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(Allegato 1) SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: UNPLI NAZIONALE 2) Codice di accreditamento: 3) Albo e classe di iscrizione: CARATTERISTICHE PROGETTO 4) Titolo del progetto: VISITIAMO IL SANNIO 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): D/02 PATRIMONIO ARTISTICO CULTURALE, TURISMO CULTURALE 6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili: Il contesto territoriale e settoriale entro il quale si è inteso realizzare il presente progetto è costituito dai comuni interessanti le pro loco di: APOLLOSA, CASALDUNI, CASTELVENERE, CAUTANO, CEPPALONI, CERRETO SANNITA, CIRCELLO, 1^ NZ01922 NAZIONALE

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(Allegato 1)

SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI INSERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE

1) Ente proponente il progetto:

UNPLI NAZIONALE

2) Codice di accreditamento:

3) Albo e classe di iscrizione:

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto:

VISITIAMO IL SANNIO

5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

D/02 PATRIMONIO ARTISTICO CULTURALE, TURISMO CULTURALE

6) Descrizione del contesto territoriale e/o settoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili:

Il contesto territoriale e settoriale entro il quale si è inteso realizzare il presente progetto è costituito dai comuni interessanti le pro loco di: APOLLOSA, CASALDUNI, CASTELVENERE, CAUTANO, CEPPALONI, CERRETO SANNITA, CIRCELLO, CIVITELLA LICINIO, DUGENTA, FAICCHIO, FOGLIANISE, FRAGNETO MONFORTE, LIMATOLA, MELIZZANO, MONTESARCHIO, MORCONE, PAGO VEIANO, PAOLISI, PIETRAROJA, PIETRELCINA, PONTE, PONTELANDOLFO, SAN GIORGIO LA MOLARA, S. MARCO AI MONTI, SAN MARCO DEI CAVOTI, SAN SALVATORE TELESINO, SANT’AGATA DEI GOTI, SANTA CROCE DEL SANNIO, SANT’ARCANGELO TRIMONTE, SOLOPACA, TELESE TERME; dai COMUNI di DUGENTA e MELIZZANO e dal Comitato Provinciale UNPLI di Benevento quale elemento di coordinamento e promozione e capofila delle attività di servizio civile nella Provincia. Si presenta un progetto unico perché i territori in cui tali pro loco operano (tutti della provincia di

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NAZIONALE

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Benevento - Regione Campania) sono omogenei per risorse culturali, ambientali e paesistiche e per le possibilità di miglioramento e sviluppo afferenti agli standard sociali, culturali ed economici; inoltre il progetto si prefigge il fine di integrare culturalmente un territorio più ampio che presenta anche varie diversità.

BENEVENTO E LA SUA PROVINCIA:Benevento, la regina del Sannio, è una città dalla storia plurimillenaria. Nel suo volto discreto, da nobildonna d’anntico lignaggio, i segni della bellezza si manifestano con grandezza ed eleganza. Nella sua fisionomia profondamente stratificata, Benevento mostra i segni della propria storia in spendidi monumenti e in tanti piccoli e minuti particolari. Lontano il ricordo degli antichi sanniti, la città mostra intero il suo splendore di urbe romana : del periodo classico i monumenti più vistosi sono l’ Arco di Traiano e il Teatro Romano. Capitale del ducato longobardo nell’ Italia Meridionale,Benevento visse in questo periodo uno dei momenti più intensi e splendidi della sua storia: testimone meraviglioso ne è la incantevola chiesa di S.Sofia, costruita nel 774, il cui bellissimo chiostro romanico ospita il Museo del Sannio, dove sono raccolte testimonianze artistiche ed archeologiche importantissime.La dominazione longobarda finì agli inizi del 1000 con la venuta dei Normanni. Ma la città non entrò nel Regno dele Due Sicilie e, enclave in uno stato straniero, passò sotto il dominio dello Stato Pontificio, che ha esercitato il suo dominio sulla città fino all’ Unità d’Italia. Una città non vistosa , Benevento, né appariscente, ma che merita di essere scoperta ed apprezzata, non solo per i suoi monimenti ma anche per l’atmosfera che si respira nei suoi vicoli, dove, passando sotto pontili e arcate gotiche, sembra di essere in un museo all’ aperto: incastonate in murature di tutte le fogge e forme, si scoprono lapidi, bassorilievi, fregi, pietre tombali, capitelli, frammenti di statue, … In un intrico di strette viuzze si nasconde anche un altro dei tesori di Benevento: l’ Hortus Conclusus di Mimmo Palladino, straordinario allestimento scultoreo – architettonico assolutamente unico nel suo genere.Da Benevento agli altri centri della provincia colpisce il connubio perfetto tra ricchezza culturale e natura incontaminata. La provincia beneventana è il cuore dell’ antico Sannio, e si estende tra i fiumi Sabato e Calore, occupando una zona in larga parte collinare e montuosa. L’ insediamento dei centri abitati, sorti prevalentemente nel medioevo, è di preferenza lungo le dorsali montane e sulle cime collinari. La loro posizione è sempre di scenografica bellezza e la loro architettura produce effetti di grande suggestione. Inoltre, il rapporto tra i cenri abitati e il paesaggio rurale circostante è sempre di armonia e integrazione.Terra dalle qualità inaspettate, il Sannio beneventano è un’occasione buona in ogni stagione e per tanti motivi: per tuffarsi nella sacralità mistica con una visita a Pietrelcina; per curare il proprio corpo nelle accoglienti terme di Telese; per degustare ed acquistare i tanti prodotti doc; per conoscere il ricco patrimonio artistico; per ammirare i suoi splendidi paesaggi. In una regione quale la Campania che non poche offerte propone al turismo internazionale, Benevento ne è centro genuino ed inviolato, che racchiude in sé potenzialità tutte da attivare. Terra che affonda le sue radici in tutte le culture antiche con una ricchezza che è natura, paesaggio, storia, religione, arte, mito, leggenda: un patrimonio dal quale partire per costruire l’ unico futuro possibile.

APOLLOSA Superficie: 21 kmq Abitanti: 2.618 Altitudine: 420 mt/slm Distanza dal Capoluogo: Benevento Km. 10 Come arrivare: SS 7 Appia, ex SS. 7 Appia, Provinciale Vitulanese.

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Cenni storici

APOLLOSA è un piccolo centro del Sannio, sulle pendici del monte Taburno che scendono dolci lungo la via Appia. Le sue origini risalgono al tempo dell’ antica Roma e il suo nome deriva dall’originario Lapillusia, da lapillus miliarius. La posizione di controllo sulla via Appia vide l’interesse dei dominatori Angioini e Aragonesi. Si ricorda un’importante battaglia tra il rettore di Benevento Guglielmo e il terribile barone Ugo Infante di Apollosa combattuta nel 1127 presso il Castello di Terravecchia, ormai completamente cancellato dal bosco. Delle sue ben 18 Chiese, ancora in piedi nel 1600 (di cui si ha ricordo negli archivi parrocchiali) oggi non ne restano che tre. Agli inizi del ‘900 Re Umberto I visitò Apollosa: una bella fotografia dell’ epoca documenta l’ eccezionale evento.

Beni Culturali, Artistici, Storici E Ambientali APOLLOSA, centro a vocazione prettamente agricola, è il posto ideale per chi vuole vivere, immergendosi in una natura affascinante e incontaminata: dolci pendii, boschi, querceti invogliano a piacevoli passeggiate, da fare anche in mountain-bike, a rilassanti pic-nic alla fresca ombra nei suoi verdi prati, lontano dai rumori della città. Di richiamo regionale la Sagra del Maialetto, organizzata dalla Pro Loco da ormai 13 anni, che registra oltre 8000 coperti in solo due serate.Di antichissima tradizione la festa patronale in onore di S. Anna, venerata con profonda affezione per un avvenuto miracolo nel 1911, e che vede ogni anno il ritorno degli emigrati, soprattutto da Germania e Svizzera, ma anche dalle Americhe e dall’Australia, per partecipare ai festeggiamenti. Da visitare: le Chiese di S. Giovanni e S. Maria Assunta, con tele di Giuseppe Castellani (XVIII sec.), statue lignee del 1800 e lapidi con epigrafi della fine del 1600, il tutto perfettamente conservato; il Palazzo Baronale, con tutte le vestigia delle passate ricchezze; la sede della Pro loco, nell’ antico palazzo del Monte Frumentario, con una cartina dei confini dell’ Italia del 1922 e una fornitissima Biblioteca di Interesse Locale, con oltre 3000 volumi e tre postazioni-computer.

EconomiaAPOLLOSA, centro ad economia prettamente agricola, è apprezzata per prodotti i altissima qualità come olio, vino Aglianico e Coda di Volpe prodotti in zona D.O.C. e per la sua ottima cucina tipica: pasta fresca artigianale, carni e salumi dal sapore di un tempo, pane taralli e biscotti di antica ricetta. Un’antica tradizione artigianale: legno, ceramica e fiori, fanno di Apollosa un noto centro in tutta la provincia. Le tradizioni sottese a queste attività: gli antichi strumenti di lavoro degli artigiani, le genuine ricette delle massaie, i segreti della natura che i contadini si tramandavano di padre in figlio, sono oggi, purtroppo, a serio rischio di perdita, sconosciute soprattutto alle nuove generazioni, essendo ormai solo un ricordo nella memoria di pochi anziani.

Manifestazioni ed EventiLa più importante manifestazione di Apollosa è sicuramente la SAGRA DEL MAIALETTO organizzata ogni anno dalla locale Pro Loco, la quale propone, tra i suoi tanti appuntamenti, anche IL NOSTRO CARNEVALE, rassegna di mascherate storiche, la mostra IL NOSTRO PRESEPE con la promozione della tradizione presepiale locale e il CONCERTO DELL’ EPIFANIA con l’ intervento dei più importanti cori polifonici della

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Campania. Anche le più sentite celebrazioni religiose sono accompagnate da una notevole organizzazione di intrattenimento; si vogliono qui ricordare solo le più importanti: la festa Patronale in onore di S. Anna e quella in onore di S. Giovanni Battista, rispettivamente il 26 luglio e il 24 giugno.

CASALDUNISuperficie: 23,7 kmqAbitanti: 1600 Altitudine: 400mt/slmDistanza dal capoluogo: Benevento 22 KmCome arrivare:autostrada Napoli - Roma, uscita al casello di Caianello proseguendo per la nazionale S.S. 88 - bivio di Casalduni.

Cenni StoriciL’origine del comune di CASALDUNI è incerta. Il suo nome, che significa “Casale”, sta ad indicare una terra abitata, ma che non aveva una propria autonomia, appartenente a chiese o a monasteri ovvero senza corte di coloni asserviti alla gleba, spettante a detti monasteri o forse a qualcuno dei Longobardi o Normanni conquistatori; l’autonomia fu acquistata quando fu realizzato l’attuale Castello Ducale e da cui è possibile, risalire con riscontri obiettivi per una datazione storica più attendibile. Dalle ricerche effettuate e dai vari dati in possesso, possiamo sostenere che il paese già esisteva intorno all’anno Mille e dipendeva dalla baronia di Tommaso di Fenuccio che la cedette a un certo Guglielmo di Rampano, che possedeva Ponte, il comune vicino.

La prima menzione che si fa di Casalduni risale al 1335, in una bolla di Papa Clemente V, in riferimento alla delimitazione del territorio di Benevento (Castrum Casaldonis). Fu concesso dagli Angioini alla Casa di Sus, in particolare ad Ilaria di Sus, figlia di Americo e vedova di Eustasio Sabrano, figlio del conte di Ariano. Prima del 1415, infatti, Casalduni apparteneva ai Sabrano, conti di Ariano al seguito di Carlo d’Angiò. In seguito i Sabrano furono spogliati dei loro feudi per avere consigliato Giovanna II regina di Napoli di parteggiare per Luigi d’Angiò contro re Alfonso d’Aragona e i loro possedimenti furono dati a Francesco Attendolo Sforza, capitano di ventura.Il terremoto del 1688 distrusse anche Casalduni e rimase in piedi solo il castello feudale e le chiese di San Rocco e di S. Maria della Consolazione.Per le vicende del 1860 questa terra ebbe molto a soffrire e, il 14 agosto 1861, fu saccheggiata e messa a fuoco.Nell’agosto del 1860 infatti i fautori del caduto regime borbonico spingevano le popolazioni del luogo alla rivolta che scoppiò a Pontelandolfo, il comune più vicino. Qui un drappello di soldati piemontesi, comandati dal luogotenente Cesare Augusto Bracci, trovò rifugio nel castello ma, una volta uscito per mettersi al sicuro, fu massacrato nei pressi di Casalduni tra torture e sevizie. Il generale Cialdini allora ordinò la completa distruzione sia di Casalduni che di Pontelandolfo. Il tenente Melegari eseguì ala lettera gli ordini impartiti dal Cialdini e si abbandonò ad una tremenda vendetta, trucidando e dando alle fiamme le dimore dei casaldunesi colpevoli del suddetto deprecabile episodio, primo fra tutti quella del Sindaco Orsini, ma anche di altri cittadini innocenti. I bersaglieri depredarono le case e finanche le chiese degli arredi ed oggetti sacri, che poi andarono a vendere nei paesi vicini.Precedentemente, nel 1860, la località Spinelle, prospiciente il castello, era stata teatro di una cruenta battaglia, verificatasi fra le truppe di Garibaldi e quelle dei Borboni, e le perdite ivi riportate in totale ammontarono a circa 200 uomini.

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Beni Culturali, Artistici, AmbientaliDa visitare: il Castello Ducale, di origine medievale, che si erge a dominare il territorio circostante da un’altura a ridosso del torrente Alente, circondato dal verde rigoglioso che ne caratterizza e ne sottolinea la bellezza. Nel 1988 l’Amministrazione ha comprato il Castello per restaurarlo e lo ha riaperto al pubblico il 12 Luglio 1997. Oggi il maniero è sede della biblioteca comunale ed è adibito a sala convegni. Si ricordano ancora: le due torri di avvistamento (Torre dei Briganti e Torre di Racchi, ridotte ormai a ruderi che richiedono un subitaneo recupero) e la Chiesa di S. Rocco adiacente al castello, risalenti all’epoca medievale; la Chiesa S. Maria Assunta, chiesa parrocchiale, risalente al 1500, più volte distrutta da vari terremoti e ricostruita ex novo; la Fontana Vecchia, di cui si ha notizia in un’indagine “murattiana” del 1812, da cui si deduce che l’acqua di questa fontana è stata sempre fonte di vanto per la popolazione di Casalduni, al punto che su di essa sono state scritte diverse canzoni entrate nel repertorio del gruppo folk del paese, denominato appunto “Fontanavecchia”; le tre piazze principali: Piazza Municipio, che prende il nome dal palazzo comunale ubicato nella parte ovest, Piazza Fontana, così chiamata perché vi si trova la Fontana Vecchia, Largo Croce, a sinistra della quale si apre un’ampia strada costeggiata da alberi che porta al castello ducale.

Borgo di notevole importanza storica, culturale ed economica è il centro antico “Terra Vecchia”. Si tratta del centro in cui in passato sorgeva il paese di Casalduni e in cui si svolgeva l’intera vita sociale ed economica. Era una delle zone più sviluppate dell’intera provincia di Benevento, essendo una delle uniche a possedere la corrente elettrica, un mulino e un pastificio, e vi si svolgeva un’intensa attività economica e commerciale. Esso sorgeva sulle rive del torrente Lente e, a causa delle frane causate dallo stesso torrente e a causa dei frequenti terremoti, fu parzialmente distrutto e, di conseguenza, abbandonato. Terra Vecchia è, forse, l’area che richiede il maggior intervento di recupero e valorizzazione, dato lo stato di abbandono e degrado in cui si trova.

Tra le strutture ricreative si ricorda la palestra comunale, la piscina comunale (aperta nel periodo estivo), la casa canonica, recentemente restaurata, luogo di incontro dei giovani.

EconomiaIl territorio è prevalentemente collinare e presenta ancora spiccata ruralità. Come attività prevalente vige una economia si carattere soprattutto agricolo; per il suo clima piuttosto dolce, è favorita le produzione del vino, dell’olio e del tabacco. Parte del territorio è incluso nella zona D.O.C. di Solopaca; le qualità di vino prodotte sono: Sangiovese, Montepulciano ed Aglianico.L’olio dal gusto sopraffino che ha ricevuto il marchio DOP rappresenta una grandissima fonte di orgoglio per il popolo di Casalduni; esso rappresenta per Casalduni il mezzo per consentire a questo verdeggiante paese e ai suoi giovani di farsi conoscere.Il nostro olio è stato ed è fonte di incontri con l’Università di Portici e di convegni atti a far conoscere la grande importanza, in campo alimentare, dell’olio.I prodotti tipici da gustare nel nostro paese sono: gli “ammugliatielli” o “abbuoti”, prodotto confezionato con interiora di agnellino lattante; i “cicatielli” al ragù; il formaggio pecorino e la trippa al sugo piccante.

Manifestazioni ed EventiRicordiamo le manifestazioni religiose che ancora oggi si svolgono: innanzitutto Santa Rita, che si festeggia il 22 Maggio. La tradizione vuole che il 22 mattina per le vie del paese si porti in processione la Statua della Santa, seguita da una folta popolazione che recita preghiere e canti. In questa occasione si svolge una fiera molto vivace e allegra.

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Poi si festeggia la Madonna del Carmine, il 16 Luglio. I festeggiamenti, che iniziano il 14 Luglio col PALIO DEL CARMINE organizzato dalla Pro Loco, coinvolgono i Casaldunesi in gare musicali, eseguite con il tradizionale organetto, fiere e nella processione del Santo. Durante l’evento si organizza la SAGRA DELL’AMMUGLIATIELLO celebre prodotto tipico casaldunesi e una RASSEGNA FOLKLORISTICA a cui partecipano gruppi esteri.L’8 settembre si festeggia la Madonna della Consolazione, che si trova nella Cappella del cimitero di Casalduni. In questo giorno si va in processione dal cimitero alla Chiesa per portare la Madonna a Casalduni.Infine dobbiamo ricordare San Matteo che si festeggia il 17 Settembre con una fiera. In questo stesso giorno, che chiude il periodo delle festività religiose estive, si riporta la Madonna della Consolazione al Cimitero in processione. A conclusione di tutte le festività religiose su elencate, vengono organizzati spettacoli musicali dal Gruppo Folk “Fontanavecchia” di Casalduni ed hanno luogo le balenanti meraviglie dei fuochi pirotecnici. Durante il periodo invernale viene organizzata una sagra che sponsorizza l’olio d’oliva “Ortice”, coltivato nel territorio.

CASTELVENERESuperficie: 15,15 KmqAbitanti: 2.600Altitudine: 119 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 30 KmCome arrivare: da Napoli: autostrada A1 Napoli-Roma, uscita Caserta Sud, proseguire per la via Appia direzione Benevento ed al bivio di Maddaloni svoltare in direzione Sant’Agata de’ Goti. Sin percorre la Fondo Valle Isclero fino all’innesto sulla Caianello-Benevento (uscita Castelvenere).

Cenni StoriciIl paese è situato nel cuore della Valle Telesina, zona che fa da “cerniera” tra il Parco Regionale del Matese e quello del Taburno. Il nome è legato all’invasione longobarda, che portò anche genti che abitavano nei pressi del torrente Wien (affluente del Danaubio), quindi chiamati ‘Wiener volk’. Ma le testimonianza che parlano di vita nel territorio castelvenerese affondano fino alla preistoria: lo attestano soprattutto i resti della palafitta venuti alla luce durante gli scavi del 1898. Altre testimonianze storiche importanti sono costituite dalle strutture romane in località Pugliano e dai resti di una villa rustica in località Parito, tutelati da vincolo archeologico. Durante il periodo feudale Castelvenere fu soggetta ai Sanframondo, di stirpe normanna, che dominarono nella valle Telesina dal 1130 circa al 1460, quindi ai Monsorio, già presenti nella zona dal 1334.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliTra i monumenti più importanti: la Torre detta “delle Venere’, testimonianza del “castrum” fatto costruire dai Monsorio intorno al 1500. La torre “domina” la strada del vecchio fossato dove sono allineate circa trenta cantine tufacee scavate nel corso del Seicento-Settecento, a testimonianza della grande tradizione enologica di questa terra. La torre e diverse cantine, insieme ad alcuni edifici del borgo medievale, sono stati di recente acquisiti al patrimonio comunale. Sono in esecuzione i lavori dell’Invaso Spaziale, con il recupero e la sistemazione proprio della zona delle cantine e della torre. A breve, invece, l’avvio dei lavori previsti nell’ambito del Programma Integrato di riqualificazione del centro storico (prima tranche dall’importo di oltre un milione di euro): il borgo si presenta

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con tipico impianto medievale ed è racchiuso dalle tre torri che dominavano l’antico fossato. Di particolare interesse nel centro storico sono Palazzo Barone (in fase di ultimazione i lavori di recupero per trasformarlo in un attrezzato punto esposizione-degustazione dei prodotti tipici) ed il vecchio palazzo baronale che sorge a pochissimi passi da piazza Mercato, classico angolino medievale con ancora il pozzo situato al mezzo. Fuori dal centro storico interessante si presenta la Chiesa della Madonna della Seggiola, costruita sul finire del XIX secolo a seguito del ritrovamento di una medaglina con l’effige della Vergine. Di estremo interesse è la chiesetta dedicata alla Madonna della Foresta situata nella contrada omonima: si tratta di un tempio che affonda le sue origini come luogo di culto basiliano. Di notevole fattura architettonica sono diversi casini rurali: Casino-Brizio (inserito nel progetto della Provincia di Benevento denominato ‘Balconi del Sannio’), Casino Cerza e Casino Pelosi.

EconomiaPaese prevalentemente agricolo che deve la sua forza economica alla viticoltura di qualità. Castelvenere è il comune con la percentuale più alta di superficie vitata in Campania. La produzione annua di uva è di circa 400.000 quintali. Altro primato riguarda il numero delle cantine che imbottigliano: se ne contano diciotto (da quelle medio-piccole a quelle di grandi capacità) tra cui anche due cantine sociali. Il territorio castelvenerese produce uve riconosciute in ben tre Doc (Denominazione di Origine Controllata: Sannio, Guardiolo e Solopaca) ed un’Igt (Indicazione Geografica Tipica: Beneventano) La produzione enologica è di grandissima qualità come dimostrano i diversi premi che frequentemente raccolgono le varie realtà produttive nell’ambito di concorsi e rassegne nazionali. Altra risorsa agricola di grande importanza è l’olio extravergine di oliva, con il paese che rientra nei confini della Dop (Denominazione di Origine Protetta) ‘Sannio Caudino-Telesino’. A breve si apriranno sbocchi lavorativi consistenti anche in ambito della promozione turistica: a Castelvenere sorgerà la “porta” d’ingresso al Programma Integrato Enogastronomico della Provincia di Benevento, con i finanziamenti già stanziati dall’assessorato regionale al Turismo ed ai Beni Culturali.

Manifestazioni ed EventiSono numerose la manifestazioni che si tengono durante l’anno a Castelvenere. Di grande interesse è la FESTA DEL VINO, che si appresta a toccare i trent’anni di vita. L’evento, allestito dalla Pro Loco, fa parte del progetto ‘IN@NATURA’ Itinerari del gusto 2006, inserito nella “Programmazione degli interventi promozionali per l’incremento in Campania dei flussi turistici italiani ed esteri per l’annualità 2006 denominata ‘Eventi in…. Campania’ dell’assessorato al Turismo ed ai Beni Culturali della Regione Campania. Oltre alla Festa del Vino la Pro Loco organizza la Scampagnata Vennerese, evento di richiamo regionale che ogni anno (il Lunedì in Albis) si svolge nell’area verde del Parco Rascolagatti. Agli eventi della Pro Loco si uniscono le feste patronali di Sant’Anna (26 luglio) e soprattutto quella di San Barbato (19 febbraio) che richiama molti turisti ad assistere alla gara dei fuochi pirotecnici che vede protagoniste diverse ditte della regione. Importante è anche il concorso nazionale gastronomico-letterario ‘Cucina & Magia’ che da cinque anni organizza l’istituto alberghiero ‘Le Streghe’ di Benevento, con sede coordinata a Castelvenere.

Personaggi IllustriSan Barbato, vescovo del VII secolo, famoso per la sua opera di conversione presso i Longobardi. L’Apostolo del Sannio è nato nell’anno 602, in località ‘Vandari’ (l’attuale contrada Madonna della Foresta’. E’ famoso anche per la leggenda delle streghe, a lui si deve, infatti, l’estirpazione del famoso ‘Noce di Benevento’ poi “rifiorito” a partire dal

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1600 proprio perché luogo di ritrovo delle streghe.Don Giovanni Salvatore. Musicista del Seicento che ebbe grande fama nel ricco panorama culturale della Napoli Barocca. Insieme a Francesco Provenzale ha fondato le scuole musicali che si sono poi fuse dando vita al Conservatorio di Musica di San Pietro a Majella. Autore di importantissime pagine di Musica da Chiesa che oggi vengono riportate alla luce dalle incisioni dei maggiori musicisti (su tutte quelle curate dalla Cappella della Pietà dei Turchini di Napoli, diretta dal maestro Antonio Florio).

CAUTANOSuperficie: 26,15 kmqAbitanti: 2.023Altitudine: 812mt/slmDistanza dal capoluogo: Benevento: Km 21,3Come arrivare: Da Napoli autostrada Napoli-Bari uscita Caserta-Sud, prosegiuire per l’SS7 Appia direzione Benevento; da Avellino autostrada Napoli-Bari, Uscita Benevento, proseguire per 16 Km fino a Benevento, uscita Benevento sud e proseguire fino allo stadio, imboccare la Fondo Valle Sabato e proseguire fino al bivio per Cautano.

Cenni StoriciCautano deriva dall’ antica Caudium, dopo che questa fi distrutta : l’etimo attraverso la trasformazione Caudini-Cautani, lo conferma. La sua fondazione risale al Medioevo, certamente prima del 852, quando Radelgario era principe di Benevento.Il nome delle frazione di Cacciano compare invece in un documento di Roberto d’ Alife , datato al 1109.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliTra le bellezze di Cautano spiccano la Cappella di S. Rocco,del XVII secolo, l’ ottocentesca Fontana Pubblica, il Palazzo Procaccino, la Congrega do S. Sebastiano, unica testimonianza della chiesa di S. Pietro al Tocco e soprattutto il MONASTERO DI S. MARIA DELLA GROTTAfondato nel 940 dai Benedettini:il suo nome più antico, spesso ritrovato nei documenti, era “S. Maria di Monte Drago. I ruderi di questo moanastero si trovano su uno strapiombo in un aposizione strategica, in corrispondenza di due antiche mulattiere,c he collegavano la Valle Telesina alla Valle Vitulanese.l’ antico impianto si sviluppa su un asiperficie stretta e lunga di cui si conservano l’ imponente torre quadrata, che si sviluppa su tre livelli con marcapiani di pietra attotonfdati e spigoli co blocchi ben squadrati; l’ alto recinto murario che chiudeva il monastero a monte e la porta l’ ingresso . della chiea vera e propria non rimane che l aparte terminale con l’ abside e poche tracce d’intonaco. A destra della chiesa una scale conduce ad una serie di ambienti comunicanti che dovevano costituire la parte riservata ai monaci. Sul retro dell’ abbazia rimangono dei ruderi di una coetruzion eche doveva essere una piccola cappella e lungo la parete rocciosa si possono osservere delle grote carsiche, da cui deriva l’ attuale nome di Monastero di S. Maria della Grotta. Del monastero rimangono anche una campana e una icona della madonna in stile bizantino. Inserita nel meraviglioso Paeco Regionale del Taburno-Camposauro, CAutano è ricchissima di boschi e belvedere, dai quali osservare magnifici panorami.

EconomiaCAUTANO è un piccolo centro ad economia prettamente agricola, apprezzata per prodotti di altissima qualità come olio, vino Aglianico e Falangina prodotti in zona D.O.C. e per la sua ottima cucina tipica: pasta fresca artigianale, carni e salumi dal sapore di un tempo, pane, taralli e biscotti di antica ricetta. Cautano vana anche un’ antica tradizione artigianale: ma gli antichi strumenti di lavoro degli artigiani, le genuine ricette delle massaie, i segreti della natura che i contadini si

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tramandavano di padre in figlio, sono oggi, purtroppo, a serio rischio di perdita, sconosciute soprattutto alle nuove generazioni, essendo ormai solo un ricordo nella memoria di pochi anziani come i molti prodotti e piatti tipici: cecatielli, pizzilli, ciciuotti, peperoni arrostiti.

Manifestazioni ed eventi Tra le più importanti manifestazioni ricordiamo la Festa di : Pasquale (17-18 maggio), la Festa di Maria SS. Della Grazie (dal 2 al 4 luglio) e la Festa di S. Rocco (dal 16 al 19 agosto). Di richiamo per i centri limitrofi è anche il mercato settimanale, antico retaggio delle nundinae romane e delle fiere medievali.

CEPPALONISuperficie: 23,67 kmqAbitanti: 3.405Altitudine: 321 mt/slmDistanza dal capoluogo: Benevento: Km 14,5Come arrivare: Da Napoli autostrada Napoli-Bari uscita Caserta-Sud, prosegiuire per l’SS7 Appia direzione Benevento (all’altezza di Tufara Valle svoltare a Destra); da Avellino autostrada Napoli-Bari, Uscita Benevento, proseguire per 16 Km fino a Benevento, uscita Benevento sud e proseguire fino allo stadio, imboccare la Fondo Valle Sabato e proseguire fino al bivio per Ceppaloni.

Cenni StoriciDal Castello di Ceppaloni si domina tutta la valle del fiume Sabato, che nel passato fu teatro di grandi e violenti avvenimenti storici .Ceppaloni preesisteva all’ottavo secolo d.C., compreso nel Gastaldato di Benevento, ed era posseduto da Gastaldo Vaccone. Il tale feudatario donò poi, nell’anno 796, Ceppaloni ai Benedettini di Montecassino. Nel 1125 possedeva Ceppaloni il normanno Raone di Fragneto.Il Rettore di Benevento a causa di gravi misfatti, marciò con le proprie milizie verso Ceppaloni per assalire Raone. Costui però, stava nascosto con circa 50 cavalieri e molti fanti lungo il fiume Sabato e assalì di sorpresa i Beneventani sconfiggendoli e facendo molti prigionieri, per i quali chiese un consistente riscatto in oro e in argento. Nel 1129 Papa Onorio II si recò a Benevento e arrabbiatosi con i Beneventani, si portò a Ceppaloni e fece depredare Benevento. Nel 1138 re Ruggiero, su invito dei Beneventani, si recò con il suo esercito a Ceppaloni, conquistò la fortezza e concesse ai beneventani di distruggere il castello. Portato a termine le sue conquiste, fece ricostruire e fortificare di nuovo Ceppaloni. Nel 1229 Ceppaloni fu incendiato dall’esercito Papale e poi fortificato di nuovo. Molti sono stati i feudatari che hanno posseduto Ceppaloni nel corso dei secoli successivi, ma solo nel 1634, quando Ceppaloni appartenne alla famiglia “della Leonessa”, fu restaurata la rocca, per opera del Duca della Leonessa arcivescovo di Conza. Gli ultimi feudatari sono stati i Pignatelli di Monterotondi di Napoli che alienarono i propri beni ai contadini del luogo. Attualmente il comune di Ceppaloni è abitato da circa 3000 persone ed è costituito, oltre dal capoluogo, dalle frazioni S.Giovanni, Beltiglio, S.Croce, Barba e Tressanti.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliCEPPALONI sorge su di una collina alla destra del fiume Sabato. Domina con il suo Castello medievale l’intera Valle del Sabato. La Valle del Sabato è assai fertile (tabacchicoltura, ortaggi, funghi): piacevole è la veduta di Ceppaloni, da cui lo sguardo si porta sullo Stretto di Barba, sulla frazione omonima e su S. Croce, su Petruro, Chianche, Chianchetelle e S. Pietro Irpino in provincia di Avellino, su Bagnara (antica Terra Balnearia) e Motta (S. Angelo a Cupolo), su Monterocchetta e Pagliara (S. Nicola Manfredi). Ceppaloni è un insieme di molte

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frazioni, che in popolazione superano quella del Capoluogo. Le principali frazioni sono Beltiglio (già Chianche e Aquilia) e S. Giovanni (già S. Giovanni in Pino). Da visitare: Al 1502 risale la Chiesa arcipretale di S. Nicola, patrono di Ceppaloni, fatta edificare da Alessandro Della Marra, Arcivescovo di Santa Severina (i Della Marra hanno posseduto Ceppaloni). Anteriore è certamente la Chiesa dell'Annunziata ricordata in un documento del 1453 a proposito di un ospedale (da intendersi come luogo di accoglienza di pellegrini e forestieri in transito per il Paese). In questa Chiesa si trova una bella pittura del '400 raffigurante l'Annunciazione. Altro rilevante monumento è il Convento francescano del 1567, ora sede del Municipio, realizzato dalla Universitas per volere dei cittadini, molto devoti al Poverello di Assisi. Quello di Ceppaloni è il primo dei conventi francescani della Provincia di Benevento. In paese sono assai numerose le vestigia del passato, a cominciare dai numerosi portali in pietra, alcuni bellissimi, specie nel capoluogo; ma anche nelle frazioni di Beltiglio e S. Giovanni (già S. Giovanni in Pino) non mancano significative testimonianze del passato. A parte quelle esistenti (del SS. Rosario a Beltiglio - XVII sec. e di S. Giovanni Battista nella frazione omonima dello stesso secolo) e quelle già ricordate, da menzionare quelle di S. Bartolomeo Apostolo, S. Simone, S. Angelo e S. Barbato a Beltiglio. Tra gli edifici degni di nota, a parte il Castello, acquisito al patrimonio comunale e da restaurare, (forse prossima sede del Museo delle Streghe) di origine medioevale, Ceppaloni conserva le Chiese della SS. Annunziata (XV secolo) con una tela coeva raffigurante l'Annunciazione, quella già ricordata di S. Nicola (1502), del SS. Rosario a Beltiglio (XVII secolo) e di S. Giovanni Battista (idem) a S. Giovanni. Di altre chiese si ha notizia nei documenti: S. Giorgio a Ceppaloni-capoluogo; S. Barbato, S. Bartolomeo, S. Angelo e S. Simone a Beltiglio. Di eccezionale importanza, non solo religiosa, il Convento dei Padri Serviti di S. Francesco del 1567, ora sede del Municipio: è il primo convento francescano in provincia di Benevento e conserva un bel chiostro al centro del quale era un pozzo. Fu realizzato per volontà dell'Universitas, profondamente fedele al Poverello di Assisi. Altra architettura degna di nota: i numerosi e bei portali in pietra soprattutto nel capoluogo e qualcuno a Beltiglio, due pozzi di fine '800 a S. Giovanni, la Taverna di Rotola (in rovina), più di un palazzo a Ceppaloni ('500-'600), "casini" (pochi) in tutto il Comune. Si tratta, a ben vedere, di una importante dotazione che tuttavia non è mai stata adeguatamente valorizzata, anche perché tagliata fuori da qualsiasi tipo di percorso turistico sia provinciale che regionale. Va affermato che a tutt’oggi il patrimonio culturale in oggetto è realmente conosciuto ed apprezzato solo da una piccolissima parte della popolazione adulta quantizzabile attorno al 15% ma soprattutto non opportunamente fruito e utilizzato come strumento didattico-formativo dalla scuola.

Personaggi IllustriI Cutillo, famiglia ora estinta in Ceppaloni, hanno dato Carlo, morto nel 1704, Abate di Montevergine; Francescantonio esperto giuesperito e avvocato del ‘700, pubblicò un Commentarium de ritu Vicariae (1645) e Brevi esortazioni da fare ai condannati a morte dalla Giustizia per farli morire alienati dalle cose del mondo (1649); Lorenzo, (1604-1654), monaco e teologo di Montevergine, autore di numerose opere dal 1643 al 1649. Lonardo Piero (1873-1932). Professore di storia al Liceo “Giannone” di Benevento, è ricordato per Gli Ebrei a Benevento in documenti inediti (1899), Inventario dei Sacri arredi della Tesoreria Metropolitana nel 1411 (1900), Gli Statuti di Benevento sino alla fine del secolo XV (1902), La città di Benevento al tempo della congiura dei Baroni (1914-15) ed altre opere. Polcari Innocenzo (1818-1908). Gesuita, rettore del Seminario diocesano, latinista insigne, ha lasciato In Beatam Virginem Mariam, 1905, Della vita del P. Antonio Capelloni, 1865, Universale eloquuentiae institutiones, 1858.

Mazze Mario (1889-1973). Ordinario della Cattedra di Igiene all’Università di Napoli e autore di numerosissime pubblicazione scientifiche. Ha lasciato anche La Terra di Ceppaloni e P.

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Innocenzo Polcari S.I. con una raccomandazione ai giovani del Paese a coltivare lo studio delle memorie patrie. Il figlio Francesco è stato egli pure cattedratico e Direttore della clinica di semeiotica chirurgica del II Policlinico di Napoli. Testa Clorindo (1923). Architetto famoso, nato a Napoli, risiede in Argentina. Tra i maggiori architetti del mondo, pittore concettuale di grande fama, docente di architettura in Argentina. Ha realizzato la Biblioteca Nazionale e la Banca di Londra e America a Buenos Aires, il Centro Civico a Santa Rosa nella Provincia della Pampa. Come Pittore ha esposto in tutto il mondo e alla Biennale di Venezia. Nel 1997, nel corso di una mostra a Ceppaloni, dove ha esposto una serie di tele intitolata “La peste a Ceppaloni” ha ricevuto la cittadinanza onoraria. Ha poi redatto un progetto per un Centro Sociale a Beltiglio, da dove proveniva il padre Giovannandrea, cui sono stati intitolati i Giardini pubblici.

Tra i prodotti tipici vanno ricordati i “fusilli” (pasta preparata a base di farina, acqua e qualche uova, a forma elicoidale) e il formaggio pecorino, oltre al vino rosso “Aglianico”.

EconomiaI dati disponibili, forniti dall’Istituto Tagliacarne e dall’elaborazioni della Camera di Commercio di Benevento sui dati ISTAT, sul sistema produttivo Ceppalonese mostrano un tessuto imprenditoriale che, nel corso degli ultimi anni, continua a rafforzarsi non soltanto in termini quantitativi ma anche (e soprattutto) in termini di complessità e strutturazione organizzativa. Questo processo riflette la dinamica dello sviluppo imprenditoriale provinciale che vede una costante espansione delle società di capitale (var. 04/98: +90,6%), mentre le ditte individuali presentano una crescita irrisoria (var. 04/98: +12,2%) a conferma di un orientamento da parte delle imprese più strategico e competitivo. Una prima valutazione complessiva delle informazioni ci fornisce questo tipo di indicazione: le attività primarie nel Comune di Ceppaloni coprono il 36,7% del totale delle unità produttive presenti sul territorio, ponendosi in questo settore ai primi posti nella provincia sannita; il settore secondario nel Comune di Ceppaloni, al pari degli altri comuni della Valle del Sabato, rappresentano appena il 13% circa del totale delle attività produttive; il settore terziario, comprendendo in esso sia il commercio che le attività di ricezione turistica, raggiunge nell’intera area una percentuale del 41,7% nel 1999, anche se il trend rispetto agli anni passati è di sostanziale diminuzione.

