Schematizzazione Della Poetica Futurista

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Schematizzazione della poetica futurista Marinetti - mappa concettuale novità nel campo letterario: Disposizione casuale della sintassi Libero accostamento dei sostantivi (parole in libertà e procedimento analogico) Verbo usato all'infinito Abolizione dell'aggettivo e dell'avverbio Abolizione della punteggiatura Calligrafismo Uso accentuato dell'onomatopea

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Transcript of Schematizzazione Della Poetica Futurista

Schematizzazione della poetica futurista

Schematizzazione della poetica futurista

Marinetti - mappa concettuale

novit nel campo letterario:

Disposizione casuale della sintassi

Libero accostamento dei sostantivi (parole in libert e procedimento analogico)

Verbo usato all'infinito

Abolizione dell'aggettivo e dell'avverbio

Abolizione della punteggiatura

Calligrafismo

Uso accentuato dell'onomatopea

Manifesto del futurismo

Filippo Tommaso Marinetti

1909

Informazioni sulla fonte del testo

Avevamo vegliato tutta la notte - i miei amici ed io - sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato, stellate come le nostre anime, perch come queste irradiate dal chiuso fulgore di un cuore elettrico. Avevamo lungamente calpestata sul opulenti tappeti orientali la nostra atavica accidia, discutendo davanti ai confini estremi della logica ed annerendo molta carta di frenetiche scritture.

Un immenso orgoglio gonfiava i nostri petti, poich ci sentivamo soli in quell'ora, ad esser desti e ritti, come fari superbi o come sentinelle avanzate, di fronte all'esercito delle stelle nemiche, occhieggianti dai loro celesti accampamenti. Soli coi fuochisti che s' agitano davanti ai forni infernali delle grandi navi, soli coi neri fantasmi che frugano nelle pance arroventate delle locomotive lanciate a pazza corsa, soli cogli ubriachi annaspanti, con un incerto batter d'ali lungo I muri della citt.

Sussultammo ad un tratto, all' udire il rumore formidabile degli enormi tramvai a due piani, che passano sobbalzando, risplendenti di luci multicolori, come i villaggi in festa che il Po straripato squassa e sradica d'improviso, per trascinarli fino al mare, sulle cascate e attraverso i gorghi di un diluvio.

Poi il silenzio divenne pi cupo. Ma mentre ascoltavamo l'estenuato borbottio di preghiere del vecchio canale e lo scricchiolar dell' ossa dei palazzi moribondi sulle loro barbe di umida verdura, noi udimmo subitamente ruggire sotto le finestre gli automobili famelici.

- Andiamo, diss' io; andiamo, amici ! Partiamo ! Finalmente, la mitologia e l'ideale mistico sono superati. Noi stiamo per assistere alla nascita del Centauro e presto vedremo volare i primi Angeli !.... Bisogner scuotere le porte della vita per provarne i cardini ei chiavistelli !.... Partiamo ! Ecco, sulla terra, la primissima aurora ! Non v' cosa che agguagli lo splendore della rossa spada del sole che schermeggia per la prima volta nelle nostre tenebre millenarie !...

Ci avvicinammo alle tre belve sbuffanti, per palparne amorosamente i torridi petti. Io mi stesi sulla mia macchina come un cadavere nella bara, ma subito risuscitai sotto il volante, lama di ghigliottina che minacciava il mio stomaco.

La furente scopa della pazzia ci strapp a noi stessi e ci cacci attraverso le vie, scoscese e profonde come letti di torrenti. Qua e l una lampada malata, dietro i vetri d'una finestra, c'insegnava a disprezzare la fallace matematica dei nostri occhi perituri.

Io gridai:-II fiuto, il fiuto solo, basta alle belve!

E noi, come giovani leoni, inseguivamo la Morte, dal pelame nero maculato di pallide croci, che correva via pel vasto cielo violaceo, vivo e palpitante.

Eppure non avevamo un' Amante ideale che ergesse fino alle nuvole la sua sublime figura, n una Regina crudele a cui offrire le nostre salme, contorte a guisa di anelli bisantini !

Nulla, per voler morire, se non il desiderio di liberarci finalmente dal nostro coraggio troppo pesante !

E noi correvamo schiacciando su le soglie delle case i cani da guardia che si arrotondavano; sotto i nostri pneumatici scottanti, come solini sotto il ferro da stirare. La Morte, addomesticata, mi sorpassava ad ogni svolto, per porgermi la zampa con grazia ea quando a quando si stendeva a terra con un rumore di mascelle stridenti, mandandomi, da ogni pozzanghera, sguardi vellutati e carezzevoli.

