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Schio Dal Comune casa rifugio per donne Approvato la partecipazione al bando regionale per interventi di sostegno ai centri accoglienza
SCHIO - Lunedì la città ha celebrato dal mattino alla sera la «Giornata internazionale contro la violenza sulla donna» e sul tema il Comune ha approvato la sua partecipazione al bando regionale per «Interventi di sostegno ai centri di accoglienza/case rifugio». Gli eventuali contributi andrebbero a sostenere la casa rifugio del Comune che è in fase di avviamento. Ultimata da qualche mese, la struttura sarà messa a disposizione per accogliere donne, assieme a eventuali figli minori, che si rivolgono alla Rete Antiviolenza. In questa fase la gestione della struttura è curata delle operatrici del Centro Antiviolenza - Sportello Donna di Schio e le attività che vengono svolte riguardano la prima accoglienza in struttura, la predisposizione di un progetto individualizzato con la donna e i servizi territoriali implicati nella situazione, colloqui di sostegno psicologico,
orientamento e affiancamento a servizi pubblici o privati. L'avvio del progetto è stato favorito anche dall'attività della Rete Antiviolenza Altovicentino (promossa nel 2004 dallo Sportello Donna di Schio, coinvolge attualmente servizi dell'Ulss n. 4, le forze dell'ordine, gli Sportelli Donna di Malo e Thiene e alcune associazioni del privato sociale) che evidenziava la necessità di una struttura di questo tipo. Solamente al Centro Antiviolenza - Sportello Donna cittadino nel 2012 sono state seguite 80 donne con situazioni di violenza e nel 2013 (da gennaio a luglio) sono state seguite 57 donne. Nel 2013 e stato adottato formalmente dall'Ulss n. 4 Alto Vicentino il protocollo operativo che regola le attività dei servizi appartenenti alla Rete.
Vittorino Bernardi © riproduzione riservata
ISTITUZIONALE A.ULSS N. 4
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PREVENZIONE. Progetto dell'Ulss 4 e del "Centro vicentino solidarietà"
Spazio ascolto a scuola contro la droga e l'alcol Sono coinvolti 13 istituti con un bacino di mille studenti e 200 insegnanti Aiuto singolo o per gruppi
Silvia Dal Maso
L'Ulss 4 Alto Vicentino e il "Centro Vicentino di Solidarietà" uniti per contrastare l'abuso di sostanze pericolose, come droga e alcol. È questo il progetto di prevenzione "Scuola aperta", uno spazio di ascolto rivolto a 13 istituti del territorio (tra cui anche Carré, Zane, Fara, Zugliano, Sarcedo e Montecchio Precalcino) che coinvolge circa mille studenti e 200 docenti. Il progetto, curato da dieci anni dal dipartimento delle dipendenze dell'Ulss 4, è rivolta ad insegnanti, genitori e studenti delle scuole secondarie di primo grado, e si caratterizza per l'intervento selettivo su singoli alunni o gruppi individuati come a rischio nello sviluppo di comportamenti di
Vengono trattati i fattori di rischio Prevenzione su uso di sostanze per ragazzi dagli 11 ai 14 anni
Una ragazza mentre si confeziona uno spinello, ARCHIVIO
abuso di sostanze. Un'indagine svolta con l'Università di Padova ha evidenziato come problemi di comportamento e disciplina in classe, difficoltà di apprendimento, mancanza di motivazione, disturbi psicologici, relazioni difficili con i compagni e con gli insegnanti possano essere fattori di rischio per l'abuso di sostanze, dagli 11 ai 14 anni. Il progetto, che si avvale di un' equipe composta da sei operatori tra cui educatori e psicologi coordinati dall'Ulss 4 e provenienti dal privato sociale (con capofila il Ceis di Vicenza per un totale di oltre 2 mila ore) prevede la creazione in ciascuno dei 13 istituti scolastici di un "Punto Scuola Aperta", spazio riservato all'ascolto e alla consulenza per gli insegnan
ti e i genitori da parte di un operatore, presente per due ore a settimana. «L'iniziativa -dichiara Lorenzo Rossetto, direttore del dipartimento per le dipendenze dell'Ulss 4 - intende raccogliere le numerose sollecitazioni provenienti dalla scuola, rivolgendosi ai gruppi di studenti con bassa autostima, scarse abilità sociali, difficoltà di comunicazione. Il progetto è aperto principalmente ad insegnanti e genitori con un servizio di consulenza settimanale svolto da un operatore del dipartimento dipendenze, il cui obiettivo sarà quello di orientare e ridefinire i piani educativi rivolti ai ragazzi o ai gruppi classe individuati come a rischio tramite uno studio iniziale».*
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CALDOGNO. Il commissario della Provincia Schneck afferma che « siamo stati i primi a censire i siti dei vecchi rifiuti»
«La falda è isolata dai rifiuti» Il progetto della Conferenza dei servizi prevede una copertura e una barriera impermeabile Ma anche super monitoraggi
Cristina Giacomuzzo
«Lafalda, il suolo e l'aria risulteranno isolati dai vecchi rifiuti. Sul futuro bacino di Caldo-gno sarà costruita una barriera impermeabile. Sono poi previsti monitoraggi severi per i prossimi dieci anni e pure ad ogni inondazione». Il progetto è molto più articolato e dettagliato, ma in soldoni è questo il risultato dell'analisi ambientale che ha coinvolto Provincia, Regione, Ulss e Arpav oltre che il Comune. «Insomma, i vecchi rifiuti sotto il bacino? Questione nota agli uffici e pure al pubblico. E soprattutto sotto controllo», taglia corto Attilio Schneck, commissario della Provincia che punta a mettere la parola fine alle polemiche di questi giorni. Ma anche a rilanciare l'importanza delle segnalazioni - dei proprietari o di enti - che possono portare all'individuazione di altri vecchi depositi di immondizia di cui il Vicentino, come il resto d'Italia, è pieno. Fino al 1982 i rifiuti urbani finivano un po' dove capitava ( sotto terra, bruciati, nelle cave). «Ma era tutto in regola - dice - Perché non c'erano norme a cui rifarsi. Ma che fine hanno fatto quei vecchi rifiuti? La Provincia nel 2010 ha censito, prima in Italia, i siti e ha definito le linee guida per fronteggiare possibili inquinamenti».
LA MAPPA. Gli esperti del settore Ambiente, Servizio suolo e rifiuti, guidati dal responsabile Alberto Piccoli, hanno map-pato quanto fino ad allora conosciuto: 43 siti che sono stati
analizzati e classificati. I casi più delicati, 13, sono stati oggetto di convenzione coi Comuni per essere monitorati costantemente. Tra questi anche l'area in via Corvo a Caldogno. Prosegue Schneck: «Ma non abbiamo notizia di tutti i siti. Arrivano due segnalazioni al mese di media ai nostri uffici. Tra queste, nel 2011, quella della Regione sulla presenza di rifiuti nella zona del bacino anti alluvione. Sono scattate le analisi secondo le linee guida».
Dalle indagini è emerso che i rifiuti depositati sotto il futuro bacino di Caldogno sono plastica, legno metallo e vetro. Insomma immondizia di casa. «Dalle analisi sulle acque di falda - continua Schneck - non ci sono superamenti dei limiti previsti dalla legge. In Conferenza dei servizi è stato proposto di realizzare una copertura superficiale e, per la parte potenzialmente lambita dall'acqua invasata in bacino, una barriera impermeabile per isolare dai rifiuti acqua, suolo e aria».
LE VIE Una delle ipotesi sul tavolo era quella della rimozione dei rifiuti. Costo? Tre milioni di euro. Per l'isolamento e monitoraggio? 450 mila euro, sempre a carico della Regione. «La scelta è caduta sulla impermeabilizzazione non solo per il risparmio di soldi - dice Schneck -, ma per evitare l'impatto ambientale della movimentazione di rifiuti in termini di mezzi, traffico e relative emissioni». A febbraio 2012 la conferenza dei servizi (Regione, Comune, Ulss 4 e Arpav)
ha approvato il progetto di isolamento dei rifiuti proposto dalla Provincia, ma anche una serie di monitoraggi sulla falda che andranno effettuati prima e durante i lavori e per 10 anni dopo l'attivazione, oltre che ad ogni uso dell'invaso. •
La procedura
Le linee guida per gestire i vecchi siti Scavi nel vecchio campo della nonna e rifiuti invece di terra? Se c'è la possibilità di trovarsi di fronte a un sito utilizzato prima del 1982 come deposito di rifiuti (non si può parlare di abbandono visto che fino a quella data non esistevano norme sullo smaltimento) la Provincia ha definito ogni mossa. Autorizzati a denunciare tali presunti siti sono i privati proprietari dell'area, un operatore o un ente. La segnalazione va fatta al Comune o alla Provincia o all'Arpav o all'Ulss. A quel punto il Comune deve effettuare il primo sopralluogo per avviare il procedimento per la verifica ambientale e il proprietario deve presentare una relazione tecnica secondo un modello già prestabilito. Si discutono i risultati delle indagini in sede di Conferenza dei servizi (Comune, Provincia, Arpav Ulss). Due le possibilità: nel sito si superano'! livelli di concentrazioni di inquinanti
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previsti dalle legge, e a quel punto si fa riferimento al quadro normativo sulle
bonifiche. Oppure sono nei limiti e allora si valutano i sistemi da mettere in atto e le
eventuali azioni per garantire più sicurezza. Il sito poi va inserito nel Piano regolatore
del Comune con eventuali vincoli derivanti. •
L'area dove sorgerà il bacino di Caldogno che sarà isolato dai vecchi rifiuti depositati, ARCHIVIO
Attilio Schneck, Provincia
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Montecchio P.
