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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas diocesana di Avellino La Caritas diocesana di Avellino è nata negli anni del post-Concilio per volere del Vescovo Mons. Pasquale Venezia(1968-1987) che aveva come motto episcopale: “Caritas vincit omnia”. Lo spartiacque pastoralmente rilevante che segna il radicamento territoriale della Caritas è stato il terremoto del 23 novembre 1980. Il flusso di volontari provenienti dalle Caritas diocesane italiane e la costruzione nelle parrocchie di “Centri di comunità” realizzati dalla Caritas Italiana e da alcune Caritas Europee polarizzava e raccordava nelle parrocchie, in Avellino e, nei nuovi quartieri popolari, i fedeli provati da tanti lutti e disagi, dispersi in un territorio martoriato. Nel 1981 il gruppo dei volontari Caritas da vita alla “Cooperativa Irpina Assistenza agli Anziani” per venire incontro alle difficoltà di tanti anziani ai quali il terremoto aveva tolto la casa e gli affetti. Si consolidavano progressivamente i rapporti con le istituzioni del territorio e si diffondevano il volontariato e le “ opere-segno” con lo stile eminentemente pedagogico della Caritas. Nel 1984 per collegare la pastorale del carcere al territorio si da vita ad una serie di iniziative per i detenuti e, con l’aiuto della Conferenza Episcopale Italiana, nasce la “Cooperativa Sociale L’approdo” (1998). Tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta le emergenze sociali danno vita a “La casa sulla roccia” (1985) per l’accoglienza dei giovani tossicodipendenti; il centro diurno “San Francesco”(1994) per le persone con disagio psichico e la “Cooperativa Koinon” (1996) che nel 2002 attiva due casa famiglia per minori affetti da patologie psichiche; la “Fondazione San Giuseppe Moscati”(1997), per le vittime dell’usura; il “Teatro d’Europa” (1997); e la Cooperativa SPES (1998) per il graduale inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Contemporaneamente, si dava spazio all’obiezione di coscienza, con l’esperienza della vita comunitaria degli obiettori,(1992) coinvolgendo i giovani delle parrocchie nella celebrazione

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SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN

SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Nel 1977 ha stipulato la convenzione col Ministero della Difesa per accogliere obiettori di coscienza al servizio militare e nel 2001 è stata tra i primi enti a realizzare progetti di servizio civile nazionale. Caritas diocesana di Avellino La Caritas diocesana di Avellino è nata negli anni del post-Concilio per volere del Vescovo Mons. Pasquale Venezia(1968-1987) che aveva come motto episcopale: “Caritas vincit omnia”. Lo spartiacque pastoralmente rilevante che segna il radicamento territoriale della Caritas è stato il terremoto del 23 novembre 1980. Il flusso di volontari provenienti dalle Caritas diocesane italiane e la costruzione nelle parrocchie di “Centri di comunità” realizzati dalla Caritas Italiana e da alcune Caritas Europee polarizzava e raccordava nelle parrocchie, in Avellino e, nei nuovi quartieri popolari, i fedeli provati da tanti lutti e disagi, dispersi in un territorio martoriato. Nel 1981 il gruppo dei volontari Caritas da vita alla “Cooperativa Irpina Assistenza agli Anziani” per venire incontro alle difficoltà di tanti anziani ai quali il terremoto aveva tolto la casa e gli affetti. Si consolidavano progressivamente i rapporti con le istituzioni del territorio e si diffondevano il volontariato e le “ opere-segno” con lo stile eminentemente pedagogico della Caritas. Nel 1984 per collegare la pastorale del carcere al territorio si da vita ad una serie di iniziative per i detenuti e, con l’aiuto della Conferenza Episcopale Italiana, nasce la “Cooperativa Sociale L’approdo” (1998). Tra la fine degli anni ottanta e gli anni novanta le emergenze sociali danno vita a “La casa sulla roccia” (1985) per l’accoglienza dei giovani tossicodipendenti; il centro diurno “San Francesco”(1994) per le persone con disagio psichico e la “Cooperativa Koinon” (1996) che nel 2002 attiva due casa famiglia per minori affetti da patologie psichiche; la “Fondazione San Giuseppe Moscati”(1997), per le vittime dell’usura; il “Teatro d’Europa” (1997); e la Cooperativa SPES (1998) per il graduale inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Contemporaneamente, si dava spazio all’obiezione di coscienza, con l’esperienza della vita comunitaria degli obiettori,(1992) coinvolgendo i giovani delle parrocchie nella celebrazione

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annuale della festa di San Massimiliano. Dal 2002 è attiva la convenzione per il “Servizio Civile Volontario”. Nel 1996) nasce il ”Centro di Ascolto” che impianta tre punti Ascolto nel tessuto delle Parrocchie cittadine. Per questo si organizza un corso annuale per la formazione degli operatori stessi e un lavoro di monitoraggio delle povertà ad opera del gruppo di lavoro dell’Osservatorio delle Povertà e Risorse per poter meglio programmare il lavoro sul disagio sociale nel territorio diocesano. Nell’anno Giubilare viene aperta la casa di accoglienza e mensa ”Don Tonino Bello” presso la Parrocchia della S.S. Trinità dei Poveri.(Avellino). Nel 2002 con l’apertura dello sportello per gli immigrati “Babele”, la Caritas spinge il Comune del capoluogo ad istituire un punto di riferimento, d’ascolto per accogliere ed orientare gli extra-comunitari. Dopo la guerra in Kossovo e l’ esperienza di volontariato in Albania con la partecipazione di alcuni seminaristi, si attiva l’Associazione “Avellino per il mondo” che coinvolge nel progetto un polo sanitario della città, per la riqualificazione dell’ospedale della speranza e la formazione di operatori sanitari nella Diocesi di Reeshen (Albania). La Fondazione “Opus Solidarietatis Pax”del 2004 è pensata e voluta come un organismo operativo della Caritas diocesana, e costituisce il raccordo tra le numerose opere-segno promosse in questi anni. Nel 2005 viene promosso un progetto per il disagio femminile e le donne vittime di abuso e violenza. Il progetto, denominato “Casa amica”, sarà attivo presso la Parrocchia S. Francesco di Assisi in rione ferrovia ad Avellino. L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: Caritas diocesana di Avellino Piazza Libertà, 19 cap 83100 città Avellino Tel.082574594 Fax 0825760571 E-mail (SOLO PER INFORMAZIONI) [email protected] Persona di riferimento: Antonio Cosmo 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1° CLASSE

CARATTERISTICHE PROGETTO

4) Titolo del progetto: LA LUNA NEL POZZO - AVELLINO 5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3): Settore: ASSISTENZA Area di intervento: MINORI Codice: A 02

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6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il

progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto:

IL PERCHE’ DI UN NOME

"È difficile prendere la luna dentro il pozzo. La felicità è come la luna che si nasconde in un velo d'acqua, nella nebbia dell'illusione, non si può afferrare": la felicità sembra sfuggire, il sogno si allontana, l'illusione si frantuma davanti al muro quotidiano e rimane solo l'incertezza d'un nuovo giorno da scoprire e vivere. La vita dei ragazzi allontanati dalla propria famiglia, è disseminata da incertezze, abbandoni, sofferenze, stanchezza e noia: mai dalla felicità. Il ragazzo si trova in una perenne inquietudine, vive una tensione continua non contenibile entro gli schemi e le forme presenti ed è incessante il suo sforzo per adattare se stesso al mondo circostante ma l'equilibrio è sempre instabile. L'inquietudine lo assale, lo rende sempre scontento, sempre sofferente per i limiti imposti in ogni situazione. I ricordi della propria famiglia da cui è stato espulso, si accendono improvvisi nella sua mente, i frammenti dei ricordi a volte confusi altre volte decifrati non sono altro che ostacoli da superare, recuperi memoriali da infrangere e rielaborare per tentare di ricreare un equilibrio positivo più adatto alla sua età e alla nuova condizione esistenziale, quella di vivere fuori dalla propria famiglia in un ambiente nuovo ed estraneo come la comunità alloggio e con nuove figure di riferimento.

Area di intervento L’area di intervento entro cui si inserisce il progetto è quella dell’accoglienza temporanea dei minori in comunità alloggio, un’area territoriale che non può essere limitata ad un singolo comune o ad una provincia in quanto la risposta data dalle comunità abbraccia tutta la Regione Campania. ‘Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia. Le condizioni di indigenza dei genitori o del genitore esercente la potestà genitoriale non possono essere di ostacolo all’esercizio del diritto del minore alla propria famiglia’ è quanto previsto dalla legge 149/2001 che sancisce i principi fondamentali del diritto del bambino o dell’adolescente ad avere una famiglia anche nel momento in cui l’ambiente familiare non risulti più un luogo idoneo alla sua crescita ed educazione. In tal caso vengono messi in atto interventi di sostegno affinché la famiglia superi le difficoltà che l’hanno portata alla crisi e nei casi più gravi può essere disposta un’azione di tutela. Si tratta generalmente di un’azione che comporta l’allontanamento temporaneo del bambino dai genitori con conseguente accoglienza in una famiglia affidataria o in una comunità residenziale. Il fenomeno dei minorenni allontanati dalla propria famiglia d’origine e successivamente entrati nei servizi di accoglienza è una realtà complessa che include aspetti di diversa entità e gravità: dalle mancanze educative delle famiglie alla conflittualità genitoriale, dai problemi economici e abitativi a quelli comportamentali di dipendenza e devianza, sino alle forme estreme di violenza e abuso: un fenomeno che testimonia, in una qualche misura, la fragilità delle famiglie e la crisi sociale, culturale ed economica di un territorio.

È nelle fasce di età estreme di 0-2 anni e di 15-17 anni che si riscontrano le più alte incidenze di ricorso all’inserimento nei servizi residenziali piuttosto che all’affidamento familiare, rispettivamente il 61% degli 0-2 anni e il 59% dei 15-17 anni. Va da sé che, se per i ragazzi più grandi di 15-17 anni il collocamento in comunità è spesso il solo intervento percorribile o

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comunque il più adeguato a rispondere alle problematicità del caso, per i bambini più piccoli di 0-2 anni questo rappresenta un elemento di criticità.

La presenza straniera si distribuisce per il 63% dei bambini stranieri in accoglienza nei servizi residenziali e per il restante 37% nell’affidamento familiare. Ancor più marcata è l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati che risultano per l’86% dei casi inseriti nelle strutture residenziali. Le cause che hanno portato all’inserimento dei minori in istituto sono riconducibili prevalentemente a:

● la disgregazione della famiglia di origine per separazione o divorzio è un elemento che caratterizza quasi il 30% di tutte le situazioni di allontanamento di minori verso strutture residenziali;

● la rottura della famiglia di origine per decesso di almeno un genitore è un altro elemento importante perché riguarda oltre l’11% di tutti i casi di minori accolti;

● la mancanza del padre come figura di riferimento stabile è un altro elemento con una certa significatività in quanto quasi l’8% dei minori è figlio di madri nubili.

La famiglia di origine è il luogo prevalente in cui viveva il minore prima di essere accolto nella struttura residenziale il valore percentuale è pari al 75% altri invece provengono:

il 14% da altri strutture, soprattutto da istituti (circa il 9%) e da comunità di accoglienza (circa il 4%);

il 3% proviene da famiglie affidatarie che, evidentemente, non sono riuscite ad integrare il minore nel proprio ambito;

il 4% è riferito a situazioni di bambini appena nati e di trascuratezza generale per cui interviene il Tribunale per i minorenni.

