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Il contratto didatticoIl contratto didattico

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IL CONTRATTO DIDATTICO

• Prima norma: la relazione bambino insegnante è asimmetrica. Non godono degli stessi diritti e non hanno gli stessi doveri

• Seconda norma: nelle situazioni scolastiche gli alunni si aspettano che l’insegnante ponga interrogativi a cui sia possibile dare delle risposte

• Terza norma: gli alunni si aspettano che l’insegnante formuli una domanda in modo tale da indicare la risposta corretta

• Quarta norma: gli alunni si aspettano che i dati di un problema, siano necessari, sufficienti e pertinentinecessari, sufficienti e pertinenti per formulare la soluzione

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Articolazione del contratto didattico

• CONTRATTO D’ INSEGNAMENTO

• CONTRATTO DI APPRENDIMENTO

• CONTRATTO DI CONTENUTO

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la classe: l’organizzazioneil contratto didattico

le caratteristiche del contesto e la cultura dei pari

alunni

insegnanti

saperi

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Il mestiere dell’insegnante

• Assistenza delle prestazioni attraverso la ZOPED

• Trasposizione didattica del curricolo

• Organizzazione dell’esperienza

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Gli insegnanti efficaci

• Sanno condurre più di un’attività alla volta• Le loro proposte didattiche sono ben organizzate• Si accertano spesso che gli alunni abbiano ben

capito (vocaboli e sviluppo del loro lavoro)• Sono capaci di proporre una ricca varietà di

compiti e di esercizi diversi• Impegnano gli alunni in una sfida continua fra le

loro abilità, il sapere e le richieste dell’insegnante

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Il mestiere di alunnoApprendere a fare lo scolaro significa Apprendere a fare lo scolaro significa

apprendereapprendere

• CONTENUTI• MODALITA’ DI ESECUZIONE

aspettare le indicazioni dell’insegnante prima di iniziare, sapere quali quaderni prendere, sapere come incominciare la pagina, che cosa avere sul banco….

• ORIENTAMENTI TEMPORALI SPECIFICIefficienza piuttosto che problematicità

• REGOLE DI COMPORTAMENTOspostamenti e movimenti nella classe

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Il mestiere di alunno• REGOLE SULLE MODALITA’ DELLE

RELAZIONIcon chi, quando, come si deve parlare

• REGOLE SULLE PERSONE DIVERSAMENTE SIGNIFICATIVEgli insegnanti, i commessi, il dirigente scolastico….

• STILE DI LAVOROspesso privilegia l’impegno personale (lealtà e divieto di copiare)

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Il mestiere di alunno• NORME INFORMALI CHE PROMUOVONO

CORTESIA, SOLIDARIETA’, AMICIZIApossono anche essere parzialmente in contrasto con le regole dello stile di lavoro e con le modalità di esecuzione…

• I LIMITI E LE MODALITA’ “ACCETTABILI” DI TRASGRESSIONE ALLE REGOLE ISTITUZIONALIsi tratta di un apprendimento che può avvenire esclusivamente fra pari e che richiama il livello di integrazione degli alunni stranieri nella classe

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Gli alunni in difficoltà

• Alunni che faticano ad accettare il loro ruolo

• Alunni che faticano nell’apprendimento

• Alunni che con il loro comportamento resistono all’autorità della scuola

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LA CULTURA DEI PARISignificati che la frequenza scolastica assume per gli

alunni (Corsaro 1997) :

• Importanza di partecipare alla vita socialenei più piccoli si esercita nel gioco e diviene poi il piacere di chiacchierare

• Modo di affrontare gli aspetti della vita più difficilisi trasformano in giochi le paure filtrate dal mondo degli adulti o si scambiano opinioni sui cambiamenti legati all’età

• Le regole della vita sociale e il rapporto con l’autorità degli adulti

• Si tratta di una serie di strategie escogitate per opporsi in modo più o meno esplicito alle richieste della scuola e della famiglia, guadagnando spazi di autonomia

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Le conseguenze cognitive della scolarizzazione

• Correlazione positiva fra anni di istruzione, livelli di salari e status sociali

• Sviluppo di abilità specifiche Ricerche interculturali (es. adolescenti nello Yucatan in Messico)– Le operazioni del periodo operatorio-concreto– L’organizzazione del significato delle parole (abilità di

decodifica)– La memoria– Le abilità metacognitive

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LE DIFFERENZELE DIFFERENZE

Individuali o culturali?

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Il mistero dell’intelligenza

Durante il XX secolo è diffusa la concezione che gli individui siano diversi per una caratterista chiamata

INTELLIGENZA e che la diversa distribuzione di questa

caratteristica spieghi le differenze nei risultati scolastici

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Il mistero dell’intelligenza

• A Binet (psicologo) Simon (medico) viene richiesto dal Ministro dell’Educazione nazionale francese di predisporre uno strumento che permettesse di identificare precocemente gli alunni che imparavano lentamente o con grande difficoltà

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Il mistero dell’intelligenza

Scopo: allestire un percorso differenziato per i più lenti al fine di consentire agli alunni un maggior vantaggio tratto da un insegnamento non più rallentato

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Cosa misurare?• Le attività fondamentali dell’intelligenza

(Binet e Simon 1905)- l’abilità dei bambini utilizzando compiti richiesti nella vita pratica e nelle attività scolastiche- giudizio- buon senso, senso pratico- iniziativa-capacità di adattarsi alle circostanze- giudicare bene,comprendere bene,ragionare bene

