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Sant Sadhu Ram Ji Programma di Meditazione Maggio 2006 Timber Cove, Stati Uniti

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Sant Sadhu Ram Ji

Programma di Meditazione Maggio 2006

Timber Cove, Stati Uniti

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso della Meditazione 1

9 maggio 2006

Timber Cove, USA - Rif. MS 1702 -

Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Il Pati Harbans Singh ha appena cantato un inno scritto da Sant Ajaib Singh Ji, in cui Egli dice: “Coloro che fecero la ripetizione del Naam ottennero la felicità”. Quando a Sant Ajaib Singh Ji fu chiesto di sedersi in meditazione, in quel momento Egli disse: “Tanti sono venuti, hanno cantato le proprie lodi e se ne sono andati. Nessuno mi fece sedere in meditazione, adesso il mio ospite Santo è arrivato”. Sant Ji è solito dire: “Ovunque noi andiamo, le persone del mondo desiderano avere un posto prominente, desiderano avere importanza”. Nel sentiero dei Maestri, le lodi, il nome, la fama sono date al Maestro, al Naam, al Satsang. Le lodi che facciamo sono per il Satsang, il Naam e il Maestro, e per nessun altro individuo. Il Maestro Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che senza un Maestro non possiamo ottenere l’iniziazione nel Naam, e senza il Naam non c’è liberazione. L’attenzione del Maestro è diretta verso Dio Onnipotente ed Egli invita anche i discepoli ad avere la contemplazione, i pensieri e l’attenzione sempre diretti verso Dio Onnipotente. Si riporta nel Gurbani che coloro che hanno visto Dio Onnipotente nell’intimo sono i Maestri. I Maestri non dicono mai che sono Maestri, Essi dicono sempre: “Puoi considerarci come il tuo fratello maggiore”. Essi ci ispirano

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a fare la meditazione nel Naam e ci dicono che questo è lo scopo della loro vita. Quando soffriamo, piangiamo per Dio Onnipotente. Noi soffriamo come conseguenza del ciclo di nascite e morti. Per essere liberati da questo ciclo dovremo fare la devozione del Naam, dovremo fare la devozione del Maestro, soltanto allora potremo essere liberati. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che quando veniamo in questa forma di vita umana possiamo seguire una delle due strade; una è seguire la mente e l’altra è seguire il Maestro, vivere la vita secondo il sentiero indicato dai Maestri. Il vantaggio del sentiero dei Maestri è che oggi siamo nell’inferno, siamo nel ciclo delle nascite e morti; il Maestro ci concede l’iniziazione, ci riporta alla nostra dimora eterna, Sach Khand, ci libera dal ciclo di nascite e morti. Coloro che seguono la mente dicono tutto ciò che viene loro in mente, mangiano qualunque cosa desiderano. Tagliano persino la gola degli animali, ammazzano gli animali; perciò qualunque cosa essi seminano, raccoglieranno. Guru Arjan Dev Ji dice: “Se noi seminiamo alberi di acacia otterremo il frutto dell’acacia, se seminiamo alberi di mango potremo mangiare mango. Se noi dobbiamo ricevere la ricompensa delle nostre azioni, allora perché non fare buone azioni, perché non andare da un Maestro, fare la devozione del Maestro, fare la devozione del Naam ed essere liberati?”. E’ giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora e tutti dobbiamo farla amorevolmente. La mente si calma facendo il Simran.

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso della Meditazione 2

9 maggio 2006

Timber Cove, USA - Rif. MS 1702 -

Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh.

Il Pati Harbans Singh ha cantato un inno tratto dal libro “Canti dei Maestri”.

Quest’inno è stato scritto da Sant Ajaib Singh Ji. Egli dice: “Senza la compagnia della verità non riuscirai ad attraversare quest’oceano del mondo”.

Durante l’epoca di Sant Ajaib Singh Ji alcuni amati vennero da Lui e Gli dissero: “Noi non vediamo il Maestro Kirpal in Te”.

Egli rispose: “Amati, io Lo vedo in voi, Lo vedo negli uccelli, negli animali, nelle piante. Io vedo il mio Beneamato Kirpal in qualunque forma di vita”.

Sant Ji soleva dire: “Dobbiamo ottenere il massimo dalla opportunità che abbiamo. Quando il Maestro è disponibile nella forma fisica, noi possiamo ottenere da Lui qualunque cosa desideriamo, ma quando Egli abbandona il corpo fisico, quelli di noi che non sono riusciti ad andare interiormente non possono andare ad incontrarLo”.

Quando Guru Nanak Dev Ji venne in questo mondo, c’erano tante persone che gli si opponevano.

Loro dicevano: “Il sentiero che tu ci spieghi è sbagliato”.

Una volta, addirittura gli dissero: “Tu sei uno che segue il sentiero sbagliato, tu compi atti negativi”, e non gli permisero neanche di fare il Satsang.

Una volta, quando la gente non permise a Guru Nanak Dev Ji di tenere il Satsang in un posto specifico, Egli andò ad alloggiare nella casa di un lebbroso. La malattia di quel lebbroso scomparve.

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Durante i tempi di Mohamed Sahib, molti dei suoi familiari e di coloro che seguivano la religione a cui Egli apparteneva, si riunirono e andarono da Lui dicendo: “Se tu ci puoi fare vedere Dio Onnipotente, allora accetteremo il fatto che hai ragione”.

Essi gli dissero: “Va bene, mostralo almeno ad uno di noi”.

Dopodiché tutti insieme decisero che Lui doveva far vedere Dio Onnipotente a suo zio, Abhu Khan.

Mohamed Sahib disse a suo zio di sedersi in meditazione, lo portò interiormente e gli fece vedere tutto ciò che c’è nell’intimo: la terra, il sole, i diversi piani e tutto ciò che c’è nell’intimo.

Tutte le persone lì presenti dissero: “Dio si trova all’esterno, come possono esserci il suono e tutte queste cose nell’intimo?”.

Loro dissero: “Abbiamo sentito dire che tu sei un mago”.

Tutti si misero contro di lui.

Con molta difficoltà Mohamed Sahib riuscì a liberarsi di loro.

Nello stesso modo, quando Kabir Sahib venne ...

...Egli fu legato e gettato davanti a un elefante.

L’elefante si inchinò davanti a Lui.

Se noi avessimo saputo che questi Santi e Mahatma erano la forma di Dio Onnipotente, non ci saremmo comportati così nei loro confronti.

Quando Guru Arjan Dev Ji venne, gli fu messa della sabbia ardente sulla testa, e fu forzato a stare in piedi su piastre di ferro incandescente.