Se negli ultimi anni si evince come da un lato sono diminuiti i numeri dei provvedimenti di allontanamento dall’altro sono aumentate le richieste di accoglienza di minori con problematiche nuove e di più difficile gestione (criminalità minorile, abusi, immigrazione extracomunitaria, disturbi del comportamento “oppositivo provocatorio”) per i quali i servizi territoriali offerti a livello locale dal servizio sociale pubblico non hanno soluzioni alternative.

Gli ultimi dati dell’Istat rilevano che i minori denunciati in Italia nel 2013 alle Procure della Repubblica presso i Tribunali per i minorenni sono stati complessivamente 41.434, comprendendo anche coloro che, presunti minorenni, non sono stati completamente identificati. I minorenni noti sono invece in totale 39.626, di cui 6.318 di sesso femminile. Se l'andamento complessivo del fenomeno è sostanzialmente stazionario, tranne che per la minoritaria componente femminile, aumentano però i minorenni denunciati con età inferiore a 14 anni e, pertanto, penalmente non imputabili, che ammontano a 6.436 (+4,0% rispetto all'anno precedente). Riguardo alle imputazioni, i minorenni denunciati per delitti contro il patrimonio rappresentano il 54,8% del totale; seguono i delitti contro la persona (pari al 24,1%) e i delitti relativi agli stupefacenti (riferibili al 10,1% del totale dei minorenni denunciati).

Contesto territoriale

Il progetto si inserisce all’interno dei servizi offerti dalla cooperativa sociale La Goccia svolti nel comune di Atripalda in provincia di Avellino. Ci teniamo però ad evidenziare che le comunità alloggio della Cooperativa offrono una risposta territoriale a livello regionale e non solo locale. Infatti i minori provengono oltre che dal capoluogo avellinese anche da comuni di altre provincie campane, altri minori provengono da regioni vicine come la Calabria. Il comune di Atripalda conta circa 11.000 abitanti, l’economia e lo sviluppo della città sono legate principalmente al commercio. Tale situazione di benessere economico è stata

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caratterizzata dalla presenza di diverse iniziative nel settore terziario e da una espansione topografica della città con migrazione interne dei residenti, dalle zone storiche verso quartieri residenziali di edilizia pubblica e privata siti in periferia.

Lo sviluppo ed il benessere economico hanno tuttavia determinato situazioni di squilibrio tipiche di ogni realtà cittadina avanzata: elevati gli indici di disoccupazione, a causa di un mercato del lavoro ormai inflazionato, che associato alle condizioni di povertà morale, materiale e culturale di alcuni nuclei familiari, hanno provocato la nascita di cronicizzazione di comportamenti assistenziali. Si nota uno scollamento tra i valori genuini, ma rigidi e statici, di una cultura contadina e il dinamismo imposto da nuovi valori e modelli di comportamento delle nuove generazioni.

Tale stato dei fatti non può essere letto che come sostanziale trasformazione della società moderna. I mutamenti strutturali e le complesse esigenze della società industriale e post-industriale hanno frantumato il ruolo esclusivo che la famiglia deteneva, e cioè quello di luogo primario di scambio e comunicazione sociale. Molto spesso fattori come l’attività lavorativa di entrambi i coniugi, la loro forzata separazione dovuta alla mobilità professionale, la riduzione della coppia ad un solo genitore, la crescita delle separazioni e dei divorzi, la diffusa impreparazione o difficoltà degli adulti ad assumere il ruolo di educatori, fanno sì che l’unità familiare si riduca ad un dato più apparente che reale. Questa situazione ha conseguenze drammatiche sullo sviluppo e sulla maturazione psicologica e sociale di molti minori che crescono isolati, non provano interesse per la scuola, non hanno ideali o scopi per cui vivere e in genere sono privi di una precisa e chiara identità. L’ambito territoriale individuato dalla Legge 328/00 di cui Atripalda è il comune capofila è l’ambito sociale A5 che comprende 29 comuni per una popolazione complessiva di 101.392 abitanti; si caratterizza come un bacino in cui le singole comunità hanno consistenze demografiche molto modeste (il comune con meno abitanti è Sorbo Serpico con un totale di 584 unità – il comune con un maggior numero di abitanti è Solofra con 12.082 unità) e sono dislocate su un’area particolarmente estesa geograficamente. Relativamente alla fascia minorile (0-18 anni) risulta una popolazione di 21.798 che rappresenta il 21,50% della popolazione residente.

Sono completamente scomparse nella programmazione d’Ambito le attività socio-educative per minori di età 4-11 anni, la mancanza di fondi legati alla crisi dei comuni ha aggravato la situazione e i servizi di prevenzione per minori sono stati cancellati. Rimangono in essere le attività di assistenza alla persona anche se con un monte ore ridotto come l’assistenza domiciliare per anziani e disabili. In tale contesto risulta quasi totalmente assente il supporto delle organizzazioni di volontariato che operano in altri settori sociali come gli anziani, i disabili e la pubblica assistenza. Per quanto riguarda i minori sottoposti a provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria nell’ultimo anno si registra un incremento. Risultano 41 minori segnalati per evasione scolastica e inadempimento dell’obbligo formativo e 150 minori presi in carico per problematiche di varia natura.

Destinatari e beneficiari del progetto

Il progetto LA LUNA NEL POZZO si realizza all’interno delle due comunità alloggio ARCOBALENO e IL MARSUPIO gestite dalla cooperativa sociale La Goccia che offrono un servizio residenziale 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno, per quei minori che sono costretti a vivere al di fuori dei loro contesti familiari, per periodi più o meno brevi su tutto il territorio regionale. I ragazzi accolti hanno una età che va dai 13 ai 18 anni, sono tutelati dal Servizio Sociale Territoriale ed eventualmente dal Giudice Tutelare e dalla Sezione Civile del Tribunale

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per i Minorenni. La comunità Arcobaleno aperta nel 1996 vanta 20 anni di attività e rappresenta la quarta comunità residenziale autorizzata dalla Regione Campania. Durante questi anni abbiamo accolto più di 200 minori che provenivano da famiglie instabili o incomplete, cresciuti in quartieri degradati, evasori dell’obbligo scolastico, vittime di abusi fisici e psichici, con difficoltà nei processi di inserimento sociale e quindi a rischio, ma che avevano in comune un vissuto relazionale compromesso, carente, conflittuale o distorto. Le ferite emotive prodotte dai loro vissuti hanno spesso ingenerato atteggiamenti e comportamenti disarmonici e disadattati. L’essere stati esposti a relazioni inadeguate, in affettive o carenti ha creato dipendenze provocando un arresto al processo d’autonomia generando una regressione.

La comunità rappresenta oggi uno strumento importante nell’ambito del panorama dei servizi socio-educativi-assistenziali, ritagliandosi uno spazio ed un ruolo non alternativo ma integrato nell’ambito delle strategie utili al reinserimento del minore “socialmente svantaggiato” nel contesto familiare e sociale. Attraverso la professionalità degli operatori (educatori, psicologi, assistenti sociali, operatori) che lavorano in Comunità costituiscono per il minore accolto un utile strumento di rielaborazione delle proprie esperienze passate, un importante fattore di stimolo e valorizzazione delle proprie risorse personali ed una valida opportunità di conoscenza e valorizzazione di modelli alternativi a quelli fino a quel momento sperimentati, creando le condizioni per un reinserimento familiare. Inoltre, l’affettività, l’emotività ed il “maternage” cui normalmente è associata la dimensione familiare, sono presenti nella comunità che, pur non costituendo indubbiamente una soluzione definitiva per la risoluzione dei problemi dei minori accolti, con il suo mandato di “accompagnamento” del minore ha nelle proprie prerogative anche la dimensione affettivo-emotiva che normalmente viene associata ai ruoli genitoriali.

Pertanto, la caratteristica principale della comunità consiste nella sua capacità di costituire, nella quotidianità, un ambiente affettivamente ricco ed in grado di consentire legami duraturi e validi, offrendo quotidianamente ai minori accolti stimoli a maturare in senso psicologico, relazionale e sociale; inoltre essa è integrata nel contesto sociale, per poter fruire di tutti i servizi e gli spazi organizzati offerti dal territorio e, ove non esistano controindicazioni, mantenere i rapporti con la famiglia d’origine. Tutto ciò allo scopo di evitare una chiusura della comunità in sé e consentire l’interscambio tra la realtà sociale della città e i minori accolti dalla comunità.

Indicatori di disagio del minori accolti nelle comunità alloggio

(riferiti ai minori accolti nelle comunità ARCOBALENO e IL MARSUPIO) I minori ospiti alla data odierna nelle comunità sono n.11 di età compresa tra i 13 e i 17 anni, di cui 6 femmine e 5 maschi che presentano i seguenti bisogni: A. il 90% dei minori accolti prima dell’ingresso in comunità viveva una situazione di

emarginazione grave legata ad una scarsa integrazione sociale che ha generato nel minore: ridotte capacità relazionali, bassa autostima, aggressività, illegalità.

B. Il 100% dei minori accolti di età compresa tra 13 e 17 anni, presenta una forte carenza delle basi scolastiche che genera insuccesso scolastico con conseguente abbandono precoce e dispersione scolastica.

C. l’70% dei minori accolti presenta una scarsa igiene e una mancata autonomia nella cura personale e degli ambienti.

D. il 95% dei minori accolti è stato privato di stimoli creativi e non sono state valorizzate le potenzialità e le risorse personali.

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E. Il 20% provengono da adozioni internazionali e affidamenti falliti F. Il 10% sono ragazze madri ROM con neonato vittime di tratta. G. Il 10% sono minori provenienti all’area penale con la messa alla prova per reati commessi. H. Il 40% ha un disturbo oppositivo provocatorio diagnosticato. I. Il 10% è un MSNA (minore straniero non accompagnato) proveniente dalla Somalia.

7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo non armato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO

Con il progetto LA LUNA NEL POZZO si vuole dare una risposta concreta ed efficace ai bisogni dei minori emersi dagli indicatori di disagio del contesto settoriale e territoriale di appartenenza

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che sono accolti nelle comunità residenziali della coop. La Goccia. Il numero dei destinatari è attualmente 11 minori ambosessi con un’età compresa tra i 13 e i 17 anni ma non si esclude che il numero nel corso del progetto possa aumentare in quanto le comunità possono accogliere fino a 16 minori.

Di seguito si riportano gli obiettivi generali del progetto: a) Favorire lo sviluppo della sfera cognitiva, creativa e culturale dei minori accolti. b) Promuovere l’integrazione nel territorio per ridurre l’emarginazione sociale c) Educare alla cura di sé e all’autonomia personale. d) Valorizzazione delle proprie capacità ed esperienze di apprendimento attraverso l’attività

di orticoltura/ortoterapia

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO Area di intervento (con riferimento

a quanto indicato nel punto 5) MINORI

SEDI

Cooperativa sociale LA GOCCIA a r.l. onlus ARCOBALENO – Comunità alloggio Via Appia III trav. N.6 – 83042 ATRIPALDA (AV) CODICE: 90146 IL MARSUPIO – Comunità alloggio Via Teodoro Mommsen, 35– 83042 ATRIPALDA (AV) CODICE: 90149

OBIETTIVO GENERALE: A) Favorire lo sviluppo della sfera cognitiva, creativa e culturale dei minori accolti. BISOGNI

con riferimento a quanto descritto

al punto 6

OBIETTIVO SPECIFICO Risultato atteso Indicatori di riuscita

• Il 100% dei minori accolti di età compresa tra 13 e 17 anni, presenta una forte carenza delle basi scolastiche che genera insuccesso, bassa autostima e abbandono scolastico precoce.

