Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

74
Intervento di Mons. Marcello Semeraro al Conv pastorale diocesano La responsabilità dell’uomo nella Chiesa come storia d’amore. Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro… LA COMUNIONE ECCLESIALE PER UN NUOVO UMANESIMO La responsabilità dell’uomo nella Chiesa come storia d’amore. Mons. Semeraro nel primo giorno del Convegno Pastorale Diocesano La responsabilità verso i fratelli e verso la storia. È stato questo il fulcro dell’intervento di Monsignor Marcello Semeraro, nel corso della prima giornata del Convegno Pastorale Diocesano dal titolo “Misericordiosi come il Padre per un nuovo umanesimo”. Nell’accogliente chiesa di San Carlo ad Isola del Liri, ancora una volta gremita di operatori pastorali della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, è stato il nostro Vescovo Gerardo Antonazzo ad aprire l’incontro, ringraziando il Signore per i volti della chiesa bella riunita nella preghiera e nella riflessione ed analizzando l’esperienza

Transcript of Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Page 1: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Intervento di Mons. MarcelloSemeraro al Convegnopastorale diocesanoLa responsabilità dell’uomo nella Chiesa come storia d’amore.

Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro…

LA COMUNIONE ECCLESIALE PER UN NUOVO UMANESIMO

La responsabilità dell’uomonella Chiesa come storiad’amore. Mons. Semeraro nelprimo giorno del ConvegnoPastorale DiocesanoLa responsabilità verso i fratelli e verso la storia. È statoquesto il fulcro dell’intervento di Monsignor MarcelloSemeraro, nel corso della prima giornata del ConvegnoPastorale Diocesano dal titolo “Misericordiosi come il Padreper un nuovo umanesimo”.

Nell’accogliente chiesa di San Carlo ad Isola del Liri, ancorauna volta gremita di operatori pastorali della Diocesi diSora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, è stato il nostroVescovo Gerardo Antonazzo ad aprire l’incontro, ringraziandoil Signore per i volti della chiesa bella riunita nellapreghiera e nella riflessione ed analizzando l’esperienza

Page 2: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

pastorale della nostra comunità alla luce della “Parabola delseme che spunta da solo” riportata nel Vangelo di Marco (4,26-29).

Sua Eccellenza ha poi passato la parola a Don AnielloCrescenzi, il quale ha introdotto il relatore, Mons. Semeraro,Vescovo di Albano, docente di teologia e segretario del gruppodi Cardinali che consiglia il Santo Padre nel governo dellaChiesa universale.

Un appassionante e pertinente intervento quello del VescovoSemeraro che, affrontando il tema “La comunione ecclesiale perun nuovo umanesimo”, ha parlato della bellezza del recuperodegli argomenti conciliari, soffermandosi anzitutto sulla“Gaudium et spes”.

Analizzando le questioni di stretta attualità come il flussodei migranti e alcune dichiarazioni rilasciate in merito daesponenti politici nazionali, Mons. Semeraro ha spiegato comebisogna intendere il termine “umanesimo”: riferendosi cioèall’uomo che, in un dato momento e in determinate circostanzedella storia, fa esperienza della propria esistenza e diquella dell’altro.

Prendendo poi spunto dall’immagine scelta come simbolo delConvegno Pastorale Diocesano (“Il buon samaritano” di VanGogh, ndr) ha mostrato come il samaritano sia un uomoresponsabile che si fa quindi carico del fratello, ma nonsolo. Essere responsabili, ha infatti chiarito, significaoccuparsi anche dei figli e dei fratelli che verranno domani eper farlo bisogna necessariamente sentire anche laresponsabilità di quello che è avvenuto nel passato o che èaccaduto lontano da noi, proprio come scriveva nel 1939Antoine de Saint-Exupéry: “Essere uomo significa appuntoessere responsabile. Significa provare vergogna in presenzad’una miserie che pur non sembra dipendere da noi. Esser fierid’una vittoria conseguita dai compagni. Sentire che, posandola propria pietra, si contribuisce a costruire il mondo”

Page 3: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

(Terra degli uomini).

Anche se l’uomo attende “nuovi cieli e una terra nuova”, hapoi esortato il Vescovo di Albano, non deve comunque esaurireil suo impegno nella Chiesa, corpo dell’umanità nuova, che,come si può evincere dalla prima lettera di Giovanni, iniziacon un atto di responsabilità, articolato in due momenti: ilprimo di passività dell’ascolto e della contemplazione, ilsecondo di testimonianza e di annuncio che coinvolge ilprossimo, l’altro. È quindi la responsabilità verso gli altria fondare la Chiesa, gli uomini che fanno delle esperienze chepoi trasmettono a chi sta loro accanto.

Citando poi un’omelia mattutina di Papa Francesco a SantaMarta, Mons. Semeraro ha sostenuto che la Chiesa non è unastruttura societaria, fatta di burocrazia e di uffici, ma èuna storia d’amore. Una storia d’amore che ha un “qui e ora”del tempo, un “qui e ora” della comunità di fede: ilterritorio che ci ricorda, appunto, di stare nella storia conamore, come Chiesa che è concretamente presente nei luoghidove le persone vivono, lavorano, soffrono.

Questa Chiesa, di cui siamo parte, non vive senza di noi equi, ha esemplificato il Vescovo, nessuno di noi è unamaschera, ma ognuno è un volto. Qui c’è la presenza di tutti,si ascoltano le voci di ciascuno.

Bisogna amare il territorio in cui operiamo, ha infineconcluso Mons. Semeraro, affinché la Chiesa non sia fuoridalla storia, ma vi sia incarnata attraverso una sensibilitàpastorale che si rafforza anche con l’assunzione diresponsabilità dei laici, soprattutto all’interno dei consiglipastorali.

Il momento di preghiera è stato animato dal coro polifonico“Città di Picinisco”, direttore Maestro Giacomo Cellucci, vocesolista Anna Laura Tamburro.

– Maria Caterina De Blasis

Page 11: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Sui Sentieri di Tommasod’Aquino

Incontro Diocesano Maturandi 2015

A due giorni dall’inizio degli esami di maturità, l’UfficioScuola e la Pastorale Giovanile hanno voluto organizzare unincontro dedicato a tutti i maturandi.

Nell’Antica chiesa di San Tommaso a Roccasecca, il 15 giugno2015 si sono così ritrovati tanti giovani provenienti da varipunti della diocesi, che hanno pregato e riflettuto insieme alVescovo Gerardo.

In questo luogo, scelto non a caso dagli organizzatori DonAniello Crescenzi (Ufficio Scuola) e Don Giandomenico Valente(Pastorale Giovanile), si poteva respirare la grandezza di SanTommaso D’Aquino, che ha saputo trasformare il semplice saperein vera sapienza.

Nella sua breve riflessione il vescovo ha spiegato, infatti,come la sapienza venga dalla simbiosi tra la fede e laragione, che in San Tommaso sono state innalzate entrambe aimassimi livelli. E’ questo che anche i ragazzi possonoimpegnarsi a fare, dopo che gli esami avranno aperto loro laporta verso una nuova fase della loro vita.

Durante l’incontro, oltre alle letture e i canti, altri duemomenti “forti”, il primo con la testimonianza di una giovanedi Roccasecca che ha condiviso la sua esperienza degli esamiper rassicurare tutti e dare uno sguardo verso il “dopo”esami. Il secondo con la consegna personale a ciascun giovanedella Preghiera dello Studente e la benedizione personale daparte del Vescovo.

Page 12: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Sulle parole del canto “Resta qui con noi” i giovani si sonosalutati e al di fuori della chiesa si è respirato poi unclima di amicizia con scambi di battute, risate e selfie (chehanno coinvolto anche il Vescovo), lo stesso clima visibileprima dell’incontro; insomma un’atmosfera da cortile discuola, con quella serenità, fondamentale per affrontare nelmigliore dei modi la prima prova che si avvicina. In bocca allupo a tutti i nostri giovani!

– Piercarlo Gugliotta

XVIII Congresso NazionaleGeriatrico “Dottore Angelico”

Da Ippocrate al Buon Samaritano:

un percorso storico di etica dell’assistenza ai malati.

Luigi Di Cioccio, Gerontologo e Geriatra,

Presidente Emerito Ordine dei Medici di Frosinone,

Direttore f.r. UOC Geriatria Ospedale DEA “S. Scolastica”Cassino,

Socio Fondatore e Costituente AMGe (AssociazioneMultidisciplinare di Geriatria), Direttore Medico Scientifico

Istituto San Raffaele Cassino

La rilettura della Parabola del Buon Samaritanodell’Evangelista Luca (Lc. 10, 30) mi ha dato lo spunto per unesame comparativo con il nostro Giuramento d’Ippocrate e con iCodici Deontologici della nostra Professione.

Page 13: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Assolvo a questo compito con una duplice emozione: la prima,ricordando il 1994 quando a Montecassino diedi vita alla “Giornata del Medico”, istituendo il sigillo dell’Ordine eduna manifestazione culturale e di incontro generazionale tra igiovani iscritti all’Albo ed i colleghi al traguardo deiquaranta, cinquanta e sessanta anni.

La seconda emozione è legata alla nomina a Presidente Onorariodell’Ordine dei Medici di Frosinone a cui ho dato il massimocontributo negli anni della mia Presidenza.

Il Giuramento d’Ippocrate mi ha sempre affascinato, dal giornodella mia Laurea presso l’Istituto di Storia della Medicina,con in mano la pergamena con la firma del Preside di Facoltàdell’epoca prof. Cimino. Austere le sue parole, forbito il suolinguaggio, ieratico nei gesti mentre ci ammoniva sui precettiippocratici quasi a voler trasferire un testimone a noigiovani medici.

Il fascino di quell’effige d’Ippocrate che traspariva dietroal testo in greco mi ha poi stimolato nella ricerca e nellostudio del Giuramento, negli anni in cui contribuivo nellaFNOMCeO alla stesura di diversi capitoli dei CodiciDeontologici del 1995 e del 1998. Nacquero così le dueedizioni del mio libro sul Giuramento d’Ippocrate e prestovedrà la luce una nuova edizione aggiornata e rinnovata .

Oggi voglio proporre una lettura comparata tra il Giuramentodi Ippocrate e la Parabola del Buon Samaritano.

Lo faccio naturalmente con la massima umiltà, ma con laconsapevolezza di un osservatore laico sì, ma forgiato nellacultura cattolica.

Ogni volta che ascoltiamo il Giuramento d’Ippocrate, riviviamole emozioni dell’alba del nostro ingresso nella professione.Ora rileggiamo i passi della Parabola del Buon Samaritano,oggetto della mia odierna lettura comparativa.

Page 14: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

<<Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò neibriganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se neandarono, lasciandolo mezzo morto.

Per caso un Sacerdote scendeva per quella medesima strada equando lo vide passò oltre, dall’altra parte.

Anche un Levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.

Invece un Samaritano, che era in viaggio lo vide e n’ebbecompassione.

Gli si fece vicino.

Gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino.

Poi caricatolo sopra il suo giumento,

lo portò a una locanda e si prese cura di lui.

Il giorno seguente estrasse due denari e li diedeall’albergatore, dicendo : <<abbi cura di lui e ciò chespenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno>>.

Tenete ben a mente i personaggi : il Sacerdote, il Levita, ilSamaritano.

Torniamo ora al Giuramento, dove Ippocrate di Cos fissa leregole per un comportamento etico-deontologico del medico che,partendo dalla beneficialità dell’atto medico e della difesadella vita, ne consacra la sua forza ed attualità attraversotutte le stagioni culturali di quasi tre millenni.

