Sponsor unico - eniscuola.net · l’ideazione e la scrittura un testo teatrale. La scienza...

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Sponsor unico Mercoledì 16 maggio 2018 ore 20.30 – Teatro Corso di Mestre Giovedì 17 maggio 2018 ore 11.00 – Teatro Corso di Mestre Lunedì 21 maggio 2018 ore 11.00 – Teatro Eschilo di Gela Scienze in atto – terza edizione OTTO IN BUCA Progetto di Teatro Scientifico a cura della Fondazione Teatro Coccia Onlus in collaborazione con Eniscuola Testi a cura delle classi IV AE, II AO e III DE Liceo Classico Europeo Foscarini di Venezia I B Liceo Classico Franchetti di Mestre III F Liceo Scientifico Bruno di Mestre Drammaturgia di Federica Di Rosa Con Alberto Mancioppi, nel ruolo di Firs e con Valentina Badaracco, Alessandro Bandini, Giovanni De Giorgi, Selene Demaria, Alberto Fasoli, Paola Morales Regia di Mercedes Martini

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Sponsor unico

Mercoledì 16 maggio 2018 ore 20.30 – Teatro Corso di Mestre Giovedì 17 maggio 2018 ore 11.00 – Teatro Corso di Mestre Lunedì 21 maggio 2018 ore 11.00 – Teatro Eschilo di Gela

Scienze in atto – terza edizione

OTTO IN BUCA Progetto di Teatro Scientifico a cura della Fondazione Teatro Coccia Onlus

in collaborazione con Eniscuola

Testi a cura delle classi IV AE, II AO e III DE Liceo Classico Europeo Foscarini di Venezia

I B Liceo Classico Franchetti di Mestre III F Liceo Scientifico Bruno di Mestre

Drammaturgia di Federica Di Rosa

Con

Alberto Mancioppi, nel ruolo di Firs e con Valentina Badaracco, Alessandro Bandini, Giovanni De Giorgi,

Selene Demaria, Alberto Fasoli, Paola Morales

Regia di Mercedes Martini

SCIENZE IN ATTO – PROGETTO DI TEATRO SCIENTIFICO

“Scienze in atto” è un progetto di divulgazione scientifica, pensato dal Teatro Coccia Di Novara in collaborazione con Eni, rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado.

Obiettivo di Scienze in Atto è quello di favorire la divulgazione e lo sviluppo scientifico attraverso l'elaborazione e la rappresentazione di un testo teatrale.

Il progetto, arrivato alla sua terza edizione, intende quindi avvicinare i ragazzi a temi scientifici, sviluppandone una personale rielaborazione attraverso l’ideazione e la scrittura di un testo teatrale. La scienza fornisce i contenuti e l’arte teatrale gli strumenti tecnici e creativi per comunicarli.

L’attività di carattere scientifico è stata curata da Eniscuola, mentre la parte artistica, dal testo alla messa in scena, è ad opera del Teatro Coccia.

Le classi che hanno partecipato a questa terza edizione del progetto sono: una classe mista (4AE, 2AO, 3DE) del Liceo Classico Foscarini di Venezia, la classe1B del Liceo Classico Raimondo Franchetti e la classe 3F del Liceo Scientifico Giordano Bruno di Mestre.

Il tema sul quale si è sviluppato tutto il progetto è quello della BIORAFFINAZIONE.

INCONTRI SCIENTIFICI

I ragazzi si sono incontrati, a classi riunite, per seguire le seguenti lezioni:

I LEZIONE 23 novembre - Cos’è l’energia? A cosa serve? Da dove viene? Quanta ce n’è? Come la recuperiamo?

II LEZIONE 30 novembre - Le energie rinnovabili. Solare, Eolico, Biomasse, Idroelettrico, Geotermico, Onde e Maree

III LEZIONE 14 dicembre - Biocarburanti di Prima, Seconda e Terza generazione. Da dove arrivano i feed? Sensibilizzazione al climate change e contenimento delle emissioni della CO2.

IV LEZIONE 19 dicembre - Raffinerie e Bioraffinerie.–V LEZIONE 11 gennaio - Cos’è una green refinery?

VI LEZIONE 18 gennaio - La comunicazione efficace

INCONTRI DRAMMATURGIA

Dopo gli incontri scientifici sulla bioraffinazione con gli esperti di Eni, i ragazzi della I B del liceo classico Franchetti di Mestre, della III F del liceo scientifico Giordano Bruno e della classe mista del liceo europeo Foscarini di Venezia hanno cominciato il lavoro di ideazione e scrittura del testo teatrale.

Il lavoro è stato sviluppato da ogni classe separatamente, con alcuni appuntamenti tutti insieme. Quest’anno si èscelto di partire da un classico del teatro, “Il giardino dei ciliegi” di A.Cechov, i cui aspetti di struttura e contenuto sono stati poi sviluppati seguendo il tema della bioraffinazione.

L’obiettivo era quello di lavorare sulla trasposizione del testo, creando una drammaturgia autonoma in tre atti: una volta ideata una struttura comune, ogni classe si è occupata di sviluppare e scrivere un singolo atto.

La revisione dei testi è stata svolta da tutte le classi coinvolte in modo da rendere il lavoro omogeneo e coerente.

I INCONTRO 24 gennaio (Venezia) e 25 gennaio (Mestre). Elementi di drammaturgia. La situazione, il personaggio, la struttura. Esercizi a piccoli gruppi.

II INCONTRO 1 febbraio. Lettura di brani da “Il giardino dei ciliegi” e analisi del testo.

III INCONTRO 8 febbraio. Analisi del testo e dei personaggi de “Il giardino dei ciliegi”; analisi dei contenuti e ricerca dei nessi con il tema scientifico della bioraffinazione.

IV INCONTRO 15 febbraio. Esercizi di trasposizione del testo seguendo il tema scientifico: ogni classe si è divisa in due/tre gruppi e ha cominciato a lavorare su alcune ipotesi di scrittura. Ogni gruppo ha scelto i personaggi più rappresentativi dell’opera teatrale cogliendone gli aspetti più significativi e le possibili declinazioni rispetto al tema.

V INCONTRO 16 febbraio. Analisi e commento del lavoro fatto dai gruppi. Sviluppo in tre atti di ogni struttura proposta.

VI INCOTRO 17 febbraio. Sviluppo dei soggetti proposti e suddivisione in scene. Lavoro sui personaggi e dettaglio delle scene, evidenziando le azioni principali e gli accadimenti.

VI INCONTRO 17 febbraio (Mestre) e 21 febbraio (Venezia). Sviluppo dei soggetti proposti e suddivisione in scene. Lavoro sui personaggi e dettaglio delle scene, evidenziando le azioni principali e gli accadimenti.

VII INCONTRO 1 marzo. Incontro a classi riunite. Lettura e discussione dei soggetti proposti dalle tre classi. Analisi dei contenuti e della struttura. Scelta del soggetto su cui lavorare e inserimento degli spunti utili degli altri soggetti.

VIII INCONTRO 8 marzo (Mestre) e 9 marzo (Venezia). Definizione della struttura e divisione in tre atti. Assegnazione di un atto a ciascuna classe. Definizione di prologo, intermezzo ed epilogo. Prime ipotesi di titoli. Assegnazione delle scene a piccoli gruppi di studenti.

IX INCONTRO 15 marzo (Mestre) e 16 marzo (Venezia). Scrittura dei dialoghi di ogni scena e rielaborazione. Discussione sulle linee generali della storia e messa a fuoco dei personaggi.

X INCONTRO 20 marzo. Lettura delle scene scritte dai ragazzi. Lavoro sul testo e sui dialoghi. Spunti e indicazioni di lavoro.

XI INCONTRO 27 marzo. Incontro a classi riunite. Lettura e discussione del testo nella sua stesura completa. Scrittura a piccoli gruppi sulle indicazioni date. Lavoro su linguaggio e coerenza dei personaggi.

XII INCONTRO 4 aprile. Con ogni classe, riscrittura e definizione di ogni atto e della cornice narrativa.

ENISCUOLA

Eniscuola è un progetto che da trent’anni porta nelle scuole italiane e internazionali la cultura dell’energia e dell’ambiente. Lo fa con modalità innovative e con linguaggi che intercettano la curiosità e gli interessi dei ragazzi. La multimedialità e l’uso dei social sono da tempo alcuni degli strumenti utilizzati dal progetto per fare in modo che i ragazzi approfondiscano le diverse tematiche (tutte di ambito scientifico) secondo la logica e la modalità dell’edutainment. Il sito eniscuola.net, contenitore di progetti, informazioni, costantemente aggiornato e arricchito, conta ad oggi quasi due milioni di accessi l’anno ponendosi come il riferimento privilegiato per tutti coloro che vogliono informarsi sulle tematiche dell’energia.

FONDAZIONE TEATRO COCCIA

Con i suoi oltre 900 posti, il Teatro Coccia di Novara ospita circa 120/130 recite a stagione. L’offerta comprende spettacoli di prosa, balletto, teatro musicale e varietà, teatro comico, concerti di musica classica e jazz, eventi speciali e monologhi autoriali, spettacoli dedicati al pubblico delle famiglie, concerti di cantautori e musica pop e rock, mantenendo il cuore della sua programmazione nell’opera lirica. Il Coccia è il cuore culturale della città di Novara e l’unico teatro di tradizione del Piemonte. La Fondazione Teatro Coccia si prefissa un obiettivo con il lavoro costante di questi ultimi anni: tessere quel filo che unisce tradizione e futuro, repertorio e innovazione, artisti affermati e giovani di talento, formatori e allievi che - attraverso un percorso artistico - possano avvicinarsi ancora di più al mondo dell’opera e della musica. Un percorso che ha inteso valorizzare la gloriosa tradizione del teatro, sempre con uno sguardo rivolto al futuro. Rivolto ai giovani, quindi - attraverso progetti professionalizzanti per i giovani e di avvicinamento all’opera per il pubblico - e alla città, con la ricerca di stimoli per un nuovo pubblico e la cooperazione artistica con altri teatri.

GLI ELABORATI

1. L'ENERGIA

Definire univocamente il concetto di energia è estremamente difficile: sappiamo che essa è presente in ogni cosa e in ogni fenomeno, ma l’imbarazzante verità è che non abbiamo un'idea precisa di cosa sia veramente. Per quanto ne sappiamo si tratta di una complessa proprietà dell’universo; possiamo soltanto avvicinarci alla sua comprensione mediante esempi concreti di come venga sfruttata. Le nostre gambe che spingono sui pedali di una bicicletta, il motore della nostra macchina che brucia carburante, le lampadine che stanno illuminando la stanza in cui ci troviamo...

A livello fisico l'energia viene descritta come capacità di un corpo o di un sistema fisico di svolgere un determinato lavoro e viene misurata in Joule. Esistono diversi tipi di energia relativi al genere di lavoro che sviluppano (energia cinetica, termica, elettrica, chimica, solare, gravitazionale, etc.) Essa si può convertire nelle sue mille forme ma ogni trasformazione provoca il "degrado" di una parte di energia: in altri termini, via via che si modifica, perde parzialmente il suo potere di produrre lavoro e quindi di essere utilizzata per scopi pratici. Nonostante ciò l'energia non scompare mai, né si genera, ma si mantiene complessivamente in quantità costante: si tratta di un fenomeno che prende il nome di “principio di conservazione” ed è il più importante principio mai osservato in natura.

Si può quindi facilmente dedurre che l'energia è indispensabile per ogni azione, umana e non. Pertanto diventa fondamentale comprendere e studiare dei metodi che ci permettano di ricavare la maggior quantità di energia possibile, per svolgere al meglio il nostro “lavoro”.

Stiamo parlando di fonti di energia, riconducibili a due grandi categorie: fonti fossili e fonti rinnovabili. Le prime, come dice il nome, si trovano nel sottosuolo e derivano dalla decomposizione e dal deposito di materia organica, che grazie all'azione millenaria del tempo viene trasformata in petrolio, gas, carbone...Il processo che porta alla formazione di questi materiali è estremamente lento, perciò nel caso in cui venissero esaurite le scorte di energia fossile (cosa che sta effettivamente accadendo) occorrerebbe aspettare molti millenni prima che venga prodotto un ricambio.

Le fonti di energia rinnovabile (energia solare, eolica, idrica, geotermica...), al contrario, si rigenerano in continuazione o comunque in tempi brevi permettendo di non restare mai a corto di energia; tra l'altro il loro sfruttamento provoca un inquinamento ambientale decisamente minore.Lo

sfruttamento delle fonti energetiche ha accompagnato le varie epoche di sviluppo economico e sociale della popolazione mondiale: l'utilizzo del carbone segna la rivoluzione industriale del XVIII secolo e l’impiego del petrolio e dei gas come fonte di energia accompagnano il “boom” economico del secondo dopoguerra. Nonostante l'introduzione dagli anni '70 di fonti di energia alternative, quali l'energia nucleare e le rinnovabili, il carbone e il petrolio continuano ancora oggi a costituire le due principali fonti energetiche e il loro consumo è tuttora in crescita, principalmente a causa dello sviluppo di paesi emergenti come Cina e India e dell'azione di potenti forze politico-economiche.

Si deve inoltre sottolineare che la crescita della popolazione mondiale e il suo stato di benessere va di pari passo con l'incremento della richiesta di energia: con il fenomeno della globalizzazione sempre più ampie fasce della popolazione hanno accesso ai sistemi educativi e sanitari e ambiscono ad uno standard di vita qualitativamente più elevato. Da questi dati si può prevedere un aumento dei consumi nelle diverse aree geografiche con il picco massimo nei paesi emergenti; in particolare nel continente asiatico.

Una situazione del genere comporta rischi non indifferenti: le scorte di materie fossili utilizzabili sono in esaurimento e i danni ambientali, che il loro sfruttamento comporta, sempre più evidenti.

