.Il gruppo agonistico ha partecipato alla Biathlon Cup in Alto Adige, ottenendo buoni risultati e in particolare con Veroni-ca Nones che ha centrato ben due secondi posti. Purtroppo nell’appuntamento più importante della stagione, ovvero i cam-pionati italiani di categoria in Val Martello di febbraio è andato tutto storto e siamo tornati a casa senza medaglie. Ma le scon-fitte servono anche per maturare ed ecco che in questi mesi proseguiremo con l’allenamento del team esistente, ma altresì continueremo nella promozione per far avvicinare nuovi giovani e per far conoscere sempre più questo magnifico sport.Una menzione la voglio dedicare ai campionati trentini che si sono disputati a Lago di Tesero. C’è tanta voglia di biathlon ed è stata discreta pure la partecipazione nella gara revival. Fra l’altro proprio alle gare provinciali hanno partecipato per la prima volta anche Caterina Piller della Dolomitica ed Alice Necchi del Gruppo sportivo Castello di Fiemme, che dal pros-simo inverno potrebbero entrare a far parte del progetto “Two Sport One Passion”. E se qualche giovane, anche non fiemmese, avesse desiderio di cimentarsi con questa entusiasmante disciplina (ricordo che i piccoli sparano ad aria compressa) siamo a loro completa di-spozione. Basta che contatti uno sci club della Val di Fiemme, i cui numeri si trovano sull’Agenda Fisi e sul sito www.fisi-trentino.it, oppure direttamente l’U.S. Dolomitica di Predazzo all’ indirizzo e-mail [email protected] che è la Società che coordina il Progetto.

n

vivaio da coltivareLa stagione del biathlon trentino non ha portato medaglie, ma il progetto “Two Sport One passion” funziona e sarà incrementato

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ANALISI di Silvio Dondio

L o snowboard Trentino ha chiuso la stagione in bellezza, generando euforia, entusiasmo e molta sod-

disfazione da parte degli atleti, allenatori e dirigenti. Ed io in prima persona non posso che esultare ed essere orgoglioso di far parte di questa famiglia di “brega-ri” in seno al Comitato Trentino. Le 20 medaglie ottenute ai campionati italiani di Chiesa Valmalenco oltre a lasciare tut-ti a bocca aperta sono il risultato di tanta dedizione, programmazione e lavoro. Si tratta di un record storico che ci servirà sicuramente da stimolo per proseguire in questa direzione.

Il nostro impegno era iniziato in autunno con uscite in ghiacciaio programmate e seguite da Elia Detomas il nostro allena-tore per le categorie Giovani, mentre la stagione agonistica è iniziata a dicembre con un ricco calendario di gare Fis e del-la Triveneto Cup. Quest’anno il circuito supercollaudato Triveneto Cup ha avuto un format diverso rispetto agli altri anni, visto che nel programma sono state inse-rite 6 gare di alpino 5 boardercross , 1 slopestyle e 3 big air, per un totale di 15 gare (2 annullate per problemi atmosfe-rici). Per la prima volta è stato scelto in via sperimentale la stesura di classifiche separate per specialità. E così a fine sta-gione, in occasione dell’ultima gara in programma sul col Rodella a Campitello di Fassa, si sono designati i campioni di disciplina alpino, di boardercross, e di freestyle per tutte le categorie previste dalla Fisi. Nella stessa occasione sono stati premiati i campioni trentini e le 3 società trentine più valenti...Ne è uscita una festa dello snowboard in un contesto ambientale dolomitico da fa-vola, una giornata splendida ed una gara di boardercross organizzata perfettamen-te da Elia Detomas e dal suo staff. L’al-tra novità di quest’anno, anche questa in via sperimentale, è stata introdotta nelle gare di boardercross, con l’inserimento dell’ordine di partenza e con una clas-sifica separata per lo skicross, la disci-plina che la Fisi ha deciso di accorpare allo snowboard e che in futuro prenderà sicuramente campo.I risultati degli atleti trentini non hanno tardato ad arrivare, confermando la vali-

record storico Con i tricolori di Chiesa Valmalenco si è chiusa la stagione dello snowboard che ha portato al Trentino addirittura 20 medaglie ai campionati italiani, senza dimenticare poi la straordinaria annata di Alberto Schiavon

LE 20 MEDAGLIE D’ORO AI TRICOLORI

ORO Mirko Felicetti (Monti Pallidi) Gigante Parallelo Junior Jessica Felicetti (Monti Pallidi) Snowboardcross Femminile Emil Zulian (Ski Team Fassa) Half Pipe Allievi Emil Zulian (Ski Team Fassa) Slopestyle Allievi Giorgia Locatin (Ski Team Fassa) Slopestyle Allieve Nicola Liviero (Monte Baldo Snowboarding) Half Pipe Ragazzi Nicola Liviero (Monte Baldo Snowboarding Snowboardcross Ragazzi Francesca Pasetto (Monte Baldo Snowboarding) Snowboardcross Ragazze

ARGENTO Giorgia Locatin (Ski Team Fassa) Half Pipe allieve Alice Lombardi (Monte Baldo Snowboarding) Snowboardcross Ragazze Gabriella Dallaglio (Monti Pallidi) Snowboardcross Allieve

BRONZO Nicola Liviero (Monte Baldo Snowboarding) Slopestyle Ragazzi Nicola Ganz (Monti Pallidi) Slopestyle Allievi Ilaria Collini (Campiglio Ski Team) Slopestyle Femminile Gabriella Dallaglio (Monti Pallidi) Slopestyle Allieve Gabriella Dallaglio (Monti Pallidi) Gigante Allieve Francesca Pasetto (Monte Baldo Snowboarding) Slopestyle Ragazze Francesca Pasetto (Monte Baldo Snowboarding) Halfpipe Ragazze Alice Lombardi (Monte Baldo Snowboarding) Gigante Ragazze Nicola Liviero (Monte Baldo Snowboarding) Gigante Ragazzi

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dità della nostra formula nell’indirizzare fin da cuccioli a partecipare a tutte le gare, sia con tavola hard che soft.Ed è la filosofia della Triveneto Cup, che dedica attenzione a tutte le specialità dello snowboard e in particolare alle ca-tegorie giovanili. In effetti nelle classifi-che finali della Triveneto Cup il trentino ha sempre fatto podio specialmente nel-le discipline freestyle e snowboardcross.Per quanto riguarda invece i nostri giova-ni, la squadra Comitato oltre alla Trive-neto Cup ha seguito anche una parte del circuito Fis e Coppa Europa, impegnan-do sia gli atleti sia l’allenatore a lunghi spostamenti infrasettimanali. Anche in queste competizioni ad alto livello non sono mancate le soddisfazioni con buoni risultati. Non possiamo dimenticare poi la magnifica stagione dei nostri atleti più rappresentativi, ovvero il campiglia-

no Alberto Schiavon, che ha vinto ben due gare di Coppa del Mondo quest’anno a Chiesa Valmalenco e a Telluride nel team events in coppia con Luca Matte-otti. Positiva anche l’annata del moenese Mirko Felicetti, che ha recuperato dopo l’infortunio di inizio stagione, disputan-do una buona annata con il gruppo Cop-pa Europa.La soddisfazione maggiore è poi arrivata dalla lunga trasferta a Chiesa Valmalen-co ad inizio aprile in occasione dei Cam-pionati Italiani Assoluti e delle categorie Ragazzi e Allievi. È stata una settimana incredibile dove le medaglie arrivavano giorno per giorno. In quella occasione si è potuto vedere del buono e sano agoni-smo anche nelle categorie più giovani, e per questo va un plauso da parte del Comitato Trentino e mio personale oltre naturalmente agli atleti, ai preparatori e

allenatori che con la loro professionalità e costanza hanno permesso questo stra-ordinario successo. Sono ben 8 le me-daglie d’oro, 3 quelle d’argento e 9 di bronzo centrate.Credo fermamente che gran parte del merito vada anche a quelle persone che hanno preparato e seguito costante-mente questi ragazzi, mettendoci molta passione. Fra questi l’allenatore del Co-mitato e dello Ski College di Pozza di Fassa Elia Detomas, quindi l’allenatore del Monte Baldo Malcesine Francesco Lombardi e quello dello Ski Team Fassa Erik Dantone. Questi risultati dimostrano che stiamo lavorando bene e che siamo sulla giusta strada. Sono convinto che le medaglie vinte siano uno sprono per ravvivare l’entusiasmo e la passione per questo meraviglioso sport , lo snowboard.