- Usciamo dalla saggezza come da un orribile guscio, e gettiamoci, come frutti pimentati d'orgoglio entro la bocca immensa e torta del vento!... Diamoci in pasto all' Ignoto, nou gi per disperazione, ma soltanto per colmare i profondi pozzi dell'Assurdo !

Avevo appena pronunziate queste parole, quando girai bruscamente su me stesso, con la stessa ebriet folle dei cani che voglion mordersi la coda, ed ecco ad un tratto venirmi incontro due ciclisti, che mi diedero torto , titubando davanti a me come due ragionamenti, entrambi persuasivi e nondimeno contradittorii. II loro stupido dilemma discuteva sul mio terreno.... Che noia ! Auff !... Tagliai corto, e, pel disgusto, mi scaraventai colle ruote all'aria in un fossato....

Oh ! materno fossato, quasi pieno di un'acqua fangosa! Bel fossato d'officina! Io gustai avidamente la tua melma fortificante, che mi ricord 1a santa mammella nera della mia nutrice sudanese.... Quando mi i sollevai - cencio sozzo e puzzolente - di sotto la macchina capovolta, io mi sentii attraversare il cuore, deliziosamente, dal ferro arroventato della gioia. ! Una folla di pescatori armati di lenza e di naturalisti podagrosi tumultuava gia intorno al prodigio. Con cura paziente e meticolosa, quella gente dispose alte armature ed enormi reti di ferro per pescare il mio automobile, simile ad un gran pescecane arenato. La macchina emerse lentamente dal fosso, abbandonando nel fondo, come squame, la sua pesante carrozzeria di buon senso e le sue morbide imbottiture di comodit.

Credevano che fosse morto il mio bel pescecane, ma una mia carezza bast a rianimarlo, ed eccolo risuscitato, eccolo in corsa, di nuovo, sulle sue pinne possenti !

Allora, col volto coperto della buoua melma delle officine-impasto di scorie metalliche, di sudori inutili, di fuliggini celesti - noi, contusi e fasciate le braccia ma impavidi, dettammo le nostre prime volonta a tutti gli uomini vivi della terra:

Manifesto del futurismo

1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerit.

2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.

3. La letteratura esalt fino ad oggi l'immobilit pensosa, I'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno.

4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si e arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocita. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a serpenti dall'alito esplosivo.... un automobile ruggente, che sembra correre sulla mitraglia, e pi bello della Vittoria di Samotracia.

5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.

6. Bisogna che il poeta si prodighi, con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali.

7. Non v' pi bellezza, se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo pu essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.

8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!.. Perche dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? II Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo gi nell'assoluto, poiche abbiamo gi creata l'eterna velocit onnipresente.

9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna.

10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni vilt opportunistica o utilitaria.

11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle novole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d' acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aereoplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta. dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il Futurismo perche vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d' archeologhi, di ciceroni e d' antiquarii. Gia per troppo tempo l'Italia e stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla dagl'innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri innumerevoli.

Musei: cimiteri!... Identici, veramente per la sinistra promiscuit di tanti corpi che non si conoscono. Musei: dormitori pubblici in cui si riposa per sempre accanto ad esseri odiati o ignoti! Musei: assurdi macelli di pittori e scultori che vanno trucidando si ferocemente a colpi di colori e di linee, lungo le pareti contese!

Che ci si vada in pellegrinaggio, una volta all'anno, come si va al Camposanto nel giorno dei morti... ve lo concedo. Che una volta all'anno sia deposto un omaggio di fiori alla Giocanda, ve lo concedo. Ma non ammetto che si conducano quotidianamentee a passeggio per I musei le notstere tristezze, il nostro fragile coraggio, la nostra morbosa inquietudine. Perch volersi avellenare? Perch volere imputridire?

E se mai si pu vedere, in un vecchio quadro, se non la faticosa contorsione dell'artista, che si sforz di infrangere le insuperabili barriere opposte al desiderio di esprimere interamente il suo sogno?Amirare un quadro antico equivale a versare la nostra sensibilit in un'urna funeraria, invece di proiettarla lontano, in violenti getti di creazione e di azione.