A.1 - Supportare i ragazzi con difficoltà scolastiche al fine di recuperare e sostenere il loro attuale iter di studio soprattutto per i casi di demotivazione scolastica.

A.2 – Avvio a percorsi di formazione professionale per i minori che hanno assolto all’obbligo scolastico

Recupero delle carenze scolastiche di base.

Promozione a fine anno scolastico.

Partecipazione a corsi di formazione professionale per l’acquisizione di una qualifica professionale

Aumento delle capacitò cognitive e della motivazione personale allo studio di 8/11 minori entro 8 mesi dall’avvio del progetto

Promozione/debiti scolastici del 100% dei minori alla fine dell’anno scolastico.

Frequenza ai corsi di formazione del 100%

• il 95% dei minori accolti si presenta privo di creatività

A.3 - Stimolare e migliorare la creatività e le potenzialità dei minori

Sviluppo di interessi e attitudini personali

Scoperta e valorizzazione delle attitudini personali mediante la strutturazione di laboratori creativi di 8/10 minori entro 6 mesi dall’avvio del progetto

OBIETTIVO GENERALE: B) Promuovere l’integrazione nel territorio per ridurre l’emarginazione sociale

BISOGNI con riferimento a quanto descritto

al punto 6

OBIETTIVO SPECIFICO

Risultato atteso Indicatori di riuscita

• Il 90% dei minori accolti prima

B.1 - Favorire la socializzazione e

Ridurre l’emarginazione

Aumento del grado di integrazione di almeno

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dell’ingresso in comunità insieme alla sua famiglia, viveva una situazione di emarginazione grave che ha prodotto nel minore una ridotta capacità relazionale, aggressività, devianza, illegalità.

l’integrazione nel tessuto sociale cittadino inserendo i minori in gruppi strutturati di coetanei.

B.2 - Sensibilizzare la comunità locale promuovendo un coinvolgimento nelle attività delle sedi operative e più in generale alle tematiche connesse al settore di riferimento del progetto.

sociale dei minori accolti.

Inserimento dei minori in gruppi e attività strutturate (palestre, laboratori, parrocchia).

Migliorare le capacità relazionali e di socializzazione.

Ridurre i comportamenti aggressivi e devianti.

Disponibilità di famiglie volontarie a sostenere il lavoro delle comunità anche attraverso l’accoglienza temporanea di minori.

7/11 minori all’interno di attività strutturate nel contesto cittadino entro 2 mesi dall’avvio del progetto.

Aumento delle capacità relazionali in 8/11 minori entro la fine del progetto

Riduzione di comportamenti aggressivi/devianti in almeno 8/11 minori entro la fine del progetto.

Aumento del 20% nro di volontari a sostegno delle comunità entro 8 mesi dall’avvio del progetto.

OBIETTIVO GENERALE: C) Educare alla cura di sé e all’autonomia personale.

BISOGNI con riferimento a

quanto descritto al punto 6

OBIETTIVO SPECIFICO

Risultato atteso Indicatori di riuscita

• Il 70% dei minori accolti presenta una mancata educazione nella cura personale e una bassa autonomia nella cura degli ambienti e delle cose.

C.1 - Stimolare l’autonomia personale legata alla cura di sé e degli spazi propri e collettivi.

Abilitare il minore alla cura dell’igiene personale.

Maggiore responsabilità e rispetto nel tenere in ordine gli ambienti e le cose proprie e altrui.

Aumentare il grado di autonomia personale rispetto alla cura di sé, e degli ambienti in almeno 9/11 minori accolti entro 6 mesi dall’avvio del progetto.

OBIETTIVO GENERALE: D) Valorizzazione delle proprie capacità, esperienze di apprendimento attraverso l’attività di orticoltura/ortoterapia.

BISOGNI con riferimento a

quanto descritto al punto 6

OBIETTIVO SPECIFICO

Risultato atteso Indicatori di riuscita

• Il il 60% sono minori stranieri o immigrati extracomunitari • Il 10% sono minori provenienti all’area penale con la messa alla prova per reati commessi.

Attraverso l’attività di orticoltura/ortoterapia si cercherà di trasmettere conoscenze legate all’agricoltura, di sviluppare un maggior senso di responsabilità e di rispetto per l’ambiente lavorando in gruppo

Conoscenza degli ortaggi, semina e cura per arrivare al raccolto finale

Maggiore senso di responsabilità e rispetto per l’ambiente

Capacità di lavorare insieme agli altri per il raggiungimento di un obiettivo comune.

Maggior benessere psicofisico.

Aumento delle conoscenze legate all’agricoltura locale e biologica in almeno 7/11 minori accolti entro 9 mesi dall’avvio del progetto.

Aumento dei momenti di lavoro in gruppo rispetto al lavoro individuale.

Aumento del benessere psicofisico rispetto alla situazione di partenza con diminuzione stress e crisi di rabbia nel 50% dei minori accolti entro 9 mesi dall’avvio del progetto.

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8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le

attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

PREMESSA

L’idea di presentare un progetto di Servizio Civile nasce dalla volontà della Caritas diocesana di Avellino e della Cooperativa sociale La Goccia di rispondere prioritariamente a due esigenze:

1) Migliorare la qualità della vita dei minori accolti nelle comunità garantendo la presenza di un aiuto supplementare che possa integrare ed arricchire gli interventi educativi e le attività quotidiane che si svolgono all’interno ed all’esterno delle comunità.

2) Offrire al giovane volontario in Servizio Civile un’esperienza di senso, un’occasione di crescita in cui poter sviluppare e spendere le proprie abilità relazionali oltre ad un’opportunità formativa da cui acquisire competenze e conoscenze da utilizzare in futuro in ambito professionale.

Attività 1: PREPARAZIONE DEL PROGETTO

In questa attività l’équipe operativa del Servizio civile (progettista, formatore, OLP) e l’èquipe delle Comunità (Coordinatore, responsabili), con il prezioso contributo dei Volontari in Servizio Civile, si sono incontrati ad inizio settembre 2016, allo scopo di dare continuità all’azione intrapresa nel precedente progetto di S.C. e riprogettare l’intervento.

Negli incontri tenutisi presso la Caritas i vari attori coinvolti hanno definito e strutturato:

la definizione del gruppo di lavoro che insieme al progettista deve elaborare il progetto l’analisi del contesto territoriale e sociale di riferimento; i bisogni emergenti; gli obiettivi da raggiungere con il progetto di S.C. il numero dei ragazzi in SCV le risorse umane ed economiche da destinare quali collaborazioni e partenariati attivare le azioni da intraprendere le attività da sviluppare il programma di formazione generale e specifica la metodologia di verifica

Attività 2: COSTRUZIONE DEL PROGETTO

A fine Settembre 2016 il gruppo di lavoro costituito ha elaborato le informazioni raccolte e ha lavorato su due ambiti:

• conoscenza e contatti delle risorse, dei servizi e delle attività presenti sul territorio per verificare la disponibilità a collaborare in partenariato con la Caritas per la realizzazione degli interventi progettuali;

• elaborazione bozza del progetto

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• sottoscrizione dei seguenti accordi di partenariato:

✓ ASSOCIAZIONE PROGETTO FAMIGLIA–AFFIDO – AVELLINO – onlus ✓ PROMETEO – Avellino – Associazione di Volontariato ✓ AZIENDA AGRICOLA di Macchia Antonio – Grottolella – Azienda Agricola

• Il progettista redige la versione definitiva del progetto che viene valutata e approvata dal gruppo di lavoro che la trasmette a Caritas Italiana entro i termini previsti dall’UNSC.

Attività 3: OPERATIVITA’ DEL PROGETTO

L’operatività del progetto inizia dal momento della comunicazione dell’UNSC dell’approvazione del Progetto con la pubblicizzazione dello stesso con le modalità, gli strumenti e i canali di comunicazione previsti dal progetto stesso. Appena pubblicato il nuovo Bando si procederà all’acquisizione delle domande e si darà la possibilità ai candidati di visitare le comunità e a svolgere un’esperienza settimanale di tirocinio nelle sedi accreditate.

Una volta selezionati i candidati e pubblicata la graduatoria gli stessi saranno invitati nuovamente a fare un colloquio con i responsabili delle comunità per approfondire la conoscenza e definire i tempi, le modalità e l’organizzazione del servizio.

FASI OPERATIVE DEL PROGETTO

FASI E TEMPI OBIETTIVI SPECIFICI ATTIVITA’

FASE 1- 8 mesi

da Ottobre a Maggio

A.1 - Supportare i ragazzi con difficoltà scolastiche al fine di recuperare e sostenere il loro attuale iter di studio soprattutto per i casi di demotivazione scolastica.

A.2 – Avvio a percorsi di formazione professionale per i minori che hanno assolto all’obbligo scolastico

● Sostegno scolastico

FASE 2 - 12 mesi

da Ottobre a settembre

A.3 - Stimolare e migliorare la creatività e le potenzialità dei minori

• Laboratori creativi • Animazione educativa • Laboratorio di sartoria

FASE 3

B.1 - Favorire la socializzazione e l’integrazione nel tessuto sociale cittadino inserendo i minori in gruppi strutturati di coetanei.

Accompagnamento ed assistenza degli utenti durante le attività esterne presso: • istituti scolastici • Palestre o gruppi sportivi • Parrocchia e Centri

aggregativi

FASE 4 B.2 -Sensibilizzare la comunità locale promuovendo un coinvolgimento nelle attività delle sedi operative e più in generale alle tematiche connesse al settore di riferimento del progetto.

Organizzazione di attività di sensibilizzazione rispetto al settore di intervento del progetto e più in generale sul tema dell’esclusione sociale.

Fase 5 C.1-Stimolare l’autonomia personale legata alla cura di sé e degli spazi propri e collettivi.

Attività di gestione e organizzazione delle azioni di cura quotidiane (imparare i momenti principali in cui si divide la giornata ed interiorizzazione delle attività di cura prioritarie da svolgere: • Igiene personale • Pulizia e riordino degli

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ambienti • Cura delle proprie cose

FASE 6 - 9 mesi da febbraio a

ottobre

Attraverso l’attività di orticoltura/ortoterapia si cercherà di trasmettere conoscenze legate all’agricoltura, di sviluppare un maggior senso di responsabilità e di rispetto per l’ambiente lavorando in gruppo

Ortocultura/ortoterapia

CRONOGRAMMA DELLE ATTIVITA’ Obiettivo specifico: A.1 - Supportare i ragazzi con difficoltà scolastiche al fine di recuperare e sostenere il loro attuale iter di studio soprattutto per i casi di demotivazione scolastica. A.2 – Avvio a percorsi di formazione professionale per i minori che hanno assolto all’obbligo scolastico

Attività Tempi di realizzazione ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set

Sostegno scolastico X X X X X X X X

Obiettivo specifico: A.3 - Stimolare e migliorare la creatività e le potenzialità dei minori

Attività Tempi di realizzazione ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set

• Laboratori creativi • Animazione educativa • Laboratorio Sartoria

X X X X X X X X X X X X

Obiettivo specifico: B.1 - Favorire la socializzazione e l’integrazione nel tessuto sociale cittadino inserendo i minori in gruppi strutturati di coetanei.