Manifestazioni ed eventiTra le manifestazioni importanti ricordiamo la FIERA DELLA PORZIUNCOLA dal 31 luglio al 1 agosto). Di essa troviamo tracce già nel 1437 quando il re Alfonso d’Aragona accordò ai coniugi Ilaria Scillato e Francesco Orsini, feudatari di Ceppaloni, di tenere nel feudo di Ceppaloni un mercato una volta all’anno di domenica invece di martedì, come prescritto fino ad allora da una concessione precedentemente accordata dalla Regina Giovanna. Ad essa è affiancata, da 27 anni, la tradizionale SAGRA DEI FUSILLI E DEL FORMAGGIO PECORINO. Altra manifestazione degna di nota è la RASSEGNA DELLE TRADIZIONI CARNEVALESCHE, nel corso della quale vengono rappresentate mascherate di grande prestigio, come ad esempio Il Cavalier Turchino, di origine medioevale, basata sul tema della morte che assume sembianze fisiche per punire coloro che hanno commesso misfatti e angherie varie e I Due Maghi, ispirata alla storia dei Paladini di Francia. Le mascherate , scritte da persone del popolo e originatesi dall’epica fiabesca e cavalleresca, conservano tutta la freschezza delle cose semplici della tradizione e della storia dei paesi dell’entroterra meridionale. Esse rappresentano un momento di rivalsa dei poveri sui ricchi, dei servi sui padroni che, soltanto nei giorni di Carnevale, potevano liberarsi dalla propria condizione di inferiorità e dare, così, sfogo alla propria potenzialità, sostituendosi nella finzione scenica ai vari padroni , re, regine e cavalieri. Le mascherate, caratterizzate da forti risvolti etici e morali, celebrano, quindi, il trionfo del bene sul male, del buono sul cattivo, in

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un miscuglio di realtà e fantasia che, per secoli, ha affascinato e coinvolto gli abitanti di questi luoghi.

CERRETO SANNITASuperficie: 3.326 KmqAbitanti: 4.190Altitudine: 290 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 32 KmCome arrivare: da Napoli autostrada Napoli-Roma uscita Caserta Sud, proseguire per Maddaloni-Telese; da Roma Napoli-Roma uscita Caianello – Superstrada Caianello-Benevento-Uscita Cerreto Sannita; da Benevento: – Superstrada Caianello-Benevento-Uscita Cerreto Sannita.La stazione FS più vicina è quella di Telese Terme-Cerreto Sannita sulla linea Bari-Foggia-Napoli. Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta.Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea Cerreto-Telese-Benevento-Napoli.

Cenni storiciI Sanniti insieme con gli Etruschi, furono i nemici italici dai quali Roma subì brucianti umiliazioni prima di sconfiggerli. Essi dominavano la valle dell'alto della Rocca di Monte Cigno ove esistono ancora resti archeologici (La rocca- Il tempio di Flora). Nel 1151 Cerreto era possedimento del normanno Raone che prese il casato da Vito Fremondo. Il potere della potente casa dei Sanframondo terminò nel 1483, quando re Ferdinando vendette a Diomede Carafa la terra di Cerreto con i suoi casali (Civitella e San Lorenzello), dopo che nel 1480 Alfonso re di Napoli aveva dichiarato città Cerreto “…residenza dei vescovi da più secoli, capo della contea, illustre per la nobiltà dei cittadini possessori dei feudi, dovizioso per le ricchezze, ameno per l’aria, fertile per i terreni. Riguardevole per la magnificenza delle chiese e conventi, ornato di case palaziali…”.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliLa Cerreto che possiamo ammirare fu costruita ex novo dopo che il terremoto del 1688 distrusse il sito medievale. L’architetto G.B.Manni fu incaricato di progettare l’impianto urbanistico di una città autonoma e dotata di tutti i servizi. Se innovativo e rivoluzionario fu l’impianto urbanistico, inspirato agli studi rinascimentali sulla città ideale, contraddittoria fu l’architettura prodotta dal contemporaneo manifestarsi del gusto rinascimentale e del gusto barocco; l’uno che guardava al passato l’altro importato dalle maestranze napoletane al soldo del Duca Carafa. Cerreto offre piazze e viali lungo i quali si incontrano severe facciate tardo-barocche e alcune emergenze monumentali di singolare pregio, gioielli di un settecento napoletano alla ricerca di un ideale equilibrio fra ornamento e funzionalità. E’ possibile ammirare 17 Chiese, tra le quali la San Martino e il Vescovato, una città interrata, un tempio sannitico, due Musei (Ceramica ed Arte Sacra), la Leonessa, taccia di 30 metri a forma del felino, la grotta dei Briganti, ricca di stalattiti e stalagmiti, Il Ponte Romano di Annibale. Le forre del Tirreno costituiscono un patrimonio unico ed irripetibile.

Personaggi IllustriGiustiniani, Marchitto, Giavanti, Festa, Nicola Avellino maestri della ceramica;Antonio di Lella maestro lapicida;

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Martino da Cerreto, Ferrante da Cerreto, L.A. di Crostra scultori;Silvestro Iacobelli, Felice di Crosta scultori del legno.

EconomiaCerreto è un centro collinare ove il particolare microclima e la qualità del terreno favoriscono la coltura della vite e dell’olivo da cui si producono olio DOP e grandi vini. L’economia cerretese è imperniata sull’artigianato locale. Di pregevole fattura sono i manufatti in ceramica conosciuti a livello nazionale ed internazionale che testimonia la capacita e la grande vitalità artistica di questo paese. Cerreto è socio fondatore dell’Associazione Italina “Città della Ceramica”. Ceramiche antiche e moderne possono essere ammirate nel museo della ceramica e acquistatei presso le varie botteghe, gelose custodi di una nobile e secolare tradizione.

Manifestazioni ed EventiMAGGIO GASTRONOMICO, viaggio intrigante tra arte, artigianato e gastronomia;Le stagioni dell’artigianato, ceramica, legno, ferro e pietra;BIENNALE D’ARTE CERAMICA CONTEMPORANEA;Presepiarte;Carafexpo.

CIRCELLOSuperficie: 45,35 KmqAbitanti: 2650Altitudine: 650 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 36 KmCome arrivare: Da BN superstrada per Campobasso, uscita Campolattaro, proseguire per Circello.

Cenni StoriciCIRCELLO nel passato era chiamato Cercellum, ma intorno a questa terminologia non si hanno fonti sicure; sembra che la sua denominazione abbia avuto origine dalle querce secolari che ivi abbondano. La più antica notizia sull’abitato di Circello risale all’anno Mille. Del passato medievale del borgo è testimonianza l’impianto urbanistico che caratterizza il centro antico. L’attuale territorio di Circello comprende quelli che un tempo furono i feudi di Casaldianni, Forcellata e Macchia Saracena. Il territorio di Macchia è quello che offre maggiori stimoli alla ricerca archeologica. Fu qui, infatti, il centro della Repubblica dei Liguri Bebiani: nel 181 A.C., i romani stanchi delle continue ribellioni dei Liguri Apuani, decisero di trasferirli in massa. Oggi, dopo brevi saggi di scavo, sono visibili i resti della città romana: un tratto di strada dalle grandi basole, mura di edifici privati e pubblici, numerosi frammenti di epigrafi e parte di un ambiente termale. Circello fu lo scenario di una celebre battaglia che qui ebbe luogo nella tarda primavera del 1496, durante la riconquista del Regno di Napoli da parte del re Ferdinando II d’Aragona e dei suoi alleati contro l’esercito di Carlo VIII di Francia. Durante uno dei tanti assalti alle mura circellese da parte delle truppe mercenarie francesi, venne ferito a morte il valoroso capitano di ventura Camillo Vitelli, colpito secondo un’antica tradizione da una pietra (un mortaio!) che una donna avrebbe scagliato sugli assalitori dall’alto della cinta che difendeva l’abitato, costringendoli così alla fuga.

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Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliOltre all’area della contrada Macchia sono da visitare la chiesa madre della SS Annunziata, la chiesetta di S. Rocco, La chiesa conventuale di S. Francesco e nel centro storico la chiesetta di S. Nicola. Vale la pena anche percorrere alcune stradine del centro storico che in alcuni casi mantengono intatto il selciato medioevale. Visita obbligata è al Castello, uno dei meglio conservati dell’intero Sannio, di origine longobarda, risale nelle attuali forme ai vari adeguamenti bellici operati tra il 1200 e il 1500. Cuore e fulcro dell’articolato complesso militare è il maschio svevo, al quale si accedeva dal ponte levatoio che, retratto, rendeva inaccessibile la maestosa torre.Di questa ricchezza di monumenti la popolazione non ne è del tutto a conoscenza.

EconomiaOggi, come del resto da sempre, la popolazione circellese vive prevalentemente di agricoltura. Non mancano, però, piccole imprese artigiane. Avendo come attività principale l’agricoltura, Circello offre una varietà di aziende agrituristiche con vari prodotti e piatti tipici, quali Cecategli e picciuni richini, pasta fasuli e cotene, ‘ngrivota (piatto a base di patate, legumi, pezzetti di pane raffermo, verdure), visite guidate, lunghe passeggiate a cavallo tra i vari sentieri.

Manifestazioni ed EventiTra le manifestazioni più importanti sono da ricordare: la FESTA DELLA MADONNA DEI FIORI il 1° giugno, l’antica tradizione prevede l’allestimento di un trono di fiori su cui viene portata in processione per le vie del paese la statua della Madonna, FESTA DELLA MADONNA DEL CARMINE celebrata il 2 agosto con l’allestimento di carri di grano da parte delle varie contrade e rioni che simboleggiano alcuni monumenti del paese,i quali aprono la processione alla Madonna, il 29 settembre la Festa di S. Michele Arcangelo, patrono del paese preceduta il giorno prima dalla fiera. Feste di antichissima tradizione sono quelle di San Nicola e Santa Lucia (6 e 13 dicembre) che si svolgono nel centro storico.Oltre alle feste elencate, che si rifanno molto alle nostre tradizioni, ci sono le manifestazioni organizzate direttamente dalla Pro Loco, tra queste: I MISTERI DEL MARTIRE SAN VITO, recuperando i testi originali della fine del 1800; “… ad una terra chiamata Cercegli …” quadri della vita del paese nel 1496 da un racconto dello storico Francesco Guicciardini; L’ESTATE CIRCELLESE tra luglio e agosto con una rassegna di spettacoli, mostre e sport.

CIVITELLA LICINIO Superficie: 13,7 KmqAbitanti: 610Altitudine: 400 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 45 KmCome arrivare: da Napoli: autostrada Na-Roma, uscita Caserta Sud, proseguire per la Fondovalle Isclero, uscita Telese Terme direzione cerreto Sannita proseguire per Civitella Licinio.La stazione FS più vicina è quella di Telese Terme-Cerreto Sannita sulla linea Bari-Foggia-Napoli. Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta.Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private.

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Cenni StoriciIl suo nome indica un piccolo agglomerato urbano che probabilmente, in epoca remota, si trovava sul vicino monte Cigno. L'appellativo di “ Licinio”, secondo alcuni studiosi, deriva dalla parola “Cinio” (contrazione di “Koinion” greco e “Cominio “ latino), che indica un luogo fortificato, per cui Civitella Licinio significa: Cittadella del ‘CIGNO'. Va ricordato, inoltre, che nell'antica Telesia esisteva una “gens Licinia”. Dal 1863 il suo nome è comunque Civitella Licinio.Il territorio di Civitella era già abitato in epoca preistorica, come dimostrano alcuni utensili ritrovati. I sanniti immigrarono nel nostro territorio in ondate successive, (secondo alcuni agli inizi del VI secolo a.C., secondo altri tra il V e il VI secolo a.C.). In particolare, i Sanniti Pentri si diressero verso i pascoli dei monti del Sangro e gli altopiani del Matese. La vallata in cui attualmente sorge Civitella fu, probabilmente, teatro di battaglie tra Sanniti e Romani; fu attraversata da Annibale e dalla sua armata nel corso della seconda guerra Punica, quando il generale cartaginese sbucò nella piana del Volturno. E’ certo che Civitella esisteva nel Medioevo e faceva parte del feudo dei Sanframondo. Nel corso dei secoli ha vissuto gravi sventure, quali carestie e pestilenze (1656, 1764, 1784) e catastrofi naturali quali il terremoto 1688, che la rase al suolo. Fino alla fine del 1600 l’economia civitellese si basava sull’allevamento di pecore, e quindi sulla produzione della lana; il terremoto del 1688 frenò bruscamente l’economia, che si riprese lentamente in seguito, e che a partire dalla seconda metà dell’800 e fino alla metà del 900 vide lo sviluppo dell’industria del carbone a livello artigianale. Essa poi declinò ovviamente per la mancanza di richiesta dal mercato.

Beni Culturali, Artistici, Storici, Ambientali Civitella Licinio, ridente frazione di Cusano Mutri, sorge ai piedi del Monte Erbano. È circondata da montagne ricche di vegetazione: -a sud est si erge il monte Cigno (746 m), di natura calcarea, ricoperto di arbusti cespugliosi, pini e carpini; -a nord si trova monte Mutri (1832 m ) con la sua cima nuda d'estate e innevata d'inverno; -ad ovest sorge il possente monte Erbano (1385 m).Il suo territorio è lambito dal fiume Titerno.Particolarmente suggestive sono ‘1 Murron, casa costruita su una roccia e le chiese di San Bartolomeo, ubicata nel centro del paese, Madonna della Neve, costruita su un colle dal panorama mozzafiato. Le emergenze ambientali e paesaggistiche, quali le forre di Lavello, le "Marmitte dei Giganti", la Grotta del Cigno (accessibile solo a persone esperte), la Grotta Mnnùn con stalattiti mammellonati, rendono indimenticabile la visita del nostro centro.

Personaggi IllustriGiuseppe Cassella, insigne astronomo, nacque nel 1755 a Cusano Mutri. Già durante gli studi elementari mostrò notevoli doti intellettuali, e fu attratto particolarmente dalle materie scientifiche. Studiò giurisprudenza a Napoli, per compiacere i genitori, ma i suoi originari interessi per la matematica si precisarono poi in direzione dell’astronomia per l’incontro col professore di tale materia all’università, l’Abate Felice Sabatelli. Andò a perfezionare i suoi studi a Padova, alla scuola dell’astronomo Toaldo. Successivamente fu professore di Astronomia all’Università e membro dell’Accademia di Lettere, Scienze ed Arti di Padova. Rientrò a Napoli nel 1786 per coprire, nella R. Accademia di Marina, la cattedra di Astronomia Nautica, poi ebbe quella di Meccanica, nella R. Accademia Militare. Cassella si prodigò per portare avanti il progetto del Sabatelli della realizzazione di un osservatorio astronomico in Napoli. Nel frattempo aveva cominciato ad osservare il

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cielo dall’osservatorio privato di Lord Acton, usando i suoi strumenti. Nel 1791 il Governo accolse le richieste del Cassella e concesse una parte del Real Museo per innalzarvi il tanto desiderato osservatorio, ma le vicende politiche dell’epoca furono motivo di abbandono dell’impresa. L’8 febbraio 1808 morì, e i lavori all’osservatorio segnarono il passo per alcuni anni. Tra i suoi scritti: Saggio di un tentativo per risolvere l’equazione di tutti i gradi e Dei principali movimenti e fenomeni dei corpi celesti; Effemeridi astronomiche; Occultazione di Stelle per la Luna osservata a Napoli.Girolamo Vitelli, originario di Cusano Mutri, nacque a S. Croce del Sannio il 27 luglio 1849, e morì a Spotorno (Genova) il 2 settembre 1935. Studiò alla Scuola Normale superiore di Pisa, e di ritorno dalla Germania, dove perfezionò i suoi studi di filologia, insegnò per un biennio nei licei classici di Catania e Napoli, per poi dedicarsi all’insegnamento della grammatica greca e latina nell’Istituto di Studi Superiori in Firenze, e passare infine alla cattedra di Letteratura Greca. Diede prova, nel campo filologico, di grande padronanza , soprattutto stilistica, negli scritti che si avvicendarono nella Rivista di Filologia e di istruzione classica (1873-1883); nello Spicilegio Fiorentino o Museo Italiano di Antichità Classiche, rivista da lui fondata nel 1893, e nella rivista Atene e Roma, nel 1898. Il trasporto per la ricostruzione del mondo classico domina i suoi lavori: L’Elettra di Euripide e L’Ifigenia in Aulide (1888); le edizioni di antichi testi greci e le opere latine di Giordano Bruno. Filologo di fama europea, nell’ultimo periodo della sua vita si distinse nel campo della papirologia, sia documentaria sia strettamente letteraria. Nel 1915 rinunciò all’insegnamento per dedicarsi con giovanile fervore a questa sua ultima attività. Pubblicò due volumi di Papiri Fiorentini tra il 1906 e il 1915, e altri volumi di papiri latini e greci fino al 1935. Il 3 ottobre 1920 venne nominato Senatore. Il 1° luglio 1950, in S. Croce del Sannio, presente il Capo Dello Stato, gli furono tributate solenni onoranze. Una scuola, in Benevento, è intitolata al suo nome.

EconomiaIl territorio si caratterizza per un’economia scarsamente evoluta, nella quale l’agricoltura conserva ancora una quota consistente d’occupazione. L’economia si caratterizza, inoltre, per la buona offerta di produzioni tipiche sia nel comparto agricolo ed agroalimentare (in particolare la castagna) che in quello dell’artigianato (lavorazione del legno, della pietra, del ferro e del rame). Rinomati in tutta la regione sono i suoi castagneti, i funghi, le fragole, l'origano, i suoi ciliegeti e per le erbe medicinali che si raccolgono su monte Erbano. Il fenomeno dell’emigrazione è molto marcato tanto da incidere fortemente sulla struttura sociale ed economica del territorio, nel quale vengono rilevati elevati indici di vecchiaia, indici di dipendenza ben superiori alle medie e una conseguente redditività delle attività agricole attestata su livelli di sussistenza. Gli insediamenti, inoltre, risultano marginali rispetto alle aree economicamente più dinamiche.

Manifestazioni ed EventiDiverse sono le manifestazioni che animano le strade del Paese; molte sono di carattere religioso: FESTA DI SANT’ANNA il 26 luglio, Festa della Madonna della Neve il 5 agosto (rito settennale), festa di San Rocco il 16 Agosto, FESTA PADRONALE DI SAN BARTOLOMEO il 24 Agosto e l’Epifania. Tutte caratterizzate da tradizioni popolari ancora molto sentite e da un folklore vivace e genuino. Negli ultimi anni l’associazione Pro Loco ha promosso e organizzato con la continuità diverse manifestazioni, la più importante è la SAGRA DELLA CASTAGNA a fine Ottobre, evento che richiama un gran numero di visitatori dalle province di Benevento, Caserta e Napoli.

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DUGENTASuperficie: 15,96 KmqAbitanti: 2649Altitudine: 55 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 48 KmCome arrivare: da Napoli: A1 Roma uscita Caserta Sud maddaloni SS 265 Telese.Da Benevento SS 372 Telese uscita Solopaca per Dugenta.Il paese è servito dalle FS, vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta. Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea Telese-Napoli.

Cenni Storici Dugenta è una piccola cittadina alle porte del Sannio; è crocevia tra le valli Caudine e Telesina, la comunità del Taburno e Terra di lavoro. Il Toponimo si riconduce al numerale latino “ducenta” con probabile riferimento a iugera e quindi in origine è una misurazione agraria. E’ situata in riva la torrente San Giorgio, affluente del Volturno. Nel Medioevo è stato teatro di aspre lotte, specialmente nei secoli XII-XV durante la guerra tra gli Angioini ed Aragonesi. Nel 1648 nel castello angioino venne rinchiuso il Duca di guisa catturato mentre fuggiva da Napoli. Esso appartenne a vari feudatari, quali i Sangro, i Gaetani, i Corsi. Il suo territorio fu teatro di aspri combattimenti tra i Borboni e truppe garibaldine nel processo di unificazione nazionale. Nel 1956 Dugenta conquistò la propria Autonomia da Melizzano.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliDugenta è un piccolo centro a vocazione prettamente agricola, è ricca di antichi edifici rurali che testimoniano il duro lavoro dei contadini alle dipendenze dei baroni, duchi, le masserie;. Le masserie ci permettono di cogliere usi, costumi e tradizioni di una condizione di vita ormai scomparsa. Oggi alcune di esse sono state trasformate in moderne aziende di agriturismo e in country house, luoghi ideali per un tour e per chi vuole immergersi nella natura. Da visitare il centro storico: il castrum romano, poi castello normanno svevo-angioino; l’Arcipretale di Sant’Andrea Apostolo dei primi secoli cristiani, la Cappella di S.Maria in Pesole dotata di messale a stampa, la chiesetta di S. Nicola di Mira, il palazzo Vanvitelliano con le sue antiche cantine, infine la Biblioteca Comunale e la Biblioteca Parrocchiale.

Personaggi IllustriTrai personaggi che hanno lasciato una traccia nella memoria ricordiamo il poeta Calmieri Gennaro.L’aviatore Pasquale Di Cerbo morto in seguito ai bombardamenti e a lui è intitolata la Scuola Elementare di Dugenta.Ricordiamo il parroco Pasquale De Rosa e il maestro Nicolella , con loro si innalza il livello di scolarizzazione dei giovani di Dugenta, infatti ci sono i primi laureati

EconomiaDugenta, centro ad economia prettamente agricola, è apprezzata per i prodotti di altissima qualità come vino, Aglianico e falanghina, olio e mela annurca; è apprezzata per i suoi antichi sapori: pacche e fagioli, formaggi, salumi, pane, taralli e colombe pasquali. Negli ultimi anni sono sorte diverse aziende vivaistiche disseminate sul territorio sia per la lavorazione del tabacco sia per le altre colture. Si sta sviluppando anche l’attività imprenditoriale e artigianale.

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Manifestazioni ed eventiDiverse sono le manifestazioni: le più antiche hanno carattere religioso: la festa padronale di Sant’Andrea Apostolo il 30 Novembre, Sant’Anna il 26 luglio, la festa del Corpus Domini con la tradizionale infiorata. Di antichissima tradizione è la festa di Santa Maria in Pesole, 15 Agosto, venerata con profonda affezione e che vede ogni anno il ritorno degli emigrati, soprattutto dalla Svizzera e dalle Americhe, per partecipare ai festeggiamenti. Negli ultimi anni l’associazione Pro Loco ha promosso e organizzato con continuità e perseveranza una serie di manifestazioni: La giornata della memoria, Il Carnevale dei bambini con la realizzazione di maschere storiche, la Giornata della donna, la Giornata dell’anziano, Il Presepe vivente e il concerto di natale. Di rilievo è l’Estate Dugentese con le Serate al Borgo, la piazza del centro storico diventa un autentico salotto e la manifestazione GLI ANTICHI SAPORI cena nelle strade e nelle Masserie.

FACCHIO

Superficie 43,88 KmqAbitanti 4.000 circaAltitudine 200 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 40 kmCome arrivare: da Napoli, una volta usciti al casello Caserta Sud dell'autostrada A1, è possibile proseguire in direzione Valle di Maddaloni - Dugenta, fino alla località Cantinella, dove si può imboccare la strada a scorrimento veloce Fondovalle Isclero e confluire direttamente sulla superstrada Caianello-Telese-Benevento e, proseguendo in direzione Telese Terme-Benevento. Da Roma, una volta usciti al casello Caianello dell'autostrada A1, è possibile proseguire percorrendo la superstrada Caianello-Telese-Benevento, per poi uscire a San Salvatore Telesino e seguire le indicazioni locali.La stazione FS più vicina è quella di Telese Terme-Cerreto Sannita sulla linea Bari-Foggia-Napoli. Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta.Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea Cerreto-Telese-Benevento-Napoli.

Cenni storiciLa storia di Faicchio inizia dall’Età Neolitica, come testimoniato dai numerosi reperti archeologici reperiti sul territorio della valle. La prima datazione certa della città risale al 1151, al tempo in cui, mentre si preparava la terza crociata per la liberazione dei Luoghi Santi da parte di Guglielmo II d’Altavilla detto il Buono, si cita per la prima volta questo feudo, dominato da Guglielmo I° Sanframondo, con il nome di Favicella. I Sanframondo dominarono il feudo fino al 1467, anno in cui lo stesso passò, per vendita, a Pietro Cola De Alessandro, presidente della Regia Camera di S.Chiara, e in seguito, nel 1479 a Giovanni Monsorio.Nel 1612 i Signori De Martino presero definitivo possesso del castello fregiandosi del titolo baronale. La cittadina di Faicchio fu tenuta in tanto pregio dal Vescovo Telesino Giovanni Beroardo, palermitano, che, nel 1548 la elesse come sua sede prediletta e durante i suoi dieci anni di governo della Diocesi risiedè quasi sempre a Faicchio. Nel 1688, dopo il terribile terremoto che distrusse gran parte dell’abitato, all’allora feudatario Pietro De Martino successe il figlio Gabriele che nel 1722 ottenne il titolo nobiliare di Duca di Faicchio. Ultimo del casato fu Salvatore De Martino che, non avendo figli maschi, consentì la successione al titolo ai Baroni Zona-Sanniti di Pietramelara. È il 1806: Napoleone diventa il simbolo della distruzione feudale. In quest’epoca, con la distruzione dei feudi ancora qua e là esistenti, si ebbero vari episodi di brigantaggio, anche se in vari settori della vita pubblica si notò un certo rinnovamento.

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Con l’abbandono del Castello, già simbolo di fortezza, Faicchio vide allontanarsi i Borboni. Nel 1860 la battaglia sul Volturno ne decise le sorti. Il resto è storia recente, la storia dell’Italia del ‘900, che non vede la nostra città protagonista di eventi memorabili, ma che vive insieme ai suoi connazionali le assurde guerre e le miracolose rinascite.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliNella verde Valle del Titerno, tra il Monte Acero e il Monte Erbano, l’ambiente naturale di Faicchio consente salubri passeggiate in quasi tutti i periodi dell’anno; il clima è mite anche nelle stagioni estreme.Numerose sono le testimonianze storiche visitabili:- del periodo Osco – Sannita esistono tuttora i resti di mura megalitiche sui due monti (VI sec. a. C.), un importante acquedotto ipogeo (III sec. a.C.); - del periodo Romano un criptoportico forse la piscina di una grande villa romana, e un bellissimo ponte a tre campate, detto di Fabio Massimo, risalente all’indomani delle guerre sannitiche ( 343-290 a. C.);- del periodo Longobardo la grotta di San Michele giudicata la più interessante tra le cinque grotte della provincia dedicate al culto del Principe dei Cieli;- del periodo Bizantino la chiesa di S.Giorgio con i resti di bellissimi affreschi databili all’XI secolo;- del periodo medievale il Castello Ducale, imponente struttura che, costruita sull’antica arce sannita del VI sec.a.C., oggi esibisce le sue particolari forme seicentesche richiamando in molti particolari il fratello maggiore napoletano ossia il Maschio Angioino.Numerose sono le chiese, conservate in ottimo stato grazie ai diversi interventi di restauro, che offrono ai visitatori innumerevoli spunti di riflessione. S.Maria Assunta già dichiarata collegiata nel 1446, S.Lucia inaugurata nel 1727, S.Giovanni Battista ricostruita dopo il terremoto del 1668, S.Rocco piccola chiesa del ‘600 posta di fronte al Castello, S.Maria di Costantinopoli ricostruita nel 1796, Ave Gratia Plena ampliamento datato 1737 di una struttura preesistente, S.Nicola ubicata nella frazione Massa ricostruita nel 1700, la Chiesa del Carmine con l’annesso Convento delle Suore degli Angeli fondata intorno al 1700, infine, la Chiesa del S.S.Salvatore antico eremo medievale sul monte Erbano, oggi restaurata nei bellissimi affreschi del XVIII secolo e affiancata dall’imponente convento di S.Pasquale Baylon, già occupato dagli Alcantarini nel 1751.

EconomiaL’agricoltura è il settore attualmente più attivo, l’indirizzo produttivo è quello intensivo con la presenza, nel territorio appartenente alla Comunità Montana del Titerno di colture di cereali, foraggiere e coltivazioni permanenti e di superfici destinate a colture ortive e fruttifere che, con una certa rilevanza tendono a soppiantare le colture dei cerali. Nel territorio ricadente nel comprensorio della Valle Telesina, in presenza di terreni pianeggianti, più freschi e irrigui sono frequenti indirizzi produttivi di tipo zootecnico, tabacchicolo e frutticolo pur non mancando quelli di tipo viticolo, olivicolo e cerealicolo. La coltivazione dell’ulivo effettuata soprattutto ai piedi del Monte Erbano e del Monte Acero, nelle zone di Fontanavecchia, Casali e Massa, vanta un’antica tradizione dovuta alla felice ubicazione dei terreni. E’ proprio dalla coltivazione di olivi, vigneti e cereali che nascono i prodotti principale della zona: l’olio, il vino e i prodotti da forno. Nel settore zootecnico l’allevamento bovino e quello che ha registrato negli ultimi anni il maggiore sviluppo. Le razze bovine allevate sono la frisona italiana, la bruna alpina e la marchigiana. Nell’ambito invece della produzione viticola i vitigni più diffusi sono il trebbiano, la malvasia, il sangiovese, il Montepulciano e negli ultimi anni la Falanghina. L’industria ricopre un ruolo marginale nell’economia del paese; sono invece presenti diverse attività artigianali, alcune delle quali, come la produzione di birra e di gelati, stanno assumendo

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dimensioni importanti. Altre fiorenti attività artigianali sono produzione di salumi con pregiate carni di maiale di razza casertana, panificatori, frantoi oleari, falegnamerie, fabbri, mulini, e altro.

Manifestazioni ed eventiMolti gli eventi organizzati nel territorio di Faicchio: tra i più significativi si ricordano soprattutto alcune manifestazioni religiose di antichissima origine:Fuoco santo e canti  tradizionali in occasione delle festività Pasquali;Maratona culinaria giorni di Lunedì e Martedì in Albis;Fiera di Santa Lucia il 13 Dicembre;San Nicola l’ultima domenica di Maggio;San Sancio prima domenica di Giugno;Festa medioevale con sfilata in costumi storici e palio della quintana.

FOGLIANISESuperficie: 20,6 kmqAbitanti: 3.250Altitudine: 350 mt/slmDistanza dal Capoluogo: Benevento Km. 15Come arrivare: da Benevento S. Provinciale Vitulanese; da Napoli Autostrada A1 uscita Caserta sud, SS7 fino Montesarchio e da Montesarchio S. Provinciale Vitulanese.

Cenni StoriciFOGLIANISE è un piccolo centro del Sannio, al centro della Valle Vitulanese. Gli uliveti di mezza costa gli fanno corona e lo impreziosiscono con il verde vellutato dei secolari alberi. Il paese risale certamente ad epoca romana .La circostanza è testimoniata dal Momsen che riporta l’epigrafe: Vicum Foglianise Romana aetate, item Folianum, dictum, esse intelligitur, ex titulo ibi Reperto dedicato numini Fortunae Folianensis.D’altra parte oltre l’epigrafe conservata nella Chiesa di San Pietro sono certamente romane le testimonianze archeologiche conservate lungo la via caccianese e quella via Latina che attraversava il Calore presso le Maurelle di Castelpoto. Il centro abitato più antico è ricco di reperti di epoca romana. Le tracce storiche più consistenti sono quelle risalenti al periodo longobardo. Infatti l’antico cognome “Farasso” ancora oggi presente sotto forma di soprannome e soprattutto i toponimi come Frascio e Barassano potrebbero deporre in tal senso..La testimonianza più certa è la chiesa di Monte Caruso dedicata a San Michele Arcangelo che nella mentalità longobarda era affine al Dio Wotan (Odino), Signore della Guerra.L’attuale caratterizzazione economica del paese è senz’altro agricola con prevalenza per la olivicoltura e viticoltura. Ne sono testimonianze la Cantina del Taburno, centro propulsore dei vini DOC e i numerosi frantoio oleari. Anche se a carattere artigianale, sono presenti nel paese l’industria tessile(famosi i pancali un tempo di seta, i panni a scuoti, lenzuola tessute, ricami), rinomate sartorie (è in cantiere l’allestimento di una mostra di vestiti da sposa), ed ancora la lavorazione della plastica, del legno, del marmo. Da sottolineare l’attività di ricerca culturale ed artistica svolta dai gruppi teatrali, di danza, canori, musicali, folkloristici. Il sentimento religioso è alimentato dalla presenze delle congreghe: S. Maria di Costantinopoli, SS Corpo di Cristo e S.Anna, terz’ordine francescano.Delle sue ben 12 Chiese antiche e sparse per il territorio oggi ne sono ancora perfettamente funzionali 9 piè 3 costruite nel secolo scorso alle contrada Utile e Giovanni Viglione. Delle Chiese con resti prestigiosi è certamente Santa Maria In Gruptis. Le

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chiese, alcune di stile barocco, hanno un notevole valore artistico e architettonico: Santa Maria del Carmelo, di recente restituita al Culto , custodisce una importante pinacoteca realizzata con l’obolo dei fedeli. Sant’Anna, invece conserva una importante biblioteca donata da Monsignor Francesco Pedicini, Arcivescovo di Bari, una raccolta di Pastori del 700, documenti di culto di grande valore.

Beni Culturali, Artistici, Storici E AmbientaliFoglianise, centro a vocazione prettamente agricola, è il posto ideale per chi vuole vivere, immergendosi in una natura affascinante e incontaminata: dolci pendii, boschi, querceti invogliano a piacevoli passeggiate, lontano dai rumori.Per chi arriva a Foglianise, l’Associazione Pro Loco può proporre interessanti percorsi turistici:

- percorso religioso: Chiese di S. Maria, Sant’Anna, Madonna della Grazie a Barassano, San Michele sul Monte Caruso, Ruderi di Santa Maria in Gruptis, Basilica dell’Annunziata in Vitulano;

- alla scoperta dell’architettura della pietra. Passeggiata nei vicoli del centro storico e per le scale di Barassano;

- percorso storico – Via caccianese alla scoperta dei resti romani; percorso longobardo;- percorso paesaggistico. Il tratturo di transumanza, le vie borboniche.

EconomiaFOGLIANISE, centro ad economia prettamente agricola, è apprezzata per prodotti di altissima qualità come olio, vino Aglianico e Falangina prodotti in zona D.O.C. e per la sua ottima cucina tipica: pasta fresca artigianale, carni e salumi dal sapore di un tempo, pane, taralli e biscotti di antica ricetta. Un’antica tradizione artigianale: legno, tessitura e ricamo fanno di Foglianise, un centro di riferimento nella provincia e, avendo al RAI realizzato su di essi alcuni servizi, un punto di riferimento nazionale. Le tradizioni sottese a queste attività: gli antichi strumenti di lavoro degli artigiani, le genuine ricette delle massaie, i segreti della natura che i contadini si tramandavano di padre in figlio, sono oggi, purtroppo, a serio rischio di perdita, sconosciute soprattutto alle nuove generazioni, essendo ormai solo un ricordo nella memoria di pochi anziani come i molti prodotti e piatti tipici: cecatielli, lampi e truoni, pizzilli, ciciuotti, pazzarielli, peperoni imbottiti.

Manifestazioni ed EventiDi richiamo nazionale è la FESTA DEL GRANO, di origine pagana, ma oggi dedicata a San Rocco che secondo la tradizione orale avrebbe liberato il paese dalla peste. La festa del grano impegna coralmente tutto il paese ed è una gara, non dichiarata, di creatività, ricerca culturale, studio architettonico. Su questa creatività si è innestata da alcuni anni IL PRESEPE VIVENTE, richiamo puntuale per tutti i paesi della valle con proiezioni sul territorio regionale. Il Presepe vivente è un impegno di ricerca storica e culturale. Alla sensibilità religiosa, si affianca la ricerca interattiva fra artigianato, attività contadina ed economia: arte della pietra, casearia, tessitura, filatura, arte molitoria, allevamenti.Un’ intensa attività concertistica si sviluppa nel corso di tutto l’anno: L’Associazione Pro Loco affianca a gruppi regionali e nazionali l’attività concertistica dei gruppi locali, in primo piano il gruppo folkloristico Fortuna Folianensis.

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FRAGNETO MONFORTESuperficie: 41,40 KmqAbitanti: 2000Altitudine: 450 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 15 KmCome arrivare: da BN strada provinciale e superstrada SS. Campobasso-Benevento.

Cenni StoriciIl nome Fragneto deriva da “FARNETUM”, cioè bosco di farnia, una varietà di quercia diffusa in passato sul territorio. Le prime notizie storiche fanno risalire ai nobili Longobardi beneventani la fondazione del “castrum” o borgo intorno all’anno Mille. Nei secoli XIV e XV Fragneto Monforte attraversa tragici eventi: prima il terribile terremoto del 1349, poi l’occupazione degli Aragonesi e la successiva riconquista da parte degli Angioini, e ancora il disastroso sisma della “notte di S. Barbara” del 1456, che distrusse il borgo dalle fondamenta. Fu ricostruito nello stesso luogo in breve tempo, ma le sciagure continuarono, infatti, nel 1496 Ferdinando II con i suoi alleati mette a sacco e a fuoco Fragneto tra immense atrocità, generando il mirabile evento del quadro della Madonna della Rondinella. Si apprende, infatti, da documenti storici, che una rondine poggiatasi sulla mano del bambino Gesù, agitando le ali, respinse le fiamme che ormai avevano divorato interamente la chiesa, e la tela raffigurante l’immagine della Madonna fu così salvata. Il quadro è oggi esposto nella chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli. Nei successivi 90 anni il feudo di Fragneto sarà venduto ben 5 volte. Nel 1584 entra in possesso della famiglia Montalto, che nel 1612 riceverà il titolo di Duca di Fragneto e lo conserverà fino all’abolizione della feudalità. Agli eredi della famiglia Montalto appartiene oggi il palazzo ducale, ben conservato grazie ai restauri, tra cui quello operato agli inizi del secolo XVII da Massimo Montalto, primo duca di Fragneto.

Beni culturali, artistici, storici, ambientaliIl Palazzo Ducale, risalente all’anno Mille, appartiene oggi ai duchi Montalto; il campanile, edificato tra il secolo XVII e XVIII, si erge sulla piazzetta antistante il lato Est; la Chiesa SS. Croce, più volte devastata,venne ricostruita nel 1694 e conserva tutt’ora l’antica struttura; Chiesa S.Donato edificata intorno all’anno 1690, è oggi visitabile a seguito degli interventi di restauro; Chiesa S.Anna situata nei pressi del sottopassaggio ferroviario che porta a Fragneto L’Abate, è caratterizzata dalla seicentesca arcata pietra sulla parte sud; della Chiesa S.Maria in Principio risalente al secolo XVII, in contrada Rapinella,rimangono solo le mura perimetrali; nel Museo Arti E Tradizioni Popolari sono esposti migliaia di reperti. Per gli amanti della natura il Bosco di Monterone, Ha. 20, e il Fiume Tammaro dalle acque classificate pregiate e molto pescose.

Personaggi IllustriDuca Francesco Montalto (ex ministro di casa reale)Don Nicola Mastrogiacomo (sacerdote e scrittore.

EconomiaOlio, vino, carni, formaggi, salumi, pasta tipica, rustici e dolci.

Manifestazioni ed EventiTra le feste religiose: festa della MADONNA DELLA PURITA’ a fine maggio; festa di S. ANNA il 26 luglio; festa di SAN NICOLA, patrono e protettore dei Fregneto Monforte è la più antica e popolare. La festa si svolge nell’arco dell’intero anno e originariamente veniva affidata ad una famiglia in difficoltà economica per aiutarla a sopravvivere con le

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offerte dei cittadini. Attualmente la carica di Economo di festa è elettiva: ogni primo dell’anno i confratelli della SS Croce, l’associazione Fragnetana dei devoti di San Nicola, eleggono il nuovo Economo in base alle regole contenute nel proprio statuto.RADUNO INTERNAZIONALE DI MONGOLFIERE la manifestazione, iniziata nel 1987, è promossa dall’Amministrazione Comunale in Collaborazione con la Pro-Loco. Vi partecipano equipaggi Italiani e Stranieri. Non rappresenta solo un avvenimento sportivo e spettacolare, ma è anche un importante appunta,mento culturale per la presenza di artisti e uomini di cultura. Lo scopo essenziale della manifestazione è quello di far conoscere la realtà locale, di valorizzare le risorse (artigianato e prodotti locali) e di promuovere la conoscenza, la fratellanza e la pace fra i popoli, infatti nell’ambito della manifestazione è prevista la giornata dedicata alla solidarietà, che vede le strade di Fragneto invase da tante carrozzelle con giovani disabili. L’esistenza della Biblioteca Comunale, del Museo “ARTI E TRADIZIONI POPOLARI”, delle varie antiche chiese e del Gruppo folk “LA TAKKARATA”, fanno si che i turisti, oltre che godersi lo spettacolo dei grossi palloni colorati, possano impegnare l’intera giornata nella visita al paese.