MONTECCfflO PRECALCINO - Cinque anni di «Chiavi di casa». II progetto avviato da Usi 4 e cooperative sociali per l'inserimento in appartamenti autonomi di disabili festeggia con cinque candeline e una nuova casa: «A Malo ha aperto il quarto complesso di appartamenti dove i disabili possono vivere
Inaugurati inuovi alloggi per disabili
come una famiglia» spiega il presidente del Consorzio Prisma, Franco Balzi. II progetto - sostenuto con 6,1 milioni di euro stanziati da Fondazione Cariverona, dalle stesse coop e da privati - è «un esempio concreto di come nell'Alto Vicentino riusciamo a migliorare l'offerta dei servizi ai disabili e alle loro famiglie -
commenta Balzi - pur in tempi di continui tagli come questi». In sintesi, a disabili fisici e psichici di vari livelli di gravità viene offerta la possibilità di gestire quotidianamente la propria vita, in parziale autonomia e condividendo l'abitazione. «Nell'Alto vicentino abbiamo più di 4mila persone con disabilità, fra gli 0 e i 65
anni - osserva Alberto Leoni, direttore dei servizi sociali dell'Usi 4 - con questo programma abbiamo potuto riprogrammare l'offerta per le persone con profili più elevati, per le quali prima non esisteva una risposta specifica». II progetto, partito nel 2009, oggi conta 48 alloggi.
A.AI.
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DONAZIONI
Bimbi e malformazioni Da35anniAbam sostiene il S. Bortolo
VICENZA - Da 35 anni Abam, l'Associazione bambini affetti da malformazioni congenite, nata nel 1979 per volontà di un gruppo di medici vicentini assieme al prof. Belloli, al dott. Musi ed al prof. Frigiola (fondatori della Chirurgia pediatrica vicentina), contribuisce a sostenere il San Bortolo nell'acquisto di attrezzature e macchinari per alcuni reparti pediatrici, sostenendo famiglie con bambini ricoverati e promuovendo attività di solidarietà. L'altro ieri al San Bortolo il presidente dell'Abam, Giovanni Muffarotto con il direttore generale dell'Ulss 6 Ermanno Angonese, ha celebrato questo importante anniversario con i direttori delle unità operative di Pediatria (Massimo Belletta-to), Chirurgia Pediatrica (Fabio Chiaren-za) e Chirurgia Maxillo Facciale (Ugo
^ B a c i l i e r o ) . r -i o n i A • L- «Per il corren-Per il 2014 aiUtl te anno Abam
-.-. . Onlus - spiega
per apparecchiature a presidente •~,r • • . , -ii Muffarotto - so-
per Chirurgia Maxillo stieneiiPr0get-_ . . . . . j to "Scuola in FaCCiale e NldO Ospedale" in
collaborazione con l'Istituto Al
merico da Schio. Con impegno settimanale, infatti, un gruppo di studenti del Da Schio svolge attività di supporto all'interno
Coinvolti gli studenti del Da Schio in letture
animate e giochi per i piccoli pazienti
della scuola dell'Ospedale quali la lettura animata, storie con burattini, racconto di barzellette e costruzione di giochi. L'impegno di Abam per il prossimo anno a favore dell'Ulss 6 è rivolto alla dotazione di apparecchiature per la Chirurgia Maxillo
Facciale e per il Nido». Dal 1979 al 1992 l 'ammontare delle donazioni è di 650 milioni di lire; dal 1992 al 1999 l'ammontare delle donazioni è di 1 miliardo e
200 milioni di lire e dal 2000 al 2004 è di 750.000 euro (1 miliardo e 500 milioni di lire). Da segnalare nel 2000 l'acquisto di un respiratore pediatrico automatico, specifico per il trattamento delle insufficienze respiratorie. Dal 2005 al 2009 sono stati donati strumentazioni e materiali per i reparti, arredi per rendere gli spazi ospedalieri più accoglienti per bambini e genitori, per un valore complessivo di 262.100 euro. Nel 2011 ABam ha supportato prevalentemente la Neonatologia con l'apparecchiatura «Shuttle», che si integra con le culle neonatali, necessaria per il mantenimento delle funzioni vitali del bambino.
Matteo Crestani © riproduzione riservata
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«I presidi sapevano tutto» EST"* II piano di' razjoihitizviziQiitdovrj atne infinito aitrùl'anm lemme il S. Baldo
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In arrivo 250 eventi in città
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MAROSTICA Serata con Rommel Jadaan
"Gli scandali del 118", libro del medico del Suem MAROSTICA - Con il patrocinio dell'assessorato alla cultura si presenta questa sera, alle 20.30, alla ex chiesetta San Marco, il libro "Gli scandali del 118", edito da Caosfera, scritto dal dottor Rommel Jadaan, medico del Suem 118 I I U I U H*-1 •*= o u c m i L i a i i v c u i i i n u i i i i a ^ i u i i c e
formazione preventiva di medicina d'emergenza e per gli incontri pubblici molto seguiti, nelle scuole e non solo, per promuovere una cultura della sicurezza nell'approccio alla guida e
nell'affrontare le insidie della strada. «Questo è un libro per chi ama la medicina
d'emergenza - si legge nella presentazione - , per chi crede nello spirito di squadra, per chi U H I
posto", dove tutto può succedere. Dove morte e vita si toccano, e i soccorritori hanno la possibilità, nella volontà e nel nome di Dio, di salvare vite o limitare i danni».
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I residenti al Comune: «Rimboisaci k ' -
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DENTRO la città
"OTTAVO GIORNO" Progetto sperimentale allestito
da Comune, Asl e Addante, col supporto di Cariverona
LA 'RETE"
Attualmente 10 minori sono seguiti da educatori
e da 100 studenti volontari
Ragazzi disabili • •
assistiti a aomic d ilio Raffaella Forin
BASSANO
Bassano amplia il ventaglio dell'offerta di servizi per i minori con disabilità. È infatti decollato in via sperimentale il progetto "Ottavo giorno", una risposta innovativa sul fronte della gestione dell'handicap. Si tratta di un intervento domiciliare, che prevede la presa in carico di ragazzini gravemente disabili, seguiti nelle rispettive residenze da uno staff composto da operatori specializzati coadiuvati da volontari, perlopiù studenti delle scuole superiori cittadine. L'intuizione spetta all'assessore ai Servizi alla persona Lorenza Breda, ma l'intervento messo a punto è la sintesi della collaborazione fra Comune, cooperativa Adelante, Ulss 3 e la Cariverona che ne ha finanziato l'avvio assegnandogli un contributo da lOOmila euro. Ieri mattina, il finanziamento si è arricchito di ulteriori 1.250 euro. Sono quelli ricavati dal concerto tenutosi il 4
ottobre scorso nella chiesa di San Francesco su iniziativa dell'Istituto per gli studi su Canova e il Neoclassicismo. Protagonisti, il coro Città di Piazzola sul Brenta, accompagnato dalla gemelle Marisa e Margherita Dalla Vecchia, al pianoforte e all'armonium, che hanno eseguito la "Petit messe solen-nelle" di Rossini. «Questa somma ci permetterà di coprire un nuovo intervento», ha precisato l'assessore Breda, ringraziando la presidentessa dell'Istituto
promotore dell'appuntamento, Maria Pia Morelli. «Abbiamo voluto aprire gli occhi e il cuore nei confronti della disabilità locale», ha risposto la referente dell'ente culturale. Attualmente sono dieci i minori che usufruiscono del nuovo servizio a domicilio. Selezionati dall'Azienda sanitaria, i ragazzini possono contare su un educatore che li raggiunge nelle loro abitazioni sostenendo le famiglie nell'attività di riabilitazione,
ad esempio, o di sviluppo dell'autonomia e delle singole abilità, nella gestione dell'handicap. «Formati appositamente tramite la cooperativa Adelante, gli educatori entrano in punta di piedi nelle case e affiancano i congiunti dei minori nel percorso personalizzato per ogni utente - ha rilevato
l'assessore - Non solo. Complice la disponibilità di numerosi volontari di quartiere e soprattutto di studenti delle superiori, verrà creata una rete solidale attorno a questi giovanissimi. Ci sarà chi li accompagnerà fuori casa, magari all'oratorio o al centro sociale del rione, permettendo loro di incontrare i coetanei e costruire una vita di relazio
ne all'interno del contesto sociale in cui vivono».