Attività Tempi di realizzazione ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set

Accompagnamento ed assistenza degli utenti durante le attività esterne presso: • istituti scolastici • Palestre o gruppi sportivi • Parrocchie Centri aggregativi

X X X X X X X X X

Obiettivo specifico: B.2 -Sensibilizzare la comunità locale promuovendo un coinvolgimento nelle attività delle sedi operative e più in generale alle tematiche connesse al settore di riferimento del progetto.

Attività Tempi di realizzazione ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set

Organizzazione di attività di sensibilizzazione rispetto al settore di intervento del progetto e più in generale sul tema dell’esclusione sociale.

X X X X X

Obiettivo specifico: C.1-Stimolare l’autonomia personale legata alla cura di sé e degli spazi propri e collettivi.

Attività Tempi di realizzazione ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set

Attività di gestione e organizzazione delle azioni di cura quotidiane (imparare i momenti principali in cui si divide la giornata ed interiorizzazione delle attività di cura prioritarie da svolgere: • Igiene personale • Riordino degli ambienti • Cura delle proprie cose

X X X X X X X X X X X X

Obiettivo specifico:

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D.1 - Attraverso l’attività di orticoltura/ortoterapia si cercherà di trasmettere conoscenze legate all’agricoltura, di sviluppare un maggior senso di responsabilità e di rispetto per l’ambiente lavorando in gruppo

Attività Tempi di realizzazione ott nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set

Ortocultura/ortoterapia X X X X X X X X

In relazione agli obiettivi fissati vengono esposte di seguito le attività per il raggiungimento degli stessi.

Area di intervento MINORI

SEDI

Cooperativa sociale LA GOCCIA a r.l. onlus ARCOBALENO – Comunità alloggio Via Appia III trav. N.6– 83042 ATRIPALDA (AV) CODICE: 90146 IL MARSUPIO – Comunità alloggio Via Teodoro Mommsen 35 - 83042 ATRIPALDA (AV) CODICE: 90149

ATTIVITA’ DELLE SEDI OPERATIVE IMPLEMENTATE CON IL PROGETTO DI SERVIZIO CIVILE SVOLTE DA TUTTE LE RISORSE UMANE

OBIETTIVO GENERALE: A) Favorire lo sviluppo della sfera cognitiva, creativa e culturale dei minori accolti. Obiettivo specifico: A.1 - Supportare i ragazzi con difficoltà scolastiche al fine di recuperare e sostenere il loro attuale iter di studio soprattutto per i casi di demotivazione scolastica. A.2 – Avvio a percorsi di formazione professionale per i minori che hanno assolto all’obbligo scolastico

ATTIVITA’

SUPPORTO SCOLASTICO tutti i giorni escluso la domenica, per 8 mesi.

Azioni da svolgere: ✓ Affiancamento nello svolgimento dei compiti scolastici; ✓ Recupero delle carenze scolastiche di base; ✓ Rimotivare allo studio ✓ accompagnamento individuale in cui, attraverso il dialogo, vengono mobilitate le abilità dei minori

al fine di trovare soluzioni praticabili alle normali situazioni di difficoltà. ✓ Verifica giornaliera dei compiti assegnati e del corredo scolastico; ✓ Monitoraggio del rendimento e della frequenza scolastica con i docenti di riferimento.

Organizzazione degli interventi Per lo svolgimento delle azioni i minori verranno divisi per età e per scuola di frequenza, un apporto esclusivo con l’operatore sarà destinato ai minori che devono recuperare le carenze di base e la motivazione allo studio. Pertanto il lavoro verrà organizzato in tre ambiti principali:

1) per i minori che non necessitano di affiancamento costante nello svolgimento dei compiti le azioni da svolgere saranno tese a verificare: a) la comprensione del compito assegnato, b) lo stato della dotazione scolastica, c) la verifica della produzione del compito assegnato.

2) Per i minori che devono recuperare le competenze scolastiche di base (lettura, scrittura e calcolo) occorre: a) elaborare un programma didattico appropriato rispetto alle possibilità del minore coinvolgendo

l’insegnate di sostegno, se presente; b) strutturare i moduli didattici e egli esercizi per ogni competenza scolastica; c) somministrare gli esercizi/materiali didattici predisposti; d) affiancamento nello svolgimento degli esercizi; e) Verifica e valutazione dei risultati ottenuti.

3) per i minori (circa il 90%) che presentano demotivazione e bassa autostima nelle proprie capacità gli operatori saranno chiamati a:

a) monitorare le abilità di base attraverso la somministrazione di una serie di prove pratiche

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di gruppo relative ad ambiti di conoscenze specifiche, si intende verificare il livello di padroneggiamento delle abilità di base necessarie ad un corretto ed efficace apprendimento. I test, ovviamente, sono opportunamente calibrati per rilevare se il processo messo in atto è un processo cognitivo automatico oppure attentivo, perché l’apprendimento è realmente significativo solo se perdura nel tempo e si sa applicarlo con automaticità a nuovi contesti. In sostanza quindi le aree di rilevazione riguarderanno: la discriminazione dei significati; la flessibilità di ragionamento; uso delle parole chiave; uso della schematizzazione; la memoria di lavoro; la lettura a più livelli; la fluidità espressiva e ideativa; l’uso della catene associative; la lettura veloce; l’abilità di sintesi; la lettura analitica; il livello di creatività; l’uso delle categorie concettuali.

b) progettare delle azioni per rimotivare allo studio caratterizzate da metodologie attive: simulazioni, disegni, racconti, metafore, esercizi di immaginazione guidata.

Obiettivo specifico A.3 – Stimolare e migliorare la creatività e le potenzialità dei minori

ATTIVITA’

LABORATORIO CREATIVO verrà svolto per 2 ore al giorno per 2 volte a settimana per 12 mesi

Azioni da svolgere: ✓ Strutturazione degli spazi per i laboratori e recupero dei materiali; ✓ Elaborazione dei progetti/attività da realizzare; ✓ Affiancamento dei minori nello svolgimento dell’attività creativa; ✓ Valorizzare le capacità e le attitudini personali; ✓ Collaborare con i minori nel riordino dei materiali e nella pulizia degli spazi utilizzati; ✓ Verifica e valutazione degli interventi

Organizzazione degli interventi: Il laboratorio creativo, svolto per 2 ore giornaliere per 2 giorni a settimana inizierà dal mese di ottobre. Attraverso le attività artistiche proposte, il minore avrà modo di sviluppare la conoscenza di sè, l’apprendimento, di sperimentare le proprie potenzialità e attitudini, di esprimersi con la creatività. I laboratori proporranno attività che saranno gestite sia all’interno delle sedi delle Comunità che in altri luoghi individuati nel corso del tempo sul territorio. Le attività creative saranno diverse e cambieranno mensilmente allo scopo di offrire una varietà di stimoli per non abbassare il grado di partecipazione dei minori. Nell’organizzazione delle attività artistiche-creative verranno utilizzati materiali di riciclo affinché ogni minore possa costruire in modo originale e incentivare il riutilizzo di materiali che in apparenza sembrano inutili. Inoltre ogni attività sarà pensata e organizzata rispetto al grado di autonomia e di possibilità dei minori. Pertanto la stessa attività sarà proposta con gradi di difficoltà e di esecuzione diversi rispetto all’età e alle abilità del minore.

ATTIVITA’ ANIMAZIONE EDUCATIVA verrà svolta per 2 ore al giorno per 2 volte a settimana per 12 mesi

Azioni da svolgere: ✓ Strutturazione degli spazi per le attività da realizzare; ✓ Elaborazione dei giochi/attività da realizzare; ✓ Affiancamento dei minori nello svolgimento dell’attività; ✓ Discussione finale in gruppo ✓ Valorizzare le capacità e le attitudini personali; ✓ Collaborare con i minori nel riordino dei materiali e nella pulizia degli spazi utilizzati; ✓ Verifica e valutazione degli interventi

Organizzazione degli interventi:

Impostare un programma di animazione educativa, sia esso di due ore, di un’intera giornata, di un trimestre o di un anno intero, presuppone sempre quattro fasi principali: l’analisi della situazione, la stesura del programma , la realizzazione, la verifica, necessita poi di una equipe affiatata e organizzata e di una chiara e definita scaletta delle attività.

L’animazione educativa riguarderà soprattutto: giochi di simulazione; giochi di ruolo, giochi a squadre, giochi interattivi, giochi di abilità, giochi di movimento, giochi di espressione Gli obiettivi del nostro lavoro soprattutto per i ragazzi/e più grandi sono fondamentalmente questi: ✓ Stimolare nei ragazzi il pensiero critico e con esso la capacità di mettere in discussione un ordine

costituito, l’attitudine al dubbio, a farsi “domande radicali”, a pensare in modo creativo, a concepire nuove strade e nuove soluzioni ai problemi (o anche a riformulare gli stessi problemi).

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✓ Sviluppare la consapevolezza che la conoscenza e la realtà vengono costruite da tutti noi ogni giorno, e che il contributo degli individui e dei gruppi può essere fondamentale;

✓ Sviluppare l’attitudine ad agire in modo efficace, con la consapevolezza che una data realtà può essere cambiata.

Per questi obiettivi, il gioco è, per sua natura, uno strumento straordinario. Uno strumento vivo, attivo, appassionante, che permette a ragazze e ragazzi di divertirsi, di “entrare” fisicamente nelle situazioni, di “mettersi nei panni” di persone lontanissime da loro per condizioni e cultura; così hanno la possibilità di emozionarsi, di riflettere, di aprire il dibattito, di mettere in discussione concetti da sempre accettati in modo passivo e pregiudizi radicati, di toccare con mano la propria responsabilità individuale, di fare scelte più consapevoli. E’ un modo (fondamentale) di prepararsi alla realtà; anzi di più: di prepararsi a costruire la realtà. Giocare significa “mettersi in gioco” come persone intere; significa sviluppare un senso di appartenenza, sentirsi parte di un gruppo; significa imparare a collaborare ed a competere rispettando delle regole; significa imparare a valutare e ad autovalutarsi. Ma mette anche in grado di sperimentare in modo schematizzato e in un ambiente protetto “pezzi di realtà” che altrimenti sarebbero molto difficili da rendere vivi e presenti ai ragazzi; così possono attivarsi e prendere decisioni senza sentirsi valutati, possono sbagliare senza timori ed imparare dagli errori; possono sperimentare conflitti molto concreti senza temere conseguenze; possono personalmente valutare varie soluzioni e hanno l’occasione di cambiare idea. Sperimentare un atteggiamento più attivo e critico in un gioco può essere un utile allenamento per cambiare atteggiamento anche nella realtà.