n

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valtellinesi pigliatutto

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neveFresca di Ugo Merlo

C on una memorabile edizione del PalaRonda Ski Alp, si è chiusa in Trentino la stagione della gare

dello sci alpinismo per la stagione 2010-2011. L’apertura era stata all’insegna della Coppa delle Dolomiti e novità asso-luta con una gara dedicata solo ai giova-ni, il Memorial Fabio Stedile disputatosi il 12 dicembre sulle nevi del Passo Rol-le, nel Parco Pale di San Martino Pan-neggio. Inverno che si è chiuso sempre con la Dolomiti, nello stesso Parco sulle nevi dello straordinario scenario delle Pale di San Martino, che hanno offerto in tutta la loro suggestione una giornata da ricordare.Questa gara, grazie alla bellezza del suo percorso, e alla bravura della squadra guidata da Mariano Lott, potrà diventare una classica del calendario delle gare in-ternazionali. La stagione è stata caratte-rizzata dalla generale crescita del movi-mento e grazie alle abbondanti nevicate di novembre e dicembre in alta quota, i tracciati sono sempre stati all’altezza delle caratteristiche fissate dai regola-menti. Sono in alcuni casi si è dovuti ricorrere a percorsi di riserva, come nel campionato italiano di Cima d’Asta, per via del brutto tempo, ma le montagne del Tesino ed in generale quelle del Trentino sono generose. Va sottolineata poi, la competenza delle collaudate or-

ganizzazioni. La Coppa delle Dolomiti si è svolta in sei gare, con cinque valide per la classifica finale essendo stata la prima solo per le categoria giovanili. Una Dolomiti più leggera che ha perso gare quali la Sellaronda, la Pizolada, la già ci-tata Lagorai Cima d’Asta, la Ski Alp delle Dolomiti di Brenta, che hanno proseguito il loro cammino in modo indipendente. Tutte sono state disputate regolarmente e con la consueta competenza, è manca-to per queste competizioni di cui molte fondatrici della stessa Dolomiti, quel filo conduttore, che a nostro modesto avviso era un valore aggiunto.Si è affacciata inoltre sulla scena una nuova competizione, il Trofeo Kreuzspit-ze, dedicato alla memoria dell’alpinista Waler Nones, di Sover, che ci ha lasciato prematuramente vittima l’autunno scor-so sul Cho Oyu.Venendo ai protagonisti la Coppa delle Dolomiti è stata dominata dagli sci al-pinisti lombardi. Tra le donne c’è stata l’affermazione di Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini le due regine del-lo sci alpinismo nazionale, di Bormio, che hanno smesso con le impegnative gare internazionali dedicandosi ad uno sci alpinismo agonistico fatto, sempre in coppia, anche nelle prove singole e all’insegna del facciamo le gare che ci piacciono.

Hanno apprezzato, ma non poteva essere altrimenti, le nostre montagne, le nostre gare e l’organizzazione dei trentini, che diciamo noi hanno contribuito in questi anni a far crescere il movimento dello sci alpinismo. Le due valtellinesi hanno imposto la loro legge, senza mai un ce-dimento, sono su di un altro pianeta, al-meno in Italia ed hanno vinto assieme la Pitturina Ski Race, saltando solo il Tour de Sas vinto dalla sempre ottima, quan-do gareggia Orietta Calliari. Nella Ski Alp della Val Rendena, è stata classificata prima la Martinelli, poi nella fantastica giornata dello Ski Rai dell’Adamello, vinta dalla coppia franco-spagnola Roux-Mirò hanno consolidato le posizioni e nel Palaronda, la Pedranzini ha preceduto d’un soffio l’amica finendo il challange alla pari e divedonsi il primo gradino del podio. Le donne del Trentino nella 19ª Dolomi-ti, a seguito dello stop per maternità di Maddalena Weger e delle poche gare fat-te dalla Calliari, che sta concludendo la sua splendida carriera agonistica, hanno subito le lunari Martinelli Pedranzini, dovendo accontentarsi della posizioni alle loro spalle. Sta però crescendo la giovane Elena Nicolini, la Zanon è rien-trata alle gare dopo uno stop iniziale ed è sempre combattiva, mentre Nadia Scola che si è guadagnata il titolo di campio-

Si è chiusa una stagione ricca di spunti con i valtellinesi assoluti dominatori anche in Coppa delle Dolomiti, ma non tanti giovani trentini in evidenza

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nessa trentina quando gareggia sa met-tersi sempre in evidenza.Tra gli uomini, il fortissimo Guido Giaco-melli pure lui della Valtellina saltata la Pitturina dove hanno vinto l’alto atesino Friedl Mair ed il lombardo Matteo Pe-dergnana, ha vinto tutte le restanti gara, correndo nelle coppie con il bravissimo Lorenzo Hozknecht. Un dominio netto, quello di Giacomelli, che ha bissato il successo del 2010. Giacomelli ha domi-nato la Ski Alp della Rendena, l’Adamel-lo con Holzknekt e il Palaronda, facendo sempre la lepre davanti a tutti dal primo all’ultimo metro. Anche il secondo ed il terzo gradino del podio della Dolomiti è targato Sci Club Alta Valtelina, con Da-niele Pedrini abbonato quest’anno al se-condo posto e terzo Matteo Pedergnana. Da sottolineare il ritorno di un Pedrini sul podio della Dolomiti. Daniele è nipo-te del grande Chicco, che vinse il trofeo allora dedicato a Fabio Stedile nel ’95 e ‘96 in coppia con Fabio Meraddi e poi nel 1998. Fuori dal podio i nostri, con quarto Ivo Zulian, quinto Thomas Marti-ni, sesto Riccado Dezulian, settimo Da-vide Galizzi, seguito da Alex Savadori. Da sottolineare come siano in crescita alcuni giovani, che speriamo possano raccogliere l’eredità di Franco Nicolini, Mirco Mezzanotte, Carlo Battel e Martin Riz. Questi giovani sono Alex Salvadori e

Davide Galizzi e anche Thomas Trettel, che al PalaRonda si è guadagnato il tito-lo di campione trentino di sci alpinismo. Non ci possiamo poi dimenticare degli ancor più giovani Federico Nicolini, Gian Luca Vanzetta, Mirko Ferrari e Simone Bettega, ed ancora Elisa Antiga e Ste-fania Casari. Un sestetto su cui puntare che sembra proprio garantirci tante sod-disfazioni per il futuro. Non ci dimenti-chiamo poi di Camillo Campestrin dello Sci club Cima Dodici, che ha vinto il titolo italiano master sia individuale, sia a coppie con Roberto Panizza dell’Ada-mello Ski team.Nel Sellaronda Ski Marathon, hanno vin-to tra gli uomini la coppia formata da Alan Seletto e Tony Sbalby, davanti a Graziano Boscacci e Daniele Pedrini, tra le donne si sono imposte stabilendo il nuovo record della gara la Pedranzini e la Martinelli in 3h55’12”. Nella Pizolada ha vinto Damiano Lenzi, davanti a Friedl Mair, tra le donne prima vittoria per Ele-na Nicolini. Mentre nella Lagorai Cima d’Asta, valida per l’assegnazione del tri-colore a coppie, Giacomelli e Holzknecht hanno imposto la loro legge, tra le don-ne le regine Pedranzini e Martinelli non hanno avuto rivali. Sul Brenta ha vinto il francese Bon Mardion e fa le donne le solite due Pedranzini e Martinelli.

n

Tanti tifosi in quotaFra le note liete di questa stagione non si può non ricor-dare quanto accaduto all’Adamello Ski Raid, penultima tappa di Coppa delle Dolomiti. La competizione che si svi-luppa in gran parte sul territorio trentino ha infatti aperto una nuova pagina nel mondo dello sci alpinismo. Ci ha piacevolmente sorpreso vedere tanta gente sul tracciato di gara, quantificata in circa 2500 appassionati dislocati nei tratti più significativi, basti pensare che dalle 5.30 di domenica mattina (orario di apertura straordinario della cabinovia Paradiso) alle 7.30 sono stati registrati 2000 passaggi, esclusi i possessori di skipass stagionale e la gente che è salita il sabato e che ha dormito nei vari ri-fugi. Non esageriamo dunque a dichiarare che hanno se-guito la gara in quota circa 2500 appassionati. Una cifra che solo poche gare al mondo (Pierra Menta, Patrouille des Glaciers e Mezzalama) riescono a far registrare. Ed anche al PalaRonda Ski Alp tanti appassionati hanno ap-profittato della gratuità della Funivia Rosetta, per salire sull’altopiano delle Pale di San Martino a fare il tifo. Un alto traguardo superato dal circuito Coppa delle Dolomiti e dalle sue gare.

Due episodi da ricordareIl primo poco sportivo capitato alla Lagorai Cima d’Asta, Nadia Scola che con le donne era partita prima è stata superata dal coriaceo Damiano Lenzi con poca cavelleria.Il secondo positivo accaduto al PalaRonda, che ha visto protagonista Sabrina Zanon, in difficoltà. La campionessa dell’Alto Adige Andrea Innerhofer nel superarla si è fermata e le ha offerto un gel ener-getico. Questa è la faccia bella dello sci alpinismo, che richiama la solidarietà prima dell’agonismo.

