SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN...

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1 SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA ENTE 1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Caritas diocesana di Pavia Operante nella Diocesi di Pavia dagli anni ’70 sotto la guida di Mons. Gandini, si approccia alle situazioni di emarginazione e povertà attraverso tre momenti: l’ascolto, l’osservazione, l’accompagnamento nelle s celte importanti. Gli strumenti di servizio sono: il Centro d’Ascolto, dove vengono accolte le persone in difficoltà e dove vengono elargiti i primi aiuti, il Gruppo Volontariato Carcere che offre sostegno umano e assistenza materiale ai detenuti (in particolare a quelli senza una famiglia che li segua) e l’ Ambulatorio Medico in cui vengono visitate gratuitamente le persone in condizioni disagiate e tutti coloro che non usufruiscono dell’assistenza sanitaria. Essa inoltre lo strumento ufficiale della diocesi per la promozione ed il coordinamento delle iniziative caritative ed assistenziali nella Chiesa locale, con particolare attenzione allo sviluppo e al sostegno delle Caritas parrocchiali. L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: CARITAS DIOCESANA DI PAVIA Via XX Settembre 38/B cap 27100 città PAVIA Tel. 0382 22084 Fax 0382 307207 E-mail [email protected] Persona di riferimento: Roberta Cigolini 2) Codice di accreditamento: NZ01752 3) Albo e classe di iscrizione: NAZIONALE 1° CLASSE

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    SCHEDA PROGETTO PER L’IMPIEGO DI VOLONTARI IN SERVIZIO CIVILE IN ITALIA

    ENTE

    1) Ente proponente il progetto: CARITAS ITALIANA La Caritas Italiana è l'organismo pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) con lo scopo di promuovere «la testimonianza della carità nella comunità ecclesiale italiana, in forme consone ai tempi e ai bisogni, in vista dello sviluppo integrale dell'uomo, della giustizia sociale e della pace, con particolare attenzione agli ultimi e con prevalente funzione pedagogica» (art.1 dello Statuto). È nata nel 1971, per volere di Paolo VI, nello spirito del rinnovamento avviato dal Concilio Vaticano II. Ha prevalente funzione pedagogica, cioè tende a far crescere nelle persone, nelle famiglie, nelle comunità, il senso cristiano della Carità. Caritas diocesana di Pavia Operante nella Diocesi di Pavia dagli anni ’70 sotto la guida di Mons. Gandini, si approccia alle situazioni di emarginazione e povertà attraverso tre momenti: l’ascolto, l’osservazione, l’accompagnamento nelle scelte importanti. Gli strumenti di servizio sono: il Centro d’Ascolto, dove vengono accolte le persone in difficoltà e dove vengono elargiti i primi aiuti, il Gruppo Volontariato Carcere che offre sostegno umano e assistenza materiale ai detenuti (in particolare a quelli senza una famiglia che li segua) e l’ Ambulatorio Medico in cui vengono visitate gratuitamente le persone in condizioni disagiate e tutti coloro che non usufruiscono dell’assistenza sanitaria. Essa inoltre lo strumento ufficiale della diocesi per la promozione ed il coordinamento delle iniziative caritative ed assistenziali nella Chiesa locale, con particolare attenzione allo sviluppo e al sostegno delle Caritas parrocchiali.

    L’Ente presso il quale devono essere indirizzate le domande per il presente progetto è: CARITAS DIOCESANA DI PAVIA Via XX Settembre 38/B cap 27100 città PAVIA – Tel. 0382 22084 Fax 0382 307207 E-mail [email protected] Persona di riferimento: Roberta Cigolini

    2) Codice di accreditamento:

    NZ01752

    3) Albo e classe di iscrizione:

    NAZIONALE 1° CLASSE

    mailto:[email protected]

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    CARATTERISTICHE PROGETTO

    4) Titolo del progetto: ASCOLTA, RACCONTA, CAMMINA - PAVIA

    5) Settore ed area di intervento del progetto con relativa codifica (vedi allegato 3):

    Settore: ASSISTENZA Area di intervento: DISAGIO ADULTO Codice: A12

    6) Descrizione dell’area di intervento e del contesto territoriale entro il quale si realizza il progetto con riferimento a situazioni definite, rappresentate mediante indicatori

    misurabili; identificazione dei destinatari e dei beneficiari del progetto: Pavia è uno dei capoluoghi di provincia, della Lombardia. Si situa sulle rive del fiume Ticino, un poco a nord dalla confluenza nel Po, a 35 km a sud di Milano. Dal Medioevo è sede di una delle più antiche università italiane. Pavia è il capoluogo di una fertile provincia dedicata soprattutto all'agricoltura (produzione di vino, riso e cereali). Poche sono le industrie; le principali attività della città sono correlate alla presenza dell'Università e di luoghi di cura rinomati a livello nazionali, come il Policlinico San Matteo, non che al settore dei servizi. Questa l’evoluzione demografica del territorio corrispondente alla diocesi di Pavia (dati aggiornati al 31/12/2011 provenienti dall'Osservatorio dell' ASL):

    0-14 15-24 25-34 35-49 50-64 65-100

    Totale

    Italiani 22.863 11,7% 14.259 7,3% 19.628 10,1% 45.062 23,2% 34.993 18% 38.234 19,6% 175.039 90%

    Stranieri 3.754 1,9% 2.532 1,3% 5.173 2,6% 5.671 2,9% 1.849 0,9% 289 0,1% 19.268 10%

    Totale 26.617 13,6% 16.791 8,6% 24.801 12,7% 50.733 26,1% 36.842 19% 38.523 19,7% 194.307 100%

    Da questa tabella si può notare una percentuale piuttosto alta di anziani sopra i 65 anni (19,7 %), che mette in evidenza il fenomeno di invecchiamento della popolazione. Le fasce d'età infantili e giovanili sono le più scarse numericamente. La presenza di immigrati regolari è in costante crescita e consiste in 19.268; si può osservare in particolare quanto la struttura d'età della popolazione straniera sia differente da quella italiana. La popolazione straniera è giovane: circa il 90% degli stranieri ha infatti meno di 50 anni a fronte del 60% circa degli italiani. Tali considerazioni spingono la Caritas di Pavia, che da tempo si occupa dei disagi vissuti dalla popolazione, a focalizzare il suo intervento su un target ben preciso. L’area di intervento e di bisogno che si intende individuare nel seguente progetto riguarda il Disagio adulto generato da indigenza economica e da problematiche legate all’ immigrazione. Sede di attuazione : Centro d’Ascolto (Codice Helios 1705 ) Per rispondere ai disagi legati alla ricerca abitativa, lavorativa, e alle problematiche di povertà ed immigrazione, la Caritas Diocesana di Pavia si avvale del Centro d’Ascolto Diocesano, struttura dotata di uno sportello per accogliere le persone in difficoltà e per ascoltare le loro problematiche. Il Centro d’Ascolto Diocesano della città si Pavia lavora in rete con i Servizi Sociali dei vari Comuni della Diocesi e offre un servizio di orientamento alla risoluzione del disagio esposto dagli utenti. Esso è sito in pieno centro storico, e posto vicino a una zona adibita a parcheggio urbano (al limite della zona pedonale); è così facilmente raggiungibile sia con l’autobus che con l’automobile. È costituito da due piani con due stanze per ciascun piano:

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    al pian terreno si trova lo sportello di orientamento; ivi gli utenti vengono indirizzati all’ufficio che meglio può rispondere alle loro esigenze. Allo stesso pian terreno è ubicato l’ufficio dell’operatore che si dedica a casi complessi che richiedono spesso la mediazione dei servizi sociali; al primo piano sono posti due locali in cui è presente la segreteria e un ufficio dove si organizzano e si svolgono gli incontri di orientamento lavorativo; ivi vengono anche svolti i primi colloqui tra i datori di lavoro e i candidati selezionati. In orario pomeridiano inoltre questi locali ospitano lo Sportello Famiglia, un progetto di sostegno alle famiglie che hanno bambini di età inferiore ai tre anni, in collaborazione con il CAV ed i Servizi Sociali del Comune di Pavia, lo sportello che fornisce informazioni sulle iniziative relative al Microcredito e l'Osservatorio delle Povertà e delle Risorse. Nel giugno di quest’anno è stato inoltre inaugurato lo sportello “Avvocati di strada”, sempre presso il centro d’ascolto, che fornisce orientamento e assistenza legale in particolare ai senza fissa dimora e agli stranieri con problemi per il permesso di soggiorno. Il Centro è aperto al pubblico dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 12.00 ed il martedì e il giovedì dalle 15.00 alle 17.00 per lo sportello microcredito. La distribuzione di generi alimentari avviene il venerdì dalle 09.00 alle 12.00 mentre in orario tardo pomeridiano si organizzano lezioni di italiano a seconda delle necessità dei partecipanti. Il sabato, indicativamente una volta al mese, vengono invece organizzate le raccolte alimentari nei supermercati che sostengono l’attività di distribuzione di viveri insieme agli aiuti CEE dell’AGEA (Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura). Il Centro di Ascolto offre un servizio di orientamento alla risoluzione del disagio esposto dagli utenti (dando indicazioni relative alle mense gratuite, ai punti di distribuzione vestiti, all’ambulatorio medico gratuito che provvede anche alle distribuzione di medicinali; orientando all’inserimento lavorativo persone in cerca di lavoro soprattutto nei settori dell’assistenza agli anziani, o nei settori di baby sitter e colf); mantiene inoltre rapporti con la Questura per aiutare gli immigrati a risolvere problematiche burocratiche. Aiutare le persone ad imparare a cercare lavoro può, a medio/lungo termine, dare buoni frutti permettendo agli utenti di fare un primo passo verso la risoluzione della situazione di difficoltà in cui si trovano. La struttura del Centro di Ascolto è sede dell’ Osservatorio delle povertà e delle risorse delle Caritas, in quanto base privilegiata per osservare vecchie e nuove povertà sul territorio, per raccogliere dati direttamente sul campo, per elaborare gli stessi dati in maniera utile alla ricerca di nuove soluzioni ai problemi sociali. La portata degli interventi realizzati dal Centro di Ascolto è proprio il frutto del lavoro di osservazione sui dati raccolti nel corso degli anni. Qui di seguito proponiamo una breve analisi dei dati raccolti nell’anno 2011: Il Centro d’ascolto della Caritas di Pavia, in Via XX Settembre 38/b, accoglie chi arriva in cerca di ascolto perché si trova in una situazione di disagio, spesso economico ma anche psicologico e affettivo. Le persone che ascoltiamo infatti portano con sé, accanto a problematiche concrete, difficoltà derivanti dalla povertà e dalla marginalità come l’isolamento, il senso di solitudine, di insicurezza, la paura di non farcela a risollevarsi. Proprio per queste ragioni gli operatori cercano di fornire, accanto ai primi servizi di emergenza, un approccio multidimensionale alla soluzione dei problemi. L’accompagnamento e l’ideazione di un progetto personalizzato sulla base della storia della persona che si aiuta dovrebbe contraddistinguere il nostro intervento, anche se spesso non è facile riuscire a stabilire una relazione di fiducia e reciprocità che conduca al successo dell’intervento e quindi alla liberazione dallo stato di indigenza. La realtà, infatti, è più complessa e vede la presenza di utenti “cronici” che frequentano il nostro centro d’ascolto da anni, a volte per mancanza di risorse personali, a volte per abitudine e “assuefazione” ad un servizio che pur non essendo risolutivo, come il pacco viveri fornito ogni 15 giorni, costituisce probabilmente anche un modo per incontrare gli operatori e per continuare una situazione di dipendenza dall’aiuto. Considerando il numero delle persone ascoltate, notiamo un incremento notevole nel corso degli anni: da 290 nel 2007 a 593 nel 2011.