LIMATOLA Superficie: 18,23 KmqAbitanti: 3.600Altitudine: 40 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 40 KmCome arrivare: da Napoli autostrada A1 Napoli-Roma, uscita Caserta Sud, proseguire per l’Appia direzione Benevento(al bivio di Maddaloni svoltare per Telese Terme); uscita Caserta Nord, seguire le indicazioni per Castel Morrone.

Cenni StoriciLimatola sorge in una verde vallata sul fiume Volturno ed è una delle porte del Sannio beneventano verso l’area napoletana. La cittadina, che confina con la città di Caserta, è costituita da quattro frazioni (Biancano, Limatola, Ave Gratia Plena e Giardoni). Etimologicamente il nome Limatola deriva da “lima”, fango del fiume. I rinvenimenti archeologici attestano insediamenti in età sannitica e romana. Limatola è già citata in una bolla nell’IX sec., dal XII sec. fu contea e poi ducato indipendente. Sotto i Della Ratta dal 1420 entrò nella Contea di Caserta, ma dal 1506 fu di nuovo autonoma coi Gambacorta-Della Ratta, i De Capua (dal 1570) e ancora con i Gambacorta (dal 1610), i Mastelloni (dal 1737), i Lottieri D’Aquino (dal 1745).

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliTra i monumenti più importanti: la Chiesa dell’Ave Gratia Plena (sec. XVI) sul cui portale si trovano due stemmi del Comune di Limatola (un braccio che impugna una lima). Molto bello il campanile in stile vanvitelliano che risale al Settecento. Splendido il Castello medievale (sec. X-XIII). Molto interessante il borgo medievale, che presenta le caratteristiche “venelle”, le strade strette che conducono al Castello su cui si affacciano delle case che conservano ancora elementi medievali, rinascimentali e barocchi. Poco distante dal borgo è la Fontana Margherita de Tucziaco, castellana di Limatola e cugina di Carlo I D’Angiò, che con le sue acque limpide e rinfrescanti richiama numerosi visitatori soprattutto d’Estate. Graziosa è la Basilica di Sant’Eligio(sec. XIV),che sorge in uno dei luoghi più suggestivi e incantevoli dell’intero territorio. Dal piazzale antistante la chiesa si spazia con lo sguardo sulla vallata del

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medio Volturno che si apre verso Capua. All’inizio del 2005, sono state erette lungo la strada che porta al Santuario, quindici stazioni della Via Crucis, realizzate da una bottega di ceramica di San Lorenzello. L’opera di pregevole fattura, voluta da un socio Pro Loco, prematuramente scomparso, il prof. Antonio Russo, impreziosisce questo colle e rende piacevole la passeggiata al Santuario.

Personaggi IllustriGiovanni Paolo Langessono, doctor in Limatola. Visse tra il 1570 e il 1630. Portò a compimento nell’anno 1609 una monumentale opera: “Tractatus de istitutionibus iuris canonici” in XXX libri, scritto in lingua latina aulica.Maetro Cuto D’Alessando di Biancano. Fu medico chirurgo e visse a Biancano tra il 1360 e l’inizio del secolo seguente. Diede un contributo alla costruzione della Chiesa di Sant’Eligio nel 1388.Dottor Geronimo Araldo, primicerio di Limatola. Nel 1699 lo troviamo tra i 23 canonici della Cattedrale di Caserta.Don Bartolomeo Varrone, parroco della Chiesa di San Biagio, storico di Limatola. Fu il primo a leggere la presenza dei Romani nel territorio di Limatola. Pubblicò nel 1795 presso l’editore Giacchino De Bonis di Napoli una pregevole opera su Limatola dal titolo “Memorie istoriche di Limatola”.

EconomiaNegli ultimi vent’anni Limatola è stato considerato uno dei centri più industrializzati della provincia di Benevento. Da paese prevalentemente agricolo (produzione di tabacco, ortaggi, frutta), negli anni Settanta del Novecento, si è passati gradualmente ad una industrializzazione legata al mondo dei cablaggi, settore automobilistico. La crisi di questo settore, negli ultimi anni sta facendo registrare delle ripercussioni negative sull’economia della cittadina. Molto ricercate le attività artigianali legate alla lavorazione della pietra, del legno, del marmo, del vetro e del ferro, che si tramandano di padre in figlio. Limatola è noto anche per la ristorazione, sono ben undici i ristoranti che si contraddistinguono, da sempre, per l’ottimo rapporto qualità prezzo. Nei fine settimana c’è un turismo legato prevalentemente all’enogastronomia.

Manifestazioni ed EventiSono numerose la manifestazioni che si tengono durante l’anno a Limatola, ma nessuna riesce ad andare oltre la prima o al massimo la seconda edizione, se non le sagre o le feste legate a delle celebrazioni religiose.Citiamo la Festa del Vitello paesano, giunta quest’anno alla VIII edizione e la Festa della Consacra, che è legata alla celebrazione della consacrazione della Chiesa dell’Ave Gratia Plena. Da quando è stata ricostituita, la Pro Loco si è fatta promotrice di un recupero delle tradizioni: è nata così “LE MEMORIE PERDUTE” una manifestazione che si propone di recuperare i saperi e i sapori della Comunità limatolese. L’adesione alla seconda fase di questo progetto, che ha permesso l’utilizzo per un anno di volontari, ha fatto sì che potessimo cominciare a ragionare su una manifestazione, tesa a promuovere le tipicità del territorio, suggerendo anche dei possibili sviluppi di uno dei beni storici-artistici più importanti del territorio: il Borgo medievale e il Castello,che pare essere stato acquistato dal Comune. E’ nato così “IL BORGO DEI MESTIERI”. Il progetto vede la collaborazione del Comune, degli imprenditori limatolesi e dell’Istituto comprensivo. La prima edizione si è tenuta a settembre del 2005.

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MELIZZANO

Superficie: 17,5 kmq Abitanti: 1.856 Altitudine: 190 mt/slm Distanza dal Capoluogo: Benevento Km. 38Come arrivare: Come arrivare: da Napoli autostrada A1 NA – MI uscita casello Caserta Sud, proseguire per la via Appia , voltare al bivio per i Ponti della Valle , imboccare in località Catinella, Sant’Agata dei Goti, la Fondo Valle Isclero sino all’uscita Melizzano. Da Benevento immettersi sulla S.S. 372 La Telesina direzione Telese Terme – Caianello, proseguire per circa km 25 fino all’uscita di Solopaca, proseguendo per circa 11 Km sulla S.P. Solopaca – Napoli. Da Roma A1 uscita casello autostradale Caianello, immettersi sulla superstrada S.S. 372 Caianello – Telese – Benevento e proseguire per circa km. 25 fino all’uscita di San Salvatore Telesino, imboccare la Fondo Valle Isclero direzione Napoli e proseguire per km 3 fino all’uscita Melizzano – Frasso Telesino – Solopaca. Melizzano è raggiungibile anche mediante autobus di linea provenienti da Napoli, Caserta e Benevento. La stazione delle FF.SS. più vicina per i treni locali è Amorosi-Melizzano, per Eurostar e Intercity bisogna raggiungere la stazione di Telese-Cerreto Sannita sulla linea Napoli-Caserta-Benevento-Foggia.

 Cenni StoriciIl piccolo centro urbano di Melizzano, secondo alcuni storici, sarebbe l’antica Melae, città sannita distrutta dai Romani nel 538 d.c. . Successivamente, nel periodo della dominazione longobarda, il nome Melassanu risulta documentato in un manoscritto del Principato di Sicaro, da qui non si trovano più notizie fino al 1100 . Nel XII secolo, nel periodo normanno, Melizzano apparteneva alla Contea di Caserta, come da notizie che si trovano nel catalogo dei baroni Normanni fra il 1173 e il 1185 .Il nome di Melizzano compare nei registri Angioini del 1297 e del 1298 e nel cedolario del 1320. Nel 1506 fu feudo dei Gambacorta.Verso la fine del secolo, i beni di questi territori furono alienati, per gravi tasse di successione, a Pietro de Curtis , che ne prese il possesso nel 1602. In seguito il feudo di Melizzano passò a Giulio Cesare di Capua. Nel XVIII secolo queste terre furono acquistate dal nobile Bartolomeo Corsi di Firenze, e da questi passò poi alle famiglie Bellucci e Procaccini, fino all’abolozione della feudalità.

Beni Culturali, Artistici, Storici, Ambientali L’aggregato urbano si sviluppa lungo una pianura con un nucleo storico dove emerge, dal punto di vista storico ed architettonico, la Chiesa settecentesca intitolata ai S.S. apostoli Pietro e Paolo, costituita da tre navate, e decorate da pregevoli finiture di stucco, prospiciente: il sagrato con la piazza dove al centro è situata una magnifica fontana a pietra esagonale. Dalla piazza si diramano i principali assi viari, fra questi la Via Selice che dal centro urbano si dirige lungo un pendio verso l’esterno del nucleo storico e i confini del Comune. Lungo questa via si trova il castello ,espugnato nel 1400 dagli Aragonesi durante la guerra fra Alfonso e Renato D’Angiò, si considera la sua ricostruzione d’origine cinquecentesca. Di proprietà dei Principi della Conca nel XVII secolo, passò successivamente a Bartolomeo Corsi, ed in seguito, come attualmente, alla famiglia Caracciolo d’Aquara, perciò denominato “Castello Caracciolo”. Da Via Selice, proseguendo verso monte, si raggiunge il santuario di Maria SS.della Libera, situato alle

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pendici del Monte Sant’ Angelo. Lungo le strade principali che attraversano il paese, possiamo ammirare gli splendidi palazzi nobiliari delle famiglie Procaccini e Bellucci, la costruzione di quest’ultimo palazzo signorile risale al settecento, come testimoniano le stesse caratteristiche architettoniche dell’edificio, di chiaro stile tardo – barocco . Dal portone d’ingresso si passa nell’androne, che conduce ad una corte interna, da qui una scala porta al piano nobile, le cui stanze conservano ancora pregevoli dipinti a soffitto. All’interno della corte si segnala la presenza di un fontanile antico, mentre sui prospetti esterni è una serie di balconcini con decorazioni floreali borocche, scolpiti in pietra, stemmi della famiglia Bellucci ed originali ed antiche ringhiere a canestro in ferro battuto. Luogo molto caratteristico da visitare è il “ Castelleto, “ struttura medievale sito alla località Torello – Difese , dov’è possibile sedersi in riva al torrente Maltempo in tutta tranquillità e ammirare i resti di un vecchio molino attualmente utilizzato come punto di ristoro e di permanenza dei turisti. Poco lontano sorge un rinomato centro equestre che offre la possibilità di indimenticabili passeggiate a cavallo lungo le rive del fiume Calore. Melizzano offre ai suoi visitatori la possibilità di suggestive passeggiate, lungo i numerosi pianori e sentieri montani del Parco del Taburno – Camposauro.

Personaggi Illustri e PrestigiosiA Melizzano risiedono tutt’oggi i discendenti di importanti famiglie nobiliari quali

- I Principi Caracciolo- I Conti Procaccini- I Nobili Bellucci

EconomiaLa produzione di olio e vino, conosciuta in tutta la Campania, ha regalato a Melizzano il riconoscimento del paese del vino buono e dell’olio migliore. Melizzano nel corso degl’anni ha potenziato la recettività agrituristica. Molto pregiati sono i manufatti artigianali in legno.

Manifestazioni ed EventiOgni anno nelle prime due settimane di luglio a Melizzano si svolge il famoso palio della “QUINTANA” . Una manifestazione storico – folkloristica, che vede gli abitanti del centro impegnati per giorni nell’organizzazione di una giostra medievale, con grande partecipazione popolare. La gara tra le contrade è uno spettacolo di grande livello, nel suo genere, conosciuto in tutta l’Italia Meridionale. Tale manifestazione valorizza la realtà rurale interna del Sannio beneventano, promuove lo sviluppo artigianale, turistico – culturale, storico – folkloristico, ambientale ed enogastronomico. Determina ed arricchisce i flussi turistici all’interno delle realtà parco Taburno – Camposauro.

MONTESARCHIO Superficie: 29,6 kmq Abitanti: 13.091Altitudine:300 mt/slmDistanza dal capoluogo: Benevento km 18Come arrivare: da Napoli-Roma (A1): uscita a Caserta Sud, direzione Benevento, dopo Arpaia. Da Napoli-Bari (A16): uscita Benevento Est, proseguire per Caserta, dopo 18 km da BN.

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Cenni storiciMONTESARCHIO identificata come l'antica Caudium, già citata nelle Storie di Tito Livio, affonda le proprie radici in una torre del periodo normanno ed ha origini sicure nel castello imperiale di Federico II di Svevia. Scavi recenti hanno portato alla luce un muraglione longobardo, favorendo diverse ipotesi da parte di alcuni studiosi, tra le quali l'identificazione di questa costruzione con un presunto molo di un porto fluviale, essendo stata la Valle Caudina anticamente un lago navigabile. In particolare si è pensato al molo dell'antica Baris o Barim o Baruli nel principato di Falerno in assonanza con il toponimo Baruni nel lato di Vetere, ponendo conferma nell'antica abbazia di San Nicola di Barim tutt'ora esistente. Per quanto concerne l'origine toponomastica, secondo alcuni (ipotesi sicuramente erronea) Montesarchio deriverebbe da Mons Herculis, secondo altri (ipotesi più credibile) da Mons Arcis. In alcuni documenti medioevali è detto "Montesarculo". Fu feudo dei della Leonessa e più volte teatro di fatti d'arme, specialmente tra Renato D'Angiò e Alfonso d'Aragona. Qui, Giovanni di Ventimiglia, luogotenente di Alfonso, fu sconfitto dal re Renato. Fu poi marchesato dei Carafa e principato dei D'Avalos. Nel castello furono rinchiusi quali prigionieri Carlo Poerio, il Pironti, il Nisco ed altri.

Beni Culturali, Artistici E Ambientali:MONTESARCHIO è una cittadina ricca di attrattive turistiche, specie dal punto di vista storico-archeologico. Si comincia dal sito dove sorgeva l'antica Caudium, in località Masseria Foglia. L'Abbazia di San Nicola è situata alla sommità del borgo latovetere alle falde del castello. La Chiesa di S.Maria della Purità fu edificata dalla famiglia D'Avalos tra il 1654 ed il 1680 ca. Fu consacrata dal cardinale Orsini nel 1683.La Chiesa dell'Annunziata, a navata unica e con sei altari laterali, sorge nella piazza principale di Montesarchio, ed è d'impronta architettonica settecentesca. Da menzionare, poi, la Chiesa della SS.Trinità, elemento di sviluppo dell'abitato nel XVII sec. e ancor prima in età normanna, e la Chiesa di S. Francesco, settecentesca anch'essa, a navata unica con due seminavate laterali interrotte da altari frontali. Le linee della facciata si attribuiscono al regio ingegnere Luigi Vanvitelli. Si pensa che la Torre, che domina il paese dall'alto, sia una costruzione preromana, fu invece prigione borbonica. Il castello, infine, sorge nella parte alta del paese ed esisteva già in epoca longobarda. A quest'epoca risale il basamento, mentre il resto fu adibito a carcere militare, dopo che i D'Avalos lo donarono a Ferdinando II. Fu ricostruito nel XV sec. Attualmente è in restauro in vista dell'apertura del futuro museo caudino.

EconomiaL’economia ruota principalmente solo sul commercio. Sono, altresì, in sviluppo diverse realtà industriali, ma che ancora non riescono a mantenere le promesse di progetto. Significativa, anche se a rischio di estinzione, è l’agricoltura intensiva e la coltivazione di piante e fiori ornamentali. Sviluppata anche la lavorazione delle olive e dei prodotti dell’argilla. Inoltre particolarmente rinomata è la produzione enologica con vini quali la Falanghina, l’Aglianico e la Coda di Volpe. Infine i boschi limitrofi dimostrano particolare interesse per gli amanti della raccolta di funghi ed asparagi.

Manifestazioni ed eventiLe più importanti manifestazioni sono: la FESTA di S. VALENTINO, con balli e canzoni anni ’60 e ’70; la FESTA della SS. TRINITÀ con processione tradizionale e caratteristica; la SAGRA DELLE MELANZANE, con presentazione e promozione dei prodotti tipici locali; i GIORNI AL BORGO, per 3 giorni il centro storico medioevale della città rivive nei suoi costumi, nelle sue musiche e nei suoi suoni, nei suoi mestieri e nei suoi sapori.

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MORCONESuperficie: 100,96 KmqAbitanti: 5169Altitudine: 650 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 32 KmCome arrivare: da Napoli:autostrada A16 Napoli - Bari, uscita Benevento, direzione Campobasso - Morcone. Da Roma: autostrada A1 Roma - Napoli, uscita Caianello, direzione Telese - Campobasso; uscita S.Vittore, direzione Venafro – Isernia - Benevento.Autostrada A14 Bologna - Bari, uscita Vasto - sud, direzione Isernia - Benevento; uscita Termoli direzione Campobasso - Benevento .

Cenni StoriciMorcone è arroccata e posta a ventaglio sulle falde del Monte Mucre. Di origini antichissime fu fortificazione sannitica di una certa importanza, come si intuisce dalla presenza delle enormi mura megalitiche presenti nell’area del Castello che la fanno, quindi, individuare come Mucre. I numerosi reperti di epoca romana fanno intuire una lunga presenza delle legioni Romane. La città fu attiva in epoca medioevale fin prima del 776. Seguì il periodo della dominazione normanna. Durante il periodo svevo e quello angioino, ma già dal tempo dei Normanni, Morcone sviluppò l’organizzazione della Universitas. Durante il XVII e XVIII secolo fu sede di una fiorente industria. Durante il periodo borbonico restò stabilmente sotto il contado del Molise. Con regio Decreto del 17 febbraio 1861 i mandamenti di Morcone furono sottratti al Molise e passarono alla Provincia di Benevento. Durante il fascismo numerosi personaggi illustri del tempo hanno soggiornato a Morcone. Tra i tanti ricordiamo il Principe ereditario Umberto II di Savoia nel 1933.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliAttualmente il borgo antico di Morcone presenta un’uniformità costruttiva di pregio. L’agglomerato urbano, aggrappato al Monte Mucre, presenta la tipica struttura urbanistica medioevale. Il borgo in periodo medioevale era circondato da mura, ancora visibili in più punti. L’uso di materiali tipici, la loro sapiente orditura e le innumerevoli presenze di elementi decorativi di pregio, fanno sì che l’intero borgo rappresenti una continua piacevole scoperta, anche per chi lo abita o lo frequenta abitualmente. Edicole in ceramica colorata, elementi scolpiti in pietra, portali e lesene, logge e giardini interni impreziosiscono sia gli edifici dove sono ubicati che l’intera struttura cittadina da questi costituita. Le piazze, le fontane, le infinite scale in pietra che si arrampicano vorticosamente, le vie lastricate spesso con disegni geometrici ne arricchiscono il contesto, caratterizzando, dall’interno della struttura urbana stessa, quella che da tutti è riconosciuta come una “ vera cascata di case”, che si diramano a partire dal castello, eretto molto probabilmente nel X secolo su mura poligonali sannitiche, risalenti al V – IV secolo a.C. Situato in uno degli angoli più suggestivi del centro storico, si distingue il suggestivo Santuario della Madonna della Pace di origini molto antiche.Sicuramente, però, uno dei maggiori monumenti della cittadina è la Chiesa di San Bernardino da Siena, edificata tra il 1515 e il 1608, intitolata al Santo Patrono di Morcone. Recentemente è stata restaurata e consolidata, adibendo l’interno ad auditorium con un felice intervento di sintesi tra antico e moderno, estremamente curata nel disegno e nell’uso dei materiali. Il Palazzo Sannia, originario del XVI secolo è stato ristrutturato ed adibito ad attività culturali. E’ sede infatti della biblioteca comunale, che ospita l’archivio storico, del museo

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di arte contemporanea Enrico Sannia, e della civica scuola musicale. Adiacente alla costruzione è un giardino interno, con uno spazio adattato per ospitare piccole manifestazioni. Vi si godono atmosfere e suggestioni di un tempo,trascorso nella contemplazione della natura, nel silenzio e nell’interiorità.Molte sono le chiese: San Salvatore, l’Annunziata, San Nicola, San Michele Arcangelo, San Giovanni De Restauratis, San Onofrio, il Convento dei Padri Cappuccini con un notevole valore devozionale avendo ospitato Padre Pio da Pietrelcina durante il periodo del noviziato.

Personaggi IllustriMorcone è stato il luogo natio di alcuni personaggi illustri.- Giovanni, abate di Montevergine, beato. Visse fino al 1191.- Paccone Blasio, detto anche Biagio da Morcone. Divenuto giudice, da re Roberto fu nominato suo consigliere nel 1338: compose un dotto commento sulle leggi Longobarde.- Cesi Beniamino, di padre morconese, nacque e morì a Napoli. Si affermò nel campo della musica operettistica da camera. Ebbe importanti allievi come Leoncavallo di Napoli.- Lombardi Pasquale, nato a Morcone il 17/01/1867,si laureò in medicina e chirurgia. Non potendo intraprendere la carriera in ambienti cittadini, si ritirò a Morcone per dedicarsi alla cura degli umili e dei poveri. Durante il noviziato di P. Pio da Pietrelcina ebbe modo di constatare il miracolo delle stimmate.- Negri Tito Aurelio, illustre umanista e poeta, nacque nel 1769, conseguì la laurea in giurisprudenza. Morì nel 1825.

EconomiaL’agricoltura, con indirizzo cerealicolo – zootecnico, continua ad essere il comparto maggiormente rappresentativo anche se ha subito un ridimensionamento. Nelle 690 aziende agricole censite nel 2000 lavora la maggior parte degli addetti. Alla determinazione del reddito locale contribuisce anche l’industria con le attività manifatturiere e gli addetti al commercio.In località Piana è presente una vasta area destinata all’ubicazione di nuovi Insediamenti Produttivi (P.I.P.)Nell’artigianato si evidenzia la lavorazione del legno e della pietra.Produzioni tipiche: di carne suina , bovina e di agnello, salumi, formaggi, ricotte, caciocavalli, miele, olio extravergine di oliva.

Manifestazioni ed EventiFesta di S. Domenico (22 gennaio) : il Comune distribuisce alla cittadinanza i “panicelli” (pane benedetto) di forma allungata con disegni geometrici. La festa si replica il 3 giugno. In detti giorni, secondo la tradizione, è vietato svolgere qualsiasi attività per non ritrovarsi circondati da serpenti.FESTA DI S. BERNARDINO, patrono di Morcone ( 20 maggio) : la sera della vigilia è usanza accendere un grande falò , “ ro pagliaro”, segno di gioia e invito a bruciare simbolicamente i tanti vizi che ci sono nel mondo. Si dice che in una delle tante missioni S. Bernardino, percorrendo l’antico tratturo Pescasseroli – Candela, fu attratto da questo paese e, attraversando monti, fiumi e torrenti, raggiunse il centro abitato. Arrivato in cima al paese cominciò a predicare contro il lusso e l’usura, il gioco d’azzardo, la truffa e le bestemmie. Turbati da quelle accuse, i Morconesi si precipitarono a gettare nel fuoco tutti gli oggetti di lusso.L’Istituto Comprensivo “ E. De Filippo” da alcuni anni organizza una manifestazione denominata “Aspettando S. Bernardino”(19 Maggio) per promuovere conoscenza e

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sensibilità. Per il prossimo anno si vuole riproporre le “Antique Assisie”, una pagina di storia della nostra località da far conoscere e tramandare. FESTA DI S. ROCCO: nei pressi della chiesa è sita una fontana nelle cui acque si bagnano le “frese” tradizionali, ciambelle rustiche preparate con pasta lievitata, uova, olio e sugna.Il Presepe nel Presepe: il 3 Gennaio, come per magia, Betlemme rivive nelle stradine di Morcone. Gli antichi mestieri che hanno dato lustro alla cittadinanza, rivivono nei vecchi ambienti. Le piazzette si prestano mirabilmente ad accogliere piccoli mercati, si riaprono le antiche case signorili per riproporre calde scene di vita familiare. La manifestazione si innesta perfettamente in un contesto urbano – architettonico veramente unico. In un ambiente naturale suggestivo dominato dalla maestosa “Prece”, un pubblico straripante segue in religioso accoglimento l’annunciazione, il viaggio di Maria e Giuseppe, la natività, l’annuncio ai pastori, l’arrivo dei Re Magi e la lunga sinuosa fiaccolata dei pastori che si recano a portare doni a Gesù, rappresentato dall’ultimo bambino nato in paese. Estate Morconese: nata nel 1957, è arrivata oggi alla XLVIII edizione. Comprende una serie di manifestazioni di vario genere che richiamano non solo appassionati di diverse fasce d’età provenienti dai paesi vicini e non, ma anche turisti che preferiscono trascorrere una sana villeggiatura in uno dei centri piu’ suggestivi del Sannio.Concorso pianistico internazionale “Serghej Rachmaninov”, organizzato dall’Accademia murgantina per diffondere la cultura musicale. FIERA CAMPIONARIA DELL’ALTO TAMMARO (20-25 Settembre) organizzata dall’Ente Fiera: è la prima fiera nata nella regione Campania. Vi si espongono prodotti dell’agricoltura, della zootecnia, della meccanica agricola, dell’artigianato, della piccola industria. Il numero dei visitatori, degli affari, dimostra l’importanza della Fiera,che si conclude il giorno 25(ricorrenza di S.Michele Arcangelo) con una ulteriore esposizione di bestiame e di baracche nelle zone limitrofe.

PAGO VEIANOSuperficie: 23,7 Kmq Abitanti: 2620Altitudine 485 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 18 KmCome arrivare: da BN SS212 per Pietrelcina, 200 mt dopo Pietrelcina svoltare a destra per Pago Veiano. Pago Veiano si trova ad una distanza da Pietrelcina di Km 6. Piana Romana tanto cara a Padre Pio abbraccia anche il Comune di Pago Veiano.

Cenni StoriciIl territorio di Pago Veiano risulta abitato sin da epoche remote. Oltre a tracce preistoriche e sannite numerosi sono i reperti di età romana che testimoniano l'esistenza di un pagus (villaggio-distretto) Meflanus e di un pagus Vetanus. Il pagus Meflanus ricorre numerose volte nella “Tabula alimentaria” dell’imperatore Traiano. Proprio dal termine pagus derivò Pago, il nome con cui fu chiamato fino al 1862 il paese sorto, nell'attuale sito, in età medievale intorno al castello baronale. In quell'anno il Consiglio comunale chiese ed ottenne dal re Vittorio Emanuele II di aggiungere Veiano al nome del paese in seguito al rinvenimento, avvenuto nel 1845, dell'epigrafe di C. Safronio Secondo. In epoca medievale sorgevano due feudi con relativi castelli e chiese: il feudo di Terraloggia e il Feudo di Tammaro. Nel 1113 Terraloggia era un feudo posseduto dal normanno Roberto di Sicilia che mosse guerra ai Beneventani, i quali in 4.000, guidati da Landolfo della Greca, saccheg-giarono ed incendiarono il castello, tra le cui fiamme morì

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lo stesso Roberto. In seguito signore del feudo fu Guarino di Terrarubea, che nel 1170 partecipò alla crociata bandita da Guglielmo il Buono.Nell'VIII secolo, al tempo di Arechi, Tammaro era un possedimento del nobile longobardo Waccone che lo donò a Montecassino; poi passò all'abbazia di Santa Sofia, come si legge in una bolla del 1084 del papa Gregorio VII. Nel 1138 nel castello, che sorgeva proprio sul fiume, alloggiò per quattro giorni Ruggero II, re di Sicilia, in guerra contro il cognato Rainulfo. Egli, dopo aver sottomesso Apice, pose l'accampamento a San Severo (oggi Santa Barbara), occupò ed incendiò San Giorgio la Molara, Pietramaggiore (oggi contrada di San Giorgio), Pietrelcina e Fragneto Monforte che gli si erano schierati contro. In seguito Gugliel-mo I il Malo tolse ai Benedettini Tammaro che divenne suffeudo di Terraloggia, posseduto dagli stessi signori. Secondo un'antica tradizione, da Tammaro prese il nome s. Tammaro, il 23° vescovo di Benevento (440-465), perché qui sarebbe nato o qui si sarebbe ritirato in vita eremitica.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliNumerosi sono i reperti romani rinvenuti nel territorio di Pago Veiano. I più rilevanti, oltre all'epigrafe di Caio Safronio sono: l'epigrafe di Flacco, l'epigrafe di Apro, 5 steli funerarie, il fregio dorico di un monumento funerario, numerose are votive alcune delle quali sono le uniche ad attestare in tutto il Beneventano la venerazione di particolari divinità (libero, nettuno). Numerosi altri reperti romani sono stati inseriti nella costruzione delle chiese sorte nel territorio di Pago Veiano o collocati in loro prossimità, in particolare in quella rurale di San Michele. Oltre alla chiesa arcipretale di San Donato nel territorio è possibile visitare le chiese rurali di San Pietro, Santa Maria a Tammaro, San Michele, San Gennaro e Sant'Antonio. In alcune di esse ha celebrato messa San Pio da Piterelcina, comune confinante con Pago Veiano. Interessanti poi sono i resti del castello di Terraloggia con i suoi notevoli bastioni del lato est ed i ruderi del castello di Tammaro.Importante risorsa ambienta è il fiume Tammaro le cui acque avvolgono 3/4 circa del territorio di Pago Veiano e il Tratturo Regio.

EconomiaTerzo comune della provincia per utilizzo agricolo del territorio. Diffusa è la coltivazione di cereali e foraggi. E' fiorente l’allevamento di carni bovine. Buonissimi i prodotti locali, vino, olio, formaggi, salumi. Notevoli sono i biscotti. Le industrie sono sorte nella zona industriale Piana Romana entrata in funzione nel 1990. E’ presente l’artigianato (fabbri, falegnami) e in misura limitata il commercio. Oggi il paese vive una fase di stasi economica anche a causa dell’emigrazione e del depauperamento demografico.

Manifestazioni ed EventiManifestazioni importanti sono la FESTA PATRONALE DI SAN DONATO il 7 agosto, San Michele (8 maggio), Sant’Antonio (13 giugno), Santa Lucia (13 dicembre). Il CARNEVALE DI PAGO VEIANO da qualche tempo è un appuntamento da non perdere, con i suoi carri allegorici e con la “mascherata”, recita in dialetto locale.Nella valorizzazione dei prodotti tipici spicca la SAGRA DEL VITELLO PAESANO che si svolge l'ultimo fine settimana di Luglio.

Personaggi IllustriNicola Polvere nato a Pago Veiano il 6 maggio del 1833. Laureato in legge, più volte sindaco del comune di Pago Veiano e più volte presidente del Consiglio Provinciale di Benevento. Eletto deputato al Parlamento nel 1874, tiene il mandato per 18 anni in 6 legislature consecutive.Paolo Cecere nato a Fragneto Manforte il 22 dicembre 1845. Insegnante dela scuola

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comunale di Pago Veiano dal 1876. Autore di versi sacri e profani, attivo collaboratore della Gazzetta di Benevento.Giuseppe Orlando nato a Pietrelcina il 26 ottobre 1877. Ordinato sacerdote nel maggio del 1902 svolge attività politica. Eloquente e colto oratore, nel 1909 fonda un circolo cattolico a Pago Veiano. Attivo e solerte collaboratore delle opere benefiche del fraterno amico Padre Pio col quale fu in frequente contatto epistolare. Decisivo ruolo svolse per la realizzazione della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo e del Convento dei Cappuccini di Pietrelcina.Dodo Gagliarde nato a Pago Veiano nel 1956 e residente a Roma. Attore e autore, cultore del teatro comico popolare e del teatro di varietà, ha collaborato a libri e periodici. Artista poliedrico, passa disinvoltamente dal cabaret alla tragedia, dalla farsa al dramma, dalla commedia al varietà, con qualche incursione nel cinema e nella fiction televisiva.

PAOLISISuperficie: 6.07 KmqAbitanti: 1636Altitudine:270mt/slmDistanza dal capoluogo: Benevento Km 26Come arrivare:da Napoli, Paolisi dista circa 27 Km dall’autostrada A1 con uscita al casello di Caserta Sud si prosegue poi lungo la SS7 Appia (direzione Benevento) fino al bivio di Paolisi.

Cenni StoriciPAOLISI, nelle sue vicende storiche, seguì sempre le sorti feudali di Arpaia. Fu posseduto dagli Stendardo, Boffa, dai Della Leonessa e poi dalle Case Guevara, Comite, Palavano, Caraffa, Ceva, Grimaldi, Carafa di Maddaloni, Caracciolo di Airola e in ultimo dalla regia Corte. Il suo territorio è adiacente al sito storico delle Forche Caudine; il sito in cui gli antichi romani furono sconfitti dal popolo sannita. Dopo aver teso un’imboscata all’esercito imperiale nella gola di Forchia-Arpaia, i Sanniti costrinsero i romani alla resa dopodiché, per schernirli, li obbligarono ad inchinarsi facendoli passare sotto una forca. Fu terra dei Caudini prima, della Colonia di Claudio. Successivamente appartenne al ducato e principato di Benevento. Fu affidato al circondato di Cervinara ai primi del secolo XIX, quando dipendeva ancora dalla provincia del principato Ultra. Passò poi alla provincia di Caserta, fu aggregato poi alla provincia di Benevento.

Beni Culturali, Artistici e AmbientaliIl paesaggio di Paolisi sorge alle falde della catena montuosa del Partenio. E’ ricco di castagneti che chiudono la valle caudina. Il territorio è molto fertile ma la vera ricchezza sono i boschi di castagni. È costituito da verdi e fertili colline che consentono lunghe passeggiate salubri. Molto importante poi è il rifugio di S. Bererdo con la sua nota fontana in pietra del 1767. Di notevole interesse architettonico e artistico sono: la Badia di S. Fortunato, eretta nell’anno 800 con i fondi donati a S. Vincenzo a Volturno, la chiesa arcipretale di S. Andrea Apostolo, di quest’ultima si hanno scarse notizie sulle sue origini ma di certo venne costruita prima dell’anno 880 e la chiesa di S. Tommaso Apostolo.

Personaggi IllustriPAOLISI è terra di politici, di dotti, di prelati, di amministratori, di poeti e di atleti. Tra i nomi illustri vanno ricordati: Francesco Bove, nato nel 1803, ottimo avvocato del foro di Napoli; l’Ing. Carlo Petrella,che portò la luce elettrica a Paolisi; Matteo Caglione che fu

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notato per la sua originalità compositiva:i suoi versi costituiscono un fenomeno e denotano una qualità naturale di quell’intelletto singolare che fa capolino sotto la rozza veste del pastore. Anche in campo ecclesiastico Paolisi vanta nomi illustri: “Joannes VII Guevara Episcopus”, Giovanni Guevara, patrizio napoletano da curato della parrocchia di S.Tommaso Apostolo di Paolisi fu eletto vescovo di Santagata il 19 Giugno 1523.

EconomiaTra i prodotti tipici vanno ricordati: le mele annurche, il vino asprino, la lavorazione a mano della pasta fresca. Oltre che per la rigogliosa vegetazione dei campi coltivati a frutteti, vigne e oliveti, il territorio paolisano facente parte della Comunità Montana del Taburno, si caratterizza per la vegetazione spontanea della macchia mediterranea, completata da erbe officinali, rubinia, querce, ginestre, castagni, lecci, faggi, pini, abeti, acero e carpino. Il complesso di flora e fauna fanno di questo territorio il punto di riferimento per escursioni naturalistiche.I prodotti agricoli di cui può vantarsi: i cereali, la frutta, il tabacco, i boschi di castagno, le ciliegie e i funghi porcini.Antiche tradizioni assegnano a Paolisi il particolare pregio per la lavorazione del legno, in particolare con produzione di botti artigianali, e del ferro battuto. Nella produzione artigianale vanno ricondotte, con un discorso a parte, anche le lavorazioni di tessuti, laterizi, tabacco conserve alimentari pur se questi si avvalgono ormai di procedimenti industriali, in quanto sono il risultato di una autentica cultura artigianale, evolutasi nel corso dei secoli.

Manifestazioni ed eventiManifestazioni importanti sono la FESTA DI S. ANTUONO il 17 gennaio; la FESTA DI S. ANTONIO la prima settimana di Agosto; la FESTA DELLA MADONNA DELL’AD-DOLORATA l’ultima settimana di agosto; Festa della Madonna del Rosario (Pasqua e 7 ottobre); LUGLIO PAOLISANO con volley in acqua, calcetto in acqua e progetto di aggregazione e socializzazione; FESTA DELLA BIRRA e SAGRA DEL FUNGO PORCINO la seconda decade di agosto.

PIETRAROJASuperficie: 3.560 KmqAbitanti: 640Altitudine: 850 – 1800 m/slm Distanza dal Capoluogo: BENEVENTO 60 KmCome arrivare: da Napoli autostrada A1 Na-Mi uscita Caserta Sud, proseguire per la Via Appia e voltare al bivio dei Ponti alla Valle, percorre la strada a scorrimento veloce Fondovalle Isclero sino all’uscita per la strada nazionale Caianello-Benevento, direzione Benevento, a circa 3 Km prendere l’uscita per Cerreto Sannita. Seguendo la stra provinciale si attraversano i comuni di Cerreto Sannita, Cusano Mutri e infine si raggiunge Pietraroja. Da Benevento, percorrere la strada nazionale Benevento –Caianello, a circa 30 Km prendere l’uscita per Cerreto Sannita e proseguendo lungo la strada provinciale per Cerreto Sannita, Cusano Mutri e Pietraroja. La stazione FS più vicina è quella di Telese Terme-Cerreto Sannita sulla linea Bari-Foggia-Napoli. Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta.Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private, sulla linea Cerreto-Telese-Benevento-Napoli.

