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SANTA ROSALIA DE’ SINIBALDI
Dal testo omonimo per l’opera dei pupi di Felice Cammarata.
Adattamento e sceneggiatura: Manlio Mattaliano
SANTA ROSALIA DE’ SINIBALDI – Adattamento di Manlio Mattaliano
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PERSONAGGI PRINCIPALI: ROSALIA DE SINIBALDI: Figlia di Sinibaldo, Signora di Quisquina e del monte delle Rose, principessa semplice e venerata da popolo, il quale vede in lei una salvatrice contro le angherie di Guglielmo I. SINIBALDO: Ormai vecchio Maestro di Campo del Re, padre di Rosalia, la sua lunga presenza a corte gli assicura di essere la voce della ragione di Guglielmo, pressato da mille intrighi. ANGELO DA LICATA: il Cavaliere al quale è stata affidato il compito di proteggere Rosalia. Bello, impavido e coraggioso come si addice ad un vero cavaliere…ma con un’etica cavalleresca ormai datata, rispetto agli interessi e agli intrighi della corte palermitana. RE GUGLIELMO I DI SICILIA, detto il MALO, per la sua spietatezza negli affari politici e per come si accanisce contro gli avversari che potrebbero minare il suo potere. MARGHERITA DI NAVARRA, la bella moglie di Guglielmo, figlia di principi spagnoli, ha accettato un matrimonio che non voleva, e per questo gestisce i suoi interessi personali a corte, quasi nel disinteresse del marito. MAIONE DI BARI: Primo Ministro e consigliere fedele di Guglielmo, cioè Mastro di Casa, che lo manipola per i suoi interessi personali e che prova forte astio verso Donna Clemenza. MATTEO BONELLO: Cavaliere arrivista e spietato, signore di Caccamo, in procinto di essere il nuovo Maestro di Campo del Re grazie alle intercessioni di Maione, oltre che assassino e cospiratore a corte, si innamora di Clemenza nonostante Maione gli abbia promesso sua figlia. CLEMENZA, CONTESSA DI CATANZARO: figlia bastarda del precedente Re, Ruggero II, non può avere nulla a pretendere e cova astio contro Maione e Guglielmo, che l’hanno isolata nel suo castello cagliaritano. Donna affascinante ma di una bellezza diabolica, conquista subito il cuore di Bonello e lo sfrutta a suo piacimento. NOTE dell’autore dell’adattamento: 1) La sceneggiatura è sviluppata generalmente in 6 vignette per tavola, con alcune eccezioni. Perciò si consiglia ai disegnatori di non orientarsi esclusivamente su una divisione della tavola “bonelliana”, ma utilizzare una griglia libera per rendere al meglio la drammaturgia. 2) La storia è molto ricca di dialoghi, scelta fatta per mantenere la sceneggiatura il più possibile fedele al testo teatrale originario: fare quindi attenzione all’ingombro per i baloon. Si consiglia di utilizzare font per il lettering non superiori ai 7.5 punti di dimensione. 3) Tutti i luoghi citati nella storia sono facilmente documentabili su internet (Eremo di Quisquina, Castello di Taverna, etc) o andando in giro per la nostra città (Palazzo dei Normanni, Palazzo Arcivescovile, etc). Per il resto usate la vostra creatività: in fondo si tratta pur sempre di un cunto di pupi! Non è necessario essere realistici a tutti i costi.
SANTA ROSALIA DE’ SINIBALDI – Adattamento di Manlio Mattaliano
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TAVOLA 1 VIG. 1: Totale. Scorcio dall’esterno di Palazzo dei Normanni, da Piazza Parlamento. Attorno giardini e sentieri sterrati. Da una grande finestra centrale proviene una voce.
DIDA: Palermo, anno di grazia 1159. SINIBALDO: Maestà, si dice in giro che Mastro Maione sia un intrigante e sobillatore…
VIG. 2: Totale. Interno grande sala Sala Ruggero II (vedi foto internet), lui è seduto ad un tavolo decorato con la colazione davanti (frutta fresca, pane, formaggi, brocca con acqua) e accanto a lui in piedi il vecchio Maestro di Casa, cioè il primo consigliere, Sinibaldo, padre di Rosalia. Guglielmo si volta verso di lui con un pezzo di formaggio in mano.
GUGLIELMO: No, Sinibaldo! Maione è un consigliere capace…ma i nobili non lo possono soffrire perché non è del loro rango!
VIG. 3: Soggettiva del re. Un servitore inchinato ha aperto la grande porta di legno decorato facendo segno della presenza di ROSALIA, timidamente ferma sulla soglia. Bracieri accesi ai lati della porta per riscaldare l’ambiente.