Federico Nicolini giovanissimo e fortissimo.Nella pagina precedente: Francesca Martinelli e Roberta Pedranzini e il promettente Alex Salvadori

Page 34: SciA in Trentino - maggio 2011

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analisi di Pietro Vanzo ed Ezio Brigadoi

S iamo a fine stagione ed è tempo di bilanci. Una stagione strana questa appena trascorsa, vissuta

dai nostri ragazzi un po’ in sordina, senza acuti né risultati eclatanti. Sicuramente per quest’anno l’atleta trentino che può ritenersi maggiormente soddisfatto è Davide Bresadola, passato coraggiosa-mente l’autunno scorso dalla combina-ta nordica al salto speciale e trovando una conferma sempre più chiara nella squadra nazionale di Coppa del Mondo. Ed è proprio grazie a queste conferme che Davide, assieme al più giovane ma altrettanto meritevole Diego Dellasega, hanno potuto confermare il loro eleva-to valore tecnico con la partecipazione ai Mondiali di Oslo, esperienza che non ha visto brillare Diego, frenato anche da problemi fisici che lo hanno penalizzato, mentre ha premiato Davide con un risul-tato confortante, la qualifica sul mitico trampolino di Holmenkollen, completa-mente rinnovato per l’evento iridato.Per l’altro nostro portacolori in forza alla squadra nazionale maggiore, Ro-berto Dellasega, la stagione appena trascorsa non è stata sicuramente esaltante; senza remore va archivia-ta al più presto possibile cercando

di ripartire con la serenità e la convin-zione di poter far meglio e confermare quanto di buono e importante ha fatto vedere nelle stagioni precedenti.Capitolo da ricordare per i nostri atleti di punta il finale di stagione con la tappa di Coppa del Mondo a Planica, in Slovenia, dove Davide e Diego si sono distinti con risultati interessanti ed in particolare Diego ha realizzato il nuovo record Tren-tino con un salto di 193,50 m.Per quanto riguarda le squadre di Comi-tato, nella combinata nordica Roberto Tomio non ha fatto quel salto di qualità che ci si aspettava dopo l’esaltante terzo posto ai Campionati di categoria nel Sal-to Speciale della scorsa estate ed i risul-tati sono stati in linea a quelli dell’ultima stagione senza acuti di rilievo. Più soddisfacente la stagione dei due giovani emergenti fiemmesi Paolo Cor-

radini e Daniele Varesco, che hanno rag-giunto l’apice con la convocazione agli EYOF (Giochi Olimpici Europei Giovanili) svolti a Liberec (Repubblica Ceka), du-ranti i quali si sono anche visti buoni risultati per entrambi. Un plauso parti-colare va poi fatto a Paolo Corradini, che è riuscito a dare continuità alle proprie prestazioni sportive anche nell’ultima parte di stagione, dimostrato un conti-nuo miglioramento e giungendo a sfio-rare i primi, attesissimi punti in Alpen Cup. Un ottimo auspicio per il prossimo anno. Sicuramente gran parte del merito va al loro allenatore, Andrea Longo, che con entusiasmo e competenza li ha se-guiti per tutta la stagione. Altro risultato positivo e di qualità as-soluta, con enorme soddisfazione anche per noi dirigenti del Comitato, è stato il primo punto conquistato in Coppa Con-tinentale (praticamente la Coppa del Mondo Femminile) da parte di Veronica Gianmoena, ottenuto a Zakopane in Po-lonia lo scorso 13 febbraio. A completa-mento di una stagione interessante, resa particolarmente difficile dalla improvvisa scomparsa della amica e compagna Si-mona Senoner, va menzionata anche la partecipazione ai Campionati Mondiali

Una stranastagione

Davide Bresadola e Diego Dellasega le note più confortanti della stagione.

Un po’ sottotono invece Roberto Dellasega

Daniele Varesco. Sopra, Diego Dallasega

Page 35: SciA in Trentino - maggio 2011

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Junior a Oteepa (Estonia), che l’hanno vista in gara assieme ai nostri ragazzi Roberto Tomio, Paolo Corradini e Daniele Varesco, portando così a quattro i rappresentanti del Comitato Trentino alla manifestazione iridata giovanile.Ma c’è una cosa della quale il Comitato può andare fiero quest’anno. I nostri ragazzi, i più giovani, quelli che grazie allo sforzo di genitori e società sportive vivono e credono nello sport più vero. Loro hanno letteralmente dominato la stagione agonistica in campo nazionale, vincendo tutte le gare sia di salto speciale che di combinata nordica della categoria ragaz-zi, grazie soprattutto al talentuoso ed emergente Giulio Bezzi, supportato dai tanti piazzamenti dei suoi compagni solandri e fiemmesi. Ed ancora, nella categoria allievi, laddove il porta-colori dell’Us Lavazè Luca Gianmoena (fratello di Veronica), ha dominato tutte le gare di combinata nordica vincendo an-che alcune gare di salto speciale, anche in questo caso con parecchi piazzamenti di prestigio dei compagni trentini.Tale predominio a livello giovanile è poi stato confermato al Campionati Nazionali di categoria, laddove su 12 medaglie disponibili (4 ori, 4 argenti e 4 bronzi) il Comitato Trentino ne ha conquistato ben 6, di cui ben 3 ori sui 4 disponibili. Ed a cappello della stagione giovanile particolarmente favorevole il Comitato si è confermato dominatore assoluto della classifica finale di Coppa Italia con il primo posto sia nel salto speciale che nella combinata nordica in entrambe le categorie, ragazzi ed allievi.E come sempre è giunta l’ora dei saluti e dei ringraziamenti. E come possiamo non ringraziare e complimentarci con le tre società trentine: Us Dolomitica, Us Lavazè e Gs Monte Giner e con i loro allenatori per il lavoro svolto e l’impegno che dedicano nel seguire i nostri ragazzi. Come sempre le Società hanno dimostrato professionalità ed entusiasmo sia nella gestione dei piccoli atleti che nel difficile ed oneroso compito dell’organizzazione di gare. In tale senso un com-plimento particolare va all’Us Lavazè che per la prima volta si è cimentata quest’estate organizzando una gara Nazionale Giovani con risultati apprezzati da tutte le società e dagli atleti partecipanti.E pian piano ci avviciniamo a Fiemme 2013... con un sogno nel cassetto: i nostri ragazzi protagonisti in casa.

n

Il talentuoso Giulio Bezzi

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Page 36: SciA in Trentino - maggio 2011

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Screening di Maddalena Collini

la rivoluzionedelle categorieÈ solo una proposta, si sta discuten-

do, non è ancora una cosa sicura. Certo è che non mette tutti d’ac-

cordo l’idea di spostare di un anno tutte le categorie, a partire dal baby fino ai giovani: la carriera degli atleti di domani comincerebbe così in terza elementare, e finirebbe con la categoria giovani a ventuno anni e non più a venti. I sentori nel mondo dello sci? Tante teste, tan-te opinioni. E se quasi tutti concordano sull’opportunità della decisione, c’è chi si preoccupa per l’anno di transizione. La fortuna – sfortuna sarebbe infatti tutta dei nati negli anni 1997, 1999 e 2001, che si trovano ad essere le “vitti-me” prime di questo cambiamento. At-tenzione, però. Il cambio delle categorie deve avvenire a livello internazionale, ci vuole una proposta della Commissione Fis, la ratifica del Consiglio e poi l’ade-guamento delle categorie a livello di Fe-derazione Nazionale. Per ora siamo solo alla fase uno, con una proposta sul tavolo del Consiglio. Cosa succederà esattamente, nel caso la deci-sione venisse definitivamente presa? Per fare chiarezza sulla questione abbiamo intervistato Marco Peterlini, responsabi-le del settore ragazzi-allievi del Comitato Trentino.

Marco, a che punto siamo con i lavori?«La Commissione Fis ha fatto la proposta di cambiamento al Consiglio Fis, e sarà questo a valutare se accettare o meno. Una volta che il Consiglio decidesse per il sì, ogni Federazione nazionale dovrà fare proprie le modifiche alle categorie. Per ora si parla ancora in chiave ipoteti-ca, non è sicuro che il Consiglio ratifichi la proposta, ma è molto probabile che lo faccia. La Fis si riunirà fra poche setti-mane, probabilmente proprio in quella sede verrà deciso».In concreto cosa succederà se verrà pre-sa questa decisione?«Nella prossima stagione 2011/2012 non verrebbe cambiato niente, sarebbe invece la stagione successiva a risentire dei cambiamenti, poiché nel 2012/2013 nessuno avanzerebbe di categoria. E questo varrebbe per i baby, per i cuccio-li, i ragazzi, gli allievi e i giovani. Prati-camente ci sarebbe qualcuno che invece di fare solo due anni in categoria, se ne farebbe tre: i nati nel ’97 rimarrebbero “due stagioni nel secondo anno allievi”, così come i nati nel ‘99 si fermerebbero un anno in più nella categoria ragazzi e come i 2001 si farebbero tre anni nei cuccioli. Dalla stagione 2011/2012 alla stagione 2012/2013, praticamente, si

avrebbe una specie di congelamento: le categorie rimarrebbero uguali, ma ver-rebbe tutto traslato avanti di un anno».Perché questa scelta?«Principalmente perché a livello inter-nazionale ci si vuole uniformare a quello che è lo sport in generale, alle sue ca-tegorie: under 21, under 16, under 14. Succederebbe così che nello sci i ragaz-zi corrisponderebbero all’under 14, gli allievi all’under 16, i giovani all’under 21. Ci sono poi tanti e tanti altri motivi che portano a questa scelta, per esem-pio è anche una questione di possibilità: i campioni rimangono campioni sempre più a lungo, e chissà che questa scelta non sia l’occasione per dare ai ragazzi il tempo di diventarlo. Aspettarli, in qual-che modo, un anno in più».Perché il cambiamento avverrà nella sta-gione 2013/2014?«Avrebbero potuto farlo prima questo passaggio, ma non hanno potuto per questioni di competizioni. Nel gennaio 2012 ci saranno le Olimpiadi Giovanili ad Innsbruck, e introdurre un cambia-mento del genere alle porte di un even-to del genere avrebbe creato una gran confusione nella selezione degli atleti partecipanti».

È ancora al vaglio l’avanzamento di un anno delle categorie dello sci alpino. Deciderà a breve la Fis, ma i dirigenti e allenatori trentini sono più che favorevoli

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Ma cosa ne pensa il movimento trentino di questa rivolu-zione? Abbiamo interpellato alcuni allenatori e dirigenti di sci club provinciali. Ecco cosa ne pensano:

Alessandro Finazzer (allenatore Comitato Trentino)È molto positivo, i ragazzi hanno più tempo per maturare fisicamente e possono prolungare la loro carriera agonisti-ca. Gli allievi che si troveranno in questo anno di transi-zione saranno avvantaggiati, riusciranno a preparare bene il passaggio alla categoria aspiranti. Sarebbe bello che lo lasciassero questo anno in più, anzi per me sarebbe ancor meglio rimanere allievi addirittura quattro anni!