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Cenni Storici La tesi piùaccreditata sull’origine e sulla derivazione del nome Pietraroja è quella secondo cui tale nome deriverebbe dal colore rosa del marmo (pietra rosa, da cui Pietraroja) che si trova sul castone Sud-Est del monte Palombaro (ad oriente del monte Mutri) nella località della Fucina. Pietraroja nasce probabilmente come piccolo villaggio sannitico fondato in seguito all distruzione dell’antica città di Teleria, intorno all’85 a.C, da parte di Lucio Cornelio Silla. Parte dei telesini scampati alla morte si rifuggiarono sui monti più alti e fondarono così un primo villaggio di case, nella zona attuale detta “Case vecchie’’ , lungo il boscho di Feo. In epoche diverse sono stati rinvenuti nel luogho vari oggetti antichi, in uso presso i Romani. Distrutto questo primo villaggio, non è noto se a causa di un’alluvione o un terremoto, gli scampanti ne costruirono un altro in luogo più sicuro e solido, tra le località S. Anna e Castello. In seguito al terremoto del 1125, il paese venne ricostruito nella zona detta “Terra Vecchia’’ e fortificato con mura e massicce torri circolari per la difesa. Signori di Pietraroja furono i cavalieri normanni della casa Sanframondo; nel xv secolo il conte Alife, seguirono i Gaetani, signori di Piedimonte ed infine i Carafa fino al 1806. Il centro abitato rimase in quel sito fino al terremoto del 1688. Agli inizi del 1700 i superstiti iniziarono a costruire la quarta Pietraroja dov’è attualmente. Dal 1860 al 1870 il paese subì il del brigantaggio post unitario poiché presentava luoghi ideali per rifugiarvisi e muovere azioni di rivolta (luogo ideale fu la grotta delle fate o grotta dei briganti a monte di Fontana Stritto). Non pochi furono gli episodi di violenza, non solo tra briganti e soldati piemontesi, ma anche contro privati cittadini.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliPietraroja rappresenta uno dei luoghi più suggestevi dal punto di vista storico, ambientale e naturalistico dell’interea area del Parco Regionale del Matese di cui fa parte. Il territorio, sito sul versante Sud del Matese, al confine tra Campania e Molise, ricco di stupende montagne, folti boschi e corsi d’acqua, si presenta agli occhi dei visitatori come uno scenario naturale di incomparibile bellezza; panorami mozzafiato, testimonianze di un remoto passato giunte fino ai nostri giorni sottoforma di fossili e la produzione tipica locale ne fanno il paese ideale per ogni tipo di attività turistica. Passeggiando tra i vicoli del centro storico si possono ammirare le facciate in pietra locale di abitazione tipiche di vecchi portali, nonché vitare l’antica chiesa Parrocchiale S. Maria Assunta in Cielo, costruita nel 1695, come si legge sull’architrave del portale all’ingresso. Fiore all’occhiello di questa perla del Matese è rapprreseanto da fossili , infatti l’area di Pietraroja riveste particolare importanza perché in essa affiorono calcari fossiliferi appartenenti ad un arco di tempo di ben 110 milioni di anni che va dal Triassico ai nostri giorni. Tra i numerosissimi fossili lagunari e marini nell’area divenuta da tempo parco Geo- paleontologico, è stato ricuperato, nel 1980 anche il famosissimo fossile di cucciolo di dinosauro ‘’Scipionjx Samnticus’’, soprannominato ‘’Ciro’’ che è un esemplare di poche settimane di vita, misura 25 cm e sarebbe vissuto 110 milioni di anni fa in piena era mesozoica. ‘’Ciro’’ è il primo e più completo dinosauro trovato finora in Italia, caratterizzano da un’eccezionale stato di conservazione che ne mostra perfino le parti molli e gli organi interni. Un percorso avvicente, capace di svelare i misteri della laguna di pietra, popolata un tempo di pesci, rettili ed anfibi, rettili ed anfibi, nonché le vicende geologiche dell’Italia, lo si può vivere visitando il nuovo museo ‘’Paleo-lab’’ ove oltre a una mostra di calchi dei fossili rinvenuti in loco, compreso lo stesso ‘’Ciro’’, offre un immaginario viaggio a ritroso nel tempo, con sistemi interattivi, che ripercorre i principali eventi temporali tra l’oggi e il periodo in cui visse Scipionjx Samniticus. Si può visitare l’allevamento del gambero reale e il suo alveo (ruscello dove vive). Nell’offerta turistica non può mancare la degustazione dei prodotti tipici locali, basata soprattutto sui rinomati formaggi di Pietraroja, derivanti da una sana e genuina produzione nonché da antiche

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lavorazioni. EconomiaL’economia di questo picoolo centro montano si basa quasi esclusivamente sull’allevamento di bovini, ovini, caprini e suini e relativi prodotti derivati.

Manifestazioni ed EventiIl centro di Pietraroja è animato da tante manifestazioni quali la Serata di Canti Pietrarojesi; la SAGRA DEI PRODOTTI LOCALI: prosciutto, agnello formaggi e carrati(pasta tipica lavorata a mano); feste di quartiere. Molte e sugestive sono anche le feste religiose quali la Festa di San Nicola patrono di Pietraroja, FESTA DI SAN ROCCO e la Festa della Madonna del Carmine.

PIETRELCINASuperficie: 28,7 KmqAbitanti: 3034Altitudine: 345 mt/slm Distanza dal Capoluogo: BENEVENTO 12 KmCome arrivare: VIA BOLOGNA –PESCARA-BARI (A14) USCITA casello DI Termioli-Molise (circa 155Km); proseguire per Boiano-Benevento-Pietrelcina (SS212); VIA ROMA –NAPOLI USCITA casello di Caianello (circa 70 Km da percorrere) proseguire per Telese-Benevento-Pietrelcina (SS212); VIA NAPOLI – BARI Uscita casello di Benevento a circa 25 Km.

Cenni StoriciLa sua evoluzione storica segue ed è legata per i due terzi “del percorso” a quella delle zone limitrofe e, in un certo qual modo, a quella del capoluogo. Per semplificare l’esposizione, dividiamo schematicamente il passato che ci riguarda in cinque periodi: periodo preistorico, di cui niente sappiamo, sia per lo scarso sviluppo antropico alle quote di circa 400-450 metri sia alla mancanza dei soliti ritrovamenti occasionali che accadono in lavori ferroviari e stradali; periodo storico, o se vogliamo della romanizzazione delle valli determinate e confinate nel Bacino del Fiume Calore, romanizzazione, dicevamo, divisa in due tempi: Maleventum diventata Beneventum colonia latina, e Beneventum colonia romana verso gli inizi del principato e dell’impero; periodo invasioni barbariche, recupero bizantino, ed invasione con insediamento finale dei Longobardi; da tanto, il conseguente Ducato Longobardo, poi Principato, con capitale Benevento di tutta la Langobardia Minor. Proprio in questo periodo si attestano nel nucleo originario di Pietrelcina le prime bande e drappelli saraceni chiamati dal duca beneventano come mercenari assoldati per combattere contro il ducato di Salerno. Tanto è riconoscibile ed attestato dalla distribuzione funzionale ed architettonica-urnbanistica della zona detta Castello, rilevabile con un solo sguardo da una qualunque piante del paese. Situazione anomala a cominciare dal periodo normanno fino a Garibaldi, durato circa 800 anni, con Pietrelcina tra Principato Ultra e Contado del Molise degli Angioini e degli Aragonesi, mentre Benevento restava un isola autonoma, staccata dal Regno delle Due Sicilie, e legata alla Cattedra di San Pietro in Vaticano. Periodo post unitario: seguono gli accadimenti di tutti i paesi della provincia, fino ai nostri giorni.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliChiesa Madre, di una fattura riportata anche nella Guida Touring Club della Campania,

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con riferimenti scritti in anni precedenti i nuovi e recenti interessi turistici;-Chiesa del Convento Frati Cappuccini, progettata dal prof. Gianbattista Milani,autore dell’Opera L’Ossatura Murale, fondatore con il prof. Vincenzo Fasolo della prima facoltà di Architettura del mondo moderno (anno 1922);-Chiesa di Sant’Anna, ricostruita dopo del terremoto del 1680, su un probabile schema islamico;Palazzi e palazzotti signorili, Ville signorili dal 1700 al 1900;casini e Casine di Campagna dal 1848 al 1920;-Rione Castello;Case di Padre Pio al rione Castello; Cappella a Chiana Rumà (detta erroneamente anche Piana Romana); Casa Arciprete Pannullo ; punti panoramici di osservazione della Valle del Bacino del Calore, per un raggio di oltre 50 km, (Toppa Barrata, Contrada Bosco); percorso del Fiume Tammaro

Personaggi IllustriPadre Pio e tutte le persone, Medici, Parroci, che hanno contribuito, forse non sapendolo, alla Sua formazione.

EconomiaMista, tra industrie di Carpenteria per Strutture Metalliche a livello nazionale (ISPA) ; manifatturiere (confezioni in stoffa, in pelle); artigianato (infissi, elettricità); alberghiero (Alberghi, pensioni, agriturismo); agricoltura (molto tabacco, carciofi di rinomanza nazionale).

Manifestazioni ed EventiSANT’ANTUONIO, 17 Gennaio; Carnevale; NATIVITÀ PADRE PIO, 25 maggio; Sagra del Carciofo; Festa Patronale (prima domenica di Agosto); Ordinamento del Sacerdozio di Padre Pio e prime Stimmate, Agosto e Settembre; Madonna 3 Dicembre; NOVENA DI NATALE MUSICATA.

PONTESuperficie 17,49 KmqAbitanti: 1636Altitudine:147 mt/slmDistanza dal capoluogo:Benevento Km 12Come arrivare: Da Napoli: autostrada Napoli-Bari uscita Benevento-Castel del Lago, proseguire per la superstrada Benevento-Caianello, direzione Caianello, uscita Ponte; oppure Autostrada Napoli-Roma uscita Caserta Sud, proseguire strada statale SS 265 fino ad innesto fondovalle Isclero, proseguire superstrada Caianello-Benevento, uscita Ponte; o ancora linea ferroviaria Napoli-Foggia, stazione Ponte-Casalduni.

Cenni StoriciPonte è un centro agricolo-industriale del Sannio. Lega il proprio nome ad un ponte in pietra “ad pontem lapideum” così citato in un atto notarile dell’849, per distinguerlo dagli altri passaggi su ponticelli in legno sul torrente Lenta, Arventa o Alenta. Tale ponte era il luogo di svincolo e passaggio di quelli che i Sanniti chiamavano tratturi e usavano per la transumanza. Da qui si poteva proseguire per la Valle Telesina, per la Valle Vitulanese o per Benevento. A Ponte la via chiamata Latina dai Romani, che da Teano si spingeva a Benevento attraverso Alife, Telese, si collegava a quella che da Sirpium conduceva a

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Benevento. Il primo documento che cita Ponte risale al 980 d.C.; è tale infatti la datazione di un atto di donazione con il quale il principe longobardo Pandolfo Capodiferro donava il monastero di S. Anastasia all’abate del monastero di S. Lupolo e Zosimo in Benevento. All’abate veniva anche concessa la facoltà di costruirvi un castello e di renderlo abitato. Fu così che nella zona in cui sorgeva l’Abbazia ebbe inizio la storia di Castel Ponte, il Borgo Antico che questo progetto vuole riscoprire. Nel 1087 il Castello divenne sede di baronia normanna. Nel 1133 divenne feudo dei Fenucchio, conti normanni, ed il dominio durò vari decenni sino a quando nel 1151 passò ai Sanframondo. Nel 1266 il Castello venne occupato dalle truppe francesi di Carlo D’Angiò ancor prima che avvenisse la battaglia contro Manfredi di Svevia. Sino al 1504 Castel Ponte fu feudo dei Sanframondo, con qualche interruzione. Nel 1546 tenne il feudo Rinaldo Carafa finché lo vendette alla famiglia Caracciolo. Allora Castel Ponte contava 62 famiglie. Flagellato dalla malaria causata dall’acqua stagnante del Calore, il nostro piccolo feudo portò sempre più la sua esistenza sopra il cocuzzolo della collinetta. Nel 1585 il feudo fu acquistato dai Sarriano e negli anni a seguire dall’imperatore Carlo VI d’Austria che lo occupò fino al 1806 quando una legge francese abolì il regime feudale. Nel 1811 il paese passava alla provincia del Molise; nel 1829 perdeva la propria autonomia e con decreto reale di Francesco di Borbone veniva unito a Casalduni. Infine, in data 22 giugno 1913, dopo varie vicissitudini, Ponte riusciva ad acquistare la propria autonomia.

Beni culturali, artistici, storici, ambientaliPONTE, oltre ad una ricca Biblioteca Comunale, situata presso i locali del Comune, dove si possono trovare libri di vario genere, vanta un ricco patrimonio storico-artistico e ambientale. Tra i monumenti che il passato ha lasciato in eredità al paese bisogna ricordare:- l’Abbazia di Sant’Anastasia. Essa è situata ai margini dell’antica via Latina, nei pressi della confluenza del torrente Alenta col fiume Calore. Si presenta con una pianta ad un’unica aula allungata con orientamento est-ovest e con ampia abside ed è caratterizzata da palme in materiale lapideo, inserite nella muratura all’altezza della prima finestrella strombata, sul lato destro entrando, assieme all’unica croce, delle undici allora esistenti, poggiante su un trapezio oggi visibile, significavano rispettivamente: la dedica della chiesa ad un martire, e Santa Anastasia è martire d’epoca Romana, e l’avvenuta consacrazione del luogo. L’aula riceve luce da sei finestre strombate alte. Databile intorno all’VIII sec. d. C., fu molto probabilmente costruita su una precedente costruzione, quasi sicuramente una villa romana. Nel XIV sec. fu arricchita da una torre con l’intento di creare un vano per due campane. La Badia, nel 980, fu donata dal principe longobardo Pandolfo I al monastero di San Lupolo e Zosimo. Successivamente passò a Montecassino, come risulta da un diploma del 1137, dell’imperatore Lotario. L’Abbazia fu sede di parrocchia fino al 1569, anno in cui i cittadini di Ponte ne decisero il trasferimento nella Chiesa della Santissima Trinità. L’11 marzo 1934 fu distrutta da un incendio. Durante i lavori di restauro del 1980 si scoprì al suo interno una tomba contenente un guerriero con corredo di armi, tutt’oggi conservato, a cura della Sovrintendenza, nel Museo di Salerno. Restaurata e dichiarata monumento nazionale, l’Abbazia è visitabile ogni ultimo sabato e domenica del mese e in qualsiasi giorno dietro prenotazione.- I resti del Ponte in pietra. I resti del ponte, citati in un documento del 849 e già noti ai Sanniti, in parte recuperati nel 2003, ma purtroppo ancora privi di sistemazione adeguata, in parte ancora visibili sul greto del torrente Alenta, sono una testimonianza tangibile del passato del paese che, come si è già avuto modo di accennare, lega il proprio nome, nonché la prima testimonianza della propria esistenza, proprio a questo ponte, importante via di comunicazione di un passato molto lontano; - Il Borgo Antico di Castel Ponte. A tale proposito si rimanda al punto precedente.

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Parlando della storia del paese si è infatti ampiamente discusso di esso;- La Cappella di San Dionigi. Il manufatto, storicamente riconosciuto come Grangia perché dipendente dalla poco distante abbazia di S. Anastasia, è posto a ridosso della provinciale che da Ponte conduce a Casalduni. Esso ha nella storia di età normanna un posto molto importante dal momento che è oggetto di un’ampia donazione che Baldovino effettua a favore di Montecassino. La chiesa, al momento della donazione, e cioè nel 1089, si trovava nel castrum di Ponte; Baldovino l’aveva rinnovata e ampliata. Essa si presenta ad un’unica aula con arco a tutto sesto che separa l’altare dal resto del locale; inoltre è ancora possibile ammirare una tela raffigurante S. Dionigi Martire. L’altare reca sul fronte degli affreschi in buono stato di conservazione; sulla facciata d’ingresso si notano una finestra strombata e una cavità a mò di edicola per l’esposizione dell’immagine del Santo. Sul lato posteriore si può ammirare un cippo funerario romano, con diciture in latino e un’anfora scolpita, reimpiegato come pietra di sostegno. Dopo l’opera di restauro si sono scoperte tracce di archi ed un cunicolo vicino all’altare che collegava la grangia ad un locale che ospitava un eremita. Sul lato dell’altare un’apertura che reca la data del 1921 consentiva il deflusso dei pellegrini che accorrevano a visitare le reliquie del Santo, recentemente derubate; - Il Castello. Risalente all’XI sec., il Castello viene citato per la prima volta nel 1087 quando ne è signore Baldovino il Normanno. Nel 1134 dovette subire, da parte di re Ruggiero il Normanno, il suo primo assedio con successiva capitolazione. Dell’originario maniero non è rimasto molto, un po’ a causa del tempo, un po’ a causa dei continui rifacimenti. Esso doveva avere 7 torri collegate da camminamenti; oggi sono visibili 4 torri, altre 2 si trovano invece entro le mura che servivano a separare il palazzo ducale dal resto delle residenze. - La Chiesa del Santissimo Rosario. La Chiesa fu costruita entro le mura del castello dalla omonima confraternita. La sua inaugurazione avvenne il 3 settembre 1596. Essa è un’autentica vestigia di arte neoclassica, denominata S. Anastasia Martire perché ereditaria del titolo della badia citata in precedenza. Nei secoli successivi è stata più volte rifatta e ampliata ed evidenzia i continui rifacimenti che comunque non hanno cambiato molto la struttura originaria. Grazie al contributo della Regione Campania, dei fedeli e all’opera del parroco Pier Crisologo Botte, la chiesa è stata ristrutturata e sono stati aggiunti degli affreschi in oro zecchino. In essa tutti i parametri della classicità sono stati rispettati anche se, in proporzione, ridotti. La nicchia dell’altare maggiore, oggi ospitante uno stupendo crocifisso ligneo, reca il simbolismo mariano con le 12 stelle a corona. Tra gli oggetti sacri si conservano: un piatto per le offerte in ottone con una fine decorazione a sbalzo risalente al XVI sec. e una bellissima statua in legno del 1700 riproducente un Cristo legato alla Croce. La piazza antistante la Chiesa, denominata XXII Giugno, ricorda l’importante data dell’autonomia pontese avvenuta appunto il 22 Giugno 1913.Oltre ai monumenti del passato, anche il presente ha contribuito ad arricchire il paese. Tra le costruzioni più recenti bisogna ricordare:- Villa Maria. Tale villa risale alla fine del ‘700 inizi ‘800 ed è situata in prossimità dell’incrocio tra l’ex SS 372 e la SP Ferrarisi. Di essa si possono ancora ammirare, oltre alla struttura purtroppo fatiscente, un cancello in ferro battuto sorretto da pilastri in mattoni di cotto (su quello di destra sono ancora visibili i resti di un vaso di fiori), un secondo cancello con alla base un fermo che reca la data del 1897, una cisterna per la raccolta delle acque, un grosso portone in legno sormontato da un portale in pietra e un giardino interno oggi incolto. La villa si presenta in uno stato di completo abbandono e rischia di crollare portando con sé il suo ricco passato e un pezzo di storia del paese. - La Chiesa di Santa Generosa Martire. La chiesa fu costruita su disegno dell’architetto Don Mario Alciati, sacerdote salesiano piemontese, e consacrata col titolo di S. Generosa Martire il 20 febbraio 1966, anno in cui fu anche eretta a Parrocchia. Essa è molto ampia,

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di stile moderno e presenta tre altari, uno centrale e due laterali; al suo fianco si erge un campanile con due campane.

Personaggi IllustriTra i personaggi che hanno dato dei contributi al paese bisogna ricordare figure quali Giuseppe Ocone, Domenico Ocone e Mario De Mennato. Al primo si lega, negli anni ’20 del secolo scorso, lo sviluppo del piccolo borgo di Ponte da un punto di vista commerciale. Fu infatti Giuseppe Ocone a decidere che Ponte, data anche la sua posizione favorevole, dovesse diventare la sede di un mercato settimanale che richiamasse gente dai paesi limitrofi. Per convincere i primi commercianti a venire a Ponte pagò loro, di tasca propria, le spese di viaggio.A Domenico Ocone, invece, si legano i primi passi di Ponte come paese autonomo. Appena assunte le funzioni di sindaco il 24 marzo 1946 si trova a dovere affrontare la realtà di una comunità tagliata fuori dal progresso. Tra i primi impegni di “Don Domenico”, come cominciavano a chiamarlo affettuosamente i suoi compaesani, ci fu la pubblica istruzione. Per la costruzione della Scuola Media, una delle prime del circondario, mise a disposizione gratuitamente il proprio terreno. Lo stesso aveva fatto per la costruzione del campo di calcio e lo stesso farà per la costruzione di una nuova chiesa. Queste sono solo alcune delle tante opere realizzate nel corso della sua permanenza alla guida Amministrativa del Comune. Tra le tante cose, però, non si può dimenticare il suo impegno per i bambini, per i quali istituì a proprie spese la befana scolastica, e per i ragazzi ai quali ha lasciato una borsa di studio; impegno ancora oggi assolto dalla famiglia. Infine si deve ricordare il suo impegno per la costruzione di scuole in campagna. Altra figura di spicco che il paese ricorda, la scuola Secondaria di primo grado è intestata a lui così come una delle strade del paese, è Mario De Mennato, uomo colto, medico generoso, scienziato brillante, nato a Paupisi il 31 dicembre 1899. Membro della Società medico-chirugica, fu molto legato alla sua terra e ai suoi concittadini dai quali è ricordato per la sua generosità (spesso curava gratuitamente persone che altrimenti non avrebbero potuto permettersi un dottore), nonché per la sua ricca e varia cultura (si laureò in medicina e chirurgia, proseguì le sue ricerche con importanti studi sull’anatomia del sistema nervoso simpatico e si specializzò in Antropologia criminale). EconomiaCome già accennato il paese possiede un’economia prevalentemente agricolo-industriale anche se sul territorio sono presenti piccoli allevamenti a gestione perlopiù familiare. L’agricoltura deve il suo prestigio ai numerosi vigneti, è da sottolineare che Ponte vanta diversi vini D.O.C, nonché ai suoi oliveti. Di non minore importanza sono i prodotti ortofrutticoli, coltivazioni di grano, biada, ecc., nonché coltivazioni di frutti esotici quali il kiwi. Per quanto riguarda il settore industriale sono da annoverare: 2 fabbriche tessili, 1 di lavorazione inerti fluviali, 1 di fuochi d’artificio, 1 di patatine, 1 di cera, 1 zincheria, 1 di guarnizioni per lavatrici, 1 di raccolta oli, 1 di mobili, 2 frantoi, 1 azienda agricola di produzione e imbottigliamento vino, 1 che opera in ambito informatico, 1 di targhe e coppe, 1 di cornici per quadri, 1 di costruzione orologi, 1 ditta produzione edilizia, 1 di rimozione terra. Infine non bisogna dimenticare l’apicoltura che contribuisce alla ricchezza del paese.Per quanto riguarda l’artigianato merita un cenno la lavorazione della ceramica e la lavorazione orafa che due giovani del paese stanno riportando in auge.Tra i prodotti tipici vanno ricordati: il “Panesillo” (dolce di origine Longobarda, la cui ricetta è nota solo al pasticcere), il “Ciambuotto di patate e rape” (a base di patate e rape lessate e successivamente soffritte), il “Pane cuotto” (a base di pane, verdure, fagioli e cipolle), la “Verdura sperta” (pietanza a base di diverse verdure di campo, crosticine di

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formaggio e salsiccia) e “Cicoria selvatica con osso di prosciutto”.

Manifestazioni ed EventiIl paese possiede un’attività molto ricca e varia. Numerose sono infatti le manifestazioni che la Pro Loco organizza in collaborazione con altri Enti e/o operatori economici. Tra queste bisogna ricordare: - il CONCORSO FOTOGRAFICO NAZIONALE con il patrocinio FIAF. Giunta alla sua quinta edizione e dedicata alla memoria di un giovane pontese tragicamente scomparso in un incidente automobilistico, la mostra mira a coinvolgere soprattutto le nuove generazioni e pone una notevole attenzione alla valorizzazione del territorio; - il CARNEVALE PONTESE giunto alla XVII edizione il carnevale, mediante la costruzione di carri allegorici, l’allestimento della sfilata mascherata con carri, maschere, gruppi folk, coreografie varie, il ballo in maschera e la premiazione del carro considerato più originale, mira a consolidare e rinnovare consuetudini antiche e momenti folcloristici che fanno parte della storia del paese per non perdere la memoria e rilanciare turisticamente la zona. Per quanto riguarda le ultime edizioni è da sottolineare la stretta collaborazione con l’Istituto Comprensivo di Ponte Paupisi, Pontelandolfo Casalduni e le Pro-Loco di Casalduni e Paupisi;- la FESTA PATRONALE DI SAN GIOVANNI NEPOMUCENO il 16 maggio. La festa rappresenta uno dei principali avvenimenti nella vita del paese; si articola normalmente su due giornate; la prima con l’esibizione di gruppi locali, la seconda con l’esibizione di un noto cantante di musica leggera. Nei due giorni di festa la piazza principale del paese ospita molti turisti che oltre a visitare il centro storico di Castel Ponte, si soffermano davanti alle numerose bancarelle. La serata si conclude con uno spettacolo di fuochi pirotecnici; - il TEATRO IN PIAZZA, il fenomeno teatrale fa parte della storia della realtà locale. La compagnia teatrale della Pro Loco I Satiri del Sannio formata da attori non professionisti quali gli stessi cittadini pontesi ha all’attivo rappresentazioni quali: la Sacra Rappresentazione dei Misteri di San Giovanni Nepomuceno, Donna Chiarina Pronto Soccorso (commedia in due atti di Gaetano Maio), Caviale e Lenticchie (commedia in tre atti di Scarnicci, Tarabusi e Taranto); - L’ESTATE PONTESE ha inizio nel mese di luglio e termina nel mese di settembre . In questo periodo vengono allestite sulla via principale del paese mostre di vario genere e si possono gustare piatti tipici preparati dai ristoratori locali. Inoltre ogni sabato e domenica ci si può divertire ballando e ascoltando della buona musica. Tale manifestazione è organizzata in sinergia con il comune di Ponte che con propria delibera istituisce nelle ore serali l’isola pedonale;- gli ANTICHI MESTIERI E SAPORI TRADIZIONALI, tale manifestazione, che si tiene nel centro storico di “Castel Ponte”, offre opportunità di riscoprire antichi sapori e mestieri tradizionali; il tutto nello scenario carico di fascino dei vicoli e piazze dell’antico Castel Ponte; con l’apertura di cantine antiche e vecchi forni e frantoi e la presenza di figuranti nei costumi delle varie epoche; - il NATALE A PONTE. La manifestazione si articola su varie iniziative: allestimento di luminarie per le vie principali del paese, concerti di musica classica, musica jazz, tombolate varie, mostra di presepi e monete, serate danzanti, concerti di natale, recite, fiaccolate. Quest’anno il tutto è stato arricchito da due pomeriggi dedicati il primo ai nonni e ai nipoti (Nonni e Nipoti…insieme sotto l’albero) e il secondo ai bambini (Giochi della Calza). Non vanno poi dimenticati gli incontri di cori polifonici (che coinvolgono cori di diversi paesi), le manifestazioni Swarovski (caratterizzate dalla presentazione di pezzi nuovi della collezione) nonché i Convegni (quali “Il Territorio della Comunità Montana del Titerno:

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vulnerabilità e gestione” e “Malessere Giovanile: quali i segnali e le strade percorribili”; attività che arricchiscono ancor più la vita del paese. Va inoltre menzionato il Trofeo di calcetto Roxanne che si tiene nel mese di giugno e attira squadre di tutta la provincia.Cenni storici, economici, folcloristici e tradizionali Ponte è un centro agricolo-industriale del Sannio. Lega il proprio nome ad un ponte in pietra “ad pontem lapideum” così citato in un atto notarile dell’849, per distinguerlo dagli altri passaggi su ponticelli in legno sul torrente Lenta, Arventa o Alenta. Tale ponte era il luogo di svincolo e passaggio di quelli che i Sanniti chiamavano tratturi e usavano per la transumanza. Da qui si poteva proseguire per la Valle Telesina, per la Valle Vitulanese o per Benevento. A Ponte la via chiamata Latina dai Romani, che da Teano si spingeva a Benevento attraverso Alife, Telese, si collegava a quella che da Sirpium conduceva a Benevento. Il primo documento che cita Ponte risale al 980 d.C.; è tale infatti la datazione di un atto di donazione con il quale il principe longobardo Pandolfo Capodiferro donava il monastero di S. Anastasia all’abate del monastero di S. Lupolo e Zosimo in Benevento. All’abate veniva anche concessa la facoltà di costruirvi un castello e di renderlo abitato. Fu così che nella zona in cui sorgeva l’Abbazia ebbe inizio la storia di Castel Ponte, il Borgo Antico che questo progetto vuole riscoprire. Nel 1087 il Castello divenne sede di baronia normanna. Nel 1133 divenne feudo dei Fenucchio, conti normanni, ed il dominio durò vari decenni sino a quando nel 1151 passò ai Sanframondo. Nel 1266 il Castello venne occupato dalle truppe francesi di Carlo D’Angiò ancor prima che avvenisse la battaglia contro Manfredi di Svevia. Sino al 1504 Castel Ponte fu feudo dei Sanframondo, con qualche interruzione. Nel 1546 tenne il feudo Rinaldo Carafa finché lo vendette alla famiglia Caracciolo. Allora Castel Ponte contava 62 famiglie. Flagellato dalla malaria causata dall’acqua stagnante del Calore, il nostro piccolo feudo portò sempre più la sua esistenza sopra il cocuzzolo della collinetta. Nel 1585 il feudo fu acquistato dai Sarriano e negli anni a seguire dall’imperatore Carlo VI d’Austria che lo occupò fino al 1806 quando una legge francese abolì il regime feudale. Nel 1811 il paese passava alla provincia del Molise; nel 1829 perdeva la propria autonomia e con decreto reale di Francesco di Borbone veniva unito a Casalduni. Infine, in data 22 giugno 1913, dopo varie vicissitudini, Ponte riusciva ad acquistare la propria autonomia.

PONTELANDOLFOSuperficie: 28,91 KmqAbitanti: 2500Altitudine dai 400 ai 1017 mt/slm Distanza dal Capoluogo: BENEVENTO 25 KmCome arrivare: Da BN SS.87 – SS.88; Autosole A1: casello Caianello, direzione Benevento, uscita CB-IS, a 10 minuti Pontelandolfo (circa 2 ore dal casello Roma sud). Adriatica A14: casello Termoli, superstrada Bifernina direzione BN, uscita Pontelandolfo a circa Km100. Autostrada A16 : casello BN (Castel del Lago), direzione CB, uscita Pontelandolfo a circa Km 40. La superstrada SS.88 Fondo Valle Tammaro, che attraversa il territorio di Pontelandolfo, consente un rapido collegamento con Benevento, Campobasso e le reti autostradali.

Cenni StoriciL’ipotesi più attendibile circa le origini di Pontelandolfo, confermata da più storici, è che il soavissimo Vescovo Principe Longobardo "Landolfo", a circa un chilometro dall’antico Casale di Santa Teodora, onde poter attraversare il torrente Alente fece costruire un ponte, al quale diede il suo stesso nome: da questo Pontem Landulphi (poi Pontelandolfo) il

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nome, evocato per la prima volta nel 1138 nella cronaca dello scrittore medioevale Falcone, per indicare l’abitato che si sarebbe formato nei pressi. Diverse vicende, nei secoli che seguirono, devastarono il borgo. Il primo noto evento risale al 1138 data in cui Pontelandolfo subì un primo assedio ed incendio per mano di Re Ruggero il Normanno, a causa della ribellione del Conte di Ariano. E’ chiaro quindi che era sito nella Contea di Ariano, la quale venne abolita dai Re Normanni. Fu feudo del Bursello, dei Sanframondo, degli Svevi, dei d’Angiò, nonché dei Gambatesa che per ragioni difensive, a protezione del piccolo borgo, già cinto interamente da mura, costruirono una imponente torre, tutt’oggi esistente. Nel 1349 un forte sisma distrusse interamente l’abitato. Ricostruito, fu nuovamente distrutto quasi interamente da un forte terremoto nel 1456. Nel 1461 subì un ulteriore assedio ed incendio questa volta ad opera di Ferdinando I d’Aragona in guerra contro Giovanni d’Angiò e i suoi vassalli. Successivamente, Pontelandolfo, con la sua terra, venne venduto da Ferdinando II d’Aragona ad Andrea di Capua. Infine, dopo ulteriori vicissitudini, diventa nel 1466 terra dei Caraffa fino al 1806, anno in cui venne abolita la feudalità, che anche qui faceva sentire la sua gravezza, pretendendosi onerosi pagamenti dai pastori che conducevano gli armenti sulle montagne. Nel 1688 ancora una volta un violento terremoto danneggiò gravemente l’abitato di Pontelandolfo decimando buona parte della popolazione già duramente colpita pochi anni prima da pestilenza. Nel 1806 è ancora una volta saccheggiato ed incendiato. In questa stessa data però, Giuseppe Napoleone, con l’abolizione della schiavitù, pose fine alle secolari contese. Solo con l’avvento del XVIII secolo, iniziò a delinearsi in modo concreto un risveglio demografico, favorito peraltro dalla stabilità assicurata dal nuovo Stato Borbonico, che prese corpo soprattutto nel corso del XIX secolo. E’ di questo periodo l’affermarsi delle arti e dei mestieri legati alle risorse locali. L’incremento della pastorizia con la conseguente produzione di lavori tessili e dei ricami, di lavori in ferro, in legno ed in pietra che rappresenteranno l’economia e l’attività di questo paese. Più volte nei secoli oggetto di calamità naturali e non, Pontelandolfo vive l’ennesimo e forse ultimo dramma durante le note vicende dell’estate del 1861, pagando così con la morte e la distruzione la tanto sospirata Unità d’Italia. I delittuosi fatti che con ferocia si perpetrarono il 14 agosto 1861, hanno senza dubbio segnato la pagina più triste della lunga storia di questo paese. Era l’anno 1861, mentre i rivolgimenti italiani preparavano al nuovo regno, una banda di briganti comandata da Cosimo Giordano giunse il 7 di agosto in Pontelandolfo depredando le case dei cittadini che intanto erano fuggiti, ed assassinando un negoziante ed un altro pacifico cittadino. Il giorno 11 agosto per sedare i disordini fu inviato da Campobasso un drappello di 45 soldati del 36° di linea col tenente Bracci e 4 carabinieri. Questi attaccati si rifugiarono nella torre, ma provocati dai briganti ed a corto di munizioni, tentarono una sortita incamminandosi verso Casalduni. Qui una numerosa banda di briganti, comandata da Angelo Pica li trucidò. Fu così che all’alba del 14 agosto un battaglione di 500 bersaglieri comandati dal tenente Negri raggiunse il paese. La gente ignara di quanto fosse accaduto a Casalduni, smarrita fuggiva dall’abitato. Ma l’ordine fu eseguito. Il giorno dopo un dispaccio annunziava laconicamente nei giornali ufficiali "ieri mattina all’alba giustizia fu fatta contro Pontelandolfo …". L’on.le avv. milanese Giuseppe Ferrari nella sua impetuosa requisitoria che tenne nella seduta parlamentare alla Camera il 2 dicembre 1861, denunciando gli orrori commessi dalle truppe piemontesi in Pontelandolfo pochi mesi prima, così descriveva questo ridente paese dell’Alto Sannio, dove si era recato in visita il 1° novembre onde rendersi conto personalmente di quanto le cronache del tempo raccontavano: Pontelandolfo è fieramente atteggiato su un monte, in mezzo ai monti, in mezzo alla catena del Matese, donde ai trabalzi si va dallo Stato Romano fino a Cancello, a un’ora da Napoli. Da Pontelandolfo si scopre un’enorme estensione di terreno ondeggiante, e quasi danzante, e nessun milite, nessuna pattuglia potrebbe avvicinarglisi senza essere scoperta a più miglia di distanza. Il 5 gennaio del 1973 veniva intitolata a

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Giuseppe Ferrari una strada del Comune a ricordo dell’attività parlamentare svolta a favore di Pontelandolfo e la sua gente nel 1° Parlamento Subalpino per il ristabilimento della verità storica circa i fatti militari del 7-14 agosto 1861. Il resto è storia dei giorni nostri.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliMaestosa ed imponente Torre Medievale del XII secolo fatta erigere dai Gambatesa, serviva come cisterna agli assediati, come deposito di munizioni e come difesa vera e propria del Castello di cui sono presenti ancora i resti con mura ad impianto poligonale e torrette di avvistamentoTempio dell’Annunziata Antica, ex Chiesa dell’Annunziata, del 1400, costruita sulle mura di cinta del Castello. Un tempo le sue fondamenta erano utilizzate come sepolcro per i cittadini colpiti dalle ripetute pestilenze ed anche per le vittime colpite dagli esecranti fatti del 1861In Piazza Roma, chiamata dagli abitanti di Pontelandolfo "Teglia" per l’antica presenza di un tiglio gigantesco, Fontana a forma di battistero fatta erigere attorno al 1874In via Municipio "Palazzo Rinaldi", notevole esempio di architettura ottocentesca, meglio conosciuto dai pontelandolfesi come "Casa del Re" o "Palazz’ r’ rònna Mèlia"In viale dell’Impero "Cappella di San Rocco" riedificata più volte dal 1660 al 1785, servì nel passato come ricettacolo per gli ammalatiIn località San Donato monumento in onore delle Vittime di Bridgeport. Opera dell’artista Rocco Flavio Palladino. Otto colombi in bronzo incastonati al vertice del monumento in pietra bianca rappresentano il triste ricordo di altrettanti pontelandolfesi periti nel 1985 nella città Americana di Bridgeport per il crollo di un impalcato durante la costruzione di un palazzoIn località S.Caterina monumento in onore dei Sanniti Pentri. Maestosa opera dell’artista Giovanni Mancini, delle dimensioni di circa mt.10,00 di altezza escluso il basamento. Rappresenta una monolitica scheggia in bronzo, simbolo di guerra , testimonianza di molteplici battaglie, pericoli e distruzioni, ubicata lungo la Fondo Valle Tammaro pressappoco all’inizio dell’antica terra del Sannio Antico Chiesa Parrocchiale del SS.Salvatore del 1600. La Chiesa costruita prima del 1500 (stile Romanico) fu completamente distrutta dal terremoto del 1688. Fu ricostruita dieci anni dopo (stile Barocco) e consacrata al Cardinale Orsini. Presenta la facciata a tre portali. All’interno, divisa da tre navate, presenta dipinti e motivi in stile romanico e corinzio. Tele di Luca Giordano. Statue in legno del 700. Pregevoli sono gli altari del 1700 di marmo policromo. La presenza di un organo del 1700 completa la bellezza di questa Chiesa. In località Acqua del Campo Cappella di Santa Maria degli Angeli costruita intorno al 1800.

Personaggi IllustriCelestino Zappone: Commissario di Polizia, nato a Pontelandolfo il 13.03.1909 e scomparso a Partinico (PA) il 03.09.1948. Mostra fin dall’adolescenza uno spiccato interesse per le materie giuridiche. Si avvia con profitto agli studi superiori e porta a termine la carriera scolastica con la laurea in giurisprudenza all’età di 22 anni. Si trasferisce per lavoro il 1° gennaio 1930 nel Comune di Sassari. Dopo alcuni anni di brillante carriera arriva la meritata promozione a Commissario di P.S. e Celestino approda a Roma. Egli è giovane, intelligente, coraggioso, di grande valore, tanto che il ministro Scelba, assecondando anche la sua massima aspirazione, gli concede di trasferirsi a Palermo dove da qualche tempo detta legge uno spietato criminale, il famoso bandito Giuliano. Ben presto il giovane Commissario si cala col giusto piglio nella dura realtà sicula e nel giro di pochi mesi riesce a mettersi in contatto con bandito Salvatore Giuliano, stabilendo con lui un rapporto quasi amichevole. Diverse volte i due si incontrano tra le

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montagne di Monte Lepre e Partinico. Celestino riesce quasi a persuadere il maggiore esponente della malavita siciliana ad espatriare nella lontana America. Il suo progetto, però, nel momento in cui sta per realizzarsi naufraga miseramente a causa dell’infiltrazione di altre bande si malavitosi. Durante il suo soggiorno palermitano più volte si distingue per coraggio ed abnegazione. Il 17 aprile 1947, intorno alle ore 15,00, in località Rione della Madonna, via Gallo – Villa Patti -, presso Partinico, il Commissario in seguito ad un violento e sanguinoso conflitto a fuoco, riesce a sgominare parte della banda che aveva preso in ostaggio il famoso scultore siciliano Cecchino Geraci, liberando così il sequestrato. All’età di 43 anni, vittima di un agguato, viene gravemente ferito in Partinico nei pressi di un bar alle ore 21,30 del giorno 3 settembre 1948. Trasportato nell’ospedale militare Principale di Palermo vi giunge già morto. I giornali del tempo così titolavano e commentavano l’accaduto: Notte di Sangue a Partinico Tre Soldati Sono Caduti – Il cap. Di Salvo, il commiss. Zappone e il maresc. Messina si avviavano tranquilli verso casa quando la luce si spense e, dall’angolo della strada, furono lanciate tre bombe. Sugli agonizzanti, poi, la bestialità dei banditi infierì a raffiche di mitra.Pellegrino Guerrera: Scultore, nato a Pontelandolfo. L’opera scultorea di Pellegrino Guerriera si è posta all’attenzione della critica specializzata e del pubblico perché, la vera forza di questo artista, sta nel saper plasmare ogni genere di materia. La costante figurativa prende vigore in modo naturale, nascendo direttamente dall’animo di un artista che nel sangue si porta i geni del mondo contadino.Daniele Ciarlo: Pittore, nato a Melbourne il 29.03.1972 da genitori pontelandolfesi emigrati. Rientra definitivamente a Pontelandolfo nel 1983, dove ha inizio la sua formazione artistica. "Daniele Ciarlo, artista visionario ed esistenzialista, si esprime attraverso un linguaggio suggestivo ed essenziale. "La vita che si rinnova" ed il rapporto tra "passato e futuro" sono i temi che fanno da filo conduttore ai vari soggetti: architetture e paesaggi artificiali, meticci e mutanti, violini e profili femminili sono gli elementi ricorrenti di una ricerca modernista profondamente legata a letteratura e filosofiaSalvatore Perugini: Rugbista, nato a Pontelandolfo il 06.03.1978. Peso 105 kg., altezza 181 cm, posizione in campo pilone. Esordio in serie A con la maglia della Polisportiva L’Aquila Rugby  (www.aquilarugby.it) il 15.11.1997: Treviso – L’Aquila 38 - 21. Carriera in crescendo fino all’esordio con la nazionale italiana, convocato dal C.T. Bradley Johnstone prode "all black". Ha preso parte, tra l’altro, all’esaltante e mitico torneo del "Sei Nazioni" 2000 vestendo la maglia azzurra n.17.