ROSALIA: Maestà, con vostro permesso, vorrei chiedere al mio padre se posso andare sul Monte Pellegrino…
VIG. 4: CC in MF su Guglielmo incuriosito si volta verso Sinibaldo approvando il resto con un gesto distratto della mano. Sinibaldo che parla alla figlia..
SINIBALDO: Vai pure figlia mia…ma ti accompagnerà Angelo Da Licata! GUGLIELMO: Ma costui è delicato di modi, di costituzione o che?!
VIG. 5: Zoom in sui due che parlano. Il re gesticola impaziente.
SINIBALDO: Ma no vostra grazia…è DI Licata! Barone del Salso e mio fidato! GUGLIELMO: E allora fammelo conoscere questo de…licato da Licata!
VIG. 6: PA frontale dall’alto (soggettiva del re seduto sul trono). Il cavaliere Angelo Da Licata, eroe prode e forte, arriva, spada al fianco, davanti al re, che adesso si trova nella sala del trono (usiamo la SALA GIALLA). SI inchina levandosi il cappello.
DIDA GUGLIELMO: …che Rosalia è nostra protetta e a lei ci teniamo! ANGELO: Eccomi a voi, maestà!
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TAVOLA 2
VIG. 1: Zoom out in CM della SALA GIALLA (vedi foto internet) dalle spalle di Angelo, sempre inchinato al cospetto del re. Il re di fronte a lui si alza e gli va incontro compiaciuto passando davanti a Sinibaldo, che come sempre assiste a questi incontri in piedi, al di sotto dell’altare del trono.
GUGLIELMO: Bene Angelo Del Salso…quindi sei tu il cavaliere designato di Rosalia! ANGELO: Rosalia, mia coetanea e amica d’infanzia è affidata al mio onore di cavaliere!
VIG. 2: Mb di Guglielmo che si è alzato in piedi e fa segno con una mano ad Angelo di alzarsi. GUGLIELMO: Bene! Hai il nostro permesso per accompagnare Rosalia al Monte Pellegrino!
VIG. 3: Zoom in. Il re, che non si dimostra ancora una volta molto sveglio, si avvicina al viso di Angelo come per confidargli un segreto, così distrattamente.
GUGLIELMO: …ma voi sapete che il monte si dice infestato da mostri? ANGELO: Per difendere la vita di Rosalia…non temo niente e nessuno.
VIG. 4: Laterale. Il Re, con un ampio gesto della mano, concede il benestare e libera Angelo il quale si inchina di nuovo alla presenza del suo re.
GUGLIELMO: Dunque vai pure Angelo Da Salso! Hai la mia licenza! ANGELO: Vado maestà!
VIG. 5: Totale del lungo corridoio decorato all’esterno della SALA GIALLA. Cammina verso il lettore Matteo Bonello accanto ad un'altra figura che ancora non inquadriamo. Dalla porta della SALA GIALLA esce Angelo.
MATTEO: Perché mi ha convocato da Caccamo, maestro Maione?! VIG. 6: Maione e Bonello hanno oltrepassato la porta della sala del trono e adesso sono a MF proprio di fronte il lettore. Maione si rivolge un po’ retorico verso Bonello, che furbo non sembra dimostrare molto interesse, anzi quasi fastidio per la convocazione.
MAIONE: Dovete dissuadere i ribelli che si radunano intorno a Clemenza, la figlia bastarda di Ruggero. Sua maestà ha fiducia nelle vostre… abilità!
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TAVOLA 3
VIG. 1: Bonello si ferma e poggia una mano sulla spalla di Maione per avere la sua attenzione, il quale è costretto a guardarlo negli occhi di ghiaccio senza espressione.
MATTEO: Voi mi lusingate. Ma sono ordini di sua maestà il re… o della regina?! MAIONE: Suvvia Bonello! Voi siete persona di mondo…audace e intraprendente!
VIG. 2: PP di Maione con aria complice, intendendo che lui è comunque un mercenario.
MAIONE: Non siate fermo ai tempi di Carlomagno come quel Da Licata lì…o di Sinibaldo, una sorta di Orlando!
VIG. 3: CM frontale interno stanza. Maione apre con entrambe le mani le porte del suo studio. Bonello è subito dietro di lui, che si indica il petto con fastidio per indicare che lui viene chiamato quando c’è un “lavoro sporco”.
BONELLO: Ma certo! Io quindi sarei il vostro Rinaldo! Un malaguerra! Uno da chiamare quando c’è qualcosa che non va… MAIONE: Bonello…la regina vi stima e la pensa come me!
VIG. 4: Maione è vicino al tavolo e sta per versare un po’ di vino da una brocca in un calice ma si volta verso Bonello, sempre più compiaciuto dell’incarico, per confermare il suoi pensieri.