<<Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e perPanacea e per tutti gli Dei e le Dee, chiamandoli a testimoniche adempirò secondo le mie forze e il mio giudizio questogiuramento e questo patto scritto. Terrò chi mi ha insegnatoquest’ arte in conto di genitore e dividerò con Lui i mieibeni, e se avrà bisogno lo metterò a parte dei miei averi incambio del debito contratto con Lui, e considerò i suoi figli

Page 15: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

come fratelli, e insegnerò loro quest’arte se vorrannoapprenderla, senza richiedere compensi né patti scritti.Metterò a parte dei precetti e degli insegnamenti orali e ditutto ciò che ho appreso i miei figli del mio maestro e idiscepoli che avranno sottoscritto il patto e prestato ilgiuramento medico e nessun altro. Sceglierò il regime per ilbene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e miasterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò a nessuno,neppure se richiesto, alcun farmaco mortale, e non prenderòmai un’ iniziativa del genere; e neppure fornirò mai a unadonna un mezzo per procurare l’aborto. Conserverò pia e purala mia vita e la mia arte. Non opererò neppure chi soffre dimal della pietra, ma cederò il posto a chi è esperto di questapratica. In tutte le case che visiterò entrerò per il bene deimalati, astenendomi ad ogni offesa e da ogni danno volontario,e soprattutto da atti sessuali sul corpo delle donne e degliuomini, sia liberi che schiavi. Tutto ciò ch’io vedrò eascolterò nell’esercizio della mia professione, o anche al difuori della professione nei miei contatti con gli uomini, eche non dev’essere riferito ad altri, lo tacerò considerandola cosa segreta. Se adempirò a questo giuramento e non lotradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell’ arte,stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò espergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.>>

Da Platone ad Aristotele, da Aristotele a San Tommasod’Aquino, nessuno ha mai tentato di mettere una croce o unsimbolo cristiano sul frontespizio delle opere di Aristoteleche il sommo Teologo Tommaso interpretò come prolegomeni alpensiero cristiano.

Né lo stesso fu fatto con le opere di Cicerone, cheTertulliano chiamava “anima naturaliter christiana”.

Lo ha fatto, invece, nel XII secolo un illuminato amanuensemedievale con il testo del Giuramento d’Ippocrate,trascrivendolo in lingua greca con disposizione grafica cheforma una croce. Il manoscritto originale si conserva nella

Page 16: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Biblioteca Apostolica Vaticana.

“Vade et tu fac similiter” “ Vai, e anche tu fai altrettanto”

Sono queste le parole, nel Vangelo di Luca, con cui Gesùconclude la Parabola Buon Samaritano.

Con l’avvento del Cristianesimo si realizza una vera epropria svolta nella storia dell’uomo che possiamosintetizzare nell’invito: “Ama il prossimo tuo come testesso”.

Ed è così che l’amore verso il prossimo trova un suoqualificato piano di realizzazione nell’aiuto proprio delmalato sofferente. Ma chi è il prossimo sofferente?

Per individuarlo teniamo sempre a mente il precetto “Ama ilprossimo tuo come te stesso” . Ed allora il prossimo è coluiche sta male, che soffre, e chi soffre non è solo il malatonel corpo, ma anche:

il vecchio abbandonato1.il senzatetto2.il profugo3.il rifugiato4.il pellegrino5.

colui insomma che ha bisogno di cure e di conforto. Assisterloè un’opera di misericordia da cui il credente, in particolarmodo, non può esimersi.

Ed è “un’assistenza” che, se per il semplice cittadino è unimperativo morale, per il “religioso” è un preciso obbligosancito da chiare e definite regole. Per questo nel tempo, finda San Benedetto con la sua Regola “Ora et Labora” , la Chiesasi è presa cura dell’ assistenza di quanti malati e derelittiavevano bisogno di aiuto.

“Infirmorum cura ante omnia et super omnia adhibenda est” ,“Dei malati bisogna avere cura prima di tutto e al di sopra di

Page 17: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

tutto” , così recita la Regola al Capitolo n. 36.

“Vade et tu fac similiter” : c’è una continuità indiscutibiletra il contenuto del Giuramento d’Ippocrate e quello dellamorale cristiana.

La continuità è data dal comune impegno nella promozione edifesa della vita, dal suo concepimento al suo naturaletramonto. Una continuità riconosciuta apertamente anche dalSanto Padre Giovanni Paolo II nella Enciclica “Evangeliumvitae”, dove parla : “ dell’antico e sempre attuale Giuramentodi Ippocrate, secondo il quale ad ogni medico è chiesto diimpegnarsi per il rispetto assoluto della vita umana e dellasua sacralità.”

Le linee portanti del Giuramento d’Ippocrate sono quattro:

Un profondo rispetto della natura in generale1.Una concezione unitaria ed integrale dell’essere umano2.Un rigoroso rapporto tra etica personale ed etica3.professionaleUna visione massimamente partecipa dell’esercizio4.dell’arte medica.

C’è quindi nel Giuramento d’Ippocrate una chiara propedeuticache introduce alla visione cristiana della vita, la qualesottoscrive, pur arricchendoli, tutti e quattro i presuppostiippocratici.

Ma è soprattutto nella difesa piena e totale della vita che laposizione del grande medico greco si fa predispositivadell’accettazione della nozione cristiana di vita, qualepartecipazione della vita stessa di Dio, proiettatanell’eternità.

E c’è un punto chiave nel quale il pensiero di Ippocrate equello cristiano coincidono.

Ed è proprio nell’escludere ogni possibilità di

Page 18: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

discriminazione all’interno della nozione di vita.

“E non darò a chiunque me lo chieda, un farmaco omicida, néprenderò l’iniziativa di simile suggerimento.”

“ Ne darò ad alcuna donna un pessario abortivo.”

Ippocrate assume la promozione e la difesa della vita comecriterio ed indirizzo nell’esercizio della propria professionee come metro della sua onestà e correttezza di medico.

Egli sapeva molto bene che accettare possibili distinzioni,prevedere eccezione a questo principio, sarebbe statoequivalente a renderlo fragile e vulnerabile.

E ne è convinto a tal punto che il suo Giuramento approda aduna visione religiosa della vita. In apertura, infatti, delGiuramento il medico di Cos chiama in causa le divinitàappropriate del pantheon greco. Ed in chiusura sembrarichiamarsi alle parole iniziali quando arriva ad augurarsiche gli possa capitare ogni male qualora dovesse comportarsida spergiuro.

C’è un altro aspetto dell’etica ippocratica che trova quasi unrisvolto cristiano: la necessità che il medico nell’eserciziodella sua professione sia al servizio del malato, non che loserva per calcolo interessato.

“ Regolerò il regime dei malati a loro vantaggio, secondo ilmio potere ed il mio giudizio, e li difenderò contro ogni cosanociva ed ingiusta.”

“ In qualunque casa io entri, sarà per l’utilità dei malati”

“ Le cose che, nell’esercizio della mia professione o al difuori di essa, potrò vedere e udire sulla vita degli uomini eche non devono essere divulgate, le tacerò, ritenendole comeun segreto dei misteri.”

Ed Ippocrate è tanto convinto di questo da intravedere una

Page 19: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

ricompensa non utilitaristica quale premio di un correttoesercizio della sua professione.

“Se a questo giuramento presterò intatta fede e sapròlealmente osservarlo mi sia data ogni soddisfazione nella vitae nell’arte, e possa avere meritata fama in perpetuo pressogli uomini.”

Un’attenta analisi del Giuramento di Ippocrate consente dipervenire ad una conclusione perentoria : poche categorieprofessionali possono concordare sui principi essenziali dellapropria attività come la categoria di coloro che sono alservizio della salute, cioè degli operatori sanitari.Identificando con le rette perpendicolari di una croce lavisione cristiana del mondo ed il suo incontro-confronto conla visione o le visioni non cristiane, possiamo immaginare ilservizio alla salute e, quindi , alla vita come il puntoesatto in cui le due perpendicolari si incontrano.

L’accostamento tra Ippocrate ed il Buon Samaritano, che siriscontra in tutta la storia della Medicina ed in quelladell’assistenza sanitaria nel corso della quale la Chiesa èstata pioniera nei suoi duemila anni di storia, illuminaun’altra verità, anch’essa richiamata dal Santo Padre:

“Nel servizio a chi soffre è possibile quell’incontro tratutti gli uomini di buona volontà che in altri campi si èconfermato difficile, se non impossibile. Concezionifilosofiche, religiose, politiche, economiche, sociali possonoconoscere divergenze insuperabili. Il servizio a chi soffre,invece, andando incontro alla più universale e più sentitadelle aspirazioni umane, quella della salvaguardia e difesadella vita, rende possibile quell’ecumenismo delle opere, veroponte verso la giustizia e la pace”.

Anche se alcuni secoli di storia separano il Giuramentod’Ippocrate (V secolo a.C.) dalla Parabola del Buon Samaritano(Luca 60-70 d.C.), c’è un legame che li unisce in modo

Page 20: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

indissolubile: il profondo rispetto per la persona umana.

In tutti questi anni, soprattutto nella presenza nei massimivertici dell’Istituzione Ordinistica Provinciale e Nazionale,e nell’esercizio quarantennale della professione di MedicoGeriatra, ho cercato di dimostrare che questo antico documentonon è stato soltanto il documento più valido nella storiadella Medicina ed il paradigma dell’etica medica, ma anche ilmodello di tutta l’etica professionale.

Abbiamo dunque analizzato, finora, i punti di collegamentoetico, comportamentale, religioso e di rispetto della personaumana presenti nel Giuramento d’Ippocrate e nella Paraboladel Buon Samaritano. Resta ora da fare una rilettura dellaParabola del Buon Samaritano alla luce dei Codici Deontologiciattuali, al fine di esaminare il comportamento dell’uomo ed inparticolare del medico ed operatore professionale di fronte aduna situazione di urgenza.

Ricordiamo per un attimo i tre personaggi della Parabola: ilSacerdote, il Levita, il Samaritano.

Nella religione ebraica il Sacerdote, diretto discendente diAronne, è una figura religiosa preposta all’esercizio delculto ed alla mediazione dei rapporti con la divinità, e cherisale in particolare, al servizio sacrificale presso ilTempio di Gerusalemme.

Un Levita è in generale un discendente della tribù di Levi(Es. 6:16-25). Ai Leviti era affidato il compito disorvegliare il tabernacolo e il Tempio e di coadiuvare ilSacerdote. Oggi parleremo di Diacono. Al tempo di Gesù,l’ostilità tra Giudei e Samaritani è ancora molto viva, ed iSamaritani vengono considerati scismatici, se non veri epropri pagani. Diversamente dalla condotta del BuonSamaritano, quella mostrata dal Sacerdote e dal Levitacostituisce oggi un reato di mancata prestazione di soccorso,punito dai moderni codici penali.

Page 21: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

L’obbligo di soccorrere in caso di urgenza è la primalezione deontologica della parabola.

Al tempo di Gesù le comunità dei Giudei e dei Samaritani sidisprezzavano vivamente per le loro differenze etniche ereligiose. La parabola è una eloquente difesa delsuperamento, nell’amore evangelico per il prossimo,dell’incomprensione e degli odi ancestrali. Allo stesso modol’etica professionale ordina agli operatori sanitari diservire con la stessa dedizione e competenza tutti i pazienti,qualunque sia la loro condizione.

La seconda lezione deontologica che ci dà il BuonSamaritano è quella di astenerci dall’effettuarediscriminazioni tra le persone che assistiamo.

L’Autore del racconto della Parabola è il Medico Luca epossiamo legittimamente immaginare che l’agiografo Luca,mentre scrive il libro ispirato fedelmente a quanto dettatodallo Spirito Santo, non può evitare di continuare ad essereMedico. Proietta inevitabilmente la sua personalità in quelloche scrive; proietta se stesso Medico nella figura del BuonSamaritano. Il Buon Samaritano appare come un Buon Medico. Lomostrano i suoi gesti, il suo cuore umano che si muove acompassione. Scende dalla cavalcatura e, agendo come un buonprofessionista, esamina le ferite, valuta la situazioneclinica, estrae dalla borsa che porta con sé bende, balsamo evino e presta le prime cure. Pone poi il ferito in condizionedi essere trasportato, lo accomoda sul suo cavallo e lo portafino all’albergo più vicino. Lì lo sistema e si occupa di luitutto il giorno e forse anche la notte.

La storia del Buon Samaritano ci insegna una terzalezione deontologica : quella della benevolenza medica,l’affetto del medico per il ferito e per il malato.

Solo il giorno seguente, confermato il prognostico favorevole,il Buon Samaritano, dopo aver dato all’albergatore istruzioniprecise sulle cure da somministrare al ferito, gli anticipa

Page 22: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

del denaro per le spese immediate e parte, promettendo alpaziente che sarebbe tornato a vederlo, e all’albergatore, chegli avrebbe pagato le eventuali spese.

