SCHOLA SAN ROCCO - Società del Quartetto di Vicenza · 2019. 5. 29. · Maria Grazia Caristi,...

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109 a Stagione di concerti 2018-2019 VENERDì 21 DICEMBRE 2018 ORE 20:45 SCHOLA SAN ROCCO coro e orchestra barocca FRANCESCO ERLE direttore CONCERTO PER IL NATALE NEI 25 ANNI DI ATIVITà DELLA SCHOLA SAN ROCCO

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109a Stagione di concerti 2018-2019

VENERDì 21 DICEMBRE 2018oRE 20:45

SCHOLA SANROCCOcoro e orchestra barocca

FRANCESCO ERLEdirettore

CONCERTOPER IL NATALE

NEI 25 ANNI DI ATIVITà DELLA SCHOLA SAN ROCCO

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ANtoNIo LottI (1667-1740)KyRIE pER LA NOTTE DI NATALE (1706) pER SOLI, CORO DI pALCHETTO, DOppIO CORO E ORCHESTRAprima esecuzione in tempi moderniedito dalla copia manoscritta Mus. Ms. 134160, Staatsbibliotheck Berlin da Francesco Erle 1. Kyrie 2. Christe 3. Kyrie

MESSA A TRE CORI (1707-1717) pER SOLI, CORO DI pALCHETTO, DOppIO CORO E ORCHESTRA 1. Kyrie 2. Gloria 3. Et in terra pax 4. Laudamus te 5. Gratias agimus tibi 6. Domine Deus, Rex colestis 7. Domine Fili 8. Domine Deus, Agnus Dei 9. Qui tollis 10. Qui sedes 11. Quoniam 12. Cum Sancto Spiritu

JoHANN SEBAStIAN BACH (1685-1750)CANTATA “SEHET, wELCH EINE LIEbE”, bwV 64 (1723)pER LA TERzA fESTIVITà DEL NATALE pER SOLI, CORO E ORCHESTRA

1. Coro Sehet welch eine liebe 2. Corale Das hat er alles uns getan 3. Recitativo (Alto) Geh, Welt! Behalte nur das Deine 4. Corale Was frag ich nach der Welt 5. Aria (Soprano) Was die Welt in sich hält 6. Recitativo (Basso) Der Himmel bleibet mir gewiß 7. Aria (Alto) Von der Welt verlang ich nichts 8. Corale Gute Nacht, o Wesen

MAgNIfICAT IN RE MAggIORE bwV 243 (1723) pER SOLI, CORO E ORCHESTRA 1.CoroMagnificat 2. Aria (Soprano II) Et exultavit 3. Aria (Soprano I) Quia respexit 4. Coro Omnes generationes 5. Aria (Basso) Quia fecit 6. Aria (Alto) Et misericordia 7. Coro Fecit potentiam 8. Aria (Tenore) Deposuit 9. Aria (alto) Esurientes 10. Soli Suscepit Israel 11. Coro Sicut locutus est 12. Coro Gloria Patri

SCHoLA S.RoCCo CORO E gRUppO VOCALESOpRANIAdela Barreto, Alessandra Bertazzo*, Claudia Graziadei*, Cristina Damian*, Elisa Piazza, Emanuela Bussolaro, Federica Dotto, Flavia Morisi*, Giovanna Damian*, Giuliana Re, Greta Lodi, Katarina Vukadinovic, Laura Caroniti, Maria Grazia Caristi, Marta Fraccaroli, Nicoletta Possente*, Paola Testaquadra, Stefania Cazzavillan

CONTRALTIAlessandra Milan, Chiara Casarotto, Chiara Pengo, Donata Zambon*, Elisabetta Cuman*, Elisabetta Rosset, Ilaria Balbo*, Lucie Anna Ruth Oberhollenzer*, Luisa Mogentale, Manuela Dall’Igna, Marina Cecchinato, Nicoletta Tretto*, Raffaela Bellato*, Rita Carmignan, Valentina Ferrarin

TENORIBruno Tagliaferro*, Carlo Timillero, Davide Pellizzaro, Diego Pomarè Montin, Enrico Arten*, Fabio Lotto, Fabrizio Longo*, Federico Castellan*, Giuseppe Chiarello*, Mirto Testolin, Riccardo Ceron*

bASSIEnrico Giacomin*, Federico Timillero*, Fulvio Fonzi*, Luigi Marasca*, Marco Baradello*, Massimo Bardin, Matteo Rossi, Mauro Ongaro*, Nicola Campitelli, Renato De Momi, Riccardo Cocco*