BONELLO: Certo! I re regnano, le regine decidono…e i primi ministri governano! MAIONE: Le istituzioni non si toccano! Sono le scale della vita!
VIG. 5: MF laterale. I due brindano con due coppe pieno di vino all’intesa trovata.
BONELLO: C’è chi le scende e chi le sale! MAIONE: Ed entrambi vogliamo salirle, mi sembra!
VIG. 6: Stacco. CM. Siamo ai piedi di Monte Pellegrino lato mare, e Angelo e Rosalia hanno appena finito di risalire un piccolo costone che si affaccia sulle rive paludose del monte.
DIDA BONELLO: Alle scalate, allora! ROSALIA: Da tempo volevo vedere le falde non più limpide del Monte…
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TAVOLA 4:
VIG. 1: Cm dal basso. Angelo, posa coraggiosa con uno piede poggiato su una roccia sporgente e Rosalia appoggiata per riposarsi che si volta verso Angelo per seguire la sua storia.
ANGELO: Dove con la marea una sirena viene a trovare il centauro che vive sulle falde pietrose… ROSALIA: …che cade in bocca al drago! Conosco questa storia.
VIG. 2: PP di Angelo e Rosalia. Angelo divertito e scettico, Rosalia invece si mostra più seria.
ANGELO: Che bei miti che avevano questi saraceni di Sicilia! ROSALIA: Favole…non miti! Perché in essi c’era sempre una morale!
VIG. 3: CL. Un enorme e orrendo drago spunta da dietro il costone delle falde del monte, alle spalle dei nostri personaggi il cui ringhio fa quasi tremare la terra. Rosalia e Angelo si voltano di scatto colti di sorpresa, ma Angelo ha già la mano sulla spada.
EFFETTO: RAAARGHHH!!! ANGELO: Cosa è stato?! ROSALIA: Il drago delle acque fangose! Allora è vero!
VIG. 4: CM. Angelo Indica a Rosalia un posto dove nascondersi mentre non distoglie gli occhi dalla bestia, ma l’enorme coda del drago si schianta sul sentiero bloccando loro la fuga.
EFFETTO: STU-‐TUM! ANGELO: In squame e ossa direi! Fuggiamo prima che ci blocchi la strada!
VIG. 5: Dall’alto. Angelo afferra la spada con entrambe le mani guardando sopra di sé, mentre si preoccupa di Rosalia, che mani giunte si rannicchia dietro una roccia poco sporgente alle spalle del cavaliere.
ANGELO: Troppo tardi! Non mi resta che affrontarlo! Tu nasconditi! ROSALIA: Messer Angelo…state attento!
VIG. 6: CM. Angelo schiva con destrezza una lingua di fuoco del drago saltando sulla sua coda che ancora bloccava il sentiero.
EFFETTO: FWOOSHHH!!! ANGELO: Dovrai essere più svelto, drago Marsat-‐tin!
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TAVOLA 5:
VIG. 1: Il drago fa scattare la coda e muovendola non si accorge che fa saltare Angelo dritto verso la sua bocca. ANGELO: Assaggia la mia spada! VIG. 2: Angelo trafigge una narice fumante con la sua spada proprio mentre il drago stava per gettare un altro alito di fuoco.
EFFETTO: S-‐ZOCK! VIG. 3: La testa del drago prende fuoco perché non è riuscito a sfiatare le fiamme.
EFFETTO: F-‐WOOSHHH!!! VIG. 4: Angelo scende dal corpo del drago aggrappato alla sua spada che gli lacera il ventre mentre lui scende. IL fuoco delle fauci del drago si fa strada nella ferita provocata dal cavaliere.
DRAGO: RAAARGHHH!!!!! VIG. 5: Totale. In SP il drago alle loro spalle brucia arso vivo dal suo stesso fuoco. In PP Angelo va incontro a Rosalia, di quinta di tergo che lo accoglie.
ROSALIA: Mio prode! Hai ucciso il drago Marsat-‐tin! VIG. 6: PP di Angelo e Rosalia. Il cavaliere tranquillizza la ragazza.
ANGELO: Rosalia, lo sai che i cavalieri uccidono sempre i draghi…soprattutto al cospetto di una dama da salvare!
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TAVOLA 6
VIG. 1: Totale. Siamo in una grande sala ricevimenti. Scarni arredi, tavolacci con sopra qualche candelabro, drappi e qualche vecchia alabarda alle pareti. Un grande camino acceso con poltrone di legno vicino per accogliere gli ospiti. Clemenza in piedi accoglie Bonello con un gesto misurato di benvenuto. Bonello si inchina al suo cospetto.
