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"Coloro che vogliono essere leader ma non lo sono dicono le cose. I bravi leader le spiegano. I leader ancora migliori le dimostrano. I grandi leader le ispirano" (Anonimo) "Il compito dei manager non è la supervisione ma la leadership" Deming William Edwards SCHOOL OF FUTURE LEADERS WINTER 2013 DIARY

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"Coloro che vogliono essere leader

ma non lo sono dicono le cose. I

bravi leader le spiegano. I leader

ancora migliori le dimostrano. I

grandi leader le ispirano"

(Anonimo)

"Il compito dei manager non è

la supervisione ma la

leadership"

Deming William Edwards

SCHOOL OF FUTURE

LEADERS

WINTER 2013

DIARY

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Caro Diario,

vorrei che i ricordi di ciò che abbiamo fatto in una settimana possano

rimanere nei miei ricordi. Quale miglior modo che scrivere tutto ciò che

è successo e di raccogliere alcune delle foto scattate.

A questo Diario hanno partecipato tutti i ragazzi della Winter School Of

Future Leader del 2013, qualcuno ha scritto, qualcuno ha fatto le foto…..

… tutti hanno dato il meglio di loro!!!!

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31 gennaio 2013

Pronti, partenza … via!! La SOFL 2013 ha inizio!

I partecipanti alla Winter Edition della School Of Future Leaders

Inizia qui l’avventura dei “Paladini della Meritocrazia”al Consorzio

ELIS.

Per la prima volta, dopo il processo di selezione che ci ha coinvolti ci

incontriamo tutti e trenta ragazzi e formiamo con orgoglio la classe

della “School Of Future Leaders Winter Edition 2013”.

Dopo un breve coffe break ci accoglie in aula il Program Manager Marco

Amici che ci presenta il programma e i tutor che ci seguiranno,

lasciando la parola alle Dott.sse Stefania Palmaccio e Francesca

Cotroneo.

Grazie al loro aiuto iniziamo a tracciare i nostri profili,

socializzando.

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Apprendiamo la funzionalità dell’MBTI (Myers-Briggs Type Indicator),

strumento che ci permette di scoprire le nostre preferenze e di

approfondire la conoscenza di noi stessi.

“Conoscere le nostre preferenze ci aiuta a sfruttarle come punti di forza

perché l’utilizzo consapevole ci permette di agire con naturalezza”.

“La conoscenza di se stessi aiuta a raggiungere obiettivi sempre più

ambiziosi e a sviluppare relazioni costruttive con gli altri”.

Lo scopo durante questa prima mattina di formazione è quello di creare

una mappa dei profili di tutti noi ragazzi per aiutarci nella conoscenza

e migliorare l’approccio con gli altri.

L’impegno non manca. Si crea sin da subito un clima amichevole e

partecipativo ed ognuno di noi chi un po’ perplesso … chi un po’

entusiasta cerca di trovare le risposte che più lo rispecchiano al test

di autovalutazione datoci. La compilazione del test non è passiva ma ci

vengono fatti esempi pratici e interagendo con piccoli “giochi”

riconosciamo le nostre preferenze.

E’ interessante scoprire come compilando il test di autovalutazione

riusciamo non solo a porci degli interrogativi che altrimenti non ci

saremmo posti, ma nel farlo approfondiamo già la conoscenza con gli

altri. Abbiamo infine confrontato il “tipo autovalutato” che siamo così

riusciti a costruire, con il “tipo riportato” risultante dal test

compilato il giorno precedente ed analizzato dalle Dott.sse Palmaccio e

Cotroneo, e abbiamo ottenuto il nostro profilo.

La Mappa dei Profili è stata costruita!!! Non resta che iniziare a

confrontarci migliorandoci.

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I partecipanti alla SOFL posizionati sulla tabella dei 16 tipi del Myers Briggs Type

Indicator

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Alberto Calcagno,COO Fastweb

Iniziamo il primo pomeriggio della settimana con il primo ospite, il

Dott. Alberto Calcagno, attuale COO di Fastweb. Originario di Genova,

Calcagno inizia raccontando in breve la sua scalata. Dopo aver terminato

il liceo scientifico, decide di iscriversi alla Bocconi, laureandosi in

Economia Politica.

Dopo qualche anno, Calcagno riceve l’offerta di Scaglia, all’epoca

Amministratore Delegato di Omnitel, circa l’unione nella società Ebiscum.