Volete dunque sprecare tutte lo vostre forze migliori, in qusta eterna ed inutile ammirazione del passato, da cui uscite fatalmente esausti, diminuiti e calpesti?

In verit io vi dichiaro che la frequentazione quotidiana dei musei, delle biblioteche e delle accademie (cimiteri di sforzi vani calvarii di sogni crocifissi, registri di slanci troncati !...) , per gli artisti, altrettanto dannosa che la tutela prolungata dei parenti per certi giovani ebbri del loro ingegno e della loro volont ambiziosa. Per i moribondi, per gl'infermi, pei prigionieri sia pure: -I'ammirabile passato forse un balsamo ai loro mali, poich per essi l'avvenire sbarrato.... Ma noi non vogliamo pi saperne, del passato, noi, giovani e forti futuristi!

E vengano dunque, gli allegri incendiarii dalle dita carbonizzate! Eccoli! Eccoli !... Suvvia! date fuoco agli scaffali delle biblioteche!... Sviate il corso dei canali, per inondare i musei!... Oh, la gioia di veder galleggiare alla derive, lacere e stinte su quelle acque, le vecchie tele gloriose!... Impugnate i picconi, le scuri, i martelli e demolite, demolite senza piet le citt venerate!

I piu anziani fra noi, hanno trenttanni: ci rimane dunque almeno un decennio, per compier l'opera nostra. Quando avremo quarant'anni, altri uomini pi giovani e pi validi di noi, ci gettino pure nel cestino, come manoscritti inutili. - Noi lo desideriamo!

Verranno contro di noi, i nostri successori; verranno di lontano, da ogni parte, danzando su la cadenza alata dei loro primi canti, protendendo dita adunche di predatori, e fiutando caninamentc, alle porte dello accademie, il buon odore delle nostre menti in putrefazione, gi promesse alle catacombe delle biblioteche.

Ma noi non saremo l... Essi ci troveranno alfine -una notte d'inverno-in aperta campagna, sotto una triste tettoia tamburellata da una pioggia monotona. e ci vedranno accoccolati accanto ai nostri aeroplani trepidanti e nell atto di scaldarci le mani al fuocherello meschino che daranno i nostri libri d'oggi fiammeggiando sotto il volo delle nostre immagini.

Essi tumultueranno intorno a noi, ansando per angoscia e per dispetto, e tutti, esasperati dal nostro superbo, instancabile ardire, si avventeranno per ucciderci, spinti da un'odio tanto pi implacabile inquantoch i loro cuori saranno ebbri di amore e di ammirazione per noi.

La forte e sana Ingiustizia scoppier radiosa nei loro occhi. - L' arte, infatti, non pu essere che violenza, crudelt ed ingiustizia.

I pi anziani fra noi hanno trent'anni: eppure, noi abbiamo gia sperperati tesori, mille tesori di forza, di amore. d'audacia, d'astuzia e di rude volont: li abbiamo gettati via impazientemente, in furia, senza contare, senza mai esitare, senza riposarci mai, a perdifiato.... Guardateci! Non siamo ancora spossati! I nostri cuori non sentono alcuna stanchezza, poich sono nutriti di fuoco, di odio e di velocit!... Ve ne stupite?... logico, poich voi non vi ricordate nemmeno di aver vissuto ! Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!

Ci opponete delle obiezioni?... Basta! Basta! Le conosciamo... Abbiamo capito!... La nostra bella e mendace intelligenza ci afferma che noi siamo il riassunto e il prolungameuto degli avi nostri.-Forse!... Sia pure!... Ma che importa ? Non vogliamo intendere!... Guai a chi ci ripeter queste parole infami!..

Alzate la testa!...

Ritti sulla cima del mondo, noi scagliamo una volta ancora, la nostra sfida alle stelle!...

Autore

Filippo Tommaso Marinetti

in archivio dal 02/02/2001

1876, Alessandria d'Egitto1944, Bellagio (CO)

segni particolari:Fondatore del futurismo. Due lauree, lettere e giurisprudenza, e una ferma convinzione che la "guerra la sola igiene del mondo".

mi descrivo cos:Sono come il movimento da me fondato: esalto la velocit, l'energia, il coraggio e persino la guerra, rifiutando la tradizione e il conformismo, attaccando i musei e le universit come simbolo di una cultura "passatista".

