Scia in Trentino - febbraio 2011

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Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Postale - D.L. 353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art 1, comma 1, DCB Trento NOTIZIARIO DEL COMITATO TRENTINO FISI - ANNO VIII - N. 3 MARZO 2011 SCI in Trentino garmisch Pangrazzi in evidenza ai campionati mondiali amarcord ilaria Vescovi una gioventù sugli sci uniVerso gioVani La gimkana nel fondo piace Contiene I.P. coVer Vanzetta e nicolini cadetti imbattibili nella coppa del mondo di sci alpinismo

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Il magazine della Federazione Italiana Sport Invernali del Trentino (nr. 3, anno VIII).

Transcript of Scia in Trentino - febbraio 2011

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NOTIZIARIO DEL COMITATO TRENTINO FISI - ANNO VIII - N. 3 MARZO 2011

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In copertina: Gianluca Vanzetta, a sinistra, e Federico Nicolini primo e secondo nella Coppa del Mondodi sci alpinismo categoria cadetti

Pubblicazione registrataPresso il Tribunale di TrentoIl 27/10/2003 – n° 1197Anno VIII - N° 3 Marzo 2011

n Editore:Litografica Editrice SaturniaVia Caneppele, 46Tel. 0461 82263638121 Trento

n Direttore Responsabile:Mauro [email protected]

n Redazione:PegasoMediaVia Kofler 58 - Cognola (Tn)

n Pubblicità:Renzo Chistè[email protected]

n Comitato di Redazione:Roberto BrigadoiRenzo ChistèAngelo DalpezMarco Zoller

n Hanno collaborato:Daniele BernardiRalf BrunelMaddalena ColliniLuca FranchiniVeronica GianmoenaFederico ModicaUgo MerloElvis G.P. PiazziLuca PerenzoniFranco SandriFabia SartoriLuca Tomarelli

n Grafica: Mauro [email protected]

n Stampa:Litografica Editrice Saturnia (TN)

L’editoriale

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«Pazzo Sci», che Best seller

Pazzo Sci, un Best seller sul movimento dello sci trentino. Potrebbe essere davvero un’idea innovativa per autofinanziare il Comitato Trentino Fisi, che come tutte le real-tà sportive non producendo nulla di materiale non può godere di entrate certe. Questo

senza nulla togliere agli enti e agli sponsor che sono da sempre vicini alla nostra realtà e ci hanno consentito in questi anni di ottenere risultati più che soddisfacenti.Ma con che contenuti? e perché ad editarlo dovrebbe essere il Comitato Trentino? Baste-rebbe raccogliere decine di episodi che quotidianamente, soprattutto nel periodo invernale, accadono nel nostro mondo, spesso al limite del paradossale. Insomma una nutrita raccolta di pensieri, considerazioni e infamie, le quali, organizzate in una pubblicazione, potrebbero davvero far divertire tanti appassionati di sci non solo provinciali. Un Best Seller umoristico.Provo ad abbozzare qualche paragrafo. C’è il genitore pretenzioso che la sera di vigilia di ogni gara esige l’invio di un sms a tutti i partecipanti sull’orario di partenza e sull’eventuale cancellamento per maltempo della competizione del giorno successivo, c’è la società orga-nizzatrice che vive con ansia il fatto di essere il primo club del trentino in fatto di tesserati per poi chiedere un contributo economico al Comitato come se fosse il pozzo di San Patri-zio, c’è il master esasperato che ritiene l’idea della nuova tessera Trentino Ski Card inutile solo perché non sa dove metterla nel portafoglio, c’è l’allenatore di sci club che vorrebbe un articolo al giorno sui quotidiani locali e sul sito internet con i risultati dei propri atleti dimenticandosi che la Fisi è l’unica Federazione le cui gare giovanili trovano spazio sui due principali quotidiani sportivi, grazie anche al nostro sistema di invio on line, c’è il presidente di società che batte i pugni sul tavolo perché vuole iscrivere il proprio atleta ad una gara, nonostante lo stesso non sia a posto con l’idoneità medica, c’è il responsabile di settore che alla faccia dei conflitti d’interesse decide autonomamente di autopromuovere nei calendari internazionali la propria gara all’insaputa della relativa commissione, c’è l’allenatore che si infervora per la mancata iscrizione dei propri atleti ad una gara Fis spedendo la richiesta oltre il tempo previsto dal regolamento internazionale. Fantasticheria a parte in questi ultimi anni, vivendo più intensamente la vita del Comitato Trentino, mi sto rendendo conto che si sta perdendo la tramontana e l’idea provocatoria del Best seller «Pazzo Sci» è un appello a tutti, dai dirigenti di sci club agli atleti, dagli organizzatori ai genitori, a non ragionare sempre di pancia.Il momento economico, le difficoltà e le paure stanno portando tanto stress e disagio, cerchiamo però di fermarci un attimo, di ridimensionarci, di essere maggiormente colla-borativi, di dimenticare l’eccessivo campanilismo, di cercare il confronto e il dialogo, altrimenti non si va da nessuna parte. Anche perché la base della nostra attività, anche se non per tutti, è prettamente volontaristica. Insomma basta critiche e diamoci da fare per crescere insieme in modo sereno e costruttivo.

Mauro Bonvecchio

orgogliosi dei nostri campioni

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l’Arringa di Angelo Dalpez

L a medaglia è in simbolo del suc-cesso in ogni sport. È il marchio che suggella il sogno raggiunto.

Ma la medaglia ha pure due facce. La metafora ci sembra particolarmente per-tinente all’indomani delle gare iridate di Garmisch e di Oslo. Gli attesi, grandi avvenimenti agonistici dell’anno hanno chiuso i battenti e l’Italia dello sci alpino sulle nevi tedesche l’ha fatta da protago-nista, riportandoci con i risultati ai trionfi leggendari della valanga azzurra ed an-cora alle insuperabili prove di Deborah Compagnoni e Alberto Tomba.A Garmisch abbiamo rivissuto una gran-de pagina di sport frutto di un lavoro di squadra, di una meticolosa preparazio-ne, di grande professionalità tecnica. L’Italia dello sci sul terzo gradino del podio nella classifica per nazioni, dietro Austria e Francia e con un bottino rag-guardevole: 1 oro, 2 argenti e 3 bronzi. Tanto di cappello a Ravetto & C. E in questa Italia della riscossa trovia-mo il nostro giovane Paolo Pangrazzi ormai realtà della velocità; la conferma Cristian Deville, il buon Davide Simon-celli e un determinato Stefano Gross in crescendo. Mai il Comitato Trentino ha avuto quattro atleti ad un appuntamento mondiale nelle prove alpine e dire che abbiamo dovuto rinunciare, solo per l’iri-de di Garmisch a Chiara Costazza. Squilli di tromba anche per noi nell’attesa del grande acuto, che siamo certi, presto ar-riverà viste le giovani speranze che stan-no lievitando nelle squadre di Comitato. Ma come avviene spesso anche nello sci siamo bravi a farci del male. Portiamo a casa risultati e medaglie e la Federazio-ne chiede la testa di Ravetto, perché un uomo che pensa e ragiona non è ammes-so alla “corte” dove l’atto di obbedienza è d’obbligo. Puoi rendere luminose fin

che vuoi le piste dell’intero pianeta, ma senza il “lasciapassare di Milano” meriti e risultati non saranno mai riconosciuti. Al contrario si può perdere faccia e ono-re, come successo tra le nebbie di Hol-menkollen, ma salvare il posto federale. A volte c’è proprio di che vergognarsi. Ci si spende nello spiegare ai giovani che lo sport è valore, sacrificio, onestà, de-siderio di arrivare per poi ricredersi di fronte alla realtà. Abbiamo ancora molto da lavorare…Dimentichiamo però le miserie di Via Piranesi per salutare con gioia le prove di Paolo, di Cristian e Stefano, la gene-rosità di Davide e quindi l’atteso buon rientro di Chiara per poi dire grazie agli allenatori di sci alpino. A Matteo Gua-dagnini, Stefano Costazza, Roberto Lo-renzi, Cesare Pastore, Giuseppe Zeni, Angelo Weiss. A voi il Comitato Trentino vi deve riconoscenza. Ma non possiamo certo dimenticare gli atleti trentini di Oslo e la bella prova di Loris Frasnelli, della giovane Gaia Vue-rich, di Antonella Confortola sulla lunga distanza e chiamata all’ultimo minuto a tamponare una staffetta scompigliata. Avete cercato di dare il massimo in un team tutto da rifondare. Dovremo spendere poi una ampia pagi-na per esaltare il lavoro portato avanti con grande professionalità da Ivo Pertile al vertice del salto italiano spesse volte messo in difficoltà da “colui” che tutto può. Grazie Ivo per il bronzo di Pittin a

Vancouver e per il commovente argento di Elena Runggaldier a Holmenkollen. Non godere dei favori del “sommo”, cre-dimi a volte è una gratificazione.Un pensiero e un complimento va rivolto anche a Alberto Schiavon “mago”della tavola che ha dimostrato al mondiale di Spagna di far parte della stretta elite dei campioni di questo affascinante sport. Da un mondiale all’altro per arrivare alle nevi di Claut dove i giovani del Comitato Trentino hanno dominato il mondiale di sci alpinismo. Due ori a Federico Nico-lini, figlio di tanto padre e a Gian Luca Giacomelli, vincitore pochi giorni prima della Coppa del Mondo, con altrettanti bronzi mondiali. Buon piazzamento an-che di Mirco Ferrari tra gli junior.Che dire. Una specialità, lo sci alpini-smo, in cui il Comitato Trentino ha sem-pre creduto ma il lavoro dei tecnici e dei vertici ha portato a risultati inimmagi-nabili. La nebbia di Oslo ha offuscato le attese italiane del sci nordico ma alla chiusura della prova iridata è riapparsa la luce nel tempio mondiale del fondo per il sogno trentino del prossimo mondiale con le “giacche gialle” della val di Fiemme che dalle guardie del Re hanno ricevuto il vessillo della Fis per irradiare di fascino la nostra terra nell’attesa del 2013 con nuove emozioni, nuovi palpiti, nuovi so-gni. E la storia dello sci prosegue...

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Rappresentaticome mai in passato

a Garmisch,con onore ad Oslo

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l’attacco di Luca Perenzoni

garmisch da brividoÈ stato il Mondiale dell’Italia; è stato

il Mondiale di Christof Innerhofer; è stato il Mondiale di Claudio Ra-

vetto che pochi giorni prima di partire alla volta di Garmisch Partenkirchen l’aveva azzardato, manifestando sicu-rezza nonostante una stagione fin lì non troppo esaltante: “Credo che presto ar-riverà il Mondiale dell’Italia e potrebbe essere già a Garmisch” andava dicendo all’ombra di Cima Uomo, sotto il caldo sole di Passo San Pellegrino.Sembrava esagerato; in fondo in tutto l’inverno erano arrivati solo cinque po-di, due di Manuela Moelgg ed uno a te-sta per Giuliano Razzoli, Max Blardone e per l’outsider Dominik Paris, condidi da un’abbondante dose di quarti posti. Eppure il tecnico biellese si aspettava qualcosa di grande, dai suoi ragazzi.E così è stato: i tre acuti di Innerhofer per completare il tris di medaglie, il ritor-no sull’altare di Peter Fill dopo le gravi vicissitudini familiari, lo slalom di bron-zo di Manni Moelgg e la consacrazione tra le grandi della giovane Federica Bri-gnone. Sei medaglie che sanno di trionfo ma soprattutto che profumano di futuro perchè tutti i protagonisti di Garmisch sono ancora lontani dalla pensione.Un trionfo che come spesso capita nelle belle storie italiane si è accompagnato alle polemiche per gli attriti tra lo stesso

Per l’Italia è stato un mondiale straordinario, un super Innerhofer e sei trentini che ce l’hanno messa tutta

Stefano Gross.Sopra: Paolo Pangrazzi,

Christof Innerhofer e Peter Fill

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Ravetto ed il presidente Morzenti nella speranza che le differenti visioni nella gestione dei rispettivi incarichi non pos-sano inficiare un progetto che sta dando ottimi frutti e che guarda con palese otti-mismo tanto a Schladming 2013 quanto a Sochi 2014.È stato il mondiale dell’Italia, poteva essere anche il Mondiale del Trentino: lo è stato in parte. Mai in precedenza quattro rappresentanti del nostro sci (cinque se si considera il moldavo di Fi-emme Mirko Deflorian, sei se si allarga il giro alla bresciana Daniela Merighetti, nata e cresciuta sciisticamente sulle ne-vi di Folgaria) avevano potuto saggiare contemporaneamente l’aria mondiale. È andata bene, poteva andare meglio per-ché l’impressione (o la speranza?) della vigilia era che lo Zugspitze potesse bat-tezzare la prima medaglia trentina nella storia dei mondiali di sci alpino. Non è arrivata, peccato; sarà per Schladming.Ma passiamo in rassegna l’opera dei 4 alfieri trentini. Due promozioni a pieni voti, una netta bocciatura, una sufficien-za stringata.La promozione se la sono meritata i giovani del gruppo, Paolo Pangrazzi e Stefano Gross. Il campigliano è giunto a Garmisch come ultimo arrivato alla cor-te azzurra e ha stupito tutti con il sesto posto in combinata. In un mese è pas-sato dall’essere un giovane come tanti a rappresentare una carta per il futuro della polivalenza azzurra; niente male davvero, Paflo.

Lode vicina anche per Stefano Gross: partire con il 37 su una pista in disfaci-mento era praticamente una condanna. Ma per tre quarti di prima manche il fassano è stato in linea per un piazza-mento vicino ai top ten, poi un errore all’imbocco del piano l’ha letteralmente affossato. Nella seconda, pur partendo dopo i 30, ha staccato un tempo pres-soché identico a quello del trionfatore Grange: è mancato solo quel pizzico di fortuna, altrimenti alla festa avrebbe po-tuto partecipare anche lui.Una festa che pareva organizzata appo-sta per Cristian Deville. Ma una prima manche davvero spenta ed anonima ha di fatto spento le luci sul finanziere moene-se: il terzo termpo nella seconda discesa ed il settimo posto finale non hanno che

contribuito a sottolineare l’importanza dell’occasione persa: l’ultimo giorno di Garmisch poteva davvero essere il giorno del Devil fassano.E ancora peggio è andata a Davide Si-moncelli, impantanato sulla neve del-la Kandahar come tutti i compagni di squadra. Ennesimo colpo a vuoto di una formazione che ha sempre promesso sfraceli, senza però mai saper cogliere il risultato di prestigio. Nel complesso poteva andare meglio, ma il futuro presenterà altre chance, un fu-turo su cui sembrano affacciarsi anche i più giovani, come dimostrano le presen-ze ai mondiali juniores di Francesco Ro-mano e Matteo De Vettori. E poi, c’è da attendere il ritorno di Chiara Costazza....

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Cristian Deville.Sopra a sinistra Davide Simoncelli

e il “moldavo” Mirko Deflorian

L’affondo di Luca Franchini

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I tre trentini Loris Frasnelli, Antonella Confortola e Gaia Vuerich

hanno comunque ben figuratoad oslo si salva solo la Follis

Si arrivava dalle trionfali (ed ina-spettate) sei medaglie dei Mon-diali di sci alpino di Garmisch. Un

bottino difficile da eguagliare per l’Ita-lia degli sci stretti, ma se è vero che la spedizione di Innerhofer e compagni ha chiuso la rassegna iridata tedesca con un meritato “otto pieno”, altrettanto non si può dire per la squadra del fondo, torna-ta da Holmenkollen con la sola medaglia d’argento della sprinter Arianna Follis, con la netta impressione che qualcosa sia stato sbagliato.Le vere note liete, che lasciano ben spe-rare in vista dei Mondiali di casa di Fi-emme 2013, sono quelle arrivate dalla combinata nordica, segno che i progetti ben impostati sono destinati a dare frut-to, con un sincero applauso ai tecnici trentini Ivo Pertile (direttore agonistico) e Sepp Chenetti (allenatore dei combina-tisti per la parte del fondo).Stagione di magra, come detto, per l’Italfondo in versione Oslo, squadra nel-la quale hanno trovato posto anche tre atleti trentini, tutti fiemmesi, ovvero gli sprinter Gaia Vuerich e Loris Frasnelli e la veterana della forestale Antonella Con-fortola.Un percorso travagliato per tutti e tre, quello che ha portato ai Mondiali. Basti pensare che Frasnelli, campione italiano in carica della sprint e reduce da una delle sue più belle stagioni, non è stato schierato in quella che doveva essere la

“sua” gara (la sprint appunto), relegato al ruolo di comparsa nella team sprint in tecnica classica, storicamente sfavo-revole ai colori azzurri. “Lollo”, da buon combattente, ha onorato al meglio la ma-glia azzurra, forse non supportato come sperava dal bergamasco Renato Pasini. Ne è uscito un nono posto, un magro premio di consolazione per un atleta che aveva immaginato un Mondiale ben diverso e che già alle Olimpiadi di Van-couver era stato privato del posto (che avrebbe meritato) nella team sprint in skating (con Cristian Zorzi), per quella che sembrava essere una medaglia an-nunciata. Che però non arrivò.E fino a pochi giorni prima del via dei Mondiali sembrava non dover arrivare nemmeno la convocazione di Antonella Confortola, inizialmente “tagliata” (e in malo modo) dall’organico azzurro e poi richiamata d’urgenza in seguito all’infor-tunio di Silvia Rupil. Non solo, perché