E’ il 2000 ed inizia l’era dell’Internet bubble. Il progetto di Scaglia è

ben chiaro: togliere a Telecom il primato della telefonia fissa,

attraverso l’investimento in reti di fibra ottica. Questa mossa avrebbe

dato una scossa al mercato delle TLC, portandolo alla liberalizzazione.

“Se non fosse stato Scaglia a propormelo, penso proprio che avrei detto

di no” afferma Calcagno.

L’idea di Scaglia però andava ben oltre il semplice investimento di una

fibra per il futuro. “Qualità” e “differenziazione” sono le keyword che

Scaglia vuole utilizzare per promuovere la sua idea imprenditoriale.

Detto questo, Calcagno accetta e diviene così a 27 anni il Responsabile

di Pianificazione Strategica di Ebiscum. Da questo momento si dedica

principalmente al controllo di gestione, scendendo nel dettaglio

operativo e divenendo responsabile dell’area finanziaria. Nel 2005

Calcagno viene eletto CFO della nuova società che prende il nome di

Fastweb, fino a diventarne l’attuale COO dal 2007.

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Le idee di Calcagno: “Il leader viene definito un HOPE DISPENSER”. Questa

affermazione sposta il focus sulle persone, perché loro fanno la

differenza.

Dopo questa introduzione, Calcagno passa all’analisi del case. Subito ci

viene mostrata l’analisi del mercato della telefonia mobile e fissa (65%

del mercato è wireless, ripartito principalmente tra TIM, Vodafone e

Wind; la telefonia fissa presenta un mercato completamente sbilanciato in

termini di compagnie telefoniche).

“Per poter essere competitivi sul mercato è fondamentale distinguersi”

afferma Calcagno “e si può decidere di combattere con il prezzo o la

qualità. Fastweb ha scelto la qualità”. L’idea della fibra per il futuro

sembra divenire realtà, e l’azienda realizza 33.000 km di fibra ottica,

coprendo 7 delle principali città italiane.

“INNOVAZIONE è fondamentale perché ti permette di vantare di una qualità

migliore piuttosto che fare guerre di prezzo che normalmente non portano

verso niente per le aziende” conclude Calcagno.

Viene inoltre introdotto il concetto di CSI (Customer Satisfaction

Index), indice che serve a capire se un servizio è adeguato o meno per il

cliente e come migliorarlo.

Dall’analisi complessiva dei dati, emerge che, nonostante la crisi abbia

colpito in maniera incisiva il mondo della telefonia, Fastweb è rimasta

competitiva in questo 2012, portandosi a circa 170.000 nuovi utenti per

la telefonia fissa.

Alberto Calcagno durante la presentazione del caso aziendale

Quote di mercato + soddisfazione del cliente + utile => direzione giusta.

Questa è la filosofia di Calcagno.

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Obiettivo per il futuro: creare un vantaggio competitivo, attraverso

l’estensione della fibra ottica, ma creare una corporate structure tale

che la mission ed i valori trasmessi già da Calcagno ai dirigenti di

prima linea espandano e si diffondano all’interno di tutta

l’organizzazione.

Dopo aver ascoltato e fatto delle domande, Calcagno ringrazia i

partecipanti al progetto SOFL per l’entusiasmo e la creatività dimostrata

nel proporre le soluzioni. Consiglia però ai ragazzi di migliorare in

termini di visione della fattibilità di una idea imprenditoriale.

Conclude dicendo che le due leve importanti all’interno dell’azienda

devono essere la customer satisfation e il trust: se queste due leve

viaggiano in maniera parallela ogni idea proposta può essere vincente.

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1 febbraio 2013

Marco Comastri,Presidente Europe, Middle East Africa (EMEA) di CA Technologies

La seconda giornata della SOFL inizia con l’intervento dell’Ing. Marco

Comastri, Presidente EMEA di CA Technologies.

L’ingegner Comastri ha raccontato le diverse principali tappe della sua

carriera professionale. Oltre l’interesse legato al percorso che l’ha

portato a raggiungere una posizione di così alta importanza,

particolarmente formative sono state le varie tips legate ad ogni step

professionale, in particolare:

- Essere coscienti che l’interesse verso un certo business non

dev’essere un requisito a priori, ma si può benissimo sviluppare con

l’esperienza ed il tempo;

- La complessità del lavoro non è legata solo alle dimensione del

fatturato, ma intervengono altre caratteristiche molto importanti;

- L’importanza della worklife balance;

- Le scelte che possono guidare un passaggio da un’azienda ad un’altra,

come le proprie passioni, l’ambiente e l’impatto del lavoro.