Il Buon Samaritano ci dà la quarta lezione deontologica: il dovere supererogatorio di servire gratuitamente ilpaziente ed anche di aiutarlo generosamente.

Da Ippocrate al Buon Samaritano ed ai Codici Deontologici sidelinea così un percorso costante di Etica Medica a difesadella vita del paziente. E tutto ciò è rimasto, cari colleghi,invariato nel tempo, passando dall’Era cosiddettaPaternalistica a quella attuale dell’Alleanza Terapeutica, masempre continuando a promuovere il bene supremo della vita delpaziente.

In sintesi : assicurare beneficialità nella fiducia delrapporto medico/paziente.

In chiusura, dopo quest’esame comparato, non possiamo nonricordare i grandi principi che guidano l’esercizio attualedella nostra professione di Medici:

Il principio della giustiziaIl principio della beneficialità e non maleficitàIl principio dell’autodeterminazione del paziente

Allo stesso tempo ricordiamo qual è il bene del paziente cheil medico deve sempre promuovere:

Il bene supremo di difesa della vitaIl bene biomedicoIl bene del paziente in quanto personaLa percezione da parte del paziente del proprio bene

Concludendo: “Vade et tu fac similiter”, “Vai, e anche tu faialtrettanto”. La vita è un valore, un bene non negoziabile. IlMedico e la Medicina hanno inciso nel proprio DNA la difesa ela salvaguardia della vita.

Page 23: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Ed il messaggio per i giovani colleghi che si accingono adesercitare l’arte antica del grande Ippocrate di Cos, è quellodi tenere sempre davanti alla propria mente l’anticoGiuramento ed i passi dell’Evangelista Luca, ricordando sempreche tutta la Medicina è Arte e Scienza insieme. L’Arte èpatrimonio del singolo , è la sua capacità di relazionarsi, dicomunicare, di fare; la Scienza invece è il patrimonio ditutti, perché è la conoscenza dei processi bio-patologici efarmacologici ripetibili sperimentalmente in ogni ambito delnostro pianeta.

L’attività medica è poi un incontro costante, giornaliero trala fiducia e la coscienza : la fiducia di un uomo segnatodalla sofferenza e dalla malattia e perciò bisognevole; che siaffida alla coscienza di un altro uomo il quale si fa caricodel suo bisogno, gli va incontro per curarlo, guarirlo quandopossibile, assisterlo sempre.

In tutto ciò io vedo una continuità indiscutibile tra ilcontenuto del Giuramento d’Ippocrate e la Parabola del BuonSamaritano.

Bibliografia

Di Cioccio, Il Giuramento di Ippocrate, CESI editore,1.Roma , 2002.Di Cioccio, Il Giuramento di Ippocrate: attualità tra2.mitologia storia e tradizione, CESI editore, Roma, 2007Di Cioccio, “Vade et tu fac similiter”, Ordine dei3.Medici di Frosinone, Lettura Magistrale, XV GiornataProvinciale del Medico, 29.11.2014Lown B. L’arte perduta di guarire. Milano, Garzanti4.Editore, 1997.Bolognese L. La medicina fra scienza ed arte. G Ital5.Cardiol 2009; 10: 609-11.Fiorista F. , Medici scrittori: l’Evangelista Luca. KOS6.1999; 162: 54-61.Martini CM. Dolore, malattia e morte: il problema di un7.

Page 24: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

significato. Intervento al Congresso sull’AIDS, Milano,Università Statale, 15 marzo 1997.Martini CM. L’Ospedale Maggiore nel nuovo millennio:8.un’antica istituzione Milanese a servizio della persona.Milano: Festa del Perdono, 26 marzo 2001.Frugoni C. Ricordi e incontri. Milano: Mondadori9.Editore, 1974.Gnudi A, Vedrani A. Pensieri e precetti di Augusto10.Murri. Bologna: Zanichelli Editore, 1924.Cosmacini G. Il mestiere di medico. Storia di una11.professione. Milano: Raffaello Cortina Editore, 2000.Jaspers K. Il medico nell’età della tecnica. Milano:12.Raffaello Cortina Editore, 1991.Nuovo Testamento greco e italiano. A cura di Merk A e13.Barbaglio G. Bologna: Edizioni Dehoniane, 1990.Ricciotti G. Vita di Gesù Cristo. Milano: Mondadori14.Editore, 2003.Baima Bollone P. I miracoli di Gesù. Torino: Editrice La15.Stampa, 2001.Tettamanzi D. Il medico può fare miracoli? Riflessioni16.conclusive. Intervento dell’Arcivescovo di MilanoCardinale Dionigi Tettamanzi al Convegno “Il medico difronte al miracolo”, Associazione Medici CattoliciItaliani, Milano, 23 novembre 2002.Verzé LM. Vade et tu fac similiter: da Ippocrate al buon17.samaritano. Intervento alla Conferenza InternazionaleVaticana su “La religiosità della Medicina”, Città delVaticano, 25 novembre 1995.Angelini, Il senso di un percorso, Conferenza18.Internazionale Vaticana, Città del Vaticano, 25 novembre1995.Renan E. Vita di Gesù. Roma: Newton Compton Editori,19.1994.

Page 34: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Celebrata la festa di S.Antonio a CassinoGrande la gioia della comunità parrocchiale di S. Antonio diPadova in Cassino per aver potuto celebrare la festa del suoPatrono con il Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, cheha voluto essere presente con la folta comunità in un momentodi festa tanto sentita e che richiama fedeli da molte altreparrocchie del territorio.

In una chiesa stracolma di persone, in una CelebrazioneEucaristica particolarmente accurata, e animata dalla Coraleparrocchiale, il Vescovo ha presieduto la liturgia, avendo afianco il parroco e il viceparroco e uno stuolo diministranti, come sempre impeccabili e attenti.

Nell’omelia, incentrata sul Vangelo del giorno, quello delgranello di senape, che è il più piccolo di tutti i semi, madiventa più grande di tutte le piante dell’orto (Mc 4,26-34),Mons. Gerardo ha fatto notare quanti “semi” cadono per graziadi Dio sul terreno della nostra vita: la vita, il battesimo,la fede e tanti altri beni spirituali, ma questi non sempregiungono a fruttificare.

Anche nella vita di S. Antonio furono seminati in chicchi idoni di Dio, ma lui seppe accoglierli e farli diventare quel

Page 35: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

“segno” del pane, che anche qui è stato rievocato con labenedizione e distribuzione. Quali sono i “pani” di S.Antonio? Sono il pane della vocazione, avendo egli consegnatola propria vita a Gesù; il pane della preghiera, che èinnanzitutto aprire il cuore a Dio, parlare con Dio, farglirichieste e rendere grazie (come scrive il Santo: obsecratio,oratio, postulatio, gratiarum actio); il pane del Vangelo,cioè si è nutrito di Gesù attraverso la sua Parola el’Eucaristia, e attraverso questo, il pane della solidarietà,il pane che fa crescere l’umanità, verso i poveri, che sono“la carne di Cristo”, e verso tutti. E’ così che in soli 36anni S. Antonio ha raggiunto il vertice della santità,impegnato in una vita fruttuosa e significativa, come vorremmoche facessero anche i nostri giovani.

Al termine della celebrazione, si è snodata la processione,che ha portato la Reliquia del Santo di Padova, che laparrocchia custodisce, e la sua statua tanto venerata, per lestrade del territorio parrocchiale, là dove la comunità vivela sua quotidianità, anche là dove la tradizione popolare ponei segni della festa in onore del patrono, nelle strade menoscintillanti e in quelle adornate di illuminazioni e colme digente. Presenti le autorità cittadine, presente anche laConfraternita “S. Giovanni B.” di Pontecorvo e una grandissimafolla di fedeli.

Al rientro, davanti alla chiesa, festosi fuochi artificialihanno dato spettacolo, con grande godimento degli astanti e,in chiusura, dalla finestra soprastante l’ingresso dellachiesa, il Vescovo ha impartito la benedizione con la Reliquiadel Santo.

In tarda serata, nella piazza Diamare, concerto della Banda,la grande Orchestra Lirico-Sinfonica Regione Lazio “Città diS. Giorgio a Liri“, mentre una enorme folla riempiva le viecircostanti, fino ai fuochi d’artificio che a mezzanotte emezza dalla località Quinto Ponte hanno allietato la città,secondo la più classica tradizione.

Page 37: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Alice… il teatro dellemeraviglie

Grande successo a Cassino di Ecclesia Theatre

Alice, il Musical è andato in scena alla vigilia della festadi S. Antonio. Un teatro Manzoni traboccante, presente ancheil Vescovo Gerardo, che era preparato sì a godere di un bellospettacolo, ma ha assistito davvero ad un teatro “dellemeraviglie”, al di sopra delle aspettative. I ragazzi, guidatie coordinati dalla infaticabile Rachele Gianfrancesco, hannointerpretato il famoso Musical, nato nel 2009 da un’ideadi Enrico Botta e Annalisa Benedetti, in maniera strabiliante.Hanno cantato in diretta, con voci soliste stupende, hannorecitato, ballato, fatto divertire e stupire il pubblico, conun ritmo travolgente e incessanti sorprese.

La vicenda della bambina che non voleva diventare grande marestare a sognare e a vivere di fantasia, tratta dal famosolibro di Lewis Carroll “Le avventure di Alice nel paese dellemeraviglie“, è stata colta e rappresentata in tutte le suesfumature. Crescere non è facile e in quel momento delicato dipassaggio spesso non si riesce a trovare la sponda giusta sucui appoggiarsi e da cui guardare il mondo e si cerca un po’ovunque, a caso, qualcuno che accompagni il passaggio. Così laragazzina curiosa e un po’ insofferente di fronte alla realtà

Page 38: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

degli adulti, per lei troppo sbiadita e poco interessante,rifugiatasi nel sogno, entra in un mondo fantastico doveincontra i personaggi più diversi e strampalati come i fiori ele carte da gioco parlanti, il Bianconiglio, Sticcio ePriccio, il Cappellaio matto… incontra lotte tra fazioniavverse, tirannie (la Regina di cuori), amici e nemici,solitudine… Ma è proprio così che alla fine diventa grande eritrova la giusta misura della realtà, ritrova se stessa.

Alice, interpretata mirabilmente da Michela Arciero nell’etàpiù grande, e da Stefania Conte da piccola, canta e si muovecon disinvoltura sul palco tra tutte quelle strane creaturecon grande abilità e naturalezza. E così tutti gli altripersonaggi. Bravissimi tutti, la regista Samantha Bellaria,aiutata da Sara Leone (che è anche vocal coach) e FedericoMastronardi (che è anche direttore di scena), bravissimi iballerini con le loro coreografie curate dalla ASD Arte Danzadi Erminia Veglia, belli e indovinati i costumi di Jacqueline,e davvero spettacolari le scenografie, progettate e realizzatedall’Ecclesia Team guidato da Davide Giacomobono con immensolavoro, svolto nella Sala parrocchiale trasformata per giornie giorni in laboratorio artigianale. Che dire? Al terminedella rappresentazione il parroco Don Benedetto Minchella,ringraziandoli, ha detto: “Ragazzi, non siete bravissimi,siete bellissimi!”.

Ed è sta gioia pura, occhi lucidi, amicizia, festa grande. Nonpoteva esserci modo migliore per dare inizio ai festeggiamentiin onore del patrono S. Antonio!

– Adriana Letta

Page 39: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Il Vescovo ad Arpino per lafesta di Sant’Antonio

«SULL’ESEMPIO DEL SANTO, LA CHIESA DIFFONDA IL PANE DELVANGELO E DELLA CARITA’»

«L’annuncio del Vangelo e l’amore per i poveri sono i duecardini essenziali che fanno l’identità cristiana e che ancoraoggi vengono consegnati alla Chiesa dalla testimonianza diSant’Antonio di Padova e sui quali ci invita a camminare senzatimore il magistero di Papa Francesco». E’ la sintesi dellameditazione che il vescovo diocesano monsignor GerardoAntonazzo ha offerto nella mattinata di sabato 13 giugno allacomunità cristiana di Arpino in occasione dei festeggiamentiin onore di sant’Antonio di Padova. Nell’omelia della Messa dalui presieduta nella chiesa del centro storico arpinatededicata al Santo Dottore della Chiesa, Antonazzo ha tral’altro richiamato l’autentico valore del «sublime segno delpane di Sant’Antonio», tradizionalmente distribuito ai fedelinella festa del 13 giugno, come necessario rimando «al panedel Vangelo e della carità che la comunità dei credenti èchiamata a diffondere nella testimonianza di una vitaautenticamente evangelica, facendosi carico delle nuove formedi povertà causate dalla solitudine, dallo sfilacciamentodelle relazioni, dal disagio affettivo, psicologico esociale». Con il vescovo hanno concelebrato il parroco diArpino Don Antonio Di Lorenzo e i Missionari Identes PadreEnrique Guedem e Padre Saverio Rico-Aldaves.