DIDA: Giorni dopo, presso il Castello di Taverna, a Catanzaro. CLEMENZA: Siate il benvenuto nel mio umile castello, cavaliere. Come vi chiamate?! MATTEO: Matteo Bonello, signore di Caccamo, per servirvi!
VIG. 2: Clemenza si volta per dargli quasi le spalle e si appoggia con le mani ad una delle sedie. Bonello dietro di lei avanza, occhi sgranati e mettendosi la mano al petto quasi offeso.
CLEMENZA: Ah! “Per servirmi”…sembra che vi prendiate gioco di me! BONELLO: Non mi permetterei mai!
VIG. 3: Semisoggettiva di Bonello di quinta. Clemenza si volta di nuovo verso di lui, irata.
CLEMENZA: Io che non ho neanche di che accogliervi degnamente…perché costretta a vivere isolata e in modestia…solo perché figlia illegittima di Re Ruggero!
VIG. 4: Clemenza fa segno a Bonello di sedersi in una delle poltrone davanti il camino, lei sta per fare altrettanto. Bonello la fissa perché già subisce il suo fascino.
CLEMENZA: Dipinta come una sirena che gorgheggia canti di rivolta da Re Guglielmo, mio nipote! BONELLO: A dire il vero, quello che dite sono parole di Maione, il primo ministro!
VIG. 5: Dal basso. Seduto a sinistra Bonello si sporge per parlarle vicino, Clemenza si schernisce con falsa modestia dall’avventatezza del cavaliere.
BONELLO: Ma tutte le loro parole non potevano descrivere la vostra…indescrivibile bellezza! CLEMENZA: Cavaliere, voi mi confondete!
VIG. 6: Zoom in. Bonello si sporge e prende tra le sue mani la mano di Clemenza, che sembra tutto tranne che imbarazzata. Aspettava una occasione come questa per la sua vendetta.
BONELLO: Donna Clemenza…permettetemi! In cambio della vostra mano chiedetemi tutto! Io ve lo darò! Parola di cavaliere!
VIG. 7: PP di Clemenza.
CLEMENZA: E allora sia così, Bonello da Caccamo. La vostra, sarà la mano armata di una povera donna…
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TAVOLA 7 VIG. 1: Palermo, sera. Totale. Atrio interno del Palazzo Arcivescovile (vedi foto internet). Maione si sta congedando dall’arcivescovo Ugo, vecchio e malato, baciando l’anello mentre il vecchio si sorregge ad un bastone.
DIDA: Settimane dopo…al Palazzo Arcivescovile di Palermo. MAIONE: Statevi bene e abbiatevi riguardo eminenza… UGO: Fate voi lo stesso con la vostra persona…e state attento!
VIG. 2: Stacco. Esterno Palazzo. Maione si allontana di spalle al lettore verso “il papireto” (strada fangosa e in terra battuta) e una figura in ombra con un mantello ed un cappuccio (che è Bonello) si para davanti a lui spuntando da dietro l’angolo del palazzo.
BONELLO: Fermo là! MAIONE: Eh?! Chi siete? Mostratevi!
VIG. 3: PA frontale dal basso. Maione estrae la spada ma Bonello era già pronto ed apre la mantella con la spada già sguainata e pronto al duello.
MAIONE: Matteo?! Anche tu mi sei contro?! VIG. 4: I due si scontrano con le spade, ma Bonello era preparato. Quindi para il colpo debole di Maione e si prepara alla stoccata. EFFETTO: SKANG! SKLANG!
BONELLO: Io sono un malaguerra, un Rinaldo…vi ricordate?! VIG. 5: MF dall’alto, dinamica. Bonello colpisce rapido e spietato al cuore Maione, scansando facilmente la sua impacciata difesa, colto di sorpresa dallo spietato Bonello.
MAIONE: Aaahh!!! Proprio tu mi colpisci…mio genero! VIG. 6: MF frontale di Bonello che scappa verso il Papireto nascondendo la spada sotto la mantella e lasciando il corpo di Maione steso per terra dietro di lui, in una pozza di sangue.
BONELLO: Futuro genero! Quindi ritenetevi libero da promesse… VIG. 7: PP di Maione nella penombra della notte, con il cappuccio calato sugli occhi che fa scorgere solo il sorriso beffardo e compiaciuto.
BONELLO: …la mia mano e il mio cuore ora son pazzi per un’altra dama!
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TAVOLA 8
VIG. 1: CM frontale. Rosalia davanti e Angelo appena dietro scendono le sconnesse scale di pietra dello stretto ma breve cunicolo che porta alla grotta scelta da Rosalia come eremo. Rosalia indica di fronte a sé.
ANGELO: Rosalia…la tua è una pazzia! ROSALIA: Lo so..ma è quanto intendo fare! Mi ritirerò in quella grotta!