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Sono oltre 100 gli studenti che hanno risposto all'appello. «Dall'istituto 'Remondini' abbiamo avuto ben 60 adesioni - ha fatto sapere Lorenza Breda con una nota di merito - Gli allievi hanno seguito
un corso di formazione per dotarsi degli strumenti utili a scendere in campo. L'attività è appena partita. Il progetto è a titolo sperimentale e durerà 18 mesi. Poi si vedrà. Ma credo rappresenti una
risorsa preziosa per la comunità, una risposta qualificata, riconosciuta dalle stesse famiglie che in questa occasione sono riuscite ad aprire la porta della loro casa emt-tendo a nudo le loro fragilità».
IL CONTRIBUTO
Iene Ma consegnata la somma raccolta
ìaltlstìtutocanovìano nel concerto di S. Francesco
Sopra, l'assessore ai Servizi alla persona, Lorenza Breda, che ha messo
punto l'iniziativa, collaborazione tra Comune, Ulss 3, cooperativa Adelante, con l'importante apporto di volontari e
studenti. Sotto, attività al Ceod di Bassano.
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DATI UFFICIALI. Zaia: «Dovrebbe arrossire chi spende tre volte tanto»
Farmaci, è il Veneto la Regione coi costi minori VENEZIA
Il Veneto è la Regione italiana che spende meno in assoluto per l'acquisto di farmaci ospedalieri rispetto alla popolazione assistita. Il riconoscimento viene dalla "Analisi territoriale comparativa nell'acquisto dei farmaci ospedalieri", elaborata dall'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Il Veneto (vedi grafico) precede l'Abruzzo ed il Piemonte e spende quasi tre volte di meno di Umbria, Lazio, Puglia e Campania. Nelle conclusioni del rappor
to, si legge che «le migliori performance sono state riscontrate per Veneto, Piemonte e Abruzzo», mentre le peggiori «si riscontrano in Puglia, Lazio e Umbria». Sub iudice la Campania per scarsità di dati comunicati. In particolare, nello studio sono stati selezionati i farmaci non coperti da brevetto (i "generici") acquistati da almeno 11 delle 39 stazioni appaltanti selezionate.
«Questi sono dati ufficiali governativi appena resi noti -commenta soddisfatto il presidente veneto Luca Zaia - di cui andiamo orgogliosi: dimostrano che qui si sta facendo dell'o
culatezza l'arma totale per combattere gli sprechi in sanità: i numeri elencati dal rapporto dovrebbero far arrossire chi spendere circa tre volte tanto. Ecco l'ennesimo esempio di costo standard che il Veneto pone all'attenzione del commissario alla spending re-view Cottarelli e delle istituzioni nazionali. In questi anni (dal 2011) in cui tanti hanno molto parlato e poco o nulla fatto il Veneto ha lavorato giorno per giorno, studiando dove potevano esserci degli sprechi e tagliandoli senza remore». •
Figura 2. Indicatore 2 prezzo - Graduatoria per REGIONE f* maggior cautela)
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La tabella dell'Autorità nazionale sulla spesa in farmaci delle Regioni
I © Y^ETO Piano casa, spunta la manovra-Conte Si apre a modifiche
A fiàmutitìiìiVei *_•!<• ttge^ggj jjjj cosi! minori | jaHcgone coi casti 1111
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L1NC0NTR0. Sabato convegno al San Bortolo sull'attività riabilitativa
Parkinson, le novità nelle diagnosi Le novità per le diagnosi e le terapie sono l'obiettivo della "Quinta giornata nazionale della malattia di Parkinson" organizzata per sabato dalle 9, nella sala polifunzionale del chiostro dell'ospedale in contrà S. Bortolo 18, dall'Associazione vicentina malattia di Parkinson, con il supporto della Fondazione Zoe. Con i medici Luigi Bartolomei, Giampietro Nordera, Anna Borghera, Le mani di un anziano
Michele Dileone e Nicola Bonetto, e il ricercatore Luca Pai-merini, si parlerà dei benefici dell'attività sportiva, della terapia riabilitativa e medica, e dei disturbi della deambulazione. Nella seconda parte con i medici Ignazio D'Errico, Marta Zaroccolo, Laura Di Dionisio e Valentina De Riva si parlerà invece di risonanza magnetica, scintigrafia, ecografia e proteine liquorali. •
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SANITÀ. La lettera-appello di un ospite della Fondazione Baschirotto
Polo malattie rare a rischio chiusura «Ci abbandonano» Attilio, 38 anni, ha la sindrome di "Prader Willi" Ha scritto al governatore Zaia: «Eliminare i cicli di riabilitazione è come darci il peggiore veleno» Maria Elena Bonacini
«Carissimo presidente Zaia, sono Attilio, 38 anni, con la sindrome di Prader Willi. Per restare in vita e sentirmi una persona sana moralmente e psicologicamente attiva, frequento il Centro diagnostico riabilitativo della Fondazione Baschi-rotto. Toglierci i cicli riabilitativi sarebbe come dare il peggiore veleno ai malati della mia sindrome e al sottoscritto. Aspetto una sua telefonata. Papa Francesco chiama chi gli scrive. Spero che anche lei lo faccia». È una lettera accorata quella di Attilio Ciminà, paziente del centro riabilitativo della Fondazione Baschirotto, che come tante altre persone affette da malattie rare, rischia dal 1° gennaio di restare senza un punto di riferimento. E così, come già fatto agen-naio 2013 da alcune malate di fibromatosi desmoide aggressiva, una forma tumorale che si manifesta in gambe, spalle, braccia e torace, causando anche amputazioni, ha scritto al governatore del Veneto Luca Zaia, chiedendo il suo intervento per non far cessare un'attività importantissima per lui e gli altri pazienti, affetti da una malattia genetica che causa problemi intelletti
vi, respiratori, desiderio di mangiare 24 ore su 24 e disabilità.
«So che volete chiudere il centro - scrive Attilio - perché la convenzione finisce il 31 dicembre. Proprio per questo desidererei che lei facesse un colpo di telefono qui, rompendo il muro di silenzio. Vorrei che ci desse a possibilità di venire a curarci ancora in questo istituto fondato dai nostri "genitori putativi" Anna e Giuseppe Baschirotto, che con passione hanno organizzato da più di 10 anni dei cicli riabilitativi dedicati alla nostra malattia, dove ci seguono medici, terapisti e altri esperti. Non posso credere che lei sia insensibile a questo appello. Non si può sospendere un progetto così importante».
La vicenda della convenzione tra centro e Regione ha radici lontane. «Nel 2002 - spiega Anna Baschirotto - l'istituto è stato accreditato dalla Regione come Centro diagnostico riabilitativo per la diagnosi terapia e cura delle malattie rare, comprendente il laboratorio di genetica medica, convenzionato con il Sistema sanitario nazionale, e il presidio diagnostico riabilitativo convenzionato con la Regione. La sperimentazione avrebbe dovuto concludersi dopo 3-5 anni,
con l'implementazione del modello, invece è stata più volte prorogata». Per 10 anni, quindi, il centro ha funzionato di proroga in proroga, portando avanti il percorso per le autorizzazioni e l'accreditamento istituzionale ed effettuando ingenti investimenti in macchinari e personale. Nel 2012, però, ecco la doccia fredda.
«Nel luglio del 2012 - continua Baschirotto - la Regione ci ha comunicato che, non essendo stato inserito nella rete dei centri per le malattie rare, il nostro centro non era congruo con la programmazione sanitaria e quindi ci veniva sospesa la convenzione. Ma chi avrebbe dovuto inserirci se non la Regione? In seguito a domande di proroga e ricorsi, quindi la convenzione ci è stata prorogata fino al 31 dicembre, con una delibera che sancisce contemporaneamente la chiusura della sperimentazione e la chiusura della convenzione, senza nemmeno aver valutato i risultati ottenuti in tanti anni di attività. Abbiamo avuto anche recentemente degli incontri in Regione e delle promesse, ma al momento sono solo promesse. La situazione è critica, basti pensare che gii esami genetici del nostro laboratorio sono dei progetti di
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ricerca che a volte durano an- che un anno. Come si fa allora a programmare?». •
H Caro Zaia, aspettiamo una sua telefonata proprio come fa Papa Francesco con chi gli scrive
Attilio, l'autore della lettera a Zaia, è il giovane che accarrezza il pony
i |7V Vii in [(elisione l'uomo ft €N f P A ^ ^ Q 0 ^ che "colpiva" U cancro
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IL PERSONAGGIO. Entrò in servizio a Vicenza nel lontano 1975
Va in pensione l'uomo che "colpiva" il cancro Federico Colombo lascia il San Bortolo: rivoluzionò la tecnica di radiochimrgia conla"stereotassi"
Franco Pepe
Solo due righe in arcigno burocratese per comunicargli che dal primo gennaio sarà un pensionato. Una di quelle lettere prestampate dell'Ulss che si chiudono con un impersonale ringraziamento come si potrebbe fare con chiunque. Troppo poco per un come Federico Colombo che ha inventato la stereotassi neurochirurgica, introducendo una tecnica adottata poi in tutto il mondo e ha rivoluzionato con la ra-diochirurgia il modo di attaccare i tumori inoperabili, diventando uno dei protagonisti mondiali di una nuova stagione della medicina.