– Augusto Cinelli

Page 40: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Il Vescovo Mons. GerardoAntonazzo incontra gli Ufficidiocesani di Curia

Verbale

Sabato 6 giugno 2015

L’incontro è cominciato con una preghiera, si è concluso nellostesso modo, con una preghiera corale, per ricordare chel’impegno che si svolge al servizio della diocesi ha sempreuna dimensione spirituale e pastorale.

Il Vescovo Gerardo fa una breve valutazione dei mesi di lavoropastorale che hanno fatto seguito alla fusione delle duediocesi, di Sora-Aquino-Pontecorvo e di Montecassino, eringrazia. Il grazie va al Signore innanzitutto, che davveroprecede, accompagna e segue la vita della sua Chiesa, e poi atutti i direttori degli uffici, per il cammino di questi mesi,in cui si è lavorato per l’integrazione resasi necessaria conil decreto del Papa del 24 ottobre. L’integrazione che abbiamocercato, ha detto, è un processo che è stato avviato e si èsviluppato; esso passa attraverso tessiture di relazioniecclesiali, sta portando i frutti di una fattiva e reciprocacollaborazione, ma è un cantiere sempre aperto. Le fatichedell’inizio di un simile cammino sono normali, ma sono stateaffrontate senza diffidenza. E il Signore ha benedetto efavorito questo sviluppo che c’è stato. Allora, ha proseguito,dobbiamo riconoscere davanti a Dio questa grazia, perchéabbiamo potuto mettere insieme tante diverse competenze in unaconvergenza di menti e di esperienze, e questo favorisce anchela possibilità di inquadrare meglio tante situazioni, perchéavere tante persone significa poter valutare meglio ogni cosa.

Il principio ispiratore per procedere all’unione delle duediocesi è stato quello della inclusione: mettere insieme tutte

Page 41: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

le forze in campo e favorire la partecipazione di tutti. Ilbeneficio di questo modo di procedere è un arricchimentocomplessivo che sta favorendo lo sviluppo dell’attivitàpastorale. Il lavoro degli uffici di curia si raccorda con lelinee guida della Pastorale diocesana, che parte dal Vescovo eprocede in stretta collaborazione e armonia a tutti i livelli.

Il Vescovo Conferma la sua fiducia nella collaborazione diciascuno, che spero sempre reciproca e proceda nella doppiadirezione, dal vescovo agli operatori e viceversa. Gli uffici,d’altronde, sono soggetti importanti, non solo esecutori.Fiducia reciproca significa comunione. Avete lavorato bene, hadetto ai direttori, soprattutto considerando che era giàpartito il nuovo anno pastorale! Ho riconosciuto la necessità,ha affermato ancora, di non chiedere più di quello chepotevate fare. Siamo andati avanti ed ora guardiamo avanti.Restano da fare il Consiglio Pastorale Diocesano e l’IstitutoSostentamento Clero.

Il Vescovo ringrazia a Dio la grande intesa con l’Abate diMontecassino Ogliari, con il quale si collabora bene. Oraaspettiamo l’autorizzazione per avviare il nuovo Istitutointerdiocesano per il Sostentamento del Clero tra la nostradiocesi e l’Abbazia Territoriale di Montecassino, che sarà ilprimo esempio in Italia. La questione è stata ben studiatadall’ufficio per gli affari giuridici.

Il vescovo sollecitai presenti a prendere la parola peresprimere eventuali problemi o lagnanze da portare asoluzione. E’ stata rilevata la necessità di un maggiorcoordinamento tra gli uffici anche per quanto riguarda laprogrammazione. A questo punto il Vescovo ha chiarito cheesiste una programmazione di routine, che riguarda, per ogniufficio, gli appuntamenti annuali fissi e l’animazione diquesti eventi; e poi la programmazione che concerne i processiformativi, che guarda lontano ed attiene al vissuto ordinariodelle nostre comunità. A questo proposito ha raccomandato adogni ufficio di far giungere entro luglio il proprio

Page 42: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

calendario pastorale, per poterlo coordinare con quelli deglialtri uffici.

Il Vescovo conclude con alcuni avvisi importanti:

– Ogni ufficio, servizio di pastorale o aggregazionelaicale, si incontri al proprio interno per unavalutazione e per fissare date, luoghi e tempi per glieventi del prossimo anno pastorale; programmare leattività di routine; pensare ad un programma diformazione annuale o triennale (creare percorsiformativi), seguendo le indicazioni guide del programmapastorale diocesane e il percorso di formazionediocesano; pensare non solo alla animazione degli eventima anche, alla formazione degli operatori.

– C0municare gli appuntamenti di ogni ufficio o serviziopastorale a don Antonio di Lorenzo (Incaricato delcalendario diocesano).

– Tutti i membri degli uffici sono pregati di partecipareal Convegno Pastorale Diocesano che si svolgerà dal 17 al19 giugno.

Agenda Pastorale del Vescovo15-21 giugno 201515 L

09.15 Riunione Uffici (area tecnico-amministrativa)

10.30 UDIENZE (Curia di Sora)

19.00 ROCCASECCA-Chiesa di s. Tommaso: Incontro diocesano dei

Page 43: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

“Maturandi”

16 M

GIORNATA DIOCESANA DI FRATERNITA’ SACERDOTALE

17 Me

10.30 ANAGNI: Plenaria dei Vescovi del “Leoniano”

18.30 Isola del Liri-Chiesa S. Carlo: CONVEGNO PAST. DIOCESANO

18 G

10.00 UDIENZE (Curia di Cassino)

18.00 Isola del Liri: Chiesa S. Carlo – CONVEGNO PAST.DIOCESANO

19 V

18.00 Cassino: Chiesa S. Bartolomeo – CONVEGNO PAST. DIOCESANO

20 S

10.00 UDIENZE (Curia di Sora)

18.00 ROCCASECCA: S. Margherita – Cresime

21 D

11.00 S. Angelo in Theodice: S. Giovanni – Cresime

18.00 PIGNATARO INTER.: Cresime

Page 44: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Aperto il XVIII CongressoNazionale Geriatrico “DottoreAngelico”La cerimonia inaugurale del XVIII Congresso Nazionale deiGeriatri intitolato al “Dottore Angelico” quest’anno si èsvolta nella Sala degli Abati della Curia diocesana diCassino, per sottolineare, come ha dichiarato il principaleorganizzatore, Dr. Luigi Di Cioccio, la portata storica dellanuova Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo e l’incontrotra due grandi Santi del territorio, San Benedetto e SanTommaso d’Aquino. Alla presenza di autorità amministrative escientifiche, e di moltissimi convegnisti, tra cui numerosigiovani, provenienti da tutta Italia, è stato presentato iltema: “L’integrazione Ospedale Territorio – Per il recupero eil mantenimento dell’autonomia“, tema che verrà dibattuto daspecialisti, medici e personale infermieristico, nei giorni 12e 13. Il Congresso si avvale del supporto dell’AMGE(Associazione Multidisciplinare di Geriatria) e del SanRaffaele di Cassino.

Presentate e introdotte dal dr. Di Cioccio, le Autoritàpresenti, dopo una breve ma significativa esibizione dellaCorale “Santa Cecilia” di Aquino dedicata alla figura delPastore della diocesi, hanno porto il loro saluto: il Sindacodi Cassino Giuseppe Golini Petrarcone e quello di Aquino,Libero Mazzaroppi. Poi la parola è stata data al Vescovo Mons.Gerardo Antonazzo, che ha rivolto un caloroso ringraziamentoal prof. Di Cioccio “per il solerte e rinnovato impegno” nelproporre e organizzare il Congresso e “per aver scelto per ilConvegno questa sede nella Città di Cassino, con l’intentointelligente di legare il progetto del Convegno all’interno enel cuore della nuova realtà territoriale diocesana di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo”. Avendo partecipato già altre volteall’apertura del Convegno, Antonazzo ha detto di sentirsi come

Page 45: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

il “Padre spirituale e l’assistente” del Convegno, di cuiapprezza lo spirito e l’impostazione.

Ed entrando nel merito, ha detto: «Il valore peculiare dellostile con cui il prof. Di Cioccio programma il Convegnoannuale non è esclusivamente di natura scientifica, ma anche,direi soprattutto, umanistica. Il tentativo riuscito è quellodi pensare ogni conoscenza e sviluppo scientifico in funzionedella dignità della persona debole, anziana».

Mons. Antonazzo ha poi citato Patch Adams, medico, attivista escrittore statunitense inventore della terapia del sorrisonota come clownterapia, che afferma: Nella cura di unamalattia o si vince o si perde. Ma se si cura un uomo si vincesempre.

«Se in questo convegno – ha continuato il Vescovo Gerardo –emergerà, come credo, la domanda “Cosa fare di più” nel campodella geriatria dal punto di vista delle nuove strategieterapeutiche e degli strumenti tecnico-professionali piùavanzati, è perché la finalità ultima e qualificante è comerispondere meglio alla dignità della persona umana segnatadalla stagione della vecchiaia, spesso unita alla malattia.Una conoscenza e una scienza si migliora nella misura in cuisviluppa prima di tutto il rispetto per la persona. Proprioieri Papa Francesco, nel discorso dell’Udienza generale,parlando della malattia nella famiglia, affermava: ‘Lamalattia è un’esperienza della nostra fragilità, che viviamoper lo più in famiglia, soprattutto da anziani, quandoarrivano gli acciacchi. La famiglia, possiamo dire, è stata dasempre l’ospedale più vicino… Sono la mamma, il papà, ifratelli, le sorelle, le nonne che garantiscono le cure eaiutano a guarire… Di fronte alla malattia, anche in famigliasorgono difficoltà, a causa della debolezza umana… E dobbiamodire grazie al Signore per quelle belle esperienze difraternità ecclesiale che aiutano le famiglie ad attraversareil difficile momento del dolore e della sofferenza.Sono carezze di Dio‘.

Page 46: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Il mio auspicio – ha concluso il Vescovo – è che ogni sforzoper migliorare il servizio alla fragilità degli anziani siauna rinnovata carezza di Dio sulla loro malattia».

Brevi interventi sono venuti dai rappresentanti diassociazioni mediche, anch’esse impegnate ad “umanizzare lasanità”, tema a cui la Geriatria è particolarmente sensibile eattenta. Il prof. Luigi G. Grezzana, di Verona, nel suointervento ha citato un passo di Voltaire, dal DizionarioFilosofico, che dice: “Coloro che si dedicano a risanare glialtri, usando insieme dell’abilità e dell’umanità, sono inassoluto i grandi della terra. Essi hanno addirittura qualcosadella divinità, perché salvare e restituire la vita è quasialtrettanto nobile quanto creare”.

Profonda e avvincente la Lectio Magistralis del prof. DiCioccio, il quale, con l’aiuto di slide, ha messo a confrontoil Giuramento di Ippocrate con la parabola evangelica del BuonSamaritano narrata dall’evangelista Luca (10,30), affidandonela lettura a Maria Letizia Rossi, infermiera, e facendone unainteressante e quasi sorprendente rilettura storica di eticamedica ed assistenziale, grazie alla quale ha evidenziato una“continuità indiscutibile tra il contenuto del Giuramento diIppocrate e quello della morale cristiana”.

Aperto, dunque, il Convegno con questa accentuata attenzioneal piano etico e deontologico, subito dopo è iniziata laseconda sessione, introdotta dalla relazione del prof. FilippoCarcione.