Servirebbe davvero un presa di coscienza mondiale per comprendere che il mondo in cui viviamo non è un sistema chiuso, composto unicamente dall'uomo e dai suoi interessi economici e produttivi, ma un delicatissimo ecosistema, senza il quale non possiamo sopravvivere. Se si potesse raccogliere con dei pannelli l’energia solare che colpisce il pianeta Terra nell’arco di un anno, la quantità di energia ottenuta sarebbe superiore a quella che tutte le fonti fossili potrebbero darci fino al loro esaurimento. Al momento però, anche se tutti gli stati del mondo si trovassero d'accordo per l'utilizzo esclusivo di fonti di energia rinnovabili e non inquinanti, non saremmo in grado di soddisfare la richiesta mondiale di energia. Ciò avverrebbe non a causa di una mancata disponibilità di fonti di energia ma perché ancora non sono state sufficientemente sviluppate le tecnologie per usufruirne.

Occorre dunque investire nella ricerca e nel frattempo tentare, con i mezzi a disposizione, di affrontare il problema delle risorse energetiche, partendo magari dalla piccolezza della nostra quotidianità: spingendo più spesso sui pedali di quella bicicletta, lasciando riposare il motore di quella macchina o ricordandoci di spegnere la luce della lampadina che illumina la stanza da cui usciamo.

Classe IB Liceo Ginnasio “R. Franchetti” Mestre VE

2. LE ENERGIE RINNOVABILI Le energie rinnovabili sono fonti di energia il cui utilizzo non intacca, né danneggia le risorse naturali a disposizione del Pianeta.

Queste fonti hanno la capacità di rigenerarsi dopo ogni ciclo di utilizzo e, di conseguenza, sono inesauribili. Alcune sono disponibili in grande quantità e non risentono dello sfruttamento da parte dell'uomo, altre invece sì.

Le energie rinnovabili nascono dal bisogno di trovare fonti alternative, pulite e sostenibili da cui ricavare l’energia necessaria alla nostra vita nel mondo moderno. Nel mondo infatti, la domanda cresce sempre di più, mentre le risorse del nostro pianeta si stanno esaurendo e l’utilizzo delle fonti ha le ore contate.

Le energie rinnovabili sono una delle possibili soluzioni al problema della scarsità delle risorse energetiche e dell’inquinamento ambientale.

Le energie rinnovabili si trovano, per la maggior parte, negli elementi naturali (vento, acqua, sole...), ma il loro principale difetto è che le macchine per catturare queste energie sono molto costose. Queste sono il futuro e il presente mentre l’era dei combustibili fossili è giunta al tramonto.

Esistono diversi tipi di energie rinnovabili:

LE BIOMASSE

Si definisce con il termine di “biomassa” tutto ciò che è di origine biologica; nello specifico si tratta di scarti, solitamente derivanti dall’agricoltura e dall’allevamento, che vengono raccolti e utilizzati per produrre energia (biopower), carburanti (biofuel) o composti chimici (bioproduct).

Tale composto può essere formato da ramaglie, alghe, scarti dell’industria del legno, scarti delle industrie alimentari, scarti dalle aziende zootecniche o da coltivazioni di piante.

Dalle biomasse è possibile ottenere energia termica attraverso la combustione, oppure energia elettrica utilizzando la tecnica della gassificazione.

Vi sono essenzialmente due metodi impiegati per la trasformazione delle biomasse in biocarburanti:

1. Conversione biochimica: grazie all’uso di microrganismi che compiono la saccarificazione o fermentazione, digestione anaerobica o altri processi fotosintetici.

2. Conversione termochimica: attraverso processi di pirolisi, liquefazione, gassificazione e hydrotreating.

I prodotti ottenuti da tali reazioni sono carburanti biologici come bioetanolo, biodiesel, idrocarburi sintetici o oli vegetali.

L’uso delle biomasse ha molti vantaggi; innanzitutto le risorse sono ampiamente disponibili in tutto il mondo, sono fonti rinnovabili e come tali sono unica alternativa ai combustibili fossili e infine può essere utilizzata in molti modi.

Esistono tuttavia anche svantaggi, per esempio l’inquinamento derivato dalla combustione, la carenza di spazi e possibilità di competizione con industria agricola e per ultimo il fatto che le tecniche non siano ancora affinate ed efficienti.

L’ENERGIA IDROELETTRICA

Sulla Terra, l’acqua cambia costantemente il proprio stato di aggregazione, in un processo noto come ciclo idrogeologico. L’acqua evapora dagli oceani, forma nuvole, ricade a terra sotto forma di pioggia o neve e viene raccolta in torrenti e fiumi, che conseguentemente scorrono verso il mare. Tutto questo movimento continuo offre un’enorme opportunità di sfruttare l’energia cinetica e potenziale, che vengono definite per questo energie utili.

Oggi, sfruttando la forza dell’acqua in movimento per generare elettricità, l’energia idroelettrica è diventata la più grande fonte di produzione di energia rinnovabile e a basse emissioni di inquinanti, diffusa in tutto il mondo. Anche se la generazione di energia tramite l’idroelettrico non emette sostanze che causano l’inquinamento atmosferico o emissioni di gas ad effetto serra, può avere conseguenze ambientali e sociali negative. Dal momento che l’energia idroelettrica dipende dai corsi d’acqua, come fiumi e torrenti, la possibilità di utilizzare l’energia idroelettrica come fonte di energia elettrica è varia in tutto il mondo. I corsi d’acqua, la cui differenza di altitudine tra sorgente e foce è molto ampia, sono i principali candidati per ospitare lungo il proprio percorso delle centrali idroelettriche. Ecco perché spesso ci capita di vedere delle dighe in zone montuose.

Per generare elettricità tramite l’energia cinetica derivante dall’acqua in movimento, la stessa deve muoversi con una velocità e un volume sufficienti per far girare un dispositivo ad elica, detto turbina, che a sua volta fa ruotare un generatore che genera energia elettrica. In parole povere, 4 litri d’acqua al secondo che cadono da un’altezza di 30 metri sono in grado di generare un 1

kW di potenza elettrica. Quindi, in generale, più la portata di acqua che si sviluppa in turbina è alta, più è alta l’energia producibile.

Ci sono diverse varietà di tipologie di turbine che vengono utilizzate negli impianti idroelettrici e il loro uso dipende dalla misura del salto idraulico (distanza verticale tra la diga superiore e la turbina, al netto delle perdite) presso lo stabilimento e dalla portata di acqua che si vuole far scorrere contro la turbina. I più comuni sono la Kaplan, la Francis e la Pelton.

L’ENERGIA GEOTERMICA

La Geotermia è la scienza che studia lo sfruttamento del calore all’interno della Terra. Il flusso geotermico o energia geotermica è la quantità di calore che arriva in superficie (crosta terrestre) dall’interno del pianeta (nucleo e mantello). Si tratta di un calore naturale rilasciato durante la formazione del Pianeta e del processo di decadimento nucleare di elementi radioattivi come uranio, torio e potassio. Le principali manifestazioni geotermiche note sono: fenomeni vulcanici/magmatici; fenomeni di idro termalismo; soffioni boraciferi e geyser.

Un impianto geotermico preleva questa forma di energia termica dal sottosuolo, questa viene successivamente raccolta e, attraverso un pompa di calore che distribuisce l’energia, distribuita nell’ambiente interno ad un edificio.

Un impianto geotermico ha il grande vantaggio, rispetto ai tradizionali impianti a gas ed elettrici come caldaie e condizionatori, di svolgere una doppia funzionalità: riscaldare l’ambiente domestico d’inverno e renderlo fresco d’estate. Ciò grazie ad una tecnologia rispettosa dell’ambiente e vantaggiosa dal punto di vista economico.

La geotermia come attività produttiva termica in ambito residenziale, è ancora poco utilizzata in Italia, mentre molto diffusa nel Nord Europa. Questa, attraverso l’immissione nel terreno di una sonda geotermica (denominata SGV) inserita in un pozzo con una profondità tra i 50 e 200 metri scavato vicino all’abitazione, occupa solo lo spazio di un diametro di pochi centimetri giusti per far passare la sonda.

Le aree dove si può utilizzare l'energia geotermica coprono circa il 10% delle terre emerse; esse sono distribuite lungo i margini di rottura delle placche litosferiche (zone di faglia, fratture) e lungo le aree di collisione delle stesse. Ai bordi dell’Oceano Pacifico esistono sia la più alta concentrazione di vulcani recenti sia i più importanti campi geotermici ad alta temperatura. All’interno delle placche, ben 116 punti caldi, tra cui quello della Toscana e dell’Alto Lazio,

producono energia geotermica; nelle zolle continentali i grandi bacini sedimentari hanno risorse geotermiche che hanno permesso di realizzare numerosi progetti di teleriscaldamento; in aree di fosse subsidenti, come la Pianura Padana, si rinvengono giacimenti geo pressurizzati di acque calde, mentre nelle catene montuose, geo-termicamente fredde, si possono rinvenire anche acque minerali calde che provengono da falde molto profonde.

L’ENERGIA SOLARE

L'energia solare è una delle più importanti energie rinnovabili utilizzate sulla Terra, viene prodotta utilizzando direttamente l'energia irradiata dal Sole verso la Terra. La sua importanza risiede nel fatto che la quantità di energia che raggiunge la superficie del pianeta in un anno è superiore a tutta l'energia che potrà mai essere ottenuta da tutte le fonti non rinnovabili presenti.

Per trasformare l'energia solare in energia sfruttabile vengono utilizzate principalmente tre tecnologie che usano dunque risorse rinnovabili e che hanno tra i pregi il poco inquinamento durante la produzione:

La prima è il pannello solare termico che genera calore poiché sfrutta i raggi solari per scaldare un liquido contenuto al suo interno che cede calore all'acqua contenuta in un serbatoio di accumulo.

Un altro metodo usato è il pannello solare a concentrazione, ossia una piattaforma coperta da migliaia di specchi parabolici, disposti per file parallele, che riflettono i raggi del Sole su un lungo tubo dove circola un liquido che assorbe il calore, il quale viene trasferito all'acqua che diventa vapore in pressione.

Infine c'è il pannello fotovoltaico che permette la conversione diretta della radiazione solare in energia elettrica: questa tecnica vede ancora una larga diffusione e una significativa riduzione dei costi di installazione dell’impianto.

Tuttavia l'utilizzo di queste tecnologie ha dei limiti: l'irradiazione infatti è inevitabilmente discontinua perché giorno e notte si alternano; inoltre, la costruzione di questi pannelli richiede una considerevole quantità di energia che quest'ultimi sono in grado di restituire solo dopo molto tempo.

L’ENERGIA EOLICA

Considerando le fonti rinnovabili, una parte consistente di energia è ottenuta dal vento: nel 2014 l’eolico ha costituito il 13% dell’energia totale ottenuta da rinnovabili.

Il vento è sempre stato impiegato dall’uomo per ottenere energia meccanica, per esempio i persiani già nel VI – X sec avevano costruito delle sorte di mulini al fine di macinare il grano.

L’energia eolica sfrutta il movimento delle masse d’aria attraverso l’utilizzo di aerogeneratori: il vento muove le pale del rotore e l’energia meccanica del vento viene trasformata in energia elettrica dal generatore posto all’interno della turbina. Le turbine eoliche possono essere ad asse orizzontale o verticale ed entrambe presentano vantaggi e svantaggi.

Le turbine ad asse orizzontale (le più diffuse) hanno un rendimento energetico maggiore ma sono condizionate dalla direzione del vento, mentre quelle ad asse verticale hanno un minor rendimento ma sono attivate da venti anche molto forti o molto deboli e sono più economiche.

L’eolico è un’ottima fonte rinnovabile perché la disponibilità di vento è altissima e l’impatto ambientale è limitato, ma bisogna ancora ridurre il costo delle installazioni e limitare aspetti secondari come il rumore provocato.

L’ENERGIA MARINA

L'energia dalle maree è una fonte di energia rinnovabile ottenuta dallo sfruttamento del naturale spostamento delle masse d'acqua oceaniche. È detta energia mareomotrice. Il moto delle acque viene convogliato in una serie di condotte idrauliche per essere convertito in energia meccanica tramite apposite turbine e, infine, trasformato in energia elettrica dai generatori. Il principio di funzionamento è lo stesso di una centrale idroelettrica ma si basa, prevalentemente, sullo spostamento orizzontale delle grandi masse d'acqua dovuto all'effetto gravitazionale della Luna e del Sole sul nostro pianeta.

Le centrali elettriche basate sull'energia delle maree possono essere costruite sui fiumi o in mare aperto. Il rendimento energetico è particolarmente alto nei bacini oceani con un elevato dislivello in ampiezza verticale tra la bassa marea e l'alta marea, dove è maggiore l'energia potenziale sfruttabile dalle turbine della centrale idroelettrica.

Durante la fase di alta marea l'acqua viene raccolta in un bacino artificiale o naturale. Nella fase di bassa marea l'acqua defluisce passando attraverso una serie di condutture idrauliche, all'interno delle quali sono presenti le turbine collegate ai generatori elettrici. Nelle conduttore il moto dell'acqua acquisisce pressione e velocità, generando la rotazione delle turbine. Lo sfruttamento del moto delle acque può essere sfruttato sia nella fase di marea calante che nella fase di marea crescente, mediante l'utilizzo di apposite turbine reversibili.

Esempi di centrali mareomotrici sono la centrale fluviale di Rance e la centrale fluviale di Saint-Malo, entrambe situate in Francia.

È possibile sfruttare non solo l’alternarsi delle maree ma anche il movimento delle onde. La centrale di Saint-Malo è in funzione dagli anni '60 in un punto del fiume Rance ove il dislivello verticale dell'acqua può variare anche di 13 metri a causa delle maree.

Deriva dai venti che soffiano sulle superfici degli oceani, laddove raffiche intense arrivano dopo aver viaggiato per lunghe distanze, ad alte latitudini.

La produzione di energia avviene mediante dispositivi flottanti dalle forme più svariate che trasformano il movimento delle onde nel moto relativo di un rotore.

Alcuni sono costituiti da sistemi galleggianti che trasformano il movimento delle onde nel moto relativo di un rotore, altri inducono il moto ondoso a comprimere aria contenuta in un corpo chiuso (colonna d’acqua oscillante), altri ancora sfruttano il principio di Archimede in camere sommerse o raccolgono l’acqua sospinta dalle onde in un bacino che mette in moto delle turbine defluendo.

Classi 4EA, 2AO, 3DE, Liceo classico “M. Foscarini” Venezia

3. LA BIORAFFINERIA

Le bioraffinerie sono impianti industriali che utilizzano biomasse per la produzione di biocarburanti (per esempio Green GPL, Green Nafta o Green Diesel) ed elettricità.