VIG. 2: CC di spalle. MB Angelo ferma Rosalia, la volta verso di sé e cerca di scuoterla mettendole le mani sulle spalle. Dietro di loro si vede la stretta entrata della grotta di eremitaggio solo illuminata da una lama di luce che entra nel cunicolo.
ANGELO: Il tuo è avvilimento…tu fuggi il mondo! ROSALIA: Non lo è! Troppe cose non vanno! Non fuggo il mondo…fuggo il potere!
VIG. 3: PP di quinta di Angelo e di Rosalia davanti a lui.
ANGELO: Il popolo ha per te venerazione, tu fuggi la vita! ROSALIA: No! Quello che ha per me è idolatria! Quale vita poi?
VIG. 4: CC frontale in soggettiva della grotta. MF Rosalia si volta verso la grotta, impaziente. Angelo dietro di lei è scoraggiato.
ROSALIA: Quella falsa, quella del potere per la quale è morto Maione? Violenza chiama violenza! Al sinuoso anello della vendetta non si sfugge…
VIG. 5: Laterale in PA. Angelo prende la mani di Rosalia tra le sue. Rosalia risponde con impeto alle sue provocazioni, delusa e amareggiata di come vanno le cose nel regno.
ANGELO: L’esercizio del potere è uno strumento di governo necessario! ROSALIA: Solo se giusto! E’ stata forse mano di giustizia quella che ha armato Bonello?!
VIG. 6: Zoom in a PP di entrambi. Angelo china il capo, dovendo dare ragione a Rosalia, la quale invece è sempre più disillusa sulla spirale di violenza che cinge il regno.
ANGELO: E’ vero! E’ stata libido di potere…passione per Clemenza! ROSALIA: E tu pensi che Matteo non perirà presto per mano dello stesso potere?!
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TAVOLA 9 VIG. 1: PP di Sinibaldo e Re Guglielmo. Sono in una tenda da accampamento militare.
DIDA: Taverna, in Calabria, anno di grazia 1162. SINIBALDO: Maestà, io vi rimprovero di avere fatto uccidere Bonello… GUGLIELMO: Diciamo….far morire!
VIG. 2: Stacco. Zoom out CL. Sinibaldo e il re sono fuori e questi indica la scena dell’assedio, con tutte le tende dell’esercito attorno, arroccate sulla scomoda altura, e il castello di Taverna (esiste solo il cosiddetto Torrazzo, vedi foto internet), appena sopra le loro teste.
GUGLIELMO: Spero non mi rimprovererai pure di stare qui…ad assediare il Castello di Taverna, roccaforte della mia ziastra Clemenza…
VIG. 3: CM frontale. Sinibaldo e il re camminano per l’accampamento, vedendo soldati che preparano frecce e catapulte per espugnare il castello.
SINIBALDO: Che della clemenza, ahimè, conosce solo il suo nome! GUGLIELMO: Riottosa ziastra che ha armato la mano di Bonello contro Maione…
VIG. 4: MB diagonale dal basso. Sinibaldo e il re poggiati ad una grande catapulta. Guglielmo si volta di scatto verso l’ex maestro di casa con aria severa.
SINIBALDO: Peccato! Matteo era ben visto dal popolo ma essendo mastro di casa era un ostacolo per i baroni… GUGLIELMO: Infatti…tu lo sai bene! Non ci si improvvisa mastro di casa!
VIG. 5: PP frontale Sinibaldo, che alza sconfortato le mani.
SINIBALDO: Ironia della sorte, per questo e per le voci dei baroni voi passerete alla storia come… Guglielmo il Malo!
VIG. 6: Soggettiva di Sinibaldo. MB tergo. Giacomo poggia il piede su una roccia sporgente, con fare deciso e con una posa autoritaria, fissando il castello proprio davanti a sé.
GUGLIELMO: Non importa! La sovranità d’Europa va collocata tra il Tevere e l’Oreto…e io schiaccerò chiunque lo voglia impedire!
VIG. 7: Soggettiva di Guglielmo. MB di Angelo che arriva piuttosto trafelato inchinandosi.
ANGELO: Buone nuove, maestà! Il castello si può espugnare!
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TAVOLA 10
VIG. 1: Guglielmo gli va incontro. Angelo indica un punto alle sue spalle con un gesto della mano. Sullo sfondo siamo sempre nell’accampamento militare.
ANGELO: C’è un passaggio poco conosciuto che porta al dirupo che sovrasta il castello…difeso però dal gigante Taverna! GUGLIELMO: Allora non abbiamo speranza!