Egli era il Beneamato di Dio Onnipotente, Egli non aveva fatto del male a nessuno, Egli stava soltanto portando il messaggio di Dio Onnipotente.

Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che se noi vogliamo seguire il Sentiero dei Maestri, allora la nostra mente dovrà diventare una prigioniera.

Sant Ji soleva dire che i Santi fanno dei discorsi molto dolci, chiamano le persone al Satsang e dopo concedono loro

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l’iniziazione. E dopo aver concesso l’iniziazione Egli dice: “Devi stare lontano da questa e quest’altra cosa, devi prendere certe precauzioni”. Ma tutto ciò, per noi, è difficile da fare.

Perché se noi parliamo nel modo in cui ci viene in mente, se noi ci comportiamo nel modo in cui la nostra mente ci dice di comportarci, se noi mangiamo qualunque tipo di cibo, se noi tagliamo la gola agli animali, allora raccoglieremo ciò che abbiamo seminato.

Guru Ram Das Ji Maharaj dice: “Dio è uno per tutti, Egli è il Possessore di tutti”.

Si riporta nel Gurbani che noi dobbiamo considerare che la compagnia della verità, il Satsang, viene condotto in quel posto in cui si fanno le lodi di un solo Naam, dove si parla di un unico Naam.

Bulleh Shah dice anche: “Io risiedo in quel posto in cui la maggioranza delle persone è cieca, nessuno mi riconosce, nessuno accetta ciò che dico”.

Kabir Sahib iniziò Indra Mati, e quando ella fece la meditazione, entrò interiormente e raggiunse Sach Khand, disse a Kabir Sahib: “Se tu mi avessi detto che tu stesso eri Dio Onnipotente, allora io non avrei dovuto lavorare in un modo così arduo, meditare così tanto per andare nell’intimo”.

Kabir Sahib dice: “Anche se i Santi e i Mahatma raccontassero la verità sulla loro natura, anche allora noi non l’accetteremmo”.

Dio Onnipotente è la Verità e noi dobbiamo abbandonare la falsità.

Quando Dio Onnipotente cambiò forma, dalla forma udibile alla forma descrittiva...

...Egli venne a questo mondo prendendo una forma umana come la nostra.

Se Egli fosse venuto nella forma delle capre o delle pecore, noi non avremmo potuto capire o parlare la sua lingua. Non lo avremmo riconosciuto.

Se Egli fosse venuto nella forma degli angeli, noi non avremmo potuto vederlo.

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Egli venne in questa forma umana piena di sudiciume.

Egli ci concesse il Satsang, ci fece meditare nel Naam, ed oggi tutti noi siamo seduti nel Suo ricordo.

Il Suono Eterno, non importa che nome gli diamo, che sia Ravi Bani, o suono che proviene dal cielo, o qualunque altro diverso nome gli venga dato, è un suono che riecheggia ininterrottamente dentro tutti noi.

Perchè Dio Onnipotente risiede dentro ognuno di noi.

Quel Bani risuona dentro i ladri, gli ingannatori e le persone di Santità.

Senza il Maestro nessuno può ascoltare questo suono eterno.

Ugualmente, nessuno può andare interiormente e vedere Dio Onnipotente senza l’aiuto e la guida del Maestro.

Neanche possiamo risvegliare la nostra mente che sta dormendo nel dolce sonno della illusione.

Prima è stato cantato un inno del Gurbani in cui si dice: “Non possiamo attraversare quest’oceano del mondo senza la compagnia della verità”.

Kabir Sahib dice che la compagnia dei Santi, anche se soltanto per un momento molto corto, cancella i peccati di tante vite passate.

Kabir Sahib dice: “Io non posso fare nulla, neanche il mio corpo riesce a fare nulla, è qualcun altro, Dio Onnipotente, che fa tutto”. Questo è ciò che Kabir dice.

Nella nostra mente noi abbiamo l’orgoglio, l’ego di essere noi a fare tutto.

La mente è un potere molto piccolo, che non ha tanta forza, e per questo parla in questo modo.

E’ Dio Onnipotente l’Artefice di tutto, il Possessore di tutto che risiede dentro ogni essere umano.

Sant Ajaib Singh Ji era solito dire che abbiamo incontrato il Maestro, abbiamo partecipato al Satsang e ricevuto l’iniziazione.

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Adesso dobbiamo unire con lo Shabd la nostra mente che attualmente sta vagabondando all’esterno.

Dobbiamo svegliarci alle tre del mattino, tutti i giorni, e fare la ripetizione delle cinque parole caricate date dal Maestro. E se la nostra mente, che attualmente si trova all’esterno, si raccoglie e si unisce con la forma dello Shabd del Maestro, allora la nostra devozione del Maestro sarà completa.

Il Naam, il suono eterno risuona dentro di noi, nel terzo occhio, al centro della fronte, giusto davanti agli occhi. Dobbiamo cercare di focalizzare la nostra attenzione in questo punto.

Anche la luce si trova lì.

Il suono proviene dalla luce.

Quel suono è molto dolce, è molto bello, e se la nostra mente riesce ad ascoltare quel suono, allora riesce a lasciare i pensieri del mondo e a portarli interiormente.

La nostra mente, che in condizioni normali non abbandona i sapori dolci e amari del mondo, una volta ascoltato il suono eterno che riecheggia nell’intimo abbandona tutto ciò.

Guru Arjan Dev Ji dice: “Il Maestro si manifesta nella decima porta e ci permette di assaggiare il sapore del Nettare del Naam”.

E’ giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora e tutti dobbiamo farla amorevolmente. La ripetizione delle cinque parole caricate concesse dal Maestro calma la nostra mente, e soltanto una mente calma può fare la meditazione.

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso della Meditazione 3

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Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Dal libro “Canti dei Maestri” è stato tratto un inno scritto da Sant Ajaib Singh Ji. Sant Ajaib Singh Ji scrive: “Maestro, ti prego perdona. L’anima senza onore è venuta alla tua porta”. Sant Ji soleva dire: “Possiamo incontrare il Maestro nell’intimo soltanto se abbiamo un unico supporto, quello del Maestro, e se abbandoniamo tutti gli altri supporti del mondo”. Quando Sant Kirpal Singh Ji andò all’Ashram di Sant Ajaib Singh Ji, viaggiando da Delhi per cinquecentocinquanta chilometri, Sant Ajaib Singh Ji gli chiese: “Non hai trovato una persona adatta a Delhi?”. Sant Kirpal Singh Ji rispose: “Si, non ho trovato nessuno. Ho tanti lottatori intellettuali che vivono intorno a me... ...sono venuto vedendo che tu hai il cuore e la testa vuoti e pronti a ricevere il mio messaggio”. Sant Ajaib Singh Ji era solito dire: “Non ho mantenuto nessuna speranza nel mondo. Ho trascorso tutta la mia vita nella speranza di incontrare un Maestro Perfetto”. Sant Ji scrisse: “Ripeti il Naam del Maestro. Sacrifica la tua vita per il Maestro. Vivere la vita senza il Naam vuol dire vivere una vita falsa, sprecarla”. Sant Ji soleva dire: “Non è possibile godere dei piaceri del mondo e al contempo incontrare il Maestro nell’intimo. Possiamo solo fare una delle due cose.”