Testi archiviati

12 Aforismi

4 Poesie

30 marzo 2006

La canzone del mendicante d'amore

Ti avevo vista una sera, tempo fa, non so dove,e da allora ansioso aspettavoLa Notte, gonfia di stelle e di profumi azzurrini,su di me illanguidiva la sua nuditabbagliante e convulsa damore!Perdutamente, la Notteapriva le sue costellazionicome vene palpitanti di porpora e doro,e tutta la illuminante volutt del suo sanguecolava pel vasto cielo Io stavo, ebbro, in attesa, sotto le tue finestre accese,che fiammeggiavano, sole, nello spazioImmobile, aspettavo il prodigio supremodel tuo amore e lineffabileelemosina del tuo sguardo!Poich sono il mendicante affamato dIdealeche va lungo le spiaggeimplorando baci e amore, per nutrirne il suo sogno!Con cupidigia astiosa bramavo i gioielli del cieloper abbellirne la tua nudit di reginae verso di te protendevoi miei sguardi folli, insanguinati nellombracome braccia scarnite di moribondo!Tutto parvemi ingigantito dallampiezza del sogno!Campane rantolavano nel cielocome bocche mostruose:le bocche, forse, del Destino! Campaneinvisibili e selvaggesembravano aprirsi su me, nel silenzio,come abissi capovolti!Un gran muro sergea davanti a me,implacabile e altero come la disperazione!Aspettavo solo, e migliaia di stelle,di stelle pazze sembravano sprizzaredalle tue finestre,come un vol di faville da una fornace doro!Lombra tua dolce apparve nel cavo dei vetri,simile a unanima terrorizzata che sagitientro pupille agonizzanti,e tu per me divenisti una predadelirante lass, su la cima estremadelle torri fastose del mio Sogno!LAmore mio denti lucenti e occhi adunchi brandcon un gran gesto le sue rosse spadee barbaramente salverso il tuo tragico splendore.

Poich sono il mendicante insaziato che camminaverso il tepore dei seni,verso il languor delle labbra,limplacabil mendicanteche va lungo le spiagge,rubando amore e baciper nutrirne il suo Sogno!

Sapr la notte cupa appi del muro,e tu apparisti, soavemente sbocciatavicino a me, bianca e pura in mezzo alle tenebre,vacillando quasi ai consigli della brezza notturna!E tutto fu abolito intorno a me,e il mio sogno infranse il mondocon un sol colpo dala!

Certo pensai nei favolosi giardiniove sesilia lanima miachimerici peschi foggiaronola tua carne flessuosa, con la neveodorante dei loro fioriche le sonore dita del vento plasmavano!Io venni a te, tremante e religioso,come in un tempio avanzandomi incertocome in unumida grotta!A te venni, inciampando a ogni mio timido passo,trattenendo il respiroper non destare il dolor nel passare!Si schiuse il tuo sorrisonella serena acqua del tuo viso,come al cadere placido dun fioreSapr a ventaglio il tuo sorrisofluttuando nel cielo, e fece impallidireil viso impetuoso degli Astri, nel silenzio!Io ti parlavo volubilmente di strane cose,bagnata lanima di una sgorgante angoscia,e mi pareva di sentirmi avvoltodalla corrente dun fiume voluttuoso.Avidamente, spiavi tu sul mio labbrolAnima mia, come un miele dorato!Sentii che il volto mi sinfocavacome un castello incendiato, che il nemico saccheggia.Ti parlavo, e i miei pensieri stravoltisi riflettevan lontani e vaporosinella tranquilla acqua del tuo viso!

Tu volesti rispondermi, ma non sapesti che dire.Mi domandasti le mie angosce, i miei timori,poich mi vedevi tremar sulla sogliacome trema un colpevoleEd io simile ero ai vagabondi feritiche vanno rantolandodi porta in porta, in cerca di rifugio,tra i pugni alzati delle folle implacabili!Mi parlasti di cose indifferenti! Domandastidella mia vita passata, della mia patria lontanaVolesti sapere il mio nomee tutto ci che si suol domandareai viaggiatori stanchi, beventi alle fontane,la sera,quando tutto si fa neroPoich sono il mendicante affamato dIdealeche vien non si sa donde,e va lungo le spiaggeimplorando amore e baci, per nutrirne il suo Sogno!Ti seguii fino in fondo alla tua casa;fummo soli, lontani dalle folle umane,sulla soglia dellInfinito, e sentiila soavit dei crepuscoli sul mare,quando si ripara in un golfo violettoumido di silenzio!Fummo soli, e il mio Sognoal suo Sogno canto:

Oh! abbassa languidamente le palpebresullerrante follia del tuo sguardo.Abbassa le tue palpebre mistiche e lentecome ali dangelo che si chiudanoAbbassa le tue palpebre rosee,perch lagile fiamma dei tuoi occhi vi scivolicome sospiro di luna tra persiane socchiuse.Abbassa le tue palpebre e poi alzale ancora,e potr smarrirmi alfine nei tuoi occhi,nei tuoi occhi, per sempre,come su laghi assopiti, la sera,tra fogliami placidi e neri!