*gruppo vocale nella Cantanta di Bach

oRCHEStRA I Violino di spalla: Enrico Parizzi (solo)Viola da gamba: Cristiano Contadin (solo e continuo)Trombe: Michele Santi (solo), Matteo Frigè, Martina DainelliOboi e Oboi d’amore: Arrigo Pietrobon (solo), Nicolò Dotti (solo)Traversieri: Alberto Crivelletto, Massimo CrivelettoViolini primi: Lorenzo Gugole, Pietro Battiston, Cecilia Zanotto, Violini secondi: Matteo Zanatto (concertino), Isobel Cordone, Stefano Favretto, Alessandra ScatolaViole da brazo: Emanuele Marcante (concertino), Elena GelmiViola da gamba: Marco Casonato (solo)Violoncello: Simone Tieppo, Davide GerolimettoFagotto: Andrea BressanViolone: Matteo ZabadnehOrgano: Alberto MaronTiorba: Paola VentrellaTimpani: Didier Bellon

Soli in LottiGiovanna Damian (Aria), Lucie Anna Ruth Oberhollenzer (Aria, Palchetto, terzetto), Davide Pellizzaro (Palchetto), Fulvio Fonzi (Palchetto), Flavia Morisi (terzetto), Marco Baradello (terzetto)Claudia Graziadei, Cristina Damian, Elisabetta Cuman, Fabrizio Longo, Federico Castellan, Federico Timillero, Marta Fraccaroli, Luigi Marasca, Raffaela Bellato

Soli in bach Giovanna Damian, Soprano IFederico Fiorio, Soprano IIAndrea Gavagnin, AltoDavide Pellizzaro, TenoreFulvio Fonzi, Basso

gIOVANNA DAMIAN, vocalistafRANCESCO ERLE, direttore

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NotE AL PRoGRAMMA

Il programma della serata vuole essere motivo di celebrazione festosa. La motivazione delle scelte che lo sottendono, è profondamente legata a una convinzione, che è da conoscere al momento di affrontare il nostro concerto. Ritengo infatti che i grandi compositori insegnino che la passione esige dispendio di energie, tempo e volontà. Mentre la società attuale vede il coro di dilettanti di musica (cioè persone che traggono diletto dall’arte che, secondo Goethe ma anche la medicina, può lenire i dolori della vita) con una certa benevolente compiacenza. Ma la società corale ha sempre accompagnato, e talora addirittura guidato il movimento musicale. Nel caso di Bach, la gioiosa e fondamentale riscoperta del massimo tra i compositori passa attraverso la Singakademie Berlin e i suoi tre anni di studio di Mottetti e Passione, in un percorso organizzato per poter affrontare con comprensione e preparazione quei capolavori. Similmente, la stessa evoluzione compositiva di Johannes Brahms passa attraverso il lavoro con i suoi cori, sperimentando, sia nello studio del passato che nelle nuove composizioni, soluzioni di scrittura che poi sfoceranno nelle sinfonie. Solo due esempi per un fenomeno molto complesso, ma glorioso di rapporti e influenze insondabili, che nel particolare caso della Schola S.Rocco ha reso possibile il partecipare sempre più conscio alle letture di Bach, Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert, Schumann di Sir András Schiff e Cappella Barca. Perché la forza dello studio della musica fatto assieme è un potentissimo mezzo che, se gestito, può portare a risultati di potenza comunicativa, e talvolta esecutiva, quasi incredibile. Quindi poco accorta è la società che dimentica questo segreto.Figlia dunque di questa tradizione, la Schola S.Rocco ha con un processo ricco di dibattito, fatto di questo pensiero un impegno comune. E rispecchiato in parte è anche chi legge, perché, e lo dico personalmente con orgoglio, la Schola è al centro del movimento sociale di amore per la musica a Vicenza, come del resto ovunque ci sia un coro dedito allo studio.

Era naturale quindi che decidessimo di celebrare tanti anni di passione scegliendo proprio un argomento di avanguardia della ricerca, la riscoperta della musica veneziana che con Franco Rossi e altri studiosi sto da anni promuovendo: incredibili bellezze in prime edizioni e esecuzioni moderne di musica sacra, e opere teatrali, di Legrenzi, Rovetta, Albinoni, Galuppi, Lotti, eseguite per La Fenice, Teatro Del Monaco di Treviso, Fondazione Levi, Orchestra del Teatro Olimpico, Vicenza in Lirica, Consorzio dei Conservatori del Veneto, Conservatorio di Venezia. Il Kyrie scritto per la notte di Natale del 1706, sicuramente per la basilica di San Marco per le caratteristiche indicazioni per i tre cori, è una piccola perla. Dopo un’introduzione retorica con tipiche e esclusive armonie veneziane, un elegantissimo Christe di scrittura vivace, presenta una fuga che ci lascia a bocca aperta: il soggetto immediatamente ricorderà l’Offerta Musicale di Bach (1747!),