    Figura 1 - Utenti Cda dal 2007 al 2011: italiani e stranieri

    0,00%

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    90,00%

    2007 2008 2009 2010 2011

    Italiani

    Stranieri

    Nonostante il numero degli stranieri sia leggermente diminuito, questi rimangono la maggioranza dell’utenza assestandosi al 67% del totale. Da sottolineare è però la tendenza in atto dal 2007 all’aumento della percentuale di italiani: come si può notare anche dal grafico nel 2007 i connazionali che si sono rivolti al Cda erano il 21%, per aumentare di 12 punti percentuali nel giro di 5 anni.

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    Analizzando i dati in modo più approfondito e differenziandoli per genere rileviamo che il numero delle donne italiane che si sono rivolte al Cda è in crescita, dal 14,4% nel 2007 al 16,3% nel 2010 fino al 18,2% nel 2011;

    Figura 2 - Utenti Cda: tipologia

    Per quanto riguarda l’età dei nostri utenti, notiamo che dal 2007 in avanti la fascia tra i 30 ed i 45 anni mostra un continuo aumento percentuale: dal 32,4%nel 2007 al 43,7% nel 2011. Sempre nello stesso periodo assistiamo ad un abbassamento dell’età degli italiani mentre la maggior parte degli stranieri si assesta sulle fasce d’età centrali. La maggior parte degli italiani ha comunque oggi un’età più elevata rispetto all’utenza straniera. Tra gli utenti italiani del centro d’ascolto le classi di età più frequenti sono dai 36 anni ai 45 anni e dai 65 ai 100 mentre la fascia d’età più rappresentata per quanto riguarda gli stranieri è quella dai 31 ai 40. La numerosità degli italiani dai 65 anni in su rivela il fenomeno della povertà della terza età: sempre più anziani non riescono a mantenersi con la sola pensione e hanno bisogno di un aiuto, per lo più economico.

    Figura 3 - Suddivisione in fasce d'età

    La struttura della piramide di età azzurra corrisponde perfettamente con la struttura per età della popolazione italiana (forma “a botte” che corrisponde ad un aumento della popolazione anziana rispetto ai giovani) ma notiamo una tendenza alla stabilizzazione degli stranieri e all’aumento degli stessi in fasce d’età centrali. Per quanto riguarda lo stato civile la maggioranza dell’utenza risulta essere coniugata (37,4%), soprattutto tra gli stranieri(41,7%) che sono in netta prevalenza rispetto gli italiani (28,2%). Le percentuali degli utenti stranieri risultano inferiori in tutte le altre voci: divorziato, separato e vedovo mentre tra i liberi la maggioranza è straniera. Facendo un confronto con gli anni passati, è diminuita la percentuale dei coniugati (rispetto al 2007 è diminuita dal 45 % al 37%), quella dei divorziati (dal 11,7% al 5,6%) e quelle dei vedovi/e (dal 7,5% al 4%).È invece raddoppiata la percentuale dei separati, dal 5,8% del 2007 al 10,1% del 2011. Per quanto riguarda i figli le famiglie più numerose risultano essere quelle straniere, anche con più di tre figli (4,5%). Importante la percentuale di utenti senza figli, che risultano essere la maggior parte sia per italiani che stranieri (solo il 6,5% degli italiani ha figli mentre la percentuale sale al 20% per gli stranieri).

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    Uomini Donne

    Italiani

    Stranieri

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    0-18

    19-25

    26-30

    31-35

    36-40

    41-45

    46-50

    51-55

    56-60

    61-64

    65-100

    Totale

    Stranieri

    Italiani

    il numero degli uomini è raddoppiato (dal 7,2% nel 2007 al 1,74 % nel 2011); lo stesso aumento si registra tra gli uomini stranieri passati dal 10,6% al 16,7%; in calo la percentuale di donne straniere sul totale, dal 67% del 2007 al 50,4% del 2011, anche se in valore assoluto risultano comunque essere un numero molto elevato (quasi il triplo rispetto alle donne italiane e agli uomini stranieri).

    Notiamo ancora che mentre gli italiani sono distribuiti in maniera abbastanza equa e proporzionata per quanto concerne il genere, gli stranieri che si sono rivolti dal CdA nell’ultimo anno sono per generalmente di sesso femminile. Si riduce comunque rispetto allo scorso anno la percentuale di uomini, sia italiani che stranieri.

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    I dati relativi al titolo di studio sono inevitabilmente approssimati a causa della difficoltà di rilevazione (convertibilità dei titoli e mancanza di certificazioni) e il livello di scolarità dell’immigrato è misurato generalmente dal numero di anni di scuola frequentati più che dal titolo raggiunto. Tali imperfezioni probabilmente diminuiscono la significatività delle distinzioni tra i livelli di istruzione contigui (per esempio tra scuola elementare e media inferiore oppure tra media inferiore e media superiore) ma non inficiano quelle fra classi più ampie e generiche (per esempio, tra istruzione superiore di base).

    Figura 4 - Titolo di studio

    In realtà, crediamo che questo andamento possa essere imputabile anche ad una certa difficoltà nella rilevazione dei dati di cui si è appena fatto riferimento. Questi ultimi due anni (2010-2011) sono stati caratterizzati da una certa tendenza all’omogeneizzazione dei titoli di studio: la maggior parte degli italiani e degli stranieri hanno entrambi lo stesso titolo di studio, ossia la licenzia media inferiore (anche se ovviamente con percentuali diverse: per il 2010 si rileva il 48% degli italiani contro il 29% degli stranieri; nel 2011 riscontriamo una contrazione per entrambi i gruppi, 45% per i primi e 25% per quanto riguarda i secondi). Questa sorta di omogeneizzazione dei titoli, tuttavia, non è rispettata per quanto riguarda il titolo di studio più alto: la laurea. È interessante notare che tra i laureati prevalgono in maniera netta gli stranieri rispetto agli italiani, 8% degli utenti stranieri è laureato mentre non compare alcun italiano. Gli stranieri si trovano molto spesso a dover fronteggiare una situazione di dequalificazione professionale e quasi sempre svolgono lavori sottopagati e precari. C’è una netta prevalenza degli stranieri anche per quanto riguarda la licenza media superiore (24% contro l’8% degli italiani). Rispetto all’anno passato la situazione è praticamente invariata.

    Figura 5 - Condizione professionale

    Per quanto riguarda la nazionalità degli utenti stranieri, nell’arco degli ultimi anni si è registrato un cambiamento nella provenienza. Nel 2007 e nel 2008 la nazionalità più frequente era quella ucraina (con circa il 17% nel 2007 e il 19% l’anno seguente) seguita da quella rumena (circa il 16% nel 2007 e il 13% nel 2008) e, in misura minore, da quella marocchina, camerunense e peruviana. Nel 2009 e nel 2010, invece c’è

    0,00% 5,00%

    10,00% 15,00% 20,00% 25,00% 30,00% 35,00% 40,00% 45,00% 50,00%

    Italiani

    Stranieri

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    n.c.

    Altro

    Casalinga/o

    Pensionato/a

    Studente

    Inabile al lavoro

    Disoccupato/a

    Occupato/a

    Totale

    Stranieri

    Italiani

    Dal confronto dei dati relativi a questi ultimi anni risulta che dal 2008 ad oggi, ci sia stato solo un lieve aumento di utenti aventi la licenza media inferiore (30% nel 2008, 32% nel 2011), con un picco del 35% negli anni 2009 e 2010. Al contrario si è abbassata la percentuale di utenti con un diploma di scuola media superiore (36% nel 2007 contro il 19% nel 2011).

    Per quanto riguarda la condizione lavorativa italiani/stranieri la situazione è la medesima: il problema più grosso è la disoccupazione, in prevalenza per gli stranieri (80%) rispetto agli italiani (70%). Tra gli occupati c’è una certo equilibrio tra italiani stranieri. I pensionati italiani prevalgono rispetto agli stranieri (14% i primi e meno dell’1% i secondi).

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    stata un’inversione e la nazionalità più frequente risultava quella rumena (rispettivamente il 10 e il 13%) seguita da quella ucraina (rispettivamente l’8% e il 7%). In seguito trovavamo quella marocchina, camerunense e infine quella peruviana.

    Figura 6 - Nazionalità più frequenti degli utenti stranieri

    È evidente, in tutte le nazionalità ad eccezione della Tunisia, la netta prevalenza delle donne rispetto agli uomini, soprattutto nel caso ucraino, probabilmente a causa della ricerca di lavoro delle stesse come colf e badanti. La maggior parte dell’utenza arriva dall’Europa centro orientale, dall’America centro meridionale e dall’Africa settentrionale (queste sono le presenze più massicce). I restanti utenti sono africani, più precisamente provenienti dall’Africa occidentale e centro meridionale. Un caso particolare è rivestito però dalla popolazione camerunense, che in Caritas è particolarmente numerosa. Analizzando meglio le schede relative a questa nazionalità, si evince che l’occupazione principale di queste persone è lo studio. Sono infatti ragazzi e ragazze che avendo perso le borse di studio si vedono costretti a pagare affitto ed università personalmente, con grandi difficoltà anche dovute al fatto che la maggior parte di essi studia materie scientifiche, le quali non lasciano molto spazio per lavori part time. La maggioranza degli stranieri che afferiscono al Cda sono in possesso di un titolo di soggiorno, mentre solo il 2% risulta essere irregolare; in linea con i dati provinciali registriamo un aumento dei regolari e una diminuzione degli irregolari. Dai dati regionali si registra una sostanziale parità tra i permessi rilasciati per lavoro (48,8%) e per ricongiungimento (49,1%) mentre per gli utenti Caritas il motivo di soggiorno più frequente è il lavoro subordinato, situazione equilibrata tra uomini e donne. Negli ultimi anni si è registrato un aumento degli utenti con un permesso di soggiorno per studio o con la carta di soggiorno soprattutto per quanto riguarda le donne. È rilevante osservare che sono soprattutto le donne a richiedere il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare, ciò significa che generalmente (esclusi alcuni casi colf e badanti) sono gli uomini i primi ad emigrare e solo in seguito vengono raggiunti dalla loro famiglia. Più rari i casi di ricongiungimento dei mariti alle mogli dell’Est Europa; il progetto migratorio di queste donne infatti, nella maggior parte dei casi, prevede il rientro in patria una volta guadagnato il denaro sufficiente a pagare l’istruzione dei figli. Per quanto si riferisce ai bisogni tracciati nelle schede di rilevazione riconosciamo una certa lacunosità nella codifica e nella trascrizione degli stessi a causa della difficoltà, per gli operatori, di sintetizzare in codici le difficoltà umane raccolte in un colloquio che ha la durata di una ventina di minuti. Ogni mattina infatti si concentrano almeno 6 colloqui, dei quali solitamente due primi ascolti, e non è facile riuscire in poco tempo a trascrivere tutte le informazioni, a volte anche non esplicitate soprattutto per quanto riguarda i bisogni, contenute nel dialogo. In aggiunta ai colloqui formali si segnalano almeno 8 passaggi di persone che entrano al Centro d’ascolto per chiedere informazioni di diverso genere (lavoro, corsi italiano, mense, servizi di prima emergenza) e che però non vengono registrati nelle schede.