Rudj Redolfi (allenatore Agonistica Campiglio)È un passaggio da fare, ma quelli che devono aspettare ci perdono. I bravi, quelli che già vincono al primo anno, dovranno rimanere tre anni nella stessa categoria, senza confronto con chi è più avanti di loro. Magari invece sarà positivo per tutti, dobbiamo aspettare e vedremo come sarà in concreto.

Moreno Rizzi (allenatore Ski Team Fassa)È una cosa positiva. I ragazzini sono troppo spinti a vincere fin da piccoli, in questo modo vanno avanti gradualmente. Avranno più tempo per imparare e per portarsi avanti con la sciata prima di entrare nella categoria aspiranti: il salto dall’ultimo anno allievi al primo aspiranti viene così ad essere meno difficile.

Luca Fontanive (allenatore Us Monti Pallidi)L’idea non mi dispiace. A questa età non è facile assor-bire un cambio repentino di categoria, in questo modo ci sarebbe un approccio più diluito. I cuccioli si troveranno ad essere ragazzi con un fisico più pronto allo slalom con i pali alti e più preparati al superG. Si potrà lavorare più sul contenuto tecnico e lasciare la gara al suo posto, senza la fretta di vincere. Lavorare con più tranquillità.

Pino Pasquali (allenatore Sc Panarotta)Sono d’accordo con questa scelta, la approvo in pieno. Si-curamente porterà dei vantaggi, la maturazione dei ragazzi farà sì che nel passaggio alla categoria successiva ci siano meno problemi.

Diego Podetti (presidente Ski Team Val di Sole)È molto positivo per le categorie baby e cuccioli, e soprat-tutto per i giovani, che altrimenti smettono a vent’anni. Speriamo che la decisione di spostare le categorie arrivi presto.

Sergio Sperandio (resp. sci alpino Us Primiero San Mar-tino)Nella società siamo tutti favorevoli, i vantaggi sarebbero diversi: anzitutto si sgonfierebbe questo agonismo nelle ca-tegorie dei più giovani, che è una delle cose peggiori, e poi si riuscirebbe a far sciare un anno in più i giovani, portarli fino a ventuno anni, quando hanno scelto la loro strada.

Ruggero Carbonari (resp. sci alpino Ski Team Altipiani)È una cosa positiva, perché si riesce a portare gli allievi e i giovani a maturare di più. A vent’anni quasi tutti smettono e invece bisognerebbe trovare un modo per prolungare la loro permanenza nel mondo dell’agonismo, seguirli di più, soprattutto le donne: per loro non ci sono circuiti dopo la categoria giovani.

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Esistono sul punto 2 correnti di pensiero, come ho avuto modo di capire confrontandomi con amici,

genitori e addetti ai lavori vari. Da una parte vi è chi difende strenuamente la meritocrazia, la selezione dei migliori, perché possano affrontarsi al meglio nel-le condizioni ottimali. Dall’altra vi è chi invece spinge per portare quanto più in là possibile il gioco, attenuando la com-petizione e consentendo alla massa di divertirsi senza troppe pressioni. Di cosa sto parlando? Del regolamento adottato nelle varie competizioni giovanili, cate-gorie baby e cuccioli, e di conseguenza ai Campionati Trentini.Quest’anno, come mi è parso pienamen-te chiaro solo a Folgaria sede per l’ap-punto del Campionato provinciale, sono state fatte dalla Fisi e dal nostro Comi-tato delle scelte radicali rispetto alla scorsa stagione, e cioè: 1) introduzione delle categorie per annate, divise quindi in 2003, 2002, 2001 e 2000 2) validità di ogni gara a se stante, senza nessuna graduatoria di merito stabilita a priori, con sorteggio integrale di tutti i pettorali di partenza. Ciò è avvenuto alle selezioni del Pinoc-chio, alle gare delle varie circoscrizioni e ai Campionati Trentini. Ben difforme, come sapete, era il quadro fino allo scorso anno, dove le categorie baby e cuccioli erano biennali ed erano favoriti nell’ordine di partenza coloro che nelle competizioni precedenti avevano acqui-sito punteggio. Nell’ottica dei più bravi, a mio avviso, il nuovo sistema è netta-mente penalizzante. Infatti la divisione delle categorie porta inevitabilmente al-la crescita del numero dei partecipanti, soprattutto per quanto concerne quelli del primo anno. L’assegnazione casuale del numero di partenza, poi, favorisce o sfavorisce nettamente un atleta rispet-to ad un altro, quando magari hanno lo stesso potenziale. Prendiamo ad esem-pio i Campionati Trentini: 700 bambini in pista, divisi su due percorsi, mentre lo scorso anno erano molti meno, in quanto senza selezione tutti possono iscriversi e partecipare. Un baby secondo anno, di quelli più bravini che avevano acquisito punteggio nella circoscrizione, la scorsa

stagione ai Trentini partiva circa con il numero 80, dopo l’intera baby femmi-nile. Quest’anno i primi baby del 2002 sono partiti con il 160 ed erano circa un centinaio. Addirittura peggiore la situa-zione dalla parte dei cuccioli, più nume-rosi al cancelletto. Si capisce come non era indifferente essere sorteggiati fra i primi o negli ultimi… e che la dea ben-data ci abbia messo qualcosa del suo in più di un risultato. Il caso ha voluto che le giornate a Folga-ria fossero magnifiche e che la pista, co-me quasi sempre accade sugli Altipiani, fosse preparata al meglio tenendo così per tutti. Ecco perché, alla fine, molti (molti, ma non tutti) fra i migliori hanno primeggiato o comunque ben figurato. Ma siamo sicuri che quello adottato sia il sistema migliore e che possa sortire risultati equi anche in presenza di con-dizioni meteo e neve meno ottimali? Io sono dell’avviso di no e che qualcosa da cambiare vi sia.Forse fra le due visioni opposte si può mediare con un nuovo regolamento che consenta ai migliori di affrontarsi alme-no ad armi pari. Si potrebbe pensare di reintrodurre i punteggi per selezionare il gruppo dei migliori. La partenza del grup-po potrebbe essere collocata all’interno della propria categoria casualmente, sor-teggiando fra diverse opzioni: all’inizio, in mezzo, o alla fine. I pettorali dei con-correnti del gruppo dei migliori dovreb-bero poi, ovviamente, essere sorteggiati ed assegnati a ciascun atleta, sulla base della collocazione del gruppo. Facendo un esempio reale, mettiamo 100 concor-renti di cui 15 con i migliori punteggi ac-quisiti nelle competizioni precedenti. Si sorteggia se il gruppo dei più bravi debba partire prima, in mezzo o alla fine. Se esce in mezzo, i migliori vengono sorteg-giati nei pettorali dal 43 al 57. In questo modo si garantirebbe maggior uniformi-tà delle condizioni di partenza per tutti quelli che, probabilmente, si giocano la vittoria, senza intaccare il divertimento e la partecipazione di tutta la massa dei piccoli atleti e senza favorire a priori solo i più bravi mettendoli sempre davanti.

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SPIGOLI di Daniele Bernardi

categorie giovanili: è giusto così?Alcune riflessioni sui gruppi di merito nelle categorie baby e cuccioli

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Colori così vivi e brillanti….da ingannare l’ingenua e leggiadra farfalla. Colori così fedeli da soddisfare anche il cliente più esigente. Da oltre ottant’anni, stampiamo libri, cataloghi, depliant e ogni tipo di periodico. Una qualità garantita da una tecnologia all’avanguardia, severi controlli lungo tutte le fasi di lavorazione…. e la solita grande passione che ci accompagna e anima il nostro lavoro.

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SKI COLLEGE di Micaela Valentino

La stagione sta volgendo al termine e i nostri sessantacinque studenti/atleti riprendono a concentrarsi sui

recuperi scolastici, supportati dai propri tutor per arrivare a fine anno con una buona preparazione e, possibilmente, anche con buoni voti. I “voti” per la sta-gione agonistica invece si possono già dare.

Partendo dal salto e combinata nordica gli atleti allenati da Ezio Brigadoi han-no ottenuto in complesso buoni risulta-ti. Non abbiamo avuto l’acuto dell’an-no scorso con Diego Dellasega, che ha terminato il proprio percorso scolastico e si è si è arruolato nelle Fiamme Oro,

ma soprattutto Roberto Tomio e Paolo Corradini hanno sapu-to mantenere il buon livello del gruppo, con la vittoria di Lunardi ai campionati ita-liani di categoria e i podi di Corradini e Tomio. Da ricordare poi la partecipa-zione di Corradini all’’EJOF (Campionai europei in Re-pubblica Ceca) dove ha ottenuto un ottimo 12° posto individuale oltre il 7° nella gara a squadre. Tomio e Lunardi han-no inoltre fatto parte della rappresentativa italiana ai campionati mondiali junior e par-tecipato ad alcune gare dell’Alpen Cup, dove Tomio ha fatto i primi punti.