Antonella, salita ad Oslo per la 30 km in skating (chiusa poi con un brillante nono posto, miglior risultato della car-riera in una gara iridata individuale), è stata catapultata in staffetta, seconda frazionista in classico dopo il discusso caso Genuin: non le si poteva chiede-re nulla, soprattutto dopo che Marianna Longa aveva acceso la miccia in prima frazione, scatenando di fatto l’inferno e costringendo la Confortola a rincorrere un branco di cavalli imbufaliti.Ne è uscito un quarto posto, un’amara medaglia di legno, più frutto delle scelte della direzione agonistica che della pre-stazione delle atlete, emulate al maschi-le dai colleghi della 4x10 km, con Di Centa e Clara (uniche note liete) promos-si a pieni voti e Checchi e Piller Cottrer apparsi non all’altezza di un posto in staffetta. Visto il preventivabile sviluppo della corsa, non si poteva schierate uno sprinter in quarta frazione? Frasnelli o Pellegrino ad esempio. Evidentemente no.La terza trentina in gara era la giovanis-sima Gaia Vuerich, 35.a all’esordio in un Mondiale, ad un passo dalla qualificazio-ne nella gara sprint. Lei, più di altri, avrà il tempo di rifarsi, una delle poche spe-ranze per il futuro e per Fiemme 2013 assieme al giovane Federico Pellegrino (12.o e miglior azzurro nella sprint) ed al non più giovanissimo Roland Clara.

nLoris Frasnelli

Gaia Vuerich e a destra Antonella Confortola

enaiPTesero

NEWS di Ugo Merlo

Èstata una squadra trentina a ge-stire Casa Italia ai Mondiali di sci nordico in Norvegia a Oslo

Holmenkollen. La denominazione della struttura, nel cuore dell’evento, è stata “Casa Trentino Fiemme” perchè la Val di Fiemme non è solo grandi nomi dello sci di fondo ma anche grandi cuochi e ca-merieri. L’incarico, quanto mai prestigio-so, di gestire il luogo da anni più famoso, ambito e frequentato deell’evento è stato affidato gli allievi dell’Enaip di Tesero, accompagnati da alcuni docenti. Già la sede della scuola della formazione pro-fessionale alberghiera fiemmese ospitò Casa Italia nei mondiali del 1991 e del 2003 e la “convocazione” per la Norve-gia si lega all’elevata professionalità, alla qualità e bravura espressa dagli studenti e dagli insegnati di quell’istituto negli anni. La presenza di 28 studenti delle classi terze dell’Enaip di Tesero nella sede dei mondiali 2011 di Norvegia, sarà l’occa-sione di promuovere i mondiali di Fiem-me del 2013. I ragazzi hanno curato con gli insegnati la preparazione effettuando uno studio intensivo della lingua inglese e prepa-rando dei menù che richiamino, in oc-casione del 150° dell’Unità d’Italia, i piatti della tradizione nazionale. Non sono mancati i piatti del Trentino e le specialità, semplici e genuine della Val di Fiemme.

Sono stati inoltre protagonisti di Casa Trentino Fiemme i pregiati vini della no-stra enologia, con le grandi eccellenze tra le quali si annoverano pregiati vini bianchi, straordinari vini rossi, inimita-bili vini passiti e le nobili bollicine del Trentodoc. Abbiamo chiesto al direttore del Centro Formazione professionale di Tesero Dino Moser, di raccontarci la storia di questa prestigiosa scuola: “L’ENAIP di Tesero opera nel macrosettore alberghiero e della ristorazione dal 1979 e, a partire dall’anno formativo 2003 2004 anche nel macrosettore del legno. È l’unico C.F.P. delle Valli di Fiemme e Fassa e organizza corsi di formazione iniziale e un quarto anno in alternanza scuola azienda.” Alla direttrice dell’ENAIP Maria Cristina Bridi abbiamo chiesto che cosa significa una esperienza di questo genere per al-lievi e docenti se, nel Mondiale di Fiem-me 2013, la sede dell’Istituto di Tesero sarà, come già nel 1991 e nel 2003, Casa Italia?“Per il Centro di Formazione Professio-nale ENAIP di Tesero, per le ragazze ed i ragazzi coinvolti, per i docenti accom-pagnatori, questa è stata sicuramente una grande opportunità. Non c’è solo il (pure importante) risvolto promozionale delle nostre attività, cioè una irripetibile occasione formativa che coinvolge sia il piano professionale che quello della for-

mazione di cittadinanza.Di fronte alla proposta del Comitato, l’ENAIP Trentino ha inteso vedere l’op-portunità di operare dentro un progetto territoriale, fatto di responsabilità collet-tive, di appartenenze e di coesione socia-le costruito attorno ad obiettivi concreti di benessere di una comunità. Questo ci è sembrato il risvolto più importan-te dell’iniziativa che vedrà coinvolti, ol-tre alla direzione del CFP ed un nutrito gruppo di formatori, i ragazzi del settore alberghiero e quelli del settore legno in un progetto triennale di collaborazione.Questi ragazzi e ragazze, ne sono certa, si sono fatti ampliamente apprezzare nel corso delle attività, hanno trovato sod-disfazione, valorizzazione e nuova mo-tivazione grazie ad un contesto in cui la Val di Fiemme ha parlato di ospitalità e di ristorazione, ma anche di sport, di montagna, della ricchezza dell’offerta e dei prodotti del nostro territorio.”

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Lo StAFF

Cucina: Serena Braido, Yamadis Braito, Yuri Brigadoi, William Chioc-chetti, Nicola Deluca, Kenan Gashi, Giacomo Ghetta, Brian Jori, Michae-la Karner, Kulsum Akter, Anna Rizzi, Sabine Saber, Eleonora Sommavilla, Eval Tomaselli, Mark Trottner, Stefa-nia Zorzi. Sala: Marianna Ambrosi, Nicoletta Ceolan, Andrea Colombi, Danilo Del-lantonio, Samuele Dellasega, Cristian Galindo, Annalisa Larger, Daniele Lu-ceri, Viviana Mattevi, Mattia Perrone, Sara Tabiadon, Asja Ventura. Coordinati dai docenti: Antonio Sanna - maître rotisseurSilvio Più - chef

Giuseppe Facchini - sala e bar

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L’intervistadi Luca Perenzoni

il magico pomeriggio di

PafloTutti pazzi per Pangrazzi. Nel giorno

di San Valentino nell’iridata Gar-misch Partenkirchen l’Italia dello

sci si è innamorata di Paolo il campiglia-no. Erano due le medaglie da festeggia-re, l’argento di Innerhofer ed il bronzo di un commovente Peter Fill nella super-combinata mondiale, ma contemporane-amente c’era da accogliere tra i grandi il ventitreenne di Madonna di Campiglio, sesto a sorpresa e volto emergente tra i polivalenti azzurri.E va detto che già in serata “Paflo” si è dimostrato ben ambientato: poche ore prima al parterre della Gudiberg, il tempio dello slalom bavarese, quasi non riusciva a capacitarsi di quel sesto posto finale, di quel terzo tempo nella manche tra i paletti snodati. Si guardava intorno sorpreso, affascinato dai metalli al collo dei due compagni di squadra, emozionato nel cercare con lo sguardo i due striscio-ni distesi dal manipolo di amici e paren-

ti giunti d a l l a

Rendena, accompa-

gnati dal padre Roberto

e dalla fidanzata Roberta, volto noto

degli sci stretti nostra-ni fino ad un paio di sta-

gioni fa.“Era già un miracolo esserci, a questo Mondiale. Arrivare sesto è una cosa impensabile, non ci cre-

do ancora. In slalom ho fatto la mia gara, la pista era tosta ma me la sono cavata alla grande, forse potevo fare qualcosa in più in discesa, ma la Kandahar non perdona ed in fondo va bene così. Due compagni sono sul podio... incredibile”.E nel tardo pomeriggio anche Pan-grazzi si è meritato la sfilata nella M e d a l Plaza per la premiazione u f f i c i a - le che ha fatto risuonare l’inno nor- vegese per il trionfo-bis di Aksel Svindal portando però sul palco ben tre atleti del team diretto da Max Carca. Un’autenti-ca valanga di emozioni per il poliziot-to cresciuto all’ombra del Brenta, che

da del tu al Canalone Miramonti e che con il successo nella Coppa Europa di combinata della scorsa stagione ha posto le basi per “irrompere” tra i grandi. Dal 14 gennaio al 14 febbraio: un crescen-do continuo, un’apoteosi che dal debut-to con punti in Coppa del Mondo sulla Lauberhorn di Wengen è passata per l’ottavo posto di Chamonix fino al sesto di Garmisch. Un mese che ha permesso di cancellare gli amari ricordi del recente passato, con l’operazione ai legamenti del ginocchio solo nella primavera del 2010 che sembrava poter rovinare sul nascere una fondamentale stagione, ul-timo ostacolo di un trittico che aveva ca-ratterizzato le precedenti annate, con la rottura del tendine rotuleo nel 2009 e la mononucleosi nel 2008.Ma alla fine Paolo Pangrazzi è riuscito a sollevare la testa: la sera a Chalet Italia intona l’inno di Mameli tra Innerhofer e Fill, si aggira tra i tavoli per brindare con tecnici, giornalisti, amici; si gode la festa dei due compagni ma soprattutto la sua festa al P1, il disco pub più esclusivo di Garmisch. E tutto senza perdere la bus-

sola: lo sguardo è puntato al futuro, ora che la festa è cominciata bisogna fare di tutto per farla continuare nel miglio-re dei modi. E così l’Italsci si coccola il polivalente del futuro e ancora una

volta, a riempire l’atmo-sfera iridata, è sempre il solito inno, “Tutti Pazzi per Pangrazzi”. n

Paolo Pangrazziai mondiali di Garmisch ha sorpreso tutti, centrando un sesto posto nella supercombinata

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CHILDREN a cura della redazione

Tre gare in tre giorni con tre condi-zioni meteo diverse in due stazioni sciistiche vicine, ma soprattut-

to tanto entusiasmo energia e il giusto spirito agonistico. Sono state queste le peculiarità dei campionati trentini ragaz-zi e allievi che quest’anno sono stati or-ganizzati dalla Monti Pallidi, il sodalizio diretto da Gianluigi Donei che ha messo in cantiere un numero decisamente im-portante di competizioni, se aggiungia-mo pure le selezioni trentine per il Trofeo Pinocchio, interzonali e le numerose ga-re di snowboard.Due sono gli aspetti che hanno con-traddistinto l’edizione 2011 dei trentini children. Il primo rivolto ad un bilan-cio agonistico decisamente curioso, se

vogliamo anche anomalo rispetto alle passate edizioni, visto che sui 12 titoli in palio (esclusa la classifica di combi-nata) si sono registrati ben 11 vincitori diversi, con la sola Francesca Fanti dello Ski Team Fassa capace di centrare una doppietta in superG e in gigante. Nelle altre categorie ogni giorno un dominatore diverso, a testimonianza del buon livello qualitativo che i vari sci club del Trenti-no stanno portando avanti in questi anni nel principio della sana competizione. Snoccioliamo i nuovi campioni trentini Alessio Amadei, Francesca Fanti, Davide Parisi, Lucrezia Fantelli, Francesco Gal-diolo, Giulia Peterlini, Federico Vanzo, Francesca De Luca, Stefano Caserotti, Pascal Rizzi, Laura Pirovano e, dulcis in

fundo, il combinatista Giovanni Zotta, che pur non avendo vinto nessuna gara fra gli ragazzi ha dimostrato costanza di risultati in tutte e tre le specialità.L’altro aspetto curioso riguarda la man-canza di due generazioni, o meglio di due annate, visto che in alcune catego-rie si è registrato un altro fatto anoma-lo, ovvero che a primeggiare siano atleti al primo anno di categoria. Ne sono un esempio proprio la reginetta dei Trentini 2011 Francesca Fanti fra le ragazze, la rendenese Laura Pirovano fra le allieve, la roveretana Giulia Peterlini sempre nel-la categoria ragazze, che hanno addirit-tura vinto la medaglia d’oro.Un elogio va poi agli organizzatori della Monti Pallidi che hanno fatto fronte in

I campionati trentini ragazzi e allievi hanno messo in evidenza l’equilibrio tecnico nelle varie categorie e una reginetta, Francesca Fanti

Francesca Fanti

11vincitori diversi

Lucrezia Fantelli Laura Pirovano

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Alessio Amadei

MEDAGLIE CAMPIoNAtI tRENtINICHILDREN 2011

SUPERGRAGAZZI: 1° Alessio Amadei (Valrendena ski Club); 2° Andrea Sartori (Brentonico Ski Team); 3° Nicola Bozzetta (Us Late-mar).RAGAZZE: 1ª Francesca Fanti (Ski Team Fassa); 2ª Francesca Elefanti (Agonistica Campiglio); 3ª Giulia Peterlini (Tezenis Ski Team).ALLIEVI: 1° Davide Parisi (Agonistica Campiglio); 2° Tommaso Levi (Agonistica Marmolada); 3° Cristiano Tomaselli (Lago-rai Ski Team).ALLIEVE: 1ª Lucrezia Fantelli (Agonisti-ca Campiglio); 2ª Francesca Zanini (Sc Ananune); 3ª Valentina Longhi (Ski Team Fassa).

SLALoM SPECIALERAGAZZI: 1° Francesco Galdiolo (Agoni-stica del Baldo); 2° Giovanni Zotta (Cai Sat Rovereto); 3° Matteo Scalet (Ski Club San Martino).RAGAZZE: 1ª Giulia Peterlini (Tezenis Ski Team); 2ª Francesca Elefanti (Agonistica Campiglio); 3ª Carlotta Zanella (Agonisti-ca Campiglio).ALLIEVI: 1° Federico Vanzo (Agonistica Marmolada); 2° Alberto Valentini (Tezenis Ski Team); 3° Pascal Rizzi (Sc Anaune).ALLIEVE: 1ª Francesca De Luca (Ago-nistica Campiglio); 2ª Martina Peterlini (Tezenis Ski Team); 3ª Lucrezia Fantelli (Agonistica Campiglio).

SLALoM GIGANtERAGAZZI: 1° Stefano Caserotti (Ski Team Val di Sole); 2° Giorgio Ronchi (Tezenis Ski Team); 3° Lorenzo Deflorian (Us Do-lomitica).RAGAZZE: 1ª Francesca Fanti (Ski Team Fassa); 2ª Carlotta Zanella (Agonistica Campiglio); 3ª Monica Zanoner (Ski Team Fassa).ALLIEVI: 1° Pascal Rizzi (Sc Anaune); 2° Davide Parisi (Agonistica Campiglio); 3° Tommaso Levi (Agonistica Marmolada).ALLIEVE: 1ª Laura Pirovano (Agonistica Campiglio); 2ª Lucrezia Fantelli (Agonisti-ca Campiglio); 3ª Beatrice Ferro (Tezenis Ski Team).

CoMBINAtARAGAZZI: 1. Giovani Zotta (Cai Sat Ro-vereto) punti 175; 2. Francesco Galdiolo (Agonistica del Baldo) 156; 3° Giorgio Ronchi (Tezenis) 146. RAGAZZE: 1ª Francesca Fanti (Ski Team Fassa) 245; 2ª Peterlini Giulia (Tezenis Ski Team) 210; 3ª Francesca Elefanti (Agonistica Campiglio) 200.ALLIEVI: 1° Pascal Rizzi (Sc Anaune) 210; 2. Davide Parisi (Agonistica Cam-piglio) 193; 3. Tommaso Levi (Agonistica Marmolada) 185.ALLIEVE: 1ª Lucrezia Fantelli (Agonistica Campiglio) 240; 2ª Francesca De Luca (Agonistica Campiglio) 190; 3ª Francesca Zanini (Sc Anaune) 175.

SoCIEtÀ1. Agonistica Campiglio punti 1400; 2. Tezenis Ski Team 837; 3. Ski Team Fassa 833.

maniera professionale a questo evento che ha coinvolto nei tre giorni di gara quasi 900 giovani sciatori. Un evento che fra l’altro ha avuto due location di-verse, ovvero Passo San Pellegrino con le gare di superG e di slalom e l’Alpe di Lusia con le prove di slalom gigante. Eppure sono riusciti a mettere in cantie-re tutto in maniera egregia, affrontando con serietà e determinazioni gli inevita-bili imprevisti, meteo compreso, passato dalla splendida giornata soleggiata del venerdì alla nevicata del sabato.Infine una riflessione riguardo alla nostra interminabile battaglia, ovvero quella di riuscire ad ottenere maggiore collabora-zione da parte degli impiantisti, magari riuscendo a dare vita al sogno di uno ski-

pass unico. Domenica all’Alpe di Lusia, in una giornata contraddistinta da neb-bia e neve, se non ci fossero stati i cam-pionati trentini ad animare passaggi e rifugi, probabilmente la ski area sarebbe stata un tantino deserta. Un aspetto che merita una riflessione da parte di tutti.Un’ultima considerazione. Assistendo alla premiazione dei campionati trentini ci è parso alquanto ridicolo e fuori luogo l’imposizione da parte di allenatori o ge-nitori di far salire il proprio figlio/atleta sul podio con gli sci in mano. Avranno tempo, se talentuosi, di vivere l’emozio-ne di gratificare il fornitore di sci, anche perché i giornali per principio non pub-blicano queste foto...