EconomiaLa quasi totalità di superficie agricola (circa 15 Kmq.) viene utilizzata prevalentemente per la coltivazione di cereali, foraggi, coltivazioni ortive, coltivazioni permanenti quali viti, olivo e frutteti, e pascoli. Diversi insediamenti di artigianato locale, quali lavorazione del legno, del ferro e di prodotti tessili oltre che numerose imprese nel campo edilizio assicurano una discreta economia locale.

Manifestazioni ed EventiNella notte tra il 16 e il 17 gennaio: tradizionale accensione di falò nelle contrade e nei rioni in onore di S.Antonio Abate (r’ focu r’ Sant’Anton’). La brace è portata in casa per buon augurio, mentre la cenere sparsa nei campi garantisce un buon raccolto; durante tutto il periodo di carnevale una delle più antiche tradizioni di Pontelandolfo (1300): il gioco popolare de LA RUZZOLA DEL FORMAGGIO. Lungo un percorso prestabilito nel centro del paese, due squadre contrapposte si contendono la vittoria lanciando grosse forme di formaggio lungo la strada mediante uno spago legato al polso. Vince chi riesce ad ultimare il percorso con un minor numero di lanci; ultimi quattro giorni di carnevale: SCENE DI VITA NEL BORGO MEDIEVALE, corteo in costume d’epoca.

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Rappresentazione scenica di uno dei sette vizi capitali sui versi della Divina Commedia. Gare sportive tradizionali (tiro alla fune, palo della cuccagna, corsa nei sacchi, ecc.); nella notte dell’ultimo giorno del mese di febbraio la MASCHERA DI MARZO per le strade del paese invita ad apprezzare il mese con minacce di grossi guai se accolto inadeguatamente, e rimproveri. Il suo vestito tenebroso e il grosso bastone ("piròccula) che brandisce minacciosamente, richiama alla serietà del momento; 21 marzo: Festa di Primavera con la partecipazione tra gli altri delle varie scolaresche; 13 giugno: festa in onore di S.Antonio di Padova, Santo Patrono del paese. Le famiglie devote al Santo preparano i pani che benedetti vengono distribuiti al popolo; da 31 luglio al 7 di agosto: "Settimana Folk". Varie manifestazioni di forte valenza culturale-ricreativa; 16 agosto: festeggiamenti in onore di San Rocco; la 2° domenica di settembre: festa in onore della Madonna degli Angeli in località Acqua del Campo. Una giornata in campagna a contatto con la natura; la 3° domenica di settembre: SAGRA DELLA PANNOCCHIA ("sc’ponza") alla località Pantani in c.da Lombardara; nove giorni prima di Natale: la "Novena di Natale", durante la quale gruppi di persone si recano per le case del paese cantando un’antica nenia, annunciando la nascita di Gesù; notte di Capodanno con spettacolo di fuochi pirotecnici a valle del paese.

SAN GIORGIO LA MOLARASuperficie: 65 KmqAbitanti: 3800Altitudine: 650 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 30 KmCome arrivare: da BN SS212 per Pietrelcina, 200 mt dopo Pietrelcina svoltare a destra per Pago Veiano e infine S.Giorgio La Molara

Cenni StoriciLe iscrizioni sepolcrali e i sarcofagi rinvenuti in C/da Calise fanno ritenere che l'antico pagus doveva risiedere a valle, lungo le rive del fiume Tammaro. Successivamente per difendersi dalle invasioni barbariche, gli abitanti si rifugiarono in cima alla collina dove oggi si trova il paese. Questi ritrovamenti fanno propendere per un'origine molto remota del paese. L'ipotesi più diffusa, è l'insediamento in questi luoghi di una qualche comunità dei Liguri Bebiani. Nel 180 a. c. i Romani avevano stanziato nell' ager Taurasinus, il territorio tra Colle Sannita e Circello - annesso nel 268 a.C. - 40.000 Liguri, arresisi ai consoli Marco Bebio e Publio Cornelio e perciò detti Bebiani e Corneliani. Vicino il centro di Circello, in c/da Macchia, è stata ritrovata la nota Tabula Baebiana e da recenti scavi sta affiorando la struttura dell'antica Bebio, la capitale dei Liguri Bebiani che si crede distrutta dai Saraceni. Che una comunità di Liguri si sia insediata lungo le rive del Tammaro, nell'attuale territorio di S. Giorgio, è perciò molto probabile. Purtroppo però non disponiamo di documenti anteriori all'anno mille che possano avvalorare questa ipotesi. Nella bolla di dicembre dell'anno 1084 sottoscritta da Gregorio VII si conferma l'appartenenza alla Badia di Santa Sofia di una Sanctam Mariam in Calisi. Calisi si chiama la contrada dove sono stati rinvenuti i sepolcreti e Santa Maria di Calise doveva essere, con ogni probabilità, la denominazione dell'antico pagus. Comunque il nome di San Giorgio non può essere che di epoca cristiana e l'aggiunta la molara - abbreviazione della Molinara - ci dice che la prima fondazione fu dipendenza della terra di Molinara. La prima apparizione del nome Castellum Sancti Georgii risale al 1137, in piena epoca normanna. Il cronista Falcone ci informa che nel mese di ottobre di quell' anno Re

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Ruggero II prese San Giorgio e Pietramaggiore, che erano castelli, cioè luoghi fortificati. Quì Ruggero pose le proprie guarnigioni, mandò in esilio il conte di Ariano e fondò la Contea di Buonalbergo. Sotto Guglielmo II, nipote di Ruggero, troviamo che San Giorgio fu posseduto da un Roberto di Montemale, barone del conte di Buonalbergo, da cui si può dedurre che il feudo aveva già un proprio signore, il quale prendeva nome dal luogo. Alla dinastia normanna succedettero quella degli Svevi, degli Angioini e degli Ungheresi. Scarse sono le notizie che riguardano San Giorgio durante queste dominazioni. Nel 1350, col nome di Castrum Sancti Georgii Molinari, entrò a far parte del territorio beneventano in mano al Governo Pontificio che vi nominò un castellano nella persona del giudice Pandillo Malonotte, al quale succedette il figlio Coluccio che ricevette l'investitura direttamente dai Reali di Napoli. Sotto il Regno di Giovanna II d'Angiò - in data del 1415 - fu nominato signore de lo casale de S. Giorgio tale Pippo Caracciolo. Al dominio del feudo si alternavano nel corso degli anni varie famiglie notabili come i Caracciolo, gli Aragona, i Gaetani, i Carafa e i Ruffo. Nel 1595 il feudo di San Giorgio aveva 455 famiglie, risultando il più grande dei dintorni. Nel 1648, in seguito ad una rivolta contro gli Spagnoli che causò molte vittime tra la popolazione, il numero delle famiglie scese a 350, per poi ridursi drasticamente a 191 in seguito alla peste del 1656. Nel 1620 San Giorgio era passato sotto la dominazione di Carlo Andrea Caracciolo, marchese di Torrecuso, rimanendovi fino all'estinzione di tale famiglia, nel 1764. Quell'anno divenne demanio reale e qualche anno dopo, nel 1790, raggiunse quota 5.878 abitanti, il massimo storico. Nel 1801 il Comune fu donato da Ferdinando I al cardinale Fabbrizio Ruffo che assunse il titolo di Duca di San Giorgio. Nel 1861, come capoluogo di mandamento, fu aggregato al circondario di San Bartolomeo in Galdo. Immediatamente dopo il primo conflitto mondiale 1915-18, il paese fu interessato da un notevole flusso migratorio verso le Americhe e l'Australia che proseguì con più intensità dopo il secondo conflitto, durante il quale, il 29 settembre 1943, subì un bombardamento aereo da parte dell'aviazione americana all'indirizzo delle truppe tedesche che battevano in ritirata. Quel pomeriggio si contarono 27 vittime tra la popolazione. Negli ultimi trent'anni San Giorgio ha subito due violenti terremoti nel 1962 e nel 1980.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliNel paese di San Giorgio La Molara le emergenze architettoniche di maggiore rilievo sono costituite da: Palazzo Muscetta (sito in largo Purgatorio) di epoca settecentesca, di proprietà dell’omonima famiglia fu poi donato al Comune, che ha provveduto al suo restauro negli anni 90 con l’annessa chiesetta del purgatorio. Il Castello Iazeolla (in Piazza San Pietro) di epoca cinquecentesca, a pianta quadrangolare, con torri, contrafforti e spalti a due cortili interni. I ruderi del Castello di Federico Barbarossa (in contrada Castello) che pur non conservando quasi nulla dell’originario impianto, costituisce certamente un’emergenza paesaggistica di notevole interesse. Il Convento di San Francesco del ‘400 (in via Carlo Iazeolla), in cui è conservata una statua lignea DEL Cristo risalente al ‘500.

Personaggi Illustri-Orazio Barbato, dotto giuresperito nato nella seconda metà del sec. XVI, scrissemolti trattati di giurisprudenza tra il 1624 e il 1643. Carlo IazeoIIa che nel 1647 affiancò il vicerè di Napoli duca d'Arcos neIIa rivolta di MasanieIIo meritandi lo stemma e il titolo nobiliare. Un altro Carlo IazeoIIa, pronipote del precedente, 1799 fù tra i fautori della Rivoluzione Partenopea. Il suo nome è inciso in una lapide del Municipio di Napoli e a lui è intitolata una strada del paese. Girolamo IazeoIIa (1778 -1844), figlio del precedente fu colonneIlo e capo deIla Legione AveIIinese con Gioacchino Murat dal quale venne insignito del titolo di barone.

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Luigi IazeoIIa (1792 -1849), fu capitano cospiratore nei moti del 1820 con MoreIIi e Silvati. Urbano IazeoIIa (1776 -1849) detto "Re piccolo" per la sua potenza economica e sociale. Giovanbattista IazeoIIa (1806-1859), gesuita, fu trai maggiori architetti del meridione. Giuseppe IazeoIIa (1819 -1872), capitano deIIe forze insurrezionali di Garibaldi, subì l'assalto al CasteIlo di famiglia da parte del brigante Pelorosso nel 1861. Tommaso Bucciano (1757 -1830), scultore, lavorò neIIa Reggia di Caserta dove nel 1787 completò la prima anticamera degli Alabardieri; scolpì pure un busto deIla Regina Carolina moglie di Gioacchino Murat. Francesco Stragazy nato nel 1760 da famiglia di origine slava, esercitò la professione di medico-e quella di Direttore della pubblica istruzione; sottoscrisse con altri 700 beneventani il documento col quale era richiesta al Parlamento Napoletano l'unione del Ducato di Benevento al Regno delle due Sicilie. Benedetto Stragazy (1808 -1880),esercitò la professione forense e fu tra i primi a far parte della Guardia d'Onore istituita da Ferdinando II di Borbone nel 1833; nel suo paese nativo coprì pubbliche cariche, si rese benemerito per istituzioni culturali, per l'erezione a sue spese di una casa religiosa e per l'incremento dato all'agricoltura fino ad aIlora esercitata con sistemi tradizionali scarsamente produttivi.Onofrio Fragnito (1871 -1959), medico neurologo di grande fama a cui è intitolata una strada di Napoli e una del suo paese. Nicola Ciletti (1883 -1967) pittore, si inserì presto tra i maggiori artisti napoletani a lui contemporanei. Lasciata Napoli, dove il suo studio era stato il ritrovo dei maggiori esponenti del pensiero e deII'arte, fece ritorno a San Giorgio dove il paesaggio e l'antica umile sua gente gli ispirarona le sue più belle composizioni. Espose alla Quadriennale d'Arte di Torino del 1908 e aIIa Biennale di Venezia del 1926 oltre a seccessive esposizioni personali a Milano, Legnano, Roma e Napoli

EconomiaHa un'economia prevalentemente agricola con coltivazioni di cereali, olivi, vigneti, tabacco. La produzione dell'olio extra-vergine di oliva è caratterizzata dalla molitura che avviene secondo il ciclo tradizionale della spremitura a freddo delle olive che conferisce al prodotto il caratteristico colore giallo tendente al verde, un aroma fruttato, un sapore e un odore delicato e un'acidità quasi mai superiore all'l %. Tra le industrie il ruolo principale è esercitato dalle attività tessili; molte aziende lavorano su commesse delle grosse industrie del settore dell'abbigliamento. Tra gli allevamenti il ruolo predominante è esecitato dai bovini e dagli ovini, quest'ultimi presente con una razza locale detta "laticauda" che offre carni di agnello molto chiare e tenere e formaggio di pecora di buona qualità.Tra le attività artigianali, da segnalare sono la lavorazione e l'intaglio del legno, del rame e del ferro, della pietra e la lavorazione dei filati a mano. Vi sono inoltre alcuni artigiani specializzati nella produzione di cesti di vimini e di sedie in paglia.

Manifestazioni ed EventiNATALE A LA TERRA il 27 e 28 dicembre; SAGRA DEI CICATIELLI il 31 luglio. Tra le feste religiose: Festa di SANT’ANTONIO, Maria SS. della Libera S. Rita da Cascia, S. GIORGIO patrono di San Giorgio La Molara il 13/06; Madonna delle grazie 02-07.

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SAN MARCO AI MONTI (Fraz. di S. Angelo a Cupolo)

Superficie: 1,00 kmqAbitanti: 250Altitudine: 600mt/slm Distanza dal Capoluogo: Benevento Km 9Come arrivare: da Benevento direzione Pace Vecchia strada provinciale Benevento poi Bivio Monterocchetta; Da Avellino strada Provinciale Avellino-Montefusco.

Cenni StoriciS. MARCO AI MONTI è adagiato sulle colline beneventane che guardano il fiume Sabato, appartiene al territorio del comune di S. Angelo a Cupolo e dista nove chilometri dal capoluogo provinciale di Benevento. Il paese trovasi ad un’altezza media di circa 585 m/slm, sorge ai piedi della parte più alta della collina che forma il Belvedere del Sannio, da dove è possibile scorgere l’intero territorio beneventano e parte delle province confinanti. S. Marco ai Monti ha fatto parte del ristretto territorio pontificio di Benevento a partire dalla fine del XVI secolo, vi resterà fino all’unità d’Italia, quando, posto fine al dominio della chiesa viene creata la provincia di Benevento con l’ex territorio pontificio ed i circondari sottratti a Terra di lavoro, Molise e Capitanata. Nei secoli precedenti l’appartenenza del “casale” di S. Marco al dominio pontificio era stato oggetto di annose controversie e dispute comportanti ripetuti periodi di occupazione temporanea da parte della corte Napoletana che ritenne a lungo S. Marco dipendente da Montefusco. Nel settecento vive la sua vita come comune autonomo fino al 1865 quando il comune di S. Marco ai Monti viene soppresso e per motivazioni di ordine storico-culturale viene, insieme ad altre frazioni aggregato al comune di S. Angelo a Cupolo, frazioni tutte facenti parte originariamente dello stato pontificio.Il territorio morfologicamente omogeneo presenta un dolce pendio che si alterna ai tratti scoscesi degradanti nel bacino del fiume sabato da un lato e nel bacino del fiume calore dall’altro. Beni Culturali, Artistici e AmbientaliL’intero territorio di S. Marco ai Monti è sottoposto a vincolo paesaggistico ai sensi della legge 29/06/1938 n° 1497 e con decreto Ministeriale 12/11/1962, è stato dichiarato d’interesse pubblico per la sua bellezza panoramica.La Pro Loco di S. Marco ai Monti (la prima nel Sannio fondata nel 1958) nel 1960 ha acquistato un terreno Belvedere del Sannio posto in alto rispetto al centro abitato da dove è possibile godere di un panorama di incomparabile bellezza. La Pro Loco negli anni ha reso quest’area comodamente fruibile anche se in un recente passato l’installazione sui terreni viciniori di varie antenne radiotelevisive ne ha parzialmente compromesso la panoramicità e spettacolarità.I vecchi sentieri del passato, che chiedono di essere liberati, si immergono in una natura affascinante ed incontaminata, invogliano a piacevoli passeggiate, alla scoperta delle vecchie sorgenti, alla ricerca di angoli freschi e panoramici, lontano dai rumori della città.

EconomiaIl territorio collinare presenta ancora oggi nicchie di ruralità con la coltivazione delle vite e delle olive, silvicolture e piccole produzioni agricole per il consumo familiare.Da anni è meta di villeggianti e gitanti. Sono nate iniziative per il tempo libero:Bar, pizzerie ecc. Sul proprio territorio trovasi il complesso turistico-sportivo “La selva del Barone” con piscina olimpionica e campo di calcetto.Sono in corso di realizzazione iniziative nel settore turistico alberghiero e del tempo libero.

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Manifestazioni ed eventiRicordiamo le manifestazioni religiose di S. MARCO EVANGELISTA che si festeggia il 25 Aprile e la festa S. Anna che si festeggia il 26 luglio. La tradizione vuole che nei giorni di festeggiamento per le vie del paese si porti in processione la statua del santo venerato seguito da una folta popolazione che recita preghiere e canti.La manifestazione organizzata dalla Pro loco è la SAGRA DEL CICATIELLO registra circa 2000 coperti in una serata che ogni anno richiama una schiera di partecipanti sempre più folta.

SAN MARCO DEI CAVOTISuperficie: 48,8 KmqAbitanti: 4000Altitudine 697 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 36 KmCome arrivare: dalla 016 Napoli Bari uscita per Benevento proseguire in direzione Pietrelcina lungo la SS 212 e poi lungo la SS369.Dall’A1 uscita Caianello proseguire per Benevento quindi direzione Pietrelcina lungo la SS 212 e poi lungo la SS369.

Cenni StoriciIntorno alla seconda metà del XIV secolo una colonia di provenzali si insediò nello stesso territorio dove, a tempo dei Sanniti, si trovava la città di Cenna (in località ora chiamata Zenna). Il termine “Cavoti” deriva dal francese Gavots che stà ad indicare gli abitanti di Gap, città della Provenza dalla quale sembra che provenisse la colonia più numerosa di questi antichi fondatori, i quali scelsero il nome di “S.Marco” in onore del loro santo protettore. Dapprima il centro abitato si formò in località Casale, si allargò poi fino a raggiungere la località Torretta, nelle vicinanze dell’attuale piazza Mercato. A poco a poco furono costruite anche le mura di protezione con quattro porte di accesso: Porta Grande, Porta di Rose, Porta Palazzo, Porta Nova (non più esistente). San Marco rimase nelle mani degli Angioini fino al 1435, anno in cui fu acquistato da Onorato Gaetani, conte di Fondi e di Morcone che militava nell’esercito di Alfonso d’Aragona. Il feudo si trasmise all’interno di tale famiglia fino agli anni del conflitto anglo-spagnolo (1494-1505), al termine del quale i Gaetani d’Aragona, per avere appoggiato la parte francese, si videro confiscati i principali beni. Il feudo di San Marco fu assegnato, con privilegio del 12 novembre 1528 del Vicerè del regno di Napoli Filippo Chalons, a Cesare Cavaniglia, conte di Troja e di Montella. Da questo momento il feudo di San Marco fu tenuto dalla famiglia Cavaniglia, i cui membri vissero e morirono in paese, nel palazzo marchesale, fino alla prima metà del XVIII secolo. L’istituto della feudalità fu abolito nel 1806 da Giuseppe Bonaparte che concesse le terre a coloro che in quel momento ne erano in possesso. Il comune di San Marco dei Cavoti venne a far parte del Circondario di San Giorgio la Molara, del Distretto di Ariano Irpino e della Diocesi di Benevento. Così nel corso dell’ottocento si assistette ad un notevole incremento edilizio e ad un progressivo aumento demografico, fino a raggiungere il massimo storico di 5506 abitanti nel 1901. San Marco dei Cavoti, una volta in Principato Ultra, nel 1861 entrò a far parte della provincia di Benevento alla quale tuttora appartiene.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliS. MARCO DEI CAVOTI, paese di circa 4000 abitanti, dispone di interessanti risorse

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paesaggistiche e di un pregevole centro storico. Piazza Risorgimento, è l’attuale piazza principale del paese caratterizzata da una pavimentazione in pietra bianca con al centro una fontana dei primissimi anni del  ‘900.La piazza ospita, inoltre, due importanti palazzi: Palazzo Ielardi, splendido edificio del ‘800, e Palazzo Colarusso, dei primi del ‘900. Percorrendo Via Roma, attraversando Porta Grande (la più importante delle porte che permettevano l’accesso all’antico borgo medievale), si giunge sotto la Torre dei Provenzali edificio principale del sistema di avvistamento e delle strutture difensive che risale al ‘400. Dal belvedere antistante la torre si può godere di un incantevole e vasto panorama che spazia dai monti del Partenio, al massiccio del Taburno e ai monti del Matese. Scendendo Via Pastocchia si incontrerà il monumento dedicato a Giulio Cesare Baricelli, ed in fine ci si ritrova nella piazza principale dell’antico centro abitato: Piazza del Carmine dove è interessante visitare la Chiesa di Maria SS del Carmine.All’esterno dell’antico perimetro, appena fuori Porta di Rose, è possibile vedere la cappella di San Rocco, pregevole monumento eretto nel 1664, come ricorda l’epigrafe all’esterno, dai superstiti della peste del 1656. Da Largo Vicidomini è possibile ammirare la struttura irregolare del Palazzo Marchesale che ingloba Porta Palazzo. Subito fuori porta Palazzo si trova La Torretta dove la leggenda vuole che riposino le anime delle donne che osarono ribellarsi allo ius primae noctis. Si giunge infine a piazza Mercato al cui centro è visibile il monumento dedicato agli emigranti.Di notevole interesse il Museo degli Orologi da Torre, inaugurato nel 1997, unico nel suo genere raccoglie oltre 50 meccanismi di orologi da torre di epoche diverse (1600-1900), veri e propri capolavori di meccanica, raccolti, ristrutturati e resi funzionali dal maestro artigiano Salvatore Ricci. Tra le affascinanti stradine del centro storico di San Marco dei Cavoti (BN) sarà possibile farsi tentare da dolci golosità.Da visitare: Torre dei Provenzali, Chiesa di S.Marco, Chiesa di Maria SS. Del Carmine, Chiesa di S.Rocco, Largo Vicidominini con il palazzo Marchesale, Museo degli orologi. Per gli amanti della natura e delle passeggiate all’aria aperta: Monte S.Marco, Bosco Tre boschetti, Bosco di S.Barbara, Bosco di Zenna, Bosco Montelse, Eventi e manifestazioni.

Personaggi IllustriLee Jacocca, amministratore delegato in USA della Craysler;On Roberto Costanzo, Presidente della Camera di Commercio per diverse legislature, Consigliere Regionale;Colarusso Vincenzo, giudice di Cassazione;Zuppa Armando professore universitario.

EconomiaE’ fiorente l’industria tessile e dolciaria e l’artigianato (ferro batturo, ceramica, rame, ricami). Nel settore agricolo è fiorente la produzione di tabacco, cereali, olio, l’allevamento di bestiame e caseifici.

Manifestazioni ed EventiA Dicembre la FESTA DEL TORRONE. La manifestazione prevede l’allestimento di stand lungo la tradizionale via del torrone (Via Roma), dove è possibile degustare tutte le specialità e le varianti del torroncino di San Marco dei Cavoti. Addentrandosi nel centro storico, in appositi spazi espositivi, trova posto tutta la produzione tipica (olio, miele, vin cotto, liquori artigianali). Fanno da cornice particolari lavorazioni artigianali (ferro battuto, rame, ricami etc.). Allieteranno la manifestazione artisti di strada, clown e giocolieri. FESTA DEI CARRI la II° Domenica di Agosto. Numerose anche le feste religiose: la FESTA DI S.MARCO il 25 Aprile; la FESTA DI S. BARBARA il Primo Maggio; l’Estate sammarchese con l’evento S.Marco Produce – Luglio/Agosto; Festa di S.Diodoro - II Domenica di Settembre; Fuochi del S.Rosario – Ottobre.

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SAN SALVATORE TELESINOSuperficie: 18,5 KmqAbitanti: 3750Altitudine: 725 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 35 KmCome arrivare:  da Napoli uscita casello Caserta Sud, direzione Telese Terme; imboccare in località catinelle la Fondo Valle Isclero fino all’uscita San Salvatore Telesino. Da Roma A1 uscita Caianello, SS 372 proseguire direzione Benevento per 25 km fino all’uscita San Salvatore Telesino.La stazione FS più vicina è quella di Telese Terme-Cerreto Sannita sulla linea Bari-Foggia-Napoli, vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Caserta e Napoli. Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private. Cenni StoriciSan Salvatore Telesino sorge tra il X e XI secolo dalla disgregazione dell’antica Telesia. I primi abitanti si stabilirono intorno all’abbazia benedettina del Santo Salvatore, dalla quale trassero anche la denominazione di Casale di S. Salvatore. Solo nel 1862, in seguito ad una disposizione del Re Vittorio Emanuele, fu aggiunta la specificazione di “Telesino”. I primi feudatari di San Salvatore furono i Sanframondo. Essi costruirono la loro dimora sulla sommità della Rocca. Nel 1460 il Casale passò in mano ai Monsorio, che edificarono un nuovo castello in località Terra, dando vita ad un nuovo nucleo abitativo. I Monsorio furono i padroni di San Salvatore fino al 1620, quando, per una serie di sventure economiche, il loro patrimonio fu messo all’asta per saldare i debiti. San Salvatore fu acquistato dai Carafa, Duca di Maddaloni; Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliMura megalitiche di Mont’Acero: le imponenti mura sono costituite da blocchi rettangolari calcarei, raggiungono l’altezza media di 3,50 metri e delimitano un’area di circa 270.000 mq. I Sanniti lo scelsero come locus munitus a controllo della sottostante via Predestina. La Rocca: imponente castello fortificato edificato sul finire del XII secolo dalla famiglia Sanframondo. La struttura presenta una forma quadrangolare con imponenti torri di vedetta. Ben evidenti sono oggi solo due torri, una che garantiva il controllo dell’area in direzione dell’attuale Telese e l’altra dell’attuale Puglianello. L’ampia spianata all’interno della cinta muraria era dotata di un sistema di vasche nel quale venivano convogliate le acque piovane. Telesia: l’origine dell’antica città è ancora oggi avvolta dal mistero. C’è chi imputa la sua fondazione agli Osci, chi alla leggenda del mito di Ercole e chi,invece, la annovera tra le città più potenti ed opulente dei Sanniti. Strabone, Tolomeo e Tito Livio parlano di Telesia e delle sue sventure. Tito Livio cita esplicitamente nella sua opera “Ab urbe condita libri” ; è ormai patrimonio di ogni sansalvatorese il passo liviano “Annibal ex Arpinis in Samnium transit, Beneventanum depopulatur agrum, Telesiam urbem capit” (Lib. XXII, cap. X) in cui viene raccontata la presa di Telesia ad opera di Annibale nel 217 a.C., nel corso della seconda guerra punica. Nel 860 d.C. Telesia fu distrutta dall’esercito saraceno, guidato dal capitano Seodan e dalle sue macerie si costituirono i centri di Telese e San Salvatore Telesino. Dell’antica città San Salvatore Telesino custodisce: le porte di accesso dalle imponenti dimensioni; superano, infatti, i 6 metri di larghezza e 8 di altezza. Si contano ben cinque porte: una verso Nord che conduce ad Alife; a partire da questa s’incontra una seconda porta ad Ovest verso Capua,

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una terza a Sud verso il fiume Volturno, una quarta ed Est verso Benevento, vi è poi la quinta porta a Sud-Est verso il fiume Calore. L’anfiteatro, paragonabile all’anfiteatro di Pompei per fattura e dimensioni, è posto al di fuori delle mura in prossimità della porta di occidente verso Capua. L’acquedotto, snodandosi per oltre dieci chilometri, captava le acque provenienti dalle montagne di Cerreto, garantiva l’approvvigionamento idrico della città. Le acque erano convogliate in tre distinte vasche in muratura realizzate all’interno di un edificio esagonale, detto castellum, costruito in prossimità della porta Venafrana. Questo enorme edificio è ancora oggi visibile dalla strada che collega San Salvatore Telesino a Telese in località Telese Vetere, precisamente in prossimità della Crocella. La sorgente del Rio Grassano si trova alle pendici del rilievo calcareo di Monte Pugliano. Il bacino di alimentazione si espande a Sud-Ovest verso il Massiccio del Matese, lo scorrimento delle acque meteoriche è agevolato dalla natura carsica del bacino di alimentazione ed è talmente veloce che le acque non hanno il tempo di assorbirne i minerali. E’ una sorgente che ha una portata d’acqua di circa 5 mq/s. La sorgente di Rio Grassano è sottoposta a vincolo paesaggistico ed è diventato nel corso degl’anni un luogo ameno dalla ricca vegetazione in cui è possibile trascorre tranquilli pomeriggi passeggiando o facendo canoa.

Personaggi IllustriLibero Petrucci nato a San Salvatore Telesino il 03/02/1793, laureato in Medicina presso l’Università di Napoli e autore di una Storia di Telese in quattro volumi conservata presso la Biblioteca della Società di Storia Patria di Napoli;Don Bruno Gagliardi parroco di San Salvatore Telesino dal 1924 al 1952, studioso di storia locale e autore di un volume intitolato Vita di San Leucio;Massimo Rao pittore nato a San Salvatore Telesino nel 1950 e morto a Pornello di San Venanzo nel 1996. Prematuramente scomparso egli s’inserisce, con la sua arte, nei movimenti di avanguardia riconducibili all’arte concettuale, alla land art e soprattutto all’arte povera;Salvatore Pacelli nato nel 1919 e morto nel 2001. studioso e profondo conoscitore della cultura greca e latina, insignito della medaglia d’oro alla cultura e ininterrottamente sindaco di San Salvatore Telesino dal 1952 al 2001.

EconomiaLa vocazione agricola di San Salvatore Telesino è testimoniata dalla presenza di ulivi secolari curati a mezze lune sul Monticello e pregiati vigneti sui dolci declivi del nostro territorio e dagl’orti nelle aree pianeggianti. Nell’ultimo decennio l’attività agricola è stata affiancata da una pregiata produzione casearia.  Manifestazioni ed EventiLe manifestazioni religiose sono molto sentite dalla popolazione sansalvatorese che vi partecipa sempre con calore e trasporto Le più suggestive sono quelle in onore del Santo PATRONO SAN LEUCIO VESCOVO che si svolgono l’11 Gennaio e l’ultima domenica di Luglio. Le strade del paese si riempiono di mercanzie per le tradizionali fiere che richiamano gente anche dai paesi vicini; molto sentite sono le processioni nel corso delle quali la statua di San Leucio viene portata a spalla dagl’uomini del Paese. Molto sentita è anche la processione della Via Crucis e la Candelora. Altre manifestazioni sono il Carnevale con la sfilata per le vie del Paese di carri allegorici; il Festival dei Ragazzi; la FESTA DELLO STRUPP’L a luglio.

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SANT’AGATA DEI GOTISuperficie: 69,8 KmqAbitanti: 12.185Altitudine: 150 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 40 KmCome arrivare: Autostrada Napoli – Roma, uscita CASERTA SUD – proseguimento per l’Appia e statale Sannitica 265.Vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Napoli e Caserta; il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private. Cenni StoriciFascino di un nome e testimonianza di fierezza medievale, è costruita su una terrazza di tufo giallo che le conferisce un aspetto unico e inconfondibile di fortezza naturale. Sorta sulle rovine di SATICULA, gloriosa città sannitica, deve il nome attuale ad una colonia di Goti che vi si stabilì nel VI sec. d.C.; fu poi conquistata dai Longobardi e quindi fece parte del Ducato di Benevento. Nel 970 vi fu ripristinata la Diocesi e conobbe nel periodo Normanno un periodo di splendore con la costruzione di numerosi monumenti oggi ancora in ottimo stato. Nel 1230 passò al Papa Gregorio IX, nel 1343 fu concessa a Carlo Artus indi alle famiglie Della Ratta, Acquaviva e Cosso. Nel 1696 fu acquistata da Marzio Carafa la cui famiglia la detenne fino all’esistenza della feudalità. Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliDuomo: un tempio pagano, dedicato alla dea delle messi Cerere, trasformato poi in tempio cristiano dedicato all’Assunta verso il VII e l’VIII secolo. Ricostituita la diocesi nel 970, fu cattedrale, riccamente decorata dal vescovo Adelardo (975-999). Un secolo più tardi, durante la dominazione normanna, fu totalmente ricostruito in stile romanico. Nel 1728, già danneggiato dal terremoto del 1456, dalla caduta del campanile del 1614 e dal terremoto del 1688, fu abbattuto e ricostruito in stile barocco. Fu riaperto al culto nel 1741. Nonostante i vasti restauri deI 1877-1879 e gli altri meno profondi di questo secolo, la struttura settecentesca è rimasta inalterata. Nella facciata, occupata dall’atrio per più della metà, non è leggibile l’antica struttura: aveva il rosone e la sola porta centrale d’ingresso, Il campanile romanico crollò col terremoto deI 1456. Nel 1484 era già ricostruito. Colpito dal fulmine nel 1588, cadde il 22. 11. 1614. Ricostruito subito dopo fino al secondo livello, fu completato col terzo e con la cupola negli anni 1730-1740. Strutturato all’inizio del sec. XII con massi, colonne e capitelli di spoglio, databili dal  I al IV sec. d. C., servì anche per i parlamenti civili della “Universitas Sanctagathensis”. Sul prospetto principale, la statua dell’Assunta; sui laterali, di S. Agata e S. Stefano, tutte e tre del 1796. Lo stemma di Sisto V ricorda il suo episcopato in questa sede (1566-1572). Della fine del sec. XI, rimanda a quello di Montecassino e a quello di Carinola. L’architrave è sollevato; la lunetta, ristretta. L’archivolto, ornato a fogliame, poggia su due Ieoncini. Le porte, ampliate in altezza, sono del 1647; Io stemma, del vescovo Gandolfo; nel medaglione i Titolari; l’Assunta, S. Agata e S. Stefano. A croce latina; a tre navate divise da pesanti pilastri; sulle navate laterali, otto cappelle; il soffitto, in legno dipinto, neI 1877-1879 sostituì quello settecentesco: presenta il martirio di S. Stefano, l’immacolata, il martirio di S. Agata. Le pile dell’acqua santa sono del 1716; il pavimento del 1907; il pulpito del 1877; tele e marmi dei sec. XVII e XVIII; il fonte battesimale, a forma di grande capitello, è romanico.Proseguendo nella parte più antica dell’Episcopio si può vedere la sedia che S. Alfonso

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volle in camera sua e che fu lui stesso a decorare: nel corridoio successivo sono in mostra molti volumi del Santo Dottore della Chiesa. La visita si completa nella stanzetta alloggio che S.Alfonso usò per tutto il periodo di permanenza dopo averla scelta personalmente perché modesta e, al tempo, priva di aperture. Nell’umile stanza si trovano oggetti e suppellettili del periodo Alfonsiano e su un leggio il primo volume del processo di Beatificazione del Santo. Attraverso un percorso più complesso. si possono visitare le Grotte e il Cunicolo di S.Alfonso luoghi di preghiera di notevole importanza. Nelle prime si possono ammirare affreschi del 1614 fatti eseguire dal Vescovo Ettore Diotallevi: il cunicolo è un angusto corridoio del ‘500 realizzato quale rifugio per sane evenienze; affrescato nel 1613 fu assiduamente frequentato da S.Alfonso per pregare e fare penitenza. Dopo il restauro del 1999 che fortemente perorò il Vescovo Mario Paciello, vi si può ammirare un ciclo di affreschi seicenteschi di ispirazione biblica; è un luogo di grande suggestione mistica. 

Personaggi IllustriIannotta Claudio: artista eclettico, riesce ad alternarsi in vari campi con ottimi risultati. Con la  PITTURA  ha  uno stile molto particolare e personale  con la quale riesce a rendere perfettamente la sua visione: non ci sono  scorrevolezze nei disegni, non è dolce la mano nel disegnarle, rende appieno le difficoltà della vita, le asprità e le spigolosità. Nei suoi quadri si può ammirare la delusione più profonda o il piccolo sorriso che denota la felicità. Sa cimentarsi bene anche con  la nuova arte futuristica ed  inserire oggettistica nel contesto dei disegni. L'altro campo che lo contraddistingue è la SCULTURA. Riesce a modellare e a scolpire con naturalezza  legno, tufo o altri materiali e rendere appieno lo stato d'animo o l'espressione del soggetto lavorato a chi lo guarda. Anche con la scultura riesce ad integrarvi benissimo altri oggetti. Per poter ammirare le sue opere bisogna oltrepassare la chiesa del Duomo e proseguire per la Villa Comunale. In una piccola piazzetta prima di arrivare alla Villa c'è la sua esposizione.Economia La popolazione conta circa 12.000 abitanti in un territorio di 19 Kmq. E’ il centro principale della provincia di Benevento ed è al centro di un interesse turistico in crescita sensibile. Buone sono le strutture ricettive con 50 posti letto frazionati fra diverse aziende. E’ importante centro di produzione vinicola, di olio e formaggi con prodotti agricolo pregiati come la Mela Annurca.

Manifestazioni ed EventiTra le maggiori manifestazioni ricorrenti sono da citare SETTEMBRE D’AUTORE (rassegna editoriale in Settembre), Rassegna Mela annurca (1^ domenica di Dicembre ), Invito a teatro (rassegna teatrale fine Giugno), Concorso Nazionale di cortometraggi “Obiettivo Corto” (seconda metà di Novembre), Memoria Innovans (gastronomia e costume tradizionale mese di Luglio), La Strasopportico (classica podistica nel centro storico prima domenica di Agosto), Infiorata del Corpus Domini, Cantine Aperte (ultima domenica di Maggio), FALANGHINA FELIX (rassegna dei vini falanghina mese di Giugno), Manifestazioni Alfonsiane per il patrono S.Alfonso (primi giorni di agosto), SANNIO FILM FEST (Rassegna del cinema in costume nel mese di Luglio), Città della Domenica (con il quotidiano La repubblica mese di Marzo), Primavera d’Arte (percorsi artistici nelle cavità nel periodo primaverile).