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Dopo una breve introduzione su CA Technologies, ci è stato presentato il

caso. Il caso era centrato sulle tematiche della Cyber Secure e della

Cyber Resiliance, molto attuali e al contempo poco trattate. L’interesse

principale è stato la possibilità di potersi confrontare con un caso

complesso, che spaziava molto e che aveva un valenza anche sociale.

La seconda parte è stata dedicata al lavoro in team e alle presentazioni.

I ragazzi della SOFL durante un brainstorming

Le presentazioni sono state tutte di buon livello come i feedback

dell’ospite dimostrano. In generale il giudizio è di aver fatto un buon

lavoro, dimostrando capacità di descrizione e di problem solving

finalizzato alla ricerca di soluzioni pratiche, oltre che saper essere

spigliati e riuscire ad esprimere abbastanza chiaramente le proprie

opinioni.

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Francesco Starace, Amministratore Delegato di Enel Green Power SpA

Durante il nostro secondo intenso pomeriggio di attività abbiamo avuto

l’onore di incontrare e di conoscere l'AD di Enel Green Power, l' Ing.

Francesco Starace.

Da l'impressione di essere un tipo "tosto": non ci sbagliamo...

Il caso che ci sottopone è abbastanza complesso e richiede un notevole

impegno da parte di tutti i partecipanti. L'Ing. Starace comincia ad

introdurre l'issue che Enel Green Power ha dovuto affrontare

relativamente ai certificati verdi in Romania.

Il problema è quello di trovare un accordo contrattuale tra produttore

(EGP) e i relativi distributori, che consenta di assicurare all'impresa

la massimizzazione del profitto e al contempo la minimizzazione dei

rischi in modo da non lasciare invenduti i CV.

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Ogni gruppo ha considerato questo caso "sfidante", laborioso, ma

sicuramente molto interessante.

I ragazzi presentano la loro proposta all’Ing. Starace

In base ad una serie di dati e a delle informazioni contenute nel caso,

ogni gruppo ha elaborato una propria soluzione e l'ha presentata all'

Amministratore Delegato, raccogliendo più o meno consensi. Alla fine

delle presentazioni è stato dato un feedback ad ogni gruppo e qualche

indicazione per migliorare le esposizioni e l'approccio metodologico

utilizzato. L'Ing. ci descrive la soluzione effettivamente applicata nel

caso reale, ossia un contratto pluriennale con obbligo di acquisto per i

distributori, che hanno diritto di comprare i CV con il 15% di sconto.

Questo caso ci ha messo fortemente alla prova, facendoci fare un altro

step in avanti in questo percorso.

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2 febbraio 2013

Michele Mario Elia, Amministratore Delegato Rete Ferroviaria Italiana RFI

Nonostante il freddo vento che ha accolto il nostro risveglio mattutino,

noi, allievi della School of Future Leaders, abbiamo con entusiasmo

raggiunto la scuola per ascoltare la testimonianza di una personalità di

sicuro spicco nel panorama industriale italiano: l’Ing. Michele Mario

Elia, Amministratore Delegato di Rete Ferroviaria Italiana (RFI).

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L’aspetto personale che per primo l’importante ospite si è sentito di

trasmetterci è quello umano. Il suo percorso di carriera è sempre stato

caratterizzato da una precisa motivazione: non ha mai lavorato per il

successo, grandezza per altro difficile da misurare, ma piuttosto per

migliorare il servizio offerto dall’impresa per cui lavorava e in ultima

istanza quindi per un ritorno sociale. Il successo personale ottenuto non

è stato che una conseguenza dei risultati raggiunti attraverso questo

approccio al lavoro. A tal proposito cita un caporeparto movimenti di

RFI, che un giorno gli disse che l’obiettivo dell’orario elaborato non

era che misurare i ritardi, cosa non assolutamente coerente con un’ottica

mirata a migliorare il servizio offerto. Da lì l’Ing. Elia si è proposto

di cambiare e migliorare le cose. Un altro aspetto umano che il nostro

ospite ha ritenuto cruciale è la fortuna e con essa i rischi che nella

vita lavorativa quotidiana impattano sull’operato di qualunque figura

professionale o soggetto economico. Memorabile è poi stato il momento in

cui, con chiaro riferimento alle sue origini pugliesi, ha svelato il suo

segreto per il perfetto team building, specie quando bisogna risolvere

problemi spinosi e strategici, che richiedono quindi lunghe sessioni di

lavoro in squadra per essere risolti: taralli per tutti! E così la

squadra è formata ed ha il giusto carburante per lavorare a pieno regime.