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Federico Vanzo

Francesca De Luca

Francesco Galdiolo

Giulia Peterlini

Sergio Piardi

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sci Alpino a cura della redazione

Alla vigilia di tutti i campionati ita-liani giovanili, alla fine quelli che pesano e che consentono di por-

tare a casa medaglie, abbiamo analizzato con il commissario tecnico dello sci alpi-no Giampiero Vinante l’andamento delle due squadre agonistiche del Comitato Trentino. «Come avevamo sottolineato ad inizio stagione per noi questa doveva essere un’annata di transizione ma so-prattutto di crescita. Durante la primave-ra la commissione discesa aveva infatti deciso di riorganizzare le squadre agoni-stiche allargando i numeri, ma soprattut-to puntando sui più giovani, per cercare nel giro di qualche anno di elevare il li-vello tecnico del nostro gruppo. E così è stato, fra l’altro attuando una vera rivolu-zione dei quadri tecnici, facendo passare Enrico Vicenzi dalla squadra femminile a quella maschile e affiancandogli la new entry Alessandro Finazzer, mentre in campo femminile Andrea Sonda era di-ventato il nuovo allenatore responsabile affiancato da Angelo Tavernaro».E dopo quasi 5 mesi di gare qual è il primo bilancio? «Per quanto riguarda il team maschile direi oltre le attese. Sia-mo partiti con l’obiettivo di crescere ed invece abbiamo ottenuti piazzamenti im-portanti con Matteo De Vettori che ha addirittura avuto l’onore di partecipare ai campionati mondiali juniores di Crans

Montana, centrando un eccellente risul-tato nella discesa di Caspoggio valida co-me gara del circuito Fis giovani e tanti altri piazzamenti e vittorie nelle gare Fis junior. È decisamente lui la sorpresa di questo inizio stagione e non è escluso un suo ingresso in nazionale il prossimo anno, ma altrettanto bene hanno fatto anche Sebastiano Finazzer e Matteo Bat-tocchi. Fra gli aspiranti poi nell’ultimo mese Giovanni Pasini è spesso risultato primo di categoria ed è cresciuto anche Federico Liberatore e Davide Da Villa in sla-lom. Peccato poi per l’infortunio ad Andrea Chiesa, che stava an-dando davvero bene. Poi non dimentichia-mo Francesco Roma-no che pur essendo un atleta delle Fiam-me Gialle porta punti al Trentino ed attual-mente è in testa alla graduatoria Fis giova-ni».Per quanto riguarda invece il settore femminile? «Qui i risultati sono stati meno rilevanti, anche perché abbiamo avuto tanta sfortuna e continui infortu-ni che hanno compromesso un lavoro complessivo. A parte Sara Maistri sulla

quale la dea bendata sembra si sia ac-canita, anche Andrea Cailotto ha avuto una serie di piccoli stop che non le han-no permesso di essere costante, mentre Giulia Mattielli non è riuscita finora a trovare costanza nei risultati. Poi c’è sta-to l’incidente a Natalie Rizzoli, che ha lasciato il segno anche nel gruppo. Fra le aspiranti ho riscontrato tanto impegno e determinazione, purtroppo non è facile partire da dietro e recuperare posizioni. Chi è andata bene è stata sicuramente

Miriam Rasom che ha ottenuto piazzamenti importanti. Ci vuole pazienza e speriamo che la sfortuna abbia chiuso la sua ventata di negatività nei nostri confronti».Dopo cinque mesi rifa-rebbe la scelta tecnica sulla rivoluzione degli allenatori? «Devo am-mettere che la scelta fatta assieme alla commissione discesa

era un po’ azzardata, ma ha dato i frutti che ci aspettavamo. Da parte degli alle-natori ho trovato tanta professionalità e voglia di fare e disponibilità».

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oltre le attese

In attesa dei campionati italiani di categoria il bilancio della squadra trentina di sci alpino

è decisamente positivo

Matteo De Vettori,sotto Sebastiano Finazzere in basso Miriam Rasom

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fondo a cura della redazione

I n attesa del rush finale di questa stagione particolarmente intensa per lo sci di fondo, ci soffermiamo

sui vari vincitori dei campionati trenti-ni 2011. Gare che hanno avuto come teatro le Viote del Bondone per i baby e cuccioli, Malga Millegrobbe di Lava-rone per i ragazzi e allievi, quindi Lago di Tesero per la gundersen aspiranti e juniores e Passo Campo Campo Carlo Magno per i provinciali giovani e senior a tecnica libera.A parte il solito plauso organizzativo al-lo Sci club Marzola, Ski Team Altipiani, Us Dolomitica e Sci club Campo Carlo Magno, i risultati emersi sono sostan-zialmente quelli che sono stati messi in luce nel corso delle varie gare zonali.Aspettando le staffette tricolori di fine stagione quest’anno i campionati italia-ni ragazzi (tornati dopo alcuni anni di sperimentazione in formula criterium) e allievi hanno regalato ai nostri colori solamente una medaglia di bronzo ma-schile nelle gare children 2 di Asiago.Ma torniamo agli eventi di casa nostra. Sul Monte Bondone sono stati assegna-

ti i titoli dei più piccoli, che hanno visto primeggiare Matilde Goss (Us Lavazé Varena) e olaf Haas della Cauriol fra i baby, quindi Carola Dellagiacoma (Usd Cermis) e Stefano Dellagiacoma (Usd Cermis) fra i cuccioli.I trentini ragazzi e allievi hanno invece avuto un’organizzazione insolita, ovvero quella di un club finora con estrazione sci alpino, lo Ski Team Altipiani, che però è riuscito a mettere in cantiere in maniera egregia le gare provinciali. Così a Millegrobbe di Lavarone si sono laureati nuovi campioni trentini ragazzi Nicola Deflorian della Cauriol e Michela Gabrielli dello Sci Fondo Val di Sole, mentre fra gli allievi hanno primeggiato Giacomo Gabrielli del Cermis e Cateri-na Ganz della Monti Pallidi.La prima gara giovani è stata invece messa in cantiere dalla Dolomitica di Predazzo a Lago di Tesero, con la tanto apprezzata gimkana. La gara di dome-nica aveva però validità anche per as-segnare i titoli trentini giovani, senior e master a tecnica classica, che hanno così laureato nuovi campioni provincia-

li Paolo Fanton della Cornacci fra gli junior, Manuel Simion dell’Us Primiero San Martino fra gli aspiranti, Marino Vanzo del Team Hartmann fra i senior e Marzo Zorzi della Cauriol fra i master. In campo femminile i titoli sono invece stati appannaggio di Valeria Deflorian della Cauriol, che ha pure stabilito il miglior tempo assoluto, quindi Erica Cavazzani del Marzola fra gli junior, Chiara Zoppiroli del Ledrense fra le senior e Laura Sala del Carisolo fra le master.A Passo Campo Carlo Magno, invece, sono stati assegnati quelli aspiranti, ju-nior, senior e master a tecnica libera. I nuovi campioni trentini rispondono così ai nomi di Martina Di Biase (Us Cermis) e Nicola Pedergnana (Sc Rabbi) fra gli aspiranti, Stefania Zanon (As Cauriol) e Paolo Fanton (Us Cornacci) fra gli ju-nior, Lisa Morandini (Fiamme Gialle) e Nicola Morandini (Fiamme Gialle) fra i senior, per finire con Laura Sala (Us Carisolo) e Gianni Penasa (Gs Monte Giner) fra i master.

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carrellata di titoli trentini

Assegnati i titoli provinciali, dai baby ai senior, a Tesero, Millegrobbe, Viote e Passo Campo Carlo Magno

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giovaniBiathlon a cura della Redazione

I n attesa del nuovo poligono di tiro, che dovrebbe concretizzarsi dopo i lavori in vista dei Mondiali 2013,

a Lago di Tesero si sono disputati an-che quest’anno i campionati trentini di biathlon. Kermesse che ha coinvolto un buon numero di ragazzi che praticano questa disciplina in Val di Fiemme, pur essendo costretti sempre a lunghe tra-sferte per partecipare alle competizioni.Nel pomeriggio le gare dei campionati trentini, la sera quelle del Revival, en-trambe con fucili ad aria compressa. Fra le giovani promesse il miglior tempo, aggiudicandosi la classifica allievi, l’ha fatto registrare Lorenzo tomio, che ha chiuso i tre giri del percorso per com-plessivi 1000 metri, con il tempo di 19’42”, precedendo Lorenzo Morandini.Fra le allieve si è imposta Veronica No-nes del Castello di Fiemme, che ha in-vece concluso con il tempo finale di 20 minuti.Più combattuta poi la categoria ragazzi, nella quale ha primeggiato Nicolò Nones del Castello di Fiemme, che ha conclu-so con il tempo di 21’26”, precedendo Simone De Godenz della Cornacci e il compagno di squadra Joseph Vinante. Fra le pari età affermazione per Caterina Piller della Dolomitica che ha chiuso con il tempo di 25’52”0, davanti ad Alice Necchi del Castello di Fiemme.Sfida d’altri tempi poi nel tardo pome-riggio con la gara revival, sempre ad aria

compressa, che ha visto primeggiare Michele Guadagnini della Dolomitica che ha chiuso con il tempo di 8’13”0; davanti a Roberto tomio, staccato di 24 secondi e Martino Dallemulle, che ha invece accusato un ritardo di 30 secondi. Quarta posizione con qualche problemino col fucile, Federico Modica della Dolomitica. Per lui un ritardo di 52 secondi.Si è conclusa in maniera positiva anche la stagione del biathlon che ha visto gli atleti trentini partecipare alle gare del circuito Biathlon Cup in Alto Adige e ai campionati italiani giovanili. «L’avere a disposizione un centro permanente – ha sottolineato l’allenatore Giancarlo Del-lantonio – non ci permette di crescere nella qualità e nei numeri. Speriamo cambi qualcosa nel futuro prossimo. I nostri giovani atleti comunque si impe-gnano molto e sono sicuro che i risultati arriveranno».Infine un cenno alla squadra che ha aderito quest’anno al progetto biathlon “Two Sport On Passion”, composta da Veronica Nones, Simone Daprà, Simone Degodenz, Lorenzo tomio, Alex Dellan-tonio, Mattia Felicetti, Martin Moser, Nicolò Nones e Jose Vinante. Le socie-tà coinvolte nell’iniziativa promozionale sono invece il Gs Castello di Fiemme, l’Us Litegosa, la Cornacci di tesero e la Dolomitica di Predazzo.

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Tomio e nones, due nomi su cui puntare

Il biathlon trentino soffre la mancanzadi un poligono permanente, ma nonostante questo è stata comunque un’annata positiva

Lorenzo Tomio

Veronica Nones

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giovaniSalto a cura della redazione

I giovani saltatori trentini sono risulta-ti ancora protagonisti ai campionati italiani che si sono disputati in Val

Gardena, centrando ben sei medaglie tricolori. Merito di Giulio Bezzi del Gs Monte Giner che si è imposto sia nel sal-to speciale sia nella combinata nordica della categoria ragazzi, quindi di Luca Gianmoena dell’Us Lavazé Varena primo nella combinata e secondo nel salto al-lievi. Sono poi arrivati due bronzi nella combinata per merito di Gabriele Zam-belli del Monte Giner fra i ragazzi e Mirko Sieff dell’Us Lavazé Varena fra gli allievi.La gara aveva validità internazionale ed ha visto al via anche atleti di società au-striache. Tornando al campionato italiano da se-gnalare poi il quarto posto di Zambelli nel salto ragazzi, seguito da Luigi Fles-sati e Michele Longo della Do-lomitica sesto. Nel salto allievi Pietro Zorzi della Dolomitica ha concluso al quarto posto davanti a Giulio Bezzi, Manuel Longo, Alessio Longo e Mirco Sieff.Nella combinata nordica tricolo-re ragazzi come anticipato Ga-briele Zambelli ha ottenuto la medaglia di bronzo, davanti a Luigi Flessati del Monte Giner. Quinto posto poi per Michele Longo, sesto per Nicola Dalla-giovanna. Nella combinata al-lievi ancora un quarto posto per Pietro Zorzi, davanti a Manuel Longo, con Alessio Longo settimo e Denis Pa-rolari nono.Per quanto riguarda i cuccioli (era una gara internazionale ma non valida per il campionato italiano) Giovani Bresadola ha ottenuto una doppietta sia in salto sia in combinata, precedendo nel salto Fac-

chini, Monteleone e Flessati, nella com-binata Flessati, Monteleone e Facchini.Inoltre al termine della gara gardenese è stata effettuata la premiazione di Cop-pa Italia 2011, il circuito che compren-de tutti i risultati della stagione estiva

2010 e invernale 2011. In particolare nella categoria ragazzi di salto speciale il podio è completamente del Gs Monte Giner con Giulio Bezzi primo, Gabriele Zambelli secondo e Luigi Flessati terzo, mentre nella combinata Bezzi ha vinto la medaglia d’oro e Zambelli è risultato terzo. Nella categoria cuccioli doppietta

anche per Giovanni Bresadola e doppio argento per Guido Flessati.I campionati italiani children erano dun-que l’ultimo atto della stagione invernale di salto e combinata nordica, durante la quale gli stessi protagonisti citati si sono alternati le posizioni anche nelle varie gare del circuito Nazionale Giovani e in particolare nelle due gare perfettamen-te organizzate dalle due società trentine Unione sportiva Dolomitica a Predazzo e Gruppo sportivo Monte Giner a Pellizza-no e Ossana.La Dolomitica ha inoltre organizzato i campionati italiani di combinata nordi-ca assoluti e juniores, che hanno visto, come da pronostico, l’affermazione del-la medaglia olimpica Alessandro Pittin e con il giovane promettente gardene-se Samuel Costa che è stato capace di

mettersi al collo la medaglia del miglior junior. Per i colori del Trentino non è giunta nessuna medaglia, anche se il bilancio della squadra rima-ne comunque positivo. Roberto Tomio si è piazzato quarto nella gara junior, davanti al compagno di squadra Paolo Corradini, con Daniele Varesco ottavo ma con la soddisfazione di aver stabilito il secondo miglior salto a metà gara. Nella graduatoria assoluta Roberto Tomio ha invece cen-trato il settimo posto, sempre

davanti a Paolo Corradini, con Varesco undicesimo, Maximilian Thomas quat-tordicesimo e Gabriele Scarian quindi-cesimo. Insomma i giovani non mancano, con un po’ di pazienza e tanto lavoro si può ar-rivare in alto.

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Premiata dittaBezzi&gianmoena

Giulio Bezzi e Luca Gianmoena

hanno dettato legge nelle categorie children,

fra i cuccioli Giovanni Bresadola ha vinto tutte le gare

sia di salto sia di combinata

Aaron Kostner, Giulio Bezzi e Gabriele ZambelliAlex Insam, Luca Gianmoena e Mirco Sieff

Guido Flessati, Giovanni Bresadola e Gabriele Monteleone

attentia quei

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nevefresca di Ugo Merlo

T ambre. Stai attento a quei due che occupano il due gradini più alti del podio, tra breve saranno

tuoi avversari. Questa la frase detta al simpatico Manfred Reichegger, campio-ne di sci alpinismo altoatesino, in forza al Gruppo Sportivo dell’Esercito, che ha sorriso aggiungendo: “Mi sa che smetto prima”. La scena: la premiazione nella piazza di Tambre (Belluno), teatro della terza prova della Coppa del Mondo di sci alpi-nismo, al termine della quale si sono as-segnate le Coppe Cadetti e Juniores. Sul gradino più alto del podio, vincitore del trofeo internazionale, troviamo il fiem-mese della Cauriol Gian Luca Vanzetta,

accanto a lui Federico (soprannominato da tutti Chicco) Nicolini del Brenta Te-am, che vive all’ombra del Brenta, Mol-veno, secondo. Un grandissimo risultato, questo dello sci alpinismo trentino.La Coppa del Mondo Cadetti è vissuta sul duello tra Vanzetta e Nicolini iniziato a Pelvoux dove ha vinto il Gian Luca, da-vanti al Chicco, proseguito poi a Gavar-nie con la vittoria del Nicolini sull’ami-co Vanzetta. La gara di Tambre, tappa italiana disputatasi su di un percorso in parte simile a quello della mitica Tranca-vallo, di cui il giorno dopo della prova di Coppa è andata in scena la ventottesima edizione, era la prova finale e decisiva. Sulla carta Chicco Nicolini forte di mag-

giore esperienza e risultati, visto corre nei cadetti dallo scorso anno, appariva più forte. La settimana prima aveva vin-to alla Presolana, con ben 6 minuti di vantaggio sul Gian Luca il tricolore, ma in una gara di sci alpinismo, sai come parti, ma non come arrivi. Con i giovani i pronostici poi non sempre valgono. Le variabili in uno sci alpinista giovane so-no molte. Sin dal via i due alfieri dello sci alpinismo trentino e nazionale hanno fatto la differenza. Non ce nera per nes-suno. Solo il lombardo Luca Faifer, alla fine terzo, riusciva a fatica a non stare troppo lontano dai due sfidanti per la ga-ra e per la Coppa del Mondo.Nella prima ascesa Nicolini imponeva il

Gian Luca Vanzetta e Federico Nicolinistanno dominando la scena

nello sci alpinismo giovanile, posizionandosi al primo e secondo posto

in Coppa del Mondo

Data di nascita: 29.06.1994Luogo di residenza: Ziano di FiemmeScuola frequentata: Istituto Tecnico Commerciale di Predazzo

Cosa vuoi studiare in futuro? «Finito il quinto anno di questa scuola penso che comin-cerò a lavorare perché la voglia di studiare è già esaurita».Quando hai messo gli sci la prima volta? «All’età di 5 anni ho messo per la prima volta gli sci da discesa, ma la mamma mi ha detto che non li ho messi molto volentieri».Quando hai messo gli sci da alpinismo la prima volta? «Li ho messi nel 2008 perché volevo fare la gara del mio paese».Chi ti ha avvicinato allo sci alpinismo agonistico? «Sicuramente è stato mio papa, che mi ha avvicinato alle gare in pista, poi Carlo Zanon mi ha fatto conoscere il vero sci alpinismo, quello fuori pista»Gli dai dei meriti o era meglio se ti portava a fare altro? «Queste persone devo si-curamente ringraziarle perché mi hanno fatto conoscere uno sport stupendo, molto faticoso, ma a stretto contatto con la montagna».Che cosa è per te la montagna? «Una passione di cui non posso farne a meno, ma anche uno stile di vita in quanto tra le montagne si svolgono molte delle mia attività, un posto dove ho trovato le mie più grandi soddisfazioni anche senza gareggiare, un luogo dove confrontarsi e trovare i miei limiti»Perché hai scelto uno sport che in fondo è povero e molto duro? «Proprio perché è uno sport che ha fatto un patto con la montagna, dove le sue forme sono il mio campo di gara, dove non serve sempre vincere per essere soddisfatti».Hai praticato o pratichi altri sport? «Nella mia vita ho giocato a calcio, hockey, sci di discesa, sono passato allo snowboard per poi incontrare la montagna e praticare sci alpinismo e la corsa in montagna l’estate».La tua attività alpinistica? «Per adesso si limita a conquistare le vette del Lagorai, la catena che costeggia la mia valle ma un giorno mi piacerebbe conquistare qualcosa di molto più grande».Qual è lo sportivo se c’è che rappresenta per te un modello? «Manfred Reichegger».Sai già cosa farai da grande? «Penso che faro il falegname ma non ho abbandonato l’idea di diventare guida alpina. Poi chissà, magari lo sport diventerà un lavoro e allora non lo rifiuterei».