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    Uomini

    Donne

    Nel 2011 i nostri dati confermano in linea generale i dati provinciali e regionali per le diverse nazionalità, con le eccezioni di Egitto e Cina (comunità costituita da 23.832 persone in tutta Italia) che sembrano riuscire ad affrontare le difficoltà relative alla migrazione all’interno della comunità stessa. Il Paese più rappresentato è la Romania, con il 9% sul totale delle utenze, seguono il Marocco e l’Ucraina rispettivamente con l’8% e il 7%.

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    Figura 7 – Bisogni

    Purtroppo la situazione è peggiorata rispetto allo scorso anno dove gli stranieri aventi queste esigenze erano al 36% mentre quest’anno arrivano al 38%. Gli italiani erano al 28% e rimangono stabili nel 2011. I bisogni relativi alle problematiche abitative sono all’incirca le medesime rispetto allo scorso anno, oscillando tra il 6 e il 7% per gli italiani e il 7-8% per gli stranieri. L'ascolto è la parte più delicata nell'incontro tra gli operatori e le persone che arrivano al CDA. Dall'ascolto e dall'interazione all'interno di uno spazio sufficientemente attento si possono cogliere i reali bisogni delle persone; non bisogna dimenticare, però, che le richieste espresse non sempre corrispondono con il bisogno ultimo delle persone. Ed è proprio qui che sta il problema: a volte le richieste esplicite che la persona riporta durante i colloqui sono solo una superficiale domanda di aiuto che non vuole fare emergere il proprio vissuto di disagio. Oppure ancora, la richiesta nasconde non solo una situazione di disagio, ma in qualche modo un desiderio di uscire da una situazione particolarmente difficile, forse anche sfaccettata, che trova espressione nella domanda rivolta agli operatori . Segnaliamo inoltre la presenza di richieste non registrate, come quelle di assistenza legale e burocratica per i senza fissa dimora e per gli stranieri (soprattutto profughi), poiché il gruppo che se ne occupa svolge un’attività di strada e non può procedere alla compilazione delle schede di rilevazione dei dati. La lacunosità dei dati riguarda anche le persone assistite dalle Caritas parrocchiali, cittadine e dei paesi limitrofi, che non hanno un centro d’ascolto o che comunque non sono ancora in rete con noi per l’analisi dei loro dati. Le richieste maggiori degli utenti comunque riguardano i beni e servizi materiali, risultanti al 62%, in aumento rispetto al 57% del 2010. Dal 2007 ad oggi la richiesta di alimenti è aumentata a dismisura (23% nel 2007, 17% nel 2008, 42% nel 2009 e 57% nel 2010).

    Figura 8 - Interventi CDA

    La maggioranza degli utenti che hanno beneficiato di sussidi è italiana mentre coloro i quali sono riusciti tramite il nostro sportello a trovare un’occupazione sono stranieri. L’attività di sportello lavoro in Caritas si

    0% 10% 20% 30% 40% 50%

    Problemi familiari

    Problemi di salute

    Problemi di …

    Problemi di istruzione

    Problematiche abitative

    Povertà/problemi economici

    Handicap/ disabilità

    Dipendenze

    Detenzione e giustizia

    Bisogni in …

    Altri problemi

    Totale

    Stranieri

    Italiani

    0,00% 20,00% 40,00% 60,00% 80,00%

    Alloggio- casa

    Ascolto

    Beni e servizi materiali

    Coinvolgimenti

    Lavoro

    Orientamento

    Sussidi economici

    Totale

    Stranieri

    Italiani

    Procedendo all’analisi dei bisogni si riscontra un certo equilibrio per quanto riguarda la povertà e i problemi economici in generale. Questo dato è abbastanza in linea con la situazione del 2010 anche se lievemente in peggioramento. Gli stranieri hanno principalmente bisogno di risolvere problematiche attinenti all’occupazione e al lavoro.

    Il 69% degli interventi riguardano infatti proprio i cosiddetti “pacchi”(in aumento rispetto al 62% del 2010), consegnati alle famiglie a seconda della composizione del nucleo famigliare una volta ogni due settimane solitamente per la durata di 3 mesi prorogabili. Sono diminuiti gli interventi di sussidi di tipo economico, dal 5% dell’anno 2010 al 4%.

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    concentrava su offerte per badanti ma si rileva la necessità di favorire la formazione linguistica e sociosanitaria per migliorare la qualità dell’inserimento lavorativo. Proprio in questa direzione segnaliamo il corso di italiano in Caritas e l’accordo con la cooperativa Cooperanda. In seguito ai nostri colloqui si selezionano le persone che hanno bisogno di inserimento lavorativo e si invia loro il curriculum. Le persone orientate a Cooperanda nel 2011 sono state 31, delle quali 10 valutate positivamente dal personale e 5 di loro sono state assunte.

    Sportello famiglia

    Il progetto “Sportelli Sostegno Famiglie”1, confermato per l’anno 2010-2011, ha accolto in Caritas 43 famiglie

    con bambini da 0 a 3 anni, residenti nel comune di Pavia in grave difficoltà economica, delle quali 19 già inserite nel precedente progetto. L'intervento consiste nell'ascolto del bisogno e nella realizzazione di un progetto d'intervento socio-economico in accordo con il Servizio Sociale del Comune di Pavia. Lo scambio delle segnalazioni tra gli enti e il loro confronto ha consentito di raccogliere più informazioni e note valutative su ogni singola situazioni permettendo di formulare un progetto assistenziale più adeguato. Esso prevede l'erogazione di buoni alimentari, buoni farmaceutici per l'acquisto di pannolini e prodotti per l'igiene del bambino, oltre ad eventuali piccoli aiuti economici. La nazionalità prevalente è italiana, e su 11 donne, tre hanno partner stranieri mentre tre donne straniere hanno partner italiani. Seguono poi 7 donne marocchine, indi egiziane, rumene e così via. La percentuale di donne straniere ammesse al progetto – 74% - sta a confermare la grande incidenza della popolazione proveniente da altri Paesi, in condizione economica disagiata.L'86% delle donne vivono con i figli e il marito (o convivente) mentre sei donne vivono senza il partner con grossi disagi legati a: carcerazione del partner; non riconoscimento ufficiale dei figli da parte del partner; problemi di alcool o dipendenza o tossicodipendenza del partner; lontananza per dichiarata non volontà di assumersi la responsabilità dei figli da parte del partner. Di queste sei donne, due vivono sole co i propri bambini; le altre 4 vivono nella famiglia d'origine. Siamo in realtà di fronte a sei donne molto coraggiose, pronte ad affrontare da sole tutti i disagi pur di dare un futuro ai loro figli. Solo 26 utenti dichiarano di avere contratti regolari ma il 65% degli utenti risulta non lavorare o effettuare un lavoro sommerso, non in regola. Calcoliamo circa 80 adulti sulle 43 situazioni del Progetto (alcune donne sono sole con i loro bambini; partner inesistenti o lontani o scarsamente presenti).

    Nella fase conclusiva del progetto si è deciso di proporre "una merenda" per le famiglie coinvolte nel progetto, per favorire la creazione di legami e relazioni positive. L'affluenza dei nuclei familiari, soprattutto mamme e bambini è stata elevata; fra i genitori ed i minori si è vista la presenza di circa 40 persone, se si contano anche alcune mamme e bambini che non hanno partecipato al progetto ma sono comunque state invitate dai partecipanti stessi. Si spera di riuscire ad organizzare in futuro dei momenti di incontro tra le donne italiane e straniere su problematiche relative alla genitorialità e ai minori dal punto di vista ostetrico, pediatrico, psicologiche ed anche di tutela legale.

    Area Microfinanza L’area microfinanza della Caritas Diocesana di Pavia si occupa di fornire consulenza e orientamento a chi si trova in condizioni di indebitamento critico e sovraindebitamento, difficoltà ad affrontare spese straordinarie di famiglia, gestione problematica del proprio reddito, reinserimento lavorativo o riqualificazione professionale. Strumenti adottati: 1 Microcredito Il progetto “Microcredito” (promosso dalla Provincia di Pavia nel 2009 Pavia in collaborazione con la Fondazione Banca Del Monte di Lombardia e Ubi – Banca Popolare Commercio & Industria), prevede l’accompagnamento di famiglie o singoli, con regolare contratto di lavoro subordinato e residenti in Provincia di Pavia, ininterrottamente da almeno 3 anni, ad una forma di finanziamento senza interessi (sino ad un importo massimo di € 2.000,00, restituibili in 24 rate mensili) finalizzata a: realizzare un progetto di miglioramento della propria situazione socio-economica; risolvere una situazione transitoria di disagio socio-economico; fronteggiare un evento od una problematica economica familiare di carattere straordinario. Al 31 luglio 2011 l’attività della Caritas di Pavia evidenzia una produzione di 73 erogazioni su 130 richieste. Il tasso di accoglimento è quindi pari al 66% (in aumento rispetto al 47,57% del 2010), per un importo totale di 122.880€ erogato ed un valore medio per prestito di 1683€. La fase preparatoria (colloquio, istruttoria e valutazione) ha impegnato l'equipe in 130 colloqui, con 118 istruttorie che hanno portato a 111 valutazioni di “prima istanza” (cioè senza i rilievi da parte della banca). Si

    1 Progetto avviato nel 2009 per volontà del Comune di Pavia, in collaborazione con Il CAV (Centro di aiuto

    alla vita). Finanziamento annuale per ciascuna agenzia assistenziale: 15.000€

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    devono poi considerare le valutazioni per un ammontare di proposte di 193.610€. L’analisi valutativa ha portato a declinare un totale di 38 richieste per 70.730€ pari al 34,2% del numero delle domande. La maggior parte dei richiedenti è stata di sesso femminile. Le donne infatti sono state pari al 52%, gli uomini al 47,2%. Inoltre si può notare una netta maggioranza di richiedenti singoli (pari al 62%) rispetto alle famiglie (pari al 38%). Per quanto riguarda la nazionalità che la maggior parte dei richiedenti il prestito, pari al 69%, è di nazionalità italiana, il restante 31% invece è di nazionalità straniera.