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Comunque sia, i Santi riversano la grazia. Loro dicono: “Smettete di fare tutto ciò che avete fatto nel tempo in cui non eravate iniziati. Prima appartenevate alla mente, adesso avete ricevuto l’iniziazione, adesso dovete diventare del Maestro, dovete fare ciò che il Maestro vi dice di fare”. Dio è Onnipotente e seduto dentro di noi nel nostro intimo sta osservando tutte le nostre azioni. Kabir Sahib dice anche: “Dio Onnipotente è seduto in un posto elevato ed osserva tutte le nostre attività. A seconda delle nostre azioni Egli ci ricompensa o ci punisce”. Si racconta in una storia che quando il vestito di Draupadi, la moglie dei Pandavas, fu rimosso dai Kauravas, ella ricordò il Signore Krishna residente a Kashi e disse: “Per favore vieni presto in mio aiuto”. Egli impiegò qualche tempo per arrivare. Quindi Draupadi chiese al Signore Krishna: “Come mai hai impiegato così tanto tempo per venire?”. Il Signore Krishna rispose: “Tu mi hai ricordato come un residente di Kashi ed è perciò che mi ci è voluto del tempo per arrivare. Al contrario, io mi trovavo in te. Se tu mi avessi ricordato come il Signore Krishna che risiede dentro ogni essere umano, come colui che risiede dentro di te, io sarei arrivato immediatamente. Tu hai pensato che io ero lontano ed è perciò che mi ci è voluto più tempo.” Una volta, Sant Kirpal Singh Ji fece un Satsang a Ganganagar. Alcuni amati si lamentarono dicendo che il Maestro non aveva parlato correttamente, citando i versi di Paltu Sahib come quelli di Kabir Sahib e quelli di Kabir Sahib come quelli di Paltu Sahib. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Io amo, a me piace il Maestro che parla, non importa cosa stia dicendo”. Sant Ji diceva: “Dobbiamo andare interiormente ed essere al corrente di ciò che il Maestro dice”.

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Il Maestro ci ha concesso le cinque parole caricate. Dobbiamo ripeterle nel nostro intimo. Sant Ji soleva dire che tranne il Maestro tutti siamo bloccati in una o in un’altra cosa del mondo. Coloro che cercano di ottenere la conoscenza, leggono i libri ma rimangono bloccati lì. Loro non seguono né applicano nella loro vita ciò che il Maestro ha detto ed è documentato nei loro libri. Eppure anche coloro che contemplano, anche loro rimangono bloccati, perché neanche loro fanno ciò che il Maestro dice. Quello che dobbiamo fare è vivere la vita, modellare la vita secondo gli insegnamenti del Maestro, invece di rimanere bloccati nelle cose del mondo esterno. Fino a quando leggiamo i libri la nostra mente è in pace. Così come quando si insegna a parlare ad un pappagallo, questo parla nel modo in cui gli viene insegnato, ma quando viene messo in libertà torna nel bosco e dimentica tutto ciò che gli era stato insegnato. La nostra condizione è la stessa del pappagallo. Dobbiamo riuscire ad opporci alla mente e controllare noi stessi davanti ai cinque ladri: l’ira, la lussuria, l’avidità, l’ego e l’attaccamento. Non importa quanti libri abbiamo letto, essi non ci aiuteranno a controllare questi ladri. Soltanto il Maestro e le cinque parole caricate che Egli ci ha dato ci possono aiutare a realizzare questo. Sant Ji soleva dire che il Signore Rama venne nel tetra yuga e uccise i cinque ladri esterni. E’ il nostro Maestro che ci aiuta ad uccidere quei ladri nell’intimo. Si riporta nel Gurbani che il Maestro è la conoscenza, il Maestro è la luce, il Maestro è Colui che dobbiamo contemplare. E’ il Maestro che ci fa fare il Simran. Il Maestro soltanto ci porta al Satsang. Dunque Tutto quello che dobbiamo fare è ricordare il Maestro, contemplare il Maestro, seguire il Maestro. Sant Ji dice anche: “Noi continuiamo a vagare in giro senza la conoscenza, ma non capiamo che senza il Maestro non possiamo ottenere la conoscenza”.

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Kabir Sahib dice anche: «Dopo che abbiamo incontrato il Maestro, ascoltato il Satsang, ricevuto l’iniziazione, allora siamo diventati i Suoi amanti, i Suoi satsangi”. A quel punto dobbiamo rendere buona la nostra vita. Kabir Sahib dice che quando una donna guarda suo fratello ha dei pensieri puri e limpidi. Chiunque noi guardiamo, qualunque sia la sua età, che sia più giovane o più anziano, dobbiamo guardarlo ugualmente con pensieri puri, osservando il dovuto rispetto. Secondo l’età della persona dobbiamo vederlo come un fratello minore, un fratello maggiore, un padre, un nonno, uno zio o simili, e dargli il dovuto rispetto. Ugualmente, quando esiste una relazione tra marito e moglie, tranne che per sua moglie, il marito dovrebbe guardare tutte le altre donne con pensieri limpidi e puri, ed egli dovrebbe dare loro il dovuto rispetto come sorella minore, sorella maggiore, nonna, zia o qualunque altra relazione che esiste nella società. Soltanto quando veniamo al Satsang noi possiamo riformare la nostra mente. Non possiamo riformare la nostra mente in nessun altro posto. Sant Ji soleva dire che ogni volta che il marito e la moglie litigano, oppure hanno differenze di opinione, allora dovranno chiedersi scusa a vicenda. Se ci perdoniamo vicendevolmente, allora svilupperemo più amore. Sant Ji soleva dire che il marito e la moglie sono due ruote e l’amore è l’asse che le tiene unite. Se ci amiamo reciprocamente potremo fare più Simran del nostro Maestro. Se un essere umano ama un altro essere umano, allora quell’essere umano può anche amare Dio. Se siamo diventati satsangi, dobbiamo avere una vita buona.