Le biomasse sono sostanze di origine organica non fossile sia vegetale che animale, provenienti da coltivazioni agricole o scarti dei processi biologici.

La produzione e la combustione dei biocarburanti riducono l’incremento della CO2 presente nell'ambiente. Infatti la quantità di questo gas emessa durante combustione del biocarburante compensa quella assorbita dalle piante usate per produrlo, generando così un ciclo ecosostenibile.

Le differenze principali tra la raffineria tradizionale e la bioraffineria sono:

· Le materie prime utilizzate dalle quali si ricavano i prodotti finali, ossia i biocarburanti (carburanti che derivano da biomassa, cioè da qualsiasi sostanza di origine organica non fossile vegetale o animale);

· Il processo di lavorazione delle materie prime (Ecofining per la bioraffineria di Venezia);

· La considerevole riduzione delle emissioni con benefici effetti sull’ambiente per quanto riguarda le bioraffinerie.

LA NASCITA DELLA BIORAFFINERIA

La bioraffinazione è nata con l'esigenza di:

· Trovare una soluzione all'impatto ambientale delle normali raffinerie;

· Trovare un secondo utilizzo di alcuni scarti industriali (continuava infatti a diminuire la disponibilità di molte fonti primarie fossili a basso prezzo);

· Ridurre il costo di produzione dell’energia;

· Rispettare le normative ambientali (direttiva RED 20-20-20);

· Trovare una soluzione alla dipendenza da Medio Oriente e Russia (con la produzione autonoma di biocarburanti si riduce l’importazione);

· Ridurre i consumi dei prodotti petroliferi.

L’ECOFINING

L’Ecofining è una tecnologia che permette di produrre il Green Diesel, cioè un biocarburante di altissima qualità con elevato rendimento.

Il processo si articola in due stadi:

· Idro-deossigenazione delle biomasse oleose: gli oli sono idrogenati e l’ossigeno è rimosso dai trigliceridi, i prodotti principali della reazione di deossigenazione sono paraffine lineari C16-C18 e propano mentre i sottoprodotti della reazione sono acqua e anidride carbonica;

· Isomerizzazione delle paraffine lineari: le paraffine sono trasformate nei loro isomeri per conferire al prodotto le necessarie proprietà a freddo e soddisfare le specifiche del carburante diesel.

DIRETTIVA RED 20-20-20

La direttiva RED 20-20-20 è la direttiva sulle energie rinnovabili dell’Unione Europea e pone ai paesi europei importanti obiettivi da raggiungere entro il 2020:

· 20% di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (GHG – Green, House Gases: CO2, CH4, N2O, etc.) rispetto ai livelli del 1990;

· 20% di riduzione del consumo di energia rispetto alle proiezioni sul consumo energetico per il 2020;

· 20% di produzione di energia da fonti rinnovabili, raggiungendo la quota del 10% (su base energetica) di biocombustibili rinnovabili e sostenibili nei carburanti per i trasporti.

Le normative in vigore (direttiva sulla qualità dei carburanti - FQD) pongono l’obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra anche tramite l’utilizzo di carburanti sostenibili.

La percentuale di biocarburanti nei combustibili per autotrazione deve essere pari al 10% in termini di energia al 2020. Tale valore non può essere raggiunto mediante l’impiego dei biocarburanti di tipo FAME in quanto possono essere impiegati al massimo fino al 7% in termini energetici.

BIOMASSE DIVISE IN 3 GENERAZIONI

Dal momento che la bio-raffinazione impiega sostanze animali e vegetali per produrre carburanti, è emerso il problema che produzioni agricole sono destinate alla produzione di carburanti, sottraendo risorse alimentari alla popolazione.

Le biomasse prodotte si dividono in tre diverse generazioni:

· 1° generazione: in competizione con l’alimentazione (es. mais, grano);

· 2° generazione: scarti organici (non in competizione con l’alimentazione, es. rifiuti organici);

· 3° generazione: non in competizione con l’alimentazione o con l’utilizzo di terreno coltivabile (es. alghe).

Obiettivo della normativa vigente è promuovere la produzione di biocarburanti dal biomasse di seconda e terza generazione.

ECONOMIA CIRCOLARE

Con la necessità di ottenere biomassa non in competizione con l’alimentazione, si stanno sviluppando diverse iniziative in collaborazione con gli operatori pubblici di raccolta rifiuti per aumentare la raccolta degli oli esausti prodotti dalla popolazione e usarli come biomassa. Sono anche in corso trattative per possibili integrazioni con impianti di raffinazione delle biomasse oleose, per essere in grado di riutilizzare i prodotti di scarto.

WASTE TO FUEL

Eni sta sviluppando processi “Waste to Fuel” in grado di trasformare la frazione organica del rifiuto solido urbano (il cosiddetto “umido”) in bio-oli da alimentare nel ciclo di raffinazione per ottenere biocarburanti.

CO2 RECOVERY

La tecnologia CO2 recovery permette di fissare biologicamente (attraverso microalghe) la CO2 del gas, impiegando energia solare per produrre un bio-olio che rappresenta una materia prima per le bioraffinerie. Il bio-olio prodotto è di tipo advanced, ovvero non è in competizione con le coltivazione agricole per uso alimentare.

LE BIORAFFINERIE OGGI

La bioraffineria di Porto Marghera (presso Venezia) è il primo esempio al mondo di riconversione di una raffineria convenzionale in bioraffineria, avvenuta ad opera di Eni. Inoltre nel 2018 sarà anche completata la realizzazione della bioraffineria di Gela.

Oltre ai prodotti ordinari si è pensato di produrre biocarburanti per grandi navi ed aerei commerciali. Questi ultimi sono ancora in fase di sperimentazione perché si sono riscontrati problemi di congelamento a causa delle basse temperature riscontrate durante il volo di una tipologia di aereo.

Classe 3F Liceo Scientifico “G. Bruno” Mestre

LICEO CLASSICO ED EUROPEO “MARCO FOSCARINI” DI VENEZIA Classe 4AE: Luigi De Lucia; Classe 3AO: Martina Ciampi e Carla Lucia Corvaglia; Classe 2AO: Pietro Trevisan e Charlotte Vella; Classe 3DE: Sara Bassini, Nicolò Boldrin, Giovanni Ciccarello, Tommaso Gottardo, Verona Kaldas, Daniel Karpinets, Elsa Molinari, Piero Pes, Susanna Savini e Beatrice Suppiej. LICEO CLASSICO “FRANCHETTI” DI MESTRE Classe 1B Rose Banighanem Moh'd, Filippo Bortoluzzi, Elisabetta Cappelletto, Lisa Cerrone, Chiara Conte, Martina Costantini, Anna Della Bona, Nicolò Demo, Massimiliano Di Venere, Valentina Donini, Mira Farag, Michelle Gasparinetti, Chiara Kozdhima, Giovanni Lazzarini, Irene Mitrano, Pietro Negro, Elena Perissinotto, Matteo Scarpa, Giacomo Trovato-Monastra, Sofia Tuzzato, Gabriele Vazzorelli, Valentino Zanatta, Francesca Zuccherato. LICEO SCIENTIFICO “BRUNO” DI MESTRE Classe 3F Giovanni Battaglia, Pietro Brieda, Rocco Busetto, Paola Carbone, Leo Castelli, Riccardo Conte, Michele D’Arco, Stefano Dal Mas, Jacopo Dilaria, Lorenzo Fontana, Cristina Gardinal, Sara Gardinal, Navid Naderi, Ecaterina Novur, Veronica Palmieri, Matteo Pettenò, Martino Pistellato, Monica Pistorello, Daria Popa, Luca Ravanello, Erica Ruggini, Marco Salvato, Francesco Tiepolo, Alessio Vianello.

“OTTO IN BUCA”

SINOSSI

“Otto in buca” è la storia di sette personaggi e di un giardino che non dà più frutti. Le loro vite rotolano come su un tavolo da biliardo, il passato sta scivolando via per sempre e ognuno di loro cerca di dare il colpo giusto per far andare la palla in buca. Smarriti, nostalgici, idealisti, conservatori e innovatori, in questo gioco si muovono come possono e come riescono. Sullo sfondo, una provincia veneta e una vecchia raffineria che rischia di chiudere. All’orizzonte, una nuova possibilità per far rinascere quel luogo: la bioraffineria. “Il giardino dei ciliegi” di Cechov è la base da cui siamo partiti per costruire la nostra storia e i nostri personaggi, che degli originali mantengono il carattere e la visione del mondo. Il lavoro di riscrittura del testo ha permesso di raccontare il tema scientifico senza snaturare l’opera ma esaltandone i contenuti, con uno sguardo al presente e al futuro.

OTTO IN BUCA Sette personaggi e un giardino

Liberamente ispirato a “Il giardino dei ciliegi” di Anton Cechov

NOTA

La storia è ambientata in Veneto. I personaggi mantengono qui nel testo i nomi dell’originale, ma il nome di Lopachin è pronunciato Lopachìn, mentre Gaev viene chiamato Leonida e Trofimov Pietro,

traduzione italiana dei loro nomi russi.

PROLOGO

Una sala da biliardo: un luogo che sembra sospeso, fuori dal tempo. Qui si gioca una metaforica partita a biliardo tra i rappresentanti della tradizione (Gaev) e dell’innovazione (Lopachin). La partita continua nell’intermezzo e nell’epilogo.

Entra Gaev, parlando a un cameriere fuori scena.

GAEV (al cameriere) Hai ragione, vecchio mio! “Se vuoi comprendere il mondo, devi almeno saper giocare a biliardo”… Eh, giocare so giocare… ma delle cose del mondo io non ho mai capito niente!

Si avvicina al tavolo da biliardo.

Taglio sulla destra di sponda... diritto al centro... tà-tà carambola! Metà della mia esistenza ho consumato, qui sopra! E l’altra metà? Via, scivolata… Si continua a rotolare, non ci si ferma mai! Ma che cos’che siamo, noi? La stecca, il giocatore o la palla? Nella vita, come nel biliardo, le variabili sono infinite. (al cameriere) Forza, vecio, dame n’altro drink che mi devo concentrare!

Il biliardo è matematica e fisica applicata, non è solo questione di fortuna! Vecchio mio, tu parli poco ma mi piaci! Sì sì ti me piaxi! Ma ‘sto drink però portalo, cosa aspetti? Non bisogna aspettare. (rassegnato) Bisogna andare, andare avanti. (rivolto al tavolo) Eccoci qui, io e te: alla resa dei conti. Ah, se avessi vissuto in maniera più responsabile. Ma mi ci vedi a me? Io no, per niente. Infatti il portafoglio io ce l’ho pieno solo di rimpianti. “Un saggio giocatore di biliardo non rimpiange mai, lui prevede”. Giocatore di biliardo sì, ma saggio quando mai?

Prende la stecca da biliardo e fa per colpire la palla.

Bisogna indirizzarla bene, la palla. Taglio sulla destra di sponda... diritto al centro... e tà-tà carambola!

Entra Lopachin.

LOPACHIN (ironico) La partita è già cominciata, vedo. E di chi è il vantaggio?

GAEV (infastidito) Di chi sa approfittare delle situazioni.

LOPACHIN Come mai qui da solo?

GAEV Non è facile trovare dei veri giocatori.

LOPACHIN (gli porge un bicchiere) Il cameriere me l’ha dato e qualcuno ha detto “È per il signore”. Immagino sia suo. A me, nessuno mi chiama mai “signore”.

Gaev prende il bicchiere e beve.

LOPACHIN Alla sua! (riferendosi alla partita) Comunque, sono qui. Se vuole…

GAEV Non gioco con i principianti.

LOPACHIN Peccato. Dai principianti s’impara sempre qualcosa.

GAEV Preferisco quelli della vecchia scuola.

LOPACHIN Nella vita, come nel biliardo, le variabili sono infinite…

GAEV Ma non ho tempo né voglia di esplorarle tutte. Sono stanco.

LOPACHIN (guarda il tavolo da biliardo) “Il biliardo è il golf dei nati stanchi”! L’ho letta da qualche parte, ma francamente non mi ricordo dove. (prende una stecca) Io sono per il rischio.

GAEV Facile rischiare quando non si ha niente da perdere.

LOPACHIN Non si gioca mai solo per se stessi. Bisogna sempre chiedersi qual è la partita.

GAEV (ironico) Filosofia contemporanea? Glielo ripeto: io sono “vecchia scuola”.

LOPACHIN Vecchia scuola, vecchie regole. Il mondo intanto rotola chissà dove e… ta-tà: carambola!

GAEV Sì, sì… corriamo, rotoliamo, ci sfioriamo, incocciamo, prendiamo colpi nel sedere, sbattiamo la faccia contro un muro, solo per cercare di fare qualche punto in più. Sembra tutto sotto controllo, sembra che le cose vadano – che noi andiamo – dove vogliamo e invece non è vero niente: è il caso, è il caso che ci muove. Non resta che berci su! (beve)

LOPACHIN Io dico che l’importante è cercare di fare andare l’otto in buca. (lo sfida) Scommettiamo?

GAEV L’otto in buca non è che l’ultima cosa. C’è tutta una partita da giocare, prima.

LOPACHIN Allora, che si fa? Giochiamo o continuiamo ad aspettare?

Gaev prende la stecca e passa il gesso sulla punta.

GAEV Calma… e gesso.

ATTO PRIMO

SCENA I

Un salotto. Dalle finestre si vede poco l’esterno. Liuba aspetta trepidante, seduta su una poltrona.

LIUBA Che ore sono? Ormai dovrebbe essere già qui… (chiama) Firs! Firs!

Entra Firs in affanno, con gli stivali sporchi di terra.

LIUBA (arrabbiata) Firs! Il tappeto! Adesso è tutto sporco di terra! L’avevo appena fatto pulire.

FIRS (mortificato) Mi scusi, signora, mi scusi… è il giardino… semina terra! (triste) Terra e fango.

LIUBA (sorride) Ma cosa dici, Firs? Piuttosto, che ore sono?

FIRS No, no, non ci sono.

LIUBA Oh, povero Firs. Anche sordo, stai diventando! Ti ho chiesto che ore sono.

FIRS Ah, sì… quasi le due.