VIG. 2: Angelo si batte il pugno sul petto guardando in alto, per chiedere il permesso. Sulla DX di quinta Guglielmo che per la seconda volta libera il cavaliere e gli da licenza di battersi.
ANGELO: No, Maestà…io chiedo di sfidare il gigante! GUGLIELMO: Vai mio prode…ti dò licenza!
VIG. 3: Siamo in una fitta boscaglia. PA dall’alto di Angelo, mani intorno alla bocca per gridare nel tentativo di attirare l’attenzione del gigante Taverna.
ANGELO: Ueh! Gigante Taverna! Lascia la coppa! VIG. 4: Semi soggettiva del gigante, con una enorme coppa per bere vino in mano che osserva divertito Angelo che sguaina la spada pronto alla tenzone nello stretto sentiero nascosto dalla vegetazione e dagli alti alberi ai suoi piedi.
GIGANTE: Cosa vuoi bambolotto…corrompermi a denari per passare? ANGELO: Non sai che fra giganti e cavalieri la briscola si gioca a spada e bastoni?
VIG. 5: Totale laterale. Il gigante è seduto su una enorme pietra che occupa tutto il passo che si inerpica sul costone di roccia dove sorge il castello. Ha posato la coppa e afferra con una mano il grande bastone (un grosso albero sradicato e spuntato). A sinistra il gigante ha il dirupo, di fronte Angelo che si avvicina con la spada pronta per sferrare un colpo.
GIGANTE: Allora ti carezzerò la testolina col mio bastone! ANGELO: Ed io ti farò barba e capelli con la mia spada!
VIG. 6: Stretta. Angelo evita il colpo di bastone che sibila sulla sua testa e infilza con tutte le sue forze il piede nudo del gigante proprio vicino il tendine di Achille, nella parte posteriore del piede.
EFFETTO: SZOCK!
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TAVOLA 11
VIG. 1: Il gigante piega la gamba a 45 gradi per riflesso del dolore nel tallone. Angelo, abbarbicato con la sua spada al piede, si ritrova attaccato e salta ad altezza del sedere.
EFFETTO: SZOCK! FC GIGANTE (si vedono solo le gambe ovviamente): Ahia!
VIG. 2: Tergo delle spalle. Il gigante cerca di grattarsi spasmodicamente la schiena perché c’è Angelo che risalendo la schiena si aggrappa a suon di spada nella carne (è proprio in mezzo alle scapole, quindi nel posto inarrivabile per eccellenza).
EFFETTO: ZACK! ZACK! GIGANTE: Ahu! Ah! Fatti prendere, moscerino fastidioso!
VIG. 3: Angelo spunta sulla spalla del gigante e lo trafigge con la spada proprio all’altezza della vena del collo, e poi tira la spada con un gesto tipo samurai per fare una ferita lunga.
EFFETTO: SZAACK! ANGELO: Diamoci un taglio! GIGANTE: AGH!
VIG. 4: Ravvicinata. Il gigante si da un schiaffo fortissimo nell’orecchio, mentre la ferita ancora zampilla. Noi non vediamo Angelo.
GIGANTE: Ti schiaccio! EFFETTO: SCIAFF!!!
VIG. 5: Dettaglio. Il piede del gigante, ferito da Angelo, che lui teneva sulle punte per il taglio del tendine, scivola in fallo oltre il dirupo. VIG. 6: CM dall’alto. Soggettiva di Angelo. Il giganta cade di fianco nel burrone, mentre la sua manona in PP cerca di afferrare qualcosa a cui aggrapparsi.
TAVERNA: Ahhhhh!!! VIG. 7: Zoom out. Vediamo Angelo, con una mano aggrappato ad un arbusto e l’altra mano con la spada ancora insanguinata che osserva ormai la figura indistinta del gigante che scompare nel dirupo.
ANGELO: E io ti scaccio, gigante Taverna!
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TAVOLA 12 VIG. 1: CM dell’atrio interno di Palazzo dei Normanni in una bella giornata di sole (vedi foto su internet). La Regina Margherita passeggia nel chiostro insieme a Rosalia ed Angelo. Dietro di lei sullo sfondo un paio di attendenti pronte ad aiutarla.
MARGHERITA: Il re ha ordinato di condurre qui a Palermo prigionieri Clemenza…e Sinibaldo! MARGHERITA 2: …che si è rifiutato di passare a fil di spada i Tavernesi!
VIG. 2: Zoom in a MB su ROSALIA costernata ma non afflitta dalla notizia.
ROSALIA: Ha fatto bene il padre mio, maestà! Il re vostro marito lo ha dichiarato fellone, ma non importa!
VIG. 3: PA. Le due donne sono ferme. Rosalia alza le mani al cielo, la regina le si fa vicino perché dispiaciuta della sorte toccata al padre. Angelo rimane indietro, più in disparte.