SCHoLA SAN RoCCoFondata nel 1993, ha un’intensa attività concertistica in Italia e all’Estero, capace di un repertorio ampio ed impegnativo. Ha collaborato per “Omaggio a Palladio” con Sir András Schiff e Cappella Barca dal 2001 per esecuzioni di Bach, Haydn, Mozart, Beethoven, Schubert, Schumann, e con compositori (Morricone, Hersant, Bonato, Valtinoni...), direttori d’orchestra (Spierer, Muus, Andretta, Rigon...), solisti (Brunello, Pirgu, Nakajima, Bertagnolli...), registi (De Bosio, Mentha, De Fusco, Michieletto, Gandini, Cuppone, Patarino...) ed importanti orchestre (Orchestra da Camera di Padova e del Veneto, Orchestra del Teatro Olimpico, Streicher Akademie Bozen, Accademia di San Rocco, Filarmonia Veneta, Orchestra Monteverdi, Il Tempio Armonico, Archicembalo Ensemble). Ha ottenuto importanti riconoscimenti da parte della critica specializzata, in particolare per le incisioni dei Chori per Edipo Tiranno di Gabrieli, Metabolè, Missa Jazz di Impulliti, Messiah di Händel, Choral Fireworks, W.Dalla Vecchia: Opere Sacre, Wanderung di Hersant. Fra gli ultimi successi da segnalare la partecipazione Festival di Steyr (Austria), Biennale Musica di Venezia, Festival “Lo spirito della musica” del Teatro La Fenice, Bologna Festival, New Year Music Festival a Gstaad (Svizzera), Vespro di Monteverdi (in Teatro Olimpico per Vicenza in Lirica e Basilica dei Frari, premiato dalla critica), Concerto delle celebrazioni del Cinquecentenario di Gioseffo Zarlino, Canti di Prigionia di Dalla Piccola per Amici della Musica di Padova.

FRANCESCo ERLEDopo gli studi con Ezio Mabilia e Gino Gorini in pianoforte, si diploma in composizione cum laude studiando con Wolfango Dalla Vecchia e con Bruno Coltro. Intreccia attività di compositore e direttore curando prime esecuzioni (Rovetta, Legrenzi, Albinoni, Galuppi, e Malipiero, Dalla Vecchia, Morricone...), ricostruzioni e edizioni (Vivaldi, Pergolesi, Bossi, G. Pacini...) incisioni, commissioni e esecuzioni, composizione e incisione di musica per mostre, musiche di scena. Ha scritto per il teatro musicale in Il Gioco del Palazzo, Pigafetta:infinesorbisterraeexivitsonuseorum, Odisseo, Elettra. Insegna al Conservatorio di Venezia dedicandosi molto a formazione e produzione per giovani cantanti, come per la Messa di Quattro Cori di G. Legrenzi e Passio Venetiae per Fondazione Levi. Ha diretto Orfeo di Gluck, Vespro e Orfeo di Monteverdi in Teatro Olimpico per “Vicenza in Lirica”, ottenendo grande successo di pubblico e riconoscimenti e nella stessa cornice edito con Franco Rossi e diretto l’inedita opera Polidoro di Antonio Lotti in prima esecuzione moderna a settembre, seguita con grande attenzione in tutta la stampa specializzata europea e salutata da lusinghiere recensioni. È stato direttore dei Laboratori di Musica Barocca del Consorzio dei Conservatori del Veneto in Basilica di San Marco, e per Esequie di C. Monteverdi. Ha appena diretto con successo di critica e pubblico per La Fenice Zenobia Regina de’ Palmireni di Tomaso Albinoni (e la riprende per il Teatro di Treviso nella presente stagione) e dirigerà nella stessa cornice la prima esecuzione moderna dell’altra opera di Albinoni Statira nel 2019.

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di stile arcaico e severo (come fatto da molta musicologia). Se invece, come ho deciso di fare, viene reinserita nel clima contrappuntistico e armonico di festa serena e gioiosa delle Cantate bachiane per il Natale (ivi compreso ovviamente l’Oratorio di Natale), in orchestrazione con archi e continuo senza i raddoppi di cornetti e tromboni ascritti da Kuhnau (probabilmente per una esecuzione oltretutto posteriore), assume una unità e festosità che ammaliano. La presenza al contrario dell’oboe d’amore solo come strumento obbligato nella meravigliosa aria del contralto, lascia aperta la possibilità di raddoppi ai legni nei corali, come del resto molto più tipicamente fatto da Bach nelle grandi composizioni sacre.A coronazione del nostro percorso tra Lotti e Bach non potevo che forzatamente e festosamente comprendere il Magnificat: scritto sicuramente tenendo d’occhio la scrittura a cinque di Legrenzi e Albinoni (che Bach utilizza solo per occasioni specialissime, come per il Motetto Jesu Meine Freude), il pezzo vive di una sapienza di disposizione di tutti gli elementi mirabile e dalla profondità vertiginosa, e ci riempie tutti di commozione. Nondimeno, la bellezza freschissima delle invenzioni ci fa vivere di questo altissimo capolavoro con una leggerezza che non può che trascinarci ogni volta, sempre e sempre.Voglio doverosamente sottolineare infine che nel concerto saremo accompagnati da amici musicisti che condividono i nostri ideali, e tra loro virtuosi che calcano le scene europee ogni mese, assieme a giovani di talento e bravura, anche cresciuti nella nostra città. Il tutto in un organico barocco volutamente scelto secondo la tradizione del centro mondiale della musica al tempo di Bach, Venezia. Francesco Erle