A valle di questa presentazione, ci è stato presentato un caso aziendale

riguardante la verifica di conformità dell’infrastruttura della rete

secondo normativa al fine di prevenire l’impatto di eventuali fenomeni

sismici.

Il messaggio finale che è stato lasciato dall’Ing. Elia agli allievi

della scuola è quello di guardare sempre il lato umano, ispirandoci a

quando lui stesso trascina con sé le persone coi taralli: “…da soli non

si fa niente, né col comando; si fa con la partecipazione attiva e solo

se gli altri sentono che non sei da loro distante”.

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Due ragazzi della SOFL consegnano la targa di Fellow ELIS all’Ing. Elia

Sabato pomeriggio è il momento del city rally!

I 5 gruppi della SOFL winter 2013 si sfideranno in una corsa all'ultimo

monumento sulle strade della città eterna.

Dopo aver atteso al freddo e al gelo i tutor per quasi un'ora, i 5 gruppi

sono pronti a partire da 5 diversi luoghi significativi della città:

piazza Navona, Pantheon, Piazza di Spagna, Trevi, Piazza Venezia.

Pronti, partenza, Via!

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I partecipanti alla Winter Edition durante il City Rally

Si parte subito con la prima domanda a cui rispondere sulla fontana dei

quattro fiumi in piazza Navona.

Entriamo in una libreria vicino alla piazza, prendiamo una guida di Roma

e il gioco è fatto!

Ma non c'è tempo da perdere, subito si riparte giù di corsa verso campo

de’ fiori dove ci attendono degli indovinelli, foto di gruppo con i

venditori ambulanti sotto a Giordano Bruno e si riparte!

Sempre di corsa facendo slalom fra i numerosi turisti che affollano la

capitale è la volta della fontana di trevi; asso di coppe trovato, foto

con turiste fatte, foto in cui bisogna regalare delle

rose,...rose,...rose?!! Ma dove sono i venditori di rose quando

servono???

Incredibile non riuscire a trovare una rosa in tutta la fontana e

dintorni!

Non ci sono mai quando uno ne ha bisogno!!

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Lasciato questo inconveniente ci dirigiamo verso la prossima meta: il

Pantheon.

Intanto lungo il cammino capita di incrociare i team avversari e scattano

reciproche azioni di disturbo per ostacolarsi a vicenda, anche se alcuni

gruppi pensano già a rallentarsi da soli perdendosi anche la tutor!

Arriviamo quindi al Pantheon dove scattiamo una foto con l'elefantino

difronte alla chiesa di S. Maria sopra Minerva e ci mangiamo un

cremolato, anzi, meglio di no una granita con questo freddo!

Eccoci finalmente alla penultima tappa: Piazza di Spagna. Per superare

questa prova bisogna caricare un proprio compagno sulle spalle e salire

contando tutti i 135 gradini della bellissima scalinata.

Ci troviamo li in alcuni gruppi e iniziamo tutti a correre per il

raggiungimento dell'ultimo obiettivo: l’arrivo in piazza del popolo!

Siamo il primo gruppo ad arrivare al completo e ci mettiamo subito

all'opera per comporre la scritta SOFL “umana”, cioè fatta con in nostri

corpi, e gridando ma che ce frega ma che ce’mporta passeggiando per la

piazza.

Pian piano arrivano tutti i gruppi e ci si ritrova lì tutti insieme a

raccontarsi la propria avventura cercando anche nel frattempo di metterci

d’accordo sul dove andare a cenare, una delle imprese decisionali più

difficili per noi della SOFL Winter 2013!

Ma che importa, basta stare insieme ed il divertimento è assicurato!

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I partecipanti alla Winter Edition durante il City Rally

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3 febbario 2012

Inizia la penultima giornata di SOFL!

Ospite della mattina l’Ing. Gianni Armani, Amministratore Delegato Terna.