LIUBA Allora è in ritardo, come sempre.

FIRS Sono stato tutta la mattina in giardino ad aspettare… ma niente, signora, ancora niente!

LIUBA Non è mai arrivato puntuale nella sua vita, quello lì! È che adesso io in questa casa senza di lui, non so… non riesco a starci un minuto di più…

FIRS Certe volte gli parlo… gli ricordo com’era una volta, cerco di stimolarlo a vivere di nuovo, ecco…

LIUBA Lui deve prendersi le sue responsabilità: dobbiamo, tutti e due.

FIRS Responsabilità… sì, sì, responsabilità. Il giardino deve prendersi le sue responsabilità! Ormai anche lui ha i suoi anni, non è più un bambino!

LIUBA (ride) Il giardino? Ma io parlavo di mio fratello!

FIRS (non ha sentito) Ah, ma adesso gliene dico quattro, al giardino e a tutti i ciliegi, uno a uno! Ora mi sentono!

LIUBA (sorride, con tristezza) Ancora niente, vero?

FIRS Roba da matti! Una volta facevano delle ciliegie tenere, succose, saporite, profumate… E adesso? Niente. Questi alberi sono così… viziati!

LIUBA (sospira guardando fuori dalla finestra) Firs, caro: siamo noi, noi che siamo pieni di vizi! I nostri ciliegi hanno ricevuto il cattivo esempio! Quanta, quanta incoscienza! Io ho sempre sprecato tutto, come una pazza! Mio marito è morto di champagne! E mio fratello… con quella sua mania… com’è che era? La palla bianca all’angolo, la rossa al centro…

FIRS (intenerito) Il signor Leonida è arrivato?

LIUBA Non ancora. Resta qui, fammi un po’ di compagnia. Anzi, portami un caffè.

Firs fa per andare nell’altra stanza e intanto commenta.

FIRS Sono tre anni, tre anni che non si fa vedere! Ma tanto lo so, lo so: non sarà cambiato per niente. Sempre in giro per il mondo, non si ferma mai… Nemmeno per fare un saluto a chi gli vuole bene… Si è dimenticato anche del giardino!

LIUBA A proposito, Firs: non parlargliene subito, del giardino. Non vorrei che si rattristasse troppo. Ci sono già tante cose tristi di cui parlare. Aspettiamo, va bene? Gli ho fatto preparare la stanza, la stanza dei bambini… La più bella!

FIRS Sì, sì, ho già parlato troppo… Il caffè!... Il caffè!

Firs fa per uscire. Si sente l’arrivo di una macchina.

GAEV (in lontananza) Tenga il resto, arrivederci!

Liuba e Firs si guardano. Firs non sa se andare verso la porta o restare lì: è emozionato.

FIRS (commosso) Il signor Leonida…

LIUBA Mi raccomando, Firs. Stiamo allegri!

Firs va verso la porta, borbotta qualcosa d’incomprensibile, la apre e trova Gaev.

GAEV Il treno è arrivato con due ore di ritardo, capito che servizio?

Firs aiuta Gaev a togliere giacca e cappello.

GAEV Firs, vecchio mio! Come vanno le cose?

FIRS Eh… (guarda Ljuba, poco convinto) Stiamo allegri! E anche il giardino… non fa che ridere! (si rende conto di aver detto una cosa fuori luogo) I bagagli! È venuto qui senza bagagli?

GAEV Ho giusto due cosette qua fuori… I viaggiatori devono star leggeri!

Firs esce per prendere i bagagli.

GAEV Ma non ti affaticare! Ti do una mano io!

Gaev non si muove. Firs comincia a portare scatoloni, pacchi e valigie. Entra ed esce con sempre più roba.

GAEV La mia adorata sorellina!

Liuba si alza e va incontro a Gaev.

LIUBA Ma è proprio vero che sei qui? (ride) Avrei voglia di saltare, di battere le mani… (lo abbraccia, come una bambina) È tutto un sogno?

GAEV Persino in treno, non riuscivo a guardare fuori dal finestrino senza mettermi a piangere. Come amo la mia terra! E il vecchio Firs s’è fatto trovare ancora vivo, grazie! Eh, Firs?

Firs non risponde.

LIUBA Ci sente poco. (emozionata) Ti ho fatto preparare la stanza…

GAEV La stanza dei bambini! Una volta, sorellina, tu e io dormivamo proprio in quella stanza… e adesso ne ho già cinquantuno! Ta-tà, carambola!

LIUBA Sei sempre lo stesso! Anzi… (indicando la pancia) hai qualche chilo in più!

Entra Firs, stanco, con gli ultimi bagagli.

FIRS Qualche chilo lì… e tutti gli altri… qui!

GAEV (ride) Quando vuole ci sente, però! (guarda gli stivali di Firs) Hai lavorato in giardino? (Firs non risponde) Non vedo l’ora di salutare i miei ciliegi!

LIUBA (agitata) Eh no! Non hai ancora salutato bene me e questa stanza, il tavolinetto, le nostre sedie… e il nostro caro vecchio armadio!

GAEV Lo sai quanti anni ha questo armadio?

LIUBA La settimana scorsa ho aperto il cassetto in basso, guardo e vedo una data scritta col fuoco: questo armadio è stato fatto esattamente…

GAEV Cento anni fa!

FIRS Eh, ma il nostro giardino è ancora più vecchio, il nostro giardino…

LIUBA Firs… il caffè?

Firs esce brontolando.

GAEV Caro, venerando armadio! Io celebro qui la tua esistenza che giusto cento anni or sono fu indirizzata ai luminosi ideali del bene e della giustizia; il tuo silenzioso appello al lavoro fecondo, che non si è mai affievolito, ha sempre tenuto vivo (con commozione) nelle generazioni della nostra famiglia il coraggio e la fede in un avvenire migliore!

LIUBA Non cambierai mai…

GAEV (in imbarazzo) Taglio sulla destra di sponda, diritto al centro e…

Entra Firs con il vassoio e le tazzine, che sta per far cadere.

FIRS Ta-tà: carambola!

Il vassoio si salva per un soffio.

FIRS Di questi tempi è tutto in bilico… tutto… anche io!

Esce, borbottando ancora qualcosa d’incomprensibile.

GAEV E le mie nipotine? Come stanno le mie nipotine?

LIUBA Nipotine? Anja è quasi maggiorenne ormai… Ha già le sue idee sul mondo: più che idee utopie, direi. Non fa che leggere e si preoccupa per le sorti di tutto l’universo… piccola mia… (si rattrista) Non sembra neanche mia figlia, per quanto è giudiziosa.

GAEV Non dire così...

LIUBA È vero, io ho sempre tenuto gli occhi chiusi. Tu sei andato via, io sono rimasta qui ma è come se fossi fuggita anch’io da un’altra parte. Sempre a inseguire l’amore: prima mio marito, poi… gli

altri… E adesso… apro gli occhi e mi accorgo che rischiamo di perdere il pilastro della nostra famiglia, la nostra raffineria… Abbiamo lasciato che si logorasse, senza fare nemmeno uno sforzo. Dopo tutti questi anni, l’impegno e i sacrifici dei nostri genitori potrebbero svanire per sempre. Così, come un sogno.

GAEV Siamo davvero a questo punto? Quando me l’hai detto mi sembrava impossibile… ancora adesso non riesco a crederci.

LIUBA La mia Varia… lei sì che ci sta provando a mandare avanti le cose. Ma è troppo tardi. Che sciagurati io e te, fratello mio! Che spreco di denaro, di tempo, di energie… Ieri ho dovuto licenziare i due addetti al controllo. Ah, questa crisi… Le risorse finiscono. E così… finiamo anche noi.

GAEV La nostra raffineria non può chiudere. Non si può fare a meno del carburante! L’uomo deve viaggiare, spostarsi da un capo all’altro del mondo! Automobili, aerei, treni… Figuriamoci! Ci deve pur essere un rimedio. Facciamo una passeggiata in giardino: vedrai che troveremo l’ispirazione… o almeno qualche ciliegia! Siamo in stagione, no?

LIUBA Hai sempre voglia di scherzare! Ma questa leggerezza… io non ce l’ho più.

GAEV Solo due passi, dai… nel nostro giardino.

LJUBA (finge un malessere) Leonida… non mi sento molto bene. Anzi, per niente.

GAEV Cosa c’è? (aprendo la finestra) Apro la finestra, magari un po’ d’aria…

LIUBA (si alza di scatto) No! L’aria fa malissimo… l’aria… può essere letale! (chiude la finestra) Non lo sai?

GAEV E va bene, come vuoi…

Liuba prende per un braccio Gaev e lo fa sedere. Si siede anche lei.

LIUBA (sospira) Non ho chiuso occhio per tutta la notte, ero troppo agitata. C’è qualcosa… come se di colpo dovesse crollarmi addosso la casa!

GAEV (si sente in colpa e cerca di sviare) Dicevi di Varia?… si è poi fidanzata?

LIUBA Macché. Nessuno dei due si decide. Eppure si vede che si vogliono bene. La mia Varia… lei cerca di fare economia… sta attenta a tutto. Anche al consumo della luce, dell’acqua. Io invece vivo come un’incosciente. È che non sono abituata a risparmiare... Noi, fratello mio, siamo di un’altra generazione! È difficile cambiarci. (gli prende le mani) Ah, grazie a Dio sei tornato. Sei di nuovo a casa! La nostra casa… è stata e sarà sempre nostra.

GAEV (sfila le mani da quelle di Liuba) E Firs? Anche lui è un lusso.

LIUBA Ma come si fa? È sempre stato con noi, con i nostri genitori. Ti ricordi quando la gente che passava di qui si fermava ad ammirare la nostra piccola città-giardino? Ora i bei tempi se ne sono andati... La scienza va avanti: la tecnologia e il progresso si porteranno via tutto il nostro passato. Le raffinerie più moderne ci fanno concorrenza… E noi non abbiamo i fondi necessari per… “incrementare la produzione”: si dice così?

GAEV Il progresso serve solo a complicarci la vita!

LIUBA Per fortuna abbiamo la nostra casa, la nostra bella casa… Una volta, qui, la felicità si svegliava con me ogni mattina!... L’altro giorno ho visto un alberello bianco, piegato… sembrava la mamma.

GAEV Per l’amor del cielo!

I due fratelli passano alcuni secondi in silenzio, poi insieme trovano il coraggio.

GAEV e LIUBA Ti devo dire una cosa.

Ridono.

LIUBA Prima tu.

GAEV No, prima le signore.

Nessuno dei due riesce a continuare.

SCENA II

Si sente bofonchiare Firs in un veneziano stentato. Sembra che protesti con qualcuno. Sulla porta ci sono Firs e Lopachin: Firs non vuole farlo entrare.

LOPACHIN Firs, tutta la vita in Veneto e nemmeno gli insulti in dialetto hai imparato a dire bene!

FIRS Se vuole glieli dico in milanese, tanto fa lo stesso!

LOPACHIN (si giustifica) Ma è solo un saluto…

LIUBA (lo rimprovera) Firs, fai il bravo!

Firs esce borbottando. Lopachin entra e lancia la giacca su una sedia.

LOPACHIN “E i tedeschi per denaro francesizzano anche i russi”! Che commedia ho visto ieri sera al cinema, da morir dal ridere!

GAEV E magari non c’era poi tanto da ridere.

LOPACHIN Mi fa piacere rivederla così in forma, Leonida.

GAEV (sarcastico) Signor Lopachin, qui è sempre il benvenuto. Anzi, non si disturbi ad avvisare.

LOPACHIN Signora Liuba, lei è ogni giorno più bella.

LIUBA Lo sa che sono sensibile ai complimenti… Non se ne approfitti.

Lopachin si accomoda sprofondando nella poltrona.

LOPACHIN Allora, ne avete parlato?

GAEV Di cosa?

LOPACHIN Della raffineria. La signora non le ha detto…?

LIUBA Non ne ho avuto il tempo.

LOPACHIN Mi rendo conto. Sono arrivato troppo presto. Ma non sto nella pelle!

Silenzio. Lopachin ride.

GAEV Felice?

LOPACHIN Come?

GAEV No dico, sembra felice.

LOPACHIN Ah no. Pensavo ancora al film. Non diceva “i russi”… diceva “le lepri”, “francesizzano le lepri”! Da morir dal ridere!

GAEV Immagino…

LIUBA Invece di guardare tanto cinema, farebbe bene a guardarsi un po’ più dentro. Fate tutti una vita così grigia, dite tante cose inutili.

GAEV Concordo!

LOPACHIN Suo fratello pensa di me che sono un ignorante e un arricchito, non è vero? Mio padre ha lavorato come operaio nella vostra raffineria, con vostro nonno e vostro padre… E anche se ora sono un uomo ricco, ho “fatto i soldi”, come si dice… gratta gratta io mi sento il figlio di mio padre: un operaio anch’io. Un lavoratore. (a Liuba) Io vorrei che lei si fidasse di me.

LIUBA (si alza di scatto, cambia discorso) Non riesco a star seduta, non ce la faccio più! È la gioia, la gioia di riavere qui mio fratello!

GAEV Mi volete spiegare? Sono mancato tre anni, torno e non capisco più niente!

LOPACHIN Per dirla con un linguaggio che lei può capire: si tratta di scommettere sul cavallo giusto…

GAEV Scommetto, signor Lopachin. Scommetto che riuscirà a farmi ridere più del film che ha visto ieri sera. Su, mi dica tutto.

Entra Firs, borbottando. Cerca di mettere a posto le valigie.

FIRS Ma che disordine! Ah, se non ci fossi io! Ognuno ha il suo posto nel mondo, e io ho questo qui. Poi c’è qualcuno che non si accontenta… vuole prendersi un posto che non è il suo. Che disordine! Una volta, ognuno sapeva bene dove doveva stare.

Esce.

LOPACHIN Non gli sono simpatico.

GAEV Il nostro Firs è un uomo sensibile. Ci dica, Lopachin: cosa è venuto a fare qui? A parlare di cinema? Della prossima Mostra di Venezia? Oppure è qui per farci vedere l’ultimo macchinone sgargiante che si è comprato?

LIUBA Non essere sgradevole, ti prego.

LOPACHIN Sono qui per parlarvi di una via d’uscita. Un mio progetto. Può sembrare forse un po’ azzardato ma…

LIUBA Molto azzardato.