Oggi Colombo, padovano, figlio d'arte (il padre Giuseppe, astrofisico al Bò, "meccanico del cielo", venne chiamato dagli americani a dirigere alla Nasa il programma per l'esplorazione del sistema solare, e disegnò l'orbita del Mariner 10) ha 67 anni e ne ha alle spalle 42 di ospedale. Dopo la laurea avrebbe voluto fare neurologia, ma il destino decise diversamente. Un giorno, un professore di neurochirurgia di Padova, Luigi Peserico, gli disse:
Il dottor Federico Colombo
«Perché non vai a fare un po' di pratica dal mio amico Antonio Benedetti a Vicenza ?» : Federico aveva 25 anni e si recò di corsa al San Bortolo. Era il primo settembre del 1975. Con Benedettil'empatiafu spontanea, tanto che qualche anno dopo, quando si liberò un posto di assistente, il primario, che a Vicenza aveva fondato la neurochirurgia, lo chiamò, e gli affidò proprio il programma della stereotassi.
Un orizzonte teoricamente suggestivo, che, però, fino ad allora, non aveva dato alcun risultato. A Colombo la materia piaceva, ne era rimasto folgorato nel 1978 sulla strada di Parigi, e così iniziò l'avventura. Federico fu il primo al mondo, grazie alla collaborazione con l'allora primario di radioterapia Franco Pozza, a collegare
un acceleratore lineare a un casco (da lui sviluppato con l'Istituto di meccanica dell'università di Padova) che veniva avvitato alla testa del paziente, per bombardare il tumore individuato attraverso le tre coordinate spaziali con una massiccia dose di radiazioni. In questo modo si centrava con precisione il bersaglio ma si tenevano al riparo i tessuti sani. Colombo fu invitato a parlarne dappertutto, dalla Finlandia al Giappone, dagli Stati Uniti all'Australia. È il primo in Italia a usare un nuovo sistema per combattere il Parkinson, una coppia di elettrodi collegati a un pacemaker e applicati al cervello, e un metodo, poi fermato dal ministero della sanità, una iniezione di virus per distruggere i tumori cerebrali, con cui aveva ottenuto risultati in qualche caso miracolosi. E poi è l'epoca del cyberknife. È il 2002. Il nuovo dg Antonio Petrella vuole fare un grosso investimento. Colombo gli consiglia questo apparecchio di ultima generazione.
È la chirurgia stereotassica senzal'ingombro del casco. Federico conosce bene l'inventore, John Adler dell'università di Stanford. Così il San Bortolo diventa il primo ospedale in Europa ad averlo. Vicenza balza agli onori della cronaca mondiale.»
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CASTELGOMBERTO LE PATOLOGIE DEL MONDO AGRICOLO Stasera il Circolo ricreativo culturale di Valle organizza nella sede di via S. Cecilia un incontro sulle patologie infettive più comuni nel mondo agricolo, con il dott. Umberto Conforto dell'ospedale di Vicenza. A.C.
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Innovazione,premioal9id.ee '',
Non raccolse gli uccelli vietati NODO? ÈprosclollodalbracconHggio J ^ ^
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(Ca.B.) C'è preoccupazione tra i lavoratori delle ditte fornitrici dei servizi per l'Ulssl7, attualmente in appalto. A pochi mesi all'apertura del nuovo ospedale unico di Schiavonia, come spiega l'Adi Cobas, i circa 200 lavoratori del settore servizi non hanno garanzie per il
Ulssl7, addetti ai servizi preoccupati per il posto
proprio futuro. Per questo, nei giorni scorsi, hanno inoltrato una richiesta di incontro con la dirigenza dell'Ulssl7, dalla quale auspicano una convocazione a breve per approfondire la questione. Già nel marzo scorso, in assemblea pubblica, i lavoratori avevano interrogato il direttore generale Gio
vanni Pavesi, il quale aveva assicurato la continuità dei servizi. «Ma non ha dato alcuna certezza al personale circa la garanzia di una loro continuità lavorativa nel nuovo ospedale unico. - protesta l'Adi Cobas annunciando nuove iniziative di protesta - Il concessionario che si è aggiudicato l'appal
to per la realizzazione del nuovo ospedale, cioè la Euganea Sanità spa, e le imprese che stanno realizzando la nuova struttura, si occuperanno dell'affidamento alle ditte della gestione dei servizi nel nuovo ospedale. Ma il contratto pare non contempli il riassorbimento del personale».
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Sequestro e pestaggio, fratelli a processo
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UIGODARZERE
Nasce il nuovo comitato volontari della Croce rossa
VIGODARZERE
(L.Lev.) Nasce il gruppo autonomo dei volontari della Croce rossa di Vigodarze-re. L'amministrazione comunale ha deciso di sostenere, condividendola, l'iniziativa del Gruppo volontari della Cri che entro fine anno si costituirà in comitato locale. «É stato rinnovato per altri sei anni il contratto di locazione della sede utilizzata di via dell'Artigianato -annunciano gli assessori Demetrio Zattarin e Valerio Scotton - Un passaggio fondamentale nel percorso che condurrà i volontari della Cri di Vigodarzere a costituirsi in gruppo autonomo, il più importante del padovano, in autonomia dal Comitato provinciale». Dotato di due automezzi Suem 118 e
con 175 volontari, la Cri di Vigodarzere effettua in media 1.150 interventi l'anno, praticamente 3 al giorno, tra soccorso, trasporto disabili e anziani, ricoveri e dimissioni anche a lunga percorrenza, partecipazione a manifestazioni sportive e culturali, fiere e sagre. La più grande soddisfazione per il gruppo è il primo posto al concorso nazionale per le attività di primo soccorso. «Entro la fine dell'anno - annuncia il referente Vasco Peron - ci costituiremo in Comitato locale e avremo un coinvolgimento diretto dei nostri volontari, e potremo estendere il nostro raggio di attività fino al distretto socio sanitario di Peraga, oggi gestito dai volontari di Noventa, che sarà il nostro nuovo distaccamento».
Spaventapasseri, risolto il rebus
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CAMPOSAMPIERO
Casa di riposo: guerra di cifre sul buco a 5 zeri
CAMPOSAMPIERO L'opposizione: buco di 780 mila euro. Il presidente: no, disequilibrio di 100 mila
Guerra di cifre Ila nena casa di riposo
Lorena Levorato CAMPOSAMPIERO
Casa di riposo Bonora: un buco da 780 mila euro?. É la domanda che Attilio Perusin, consigliere comunale di opposizione della civica Insieme per Camposam-piero, rivolge al consiglio comunale in un'interrogazione depositata in Comune.
Perusin chiede di sapere se «risulta vero che la situazione economica del centro servizi Bonora è in grave dissesto finanziario prevedendo un buco di 780 mila euro, e quali siano le
A CASARIN
«Ecco come si possono contenere le spese»
cause o le scelte amministrative che hanno provocato tale dissesto». Nelle richieste di Perusin c'è una esplicita critica alla gestione di Vittorio Casarin, ex presidente deUa Provincia di Padova a da settembre del 2012 presidente del Bonora.
«La gestione del 2013 ha presentato diverse criticità - replica Casarin - per effetto di alcuni provvedimenti regionali, il centro ha subito una riduzione delle quote di contributi sanitari da parte della Regione sulle unità di offerta specialistiche extraospedaliere accreditate pari al 30% in meno rispetto al 2012».
Una riduzione che si traduce in minori entrate pari a 267.000 euro. A ciò si aggiunge un calo dell'occupazione di posti letto rispetto al dato previsionale e la carenza di impegnative di resi-denzialità per la non autosufficienza, per un totale di ulteriori
minori introiti per 350.000 euro. Nell'elenco vanno aggiunti
160 mila euro di maggiori spese per oneri tributari e per sostituire le assenze del personale per maternità, malattie lunghe, aspettative retribuite.
«A fronte di questa situazione abbiamo avviato un piano straordinario di interventi con misure di contenimento: economie sulla gestione corrente, riduzione di consulenze e incarichi esterni, contenimento delle spese generali», precisa Casarin. Al termine di questo sforzo il disequilibrio di bilancio è rientrato di circa 100.000 euro. «Ai sindacati dei lavoratori ho proposto di ridurre da 200.000 a 100.000 euro il fondo produttività e pertanto a tutti i dipendenti verrà corrisposto un premio ridotto di circa il 50% rispetto alla storico riportandolo comunque ad una media regionale». La proposta sta suscitando forte preoccupazione tra i lavoratori del Bonora.