ATTIVITA’ LABORATORIO SARTORIA verrà svolto per 2 ore al giorno per 2 volte a settimana per 12 mesi

Azioni da svolgere: ✓ Strutturazione degli spazi del laboratorio e recupero dei materiali; ✓ Elaborazione dei progetti/attività da realizzare; ✓ Affiancamento dei minori nello svolgimento dell’attività sartoriale; ✓ Valorizzare le capacità e le attitudini personali; ✓ Collaborare con i minori nel riordino dei materiali e nella pulizia degli spazi utilizzati; ✓ Verifica e valutazione degli interventi

Organizzazione degli interventi: Il laboratorio di sartoria sarà svolto 2 volte a settimana e ha come obiettivi specifici legati all’attività quelli di: acquisizione di un gesto professionale, l’utilizzo corretto e parsimonioso dei materiali, un rapporto posturale corretto con le attrezzature ed infine la coscienza del compito e della successione delle fasi in cui questo è suddiviso, la interiorizzazione dei concetti da questi stimolati e la coscienza delle attività mentali che presiedono al compito stesso. Altrettanta, se non superiore importanza, viene data alla stimolazione del processo mentale che permette lo sviluppo dei concetti di figura, forma, tutto e parte, partendo dall’utilizzo e dalla elaborazione delle figure geometriche fondamentali. Con questa attività ci proponiamo di agevolare nella ragazza lo sviluppo di un pensiero logico dove il livello concreto viene arricchito dalla verbalizzazione dei processi che lo consentano, prima di arrivare ad avere coscienza del concetto di simmetria e ritmo fondamentali, assieme alla figura, all’esecuzione di un qualsiasi oggetto e della sua decorazione. Per raggiungere questi obiettivi, al minore vengono proposte attività ed esperienze sempre più complesse che lo portano dall’uso di telai fissi a quelli mobili, all’utilizzo di canovacci e tessuti con trame sempre più fini filati ed aghi sempre più sottili. Il risultato è la produzione di presine, cuscini, coperte di lana, portaocchiali, borse e tappeti, fino a far raggiungere alle ragazze che presentano i requisiti psicofisici necessari, la produzione di tovaglie, copriletti ed arazzi con la tecnica del patchwork; tecnica che permette il massimo livello espressivo possibile con la minima implicazione tecnologica.

OBIETTIVO GENERALE: B) Promuovere l’integrazione nel territorio per ridurre l’emarginazione sociale

Obiettivo specifico: B.1 - Favorire la socializzazione e l’integrazione nel tessuto sociale cittadino inserendo i minori in gruppi strutturati di coetanei. ATTIVITA’ ACCOMPAGNAMENTO ED ASSISTENZA DEGLI UTENTI DURANTE LE ATTIVITÀ

ESTERNE - L’attività verrà svolta per 2 volte a settimana per un totale di 4 ore.

Azioni da svolgere: - accompagnamento e ritiro dei minori c/o la palestra

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- accompagnamento e ritiro dei minori c/o la piscina comunale - accompagnamento e ritiro dei minori c/o gli Istituti scolastici di frequenza per la partecipazione a corsi

serali o ad attività/laboratori extrascolastici - accompagnamento e ritiro dei minori dal corso di Catechismo parrocchiale - accompagnamento e ritiro dei minori dal gruppo giovanile parrocchiale - monitoraggio della partecipazione e del gradimento con i docenti e gli istruttori

Organizzazione degli interventi 9 minori accolti, 2 volte a settimana, verranno accompagnati per lo svolgimento delle attività sportive-educative. Le attività alle quali parteciperanno i minori sono promosse dai centri sportivi del territorio, con istruttori qualificati che seguiranno i minori con programmi personalizzati in base alle loro esigenze: Corso di nuoto, Danza Moderna, Ginnastica Aerobica

Obiettivo specifico: B.2 -Sensibilizzare la comunità locale promuovendo un coinvolgimento nelle attività delle sedi operative e più in generale alle tematiche connesse al settore di riferimento del progetto.

ATTIVITA’ ORGANIZZAZIONE DI ATTIVITÀ DI SENSIBILIZZAZIONE RISPETTO AL SETTORE DI INTERVENTO DEL PROGETTO E PIÙ IN GENERALE SUL TEMA DELL’ESCLUSIONE SOCIALE E SULL’ACCOGLIENZA DEI MINORI.

Azioni da svolgere: ✓ Proporre percorsi di sensibilizzazione ed educazione all’accoglienza all’interno della comunità

ecclesiale e sociale. ✓ Ricerca nuovi volontari ✓ Formazione e sensibilizzazione famiglie affidatarie ✓ Partecipazione come comunità educative agli eventi organizzati dal territorio nei momenti delle

festività (Natale, Pasqua…)

Organizzazione degli interventi Il fatto che nel nostro territorio siano assenti percorsi di sensibilizzazione e di promozione dell’accoglienza, ci stimola a promuovere, in appoggio all’Ufficio per la pastorale familiare, iniziative in grado di contribuire alla promozione di una cultura della solidarietà come fatto comunitario e sociale. Crediamo pertanto che la comunità cristiana vada sostenuta perché accresca il proprio senso di responsabilità e la propria partecipazione nel garantire il diritto dei minori a vivere in una famiglia. Attraverso lo sportello affido, emanazione degli uffici Caritas e pastorale familiare della Diocesi di Avellino si sensibilizzeranno e formeranno famiglie disponibili all’accoglienza e all’affido familiare tramite l’azione della Associazione Progetto Famiglie Affido Onlus di Avellino ente partner del progetto.

OBIETTIVO GENERALE: C) Educare alla cura di sé e all’autonomia personale.

Obiettivo specifico: C.1 – Stimolare l’autonomia personale legata alla cura di sé e degli spazi propri e collettivi.

ATTIVITA’ ATTIVITÀ DI GESTIONE E ORGANIZZAZIONE DELLE AZIONI DI CURA QUOTIDIANEL’attività verrà svolta tutti i giorni nei momenti dedicati alle varie routine quotidiane

Azioni da svolgere: ✓ Progettazione degli interventi educativi per il recupero e il mantenimento delle autonomie personali ✓ Progettare l’attività e predisporre il materiale (cartelloni…) ✓ Affiancamento al minore nello svolgimento delle routine ✓ Monitoraggio dell’autonomia personale negli atti quotidiani attraverso la registrazione delle

osservazioni nel diario giornaliero delle comunità ✓ Verifica semestrale degli interventi educativi realizzati e i risultati raggiunti

Organizzazione degli interventi I minori accolti delle comunità verranno seguiti e supportati, durante le normali routine quotidiane legate all’igiene personale. In particolare scopo degli interventi sarà quello di: ✓ imparare i momenti principali in cui si divide la giornata ✓ interiorizzazione le attività di cura da svolgere rispetto all’igiene personale (lavare mani, denti, capelli,

igiene intima) ✓ Pulizia e riordino degli ambienti ✓ Cura delle proprie cose

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OBIETTIVO GENERALE: D) Valorizzazione delle proprie capacità, esperienze di apprendimento attraverso l’attività di orticoltura/ortoterapia

Obiettivo specifico: D.1 - Attraverso l’attività di ortocoltura/ortoterapia si cercherà di trasmettere conoscenze legate all’agricoltura, di sviluppare un maggior senso di responsabilità e di rispetto per l’ambiente lavorando in gruppo

ATTIVITA’

ORTOCOLTURA/ORTOTERAPIA - L’attività verrà svolta per 4 volte a settimana per un totale di 8 ore.

Azioni da svolgere: accompagnamento e ritiro dei minori c/o l’orto piantare i semi, curarli con costanza, vederli gradualmente trasformarsi in piante imparando ad

osservare la natura, i suoi ritmi lenti e perfetti, il ciclo delle stagioni ed a raccogliere i frutti di questo lavoro.

I minori imparano a riconoscere le specie di uso comune osservandone la crescita mentre stanno all’aria aperta e a contatto con la terra. A livello pedagogico si cominciano ad assumere un compito ed una responsabilità all’interno di un gruppo di lavoro. L’orto è anche un’occasione per fare educazione alimentare per far comprendere ai piccoli l’importanza della qualità dei cibi nel mantenere se stessi in buona salute.

Organizzazione degli interventi 9 minori accolti, 4 volte a settimana, verranno accompagnati per lo svolgimento delle attività di orticoltura. La natura ha delle caratteristiche che i minori ospiti delle comunità residenziali non hanno avuto l’opportunità di sperimentare ed interiorizzare nelle loro caotiche vite precedenti l’ingresso in comunità. Spesso i minori che accogliamo arrivano con ritmi di vita quotidiana sfasati e senza ordine logico e sensato, volendo fare le cose non nel tempo opportuno, ma in tempi qualsiasi e mal sopportando di ripetere qualsiasi azione richiesta e necessaria alla convivenza in comunità. L’orto come strumento è dunque un contenitore, un contesto e una possibilità di esperienze di apprendimento, in continuo imprevedibile cambiamento di suoni e colori, odori e clima.

EFFETTI POSITIVI DELL’ORTOTERAPIA Aspetto Comportamentale – Il contatto diretto con la natura riduce lo stress, i comportamenti aggressivi e la fatica mentale, aiuta a combattere tensioni, disagio, depressione e ansia. Aspetto Cognitivo – Seminare, veder crescere le proprie piante, dar loro acqua e aiutarle a fiorire aumenta l’autostima, stimola l’iniziativa, abitua a prendere decisioni, riequilibra il concetto di sequenza temporale e avvicina ai ritmi della natura Aspetto Fisico – E’ una forma di attività fisica dolce, stimola le capacità olfattive, uditive, gustative, visive e tattili. Risveglia il senso di meraviglia, di sorpresa e di gioia. L’orto diventa un laboratorio all’aperto dove si sperimentano attività pratiche ed esperienze dirette: Viene utilizzato un approccio ludico e insieme ai minori viene creata una storia attorno al piccolo orto che nascerà piano piano. La metodologia utilizzata prende spunto dal Cooperative Learning e dal Learning By Doing ossia l’apprendimento legato alla sfera del fare. 8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE

ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ.

Il progetto è articolato in supporto alle comunità Arcobaleno e Il Marsupio. I volontari saranno dislocati nelle sedi delle comunità e faranno riferimento ad un Operatore Locale di Progetto per ogni aspetto riguardante lo svolgimento del servizio civile.

Gli OLP individuati sono dipendenti della Cooperativa La Goccia e sono i Responsabili delle comunità sede di attuazione del progetto. Saranno il punto di riferimento interno per i volontari per qualsiasi aspetto del servizio civile, cureranno l’affiancamento operativo e la trasmissione sul campo delle competenze necessarie per lo svolgimento del servizio.

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Per ogni Comunità le risorse umane stabili impiegate sono: n.5 educatori/operatori che inseriti in un sistema di turnazione lavorano in compresenza nei momenti più significativi della giornata. Svolgono funzione di sostegno al personale dipendente: n. 2 famiglie affidatarie volontarie, n.2 volontarie adulte che aiutano nella gestione logistica della casa, n.1 sarta volontaria per il laboratorio di sartoria, studenti tirocinanti e stagisti delle Università convenzionate per il tirocinio formativo obbligatorio previsto dal Corso di Laurea. Di supporto all’équipe educativa delle comunità ci sono: 1 coordinatore con responsabilità gestionale che coordina le comunità - dipendente 1 psicoterapeuta per la supervisione dell’équipe e il sostegno psicologico ai minori - consulente 1 responsabile amministrativo facente parte dell’amministrazione della Cooperativa – dipendente Nello specifico si riporta la tabella con le risorse umane necessarie per il raggiungimento degli obiettivi.

Obiettivo specifico A.1 e A.2 Risorse umane per ogni Comunità

Supportare i ragazzi con difficoltà scolastiche al fine di recuperare e sostenere il loro attuale iter di studio soprattutto per i casi di demotivazione scolastica.