All’EJOF ha pure preso parte Giorgio Va-resco, nostro atleta dello snowboard che quest’anno ha conseguito buoni risultati nel circuito di Coppa Europa, 10° ita-liano (dopo gli atleti delle squadre na-zionali) ed uno dei migliori giovani della specialità. Il Gruppo dello snowboard, allenato da Elia Detomas, è composto oltre che da Varesco, da altri atleti più giovani fra cui Gabriella Dallaglio che ha partecipato al circuito Triveneto, arrivan-do spesso sul podio e centrando poi tre medaglie ai campionati italiani allievi.Lo sci nordico ha dato quest’anno ottime soddisfazioni soprattutto dalle ragazze, con podi nelle in gare nazionali giovani da parte di Jessica Brandstetter e Cate-rina Ganz, la vittoria dalla Marcialonga Jung di Jessica Brandstetter, la parteci-pazione con la rappresentativa italiana di Caterina Ganz ad Oslo alla manifesta-zione giovanile in coda ai Campionati del Mondo e sempre per la Ganz, il titolo regionale di categoria e la vittoria nella classifica generale del circuito allevi. Ro-berto Pasero ha vinto il titolo regionale di staffetta sprint.I ragazzi del freestyle, gruppo giovane e pieno di entusiasmo allenato da Valenti-no Mori ha partecipato al circuito altoa-

voto positivoper il collegedi Pozza

Si è chiusa la stagione agonistica per gli atleti dello ski college trentino, con buoni risultati in tutte le specialità

Gabriella Dallaglio

Sebastiano Finazzer

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tesino della specialità e ad alcune manifestazioni specifiche. Si è messo in evidenza soprattutto Igor Lastei, con podi e vittorie di categoria.Per lo sci alpino i nostri 38 atleti, di cui 7 fanno parte delle squadre del Comitato Trentino sono da segnale soprattutto i buoni risultati consegui-ti nel circuito FIS giovani da Sebastiano Finazzer, grazie ai quali è già stato convocato per alcune gare di Coppa Europa per le discipline veloci ed è in lizza per l’inserimento in squadra Nazionale Giovani. Ottimi i risultati degli atleti 92’ allenati da Lorenzo Cemin, in parti-colare sono da segnalare vittorie in gare Fis Junior da parte di Mauro Rasom, Tommaso Donei e Andrea Rovisi e i podi di Kevin Giuliani e Bruno Amplatz.Podi nella categoria Aspiranti anche da parte di Edoardo Piccoli e di Miriam Rasom, che ha ottenuto risultati positivi anche nel-le Fis Giovani evidenziandosi come una delle migliori atlete del Comitato Trentino. In crescita, soprattutto nell’ultima parte della stagione anche Valentina Die-tre, che è arrivata sul podio, categoria aspiranti in alcune Fis junior.Buoni i risultati degli aspiranti primo anno in partico-lare con Francesca Sartori in crescita dopo l’infortunio che l’ha tenuta un anno lontano dalle gare, Denise Giuliani e Riccardo Toldo, stanno maturando in tutte le specialità. I ragazzi, allenati da Lorenzo Cemin, Stefano Vampa, Matteo Loss e Veronica Gandini hanno nel complesso ottenuto risultati positivi, anche se è si sono verificati alcuni in-fortuni che hanno compromesso la stagione di alcuni atleti.Per quanto riguarda gli allievi, allenati da Agostino Rasom, c’è stata un po’ di sfortu-na. Federico Rauco, Stefano Bottaro, Va-lentina Longhi e Isabella Soraruf risultano infatti i primi esclusi per i campionati italiani di categoria, nonostante ci siano stati buoni risultati nel corso della sta-gione, durante la quale Stefano Bottaro ha vinto alcune gare del circuito, Valen-tina Longhi è arrivata terza ai campionati trentini di superG, Rauco e Soraruf sono sempre stati ai vertici delle classifiche. L’infortunio a inizio stagione di Eleonora Marinozzi ha tolto di scena per quest’anno un’atleta che sicuramente poteva ben figu-rare nelle gare di categoria.Nel mese di aprile, terminati i campionati italiani i nostri atleti dovranno concentrarsi con la scuola e, supportati da corsi di recu-pero specifici ed in alcuni casi individualizzati, dovranno recuperare parte del programma che ine-vitabilmente è stato rallentato a causa degli impegni agonistici.Gli insegnanti ed i tutor saranno disponibili a sup-portare i ragazzi, affinché riescano a recuperare ed a portarsi al passo con la classe in previsione dello scrutinio finale.Certamente l’impegno di uno studente/atleta è elevato perché comporta una concentrazione costante su due fronti e solo una struttura scolastica organizzata e coin-volta a 360° con la componente sportivo/agonistica, co-me lo Ski College, può garantire una risposta efficiente agli atleti che giustamente desiderano conseguire una preparazione scolastica qualificata ed in grado di aprire le porte di tutti i percorsi universitari.

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Jessica Brandstetter

Roberto Tomio

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Ebbene si, anche quest’anno è fi-nita. Ultimi appuntamenti fisi al Passo Rolle, qualche gara promo-

zionale sui ghiacciai e dintorni e poi è davvero il momento di mettere le solette a dormire per un po’. Quando mi legge-rete sarà maggio e molti di voi avranno già molti km di bicicletta nelle gambe. Io sarò impegnato con il mio secondo amore, il tennis, così parco di soddisfa-zioni nei miei confronti (ma mi sto rifa-cendo con mio figlio……..). Oggi voglio soffermarmi su due tipologie caratteriali contrapposte, così diverse l’una dall’al-tra. Le incontriamo spesso anche nella vita di tutti i giorni, ma nello sport certi tratti emergono più nettamen-te e si evidenziano. Da una parte vi sono gli schivi, i modesti, poco propensi a mettersi in luce, ad ap-parire. Se uno schivo è vincente, tantopiù traspare la sua natura, in quanto viene trascinato suo malgrado alla ribalta e gli crea imbarazzo. Eccolo allora accampare scuse, dire che è stato fortunato, che ha indovinato la scioli-na, che gli avversari hanno sbagliato e cose similari. Piuttosto che ammettere di essere stato bravo, anche dopo una notevole striscia positiva, trova il modo di sminuirsi e di rientrare nei ranghi più

di Daniele Bernardi ([email protected])

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Masterizzando

bilanci e pensieri di fine stagione

Alcune considerazioni sulla stagione appena conclusa

Gianluca Porta, e in basso, Gesumina Suster con Daniela Vettorato,

entrambe vincitrici della Coppa del Mondo Master

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comodi dell’anonimato. Dall’altra trovia-mo gli esuberanti, gli esibizionisti, quelli che non rinunciano mai ad un’occasione di apparire, a qualsiasi costo, anche con il pericolo di diventare ridicoli agli occhi degli amici e degli altri concorrenti. So-no quelli che gonfiano petto e risultati, che hanno sempre una scusa buona per giustificare il ritardo accumulato, che si fanno fotografare con coppe e trofei. De-vono far conoscere al mondo le loro im-prese, e per questo assillano giornalisti di ogni genere e grado, anche a tempo perso come il sottoscritto, perché pub-blichi notizie e foto da far conoscere in giro. “Sic transit gloria mundi”, dicevano i latini che la sapevano già lunga.. Tutti noi possiamo riconoscerci un po-chino nel gioco degli specchi, così co-me riconosciamo le debolezze di amici e conoscenti.A volte siamo un pò l’uno, a volte un po’ l’altro, a seconda dei momenti e delle fasi della vita.Mi ricordo l’amico Rigotti che mi chie-deva di metterlo sul giornalino, con il pudore di chi un po’ si vergognava. A volte mi sembra che alcuni vorrebbero imitarlo, ma poi soprassiedono. Altri in-vece non hanno alcun ritegno e tornano alla carica periodicamente con richieste e telefonate pur di comparire, fornendo-mi materiale…. Il mondo è bello perché è vario.Voglio salutare senza rancore gli addetti di Pampeago che hanno richiesto la mia squalifica ad una delle gare del Guastalla di metà marzo. Cosa avevo fatto di grave? Tolto alcuni paletti, messi chissà perché solo quel giorno in mezzo alle porte per impedire il passaggio vicino al palo in-terno, così da far lisciare la neve fresca

caduta nella notte al gruppo degli atleti e impedire che si formassero dei mucchi pericolosi. Mi pareva una buona cosa, condivisa anche dagli altri concorrenti, ma era sanzionabile a termini di regola-mento (mea culpa) e qualcuno non l’ha digerita segnalandola al giudice. Amici di Pampeago, sempre solerti e prodighi nei nostri confronti, seppelliamo l’ascia di guerra e fumiamo il calumet della pa-ce. Ho sbagliato io, per eccesso di zelo, e sono stato punito, ma la sensazione è che il tutto nasca da qualche episo-dio precedente. Mi consolo con la difesa spassionata di alcuni amici in partenza, che mi ha fatto piacere. L’eccesso di zelo è contagioso, eviden-temente, solo così si può spiegare il comportamento del giudice che, con la gara che inizia alle 9.30, chiude la rico-gnizione alle 8.45 spaccate senza pietà, anche se gli impianti a fondovalle sono stati aperti alle 8.00 e si devono fare 3 tronchi di funivia per salire in quota. Qualche motivo di tanto rigore ci sarà, ma sinceramente a me sfugge perché la pista debba rimanere 3 quarti d’ora sgombera in attesa dell’apripista e si debba invece far tutto in fretta con l’an-sia, altrimenti non si riesce a prendere visione del tracciato. Anche sui tracciati e sui tracciatori ne avrei, ma mi autocen-suro. Next time.Salutoni a tutti, un augurio di buona estate a giudici, concorrenti, addetti alle piste, tracciatori, cronometristi, tipi mo-desti e tipi esibizionisti. Servite tutti alla causa master. Al prossimo autunno!