    Figura 4 - Motivi richiesta microcredito

    2 Prestito della Speranza

    Accompagnamento a forme di finanziamento agevolato (con T.a.e.g. – tasso annuo effettivo globale - massimo prefissato) promosso dalla C.E.I.- Conferenza Episcopale Italiana in collaborazione con A.B.I.- Associazione Bancaria Italiana e le Banche convenzionate, per famiglie regolarmente e giuridicamente costituite (o il genitore affidatario dei figli), che versano in condizioni di particolare vulnerabilità economico-sociale e che intendono affrontare: un progetto di reinserimento lavorativo rivolto alla formazione o riqualificazione professionale; un progetto di costituzione o di sviluppo di attività di lavoro autonomo o di microimpresa. Caritas Diocesana con il supporto di altri partner affianca il richiedente durante lo svolgimento del progetto allo scopo di favorire la ripresa della normale condizione economica familiare e di una maggiore inclusione sociale e finanziaria. Nel 2011 il progetto ha coinvolto 6 famiglie, 4 italiane e 2 straniere, che hanno beneficiato di 5 finanziamenti di microcredito sociale ed un finanziamento di microcredito per impresa.

    3 Sovraindebitamento Nuovi e ulteriori ambiti di richiesta e di azione da parte dell'Area Microfinanza della Caritas Pavia risultano essere quelli del sovraindebitamento o indebitamento critico e delle consulenze, i quali, quantitativamente parlando, non di molto si allontanano dall'attività di microcredito. In conclusione, gli ascolti dell’area microfinanza sommano nell’anno 2011 a 306.

    Corso di italiano

    Nell’ambito del Progetto Fei 2 “Vivere in Italia, l’italiano per il lavoro e la cittadinanza”, la Caritas diocesana

    ha organizzato un corso di italiano della durata di 40 ore nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2011 indirizzato a coloro i quali, appena giunti in Italia o soggiornanti da tempo, necessitavano di nozioni basilari, per l’apprendimento della nostra lingua. I criteri di ammissione al corso erano piuttosto specifici, come da indicazioni di Caritas Ambrosiana, e abbiamo potuto iscrivere ufficialmente 10 uomini con permesso di soggiorno. Purtroppo questa necessità non permetteva la frequenza agli stranieri irregolari o con permesso per richiesta d’asilo, rifugiati o con protezione umanitaria o sussidiaria. Nonostante non potessero ufficialmente essere registrati nel corso, abbiamo lasciato aperta la partecipazione a coloro i quali facessero richiesta fino ad un numero di 19 persone, non sempre regolarmente frequentanti. Le lezioni vedevano quindi mediamente la partecipazione di 12- 14 persone. L’età media era compresa tra i 22 ed i 45 anni e per quanto riguarda la provenienza geografica notiamo una varietà di nazionalità diverse (Giordania, Bangladesh, Sudan, Tunisia, Moldavia, Venezuela, Costa d’Avorio, Ucraina) che ha permesso lo scambio di esperienze e pratiche cultura li, creando un gruppo coeso e vivace, desideroso di imparare ma anche di creare relazioni. Il percorso concluso prima di Natale è culminato nella cena finale a base di piatti tipici dei diversi paesi.

    2 Fondo europeo per l’integrazione di cittadini di paesi terzi

    0%

    10%

    20%

    30%

    40%

    50%

    60%

    spese arretrate spese straordinarie spese mediche

    Generalmente il prestito è stato richiesto per fronteggiare spese arretrate (54%), nello specifico per rendere possibile il pagamento dell'affitto, delle spese condominiali o delle bollette, e spese straordinarie (40%, come possono essere le spese relative a matrimoni, funerali, arredamento di una nuova casa). Questi sono dati molto indicativi, in particolare se si considerano gli effetti della crisi sulla popolazione di classe medio-bassa. In misura molto minore il credito è stato richiesto per il pagamento di spese mediche (6%).

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    I risultati più importanti raggiunti dal corso sono stati il raggiungimento di un livello A1 –A2 da parte della totalità dei partecipanti, il consolidamento di conoscenze basilari sulla lingua e cultura italiana e l’integrazione.

    Emergenza nord Africa Per quanto riguarda la nostra Provincia dall’aprile del 2011 ad oggi sono state accolte un totale di 250 persone in fuga dalla Libia e dalla Tunisia mentre le presenze attuali del 29/08/2012 sono scese a 132. Nel maggio 2011, 69 persone hanno trovato alloggio in alberghi, comunità e case famiglia distribuite sul territorio di Vigevano, Voghera e Pavia. Le problematiche sono state, soprattutto per chi era ospitato negli alberghi, trovare qualcuno che potesse rispondere alle domande e necessità. Il solo vitto e alloggio garantito dagli alberghi infatti non poteva risolvere una situazione così complessa dal punto di vista legale, economico, sanitario e soprattutto umano. La Caritas si è mossa lavorando con le associazioni pavesi che operano sul territorio a favore degli stranieri, per fornire alcuni servizi come i corsi di italiano (avviati dall’Acli, dall’Ist. Volta, dall’Associazione Ci siamo anche noi e dalla Coop. Con-tatto), l’ascolto, la fornitura di vestiti, di schede telefoniche, di sapone per lavare la biancheria, farmaci e l’assistenza sanitaria di base, soprattutto nel primo periodo emergenziale. Abbiamo cercato di coprire tutta la zona della Diocesi inserendo però anche i ragazzi ospiti in un Hotel di San Martino Siccomario, per prossimità geografica. Ad oggi sul territorio della nostra diocesi sono presenti 20 profughi, 9 ospitati nelle comunità, 10 in albergo ed uno in ospedale. Contando i ragazzi di San Martino siamo a quota 50, dei quali: 2 sono tunisini con permesso di protezione umanitaria sin dall’inizio; 24 hanno avuto un riconoscimento di protezione (asilo politico, protezione umanitaria o sussidiaria); 21 hanno ricevuto un diniego e stanno procedendo con le pratiche per il ricorso (dei quali però 9 sono maliani e riceveranno un permesso di protezione sussidiaria perché il loro paese non è sicuro); 3 sono in attesa di giudizio da parte della Commissione di Milano.

    Si rileva la necessità di continuare a lavorare con gli enti e le associazioni per assicurare ai richiedenti asilo presenti sul territorio (non solo le persone dell’Emergenza Nord Africa) i servizi adeguati al loro percorso di riconoscimento ed inserimento nella società italiana, in assenza per ora di un vero e proprio Sprar.

    Servizi analoghi sul territorio di Pavia che rispondono all’area di bisogno del disagio adulto: Le Caritas parrocchiali svolgono per lo più servizi di distribuzione di prodotti di prima necessità, ma raramente svolgono una mappatura attenta della loro utenza. Con le medesime limitazioni operative vi sono anche le cosiddette “mense del povero” non legate alla Caritas Diocesana ma presso le quali si recano coloro che non hanno possibilità di fare la spesa per il vitto e/o sono prive di una dimora stabile. Distribuiscono pacchi viveri per chi versa in situazioni di disagio enti come la Croce Rossa e Gruppi di Volontariato Vincenziano sparsi in alcune parrocchie della città. Spesso gli stessi enti sono anche centri di distribuzione di vestiario. Il Centro Aiuto alla Vita invece distribuisce viveri e vestiario per donne e bambini sotto i 3 anni; ivi si sostengono anche economicamente donne incinte o con figli appena nati. L'Ambulatorio medico sito in Via Pedotti 16 offre una prima assistenza medica a chi versa in una situazione di disagio e non riesce ad usufruire del medico di base; in queste centro operano semplici volontari per la prima accoglienza e dei medici volontari per le prime visite; ad essi e con intervalli di tempo variamente definiti si affiancano anche dei medici specialisti per settore. Presso i Servizi Sociali del Comune di Pavia è attivo uno Sportello Stranieri, ma con un taglio più istituzionale: ai servizi può accedere solo chi ha la residenza nel medesimo comune. Al Centro d'Ascolto Caritas invece può accedere chiunque per i servizi minimali (indicazioni relative ai servizi della città e orientamento al volontariato); il Centro soprattutto mantiene una veste informale, più familiare e colloquiale, con lo scopo di ricostruire attorno al "soggetto debole" una dimensione di relazioni all'interno della comunità pavese. Cooperativa Con-Tatto: la Cooperativa Sociale Progetto Con-Tatto è impegnata dal 2000 sul territorio del pavese per promuovere e sostenere interventi sociali, sanitari, educativi e culturali su tutte le tematiche riguardanti l’immigrazione. Associazione Avvocato di Strada: inaugurato presso il Centro d’ascolto di Caritas Diocesana di Pavia, lo sportello offre consulenza e assistenza legale gratuita ai senza fissa dimora. Orario di apertura il lunedì dalle 17.00 alle 19.00. Vi sono centri di aiuto per la ricerca di lavoro a Pavia: la cooperativa sociale di tipo B Cooperanda (lo suo scopo è "perseguire l'interesse generale della comunità, la promozione umana e l’integrazione dei cittadini". In questo senso la cooperativa è uno strumento di politica attiva del lavoro in favore soggetti svantaggiati o a bassa contrattualità sociale e lavorativa); l'Informagiovani (offre settimanalmente una panoramica delle offerte di lavoro e dispone di giornali specializzati. Si occupa anche di orientamento, stesura di curriculum vitae e formazione); l’Associazione Sportello Donna (si occupa di orientamento al lavoro, organizza corsi di formazione e al suo interno è attivo un incubatore di impresa per chi volesse avviare un'attività in proprio. Al suo interno è attivo anche

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    Prontotata, agenzia specializzata nel collocamento di baby sitter); la Cooperativa F.A.I. Ponte Vecchio (si occupa di collocamento di personale domestico come badanti, colf ecc... e organizza corsi di formazione e riqualificazione per personale domestico); l’Associazione Prontofamiglia (si occupa di assistenza alla famiglia, offre servizi di collocamento di badanti e colf) e il Centro per l'Impiego (sportello di lavoro e orientamento al lavoro). Ulteriori strutture sorte per alleviare il disagio adulto nelle sue molteplici forme sono:

    Casa S.Francesco: centro di prima accoglienza che fornisce ospitalità notturna per senza dimora.

    Casa del Giovane: Comunità che accoglie in forma residenziale varie categorie di persone: donne italiane e straniere, di diverse culture, religioni, lingue, in alcuni casi con figli minori a carico, che si trovano in situazione di grave disagio perché abbandonate, maltrattate o impossibilitate a provvedere alla tutela e/o al mantenimento dei figli; tossicodipendenti che necessitano di un percorso riabilitativo; minori italiani e stranieri con problemi famigliari o senza genitori.

    Centro diurno “In & Out”: struttura in cui trovano accoglienza principalmente i senza fissa dimora. Sono presenti i servizi di doccia e lavanderia.