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INCONTRO PUBBLICO
L'ospedale dopo la raccolta firme VITTORIO VENETO - (la) Si torna a parlare di ospedale e sanità. Il circolo vittoriese del Partito Democratico organizza per mercoledi 4 dicembre alle 20.30 (non stasera) al centro sociale di Anzano un incontro pubblico sul te
ma "La nostra sanità e l'ospedale di Vittorio Veneto dopo la raccolta di 15mila firme". La riunione sarà presieduta dal consigliere regionale Claudio Niero e coordinata dal consigliere comunale Giuseppe Costa, che spiega:
«Oltre ad aggiornare la situazione dell'ospedale, per il quale grazie alla nostra battaglia sono giunte rassicurazioni contro i possibili tagli, vogliamo capire quale sarà il destino dei servizi territoriali, in particolare della psichiatria che a livello strutturale è allo sbando. Vigileremo anche sull'attivazione dei 4 posti di terapia intensiva».
«Cani maltrattati»: ma l'accusa non reggs
w^vnwì^aSSiraì' «Proposta illogica: vincolo tolto»
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Benini al posto di Tessarìn: ventata rosa al Ca' Foncello
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SANITÀ
Mauro Favaro TREVISO
Gli ospedali di Treviso e Oderzo hanno una nuova guida: la dottoressa Patrizia Benini. Nominata ieri direttore della funzione ospedaliera dal dg Giorgio Roberti, assumerà l'incarico a partire dall'inizio di dicembre prendendo il posto di Michele Tessarin, passato a ricoprire il ruolo di direttore sanitario dell'Usi 9. Professionista di lunga esperienza, Benini è originaria di Arco, in provincia di Trento, si è laureata in medicina all'università Cattolica di Roma con il massimo dei voti, ha lavorato nella direzione del policlinico Gemelli e ora proviene dall'azien
da 10 Veneto orientale di San Dona di Piave. Il suo curriculum è affollatissimo: dalla specializzazione con lode in neurologia, sempre a Roma, a quella in igiene e medicina preventiva epidemiologia e sanità pubblica a Trieste, sino al master in direzione sanitaria e al diploma di master in project management conseguito a Padova. Nel 2000 è stata nominata responsabile degli ospedali di Conegliano e Vittorio Veneto. E più tardi anche del presidio Sant'Antonio dell'Usi 16 di Padova. Nel 2005 ha assunto l'incarico di direttore sanitario dell'azienda ospedaliera di Padova. Sino al 2008, quando è passata a ricoprire lo stesso ruolo nell'Usi 10. Adesso per lei inizia una nuova avventura nel mondo della sanità trevi
giana. «Siamo molto soddisfatti per l'acquisizione di una professionista di così provata esperienza e capacità», ha sottolineato il direttore generale, Giorgio Roberti.
Di incarico in incarico, ieri l'azienda sanitaria di Treviso ha ufficialmente timbrato anche la nomina del dottor Umberto Gasparotto a direttore della struttura di medicina legale e sicurezza del paziente e dei percorsi clinici. La sua carriera professionale si è svolta quasi per intero all'interno dell'Usi 9. Tra le altre cose, Gasparotto è anche presidente del comitato aziendale di bioetica e componente del nucleo di ricerca clinica. La nuova nomina lo conferma nell'impegno già avviato nell'ottobre del 2011 come facente funzioni.
LE NOMINE Patrizia Benini e Maurizio Gasparotto. medico legale
NUOVO INCARICO
Medicina legale: arriva Gasparotto
Annoto in Regione: «Dimettiti» TiAxyintjWLitndrlLiStnisrr.iBd/junwre ùmagolto. {tir.a diandri «È Bare mi t.ac
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Farmaci, in Veneto la spesa più bassa È la regione con la miglior performance nell'acquisto delle medicine ospedaliere
» VENEZIA
Il Veneto è la Regione italiana che spende meno in assoluto per l'acquisto di farmaci ospedalieri rispetto alla popolazione assistita. Il riconoscimento viene dalla «Analisi territoriale comparativa nell'acquisto dei farmaci ospedalieri», elaborata dall'Autorità Governativa per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Il Veneto precede l'Abruzzo e il Piemonte e spende quasi tre volte di meno di Umbria, Lazio, Puglia e Campania. Nelle conclusioni del rapporto, si legge che «le migliori
performance sono state riscontrate per Veneto, Piemonte ed Abruzzo mentre le peggiori si riscontrano in Puglia, Lazio ed Umbria. Anche i risultati della Campania non appaiono confor
tanti». Le tre Regioni virtuose sono seguite da un blocco centrale composto da sei Regioni: Friuli, Toscana, Vale D'Aosta, Emilia Romagna, Liguria e Lombardia. Nello studio, sono stati selezionati i farmaci non coperti da brevetto (i generici) acquistati da almeno 11 delle 39 stazioni appaltanti selezionate.
«Questi sono dati ufficiali governativi appena resi noti» commenta il presidente del Veneto Luca Zaia, «dei quali andiamo orgogliosi e che dimostrano che qui si sta facendo dell'oculatezza l'arma totale per combattere gli sprechi in sanità: i numeri elencati dal rapporto dovrebbero far arrossire chi spendere circa tre volte tanto. Chiedo che i risultati di questo inconfutabile studio siano inseriti tra quelli che determineranno i costi stan
dard, perché siamo ai calci di rigore ed è ora di smetterla con la mala pratica secondo cui il virtuoso paga sempre per lo sprecone. Se vogliono spendere di più facciano pure, ma l'eccesso
rispetto al costo standard dovrà essere coperto non con fondi nazionali, ma con la fiscalità locale, della quale gli amministratori dovranno rendere conto ai cittadini».
«Non smetterò mai di ricordare che se in tutta Italia una siringa costasse 6 centesimi come in Veneto o un pasto 6-7 euro conno vette di 50-60, lo Stato rispar-mierebbe 30 miliardi l'anno e oggi non si dovrebbe dibattere su quanti euro si risparmiano o si dovranno pagare in più in forza delle varie tasse dalle sigle impronunciabili che escono dalla legge di stabilità».
LA SPESA FARMACEUTICA NELLE REGIONI ITALIANE
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(* maggior cautela)
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Letti bis a Medicina Anziani ricoverati sulle barelle Tutto esaurito in Clinica Medica 5, complice freddo e virus Zuin, Uil: «Sistemazioni di fortuna in attesa di un posto» di Fabiana Pesci
Martedì ce n'erano cinque di troppo, ieri quattro. Calo delle temperature, diffusione dei virus stagionali e, come da copione, aumenta 0 numero dei ricoveri, in particolare dei pazienti più anziani e fragili. Il risultato di questa concatenazione di circostanze? In via Giustiniani sono sbucati i letti bis. Barelle in più sistemate all'interno delle stanze dei reparti, che accolgono pazienti extra. In questi giorni è la Clinica medica 5 a registrare il tutto esaurito: oltre ai venticinque posti letto in dotazione, sono stati aggiunti cinque postazioni di fortuna, per altrettanti pazienti che avevano bisogno di un ricovero urgente. Aumenta temporaneamente la capacità di accoglimento dei ricoverati, ma il personale in servizio resta sempre lo stesso, quindi cresce la mole di lavoro da svolgere. Ecco che partono le
telefonate di protesta alle organizzazioni sindacali, che non possono che registrare che negli anni poco o nulla sembra essere cambiato. D'altro canto però anche i familiari dei ricoverati battono i pugni, perché all'interno delle stanze diminuisce lo spazio vitale e ogni manovra si fa più complicata.
«Abbiamo registrato una situazione preoccupante in Clinica medica 5», spiega Luigino Zuin, referente dell'azienda ospedaliera del sindacato Uil, «martedì ci sono stati segnalati cinque letti bis, ieri invece quattro. I pazienti sono sistemati in barelle in attesa che si liberino letti veri e propri. Questo crea un disagio in primo luogo per gli infermieri, che sono costretti ad aumentare ancor di più i ritmi di lavoro. Il personale poi ha minor capacità di movimento all'interno del reparto, particolare che può fare la differenza in caso
di emergenza». Zuin coglie l'occasione per scattare un'istantanea della condizione in cui operano i dipendenti di via Giustiniani: «Per far capire com'è la situazione, mi è stato sufficiente contare il numero di telefonate giunte dopo che una dipendente dell'ospedale Sant'Antonio ha chiesto il trasferimento in azienda ospedaliera. Il numero di infermieri che si è proposto per lo scambio è stato imbarazzante. È giusto che l'amministrazione dell'azienda prenda dei
provvedimenti per migliorare le condizioni di lavoro del personale del comparto di via Giustiniani. Gli infermieri lavorano tantissimo, sono meno pagati di chi lavora in strutture più piccole. E ora si apre un nuovo fronte: con il blocco del turn over e la mancanza di personale, diventa difficile garantire le ferie, diritto fondamentale dei lavoratori».