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SANTA CROCE DEL SANNIOSuperficie: 65,6 KmqAbitanti: 1150Altitudine: 760 mt/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 35 KmCome arrivare: da Napoli autostrada NA-BA uscita per BN, superstrada “Fondovalle Tammaro” BN-CB al km 35 uscita per S. Croce del Sannio e quindi percorre altri 5 Km.

Cenni StoriciSanta Croce del Sannio è un ameno centro campano in provincia di BN confinante con la regione Molise. Paese caratteristico per le sue bellezze architettoniche e per i suoi meravigliosi scenari naturali.La sua fondazione è antichissima in quanto è circondato da zone archeologiche dalle quali sono emersi reperti dell'età della pietra, dell'età sannita e romana. La denominazione deriva dalla Chiesa di Santa Croce situata sulla collina che sovrasta il centro abitato e che risulta già esistente nel VII secolo dopo Cristo. Dall'anno mille fino al secolo XV Santa Croce fu la sede di una delle più illustre famiglie normanne del Contado di Molise: la famiglia dei Santacroce, imparentata con i Monforte, i Molisio ed i Sanframondi. Il centro storico, ricco di opere dell'artigianato locale, ancora oggi si distingue per le ampie piazze, le larghe strade assolate, per gli spazi verdi di cui è contornato.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliNumerosi rinvenimenti di ceramiche sono noti in tutto il territorio comunale; si segnalano in particolare i siti di località Casarinelli, dove sono presenti una epigrafe votiva sannitica e tracce di frequentazione fino all’epoca romana. In contrada S. Barbara si è recuperata un’epigrafe funeraria romana. In contrada S. Pancrazio e S. Marco si hanno resti di una villa romana, e si è iniziata la procedura di vincolo. Si ha segnalazione sin dall’Ottocento del rinvenimento di monete e di altre antichità in località S. Angelo; almeno un’epigrafe romana di piena età imperiale è reimpiegata all’interno dell’attuale paese. Dalla località S. Giovanni a Marcopio vengono tracce di attività di una fornace di epoca protostorica. Da visitare l’istituto G.M. Galanti di S.Croce del Sannio. L’antico Borgo Girolamo Vitelli adibito a polo artigianale per la valorizzazione degli “antichi mestieri”. Di notevole importanza architettonica e storica è il palazzo Giovene, palazzo Baranale; di grande importanza paesaggistica è il bosco Realto in località Coste Martinelli che ha una superficie di circa 108 ettari. E’ un ceduo di quercia e cerro, diviso in dieci sezioni di 10 ettari ciascuna, accessibile mediante strada interpoderale.

Personaggi IllustriSanta Croce è stata la patria di illustri letterati; ricordiamo fra essi l'economista riformatore del secolo XVIII Giuseppe Maria Galanti ed il grande papirologo del nostro secolo Girolamo Vitelli.

EconomiaIl settore trainante è l’agricoltura con la produzione di olio e cereali. E’ presente anche il settore artigianale con la produzione di manufatti in legno e ferro.Negli ultimi anni si sono sviluppati aziende agrituristiche.

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Manifestazioni ed EventiTra le maggiori manifestazioni ricorrenti sono da citare: LA PACE , , giunta alla 227^ edizione , rievocazione storica di una disputa tra Cristiani e Saraceni, con sfilate in costume e tornei equestri, ripresa e trasmessa anche dalle reti RAI e la sagra dell’agnello.

SANT’ARCANGELO TRIMONTESuperficie: 9,81 KmqAbitanti: 639Altitudine: 363 mt/slm Distanza dal Capoluogo: BENEVENTO 22 KmCome arrivare: da BN proseguire per la SS 90 bis fino a Sant’Arcangelo Trimonte seguendo la segnaletica apposta lungo la strada.

Cenni StoriciSANT’ARCANGELO TRIMONTE ha una storia molto particolare, il paese si è chiamato Montemalo fino al 25 Ottobre del 1862 quando cambiò il nome in Sant’Arcangelo e successivamente nel 1864 al nome venne aggiunto l’epiteto “Trimonte”. Il castello fu eretto intorno ad una collinetta calcarea, le muri perimetrali ne cingevano la base, ai suoi lati vi erano delle torri a pianta quadrata, vi si accedeva attraverso una scala che inerpicandosi da un lato conduceva alla sommità della collinetta dove si trovavano gli appartamenti del feudatario. Nella roccia porosa erano stati scavati tutta una serie di cunicoli ed anche dei locali, infatti nell’inventario dei castelli normanni è ricordato per l’estensione delle sue segrete. Il feudo era gestito come una vera e propria azienda agricola, il proprietario, ovvero il feudatario metteva a disposizione la proprietà fondiaria e gli alloggi per i braccianti, il ricavato serviva per la sopravvivenza dei braccianti per pagare la tassa fondiaria e per il tornaconto del signore. Non vi era salario per i lavoratori, ma questi potevano esercitare piccole attività artigianali ed il ricavato era esente dai diritti del signore. Divenuto Università, ovvero Comune sede di Municipio, all’inizio del 1800 circa, quando furono aboliti i diritti feudali, Montemalo conserva l’estensione territoriale del feudo con i suoi abitanti.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliDa visitare la chiesa di Santa Maria Maggiore, costruita dopo il terremoto del 1962 e restaurata di recente di cui all’interno è conservata la statua lignea della Madonna della Misericordia; il castello baronale, di cui resta solo una delle quattro torri quadrate, la scala di accesso, una cisterna di raccolta delle acque pluviali, la piazza d’armi in parte occupata da ruderi di abitazioni private. Nei pressi di Piazza La Loggia vi è il monumento ai caduti di tutte le guerre rappresentante un milite nell’atto di cadere trafitto da un proiettile. Scendendo per la via vecchia mulattiera di Santa Lucia si può visitare il sito dell’antica fontana “Timorre”, la quale serviva ad approvvigionare di acqua potabile gli abitanti di Montemalo. Dalla collina di san Nicola si può ammirare la vastità del paesaggio di Recupo, Apice, Iscalonga, perdendosi con lo sguardo fino alle colline irpine che fanno da sfondo.Visitare il Sannio senza passare per Sant'Arcangelo Trimonte è come avere una parure di perle spaiata. Attraversare le sue terre il suo abitato, incontrarne gli abitanti ed avere subito una netta sensazione di libertà. Niente caos, niente rumori e soprattutto niente criminalità. Insomma un vero Eden! L'abitato è posizionato su di una dorsale collinare e le case sono costruite l'una di seguito all'altra lungo i lati della strada. Sono da visitare la piazza San

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Pietro costruita alla fine del 900 sul sito dell'antico nucleo abitato, con materiali autoctoni che richiamano l'architettura originale della zona. Il Centro storico costruito a ridosso del sito del castello baronale. Il castello, le cui mura cingevano un dosso tufaceo che ne costituì le "viscere", una scala d'accesso conduceva ai livelli superiori dove erano costruiti i locali dei "signore", alla sua base vi erano a "guardia" due leoni marmorei dì cui oggi ne rimane uno solo. Una cisterna per la raccolta di acque pluviali è ancora visibile e per anni è stata utilizzata come cantina. Il castello di "montemalo" è ricordato nelle cronache per le sue secrete. La Chiesa di Santa Maria Maggiore ricostruita in seguito al sisma del 1962 e ristrutturata di recente conserva al suo interno un prezioso altare in marmo ricavato dall'edificio originario, un pulpito con particolare di pietra locale anch'esso salvato in seguito all.'abbattimento dell'edificio preesistente diverse statue sacre fra cui una statua lignea intitolata "Madonna della Misericordia" in quanto raffigura la Madonna nell'atto di porgere una mela a Gesù Bambino. Particolare è la storia di quest'opera d'arte che venne rinvenuta verso la metà del 700 in un cavo d'albero, e risalente molto probabilmente all'anno 1000. Nella valle scendendo verso lo scalo ferroviario di Iscalonga per l'antica via di accesso al paese di S. Lucia, si possono vedere i ruderi di un antico mulino ad acqua. Andando avanti per la strada provinciale nel bosco di Pa7Tano si incontrano le confluenze del fiume miscano con- il fiume Ufita e quella di quest'ultimo nel Calore. Il bosco è costituito da querce cerri carpini. f inoltre una ricca fauna lo popola vi si incontrano ricci, tassi, volpi, cinghiali, lepri, fagiani ecc. Il centro urbano sviluppatosi attorno allo scalo ferroviario ha il nome di Iscalonga. Tornando indietro verso nord si percorrono le ordinate campagne santarcangelesi dove vengono coltivati cereali, tabacco, vite, olivo. Non dimentichiamo che l'etimologia dell'antico nome "montemalo" probabilmente deriva da "montis mali" come testimoniano alcune carte che poteva voler dire in quell'antico volgare né latino né italiano monte dei frutti. II lato nord del Comune è attraversato dalla via Appia Traianea che partendo dall'Arco di Traiano a Benevento, attraversava il Calore a Ponte Valentino passando per l'antica via egnazia, attraversava quindi il territorio di montemalo dove nella valle di confine con Buonalbergo esistono ancora i ruderi di ponte Ladrone. La via continuava il suo corso fino a giungere a Brindisi. Sempre camminando lungo la provinciale che va verso la statale 90 bis si incontrano i borghi rurali delle Masserie Panarese, Cecere, Pagliuso. Andando verso la zona PIP si attraversa il borgo delle Masserie al bosco, in quanto ancora oggi il sito e denominato "bosco papero" Soprastante questo borgo troviamo una antica cava dove i Santarcangelesi estraevano la pietra da costruzione. Infatti nella società feudale che caratterizzava questo luogo i braccianti agricoli erano anche scalpellini, carpentieri, artigiani ecc. le loro opere sono ancora vive osservando la delicata fattura dei manufatti che ci sono giunti.

Personaggi IllustriD.Francesco Saverio Addonizio, arciprete, poeta illustre, formatore ed educatore della classe dotta Santarcangelese;Luigi Antonio Addonizio, letterato, poeta, Cavaliere al merito della Repubblica, preside del convitto nazionale di Benevento.

EconomiaCentro agricolo; un tempo era fiorente l’artigianato con le cooperative dei calzolai, falegnami, fabbri, mulattieri, sarti. Oggi questo settore è praticamente abbandonato a causa dell’emigrazione e del depauperamento demografico conseguente a ciò. Le industrie stanno nascendo nella zona industriale entrata in funzione nel 1995. Il commercio è praticamente inesistente a causa dei già citati motivi.

Manifestazioni ed Eventi

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Molte sono le manifestazioni che sopravvivono grazie all’attività dell’Associazione Pro Loco, in ordine cronologico sono: CARNEVALE SANTARCANGELESE, Via Crucis vivente, festa della donna, giornata dello sport, torneo di calcetto, FESTA SULL’AIA, festa delle acconciature, MOTO A TUTTA BIRRA, pizza in piazza, festa di Halloween, PRESEPE VIVENTE, Capodanno.

SOLOPACA Superficie: 32 kmqAbitanti: 4400Altitudine: 200 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 24 KmCome arrivare: da Napoli uscita casello Caserta Sud, dirigersi verso Telese Terme e imboccare in località Cantinelle di Sant’Agata dei Goti la Fondo Valle Isclero fino all’uscita Melizzano. Da Benevento immettersi sulla SS 372 “Telesina” versoTelese Terme - Caianello e proseguire per circa Km 24 fino all’uscita Solopaca. Da Roma A1 uscita casello Caianello, immettersi sulla superstrada Caianello-Telese-Benevento (SS 372) e proseguire per circa km 45 fino all’uscita Solopaca.Solopaca è servita dalle FS; vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Caserta e Napoli. Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private.

Cenni StoriciLa Preistoria: nel periodo Eucenico, la Valle Telesina era coperta dal mare; il Matese ed il Taburno ne erano lambiti. I potenti movimenti geologici durante il secondario e terziario, plasmarono la struttura montana a mò di anfiteatro, configurando uno dei panorami più belli della provincia di Benevento. La valle fu abitata durante l’ultima fase preistorica e, prima ancora nelle caverne sparse sul Taburno, come attestano i manufatti litici, le tombe e gli utensili vari in essa rinvenuti. Presso Solopaca, si è avuta notizia del ritrovamento di numerose amigdale e di un coltello di selce lattea con punte tagliate a sbieco mancante di lodolo, a due facce, l’una concava convessa l’altra. Armille, cinturoni e frammenti vari di terracotta dell’età del bronzo, sono affiorati in località Volla, Sommaria, Santianni. Alla Volla, (la zona poco lontana dal Calore è così denominata per la presenza di sorgenti d’acqua minerale) è stato trovato, tra l’altro, un cinturone in bronzo di guerriero Italico (VIII o VII sec. a.C.) di buona fattura con aggancio a due fibie decorate ( una è andata perduta). In Santianni nel 1978 fu trovata una ciotola del VII sec. a.C. ed un’armilla databile all’VIII o VII sec. a.C. essa era di bronzo e nella sua struttura circolare erano inseriti anelletti come elementi decorativi.Il periodo Sannita e Romano: eccettuato un insediamento Sannitico, ubicato al di sopra della fontana Santianni e che ebbe uno sviluppo autonomo, di questo popolo fiero, forte e bellicoso e che abitò le nostre montagne, non abbiamo notevoli tracce. Al IV o V sec. a.C. sono databili alcuni oggetti, facenti parte dei corredi funebri, trovati nell’insediamento citato. Non bisogna dimenticare che l’avvento dei romani spazzò via ogni traccia appartenente alla civiltà Sannita. Del periodo Romano abbiamo numerose testimonianze. A parte le lapidi e i vari reperti importati dalla vicina Telese, rimangono altre testimonianze presenti in tutta la fascia che và dalla Volla alla Casa delle Fate e da Santianni al Varreciello. La zona più antica come insediamento è quella di Santianni. Dalla fontana omonima a quella dei Monaci, si rinvengono abbondanti tracce di muratura. Le più antiche sono costituite da un impianto per la macinazione delle olive o dell’uva. Di fronte alla fontana di Santianni è venuta alla luce una base di torchio in pietra composto da più parti, databile al III o IV sec. d.C. Poco

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lontano dalla suddetta fontana, precisamente in contrada Staglio, vi è un criptoportico databile tra la fine della Repubblica e l’inizio dell’epoca imperiale. In epoche successive a questo criptoportico fu usato come cisterna. Nel 1860 esso fu ricovero di briganti e chiamato pertanto “Grotta dei Briganti”. Altri reperti Romani sono stati rinvenuti in contrada Inpiano; si tratta di monete e frammenti di ceramica da mensa. Nella parte alta della Volla, verso la zona della Sommaria, vi sono pure resti di ville rustiche romane così come in località Casa delle Fate, dove vi è un’altra interessante villa rustica romana del II o I sec. d. C, di cui restano numerosi ruderi coperti da rovi e sterpaglie. La villa aveva locali di servizio e recinti per il bestiame ai lati. Nell’agosto del 1897, fu rinvenuto un grosso dolio ( vaso di argilla in uso presso i romani per conservarvi il vino e l’olio) e si poté individuare il cellarium, (cantina) della villa. In base al recupero di una macina di arenaria e di numerosi frammenti ceramici, si dedusse che la villa fu abitata sino a tutto il V sec. d. C. Dai Longobardi ai Normanni: La presenza dei Longobardi è attestata da alcuni toponimi quali Sala, Cortenuda, Cortedonnica, Corte, Starza. In queste zone si rinvengono spesso tombe e frammenti ceramici. A Santianni, ove, a differenza degli altri insediamenti, vi è stata una certa continuità abitativa, affiorano in superficie rari frammenti di ceramica Longobarda. Nei pressi della masseria dei Di Mezza, si conserva un sarcofago, forse tomba di un fanciullo o di una fanciulla date le ridotte dimensioni. È scolpito in un blocco di pietra calcarea porosa ed appartenente, molto probabilmente, ad epoca longobarda. Dal 1981, il sarcofago è stato vincolato dalla Sovrintendenza. In contrada Varreciello, all’esterno della masseria dei Cutillo, è murato un capitello pure d’epoca longobarda. Recentemente, in località Inpiano, è venuta alla luce una fibula molto interessante. Essa è del tipo con ardiglione mobile ed è databile al sec. X. Con la venuta dei Normanni, venne edificato Castel San Martino, di cui restano attualmente due torri e le fondamenta di una terza, demolita di recente. Per un periodo di tempo, Solopaca fu feudo diretto dei conti di Caserta e, fino al 1861, appartenne a terra di lavoro, dopo di che passerà a far parte della novella provincia di Benevento. I Ceva Grimaldi: nel 1574, Telese e Solopaca furono acquistati da Cristoforo Ceva Grimaldi, i cui discendenti stettero sul posto fino al 1763. Loro vennero a stabilirsi a Solopaca dove costruirono un palazzo, poiché il castello di Telese era inagibile. I Ceva Grimaldi discendevano da due importanti famiglie genovesi. Il primo a venire nel regno di Napoli fu proprio il forte e giovane Cristoforo. Si sposò con Claudia Adorno dalla quale ebbe due figli: Gianfrancesco e Giovannantonio. Gianfrancesco nel 1609 ebbe da Filippo III il titolo di duca di Telese e barone di Solopaca. A lui seguirono il figlio Bartolomeo (II), il nipote Giovannantonio (III) e il pronipote (IV), il quale morì senza eredi. A questi successe il fratello Angelo V che morì poco dopo, in giovane età, senza eredi. I beni passarono al Reggio Fisco che vendette Telese e Solopaca a Rocco Stella. A quel punto, lo zio del IV e del V duca di Telese, Marcello Ceva Grimaldi, reclamò l’eredità. Essendo egli parente dei defunti fratelli Bartolomeo e Angelo, ebbe l’investitura del ducato di Telese e baronia di Solopaca, riscattandoli da Rocco Stella nel 1723, pagando la somma di 45.000 ducati. Morto anche Marcello, gli successe il cugino Filippo (VII), ma pure questi morì senza eredi. Dopodiché, nel 1764, Telese e Solopaca tornarono al Regio Demanio che li vendette ai De Sangro di Casacalenda, i cui eredi ne furono spogliati per le leggi eversive del 1806. Solopaca dall’800 agli inizi del ‘900: la presenza della via Bebiana rese, in questo periodo storico, ancora più importante Solopaca. Anche dopo la costruzione del ponte del Torello, avvenuta intorno al 1852, che permise di aprire la strada Amorosi - Telese - Ponte Maria Cristina, Solopaca continuò ad essere un punto di passaggio obbligatorio. Il 13 febbraio 1806, le truppe francesi entrarono in Solopaca. Altri 203 soldati vennero il 21 ottobre dello stesso anno, pernottarono nel trappato (frantoio) del duca e il giorno dopo partirono alla volta di Frasso Telesino. Giuseppe Bonaparte fu a Solopaca il 25 settembre 1807. Per l’evento fu allestito un ponte per permettere al re di attraversare il Calore. Era presente

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tutta Solopaca e si approfittò per chiedere al re la costruzione di un ponte in fabbrica. Gioacchino Murat venne a Solopaca il 6 dicembre 1810 ad ispezionare il ponte delle Caldaje. Su di esso pranzò al cospetto di una folla immensa, composta non solo da solopachesi, ma anche da cittadini di Guardia Sanframondi e Frasso Telesino. I solopachesi fino al Congresso di Vienna si diedero da fare in favore di Ferdinando IV. Il re rientrato a Napoli dopo aver assunto il nome di Ferdinando I, si trovò ad affrontare diverse difficoltà. Un fattore del re venne a comprare a Solopaca del grano. I re di Casa Borbone, le loro consorti e i figli, passavano spesso a Solopaca e, talvolta, erano ospiti della famiglia Abbamondi. Particolarmente vicina alla storia di Solopaca è la figura di Ferdinando II, che fece costruire il tanto sospirato ponte sul Calore. Nell’ottobre del 1844, il re Ferdinando II venne a Solopaca e non mancò di fare, come al solito, elemosine per i poveri. Durante il Risorgimento, Solopaca ebbe un ruolo importante. Il filosofo Stefano Cusani, iscritto giovanissimo alla Giovane Italia, fu un’ardente con l’Imbriani, il Poerio, il Settembrini ed altri. Preparò e cooperò per i moti del ’48 che la morte nel 1846 gli impedì di vedere. Da Solopaca partirono compagnie di uomini per aiutare le forze di Garibaldi e l’8 settembre 1860, sparsasi la notizia dell’arrivo a Napoli dei Garibaldini, Solopaca venne illuminata a festa. Il 21 ottobre si votò per l’Unità d’Italia e non mancarono brogli elettorali. Con l’Unità d’Italia, Solopaca (per circa 8 secoli appartenuta a Terra di Lavoro ossia Caserta), passò a far parte della provincia di Benevento. Tra le numerose caverne e le folte boscaglie del Taburno, il paese fu molto interessato dal fenomeno del Brigantaggio. Dopo la I guerra mondiale Solo paca, come le altre città d’Italia, partecipò con numerosi figli alla formazione di una patria più grande e più bella.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliÈ possibile visitare chiesa di San Martino, la più antica del paese XV secolo, chiesa San Mauro 1714, Santuario Madonna del Roseto 1857, chiesa San Leonardo, detta anche di Costantinopoli, XVVII secolo, chiesa del Carmine 1886, chiesa S.S. Corpo di Cristo XVVI secolo, Campanile Vanvitelliano 1794 alto 64,65 metri, chiesa di S. Maria Te Amo XVI secolo, chiesa della congrega dei Sette Dolori 1710, Palazzo Ducale XVII secolo fatto costruire dai Ceva Grimaldi, Palazzo Cutillo 1826, tomba funebre di età romana località Bolla, antiche mura di età romana in località casa delle fate.

Personaggi IllustriCusani Stefano filosofo, morto prematuramente; fu allievo di Benedetto Croce;Di Massa Sebastiano medico e poeta.

EconomiaSolopaca è rinomata per la produzione e qualità del vino Solopaca D.O.C, dell’olio. L’economia ruota principalmente intorno alla diffusione sull’intero territorio regionale del vino, vi sono ben sei grandi produttori. Sviluppata è anche l’attività imprenditoriale e artigianale.

TELESE TERMESuperficie: 9.83 Kmq Abitanti: 5.879Altitudine: 30 m/slmDistanza dal Capoluogo: BENEVENTO 32 KmCome arrivare: da Napoli autostrada A1 Napoli- Milano uscita casello Caserta Sud, proseguire per la via Appia, voltare al bivio per i Ponti della Valle, percorre la Fondovalle

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Isclero sino all’ uscita di Telese Terme.Telese Terme è servito dalle FS sulla linea Roma –Napoli- Foggia, vi sono collegamenti giornalieri per Benevento, Caserta e Napoli. Il comune è raggiungibile anche mediante autobus di autolinee private.

Cenni StoriciTelese Terme è una vivace cittadina posta al centro dell’omonima valle e oggi rappresenta uno dei centri più importanti e vivaci. Sebbene l’istituzione della sede comunale è relativamente recente, infatti risale solo al 1934, Telese affonda le sue radici storiche nella città, prima sannitica poi romana, Telesia, di cui ancora oggi si possono vedere con una certa facilità le antiche vestigia, nel comune limitrofo. La città romana subì diverse distruzioni per opera di eventi naturali e bellici, ma quella ad opera del saraceno Seodan nell’ 876 la distrusse completamente. Successivamente con il progressivo impaludamento della pianura e con il sorgere dell’ acqua sulfurea a causa di eventi tellurici (1349), gli antichi telesini spostarono il centro grosso modo dove oggi sorge quello attuale, ma purtroppo ben lontano dallo splendore del passato. Anche il vescovo, più tardi, nel 1612 lasciò Telese per stabilirsi nella vicina Cerreto, pur conservandone il titolo, che ancora oggi persiste. Progressivamente il centro perse importanza, tanto da diventare frazione della vicina Solopaca. Con la distruzione della stazione ferroviaria (1868) e dello stabilimento termale (1875) diedero impulso a nuove costruzioni ed alla nascita di una economia basata essenzialmente sui servizi, che ancora oggi la caratterizza rispetto ai centri limitrofi.

Beni Culturali, Artistici, Storici, AmbientaliLa cittadina contrariamente agli altri centri sanniti, non ha un centro storico vero e proprio, però il cento è dotato di un’ area archeologica che conserva i resti di una vecchia basilica di origine medievale in cui spicca il campanile ancora in discrete condizioni.Il territorio comunale inoltre è ricco di vegetazione, infatti al grande Parco delle Terme(tra i più estesi d’ Italia), in ambito cittadino si distinguono i boschi di Colle Pugliano, il Parco Antiche Terme Jacobelli (primo bagno termale di cui ancora oggi si possono ammirare le antiche strutture) e il graziosissimo Lago.

EconomiaAttualmente Telese Terme oltre ad essere una rinomata stazione termale è anche un vivace centro commerciale, infatti si contano nel suo centro circa 400 esercizi commerciali. Secondo i dati della Camera di Commercio di Benevento la distribuzione percentuale delle aziende nel settore economico (2001) sono: - agricoltura 25% - industria 8% - costruzioni 7% - commercio 37% - servizi ed altri 23 %Pertanto si differenzia sempre più dall’economia dei centri viciniori la cui voce principale è l’agricoltura, mentre a Telese Terme risulta il commercio. La voce turismo invece, è contemplata nei servizi. Il suo maggiore centro commerciale è rappresentato dal Viale Minieri, il lungo viale alberato che si estende fra la stazione ferroviaria e lo stabilimento termale.

Manifestazioni ed EventiLa Pro loco Telesia organizza, sopratutto durante il periodo termale guigno-settembre, varie manifestazioni di richiamo turistico:

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- TELESIA FILM FESTIVAL, che ha ormai assurto ad una notorietà interregionale, accompagnato da una Scuola Estiva di Alta Formazione in Storia del Cinema in collaborazione con l’ Istituto degli Studi Filosofici di Napoli;-“Festa della Musica”-“Telesia Cartoons”-“Incontro con l’autore”;- Animazione di strada in occasione di VIVIAMO LA CITTÀ e “Festa dello Sport”- Natale a Telese animazione con artisti di strada, luminarie, Tombola Telesina e Concerto di Santo Stefano (Santo Patrono), spettacolo di Fuochi pirotecnici.

SITUAZIONE ATTUALE

Le descrizioni su riportate evidenziano territori ricchi di storia e di tradizioni e a forte vocazione turistica grazie ai suoi molti PUNTI DI FORZA:

centri storici ben conservati secolari tradizioni e antichi usi e costumi ancora ben radicati sul territorio bellezze architettoniche, artistiche e ambientali già di richiamo per un turismo

rurale, anche se di non ampio raggio tutela del patrimonio storico, riferimento identificativo per gli abitanti dei singoli

comuni.

Punti di forza che le Pro loco, con tutti i mezzi a loro disposizione, si sforzano di far conoscere, impegnandosi nella realizzazione di materiale di divulgazione sia cartaceo che mediatico, e con la promozione e realizzazione di eventi e manifestazioni che mirano alla tutela e alla promozione del territorio e delle sue tradizione, sia storico-culturali che enogastronomiche.Tuttavia, non solo queste risorse necessitano di un notevole potenziamento ai fini di una loro maggiore conoscenza e promozione, ma soffrono per la presenza sul territorio di alcuni PUNTI DI DEBOLEZZA, sui quali il presente progetto si pone lo scopo di intervenire:

limitata conoscenza turistico-culturale del territorio sia da parte dei residenti che dei flussi turistici;

limitata fruibilità del patrimonio culturale da parte di residenti e non residenti; limitata promozione delle bellezze territoriali; insufficiente ricettività alberghiera ed extra –alberghiera.

Infatti, il territorio promotore del progetto è poco conosciuto anche dai suoi stessi abitanti. Dai sondaggi effettuati dai Volontari del Servizio Civile nell’ anno 2004-2005, risulta che solo il 30% della popolazione conosce la realtà storica ed artistica della sua terra natia.Nei giovanissimi questa percentuale scende al 20% e poco incisiva è anche l’azione delle Istituzioni scolastiche che operano nelle realtà coinvolte dal presente progetto. Per questo si ritiene di estrema importanza una fattiva collaborazione con le sedi scolastiche territoriali: il NOSTRO passato rappresenta le radici del NOSTRO futuro.In relazione al flusso ed alla presenza turistica, dagli stessi sondaggi risulta che appena il 5% dei visitatori ha la possibilità di apprezzare a pieno le bellezze del Sannio beneventano; dato che dimostra l’assoluta carenza di materiale promozionale ed informativo. E’ altresì un dato acquisito che la quasi totalità dei turisti esaurisce in un giorno la sua visita: causa ne è la scarsissima presenza di strutture ricettive, in particolar modo nei centri più piccoli. Questo progetto si pone l’arduo obiettivo di trasformare, con l’impiego dei volontari, grazie

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soprattutto all’ impegno che essi sicuramente profonderanno per migliorare il LORO territorio e la LORO terra, i punti di debolezza in altrettanti punti di forza.

Si riportano di seguito i dati delle indagini accurate svolte dai volontari del Servizio Civile Nazionale nell’ambito dei progetti che questo Ente ha realizzato per l’ anno 2004-2005 nei comuni di APOLLOSA, BENEVENTO, CASALDUNI, CEPPALONI, CERRETO SANNITA, CIRCELLO, CIVITELLA LICINIO, DUGENTA, FOGLIANISE, FRAGNETO MONFORTE, LIMATOLA, MONTESARCHIO, MORCONE, PAGO VEIANO, PAOLISI, PIETRELCINA, PONTE, PONTELANDOLFO, SAN GIORGIO LA MOLARA, S. MARCO AI MONTI, SAN MARCO DEI CAVOTI, SAN SALVATORE TELESINO, SANT’AGATA DEI GOTI, SANTA CROCE DEL SANNIO, SANT’ARCANGELO TRIMONTE, SOLOPACA, TELESE TERME; per i territori di CASTELVENERE e PIETRAROJA, i dati in percentuale sono stati forniti dagli uffici del Comune di Castelvenere e Pietraroja. Detti dati si assumono come indicatori di partenza per calibrare lo standard di crescita che si vuole ottenere.

Indicatori di partenza, in relazione : alle conoscenze acquisite sulle realtà locali ; ai dati reperiti presso gli Uffici comunali relativi alla fruizione dei beni culturali ed al

loro stato di conservazione ; alla consultazione dei dati contenuti nei rapporti provinciali sull’andamento dello

sviluppo delle realtà territoriali redatti a cura della Camera di Commercio di Benevento e del settore turistico culturale della Provincia di Benevento;

ai risultati di sondaggi ed di interviste effettuate a campione variabile costituito da residenti, alunni, giovani in cerca di prima occupazione, operatori economici, visitatori occasionali.

Tali indicatori di riferimento, nel contesto culturale-socio-ecomonico territoriale, base del progetto, sono individuati e misurati in una scala di valutazione con range 1-100 in:

1. Presa di coscienza delle potenzialità del territorio 2. Fruizione risorse del territorio3. Conoscenza e valorizzazione della cultura locale 4. Informazione delle emergenze territoriali5. Sinergie Istituzioni – Associazioni6. Promozione esterna delle emergenze culturali – paesaggistiche7. Educazione all’accoglienza del turista da parte dei residenti8. Gestione del flusso turistico9. Cultura dell’impresa Turistico-ricettiva10. Qualità degli eventi

Il campione intervistato comprende residenti di tutte le fasce d’età dei comuni interessati al Progetto e, successivamente, attraverso gli Enti preposti (Comune, Uffici ed Enti Turistici) è stato possibile conoscere, nell’ultimo triennio, le presenze turistiche in tutto il territorio.

La situazione attuale è la seguente (tra parentesi sono indicati i dati iniziali)

1. Presa di coscienza delle potenzialità del territorio (20%)2. Fruizione risorse del territorio (15%)

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3. Conoscenza e valorizzazione della cultura locale (30%)4. Informazione delle emergenze territoriali (20%)5. Sinergie Istituzioni – Associazioni (25%)6. Promozione esterna delle emergenze culturali – paesaggistiche (25%)7. Educazione all’accoglienza del turista da parte dei residenti (15%)8. Gestione del flusso turistico (20%)9. Cultura dell’impresa Turistico-ricettiva (20%)10. Qualità degli eventi (30%)11. Occupazione nel settore turistico (10%)

Per quanto riguarda la presenza turistica e la ricettività ci rifacciamo ai dati fornitici dall’EPT di Benevento.La struttura ricettiva al febbraio 2004 registra 305 esercizi iscritti, per 2.368 posti letto, così strutturata:

- 41 esercizi alberghieri con 1.640 posti letto;- 90 esercizi extralberghieri con 728 posti letto.

La metà degli esercizi alberghieri si fregia di 3 o 4 stelle, mentre il resto è ascrivibile alle categorie inferiori: ° 4 stelle 9 esercizi con 760 posti letto;° 3 stelle 17 esercizi con 591 posti letto;° 2 stelle 10 esercizi con 211 posti letto;° 1 stella 5 esercizi con 78 posti letto.

Flussi in entrata ed in permanenza presso esercizi alberghieri ed extralberghieri provincia Benevento (dati EPT BN)

Anno Esercizi Alberghieri Esercizi Extralberghieri Totale

A P A P A P

2000 50.423 117.761 2.584 5.979 53.007 123.740

2001 58.174 129.930 2.956 5.767 61.130 135.697

2002 55.626 131.700 2.658 5.133 58.284 136.833

2003 51.844 129.210 2.448 4.593 54.332 133.803

Dal mese di: GennaioAl mese di: DicembreArea interessata: Intera Provincia

Legenda: A: Arrivi P: Presenze

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7) Obiettivi del progetto:

Obiettivi GeneraliScopo del seguente Progetto è quello di promuovere, con il coinvolgimento di Enti, Associazioni, Operatori Turistici locali, etc …, la conoscenza e la fruizione dei beni culturali, artistici e paesaggistici del territorio da parte degli abitanti e dei visitatori, turisti, studiosi nonché valorizzare e rendere trasferibili i risultati provenienti da un valido lavoro di ricerca, catalogazione e classificazione dei dati territoriali dei beni in parola; Promuovere, altresì , unitamente agli Enti preposti ed alle Associazioni di categoria, il miglioramento quantitativo e qualitativo dell’offerta complessiva alberghiera e della ristorazione;Aggiornamento sugli atti normativi e/o regolamenti (nazionali, regionali e locali) riguardanti gli interventi a favore dei beni culturali e del turismo culturale anche con la previsione della realizzazione e gestione di un centro di informazione e documentazione;Sollecitare, con particolare riguardo ai centri “minori”, lo sviluppo di forme innovative ricettive, quali agriturismo, bed and breakfast, case per ferie, affittacamere, case rurali;Coinvolgere "gli altri" nella conoscenza della realtà locale e delle problematiche connesse con le emergenze del territorio siano esse culturali, sociali, intellettive o relazionali;Raccogliere, selezionare ed eventualmente rielaborare materiale sulle tematiche indicate nel progetto;Aggiornamento del sito internet dell'associazione e collegamento con quello istituzionale dell’UNPLI SC (www.serviziocivileunpli.it) e dell’Ufficio (www.serviziocivile.it); Realizzazione di un ufficio stampa;Sviluppare il senso civico dell’appartenenza e della partecipazione attiva alla vita pubblica, sia essa sociale, culturale, economica e politica.

Quanto sopra darà certamente un notevole impulso alla crescita socio–culturale, ma soprattutto economica del territorio.

Obiettivi SpecificiLe azioni principali del Progetto saranno, nello specifico, tese a:- effettuare una ricerca, catalogazione dei beni presenti sul territorio;- sensibilizzare i residenti , in particolare i giovani (anche attraverso la raccolta di testimonianze degli “anziani”), nel riscoprire e valorizzare le risorse culturali, artistiche, paesaggistiche, artigianali, folcloristiche, gastronomiche;- progettare e realizzare interventi di supporto alle diverse realtà coinvolte nel Progetto per favorirne una maggiore fruizione;- favorire e supportare la realizzazione di eventi culturali;- operare a fianco delle pubbliche amministrazioni in termini d’attenzione alla problematiche territoriali, coinvolgendo anche altre Associazioni e i singoli cittadini;- apertura di uno sportello informativo per i giovani e gli studenti in particolare;- coinvolgere le Scuole di ogni ordine e grado, attraverso visite, incontri, mostre, etc, al fine di favorire l’interesse dei giovani e giovanissimi verso il proprio territorio, ma anche incrementare e fortificare il “senso di appartenenza” di ognuno verso la propria comunità prima, e quella regionale e nazionale poi; obiettivo, questo, di fondamentale importanza perché permette al cittadino di riannodare i fili col passato e non perdere le proprie radici, la propria identità.

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L’obiettivo finale del Progetto , in termini numerici, è quello di elevare almeno del 10% i dati di partenza; così come da tabelle e grafici che seguono in cui vengono comparati gli Indicatori di Partenza con quelli di Arrivo.

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8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo le modalità di impiego delle risorse umane con particolare riferimento al ruolo dei volontari in servizio civile:

8.1 Piani di attuazione previsti per il raggiungimento degli obiettivi:Il progetto vuole cercare di uniformare l’intervento di tutela e valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici locali, con la consapevolezza che quest'azione è mirata soprattutto verso quei beni che sono a rischio di abbandono, di degrado o di chiusura a causa di mancanza di personale che ne abbia cura.

L’azione di tutela e valorizzazione sarà possibile grazie all’utilizzazione delle risorse strumentali ed economiche che saranno messe a disposizione dalle Pro Loco e dall'UNPLI nelle sue varie articolazioni (Nazionale, Regionale, Provinciale e d’area) e grazie alle risorse umane, costituite dai volontari delle associazioni e quelli del servizio civile, che in tal modo contribuiranno alla difesa del patrimonio storico, artistico, archeologico, etnoantropologico e paesaggistico, che costituisce uno degli elementi fondanti dell’identità nazionale.

I volontari saranno impegnati (in base alle più immediate emergenze e/o necessità oggettive) in attività di ricerca, catalogazione, progettazione e gestione di un punto informativo di accoglienza e assistenza (peraltro previsto dalla Legge 29 Marzo 2001 n°135 e specificato nel DPCM 13 Settembre 2002 G.U. n°225 del 25/09/2002).

I volontari saranno utilizzati in tutti i settori del programma progettuale, in particolare dalla catalogazione, tutela e promozione culturale e dei beni artistici, architettonici, storici e ambientali alla divulgazione delle peculiarità dell’area sia attraverso l’elaborazione dei materiali di supporto ( guide, mostre tematiche, collaborazione e gestione di visite guidate), sia attraverso l’attività di accoglienza e assistenza ai visitatori e soprattutto alle scuole del territorio, in piena collaborazione con i partner aderentiIl loro impiego non prevede inizialmente differenziazione di ruolo, ma resta facoltà dell’OLP coordinatore valutarne l’eventualità anche sulla base delle verifiche attitudinali e delle esigenze del volontario stesso. Le attività si sviluppano su tutto l’arco dell’anno, anche se i raccordi con le scuole e le visite guidate per gli alunni-studenti saranno effettuate prevalentemente nei periodi ottobre-novembre e febbraio- maggio in raccordo con il Piano dell’Offerta Formativa elaborato dai Collegi dei Docenti delle scuole locali..Per questo particolare impegno ed in considerazione che dal 1° Settembre già inizia l’attività organizzativa per l’anno scolastico successivo gli OLP e i formatori specifici con i responsabili a vario titolo (TUTOR, RLEA etc) avranno cura di avvicinare i dirigenti scolastici fin dal giugno 2007 e proporre una programmazione mirata all’ acquisizione di conoscenze e alla fruizione del proprio territorio da parte degli alunni studenti, nonché momenti di incontro, specie con le classi terminali delle istituzioni scolastiche di II° Grado, per una più approfondita e idonea conoscenza del Sevizio Civile e della funzione che esso mira a realizzare.