Armani ci racconta gli inizi della sua carriera, parla in particolare

della sua scelta di autofinanziarsi un MBA al MIT. Sottolinea come

l'importanza delle scelte è che abbiano una loro coerenza. Sottolinea

l'importanza di avere un impatto sul mondo che ci circonda.

Gianni Armani, Amministratore Delegato Terna

Abbiamo quindi visto il caso, lavorato in gruppo e presentato.

Armani ha infine indicato dei feedback sulla presentazione ed in

particolare sulla struttura che deve includere:

- una fase di comprensione del problema (vincoli, contesto, obiettivi)

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- perché il problema è un problema? Questo permette anche di identificare

le metriche per misurare la soluzione

- presentazione della soluzione.

Infine viene presentata la soluzione adottata da Terna.

L’Ing. Armani discute le soluzioni al caso aziendale con i ragazzi

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Luigi Pugliese, Amministratore Delegato di Booz & Company Italia

Un piccolo cambio di programma segna l’inizio del nostro pomeriggio.

L’intervento previsto viene posticipato al giorno successivo, mentre

l’ospite del salotto fissato per la sera stessa anticipa la sua visita di

qualche ora. In sua attesa, nel frattempo, alcuni di noi buttano giù

alcuni spunti e idee per la prossima edizione della SOFL, altri

definiscono i propri incarichi, altri ancora si cimentano nella

produzione del video selezionando foto e vagliando canzoni. Richiamati

all’ordine, troviamo ad accoglierci in aula Ugo Papagni, responsabile del

Management Department ELIS. Tra una battuta ed alcuni brevi cenni

storici, il Dott. Papagni ci fa immergere nella realtà dell’ELIS: la

scuola sportiva, i laboratori professionali, il centro alberghiero, la

chiesa del quartiere. Oggi, come forse ancora non era successo a pieno,

ci sentiamo davvero parte di un progetto più ampio, di un impegno più

profuso, di una comunità più estesa e coesa. Oggi iniziamo a sentirci

davvero fortunati, visti come individui e non semplici studenti.

Cala il sole, foto di rito nel cortile, sorrisi, scherzi e chiacchiere.

Il tempo dell’ultimo abbraccio incastonato in uno scatto, e ci

precipitiamo nuovamente in aula dove troviamo ad accoglierci l’Ing. Luigi

Pugliese, AD Booz&Company, una delle più importanti aziende nell’ambito

della consulenza strategica.

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Il suo è un intervento a cuore aperto: ci svela non solo successi,

traguardi e soddisfazioni, ma anche indecisioni, cambiamenti, difficoltà.

Cattura la nostra attenzione, perché riesce a capire esattamente di cosa

parlarci, comprendendo quali informazioni vorremmo avere, quali

rassicurazioni vorremmo ricevere, quali consigli vorremmo rubare. Parla

di se stesso, del percorso lavorativo che richiede il mondo della

consulenza e, a termine della sua testimonianza, ci regala una prova

concreta di cosa significa avere la mente allenata all’imprevisto e

reattiva agli stimoli esterni: nel giro di pochi minuti inventa insieme a

noi un business case da discutere in classe. L’argomento sono i media, le

informazioni sono scarse, il tempo è poco, le aspettative sono alte.

Tutti gli ingredienti giusti per l’ennesima sfida targata SOFL 2013.

I ragazzi durante uno dei lavori di gruppo

I team si riuniscono, le menti si attivano, le discussioni si accendono.

L’ora è ormai tarda ma la voglia di mettersi in gioco ormai ci fa da

padrona e scalza la possibile stanchezza. La giornata volge così alla

conclusione, si chiudono anche oggi i cancelli dell’ELIS al termine della

quarta e penultima giornata assieme. I quaderni sono sempre più fitti di

appunti, le menti più dense di esperienze, i cuori più affollati di

persone bellissime. Davvero eccezionali questi future leaders, no?

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4 febbraio 2013

Maximo Ibarra, Amministratore Delegato WIND

E così l'ultimo giorno è arrivato. Prima dell'incontro vero e proprio con

l'Amministratore Delegato di Wind Maximo Ibarra, abbiamo avuto la

possibilità di confrontarci con l'HR di Wind. Molti spesso si chiedono:

"Cosa bisogna fare durante un colloquio?" La risposta fornitaci è facile

ma non scontata: "bisogna essere se stessi, non concentrarsi solo sulla

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conoscenza ma anche sugli aspetti relazionali e seguire sempre le proprie

aspirazioni."