Adriana Letta

Page 47: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Gratuitamente avete ricevuto,gratuitamente dateVieni, vieni, Spirito d’amore,

ad insegnar le cose di Dio,

vieni, vieni, Spirito di pace,

a suggerir le cose che Lui

ha detto a noi.

Queste le prime parole del canto d’invocazione allo SpiritoSanto, queste le prime parole intonate dal coro cherisuonavano nella splendida cornice della Cattedrale di SantaMaria Assunta dove 53 giovani-adulti ieri 11 Giugno alle ore20:00 si accingevano, con percepibile emozione, a ricevere ilSacramento della Confermazione.

Ancor più preziosa per i presenti la ricorrenza celebratadalla Chiesa, che festeggiava, San Barnaba Apostolo. Infatti,San Barnaba, discepolo di Paolo, è noto anche come il ‘Figliodel Consolatore’, poiché la sua conversione avvenne propriopochi giorni dopo la Pentecoste, grazie alla discesa su di luidello Spirito Santo.

Un padre accogliente ed affettuoso verso tutti ma anchegiustamente fermo nell’indicare la via da seguire. Questa lasintesi della splendida omelia del Vescovo, rivolta ai‘confermati’.

La scelta fatta di separare le cresime degli adolescenti daigiovani-adulti è stata evidente dalle parole pronunciate dalVescovo. Rivolgendosi, a loro, con paterno affetto haricordato come i motivi per cui hanno chiesto il Sacramentosono profondamente diversi da quelli di un adolescente macomunque validi: ‘tanti e diversi sono i motivi per cui avete

Page 48: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

scelto il sacramento: tutti validi e giusti’. Un adolescenteche si appresta a ricevere la cresima ha nel cuore tanti sognie progetti da realizzare nel suo futuro. ‘Voi invece avetetanti progetti che state e dovete realizzare nel presente,oggi’ queste le parole che colpivano dritto il cuore deicresimandi ed i genitori e padrini che li accompagnavano.

‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’, con questeparole S.E. ha ricordato come nel corso della nostra vitaabbiamo ricevuto tanto e da tantissime persone in modi equantità diversa, ora è giunto il momento di restituire perché‘oltre una scelta di vita oggi state facendo una sceltacristiana’.

Scegliere di essere cristiani oggi è difficile perché lasocietà sta cercando di distruggere la nostra fede. Mapurtroppo non lo fa in modo diretto, non cerca di negare edistruggere Dio in maniera esplicita, bensì lo distruggepoiché prima sta minando e distruggendo l’uomo e dall’uomoarriva poi a distruggere Dio. ‘Come?’ Negando il matrimonio ela famiglia o con la teoria del gender.

Ma non bisogna nascondersi dietro la società e la culturadegli alibi. Si può cambiare, ed il primo passo è cambiareprima di tutto noi stessi.

Data l’ora, i cresimandi si sono salutati ed hanno volutofesteggiare nel cortile dell’episcopio con un piccoloaperitivo. Tra un brindisi, un sorriso ed un selfie, si potevascorgere come, alcuni ancora con le Sue parole nel cuore enella mente, confidavano le loro gioie ma soprattutto le loropaure di giovani nell’animo ma ormai adulti nella vita edifficoltà quotidiane, al loro Vescovo.

– Riccardo Petricca

Page 49: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Conclusione dell’anno diincontri del corso biblicodella Chiesa di Santo SpiritoIl 10 giugno le amiche e gli amici del corso biblico dellachiesa di Santo Spirito hanno concluso il ciclo di incontri diesegesi e formazione, festeggiando con una pizza, alla quale,oltre ad una quarantina di partecipanti al corso, hanno presoparte Sua Eccellenza il vescovo Gerardo Antonazzo, donGiovanni De Ciantis (che del gruppo è stato la guidaspirituale), il seminarista Eugenio e l’amico Danilo.

Il corso biblico era iniziato l’autunno scorso, e tutti ilunedì il gruppo si è ritrovato nella seicentesca chiesa diSanto Spirito a Sora, per leggere la parola di Dio eapprofondirne il significato. Gli incontri, almeno perquest’anno, si sono concentrati sulla Genesi e sull’Esodo,libri di capitale importanza per il cristiano, dal momento chein essi viene esplorato in profondità e in molteplicisfaccettature il legame tra il Creatore e le sue creature.

Di incontro in incontro, Don Giovanni ha condotto ipartecipanti “dentro” la Parola, analizzando i racconti dellacreazione, di Caino e Abele, di Abramo e Isacco, di Giacobbe edi Giuseppe, fino a giungere alle vicende che hanno perprotagonista Mosé.

Di tutte le storie è stato sviscerato il senso profondo, nondi rado facendo da un lato rimandi e connessioni alla vicendadi Gesù e ai Vangeli, e dall’altro proponendo riferimenti allacontemporaneità e fornendo così l’esempio concreto di quanto iracconti biblici siano vivi e veri anche per l’uomo del tempo

Page 50: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

di oggi. E ogni volta i partecipanti erano coinvolti in primabattuta a fare riflessioni personali, attraverso le quali ilmessaggio di quelle narrazioni veniva riportato allaquotidianità di tutti i giorni.

Per ciascuno è stata un’esperienza di conoscenza e di crescitaspirituale, ma anche di scoperta di quanto coinvolgente possaessere far parte di una comunità, che si ritrova a pregare e a“studiare” insieme la Parola di Dio.

Così, a conclusione di questo anno di corso, è stataorganizzata una serata in pizzeria, in un clima di serenità edi divertimento, per testimoniare ancora una volta la bellezzadi un autentico incontro con la Parola del Signore.

Vincenzo Ruggiero Perrino

In Gesù Cristo il nuovoumanesimo – Sintesi diocesanadei 5 verbi

CONVEGNO ECCLESIALE NAZIONALEFIRENZE 2015

“IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO”

Page 51: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

SINTESI DIOCESANA DELLE RELAZIONIDELLE OTTO ZONE PASTORALI

INTRODUZIONE

Un invito, quello del Convegno di Firenze, «a prendere inconsegna l’idea matrice del Convegno sintetizzata nel suotitolo: “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Il tema vorrebbesottolineare il nesso tra Cristo Gesù e “il nuovo umanesimo”:è Lui il tema centrale e in Lui si rintraccia nonsemplicemente tutto ciò che è cristiano, ma tutto ciò che èautenticamente umano. Il nuovo umanesimo, in tal senso, èl’orizzonte in cui ogni vera concezione e ogni buonaesperienza dell’esser uomini viene sintetizzata e armonizzata.“L’appello all’umano […] chiama in causa valori grazie aiquali e per i quali l’uomo formula le sue rivendicazioni,affronta le sue preoccupazioni, vive le sue speranze: l’uomointeso, però, non solo nella sua essenza, bensì nella suastoricità, e più esattamente nella sua storia reale. ‘Non c’èniente che sia umano che è estraneo al cristianesimo’ dicevail Beato Paolo VI; e San Giovanni Paolo II ricordava spessoche ‘l’uomo è la prima via che la Chiesa percorre nelcompimento della sua missione’ (Invito).

Se l’Umanesimo quattrocentesco aveva posto al centro del mondol’uomo senza Dio, l’Umanesimo del nuovo millennio porrà alcentro dell’universo l’Uomo in cui Dio si è incarnato, insiemeall’uomo immagine di Dio, all’uomo soffio di Dio, all’uomo chesi lascia toccare da Dio e che si lascia plasmare da Lui.

Il nuovo Umanesimo, attraverso la bellezza del Vangelo e latestimonianza totale e convinta di laici e consacrati,educherà le donne e gli uomini di oggi a costruire dove nonc’è nulla come dove c’è qualcosa, a realizzare relazioni nuovee significative fondate sulla gioia, la gratuità el’accoglienza, a vivere quella pace che non è solo assenza diconflitti, ma tessitura di relazioni vere, profonde e libere,sulle note del nostro tempo, con le quali comporre la musica

Page 52: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

senza tempo del Signore risorto.

Si tratta di fare un discernimento comunitario che richiedeuna Chiesa “in uscita” e gioiosa, che abita il quotidianodelle persone e che, grazie allo stile povero e solidale,rinnova la storia di ciascuno, ridona speranza e riapre lanostra vita alla festa della risurrezione. In questo modo gliambienti abitualmente abitati, come la famiglia, la scuola, lafabbrica o l’ufficio, la strada, la città, il creato,l’universo digitale e la rete, diventano quelle periferieesistenziali significative verso cui indirizzare la missionedella comunità cristiana.

La nostra Chiesa diocesana di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvoha accolto l’invito della Chiesa italiana a coinvolgersi nelcammino verso il Convegno di Firenze 2015, secondo uno stilesinodale, seguendo le indicazioni della Traccia che proponecinque azioni. Sono verbi che esprimono il desiderio dellaChiesa di contribuire al dischiudersi di un’ umanità nuova, eindicano la direzione da intraprendere: uscire, annunciare,abitare, educare, trasfigurare.

L’intrecciarsi delle cinque piste farà emergere la costitutivadimensione missionaria della Chiesa di oggi.

USCIRE

La fede in Cristo è salvezza ed è un dono da vivere percomunicare anche agli altri la nostra stessa felicità. Perquesto la Chiesa, necessariamente, non può non esseremissionaria, non può non annunciare il Vangelo per promuovereun nuovo umanesimo e “dimostrare che in Cristo l’uomoraggiunge il compimento della sua vocazione e felicità”. LoSpirito Santo, scendendo sui discepoli rinchiusi nel Cenacolodissipò in loro la paura, infondendo in loro la forza di“uscire”, per annunciare Gesù risorto. Oggi i cristianisembrano chiusi in loro stessi, paurosi o timorosi nelmanifestare la loro fede.

Page 53: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

L’azione ecclesiale nella sua peculiarità segue,necessariamente, la sua natura pastorale, volta ad aiutare eformare il popolo di Dio nella sua totalità. Molti fedelilaici prestano la loro azione per animare le funzioniliturgiche, per curare canti, per seguire ed educare i giovaninell’oratorio, per preparare i ragazzi alla Prima Comunione ealla Cresima e per formare sposi cristiani mediante itineraridi preparazione al matrimonio cristiano.

Vengono riconosciuti importanti e formativi i Consigliparrocchiali pastorali e degli affari economici, perché siritengono spazi reali per la partecipazione dei laici nellaconsultazione, nell’organizzazione e nella pianificazionepastorale.

Straordinario, già oggi, nelle nostre realtà ecclesiali ilcoinvolgimento dei fedeli laici, che, oltre ad esserestimolati ad un sempre maggiore impegno nella missione che ilSignore affida loro, vengono seguiti, accompagnati einterpellati dal “pastore” nella ricerca del bene dellaChiesa.

«Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ognicreatura» (Mc 16, 15; Mt 18, 20). È Gesù stesso che ci esortaad aprici all’altro, ad “uscire” dalle nostre case, dallenostre comodità per dare vita, pieni di entusiasmo, adun’autentica missione evangelizzatrice. L’incontro con Lui èfesta vera solo se vissuto alla luce della condivisione edella fraternità, ma niente di questo si può vivere serimaniamo chiusi in noi stessi. “Uscire e raggiungere leperiferie per diffondere il Vangelo” dice Papa Francesco,rivolgendosi soprattutto ai giovani. Il disfacimento deivalori e lo sgretolamento delle istituzioni, in particolaredella famiglia, lasciano un vuoto che, purtroppo, stafavorendo il rafforzamento di un pericoloso pessimismo.L’unico modo per vincere questa cupa situazione dominatadall’imperante relativismo è abbandonare gli schemicomunicativi tradizionali, nell’intento di dare fondamento al

Page 54: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

nostro essere credenti, nel segno della più autentica operaevangelizzatrice.

È ora di “uscire” dalle certezze di sempre, sull’esempio diAbramo (Genesi 12,1), e seguire l’esortazione dello stessoPapa Francesco: «Uscite dal vostro nido verso le periferiedell’uomo e della donna di oggi! Perché questo sia possibile,lasciatevi incontrare da Cristo. L’incontro con Lui vispingerà all’incontro con gli altri e vi porterà verso i piùbisognosi, i più poveri».