GAEV Dica, dica: l’azzardo mi diverte!

LOPACHIN Ma questo è un azzardo controllato. Partiamo dal giardino.

LIUBA No!

GAEV Che succede al giardino?

LOPACHIN Non l’ha visto?

LIUBA Stavo per dirtelo, Leonida. Il giardino è…. fermo, come fissato nel tempo. Non ci sono più fiori, i ciliegi non danno neanche frutti. Ma è solo un momento, un passaggio… ne sono sicura.

GAEV Il giardino…il nostro paradiso… il posto più importante di tutta la regione!

LOPACHIN D’importante adesso c’è solo il fatto che è bello grande. Le ciliegie le dà un anno sì e uno no… non si sa che cosa farne. E la raffineria…

GAEV So tutto della raffineria. Ci sono i debiti, c’è la concorrenza. Ma possiamo farci prestare dei soldi, possiamo…

LOPACHIN Non è solo un fatto di denaro, è questione di risorse. Il petrolio è destinato ad esaurirsi col tempo. Certo, qualche anno ancora… ma voi state facendo già tanta fatica adesso! E non avete prospettive.

GAEV E sentiamo, quale sarebbe il suo progetto?

LOPACHIN Vendere il terreno. Costruire case per i turisti. Questo è il futuro. La posizione è splendida: se cominciate subito, l’anno prossimo potrete già goderne i frutti. Cambiate attività, abbandonate la vecchia raffineria. Naturalmente bisogna sistemare, ripulire, buttare giù quello che non serve…

LIUBA Quello che non serve! Ma come si fa a parlare così!

GAEV La raffineria! Il lavoro dei nostri genitori e dei nostri nonni. No, no: mai.

Gaev si avvicina alla finestra e guarda gli alberi del giardino.

GAEV Sembrano fermi nel tempo, è vero. È come se chiedessero aiuto.

LOPACHIN Via, via tutto: tagliare gli alberi. Ricominciare. Il futuro non aspetta.

LIUBA C’è tutta la nostra vita qui. Ah, fratello mio, perché non abbiamo pensato prima a tutto questo? Se potessimo tornare indietro…

LOPACHIN Il tempo non lo possiamo controllare, ma il denaro – teoricamente (girandosi verso Gaev) – sì.

GAEV Il denaro… il denaro… Le piace tanto quel tintinnio nelle sue tasche... Che suoni più forte! Sempre di più! Io glielo dico: magari fra qualche anno lei si ritroverà davvero con un altro bel macchinone sgargiante, ma avrà sempre un posto vuoto accanto.

LIUBA È vero… dovrebbe pensare a sposarsi, amico mio.

LOPACHIN Può darsi.

LIUBA Con la nostra Varia, per esempio. È una ragazza semplice: lavora tutto il giorno e poi… le vuole bene. Piace anche a lei, no?

LOPACHIN È una brava ragazza.

GAEV E io potrei trovare un posto in banca! Così risolviamo tutto.

LIUBA Ma figurati! E dove? Tu non hai mai lavorato un giorno, fratello mio. Sei come me.

LOPACHIN Signori, le riserve di petrolio sono in picchiata, i costi di gestione in costante rialzo e sul mercato sono tanti quelli operano in condizioni più vantaggiose. Così, gli impianti saranno costretti a chiudere o a sospendere la produzione.

GAEV Lo giuro, lo giuro sulla mia testa! La raffineria non sarà venduta. E nemmeno il nostro giardino. Quanto alla casa… (imbarazzato) Sorellina mia…

LIUBA Perché? Cosa c’è da dire sulla casa?

SCENA III

Entra Varia, agitata. Si accorge della presenza di Lopachin e lo saluta con un timido cenno. Lui ricambia, distrattamente.

GAEV Varia, piccola mia, proprio di te si parlava poco fa! Fatti abbracciare.

VARIA Zio…

GAEV Mi hanno detto che non fai che lavorare: sei sempre la stessa! Mia sorella e io soprattutto… ci siamo occupati poco degli affari di famiglia. Ma ora, ora cambierà tutto. Dovrai tenerci un po’ a stecchetto, siamo quel che siamo… ma vedrai che si risolverà. No, Liuba?

Liuba guarda Varia, che ha l’aria molto preoccupata.

LIUBA Che succede?

VARIA (mostra una lettera) È arrivata questa.

GAEV Fammi vedere.

VARIA (indicando Lopachin) E… lui? Deve restare?

LIUBA Il signor Lopachin è nostro ospite, Varia.

VARIA Ma queste sono cose di famiglia. E il “signor Lopachin”… non fa parte della famiglia.

GAEV (scherzando) Non ancora.

LOPACHIN Io devo andare. Ho un affare fuori città, farò tardi.

LIUBA No, resti. Può darsi che qualcosa si riesca a decidere…

Gaev legge la lettera e la porge a Liuba. Lei la guarda e si siede, in preda allo sconforto.

LIUBA È finita. Niente più raffineria.

GAEV No, non è così! È un avviso di sfratto… abbiamo qualche giorno di tempo...

LOPACHIN Se posso intromettermi…

VARIA No. Non puoi.

GAEV (ironico) Il signor Lopachin ci ha illustrato poco fa il suo brillante progetto.

VARIA Ne ho sentito parlare.

LOPACHIN La ragazza non approva.

Varia tira fuori un mazzo di chiavi dalle sue tasche. Lopachin le si avvicina.

LOPACHIN (serio) A volte è meglio pensare alla gallina domani piuttosto che all’uovo oggi!

GAEV (ride) Varia, il tuo fidanzato è un filosofo!

VARIA Non è il mio fidanzato.

Porge le chiavi a Lopachin, poi si accorge di essersi confusa e le dà allo zio.

VARIA Le chiavi di casa. Se Dio vuole, abbiamo almeno questa.

Gaev è in imbarazzo.

LIUBA Non possiamo lasciar andare la raffineria: è anche il futuro delle mie figlie. E il giardino, il nostro giardino…

VARIA Mia sorella non lo sopporterebbe. Anzi, per cortesia: non parliamo con lei di queste cose. È così giovane, non è giusto che debba soffrire per i problemi causati dall’incoscienza dei grandi.

LIUBA Che vuoi dire? Sarebbe tutta colpa nostra?

LOPACHIN (divertito) In qualche modo mi sembra che stia dicendo questo.

VARIA Non ho bisogno che qualcuno spieghi i miei pensieri e le mie parole. So farlo da sola.

LIUBA Tesoro, ma perché sei così…

VARIA Acida? Sono preoccupata, mamma. E adesso scusatemi, vado a cercare Anja. (prima di uscire guarda la stanza) È proprio necessario tenere la stanza così illuminata? È ancora giorno! Che spreco, che inutile spreco.

Esce.

LOPACHIN (scherza) L’ha presa bene! (di fretta) Comunque, devo andare anch’io. Pensateci. Se i miei calcoli non sono sbagliati... al netto degli imprevisti e con l’andamento regolare dei prezzi, nel giro di qualche anno ce la potreste fare.

Esce.

SCENA IV

GAEV (guardando uscire Varia e poi Lopachin) Escono insieme… ta-tà carambola!

LIUBA Non ho voglia di scherzare, Leonida. Non possiamo perdere la raffineria, ti rendi conto? Non avremo più nulla. E l’idea che questo diventi un terreno per turisti… è così volgare!

GAEV Non ti preoccupare, m’inventerò qualcosa. Devo solo mettere a frutto le mie doti artistiche!

LIUBA Smettila, per favore! Come possiamo cancellare una vita intera? I nostri genitori non ce lo perdonerebbero mai.

Liuba si accascia su una sedia. Gaiev le si avvicina con affetto.

LIUBA Se solo ci fosse ancora la mamma... Lei saprebbe cosa fare!

GAIEV Ce la faremo anche da soli. È tempo di diventare grandi!

Liuba sorride. Si alza e quasi inciampa in una valigia lasciata per terra.

LIUBA (si guarda intorno) Ma perché hai portato tutte queste cose? Pensi di tornare a vivere qui per sempre?

GAIEV È solo l’essenziale per un viaggiatore. (inizia ad aprire valigie e scatoloni spargendo in giro il contenuto) Stivali di gomma, pellicce di volpe, frak, mantello, colbacco, ma il posto più importante lo occupa la mia collezione di fazzoletti da taschino... te l'ho mai raccontata la storia dei fazzoletti da taschino?

LIUBA (interrompendolo) Sono contenta di averti qui: da quando mamma e papà non ci sono più questa casa è così vuota! Se anche dovessimo perdere la raffineria… almeno avremo sempre la nostra casa.

GAIEV (con imbarazzo) La nostra casa… ereditata nei secoli, di generazione in generazione, patrimonio della nostra famiglia, scrigno dei ricordi degli antenati...

LIUBA Parli sempre a vanvera! Prima che arrivasse Lopachin mi stavi dicendo una cosa. Ti ascolto.

GAEV Sì? Ah, sì…. La storia di Alvise Vianello.

LIUBA Chi?

GAEV Il cugino di quella strana Jessica che sembrava avere solo un occhio…

LIUBA (comincia a innervosirsi) Per favore Leonida: falla breve.

GAIEV Alvise mi aveva invitato ad una partita di poker con dei suoi amici. Ovviamente io ho accettato. Allora senti: io ho asso di quadri e sei di fiori, sul tavolo asso di cuori e sei di picche. Scendono poi tre e quattro di picche. Ho doppia coppia, devo giocare. Ultima carta… asso di picche. Full, ho vinto… e quell’idiota punta duecentomila. Con il sorriso più grande del mondo vado a vedere. E cosa vedo? Sette e cinque di picche. Scala colore. Ho perso. Ho perso una mano già vinta… non potevo crederci! Io, il genio del casinò, l’incubo di tutti i croupier! E’ stata tutta colpa degli astri, si sono allineati contro di me.

LIUBA Colpa degli astri, eh?

GAIEV Sì… e un po’ anche mia. Lo avevo letto l’oroscopo, quel giorno: “Urano contrario ti farà inciampare proprio nei tuoi punti di forza”. Ma non potevo certo arrendermi a Urano! Così ho proposto di fare anche una partita a biliardo. A biliardo non perdo mai. Tranne quel giorno. Gli amici di quell’Alvise, che sembravano due armadi- più giovani e più forti del nostro- hanno cominciato a chiedermi insistentemente di pagare. È stato a quel punto che mi sei venuta in mente tu!

LIUBA Io? Guarda che io non posso prestarti nulla.

GAEV (si schiarisce la voce) Tu e la casa per me siete una cosa sola, un ricordo unico, indivisibile. Questa casa… così grande, troppo grande… con il giardino…il nostro bel giardino. È perfino citato nel Dizionario Enciclopedico. Se in tutta la zona c’è qualcosa degno d’interesse... Infatti, si sono mostrati molto interessati.

LIUBA Ti sei giocato la nostra casa? La casa che il nostro bisnonno costruì e in cui noi siamo nati e cresciuti? Tu sei matto!

GAEV No no… È una piccola ipoteca… Sul mio onore, giuro che niente sarà perduto! Mi potrai chiamare spregevole, disonesto se permetterò che si arrivi a dovergliela lasciare!

LIUBA Siamo rovinati. Niente più casa. Niente raffineria. Niente giardino. Tu… con quel tuo dannato vizio!

GAEV Beh, non è che il tuo comportamento sia sempre stato irreprensibile, sorella mia.

LIUBA Che vuoi dire?

GAEV Liuba, tu sei buona, io ti voglio un gran bene, hai tantissime attenuanti ma bisogna ammetterlo: non sei una santa. In questi anni io sono stato lontano e ho perso molto denaro, è vero… ma tu… che cosa hai fatto? La bella vita… hai vissuto al di sopra delle tue possibilità, senza preoccuparti di nulla che non fosse … l’amore… Quell’uomo di Parigi, e poi il pittore squattrinato di Mentone…

LIUBA Non puoi parlarmi così!

GAEV Aspetta… e quel tizio appassionato di moto da corsa? Hai finanziato ogni loro passione nutrendo così la tua… e ti sei dimenticata di tutto.

LIUBA Mi sono innamorata. Spesso. E allora?

GAEV Il tempo non è infinito: ognuno di noi sceglie dove e come impiegarne la sua piccola porzione. Ma poi, ci sono le conseguenze… Hai giocato al gioco dell’amore, proprio come io ho giocato al mio. E ta-tà…

LIUBA Sei ingiusto. Bisogna capire chi ama, bisogna aver amato. E bisogna amare… sì, bisogna amare.

Si sente una voce da fuori: è Anja.

ANJA Varja, questo te lo devo proprio leggere! Vieni!

LIUBA Andiamo di là, per piacere. Non riesco ad affrontare le ragazze, ora. Escono.

SCENA V

Entra Anja leggendo un libro. Varia la ascolta.

ANJA (legge) "Non è mai troppo tardi per rinunciare ai nostri pregiudizi. Non possiamo accettare nessuna maniera di pensare o di agire senza averla precedentemente sperimentata. Ciò che tutti oggi considerano vero può apparire falso domani: puro vapore d'opinioni, anche se qualcuno credeva fosse una nube che avrebbe portato pioggia benefica sui suoi campi”. Henry David Thoreau: “Walden, ovvero vita nei boschi”. Me l’ha regalato il mio Pietro. È così bello avere una persona che ti capisce! Ma dimmi di te…Lopachin è stato qui? Siete rimasti un po’ da soli?

VARIA Non c’è stato modo. Era… impegnato. Come sempre.

ANJA Ma perché non vi decidete? Lui è innamorato di te: si vede benissimo!

VARIA Dici? Mi sembra sempre preso dai suoi affari. Non mi vede nemmeno. No, Anja, non c’è niente tra noi. Sogni e basta. Pensa a te, tesoro, goditi la vita con il tuo… studente di filosofia.

ANJA Tra poco sarà professore! Si laurea tra qualche settimana. A me sembra così giovane, invece è già così saggio… conosce un sacco di cose, sai?

VARIA Me l’hai detto.

ANJA Anche tu potrai avere il tuo sogno, vedrai!

VARIA A me basterebbe un po’ di tranquillità.

Entra Gaev e Anja gli corre incontro. Si abbracciano.