GIAN LUCA VANZETTA

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Data di nascita: 28.11.1994Luogo di residenza: MolvenoScuola frequentata: Secondo anni all’Istituto Ivo De Carneri

Cosa vuoi studiare in futuro? «Quando finisco le superiori penso di andare a lavorare, perché mi sento un pratico, mi piace il dinamismo.».Quando hai messo gli sci la prima volta? «All’età di 3 anni con mio papà Franco in Paganella»Quando hai messo gli sci da alpinismo la prima volta? «A 5 anni con l’aiuto di mio papà sui prati vicino a casa mia».Chi ti ha avvicinato allo sci alpinismo agonistico? «Quando ero piccolo e andavo a vedere mio papà, vedendolo mi sono appassionato, acnhe perché in casa abbiamo sempre vissuto con un certo coinvolgimento l’attività del papà».Gli dai dei meriti o era meglio se ti portava a fare altro? «Certamente gli do dei meriti grandissimi perché lo sci alpinismo è un bellissimo sport, che esalta vivi nella natura incontaminata».Che cosa è per te la montagna? «La montagna mi piace molto sia l’estate quando osso andare ad arrampicare, correre, che l’inverno con la neve allorquando si può praticare lo sci»Perché hai scelto uno sport che in fondo è povero e molto duro? «La mia risposta è semplice, perché mi piace molto e mi diverte».Hai praticato o pratichi altri sport? «Ho praticato il ciclismo, un altro sport di grande fatica».La tua attività alpinistica, sappiamo che hai un record, davvero significativo. «Vivo all’ombra del Gruppo di Brenta e papà è una guida alpina, come detto prima la montagna è la è nel mio dna, sin da piccolo. Della mia attività alpinistica mi piace ricordare che ho scalato il Campanile Basso all’età di 7 anni e poi ho fatto qualche cimetta con gli sci».Qual è lo sportivo se c’è che rappresenta per te un modello? «Papà Franz».Sai già cosa farai da grande? «Vivo di giorno in giorno e poi vedrò».

FEDERICO NICOLINI

suo ritmo e Vanzetta non lo mollava. Un testa a testa nel quale i duellanti, con grande correttezza e sportività davano il tutto per tutto. Il Chicco, non riusciva a fare la differenza complice l’influenza e così Gian Luca con determinazione e convinzione riusciva a superare il com-pagno di avventura nel tratto finale in discesa, tagliando il traguardo sorriden-te e felice. Dopo pochi secondi arrivava Chicco, un po’ sconsolato, stanco, ma leale e sportivo. I due subito dopo si sono stretti la mano ed abbracciati. È una bella immagine, quella di questi due ragazzi, che dominano la scena mondia-le, battagliano fino all’ultimo metro e si abbracciano dopo il traguardo. Un esem-pio di sportività di freschezza, morale so-prattutto, perché nel loro competere c’è sano e puro agonismo.Merita un approfondimento l’esplosione in questa stagione di Gian Luca Vanzet-ta, che al suo primo anno di gare serie è stato subito chiamato a far parte della

nazionale ed alla prima gara importan-te sulla scena mondiale ha fatto il col-paccio, come ama dire il suo mentore Carlo Zanon, nella cui scuderia questo “puledro” di razza è stato allevato ed ha preso complice il papà la passione dello sci alpinismo.Ecco il pensiero del vincitore. “La vitto-ria della Coppa del Mondo è stata una cosa per me inattesa, perché nelle pre-cedenti gare in Italia arrivavo sempre sul terzo gradino del podio e non avrei mai immaginato che uscendo dell’Italia sarei riuscito a vincere. Questa vittoria è stata la mia più grande soddisfazione e forse non mi rendo ancora conto di ciò che sono riuscito ad ottenere. Nella mia testa continuo a pensare però che Chicco sia più forte di me, questo perché lo battu-to solo due volte e proprio in Coppa del Mondo. Debbo dire che in queste due occasioni lui non godeva della massima forma e salute.” Il Chicco già lo scorso anno aveva fatto

capire di che stoffa è fatto. Dietro di lui c’è il papà Franco, campione del passato nemmeno tanto remoto, grande alpinista che ha trasmesso al figlio e anche alla figlia Elena la passione per lo sci alpi-nismo agonistico. Quest’anno il giovane Nicolini ha fatto ciò che sa fare andare su e giù per le montagne con gli sci ve-locissimo.Ecco la riflessione di Chicco: “Nella ga-ra di Tambre ho sofferto per l’influenza. Gian Luca è riuscito a passare, lo sport è questo un secondo posto in Coppa del Mondo è un bel risultato, guardo avanti al futuro.” Se Gian Luca e Chicco avranno voglia di continuare ad allenarsi, impegnarsi e fare fatica, potranno sicuramente ambi-re ad altri traguardi ad altre giornate di gloria e tenere alto accanto ai loro già bei nomi, la bandiera dello sport italiano e del Trentino, che di loro è orgoglioso. Bravi ragazzi e grazie.

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sci Alpinismo a cura della Redazione

La Coppa delle Dolomiti con i suoi Comitati Organizzatori si dimo-stra ancora una volta una fucina

di idee e innovazione. Inutile elencare tutto ciò che il circuito ha portato nel mondo dello sci alpinismo, uno o forse il primo in Italia capace di riunire le princi-pali gare del Trentino, per poi darsi negli anni una dimensione interregionale e in-ternazionale. La Coppa delle Dolomiti ha avuto un ruolo importante nella crescita del movimento inserendo novità regola-mentari poi adottate a tutti i livelli e ne-gli ultimi anni ha dato vita, dapprima ad un circuito giovani, quindi ad una gara esclusivamente under 20, che tanto suc-cesso ha riscosso nello scorso dicembre riproponendosi di diventare un appunta-mento fisso nel calendario. Ma non è tutto, lo scorso febbraio, in occasione della 7ª Ski Alp Val Rendena, ecco che gli organizzatori dello Sci club Alpin Go Val Rendena, diretti dall’in-faticabile Matteo Campigotto, hanno deciso di sperimentare un’altra novità regolamentare, peraltro già discussa nel comitato tecnico di Coppa delle Dolomiti coordinato da Franco Nicolini. In pratica la gara senior e master femmi-nile ha adottato per la prima volta nella

storia un percorso light, identico a quel-lo della categoria junior maschile, e non più lo stesso quindi dei senior e master maschi. Nel dettaglio le girls hanno af-frontato un tracciato con 1200 metri di dislivello, anziché 1800, con partenza dal Doss del Sabion, ma mantenendo i passaggi suggestivi della Scala Santa, delle 100 zete per raggiungere il rifugio XII Apostoli, comprensivo di 3 salite e 2 discese.L’esperimento è decisamente piaciuto, come ha sottolineato lo stesso Campigot-to pochi giorni dopo l’evento: «Abbiamo avuto dei feedback decisamente positivi e questo non fa che rafforzare la nostra intuizione. Riteniamo che la gara light potrà sicuramente permettere un incre-mento della partecipazione femminile, cercando comunque di mantenere un livello di difficoltà e di tecnicità che le nostre gare richiedono. Noi proseguire-mo sicuramente su questa strada».Abbiamo raccolto tre pensieri diversi per tipologia, ma univoci nel messaggio fi-nale: la gara light è il futuro dello sci alpinismo femminile. «L’idea è decisamente interessante», ha commentato la vincitrice Francesca Mar-tinelli, «Anche se dopo tante stagioni af-

frontate su percorsi lunghi il mio motore si è abituato a certi ritmi e sforzi e per-sonalmente riesco ad esprimermi proprio nella parte finale del tracciato, ritengo che per la categoria femminile dev’esse-re assolutamente fatto qualcosa. Per non ritrovarci sempre le solite in gara bisogna cercare di far avvicinare nuove atlete e il percorso light è la soluzione ottimale, soprattutto per le giovani».Della stessa idea è anche la nonesa Orietta Calliari: «Io non ho partecipato alla Ski Alp Val Rendena e non nascondo di prediligere i percorsi lunghi. È altresì vero che l’iniziativa degli organizzatori della gara e del circuito Coppa delle Do-lomiti è decisamente interessante e deve essere riproposta».Battuta conclusiva per Elena Nicolini, una dei volti nuovi dello sci alpinismo: «A parte la gara di Pinzolo che ha un percorso fantastico, la competizione leg-gera per le donne è ottimale. Come me la pensano tante altre giovani che hanno appena iniziato a gareggiare e che non hanno il ritmo per maratone scialpinisti-che. È indispensabile per far crescere e promuovere il nostro sport».

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che successo la gara light femminileAlla Ski Alp Val Rendena, gara di Coppa delle Dolomiti, è stato adottato un percorso leggero per le donne, un’iniziativa intelligente che avrà un futuro

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12.12.2010 17° Memorial Fabio Stedile Gara Nazionale Giovani | Passo Rolle23.01.2011 3a Pitturina Ski Race | Val Comelico20.02.2011 3° Tour de Sas | Badia27.02.2011 7a Ski Alp Val Rendena | Pinzolo03.04.2011 3° Adamello Ski Raid | Ponte di Legno17.04.2011 3° PalaRonda Ski Alp | San Martino di Castrozza

XIX COPPA 19a edizione I 2011

DELLE DOLOMITI

www.coppadelledolomiti.it I [email protected] I Fax +39 0461 1725626

COMITATO TRENTINO F.I.S.I.SCI ALPINISMO

REGIONE AUTONOMATRENTINO ALTO ADIGE

ConsiglioProvincia Autonoma Trento

DOLOMITI

UNESCO WORLD

NATURAL HERITAGE

Matteo Campigotto

12.12.2010 17° Memorial Fabio Stedile Gara Nazionale Giovani | Passo Rolle23.01.2011 3a Pitturina Ski Race | Val Comelico20.02.2011 3° Tour de Sas | Badia27.02.2011 7a Ski Alp Val Rendena | Pinzolo03.04.2011 3° Adamello Ski Raid | Ponte di Legno17.04.2011 3° PalaRonda Ski Alp | San Martino di Castrozza

XIX COPPA 19a edizione I 2011

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25

giovaniSlittino a cura della redazione

N ell’angolo orientale del Trentino esiste una piccola realtà impe-gnata in una delle discipline

minori fra quelle degli sport invernali. Spesso in silenzio ma con tanto entusia-smo e passione in questi anni è riuscita a creare un vivaio interessante ed anche i primi risultati stanno arrivando. Stiamo parlando della sezione slittino dell’Us Primiero San Martino, che ha da poco concluso una stagione molto intensa e piena di soddisfazioni.È stata un’annata da incorniciare in par-ticolare per Manuel Gaio che nella cate-goria allievi ha sempre lottato nelle posi-zioni di vertice, raggiungendo la vittoria e il secondo posto nelle prove di Inter-continental Cup a Flassin in Val d’Aosta e Santa Maddalena in Val di Funes.

Altra nota positiva è arrivata dal dop-pio formato da Simone Scalet e Simone Gaio, capaci di centrare una splendida medaglia di bronzo ai campionati italiani assoluti in Val di Funes, importante piaz-zamento per la coppia primierotta che poi ha pure ottenuto il secondo posto nel Intercontinental Cup di Flassin.Buono anche il comportamento nelle ca-tegorie aspiranti, dove su tutti si è messo in evidenza Giovanni Salvadori, facendo segnare ottimi tempi e margini di miglio-ramento per il futuro. La sezione dell’Us Primiero ha inoltre organizzato l’undicesima edizione del-

la coppa punti Trofeo Alimentari Gaio. Quest’anno la kermesse non si è svolta nella pista di allenamento della sezione, ma in ben tre piste diverse in territorio altoatesino. Per lo slittino da competi-zione la vittoria è andata nella categoria cuccioli maschile a Mirko Lucian, nella categoria ragazzi a Gianmaria Scalet, ne-gli allievi a Manuel Gaio, negli aspiranti a Giovanni Salvadori e nella categoria se-niores a Simone Scalet. Nella categoria preagonismo femminile, invece, il suc-cesso ha poi arriso in formula ex aequo ad Elena Rech e Francesca Gadenz. La manifestazione anche quest’anno ha riscosso dunque grande successo e si è svolta su tre gare, al termine delle quali gli atleti hanno maturato ogni volta un punteggio indispensabile per formare la classifica finale generale e di categoria.Un circuito al quale per il momento hanno preso parte solo atleti primierotti, ma l’obiettivo e la disponibilità dell’Us Primiero è quella di aprire questo circu-ito anche all’esterno cercando altresì di crescere dal punto di vista tecnico e di numeri.Inoltre il gruppo agonistico del sodalizio primierotto ha preso parte anche a gare valide come qualificazione nazionale, in Val Gardena e in Val Venosta e ad una gara giovanile a Fiè allo Scilliar con di-screti risultati.L’ultimo impegno stagionale è coinciso con la disputa del Trofeo Sel, a Longiarù in Val Badia, oltre all’ immancabile gara sociale che quest’anno è stata svolta as-sieme agli amici della Val Gardena nella loro pista a Plan de Gralba. Anche se l’inverno non è stato dei mi-gliori a livello meteorologico, la stagione è stata lo stesso impegnativa e senza ombra di dubbio una delle migliori del ultimo decennio per risultati e gare svol-te.

n

siamo piccoli

ma cresceremo

La coppia Simone Scalet e Simone Gaio ha ottenuto

il bronzo agli assoluti, mentre l’allievo Manuel Gaio

ha sempre lottato per le posizioni di vertice

Il podio dei Campionati Assoluti con sul terzo gradino del podio la coppia trentina Simone Scalet e Simone Gaio. A sinistra, Manuel Gaio e in alto Loris Simion

Mirko LucianGiovanni Salvadori

autoScatto di Veronica Gianmoena

Si è avvicinata quasi per caso

all’acrobatica disciplina e ora sogna di esserci

ai Mondiali 2013

La ladies trentina del salto

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L’opportunità che mi è stata data di raccontarmi nelle pagine di SciA in Trentino per me è stato davvero

un grande onore anche perché mi da la possibilità di parlare di una disciplina sportiva poco seguita in Italia: il salto con gli sci.Innanzitutto mi presento, mi chiamo Ve-ronica Gianmoena, ho 15 anni e abito a Varena. La mia avventura sportiva non è iniziata con il salto, anzi, avevo in testa tutt’altro. Ho cominciato facendo danza, poi sci alpino, fondo, nuoto, arrampi-cata, corsa, hockey. Un giorno mentre stavamo facendo allenamento di fondo il mio allenatore, Nicola Parolari chiese al gruppo, su proposta dell’Us Dolomitica, se volevamo provare a saltare. All’inizio eravamo un bel gruppo, circa 15 ragazzini di cui 4 ragazze, tutti con lo scopo di divertirci, ma poi con il pas-sare del tempo qualcuno si è stufato, al-tri avevano interessi diversi, altri ancora hanno preso paura, così siamo rimasti in 6 (pochi ma buoni) e io sono rimasta l’unica ragazza.Avendo cominciato questo sport a 10 anni, ero già grande perché questo sport di solito si comincia a 6-7 anni, gli alle-natori mi avevano dato poche chance fin da subito, ma io con la mia testa dura e già con degli obiettivi ben a fuoco sono andata avanti.L’unico, che fin dall’inizio, ha creduto in me è stato Ezio Brigadoi, al quale vorrei fare un ringraziamento particolare per-ché mi ha aiutato nei momenti di diffi-coltà e grazie a lui sono arrivata ad un buon livello competitivo. Da qui il salto non è più un gioco, ma diventa una vera passione.

Nella stagione 2008-2009 sono arrivate le mie prime soddisfazioni vincendo sia i Campionati Trentini sia quelli italiani della categoria Children. Nella stagione 2009-2010 sono riuscita a riconfermar-mi Campionessa Italiana Children e gra-zie a questi risultati ho avuto la possibi-lità di far diventare la mia passione un vero impegno.Il mio obiettivo è stato fin da subito quel-lo di entrare in squadra A e di parteci-pare ai Campionati del Mondo in val di Fiemme nel 2013, obiettivo che esiste ancora nella mia testa e che voglio por-tare fino in fondo.Dopo la seconda vittoria del Campionato Italiano Children ho avuto la possibilità di entrare nel Comitato Trentino e nel 2010 e quindi nella Squadra Osservate di salto. Nell’estate 2009 ho iniziato a girare con la squadra A e B, partecipando alla Con-tinental Cup, circuito che si paragona alla Coppa del Mondo maschile, e da lì ho capito che era veramente iniziata la mia carriera da saltatrice. Nell’inverno del 2010 ho partecipato ai Campionati Mondiali Juniores in Germa-nia a Hinterzarten, dove non ho concluso con un buon risultato, ma che è stata un’esperienza bellissima. Nel Marzo del 2010 all’ultima gara OPA durante il salto di prova sono caduta e mi sono procurata la frattura del metatarso del piede sinistro. Quell’infortunio mi ha provocato lo stop per 2 mesi, ma poi mi sono ripresa molto bene e gli allenamenti sono proseguiti in maniera regolare. La stagione estiva del 2010 ha superato tutte le mie aspettative. Ero molto carica per cominciare con la stagione invernale.