Sii dolce, poich il mio cuoretrema fra le tue dita Sii dolce!LOmbra attenta a spiare le nostre ebbrezze, e il Silenziosi china e ci accarezzacome una madre intenerita Sii dolce!Per la prima volta adorolanima mia perdutamente e lammiroperch tama cos, come una povera pazza!Adoro le mie labbra, poich le mie labbra ti desideranoLa mia anima tua, la mia anima s lontana ed azzurra da sembrarmi straniera!

Davanti a te si umilia, la mia anima,qual pecora morente, e saddormenta,abbrividendo sotto i tuoi fragili piedicome un prato che tutto sinargentasotto i passi furtivi della luna

Vieni! le mie labbra folli attirerannoil tuo volto pensoso e i tuoi grandi occhi dolentiverso le spiagge abbagliate del Sognoverso divini arcipelaghi di nuvole!Le mie labbra saranno instancabilicome i bardotti che lentamente traggono,nella rosea frescura dei mattini,le grandi barche dalle vele solenniverso lo scintillo perlatodel mar lontano. Ed ionon sar pi che il tuo soffio E il mio sanguetravolger nel suo corso il profumo delle tue labbra,come un fiume a primavera, inebbriato di fiori!

Allora la tua bocca rosea sapr,fragile conchiglia rombante,per mormorare sinuosamenteil delirio dello spazio e il canto febbrile dei mari!Al ritmo della tua voce, il mio cuoresi prepar lentamente a salpareverso porti esaltati di solee verso sfolgoranti isole doroTu mi dicevi ingenuamenteche mai nessuno avea cos cantatoalle porte del tuo cuoreche mai nessuno aveva piantoil suo sogno e il suo doloreprofumandoti il seno di lagrime!

Poich sono il mendicante che piange e si lamenta,il mendicante affamato dIdealeche vien non si sa donde, e va lungo le spiaggeimplorando amore e baciper nutrirne il suo Sogno!

I tuoi gesti assopenti e vellutatiebbero il carezzevole languoreche hanno i remi sopra lacque brune, a seraLora liquida e gemebonda sincresp abbrividendo.Le nostre voci cadderoMa la Lussuria, ahim, ci spiavafrugando insidiosa nellombrala Lussuria ansimante lungo i muri strisciava!

Dalla finestra aperta, a quando a quandoil vento della nottesi rovesciava su di noi,avvolgendo la sua groppa oscenanella porpora delle tendeNoi vedemmo la lampada doro svenirecome una bimba malata tra vaporosi lini,e dolcemente morire!Vedemmo i casti bagliori della lampadainginocchiarsi, venendo meno, lungo i muri,come gli angeli pregantie i nostri sogni sinchinarono, malinconicie rassegnati, nel silenzioAllora il mio folle desiderio tapparvesguainato come una spada,e, brancolando sul tuo corpo puro,con un gesto selvaggio violentemente cercaiil tepore assorbente della tua bocca.Fuori di noi, in una nera ebriet,sinistramente ci prendemmo le labbra,come se commettessimo un delitto!Le labbra mie saccanironosulle tue, pesantemente,e le nostre bocche ne furono insanguinatecome due lance!

Con un gesto sublime,tu moffristi, in delirio, la tua nudit soavecome una fiasca di pellegrino, ed ioabbeverai la mia sete immensasul tuo corpo ignudo, fino al delirio,cercandovi limmenso OblioTremante e come pazza di vertiginesi chin la mia Animasulla tua bellezza radiosa,perdutamente, come sopra un abissovertiginoso di profumi e di calde luci!I tuoi occhi sillanguidirono dolcissimamentesotto le rosee palpebrelampante velate di vaporosa seta e, chinato fra i tuoi svolazzanti capelli,io presi alfine la tua Anima, tuttala tua Anima, religiosamente,protese le labbra,come si prende lostia consacrata.