n

SCOREPartiamo dai Campionati Mondiali Master di Andorra con le prestigio-se 3 medaglie d’oro conquistate, in condizioni meteo difficili, da Gesu-mina Suster nella C10. Piazzamenti di rilievo per i giramondo Gian Luca Porta e Daniela Vettorato, alla qua-le è sfuggito il podio per un’inezia nel gigante. Per quanto concerne la Coppa Italia, un po’ in sordina quest’anno, registriamo comunque il bel terzo posto nell’assoluta A5 di Gigi Gandini e, ancora, il primo nel-la C10 di Gesumina. La Coppa del Mondo Master si è chiusa a Sestriere con la splendida affermazione nel-le classifica C4 della Campionessa Trentina di gigante Daniela Vettora-to, davvero sugli scudi quest’anno. Nella C10 è sempre lei, la lady di ferro Suster, a primeggiare incon-trastata. Celebriamo infine i ma-schietti dei Campionati Trentini di gigante: nella A assoluta il bravo Max Vanzetta si è destreggiato al meglio sulla difficile neve di quel giorno dimostrando di essere dota-to di tecnica sopraffina e nella B primeggia il valido allenatore Paolo Zeni, finalmente libero dagli impe-gni dello sci club e nella possibilità di correre per il titolo. Una nota di merito, scorrendo le varie categorie, per il fuoriclasse Celestino Pallaoro, classe 1936, capace di un tempo mostruoso a soli 3 secondi e mezzo da Zeni, nato quando Celestino era già un baldo 17enne. Nonostante un inizio stagione travagliato, alle prese con alcuni problemi fisici, Celestino è tornato alla grande e stupisce con le sue prestazioni. Basti pensare che il secondo trentino della B9, Giovan-ni Manzana, è staccato quel giorno di 10 secondi, ma anche gli altoate-sini, che gareggiavano al di fuori del Campionato e avevano al cancellet-to il fortissimo gardenese Planckner, del ’39 e ancora 50 punti Fisi, sono tutti dietro. Bravo!

Egon Tretter

Massimo Vanzetta

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Tracce

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Per oltre un decennio ha mantenuto un record, quello di essere l’unico sciatore trentino ad essere salito sul podio di Coppa del Mondo. Poi è arrivato Angelo Weiss, quindi

Davide Simoncelli e per ultima Chiara Costazza. Ma il fassano Igor Cigolla per tanti anni è stato un esempio da imitare ed ora lo è dal punto di vista dirigenziale, visto che è il coordinatore di settore del Centro Nazionale Fiamme Oro di Moena.Il suo miglior risultato di sempre rimane il terzo posto ottenu-to nella discesa libera di Leukerbad, in Svizzera, centrato nel 1988, ma non sono da dimenticare neppure la medaglia d’oro delle Universiadi di Cortina del 1985, sempre in discesa. Nel suo curriculum poi due sesti posti in Coppa del Mondo ad Are (Svezia) e Furano (Giappone), quindi la partecipazione ai mon-diali di Crans Montana del 1988 e alle Olimpiadi di Calgary, sempre nel 1988.La sua filosofia è quella dello sport sano e corretto, per que-sto fatica un po’ a riconoscersi nello sport di oggi. Un tem-po erano bravi il primo, e il secondo, il terzo e anche il quarto, mentre oggi sembra che solo il primo meriti i complimenti. E invece è solo alla correttezza che va dato il primo posto, perché ognuno fa quello che è in grado di fare: c’è chi nasce per vincere, e chi invece fa classifica. “Io – precisa – non ero un vincente. Ma quello che è importante è divertirsi, rispettare gli altri. Poi nello sport, come nella vita, ci vuole anche fortuna. Ma se l’opportunità di fare l’atleta c’è, credo che si debba coglierla, provare.” Lo dice uno che gli sci li ha messi per la prima volta a tre anni, e non li ha tolti più.Il primo allenatore è stato il padre, Rinaldo, che dai primi passi sulle nevi di Canazei lo ha portato fino alle soglie della squadra nazionale. La prima gara di Coppa del Mondo l’ha

di Maddalena Collini

Igor, campione di signorilità

CURRICULUM

Luogo e data di nascita: Cavalese, 17 agosto 1963Vive a Vigo di FassaProfessione: Dal luglio 1992 è Coordinatore di Settore del Centro Nazionale Fiamme Oro – Settore Sport Alpini.Club di appartenenza: Sci Club Marmolada e Gs Fiamme Oro Moena.In nazionale: Inserito nelle Squadre Nazionali di sci alpino dal 1979 al 1991 (Squadra “C” junior 1979 – 1981; Squadra “A” Coppa del Mondo discesa 1982 – 1990; Squadra “probabili” 1991) primavera 1991 cessazione dell’attività agonistica.

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vissuta a 19 anni, in Val Gardena: il risultato non conta, ma contava invece la voglia di tornarci ancora a quel cancelletto, di andare bene e andare forte. Sempre meglio. Come quando si allenava in bicicletta ed era considerato un discesista un po’ anomalo, perché gli piaceva far fatica come i fondisti, sudare, arrivare in cima. Il sacrificio più grande, infatti, non sono stati gli allenamenti o le trasferte, ma la scuola. Finire le superiori è stato difficile, perché era visto dagli altri come quello che andava a sciare e divertirsi, invece che stare in classe come gli altri a studiare. La maturità la ricorda come l’esperienza peggiore di tutti i suoi anni da atleta.Ma tornando allo sport, perché proprio la discesa libera? La scelta non arrivò subito. Era il 1979 quando entrò nella squadra nazionale C: allora gareggiava in tutte le tre discipline, slalom gigante e discesa. Piano piano cominciò a regredire nel gigante, e migliorava invece nella velocità. Fu il padre Rinaldo, di cui ricorda bene la schiettezza e la franchezza, che gli disse dopo una gara ad Arabba che semmai avesse avuto chance di fare qualche risultato, sarebbe successo solo nella disciplina veloce per eccellenza, la discesa libera. Lì arrivavano i risultati migliori e, allora, perché no? “La velocità mi è sempre piaciuta, amo la discesa perché dà sensazioni forti, che ti porti per tutta la vita: i salti, stare in aria, l’ebbrezza della velocità. L’espressione della sciata che si vede nel gigante non batte l’emozione della discesa libera.” La pista che preferisce, guarda un po’, è una delle più veloci del Circo Bianco, quella di Schladming, con una media di 110 km/h. Della regina della libera invece, quella di Kitzbuhel, ricorda la prima volta che è arrivato al traguardo: pensava di esser stato in una lavatrice, ma poi voltandosi ha pensato che di lì… non sarebbero scesi proprio tutti. In discesa libera, a quelle velocità e su quelle pendenze, è fondamentale la concentrazione e anche non avere troppa fretta. Se manca un fattore, si rischia. E una brutta caduta, a Wengen, c’è stata.

Era il 1989, di lì a poco ci sarebbero stati i Mondiali di Vail, e Wengen era una delle ultime occasioni per qualificarsi. “Ero in prova, sono arrivato sul salto atterrando leggermente arretrato. Volevo portarmi avanti, però ho sentito che le gambe erano vuote e sono caduto. Mi sono rotto una mano, una caviglia e anche un ginocchio mi ha dato problemi. Per aver fatto dodici anni in nazionale, il pedaggio che ho pagato a livello di infortuni è stato sicuramente a buon mercato!” Anche come Olimpionico Igor potrebbe essere considerato anomalo. Era il 1988, Giochi Olimpici di Calgary. In discesa aveva fatto bene e si era qualificato per il superG, disciplina introdotta alle Olimpiadi proprio quell’anno e per questo fatta di un po’ di approssimazione. “Non era codificato e dipendeva solo dal tracciatore, che lo faceva sembrare più simile al gigante o alla discesa libera. Quel tracciatore allenava i gigantisti, e la pista era per la prima parte molto ripida. Mi sono confrontato con Josef Messner, allora direttore tecnico della nazionale italiana, per lasciare il mio posto al mio compa-gno di squadra, Ivano Camozzi. Su una pista così, lui avrebbe potuto fare meglio.” Igor avrebbe potuto giocarsela comunque, tenendosi quel posto tanto sudato alla sua prima e unica Olim-piade, e invece sentiva di dover lasciare la possibilità ad un compagno di squadra. Ancora oggi ritiene giusta quella scelta. Lo spirito olimpico che lassù a Nakiska, lontano dal frastuono e dalla festa del villaggio olimpico, si sentiva poco, ha dato i suoi frutti nei gesti tra atleti. Una lezione di sportività, da parte di chi ancora pensa lo sport come era una volta: onesto e leale.