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Se viviamo una vita buona qui, allora potremo andare da Dio Onnipotente come buone persone. Kabir Sahib dice anche: “O mente, soltanto una persona coraggiosa in Dio cambierà le tue abitudini. Le persone che rimangono coinvolte nelle cose del mondo, che rimangono intossicate negli intossicanti del mondo e sprecano la loro vita, non possono mai avere felicità, neanche nei sogni. Loro rimangono sempre lontani da Dio Onnipotente”. Anche Sant Ajaib Singh Ji era solito dire: “Non dobbiamo avere orgoglio del nostro colore o della nostra bellezza. La morte ci sta aspettando”. Di che cosa abbiamo ego o siamo orgogliosi? Kabir Sahib dice che coloro che sono coinvolti nell’ira, nell’avidità o nella lussuria non possono fare la devozione. Soltanto un essere coraggioso può fare la devozione, andando al di là delle distinzioni di casta, credo, nome, eccetera. Kabir Sahib dice: “Tutto ciò che hai fatto si perde quando hai ego”. La mente è l’ostacolo nel sentiero della devozione al Maestro. Si riporta negli scritti dei Maestri che se noi vinciamo sulla mente avremo vinto sul mondo. Quando facciamo contento il Maestro ripetendo il Simran che Egli ci ha dato, allora potremo controllare la mente. E’ giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora e tutti devono farla amorevolmente. La mente si calma con il Simran e soltanto una mente calma può fare la meditazione.

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso della Meditazione 1

6 maggio 2006

Timber Cove, USA - Rif. MS 1703 -

Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Il Pati Harbans Singh ha cantato un inno dal libro “Canti dei Maestri”. Dobbiamo incontrare e fare il bagno nella polvere dei piedi dei Santi Dopo aver incontrato il Maestro, partecipato al Satsang e ricevuto l’iniziazione, allora il nostro lavoro è fare il Simran. Sant Ji soleva dire che se prendiamo la medicina dal dottore e la mettiamo nell’armadio, questa non ci aiuterà. Dobbiamo prenderla alle ore indicate, così come adottare le precauzioni che il dottore ci ha indicato. Anche a livello del mondo, se vogliamo guarire da una malattia andiamo dal dottore e prendiamo le medicine da lui prescritte, adottiamo le precauzioni e ci salveremo dalla malattia. Il dottore spirituale viene per le nostre anime. Controllando la mente, Egli è diventato un Santo. Attualmente la nostra mente è occupata con le attività esterne del mondo... …e vagabonda avendo dimenticato la sua realtà. Sant Kirpal Singh Ji dice: “Uomo conosci te stesso, comprendi te stesso”. La mente è residente in Trikuti. È parte di Brahm.

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Ha dimenticato il suo cibo, la sua realtà, ha scordato il cammino che deve seguire, è scesa e si è assorta nel mondo e nelle cose del mondo. Sant Ji soleva dire che il nodo fisico fra la mente e l’anima si trova giusto sopra gli occhi. Dobbiamo fare il Simran e slegare la mente dall’anima. Facendo il Simran e ricevendo la grazia del Maestro la mente rimarrà nella sua residenza e l’anima, che è figlia del Sat Purush, proseguirà verso la sua dimora eterna, Sach Khand. Kabir Sahib dice anche che dopo che uno va interiormente e si unisce con lo Shabd, allora diventa un cigno. Sant Ji soleva dire anche: “Io feci tanti riti e rituali esterni, indossai i vestiti che vestono i sadhu in India, andai a visitare i diversi luoghi sacri, feci il jaldahara, il rituale in cui si fa cadere l’acqua sulla testa nei mesi d’inverno, e feci anche un altro rituale che si chiama dhunia, in cui d’estate uno accende fuochi intorno a sé quando il sole si trova allo zenit, e uno rimane lì ricordando il nome di Dio per varie ore. Feci tanti altri riti e rituali ma non ottenni niente, da essi non ebbi alcuna pace”. Quello che si intende spiegare è che i Santi e Mahatma fanno tutti i riti e rituali che si fanno esternamente, e dopo averli fatti ci confermano che non possiamo ottenere nulla da questi riti e rituali. I Santi e i Mahatma raccontano ciò che Loro stessi hanno visto e vissuto. Nel Satsang, Sant Ji soleva dire: “Io stesso ho visto e fatto i vari riti e rituali che si fanno esternamente”. Swami Ji Maharaj dice anche che quando l’anima incontra Dio Onnipotente Questi le dice di tornare insieme alla mente, poiché la mente è residente in Trikuti. Fino a quando la mente non farà

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il Simran, non importa quanti sforzi faccia, noi non potremo avere successo nel Simran. Si riporta nel Gurbani che Dio Onnipotente è amore. Sant Ji era solito dire: “Non dovete credere che fare il Simran sia una specie di obbligo o di pressione su di voi”. Il Simran è amore. Soltanto coloro che hanno amato hanno incontrato Dio nell’intimo. È giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora e tutti dobbiamo farla amorevolmente. La mente trova la pace soltanto facendo il Simran che il Maestro ci ha dato.

Sant Sadhu Ram Ji Discorso della meditazione 2

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Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. È giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora. Tutti devono farlo amorevolmente.

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso della Meditazione 3

6 maggio 2006

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Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Sant Kirpal Singh Maharaj diede il diario agli amati per tenere il conto della loro vita. Il proposito di tenere il diario era quello di registrare quanti peccati abbiamo commesso, quanti pettegolezzi maliziosi e critiche abbiamo fatto, quanto Simran ha fatto la nostra mente. Qualche tempo dopo, ad una signora che aveva ricevuto il diario fu chiesto che cosa avesse scritto. Ella rispose: “Si Maestro, lo tengo in una scatola e tutti i giorni lo venero con l’incenso”. Maharaj Ji soleva dire: “È questa la meditazione?”. Allora, Sant Ajaib Singh Ji Maharaj non disse agli amati di tenere il diario. Una volta, Guru Gobind Singh Maharaj andò in un villaggio dove vivevano tanti ladri. Egli concesse l’iniziazione e gli amati dissero al Maestro: “Maestro, noi facciamo tanti sbagli”. Egli disse: “Va bene. Per ogni sbaglio che fate mettete una pietra in un posto specifico”. Così si accumulò un grande mucchio di pietre, a causa di tutti gli sbagli commessi dalla mattina alla sera. In quei giorni, la gente in India non era molto istruita. Loro pensarono: “Come ripagheremo tanti peccati?”.