ANJA Zio! Che bello vederti, come stai? Cosa mi racconti? Qual è stato il tuo ultimo viaggio per il mondo? Come mai sei qui?

GAIEV Quante domande! Diciamo che ho deciso di prendermi una pausa… di riflessione. Voglio passare l’estate con la mia adorata famiglia. Ma raccontami di te…. So che c’è un ragazzo.

ANJA È così intelligente, zio! Ha capito veramente come funziona questo mondo.

GAEV Beato lui!

ANJA Pietro dice sempre che dovremmo dare più importanza alla natura che agli interessi privati della gente. Che l'uomo in grandissima maggioranza è rozzo, ignorante e profondamente infelice. E che bisognerebbe superare tutto ciò che è meschino ed effimero, che ci impedisce di essere liberi. Ecco il traguardo e il senso della nostra vita!

GAEV (ironico) Così giovane e così saggio! È delle nostre parti?

ANJA Sì, ma lui non vuole restare qui. Vuole vivere nella natura, lontano dalla civiltà e dalla corruzione dello spirito.

GAEV Allora prima che parta per la foresta dovremmo incontrarci! Chissà che magari non abbia una risposta anche ai nostri problemi.

VARIA (ironica) Già.

ANJA Quali problemi?

GAEV Niente che non si possa affrontare con un bel bicchiere di vino. Andiamo di là: la mamma mi ha detto di dirvi che tra poco si va a tavola.

Anja esce per prima. Gaev e Varia si fermano un momento sulla soglia.

VARJA Zio… ce la faremo?

GAEV Certo, piccola mia, certo. Nella vita, come nel biliardo, le variabili sono infinite. Taglio sulla destra di sponda, diritto al centro e…ta-tà, carambola!

Escono. Entra Firs che si guarda intorno e scuote la testa. Mette a posto la stanza.

FIRS Ai miei tempi, quaranta, cinquant'anni fa, le ciliegie le facevamo seccare, si facevano le conserve, si preparavano le marmellate! Erano morbide, succose, dolci, profumate... Adesso gli alberi si sono ammalati… e neanche più un fiore, niente… un petalo, una gemma, il ronzare delle api... Solo terra e fango. Ah, tutto al rovescio, questo mondo!

Anja dall’altra stanza.

ANJA Firs, sei tu? Vieni, è pronta la cena!

FIRS Vengo, vengo…

Firs esce, borbottando qualcosa d’incomprensibile.

INTERMEZZO

La partita a biliardo è cominciata.

LOPACHIN (riferendosi al colpo iniziale) A lei l’onore.

GAEV Come ti vol.

Gaev esegue la “spezzata” e manda una palla in buca. Uno a zero.

GAEV (con enfasi) Varda e impara dal maestro, bocia.

Gaev fa un altro punto. 2-0.

GAEV Rinterzo impressionante!

LOPACHIN “Fortuna giri come vuole la sua ruota, e il contadino la sua marra!” Ma la fortuna cambia facilmente giro.

Gaev fa di nuovo punto. 3-0.

GAIEV Dice?

Tira ancora ma sbaglia di poco. Lopachin fa punto.

LOPACHIN Tre a uno!

GAEV La partita è lunga.

LOPACHIN (tirando un altro colpo) Forse più breve di quanto pensa: tre a due.

GAEV Facile, se si approfitta degli errori altrui.

LOPACHIN Il segreto è non sprecare nulla. Anzi, riutilizzare! (fa punto) Tre a tre!

GAEV Ma quando la spocchia e l’energia finiscono, bisogna fare i conti con l’esperienza.

LOPACHIN A meno che… l’energia non sia inesauribile. (fa punto) Vantaggio.

GAEV Fortuna.

LOPACHIN (fa un altro punto) Vantaggio netto. Si arrende?

GAEV Mai.

LOPACHIN Provi a cambiare gioco. Dovrebbe avere una visione globale e più lungimirante.

GAEV Io mi accontento di trovare una soluzione qui e ora.

Gaev tira e sbaglia.

GAEV Ho bisogno di una pausa.

LOPACHIN Calma… e gesso.

ATTO SECONDO

SCENA I

Festa di laurea di Trofimov. C’è un’allegria che nasconde ansia per il futuro e un po’ di malinconia che si trasforma in divertimento forzato.

È in corso un ballo. Liuba balla con Lopachin, Varia con Gaev, Anja con Trofimov. Firs passa in mezzo a loro, li guarda e borbotta.

FIRS Ballano, ballano! Che cosa ci sarà da ballare? Ah, la pressione! Solo a guardarli mi viene un colpo. Non vedo l’ora ti tornarmene in giardino.

ANJA Firs, cosa borbotti? Dai, balla con noi! È una festa!

FIRS Festa sarà quando qualcuno qui ritroverà un po’ di sale in zucca…

Firs va a sedersi.

GAEV Ma in che cosa si è laureato quel ragazzo?

VARIA Filosofia.

GAEV Ce n’era proprio bisogno di filosofia, in questa famiglia. Fortuna che tu e il tuo fidanzato siete gente più concreta.

VARIA Non è il mio fidanzato.

GAEV Si scherza, si scherza… Anzi, ti dico la verità: ne sono contento. I suoi progetti mancano di poesia. E di poesia ce n’è sempre bisogno, in una coppia. Certo, lui compensa con la sostanza…

VARIA Zio, ti voglio bene, ma dovresti parlare un po’ meno.

GAEV Hai ragione, hai ragione… è per scacciare il pensiero della raffineria e della casa. Tra poco tutto il nostro passato andrà all’asta… e chissà se sarò capace di impedire la catastrofe.

VARIA Possiamo sperare in un colpo di fortuna.

GAEV “Fortuna giri come vuole la sua ruota”… e poi non me la ricordo più.

LOPACHIN Allora? Sì o no? Una parola. Non c’è molto tempo.

LIUBA Guardi la mia piccola Anja com’è felice accanto a quel suo giovane filosofo! Sono così contenta per loro! Ah, l’amore!

LOPACHIN Datemi almeno una risposta! Tra poche ore andrà tutto all’asta. C’è poco tempo.

LIUBA Sarebbe così bello vedere sistemata anche Varia. Non sorride mai, bimba mia. Lei perché non si decide? Così insistente sul lavoro, così inadeguato nei sentimenti.

LOPACHIN Gente come voi, signora, mi scusi se glielo dico, così incosciente… così negata negli affari… io non l’avevo mai incontrata!

LIUBA Cosa c’è? Si è offeso per quello che le ho detto? Ma stavo scherzando! E allora ce lo dica lei cosa dobbiamo fare! E non se ne esca di nuovo con quella storia delle case per i turisti, per piacere!

LOPACHIN Ho avuto un’idea che potrebbe salvare tutto, ne ho già parlato con suo fratello. La raffineria non sarebbe perduta, ma per continuare a vivere dovrebbe trasformarsi. Un passaggio necessario verso il futuro!

LIUBA I cambiamenti mi fanno girare la testa, mi scusi! (a Varia) Varia, piccola mia! Ho bisogno di parlare un momento con lo zio! Mi daresti il cambio?

VARIA (imbarazzata) Mamma!

Liuba si stacca da Lopachin e va a ballare con Gaev. Varia e Lopachin si ritrovano uno di fronte all’altra. Provano a fare due passi di danza insieme, poi Varia si ferma.

VARIA Ho mal di testa… scusa.

LOPACHIN Sì, anch’io ho bisogno di fermarmi un momento.

Se ne vanno una da una parte uno dall’altra della stanza.

ANJA Tra poco tocca a te! Discorso!

TROFIMOV Non mi dire che avete organizzato quella buffonata del “papiro”?

ANJA Dalle tradizioni non c’è scampo!

TROFIMOV Io ne fuggirei volentieri, lo sai.

ANJA Non essere noioso, dai! Siamo tutti qui per festeggiarti!

TROFIMOV Tua sorella non ci toglie gli occhi di dosso. Ha paura che noi c’innamoriamo.

ANJA Non siamo già innamorati?

TROFIMOV Primavera mia… noi siamo al di sopra dell’amore! Superare tutto ciò che è meschino ed effimero…

ANJA …e che ci impedisce di essere liberi e felici!

TROFIMOV Io sono giovane, sono ancora studente, ma ho già sofferto tanto. Dove mai non mi ha cacciato il destino! Dove mai non sono stato! Eppure la mia anima è piena di presentimenti: sento la felicità futura, Anja! E se anche noi non la vedremo, cosa importa? La vedranno gli altri!

ANJA Come parli bene! Ma adesso…

TROFIMOV No, no dai…

Anja lo trascina e lo costringe a salire sul tavolo.

ANJA Attenzione! È il momento del discorso del festeggiato!

Tutti guardano Trofimov e si congratulano con lui.

TROFIMOV Che dire?… Grazie a tutti… questa laurea è solo una piccola tappa, sono ancora molto lontano dal traguardo…. L’umanità va avanti, sviluppando le proprie risorse interiori. Tutto ciò che oggi è fuori dalla sua portata, un giorno le sarà accessibile, comprensibile. Ma bisogna lavorare, aiutare con tutte le nostre forze quelli che cercano la verità!

LOPACHIN Ma è già ubriaco o dice sul serio?

LIUBA Bellissimo discorso! Bravo!

TROFIMOV Ma non era ancora finito!

LOPACHIN Il papiro! Il papiro!

LIUBA Firs!

FIRS (con una forzata cadenza veneta) Dov’è questo papiro? So drio stancarme.

GAEV Un brindisi, facciamo un brindisi prima che io vada.

LIUBA Champagne!

VARIA Mamma!

LIUBA Cosa c’è, cara?

VARIA Lo champagne è finito. Non ne abbiamo più.

LIUBA Non fa niente… prenderemo il prosecco. Non ti arrabbiare però, bimba mia. È festa!

VARIA A proposito…è proprio necessario tenere accesa l’aria condizionata? Non fa così caldo. E poi sempre con queste luci!

LIUBA Varia… perché mi vuoi rattristare? È festa, è festa!

VARIA (si allontana, scuotendo la testa) Non c’è niente da fare con te, niente…

GAEV Su, forza, un brindisi! Scusate, ma sono di fretta…

LIUBA (in ansia) Ci siamo, non è vero? Mi viene da piangere…

ANJA Dove vai, zio?

GAEV Un appuntamento di lavoro.

ANJA Lavoro? Tu?

GAEV (cerca di sviare) Piccola mia, le cose cambiano. (guarda Lopachin, sarcastico) Il cambiamento, eh! (a tutti) Alla nostra giovane promessa! E alla promessa di un futuro migliore!

Brindano. Gaev fa per andare. Liuba gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all’orecchio. Lopachin li osserva e scuote la testa.

Firs (rincorrendolo) La giacca! La giacca! Ah, se non ci fossi io…

Firs lo aiuta a mettersi la giacca. Gaev esce.

FIRS La civetta canta e la pentola brontola, brontola tutto il giorno… disgrazie in arrivo.

Firs porge il papiro a Liuba ed esce.

LIUBA (consegna il papiro a Trofimov) Ecco: leggi, caro… ma cerca di non bere troppo!

TROFIMOV Devo proprio?

ANJA Su, ti prego! Non rovinare la festa!

TROFIMOV Come desideri, primavera mia!

LOPACHIN (ironico, a Varia) “Primavera”… che poeta! Per tutte le stagioni!

TROFIMOV (legge) “Eccolo qui, l’eterno studente, non è proprio in grado di fare niente, e nonostante sia appena nato… ogni volta che parla pare invecchiato!” Ma questa è un’offesa!

LOPACHIN Su, non prenderti troppo sul serio. Può diventare un problema, con gli anni. (agli altri) E comunque si è interrotto!

TUTTI Bevi!

Trofimov beve.

TROFIMOV (legge) “All’amore sono superiore, odio le rime con sole e cuore, così giovane, così moralista… “ (guarda Anja) Mi rifiuto di andare avanti.

TUTTI Bevi!

Trofimov beve.

TROFIMOV “In un mondo di sola natura porterò tutta la mia cultura: un giorno di certo da qui andrò via, in una terra di sola utopia”. Questo me lo auguro, ma vorrei aggiungere che in realtà…

TUTTI Bevi! Bevi! Bevi!

Trofimov beve.

ANJA Basta! Per favore… Non è abituato.

VARIA Eh già… deve mantenersi lucido per i suoi libri.

TROFIMOV Chi ha parlato? Ah, la signora Lopachin!

VARIA Stupido! Studi tanto ma non capisci niente.

Varia si allontana.

TROFIMOV Ma che ho detto?

ANJA Lasciala stare.

TROFIMOV (brillo) Problemi, sempre problemi. Ma c’è un luogo, Anja, dove i problemi non esisteranno più. La chiamo “la mia isola”. Andiamo laggiù, e lasciamo tutti i nostri problemi qui, sulla terra... ferma.

Trofimov perde l’equilibrio.

ANJA (ridendo) Non mi sembra tanto ferma la tua terra!

TROFIMOV Voglio fare un altro discorso!

ANJA Ancora? Non è il caso…

TROFIMOV (ubriaco) La terra è grande e bella, piena di luoghi meravigliosi. Non esiste solo il vostro giardino! Non vedete che da ogni ciliegia di questo giardino, da ogni foglia, da ogni tronco vi guardano creature umane, non sentite le loro voci? Ascoltate le voci della natura!

Firs rientra e guarda allibito.

TROFIMOV Voi vivete in debito, alle spalle di altri, di quelli che verranno dopo… ma non vi accorgete che per cominciare a vivere nel presente bisogna prima di tutto riscattare il nostro passato e gettare uno sguardo al futuro! Non facciamo che parlare, soffriamo di nostalgia o beviamo, beviamo per non pensare.

VARIA Appunto.

TROFIMOV La soluzione è qui, vicino a noi. Le risorse stanno terminando, ma le energie ci sono, ci sono ancora… bisogna cercare nella natura! È talmente chiaro.

FIRS Io non ho capito niente. El xè ‘ndà proprio tronco.

Esce.

LIUBA Bravo! Bravo!

VARIA Ma che ha detto?

LIUBA Non so, ma l’ha detto talmente bene!

LOPACHIN Forse è meglio farlo smettere di bere.