1 OLP/resp. Comunità 2 educatore/operatore 4 volontari in Servizio civile 1 famiglia affidataria e 1 volontario adulto Tirocinanti/stagisti universitari

Obiettivo specifico A.3 Risorse umane per ogni Comunità

Stimolare e migliorare la creatività e le potenzialità dei minori

1 OLP/resp. Comunità 2 educatore 1 sarta volontaria 4 volontari in SCN Tirocinanti/stagisti universitari

Obiettivo specifico B.1 Risorse umane per ogni Comunità Favorire la socializzazione e l’integrazione nel tessuto sociale cittadino inserendo i minori in gruppi strutturati di coetanei.

1 OLP/resp. Comunità 1 educatore 1 operatore di supporto 4 volontari in SCN 1 famiglia affidataria volontaria Docenti scolastici di riferimento Istruttori sportivi

Obiettivo specifico B.2 Risorse umane per ogni Comunità Sensibilizzare la comunità locale promuovendo un coinvolgimento nelle attività delle sedi operative e più in generale alle tematiche connesse al settore di riferimento del progetto.

1 OLP/resp Comunità 1 tutor, formatori dell’Ass. Progetto Famiglia Affido 4 volontari in SCN Resp. Sportello Affido Resp. Pastorale Familiare

Obiettivo specifico C.1 Risorse umane per ogni Comunità

Stimolare l’autonomia personale legata alla cura di sé e degli spazi propri e collettivi.

1 OLP/resp. Comunità 2 educatore 1 Famiglia Affidataria Volontaria 4 volontari in SCN 2 volontarie adulte

Obiettivo specifico D.1 Risorse umane per ogni Comunità

Attraverso l’attività di orticoltura/ortoterapia si cercherà: di

1 OLP/resp. Comunità 2 educatore

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trasmettere conoscenze legate all’agricoltura, di sviluppare un maggior senso di responsabilità e di rispetto per l’ambiente lavorando in gruppo

4 volontari in SCN1 volontario esperto in orticoltura 1 psicologo

8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO. L’incontro con il minore può rappresentare, per il volontario in servizio civile, un’occasione di crescita e gioia, in cui poter sviluppare e spendere le proprie abilità relazionali oltre ad un’opportunità formativa da cui acquisire competenze e conoscenze da utilizzare in futuro nel contesto professionale. Non è un caso che all’interno della Cooperativa ad oggi lavorano a tempo pieno degli ex volontari in Servizio Civile che una volta terminato l’anno di volontariato sono rimasti in Cooperativa come operatori dipendenti. I volontari in servizio civile, per ciascuna sede di attuazione del progetto, guidati ed orientati dall’operatore locale di progetto, che è anche il Responsabile della Comunità, saranno impiegati nella realizzazione delle attività di supporto al personale operante in servizio nel modo seguente:

✓ n.2 Volontari nella fascia oraria 9-14 ✓ n.2 Volontari nella fascia oraria 15-20

Il RUOLO dei Volontari in Servizio Civile sarà dunque di affiancamento agli operatori che lavorano all’interno di ciascuna Comunità, secondo una logica di gradualità di coinvolgimento e di responsabilità.

I Volontari in Servizio Civile concorreranno al processo di crescita e sviluppo dei minori rispettando gli interessi, le aspettative degli stessi e stimolando la partecipazione attiva a tutte le attività programmate. La responsabilità dell’agire educativo è sempre ed esclusivamente in capo agli operatori: com’è comprensibile, ci si trova di fronte a situazioni particolarmente delicate e quindi non c’è spazio per la libera iniziativa non concordata con i colleghi.

Il volontario viene formato per affrontare tutte le difficoltà insite in un sì complesso compito, ma soprattutto egli è sempre affiancato da un operatore che lo supporta con la propria presenza, fornendogli suggerimenti cui egli deve attenersi.

Per quanto concerne l’azione dei volontari è prevista nei seguenti ambiti:

AMBITI DI IMPIEGO DEI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE

Ruolo ed

attività

gestionale educativo relazionale professionale

Fornisce un sostegno all’èquipe

educativa nello svolgimento delle

routines quotidiane comunitarie.

Partecipa alla progettazione

educativa individualizzata ed alla sua implementazione praticando strategie e modalità concordate nell’équipe educativa

e sotto il diretto controllo di quest’ultima

Si confronta con gli operatori nella riunione d’équipe settimanale, ha il contatto diretto

con i minori accolti

Partecipa alla formazione generale e specifica, alle

riunioni d’équipe settimanali, agli incontri

di verifica periodici (semestrali) sugli obiettivi

del PEI.

Partecipa a riunioni e testimonianze sul

territorio con gli altri volontari del servizio

Le attività previste nei diversi ambiti di impiego che svolgeranno i volontari in servizio civile saranno:

AMBITO ATTIVITA’ DEI VOLONTARI

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GESTIONALE

Disbrigo di mansioni di ordine pratico Gestione del telefono Trasporto scolastico

EDUCATIVO

Affiancamento nei compiti scolastici Osservare le capacità dei minori nello svolgimento dei compiti Controllo del corredo scolastico Controllo della comprensione del testo Somministrazione di schede per il recupero delle carenze di base Predisporre i materiali e le attività creative da realizzare Affiancare i minori durante le attività creative e laboratoriali come la sartoria Affiancare i minori durante le attività di ortoterapia Osservazione delle capacità dei minori durante la realizzazione delle attività Selezionare e organizzare i giochi di animazione educativa da proporre Somministrazione dei giochi Verifica dei risultati proposti con gli interventi educativi Monitorare la partecipazione dei minori ai gruppi strutturati

RELAZIONALE

Relazionarsi con i minori con empatia Stabilire un rapporto di fiducia e di stima reciproca Condividere con i minori il momento dei pasti Stimolare i minori ad avere senso critico Gestione dei conflitti Risoluzione dei problemi

PROFESSIONALE

Lavorare in equipe Redazione del diario giornaliero a fine turno Redazione della relazione mensile Raccolta ed organizzazione dei dati Collaborazione nella progettazione degli interventi educativi Collaborazione nella valutazione e verifica degli interventi attuati Partecipazione agli incontri di formazione generale e specifica Partecipazione agli incontri settimanali di verifica del servizio Partecipazione all’incontro mensile con il coordinatore delle comunità

Tutto questo, nell’ottica del piano di impiego del volontario, vuole far sì che, attraverso l’esperienza diretta, possa far propri quei valori di pace, giustizia e solidarietà che la Caritas vede concretizzati nell’incontro e nella vicinanza agli ultimi e nella scelta di uno stile di vita connotato dalla promozione della solidarietà sociale e dalla sobrietà vissuta nelle scelte quotidiane. A tal fine, come valore aggiunto, Caritas propone alcune possibili strade attraverso cui sperimentare, nell’incontro con l’altro, una vita basata su questi valori, auspicando che queste esperienze possano avere un peso e possano essere riferimento per le scelte future del giovane: Vita comunitaria: chi vive in comunità ha la possibilità di sperimentare e promuovere uno stile di vita in linea con i principi dell’obiezione di coscienza, della solidarietà e nello spirito della cittadinanza attiva, una palestra di relazione e condivisione in cui cercare di fare propri i valori di sobrietà, partecipazione e vicinanza ai poveri. La vita comunitaria diventa determinante dell’esperienza:

✓ in termini di relazione: vivere con altre persone è entusiasmante, ma non certo facile. La quotidianità è un’ottima palestra, che richiede un allenamento costante;

✓ in termini di tempo passato insieme, pur considerando il tempo trascorso in servizio; la comunità contempla momenti di scambio, di confronto, di preghiera, di tempo libero, di relazioni con altri esterni alla comunità (amici, parenti, conoscenti, persone legate al territorio…), di riposo;

21

✓ in termini logistici e organizzativi: si tratta, infatti, di dover gestire una casa e quindi ci si responsabilizza reciprocamente in ordine alle cose da fare e cioè lavare, cucinare, far la spesa, tenere in ordine.

Tale proposta prevede la possibilità di essere seguiti in un percorso comunitario in cui confrontarsi con le diversità che ogni persona porta. Questa attività viene svolta grazie all’apporto di un responsabile esterno che verifica settimanalmente la vita comunitaria proponendo momenti di riflessione comune e verifiche periodiche delle attività e delle dinamiche comunitarie (gestione del conflitto ecc.). Il progetto inoltre prevede la partecipazione anche di volontari non residenti nel comune di realizzazione del progetto medesimo. 9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

N° 8 VOLONTARI 10) Numero posti con vitto e alloggio:

N. posti: 8

Sede di attuazione del progetto

Comune Indirizzo Cod.ident. sede

N.vol.con V/A

Coop.Sociale LA GOCCIA Atripalda (AV) Via Appia III Trav. N.6 90146 4Coop.Sociale LA GOCCIA Atripalda (AV) Via Teodoro Mommsen 35 90149 4

La Cooperativa sociale La Goccia può ospitare all’interno delle due comunità residenziali i volontari che decidono di fare vita comunitaria, la quale - pur non essendo obbligatoria – è comunque parte integrante della proposta di Servizio Civile in Caritas, intesa come percorso di formazione globale della persona. Tale proposta prevede la possibilità di essere seguiti in un percorso comunitario in cui confrontarsi con le diversità che ogni persona porta. 11) Numero posti senza vitto e alloggio:

N. posti: 0 12) Numero posti con solo vitto:

N. posti: 0 13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

30 ORE settimanali. 14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):

N° 6 giorni settimanali di servizio. 15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio:

Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali che, a seconda dei progetti approvati e finanziati dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, potranno essere organizzati anche d’intesa con altre Caritas diocesane della stessa regione, anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, in date e luoghi che verranno comunicati al Dipartimento prima dell’avvio del progetto. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine

22

servizio con momenti residenziali in date e luoghi che verranno tempestivamente comunicati al Dipartimento. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di eventi di formazione, aggiornamento e sensibilizzazione (es. 12 marzo: incontro nazionale giovani in servizio civile). Rispetto della privacy Flessibilità di orario

23

CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE 16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato

N. Sede di

attuazione del progetto

Comune Indirizzo Cod. ident. sede

N. vol. per sede

Nominativi degli Operatori Locali di Progetto Nominativi dei Responsabili Locali di Ente Accreditato

Cognome e nome

Data di nascita C.F. Cognome

e nome Data di nascita C.F.

1

Coop. Sociale "LA GOCCIA"

Atripalda Via Teodoro Mommsen 35 90149

4

DE LUCA LUIGIA

Cosmo Antonio

2

Coop. Sociale "LA GOCCIA" Atripalda Via Appia III

trav. 6 90146 4

PEPE ROSARIO GIOVANNI

Cosmo Antonio

24

17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale: L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e del patrimonio dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana. La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. 1) ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO

NAZIONALE Sito Caritas Italiana www.caritas.it Foglio informativo quindicinale on line “InformaCaritas” di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas” Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it Sito www.antennedipace.org della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all’estero) Stampa di pieghevoli, poster e altro materiale sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire

(12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi

sociali e il lavoro, Pax Christi, Azione Cattolica e Caritas Italiana. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. 2) ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE

PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO 1. Sito internet: ● Presenza di alcune pagine web dedicate, sul Sito della Diocesi di Avellino:

www.diocesi.avellino.it ● Pagina NEWS della Cooperativa La Goccia sul sito www.cooperativalagoccia.it ● Pagina Facebook della Cooperativa La Goccia 2. Stampa ecclesiale: Pubblicazione di inserzioni promozionali e pagine di approfondimento sul settimanale della Diocesi di Avellino: IL PONTE 3. Promozione locale:

● Stampa e diffusione di dépliants (almeno 3.000 copie) e locandine (almeno 1.000 copie).