Ma chi sono oggi i poveri? Non sono solo coloro ai quali lavita ha riservato, purtroppo, un destino segnato da dolori esofferenze, causati dall’impossibilità di avere beni anche diprima necessità. La povertà connota anche quelle persone chevivono in una condizione di miseria spirituale, dovuta magariad un distacco dalle regole etiche, religiose e morali.

Papa Francesco, continuando la sua opera, spinge i laici auscire, a seminare tra la gente; i semi vanno sparsi ovunque,a mani piene, con la gioia e soprattutto con coraggio e tantoamore. Spargere sulle strade larghe e asfaltate, sulle piazzeampie e rumorose, sui veicoli bui e silenziosi, senzaprecludere a nessun seme la possibilità di germogliare einebriare con il profumo della carità e della misericordiaquegli spazi inospitali, dove dominano individualismo eprevaricazione. In un società in continua evoluzione, tantisono i problemi che la Chiesa è chiamata ad affrontare.Leggere i segni dei tempi diventa sempre più difficile quandoimperano incertezza e confusione. Una riflessione attentamette in luce il nostro essere cristiani tiepidi, affaticati,stanchi. Se solo riuscissimo ad ascoltare il silenzio, asceglierlo come nostro compagno di viaggio, la nostra vitapotrebbe cambiare: è nel silenzio che si apre la dimensionedivina e si entra in contatto con l’Eterno. Oltre le nostremura domestiche c’è chi brancola nel buio del proprio egoismo,nell’ombra della schiavitù. Chi ha scoperto la bellezza diappartenere a Cristo lo sa: non è la ricerca affannosa dei

Page 55: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

beni e la conquista di essi a riempire i cuori, ma la certezzadell’amore di Dio, che continua ad amarci, a volerci bene,nonostante le nostre posizioni e la nostra intransigenza.

Chi gode della vocazione sacerdotale deve aver imparato, edeve imparare ogni giorno, a “stare” con Gesù e ad essere undiscepolo al servizio dei fratelli, secondo l’esempio delMaestro. E’ vero che tante volte il prete è messo nellasituazione di occuparsi delle cose che, normalmente, spetta adaltri di risolverli. Per non essere messo in tale situazioni,per quanto possibile, deve scegliere dei collaboratori con cuidividere i compiti ed il peso della gestione comunitaria.Condividendo le responsabilità con i suoi collaboratori, ilprete, alterna i tempi di preghiera, di meditazione, dilettura personale, di celebrazioni, con i tempi di dialogo ed’ incontro con le varie fasce della sua comunità.

Deve essere uomo accogliente, che sa venire incontro allepersone con la sua dolcezza, con la sua affabilità edisponibilità. Lontano da lui la mentalità burocratica. Tuttii preti devono “uscire” da una mentalità del genere. Deveessere uomo di ascolto, specialmente con le persone chesoffrono di solitudine, con gli anziani, con i malati. Devesaper curare con amore le ferite. Deve avere il coraggio disporcarsi le mani. C’è bisogno di preti che siano appassionatidei servizi più umili e che non si vergognino di sporcarsi lemani. Deve essere appassionato di Gesù. Prima di essere alservizio degli altri, il prete deve essere educato, amato,plasmato da Cristo. I fedeli si accorgono quando il prete nonprega, non si prepara, non sta bene. Quando il suo vivere èdistaccato dal suo predicare e sono stanchi di apparenze e ditante cose di facciata. Le nostre comunità sono chiamate aduscire da schemi precostituiti a cui si è abituati, adabbandonare quel “si è sempre fatto così’ che ci lega adabitudini, tradizioni devozionistiche che non comunicano piùnulla ai giovani, alle famiglie, ma soprattutto ai lontani.Gli incontri di catechesi che vengono proposti spesso sono

Page 56: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

ancora ancorati a schemi scolastici e finalizzati alsacramento. E’ necessario articolare dei percorsi diaccompagnamento dei ragazzi per una crescita e maturità difede che possano stimolare la ricerca personale e spirituale.Anche l’ubicazione delle parrocchie arroccate nei centristorici di paesi quasi disabitati e la mancanza di locali incui i ragazzi si possano ritrovare, non facilitano lapartecipazione e lo spirito di aggregazione. Si ribadisce lanecessità di puntare, quindi, ad una pastorale integrata chetenda a mettere insieme le risorse umane e spirituali eprogettare linee pastorali comuni alzando lo sguardo dalproprio orticello in un confronto con parrocchie e comunitàvicine per aiutarsi e stimolarsi a vicenda in modo che purnelle varietà e sfaccettature delle diverse comunità ci sipossa sentire parte di un’unica grande famiglia che è laChiesa.

ANNUNCIARE

Nelle Comunità cristiane, in questo momento di disagi sociali,di crisi, non solo economica ma anche spirituale, diventaurgente riflettere sui modi e sui tempi di annunciare ilVangelo. C’è bisogno di ridare espressione visibile alleparole che annunciamo, dando senso alla fede. Chi vive etestimonia la fede in prima persona deve sapersi donare aglialtri attraverso un vita autentica per entrare in empatia conquanti incontra sulla sua strada. Un’esperienza significativanelle Parrocchie è quella dei centri di ascolto della Parola,soprattutto quando i laici insieme con il sacerdote siimpegnano ad animarli. L’annuncio richiede relazioni umaneautentiche e dirette per accompagnare ad un incontro personalecon il Signore. Il fine è di risvegliare le domandeinsopprimibili del cuore sul senso dell’esistenza, e indicarela via che porta a Colui che è la risposta, la Misericordiadivina fatta carne, il Signore Gesù.

Da questo impellente bisogno di una evangelizzazione semprerinnovata, scaturisce l’esigenza di reinventare il linguaggio

Page 57: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

cristiano. E’ solo questo il principio che anima il progettodiocesano della “Pastorale Digitale”. Significa mettere leproprie competenze di comunicatori a servizio di un finecomune: raggiungere non solo chi è lontano fisicamente egeograficamente ma, soprattutto, chi è lontano di cuore. Lacomunicazione digitale può aiutarci ad “uscire”dall’isolamento. In tale prospettiva il mezzo virtuale diventaun costante riferimento, incarnando lo strumento più attualeper “uscire” allo scoperto e dare testimonianza, con immagini,articoli, rubriche di ciò che Dio fa quotidianamente nellavita di ognuno.

Accrescendo il desiderio della condivisione (come già avvienecon i social network) e l’incremento dell’informazione, sisviluppa quel senso di “prossimità”. La “Pastorale Digitale” èsegno moderno e concreto della necessità di “uscire” daimetodi tradizionali di trasmissione della fede, cercando diampliare gli orizzonti grazie a una comunicazione costruita sumisura per ogni soggetto che si vuole raggiungere. Canali emodalità comunicative trovano nella rete il loro punto dipartenza per raggiungere efficacemente il cuore delle persone,trasmettendo e diffondendo la parola di Dio. E’ la sfidaavvincente di incontrare Cristo e fare la stessa cosa che falui: incontrare gli altri. L’ambiente digitale rappresenta “undono di Dio”, è il mezzo che ci aiuta a raggiungere l’umanità,fatta di uomini e donne che cercano salvezza e speranza.Nell’ambiente digitale, il Vangelo può varcare le soglie deltempio e “uscire” incontro a tutti. Comunicare oggi nonsignifica più semplicemente trasmettere un messaggio, ma“condividerlo”, renderlo parte di ciascuno di noi. La rete ciconsente di condividere il messaggio del Vangelo, all’insegnadi un dono rivolto al prossimo che è sempre più vicino. Lavicinanza, infatti, viene stabilita proprio dalla mediazionetecnologica: il prossimo è chi è “connesso” con me.Nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudium, PapaFrancesco parla della “sfida di scoprire e trasmettere lamistica di vivere insieme, di mescolarci, di incontrarci, di

Page 58: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

prenderci in braccio, di appoggiarci, di partecipare a questamarea un po’ caotica che può trasformarsi in una veraesperienza di fraternità, in una carovana solidale, in unsanto pellegrinaggio”. Lo spazio digitale diviene, così, illuogo in cui questa “carovana solidale” può incontrarsi emescolarsi, può vivere insieme nella prossimità e nellabellezza della parola di Dio.Si deve annunciare il Regno di Dio allo scopo di far capirel’importanza di guardare il suo volto nelle persone che amiamoe che ci amano, nei sorrisi anche degli sconosciuti, neibambini che giocano, nella natura come il dono di Dio, peraver chiaro che siamo tutti, “chiamati alla vita e allasperanza”. Annunciare per evitare che il mondo prenda semprepiù la deriva della paura, dell’indifferenza, dell’egoismo. Lapredicazione del Vangelo non è la trasmissione di un codice didottrine, ma di una persona, Gesù Cristo, Salvatore di ogniuomo. La missione dell’annuncio va poi vissuta con una gioiache genera contagio, come accadeva per i primi cristiani cheerano in grado di affrontare ogni prova, trasmettendo la lorofelicità, provocata dall’incontro con Cristo, come il tesoropiù prezioso da poter offrire.Annunciare è far capire, in questo cammino di rinnovamento, aipiù lontani in maniera pragmatica che Gesù non limita lanostra libertà ma anzi la rende piena, chiedendo a ciascuno diamarsi.

È urgente un rinnovato impegno di tutti e di ciascunoall’interno della comunità cristiana. Finché scarichiamo suglialtri ogni colpa, non facciamo altro che aumentarel’incomunicabilità. Siamo consapevoli che per annunciare ilVangelo dobbiamo avere il coraggio di abbandonare le mentalitàinvecchiate, le consuetudini senza più senso, il chiuso dellenostre riunioni, rompere gli schemi, superare i ruolicodificati per essere liberi e camminare nella solidarietà contutti. È urgente dire sì alla sfida di una spiritualitàmissionaria, sì alle relazioni nuove generate da Gesù Cristo,sì al vivere insieme, al partecipare. Abbiamo riconosciuto, in

Page 59: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

sintesi, grazie al discernimento comunitario che siamo cadutinelle tentazioni degli operatori pastorali descrittenell’Evangelii Gaudium nn. 76-109, ma al tempo stesso abbiamocapito che non possiamo lasciarci rubare la gioiadell’annuncio; consapevoli della nostra fragilità e pochezzama sicuri che il Signore non ci abbandona, vogliamo ripartiredalla conversione. Desideriamo lasciarci evangelizzare perdiventare poi con coraggio e audacia, con fede e perseveranzaevangelizzatori credibili.

ABITARE

Nell’ A.T. Dio esprime il desiderio di abitare presso gliuomini, di sistemare la sua tenda. Dio desidera abitare sullaterra così come abita in cielo. Questo desiderio di dimorare èillustrato nell’A.T. in diversi modi: troviamo riferimenti neiracconti dei Patriarchi, nel libro della Genesi, nel librodell’Esodo, nei Salmi e anche negli scritti poetici. Lashekhinah di Dio (presenza-dimora) nell’A.T. si china perincontrare l’uomo, si fa carico delle sofferenze di tutto ilpopolo e di ogni singolo uomo. La presenza di Dio s’incarnatrovando la sua massima espressione nel Prologo di Giovanni.La shekhinah si è incarnata ed è venuta ad abitare in mezzo anoi, attraverso il figlio di Dio: Gesù Cristo, il logos.Vivere, quindi, secondo la Parola fa sì che chi segue Gesùdiventi “tempio vivo”, nel quale Dio stesso “abita”. Allora,come possiamo continuare, nella società odierna, atestimoniare la presenza di Dio che continua ad accompagnareil suo popolo lungo il cammino, tra deserti e promesse? Unarisposta è rappresentata sicuramente dal Vangelo, dono di Dioagli uomini, il quale abita nelle nostre comunità. Questo è ilcammino delle nostre comunità che allargano i propri confini evanno ad “abitare” il quotidiano della gente assumendo emanifestando solidarietà verso il prossimo. La shekhinah diDio tiene unite le nostre tende abitando in mezzo a noi. Ilnostro territorio deve essere una casa comune, una sola tenda,nella quale il ponte tra la vita della strada e quella della