    Indicatori di partenza

    Bisogni riscontrati

    1. Presenza a Pavia di circa 38.523 persone con più di

    65 anni e di circa 19.268 stranieri. Al Centro d’ascolto, nel corso dell’anno 2011 si sono registrati: 346 nuovi utenti, ogni giorno, una media di 14 persone sono passate dallo sportello, senza necessariamente avere un colloquio. Bassa frequenza colloqui approfonditi ( 16 % richieste di ascolto). Diminuzione età media degli utenti (la maggior parte sono donne straniere con un’età compresa tra i 31 ed i 35 anni). La popolazione anziana femminile invece rimane cospicua. Aumentano gli utenti italiani. Bisogni legati a problematiche economiche: 38,8 % Le richieste di pacchi alimentari sono state 1251 →1190 interventi; Richieste di formazione linguistica base per stranieri: 25 → 15 persone hanno potuto frequentare il corso nell’anno 2011-2012 Richieste nell’ambito della formazione professionale e del lavoro: 152 → 18 interventi

    1. Fornire indicazioni rispetto ai servizi presenti sul

    territorio, rispetto agli adempimenti burocratici relativi all’immigrazione e alla disoccupazione soprattutto. Favorire il mantenimento della rete con le associazioni e gli enti del terzo settore. Continuare ad assicurare la fornitura di beni di prima necessità a fronte di una richiesta crescente degli stessi. Creare una sinergia con i gruppi parrocchiali, per stimolarne l’attività e promuovere la conoscenza dei bisogni delle persone appartenenti alla comunità, intesa come luogo privilegiato per lo sviluppo delle risorse e delle relazioni che permetteranno alla persona di affrancarsi dallo stato di bisogno. Necessità di andare oltre alla semplice richiesta di pacco alimentare o di sussidio economico per risalire alle reali cause del disagio e costruire percorsi di aiuto diversificati, personalizzati ed il più possibile completi..

    2. 2.1: Bisogni e richieste legate all’ambito della famiglia: 55 situazioni valutate nell’anno 2011 dallo Sportello Famiglia. 43 interventi svolti.→12 richieste non ammesse per mancanza requisiti 2.2: Bisogni e richieste legate al prestito: 76 erogazioni a fronte di 130 richieste 2.3: Richieste orientamento e assistenza legale : 22. Nessun intervento svolto.

    2. 2.1: Necessità di implementare l’attività dello Sportello famiglia cercando di accogliere tramite un progetto interno, “Bimbi Caritas”, le richieste di beni per la prima infanzia rifiutate in base ai criteri del Progetto famiglia. Urgenza di affiancare le famiglie, ed in particolare le donne sole o che hanno subito violenza, nella gestione del bilancio famigliare e del ruolo genitoriale. 2.2: Bisogno di ampliare le attività dello Sportello Microcredito, a fronte di una continua richiesta di interventi che spesso non possono essere soddisfatti per mancanza di alcuni criteri. Approfondimento della lettura di questi casi e ricerca possibili soluzioni tramite il “Prestito della Speranza” o l’ausilio della Fondazione San Bernardino. 2.3 Bisogno di fornire orientamento e assistenza

    legale per i senza fissa dimora, i profughi, utenti

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    ex detenuti, stranieri con problemi di permesso di soggiorno.

    3. Richieste di formazione e sensibilizzazione rispetto

    agli ambiti di lavoro della Caritas: 10. Interventi effettuati: 6

    3. Necessità di rispondere positivamente, con

    mezzi e materiali appropriati, alle richieste di formazione sui temi della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione.

    4. Sul territorio pavese sono presenti 20 Caritas

    parrocchiali ma una sola raccoglie i dati relativi alle povertà e alle risorse. → un solo centro d’ascolto. La collaborazione con le stesse per ora riguarda esclusivamente la fornitura degli alimenti per la distribuzione di beni primari. Il Dossier sulle povertà della Caritas di Pavia risulta essere carente di dati su livello diocesano. Raccoglie infatti solo i dati del Centro d’ascolto. Non è mai stato fatto un convegno di presentazione del dossier.

    4. Continuare ad assicurare la fornitura di alimenti e

    necessità di allargare la collaborazione con le Caritas parrocchiali, promuovendo la nascita dei Centri d’ascolto fornendo gli strumenti e le competenze per il loro avvio. Migliorare la raccolta dati per stendere un Dossier completo da presentare a tutta la cittadinanza.

    Destinatari del progetto

    Beneficiari: destinatari indiretti del progetto

    1. Persone con problemi economici e sociali “cronici”. Stranieri che necessitano di aiuto per la formazione e l'orientamento ai servizi a Pavia. Persone con problematiche di tipo abitativo o economico che hanno bisogno di orientamento e consulenza. Adulti tra i 20 ed i 55 anni con difficoltà occupazionali.

    2. Famiglie con bambini che necessitano di beni per la prima infanzia e di indicazioni sulla crescita dei figli. Donne e famiglie con difficoltà di gestione del bilancio famigliare. Soggetti sovra indebitati. Italiani e stranieri con problemi di tipo legale burocratico.

    3. Soggetti svantaggiati presenti sul territorio parrocchiale che non possono muoversi autonomamente sul territorio provinciale, che troveranno una risposta ai bisogni primari più vicina a loro e un insieme di relazioni e risorse per poter uscire dallo stato di bisogno. Operatori delle Caritas parrocchiali, che si vedranno affiancati nell’avvio dei servizi di un centro di ascolto.

    4. Adulti, famiglie e ragazzi che desiderano ampliare le loro conoscenze ed affinare le propria sensibilità ed il proprio impegno a favore delle persone più svantaggiate, in particolare adulti immigrati, detenuti, poveri in generale.

    1. I famigliari delle persone con problemi sociali cronici, che si vedranno sostenuti nell’affrontare queste problematiche che usualmente portano all’emarginazione e alla stigmatizzazione dei soggetti e delle famiglie.

    2. Operatori delle Caritas parrocchiali che verranno sostenuti nelle loro attività mediante la formazione ed la fornitura di beni AGEA.

    3. La mappatura delle povertà e delle risorse (grazie all'Osservatorio) permetterà agli operatori della Caritas e di altri enti di organizzare più efficacemente gli aiuti ottimizzando le risorse.

    4. Enti pubblici che potranno confrontarsi con la Caritas per conoscere i bisogni espressi dai cittadini e procedere alla formulazione di interventi e politiche pubbliche.

    5. Famiglie che hanno bisogno di aiuto per l'assistenza agli anziani.

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    7) Obiettivi del progetto: PREMESSA Caritas Italiana e le Caritas diocesane intendono promuovere una proposta di Servizio Civile Nazionale come esperienza di formazione globale della persona. Ai giovani che si avvicinano al Servizio Civile in Caritas si chiede di pensare a questo anno non come una “parentesi” nella loro vita, ma come un anno intenso, ricco di stimoli e di sfide, un anno che raccoglie le memorie del passato e produce orientamenti per le scelte future. L’intenzione progettuale è di attingere dalla cultura cristiana del servizio, che ha radici assai antiche e profonde, partendo dal cambiamento di sé per giungere ad un cambiamento della società. Le Caritas diocesane si uniscono nell’impegno di proporre un anno di formazione intesa come competenza del servizio che si svolge, ma anche come momento di auto-riflessione, di ripensamento e di scoperta. Un anno per mettersi alla prova, per conoscere se stessi e fare nuove amicizie; per condividere con altri giovani i propri vissuti attraverso la dimensione comunitaria e la sensibilizzazione. L’intento è quello di proporre un’esperienza che cerchi e costruisca senso. Un’esperienza che davvero cambi. Il Progetto si allinea altresì agli obiettivi condivisi dalle Caritas a livello nazionale, che mirano in particolare alla prevalente funzione pedagogica del Servizio Civile nazionale, affermando l’impegno alla realizzazione delle condizioni fondamentali affinché l’esperienza proposta abbia come finalità ultima l’attenzione ai giovani coinvolti nel progetto, ai bisogni del territorio in cui si inserisce, all’impatto sulla società civile come sensibilizzazione alla testimonianza della Carità. Queste finalità generali sono così riassumibili: Educazione ai valori della solidarietà, gratuità attraverso azioni di animazione e d’informazione per una cittadinanza attiva e responsabile. Condivisione coi poveri e con gli altri partecipanti al progetto, riconoscendo e promovendo i diritti umani e sociali, per accompagnare le persone vittime di povertà ed esclusione sociale in percorsi di liberazione. Riflessione sulle proprie scelte di vita, vocazionali, professionali, sociali e possibilità di approfondimento spirituale. Creazione delle condizioni per l’incontro con nuove persone, per inventare nuove professionalità in ambito sociale. Coscientizzazione: approfondimento della cultura della pace, della nonviolenza e della solidarietà. Attenzione a tutto ciò che potrà incoraggiare un futuro volontariato inteso come stile di vita nei giovani che verranno coinvolti nell’esperienza. Difesa delle comunità in modo nonarmato e nonviolento in termini di: gestione e superamento del conflitto, riduzione e superamento della violenza implicita e/o esplicita, acquisizione e riconoscimento di diritti. OBIETTIVI GENERALI DEL PROGETTO

    1. Accoglienza e ascolto di chiunque senta la necessità di comunicare il proprio disagio. Il Centro è rivolto a una conoscenza dei bisogni in tutta la loro realtà e complessità ma si propone soprattutto l’accoglienza incondizionata della persona nella sua integrità La risposta ai bisogni espressi è costituita dall’ascolto, dall’elargizione di beni materiali (buoni mensa, vestiti), dall’orientamento lavorativo e dal supporto nel percorso di miglioramento delle condizioni di vita. Lo stile promosso dal progetto è quello dell’accompagnamento inteso come valutazione approfondita delle cause del disagio, creazione di una rete di sostegno alla persona tramite le associazioni e gli enti pubblici del territorio che si occupano della problematica e verifica dell’avvenuta risoluzione dello stato di necessità. L’obiettivo è quindi quello di creare le condizioni affinché le persone possano diventare autonome, non dipendenti dall’aiuto materiale continuo ma dirette protagoniste del loro percorso di liberazione dal disagio, coscienti delle risorse proprie e di quelle del territorio.

    2. Miglioramento della qualità dell’orientamento dell’utenza, soprattutto negli ambiti: 1- della famiglia, per favorire una maggiore capacità di gestione da parte delle famiglie dei problemi legati alla nascita e crescita dei figli e al bilancio famigliare; 2- del microcredito, per aiutare chi si trova in difficoltà economiche e non riesce ad affrontare spese di carattere straordinario; 3- della formazione professionale e dell'orientamento lavorativo per favorire l'inserimento delle donne (straniere ed ucraine in particolare nell'ambito dell'assistenza agli anziani contrastando il fenomeno del

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    caporalato e favorendo un percorso di valorizzazione delle competenze delle stesse) e degli uomini con particolare attenzione ai percorsi di reinserimento degli ex detenuti.

    3. Sensibilizzazione del territorio rispetto alle problematiche sociali ed economiche che lo riguardano. In particolare promozione dei valori dell’integrazione e della solidarietà tramite attività che favoriscano la comprensione della complessità dei fenomeni della povertà e dell’immigrazione.

    4. Diffondere l’utilizzo delle “buone prassi” di osservazione e analisi della realtà socio-economica del contesto territoriale, per favorire un legame più diretto delle persone con le povertà (i bisogni) e le risorse del territorio, per approfondire la riflessione sulle cause del disagio adulto e sulle sue possibili cause e soluzioni.

    OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO

    AREA DI INTERVENTO (vedi punto 5): DISAGIO ADULTO

    SEDE: CENTRO DI ASCOLTO (codice Helios 1705)

    SITUAZIONE DI PARTENZA Degli indicatori del bisogno

    OBIETTIVI SPECIFICI ED INDICATORI (Situazione di arrivo)

    1

    Crescita richieste beni alimentari (1251 richieste). Necessità di personalizzare gli interventi. Carenza di ascolti approfonditi con gli utenti (16% ). Necessità di verificare nel tempo le situazioni ed il percorso personale delle persone, in particolare: 1 quelle che da più tempo usufruiscono dei servizi del Centro d’ascolto; 2 quelle che mostrano difficoltà pluridimensionali e necessitano di affiancamento per l’avvicinamento ai servizi. Visite domiciliari effettuate nell’anno 2011: 2 utenti, 6 visite totali. Accompagnamenti effettuati nell’anno 2011: 7 utenti (alcuni più di un accompagnamento). Numero persone orientate a corsi professionali o di lingua: 20

    1

    Migliorare la quantità e la qualità degli interventi di ascolto, orientamento e fornitura beni primari. Continuare a sostenere le richiesta di ascolto, beni primari e orientamento cercando di focalizzare l’attenzione su ascolti approfonditi. Indicatore 1: far crescere la percentuale di ascolti al 40% e verificare le situazioni nel tempo con una cadenza o bimensile, per un periodo di almeno 4 mesi. Accompagnare gli utenti ai servizi e valutare la reale capacità di gestione delle risorse tramite visite domiciliari. Indicatore 2: Incrementare il numero di visite domiciliari. Si riscontra la necessità di valutare meglio le situazioni di altri 5 utenti. (per un totale di 15 visite totali) Indicatore 3: Incrementare il numero di accompagnamenti a 15, a seconda della necessità manifestata dagli utenti, in particolare stranieri. Necessità di valorizzare le competenze e le aspirazioni degli adulti disoccupati tramite l’orientamento formativo e lavorativo Indicatore 4: Incrementare fino a 40 il numero di persone orientate a corsi di lingua, formazione e qualificazione professionale.

    2

    Difficoltà a far fronte al numero crescente di richieste allo sportello famiglia, in particolare per chi sprovvisto dei criteri del “Progetto Famiglie”. 12 famiglie in difficoltà rimaste senza aiuto.

    Difficoltà ad aiutare gli utenti con bisogni e richieste legate al prestito: 73 erogazioni a fronte di 130 richieste

    Difficoltà a far fronte alle richieste di orientamento e assistenza legale. Le

    2

    Dare una risposte alle richieste di aiuto non ancora soddisfatte giunte allo Sportello Famiglia, allo Sportello Microcredito e allo Sportello Legale

    Cercare una soluzione al bisogno delle famiglie che non possiedono i criteri per rientrare nel Progetto Famiglia. Indicatore 4: Aprire lo Sportello un giorno in più per organizzare i colloqui e fornire pannolini e alimenti del nuovo progetto “Bimbi Caritas”.

    Necessità di incrementare il lavoro relativo al microcredito. Indicatore 5: Attualmente il microcredito occupa l’operatore 1 giorno a settimana ma si

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    richieste sono pari a 25 → 0 interventi.

    ritiene necessario dedicare a questa attività almeno un’altra mattina. Incrementare il numero di richieste soddisfatte a 100 (in particolare tramite Fondazione San Bernardino).

    Necessità di incrementare il numero di persone orientate allo sportello di assistenza legale “Avvocati di strada” e di creare una rete tra coloro i quali si occupano di grave emarginazione. Indicatore 6: Soddisfare le richieste di orientamento e assistenza legale delle 25 persone che ne hanno fatto richiesta e favorire la conoscenza dello sportello agli enti e associazioni che si occupano di senza fissa dimora e stranieri

    3

    Carenza di incontri di sensibilizzazione del territorio in merito alle problematiche sociali rilevate al centro d’ascolto.

    3 incontri formativi con gruppi parrocchiali nell’anno 2011

    1 incontro con i ragazzi delle scuole nell’anno 2011-12.

    1 famiglia “solidale” che sostiene con incontri e visite domiciliari altre famiglie in difficoltà, soprattutto straniere.

    3

    Rispondere positivamente, con mezzi e materiali appropriati, alle richieste di formazione sui temi della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione.

    Indicatore 7: Aumentare il numero degli incontri nelle parrocchie (da 3 incontri a possibilmente tutte le parrocchie che hanno una Caritas parrocchiale→ 20) e differenziare le proposte a seconda dell’età dei partecipanti. In particolare prevedere tre tipologie di incontri formativi (1 per adolescenti, 1 per giovani e 1 per adulti).

    Indicatore 8: Aumentare il numero degli incontri nelle scuole a 4 unità, in particolare quelle con cui già si intrattengono rapporti di collaborazione.

    Cercare di sensibilizzare le famiglie a forme di collaborazione (in particolare tra famiglie di diversa nazionalità) e di attenzione alle necessità dei più deboli tramite il valore della solidarietà. Indicatore 9: Aumentare, almeno a 4 il numero di famiglie disponibili a forme di collaborazione con il Centro d’Ascolto.

    4

    Mentre a livello diocesano la raccolta dei dati è avviata e ha prodotto, l’anno precedente, il Secondo rapporto sulle povertà e la prima mappatura delle risorse, si assiste alla mancanza di rilevazione di dati relativi ai bisogni e alle risorse sul territorio comunale- parrocchiale.

    Presenza di due centri di ascolto su di un totale di 20 Caritas parrocchiali.

    4

    Continuare ad assicurare la fornitura di alimenti e necessità di allargare la collaborazione con le Caritas parrocchiali per migliorare la raccolta dati sul territorio, promuovendo la nascita dei Centri d’ascolto fornendo gli strumenti e le competenze per il loro avvio.

    Indicatore 10: portare tutte le parrocchie che hanno un gruppo Caritas ad avere una raccolta dati almeno di base. Nelle parrocchie più grandi (6) avviare i centri di ascolto.

    Indicatore 11: inserire nel Dossier delle Povertà i dati quantitativi relativi a tutte le parrocchie aventi centri di ascolto ed inserire i dati qualitativi degli enti che offrono servizi di distribuzione alimenti.

  • 16

    8) Descrizione del progetto e tipologia dell’intervento che definisca in modo puntuale le attività previste dal progetto con particolare riferimento a quelle dei volontari in servizio

    civile nazionale, nonché le risorse umane dal punto di vista sia qualitativo che quantitativo:

    8.1 COMPLESSO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE PER IL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI

    AREA DI INTERVENTO (vedi punto 5): DISAGIO ADULTO

    SEDE: CENTRO DI ASCOLTO (codice Helios 1705)

    OBIETTIVO SPECIFICO N.1: Migliorare la quantità e la qualità degli interventi di ascolto, orientamento, accompagnamento e fornitura beni primari.

    Azione generale 1: Ascolto approfondito, elargizione beni materiali, accompagnamento nel percorso di autonomia.

    Attività 1.1: Ascolto approfondito e visite domiciliari

    Descrizione dettagliata:

    Aumentare la qualità e la quantità dei colloqui di ascolto (promuovere la continuità all'utente per monitorare la situazione). Andare a fondo sulle cause del disagio, soprattutto per quanto riguarda i “vecchi” utenti e le persone che presentano problematiche pluridimensionali e difficoltà nell’autonomia. Iniziare a condurre visite domiciliari per verificare l’effettiva capacità di gestione della vita dell’utente.

    Attività 1.2: Fornitura beni primari e orientamento

    Descrizione dettagliata:

    Organizzare una raccolta alimentare nei supermercati ogni mese. In base al bisogno espresso, agli utenti vengono rilasciate tessere per il ritiro di beni alimentari, diversificate a seconda della grandezza del nucleo familiare. Sostegno alla crescente attività di distribuzione degli alimenti. Mappatura servizi di base e primo orientamento ai servizi.

    Attività 1.3: Elaborazione percorsi di aiuto personalizzati e accompagnamento

    Descrizione dettagliata:

    Nel caso di utenti con un manifesto disagio ad orientarsi nel territorio urbano in modo autonomo, è previsto l’accompagnamento di questi stessi utenti presso quelle strutture, enti e associazioni di volontariato che meglio possono rispondere ai loro bisogni. In particolare per la ricerca del lavoro e della qualificazione professionale, mappatura e aggiornamento corsi formativi (in particolare quelli aderenti a Doti lavoro e formazione) e agenzie lavorative. Stesura curriculum e assistenza all’iscrizione ai corsi formativi per gli stranieri. Collaborazione con la Cooperativa Cooperanda per l’inserimento lavorativo di utenti selezionati per competenze e necessità.

  • 17

    OBIETTIVO SPECIFICO N.2: Dare una risposte alle richieste di aiuto non ancora soddisfatte giunte allo Sportello Famiglia, allo Sportello Microcredito, allo Sportello Legale.

    Azione generale 2: Orientamento rispetto alle problematiche: famigliari, economiche e lavorative

    Attività 2.1: Implementare le attività dello Sportello Famiglia

    Descrizione dettagliata:

    Incrementare i colloqui relativi a erogazioni di aiuti alla famiglia, aumentare il numero di richieste soddisfatte tramite l’elaborazione del Progetto Bimbi Caritas, che fornisce beni di prima necessità per i neonati. Portare ad una giornata intera l’apertura dello Sportello (ora è mezza giornata)

    Attività 2.2: Sostenere le richieste arrivate allo Sportello del Microcredito

    Descrizione dettagliata:

    Incrementare il numero e la qualità dei colloqui relativi al Microcredito. In particolare portare ad una giornata e mezza le attività dello Sportello e della valutazione e programmazione degli interventi per dare la possibilità di valutare i casi che possono rientrare nel Prestito per la Speranza o possono richiedere aiuto alla Fondazione San Bernardino.

    Attività 2.3: Favorire la rete con lo sportello legale

    Descrizione dettagliata:

    Aumentare gli interventi nell'ambito dell'assistenza e orientamento legale di almeno 25 unità; elaborare un database di raccolta informazioni delle persone che si recano allo sportello, per meglio capire i bisogni delle stesse e orientare gli sforzi nella direzione più consona a risolvere quelli non ancora soddisfatti.

    OBIETTIVO SPECIFICO N.3: Rispondere positivamente, con mezzi e materiali appropriati, alle richieste di formazione sui temi della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione.

    Azione generale 3: Promuovere attività di sensibilizzazione della cittadinanza, con particolare attenzione ad adolescenti e giovani, sui temi della solidarietà e dell’integrazione.

    Attività 3.1: Partecipazione convegni a tema, creazione rete sul territorio con famiglie, parrocchie, scuole, associazioni

    Descrizione dettagliata:

    Partecipazione ai convegni sul territorio pavese o milanese sui temi disagio adulto, della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione cercando di coinvolgere famiglie, enti, parrocchie, scuole e associazioni per iniziare a creare una rete con gli stessi.