ROSALIA: Lui ha obbedito ad un ordine, quello di non uccidere, dell’unico re, nostro Signore Gesù! MARGHERITA: Sono dispiaciuta Rosalia, ma il re doveva pur usare la spada della giustizia…
VIG 4: Quinta della regina, sorpresa dello scatto di Rosalia che inveisce.
ROSALIA: …della vendetta volete dire! Contro i ribelli già sconfitti il re doveva usare la mano di grazia!
VIG. 5: Zoom su Angelo, che era alle spalle delle due donne, e alza la testa con orgoglio.
ANGELO: Tolta l’inclemente Clemenza ai tavernesi, sua maestà doveva sostituirla con la sua regale clemenza!
VIG. 6: CM. Quinta della regina che si volta verso il cavaliere, che va incontro alla regina.
MARGHERITA: Cavaliere….osate giudicare il vostro re?! ANGELO: Il motto della cavalleria è l’anima a Dio, la vita al re, il cuore alla donna, l’onore a me. E l’ordine del re era contro la legge di Dio!
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TAVOLA 13
VIG. 1: Laterale. Angelo fa un inchino davanti la regina che lo ascolta con grazia. ANGELO: Maestà…la mia vita è del mio re, la mia anima no! MARGHERITA: Forse avete ragione cavaliere…ma qual è il nome della padrona del vostro cuore!
VIG. 2: Semi Soggettiva della regina margherita Margherita che osserva Angelo rivolto verso di lei ancora chino ai suoi piedi.
ANGELO: Rosalia, maestà! MARGHERITA: Allora ve l’affido…oramai è povera, senza feudi, senza padre terreno! Non ha che l’onore vostro di cavaliere!
VIG. 3: Zoom in a MB su Margherita che si rivolge a Rosalia.
MARGHERITA: Chiedici Rosalia, cosa possiamo fare per te? ROSALIA: Ti chiedo il Monte Pellegrino e le saline delle falde fangose per il sale dell’ospitalità…
VIG. 4: PP laterale. La Regina poggia una mano sulla spalla di Rosalia, che ha chinato il capo in segno di rispetto per la generosità della sua regina.
MARGHERITA: Io acconsento…ma tu sei sicura? Il monte è dominio di un potentissimo e antico demone: Demagorgon!
VIG. 5: Zoom out. Quinta di una colonna. I tre al centro del chiostro.
MARGHERITA: Altro che drago delle acque fangose…ci vorrà bel altro Angelo per sconfiggerlo….e per niente delicato! ROSALIA: Sono sicura maestà…nel nome di Gesù!
SANTA ROSALIA DE’ SINIBALDI – Adattamento di Manlio Mattaliano
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TAVOLA 14
VIG. 1: Stacco. Siamo sul sentiero dell’acchianata di Santa Rosalia. MB di Rosalia dall’alto. Ha il viso provato per la stanchezza.
DIDA ROSALIA: Mi sento stanca…ma sempre più vicina al cielo! Una volta in vetta, cercherò una grotta…come nella Quisquina.
VIG. 2: PA di Rosalia appoggiata ad un bastone per aiutarsi nella scalata e si ferma per la voce tuonante che sente. Alle sue spalle vediamo parte del ripido sentiero che ha percorso (quello classico dell’acchianata, per capirci: vedi foto internet),.
VOCE FUORI CAMPO: Ahhh siii?! Vedrai quando ti mancherà il tacito e rassicurante amore di Angelo… ROSALIA: Chi sei?! Manifestati, uomo o spirito che tu sia!
VIG. 4: Totale laterale. Un vortice scuro con al centro un paio di simil occhi fiammeggianti appare dal nulla di fronte a Rosalia. Rosalia non appare affatto turbata dall’apparizione.
EFFETTO: WHHOOSHH! VOCE VORTICE: Bada, sono colui che colei può dirsi Venere, Mammone o Ares…se solo tu lo vorrai! ROSALIA: Voluttà, denaro e violenza non mi interessano!
VIG. 5: Diagonale dal basso. Gli occhi fiammeggianti nel vortice oscuro si incattiviscono e la voce risuona sempre più stentorea e minacciosa (attenzione quindi al lettering dei baloon!). Rosalia alza il bastone e lo punta contro il vortice come per difendersi.
VOCE VORTICE: Ascoltami donna! La tua potrebbe essere albagia della mente, torpore del corpo…rinuncia alla vita! ROSALIA: No! Semmai umiltà, ricerca di serenità, pace dei sensi e sete di vita eterna!
VIG. 6: PP vortice oscuro che si ingrandisce.