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I letti bis rappresentano un problema per pazienti e personale
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DONARE IL CORPO ALLA SCIENZA SENE PARLA A MEDICINA • • Donare il proprio corpo alla scienza? Aiutare la ricerca medica e il progresso di diagnosi e cura si può anche post mortem. In Italia l'esiguità di programmi di donazione comporta difficoltà nel poter utilizzare cadaveri per la formazione anatomo-chirurgica degli studenti, degli specializzandi e degli specialisti. La formazione anatomo chirurgica degli specialisti chirurghi si è dovuta avvalere di programmi di donazione presso Università Straniere. L'Istituto di Anatomia Umana di Padova si pone in controtendenza in
quanto ha attivato da più di IO anni un "Programmatili donazione del corpo perfinalità scientifiche e di formazione". Responsabile è Raffaele De Caro, Past president della associazione europea di anatomia clinica e attuale presidente del Collegio dei docenti di anatomia umana. Domani dalle 9 si terrà nell'Aula Falloppio del Dipartimento di Medicina Molecolare (via Falloppio, 50) la giornata di studio "Donazione del corpo post-mortem" aperto a tutti che intende promuovere l'informazione sulla scelta di donazione ancora poco conosciuta.
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<I> DOPO IL MALORE
Gross: «Sanità eccellente, grazie a tutti, adesso sto bene»
• • Egregio direttore, avete parlato più volte con partecipazione e simpatia del mio improvviso "guasto meccanico", che da palestre e piscine mi ha trasferito in rianimazione. Beh, il peggio è ormai alle spalle e sono nuovamente impegnato per far nuotare i padovani. Vorrei però rendere una testimonianza sui servizi di assoluta eccellenza della nostra sanità veneta, di cui si parla spesso, ma che si apprezzano soprattutto quando da quelli dipende la nostra vita. Ho avuto la fortuna di essere a Padova, a pochi minuti dal Centro "Gallucci" del professor Gerosa e di trovare pronta l'equipe del dottor Cosimo Guglielmi per un intervento di estrema difficoltà, durato 12 ore, concluso con pieno successo. E nel periodo successivo un'assistenza impeccabile in strutture capaci di offrire il meglio sul piano dell'assistenza. L'esito dell'operazione, la successiva fase di riabilitazione, con l'assistenza continua del dottor Stefano Bellon, mio grande e generoso ex atleta, l'assidua vicinanza di tanti amici, dirigenti di società, nuotatori di tempi passati, persone che magari non sentivo da anni, sono stati importanti per una rapida e positiva convalescenza. Gianni Gross
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Abano, ticket al pronto soccorso 103 euro ma il dolore non passa » ABANO TERME
«Stando al medico del pronto soccorso della Casa di cura di Abano, che mi ha visitata al momento delle dimissioni, avrei dovuto pagare un "modesto ticket". Quando invece sono passata alla cassa, dopo che mi era stata diagnosticata una gastrite da farmaci, mi sono stati chiesti 103 euro. Li avrei pagati volentieri, se non fosse che, quand'è stato il momento di tornare a casa, accusavo gli stessi dolori di quand' ero entrata». A lamentarsi del trattamento ricevuto il 14 novembre scorso al pronto soccorso della struttura sanitaria
aponense è Elisa Menandro, una donna di Tribano che lavora ad Abano, come commessa, al centro commerciale Ca' Grande. Proprio sul posto di lavoro aveva avvertito dei forti dolori al torace ed era stata trasportata in ambulanza alla Casa di cura, dov'è stata dimessa dopo un paio d'ore. La donna mostra la ricevuta del pagamento del ticket: euro 103 relativi a visita, medicinali, esami del sangue ed elettrocardiogramma. Tutto secondo quanto previsto dal Sistema sanitario. «Ho pagato ma continuo a starmale», dice, «quando sono stata dimessa mi hanno consigliato di fare una gastroscopia.
Farò l'esame il 17 dicembre a Monselice. Prima non era possibile perché non c'è posto. Mi domando a cosa siano serviti quei 103 euro e spero che il dolore non derivi da problemi seri. Altrimenti fino al 17 dicembre farò in tempo a passare a miglior vita». Elisa Menandro, che nel frattempo tira avanti assumendo degli antidolorifici, si chiede perché alla Casa di cura non l'abbiano trattenuta per degli esami più approfonditi. «Avevo dei dolori lancinanti», riferisce, «che ho tutt' ora. Anche il mio medico si è meravigliato e ha detto che è stato un azzardo mandarmi a casa in quelle condizioni».
Gianni Biasetto
Il pronto soccorso di Abano
Terme, corse tagliate Bordin batte i pugni con Trenitalia
Sempre più auto senza Passii
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DIEMME CAFFÉ DI ALBIGNASEGO
Tazzine speciali per Natale a beneficio dei bimbi malati
A sinistra Carlo Moretti, a destra il presidente Diemme Giannandrea Dubbini
» ALBIGNASEGO
Un regalo fatto con il cuore il prossimo Natale, può valere un sorriso per un bambino ricoverato in ospedale. Ha preso il via ieri la campagna promozionale della Diemme Caffè, in collaborazione con l'associazione "Gioco e benessere in pediatria". Nei bar e ristoranti in cui si serve il caffè Diemme saranno in vendita, al prezzo di 5 euro l'una, sei tazzine della collezione "Un caffè per un sorriso", con riprodotti i coloratissimi disegni realizzati dai bambini ricoverati in ospedale. «Prezzo simbolico» illustra il presidente di Diemme, Giannandrea Dubbini, «che speriamo possa essere alla portata di molti. Per ogni tazzina venduta, il cliente riceverà un caffè in omaggio, ma soprattutto un euro sarà devoluto all'associazione "Gioco e benessere in pediatria", che sosteniamo volentieri, per l'aiuto che dà ai bambini che soffrono». I disegni sono semplici, ma davvero di effetto: ci
sono miriadi di cuoricini e stelline, i pescherecci, un prato fiorito e farfalle colorate. «Un centinaio di bambini ha preparato i disegni» spiega il pediatra Callo Moretti «selezionati poi da Diemme, che ha scelto questi sei. L'iniziativa permetterà di pagare gli psicologi che seguono i bimbi ricoverati e acquistare il materiale per i laboratori». "Gioco e benessere in pediatria" nasce nel 2008, da un più ampio progetto di attenzione ai bambini ospedalizzati che risale al 1995 con lo stesso dottor Moretti. Attraverso i laboratori di pasticceria, fotografia, giornalismo e disegni, bimbi e ragazzi possono creare qualcosa di bello e giocare come a casa, trasformando in un'esperienza utile quello che sarebbe sennò solo un brutto ricordo fatto di dolore, iniezioni, odore di disinfettate e adulti vestiti con camici bianchi che parlano difficile. Le tazzine saranno in vendita nei bar Diemme e on line su www.caf-fediemme.com.
Cristina Salvato W • ff Due ore di faida a faccia " K5JSSCS fra Destro,-ISi, e piuii<a ....
ti riattino
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CGIL,CISLEUIL
Raccolta firme per un nuovo parcheggio in ospedale Le organizzazioni sindacali tornano in campo per risolvere una volta per tutte il problema principe di chi varca la soglia del perimetro di via Giustiniani: trovare un parcheggio per la propria auto. Cgil, Cisl e Uil organizzano per oggi una raccolta di firme da presentare poi al direttore generale dell'azienda ospedaliera Claudio Dario e al vicesindaco reggente Ivo Rossi. Obiettivo, convincere le istituzioni a riaprire la partita della realizzazione di un parcheggio nell'area che sta sotto le mura, che fino a ora ha ricevuto il secco no delle associazioni ambientaliste.
«Vogliamo coinvolgere i lavoratori e, soprattutto, la cittadinanza che ha il diritto di avere gli spazi adeguati per parcheggiare l'auto e recarsi agevolmente nell'area sanitaria», spiegano le organizzazioni sindacali. «Raccoglieremo le firme che poi invieremo al sindaco e al direttore generale, con la richiesta di adoperarsi affinchè si giunga concretamente alla soluzione di un problema che si protrae da anni. Saremo presenti con un gazebo, sopra la rampa del Pronto Soccorso, per tutta la giornata». (fa.p.)
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CATONCELLO
Un grazie a Urologia • Viviamo in un'epoca dove è più facile criticare, parlar male o denigrare persone, enti e in special modo strutture sanitarie, non che non ci siano motivi per farlo, ma spesso lo si fa per pura gratuità e senza una reale conoscenza del la complessità dei compiti che hanno certi organismi nella loro complicata funzione. In questo mio scritto invece desidero andare controcorrente e
riportare, non senza un atto di riconoscenza, come sono stato trattato durante il mio ricovero nell'Ospedale Ca' Foncello dell'Usi 9 di Treviso e precisamente in Urologia e fisioterapia, dove non ci sono dottori e infermieri, maangeli e non credo di esagerare. In questi reparti ho trovato una grande professionalità, maan-che tanta disponibilità, affetto e gentilezza, a partire dai dottori, infermieri, ausiliari. Non ho parole per ringraziarli, sono riusciti a trasfondermi la vogliadi vivere e di sorridere.