    Attività 3.2: Produzione materiale utile

    Descrizione dettagliata:

    Dopo aver condotto una riflessione in merito ai temi trattati nei convegni e nel materiale già presente in Caritas, si collaborerà con gli operatori alla produzione di materiale utile alla sensibilizzazione di famiglie e gruppi. Il materiale consisterà in relazioni cartacee, volantini, presentazioni in Power Point e video, possibilmente diversificati a seconda del target a cui verrà presentato.

    Attività 3.3: Organizzazione incontri di sensibilizzazione

    Descrizione dettagliata:

    Preparazione di incontri ed eventi di sensibilizzazione del territorio in collaborazione con gli altri enti sui temi del disagio adulto, della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione.

  • 18

    OBIETTIVO SPECIFICO N.4: Continuare ad assicurare la fornitura di alimenti e necessità di allargare la collaborazione con le Caritas parrocchiali per migliorare la raccolta dati sul territorio.

    Azione generale 4: Implementare l’attività di raccolta e analisi dei dati (relativi a povertà e risorse) sul territorio

    Attività 4.1: Fornitura alimenti alle Caritas parrocchiali, elaborazione e diffusione schede per la raccolta dei dati

    Descrizione dettagliata:

    Aumento dei contatti e degli incontri con i gruppi parrocchiali per sviluppare le loro attività Organizzare i trasporti dei beni alimentari provenienti dagli aiuti Agea alle parrocchie. In particolare fare in modo che tutte possano avere un centro d’ascolto o una forma di raccolta dati basilare, diffondendo la scheda di rilevazione dati.

    Attività 4.2: Raccolta e analisi dei dati provenienti dai Centri di ascolto parrocchiali

    Descrizione dettagliata:

    Raccolta e analisi dei dati provenienti dalle parrocchie. Creazione di un rapporto sulle povertà e sulle risorse presenti in tutto il territorio Pavese in collaborazione con l'Osservatorio delle Povertà e delle Risorse. Aggiornamento costante dei dati in modo da offrire agli utenti e agli operatori delle indicazioni precise.

    Attività 4.3: Restituzione al territorio tramite incontri e convegni

    Descrizione dettagliata:

    Organizzazione incontri e convegno Caritas per la presentazione del Rapporto delle povertà e delle risorse, a cui saranno invitati tutti gli operatori degli enti coinvolti e rappresentanti di istituzioni pubbliche.

    8.2 RISORSE UMANE COMPLESSIVE NECESSARIE PER L’ESPLETAMENTO DELLE ATTIVITÀ PREVISTE, CON LA SPECIFICA DELLE PROFESSIONALITÀ IMPEGNATE E LA LORO ATTINENZA CON LE PREDETTE ATTIVITÀ. AREA DI INTERVENTO (vedi punto 5): DISAGIO ADULTO

    SEDE: CENTRO DI ASCOLTO (codice Helios 1705)

    Numero

    Professionalità

    Elenco attività in cui è coinvolto ed eventuale spiegazione della coerenza con la professionalità indicata

    N. 1

    Ex assistente sociale volontaria

    Attività 2.1

    N. 4

    Operatori volontari esperti nell’ascolto e nell’orientamento egli utenti

    Attività 1.1, 1.2, 1.3

    N. 2

    Operatori volontari responsabili degli alimenti

    Attività 1.2, 4.1

    N. 2

    Operatori responsabili dello Sportello

    Attività 1.1, 1.2,1.3, 2.1, 2.2, 2.3

  • 19

    N. 1

    Operatrice responsabile del servizio civile, della promozione Caritas e dell’orientamento lavorativo

    Tutte le attività, in particolare 2.3, 3.1, 3.2, 3.3

    N.1

    Operatrice responsabile di progettazione

    Attività 1.3, 3.2

    N. 2

    Volontario responsabile del Microcredito

    Attività 2.2

    N. 2

    Operatori responsabili dell’Osservatorio

    Attività 4.1, 4.2, 4.3

    N. 1

    Volontario responsabile del gruppo volontari carcere

    Attività 2.3, 4.1, 4.2, 4.3

    N. 2

    Volontari disponibili per le visite domiciliari

    Attività 1.1, 2.1

    N. 2

    Volontari avvocati responsabili dello sportello legale

    Attività 2.2

    N.1

    Volontario responsabile dell’orientamento formativo e lavorativo

    Attività 1.3

    N. 2

    Volontari per la promozione Caritas

    Attività 3.1, 3.2, 3.3

    8.3 RUOLO ED ATTIVITÀ PREVISTE PER I VOLONTARI NELL’AMBITO DEL PROGETTO.

    AREA DI INTERVENTO (vedi punto 5): DISAGIO ADULTO

    SEDE: CENTRO DI ASCOLTO (codice Helios 1705)

    OBIETTIVO SPECIFICO N.1: Migliorare la quantità e la qualità degli interventi di ascolto, orientamento, accompagnamento e fornitura beni primari.

    Codice e titolo attività

    Descrizione del ruolo e delle attività dei volontari in servizio civile

    Attività 1.1: Ascolto approfondito e visite domiciliari

    Affiancamento degli operatori nell'attività di ascolto e di prima indagine dei bisogni degli utenti. Compilazione scheda utenti del Database informatico. Affiancamento degli operatori nelle visite domiciliari. Confronto con gli altri enti (Caritas, gruppi vincenziani, croce rossa)che offrono servizi simili per localizzare i soggetti più deboli ed approfondirne la conoscenza.

    Attività 1.2: Fornitura beni primari e orientamento

    Attività di raccolta degli alimenti nei supermercati, distribuzione agli utenti. Raccolta informazioni aggiornate in merito ai servizi presenti nella città e orientamento ai servizi.

  • 20

    Attività 1.3: Elaborazione percorsi personalizzati, accompagnamento

    Accompagnamento a strutture o enti competenti sulla materia, elaborazione, insieme agli operatori, di progetti personalizzati che tengano conto della pluralità degli aiuti che possono concorrere alla liberazione dallo stato di povertà. Verifica dell'andamento nel corso del tempo della situazione di difficoltà. Analisi delle reali potenzialità della persona, organizzazione di corsi base di italiano che facilitino l’inserimento degli stranieri nell’ambito lavorativo (e naturalmente sociale). Contatti, visite e collaborazioni con gli enti erogatori di corsi formativi e professionali per agevolare l'acquisizione di competenze da parte degli utenti, in particolare con la Cooperativa Cooperanda e con gli enti aderenti alle Doti Lavoro o Formazione.

    OBIETTIVO SPECIFICO N.2 Dare una risposte alle richiesta di aiuto non ancora soddisfatte giunte allo Sportello Famiglia, allo Sportello Microcredito e allo Sportello Legale

    Codice e titolo attività

    Descrizione del ruolo e delle attività dei volontari in servizio civile

    Attività 2.1: Implementare le attività dello Sportello Famiglia

    Affiancamento e sostegno dell’attività dell’operatore nella valutazione delle situazioni delle famiglie, distribuzione dei buoni del Progetto Famiglia oppure dei prodotti per la prima infanzia tramite il un nuovo progetto chiamato Bimbi Caritas. Eventuali visite domiciliari.

    Attività 2.2: Sostenere le richieste arrivate allo Sportello del Microcredito

    Affiancamento dell’operatore nella valutazione dei diversi casi ed elaborazione di possibili soluzioni tramite l’ausilio di diversi partner: Ubi Banca Popolare Commercio e Industria o Fondazione San Bernardino. Aggiornamento del sito riguardo alle informazioni sul Microcredito e Prestito della Speranza.

    Attività 2.3: Incrementare i colloqui dello Sportello Legale

    Favorire le comunicazioni tra il Centro d’ascolto, lo sportello Legale “Avvocati di strada” e le diverse associazioni che si occupano di grave emarginazione (Ronda della Carità) e stranieri (Cooperativa Progetto Con-Tatto). In particolare offrire un supporto allo sportello situato presso il nostro centro d’ascolto accogliendo e registrando le persone. Partecipare ai tavoli di discussione e progettazione su questi temi.

    OBIETTIVO SPECIFICO N.3: Rispondere positivamente, con mezzi e materiali appropriati, alle richieste di formazione sui temi della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione.

    Codice e titolo attività

    Descrizione del ruolo e delle attività dei volontari in servizio civile

    Attività 3.1: Partecipazione convegni a tema, creazione rete sul territorio con famiglie, parrocchie, scuole, associazioni

    Partecipazione ai convegni sul territorio pavese o milanese sui temi disagio adulto, della Povertà, dell’Immigrazione e dell’Integrazione cercando di coinvolgere famiglie, enti, parrocchie, scuole e associazioni per iniziare a creare una rete con gli stessi. Continuare la collaborazione con Casa San Michele, con il Comune e l’Università degli Studi di Pavia per il Progetto Tratta sulla sensibilizzazione sulla violenza e la schiavitù sulle donne (preparazione e partecipazione agli incontri).

    Attività 3.2: Produzione materiale utile

    Riflessione guidata da parte degli operatori in merito ai temi trattati della povertà, dell’immigrazione e dell’integrazione; produzione di materiale utile alla sensibilizzazione di famiglie e gruppi. Il materiale consisterà in relazioni cartacee, volantini, presentazioni in Power

  • 21

    Point e video, possibilmente diversificati a seconda del target a cui verranno presentati. Organizzazione del materiale presente e di quello creato in un archivio grazie al supporto di Xenio Luigi Toscani.

    Attività 3.3: Organizzazione incontri di sensibilizzazione

    Tramite una modalità interattiva i volontari cercheranno di sensibilizzare giovani, famiglie e gruppi sulle tematiche di cui sopra, favorendo lo scambio di idee, proposte e disponibilità in merito. Organizzare momenti di scambio e confronto (es: cineforum grazie al supporto dell’Università degli studi di Pavia) tra ragazzi italiani e stranieri sui temi trattati.

    OBIETTIVO SPECIFICO N.4: Continuare ad assicurare la fornitura di alimenti e necessità di allargare la collaborazione con le Caritas parrocchiali per migliorare la raccolta dati sul territorio

    Codice e titolo attività

    Descrizione del ruolo e delle attività dei volontari in servizio civile

    Attività 4.1: Fornitura alimenti alle Caritas parrocchiali, elaborazione e diffusione schede per la raccolta dei dati

    Affiancamento degli operatori nella consegna dei viveri alle Caritas parrocchiali; formulazione di questionari relativi ai bisogni e alle risorse presenti nella realtà parrocchiale, diffusione strumenti utili e modalità operative del centro d’ascolto.

    Attività 4.2: Raccolta e analisi dei dati provenienti dai Centri d’ascolto parrocchiali

    Raccolta dei dati sule territorio. Collaborazione con gli Operatori dell’Osservatorio delle Povertà e con l’Università degli Studi di Pavia per l’elaborazione dei dati provenienti dai centri d’ascolto parrocchiali e da quello diocesano, redazione del Rapporto della Povertà e delle Risorse.