ANJA (lo sorregge) Andiamo, vieni.

VARIA (aiuta Anja a sorreggere Trofimov) Siediti qui.

LOPACHIN Eccolo lì, l’eterno studente: sempre a spasso con le signorine.

TROFIMOV Lasciami stare, tu.

LOPACHIN Scommetto che a cinquant'anni sarà ancora studente.

TROFIMOV Piantala con le tue battute.

LOPACHIN Cos'hai, stupido, te la prendi?

TROFIMOV E tu lasciami perdere.

LOPACHIN (ride) Mi permetta allora di farle una domanda: che cosa ne pensa lei di me?

TROFIMOV Io, signor Lopachin, penso questo di lei: lei è un uomo ricco e diventerà presto milionario. Come nell'ordine della natura è necessaria la bestia feroce che mangia tutto ciò che incontra sulla sua strada, così anche tu sei necessario.

VARIA (cerca di cambiare discorso) Parliamo dei pianeti…

TROFIMOV (continua) L’uomo fisiologicamente è mal costruito, nella sua grandissima maggioranza è rozzo, ignorante, profondamente infelice! Dobbiamo smettere di esaltarci e metterci a lavorare!

LIUBA Come sei intelligente, ragazzo mio!

LOPACHIN (ironico) Mostruosamente!

TROFIMOV Anja, ho voglia di cantare!

ANJA Sei sicuro? Non è necessario.

TROFIMOV (canta biascicando) We all live in a yellow submarine

Yellow submarine, yellow submarine

Tutti insieme!

As we live a life of ease

Every one of us has all we need

Sky of blue and sea of green

In our yellow submarine!

LOPACHIN Natura, natura incontaminata! Devi stare attento alle ortiche, però!

Squilla il telefono di Lopachin.

LOPACHIN (al telefono) Sì, sì, va bene… Arrivo. (agli altri) Scusate, devo andare.

Lopachin esce.

VARIA Un successo questa festa… se ne vanno tutti!

LIUBA Notizie dello zio?

VARIA Nessuna.

LIUBA Non posso credere che siamo in balia di un’asta.

VARIA Vedrai che lo zio ce la farà, mamma.

LIUBA Non riesco nemmeno a pensare, mi viene coglia di urlare, potrei fare persino una sciocchezza! A cosa serve tenerci in sospeso? O hanno venduto o no.

TROFIMOV Venduto o non venduto… cambia qualcosa? Tornare indietro è impossibile: l’erba ha cancellato la strada! Bisogna, almeno una volta nella vita, guardare in faccia la verità.

ANJA Pietro, smettila!

LIUBA La verità. Quale verità? Tu sai sempre quello che è vero e quello che non lo è. Ma io no. Io non riesco a vedere più niente, è come se avessi perduto la vista. Sei ancora giovane tu, non hai avuto il tempo di vivere fino in fondo, sul serio, nemmeno uno dei tuoi problemi! Io sono cresciuta qui, qui hanno vissuto mio padre, mia madre, mio nonno… e senza tutto questo non riesco nemmeno a pensarla, la mia vita. Se proprio è necessario vendere… vendete anche me! Ho il cuore così pesante… Non riesci nemmeno a immaginartelo, tu. C’è tanta confusione qui, oggi. L’anima mi trema, ad ogni rumore. Sono una sciocca, vero? (a Varia) Perdonami, bambina mia, se non ti ho mai ascoltata quando mi dicevi di stare attenta. Che ne sarà di te e di Anja? Non posso stare qui a festeggiare, non posso. Vado in camera mia. Quando vostro zio sarà tornato, per piacere venite a chiamarmi.

Ljuba esce, piangendo.

SCENA II

Anja si avvicina a Varia.

ANJA Cos’ è successo? Perché la mamma è andata via?

VARIA Sai com’è la mamma... si agita per niente.

ANJA Puoi smetterla di trattarmi così, Varia? Non sono più una bambina! Io mi accorgo di tutto, anche se nessuno si accorge di me. Non ho bisogno di essere protetta.

VARIA La vita non ti si è ancora mostrata per quello che è… vorrei solo che succedesse il più tardi possibile.

ANJA Bisogna guardare avanti: una soluzione c’è sempre, basta solo volerla vedere.

TROFIMOV (ubriaco) Anja! Anja! Sento che arriva la felicità, riesco già a vederla...

VARIA Parla a vanvera.

ANJA Forse. Ma almeno lui crede in qualcosa.

Si sente suonare alla porta. Entra Firs.

FIRS Cosa c’è? Cosa c’è, oggi? Tutti agitati, tutti matti! Mah.

Va alla porta, poi torna indietro.

FIRS Che scherzo è? Non era nessuno. Nessuno.

Borbotta qualcosa d’incomprensibile ed esce. Liuba esce dalla sua stanza.

LIUBA Notizie?

VARIA Non era nessuno.

TROFIMOV E magari invece era qualcuno! Forse è successo qualcosa e non ce ne siamo accorti: non ci accorgiamo di niente, facciamo solo discorsi, discorsi… Ma stiamo zitti, che è meglio!

VARIA Ecco, appunto. Stai zitto.

TROFIMOV Anja, getta le chiavi di casa nel pozzo e via! Sii libera, come il vento! Quel libro… com’è che diceva? “Andai nei boschi perché”… perché… perché?

ANJA “Andai per i boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto”.

Dietro la porta s’intravede la figura di un uomo: è Lopachin.

ANJA Cosa fa lì, signor Lopachin? Entri, entri!

Entra Lopachin. Dietro di lui, Gaev.

GAEV Taglio sulla destra di sponda… ah, non mi va più di scherzare. Mi farei piuttosto una bella partitina.

VARIA Zio, allora? La raffineria? La nostra casa? Il giardino dei ciliegi?

TROFIMOV (ad Anja) Visto? Era qualcuno! Due qualcuno! Primavera mia!

LOPACHIN È ancora in questo stato?

VARIA Sì, e sempre alla stessa stagione.

LIUBA È finita, vero? Tutto venduto…

GAEV Sì. Tutto venduto. Da quando è successo, però… non so… mi sento sollevato.

LIUBA Chi lo ha comprato?

Gaev esita.

LOPACHIN L'ho comprato io.

Pausa. Ljuba è annichilita; cadrebbe se non fosse appoggiata ad una poltrona. Varia prende il suo il mazzo di chiavi di casa e lo butta sul pavimento.

LOPACHIN Io l'ho comprato! Signori, ho la testa che è una giostra, non riesco a parlare... (Ride). Arrivo all'asta, Leonida è già là. Un tizio si è offerto di ripagare il debito e l’ipoteca.

GAEV Il prestito che mi hanno fatto non era sufficiente…

LOPACHIN Allora faccio un’offerta io. La situazione è subito chiara: il gioco è fra me e quel tizio. Lui sale ogni volta di cinque e io di dieci... Vuole anche la casa.

LIUBA La nostra casa!

LOPACHIN Rilancio ancora e poi… è fatta. La raffineria, la casa…. e anche il giardino dei ciliegi… Tutto mio! (Ride) Tre in un colpo solo… ta-tà…carambola! Ditemi che sono ubriaco, che ho perso la ragione, che mi sono immaginato tutto... Ah, se mio padre e mio nonno potessero vedere quello che è successo: il loro figlio ha comprato la proprietà più bella che esiste al mondo! Sto dormendo, sto sognando... (Raccoglie le chiavi, sorridendo dolcemente). Ha gettato le chiavi per dimostrare che non è più padrona qui... (Fa tintinnare le chiavi) Eh sì, non fa niente. I nostri nipoti e pronipoti qui vedranno una vita nuova... Avanti, musica!

Liuba si è lasciata cadere su una sedia e piange amaramente.

LOPACHIN Ehi, ma cos’è questa faccia? Musica, ritmo! Più forte! Comando io! Adesso sì che potete chiamarmi “signore”!

Tutti si zittiscono, nessuno riesce a dire una parola. Anja corre da sua madre.

ANJA Mamma, mammina, non piangere. Pianteremo un altro giardino, avremo una casa nuova, ci saranno molti più fiori, vedrai, la felicità tornerà di nuovo, e sorriderai, sì, sorriderai ancora.

GAEV È tutta colpa mia. Ma almeno adesso non abbiamo più preoccupazioni… il passato non ci pesa più addosso come un macigno. Mi sento meglio… mi sento male.

ANJA Zio! Andiamo via, vieni.

Escono Anja, Gaev e Liuba.

SCENA III

Nella stanza restano Lopachin, Varia e Trofimov.

TROFIMOV (si addormenta sulla poltrona) Non ho capito niente… domani svegliatemi e ditemi che sogno ho sognato.

VARIA (arrabbiata, a Lopachin) E così sei riuscito a distruggere tutto. Passato e futuro insieme.

LOPACHIN Ti sbagli, questo lo avete fatto da soli. Io sto cercando di aiutarvi, di farvi aprire gli occhi. Ascoltami, almeno tu. C’è una via d’uscita. Si può ricominciare. Insieme.

Lopachin si avvicina. Ha le chiavi della casa in mano. Fa per restituirgliele.

LOPACHIN Potrebbero servirti ancora.

VARIA Non credo.

LOPACHIN Se non l’avessi comprato io, sarebbe toccato a qualcun altro e chissà... Invece la raffineria può continuare ad esistere, si può trasformare. Ma bisogna capire bene: io non sono certo uno scienziato, ma so che ci sono delle nuove tecniche per produrre carburante… Perché nessuno qui è disposto ad ascoltarmi? Non si può essere così ottusi.

VARIA Non sarà più come una volta. È tutto finito.

LOPACHIN Sarà una nuova raffineria, e sfrutterà altre risorse. Si può ripartire dalla natura. In un certo senso quel ragazzo non aveva torto.

VARIA Ammetti che lo hai fatto solo per una rivincita personale.

LOPACHIN Vuoi ascoltarmi? Il mio progetto darà una nuova vita a questo luogo. Se l’avessi lasciato nelle mani della tua famiglia le cose non sarebbero cambiate, e sareste arrivati alla rovina. Adesso, invece…

VARIA Devo anche ringraziarti, quindi?

LOPACHIN Bisogna studiare, prepararsi, essere pronti al cambiamento.

VARIA Fin da ragazzina ho conosciuto solo il lavoro e la famiglia, il mio unico scopo era mandare avanti la raffineria e la casa per rendere felici gli altri. Io non so cosa vuol dire cambiare: sono sempre stata così.

LOPACHIN Potresti pensare a rendere felice te stessa.

VARIA Devo andare da mia madre.

LOPACHIN Varia… aspetta.

Varia sta per uscire. Si ferma un attimo sulla soglia a guardarlo. Poi se ne va. Lopachin resta solo. Aspetta un po’, sperando che quella porta si riapra. Poi esce.

Dopo un attimo, entra Firs.

FIRS Un fiorellino! Uno solo! È spuntato poco fa… Non è meraviglioso? (a Trofimov, che dorme) Ma dove sono tutti? Tu lo sai? Macché, tu non sai niente! E nemmeno io... Il giardino ha mandato un segnale, un piccolo fiorellino… sicuramente cerca di parlare, vuole dirci qualcosa… e io non lo capisco più… Ma perché se ne sono andati a dormire senza dirmi niente? Ah, Firs, sei uno sciocco! Vedi? Tutti si dimenticano di te.

Esce.

ATTO III

La stessa stanza del primo atto. C’è un’aria di cambiamento: un trasloco in corso, alcune valigie e mobili accatastati. Dalle finestre si vede meglio l’esterno.

SCENA I

Lopachin è seduto sulla poltrona di Liuba. Ha i piedi sul tavolo e guarda fuori. Entra Trofimov con una valigia.

TROFIMOV I miei stivali… devo aver lasciato qui i miei stivali…

Si mette a cercarli dappertutto nella stanza.

LOPACHIN Quindi… andate via tutti?

TROFIMOV (continuando a cercare) Sì, partirò con Anja. Alla ricerca di nuove possibilità.

LOPACHIN E sei proprio sicuro che queste possibilità siano da un’altra parte?

TROFIMOV Non lo so. Ma intanto mi metto in cammino.

LOPACHIN Io ricomincerò a lavorare. Non posso resistere senza lavorare, non so cosa fare delle mie mani. Me le vedo qui che ciondolano in modo strano, come se fossero di un altro.

TROFIMOV (continua a cercare) Ma dove li ho lasciati?

LOPACHIN Perché non restate?

TROFIMOV Signor Lopachin, io non condivido le sue scelte.

LOPACHIN Le mie? E le tue? Vai al seguito degli altri, come un cagnolino. Non pensi di poter fare anche tu qualcosa per il futuro di questo posto?

TROFIMOV Ho sentito che domani volete far abbattere i ciliegi. Come si può parlare di futuro, se si distrugge la natura?

LOPACHIN Se i ciliegi riprendessero vita potrebbero servire al progetto. Ma adesso…

TROFIMOV La natura sempre al servizio dell’uomo… e noi cosa facciamo per lei? LOPACHIN Le diamo un senso.

TROFIMOV Che presunzione!

LOPACHIN Io sono un ignorante, se leggo più di dieci righe mi addormento. Però, una cosa la so fare: imparare dagli errori. Cercare nuove strade. Tu, in fondo, sei come me. Anche se ti dai un’aria da intellettuale.

TROFIMOV Che cosa vuole da me?

LOPACHIN Che resti qui. Che mi aiuti a far rinascere questo posto. C’è un modo per produrre nuovo carburante, in maniera ecosostenibile. Si può ridurre l’impatto ambientale, diminuire i costi di produzione, utilizzare scarti animali o vegetali per produrre energia.

TROFIMOV E io che c’entro con tutto questo?

LOPACHIN Tu appartieni a questo luogo, come tutti noi. Perché andare a cercare un’oasi felice chissà dove quando basta lavorare per cambiare il posto in cui viviamo?

TROFIMOV (cerca ancora, poi si ferma) Non li trovo. È inutile. Li avrò lasciati da qualche altra parte.

LOPACHIN Tutti quei discorsi e poi… hai paura di metterti veramente in gioco.

TROFIMOV E se il gioco non funziona?

LOPACHIN Per scoprirlo bisogna cominciare a giocare.

TROFIMOV Mi scusi, devo andare a cercare i miei stivali.