Ora che sto alquanto bene, non smetterò mai di ricordarli e ringraziarli, anche perché mi hanno dimostrato con quanto amore e tolleranza trattano i pazienti e non c'è medicina migliore per portare alla guarigione un ammalato. Chiudoquestomioelogiocon la certezza che, la stima e l'affetto che ho provato per la serietà e professionalità che profondono nel loro lavoro o meglio missione, sia un ottimo viatico per una mia completa guarigione.
Onorio Telve Quinto di Treviso
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Riabilitazione solo a pagamento Valdobbiadene. Parte il servizio alla Cittadella ma manca l'accordo con l'Usi 8
• VALDOBBIADENE
Riabilitazione apre, ma (almeno per ora) solo a pagamento. Da oltre un anno, U centro riabilitativo all'interno della Cittadella della Salute di Valdobbiadene (ex ospedale Guicciardini) è pronto. Arredato, e fornito di attrezzature all'avanguardia. Compresa una piscina da 170 mila euro, già riempita d'acqua: peccato che l'accordo programmatico con l'Usi 8, per diventare Utr (Unità territoriale di riabilitazione) tardi ad arrivare. E allora, anziché lasciare che la polvere si depositi sulle strutture del nuovissimo centro, l'Istituto San Gregorio attiverà il servizio in gestione privata. Vi po
tranno accedere anche pazienti dalle altre Usi: pagando.
Ieri la domanda è stata presentata allo Sportello unico per le attività produttive del Comune. Se i tempi saranno rispettati, il servizio dovrebbe partire a inizio 2014, e sarà gestito privatamente dai professionisti del San Gregorio. Il direttore degli Istituti, Antonio Raia, spiega che l'accordo con l'Usi è solo rimandato, e presto il centro riabilitativo potrebbe aprire le sue porte anche ai pazienti non a pagamento: «Nei giorni scorsi la Regione ha approvato le schede ospedaliere, nelle quali la nostra sede è indicata come Utr. C'è già un accordo programmatico con l'Usi, per la gestio
ne delle strutture in convenzione. Ci vorrà qualche mese. Intanto, però, attiviamo il servizio in forma privata, e chiunque può accederevi». Perché al momento l'intera area del Guicciardini dedicata alla riabilitazione è sottoutilizzata, e sprecata. Oltre alla piscina, ci sono palestre e camere arredate, ma che non hanno mai ospitato un paziente: eppure c'è posto per 24 nuovi ospiti. Una parte dell'ala riabilitativa era stata attivata a ottobre 2012, erogando mille prestazioni nel primo anno: con il servizio a pieno regime, la cifra sarebbe quintuplicata. L'attivazione di piscina e palestre era stata oggetto di polemiche tra la giunta e il Pd. (a.d.p.)
La Cittadel la del la salute
«Non ho ì soldi, addio al premio» ;&£*£
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Soldi ai disabili «La competenza è della sanità»
MONTEBELLUNA.«l contributi relativi all'assistenza nei casi di domiciliarità non sono più di mia competenza, ma rientrano nella sanità»: così interviene l'assessore ai servizi sociali Remo Sernagiotto dopo il caso sollevato a Caerano da Robert Ceccato sul taglio dei contributi a chi frequenta un centro perdisabili. «Con la nuova legge questa materia rientra nella sanità e quindi è di competenza del mio collega. Quindi non sono più io a determinare l'erogazione dei contributi. Il sistema non cambierà il sistema il prossimo anno», (e.f.)
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m Minaccia i morosi della ex: arriva la multa
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CASA RONCATO
Usi, quale sanità peri malati mentali • • "Nonc'èsanità senza salute mentale": questo il titolo di un incontro che Aitsam ha organizzato per il 2 dicembre alle 20,30 a Casa Roncato a Montebelluna per affermare che necessitano cure e servizi adeguati a costi accessibili a tutti. All'incontro sono invitati gli amministratori dell'Usi 8, dei comuni, della Regione Veneto, sindacalisti, avvocati e cittadini.
^ Put, i dati del sindaco l park e traffico un successo
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NUOVO DIRETTORE
Cambio all'Usi 9 una donna guida l'ospedale
Usi 9, Patrìzia Benini nuova «timoniera» del Ca' Foncello Arriva da San Dona, da dicembre dirigerà anche Oderzo Ha lavorato anche a Padova e all'Usi 7. Subentra a Tessarin Una donna al limone degli ospedali trevigiani. Da ieri Patrizia Benini è il nuovo direttore di Ca' Foncello e Oderzo. Il direttore generale dell'Uls 9, Giorgio Roberti l'ha nominata infatti direttore della Funzione Ospedaliera, con decorrenza dal prossimo mese d dicembre. Subentra a Michele Tessarin, che ricopriva la carica da oltre 10 anni e che gennaio aveva assunto anche la carica di direttore sanitario.
Benini, 54 anni, rimasta da poco vedova, è professionista di vasta esperienza: nata ad Arco (Trento), ma padovana di formazione, proviene dall'Usi 10 Veneto Orientale di San Dona, dove ricopriva l'incarico di direttrice sanitaria a fianco del direttore generale Carlo Bramez-za, trevigiano, uno degli amministratori pubblici formatisi culturalmente negli ultimi anni della De. Considerata anche la sua ricca esperienza nel territorio trevigiano, in particolare all'Usl7, l'arrivo di Benini al Ca' Foncello va considerato come un ulteriore posizionamento della scuola trevigiana: fra i suoi
«maestri» figurano infatti Stelli-ni, Cestrone, Redigolo, DelFave-ro. A Treviso subentra a Michele Tessarin, direttore sanitario dall'inizio dell'anno. Una svolta, dunque, alla conduzione dei presidi ospedalieri dell'Usi 9, dopo il lungo regno di Tessarin, che dal canto suo viene alleggerito del'onere. Laureata in medicina e chirurgia con il massimo dei voti alla Cattolica del Sacro Cuore a Roma, Benini si è successivamente specializzata, con
massimo dei voti e lode in neurologia, e in Igiene e Medicina Preventiva Epidemiologia e Sanità Pubblica a Trieste. A Padova ha conseguito l'attestato di master in «direzione sanitaria» ed il diploma di master di I livello in «Project management» della facoltà di Ingegneria e scienze politiche. Hafrequentato anche il corso di formazione per direttori di Usi organizzato dalla Regione Veneto.
Ha lavorato prima alla direzione sanitaria del Policlinico «Gemelli» di Roma, poi ha diretto l'istituto "S. Francesco d'Assi
si - Centro di Riabilitazione in Abruzzo". Nel 1994, veniva assunta come assistente medico di Igiene ed organizzazione dei servizi Ospedalieri, alla direzione dell'Usi 12, oggi Usi 7, a Pieve di Soligo. Nel 2000 ha assunto il timone degli ospedali di Cone-gliano e Vittorio Veneto, quindi la direzione del Sant'Antonio a Padova, divenendo nel 2002 direttore di tutte e le tre le strutture ospedaliere aziendali e quindi dei tutte le strutture ospedaliere pubbliche di Padova. Nel
2005 è diventata direttore sanitaria dell'azienda ospedaliera ospedale di Padova, poi nel 2008 è diventata direttore Sanitario dell'Usi 10 a San Dona. All'Università di Padova inse-gnapoi acontratto.
«Esprimo la grande soddisfazione per l'acquisizione di un professionista di così provata esperienza e capacità», ha dichiarato ieri il direttore generale dell'Usi 9, Giorgio Roberti, «nei prossimi giorni la incontrerà per augurarle buon lavoro nella sanità trevigiana».
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Medicina legale, Gasparotto direttore Umberto Gasparotto è il nuovo direttore della Struttura complessa di medicina legale e sicurezza del paziente e dei percorsi clinici: 53 anni, coneglianese, Gasparotto laureatosi in medicina e chirurgia al Bo, si è poi specializzato in medicina
legale e delle assicurazioni e in igiene e medicina preventiva. Al l'Usi 9 si è occupato di aspetti legali, bioetici, da responsabile delle funzioni per la sicurezza del paziente, nonché presidente del Comitato di bioetica.
Patrizia Benini, nuova direttrice degli ospedali di Treviso e Oderzo
la tribuna H i " fei^ P5==-Berlusconi fuori dal Parlamento SI del Senato alla decadenza. IICavallere-.iLiJttD per la democrazia»
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La sperimentazione Studio-pilota sul sistema inglese del Mur assieme a Torino, Pistoia e Treviso
Pazienti seguiti da vicino e più servizi Nasce a Brescia il nuovo farmacista
Problema: se la vostra fetta di torta è una percentuale fissa del totale, ma la torta è ogni anno più piccola e continuerà ad esserlo anche nei prossimi anni, come si evita di finire in dieta forzata? Soluzione: cambiare il modo di ripartire le fette di torta.