Igor, campione di signorilitàPer un decennio Cigolla è stato l’unico trentino ad avere centrato un podio in Coppa del Mondo

RIsULtatI

3° class. Leukerbad (SUI) Coppa del Mondo Discesa Libera 1988 6° class. Are (SWE) Coppa del Mondo Discesa Libera 1985 6° class. Furano (JAP) Coppa del Mondo Super G 1987 9° class. Las Lenas (ARG) Coppa del Mondo Discesa Libera 198610° class. Morzine (FRA) Coppa del Mondo Discesa Libera 198612° class. Kitzbuhel (AUT) Coppa del Mondo Discesa Libera 1986Medaglia d’Oro Universiadi Invernali Cortina d’Ampezzo (ITA) Discesa Libera 19851° class. Valloire (FRA) Coppa Europa Discesa Libera 1985Medaglia di Bronzo Campionati Italiani Assoluti Cervinia (ITA) Discesa Libera 1985Numerose vittorie in gare FIS di Discesa Libera e Super GDal 1985 al 1988 figura nei primi 25 del ranking mondiale di Discesa Libera.- 1 partecipazione ai Campionati del Mondo sci alpino Crans Montana (SUI) 1988 Discesa Libera- 1 partecipazione ai Giochi Olimpici Invernali Calgary (CAN) 1988 Discesa Libera

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l’Aggancio di Luca Tomarelli

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Viaggiare nel mondo all’insegna del comfort

le spettacolarinuove realizzazioni“a fune”

IMPIANTI DA RECORD A SöLDEN Il rinnovamento della Gaislachkoglbahn è molto importante per il successo economico; gli ospiti non pagano principalmente per la tecnica, ma per il risultato d’insieme. Quando il cliente dice: „Questo è un impianto fantastico!”, allora funziona anche come strumento di marketing; chiunque vorrà salire almeno una volta sulla Gaislachkoglbahn. (Direttore marketing Mag. J. Falkner)A metà dicembre 2010 a Sölden sono stati inaugurati due nuovi impianti Doppelmayr: una cabinovia ad 8 posti ed un impianto 3S da 30 persone sostituiscono la vecchia DLM del 1988.I due nuovi impianti sono indipendenti tra di loro, ma dispon-gono di una “stazione intermedia” condivisa, che funge da sta-zione a monte per la 8-MGD e da stazione a valle per la 3S. Essa si trova presso uno snodo di varie piste da discesa. Con le sue 3.600 persone/ora, questa è la cabinovia ad 8 posti con piùportata al mondo. La stazione a valle si trova al centro del

paese; il piano imbarco è raggiungibile attraverso scale mobili situate lateralmente all’edificio o tramite un ascensore. Sopra la zona d’imbarco si trova – senza soletta divisoria – il magazzino, completamente sospeso sopra la stazione. La stazione interme-dia (2.174m) è dotata di un largo piano di sbarco per allacciare gli sci, ma chi intende proseguire può prendere l’impianto 3S.L’edificio della stazione possiede una superficie vetrata di ben 190 m² che offre una vista stupenda sulle Alpi dello Stubai. Al piano interrato si trovano officine e garage per attrezzature di pista. All’interno della stazione intermedia si trova anche un ristorante.Dettagli interessanti Gaislachkoglbahn• 200 t di acciaio per il sostegno III dell’impianto 3S• Le cabine con verniciatura nera della 8-MGD cambiano colore in funzione dell’angolo visivo e dell’angolo di incidenza dei raggi solari. La livrea presenta vari slogan.

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IL NUOVO SIMBOLO DI SINGAPOREA Singapore, da 35 anni una cabinovia 2S collegava la terraferma con l’isola di Sentosa. L’impianto mozzafiato è stato appena sostituito con una 8-MGD Doppelmayr: fin dall’apertura di luglio, è un must per ogni turista. Il rinnovo della linea è stato necessario perchè il flusso dei visitatori è aumentato consi-derevolmente: ogni mese un milione di turisti visita Singapore, e molti diloro vogliono raggiungere Sentosa. La capacità non era quindi più sufficiente e non incrementabile. La linea ha tre stazioni, di cui la motrice posizionata a Mount Faber, una verde collina sopra la città.La stazione intermedia si trova al quindicesimo piano del grattacielo Harbour, nei pressi del porto. Qui si trovano il centro commerciale “Vivo City”,una stazione della metropolitana, numerose fermate di autobus ed il punto di partenza della monorotaia “Sen-tosa Express”. Sky-Dining ad alta quota. Le cabine sono dotate di ampie finestre panoramiche, panche ribaltabili e sono ben ventilate. Per le cene serali “Sky Dining” in ogni cabina può essere facilmente fissato o rimosso un apposito tavolino. La cabina VIP a 7 stelle è decorata sia internamente che esternamente con cristalli Swarovski, ha il pavimento in vetro, sedili in pelle, un mini-bar ed una docking station audio per i-Pod/i-Phone. La stazione sulla terraferma è integrata in un ristorante di alta classe e complessi commerciali, il “Jewel Box”. Presso la stazione di Sentosa troviamo invece un negozio di souvenir ed un snack-bar.Di notte i LED fanno brillare le cabine come gioielli, da qui il nome “Jewel Ride”.

Anche il colosso di Vipiteno, Leitner, non rimane certo a guardare. Infatti ha realizzato a Plan de Corones nel corso dell’estate 2010 il rinnovamento della cabinovia ad ammorsamento automatico “Gipfelbahn”, impianto realizzato nel 1989. Il nuovo impianto segna un nuovo importante passo nell’offerta di comfort e affidabilità e conferma la lungimiranza della società di gestione del comprensorio Kronplatz. Rispetto al vecchio impianto, l’attuale consente dunque una maggiore comodità, a partire dai dieci posti a sedere su sedili riscaldati e la possibilità di tenere gli sci all’esterno, guadagnando maggiore spazio all’interno. Il tracciato resta identico – partenza dalla Herzhalm e arrivo a Plan de Corones – ma scende il numero dei sostegni utilizzati, che passa da 17 a 12.

A NEw YORK CITY LA FUNIVIA VA E VIENI SULL’EAST RIVERIl nuovo impianto Roosevelt Island a New York è stato aperto dopo nove mesi di interruzione del servizio, il 30.10.2010. Durante la cerimonia di apertura il signor Michael Seeber Presidente del Gruppo Leitner ha sottolineato che “quest’ordine, per meglio dire la realizzazione di questo progetto, è un ulte-riore importante indizio che gli impianti a fune, in questo caso l’inserimento nella rete di trasporto urbano di New York, rappresentano soluzioni moderne ed economicamente vantaggiose per il traffico pubblico locale. L’impianto di Roosvelt Island venne costruito nel 1976 per collegare Man-hattan con Roosvelt Island, quartiere residenziale in espansione. Origina-riamente questo impianto avrebbe dovuto essere utilizzato solo tempora-neamente e cioè solo fino al termine della costruzione della metropolitana. Dopo l’apertura della metropolitana nel 1990, la funivia rimase comunque elemento centrale dell’infrastruttura cittadina di New York.Il vecchio impianto era ormai diventato obsoleto e l’amministrazione citta-dina decise di sostituirlo con uno nuovo. Naturalmente il nuovo impianto non doveva rappresentare solamente lo stato della tecnica ma rappresentare anche un highlight innovativo.Innovazione mondiale L’impianto nuovo, è dotato dei più alti standard di sicurezza, ha una portata di 110 persone per cabina. Il tracciato di viag-gio lungo 950 metri viene percorso in soli 3 minuti. Giornalmente questo impianto verrà utilizzato da circa 5.000 persone, in gran parte pendolari. Attraverso l’utilizzo di cabine molto moderne, che permettono di apprezzare il panorama tra i palazzi di Manhattan e l’East River, il viaggio diventa per il passeggero un’avventura indimenticabile.Da sottolineare è inoltre, che i sistemi di impianti a fune a confronto con altri sistemi di trasporto convenzionali, normalmente creano minori costi ed attraverso la loro flessibilità sono facilmente progettabili e realizzabili.Con progetti come il Minimetro a Perugia, la Hungerburgbahn a Innsbruck e l’impianto di Roosvelt a New York, per elencare solamente alcuni progetti, il Gruppo Leitner rivoluziona il trasporto locale e mostra in modo evidente che le funivie sono adatte per il trasporto urbano oltre che per le piste da sci.

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Si ringraziano Doppelmayr Italia Srl e Leitner Spa per la collaborazione.

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casolét della val di soleIl nome ha un’origine latina: deriva da caseulus, piccolo formaggio e deriva da-gli abitanti di alcuni paesi di queste valli come Celentino, che venivano chiamati casoletti. Si tratta di un tipico cacio di montagna della Val di Sole, Rabbi e Pe-io, a pasta cruda e tenera fatto con latte intero. Le forme più tradizionali hanno ancora oggi uno scalzo di circa 10 cm per 10 circa di diametro, in totale un chilogrammo scarso di peso. E’ un for-maggio che si consuma generalmente fresco o semi stagionato. In questi ca-si esprime soprattutto sentori lattei ed erbacei, grande morbidezza al palato e sensazioni gustative che vanno dall’aci-do al dolce, con leggera nota amarogno-la. Esistono anche versioni più stagiona-te, abbastanza atipiche, che offrono una maggiore complessità organolettica, con sempre le note erbacee in evidenza.