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Cosa misurare?Compitiompiti

• Riconoscimento di simboli• Ricordo di singoli oggetti• Ricordo di sequenze di oggetti o di

figure che rappresentano eventi• Riorganizzazione nello spazio e nel

tempo di sequenze di figure o di eventi

• Individuazione di elementi mancanti in un insieme o di una sequenza di oggetti

• Enumerazione di oggetti

Abilita’Abilita’

Cognitive Cognitive • Leggere, scrivere e fare di conto• Immagazzinamento, recupero,

utilizzo e organizzazione di un’ampia quantità d’informazioni

• Abilità di controllo dell’attenzione • Abilità di organizzazione strategica

del comportamento in funzione dell’esigenza di gestione degli insegnantidi controllodi controllo dell’ attenzione e di organizzazione del comportamento in riferimento ai problemi di gestione dell’ordine e della disciplina

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Test di intelligenza

RACCOGLIERE CAMPIONI DI ATTIVITA’ RICHIESTE DALLA CULTURA (dalla cultura della scuola francese) DEGLI INIZI DEL ‘900

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Test d’intelligenza

LA SCALA DI MISURA DELL’INTELLIGENZA MISURA IL RAPPORTO PRESTAZIONE/età VIENE DEFINITO ETA’ MENTALEETA’ MENTALE

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Cautele metodologiche• Le abilità di base dipendevano da quanto ogni alunno

aveva imparato prima di entrare a scuola e dalle richieste degli insegnanti

• Non venne mai data una definizione di intelligenza naturale distinta dall’esperienza culturale

• Il test non prendeva in considerazione di aspetti quali:attenzione, volontà, tenacia, continuità, docilità e attenzione, volontà, tenacia, continuità, docilità e coraggio coraggio (comunque importanti per la riuscita scolastica)

• Venne esplicitamente scoraggiata l’applicazione del test a soggetti appartenti a contesti culturali diversi da quelli francesi

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sviluppi• Diffusione immediata del test, traduzione in

varie lingue e utilizzo in numerose istituzioni per soggetti ritardati mentali (1915)

• Ulteriori versioni:- TermanTerman (1916 soggetti dotati)- Wechsler Wechsler (1939)

• Stern (1912) introdusse un’importante modifica. L’intelligenza si considera come:

età mentaleetà mentale x100 = Q.I. x100 = Q.I.età cronologicaetà cronologica

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Molte definizioni di intelligenza

• Henmon: i test misurano soltanto quella specifica intelligenza che viene valorizzata e premiata a scuola

• Neisser: intelligenza scolastica vs intelligenza della vita quotidiana

• Sternberg: intelligenza accademica o scolastica e intelligenza pratica

• Gardner: otto forme diverse di intelligenza, ciascuna si sviluppa attraverso percorsi distinti in età distinte

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Gardner: la teoria delle intelligenze

multiple

Gardner: la teoria delle intelligenze

multipleIntelligenza come capacità di risolvere i problemi o creare

prodotti che sono apprezzati in uno o più contesti culturali

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Otto intelligenzeConosciamo la realtà attraverso:

- il linguaggio- l’analisi logico-matematica- l’osservazione scientifico-naturalistica- la rappresentazione spaziale- il pensiero musicale- l’uso del corpo per risolvere i problemi- la comprensione degli altri- la comprensione di noi stessi

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Otto intelligenze• L’uomo realizza le migliori prestazioni quando

utilizza il sistema di simboli o le procedure a lui più congeniali

• A differenziare gli individui sono le particolari caratteristiche di queste intelligenze e il modo come si combinano per portare a termine i vari compiti

• Bisogna distinguere tra intelligenze e i domini di conoscenza cui si applicano

• Alcune intelligenze possono avere confini sfumati

• Le intelligenze compaiono in età precoce

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Applicazioni in campo educativo

• Riflessione critica sull’istituzione scolastica che privilegia modalità d’insegnamento e valutazioni di tipo linguistico e logico-matematico

• Si valutano fallimenti le prestazioni di studenti che non rientrano nel tipo d’intelligenza richiesta dalla scuola

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Applicazioni in campo educativo

• APPRENDISTATOutilizza modalità d’ apprendimento legate ai più tipi di intelligenze poiché si impara non solo non solo attraverso il linguaggio, ma anche attraverso il linguaggio, ma anche l’osservazione e l’agirel’osservazione e l’agire concreto (Rogoff, 1990)

• IL MUSEO DEL BAMBINOimmagine suggestiva che si utilizza per riferirsi ad un ambiente di apprendimento stimolante per chi studia poiché contiene i “pezzi reali della nostra cultura”(musei scientifici o i musei per i bambini)

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• In Italia la riflessione di Gardner ha trovato ampio spazio nei Orientamenti per la scuola materna del 1991 (campi d’esperienza educativa, gli angoli delle esperienze).

• Nella scuola elementare le diverse discipline possono essere considerate diversi linguaggi attraverso cui si esprime il sapere e come procedure per sviluppare l’intelligenza

Applicazioni in campo educativo

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Applicazioni in campo educativo

Tre modi per riconoscere e valorizzare le intelligenze:

• Garantire una pluralità di offerta formativa che abbracci tutti i campi della nostra cultura

• Utilizzare anche all’interno dell’insegnamento di una disciplina una molteplicità di approcci

• Focalizzare l’attenzione sul rispetto e la valorizzazione delle differenze