VOCE VORTICE (urla): Non parlare di vita eterna! Perché potresti morire al solo vedermi, se lo volessi!
SANTA ROSALIA DE’ SINIBALDI – Adattamento di Manlio Mattaliano
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TAVOLA 15 VIG. 1: Inquadratura a tutta vignetta di spalle al vortice, che risulta traslucido quindi vediamo anche Rosalia davanti a lui.
ROSALIA: Non mi tenti…né ti temo, Demagorgon! DEMAGORGON: Ahahah! Mi conosci dunque!
VIG. 2: Totale. Improvvisamente tra i due appare una grande fiamma bianca, dal cui centro esce la punta di una spada lunga e anche questa avvolta da fiamme mistiche trasparenti.
EFFETTO: FWASSHHH!!! VOCE FC FIAMMA: Arretra immondo demone!
VIG. 3: Adesso dalla grande fiamma è uscito in tutto il suo angelico splendore San Michele, con in mano la spada fiammeggiante. I contorni della figura e i suoi lineamenti sono ovviamente sfumati, non definiti, eterei, come si addice ad una apparizione divina. Rosalia si getta in ginocchio.
MICHELE: Costei è cara a Dio! ROSALIA: San Michele!
VIG. 4: Totale. Il grande vortice nero con gli occhi fiammeggianti prende una forma simil antropomorfa (come l’imperatore delle tenebre di grande mazinga, per capirci) e da quelle fiamme nere che sembrano braccia una lunga ascia bipenne appare per fronteggiare Michele, la cui spada cozza contro l’ascia.
DEMAGORGON: Sparisci, evanescente larva di vita! VIG. 5: Totale. Le due creature si affrontano con le loro armi ultraterrene. Attorno a loro fiamme brillanti avvolgono e si battono con le fiamme oscure di Demagorgon, come se lo scontro avvenisse su due livelli.
SAN MICHELE: Grumo di virulente passioni terrene! DEMAGORGON: Coacervo di balbuzie mentali!
VIG. 6: Zoom in. Michele sferra una fendente con la sua spada fiammeggiante che sostanzialmente dissipa in fumo nero sia l’ascia del demone che il demone stesso.
SAN MICHELE: Sprofonda negli abissi del magma della tua lussuria! VIG. 7: Zoom in sul vortice nero che perde le sembianze umane ed implode su se stesso.
DEMAGORGON: Raaaaarghh!!!
SANTA ROSALIA DE’ SINIBALDI – Adattamento di Manlio Mattaliano
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TAVOLA 16
VIG. 1: PA di Angelo che arranca quasi disperato per il sentiero dell’acchianata. DIDA: Settembre, 1165. ANGELO: Rosalia! Dove sei?! Perché non ti sei fatta accompagnare dal tuo cavaliere?!
VIG. 2: Controcampo in semisoggettiva. Quinta di Angelo che osserva la piccola radura dove sorge la grotta dove si è rifugiata Rosalia (che ovviamente non è come ora…prendete una grotta qualunque ma cercate di rendere la vegetazione e gli scorci riconoscibili). LA voce di Rosalia esce dalla grotta diffusa, perché lei ormai è trascesa.
ANGELO: Una grotta! Forse è la che… FC ROSALIA: No, Angelo! Non mi cercare e non mi cercate! Io ora vivo in mistica compagnia di nostro signore Gesù!
VIG. 3: FFW, siamo nel 1625 e Palermo è sconvolta dall’epidemia di peste. Strada del Cassaro con persone moribonde ai lati della strada, medici con la classica maschera beccuta e passanti che si affrettano rapidi con fazzoletti in bocca.
DIDA: Palermo, luglio 1624 DIDA ROSALIA: Un giorno Palermo avrà bisogno delle mie preghiere….
VIG. 4: FFW, sempre 1625. Un povero contadino scorge all’interno della grotta i resti della Santuzza, incastonati come in una pietra di cristallo, e rimane colpito da come essi brillano anche nella più profonda oscurità della grotta.
DIDA ROSALIA: Solo allora un tuo discendente potrà trovare le mie ossa da portare in città! E Palermo sarà salva!
VIG. 5: PP dal basso di Angelo, in lacrime.
ANGELO: Non mio! Io finirò i miei giorni, se Dio vorrà, eremita come te, ai piedi del monte!
VIG. 6: CM. Processione dei resti della Santuzza dentro una teca di vetro, sopra un modesto carro infiorato che si dirigono verso la cattedrale. Palermo, 15 luglio 1624.
DIDA ROSALIA 1: Allora sarà un discendente di Matteo Bonello che, tre giorni dopo avermi incontrato, morirà! DIDA ROSALIA 2: Quel giorno io tornerò a Palermo e la città sarà salva!
FINE