Purtroppo all’inizio della tournee inver-nale, nel gennaio del 2011, un grave lut-to ha colpito la nostra squadra, a causa della morte della nostra “sorella di salto” Simona Senoner alla quale ero molto le-gata. È stato un periodo molto difficile ma grazie al mio carattere forte, alla mia famiglia e ai miei amici sono riuscita a superarlo e a recuperare abbastanza in fretta.Il 24 gennaio sono partita per un’al-tra avventura, i Campionati del Mon-do Juniores in Estonia, e diversamente dall’anno precedente ho concluso con un discreto risultato.L’unico problema che ostacola la mia carriera sportiva è la scuola. Frequento la 2ª del liceo linguistico “La Rosa Bian-ca” di Cavalese, e non essendo un liceo sportivo alcuni professori non sono molto favorevoli agli alunni che praticano sport e che quindi fanno molte assenze. Tutto sommato me la cavo bene, come nello sport, cerco di dare il meglio perché alla fine la scuola è una delle cose più im-portanti della vita. Conciliare sport e scuola a volte è sem-plice, a volte è molto difficile, soprat-tutto quando devo assentarmi più di una settimana, ma con l’aiuto dei miei compagni e di qualche professore con un po’ di cuore riesco a proseguire senza problemi. L’evento più importante che mi terrà oc-cupata il prossimo anno, oltre ai Campio-nati Mondiali Juniores, saranno le Olim-piadi Giovanili a Innsbruck dove spero di portare a casa un ottimo risultato. Io non mollo di sicuro, ai Mondiali 2013 in Val di Fiemme voglio proprio esserci.

n

Grande TedGrande TedDopo la recente vittoria ai Campionati del Mondo Ted Ligety

vince anche la Coppa del Mondo di Gigante per la terza volta in carriera.

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Ai recenti Campionati italiani ma-ster di Pila, splendidamente orga-nizzati, ho potuto sperimentare per

la prima volta le prove prima della gara di superg. Non sapevo, mea culpa, che la Commissione master avesse adottato questo regolamento quest’anno e per me è stata una sorpresa. Ho raccolto, in lo-co, alcuni pareri di altri concorrenti sulla novità, perlopiù negativi, anche se devo ammettere che qualcuno si è espresso favorevolmente. L’elemento positivo è, ovviamente, quel-lo di consentire un approccio soft alla prova veloce, consentendo di fare una di-scesa rilassata, provando i passaggi più tecnici senza l’assillo del cronometro. Entusiasti, proprio per questo, alcuni fra i più anziani, per i quali la velocità del superg costituisce sempre uno scoglio arduo da affrontare… Devo dire però che, nonostante le prove, ho visto alcuni in gara sbagliare clamo-rosamente direzione e andare per le fre-sche frasche. Forse sarebbe necessario il segnale luminoso per terra, come all’ae-roporto, altro che prova!

Scherzi a parte, vediamo di spiegare per-ché, a mio avviso, la discesa prima delle gara è un elemento, tutto sommato, ne-gativo, soprattutto ai Campionati italiani.Innanzitutto vi è da dire che l’essenza del superg è proprio quella di affrontare una gara veloce al primo tentativo, so-lo con l’ausilio della ricognizione. C’è chi riesce ad interpretare il percorso al meglio e chi invece ha delle difficoltà a spingere al massimo i vari passaggi.Introdurre la prova prima della gara si-gnifica scardinare questo dato di fatto, introducendo una modifica sostanziale, a favore dei meno capaci. Forse il nuovo canovaccio può avere un senso nelle tappe di Coppa Italia, dove la partecipazione complessiva è, di norma, più esigua, e si consente così ai parte-cipanti un po’ di allenamento specifico nella specialità, altrimenti impossibile. Ma non ha proprio senso, a mio avviso, in sede di Campionati Italiani laddove vi sono numeri importanti in partenza (quest’anno più di 150 iscritti), si asse-

di Daniele Bernardi ([email protected])

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Masterizzando

La prova nel superg:cui prodest?

Il podio dello Slalom B6: Enrico Voyat, Eugenio Traversa e Friedrich Raffeiner

Ai campionati italiani master di Pila abbiamo raccolto pareri discordantisull’adozione regolamentare delle prove nella gara veloce

Il podio del Gigante A5: Lorenzo Ferrari, Luigi Gandini e Franco Maggiorelli

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gnano i titoli e ci si può trovare a partire in gara con la pista rovinata dai passaggi della prova. Proprio questo aspetto do-vrebbe far riflettere perché danneggia in primis i concorrenti più anziani, che in-vece beneficerebbero della pista liscia se non ci fosse la discesa di prova. In sostanza si ottiene un risultato op-posto a quello perseguito. Un ulteriore elemento a sfavore, è rappresentato dal fatto che per poter effettuare la prova si tende inevitabilmente ad anticipare la partenza al mattino, con condizioni di luce sfavorevoli e si dilatano enorme-mente i tempi di svolgimento dell’intera competizione, fiaccando l’entusiasmo della truppa. Venendo allo specifico episodio di Pila, possiamo ricordare come, grazie all’in-flessibilità dei giudici, ci sia stato il tempo per una sola ricognizione al mat-tino, siano poi state effettuate le prove e, complice l’usura inevitabile della pi-sta, gli organizzatori siano stati obbligati

a spostare qualche passaggio rovinato, senza poter, ovviamente, consentire un’ulteriore verifica del tracciato che invece sarebbe stata opportuna. A ciò addebito un mio grossolano errore nel-la parte alta della gara, in un passaggio difficile che ha causato anche l’uscita di Gigi Gandini, in quanto ho affrontato un percorso leggermente diverso da quello visto e provato al mattino, tagliando ec-cessivamente la linea. A mio avviso il superg ideale dovrebbe essere effettuato su due piste separa-te, BC e A, oppure com’era avvenuto ai Campionati di Santa Caterina Valfurva nel 2008: dopo un congruo lasso di tem-po nel quale consentire due ricognizioni, prima devono partire i gruppi più anziani e le ragazze su una pista leggermente accorciata, ad un orario il più possibile favorevole per consentire le condizioni di luce migliori. Poi si dovrebbe sospendere la gara, fare una ricognizione-lisciatura di tutto il tracciato da parte dei concor-renti categoria A e quindi dare il via alla gara dei più giovani. Senza tante prove.

n

che bottino ai tricolori: 13 medaglie

Ha fatto incetta di medaglie il Trentino Master Team ai campionati italiani ma-ster, magistralmente organizzati a Pila, in Val d’Aosta. Nell’appuntamento tricolo-re l’agguerrito team coordinato da Gian Luca Porta ha tenuto in alto i nostri colori centrando ben 13 medaglie, delle quali 7 d’oro.Nella tre giorni di gara, che ha visto al via i migliori atleti provenienti da tutta la penisola su piste di alto livello tecnico splendidamente preparate, sono saliti sul gradino più alto del podio Luigi Gandini dello Ski Team Fassa, che ha vinto il gigante della categoria A5 (dai 50 ai 55 anni), Daniele Bernardi del Cus Trento che si è imposto nel gigante categoria A4 (dai 45 ai 50 anni), Willy Nardelli del Team Nardelli primo nello slalom categoria A4, quindi Eugenio traversa del Cus Trento che ha centrato una doppietta stabilendo il miglior tempo sia nello slalom sia, a sorpresa, nel superG della categoria B6 (dai 55 ai 60 anni), e firmando anche in entrambi i casi le migliori prestazioni assolute degli over 55. Stesso copione anche per l’intramontabile Maria Gesumina Suster dello Sci club Città di Rovereto che ha vinto il gigante e pure il supergigante della categoria C10.Le tre medaglie di argento le hanno invece centrate sempre Eugenio Traversa nello slalom gigante B6, che ha chiuso così la tre giorni con un risultato decisa-mente entusiasmante, ed ancora Daniele Bernardi nel superG A4, con qualche rammarico per un errore che gli ha fatto perdere tempo prezioso, per concludere con il fassano Luigi Gandini, secondo nello slalom A5.Infine i tre bronzi portano la firma di Willy Nardelli nel gigante A4, di Giovanni Manfrini del Cus Trento nel superG categoria B6 e di Gian Luca Porta del Cus Trento nello slalom A5.Questi dunque i magnifici 7 del Trentino Master Team, ma la spedizione pro-vinciale in terra valdostana poteva addirittura chiudersi con qualche medaglia in più visto che l’inossidabile allenatore Sergio Depaoli ha concluso quarto nel gigante B6, Daniela Vettorato quinta nello slalom C5, Elvio Barbetti ben piazzato in tutte le gare nella B7, Gian Luca Porta quarto nel superG A5 e undicesimo in gigante, per finire con il velocista Ugo Stefani dell’SCMD Campiglio, nei dieci nel superG B7. Peccato che molti altri atleti trentini “di peso” abbiano scelto di non venire a Pila, perché il bottino avrebbe potuto essere molto più cospicuo. Ma gli assenti hanno sempre torto…

Il podio del Gigante A4: Alfredo Gualla, Daniele Bernardi e Willy Nardelli

Giovanni Manfrinimedaglia di bronzo

nel superG categoria B6

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Screening di Maddalena Collini

La gimkananel fondo piace

Marco Zoller, responsabile del fondo del Comitato trentino“Nonostante l’iniziale diffidenza, la scelta a livello nazionale di inserire la gimkana è stata apprezzata da tutte le società spor-tive, dai ragazzi e dagli allenatori: è una disciplina che serve, diminuisce lo stress nelle gare, le rende divertenti. Lo scopo? Migliorare abilità e destrezza. Oltretutto c’è un calo di atleti nelle categorie ragazzi e allievi: proprio per questo si è voluto inserire la gimkana, per rendere più piacevole questo sport ed alzare l’età in cui i ragazzi smetteranno di sciare.”

Paolo Debertolis, allenatore responsabile del Comitato trentino“Il riscontro a mio parere è stato molto positivo. Per i giovani non occorre insistere con l’agonismo ma è meglio valorizzare l’aspetto della sensibilità, dell’equilibrio, della coordinazione: sono qualità che vanno allenate e sviluppate fino ai 14 anni, dopo i margini di miglioramento sono certamente minori. Le gare non sono tutto. La gimkana sembra sì un gioco, ma si vogliono sviluppare determinate caratteristiche che altrimenti non verrebbero toccate allenandosi solo per le gare.”

Roberto Campaci, allenatore Fiamme Gialle“Il Trentino ha puntato molto sulla novità, facendo moltissime gimkane rispetto agli altri Comitati: è un modello di gara da continuare a portare avanti, stimola lo sviluppo delle capacità coordinative e rende divertenti le competizioni. Non è da esclu-dere l’introduzione della gimkana nelle categorie superiori, ma-gari fino agli aspiranti. A livello giovanile invece c’è un proble-ma, soffriamo molto a livello juniores, categoria in cui bisogna andar forte: siamo troppo concentrati sulle gare nazionali, e appena mettiamo il naso fuori dall’Italia vediamo che siamo molto indietro. Forse proprio la gimkana riuscirà ad ovviare ad alcuni problemi, anche se i frutti si vedranno molto avanti.”

Walter Maestri, presidente Us Carisolo“I ragazzi devono imparare la tecnica, gli esercizi della gimkana servono a sviluppare varie abilità come l’equilibrio, la destrezza, la scaltrezza: l’atleta ne esce più completo. La mia idea per far crescere il nostro sport sarebbe far gareggiare i baby e cuccioli con la categoria senior, così il bambino e genitore vanno insie-me alla gara, e magari entrambi partecipano: è questo il modo per trasmettere la passione ai più piccoli, che vedono il papà che fa la gara come loro. È l’insieme a risultare bello.”

Carlo Segatta, presidente Gs Marzola“È un’esperienza nuova ed utile, i ragazzi imparano a sciare davvero: oggi le piste da fondo sono delle autostrade, ma quan-do la gara è un po’ difficile, con neve particolare o percorsi un po’ strani, i ragazzi si bloccano e non riescono più a sciare. La gimkana è importante e già da qualche anno negli allenamenti cerchiamo di proporre qualche novità e qualche gioco, a mò di gimkana, fino alla categoria allievi. I ragazzi più grandi devono invece riuscire ad esprimersi agonisticamente.” n

Già da qualche anno nello sci nor-dico si lamentano la mancanza di veri fuoriclasse e un’età media di

massima prestazione che in Italia è tanto alta da arrivare a trent’anni. Ci si chiede perché e sopratutto come si potrebbe ri-uscire a sopperire a queste difficoltà. Si sa, i cambiamenti vanno fatti alla base. Ed ecco allora che andiamo a chiedere a diverse voci cosa ne pensano della novi-tà di quest’anno, l’introduzione della gi-mkana anche nelle gare ragazzi e allievi: è stata un’esperienza utile, da ripetere anche nei prossimi anni? E quali sono le impressioni riguardo il settore giovanile?

Quest’anno la commissione fondo del Comitato Trentino ha deciso di inserire la gimkana nelle gare ragazzi e allievi. Sentiamo cosa ne pensano dirigenti e allenatori

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Un appuntamento con cui Madon-na di Campiglio vuole salutare al meglio la fine della stagione in-

vernale. Questo vuole essere il SuperGro-stè, la gara promozionale che è giunta quest’anno alla quarta edizione, dopo quella prima volta datata 2008. Allora fu una “prova”, che riscontrò però un successo enorme: quasi 600 gli iscritti, con il Grostè invaso da pettorali dai nu-meri esorbitanti. Come esperimento era andato parec-chio bene, e da allora si è trasformato in un evento da non perdere, una gara promozionale che però vuole essere di più: un’occasione per una grande festa. Quando? Il 17 aprile. Eccola la data che vedrà il Grostè popolarsi di mamme e papà, di bambini e ragazzi, atleti e non. Saranno invitate tutte le autorità, dall’apprezzato parroco di Madonna di Campiglio, don Mario, fino ad arrivare al Presidente della Provincia Autonoma di Trento. Non mancheranno nemmeno atleti dai nomi importanti, primo fra tut-ti Paolo Pangrazzi, fresco di Coppa del Mondo e Campionati Mondiali, ma si vo-cifera che saranno presenti tra gli altri anche “vecchie glorie” come Christian Ghedina, Ivano Edalini, Wilma Gatta. Ovviamente la gara è aperta anche agli snowboarder, guidati dal campione di

casa Alberto Schiavon. Ed ha pensato proprio a tutto Mariapia Alimonta, presi-dente dell’Associazione Sportiva Funivie Campiglio, comitato organizzatore, che ha deciso che l’evento comincerà già il sabato sera con una festa d’intratteni-mento in una delle discoteche della Per-la delle Dolomiti, per poi spostarsi tutti sulle piste la domenica mattina.Le caratteristiche tecniche del tracciato di gara? Anzitutto verrà disegnato da un

istruttore nazionale di Campiglio, sarà uno slalom gigante veloce che parte dal Grostè, supera il rifugio Graffer e percor-rendo 3 km arriva all’altezza del rifugio Boch: 450 metri di dislivello da percor-rere in un paio di minuti di gara, o forse

meno, dato che il vincitore della scorsa edizione, Simone Bonapace, ha chiuso la sua prova con il tempo di 1.55.84. Al traguardo la giusta atmosfera sarà as-sicurata da Radio Studio Più, insieme all’immancabile ospite d’eccezione: do-po Irene Grandi, dopo i Finley… chi ci sarà per questa edizione rimane ancora una sorpresa.A chiudere la giornata, insieme alle pre-miazioni, ci sarà un’estrazione con un importante montepremi, arricchito da una bella crociera settimanale per due persone, uno scooter, sci e attrezzature di ogni genere, abbigliamento sportivo e tanto altro. Per il primo assoluto il pre-mio sarà importante, e per ora si può solo dire che è “motorizzato”.L’importante novità di quest’anno sarà l’intitolazione del SuperGrostè all’ex pre-sidente di Funivie Campiglio e dell’Asso-ciazione Sportiva, l’ingegner Alessandro Bleggi, che purtroppo ci ha lasciato lo scorso anno. Lo ricorda Francesco Bo-sco, direttore di Funivie Campiglio: “È doveroso intitolare a lui la gara, perché teneva molto a questi momenti associati-vi: diceva che l’importante è gareggiare, divertirsi, stare in compagnia. E questa è l’occasione giusta. E giusto è che porti il suo nome.”

n

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l’evento di Maddalena Collini

supergrostè

Simone Bonapace vincitore nel 2010

Il classico evento di chiusura dell stagione si disputerà domenica 17 aprile. Uno slalom gigante lungo 3 km intitolato all’ingegner Alessandro Bleggi

Paolo Pangrazzi sarà sicuramente al via

nella manifestazione di casa

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il progetto a cura della redazione

il centro agonismo giovanifunzionaUnire le forze mantenendo la pro-

pria identità. È il principio cardi-ne del Centro Agonismo Giovani,

il nuovo progetto che è partito in autunno con il duplice obiettivo di creare un nuo-vo punto di riferimento organizzato per gli aspiranti e gli juniores del capoluogo e delle zone limitrofe, ma anche la casa per permet-tere di proseguire l’attività sciistica a tutti coloro che intendono migliore il “ge-sto tecnico” con l’aiuto di un allenatore/istruttore all’interno di un team or-ganizzato.Dopo sei mesi è già tempo di un primo bilancio, che è decisamente positivo, co-me spiega il coordinatore Roberto Jezek: “L’idea di creare una struttura condi-visa da alcuni sci club che gravitano nel Centro Tren-tino ha funzionato e sono convinto che questa inizia-tiva avrà un futuro impor-tante anche nelle prossime stagioni. Siamo partiti con la prima uscita stagionale il 16 ottobre in ghiaccia-io, quindi dal 4 dicembre al 28 febbraio i nostri agonisti, che di-fendono appunto i colori dello Ski Team Sopramonte, dello Sci club Panarotta e dell’Agonistica Trentina, hanno realizza-to ben 55 giornate di allenamento”.In fatto di numeri che risposta avete avuto? “Considerando il primo anno di attività possiamo contare su 16 atleti

dei quali 5 agonisti con la formula Fis. L’aspetto che più ci gratifica è senza dubbio il gruppo che si è creato, con tanto entusiasmo e motivazioni da parte di tutti. Proprio la forza del gruppo si è rivelato un indispensabile ammortizzare alla fatica e a qualche delusione ago-

nistica. E sulle basi di questo risultato è nostra intenzione proseguire in que-sta direzione, migliorando i programmi e l’organizzazione, con un’apertura alle esigenze di altri sci club e magari a nuo-ve discipline come il freestyle che tanto sta appassionando i nostri giovani”.Oltre al coordinatore Jezek lo staff è

composto dal responsabile tecnico Mau-ro Corradino e da Sandro Nardelli, men-tre gli allenatori sono Alessandro Failo e Deborah Mayer con la collaborazione dell’istruttore nazionale Emanuele San-sone per il gruppo di perfezionamento fi-nalizzato alle selezioni di Maestro di sci.