Il diagramma di Gantt sottoriportato afferisce a tutti i momenti dell’attività dei volontari e si sviluppa per tutta la durata del progetto/iniziativa. Per attività si intendono quegli aspetti operativi che denotano una certa omogeneità al loro interno, che possono essere definiti da un risultato/prodotto preciso, che hanno un arco temporale definibile e le cui risorse (fisiche e umane da impiegare siano chiaramente identificabili. Ad esempio, sono da considerarsi tali: gli incontri o i seminari; la progettazione di siti Internet; la preparazione di un corso di formazione; la realizzazione del corso stesso; le attività di disseminazione dei risultati; l'effettuazione di studi o ricerche, la predisposizione di una banca dati ecc.Le attività di gestione o di amministrazione che si effettuano in maniera costante durante tutta la durata del progetto/iniziativa, non sono state riportate in diagramma, ma è naturale che esse siano talmente continue

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ed importanti da essere presenti in tutte i momenti formativi e operativi

E’ appena il caso di evidenziare che le fasi riportate sono contemporanee o comunque complementari tra loro e che per gli aspetti più rilevanti dell’attività progettuale vanno raccordate con gli istogrammi rappresentati negli Obiettivi Generali e Specifici di cu al punto 7.

MESI

FASI/ATTIVITA'1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Accoglienza - Incontri informativi OLP

Studio Progetto e Analisi dei bisogni

Predisposizione strumenti operativi

Formazione Generale

Formazione Specifica

Monitoraggio

Tutoraggio

Studio e produzione progressiva

Elaborazione risultati

Report finale - diffusione dei risultati

Promozione Servizio Civile sul territorio

8.2 Complesso delle attività previste per la realizzazione dei piani di attuazioneIl volontario, una volta acquisita la preparazione iniziale richiesta, sarà il punto di riferimento del programma di attività previsto dal progetto sia per gli utenti della singola comunità che per i partner ed assieme a tutti gli altri volontari impegnati nelle varie sedi del presente progetto fungeranno anche da collegamento per iniziative sovraccomunali, sviluppo di nuovi percorsi operativi e verifica dello stato di realizzazione delle attività progettuali.

Si prevedono le seguenti attività generaliCoadiuvati dall’O.L.P. e da esperti e dai membri dell’associazione si comincerà:

con il prendere contatto con il territorio nel quale si andrà ad operare, focalizzando punti di forza e punti di debolezza;

si procederà: con una fase cosiddetta “conoscitiva” che prevede l’individuazione, nonché la

stesura di schede contenenti notizie, dei beni culturali e dei beni paesaggistici –intesi secondo l’accezione prevista dal Codice dei Beni culturali e del Paesaggio: artistici - storici –archeologici – etnoantropologici e paesaggistici;

con una programmazione delle azioni da intraprendere per la valorizzazione dei suddetti beni e con una progettazione puntuale di tali azioni;

con l’organizzazione e la gestione delle azioni programmate nell’area interessata

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dal progetto; con la diffusione e la promozione delle stesse sia nel contesto territoriale che al di

fuori dello stesso mediante un piano di comunicazione appositamente predisposto (contatti con la stampa, la realizzazione di brochure e materiale multimediale);

con aggiornamento continuo dei siti internet delle Pro Loco, in più lingue, contenenti la mappa, il notiziario, gli appuntamenti, gli eventi;

con la digitalizzazione di documentazione d'archivio iconografica e non, di raccolte fotografiche, di manifesti e volantini in modo da permetterne una prima consultazione residenziale o a distanza ;

con l’avviare ed intensificare rapporti con la stampa, in particolare quella locale, per stimolare la conoscenza e la trattazione delle problematiche relative al disagio culturale, ambientale, intellettivo e relazionale, nonché la conoscenza delle iniziative assunte in questo campo dalla nostra Associazione, ma anche creare un collegamento continuo con la redazione del periodico nazionale dell’UNPLI “L’ARCOBALENO D’ITALIA “ .

con attività di supporto alla segreteria; con scambi culturali e momenti formativi a livello locale, provinciale e regionale; con lo sviluppo di contatti con le Istituzioni e le altre Associazioni che operano

nell'area. Ciò significherà assumersi l'incarico (prima con l’OLP o comunque con un formatore specifico) di interpellare gli organi (degli enti locali, provinciali o regionali) che si occupano della tutela e della promozione dei beni ambientali, storici, artistici, culturali e delle attività legate al turismo culturale, per migliorare l’iterazione tra Ente pubblico , Associazionismo non-profit e popolazione per sviluppare ed incrementare il senso di appartenenza e la cosiddetta “cittadinanza attiva”.

IN MANIERA PARTICOLARE SI EFFETTUERA’:

Ricerca sul campo (campo: situazione locale oggetto di osservazione): il lavoro preliminare consiste in una preparazione teorico-metodologica (fornita dai formatori specifici e generali); nella delimitazione dell’area oggetto della ricerca, che procederà mediante interviste effettuate, laddove c’è l’assenso dell’intervistato, con sussidi audiovisivi e questionari; studio di atti, documenti, riviste e quant’altro possa arricchire l’indagine.Registrazione: dal campo al laboratorio. Tutto il materiale raccolto va a costituire le fonti per il successivo lavoro di trascrizione, di sviluppo, di montaggio, in generale di sistematizzazione dei dati raccolti.Pubblicazione del lavoro di ricercaMappatura degli attrattori turistici e predisposizione di guide cartacee.Divisione dell’ intero territorio coinvolto nel progetto in tre macro aree, individuate per omogeneità morfologica e storica: distretto delle Valli Caudina e Vitulanese; distretto della Valle Telesina; distretto del Fortore . Tale parcellizzazione del territorio permetterà una interazione tra le aree al fine di creare itinerari incrociati che riescano ad offrire, anche nel breve tempo di in giorno, una immagine completa del Sannio beneventano in tutte le sue particolarità.Realizzazione e promozione di percorsi turistici individuati per settori di interesse, con la creazione di pacchetti “originali” e personalizzati. Tra gli altri si prevede la realizzazione, oltre che di percorsi storico-culturali e naturalistici, anche dei seguenti itinerari:

(Allegato 1)

o i vigneti e le cantine del Sannio;o i castelli e gli antichi palazzi delle colline beneventane;o itinerari enogastronomici in mountain-bike: escursioni “gustose” sul Taburno e sul

Matese; o week-end alla riscoperta degli antichi sapori e degli antichi mestieri: il Sannio tra

sagre e botteghe artigiane;o il Sannio tra Santi, Spiriti e Streghe: alla scoperta di una terra tra fede, mito e

superstizione;o laboratori creativi in collaborazione con artigiani e aziende agricole: dal fornaio al

fabbro al pastore al tornitore, “imparare giocando” per non dimenticare gli antichi sapori e gli antichi mestieri.Costruzione e promozione dei percorsi didattico formativi nelle scuole, far conoscere le risorse dell’ambiente e il rispetto verso di esso.

Tutti gli interventi programmati, vedranno la partecipazione attiva in coordinamento con la sede Nazionale e diverse sedi periferiche (Regionali, Provinciali etc), al fine di rendere omogenei gli obiettivi e soprattutto finalizzati al progetto nel suo complesso.Il progetto, infine, nello sforzo continuo di rendere congrui attività che si andranno a realizzare e obiettivi finali, tenderà ad affermare il principio della coerenza delle azioni rispetto allo spirito finale del Servizio Civile: quello della cittadinanza attiva dei volontari all’interno della comunità in cui vivono ed operano.

8.3 Risorse umane complessive necessarie per l’espletamento delle attivitàpreviste, specificando se volontari o dipendenti a qualunque titolo dell’ente:

Schema risorse umane impiegate:

Responsabile Regionale

- Supplisce il Responsabile del Servizio Civile Nazionale, con cui si raccorda in via prioritaria, per situazioni di emergenza in attività connesse al Progetto ed ai Volontari ;

- Coordina i progetti della sua Regione, e le annesse attività ;- Assicura una omogeneità di intento in ambito Regionale ;- Verifica, con le altre figure professionali provinciali, lo stato dei Progetti,

l’attività dei Volontari ;- Collabora con il responsabile del Monitoraggio per la verifica periodica sullo

stato di attuazione dei Progetti .

Responsabile Locale Ente Accreditato

- Coordina le attività, i progetti della provincia in cui è coinvolto come “Responsabile” ;

- Mantiene i rapporti con gli Enti ;- E’responsabile della gestione amministrativa ed organizzativa dei Progetti .

(Allegato 1)

Tutor

- Rappresenta la figura di prima istanza per i Volontari ;- Facilita l’inserimento dei Volontari nell’Ente ;- Segue i Volontari durante il loro percorso formativo e lo svolgimento delle

attività previste dal Progetto ;- Svolge la supervisione delle attività realizzate rispetto a quelle programmate, in

continuo contatto con il Responsabile Locale Ente Accreditato; - Relaziona al R.L.E.A. sull’andamento delle attività, sul grado di soddisfazione

dei Volontari e sugli aspetti organizzativi che potrebbero influire negativamente sull’andamento del Progetto .

Responsabile del Monitoraggio

- Verifica e valuta, con cadenza quadrimestrale, l’efficacia e l’efficienza delle attività previste dal Progetto, proponendo eventuali accorgimenti migliorativi ;

- Controlla, periodicamente, l’operato dei Volontari ed il loro grado di apprendimento e soddisfazione .

Responsabile della Pro Loco/Associazione/Responsabile del Servizio del Comune

- Provvede al funzionamento ed alla gestione dell’Ufficio ;- Coordina le attività ed il corretto svolgimento del Progetto ;- Mantiene i rapporti e le relazioni con utenti / operatori .

Operatore Locale di Progetto (O.L.P.)

- Coordina, pianifica, controlla e valuta l’operato dei Volontari ;- Coordina il rapporto tra Istituzioni e le figure professionali coinvolte ;- E’ responsabile del corretto funzionamento ed esecuzione della attività ;- Si occupa della gestione finanziaria del Progetto ;- E’ il referente dei Volontari per le tematiche legate all’attuazione del Progetto ;- Segue da vicino i Volontari e la loro crescita professionale ;- Assicura la sua presenza in Sede per almeno n. 10 ore alla settimana e partecipa

alle attività connesse al Progetto .

Formatori Generali

- Trattasi di formatori UNPLI, riconosciuti dal Servizio Civile Nazionale, responsabili della formazione dei Volontari;

- Formatori degli Operatori Locali di Progetto ed altre figure professionali interessate al progetto stesso , così come specificato ai paragrafi 30-31-32-33-34 e 35 .

(Allegato 1)

Formatori specifici

- Figure professionali scelte tra le risorse professionali del territorio che per abilità, cultura, disponibilità e impegno sociale si assumono volontariamente il compito di trasferire ai giovani di SC le loro conoscenze;

- Figure individuate tra i formatori della Pro Loco e dell’UNPLI , affiancati anche da esperti messi a disposizione dai Partners , i quali effettuano la formazione di cui ai paragrafi 36 – 37 – 40 – 41 ;

- Hanno le competenze di cui al paragrafo 39 .

Volontari Servizio Civile

- giovani dai 18 ai 28 anni d’età.

TUTTE LE RISORSE UMANE DI CUI SOPRA SONO VOLONTARI DELL’ENTE E NON PERCEPISCONO NESSUNA RETRIBUZIONE AD ECCEZIONE DI RIMBORSI SPESE RICHIESTI PER MISSIONI E/O PARTECIPAZIONI A STAGE FORMATIVI. IL NUMERO DEI VOLONTARI, ESCLUSO QUELLI DI S.C È DI SETTANTATRE UNITÀ.

8.4 Ruolo ed attività previste per i volontari nell’ambito del progetto:

Aspetti generali: I Volontari

- Sono i protagonisti del raggiungimento degli obiettivi progettuali; - Effettuano le attività di cui al punto 8.2);- Presentano all’O.L.P. , al termine dell’incarico, una Relazione finale sul Progetto

realizzato ed un questionario.

Programma particolareggiato:

Presentazione Ente

(Allegato 1)

Nel momento della presa di servizio da parte dei Volontari, assicurati gli adempimenti previsti ( presa visione e firma “Contratto di Assicurazione” e “Carta Etica”, modulo “domicilio fiscale”, modello per apertura “libretto postale” ), il Presidente delle Pro Loco (o suo delegato ) e l’O.L.P. presenteranno l’Ente, il relativo ruolo e le competenze, strutture e attrezzature di cui dispone.

Fase propedeutica e prima formazioneNei giorni a seguire (fino al primo mese dall’assunzione), al fine di mettere in condizioni di conoscere in modo adeguato sia i contenuti del Progetto che le risorse a disposizione per la realizzazione ottimale, efficace ed efficiente del Servizio Civile Volontario, l’O.L.P. ed i formatori coinvolti informeranno i Volontari sui seguenti contenuti:

- Il Territorio cittadino ed il suo patrimonio artistico, storico, ambientale;- Attività della Pro Loco;- Presentazione del Progetto;- L’O.L.P. ruolo e competenze;- I partner, le scuole e le Istituzioni che saranno coinvolte nelle attività progettuali.

Fase di servizio operativo Superate le fasi di “ambientamento”, i Volontari saranno affiancati da persone esperte (O.L.P., formatori, soci della Pro Loco, professionisti esterni…) che permetteranno loro di “imparare facendo” in modo da adempiere gli impegni della Carta Etica e permettere la massima valorizzazione delle risorse personali di ciascuno di loro.Nelle linee generali saranno impegnati per raggiungere i fini del progetto e, quindi, pienamente coinvolti nelle diverse fasi operative predette.Opereranno prevalentemente all’interno della Sede dell’Ente, ma anche “esternamente” presso Enti Pubblici (Comune, Regione, Comunità Montana, Provincia, Camera di Commercio, Scuole….), Associazioni di Categoria e privati al fine di raccogliere informazioni, dati, e quant’altro utile per la realizzazione del Progetto.I Volontari incontreranno, altresì, professionisti, docenti ed esperti degli Enti Partners del Progetto al fine di realizzare insieme quelle iniziative concordate a monte e inserite nel Progetto stesso.Per quanto attiene le manifestazioni e gli eventi si procederà ad una verifica delle programmazioni precedenti, individuando le opzioni migliorative o comunque integrative e finalizzando il tutto ad un idoneo coinvolgimento dei giovani prima e delle Istituzioni e delle Associazioni poi, non escludendo gli operatori economici. I giovani del servizio civile saranno un elemento necessario per il monitoraggio e la gestione delle problematiche individuate. Con il supporto soprattutto dell'Operatore Locale, svilupperanno incontri non solo con le figure responsabili della gestione o della proprietà dei beni e dei servizi oggetto di intervento, ma anche con gli Enti e le Associazioni. Il loro sarà un ruolo di rilevazione, raccolta ed analisi dei dati e, con un guidato uso di questionari o di interviste dirette, cercheranno di raccogliere idee, suggerimenti, disponibilità e tutto quanto occorrente per meglio realizzare gli obiettivi.

Formazione generale e formazione specificaEntro il primo quadrimestre si prevede di esaurire la fase di Formazione generale per i Volontari.La formazione specifica, unitamente ad altri momenti formativi e di tirocinio collegati alla realizzazione del Progetto, avverrà nel corso di tutto il servizio; la formazione, pertanto, sarà per il giovane un’attività continua e diffusa.

Piano di lavoroL’orario di servizio dei Volontari varierà a seconda dei casi e dipenderà dalle esigenze collegate

(Allegato 1)

alla realizzazione del Progetto e le attività connesse.L’impegno settimanale è articolato in 30 ore e non supererà le 35 ore su sei giorni di servizio.Il piano di lavoro medio, previsto per i volontari nel corso dell’anno, si articolerà come illustrato nella tabella che segue:

N. Attività % media di impegno mensile

1 Monitoraggio e controllo del territorio 25 %2 Supporto alle iniziative della Pro Loco, collegate al

Progetto24 %

3 Attività di studio, ricerca su aspetti specifici del patrimonio turistico – culturale ambientale del territorio

18,5 %

4 Produzione e diffusione di Brochure, depliants, guide, ….

10 %

5 Formazione generale e specifica 9 %6 Organizzazione di un archivio multimediale 8 %7 Attività amministrativa e varie 3 %8 Promozione e sensibilizzazione del Servizio Civile

Nazionale2,5 %

TOTALE 100,00%

MonitoraggioIn linea di massima la valutazione dei risultati prefissati dal progetto avviene settimanalmente con la verifica del raggiungimento degli obiettivi precedentemente concordati con l’Operatore Locale di Progetto.Tuttavia, una verifica più approfondita del progetto nel suo insieme, la coerenza delle azioni con gli obiettivi individuati è prevista con cadenza trimestrale.

In questa fase l’Operatore Locale di Progetto incontra i Volontari assegnati per verificare il raggiungimento dei risultati prefissati dal progetto, gli esiti e le risposte dei soggetti coinvolti.Questo raffronto permette di individuare gli eventuale scostamenti, ricercare le cause, individuare le responsabilità e predisporre gli interventi correttivi.L’elemento determinante per questa analisi è il tempo: i report devono essere disponibili in qualsiasi momento, veloci e di facile lettura.Alla fine di ogni quadrimestre si realizzerà una sintesi delle attività svolte, evidenziando la congruità delle azioni con le linee progettuali e si trasmetterà una relazione al coordinamento nazionale come previsto dal Piano Nazionale.

Verifica FinaleAl termine del progetto i Volontari produrranno un “documento” cartaceo e/o multimediale che rappresenta la Relazione consuntiva del Progetto stesso e nella quale vengono descritte le attività svolte, illustrandone le varie fasi ed allegando tutto il materiale prodotto per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.Si richiederà, altresì, all’Operatore Locale di Progetto ed ai Volontari un giudizio attraverso un Questionario semistrutturato sull’esperienza fatta e sui suggerimenti da proporre per il miglioramento continuo del Progetto.

(Allegato 1)

9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

10) Numero posti con vitto e alloggio:

11) Numero posti senza vitto e alloggio:

12) Numero posti con solo vitto:

13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6) :

15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Flessibilità oraria, lavoro festivo, disponibilità a viaggiare e a dimorare fuori sede

96

0

96

0

6

n. 1.400 ore annue con n. 12 ore settimanali obbligatorie

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

16) Sede/i di attuazione del progetto ed Operatori Locali di Progetto:

N. Sede di attuazione del progetto Comune Indirizzo Cod. ident.

Sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

Cognome e nome Data di nascita C.F.1 PRO LOCO

Apollosa Apollosa Pzza Saponaro,1 14117 3SarmenteVincenzo 24/12/53 SRNVCN53T24A683D

2 PRO LOCOCasalduni Casalduni Via Roma,10 23673

3Leone Gelsomina 12/12/81 LNEGSM81T52A783C

3 PRO LOCOCeppaloni Ceppaloni Via Cretazzo 179

3 Catalano Annamaria 29/05/71 CTLNMR71E69C476H

4 PRO LOCOFoglianise Foglianise Via P. Umberto I 1013

3 Frattasi Antonella 27/08/77 FRTNNL77M67A783D

5PRO LOCO

Montesarchio

Montesarchio P.zza Carlo Poerio 31

398513 Di Stefano Odoardo 17/11/54 DSTDRD54S17H703B

6 PRO LOCOPaolisi Paolisi Via Roma 136 7880

3 Romano Lorenzo 10/08/49 RMNLNZ49M10G318L

7 PRO LOCOPonte Ponte Via Venditti 39862

3 Simeone Daniele 18/09/49 SMNDNL49P18L219B

8 PRO LOCOS. Marco ai Monti S. Angelo a Cupolo P.zza S. Marco,4 438 2 Bruno Giovanni 20/02/47 BRNGNN47B20I277C

9 UNPLI BENEVENTO Apollosa Piazza Saponaro,1 14093 3 Francesca Annamaria 26/09/56 FRNNMR56P66A509T

10 PRO LOCOCepino Prata Cautano Via Trieste 73284 3 Boscaino Modestino 01/08/67 BSCMST67M01A783I

11 PRO LOCOCerreto Sannita Cerreto Sannita Via Cavallotti 23674 3 Ciaburri Vincenzo 19/09/64 CBRVCN64P19A783Z

12 PRO LOCOCivitella Licinio Cusano Mutri Via Ariello 1012 3 Iassogna

Carmela 28/09/79 SSGCML79P68LO86J

13 PRO LOCODugenta

Dugenta Via Nazionale 39835 3 Mirra Gerarda 30/03/57 MRRGRD57C708492N

14 PRO LOCOLimatola Limatola Via San Rocco ,5 24095 3 Aragosa

Teresa 15/09/74 RGSTRS74P55Z133S

15PRO LOCOSant’Agata

dei Goti

Sant’Agatadei Goti Largo Torricella 180 3 Lubrano Claudio 06/04/53 LBRCLD53D06I197Q

16PRO LOCO

San SalvatoreTelesino

San SalvatoreTelesino Via Plebiscito, 5 549 3 Santillo Maria

Cristina 16/02/79 SNTMCR79B56LO86Y

17 PRO LOCOSolopaca Solopaca C/so Umberto I c/o

Palazzo Ducale 439 3 D’Onofrio Carlo 18/08/60 DNFCRL6OM18I809Z

18 PRO LOCOTelesia Telese Terme Largo Giolitti, 1 39881 3 Viola Pietro 28/05/64 VLIPTR64E28L086O

19 PRO LOCOFragnetana Fragneto Monforte Via Botteghe, 1 435 3 Verdura Raffaele 07/04/64 VRDRFL64D07A783U

20 PRO LOCOSant’arcangelo Trimonte

Sant’Arcangelo Trimonte

Via Tagliamento 550 3 Saccone Lucia 02/01/58 SCCLCU58A72G227M

21 PRO LOCOPago Veiano Pago Veiano Via Piane, 4 39856 3 Gagliarde Donato 07/11/59 GGLDNT59S07A783U

22 PRO LOCOPietrelcina Pietrelcina Corso Padre Pio 1, 24097 3 Girardi Amelia 12/02/58 GRRMLA58B52G631H

23 PRO LOCOPontelandolfo Pontelandolfo

Via Emilio Matarazzo 24098 3 Lese Antonio 22/09/55 LSENTN55P22G848R

24 PRO LOCOSan Giorgio La Molara

San Giorgio La Molara

Largo PurgatorioPalazzo Muscetta 437 3 Caroscio Anna 01/08/59 CRSNNA59M41H898J

25 PRO LOCOSan Marco Dei Cavoti

San Marco Dei Cavoti

Piazza Risorgimento, 21 38873 2 Caruso Laura 17/01/70 CRSLRA70A57H984I

26 PRO LOCOSanta Croce Del Sannio

Santa Croce Del Sannio

Largo Municipio 23676 3 Angelo Di Gregorio 08/07/77 DGRNGL77L08A783J

27 PRO LOCOMorcone Morcone

Via S.Maria del Giglio, 2 436 3 Aucone Anna 10/02/50 CNANNA50T50G227L

28 PRO LOCOPietraroja Pietraroja Piazza Vittoria 73301 3 Cotugno Roberta 28/06/74 CTGRRT74H68F119R

29 PRO LOCOCastelvenere Castelvenere Centro Xewkija

Via scavi 24094 3 Moccia Elvira 17/01/72 MCCLVR72A57L086K

30 PRO LOCOCircello Circello Via Roma 434 2 Tatavitto Alfonso 19/02/53 TTVLNS53B19C719P

31 PRO LOCOFaicchio Faicchio P.zza Roma 14118 3 Onofrio Carmine 25/10/57 NFRCMN57R25D469S

32 COMUNE Dugenta Via Nazionale,139 38784 3 Ciervo Pierina 23/06/50 CRVPRN50H63D380A

33 COMUNE Melizzano Trav. Del Sannio 38789 3 Ruggiero Arduina 23/11/59 RGGRNR59S63F113N

17) Altre figure impiegate nel Progetto:

N.Sede di

attuazione del progetto

Comune IndirizzoCod. ident. sede

N. vol. per sede

TUTOR RESP. LOCALI ENTE ACC.

Cognome e nome

Data di

nascita

C.F. Cognome e nome

Data di

nascita

C.F.

1 PRO LOCOApollosa Apollosa Pzza Saponaro,1 14117 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

2 PRO LOCOCasalduni Casalduni Via Roma,10 23673

3 CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

3 PRO LOCOCeppaloni Ceppaloni Via Cretazzo 179

3 CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

4 PRO LOCOFoglianise Foglianise Via P. Umberto I 1013

3 CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

5PRO LOCO

Montesarchio

Montesarchio P.zza Carlo Poerio 31 39851 3

BOVE NICOLA

09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

6 PRO LOCOPaolisi Paolisi Via Roma 136 7880

3 CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

7 PRO LOCOPonte Ponte Via Venditti 39862

3 BOVE NICOLA

09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

8PRO LOCOS. Marco ai

Monti

S. Angelo a Cupolo P.zza S. Marco,4 438

2CIOFFI

FRANCESCO

TORQUATO

05/02/1960

CFFFNC60B05A509I

LOMBARDI

ANTONIO 14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

9 UNPLI BENEVENTO

Apollosa Piazza Saponaro,1 140933

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

ANTONIO

10 PRO LOCOCepino Prata Cautano Via Trieste 73284

3 CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

11 PRO LOCOCerreto Sannita

Cerreto Sannita Via Cavallotti 23674 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

12 PRO LOCOCivitella Licinio

Cusano Mutri Via Ariello 1012 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

13 PRO LOCODugenta

Dugenta Via Nazionale 39835 3BOVE

NICOLA09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

14 PRO LOCOLimatola Limatola Via San Rocco,5 24095 3

BOVE NICOLA

09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

15PRO LOCOSant’Agata

dei Goti

Sant’Agata

dei GotiLargo Torricella 180 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

16PRO LOCO

San SalvatoreTelesino

San SalvatoreTelesino

Via Plebiscito, 5 549 3CIELO

MARINA18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

17 PRO LOCOSolopaca Solopaca C/so Umberto I c/o

Palazzo Ducale 439 3CIELO

MARINA18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

18 PRO LOCOTelesia

Telese Terme Largo Giolitti, 1 39881 3

BOVE NICOLA

09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

19 PRO LOCOFragnetana

Fragneto Monforte

Via Botteghe, 1 435 3CIELO

MARINA18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

20PRO LOCO

Sant’arcangelo Trimonte

Sant’Arcangelo

Trimonte

Via Tagliamento 550 3CIELO

MARINA18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

21 PRO LOCOPago Veiano

Pago Veiano

Via Piane, 4 39856 3BOVE

NICOLA09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

22 PRO LOCO Pietrelcina Corso Padre Pio 1, 24097 3 BOVE 09/05/ BVONCL42E09 LOMBAR 14/08/ LMBNTN46M14A330

Pietrelcina NICOLA 1942 B873G DI ANTONIO 1946 G

23 PRO LOCOPontelandolfo

Pontelandolfo

Via Emilio Matarazzo 24098 3BOVE

NICOLA09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

24PRO LOCO

San Giorgio La Molara

San Giorgio La

Molara

Largo PurgatorioPalazzo Muscetta 437 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

25PRO LOCO

San Marco Dei Cavoti

San Marco Dei Cavoti

Piazza Risorgimento, 21 38873 2

CIOFFI FRANCES

CO TORQUA

TO

05/02/1960

CFFFNC60B05A509I

LOMBARDI

ANTONIO 14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

26PRO LOCO

Santa Croce Del Sannio

Santa Croce Del

Sannio

Largo Municipio 236763 CIELO

MARINA18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

27 PRO LOCOMorcone Morcone

Via S.Maria del Giglio, 2 436 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

28 PRO LOCOPietraroja Pietraroja Piazza Vittoria 73301 3

CIOFFI FRANCES

CO TORQUA

TO

05/02/1960

CFFFNC60B05A509I

LOMBARDI

ANTONIO 14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

29 PRO LOCOCastelvenere

Castelvenere

Centro XewkijaVia scavi 24094 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

30 PRO LOCOCircello Circello Via Roma 434 2

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

31 PRO LOCOFaicchio Faicchio P.zza Roma 14118 3

CIELO MARINA

18/06/1951

CLIMRN51H58C280J

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

32 COMUNE Dugenta Via Nazionale,139 38784 3BOVE

NICOLA09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

ANTONIO

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

33 COMUNE Melizzano Trav. Del Sannio 38789 3 BOVE NICOLA

09/05/1942

BVONCL42E09B873G

LOMBARDI

14/08/1946

LMBNTN46M14A330G

ANTONIO

18) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

Le Pro Loco inserite nel Progetto, ognuna nell’ambito del territorio di appartenenza, intendono avviare un percorso di promozione e diffusione delle proprie attività ed in particolare di quelle per le quali, attraverso il Progetto , viene offerta l’opportunità ai giovani di un anno di Volontariato.Si vuole, da un lato, trasmettere ai giovani il significato ed i contenuti del Servizio Civile Nazionale: “dedicare un anno della propria vita a favore di un impegno solidaristico inteso come impegno per il bene di tutti e di ciascuno e quindi come valore della ricerca di pace” e, dall’altro, collegare il progetto stesso alla comunità locale in cui i volontari prestano servizio, in modo da sensibilizzarla attraverso un naturale processo di promozione del Servizio Nazionale Civile.

Per promuovere il servizio civile e per sensibilizzare i giovani alle attività di volontariato, l’Unione Nazionale delle Pro loco d’Italia seleziona i valori e le informazioni che l’organizzazione non profit intende veicolare. In coerenza con i contenuti elaborati e con il target da raggiungere, individua inoltre le azioni e gli strumenti di comunicazione, necessari alla campagna d’informazione delle iniziative progettuali. Questa ultima, articolata in trenta ore d’attività, è costituita sia dalla comunicazione mediata, che da quella diretta. La promozione e la sensibilizzazione del servizio civile prevede, infatti, il ricorso ai mezzi di comunicazione, sia tradizionali sia on line, a diffusione locale, provinciale e regionale. Ma privilegia soprattutto la comunicazione interpersonale, dedicando ben sedici ore al coinvolgimento di studenti, in particolar modo delle scuole di secondo grado. Così, attraverso la redazione di comunicati stampa, l’organizzazione di conferenze stampa e la realizzazione di newsletter istituzionali, l’Unpli veicola le informazioni ai mass media, mentre attraverso incontri e dibattiti avvicina i giovani al servizio civile. Per di più, questi ultimi possono reperire il materiale informativo non solo presso le sedi attuative del servizio civile, ma anche presso biblioteche, centri culturali, punti Informagiovani e uffici per le relazioni con il pubblico, istituiti dalle pubbliche amministrazioni, nonché presso quei luoghi frequentati nel tempo libero.

Lo scopo è quello di trasmettere ai ragazzi tutte le notizie utili per intraprendere il percorso formativo e di far comprendere loro l’importanza del dovere di solidarietà, quello del valore della democrazia e, non ultimo, quello del principio di cittadinanza attiva.

L’Unpli e le sedi del servizio civile puntano inoltre a rafforzare l’appartenenza territoriale, pianificando, in occasione dei principali eventi, convegni e tavole rotonde in cui coinvolgere i partner, gli enti e le associazioni presenti sul territorio. Attività progettuale che vedrà l’impegno dell’organizzazione per altre dieci ore.

Le restanti quattro ore sono state programmate: due per la conferenza stampa di apertura della campagna informativa e due per quella di chiusura, e quindi di report finale.

Al fine di ottenere una visione complessiva delle iniziative da intraprendere, è stato ritenuto opportuno schematizzare i passaggi fondamentali della campagna di comunicazione.

Attività Istituzioni coinvolte Timing Supporto informativo

Ore impegnate

Convegni e tavole rotonde in occasione delle principali manifestazioni

Partner, Enti comunali, sovracomunali, provinciali e regionaliAssociazioni presenti sul territorio

da approvazione progetti 2007ad avvio al servizio 2007

brochure, opuscoli e newsletter 10

Allestimento di stand per distribuire materiale informativo

Partner, Enti comunali, sovracomunali, provinciali e regionaliAssociazioni presenti sul territorio

da approvazione progetti 2007ad avvio al servizio 2007

brochure, opuscoli e newsletter ///////////////

Conferenza stampa per far conoscere i punti principali del bando di selezione

Partner, Amministrazione provinciale e comunale

Aprile/Maggio 2007 comunicati stampa ecartella stampa 2

Incontri e dibattiti presso tutte le scuole di secondo grado

Istituti scolastici provinciali

da approvazione progetti 2007a conclusione anno scolastico 2007/2008

brochure, opuscoli e newsletter 16

Comunicati stampa destinati ai media provinciali e regionali

Nessuna da ottobre 2006a giugno 2007

fotografie e dati statistici ///////////////

Intervistee specialitv e radio provinciali/regionali

Amministrazione provinciale e comunale

da ottobre 2006a selezione 2007 //////////////// ///////////////

Articoli e specialisu “Arcobaleno”(house organ Unpli)

Nessuna da ottobre 2006a giugno 2007 //////////////// ///////////////

Informazioni on linesul sito ufficiale Nessuna

da ottobre 2006a conclusione servizio civile 2007/2008

//////////////// ///////////////

Conferenza stampa per rendicontare l’attività progettuale

Amministrazioni provinciale e comunale

Fine Servizio Civile 2007/ 2008

comunicati stampa ecartella stampa 2

Totale ore impegnate 30

Per garantire l’efficienza e l’efficacia della campagna di informazione e di sensibilizzazione, l’Unpli e le pro loco in progetto pianificano infine le attività promozionali da porre in essere.

Così, nella seguente tabella sono riportati, nel dettaglio, i mezzi e gli strumenti di comunicazione, e le figure professionali di cui l’organizzazione si avvale a titolo di volontariato in gran parte, con supporto di professionisti ed esperti in misura ridotta.

Azione Mezzo Strumento Figure professionaliStampa quotidiana locale, provinciale e regionale

annuncio a colori e di vario formato - articoli redazionali

- addetto stampa- grafico pubblicitario

Campagnad’informazionee di sensibilizzazionerivolta ai media

Stampa specializzata nel settore non profit

annuncio a colori e di vario formato -articoli redazionali

- addetto stampa- grafico pubblicitario

Radio locali, provinciali e regionali

spotintervisteredazionali

- addetto stampa

Tv locali, provinciali e regionali

spotintervisteredazionali

- addetto stampa

Affissioni statiche manifesti 70x100manifesti 6x3

- addetto stampa- grafico pubblicitario

Internet bannerarticoli

- addetto stampa- web designer

19) Eventuali autonomi criteri e modalità di selezione dei volontari:

Come Determinazione 30 Maggio 2002 dell’Ufficio per il Volontariato Civile

20) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI UNPLI NAZIONALE NZ01922

21) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dei risultati del progetto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio dell’UNPLI Nazionale NZ01922 verificato dall’U.N.S.C. in sede di accreditamento .

22) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):SI UNPLI NAZIONALE NZ01922

23) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

- Diploma di maturitàCostituiscono titoli preferenziali in rapporto alla natura dei progetti:- Pregressa esperienza nel mondo del Volontariato ;- Alfabetizzazione informatica ;- Conoscenza lingue straniere

24) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del progetto:

Tutte le strutture periferiche dell’UNPLI (Pro Loco, Comitati, etc….) e i Comuni interessati, hanno investito risorse economiche adeguate a sostenere e qualificare la progettazione, la gestione e soprattutto la formazione specifica dei volontari per il Servizio Civile. In particolare l’investimento economico sarà finalizzato ad incrementare le risorse strumentali non obbligatorie e le risorse tecniche e professionali per la formazione specifica, nonché la partecipazione a manifestazioni ed eventi programmati e realizzati dall’UNPLI e dalle sue strutture periferiche quali i Comitati regionali e/o provinciali. Va anche considerata la necessità di stipulare delle polizze assicurative per gli OLP e rimborsi spese per viaggi e missioni dei Volontari e degli OLP. Nella specie si rappresenta l’investimento sottoriportato per ogni singola sede.

ENTE COSTI ATTIVITA’ (*)

COSTI DEL PERSONALE (**)

TOTALE (a)

Pro Loco € 1.000,00 € 3.000,00 € 4.000,00

(*) Spese che l’Ente sostiene per la pubblicità del progetto - partecipazione a seminari, convegni acquisto di supporti informatici e risorse strumentali non convenzionali ( così come previsto alla voce 26 e nelle voci relative alla formazione specifica)

(**) Costo annuo quantizzato per rimborsi uso auto propria e varie relativo agli OLP impegnati per 10 ore la settimana, per i formatori specifici e eventuali altre figure professionali occorrenti., ivi compreso le risorse tecniche di cui alla voce 26.

Poiché il costo complessivo per tutte le Sedi coinvolte nel Progetto è previsto come di seguito

SEDI RISORSE PER SINGOLA SEDE (a)

TOTALE RISORSE SEDI (b)

N. 33 € 4.000,00 € 132.000,00

considerato che l’assegno dell’U.N.S.C. per Volontario è pari a :

Assegno annuale per Volontario

Volontari previsti nel Progetto

Totale costo Volontari U.N.S.C.

(c)€ 5.205,60 N. 96 € 499.737,60

la percentuale del contributo Enti , in rapporto all’assegno per i Volontari , sarà :

(b) / (c) Ovvero

132.000,00 / 499.737,60 = 26,41 %

25) Eventuali copromotori e partners del progetto con la specifica del ruolo concreto rivestito dagli stessi all’interno del progetto:

I Partners Nazionali dell’UNPLI (come da allegate copie delle intese) nella realizzazione dei progetti che impiegano volontari per il Servizio Civile approvati dall’Ufficio sono:

1. l’Istituzione Educativa “P.COLLETTA” di Avellino.Detta Istituzione è ente di Formazione regolarmente accreditato presso il FORMEZ della regione Campania ed è dotato di Aula Multimediale con 20 postazioni di computer in rete e collegamento ad internet; Aula Magna per 100 posti e di circa 20 altre aule didattiche per formazione. Dispone, altresì, quale Ente di formazione, di personale docente altamente qualificato per realizzare percorsi formativi di qualsiasi tipo specialmente nel campo sociale, dei beni e delle attività culturali.

2. la Scuola Regionale di Formazione della Pubblica Amministrazione della Regione MARCHE.Detta scuola ha come finalità istituzionale la formazione del personale regionale di Enti e Pubbliche amministrazioni, ha sede in TREIA (MC) ed è dotata di strutture informatiche ed audiovisive attivate in tre aule da convegno rispettivamente di 50, 40 e 20 posti; due aule d’informatica e un Centro Congressi da 100 posti. Tutte le strutture sono a norma con le attuali leggi in materia e sono a disposizione per i percorsi formativi e organizzativi dell’UNPLI e dei Servizio Civile

Affiancati a questi partners vi sono anche enti che agiscono nel territorio e specificatamente i sottoriportati che metteranno a disposizione le proprie strutture immobili (Aule congressuali, Salette etc) e tecnologiche (centro multimediale, attrezzature di videoproiezioni etc), personale tecnico e ausiliario per:

convegni di studio su storia, tradizioni, arte e cultura; visite guidate di studenti sul territorio regionale con particolare riferimento ad aree ed

ambiti delle zone interne o poco note; congressi, Stage e Workshop legati al folclore, all’artigianato, al turismo

enogastronomico, culturale e ambientale:

3. ENTE PROVINCIA di BENEVENTO, Asserorato al TURISMO E CULTURA;4. Istituto Comprensivo Statale “G. Leopardi” di Apollosa;5. Istituto Comprensivo Statale “A. Manzoni” di Paduli;6. Istutito Comprensivo Statale ”San Giovanni Bosco” di S. Salvatore Telesino;7. Istituto d’Istruzione Superiore Statale di S. Marco dei Cavoti;8. Istituto Comprensivo Statale di S. Marco dei Cavoti;9. Istituzione educativa Statale IPSIA “L. Palmieri” di Benevento;10. Istituto Comprensivo Statale “J.F. Kennedy”di Cusano Mutri;11. Istituto Comprensivo Statale di Ponte;12. Istituto Tecnico per il Turismo di Faicchio;13. Istituto Comprensivo Statale “S: Pio” di Pietrelcina;14. Istituto Comprensivo Statale “Leonardo da Vinci” di Limatola;15. Istituto Comprensivo Statale di Fragneto Manforte;16. Istituto Comprensivo Statale di Foglianise;17. Liceo Scientifico Statale di Foglianise;18. Istituto Comprensivo Statale di Colle Sannita;19. Istituto Comprensivo Statale di Dugenta;20. Istituto Professionaledi Stato per i Servizi Alberghieri “Le Streghe” di Benevento;

21. Istituto Professionaledi Stato per i Servizi Alberghieri “Le Streghe” di Castelvenere;22. Istituto Comprensivo Statale di Cautano;23. Istituto Comprensivo Statale di Pontelandolfo-Plesso Scolastico di Casalduni;24. Istituto Comprensivo Statale di Ceppaloni,25. Istituzione educativa Statale ITGC “M. Carafa” di Cerreto Sannita;26. Istituto Comprensivo di S. Giorgio La Molara;27. Istituto Comprensivo Statale di “E. De Filippo” di Morcone;28. Comune di Foglianise;29. Comune di Pietrelcina;30. Comune di Casalduni;31. Comune di Cautano;32. Comune di Castelvenere;33. Comune di Dugenta,34. Comune di Circello;35. Comune di Cusano Mutri;36. Comune di Pago Veiano;37. Comune di Ponte;38. Comune di S.Salvatore Telesino;39. Comune di Solopaca;40. Comune di Sant’Arcangelo Trimonte;41. Comune di S. Croce del Sannio;42. Forum Comunale della Gioventù di S. Croce del Sannio;43. Comunità Montana del Fortore;44. Comunità Montana del Titerno (2 protocolli con due Pro Loco diverse)45. Associazione Artiglieri d’ Italia di Ceppaloni;46. Associazione Cattolica di Paolisi;47. Circolo Sportivo LABOR “Cultura e Società” di Paolisi.

26) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

Ciascuna Sede di servizio e/o Ente interessato dispone di risorse tecniche e strumentali necessarie ed adeguate per l’attuazione degli obiettivi fissati nelle voce 7 ed alle azioni previste alla voce 8 del progetto.Tutte le risorse , tecniche e strumentali risultano pienamente adeguate rispetto agli obiettivi da perseguire e saranno messe a disposizione dei Volontari con modalità e tempi differenti a seconda delle Sedi coinvolte e delle specifiche azioni di Progetto. Le risorse tecniche saranno costituite dalle figure professionali messe a disposizione dall’Ente:

responsabile nazionale del sistema informativo; formatore nazionale esperto in informatica e sistemi avanzati di telecomunicazioni; formatori specifici esperti in comunicazione; formatori specifici esperti in grafica; formatori specifici esperti in beni storico-artistici;

Le risorse strumentali saranno costituite da computer, fax, stampanti, copiatrici, connettività internet, posta elettronica, banca dati centralizzata e materiale informativo vario.

Per migliorare l’offerta relativa alle risorse tecniche, saranno utilizzate anche risorse professionali esterne avvalendosi delle risorse economiche aggiuntive di cui al punto 24 .

Sono previste varie fasi di utilizzazione di dette risorse tra cui le principali:

Fase propedeutica

- Pareri e consulenze tecniche per la progettazione/raccolta dati- Ufficio ed attrezzature sede nazionale e sede regionali UNPLI- Materiali per pubblicizzazione e diffusione bandi, progetto- Realizzazione di materiale didattico-informativo ad uso dei volontari

Fase attuativa

- Uffici ed attrezzature delle sedi descritte (terminale, fax, telefono).- Aule attrezzate aventi requisiti di sicurezza ai sensi della legge 626 per l’effettuazione di seminari formativi.- Ritrovi residenziali per la realizzazione di fine settimana formativi, dotati dei comfort necessari per l’alloggiamento.

Ad uso personale:- Cartella informativa e cancelleria per gli incontri, inclusa la Carta Etica, copia del progetto, mansionario.- Cartella con diario dei servizi effettuati e degli spostamenti.- Cartella annotazione orari di servizio con firme OLP.- Schede di autovalutazione- Pubblicazione, curata dall’Unpli, contenente i saggi redatti dai vari formatori nazionali riguardo il loro specifico settore di intervento, per fornire un supporto didattico-informativo ai volontari. Le dispense in parola permetteranno ai volontari l’ effettuazione di counselling a distanza , in modo che possano confrontarsi personalmente con i formatori-relatori anche attraverso un servizio di consulenza a distanza via E-mail agli indirizzi di posta elettronica forniti dai formatori stessi e riportati nelle singole relazioni.

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

27) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

28) Eventuali tirocini riconosciuti :

29) Competenze e professionalità acquisibili dai volontari durante l’espletamento del servizio, certificabili e validi ai fini del curriculum vitae:

L’UNPLI, già riconosciuta associazione di Promozione Sociale ai sensi della L.383/2000, provvederà al rilascio di certificazione relativa all’attività svolta. Sono avviati, inoltre, contatti con Ministero dei Beni e Delle Attività Culturali, con Regioni, Università, Associazioni di categoria e, Società di lavoro interinale allo scopo di portare a riconoscimenti della suddetta certificazione sia in relazione ai curricula vitae che a crediti formativi. Il volontario oltre alla crescita umana individuale certa, acquisirà conoscenze su particolari aspetti della nostra società, soprattutto legati al vasto mondo del “non profit” e del Terzo Settore che, soprattutto oggi, sta assumendo un ruolo strategico notevole sia per la vastità che per la qualità dei servizi che offre. In particolare svilupperà capacità operative su:progettazione e realizzazione di interventi di animazione culturale;capacità relazionali e di gestione di Uffici aperti al pubblico;capacità di ideazione, realizzazione e gestione di eventi, iniziative;capacità di raccolta e gestione delle risorse di un territorio;conoscenze teoriche e pratiche utili a una comunicazione di successo delle tematiche turistiche e culturali;sensibilità mediatica e le conoscenze necessarie per l'elaborazione di rassegne stampa tematiche;conoscenze teoriche e pratiche sui sistemi informatici e sulle modalità operative Windows e office. Utilizzazione delle strumentazioni d’ufficio anche per classificazione e archiviazione documenti.

Nel contempo, attraverso un percorso guidato (tutoraggio, formazione etc), trarrà le motivazioni per un più determinato ed efficace inserimento produttivo nel mondo del lavoro. A fine progetto, il volontario, avrà acquisito strumenti necessari per comprendere meglio la vita e orientarsi con più praticità in una società moderna e complessa come quella odierna ; avrà appreso a: - migliorare i rapporti relazionali con se stessi e con gli altri,- prendere coscienza che realizzare le proprie aspirazioni è sempre possibile se si diventa padroni dei propri comportamenti e delle proprie reazioni emotive, dei propri contesti sociali, del proprio passato e presente o dei propri progetti per il futuro.Fondamentale per ogni volontario diventerà il proprio SAPER ESSERE perché esso è l’elemento che valorizza gli altri saperi (conoscenze e abilità) e consente di sfruttare al meglio le poche o le tante opportunità che offrirà il futuro a questi giovani.Dette competenze saranno certificate e riconosciute dall’UNPLI NAZIONALE e dalle sue diverse ramificazioni nonché dagli enti: E.P.T. Avellino (Ente Provinciale Turismo);

Formazione generale dei volontari

30) Sede di realizzazione:

- SEDE NAZIONALE SERVIZIO CIVILE DI AVELLINO ;- SEDI REGIONALI ;- STRUTTURA PARTNER : ISTITUZIONE EDUCATIVA “PIETRO COLLETTA”;- STRUTTURA PARTNER : SCUOLA DI INFORMAZIONE DEL PERSONALE

DELLA REGIONE MARCHE .

31) Modalità di attuazione:

La formazione viene effettuata in proprio avvalendosi di tutor e formatori dell’Ente a titolo volontario e delle risorse tecniche di cui al punto 26. Questi saranno affiancati, in maniera sensibilmente inferiore, da Docenti Esterni ed Esperti, anche su base professionale, attraverso la realizzazione di Seminari di Studio e approfondimento .

L’intervento formativo si sviluppa in più fasi, attraverso un continuo scambio tra esperienza e momenti didattici, nel corso di tutto il periodo in cui i volontari svolgono il Servizio Civile.

Nella fase iniziale i Volontari ricevono per lo più informazioni e conoscenze necessarie per interpretare correttamente il ruolo richiesto, conoscere gli aspetti etici e giuridici del SC ed inserirsi rapidamente ed efficacemente nel nuovo ambiente lavorativo, adeguandosi alle regole formali ed informali, con particolare riguardo alla cultura organizzativa delle Pro Loco e dell’U.N.P.L.I. .

Nelle fasi intermedie, il processo formativo si sofferma su aspetti relativi alla verifica della esperienza in corso, in cui i partecipanti svolgono un ruolo più attivo rispetto alla prima fase, sia in termini di una presa di coscienza e di rielaborazione delle informazioni acquisite, sia in termini propositivi circa eventuali correttivi da apportare alle modalità di realizzazione dell’attività.A prescindere dai momenti formativi “ufficiali” , nel corso dell’anno i volontari saranno seguiti costantemente nella formazione per gli ambiti dei beni culturali, dell’uso degli strumenti informatici e del WEB, nella conoscenza della gestione amministrativa, nella realizzazione di reti di rapporti relazionali etc.

Nella fase conclusiva è previsto un momento finale di verifica sul lavoro svolto, finalizzato a rilevare gli apprendimenti, il gradimento da parte dei Volontari ed il livello di rispondenza alle aspettative iniziali.

32) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI UNPLI NAZIONALE NZ01922

33) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione generale dei volontari prevede il rispetto delle Linee Guida indicate dalla cir. 4 Aprile 2006. Avrà una durata di 42 ore, distribuite in : - ORDINARIE n. 30 ore - AGGIUNTIVE n. 12 ore

Tale formazione sarà erogata con l’utilizzo di diverse metodologie così previste:

Lezioni frontali I/le formatori/formatrici si avvarranno di esperti della materia trattata; i nominativi degli esperti saranno indicati nei registri della formazione a cui verranno allegati i curricula vitae che saranno resi disponibili per ogni richiesta dell’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile;

Dinamiche non formali Si attiveranno dinamiche di gruppo tese a valorizzare le singolarità dei Volontari che, una volta inserite nel contesto complessivo del gruppo, diventeranno patrimonio generale e parametro di valutazione della crescita singolare e collettiva. Particolare attenzione sarà posta alle tematiche del T.group e dell’esercitazione, dei giochi di ruolo e dell’outdoor training, e, in via più generale, sia delle tecniche di apprendimento che dei tipi di esperienze riconducibili alla formazione alle relazioni in gruppo e di gruppo.

Formazione a distanza Sarà utilizzato un sistema software adeguato con una “piattaforma”che permetterà la gestione a distanza di corsi di formazione, a seconda delle necessità su una o più classi, monitorati da appositi tutor. Tali percorsi formativi saranno integrati da test di autovalutazione del grado di apprendimento raggiunto; particolare attenzione sarà posta alla realizzazione di una piattaforma che possa contenere percorsi off-line, avendo particolare cura nel permettere una fruizione dei contenuti rapportabile all’eccellenza del singolo volontario.

ORE FORMAZIONE ORDINARIEPer tutti i percorsi non saranno superate le 25 unità per aula/gruppo ed i programmi saranno adattati con la previsione di percorsi frontali pari al 50% (15 ore) delle 30 ore previste per la realizzazione dei moduli formativi con particolare attenzione verso l’approfondimento delle tematiche indicate dai moduli 3) 4) e 8) dell’Allegato alle linee guida dell’Ufficio. Il ricorso alle tematiche non formali, invece, vedrà l’impegno temporale del 20% delle ore di formazione (6 ore); mentre il restante 30 % (9 ore) sarà utilizzato per la formazione a distanza.

Particolare attenzione si avrà nella distribuzione di materiale didattico e dispense; a tale proposito verrà utilizzato il materiale fornito dall’Ufficio arricchito e integrato da materiale prodotto da quest’Ente

- lezioni frontali, momento di formazione d’aula tradizionale, teso a trasferire contenuti prettamente teorici; - proiezioni video- lavagna luminosa, con lo scopo di rinforzare la comunicazione ed agevolare gli apprendimenti; - simulazioni in aula, destinate alla trasmissione di tecniche e strategie operative; - lavori di gruppo, verranno realizzati in ambiti provinciali e/o regionali dei seminari di studio e approfondimento tematico degli aspetti generali con rimborsi spese ai volontari e

agli OLP,mirati all’apprendimento di sistemi di lavoro in team e allo sviluppo della propensione alla collaborazione fra i volontari; le tecniche all’uopo utilizzate comprendono la sinottica e il metodo dei casi, il T-gruop e l’esercitazione, i giochi di ruolo e l’outdoor training; - brain storming , tecnica per far riflettere, raccogliere più idee, più dati possibili sull’attività in essere; - colloqui personali, mirati ad approfondire particolari aspetti e risolvere eventuali problematiche; - formazione a distanza, i Volontari potranno accedere al percorso formativo, sotto il controllo dei Tutor, attraverso un’area dedicata e realizzata ad hoc all’interno del sito www.serviziocivileunpli.it; la piattaforma sarà basata su sistema operativo MS Windows 2003 Server e utilizzerà database Microsoft SQL Server 2005 e linguaggio Microsoft Net con contenuti disponibili a seconda della connessione dell’utente. In particolare saranno consultabili interi corsi in formato video (QuickTime) e in formato eBook (PDF), chat per discussioni in tempo reale sia pubbliche che private, forum, newsgroup e test di autoapprendimento e valutazione e counselling a distanza con i formatori. - questionari di valutazione, destinati a verificare il grado di assimilazione dei concetti.

ORE FORMAZIONE AGGIUNTIVE

Sarà utilizzata la stessa metodologia delle ore ordinarie ma si prevede l’approfondimento di tematiche legate ai moduli 7, 9, 10 e 11 dell’Allegato alle Linee Guida per la formazione indicate dall’Ufficio, in modo da rendere il volontario più sensibile al territorio di appartenenza e alle peculiarità dell’Ente che lo accoglie; per i percorsi non saranno superate le 25 unità per aula/gruppo ed i programmi saranno adattati con la previsione di percorsi frontali pari al 50% (6 ore) delle 12 ore previste, Il ricorso alle tematiche non formali, invece, vedrà l’impegno temporale del 20% delle ore di formazione (2h e 30 mt); mentre il restante 30 % (3h e 30 mt) sarà utilizzato per la formazione a distanza

I docenti potranno avvalersi dell’utilizzo di strumentazioni didattiche di diverso tipo, quali, ad esempio : - P.C. - Video Proiettore - T.V. e videoregistratore - Lavagna luminosa - Lavagna a fogli mobili

Ai partecipanti verranno forniti dispense e supporti didattici per consentire la massima comprensione dei concetti trasmessi e favorire gli opportuni approfondimenti .

34) Contenuti della formazione:

Visto il D.M 3 Agosto 2006, GURI n° 202-Supplemento Ordinario n° 189 del 31 Agosto 2006) ed in riferimento alla Circolare 4 Settembre 2003, prot. UNSC 807/II/I concernente: “Formazione dei volontari in servizio civile nazionale ai sensi della legge 6 marzo 2001, n. 64 ”nonché alle “Linee guida per la formazione dei giovani in servizio civile nazionale” dettate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in data 4 aprile 2006 prot.18593/I, la formazione generale dovrà essenzialmente:- fornire ai giovani gli strumenti per vivere correttamente l’esperienza del Servizio Civile;- sviluppare all’interno degli Enti la cultura del Servizio Civile;

- assicurare il carattere unitario, nazionale del Servizio Civile.

Per raggiungere questi obiettivi, la formazione sarà articolata in 2 Fasi per complessive n. 42 ore .Prima Fase - Fase Ordinaria della durata di n. 30 ore Seconda Fase - Fase aggiuntiva della durata di n. 12 ore

La prima Fase, a sua volta è suddivisa in n. 11 moduli , così articolati :

1) L’identità del gruppo in formazione

Si tratta di una fase propedeutica alla formazione vera e propria, durante la quale il formatore, partendo dai concetti di “patria”, “difesa senza armi”, “difesa non violenta”, ecc, lavorerà alla definizione di un’identità di gruppo dei Volontari in Servizio Civile.

2) Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale : evoluzione storica, affinità e differenze tra le due realtà

Il punto di partenza del percorso formativo riguarda l’art.1 della legge 64/2001 e la Carta Costituzionale (artt. 2, 3, 4, 5, 9, 11, 52). In particolare: Difesa della Patria come diritto/dovere Costituzionale ed i vari modelli e forme di difesa;Diritti Umani, Civili e Sociali – panoramica sui diritti con particolare riferimento a quelli che riguardano le persone disabili;Principi fondamentali della Costituzione Italiana e le diverse forme di partecipazione attiva.

3) Il dovere di difesa della Patria

La fase successiva riguarda la conoscenza del percorso storico del Servizio Civile (Legge n. 230/98):Il significato del Servizio Civile;Servizio Civile, Obiezione di Coscienza e Difesa della Patria – aspetti etici, storici, giuridici, dal 1948 ad oggi;I valori nella storia del Servizio - Nonviolenza e formazione della pace – principi generali della nonviolenza, concetti, idee, metodologie ed alcune esperienze di costruzione del legame di pace tra i popoli.

4) La difesa civile non armata e nonviolenta

Tratta il concetto di difesa civile o difesa non armata. Si approfondiranno le seguenti tematiche: Cenni storici di difesa popolare non violenta;La pace e i diritti umani alla luce della Costituzione Italiana, della Carta Europea e degli ordinamenti delle Nazioni Unite; Sentenze della Corte Costituzionale nn. 164/85, 228/04, 229/04 e 431/05; La gestione del conflitto – saper riconoscere il conflitto nella relazione;Forme attuali di realizzazione della difesa alternativa sul piano istituzionale, di movimento e della società civile (gestione e trasformazione nonviolenta dei conflitti, prevenzione della guerra, peacekeeping, ecc.)

5) La protezione civile

In questo modulo saranno fornite informazioni sulla protezione civile , con particolare riguardo a d i seguenti aspetti :- Difesa della Patria correlata a difesa dell’ambiente, del territorio e delle popolazioni ;- Previsione , identificazione e prevenzione rischi ;- La conoscenza e la difesa del territorio ;- Sicurezza sul lavoro – interventi di primo soccorso .

6) La solidarietà e le forme di cittadinanza

Si analizzeranno : I principi di solidarietà sociale e di libertà ed uguaglianza; Povertà e sottosviluppo a livello mondiale ;La Cittadinanza – concetto di cittadinanza, principi, dimensioni pratiche, concrete, storiche;Cittadinanza attiva, per trasferire ai volontari il senso del servizio civile come anno di impegno, di condivisione e di solidarietà;Sussidarietà e relative competenze di Stato, Regioni, Province e Comuni nei vari ambiti in cui opera il servizio civile (non tralasciando il ruolo delle ASL, le municipalizzate, i consorzi, le società dei servizi, la Questura, la Prefettura,….) ;Correlazioni tra le problematiche locali e le dinamiche di dimensione globale ;

7) Servizio civile nazionale, associazionismo e volontariato

Punto cardine di questa fase è l’accostamento del termine “civile” al “servizio”; partendo dal concetto di cittadinanza si qualifica il significato dell’impegno dei giovani nel Volontariato:

Le affinità e le differenze tra le varie figure che operano nel territorio ;Approfondimento sul significato del termine “civile” in relazione con il termine “servizio” ;Nonprofit, terzo settore;

8) La normativa vigente e la Carta di impegno etico

In questo modulo verranno illustrate :- Le normative vigenti sul servizio civile che interessano in particolar modo al Volontario;- La Carta Etica, diritti e doveri dei Volontari, “senso di appartenenza” ,doveri degli Enti;

9) Diritti e doveri del Volontario del Servizio Civile

Questo momento formativo, strettamente collegato al precedente, riguarda più da vicino il Volontario:Il Volontario nel Servizio Civile Nazionale – ruolo, diritti e doveri;Lettura di Circolari e documenti che riguardano il rapporto tra Enti e Volontari .

10) Presentazione dell’Ente

Riguarda l’Ente accreditato cioè le Pro Loco e l’UNPLI:La storia delle Pro Loco e la nascita dell’U.N.P.L.I. ;Leggi , normative di riferimento per le Pro Loco e l’UNPLI ;Organizzazione, fini , obiettivi e attività dell’UNPLI e delle Pro Loco;Le “attività di difesa” condotte dall’Ente ; Le Pro Loco ed il Servizio Civile;

11) Il lavoro dei Progetti

Questo modulo, collegato al precedente, illustrerà il metodo della progettazione nelle sue articolazioni:Il Progetto – obiettivi e tempi di attuazione;Monitoraggio – verifica dei risultati;Efficacia ed efficienza del progetto;La crescita umana del Volontario in Servizio Civile.

La seconda Fase, per complessive n. 12 ore , riguarda una formazione aggiuntiva rispetto a quella sopra elencata .

In questa attività straordinaria di formazione, come detto si provvederà all’approfondimento delle tematiche più attinenti al mondo associativo UNPLI e Pro Loco, oltre agli aspetti progettuali, in particolare si arricchiranno le aree 7,9,10 e 11 previste dalla circolare 4 Luglio:

1. Servizio Civile Nazionale, associazionismo e volontariato,2. Diritti e doveri del volontario nel Servizio Civile,3. Presentazione dell’ente- storia, organizzazione, obiettivi,4. Progetti UNPLI e progettazione –metodi, obiettivi, verifica risultati,5. Counselling a distanza attraverso E-mail e forum (con approfondimento degli argomenti

trattati con esperti e Dirigenti nazionali).

Particolare attenzione sarà posta ad argomenti quali:

Il Volontario “protagonista” – esperienze di Servizio Civile raccontate da giovani che stanno completando il servizio o che l’hanno completato negli anni addietro.La cultura del Turismo e il Turismo culturale tra le Pro Loco;Cultura locale e bene culturale ;Territorio e cultura della protezione del bene culturale;Analisi e progetto di intervento nella valorizzazione del proprio ambito territoriale anche in collaborazione con Enti pubblici, privati e altre forme associative;Consultazione on line di siti di piccole realtà comunali, esame di materiale divulgativo prodotto da altri Enti per la ricerca di informazioni per la predisposizione delle attività di animazione.

35) Durata:

42 ORE

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari

36) Sede di realizzazione:

La fase di avvio del percorso formativo , quelle di verifiche intermedia e la fase Finale saranno organizzate su base provinciale presso idonee strutture .La formazione giornaliera , quella continua, avverrà presso le singole sedi di attuazione del Progetto ; vale a dire :

Pro Loco di APOLLOSA, CASALDUNI, CASTELVENERE, CAUTANO, CEPPALONI, CERRETO SANNITA, CIRCELLO, CIVITELLA LICINIO, DUGENTA, FAICCHIO, FOGLIANISE, FRAGNETO MONFORTE, LIMATOLA, MELIZZANO, MONTESARCHIO, MORCONE, PAGO VEIANO, PAOLISI, PIETRAROJA, PIETRELCINA, PONTE, PONTELANDOLFO, SAN GIORGIO LA MOLARA, S. MARCO AI MONTI, SAN MARCO DEI CAVOTI, SAN SALVATORE TELESINO, SANT’AGATA DEI GOTI, SANTA CROCE DEL SANNIO, SANT’ARCANGELO TRIMONTE, SOLOPACA, TELESE TERME; dai COMUNI di DUGENTA e MELIZZANO e dal COMITATO PROVINCIALE UNPLI DI BENEVENTO.

37) Modalità di attuazione:

La formazione specifica verrà effettuata in proprio con Tutor e formatori della Pro Loco e dell’UNPLI in possesso di competenze, titoli ed esperienze specifiche, come evidenziato nei punti successivi.I formatori specifici saranno affiancati da esperti messi a disposizione dai Partners.Sono, altresì, previste eventuali partecipazioni a corsi organizzati da Enti locali e scuole che siano attinenti agli Obiettivi individuati nel Progetto.

38) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

1. Arch. Cosimo Boffa, nato il 06/09/1954 a Foglianise(BN) e ivi residente in via Fontana 9;

2. Ing. Giovanni Bruno, nato il 20/02/1947 a S Angelo a Cupolo(BN)e residente a Benevento in via Damaso 13;

3. Dott. Nicoletta Catillo, nata il 18/12/1977 a Villaricca (NA)e residente a Foglianise in via Prato;

4. Arch. Carmelina Ciervo, nata il 4/5/1970 a Telese(BN) e residente a Dugenta in via Martini 44;

5. Ins. Maria D’Aloia, nata il 24/12/1956 a Casalduni(BN) e ivi residente in via Roma;6. Arch. Massimiliano D’Amelio, nato a Benevento, il 14/04/1978, e residente a

Montesarchio in Via Conte 7;7. Prof. Lucio D’Amico nato a Solopaca (BN), il 22/06/1954 e ivi residente in Via Roma,

23;8. Arch. De Cesaris Massimiliano nato il 02-01-1968 Napoli e residente a San Giorgio La

Molara in via S.Ignazio 9. Prof. Pompeo De Girolamo nato a Pago Veiano(BN) il 24-10-68 e ivi residente in Via

IV Novembre 10. Prof. Nicola De Palma nato a Pago Veiano(BN) il 01-10-38 e ivi residente in via

Vittorio Veneto 11. Prof. Enrico De Minico, nato a S. Arcangelo Trimonte ( BN) il 5-01-1946 e residente

in Apollosa in via Roma;12. Prof. Filomenna Di Baise, nata il 16/6/1949 a Cusano Mutri(BN) e ivi residente in via

Ariella, 45;13. Dott. Michelina Di Muccio, nata il 3/7/1965 a Mennedorf (CHZ)e residente a Telese

Terme in via Isonzo 73;14. Arch. Marino Di Muzio, nato il 31/5/1969 Como e residente a Cusano Mutri in via Pietà

40;15. Dott. Pietro Di Lorenzo, nato il 7/5/1967 a Caserta e ivi residente in via G.M. Bosco;16. Prof. Lucia Falcigno, nata il 26/1/1967 a Benevento e residente a Pietraroja in via Adua

2;17. Prof. Patrizia Falco, nata il 4/8/1966 a Paolisi (BN) e ivi residente via Vittorio

Emanuele;18. Dott. Maria Immacolata Emilia Florio, nata il 28/5/1966 a Weingarten (D)e residente a

Frasso Telesino in via Agnoni 41;19. Prof. Luigi Rodolfo Franco, nato il 18/10/1941 a Solopaca e residente a Sant’ Agata dei

Goti in via Starza 106;20. Prof.ssa Maria Consiglia Fusco, nata a Benevento il 20-01-1948 e residente a Ponte in

via Piana;21. Prof. Giuseppina Gagliardi nata il 15/10/1946 a Morcone e residente a Benevento in via

Pirandello;22. Carmela Gallo, nata il 26/1/1983 a Benevento e residente a Montesarchio in via

Latovetere 5;23. Prof. Angela Gentile nata il 28/7/1977 a Benevento e residente a S. Marco dei Cavori in

via Padino 76;24. Prof.ssa Maria Itri, nata a Ponte il 1-09-1950 e residente a Ponte in via Roma;25. Prof. Pasquale Izzo nato a San Salvatore Telesino (BN), il 01/06/1948 e ivi residente in

Via Gioia, 165;26. Dott.ssa Lucia Lamarque nata a Napoli il 02/09/1951 e residente in Benevento in Piazza 27. Dott. Marco Mella, nato il 4/2/1976 a Benevento e residente a Pontelandolto in via

Gugliate 43; 28. Dott. Vincenzo Meoli, nato il 5/4/1960 ad Apollosa e residente a Casalduni in via Roma;29. Marisa Miele , nata il 20/10/1950 a Circello e ivi residente in via Bebiana 87;30. Arch. Lorenzo Morone nato a Cerreto Sannita (BN), il 10/12/1947 e ivi residente in Via

Ponte Tullio, 31. Prof. Silvio Salvatore Pellicanò nato a Locri (RC) il 15/05/1964 e residente a Napoli32. Arch. Vincenzo Alberto Plenzick, nato il 200/3/1955 a Castelvenere e ivi residente in

via Olivella 31;33. Prof. Rosa Ruggiero, nata il 1/1/1951 a Paolisi e ivi residente in via Vittorio Emanuele;34. Ing. Carlo Sacchetti, nato il 23/8/1947 ad Airola e ivi residente in via N. Romano;35. Arch. Paolo Tresca, nato il 24/8/1969 a Pietrelcina e ivi residente in via Cappuccini 41;36. Avv. Manuela Zuzolo, nata il 16/12/1977 a Torino e residente a Dugenta in via I

Traversa del Grasso n. 12.

39) Competenze specifiche del/i formatore/i:I formatori specifici sottoriportati hanno tutti competenze ed esperienze (alcuni anche pluriennali) relative all’area “valorizzazione storie e culture locale e/o turismo culturale” attività previste dal progetto;

1. Boffa Cosimo:-laureato in ARCHITETTURA;- Esperto di storia dell’arte locale.

2. Bruno Giovanni-lauretao in INGEGNERIA; -Esperto conoscitore delle tradizioni storico-culturali del territorio.

3. Catillo Nicoletta:-laureata in ECONOMIA E COMMERCIO;-Esperta di storia e del patrimonio artistico locale.

4. Ciervo Carmelina :-laureata in ARCHITETTURA ;-Studiosa ed esperta di storia del territorio sannita.

5. D’Aloia Maria:-diploma MAGISTRALE, insegnante di Scuola primaria;-Esperta conoscitrice delle tradizioni folkloristiche locali e in particolare di danze popolari.

6. D’Amelio Massimiliano:-laureato in ARCHITETTURA-Ottima conoscenza della storia e dell’ arte locale;-Guida turistica, con particolare conoscenza dei percorsi turistici della provincia di Benevento;-Esperto in valorizzazione del territorio e restauro.

7. D’Amico Lucio- aureato in ECONOMIA E COMMERCIO;-Professore di Economia e Gestione dell’Azienda Turistica presso l’IPSAT di Piedimonte Matese (CE); Esperto in economia turistica.

8. De Cesaris Massimiliano:-laureato in ARCHITETTURA; Curatore dell’immagine e della comunicazione della Pro Loco di San Giorgio la Molare; ideatore e realizzatoredel sito internet dell’Associazione; -Esperto conoscitore del territorio, delle sue tradizioni culturali ed enogastronomiche.

9. De Girolamo Pompeo : -laureato in SCIENZE GEOLOGICHE;-Docente abilitato all’insegnamento della classe di concorso A059 (scienze, mat, chim, fis. e naturali nella scuola media) e A060 (scienze nat, chim, geo, microb nella scuola superiore); Componente tecnico dell’ Ufficio P.I.T. Regio-Tratturo della provincia di Benevnto. Esperto in pianificazione territoriale e ambientale.

10. De Palma Nicola Rosario -laureato in LETTERE;-Docente in pensione di materie letterarie e latino nei licei;-Esperto di storia e del patrimonio artistico locale.

11. Di Biase Filomena:-abilitazione all’insegnamento; Docente di storia dell’arte; -Socia attiva della pro loco e organizzatrice di eventi per la promozione turistica del territorio; Esperta in storia dell’arte.

12. De Minico Errico: -laureato in LETTERE; -Docente liceale di Italiano e di Latino;-Esperto di storia locale.

13. Di Muccio Michelina:

-laureata in SCIENZE POLITICHE;-Docente di Informatica;-Coordinatrice di progetti per la formazione degli adolescenti e dei giovani.-Esperta in informatica

14. Di Muzio Marino:-laureato in ARCHITETTURA;-socio attivo della pro loco e collaboratore in eventi di promozione turistica;-Esperto conoscitore del territorio soprattutto delle emergenze ambientali.

15. Di Lorenzo Pietro:-laureato in FISICA;-Guida turistica;-Esperto di arte e di storia locale;-Studioso delle antiche tradizioni musicali locali. Direttore artistico di un festival itinerante di musica medievale, rinascimentale e barocca.

16. Falcigno Lucia:-laureata in Chimica;-Docente Universitario;-Esperta conoscitrice del territorio e delle tradizioni locali.

17. Falco Patrizia:-laureata in SCIENZE BIOLOGICHE;-Docente;-Esperta in organizzazione di eventi.

18. Florio Maria Immacolata Emilia:-laureata in SCIENZE AGRARIE;- Esperta delle tradizioni agroalimentari del territorio.

19. Franco Luigi Rodolfo:-maestro d’ Arte;-Docente di arte e immagine; -Esperto conoscitore del patrimonio atristico locale.

20. Fusco Maria Consiglia: -laureata in LETTERE CLASSICHE-Docente di materie letterarie di scuola secondaria di primo grado; -Esperta in scienza della formazione.

21. Gagliardi Giuseppina:-laureata in LETTERE MODERNE;-Professoressa di italiano e latino; Resp. Della biblioteca del Liceo Scientifico “Rummo” di Benevento;-Esperta in catalogazione libraria.

22. Gallo Carmela :-diplomata in TECNICO DEI SERVIZI TURISTICI;-Studiosa delle emergenze archeologiche, ambientali e demoetnoantropologiche del territorio.-Esperta in editoria elettronica e web design.

23. Gentile Angela:-laureata in LETTERE CLASSICHE;-Docente di materia umanistiche;-Esperta in organizzazione di eventi

24. Itri Maria: -laureata in LETTERE CLASSICHE-Docente di materie letterarie di scuola secondaria di primo grado-Collabora con l’Ente Locale su progetti di ricerca storico-locali.-Esperta in catalogazione dei monumenti e in storia locale.

25. Izzo Pasquale-laureato in LETTERE CLASSICHE;-Dirigente Scolastico presso il Liceo Scientifico di Piedimonte Matese (CE);-Esperto di Storia dell’Arte e di Cultura Locale.

26. Lamarque Lucia -laureata in STORIA e FILOSOFIA -Giornalista pubblicista, responsabile del settore Cultura e Spettacolo del quotidiano “Il Mattino” di Napoli. -Profonda esperienza organizzativa-comunicazionale, acquisita in diversi anni di collaborazione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze.-Esperta in comunicazione

27. Mella Marco:-laureato in GIURISPRUDENZA;-Socio e attivo attivo collaboratore dell’ ente per l’organizzazione di eventi e manifestazioni.-Esperto in organizzazione di eventi.

28. Meoli Vincenzo: -laureato in FARMACIA;-Esperto del costume e della storia locale.

29. Miele Marisa -diploma di MATURITA CLASSICA-Socia dell’ ente e organizzatrice di manifestazioni per la promozione turistica del territorio;-Esperta conoscitrice del territorio e delle sue tradizioni;

30. Morone Lorenzo-laureato in ARCHITETTURA;-Componente della Commissione per i Beni Ambientali presso la Comunità Montana del Titerno;-Esperto conoscitore del patrimonio architettonico italiano.

31. Pellicanò Silvio Salvatore-laureato in LINGUE E LETTERATURE STRANIERE MODERNE;-Docente di lingue e letterature straniere presso l’Istituto Tecnico per il Turismo di Faicchio (BN)-Esperto in lingue straniere.

32. Plenzick Vincenzo Alberto:-laureato in ARCHITETTURA;-Esperto delle tradizioni abitative del Sannio.

33. Ruggiero Rosa:-laureata in SCIENZE BIOLOGICHE;-Docente;-Esperta in organizzazione di eventi.

34. Sacchetti Carlo:-laureato in INGEGNERIA;-Esperto conoscitore del patrimonio architettonico locale.

35. Tresca Paolo:-Laureato in ARCHITETTURA;-Studioso della storia dell’ arte locale;-Esperto conoscitore del patrimonio artistico e architettonico locale.

36. Zuzolo Manuela:-Laureata in GIURISPRUDENZA;-Esperta conoscitrice, soprattutto da un punto di vista normativo e giuridico, del settore del Servizio Civile Nazionale, maturata durante l’esperienza di Volontario in S.C.N. persso la Giunta Regionale della Campania e durante il Corso di Formazione su Progettazione L.F.A., Metodi Formativi.Si allegano i relativi curricula.

40) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

La formazione specifica si realizzerà, oltre che in aula, nella Sede operativa della Pro Loco.La metodologia didattica in questo caso si fonda per lo più su dimensione pratica caratterizzata da analisi e da interpretazioni di esperienze, partecipazione alle iniziative ed eventi promossi e/o coordinati dall’Associazione. I contenuti della formazione verranno trattati con l’utilizzo delle seguenti tecniche:

- lezioni frontali e/o seminari su argomenti inerenti i contenuti del Progetto;- simulazioni su casi differenziati per tematiche;- lavori di gruppo , Brainstorming;- esercitazioni , problem-solving;- utilizzo di supporti informatici , Power Point;- colloqui diretti , questionari, schede di valutazione;- formazione pratica in “affiancamento”;- visite guidate nei siti di interesse archeologico,storico,artistico e naturalistico del territorio comunale e provinciale.

41) Contenuti della formazione:

Premesso che la formazione specifica è finalizzata a :- incrementare la conoscenza del contesto sociale e territoriale in cui il Volontario viene inserito;- offrire sostegno nella fase di inserimento del Volontario;- ampliare la formazione del giovane e renderla applicabile al contesto in cui il Progetto viene realizzato.

In dettaglio la formazione , dalla durata complessiva di n. 75 ore , sarà articolata in due fasi.

FORMAZIONE SPECIFICA ORDINARIA 50 OreN.

ModuloArgomento n.

ore1 Presentazione e conoscenza dell’Ente (Pro Loco) in cui il Volontario è

inserito5

2 Il rapporto tra l’Ente, il Direttivo e i soci , con il Volontario 33 Elementi di conoscenza della legislazione regionale in materia di turismo e

cultura, beni storici, artistici, ambientali e culturali5

4 Storiografia e ricerca storiografica locale 55 Approfondimento del Progetto in termini di attività/azioni previste e dei

partner coinvolti7

6 Il ruolo del Volontario all’interno del Progetto 57 Acquisizione delle competenze di base per la consultazione di siti internet ,

utilizzo della posta elettronica, inserimento informazioni nella banca dati e sul sito internet dell’Ente

5

8 Nozioni sullo svolgimento di pratiche d’ufficio e mezzi di informazione stampa, telefono, posta

5

9 Partecipazione attiva alla vita programmatica dell’Ente Pro Loco 510 Il Bene Culturale, Artistico, Storico, Ambientale: Valore e modalità di

individuazione e valorizzazione5

Totale ore n. 50

FORMAZIONE SPECIFICA AGGIUNTIVA 25 ORE

N. Modulo

Argomento n. ore

11 Consultazione di siti utili alla realizzazione del progetto e condivisione dei dati raccolti agli Enti Partner

5

12 Tecniche di comunicazione con particolare attenzione alla comunicazione diretta e relazionale con la cittadinanza e con gli enti locali e/o associativi

4

13 Lavoro di gruppo (incontri provinciali o d’area) sulla stesura di un progetto , valutazione, aggiustamenti

4

14 Verifica sul grado di formazione raggiunto mediante incontri a carattere territoriale con i volontari, gli OLP ed i Formatori di tutte le sedi del progetto al fine di effettuare una analisi dei risultati e delle prospettive di continuità delle iniziative non pienamente concluse.

8

15 Elementi di marketing turistico e territoriale 4 Totale ore n. 25

Per sopperire ad eventuali costi per la realizzazione della formazione specifica (incontri e seminari su base sovraccomunale, rimborsi e materiali occorrenti) saranno utilizzate le risorse finanziarie aggiuntive di cui al punto 24

42) Durata:

75 ore

Altri elementi della formazione

43) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto:

COME DA PIANO DI MONITORAGGIO UNPLI NAZIONALE NZ01922, VERIFICATO DALL’UFFICIO IN SEDE DI ACCREDITAMENTO

Data 20 Ottobre 2006

Il Progettista Il Responsabile legale dell’ente/ Mario Perrotti Il Responsabile del Servizio civile nazionale

Mario Perrotti