Quando ripresi il camminoverso la profondit delle livide nottiil cuore mio, fattosi nero, ebbe sete,e avidamente io bevvi la neraacqua delle fontaneIndi fuggii, precipitando i miei passi,verso lIgnotoPoich sono il mendicanteche va lungo le spiaggeimplorando amore e baci, per nutrirne il suo Sogno,con in cuore il terrore di affondare per semprei suoi piedi sanguinantinella freschezza carnale delle sabbie, in riva ai mari,in una qualche Seradi stanchezza mortale e di Vuoto infinito!

Bombarde.

ogni 5 secondi cannoni da assedio sventrare spazio con un accordo tam-tuuumb ammutinamento di 500 echi per azzannarlo sminuzzarlo sparpagliarloallinfinitonel centro di quei tam-tuuumb spiaccicati (ampiezza 50 chilometri quadrati) balzare scoppi tali pugni batterie tiro rapido Violenza ferocia regolarit questo basso grave scandere gli strani folli agitatissimi acuti della battaglia Furia affannoorecchie occhinarici aperti attentiforza che gioia vedere udire fiutare tutto tutto tara-tatatata delle mitragliatrici strillare a perdifiato sotto morsi schiaffffi traak-traak frustate pic-pac-pum-tumb bizzzzarrie salti altezza 200 m della fucileria Gi gi in fondo allorchestrastagni diguazzare buoi buffali pungolicarri pluff plaff impennarsi di cavalliflic flac zing zing sciaaack ilari nitriti iiiiii scalpiccii tintinnii 3 battaglioni bulgari in marcia croooc-craac [LENTO DUE TEMPI] Sciumi Maritza o Karvavena croooc craaac grida degli ufficiali sbataccccchiare come piattttti dotttttone pan di qua paack di l cing buuum cing ciack [PRESTO] ciaciaciaciaciaak su gi l l in-torno in alto attenzione sulla testa ciaack bello Vampevampevampe vampevampe vampevampe ribalta dei forti die-vampevampetro quel fumo Sciukri Pasci comunica telefonicamente con 27 forti in turco in tedesco all Ibrahim Rudolf all all attori ruoliechi suggeritori scenari di fumoforeste applausi odore di fieno fango sterco non sento pi i miei piedi gelati odore di salnitro odore di marcioTimmmpani flauti clarini dovunque basso alto uccelli cinguettare beatitudine ombrie cip-cip-cip brezza verde mandre don-dan-don-din-b tam-tumb-tumb tumb tumb-tumb-tumb-tumbOrchestra pazzi bastonareprofessori dorchestra questi bastonatissimi suooooonare suooooonare Graaaaandi fragori non cancellare precisare ritttttagliandoli rumori pi piccoli minutissssssimi rottami di echi nel teatro ampiezza 300 chilometri quadrati Fiumi Maritza Tungiasdraiati Monti Rdopi ritti al-ture palchi loggione 2000 shrapnels sbracciarsi ed esplo-dere fazzoletti bianchissimi pieni doro Tumb-tumb 2000 granate protese strappare con schianti capigliature tenebre zang-tumb-zang-tuuum-tuuumb orchestra dei rumori di guerra gonfiarsi sotto una nota di silenziotenuta nellalto cielo pallone sfericodorato sorvegliare tiri parco aerostatico Kadi-Keuy .