Si ringrazia Roberto Cuppone per l’amichevole partecipazione.

perché di quella categoria di soggetti fa parte, e dimostra, con sorpresa deliziosa all’ascoltatore competente, il livello altissimo del nostro compositore. La grande partitura che va sotto il nome di Messa a tre cori di Antonio Lotti è un affresco potentissimo di idee, retorica, sorprese creative, contrappunto brillante, espressioni melodiche di fulminante bellezza, uso raffinatissimo dell’armonia. La didascalia apposta nel manoscritto al primo coro di solisti, “palchetto”, colloca con certezza la destinazione della partitura in Basilica di San Marco, mentre il numero di cori e l’orchestrazione la connotano come Messa per una festa solenne, alla presenza del Doge. Se i due cori principali quindi prendevano posizione nelle due cantorie principali sopra il presbiterio, il terzo andava a eseguire nel rialzo ligneo sopra le cantorie sansoviniane attestato dalle incisioni fino al Settecento ma anche (e abbastanza ridicolmente in modo diverso da quanto ancora attestato da parte della musicologia) in foto del primo Novecento. La spazialità, l’effetto di concertazione delle armonie tra gruppi diversificati e contrapposti, la forza incredibile della sapienza armonica di Lotti descrivono un mondo di idee e suono che tutto il mondo invidiava a Venezia.Non voglio stancarmi di sottolineare agli amanti della bella musica quanto molta musica veneziana sia stata lasciata giacere negli archivi senza vederne la qualità straordinaria, la forza innovatrice e l’incredibile influenza che ha avuto sui grandi della musica dei seguenti anni, Bach e Haendel in primis. I due hanno studiato e posseduto copie di grandi lavori di Lotti e in molteplici passaggi l’uno di musica sacra, l’altro anche in opere teatrali, dimostrano chiaramente di adottare atteggiamenti e soluzioni del grande veneziano.Tra i grandi interessi di Bach infatti certamente è il rapporto tra da una parte le forme musicali in contrappunto stretto e fugato, come per l’esordio della meravigliosa Cantata BWV 64 per la terza festa di Natale e dall’altra le forme di recitativo e aria con strumenti obbligati: in questo la disposizione dei movimenti musicali, la varietà delle metriche e della retorica adoperata, la poesia dell’espressione musicale hanno per il grande compositore di Eisenach sempre mantenuto fondamento nello studio della grande tradizione italiana, e in primis veneziana, arrivando alle citazioni, trascrizioni, riutilizzi di musiche di Legrenzi, Albinoni, Marcello, Lotti e, naturalmente, anche Vivaldi. Va qui però sottolineato che la ricerca, continuando ad approfondire le fonti bachiane, mi mette in grado come concertatore di analizzare con cognizione di causa le due fonti manoscritte pervenutaci della cantata, una dell’allievo Johan Andreas Kuhnau e altri due copisti riconosciuti ma minori, e una dal Singverein Berlin, con correzioni del maestro di Mendelssohn Karl Zelter. La prima era stata raccolta in una coperta con una nota apposta in copertina da Kuhnau, che elenca in orchestra anche cornetti e tromboni, che quindi suonerebbero sempre e solo con le voci. Tale strumentazione, apposta a una raccolta di parti staccate (e per di più con quella d’organo un tono sotto, a testimoniare diverse esigenze esecutive) potrebbe indicare solo una tra le possibili orchestrazioni a rinforzo del coro, e nemmeno la più usuale nell’opera bachiana. Inoltre, tale caratteristica strumentazione in Bach potrebbe portarci a considerare la Cantata come musica

UN CONSIGLIO DI LETTURA

John Eliot Gardiner: La musica nel castello del cielo (Einaudi)Bach: un uomo “normale” che è stato capace di comporre musiche sublimi. Sir John Eliot Gardnier, il grande direttore d’orchestra, ne traccia un ritratto inedito e profondo.

In vendita presso:

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