LOPACHIN Vengo con te.

TROFIMOV Lei non molla mai, eh? Lo sa, malgrado tutto non mi è antipatico.

LOPACHIN (uscendo) Ascoltami: potremmo utilizzare materie prime di provenienza biologica per produrre biocarburanti… anche i noccioli dei ciliegi potrebbero servire! Sempre che gli alberi si decidano a fare i frutti. Ma non è solo questo il punto…

Escono.

SCENA II

Entrano Varia e Anja. Hanno delle buste della spesa che sistemano sul tavolo. Varia toglie la spesa dalle buste e la mette negli scaffali.

VARIA (continuando una conversazione cominciata prima) Anja, no! Non è possibile!

ANJA Cerca di ragionare… Lopachin ti ha chiesto di aiutarlo, ne ha parlato anche con me. Non vuole tagliarci fuori: lui ha bisogno di noi. Ha bisogno di te.

VARIA Quel suo progetto di una nuova raffineria… com’è che l’ha chiamata? Bioraffineria! E se non funziona? Tu, Anja, sei molto ingenua.

ANJA Io mi sono informata, Varia. Quello che propone Lopachin è l’unica possibilità che ha questo luogo di continuare a vivere: la gente può mantenere il suo posto di lavoro, l’ambiente può essere salvaguardato.

VARIA E l’agricoltura? Mi spieghi che succederà se per produrre carburanti si utilizzeranno prodotti agricoli? Non ci sarà più cibo ma ci muoveremo un sacco per il mondo con le nostre macchine, i nostri aerei, i nostri treni! Ma per favore!

ANJA Non è così. Si utilizzeranno solo scarti organici… biomasse… non c’entra con l’alimentazione. Varia, si tratta di dare una possibilità al futuro.

VARIA E magari produrremo il carburante anche con l’olio della frittura! Ma dai!

ANJA Non è così assurdo come sembra. E anche i nostri ciliegi potrebbero aiutarci, se solo…

VARIA Perché allora ha fatto tutto da solo? Perché non me ne ha parlato prima?

ANJA Ma se voi non riuscite nemmeno a dirvi che siete innamorati!

VARIA Questo che c’entra?

ANJA Allora lo ammetti!

VARIA Sono due cose diverse.

Varia prende una mela e comincia a sbucciarla, nervosa.

ANJA È così importante “prima” o “dopo”? Non è più importante “da ora in poi”?

VARIA (sorride) Tu sei la sorella piccola, non dovresti essere così saggia.

ANJA Ho chiesto a Lopachin di convincere Pietro a restare.

VARIA Quindi tu vuoi rimanere?

ANJA Se resta anche lui, sì. Credo sia la cosa migliore. Varia, rimani. Sei decisa, concreta, piena di idee e tu e Lopachin potreste essere un'ottima squadra. Senza di te lui non saprebbe nemmeno aprire una porta!

VARIA Finora le porte lui non ha fatto che chiuderle.

ANJA Non è vero… e lo sai.

Anja prende una fetta di mela sbucciata da Varia e la mangia.

ANJA Resterai?

Varia prende una fetta di mela e la mangia.

VARIA No. (una lunga pausa, poi guarda la sorella e sorride) Però…

ANJA (con tono di rimprovero) Varia…

Sentono dei rumori dall’altra stanza.

VARIA Sssh! Potrebbe essere Lopachin. Andiamo, andiamo!

Varia trascina via la sorella ed escono.

SCENA III

Entra Firs e comincia a borbottare.

FIRS Non si capisce più niente. Tutti che cambiano idea. Ah! Sono troppo vecchio ormai per prendere una posizione... Ma tanto a me nessuno chiede niente! Il povero Firs rimane sempre per ultimo. Cos’è questa diavoleria, adesso? Bio... biodiversificaciòn… O qualcosa del genere. Ai miei tempi, le parole erano più semplici. E anche le persone! (sente arrivare qualcuno) Via Firs, meglio nel tuo giardino che in mezzo a questi guai!

Esce.

SCENA IV

Entra Varia da una parte e Lopachin dall’altra. Quando si vedono, ognuno finge di essere intento a fare qualcosa. Lopachin finge di cercare un cappello, Varia una valigia.

VARIA (sbuffando) … No, non è nemmeno qui!

LOPACHIN Niente, niente, non si trova!

VARIA Beh… allora…

LOPACHIN Vado… (si decide a parlarle) Cosa cerchi?

VARIA (dice la prima cosa che le viene in mente) La mia valigia.

LOPACHIN Allora hai deciso...

VARIA: Sì…

LOPACHIN E dove andrai?

VARIA A Milano. Ho trovato un lavoro per qualche mese. Poi si vedrà.

LOPACHIN E così la vita in questa casa è finita...

VARIA (cerca ancora) Ma come si fa a perdere una valigia? Sì, la vita in questa casa è finita...

LOPACHIN Forse è un segno.

VARIA Cosa?

LOPACHIN Perdere la valigia… (imbarazzato, cambia discorso) L'anno scorso in questi giorni nevicava già, se ti ricordi, adesso invece è sereno, c'è il sole. Fa solo freddo... Tre gradi sotto zero.

VARIA Non ho guardato.

Si sente la voce di Trofimov.

TROFIMOV (fuori scena) Signor Lopachin! Signor Lopachin, è qui?

VARIA Ti stanno cercando.

Lopachin fa per andare, poi si ferma.

LOPACHIN Bisognerebbe provare a guardarla.

VARIA Cosa?

LOPACHIN L’altra possibilità… A volte si resta attaccati alle proprie convinzioni e si rischia di non vederla.

VARIA Parli del tuo progetto?

LOPACHIN Non solo.

VARIA È difficile.

LOPACHIN Cosa è difficile?

VARIA Sapere se è la cosa giusta.

LOPACHIN Ah, non si sa. Non si può sapere adesso. Si può solo provare.

VARIA Già… si può provare.

TROFIMOV (voce fuori scena) Signor Lopachin!

VARIA Devi andare.

LOPACHIN È… difficile.

Lopachin sta per allontanarsi, Varia lo ferma.

VARIA Pensi davvero che funzionerà?

LOPACHIN Sì, credo di sì.

VARIA Allora… lo penso anch’io.

Lopachin sorride.

TROFIMOV (voce fuori scena) Signor Lopachin! Mi sente?

Varia sorride. Lopachin esce.

LOPACHIN Arrivo!

Varia prende la valigia da dietro la poltrona. Fa per portarsela via. Poi la ripone dove l’ha trovata ed esce.

SCENA V

Entra Liuba. Apre le ante del vecchio armadio e si commuove.

LIUBA Addio, cara vecchia casa. Qui ho trascorso i momenti più felici della mia vita. (apre un cassetto dall’armadio e tira fuori una bambola). Lei custodisce tutti i segreti … (alla bambola) Non è più tempo, non è vero? Non si gioca più!

Entra Gaev, Ha un sacchetto di caramelle e continua a mangiarle con ingordigia.

GAEV Taglio sulla destra di sponda... diritto al centro... (offre una caramella a Liuba che scuote la testa; la mangia lui) ta-tà, carambola! Dicono che tutte le mie sostanze me le sono mangiate in caramelle. (ride) Mi sono spremuto il cervello per cercare un rimedio, ne ho trovati tanti, tantissimi… ma questo, in realtà, significa che non ce n’era neanche uno!

LIUBA Forse hanno ragione loro. Ma io non ce la faccio ad assistere alla trasformazione di questo posto. Che pessima tempra abbiamo, fratello mio!

GAEV Questi esperimenti moderni sono tutti destinati al fallimento. Affidarsi alla natura, come se potesse risolvere i problemi degli uomini! La natura ha altro a cui pensare. Noi siamo troppo piccoli, troppo insignificanti per lei.

LIUBA Firs ha detto che il giardino sta ricominciando a dare segni di vita.

GAEV Firs, vecchio Firs, lui vede quello che vuole vedere!

LIUBA E noi? Cosa vediamo, noi?

GAEV Andarcene è la cosa più giusta da fare. Abbiamo fatto la nostra parte, qui.

LIUBA Un minuto. Ancora un minuto. È strano, è come se prima d’ora non avessi mai visto come sono fatti i muri di questa casa. E adesso li guardo con una tale avidità, con un amore così struggente… (guarda fuori dalla finestra) Guarda! Quell’albero sembra… Via, via i ricordi. Non c’è più posto qui per voi. (Silenzio. Guarda Gaev) Stiamo facendo davvero la cosa giusta?

GAEV (tira fuori dalla tasca una palla da biliardo) Numero otto, che dici? Che squadra vincente, eravamo io e te… Un colpo, e tu finivi sempre in buca al momento giusto. Bei tempi... Ma qual è adesso il momento giusto, qual è la cosa giusta? La vecchia raffineria è andata: spazio alle nuove forme di energia! Ah, beata gioventù! Ci hanno messo all’angolo. Il fatto è che io non lo voglio sapere, come va a finire. (a Liuba) Li abbiamo presi tutti, i bagagli?

LIUBA Credo di sì.

GAEV Vado a controllare. Addio, addio vita vecchia!

Esce.

SCENA VI

Entra Anja con un libro in mano. Abbraccia la mamma e si siede accanto a lei.

ANJA (legge) “Perché io sono nata qui, qui sono vissuti mio padre e mia madre, mio nonno, io amo questa casa, senza il giardino dei ciliegi io non capisco più niente della mia vita, e se è proprio necessario venderlo, allora vendete anche me insieme al giardino”.

LIUBA Cosa leggi?

ANJA Un'opera teatrale… s’intitola “Il giardino dei ciliegi”...

LIUBA E come va a finire?

ANJA Lo scoprirò presto. (bacia la madre) Leggeremo ancora insieme, vero mamma? Leggeremo nelle sere d’autunno, tanti libri, e scopriremo mondi nuovi, paesi meravigliosi… Torna, mamma.

LIUBA Torno, torno… Hai gli occhi che brillano, come diamanti. Sei contenta?

ANJA Contenta. E spaventata. Comincia una vita nuova! È una sfida per il futuro di tutti. E io… voglio vincerla.

LIUBA Sei una donna forte, come la nonna. Io invece… non riesco mai a decidere. Mi perdo nei ricordi… se penso al futuro, mi viene sempre voglia di fuggire via. Potessi togliermi questa pietra pesante dalle spalle, dal cuore!

ANIA Una volta, da bambina, mi ero messa a piangere per un giocattolo che si era rotto per sempre. La nonna mi ha abbracciato e mi ha detto: “Lascialo andare, piccola mia, lascialo volare via il dispiacere! Il passato è un seme che deve lasciare spazio ai nuovi germogli: bisogna lasciarlo andare”.

Entra Gaev.

GAEV Il treno partirà senza di noi.

LIUBA Arrivo, arrivo.

Liuba solleva la sua valigia. È molto pesante. Gaev accorre ad aiutarla.

ANJA Ti accompagno, mamma.

LIUBA Mi dico sempre: “Metti solo le cose essenziali” ma puntualmente... mi porto dietro tutto questo peso … Non cambierò mai.

Liuba si volta indietro. Sorride malinconica. Escono.

SCENA VII

Entra Firs di corsa per salutare Liuba e Gaev. Ha una piantina in mano.

FIRS Signora Liuba! Signor Leonida! … Niente. Partiti. Si sono dimenticati di me. Non fa niente. E lui non si sarà messo il cappotto! Colpa mia, non sono stato attento… Volevo che salutassero il giardino… (guarda fuori) Quell’albero lì l’avevo piantato io… come sei diventato grande, forte! Le mie gambe invece sono così deboli. Vecchio giardino: tu non ti arrendi mai!

(Cerca un bicchiere e una bottiglia di vino. Appoggia la piantina sul tavolo e le parla come se fosse una persona)

FIRS Ci vuole un brindisi!

Beve un sorso.

FIRS (alla piantina) Va ben dai, par stavolta te poi ber anca ti.

Firs versa un po’ di vino nella piantina.

FIRS Perché non sono partito con loro? Tu lo sai? Eh, non è così facile decidere, vero amica mia?

Firs fissa la piantina per qualche secondo senza dire nulla.

FIRS Come stai? Respiri? L’aria è pura adesso… è il profumo della rinascita.

Guarda l’orizzonte con ammirazione, si gira di nuovo verso la pianta.

FIRS La vita è passata, e io non l’ho neanche vissuta. Ah, Firs, buono a nulla!

EPILOGO

Sul tavolo da biliardo rimangono solo tre biglie: la numero 15, che deve essere messa in buca da Gaiev, e la numero 8 (metafora dell’infinito) che deve essere messa in buca da Lopachin. Entrambi si muovono intorno al tavolo da biliardo. Hanno le stecche in mano, ma non stanno giocando.

GAEV Non riesco proprio a capirla, la sua tecnica di gioco. E le regole? Quali sarebbero le regole?

LOPACHIN Regola numero uno: fiducia nel passato. Regola numero due: sguardo sempre rivolto al futuro. Regola numero tre…

GAEV (lo interrompe) Le sue possibilità di mandare la palla in buca non sono tante quanto le mie. Io ho una tradizione che mi sostiene.

LOPACHIN La vecchia tecnica di gioco la conosco bene, ma l’ho trasformata. È diventata mia. E in un futuro non lontano spero… nostra. Di tutti. È un passaggio necessario. E poi c’è la regola numero tre, la più difficile da codificare: è l’inatteso… quella componente che arriva all’improvviso e risolve tutto. Tu hai cercato, preparato, aspettato, ma non sai quando succederà. Sai solo che prima o poi la palla andrà in buca.

GAEV Il passaggio, l’inatteso… quante parole! La verità è che lei non sarà mai capace di buttare quella palla in buca.

LOPACHIN Vedremo.

La sagoma di Firs si vede attraverso la finestra.

FIRS (dal giardino) Le ciliegie! Piccole mie! Alla fine sono arrivate… fiori e frutti insieme! Una specie di miracolo! Certo, la mano del giardiniere sarà pur servita a qualcosa… ma voi l’avete fatto senza avvisare, birichine! Ah, se tutti avessero un giardino come questo… sarebbero sicuramente più felici! Sì, sì, più felici!

Scompare la sagoma di Firs.

Lopachin prende la palla numero 8 e la mette in buca con la mano.