Dopo questi consigli, l'HR di Wind ha lasciato la parola al suo AD.

Ibarra ha iniziato la sua vita nelle Telecomunicazioni ma ha avuto la

voglia di aprirsi a nuovi settori per "allargare la vista".

"Siate curiosi ed istintivi, la possibilità di vedere contesti diversi

sicuramente vi arricchisce" così ci ha consigliato una delle persone con

più classe, carisma e umiltà che abbia potuto conoscere. Ha aggiunto

anche "non abbiate l'arroganza di entrare in azienda e dettare le regole:

fate la gavetta, se poi siete bravi e affamati crescerete comunque. Tanto

la voglia di fare qualcosa la si capisce dalla luce negli occhi". L'idea

di leadership di Ibarra è quella capacità di svegliarsi la mattina e

pensare come prima cosa a come poter far si che l'azienda continui ad

essere vincente sul mercato. "Leadership è mix tra passione ed

esperienza. Solo trasmettendo passione l'organizzazione è in grado di

seguirti".

Dopo questi consigli di vita e sopratutto dopo cinque giorni di business

case ormai eravamo pronti a risolvere qualunque cosa. L'obiettivo era

quello di migliorare il market share nel business, quindi il caso era

centrato su un modo con cui "aggredire" il mercato delle PMI. Le idee e

l'originalità non sono mancate e abbiamo centrato quello che Ibarra

voleva.

Ora che l'esperienza è finita da poche ore, guardandola dall'esterno si

chiariscono molte idee.

Se devo essere sincera, fino ad una settimana fa, l'idea di cosa fare

dopo la laurea mi spaventava ed escogitavo mille piani per andare avanti

a studiare il più possibile. Ora che ho conosciuto persone così in gamba

e ho sentito le esperienze che hanno fatto, mi sembra di essere tornata a

quando avevo otto anni e sognavo di averne diciotto per crescere in

fretta, essere maggiorenne, avere la patente ecc.. Ora vorrei vedere se

sono in grado di mettermi in gioco e farmi valere in quel mondo dove

ormai non basta più essere semplicemente bravi, bisogna esserlo ancora

di più. Quindi in bocca al lupo a tutti noi!

L’ultimo pomeriggio della SOFL inizia con il Professor Roberto Diacetti

38 anni, laureato in Giurisprudenza e specializzato in Management dei

Servizi Pubblici. È docente negli atenei di Perugia e Cassino, dal 2010 è

stato prima AD e poi direttore generale di Risorse per Roma SpA. E’ stato

nominato per cooptazione amministratore delegato di ATAC nel settembre

del 2012. Tra le esperienze professionali è stato direttore generale del

Comitato Organizzatore dei Mondiali di nuoto a Roma.

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Il compito che gli si prospetta davanti è molto complicato in quanto

prevede il risanamento di un azienda in sistematica perdita da anni e con

un’immagine negativa verso l’opinione pubblica. Diacetti rappresenta

infatti il quinto AD ATAC che si sono susseguiti in quattro anni.

ATAC è la più grande azienda di trasporto pubblico in Italia, con circa

600'000 persone che ogni giorno arrivano a Roma dall’hinterland, circa

100 milioni di kilometri percorsi annualmente e 11'800 dipendenti.

Roberto Diacetti, Amministratore Delegato Atac

Il messaggio passato da Diacetti si impernia su quanto sia difficile

avere a che fare con numeri negativi cosi grandi. La sua opera di

ristrutturazione si basa dunque sulla razionalizzazione dei costi di

questa azienda pubblica. La difficoltà dell’operazione sta però nel

risolvere il trade-off tipico dei servizi pubblici tra la mancanza di

pagamento da parte dell’utente che usufruisce del servizio e la

percezione della qualità del servizio da parte del pubblico. Cambiare

l’idea che le persone si sono fatte dell’azienda sembra uno dei compiti

più complicati, ben più quella di cambiare la cultura interna.

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Infatti, da un lato abbiamo un’enorme quantità di utenti che non paga il

biglietto, il quale, seppur sia già stato aumentato del 50 % negli ultimi

mesi, ricopre solamente il 25% dell’effettivo costo del servizio.