E quel che chiedono i farmacisti, alle prese con il calo degli introiti (la fetta legata ad una percentuale del prezzo dei farmaci, sempre più basso grazie ai «generici»), oltre che con l'aumento dei costi, a partire da quelli del personale. Un rimedio, loro ce l'avrebbero. Per dirla con gli inglesi, che già l'hanno introdotto, si chiama Mur,
Primi dati
Su 300 pazienti, il 52% ha capito meglio la cura e il rispetto delle prescrizioni è salito del 37%
acronimo di Medicines use re-view. In sostanza, il farmacista non è più un semplice venditore di medicine, ma una sorta di «supervisore della terapia». Che avrà uno scambio con il paziente e discuterà con lui dei farmaci prescritti, dell'eventuale interazione con altri medicinali, della corretta assunzione, eccetera.
«La nostra remunerazione — spiega il presidente dell'Ordine dei farmacisti di Brescia Francesco Rastrelli — in futuro non dovrà più essere basata, o
almeno non solo, su una percentuale del prezzo del farmaco, ma su questo tipo di servizio che forniremo».
Non c'è il rischio di invertire la parabola discendente della spesa farmaceutica, che ormai da diversi anni sta dando sollievo alle casse del Servizio sanitario nazionale? «Niente affatto. Perché un malato che, grazie ai consigli del farmacista, segue meglio una cura, avrà meno bisogno di ulteriori terapie o di essere ricoverato in ospedale, facendo così risparmiare la sanità pubblica».
Certo, il sistema, come dice anche Rastrelli, va «organizzato e codificato», vincendo anche qualche resistenza culturale. Ma lo si sta già facendo e proprio in provincia di Brescia. «Da fine 2012 — spiega Rastrelli — nella nostra provincia, e in quelle di Torino, Pistoia e Treviso, è partito uno studio-pilota sul sistema del Mur, condotto dalla Medway School of Phar-macy dell'Università del Kent, con il patrocinio della Fofi (Federazione Ordine Farmacisti Italiani), che coinvolge 80 farmacisti nelle quattro province. Dovrebbe terminare a metà del prossimo anno. Qualche risultato, però, è già arrivato. Ad esempio, abbiamo notato che, nel caso dei pazienti con asma bronchiale, grazie al questionario che abbiamo sottoposto loro, su 300 pazienti presi in esame, il 52% ha raggiunto una maggiore comprensione delle
finalità dei trattamenti prescritti e il 36,4% ha migliorato le modalità di assunzione dei farmaci, contro il 13% che non l'ha fatto e l'aderenza terapeutica, cioè il rispetto delle prescrizioni farmacologiche da parte del paziente, è aumentata del 37%. In-
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somma, confidiamo di poter dimostrare, al termine dello studio, l'efficacia del Mur».
Per i farmacisti c'è comunque anche un'altra ricetta contro il restringersi della torta. Ovvero, ampliare i servizi offerti. «La farmacia deve diventare un presidio sociosanitario polifunzionale —dice Rastrelli — e fornire altre attività sanitarie, come previs to dalla legge
Attività aggiuntive Il futuro? Ecg in telemedicina e infermieri e fisioterapisti inviati a domicilio
69/2009. Ad esempio, autoanalisi del sangue, ma anche servizi di telemedicina, vedi gli elettrocardiogrammi in collegamento con un centro cardiologico. Ma
anche servizi di infermeria e fisioterapia a domicilio, con personale specializzato contattato sempre attraverso il farmacista.
«Ovviamente su entrambi i fronti — conclude Rastrelli — dovremo agire in stretto coordinamento con i medici di base e le Asl. Il farmacista non si sostituisce al medico curante ma lo affianca mettendo a disposizione le sue specifiche competenze, quelle farmacologiche».
L. Ang.
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Mense scolastiche Insetti nei tortellini anche alle Terese
A scuola col panino ma spuntano altri casi: tonno sotto sequestro Ames: fornitori con certificati di qualità
VENEZIA — Tortellini con gli insetti anche alla materna delle Terese e tonno sotto sequestro alla materna Diego Valeri. Mentre i bambini vanno a scuola col panino da giorni in alcune scuole di Venezia e tra i comitati e le famiglie si scatenano le richieste di chiarimento, emergono altre anomalie nelle mense scolastiche.
Negli stessi giorni in cui è scoppiato il caso degli insetti nei tortellini (tre settimane fa) alla Zambelli, lo stessa accadeva alle Terese. Solo che nessuno lo aveva segnalato. «Un errore nella telefonata - spiegano i genitori - invece del centro di ristorazione le maestre per sbaglio hanno chiamato il centro di cottura. E l'informazione da lì non è partita». L'altro giorno è stata la volta della mosca dentro il formaggio, alla Canal, ma ieri è emerso che in questi giorni nella cucina della Valeri è stato messo sotto seauestro del tonno. Il moti
vo non è ancora noto, il sequestro è stato segnalato ufficialmente solo martedì dalle schede di rilevazione dei comitati mensa Né Ames né assessorato lo hanno comunicato alle famiglie. Ma si tratterebbe della quarta anomalia Anche se biologi e medici dell'Usi 12 che hanno fatto diversi sopralluoghi nei centri di cottura in questi giorni, non hanno trovato alcun problema finora Inevitabile però l'allarme delle famiglie. «Se la prima volta è sgradevole la seconda è inammissibile - dice Camilla Seibezzi, consigliera comunale di In comune - l'assessore intervenga subito e ci dica quali sono i provvedimenti che vuole adottare». L'unica azione finora è stata quella del Cns, il consorzio che con Copra gestisce il servizio mense, che ha chiesto chiarimenti alla sua consociata (Copra appunto) suggerendo il cambiamento del fornito
re di tortellini e asiago. Intanto famiglie e comitati mensa si stanno arrangiando. Qualcuno ha portato i panini da casa, qualcuno è andato a prendere i figli a scuola, qualcuno ha de -ciso di farli mangiare comunque in mensa «Siamo all'anarchia - incalza Sebastiano Costa-longa, consigliere di Fratelli dltalia - non è stata mandata alcuna comunicazione ufficiale alle famiglie e così ognuno fa come gli pare. L'assessore deve dare informazioni e indicazioni chiare».
Ames continua a rassicurare i genitori. «H servizio di refezione scolastica viene erogato
secondo elevati standard qualitativi concordati con l'ente locale - scrive il presidente Pietro Lotto - in fase di gara, dei cento punti attribuibili ai concorrenti, 60 sono stati dedicati al profilo tecnico qualitativo e 37 alla qualità. La ditta asse-
Ospiti indesiderati La mosca nel formaggio trovata da una bambina di quinta elementare. Nelle mense sono scattati i controlli su cucine e fornitori. E' stato il secondo caso
gnataria è quella che aveva offerto un prezzo maggiore ma la cui offerta qualitativa è stata giudicata superiore». In particolare il formaggio «scriminato» era un Asiago d.o.p. «Non si può imputare nulla nemmeno a Copra - dice Giampietro Marchese, amministratore delegato di Ames - è formaggio dop, la scelta del fornitore è stata accurata». «Va fatta una distinzione - dice Beppe Caccia consigliere comunale di In comune - delle farfalle nella minestra poteva accorgersi la cucina prima che arrivassero ai bambini. Questa era dentro la forma di formaggio, non era possibile». Intanto spira vento di protesta «Chiediamo subito - dice Sabina Gaggio, del comitato mensa - un tavolo tecnico con i comitati, l'ufficio ristorazione e l'assessorato. Questa situazione va chiarita al più presto».
Alice D'Este
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Solidarietà
Caffè e sorrisi, tazzine Diemme e Pediatria
I bambini ricoverati in Pediatria a Padova si sono sbizzarriti con matite e pennarelli, disegnando fiori, animali, navi, cuori e stelle. E adesso, le loro creazioni sono impresse sulle tazzine da caffè della torrefazione padovana «Diemme», che in previsione di Natale lancia l'esclusiva collezione «Un caffè per un sorriso». L'iniziativa nasce dalla collaborazione con l'onlus padovana «Gioco e benessere in Pediatria». Caffè Diemme ha realizzato 7 mila tazzine, che verranno distribuite nei bar e nelle caffetterie del gruppo in confezioni singole da cinque euro. Per ogni tazzina venduta, l'azienda devolverà
Impresa e sociale Le nuove tazzine
un euro all'associazione degli animatori volontari della Pediatria di Padova, e l'acquirente riceverà un caffè in omaggio: «Con la vendita di queste tazzine - afferma Giannan-drea Dubbini, presidente di Caffè Diemme -desideriamo promuovere l'attività del-l'onlus e sostenere l'indispensabile lavoro dei volontari». «L'associazione è presente dal 1995 - aggiunge Carlo Moretti, pediatra dell'Azienda ospedaliera di Padova -. Le attività ricreative sono necessarie per sostenere la salute del bambino durante il ricovero».
Alessandro Macciò £3 RIPRODUZIONE RISERVATA
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