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Dissero: “La cosa migliore è non commettere peccati per non dover andare a raccogliere quelle pietre”. Una volta, il Maestro Baba Sawan Singh Ji stava dando un Satsang. Un amato lì presente si alzò a mani giunte dicendo: “Ho commesso tanti peccati”. Il Maestro disse: “C’è qualcuno che possa prendere su di sé i karma di questa persona?”. Nessuno rispose. Baba Sawan Singh Ji disse a quella persona: “Va bene, da adesso in poi non fare più queste cose. Siediti”. Sant Ajaib Singh Ji era solito dire che i Maestri custodiscono i segreti degli amati e li perdonano anche. Loro non permettono che altri conoscano questi segreti. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Se il tuo amico viene indossando vestiti diversi, non lo riconoscerai?”. Sicuramente lo riconoscerai. Il Maestro è l’unico nel mondo intero che può prendere su di Sé i nostri peccati”. È giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora. Tutti dobbiamo fare il Simran amorevolmente.

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso della Meditazione 4

6 maggio 2006

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Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Il Pati Harbans Singh ha appena cantato un inno dei “Canti dei Maestri” tratto dal Gurbani, in cui dice: “Fai la meditazione, o uomo! Dovrai abbandonare le tue case e i tuoi respiri finiranno. La tua vita sta finendo”. C’è una storia dell’epoca di Kabir Sahib. Kabir Sahib disse a un uomo anziano di meditare. Egli rispose: “I miei figli sono ancora molto piccoli, lo farò più avanti”. Ma quando il momento arriva, la morte non aspetta nessuno. Perché il momento della morte è fissato. Non cambia, non aumenta né diminuisce. La morte deve accadere in un momento fissato. Alla fine la sua morte arrivò e siccome egli sentiva amore per i suoi animali, diventò un vitello. L’agricoltore lo utilizzò per l’attività agricola e quando non gli servì più, quando diventò troppo vecchio, fu venduto ai produttori di olio, che utilizzano gli animali per dare potenza al motore. Quando non servì più neanche al produttore di olio, egli lo vendette al macellaio. Kabir Sahib dice: “Quando hai avuto la forma umana di vita non hai meditato. Sentivi amore per i tuoi animali, perciò sei tornato nella forma di un toro. Neppure dopo aver lavorato come un toro i tuoi karma sono finiti, allora sei stato venduto al produttore di

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olio, e siccome i tuoi karma non erano ancora finiti sei stato venduto al macellaio. Il macellaio ti tagliò in pezzi, vendendo la tua carne e la tua pelle. La tua pelle fu venduta e utilizzata per fare i tamburi, ma siccome i tuoi karma non sono ancora finiti vieni preso a botte. I tuoi karma non sono ancora finiti, nascerai e morirai nel ciclo degli ottantaquattro”. C’è una storia dell’epoca di Baba Sawan Singh Ji. C’era un devoto che disse alla sua mente: “Perché non fai vedere il tuo potere, di che cosa sei capace?”. Giusto in quel momento qualcuno portò del miele e ne mise un po’ sulla parete. Un’ape arrivò e cominciò a mangiare il miele dalla parete. Mentre con gli occhi chiusi l’ape mangiava il miele arrivò uno scoiattolo e mangiò tutti e due, il miele e l’ape. Esso stava accanto al proprietario del negozio, che aveva un gatto. Il gatto mangiò lo scoiattolo. C’era lì un cliente che aveva un cane, e il suo cane ammazzò il gatto. Entrambi, il cliente e il proprietario del negozio avevano dei sostenitori. E cominciarono a litigare. Insultare qualcuno, litigare con qualcuno, dire parole cattive a qualcuno sono tutti atti che la mente ci fa fare. Sono tutti giochi della mente. Soltanto la mente può fare in modo che si critichi qualcuno, che si facciano pettegolezzi maliziosi su qualcuno. Questa è la ragione per cui i Santi e Mahatma ci dicono di che cosa è capace la mente e ci incitano a non seguirla e a vivere la vita in accordo agli insegnamenti del Maestro.

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Sant Ji soleva dire: “Siamo stanchi di appropriarci di questo mondo, ma fino ad ora questo mondo non è mai appartenuto a nessuno e non apparterrà mai a nessuno”. Si riporta nel Gurbani che Dio Onnipotente riversa grazia sulle anime e manda il Suo caro Figlio. Quando il Maestro viene, raccoglie le anime da vicino e da lontano, concede loro l’iniziazione e fa fare loro la devozione del Naam. Anche oggi, siamo seduti nel ricordo del Maestro. Dio Onnipotente venne nella forma umana, Egli venne e risvegliò il mondo. Chi era Lui? Egli era il Maestro Sant Ajaib Singh. Sant Ji soleva dire: “Amati, siete stati iniziati. Adesso dovete andare interiormente e incontrare il Maestro”. Dobbiamo sempre ricordare la morte e il Maestro. Chiunque ricordi la morte ricorderà anche il Maestro. Nessuno è rimasto qui per sempre, anche i re sono venuti, sono morti e se ne sono andati. Nessuno rimarrà qui. Questo mondo si distruggerà, è deteriorabile, qui le cose cambiano in continuazione. Dio Onnipotente ci ha concesso la nascita umana unicamente per fare la Sua devozione, in modo che facendo la devozione ci uniamo con Lui. Kabir Sahib dice: “Tutta la felicità risiede nel Naam. Concedimi per favore il regalo della devozione affinché io possa fare la devozione del Naam e incontrarLo”.

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Il Maestro ci ha concesso l’iniziazione. Quando facciamo la ripetizione del Naam, quando facciamo la devozione del Naam, andiamo e Lo incontriamo ed Egli ci dà la felicità. Non importa quanti riti e rituali facciamo, il Gurbani riporta che colui che dimentica il Maestro non sarà mai felice. È giunto il momento della pratica del Simran per un’ora e tutti devono farla amorevolmente.

Sant Sadhu Ram Ji Darshan degli amati che parlano spagnolo

11 maggio 2006

Timber Cove, Usa - Rif. MS 1704 -

Milioni di saluti ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. Sant Ji era solito raccontare la storia di Sussi e Puno. Quando Sussi vide la fotografia di Puno da un fotografo nella località di Abohar, ella pensò: “Potrei io incontrare un amato così?”. Chiese al fotografo di darle la fotografia. Egli rispose: “Posso farne una copia, ma non ti darò l’originale”. Sant Ji soleva dire: “Dove c’è un desiderio, si trova la via”. La legge della natura è che c’è cibo per l’affamato e acqua per l’assetato. Puno venne nel giardino di Sussi. Lei sviluppò amore per lui, e si addormentò.