Un progetto che coinvol-ge tante realtà non poteva che avere anche più di una sede di allenamento. “In-fatti – prosegue Jezek -, vi-sto che oltre alle piste del Bondone, per venire incon-tro alle esigenze di studio è stato deciso di prevedere allenamenti serali al Passo del Brocon, ed alcuni diur-ni anche a Malga Rivetta. In quest’ottica mi sento in obbligo di ringraziare le re-lative società impianti che ci hanno dato una mano, ma soprattutto ai dirigen-ti dei nostri tre sci club coinvolti che ci sostengo-no finanziariamente e sono sempre vicini alla nostra attività. Non posso poi non ringraziare gli sponsor che hanno creduto nel nostro progetto e che ci consen-

tono di contenere le numerose spese che uno sport costosto come il nostro inevita-bilmente include”.Le porte del Centro Agonismo Giovani sono dunque aperte a tutte le società. Un progetto sul quale scommettere per il futuro e che dovrebbe essere preso ad esempio da altre realtà territoriali. n

L’iniziativa che coinvolge sciatori degli sci club Panarotta, Ski Team Sopramonte e Agonistica Trentina avrà un futuro importante

dietrolequinte di Fabia Sartori

Una retrospettiva della più famosa gran fondo d’Italia

i tanti eroi della

marcialongaB aciata da un sole insolitamente caldo per la stagione

invernale è andata in archivio la 38esima Marcialonga, a cui non si può certo negare l’appellativo di edizione

dei record. Ai nastri di partenza oltre 6500 atleti hanno inforca-to gli sci stretti, a ragione di 7200 iscritti. È questo il primato fatto registrare già agli inizi di settembre, quando si chiusero le iscrizioni. Sicuramente il comitato organizzatore diretto da Al-fredo Weiss non si sarebbe aspettato di dover annotare altri due guinness, ossia i due migliori tempi storici per raggiungere il traguardo di Cavalese, sia al maschile che al femminile, con la firma dello svedese Jerry Ahrlin e della svizzera Seraina Boner.Incoronati dalla “Soreghina” Elisa Varesco, i nomi di nordici non sono gli unici da ricordare: sui 70 km festa anche per l’ulti-mo arrivato Marcello Speziali, mentre in vetta alla Marcialonga Light sventola la bandiera italiana di Andrea Zattoni e Antonella Confortola. E se la maggior età autorizza ad iscriversi alla regina delle granfondo, sono minorenni i trionfatori della grande novità 2011, la Marcialonga Young, che iscrive nell’albo d’oro della prima edizione Giacomo Gabrielli e Sofia Zorzi (Allievi), Tomaso Fedel e Giulia Sturz (Aspiranti), Riccardo Mich e Jessica Bran-dstetter (Junior). Può ritenersi estremamente soddisfatto patron Weiss riguardo gli esiti della “sua” Marcialonga, come si comprende distinta-mente dalle sue affermazioni post gara, in cui brilla un fervido e sentito ringraziamento all’operato di tutti i volontari, più di 1200, che hanno ancora una volta consentito alla regina delle granfondo di salire sul trono. Pochi istanti prima della partenza, il direttore del Centro ad-destramento alpino della Polizia di Moena, Andrea Salmeri, su nostra interrogazione chiarisce la funzione in questo con-testo delle forze armate, ossia “l’impegno profuso nel controllo dell’ordine pubblico e della sicu-rezza lungo tutto il percorso, al fine di evitare situazioni di peri-colo per tutti i concorrenti e cit-tadini. Forti dell’impiego di circa 300 persone, Polizia unitamente a Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, saranno disloca-

ti sull’intero percorso”. Immancabile la presenza della Croce Rossa Italiana, il cui fondamentale compito viene illustrato da Mattia Lorenz, volontario nonché vice coordinatore del gruppo di Vigo. “Siamo presenti per far fronte alla necessità di fornire assistenza sanitaria e tecnica su tutto il tracciato, – commenta – per l’intera durata della gara ed anche durante l’allestimento e la rimozione delle strutture necessarie al suo svolgimento”.Un colpo d’occhio non indifferente è offerto all’arrivo dalle strutture ospitanti le sacche degli atleti, poi riconsegnate agli stessi dagli addetti al servizio. Ferdinando Zorzi se ne occupa da 36 anni, un veterano nell’arte del volontariato, che lamenta uno scarso ricambio di giovani, poco interessati a questo tipo di attività. “La nostra Marcialonga è iniziata alle 7 di stamane – racconta – e si concluderà a sera inoltrata. Posso contare sull’ausilio di ben 50 persone per la riconsegna di oltre 6500 sacche, ed abbiamo il vanto di non averne smarrita nessuna, mai”.A farsi portavoce dei volontari addetti al deposito sci è Marisa Carfora, giovanissima affiancata da altrettanti coetanei. “Siamo circa in undici a supportare il Gruppo Alpini di Cavalese – dice – la nostra presenza? Un gruppo di amici che decide di tra-scorrere una bella giornata in compagnia, per dare una mano”. Infine, i supporter al reintegro delle energie faticosamente spe-se si esprimono con la voce del diciannovenne Andrea Girardi, membro del gruppo Coop di Cavalese. “È la mia prima espe-rienza e ne sono entusiasta – esclama il giovane – offriamo thè caldo, brodo, molto apprezzati dai fondisti. Auguro a chiunque di poter fare una simile esperienza”. n

Ha un curriculum niente male, l’Agonistica Campiglio, fatto di allenatori di rilievo e di atleti se-

guiti dalla A alla Z, ad alto livello tecni-co. Atleti che vincono. Non male come presentazione. Abbiamo incontrato a Madonna di Campiglio due degli allena-tori, Guido Paci e Rudj Redolfi, mentre organizzano il programma di allenamen-to della settimana. Non chiediamo lo-ro quanti sono i giorni di allenamento, quante le uscite in ghiacciaio, che tipo di attività si segue… Lasciamo perdere i numeri. Andiamo alla sostanza, o me-glio, fermiamoci sul risultato finale, i cui ingredienti sembrano essere profes-sionalità, organizzazione e lavoro, lavoro, lavoro.Partiamo da una fotografia della stagione in corso?«Questa è la miglior stagione in dodici anni, i successi si vedono e parlano da soli, sia per qualità che per quantità. Siamo molto competitivi in tutte le ca-tegorie. La nostra società è tra le più forti in Trentino e non solo».Un club efficiente che però lavora da solo, i ragazzi non si mescolano al Co-mitato. Perché?«L’Agonistica Campiglio è una società che ha deciso di dare vera continuità di lavoro ai ragazzi, seguendoli passo per passo nella preparazione atletica e su-gli sci durante tutto l’anno. Ci si alle-na sempre con gli stessi allenatori, che dialogano tra loro, in modo che l’attività abbia un unico filone logico a partire dalla categoria baby fino ai giovani. È la sinergia che sta alla base, le idee e gli obiettivi sono gli stessi per tutti. I ragazzi sono i primi a credere nel programma, nel lavoro che si fa e nella struttura della società».E il merito di chi è?«Dei ragazzi, degli allenatori, di Madon-na di Campiglio. Un sincero grazie va agli allenatori, per il loro impegno e la loro continuità. Una grande mano arriva dalla località: la disponibilità da parte di Funivie Campiglio è grande, ci per-mette di lavorare bene ed allenarci su piste adeguate, anche per le discipline veloci».Successi e buona organizzazione, insom-ma. Ma c’è un motivo per non entrare a far parte dell’Agonistica?«Non aver voglia di lavorare. I nostri ra-gazzi sono una settantina, non sono tanti perché qui approda solo chi ha spirito di

sacrificio e volontà di lavorare con serie-tà: solo così sei ben accetto, chi non ci mette anima e corpo non fa per questa società».E allora parliamo degli atleti. Guido, par-tiamo dalla categoria giovani, che alleni insieme a Fabio Paganini. tra le donne spicca Anika Angriman, sedici anni ma con le idee chiare…«È approdata all’Agonistica due anni fa, dopo essere cresciuta in una società veneta. È una ragazza con grandi qua-lità, che con impegno è riuscita a mi-gliorare davvero. I risultati si sono visti subito dopo Natale e continuano a ve-dersi: i suoi successi si contano sia alle Fis junior che alle Fis giovani. Da lei ci aspettiamo molto, il primo augurio è di terminare al meglio questa stagione agli Assoluti giovani e aspiranti. E speriamo che riesca a coronare il sogno di tutti gli atleti: entrare in nazionale. Non dobbia-mo dimenticare Alice Bastiani, vincitrice di numerosissime Fis jr e capace di un podio alle Fis giovani: potrebbe essere un atleta di vertice nazionale in gs, deve solo crederci un po’ di più. Poi ci so-no Angy Paris, ottima gigantista, Chiara Marconi, Isa Dagostin e Silvia Pighi, an-che lei arrivata quest’anno e capace di miglioramenti importanti».E degli uomini cosa mi dici? «Mi fermerei su Pietro Franceschetti: da lui ci aspettiamo un rush finale impor-tante, perché arrivi su palcoscenici più autorevoli: lo merita per l’impegno e la dedizione con cui ha sempre lavorato. Ma anche tutto il resto del gruppo si è distinto, con ottimi piazzamenti alle Fis jr regionali: Marchetti è salito sul gradino più alto del podio in slalom, e anche An-drea Battaiola e Giovanni Manfrini sono stati capaci di ottime performance».Rudj, le soddisfazioni non mancano nemmeno tra i ragazzi e allievi, che segui insieme ad Elisa Chesi.«Ciò che spicca in queste categorie è soprattutto la squadra: siamo in dician-nove, vinciamo spesso e con distacco, già quattordici atleti sono qualificati per i Campionati Italiani, e nei primi grup-pi! Potrei parlarti di Lucrezia Fantelli, la sorpresa di quest’anno, che è riuscita a non sbagliare niente: è partita forte e continua a sciare bene. Poi c’è Davide Parisi, che quest’anno dopo aver vinto l’interC alla Polsa non ha più smesso di conquistare il podio. Ci sono poi Carlotta Zanella, Laura Pirovano, Francesca De

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universogiovani di Maddalena Collini

agonistica campiglio, un club ambizioso

Anna Anika Angriman

Davide Parisi

Carlotta Zanella

Lucrezia Fantelli

Gianmarco Paci

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club emergentiSul precedente numero della rivista abbiamo iniziato un viaggio negli sci club del Trentino per conoscere la loro attività. Oltre ai sodalizi già citati precedentemente da alcune stagioni nella valle del Pri-miero lavora con ottimi risultati lo Ski Club San Martino, che conta una quarantina di ragazzi allenati da Mariano Lott (ragazzi, allievi e giovani), da Rolando Tagliapietra (ragazzi e allievi), mentre i baby e cuccioli sono seguiti da Ivan Salvadori e Luca Boninsegna.Venendo al capoluogo di Trento, l’Agonistica trentina vanta una sessantina di sciatori in erba, includendo anche i corsi pre agonistici che sono seguiti da Ugo Giongo (cuccioli), Deborah Maier (baby) e da Luca Conci (pre agonisti), mentre Alessandro Failo cura il Pro-getto Giovani, che coinvolge anche gli sci club Panarotta e Ski Club Sopramonte. Importante anche il lavoro che sta facendo il rinnovato Ski team Paganella che vanta ben 60 agonisti e circa un’ottantina di ragazzini che partecipano ai corsi promozionali. I tecnici sono Mattia Facchinelli per i ragazzi e allievi, Massi-miliano Tansella per i giovani, Cinzia Nicolussi e Mauro Osti per i cuccioli, Maurizio Tasin per i baby e con la collaborazione su tutte le categoria di Paola Toniolli. Oltre ad occuparsi per la maggior parte di sci di fondo anche l’As Cauriol ha una sezione sci alpino, con una quindicina di agonisti, seguiti da Matteo Longo e Matteo Vanzetta. In Valsugana opera anche lo Sci club Cima Dodici, seguito da Claudio Sperandio, mentre sta ottenendo buoni risultati in termini di reclutamento anche lo Sci club Vanoi, che ha come allenatore Marco De Cia. Passando alla Val di Sole nuovi obiettivi anche per lo storico Sci club Pejo, che racchiude una cinquantina di ragazzini allenati da Stefano Battistini (baby e cuccioli), Cristian Bertinotti (ragazzi e allievi) e Serena Moreschini (pre agonisti). Infine ai piedi del ghiacciaio Presena lavora lo Sci club Vermiglio tonale, che può contare su un’ottantina di ragazzi allenati da Thomas Zambotti (ragazzi e allievi), Luca Longhi (giovani), quindi il gruppo baby e cuccioli seguito da Andrea Longhi, Daniel Pezzani e Massimiliano Zambotti.

Luca e Francesca Elefanti: tutte stanno sciando come si deve e portano a casa buoni piazzamenti».E per finire i piccolini, baby e cuccioli«Sono seguiti da Thomas Franchini, An-drea Buselli, Andrea Vettori, tutti bravi allenatori ed ex portacolori dell’Agonisti-ca: hanno fatto una buona attività, molto diversificata, portando i ragazzini dai pa-li al campo libero e anche allo snowpark. È un lavoro che ha dato i suoi frutti, non si contano più i trofei vinti!».ora a Madonna di Campiglio ci sono tre società (quattro se includiamo la Free-style Academy): come vedreste uno sci club unico?«Eravamo d’accordo ma il progetto è naufragato, purtroppo le altre società si sono tirate indietro al momento di con-cludere ed aggregare i club. È un pecca-to, noi ci credevamo molto ma la “politi-ca” ha deciso diversamente. Nonostante tutto, quest’anno c’è molta collaborazio-ne tra Agonistica e Sporting Club, sia sui tracciati d’allenamento che in occasione delle gare».Non può certo mancare un commento sul risultato di Paolo Pangrazzi, cresciu-to con i vostri colori…«Paolo è il frutto della programmazione e del lavoro che hanno sempre guidato la società, che non lo ha mai lasciato solo. Nonostante i suoi incidenti di per-corso, ogni anno si presenta competitivo, grazie al sacrificio e all’impegno che ha sempre avuto: è un ragazzo da prendere come esempio. Lo spirito dell’Agonistica è quello di dare a tutti, in futuro, la pos-sibilità di poter ricalcare le sue orme e le sue soddisfazioni».

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il 2 e 3 aprile a PampeagoProve libere con i campioni

Il 2 e 3 aprile il Tour riaprirà le porte per la classica tappa di Pampeago, proiettata alla prossima stagione invernale con in esclusiva i nuovi modelli sci della stagione 2011/2012. Un’occasione imperdibile per gli appassionati della neve che avranno l’opportunità di testare gratuitamente i nuovi materiali già ad aprile. Un modo ottimale per scegliere lo sci che più si addice alle proprie esigenze.Alla tappa di Pampeago, all’interno del villaggio, oltre a scoprire i nuovi sci, sarà anche possibile degustare gratuitamente la birra Dab Cruda e brindare a questa appassionante anteprima che proietta già al prossimo inverno. Come da tradizione per quest’ ultimo appuntamento inoltre si organizzerà una gara di slalom, la “Dab Challenge”, che coinvolgerà 9 squadre – una per ogni azienda di sci - composte da atleti della Nazionale di sci, ski-men, giornalisti e vip. In palio un numero di litri di birra pari al peso totale dei componenti della squadra vincente. L’anno scorso ha avuto la meglio l’azienda Volkl, che annoverava tra le proprie fila l’atleta di punta Christian Deville. Chi vincerà quest’anno? Il team con il “Razzo” Giuliano Razzoli oppure con Davide Simoncelli? O si riconfermerà Christian Devil-le?... Un appassionante confronto tra big da non perdere per nessun motivo!!