Puzzone di moenaQuesto formaggio nostrano veniva pro-dotto molti anni fa in Val di Fassa e in Val di Fiemme, nei caseifici turnari e nei masi. Un formaggio con un gusto e con

un sapore accentuato che aveva molta resa sulla tavola della povera gente con-tadina di un tempo. Il trattamento delle forme con acqua tiepida, in certi casi addizionata con un po’ di sale, creava uno strato superficiale praticamente im-permeabile che favoriva all’interno delle fermentazioni, con formazione di odori e di aromi caratteristici di questo parti-colare formaggio. Il Puzzone di Moena o Spretz Tsaorì, che significa “formaggio saporito” nella lingua ladina, è sicura-mente uno dei formaggi più apprezzati dagli intenditori e dai consumatori che ricercano prodotti sani, saporiti, con una forte personalità.

spressa delle giudicarieLa Spressa è un formaggio prodotto esclusivamente nelle Giudicarie e in Val Rendena ed è uno dei più antichi for-maggi della montagna alpina. Il nome deriva probabilmente da Stress, massa spremuta, poiché il latte con cui è pro-dotto questo formaggio subisce numero-si processi di scrematura. È il frutto di un’arte casearia “contadina” tramandata nel tempo, quando i contadini smagra-vano il più possibile il latte per ottenere un maggior quantitativo di burro, allora era ben remunerato. La Spressa era usa-ta soprattutto per l’autoconsumo ed era commercializzata solo in piccole quanti-tà. Anche oggi questo formaggio magro è a basso contenuto lipidico, nonostante sia sicuramente più ricco di un tempo.

trentingranaTrentingrana si produce fin dal 1926, quando il signor Marchesi di Rumo, che si era sposato con una ragazza di Man-tova, imparò a Mantova l’arte del casaro. Marchesi acquistò il latte del caseificio di Cloz e lo trasformò nel formaggio grana che si diffuse successivamente in tutta la Provincia. Il Trentingrana fa parte della famiglia del Grana Padano e, nell’ambito di tale Denominazione di Origine Protetta, ne è stata riconosciu-ta la specificità apponendo sullo scal-zo della forma un apposito marchio che ne sottolinea le caratteristiche montane della zona di produzione e la peculiarità del prodotto.

tosèla del PrimieroFormaggio a pasta fresca e cruda, a latte di munta fresca , tipicamente da pasto. Si presenta con una pasta com-patta, morbida di colore bianco. Ottima rosolata in padella o cotta alla piastra in abbinata con la polenta.

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Territorio&tradizioni a cura della redazione

scopriamo i formaggi

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scopriamo i formaggi

dolomitiIl formaggio Dolomiti viene prodotto da molti decenni nei caseifici diffusi nelle vallate alpine. Rappresenta uno dei po-chi formaggi prodotti in relativa quanti-tà sul nostro territorio montano, a pasta molle e cruda, da consumarsi entro poco tempo dalla produzione. Infatti, la maggior parte della produzione casearia storica è rappresentata dai for-maggi a pasta dura, cotta o semicotta. La sua tecnologia, derivante da analoghi formaggi di produzione nazionale, è stata impartita verso gli anni Trenta, agli al-lievi casari della scuola dell’Istituto Tec-nico Agrario di S. Michele all’Adige. La sua produzione è ripresa a pieno ritmo negli anni Settanta ad opera del casei-ficio sociale di Predazzo, ancora oggi il principale produttore.

vezzenaÈ un formaggio di vecchia tradizione per la squisitezza del suo sapore e per la possibilità di utilizzarlo sia da tavo-la che da grattugia. Prima della grande

guerra in Trentino il Vezzena era presso-ché l’unico formaggio da condimento. La produzione allora era modesta, ed anche il consumo da grattugia non era molto, perché la pastasciutta, pietanza tipica della cucina italiana, era poco presente nella lista di cibi della vecchia cucina trentina. Il Vezzena quindi era grattugia-to sulle minestre, sui minestroni o sui canederli. Finita la guerra, l’annessione all’Italia cambiò anche le abitudini ali-mentari e in Trentino si impose sempre più la pasta. Il posto del Vezzena però venne preso dal grana, anche perché la produzione di questo formaggio si era momentaneamente fermata per il con-flitto, che aveva distrutto gran parte dei pascoli e delle malghe.

caprino di cavaleseLe capre sono allevate da sempre in tutti i paesi delle Alpi. Il latte di questi animali era tradizionalmente lavorato in casa ed il formaggio era utilizzato per l’autocon-sumo. Ma con gli anni trenta la quanti-tà di latte prodotto iniziò a superare il fabbisogno personale, di qui la necessità della lavorazione in un caseificio del pa-ese. È questo il caso di Predazzo dove il caseificio sociale, specializzato nella trasformazione di solo latte di capra, è sopravvissuto fino all’inizio degli anni settanta. Successivamente l’allevamen-to di capre andò diminuendo fino quasi a scomparire. Negli ultimi dieci anni tale allevamento è ripreso con forza come la produzione di formaggio caprino. Il Ca-prino Rustico è un formaggio che vanta

quindi un’antica tradizione casearia nel Trentino anche se la sua produzione re-sta legata soprattutto ai caseifici sociali di Cavalese, nella Val di Fiemme, e di Fiavé, nelle Valli Giudicarie.

Fontall termine Fontal è entrato in uso nel 1955 e deriva dalla contrazione dei due nomi Fontina ed Emmental. La produzio-ne nella provincia di Trento è iniziata in Val di Non negli anni Sessanta poi diffu-sa su tutto il territorio Trentino. Il Fontal Trentino, rispetto al Fontal della grande industria, presenta delle caratteristiche organolettiche particolari, legate soprat-tutto alla qualità e alla freschezza del latte di montagna utilizzato.

monte baldoFormaggio a pasta semidura, parzial-mente scremato, semicotto, da pasto, da grattugia, saporito e profumato. Si presenta di colore paglierino intenso nel periodo estivo, paglierino chiaro nel pe-riodo invernale. Maturazione da un mi-nimo di 7 mesi a un massimo di 4 anni.

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trentini

L’arte casearia, perché di vera e propria arte si tratta, affonda le proprie origini in tempi remoti e si presenta, agli albori, come una delle principali fonti di autosussistenza per le popolazioni dell’epoca. Successivamente la produzione

di formaggi si diffonde su larga scala e dà origine ad una certa diversificazione dei prodotti. Anche in Trentino tale produzione vanta una lunga tradizione che riceve ulteriore impulso negli anni ’20 del ‘900 con la costituzione della Scuola di Caseifi-cio presso l’allora Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Iniziativa che ha favorito l’affinamento ed il perfezionamento delle tecniche di caseificazione ma che nulla ha tolto alle produzioni ottenute nelle malghe e nelle altre realtà produttive locali. Que-sta compresenza di tradizione e di tecnica è quella che si riscontra anche oggi nelle produzioni tipiche del territorio che abbinano ai valori e sapori locali la tutela della qualità del prodotto e della salute del consumatore.

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club di Maddalena Collini

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st altipiani, realtà viva

Interessante l’accordo che il sodalizio degli altipiani cimbri ha stretto con il polo scolastico locale. La stagione è stata ricca sia per organizzazione, sia per risultati

Sono 150 gli iscritti allo Ski Team Altipiani, di cui circa 80 svolgono attività agonistica distinguendosi sia a livello locale che nazionale. Primo fra tutti Davide Da Villa, che

oltre alle vittorie nelle Fis Junior regionali nella graduatoria di fine anno in Italia risulta il migliore dell’anno 1995 in Italia in slalom, il quinto in discesa libera, il dodicesimo in gigante e il secondo nella combinata. Tra gli altri atleti, la maggior parte proveniente dagli Altipiani Cimbri, i risultati sono arrivati da Giulia Mattielli, Daniela Cuel, Bruno Martini e poi Elisa Caneppele e Riccardo Caneppele tra i ragazzi e allievi. Camilla Pallanch, Tommaso Zanchetta e Federica Braito sono tra i baby e cuccioli che hanno regalato più soddisfazioni agli allenatori Cristina Andrighettoni, Emiliano Marzari e Paolo Bertoldi. E Tiziano Marzari, presidente della società, ci racconta dell’im-portante nuovo progetto per aiutare i ragazzi: si tratta di un ac-cordo con il polo scolastico degli Altipiani, elementari e medie, per cui gli allenamenti che sono fatti in orario scolastico sono considerati scuola: occorre sì giustificare l’assenza, ma gli alle-natori fanno per ogni atleta una scheda con risultati e impegno, e queste valutazioni vanno ad integrare il voto di educazione fisica. Curioso ed interessante, soprattutto oggi che si tende a dare più importanza allo studio che allo sport.

Tiziano, quali sono le maggiori difficoltà che incontra lo Ski Team nell’organizzazione dell’attività?«Sicuramente rispetto alla disponibilità delle piste, lavorare in-sieme ad altri sci club non è sempre facile, spesso non si riesce a fare quello che si vorrebbe. Quest’anno però abbiamo avuto la fortuna di poter sciare sia a Folgaria che a Lavarone, potendo così decidere la pista d’allenamento in base alle condizioni e alle caratteristiche del tracciato». I rapporti con gli sci club vicini? «È buonissimo, addirittura in questi anni siamo riusciti ad or-ganizzare gare con altre società, come il Panarotta o il Cai Sat Rovereto, che ci ha aiutati con i Campionati Trentini. L’unica società che ha dato qualche problema è il Tezenis Ski Team, che ha “portato via” un allenatore e parecchi atleti. L’unica fortuna è stata che i ragazzi del posto sono rimasti con i colori del nostro sodalizio».Da organizzatori e concorrenti, come sono andati i Campionati Trentini?«I Campionati Trentini sono andati benissimo, la Salizzona a Fondo Grande è una pista che si presta per le gare, può ospitare due tracciati e si riesce così a seguire entrambe le gare. Sono state due giornate di gare aiutate dal sole, con 630 concorrenti al cancelletto di partenza. A difendere i nostri colori ci hanno pensato Tommaso Zanchetta, con un argento in slalom e un se-sto posto in gigante, Federica Braito con la sua quarta posizione in gigante e Camilla Pallanch, nona in slalom».A proposito, cosa ne pensa della divisione per anno delle cate-gorie baby e cuccioli?«Secondo me non è giusto, si dovrebbe gareggiare con le vec-chie categorie. Con questo sistema i bambini forti vincono per quattro anni di seguito, e poi iniziano a prendere batoste appe-na arrivano ai ragazzi. Fa più bene che male confrontarsi con i ragazzi più grandi».

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