Page 60: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Chiesa è costituito proprio da noi uomini e donne di buonavolontà. “Maestro dove abiti… venite e vedrete”(Gv 1, 35-40).Dobbiamo recuperare il principio dell’incarnazione, il modo di“abitare” di Gesù: la sua condivisione delle gioie e deidolori delle persone che incontrava sul suo cammino; del suoandare a trovare e accogliere i “lontani” del suo tempo. Siamochiamati a farci carico delle gioie e dei dolori degli uominidel nostro territorio. Siamo chiamati a leggere con occhinuovi la realtà che ci circonda e le persone che sono intornoa noi. Il cristiano deve abitare anche la politica, ma lo devefare in modo onesto. Deve entrare e rimanere in politica da“cristiano”, perché porta in sé delle risorse e dei valori chegli vengono dal Vangelo e che vanno testimoniati proprio inquel mondo. Dobbiamo farci carico dei problemi concreti chetoccano le persone del nostro territorio: povertà, lavoro,salute.Occorre riscoprire il nostro territorio nella suecaratteristiche, nella sua storia, nella sua cultura, nel suostraordinario percorso di fede, per aiutare chi vi abita aritrovare le proprie radici cristiane. Il territorio è unospazio, cioè una realtà geometrica o geografica: di una cittàsi possono dire i metri quadri, l’altitudine sopra il livellodel mare, la latitudine e la longitudine, le volumetrie di unpiano regolatore generale… Il territorio è un luogo, cioè unriferimento per la vita delle persone, un punto diidentificazione e di appartenenza, perché è somma ditradizioni, di culture. Il territorio è una dimora. Dimorare èmolto più dell’abitare: non vuol dire solo vivere in unterritorio o farsi vivere da un territorio, ma “vivere ilterritorio” e “far vivere il territorio”: le relazioni, ibisogni, le risorse reali e potenziali, i valori, le credenze,le tradizioni, la religione, il sistema socio-politico-culturale. Occorre intessere un vero dialogo con leistituzioni presenti sul territorio e portarvi l’originalitàdel messaggio evangelico. Occorre saper dialogare soprattuttocon le nuove generazioni (da considerare come i nuovi poveri oi nuovi lontani), assumendo i loro linguaggi espressivi e le

Page 61: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

moderne tecniche di comunicazione; occorre essere presenti neiloro luoghi abituali di vita per aiutarli a scoprire labellezza ed il valore della vita come dono. Abitare ilterritorio e prendersi cura dei suoi abitanti esige che neconosciamo le risorse, soprattutto umane. Ci sono tantepersone che, nel volontariato o nelle istituzioni pubbliche eprivate, offrono servizi tradizionalmente offerti dallaChiesa. Di qui, la necessità di creare attorno a noi un climadi simpatia, di stima e di fiducia per arrivare, attraverso lavia dell’amicizia e una fitta rete di buone relazioni, a undialogo costruttivo con gli altri soggetti sociali e, più ingenerale, con le diverse componenti del territorio, prendendole distanze da ogni forma di pregiudizio nei confronti di chici sta dinanzi, chiunque sia e qualunque sia la suaappartenenza religiosa, sociale, politica.

I luoghi di aggregazione e gli stessi aggregati stannocambiando. Nei nostri territori ci troviamo a dover conviverecon situazioni a noi prima sconosciute. La presenza, semprepiù numerosa, di persone che provengono da culture,tradizioni, religioni diverse dalla nostra ci impongono undovere di integrazione, di condivisione, di accettazione, pertaluni versi, non facilmente condivisibili da tutti.

Bisogna saper abitare anche la parrocchia. La ChristifidelesLaici di Giovanni Paolo II dice che la parrocchia “non èprincipalmente una struttura, un territorio, un edificio, èpiuttosto la famiglia di Dio, come una fraternità animatadallo spirito d’unità”, è “una casa, una famiglia, fraterna edaccogliente” (n.26). E il nuovo Codice di Diritto canonico,pur affermando che “come regola generale è territoriale” (can.518), ricorda che la parrocchia è “una comunità di fedeli”(can. 515, § 1). Se la parrocchia non si identifica con ilterritorio, il rapporto con il territorio è, però, per laparrocchia, una dimensione originaria, costitutiva, diidentità. E se in Italia la sua diffusione e la suacapillarità sono particolari, nella nostra diocesi il suo

Page 62: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

carattere di popolarità e la sua capacità di radicamento nelterritorio sono del tutto unici per il fatto che esiste unnumero davvero rilevante di chiese e di attività liturgico-pastorali che hanno consentito negli anni di conoscere e diabitare il territorio in maniera sistematica. Attualmente lasituazione sta diventando complessa, perché da una parteoccorre potenziare questo rapporto con il territorio,dall’altra la scarsità dei presbiteri lo rende sempre piùdifficoltoso. Per non far venire meno questa potenzialità delrapporto col territorio, è necessario sviluppare la formazionee la responsabilità degli operatori pastorali laici.

EDUCARE

Come possono le comunità radicarsi in uno stile che esprima ilnuovo umanesimo?

In una società che papa Francesco definisce paradossalmenteferita dall’anonimato e ossessionata dai dettagli per la vitadell’altro, in cui si sfrutta il creato, si cerca il profittoe si creano forme di emarginazione, si vive l’incertezzadovuta non solo alla crisi economica ma anche e soprattutto aquella spirituale e morale. E’ quindi fondamentale leggere isegni del tempo per contribuire a un nuovo umanesimo centratosu Gesù Cristo con la sua umanità che salva e redime.

Come essere capaci, in una società connotata da relazionifragili, conflittuali ed esposte al veloce consumo, dicostruire spazi in cui tali relazioni scoprano la gioia dellagratuità, solida e duratura, cementate dall’accoglienza e dalperdono reciproco? La testimonianza concreta del cristianodisposto a vivere i principi evangelici nella societàcontemporanea può suscitare la fede, può trasformare il mondo,può animare contesti, situazioni, ambienti in cui dominanomondanità, consumismo, solitudini ed egoismi.

L’educazione deve contenere una spinta missionaria, cioè deveindicare valori che spingono ad andare verso l’altro. Troppa

Page 63: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

ripetitività non diviene autoreferenzialità? I cambiamentisocio-culturali in atto impongono una rivisitazione dellemodalità comunicazionali e relazionali all’interno eall’esterno di ciascuna realtà associativa. Al centro diqualsiasi progetto educativo deve essere posta la persona conla sua identità, cercando di scoprire, anche con un po’ dicreatività’, su quali basi e con quelli mezzi impostare unpercorso di formazione che abbia come obiettivo principalequello di istaurare una buona relazione con la comunità.

Per proporre un nuovo umanesimo c’è bisogno di un’educazionevolta a rafforzare il pensiero cristiano e la capacità dellaragione di fronte alla molteplicità dei messaggi e delleofferte provenienti da una società in continua evoluzione.

Qual è lo stile permanente della Chiesa? Dove, come essa deveagire per educare? A tal proposito, è interessante notare che,nella visione veterotestamentaria, la dinamica familiareeducativa si esprima con i termini ben e banah, dove ilsostantivo “ben”, figlio, ha la stessa radice del verbo“banah”, costruire, ad indicare proprio che la persona viene“costruita” dai suoi educatori. L’educatore è colui che simette al fianco dell’educando con un «ritmo salutare dellaprossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassionema che nel medesimo tempo sana, libera e incoraggia a maturarenella vita cristiana» (Evangelii Gaudium, III, 169).

L’educatore è colui che si mette al fianco dell’educando peraccompagnarlo fino alla conquista della propria maturità, alraggiungimento della capacità di prendere decisioni veramentelibere e responsabili per la costruzione di sé. Compitofondamentale, infatti, è far realizzare pienamente l’altro inun progetto a lungo termine che richiede capacità di attesa,fiducia ed uno sguardo attento sul prossimo, ma, in primoluogo, su se stessi. È necessario, dunque, educare a scelteragionate che sappiano recuperare il ruolo precipuo dellacoscienza e dell’interiorità, per una costruzione compiutadell’identità della persona umana.

Page 64: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Dal punto di vista cristiano sicuramente l’azione di educaresi traduce nel tentativo di formare una intelligenza ed unavolontà per poter fare delle scelte fondamentali nel propriopercorso di vita, ovvero scoprire la propria vocazione. Si puòdire che il processo educativo si compie nel momento in cui lepersone riescono a fare scelte definitive su cui fondare concoerenza la propria vita ed essere pienamente realizzate.Evidentemente la proposta educativa cristiana ha comefondamento la persona di Gesù Cristo, il suo vivere, i suoiinsegnamenti, una proposta di amore.

Oggi la formazione dell’identità personale avviene in uncontesto plurale, caratterizzato da diversi soggetti diriferimento: non solo la famiglia, la scuola, il lavoro, lacomunità ecclesiale, ma anche ambienti meno definiti ecomunque influenti, quali la comunicazione multimediale e leoccasioni nel tempo libero. La Chiesa ha il compito primariodi comprendere, oggi più che mai, “i segni dei tempi, perilluminare il buio dello smarrimento antropologicocontemporaneo con una luce, che è il di più dello sguardocristiano… mettendosi in movimento per indicare all’uomo dioggi una direzione da intraprendere, in un’epoca segnata dallacarenza di bussola” ( traccia di preparazione al Convegnoecclesiale nazionale di Firenze- novembre 2015). Se è vero chefamiglia e scuola, tradizionali agenzie educative, si sentonopiù deboli e profondamente trasformate, è anche vero che essesono più che un problema una risorsa, potenzialmente capaci direalizzare nuove alleanze educative.

La prospettiva del Convegno ecclesiale ci invita a comprenderemeglio in senso ecclesiale la nozione di vita umana, difamiglia, il rapporto tra le generazioni e il senso dellatradizione, il rapporto con l’ambiente e l’utilizzo dellerisorse, il bene comune, l’economia, il lavoro, la politica ela legislazione.

TRASFIGURARE

Page 65: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

La necessità più urgente è quella di conoscere piùsistematicamente la realtà che ci circonda. C’è il bisogno dicrescere nella partecipazione alla vita pubblica della cittàper far conoscere anche alle autorità civili competenti lenecessità di chi non ha voce. Ma ci sono anche tanti segni divita buona. Come non vedere all’opera la grazia di Dio intante famiglie che, pur nelle difficoltà, fanno fronte condignità alle malattie, alle disabilità, e ai problemi dilavoro, con la forza della fede senza mai rassegnarsi masperando nel Signore che dona loro tanta voglia di vivere unavita buona.

L’esperienza del trasfigurare tocca tre aspetti: fede –celebrazione – vita. La Parola ascoltata e meditata,l’Eucarestia celebrata e adorata, la carità che riconoscenell’altro il volto di Cristo, fa di ogni gruppo una comunitàcristiana. Questa è la missione della Chiesa, da sempre, persempre!

Spesso la nostra fede non tocca la nostra esistenza, siamobravi cristiani nella chiesa ma, fuori da essa, non riusciamoa compiere quel passaggio che porta alla testimonianza.Viviamo la fede in modo individualistico, quasi privato, espesso non riusciamo a motivarla in quanto non è una “fedevissuta” perchè guarda a Gesù ma non guarda con gli occhi diGesù. Occorrono momenti di “contemplazione”, di contatto,personale e comunitario, che non scadano però neldevozionismo, nella ripetizione di formule e preghierecantilenanti. In questo caso, tali forme sembrano piuttosto undovere da compiere, con la bocca più che con il cuore, senzanulla togliere al fatto che mantengono intatto il valore dellafede autentica. Quello che più serve è fare esperienzaprofonda di Dio e del suo Amore, perché si possa poi “scenderedal monte”, cosa assolutamente necessaria, “uscire” dalconfortevole rifugio dell’edificio sacro e della rassicurantecomunità di appartenenza, agire nella società da cristiani,con amore, con coerenza di vita ed anche con preparazione

Page 66: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

specifica nei vari settori per ridiventare punti diriferimento in un tessuto sociale sempre più sfilacciato; solocosì si può “trasfigurare” la vita: “In questo giorno, sulTabor, il Cristo trasformò la natura oscurata di Adamo.Avendola illuminata, la divinizzò” (Esperinòs).

L’umano è il luogo della trasfigurazione e della resurrezioneperché Dio è in ognuno di noi e dobbiamo servirlo nell’umiltàdei piccoli gesti, nel conforto e nell’assistenza degli“ultimi”, nell’abbandono dei beni materiali, nell’esempio diuna vita luminosa, non offuscata dalle tenebre del maligno.