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Una piccola società che organizza un grande evento. Stiamo parlan-do del Gruppo sportivo Castello

di Fiemme che ogni anno con estrema professionalità da ben 28 anni organizza in Val di Fiemme il Trofeo Topolino, ver-sione sci fondo. Una manifestazione in continua crescita, che proprio nel 2011 ha battuto l’ultimo dei suoi record, quel-lo riguardante il numero di iscritti, oltre 1300 provenienti da tutta Europa.Ma l’aspetto che più sorprende del dietro le quinte della kermesse disneyana degli sci stretti è il fatto che a monte non c’è una macrostruttura, bensì un gruppo di appassionati degli sport della neve con tanta esperienza ed entusiasmo da ven-dere. E questo spesso vale più di mille progetti ambiziosi.Ma come è nato il trofeo topolino di fon-do? Ce lo spiega Mario Broll, presidente del Gs Castello di Fiemme: «Trent’anni fa in Val di Non si disputava la Marmot-taloppet, una gara giovanile di fondo che richiamava giovani campioncini da tutto il Trentino, che poi non venne più organizzata. Proprio prendendo spunto da questo evento con il direttivo del no-stro sci club, allora presieduto da Ser-gio Cavada, si pensò di dare vita ad un evento-festa di fondo rivolto ai giovanis-simi. Del gruppo facevano parte anche Dario Giacomuzzi, Adelio Corradini, Gior-gio Marchi,Vincenzo Iianniello, Norbert March, Marziano Weber, Lorenzo e Mar-

co Aurelio Nones e il leggendario Franco Nones. Fu proprio grazie ai contatti del nostro campione olimpico che riuscim-mo ad avvicinare la Mondatori titolare del marchio della Walt Disney in Italia e a far decollare il nostro sogno. Nacque così il Trofeo Topolino di fondo, la prima gara giovanile con partenza in linea».La prima edizione come andò? «Fu su-

bito un successo, perché ci furono ben 300 concorrenti al cancelletto. Anno do-po anno fu un continuo aumento in fatto di partecipanti, considerando poi che dal terzo anno divenne internazionale con la prima partecipazione straniera contras-segnata anche Argentina. Quest’anno poi abbiamo battuto ogni record con 1300 iscritti, oltre 100 sci club e 8 Nazioni. Non c’è altra gara giovanile al mondo con questi numeri».La location della manifestazione è cam-biata negli anni? «La prima, la seconda e la quarta edizione si svolsero in località Brozin, nei pressi di Castello di Fiemme, quindi a Passo Lavazé e dal 1991 in mo-do continuativo a Lago di Tesero».

focus a cura della redazione

un piccolo clubche pensa in grande

Il Gs Castello di Fiemmeda 28 anni organizza

il Trofeo Topolino di fondo quest’anno 1300 gli iscritti

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Qual è il segreto di tanto successo? «Come sempre sono tanti i tasselli che hanno permesso di crescere in maniera esponenziale. Ma credo che quello che emerge soprattutto dal nostro evento è lo spirito. Si tratta di una gara aperta a tutti, non ci sono le selezioni come in quello di sci alpino e inevitabilmente c’è meno esasperazione. È una competizio-ne alla quale partecipano tutti dai baby e cuccioli che gareggiano in tecnica clas-sica ai ragazzi e allievi che si cimentano invece in skating. Comunque dal Topo-lino sono passati tanti giovani sciatori che sono poi diventati campioni, come i trentini Loris Frasnelli, Antonella Con-fortola e Gaia Vuerich tanto per citare i reduci dai mondiali di Oslo. E, di questo ne siamo particolarmente orgogliosi, si tratta di un evento che bada sempre al contenimento dei costi. Riusciamo a fare tanto con un’attenzione particolare alle uscite, grazie, nei giorni di gara, al coin-volgimento di oltre 150 volontari nelle varie mansioni».Agonismo e anche festa. Quali sono le iniziative di contorno? «Abbiamo sempre cercato di tenere altro l’umore e la coe-sione dei partecipanti proponendo anche

momenti di aggregazione e iniziative so-lidali. Oltre alla tradizionale sfilata dei concorrenti e delle nazioni nel paese di Castello abbiamo stretto una collabora-zione con l’Istituto d’arte Soraperra di Pozza di Fassa, che con i propri alunni realizza il trofeo che va ai vincitori delle competizioni ed esegue la tradizionale statua di ghiaccio che è in bella vista nella piazza di Castello nei giorni della competizione. Inoltre abbiamo stretto una collaborazione con l’Associazione Amici Trentini, che si occupa di adozioni a distanza. Ogni concorrente al momento delle iscrizioni versa infatti automatica-mente 1 euro all’associazione contri-buendo a mantenere a distanza ragazzi bisognosi. In un momento di festa si ricorda così chi ha bisogno».tanti partecipanti, ma ce ne sono an-che di fidelizzati? «Si è instaurato un gemellaggio tra lo Sci club Bismantova di Castelnuovo Nè Monti e lo Sci Club Seefeld. Tra loro organizzano anche de-gli incontri e scambi sportivi sia durante l’estate che in l’inverno. Poi c’è lo sci club Frassinoro, con il quale è nata una fantastica amicizia. Loro vengono da noi con un gruppo numeroso al seguito e con

tanto di prodotti tipici e nei giorni del Topolino è proprio grande festa».Il Gruppo sportivo Castello di Fiemme non è però solo trofeo topolino. Fate anche attività? «Abbiamo 204 soci dei quali il 90% ha fatto almeno una gara lo scorso anno, questo per sottolineare che siamo uno sci club attivo. Oltre al fondo, lo sci orientamento, lo sci alpini-smo ed il biathlon in inverno, nelle altre stagioni abbiamo atleti che partecipano a gare campestri, all’orienteering ed ab-biamo un palmares di tutto rispetto. Ba-sti pensare che in bacheca abbiamo oltre 150 titoli italiani nelle varie discipline. Facendo qualche nome Katia Nones campionessa europea di skiroll, Stefa-no Corradini, Massimo Corradini, Andrea Zattoni, Nicola Morandini con Paola Gia-comuzzi e Francesca Piazzi nello sci di fondo, Walter Seber, Roberto Ceol, Ro-berto Marchi, Thomas Zanoner nello sci orientamento, senza dimenticare Paola, Rita, Nicoletta Nones, Vanzo Cristina ol-tre a Enrico Cristellon e Michela Marchi nella corsa orientamento, menzione spe-ciale merita il senatore della Marcialon-ga Marco Aurelio Nones».

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Tracce

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La presidenteProprio lei, la presidente di Confindustria Trento, cioè di una compagine di 850 aziende con 37.000 addetti. E poi tanto altro. Dopo il Diploma di maturità classi-ca, fa l’Università e si laurea in Economia e Commercio con una tesi su ‘Innova-zione tecnologica e sviluppo economico delle imprese meccaniche di piccole e medie dimensioni’. Oltre alla presiden-za in Confindustria Trento, ricopre varie cariche associative, quali componente della Giunta di Confindustria, compo-nente della Consiglio della C.c.i.a.a., presidente del Comitato Interassociativo per la Formazione permanente di Con-findustria, componente del Consiglio Di-rettivo di Federmeccanica, componente del Consiglio di Amministrazione di SFC, componente del Comitato Promotore di Fondirigenti. È contitolare dell’azienda famigliare, per la produzione e installazione di ap-parecchiature termoaerauliche: 130 di-pendenti e un giro di affari in più di 40 Paesi. Nei ritagli di tempo fa vela e ronza in alto con brevetto di pilota di eli-cottero. Parla inglese, francese e…“sto imparando il cinese!”.

Da dove viene costei?L’idea di incontrarla mette su-bito soggezione, con il timore di imbarcarti in discorsi difficili, sempre più difficili oggi: im-prenditori, manodopera, produt-tività, competitività, mercato; e ancora, globalizzazione, de-localizzazione, crisi sì crisi no…Alla larga!Ma chi la conosce bene, rassi-cura: ‘Se parli di neve, di sci, di agonismo, vai sulle sue passioni e sei a posto’. Anzi, da qual-che parte trovo scritto: ‘I suoi interessi personali sono legati soprattutto allo sport e alle atti-vità culturali. In ambito sportivo

è appassionata in particolare di sci. Ha vinto un titolo italiano in slalom specia-le nella categoria Allievi. Ha fatto parte della Squadra Nazionale di discesa libera partecipando al circuito di Coppa Europa e di Coppa del Mondo. Si è successiva-mente diplomata maestra di sci’. E, così, eccoci a Pergine, nel salotto buono della sua azienda. Appena entrati Ilaria Vescovi presenta suo fratello Giulio: “Ha sciato alla grande, finchè papà gli ha fatto capire che era meglio l’Università, che c’era l’azienda da far camminare, cose serie da piedi per terra”. C’è papà, anche lui appassionato di sci; ne parla con grande dolcezza, con riconoscenza e con una certa riservatezza che rasenta la soggezione, quella che in tempi passati nei figli era ‘rispetto’. Quando interviene lui, Ilaria tace e ascolta attentissima co-me se quelle cose non le avesse mai sen-tite: è la prima sorpresa, in questa donna dal carattere forte e irruento. Poi parla della mamma: “Anche se non più giova-nissima, scia da dio. Era lei a portarmi da Rovereto sulle piste di Folgaria e alle garette dei baby. Avevo 3 anni e la neve nel cuore; piccolina, ma con un fisico

robusto e grinta da buttare! Mia maestra di sci, l’indimenticabile Jerta Schir; le stavo attaccata come una cucciola all’or-sa polare”.Ilaria Vescovi, bambina, da subito fa par-te del Gruppo sportivo della Sat di Rove-reto, poi entra nello Sci Club Città di Ro-vereto. Dice con orgoglio papà Alfonso: “Quando ai parterre delle piste di gara arrivava Ilaria, gli accompagnatori delle altre squadre si guardavano e brontolava-no: ‘C’è la Vescovi, un posto sul podio in meno!’ Era fortissima. Abbiamo la casa piena di trofei!”. Ilaria cresce e vince: Comitato trentino, le gare nazionali, gli allenamenti con lo Sporting di Campiglio, i Campionati ita-liani, Coppa Europa…nel suo palmares si contano 58 medaglie, tra cui 28 meda-glie d’oro. Nella prima gara in Coppa Eu-ropa le fanno fare anche discesa libera: arriva tra le prime e, dunque, da allora lei gareggerà in discesa libera e basta; il super-G ancora non c’era. A 17 anni Ilaria Vescovi è in Coppa del Mondo a Zell am See, 1978-1979, e si trova gomito a gomito con la grandissima Annemarie Moser-Proll: “Sono finita nel-

la squadra azzurra. La specialità ‘discesa libera’ non l’ho scelta io, me l’hanno affibbiata perché mi gettavo giù con furore, da in-cosciente, per vincere e basta! Ma a quei livelli o sfondi o vai a casa”. A casa la mandano, non gli in-successi ma la sua irruenza e i conseguenti gravi infortuni…che incominciano prestissimo, fin dalle categorie baby, cuc-cioli e via. Papà Alfonso elenca: “Rottura di tibia e perone; frat-tura a un gamba, con 47 punti di sutura e inserimento di 2 vi-ti; caviglia rotta, pollice rotto 4 volte. Eppure riusciva sempre a recuperare!”. Ha tentato di recuperare an-che quando - già nella squadra azzurra - le è partito un ginoc-chio… legamenti crociati, il mediale, il laterale, menisco, rotula, tutto. Ricostruito il rico-

di Franco Sandri

Determinata, tosta, coraggiosa, sorprendente…

IlariaVescovi

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struibile, recuperata la funzionalità del ginocchio, Ilaria riprende gli allenamenti, tosta e sorprendente come sempre: “Ho tentato, ma nel fisico non ero più io, con un ginocchio appunto ricostruito. E non sono stata più richiamata in squadra az-zurra! Ho chiuso l’agonismo a quei livelli, ho fatto il maestro di sci e continuo a sciare divertendomi”. Lo dice sforzandosi indifferente, ma aggiunge: “Fino allora è stato tutto fantastico, forse il periodo più bello della mia vita!”. Battere i maschiettiL’argomento resta quello: neve, sci, ago-nismo. E meno male.“Tra i ricordi restano su tutti gli indi-menticabili giorni al Trofeo Topolino e, prima, al Trofeo Città di Trento. Emozio-ni da svenire, quando si sfilava, con un carico di alloro e tra gli applausi di un mare di gente, da piazza Mostra, per via Manci, via Belenzani, fino in piazza Duo-mo; un frastuono che instupidiva e ti fa-ceva marciare rigida come il marmo, con la musica delle bande e delle campane della Cattedrale, le bandiere e le squadre delle molte Nazioni, i personaggi di Walt Disney per la felicità dei bambini, i gran-di campioni del passato, le squadre degli Sci Club trentini… in una processione che non finiva mai. E là, su quel palco poggiato a Palazzo Pretorio, i discorsi dei politici, che non ci coinvolgevano, tutti presi come eravamo dal nostro momento di gloria. Della mia carriera agonistica, quelli i momenti più belli, certamente le cose che nella mia vita mi hanno più emozionata!”.Al Trofeo Topolino Ilaria Vescovi parte-cipa quattro volte e per tre volte vince il Trofeo Città di Trento. Papà Alfonso precisa: “Nel 1975 al Trofeo Città di Trento Ilaria ha fatto una gara strepitosa, battendo anche i maschietti con tempi da non credere. Il giorno dopo, sul gior-nale L’Adige c’era un articolo tutto per lei, con solo la sua foto in prima pagina. Una grande soddisfazione”. E lei aggiun-ge: “Può sembrare ridicolo, ma battere i maschi mi piaceva troppo, mi riempiva di orgoglio”.

‘La roveretana solida e allegra’Una domanda: quanto ha influito la vita sportiva sulla vita professionale? “Se il fisico è a posto si vince, perché si vince con la testa. Se il fisico non è a posto, si vince in campi dove le ginocchia o la tibia o il malleolo non c’entrano. Se nella testa hai il podio ad ogni costo e sempre, quello ti resta. Puoi non arrivar-ci, ma ti resta dentro, per la prossima vol-ta, per la prossima gara e nella vita. Non è stato un dramma per me abbandonare le gare ufficiali: mi sono girata verso altri podi, perché l’agonismo è qui, nella te-sta. Lo sci, in particolare, è stato per me la base di tutto: ti impone obiettivi ben chiari e li devi raggiungere da sola. Certo, gli allenamenti in gruppo, dove comun-que sei sola contro tutti. Sei sola, anche se proprio in quegli ambienti l’agonismo si stempera in profonda solidarietà e pos-sono nascere grandi amicizie”. Ricorda la sua migliore amica Chiara, ora a New York: all’inizio sulle piste era scon-tro duro, quasi avversione, da non guar-darsi, da parlarsi attraverso i tempi di gara: una trentina e l’altra veneta, tutte due molto forti. “Al Trofeo Città di Tren-to abbiamo sfilato una accanto all’altra, ciascuna con la propria corona di alloro, senza mai guardarci, né durante né dopo la cerimonia. Qualche tempo dopo, in un durissimo allenamento atletico nei bo-schi di Campiglio, a Vallesinella, saliva-mo ansimando, di corsa, noi due ultime del gruppo; la sentivo soffiarmi sul collo e le gridai: ‘Scusa, vuoi passare?’. E lei, distrutta : ‘Ma dove vuoi che vada…’. Era la resa e fu l’inizio di una condivisione profonda, di un’amicizia unica”.Lo sci agonistico è esser soli su due la-mine, con davanti il vuoto, il tempo da bruciare, l’imprevisto di un salto o del ghiaccio o della neve troppo molle o di non si sa che. Ma è anche immersione in un mondo di gente che senti addosso e dentro di te, che resta nelle emozioni incancellabili. Ilaria parla delle gare e degli incontri con Pirmin Zurbriggen e con l’invinci-bile Marc Girardelli al Trofeo Topolino,

con Maria Rosa Quario e con la fondista Manuela Di Centa alle finali dei Giochi della Gioventù, con Francesca Fasoli ai Campionati Italiani di Ponte di Legno, e cento altri. Parla del suo allenatore Gigio Bonapace, “il massimo in assoluto”. Ricorda quando partecipò alla ‘Domeni-ca sportiva’ e quando Mario Cotelli sulla ‘Gazzetta dello Sport’ scrisse: ‘…e fra tutte, Ilaria Vescovi, la roveretana solida e allegra’.

Un personaggio per il futuroNell’ambito della manifestazione ‘Il tren-tino dell’anno 1997’, Ilaria Vescovi, gio-vanissima, ha ottenuto il riconoscimento di ‘Personaggio per il futuro’. Un futuro ben riempito fino ad oggi e apertissimo.Ilaria Vescovi continua il suo agonismo con la stessa filosofia di quando si butta-va dal cancelletto per una discesa a 120 chilometri all’ora, per vincere e magari perdere e riprendere sempre. Se parla ai giovani nei luoghi di formazio-ne imprenditoriale, è costante il ritorno alla sua base agonistica: determinazione, obiettivi, preparazione, pianificazione, conta il risultato ma le sconfitte insegna-no, la competizione, la lealtà e l’etica, il rischio e la rapidità nel decidere. “Cari ragazzi, disciplina, testa, coraggio… i ri-sultati prima o poi arrivano!”.L’incontro con Ilaria Vescovi è convincen-te. È una sorpresa, tanto da sentir l’obbli-go di ringraziare. “In testa non è cambiato niente. Tutto come allora, quando mi buttavo giù”. Appunto per questo, vorremmo vederla lanciare giovani anche nel mondo dello sport, là dove lei possa decidere, o nel governo di progetti che aprano prospet-tive di lavoro e di vita per il disorientato mondo giovanile, in qualche pezzo del nostro territorio o più oltre. Quando Ilaria aveva 6-10 anni, in Trenti-no e altrove si gridava e si scriveva ‘Razza padrona’. Oggi, per molti e certamente per lei, si può dire ‘Razza da imprese’ o ‘Personag-gio per il futuro’. E allora: “Provaci ancora, Ilaria!”.