    Attività 4.3: Restituzione al territorio tramite incontri e convegni

    Preparazione del materiale per il convegno Caritas per la presentazione del Rapporto delle povertà e delle risorse, ed eventualmente convegni tematici su alcune nazionalità particolarmente rappresentate a Pavia, cui saranno invitati tutti gli operatori degli enti coinvolti e rappresentanti di istituzioni pubbliche. Diffusione Rapporto agli enti. Il quadro che emergerà dall’analisi dei dati raccolti sarà un utile punto di partenza per progetti futuri, in quanto porrà in evidenza eventuali nuovi bisogni sui quali intervenire ideando nuove soluzioni.

    9) Numero dei volontari da impiegare nel progetto:

    4

    10) Numero posti con vitto e alloggio:

    N. posti: 0 Modalità di fruizione del vitto e dell’alloggio: /

  • 22

    Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con vitto e alloggio (indicare il codice sede e il numero di posti con V/A):

    11) Numero posti senza vitto e alloggio:

    4

    12) Numero posti con solo vitto:

    N. posti: 0 Modalità di fruizione del vitto: /

    Sedi di attuazione indicate alla voce 16 dove sono collocati i posti con solo vitto (indicare il codice sede e il numero di posti con vitto):

    13) Numero ore di servizio settimanali dei volontari, ovvero monte ore annuo:

    30 ore settimanali

    14) Giorni di servizio a settimana dei volontari (minimo 5, massimo 6):

    5

    15) Eventuali particolari obblighi dei volontari durante il periodo di servizio: Partecipazione al percorso formativo previsto a livello diocesano e ai corsi di formazione residenziali organizzati a livel lo diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto, così come previsto dal percorso di formazione; ogni corso ha la durata di alcuni giorni. Partecipazione ai momenti di verifica dell’esperienza di servizio civile con la Caritas diocesana e/o le sedi di attuazione svolti su base periodica (quindicinale-mensile) e previsti a metà e a fine servizio con momenti residenziali di 2-3 giornate organizzati a livello diocesano, regionale, interdiocesano anche fuori dal comune e della provincia ove si svolge il proprio progetto. Disponibilità alla partecipazione ai momenti formativi e di verifica e monitoraggio anche se svolti di sabato e di domenica o in altri giorni festivi. Disponibilità al trasferimento temporaneo della sede in caso di: eventi di formazione e sensibilizzazione diocesani, regionali o nazionale (es. incontro nazionale giovani in servizio civile)

  • 23

    CARATTERISTICHE ORGANIZZATIVE

    16) Sede/i di attuazione del progetto, Operatori Locali di Progetto e Responsabili Locali di Ente Accreditato

    N

    .

    Sede di

    attuazione del

    progetto

    Comune Indirizzo

    Cod.

    ident.

    sede

    N.

    vol.

    per

    sede

    Nominativi degli Operatori Locali di Progetto

    Cognome e

    nome

    Data di

    nascita C.F.

    1 Centro

    d’ascolto

    Pavia Via XX

    Settembre

    38/B

    1705 4 Bertolini

    Anna

    Erminia

    29/10/1947 BRTNRM47R69E897I

  • 24

    17) Eventuali attività di promozione e sensibilizzazione del servizio civile nazionale:

    L’azione di promozione del servizio civile volontario rientra in un’iniziativa allargata di promozione generale del servizio civile e dell’obiezione di coscienza di Caritas Italiana.

    La campagna permanente di promozione del servizio civile si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica ai valori della solidarietà, della pace, della nonviolenza e della mondialità e in particolare alle possibilità offerte dal servizio civile e/o altre forme di impegno civile dei giovani. ATTIVITÀ PERMANENTI DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO NAZIONALE Sito Caritas Italiana www.caritasitaliana.it Foglio informativo quindicinale on line “Informa Caritas” di Caritas Italiana Mensile della Caritas Italiana “Italia Caritas” Sito del Tavolo Ecclesiale sul Servizio Civile www.esseciblog.it Sito www.antennedipace.org della Rete Caschi Bianchi (per il servizio all’estero) Progetto di promozione del servizio civile in collaborazione con l’Azione Cattolica Italiana, presso i gruppi giovanili diocesani dell’Azionie Cattolica. Stampa di pieghevoli, poster sul servizio civile. Incontro nazionale dei giovani in servizio civile in occasione di San Massimiliano martire (12 marzo). Marcia per la pace (31 dicembre) organizzata dall’Ufficio nazionale CEI per i problemi sociali e il lavoro, Pax Christi e Caritas Italiana. GMG 2013. In collaborazione con la Conferenza Nazionale Enti per il Servizio Civile (CNESC), di cui la Caritas Italiana è socio, presentazione pubblica del rapporto annuale degli enti membri della CNESC. ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE PRIMA DELL’AVVIO DEL PROGETTO La Caritas Diocesana di Pavia si impegna in: 1) Inserzioni sul sito web della Caritas Diocesana di Pavia. www.caritaspavia.it 2) Inserzioni e articoli sul quotidiano “la Provincia Pavese” (15000 copie ) 3) Inserzioni e articoli sul settimanale “l’Informatore Vigevanese” (15000 copie ) 4) Inserzioni e articoli sul Settimanale Cattolico Diocesano “Il Ticino” a Pavia (4000 copie) 5) Locandine e brochure distribuiti in punti frequentati da giovani (università, stazione, oratori, scuole) 6) Contatti con radio locali (Radio Ticino). 1. Promozione ed organizzazione di incontri di sensibilizzazione/approfondimento con gruppi giovani, associazioni, parrocchie, oratori per diffondere capillarmente la cultura del Servizio Civile. 2. Conferenze stampa per pubblicizzare la scadenza del bando e la selezione. Inoltre in Lombardia esiste l’Associazione COLOMBA (Conferenza Enti per il Servizio Civile Lombardia) delle quale fanno parte tutte le Caritas diocesane attraverso una Delegazione Regionale. COLOMBA ha allestito il sito web www.colombaserviziocivile.it per promuovere il Servizio Civile Volontario, descrivendo nelle varie sezioni del sito i progetti e le diverse sedi di realizzazione, pubblicizzando i diversi bandi. La Caritas Diocesana di Pavia fa parte del Tavolo Pavese degli Enti di Servizio Civile presso la Sede Territoriale della Regione Lombardia a Pavia Il Tavolo è un luogo di incontro, scambio e progettazione voluto dalla sede territoriale della Regione Lombardia insieme agli enti che si occupano di servizio Civile nell’ambito della provincia. Pertanto la Caritas, oltre che partecipare attivamente al tavolo contribuendo in misura significativa alla creazione di una cultura condivisa di intendere il Servizio, si avvale di tutti gli strumenti di divulgazione e promozione che il Tavolo stesso predispone (manifestazioni, seminari, incontri informativi, video promozionali, locandine, manifesti). Totale ore dedicate prima dell’avvio del progetto: 20

  • 25

    ATTIVITÀ DI PROMOZIONE E SENSIBILIZZAZIONE A LIVELLO LOCALE SVOLTE DURANTE LO SVOLGIMENTO DEL PROGETTO

    Durante lo svolgimento del progetto verranno svolte attività di promozione e sensibilizzazione al servizio civile, nell’ambito dell’iniziativa Servizio Civile & Scuola attiva dal 2004.

    Il progetto, che si rivolge agli studenti delle quinte superiori, ha l’obiettivo di:

    società e il loro accostamento al mondo del volontariato;

    territorio, nel resto del paese e all’estero;

    L’attività si svolge secondo le azione di seguito riportate.

    I relatori (tra loro anche volontari in Servizio Civile) seguono un corso di formazione propedeutico agli incontri in classe presso la sede della Regione Lombardia a Pavia.

    Tale corso, della durata di 9 ore, è articolato in 3 momenti formativi in cui sono affrontate le seguenti tematiche: cenni storici e giuridici in materia di Obiezione di Coscienza e Servizio Civile; finalità e modalità organizzativa dell’attuale Servizio Civile; traccia dell’intervento di sensibilizzazione da effettuare negli Istituti Superiori; comunicazione verbale e non-verbale, ostacoli alla comunicazione, elementi di semiotica, sintassi e pragmatica della comunicazione;

    creazione del setting, individuazione del leader positivo e negativo della classe, gestione del gruppo, problematiche che potrebbero emergere; simulazione di un intervento in classe; spunti di riflessione sulla base delle problematiche emerse e sulle possibili risoluzioni.

    A questo seguono gli incontri di informazione/formazione, della durata di 1 ora che si tengono in ogni classe, alla presenza degli insegnanti (generalmente tra febbraio e aprile) e una verifica finale.

    Durante gli incontri, i giovani volontari portano le loro testimonianze dirette, coinvolgendo attivamente gli studenti e somministrando un questionario che ha permette di valutare il grado di conoscenza del SCV, la propensione dei ragazzi verso l’iniziativa e l’efficacia del modello comunicativo adottato.

    Nel corso dell’edizione 2008/2009 hanno partecipato, oltre ai funzionari di Regione Lombardia ed ai rappresentanti degli Enti partner, le volontarie e i volontari, impegnati nei progetti realizzati da: Centro Servizi per il Volontariato, Università degli Studi, Comune e Caritas di Pavia, Comune e Caritas di Vigevano, Fondazione Adolescere di Voghera.

    In particolare a Pavia sono stati incontrati 753 studenti appartenenti a 38 classi di 9 scuole diverse grazie all’aiuto di 13 volontari.

    Le ore di promozione svolte mediante il progetto Servizio Civile & scuola variano a seconda delle adesioni dei vari Istituti scolastici; raramente comunque sono inferiori alle 25 ore.

    Totale ore dedicate durante il servizio civile: 25

    Totale complessivo ore di promozione e sensibilizzazione: 43

    18) Criteri e modalità di selezione dei volontari:

    Criteri autonomi di selezione verificati nell’accreditamento

    19) Ricorso a sistemi di selezione verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

    SI

    20) Piano di monitoraggio interno per la valutazione dell’andamento delle attività del progetto:

    Si rinvia al sistema di monitoraggio e valutazione verificato in sede di accreditamento.

  • 26

    Inoltre per quanto concerne il monitoraggio, la verifica e la valutazione dell’esperienza dei volontari in servizio civile si prevedono alcuni momenti di incontro con tutti i giovani partecipanti al progetto: - incontro di metà servizio (al 5°-6° mese) di alcune giornate; - incontri periodici (quindicinali o mensili) di alcune ore ciascuno svolti a livello diocesano; - incontro di fine servizio (al 12° mese) di alcune giornate residenziali; Durante gli incontri verranno proposte attività di gruppo finalizzate alla verifica e alla rilettura dell’esperienza. Durante gli stessi momenti a metà e a fine servizio, verrà distribuito un questionario come previsto dal sistema di monitoraggio accreditato.

    21) Ricorso a sistemi di monitoraggio verificati in sede di accreditamento (eventuale indicazione dell’Ente di 1^ classe dal quale è stato acquisito il servizio):

    SI

    22) Eventuali requisiti richiesti ai canditati per la partecipazione al progetto oltre quelli richiesti dalla legge 6 marzo 2001, n. 64:

    Nessun requisito particolare richiesto.

    23