● presenza su riviste e quotidiani locali (almeno 10 uscite) ● presenza su TV e radio locali (almeno 10 uscite); ● email a tutti i servizi Informagiovani provinciali

Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto: 20 3) ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE

DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO I volontari del servizio civile verranno coinvolti nella progettazione ed attuazione d’incontri con la comunità locale (incontri parrocchiali, scuole, convegni…) portando la loro testimonianza

25

sulle motivazioni della scelta attuata e sulle tematiche del servizio in cui stanno operando. Inoltre parteciperanno alla progettazione e scelta del materiale informativo da presentare per la promozione e la sensibilizzazione del Servizio Civile Nazionale. A tal fine saranno promossi dei momenti di studio e progettazione dei messaggi informativi e per organizzare le seguenti attività: ● Distribuzione materiale di promozione specie ad educatori, animatori e responsabili di

gruppi giovanili; ● consulenza presso gli sportelli di promozione e sensibilizzazione al Servizio Civile presso gli

Informagiovani ; ● giornate periodiche di orientamento organizzate nell’ambito del progetto di animazione ai

giovani e di formazione/informazione di educatori/animatori di gruppi giovanili; pubblicazione e promozione sul sito della Caritas Diocesana www.diocesi.avellino.it

● inserzioni e articoli sul “IL PONTE” settimanale ufficiale della Diocesi di Avellino; ● locandine e brochure; ● incontri nelle scuole, nei gruppi parrocchiali e nelle associazioni di volontariato. Totale ore dedicate durante il servizio civile: 40 Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: 60 18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

Criteri autonomi di selezione verificati nell’accreditamento 19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio): SI 20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento. Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: - incontro di metà servizio (al 5°-6° mese); - incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano; - incontro di fine servizio (al 12° mese); Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza. Durante gli stessi momenti a inizio, metà e fine servizio, verrà distribuito un questionario come previsto dal sistema di monitoraggio accreditato. 21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione

dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

SI 22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti

dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

26

Seppure non vincolanti per la partecipazione al progetto costituiscono elementi preferenziali per un più consapevole e proficuo coinvolgimento nelle attività: Aver conseguito diploma di scuola media superiore La conoscenza di base del computer e dei principali software Possesso della patente B e disponibilità alla guida Conoscenza delle lingue per operare con utenti stranieri Buone capacità relazionali ed in particolare buona capacità di rapportarsi a ragazzi in

difficoltà, persone straniere, persone di cultura differente. Buone doti comunicative ed in particolare capacità di trasmettere chiare e corrette

informazioni e capacità di coinvolgimento degli altri 23) Eventuali risorse finanziarie aggiuntive destinate in modo specifico alla realizzazione del

progetto:

24) Eventuali reti a sostegno del progetto (copromotori e/o partners): Partner (rif. Punto 8)

Ruolo Riferimento

Associazione di

Volontariato PROMETEO – Avellino

Codice Fiscale 92011570642

Metterà a disposizione del progetto le seguenti risorse necessarie per la realizzazione delle attività progettuali: - N.1 volontario esperto in orticoltura che formerà sia gli educatori che i minori sulle tecniche e strumenti da utilizzare nella coltivazione dell’orto.

Lettera di adesione al progetto

Associazione Onlus “Progetto Famiglia –

Affido – Avellino” Codice fiscale: 92066390649

Metterà a disposizione del progetto le seguenti risorse necessarie per la realizzazione delle attività progettuali: - Formatori qualificati per le attività di promozione e sensibilizzazione alle tematiche dell’affido familiare - N.2 Famiglie volontarie per supportare il lavoro delle comunità - N.1 Sarta volontaria per il laboratorio di sartoria

Lettera di adesione al progetto

Azienda Agricola di Macchia Antonio

P.IVA N. 02520370640

Metterà a disposizione del progetto le macchine agricole e la propria consulenza nel settore agricolo

Lettera di adesione al progetto

25) Risorse tecniche e strumentali necessarie per l’attuazione del progetto:

CARATTERISTICHE DELLE CONOSCENZE ACQUISIBILI

27

26) Eventuali crediti formativi riconosciuti:

Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo.

Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche.

Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Convenzione per tirocini di stages/tirocini di formazione e orientamento con Università Ca’Foscari di Venezia.

27) Eventuali tirocini riconosciuti :

Convenzione collettiva per tirocini curriculari, tirocini extracurriculari formativi e di orientamento, tirocini professionalizzanti con Università degli Studi di Bergamo.

Convenzione di tirocinio di formazione ed orientamento con Università degli studi di Genova-Facoltà di Scienze Politiche.

Convenzione per tirocini di formazione e orientamento curriculari con Università di Pisa-Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere.

Convenzione quadro per tirocini di formazione e orientamento con Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Convenzione per tirocini di stages/tirocini di formazione e orientamento con Università Ca’Foscari di Venezia.

La Cooperativa La Goccia è ente convenzionato con istituti universitari pubblici e privati per lo svolgimento del Tirocinio di Formazione e di Orientamento obbligatorio. In base a tali convenzioni, le esperienze formative svolte presso le Comunità alloggio sono riconosciute a tutti gli effetti come tirocini utili all’espletamento degli obblighi formativi universitari.

Ente convenzionato Facoltà – Corso di laurea Allegato Istituto Universitario “Suor Orsola Benincasa” - Salerno

Corso di Laurea in Scienze del Servizio Sociale

Convenzione

Università degli Studi di Salerno

Facoltà di Scienze della FormazioneCorso di Laurea in Scienze dell’Educazione Indirizzo Educatori Professionali Extrascolastici Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di Laurea in Sociologia

Convenzione

28) Attestazione delle conoscenze acquisite in relazione alle attività svolte durante l’espletamento del servizio utili ai fini del curriculum vitae:

Per tutti coloro che concludono il Servizio Civile è previsto il rilascio di un attestato da parte di Caritas Italiana in cui vengono riportate la tipologia del servizio svolto e le competenze che vengono conseguite durante il servizio (modello consegnato al Dipartimento da Caritas Italiana). La singola Caritas diocesana rilascia –su richiesta dell’interessato e per gli usi consentiti dalla legge- ulteriore documentazione più dettagliata e particolareggiata. Le stesse competenze sono riconosciute e certificate mediate il rilascio di un attestato da parte dell’Ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”, come da convenzione allegata.

28

Il progetto consente l'acquisizione delle seguenti competenze riconosciute e certificate da Caritas Italiana e dall’ente terzo CGM - Consorzio Nazionale della Cooperazione di Solidarietà Sociale “Gino Mattarelli”: COMPETENZE TRASVERSALI - Costruire messaggi chiari, al fine di fornire informazioni corrette ai giovani interessati alle

attività organizzate dall’associazione. - Adottare stili di comportamento propositivi, improntati alla cordialità e alla cortesia. - Collaborare con i professionisti coinvolti nel progetti, in relazione ai propri compiti e ai

risultati da raggiungere. - Integrarsi con altre figure/ruoli professionali e non. - Adeguarsi al contesto: linguaggio e atteggiamenti, rispetto delle regole e orari. - Gestire la propria attività con la dovuta riservatezza ed eticità. - Controllare la propria emotività rispetto alla sofferenza. - Lavorare in team per produrre risultati collettivi. - Assumere le necessarie decisioni gestionali in sufficiente autonomia, seppur nell’ambito di

sistemi e procedure già calibrati e condivisi. - Collaborare con il Personale dell’Ente e con i colleghi.

COMPETENZE SPECIFICHE - Applicare tecniche di animazione, socializzazione e di gioco per favorire l’integrazione dei

singoli e dei gruppi. - Accompagnare e supportare il minore nell’attività di studio e ricreativa. - Collaborare alla progettazione, organizzazione e conduzione di attività di socializzazione, di

ricostruzione della rete relazionale. - Collaborare con la struttura ospedaliera per renderla piu’ accogliente ai bambini e ai

familiari. - Stabilire canali di comunicazione tra il minore, la famiglia, la scuola, il territorio, i servizi

presenti e il contesto parrocchiale. - Mediare i rapporti con il minore, e tra il minore e le agenzie educative presenti sul

territorio. - Applicare tecniche di stimolazione cognitiva - Coinvolgere i minori nelle attività proposte. - Leggere i bisogni dei minori, e proporre attività di interesse. - Utilizzare tecniche specifiche di animazione: attività di intrattenimento (giochi, musica,

films ecc…); supporto ad attività scolastiche; attività sportive; attività occupazionali (disegno, patchwork, manipolazione creta, pittura); attività culturali (visite e gite, raccolta storie personali, drammatizzazione), sostegno ai legami familiari (feste , accompagnamento), supporto ad attività a valenza assistenziale (riattivazione individuale - stimolazione cognitiva in senso lato).

- Capacità di ascolto dei bisogni e delle problematiche dei minori; - Capacità di gestione di dinamiche di gruppo all’interno del gruppo dei pari degli adolescenti; - Capacità di gestione di un gruppo di adolescenti nelle attività ludico-sportive; - Capacità di orientamento del minore verso studi appropriati alle caratteristiche possedute

da ciascuno. - Capacità rapporto con minori con problematiche di tipo sociale in atto - Tecniche di animazione attraverso il teatro dei burattini e l’elaborazione di fumetti. - Capacità di lettura dei bisogni dei minori, e proposta di attività di interesse. - Capacità di mediare i rapporti e le relazioni con i minori e i giovani utilizzando codici

linguistici chiari e comprensibili per la generazione di riferimento. - Essere in grado di orientare il minore verso percorsi di crescita personale etici e morali, e

verso validi percorsi formativi e professionali. - Saper informare il minore e il giovane dei servizi presenti sul territorio.

29

Formazione generale dei volontari 29) Sede di realizzazione:

Presso Curia Vescovile di Avellino, Piazza Libertà n. 23, 83100 - Avellino 30) Modalità di attuazione:

La formazione è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente 31) Ricorso a sistemi di formazione verificati in sede di accreditamento ed eventuale

indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio:

SI 32) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato in sede di accreditamento, il percorso di formazione generale si attua con le seguenti tecniche e metodologie.

❑ Metodologia Per ogni obiettivo formativo viene considerato: - la coscientizzazione: essere/divenire consapevoli di sé, dell’altro, del mondo - dalla conoscenza della realtà al saper comunicare la realtà - dal sapere di essere nella realtà al saper stare nella realtà - dal saper fare al saper fare delle scelte - dallo stare insieme al cooperare ed in relazione a questi livelli la dimensione: - individuale della persona - la famiglia, il gruppo, la comunità di appartenenza - la società, il mondo attraverso: - lezioni frontali (non meno del 30% delle 42 ore); - elaborazione dei vissuti personali e di gruppo, simulazioni, lavori in gruppo e riflessioni personali (non meno del 40% delle 42 ore); - testimonianze e/o visite ad esperienze significative

❑ Articolazione della proposta di formazione previste; totale nei primi sei mesi dall’avvio del progetto: 42 ore. La proposta è articolata in un percorso di formazione caratterizzato da: - corso di inizio servizio di alcune giornate nel primo mese di servizio. - incontri di formazione permanente di alcune ore o al massimo di 1-2 giornate ciascuno

nei mesi successivi. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio e periodici dal 5° al 12° mese (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici a partire dalla verifica dell’esperienza svolta nell’incontro di monitoraggio.