Da baby-cuccioli a Coppa del Mondo... ma le emozioni più grandi rimangono quelle al Topolinoe al Trofeo Città di Trento.

l’Aggancio di Luca Tomarelli

Il LA.T.I.F. Laboratorio Tecnologico Impianti a Fune, della Provincia Au-tonoma di Trento è stato concepito

oltre 35 anni fa e realizzato nel 1971 dalla Regione Trentino - Alto Adige, al-lora competente in materia di sicurezza nel settore trasporti a fune in servizio pubblico. Successivamente, dopo la suddivisione nei due uffici tecnici di controllo delle Provincie di Bolzano e Trento, nel 1976 è passato definitiva-mente a quest’ultima. È conosciuto in tutta Europa per le sue prove in ambien-te funiviario e non solo (offshore, tenso-strutture, autotrasporti).Nel dettaglio, negli spazi del Laboratorio si fanno prove di carico (anche elevato) con misura di forze e deformazioni, il collaudo delle funi in acciaio, prove di fatica, misure delle sollecitazioni (sia statiche, che dinamiche) tramite esten-simetria, prove su morse di attacco dei veicoli alla fune portante-traente (per seggiovie, cabinovie, ecc.), prove su bar-riere paramassi, su bullonerie e ganci da traino per rimorchi, roulotte, camion, trattori, ecc.. Tra l’altro, si effettuano ve-rifiche di sicurezza sui componenti uti-lizzati sulle ferrate della Sat.Una buona parte di prove si eseguono su una super macchina di costruzione Instron costata 1milione di euro, unica in Italia e tra le poche in Europa, assai versatile e dotata di spazi rilevanti per campioni di grandi dimensioni. Esegue prove di trazione e compressione con ca-richi fino a 1.000 tonnellate. Lo strappo della fune individua il carico massimo di rottura, quale riferimento per le verifiche di sicurezza, in rapporto ai reali carichi d’esercizio

Oggi il LA.T.I.F è inquadrato nell’Am-ministrazione Provinciale come Ufficio del Servizio Impianti a Fune, struttura competente in materia di trasporto a fune sul territorio della Provincia Auto-noma di Trento, che svolge attività di rilascio concessione, esame di progetti, collaudo, visite periodiche ed abilitazio-ne del personale addetto agli impianti di risalita. In questo contesto il Laboratorio rappresenta la sezione sperimentale del Servizio.Il Laboratorio esegue prove per i setto-ri tecnici interni all’Amministrazione e, conto terzi, sulla base di tariffario fissato con delibera della Giunta Provinciale.Allo stato attuale il LA.T.I.F. è l’unico la-boratorio nazionale specializzato in tutte le tipologie di prova applicate sugli ele-menti funiviari e collabora attivamente con il competente settore del Ministero dei Trasporti.Il personale tecnico è inserito in gruppi di lavoro per la stesura di norme in ma-teria di sicurezza sul trasporto a fune e sulle procedure di prova e controllo, sia nazionali che europee. In tale sede risul-ta preziosa l’esperienza diretta di prova.Tra la numerosa clientela si trovano

aziende costruttrici di funi come Reda-elli, la maggiore in Italia e le più note in Europa, come l’austriaca Teufelberger, la francese Arcelor Mittal, la svizzera Fatzer. Inoltre costruttori funiviari co-me Doppelmayr, Leitner e molte piccole aziende italiane, ai fini della certificazio-ne CE dei prodotti.Il laboratorio svolge anche attività di ricerca specifica sulle funi, redige arti-coli e relazioni tecniche che presenta a congressi vari nazionali ed internazionali e contribuisce all’organizzazione di pe-riodici convegni in provincia di Trento, sempre con argomento la sicurezza delle funivie.Si attiva per la preparazione e qualifica-zione del personale addetto ai controlli magnetoinduttivi delle funi di acciaio, che opera per la ricerca delle rotture in esercizio (causate da impigliamenti, fulminazioni, corrosione, etc.): tiene an-nualmente specifico corso e sessione di esami. Si occupa inoltre della verifica di idoneità delle apparecchiature utilizzate, su incarico del competente Ministero dei Trasporti.Informazioni sul sito www.latif.it

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La sicurezza degli sciatori di tutta europa passa da ravina

DAtI SUL LABoRAtoRIo:- superficie a disposizione circa 2200 m², dei quali circa la metà coperti, costituenti capannone prove ed uffici- officina meccanica attrezzata per la costruzione delle attrezzature necessarie alle prove e la realiz-zazione delle provette- personale: n° 2 ingegneri, n° 1 perito industriale, n° 5 operatori per le prove, n° 1 amministrativo- certificati di prova emessi: circa 200 all’annoDirettore del laboratorio : ing. Fabio Degasperi

Da anni siamo specializzati nelle ri-strutturazioni degli Hotels proponendo un servizio unico nel suo genere: pre-stiamo particolare attenzione alla zona notte per renderla confortevole, spa-ziosa e di grande impatto visivo. Una nuova e accogliente struttura con letti grandi e comodi, bagni pratici integrati con l’ambiente circostante, luci calde e accoglienti per creare un’atmosfera assolutamente originale, faranno sen-tire l’ospite come a casa propria.Nella ricerca della migliore soluzio-ne per la ristrutturazione delle vostre camere, mettiamo a disposizione un vero e proprio Art Director: persona altamente qualificata e specializzata nel trovare l’accostamento ideale per la completa armonia fra le luci e i colori attraverso il sapiente utilizzo di fonti di illuminazione all’avanguardia (tecnolo-gie led), abbinate ai tessuti d’arredo di grande stile e qualità.Oltre ciò possono essere forniti nuovi pavimenti eco-compatibili certificati in PVC e sughero: la giusta alternativa alla moquette e ai laminati, che danno un tocco più particolare all’intero alle-stimento.

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Camera prima e dopo l’intervento di ristrutturazione

Prima

Dopo

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l’evento a cura della redazione

A Prowinter 2011 è ormai certa la partecipazione di tutti i princi-pali brand dei comparti rappre-

sentati, per i quali la prestigiosa Fiera rappresenta un appuntamento fisso da non perdere a fine stagione. Hanno confermato ad oggi più di 130 aziende provenienti da 11 nazioni e ci sono sta-te tante nuove richieste grazie al buon andamento della stagione invernale. Si sono presentate nuove aziende anche dalla Francia ed è fortemente rappre-sentato anche il settore dei macchinari per il noleggio.I produttori di sci proporranno solu-zioni tecniche controcorrente e novità rivoluzionarie focalizzate su modelli di serie, arricchiti da diversi optional esclusivi per chi desidera distinguersi sempre più sulle piste. Le più impor-tanti aziende mondiali che producono e distribuiscono macchine per la prepa-razione, riparazione e conservazione di sci, snowboard e scarponi offriranno ai

visitatori (negozianti, proprietari e ge-stori di laboratori, ski man, industriali, addetti ai lavori) accurate dimostrazioni effettuate sui più avanzati macchinari, top di gamma ed economici, tutti in-stallati e funzionanti. Completeranno l’offerta materiali di consumo, scioline, attrezzi, rastrelliere, sistemi di imma-gazzinamento, soluzioni hardware e software per la gestione dei noleggi. Innovazione, stile, novità rivoluzionarie quindi, ma sempre più ispirate all’eco-logia e all’eco-sostenibilità. Sempre più spesso gli sforzi a tutela dell’ambiente compiuti delle aziende non si limitano solo ai prodotti finiti ma riguardano an-che trasporto, energia, utilizzo di ma-terie prime e gestione dei rifiuti. Temi attuali e irrinunciabili che Fiera Bolza-no ha sempre riconosciuto, apprezzato e promosso. Come oggi si impegna con Prowinter, nel corso della sua undicesima edizio-ne, a sostenere un settore che dimostra

di aver intrapreso un processo di svilup-po virtuoso.A corredo della manifestazione, molte sono le iniziative organizzate da Fiera Bolzano in collaborazione con i suoi partner autorevoli. I riflettori nell’edizione del 2011 sono puntati sull’AUDI FIS SKI AWARD CUP OC AWARD 2011, che sarà presentato dalla Federazione Internazionale Sci il 13 aprile 2011 in occasione dell’un-dicesima edizione Prowinter presso il Prowinter Forum e sarà preceduto da un workshop dedicato a trarre delle conclusioni sulla stagione appena con-clusa al quale partecipano i maggiori esponenti della FIS e il comitato orga-nizzativo della Audi FIS Ski World Cup. Da quest’anno in poi, la FIS introdurrà questo Award annualmente per stimola-re sempre più lo sviluppo di nuove idee e di conoscenze legate al mondo della neve.

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ProwinTerlancia la premiazione annualeaudi Fis ski world cup

Un’ottima occasione per conoscere le novità della stagione invernale 2011/2012 e per un bilancio sulla stagione appena conclusa.

Novità assoluta la prima edizione dell’Audi FIS Ski World Cup OC Award

nData di svolgimento dal13al15aprile2011nOrari di apertura mercoledìore9-17.00 giovedìore9-17.00 venerdìore9.00-16.00n Ingresso riservatoaglioperatorinCosto del biglietto 10euro;scontodel50% conregistrazioneviaInternet

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PROWINTER 2011

13 - 15 aprile 2011 | BolzanoFiera internazionale del noleggio e dei servizi per gli sport invernali

mer-gio: 9.00-17.00 | ven: 9.00-16.00

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Dall’11 al 20 marzo, le nevi del Trentino faranno ancora una vol-ta da sfondo al festival Dolomiti

Ski Jazz, giunto alla sua quattordicesima edizione. Ben ventisei concerti coinvol-geranno tutta la Val di Fiemme, con i suoi panorami innevati, le piste da sci, i luoghi di ritrovo serali a fondo valle e quelli ad alta quota (rifugi, baite e cha-let). Ascoltare musica circondati dalla natura e dalle vette dolomitiche, fermar-si a sentire un concerto tra una discesa in sci e l’altra: questa è l’anima inimita-bile del Dolomiti Ski Jazz.Aspetto importante quest’anno è che nei rifugi e nei club dove si svolgeranno i concerti si brinda rigorosamente con Trentodoc, un prodotto che è ambascia-tore del territorio come d’altronde lo so-no le nostre splendide Dolomiti.La formula del festival è davvero unica, caratterizzata in maniera speciale dai concerti diurni (tutti gratuiti) che si ten-

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Territorio&tradizioni a cura della redazione

Brinda con Trentodoc

dolomiti ski Jazz

Dall’11 al 20 marzo 2011 torna la fortunata rassegna

sulle piste della Val di Fiemme, dove nei rifugi e nei club

si brinda con le bollicine trentine

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Territorio&tradizioni a cura della redazione

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tRENtoDoCambasciatoredel trentino

Trentodoc, remuage italiano, è la di-retta espressione del territorio da cui proviene. I vigneti, principalmente di Chardonnay e Pinot nero, sono po-sti in altitudine in una terra, quella trentina, che presenta salubrità e va-rietà climatiche ideali per il metodo classico. Solo con queste particola-ri condizioni (clima, altitudine, forti escursioni termiche, natura del terre-no) possono maturare uve ideali per il vino base spumante, che esprime dopo la rifermentazione in bottiglia tutte quelle caratteristiche esclusive, come sapidità, acidità e profumi, che sono la qualità di un metodo classico capace di fare la differenza.trentaquattro produttori, grandi e piccole realtà, alcuni innovativi ed altri più classici, che propongono sul mercato circa 70 etichette pregiate, ciascuna con una propria peculia-rità organolettica, ma con un unico comune denominatore, il territorio. Il mercato italiano assorbe oggi circa il 90% della produzione di Trentodoc (che rappresenta circa il 35% del me-todo classico prodotto in Italia con le sue otto milioni di bottiglie del 2009, secondo i dati raccolti dall’Osserva-torio delle Produzioni Trentine della C.C.I.A.A.), il restante 10% viene di-stribuito negli altri paesi europei e nel resto del mondo.La sua storia affonda nel passato. Sono trascorsi più di cento anni da quando Giulio Ferrari ebbe l’intuizio-ne di coltivare l’uva Chardonnay in Trentino. La D.O.C. Trento, è stata la prima al mondo dopo lo Champagne ad essere assegnata ad un metodo classico. L’Istituto Trentodoc garanti-sce la provenienza delle uve e la con-formità di ogni aspetto della raccolta e della vinificazione al Disciplinare di produzione.

gono all’aperto lungo le principali piste da sci del comprensorio dolomitico, di-rettamente a contatto con la neve. I più importanti luoghi di ristoro d’alta quota forniscono il punto d’incontro ideale tra musicisti di provenienza internazionale e pubblico con scarponi e sci ai piedi. L’edizione 2011 di Dolo-miti Ski Jazz farà tappa al rifugio Doss dei Laresi all’Alpe Cermis, allo Zi-schgalm, il Ganischge-ralm e la Baita Caserina di Pampeago, al rifugio Passo Feudo e la baita Gardonè dello Ski Cen-ter Latemar, alla baita La Morea di Bellamon-te, allo chalet Valbona all’Alpe Lusia, al Platzl di Obereggen. Tra gli artisti che si po-tranno ascoltare ad alta quota spiccano il gruppo Barato Total di Barbara Casini, l’interprete ita-liana più attendibile e appassionante in fatto di musica brasiliana; James Thompson, sassofonista afroamericano celebre per aver prestato il suo infuocato sax alle più no-te canzoni di Zucchero; Andrea Belli, dj di Radio 105, che interagirà con la musica live di Bruno Marini; il gruppo Fifth Side, con la sua front li-ne tutta femminile (Hel-ga Plankensteiner, Ilona Damiecka, Francesca Bertazzo Hart); lo squisi-to Alpentrio del sassofo-nista Florian Bramböck; il sestetto di Alessandro Traverso, curiosamente formato da professio-nisti del mondo dello spettacolo (giornalisti, discografici, manager…) ai quali sarà affidata l’inaugurazione del festi-val. Ci saranno poi anche il quintetto di Claudio e Fulvio Chiara, l’EZ Gipsy Quartet e il trio di Mat-teo Turella. Un altro con-certo fuori dagli schemi sarà quello della Revolution Jazz Band, tutta formata da dipendenti della BNL: col suo dixieland farà da apertura alla serata finale del festival.Oltre ai concerti ‘after hours’ nei locali notturni della Val di Fiemme e ad alcuni spettacoli pensati appositamente per le scuole, nel programma di Dolomiti Ski Jazz spiccano i concerti serali nei teatri, che vedranno impegnati i nomi più pre-stigiosi del cartellone del festival.

Il primo degli appuntamenti in teatro (a Predazzo, 12 marzo) sarà con la cantan-te Shawnn Monteiro, che nel suo omag-gio alla jazz diva Carmen McRae saprà infondere tutta la tradizione di cui è de-positaria: è infatti figlia di Jimmy Woode, leggendario bassista di Duke Ellington,

e ha accompagnato con la sua voce profonda e suadente artisti del cali-bro di Marvin Gaye, Clark Terry, Lionel Hampton… Toccherà poi a Riccar-do Zegna, instancabile animatore della scena jazz italiana sin dagli anni Settanta e spesso al fianco di prestigiosi artisti statunitensi, che si esibirà in piano solo a Moena (13 marzo). Il quartetto Passport che si ascolterà a Tese-ro (15 marzo) è una all star dalle combinazioni imprevedibili: due dei suoi membri, il brillante Jordi Rossy e lo stori-co maestro di ritmi Joe Chambers non esiteran-no a scambiarsi gli stru-menti, essendo entrambi polistrumentisti. Gli altri membri della band sono Pietro tonolo e Arnie So-mogyi. Il 17 marzo a Ziano di Fiemme arriverà il quartetto di Jonathan Kreisberg, chitarrista emergente che sta do-nando alla chitarra jazz un’espressività tutta nuova, moderna e di una bellezza ipnotizzante. Javier Vercher, sassofo-nista spagnolo ma dagli studi e le collaborazioni che lo hanno portato al centro del miglior jazz statunitense, sarà col suo quartetto a Castello di Fiemme (18 marzo). La serata finale di Do-lomiti Ski Jazz 2011 (Cavalese, 19 marzo) avrà per protagonista la formazione più attesa del festival, la band del

cantante inglese (ma di origine e forma-zione nigeriana) ola onabule, intenso interprete e cantautore. Nella musica di Ola, che nonostante una carriera in-ternazionale ormai ventennale arriva per la prima volta in Italia (e per una data in esclusiva), emergono in tutta la loro forza espressiva blues e soul, funky rit-matissimo e ballate accattivanti, il tutto con una patina sonora vintage.

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Dolomiti Ski Jazz 2011 il festival diretto da Enrico Tommasini è organizzato dall’Azienda per il Turismo della Val di Fiemme, in col-laborazione con Trentino SpA, Trentino Jazz, il Con-sorzio Impianti a Fune Val di Fiemme Obereggen, i comu-ni di Cavalese, Tesero, Ziano di Fiemme, Moena, Predaz-zo e Castello di Fiemme.

Dolomiti Ski [email protected]

BigliettiTutti i concerti sono gratuiti, tranne quelli di Shawnn Monteiro, Riccardo Zegna, Passport, Jonathan Krei-sberg, Javier Vercher: biglietto intero euro 10ridotto euro 8

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