Per il cristiano trasfigurare è trasformare, anzi lasciarsitrasformare in un Uomo nuovo. Trasfigurare è dare alle nostreparole e alle nostre opere un valore nuovo, perché sianocapaci di testimoniare la gioia della nostra appartenenza aCristo. Nessuno può chiamarsi fuori da questa missione, tuttiabbiamo bisogno di convertirci e ri-convertirci ogni giorno,soprattutto oggi, in cui l’identità cristiana rischial’insignificanza nella società e deve invece riprendere adessere lievito e sale.

La celebrazione domenicale è il dono del Signore che alimentail nostro cammino nella vita e nella sequela. L’Eucarestia èil cuore della fede di ogni giorno; il cuore della comunità.Questa è la consapevolezza che ogni cristiano deve acquisire.La via del trasfigurare porta con sé la questione del sensodella festa e della domenica, quali spazi di vera umanità, neiquali la persona ritrova se stessa e scopre anche rapportifamiliari e sociali nuovi. Dobbiamo rendere le nostre liturgiecapaci di esprimersi e di parlare dentro la cultura di oggi,renderle capaci di un vero progetto di rinnovamento attraversouomini e donne trasfigurati realmente da Cristo e capaci dimettere in atto il progetto d’amore di Dio.

Page 67: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Sguardi Diversi per vivere ilpresenteNel famoso romanzo “L’idiota” lo scrittore russo Dostoevskijha sentenziato che soltanto la bellezza potrà salvare ilmondo. Così sull’eco lontana di quelle parole, sabatopomeriggio, presso il Centro Pastorale San Luca a Sora, si èsvolta la suggestiva presentazione del libro “Sguardidiversi”, prima pubblicazione del giovane autore reatinoStefano Ciancarelli.

La bellezza e le emozioni sono state le autenticheprotagoniste della manifestazione, organizzatadall’Associazione “Proviamoci un po’”, presieduta dalladott.ssa Anna Rita Fantacci.

La bellezza ce l’ha regalata la pregevole fusione delle artiche si sono materializzate sul palco del centro pastoralesorano: la poesia scandita dalla voce narrante di GiuliaD’Ovidio si è perfettamente miscelata con le musiche propostedai maestri Donato Cedrone al violoncello e PiercarloGugliotta al pianoforte, mentre armonici movimenti del corpohanno suscitato profonde emozioni, grazie all’esibizione delduo di danza contemporanea “Sophirja”.

La presentazione del libro è stata impreziositadall’intervento iniziale di Mons. Gerardo Antonazzo, Vescovodi Sora-Cassino-Aquino e Pontecorvo, il quale ha voluto porrel’accento su una questione teologica ed etimologica al tempostesso. Gli sguardi diversi, infatti, passano attraverso unaserie di verbi della lingua italiana, che, in manieraanalogica, si ricollegano ai rispettivi verbi in greco antico.Lo sforzo che l’uomo contemporaneo deve compiere consiste nel

Page 68: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

passaggio faticoso, ma indispensabile, dal semplice vedere ifenomeni, anche in modo superficiale e distratto, allacontemplazione autentica dell’essenza degli esseri viventi edelle cose. Si tratta, ha concluso Mons. Antonazzo, ditrasformare il nostro io in un noi che sappia comprendere labellezza di uno sguardo diverso, perché “ogni uomo nel propriocammino è un frammento di vita che racchiude una storia, edogni storia racconta…”.

Successivamente l’autore del libro Stefano Ciancarelli haevidenziato come il suo testo vuole essere un cammino nelgrande libro della Vita, quella di ogni essere umano, con lasua profonda dignità, che la percorre ogni giorno. Il libro,innovativo nella sua mescolanza di generi, è un percorso riccodi sentimento ed emozione, articolato tra narrazione,aforismi, immagini e poesie, che offre a chi lo legge spuntidi riflessione per riuscire a vivere in maniera diversa, con“Sguardi diversi”, le realtà, spesse volte grigie, che cicircondano.

Il Sindaco della città di Sora, dott. Ernesto Tersigni, haringraziato l’Associazione “Proviamoci un po’” per il grandeimpegno civile e sociale dimostrato nella realizzazione delParco Giochi Inclusivo. Il Sindaco, inoltre, ha invitato tuttii presenti a partecipare, entro la fine del prossimo mese diluglio, alla cerimonia di inaugurazione del parco stesso, chel’amministrazione tutta si impegna ad edificare all’internodel Parco Santa Chiara a Sora.

In chiusura la dott.ssa Fantacci ha ringraziato tutti ipresenti, gli artisti che hanno allietato la manifestazione,il Vescovo per le sue illuminate riflessioni, il Sindaco perl’impegno concreto preso e la sensibilità dimostrata, StefanoCiancarelli, il quale ha devoluto all’associazione i proventiscaturiti dalla vendita del libro.

La dott.ssa Fantacci, inoltre, ha ringraziato l’AzioneCattolica diocesana nella persona del Presidente Antonio

Page 69: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Accettola, che ha collaborato fattivamente nell’allestimentodella presentazione, e il Liceo Artistico di Sora, che hadonato all’associazione alcune pregevoli tele con suggestiveimmagini della città.

Negli ultimi anni, infatti, anche la scuola italiana, e quellalocale in maniera particolare, si sta impegnandonell’osservazione dei propri alunni attraverso “sguardidiversi”. La scuola non è più un diplomificio fine a sestesso, ma presta attenzione ai bisogni educativi specialinella consapevolezza che, oltre a valorizzare le eccellenze,essa ha il compito di evitare la dispersione scolastica,mettendo in pratica strategie educative individualizzate, chesappiano incentivare le motivazioni personaliall’apprendimento, superando quegli ostacoli di natura socialeche troppo spesso impediscono la formazione dei giovani.

Soltanto unendo le forze e lavorando in sinergia si potrannocompiere passi concreti verso l’inclusione e toccare con manola meraviglia, che, come sostiene Ciancarelli, “è l’attesa peruno sguardo migliore, per uno sguardo diverso che rinnovaancor ora, la meraviglia di poterti chiamare amore…”.

– Carlo Giovannone

– Foto di Rosalba Rosati

Manifestazione a piazza SanGiovanni su gender nelle

Page 70: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

scuole e ddl CirinnàFAMIGLIA: MOBILITAZIONE NAZIONALE IL 20 GIUGNO A ROMA

“Per promuovere il diritto del bambino a crescere con mamma epapà, vogliamo difendere la famiglia naturale dall’assalto acui è costantemente sottoposta da questo Parlamento, vogliamodifendere i nostri figli dalla propaganda delle teorie genderche sta avanzando surrettiziamente e in maniera sempre piùpreoccupante nelle scuole”.

Il comitato “Difendiamo i nostri figli”, spiega così laconvocazione a Roma per il prossimo 20 giugno di unamanifestazione che si annuncia imponente a difesadell’istituto del matrimonio, della famiglia composta da unuomo e da una donna, del diritto del bambino ad avere unafigura materna e una paterna, senza dover subire già dallascuola dell’infanzia la propaganda dell’ideologia genderdefinita da Papa Francesco “un errore della mente umana”.

Spiegano i promotori: “Chiamiamo alla mobilitazione nazionaletutte le persone di buona volontà, cattolici e laici, credentie non credenti, per dire no all’avanzata di progetti di leggecome il ddl Cirinnà che dell’ideologia gender sono ilcoronamento e arrivano fino alla legittimazione della praticadell’utero in affitto.Ci troveremo tutti in piazza a Roma,schierati a difesa della famiglia e dei soggetti più deboli, apartire dai bambini”.

La manifestazione, che il 20 giugno si terrà a piazza SanGiovanni dalle 15.30, è promossa dal comitato “Difendiamo inostri figli” a cui aderiscono personalità provenienti dadiverse associazioni tra cui Simone Pillon, Giusy D’Amico,Gianfranco Amato, Toni Brandi, Filippo Savarese, CostanzaMiriano, Mario Adinolfi, Jacopo Coghe, Maria Rachele Ruiu,Paolo Maria Floris, Alfredo Mantovano, Nicola Di Matteo.Portavoce del comitato è il neurochirurgo Massimo Gandolfini.

Page 71: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Nella nostra Diocesi il Movimento per la Vita di Cassino e ilCammino Neocatecumenale di Sora e Roccasecca stannoorganizzando la partecipazione alla manifestazione attraversoalcuni pullman che partiranno sabato 20 giugno alle ore 12,00da Cassino – P.zza Corte e da Sora – Piazza San Domenico. Ilcosto pro capite è di 10 euro. Le prenotazioni, unitamente alpagamento della quota, dovranno pervenire preferibilmenteentro mercoledì 17 giugno. Per info, prenotazioni e pagamenti:partenza da Cassino Antonella 3498393861 Mariangela3474608782; partenza da Sora Bruno Forte 333392727

Page 73: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

Il Corpus Domini a CassinoMessa e Processione con il Vescovo

La solennità del Corpus Domini, domenica 7 giugno, è statacelebrata in tutte le parrocchie con la consueta cura nellapreparazione per onorare degnamente il Santissimo Corpo eSangue di Cristo portato in processione per le strade di ognicentro abitato. Non sono certo mancate le tradizionaliinfiorate, non solo là dove sono una tradizione consolidata erinomata (alcuni centri hanno raggiunto livelli di eccellenzain questo lavoro artigianale e corale divenuto una vera epropria arte), ma un po’ ovunque si va affermando e affinandola bella consuetudine nata dalla devozione popolare che mira apreparare tappeti di fiori al passaggio di Cristo.

A Cassino le parrocchie, come sempre, si sono riunite perun’unica celebrazione e in questo primo anno della nuovaDiocesi, il Vescovo, Mons. Gerardo Antonazzo, ha volutoonorare Cassino presiedendo la celebrazione eucaristica pressola Chiesa Madre. A concelebrare con lui, i parroci dellacittà, ad animare la liturgia il Coro parrocchiale. Presenteuna rappresentanza dell’Amministrazione comunale guidata dalSindaco Golini Petrarcone con il Gonfalone della Città, ilconsigliere regionale Marino Fardelli, presenti ancheCavalieri e Dame del S. Sepolcro di Gerusalemme della localeDelegazione, gruppi e numerosi fedeli. Nell’omelia, intensa evibrante, il Vescovo ha commentato e attualizzato le lettureliturgiche focalizzando l’attenzione su tre punti: la domandadei discepoli, la risposta di Gesù “Andate in città”, ed il“segno”: l’uomo con la brocca vuota, simbolo della città cheviene incontro e grida i suoi bisogni.

Al termine della celebrazione, ha preso inizio la Processione,la Madre di tutte le processioni, aperta dalla Croce e daiministranti; seguivano religiose e religiosi, i bambini piùpiccoli vestiti da angioletti, associazioni col proprio

Page 74: Scaricare l’intervento completo di Mons. Marcello Semeraro ...

gagliardetto, i Sacerdoti e il baldacchino portato dagli Scoute contornato da Cavalieri e Dame del S. Sepolcro, con alcentro il Vescovo Gerardo che recava l’ostensorio conl’Eucaristia offerta all’adorazione dei fedeli; poi leautorità civili e militari col gonfalone di Cassino e infinela folla dei fedeli. Il lungo corteo ha percorso le vieprincipali della città fermandosi nei luoghi in cui ogniparrocchia aveva predisposto un piccolo altare e un’artisticainfiorata per onorare Gesù Eucaristia, per una breve sosta dilettura, silenzio, adorazione e benedizione. Purtroppo, forseper un disguido o un fraintendimento, cosa mai successa prima,lungo un tratto del corso principale della città, permanevano,durante il passaggio di Gesù Eucaristia, delle bancarellepiazzate lì già dal mattino in vista della “notte dellataranta”, organizzata da alcune associazioni per la tardaserata. Ma la processione si è svolta ugualmente, secondotradizione, e al rientro in chiesa, prima della benedizionefinale, il Vescovo ha dato un senso all’accaduto, dicendo: “IlSignore passa, va incontro a tutti, anche a chi può sembrareindifferente o distratto, benedice tutti e non giudica, maama”. Così l’imbarazzo si è tramutato in una bellissimalezione di vita cristiana.

– Adriana Letta