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Al mattino quando si svegliò si accorse che gli amici di Puno lo avevano intossicato e portato via. Quando Sussi si svegliò, vide il posto di Puno vuoto. Puno se n’era andato, non c’era più. Sant Ji era solito dire: “Questa è una storia, la verità è che l’anima chiama Dio Onnipotente”. Dopo che noi incontriamo il Maestro, dobbiamo fare la devozione del Naam, andare nell’intimo e incontrare il Maestro”. C’è qualcuno che abbia una domanda sul Simran? BALDEV DICE: “SOLO DOMANDE DI UNA RIGA, MOLTO CORTE”. Domanda: Maestro, quando Tu ci insegni ad ascoltare il suono, ci dici di ascoltare quel suono che viene dal lato destro. Con la luce, mi sono accorto che l’immagine che vedo con l’occhio destro è diversa da quella che vedo con l’occhio sinistro. Hai qualche raccomandazione? È una buona domanda. Dovremmo continuare a fare il Simran. Non dovremmo sforzarci di vedere o ascoltare qualche cosa. Questo è il lavoro del Maestro, sta a Lui a decidere se vuole che noi vediamo o ascoltiamo qualche cosa oppure no. Dovremmo fare tutti gli sforzi per fare il Simran. Quando continuiamo con lo sforzo di fare il Simran con assoluta attenzione, qualsiasi cosa che vediamo diventerà chiara. È l’anima che ha le esperienze. Fra l’anima e la mente esiste un nodo fisico. Dobbiamo slegarlo. Questo si può fare soltanto con la grazia del Maestro e facendo il Simran.

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Per avere un’esperienza interna dobbiamo oltrepassare le nove porte che si aprono verso l’esterno. Queste nove porte che si aprono verso l’esterno sono: gli occhi, le orecchie, il naso, la bocca e le due inferiori. Chiudendo i nostri occhi dobbiamo introvertire i nostri pensieri, dall’esterno all’interno, e dobbiamo portarli alla decima porta. Dopo che abbiamo ritirato la nostra attenzione dall’esterno verso l’interno, allora l’anima comincia a viaggiare nei piani superiori. Soltanto l’anima può sperimentare questo. Sant Ajaib Singh Ji Maharaj era solito dire che quando ritiriamo la nostra attenzione dall’esterno attraverso il Simran, allora nessuna parte del corpo, che siano gli occhi, le labbra, le mani o un’altra parte del corpo si muove, e il corpo diventa immobile. Tanto il corpo come la mente devono acquietarsi, e soltanto allora potremo avere delle esperienze interne. Se l’acqua è sporca non potremo vedere il nostro riflesso con chiarezza. Se l’acqua è pulita, allora potremo vedere chiaramente il riflesso. Qualche altra domanda? Domanda: Fare il Simran per le 24 ore significa addormentarsi facendo il Simran o fare il Simran per 24 ore senza dormire? Una volta, questa domanda fu chiesta a Sant Ajaib Singh Ji ed Egli disse: “Figlio, il letto è morbido e su di esso uno si addormenta. Perciò siediti a fare il Simran sul pavimento, su un letto duro o su una piattaforma di legno”. All’inizio, finché non assaporiamo il sapore del Naam interiormente, può sembrarci difficile fare il Simran, ma dopo che la mente comincia a trovare piacere nel fare il Simran, allora non sarà così difficile, a quel punto ameremo farlo.

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Kabir Sahib dice: “Qualsiasi cosa noi facciamo con amore, che sia il Simran o qualunque lavoro del mondo, potremo farlo facilmente”. Da tante ultime nascite la nostra mente ha l’abitudine di coinvolgersi nel mondo e negli affari mondani. Continuamente vaga all’esterno. Sant Kirpal Singh Ji soleva dire: “Non dobbiamo essere pigri né avere fretta”. Adagio, fate in modo che la mente sviluppi l’abitudine di fare il Simran, aggiungendo un minuto al giorno al tempo che dedicate al Simran. Kabir Sahib dice che le donne, le sorelle lavorano in cucina. A loro piace tagliare e cuocere le verdure, preparare i ciapati e altri pasti e gestire i lavori di casa. Loro ricordano con chiarezza i lavori da fare, che lavorano nella cucina, che gestiscono il lavoro a casa, con assoluta chiarezza ricordano i lavori che devono fare a casa. Nel momento in cui ci pensano, riescono a concentrarsi facilmente e hanno tutto molto chiaro davanti ai loro occhi. Il contadino, l’agricoltore sa che deve seminare i semi, sa che deve preparare la terra, e che deve seminarla. Nella sua mente il piano è molto chiaro. L’uomo d’affari si dedica agli affari, sa che cosa deve acquistare al mercato, che cosa deve vendere, ricorda sempre quali cose deve prendere al mercato, quali cose deve vendere. Nel momento in cui egli ci pensa, tutti i dettagli vengono alla sua mente. Ci sono i costruttori. Il costruttore ricorda sempre che materiali deve portare, che cosa ha, quanto lavoro deve fare, come farlo. Quando lui ci pensa, tutto gli viene chiaramente in mente. In modo simile, quando il Maestro ci concede l’iniziazione ci dà parte della ricchezza del Naam che Egli stesso ha guadagnato. Dopo di questo è dovere del discepolo ritirare i suoi pensieri dal

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mondo e dagli affari del mondo e attaccarli al Naam che il Maestro gli ha dato. Mohamed Sahib aveva due amici. Una volta Egli chiese loro: “Che cosa avete in questo mondo?”. Il primo si alzò e cominciò ad enumerare: “ho mia moglie, ho i miei figli, ho i miei parenti, possiedo macchinari, proprietà, ho tanta ricchezza, ho questo lavoro”. In questo modo egli trascorse mezz’ora enumerando ciò che aveva in questo mondo. Dopo fu il turno del secondo amico. Anch’egli cominciò ad enumerare: “ho una sposa, ho figli, possiedo proprietà, ho tanti membri nella mia famiglia, ho questo e quell’altro”, e anch’egli trascorse quindici minuti enumerando i suoi possedimenti. Quando arrivò il turno di Mohamed Sahib, egli si alzò e disse: “Ho soltanto uno, il mio Dio Onnipotente”. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Coloro che occupano posizioni elevate hanno più problemi”. Perché non si diventa più tranquilli o più felici avendo più ricchezza. Kabir Sahib soleva dire: “Se devi fare un letto con una corda di cotone piena di nodi, non ci riuscirai”. Altrettanto, se la nostra mente è intrappolata in questo mondo e nelle cose del mondo non riusciremo a fare la meditazione. Si riporta nel Gurbani che l’intossicazione del Naam rimane giorno e notte. Dopo che ci si è intossicati con il Naam, quella intossicazione non finisce mai. Kabir Sahib dice che se c’è un pappagallo che viene e si posa sull’antenna che gira sopra il tetto della casa e pensa: “L’antenna mi ha preso e non mi permette di volare”, chiunque stia guardando dirà: “No, non è l’antenna che ti ha preso, sei tu che non vuoi alzarti e volare, tu puoi volare quando lo desideri”.