Dall’altro la necessità di migliorare il servizio e l’immagine di ATAC da

tre punti di vista: l’efficienza, la puntualità e quella che lui

definisce “la sciattaggine” dei mezzi. Si tratta quindi di migliorare i

controlli e muoversi sempre verso più una politica nel quale il costo del

biglietto ricopre quello che effettivamente è il costo de servizio, senza

più dover ricorrere a fondi pubblici. Questo è però complicato dal fatto

che il referendum per l’acqua pubblica del 2011 impedisce anche la

privatizzazione del trasporto urbano.

La prima sfida è dunque quella di portare un cambiamento culturale

all’interno della realtà aziendale in modo da poter svecchiare sia

mentalmente che fisicamente l’organico ATAC. Il manager deve sentirsi

parte dell’azienda ed essere coinvolto in prima persona nel miglioramento

del servizio. E’ importante che il manager sia in grado di trasmettere

questo senso di appartenenza a tutta l’organizzazione. La sua

provocazione dell’“autista dell’autobus che deve avere sempre il sorriso”

sottolinea come lo staff debba comunque essere consapevole

dell’importanza del servizio che svolge inserendolo in un sistema più

ampio che volge a migliorare la città e la vita delle persone che ci

vivono. La motivazione del personale e lo sviluppo delle carriere sono

quindi fondamentali per dare una spinta alla qualità del servizio.

Un altro aspetto fondamentale che un AD di un’azienda pubblica è chiamato

d’affrontare è l’enorme visibilità del suo ruolo. Critiche e polemiche

sono all’ordine del giorno e sta proprio all’AD in prima persona come

rappresentate dell’azienda curare l’aspetto relazionale sia con il

pubblico, ma anche con le pubbliche amministrazioni e le aziende. Molto

interessante come l’AD di un’azienda pubblica sia non solo il vertice di

un’organizzazione ma un vero e proprio tramite tra l’interno e l’opinione

pubblica.

Un ulteriore aspetto che l’AD ritiene importante per il miglioramento del

servizio è l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia sia per migliorare la

permanenza del cliente sui mezzi ma anche per sfruttarlo a fini di

marketing. Il caso aziendale visto si proponeva infatti di valutare

possibili soluzioni per appaltare le pubblicità che, nonostante il

periodo non troppo felice, rappresentano un’importante fonte di ricavo.

Il tutto è inserito in un progetto che coinvolge l’utilizzo di social

network per mantenere costantemente informati i clienti, lo sviluppo di

applicazioni per smartphone e la copertura wifi. La sfida per il futuro

sono le energie verdi.

L’AD di un’azienda come ATAC è chiamato anche ad interfacciarsi con

grandi opere pubbliche, quale per esempio la costruzione della linea C

della metropolitana.

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Ciò che più colpisce è la franchezza nell’ammettere la situazione

problematica, gli errori fatti nel passato e la forte consapevolezza di

quelle che sono le mancanze dell’azienda. L’insegnamento che ritengo di

aver ricevuto è anche quindi quello di saper riconoscere quelli che sono

i propri limiti, cercando di mantenere una vista critica sullo stato

reale dell’impresa senza lasciar distorcere la propria idea dal senso di

appartenenza. Ammettere i propri errori e le proprio difficoltà è il

primo passo per improntare un cambiamento stabile. E’ dunque solo

fissando un punto sulla situazione attuale che si può capire cosa deve

essere fatto.

La SOFL è stata un’esperienza che penso mi abbia arricchito sotto molti

punti di vista. Prima di tutto è stato bello poter avere un primo

assaggio di quello che potrebbe essere il nostro lavoro dopo cinque anni

passati sui libri e ben poca esperienza pratica. Mi ha permesso di avere

una vista completamente diversa sui problemi aziendali rispetto a quello

che mi è sempre stato insegnato a ingegneria. Arricchire le proprie

capacità comunicative, dare importanza all’aspetto relazionale e

ricordarsi sempre che le grandi organizzazioni sono fatte di persone e

non di cose sono stati un vero proprio modo di aprirsi a nuovi

orizzonti. Un altro aspetto che ritengo sia stato molto interessante è

quello di poter lavorare con ragazzi che hanno avuto un percorso di studi

diverso dal mio. Trovo che il risultato sia stato molto interessante e

alcuni pregiudizi, sia dal mio punto di vista da quello degli altri,

siano spariti per lasciar spazio ai punti di forza di ogni personalità. E

il percorso di crescita nasce allo stesso modo: un punto fermo che è

l’MBTI e poi via, per una crescita che si spera non si arresti mai.

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