Quarto d'ora di poesia della X MAS

Salite in autocarro aeropoeti e via che si va finalmente a farsi benedire dopo tanti striduli fischi di ruote rondini criticomanilambicchi di ventosi pessimismiGuasto al motore fermarsi fra Italiani ma voi voi ventenni sietegli ormai famosi renitenti alla leva dell'Ideale e tengo a dirvi chespesso si tent assolvervi accusando l'opprimente pedantismodi carta bollata burocrazie divieti censure formalismimeschinerie e passatismi torturatori con cui impantanarono ilritmo bollente adamantino del vostro volontariato sorgivo amezzo il campo di battagliaNon vi grido arrivederci in Paradiso che lass vi toccherebbeubbidire all'infinito amore purissimo di Dio mentre voi orasmaniate dal desiderio di comandare un esercito diragionamenti e perci avanti autocarriUrbanismi officine banche e campi arati andate a scuola aquesti solenni professori di sociologia formiche termiti apicastoriIo non ho nulla da insegnarvi mondo come sono d'ogniquotidianismo e faro di una aeropoesia fuori tempo spazioI cimiteri dei grandi Italiani slacciano i loro muretti agresti nellavilt dello scirocco e danno iraconde scintille crepitanoimpazienze di polveriera senza dubbio esploderannoesplodonomorti unghiuti dunque autocarri avantiVoi pontieristi frenatori del passo calcolato voi becchinicocciuti nello sforzo di seppellire primavere entusiaste di gloriaditemi siete soddisfatti d'aver potuto cacciare in fondo fondo alvostro letamaio ideologico la fragile e deliziosa Italia ferita chenon muoreAutocarri avanti e tu non distrarti raggomitola il tuo corpoardito a brandelli che la rapidit crudele vuol sbalestrarti in cieloprima del tempoScoppia un cimitero di grandi Italiani e chiama Fermatevifermatevi volantisti italiani aveva bisogno di tritolo ve loegaliamo noi ve lo regaliamo noi noi ottimo tritolo estratto dalmidollo dello scheletroE sia quel che sia la parola ossa si sposi colla parola possa conla rima vetusta frusti le froge dell'Avvenire accese daibiondeggianti fieni di un primatoCi siamo finalmente e si scende in terra quasi santaBeatitudine scabrosa di colline inferocite sparanoVibra a lunghe corde tese che i proiettili strimpellano lavoluttuosa prima linea di combattimento ed una tuonantecattedrale coricata a implorare Ges con schianti di pettilaceratiSaremo siamo le inginocchiate mitragliatrici a canne palpitanti dipreghiereBacio ribaciare le armi chiodate di mille mille mille cuori tutti traforati dal veemente oblio eterno

AllAutomobile da corsa

Veemente dio duna razza dacciaio,Automobile ebbra di spazio,che scalpiti e fremi dangosciarodendo il morso con striduli dentiFormidabile mostro giapponese,dagli occhi di fucina,nutrito di fiammae dol minerali,avido dorizzonti, di prede sideraliIo scateno il tuo cuore che tonfa diabolicamente,scateno i tuoi giganteschi pneumatici,per la danza che tu sai danzarevia per le bianche strade di tutto il mondo!Allento finalmentele tue metalliche redini,e tu con volutt ti slancinellInfinito liberatore!Allabbaiare della tua grande voceecco il sol che tramonta inseguirti veloceaccelerando il suo sanguinolentopalpito, allorizzonteGuarda, come galoppa, in fondo ai boschi, laggi!Che importa, mio dmone bello?Io sono in tua bala! Prendimi! Prendimi!Sulla terra assordata, bench tutta vibridechi loquaci;sotto il cielo accecato, bench folto di stelle,io vado esasperando la mia febbreed il mio desiderio,scudisciandoli a gran colpi di spada.E a quando a quando alzo il capoper sentirmi sul colloin soffice stretta le bracciafolli del vento, vellutate e freschissime

Sono tue quelle braccia ammalianti e lontaneche mi attirano, e il ventonon che il tuo alito dabisso,o Infinito senza fondo che con gioia massorbi!Ah! ah! vedo a un tratto mulinineri, dinoccolati,che sembran correr su lalidi tela vertebratacome su gambe prolisse

Ora le montagne gi stanno per gettaresulla mia fuga mantelli di sonnolenta frescura,l, a quel sinistro svoltoMontagne! Mammut in mostruosa mandra,che pesanti trottate, inarcandole vostre immense groppe,eccovi superate, eccovi avvoltedalla grigia matassa delle nebbie!E odo il vago echeggiante rumoreche sulle strade stampanoi favolosi stivali da sette leghedei vostri piedi colossali

O montagne dai freschi mantelli turchini!O bei fiumi che respiratebeatamente al chiaro di luna!O tenebrose pianure! Io vi sorpasso a galoppo!Su questo mio mostro impazzito!Stelle! mie stelle! luditeil precipitar dei suoi passi?Udite voi la sua voce, cui la collera spaccala sua voce scoppiante, che abbaia, che abbaiae il tuonar de suoi ferrei polmonicrrrrollanti a prrrrecipiziointerrrrrminabilmente?

Accetto la sfida, o mie stelle!Pi presto! Ancora pi presto!E senza posa, n riposo!Molla i freni! Non puoi?Schintali, dunque,che il polso del motore centuplichi i suoi slanci!

Urr! Non pi contatti con questa terra immonda!Io me ne stacco alfine, ed agilmente volosullinebbriante fiume degli astriche si gonfia in piena nel gran letto celeste!