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Sant Ji diceva: “Amati, quando i vostri predecessori se ne sono andati da questo mondo non hanno portato con sé ne soldi né ricchezza”. Quando moriremo non porteremo con noi neanche il nostro corpo; questo diventerà una manciata di cenere oppure si seppellirà sotto terra in una fossa, e alla fine il corpo diventerà parte della terra. Si riporta nel Gurbani che se verso la fine della nostra vita le nostre speranze e i nostri desideri sono rivolti alle nostre proprietà, la prossima nascita sarà nella forma di uno spettro. Se verso la fine della nostra vita le nostre speranze sono rivolte all’illusione, alla ricchezza, ai soldi, eccetera, allora la prossima nascita sarà nel corpo di un serpente. Se verso la fine della nostra vita i nostri attaccamenti saranno rivolti verso i nostri figli e figlie la prossima nascita sarà come un maiale. La nostra mente ha continuamente ha dei desideri e la nostra prossima nascita dipenderà dai desideri che avremo nell’ultimo momento. Kabir Sahib dice: “Dopo che abbiamo ottenuto il Maestro, che siamo andati al Satsang, che abbiamo ricevuto l’iniziazione, allora dobbiamo ridurre l’attaccamento che abbiamo verso il mondo”. Kabir Sahib dice: “Nessuno ci appartiene, soltanto il Maestro è nostro”. Sant Ajaib Singh Ji Maharaj soleva dire: “In questo mondo non conosco nessuno tranne Sawan e Kirpal. Non conosco nessuno e nessuno mi appartiene. Non sono di questo mondo”. Kabir Sahib dice che l’uccello dell’acqua vive nell’acqua, ottiene il suo cibo dall’acqua, ma quando vola lo fa con le ali asciutte.

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Kabir Sahib ci dà l’esempio dell’uccello che non beve l’acqua dei laghi, dei ruscelli, delle fognature o del mare. Quest’uccello, che si chiama papiya, dice: “Se io bevo l’acqua dei laghi, dei ruscelli, degli stagni, eccetera, darò un cattivo nome al mio clan”. Perciò egli beve soltanto l’acqua della pioggia. Sant Ajaib Singh era solito dire: “Quanto amore dovrebbe esserci fra il discepolo e il Maestro?”. Dal momento che il pesce ama l’acqua, nel momento in cui egli è fuori dall’acqua muore. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che lo Shabd o il Maestro è il padre e il discepolo è il figlio. Finché il bambino prende il dito del padre, entrambi possono andare insieme e il bambino è molto contento, e si gode quello che vede intorno a sé. Nel momento in cui il bambino lascia il dito, intorno tutto rimane uguale ma al bambino non piace niente, egli non è felice. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Noi facciamo il Simran. Dopo aver fatto il Simran dobbiamo analizzare se il tempo che dedichiamo al Simran è aumentato o diminuito, se il tempo è diminuito dobbiamo cercare di trovare i motivi, che cosa abbiamo fatto, che cosa è andato male. Ugualmente, se non stiamo progredendo come progredivamo prima dobbiamo analizzare e trovare la ragione per questa mancanza di progresso”. Perché il nostro Simran non è sempre uguale, alcune volte aumenta e altre diminuisce. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Se il nostro Simran è diminuito, ovviamente ci sarà una ragione della quale la nostra mente è colpevole. Se noi ci pentiamo, il Maestro sarà compiaciuto e ci darà qualche beneficio”. Sant Ajaib Singh Ji Maharaj era solito dire: “Il discepolo che riesamina ciò che ha ascoltato al Satsang, che pensa al Maestro, si chiederà come mai il suo Simran è diminuito”.

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Sant Ji dice che Egli Stesso protegge i discepoli, fa far loro la devozione del Naam. Lui stesso si è preso sempre cura dei suoi discepoli. Lui stesso fa in modo che i discepoli ripetano il Naam. Perché ripetendo il Simran la nostra mente diventa limpida, pura e umile.

Sant Sadhu Ram Ji Darshan degli amati che parlano inglese

10 maggio 2006

Timber Cove,Usa - Rif. MS 1705 -

Come stanno gli amati? Amati: Felici! Benissimo! Molto bene! Come va il Simran degli amati? Amati: Molto bene. Molto bene. Sant Ji soleva dire che il Simran è quell’unica cosa che compiace il Maestro. Dobbiamo fare il Simran con amore… …e non dobbiamo avere alcuna speranza, desiderio o volontà. Domanda: Una domanda che è stata posta al Maestro diverse volte è: “Per avere un buon Simran, su che tipo di superficie

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dobbiamo sederci, che tipo di cibo dobbiamo mangiare e a che ora dobbiamo sederci a meditare?”. Sant Ji disse tante cose riguardo a come fare un buon Simran. Una volta, nell’Ashram, il langar era stato preparato e dopo che ogni amato aveva mangiato qualcosa era avanzato, allora fu detto a un amato di distribuirlo nel villaggio vicino. L’amato uscì dall’Ashram con un secchio pieno per andare a distribuirlo nel villaggio vicino, ma poi pensò: “Chi andrà nel villaggio e lo distribuirà? Me lo mangio da solo proprio qui!”. Così, egli finì tutto ciò che c’era dentro il secchio e poi cadde lungo disteso per terra in quel posto. Qualcuno venne da fuori per incontrare il Maestro, e andando dal Maestro gli disse: “Maestro c’è qualcuno sdraiato morto fuori dal tuo cancello”. Il Maestro uscì e disse all’amato: “Amato, hai bisogno che ti porti dei digestivi?”. Egli rispose disse: “Maestro, nel mio stomaco non c’è spazio neanche per le medicine digestive”. Per quanto riguarda il cibo, Sant Kirpal Singh Ji soleva dire: “Amati, dovete prendere sufficiente cibo per riempire metà del vostro stomaco; della parte restante un quarto deve essere riempito con acqua e il resto deve rimanere vuoto, per poter respirare come si deve”. Noi riempiamo totalmente il nostro stomaco con il cibo… ...e l’acqua, diciamo: “Può passare per gli spaziettini”… ...e la respirazione: “Non mi preoccupo se essa procede o no!”. Dobbiamo assumere il cibo secondo le nostre necessità, in modo che possiamo respirare come si deve e anche meditare.