❑ Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti;

30

Durante il servizio civile: valutazione attraverso scheda di verifica a conclusione dei singoli moduli formativi. Successive condivisioni e confronti in gruppo. 33) Contenuti della formazione:

A partire dai contenuti previsti per la formazione generale nella circolare “Linee guida per la formazione generale dei volontari”, ed il sistema di formazione verificato dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale in sede di accreditamento, si propone una formazione generale che preveda due fasi:

una prima fase di 36 ore circa che tiene conto delle indicazioni delle “Linee guida per la formazione generale dei volontari” in cui presentare ad un primo livello i singoli argomenti che saranno poi, dove necessario, approfonditi a partire dalle esigenze del gruppo. Verranno unificate alcune tematiche all’interno dei momenti previsti e verrà dedicato il primo periodo all’aspetto formativo istituzionale (una giornata settimanale). La tempistica verrà modulata secondo la tabella sottostante:

Moduli Linee Guida Moduli Caritas Tempistica Modalità (1)L’identità del gruppo in formazione e patto formativo

Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione. Sostenere l’orientamento per il futuro.

6 6i

Dall’obiezione di coscienza al servizio civile nazionale.

Comprendere il significato di concorrere alla difesa della patria

2 2f

Il dovere di difesa della Patria -difesa civile non armata e nonviolenta

4 3f – 1i

La normativa vigente e la Carta di impegno etico

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 1f – 1i

La formazione civica Favorire l’educazione alla solidarietà, alla cittadinanza attiva, alla pace e alla responsabilità ambientale

3 2f – 1iLe forme di cittadinanza 3 2f – 1iLa protezione civile 3 2f – 1i

La rappresentanza dei volontari nel servizio civile

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

1 1i

Presentazione dell’ente Conoscere la Caritas come ente 3 2f – 1iIl lavoro per progetti Conoscere il sistema del Servizio Civile

Nazionale2 1f – 1i

L’organizzazione del servizio civile e le sue figure

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 2f

Disciplina dei rapporti tra enti e volontari del servizio civile nazionale

Conoscere il sistema del Servizio Civile Nazionale

2 2f

Comunicazione interpersonale e gestione dei conflitti

Promuovere la prosocialità. Sostenere l’esperienza e la sua rielaborazione. Favorire l’attenzione alla cura delle relazioni. Sostenere la motivazione.

3 3i

36 20f – 17i

(1) f: lezione frontale; I:dinamiche non formali Fermo restando le ore complessive di formazione ed i temi, l’articolazione della proposta sarà adattata in base al gruppo dei volontari in formazione. Al termine della prima fase verranno proposti alcuni strumenti per verificare il gradimento e l’interesse dei giovani rispetto a tutte le tematiche presentate, in modo da programmare il restante percorso formativo. Una seconda fase di 6 ore circa dove sarà possibile dedicare più attenzione e tempo ad alcune tematiche rispetto ad altre partendo dalle esigenze e dalle risorse dei giovani e delle

31

realtà locali. Si approfondiranno gli stessi contenuti affrontati nella prima fase e si individueranno altre tematiche in base alle esigenze ed alla situazione del gruppo particolare di volontari. Inoltre durante i momenti di verifica di metà e fine servizio (vedi il piano di monitoraggio interno descritto alla voce 21), verranno proposti anche degli approfondimenti tematici, inerenti ai contenuti di formazione generale, a partire dalla verifica dell’esperienza svolta. 34) Durata:

Il progetto prevede un percorso formativo generale di 42 ore.

Formazione specifica (relativa al singolo progetto) dei volontari 35) Sede di realizzazione:

La formazione specifica si terrà presso la sede della comunità alloggio IL MARSUPIO: Via Teodoro Mommsen 35 - 83042 Atripalda (AV)

36) Modalità di attuazione:

La formazione specifica è effettuata in proprio, presso l’Ente, con formatori dell’Ente

37) Nominativo/i e dati anagrafici del/i formatore/i:

1. PEPE ALFONSO 2. TOMASETTA ANNA 3. FOLLO MICHELE

38) Competenze specifiche del/i formatore/i:

39) Tecniche e metodologie di realizzazione previste:

Si rinvia alle tecniche e metodologie di realizzazione previste nel sistema di formazione verificato dall’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile in sede di accreditamento in particolare questo aspetto viene curato in collaborazione con le sedi di attuazione del progetto ed ha come obiettivo un positivo inserimento nel contesto di servizio in modo da garantire la tutela sia dei volontari in servizio civile che dell’utente dello stesso servizio.

❑ Metodologia - accompagnamento ed affiancamento personale stabile - formazione sul campo

La metodologia prevista sarà inoltre incentrata alla promozione di un clima di apprendimento interattivo e cooperativo, richiamando e valorizzando ogni competenza dei volontari, valorizzando idee e creatività nella ricerca di modalità di progettazione e di intervento, fornendo opportuni strumenti di analisi e di riflessione relativi alle situazioni che i volontari saranno chiamati a gestire. In particolare verranno utilizzate: - tecniche di simulazione per favorire un clima in cui il volontario possa apprendere

immerso nelle situazioni;

32

- tecniche di analisi della situazione con le quali il volontario possa apprendere dalle situazioni (leggendole);

- tecniche di riproduzione operativa con le quali il volontario possa apprendere operando sulle situazioni;

- tecniche di produzione cooperativa con le quali il volontario possa imparare a modificare (o a inventare) le situazioni.

❑ Numero di ore di formazione previste - durante il servizio: 72 ore annue attraverso la partecipazione a momenti di staff degli operatori della sede di attuazione del progetto e all’interno delle comunità con i formatori di riferimento.

❑ Numero verifiche previste e relativi strumenti utilizzati anche per la misurazione dei livelli di apprendimento raggiunti; Nella fase di accesso al servizio: verifica attraverso scheda conforme a livello nazionale per la valutazione del tirocinio osservativo e del successivo tirocinio pratico. Durante il servizio civile ai volontari verrà proposto un percorso formativo complessivo comprendente: incontro di accoglienza iniziale: presentazione della sede di realizzazione del progetto,

delle attività svolte, del ruolo e delle responsabilità richieste al volontario; incontri periodici di verifica e programmazione insieme agli operatori della sede di

realizzazione del progetto al fine di confrontarsi sui casi, confrontarsi sulle difficoltà incontrate e per trasmettere i contenuti formativi affinché il volontario possa raggiungere gli obiettivi previsti;

incontri di supervisione mensile: fornire al volontario la possibilità di esternare il proprio vissuto emotivo in ordine al rapporto con gli utenti e con gli operatori del centro;

incontri specifici di approfondimento tematico su argomenti relativi al progetto; possibile partecipazione a eventi formativi rivolti agli operatori dei centri; incontro di bilancio finale per effettuare una valutazione condivisa dell’esperienza del

volontario; presentazione da parte dei volontari di una relazione di “fine servizio” per una “restituzione” dell’esperienza.

40) Contenuti della formazione:

La comunità alloggio è uno spazio fisico, psichico, relazionale in cui si sostengono i minori nel recupero della propria identità e dignità di individui, sperimentando relazioni positive di accudimento e cura fisica e psichica. La gestione di una comunità prevede la presa in considerazione e l’intervento su due livelli: - livello organizzativo (gestione del quotidiano) - livello psicologico (motivazioni, bisogni, esigenze, etc.) I due livelli vanno considerati separatamente ed integrati progressivamente. La formazione specifica prevista per i volontari del servizio civile è divisa in tre parti: un modulo sulla sicurezza e sui rischi connessi all’impiego dei volontari in servizio civile, un percorso di base ed un percorso di approfondimento.

MODULO CONTENUTI FORMATORE ORE Formazione ed informazione sui rischi connessi all’impiego dei volontari nei progetti di servizio civile

Informazione e formazione sui rischi specifici esistenti nell’ambiente di svolgimento del servizio civile; Informazione sulle misure di prevenzione ed emergenza adottate; Informazione e misure di prevenzione adottate tra l’attività svolta dal volontario e le altre attività che si svolgono in contemporanea nello stesso luogo.

Arch.Follo Michele

12

Organizzazione

Differenziazione di responsabilità/organigramma

Dr.ssa

33

delle strutture residenziali

Mansioni, ruolo, compiti di ogni figura professionale Procedure di lavoro adottate (sistema qualità UNI UN ISO 9001:2000) Privacy, etica e deontologia dell’operatore delle comunità residenziali

Tomasetta Anna

8

Gli aspetti legislativi

Legislazione nazionale e regionale Elementi di diritto di famiglia in particolare del diritto dei minori Elementi di diritto amministrativo con particolare riferimento al collocamento dei minori in comunità educative residenziali, ai rapporti tra enti pubblici, servizi sociali, tribunali per i minorenni e istituzioni non profit

Dr.ssa Tomasetta Anna

6

Lavorare su se stessi

Lavorare per fare un percorso di crescita personale/limiti e risorse La creatività Le emozioni Livello di comunicazione verbale e non verbale/ linguaggi comuni Rafforzare ed orientare la motivazione

Dr. Pepe Alfonso

10

Le competenze professionali

capacità di lettura dei bisogni osservazione degli atteggiamenti gestione dei tempi e delle routine quotidiane gestione dei conflitti gestione delle emergenze livello di autonomia/progettualità/lavoro di rete

Dr. Pepe Alfonso

10

Presa in carico del minore

Accoglienza il progetto educativo individualizzato gli strumenti educativi (diario di bordo, le schede di osservazione, descrittori comportamentali, colloqui con i ragazzi, relazioni periodiche). Problematiche specifiche: il maltrattamento, l’abuso, l’educazione alimentare, i disturbi Fondamenti di psicologia generale e patologie dell’infanzia, della preadolescenza e dell’adolescenza

Dr. Pepe Alfonso

10

Le modalità di produzione e organizzazione del servizio

Formulare azioni di animazione con caratteristiche educative Come si programma un’attività educativa Strumenti e materiali per pianificare una attività educativa con i minori Come pianificare una attività creativa: la finalità, gli obiettivi educativi e quelli tecnici, gli strumenti adoperati, la metodologia, la verifica dei risultati educativi e tecnici La riunione con lo staff educativo per la verifica delle attività programmate. La documentazione dei risultati in rapporto agli obiettivi e alle attività realizzate Socializzazione degli esiti delle attività realizzate nell’ambito dell’équipe di lavoro. Organizzare le azioni educative nel piccolo e grande gruppo. Interazione educativa attraverso il sostegno scolastico

Dr.ssa Tomasetta Anna

16

34

41) Durata:

72 ore

Altri elementi della formazione

42) Modalità di monitoraggio del piano di formazione (generale e specifica) predisposto: Si rinvia al sistema di monitoraggio verificato dal Dipartimento in sede di accreditamento Data 30/09/2016

Il direttore della Caritas diocesana Il Responsabile legale dell’ente Don Francesco Antonio Soddu

Direttore