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Se prendiamo cibo puro, satvico, leggero, e se mangiamo ciapati e lenticchie, eccetera, con questo potremo fare meglio la meditazione. Il Maestro ci fa astenere dalle uova, dal pesce, dalla carne, dai cibi non-vegetariani, dall’alcool, eccetera. Egli ci dice di non assumere quelle cose che hanno l’effetto di procurarci più calore, perché anche queste non ci permettono di mantenere calma la nostra mente. Se vogliamo progredire nella meditazione, allora Sant Kirpal Singh Ji soleva dire: “Quando ci sediamo per meditare dovremmo essere soltanto io e il mio Maestro, e nessun altro”. Sant Ji soleva dire alle persone che hanno una vita di famiglia: “E’ vostra responsabilità prendervi cura dei bisogni dei vostri figli e contemporaneamente meditare. Dovete alzarvi alle tre del mattino. Il Maestro vi ha iniziato. Trascorrete due o tre ore facendo il Simran del Maestro”. Attualmente la nostra mente è occupata nelle attività esterne del mondo, ma quando va interiormente e diventa uno con lo Shabd Naam, allora la nostra devozione per il Maestro sarà completa. Quello che mangiamo non dovrebbe dipendere dal gusto, ma dovremmo mangiare soltanto per riempire il nostro stomaco, per tenerci in forma ed in salute in modo da poter fare un Simran migliore. Per quanto riguarda il gusto della lingua, il Maestro dice: “Una volta, Guru Nanak Dev Ji stava viaggiando insieme a Mardana quando il potere negativo si presentò davanti a loro assumendo una forma molto pericolosa e disse: “Porterò le persone all’inferno in due modi: il primo è attraverso la lingua, il secondo attraverso l’organo per il quale passa l’urina”.

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Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che dopo che abbiamo incontrato il Maestro, ascoltato il Satsang e ricevuto l’iniziazione, allora il nostro dovere è fare il Simran. Guru Arjan Dev Ji dice che dopo aver incontrato il Maestro, essere andati al Satsang e aver ricevuto l’iniziazione, allora il nostro dovere è andare interiormente, alla decima porta, perché è lì che il Maestro appare e ci fa bere il nettare del Naam. Una volta, Akbar e Birbal stavano parlando. Il primo disse: “Una persona è già formata prima della nascita e viene avendo già uno stile specifico”, ma Birbal disse: “No, quando si viene a questo mondo uno ha ancora tante cose da imparare, deve ancora ricevere un’educazione e diventare quello che è destinato ad essere”. Il re Akbar disse al suo primo ministro Birbal: “No, è Dio Onnipotente che decide come dev'essere una persona, e la persona viene già formata”. Birbal disse: “No, ti sbagli!”. Gli fu chiesta una prova sul fatto che ciò che diceva era vero. Allora, gli fu dato un tempo di dodici anni per provare la verità dell’affermazione che aveva fatto. Egli prese circa venti bambini e delle bambinaie mute per prendersene cura. Siccome le bambinaie che si prendevano cura dei bambini non sapevano come parlare neanche i bambini impararono come parlare e di conseguenza, dopo dodici anni, quando quei bambini furono portati davanti al re si comportarono come animali, facevano soltanto dei segni, non sapevano parlare. Il discepolo deve diventare come il Maestro. Dipende dalla volontà del Maestro portare il discepolo fin dove Egli vuole, ma può portarlo soltanto fino al posto in cui Lui stesso è arrivato. In questo modo, il primo ministro Birbal dimostrò al suo re Akbar che la sua affermazione era corretta.

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Noi non abbiamo visto Dio Onnipotente, ma abbiamo visto il nostro Maestro. Il Maestro è Colui che ci parla di Dio Onnipotente. Sant Kirpal Singh Ji soleva dire che dopo che abbiamo incontrato il Maestro il dovere del discepolo diventa quello di modellare la sua vita secondo gli insegnamenti del Maestro. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che quando il Maestro utilizza parole dure esse ci sembrano dolci. Il Maestro vuole che seguiamo il sentiero corretto e ci impedisce di fare cose sbagliate. Egli non utilizza parole dure con noi senza motivo. Quando il Maestro ci elogia, allora dobbiamo considerare che abbiamo avuto successo. Si riporta nel Gurbani che se sacrifichiamo la nostra mente e il nostro corpo per il Maestro e viviamo la nostra vita secondo gli ordini del Maestro, allora Lo incontreremo nell’intimo. Guru Amar Dev Ji prese rifugio nel suo Maestro una volta, e non lo abbandonò più. Anche Guru Angad Dev Ji andò da Guru Nanak Dev Ji una volta, e non lo abbandonò più. Baba Sawan Singh Ji prese rifugio nel suo Maestro. Suo figlio aveva circa trentadue anni. Lavorava come ingegnere subalterno, chiamato in India “oversir”, e il suo momento finale era giunto. Egli gli fece esalare i suoi ultimi respiri nella stazione di Beas. Lui sapeva che se avesse portato il figlio all’Ashram di Beas allora Bibi Rukho gli avrebbe chiesto di

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prolungare la sua vita e questo avrebbe danneggiato il Suo essere un buon discepolo del Maestro. Nella vita abbiamo momenti buoni e momenti difficili, ma tutto ciò accade nella volontà del Maestro. In quel momento, guardando dentro di sé, Baba Sawan Singh Ji disse: “Non sentii felicità né tristezza”. Egli disse: “Avevo la grazia del Maestro con me”. Così è la vita di colui che accetta di vivere nella volontà e seguendo gli ordini del Maestro. Il seguente è un avvenimento dell’epoca di Guru Nanak Dev Ji. Egli aveva un discepolo di nome Lalo. Il figlio di Lalo era morto in un incidente e lui stava facendo la pira funebre, il lettino sul quale si porta il corpo alla cremazione. Una persona che indossava il vestito dei sadhu venne da lui. Questa persona andò da Lalo e lo salutò. Lalo disse a quella persona: “Senti, io sto facendo un lavoro molto importante, impiegherò circa due ore per finirlo. Parlerò con te e mi prenderò cura di te quando avrò finito”. Quel sadhu chiese a Bhai Lalo: “Perché stai facendo questo?”, e Bhai Lalo gli rispose: “Mio figlio era andato a prendere mia nuora a casa dei genitori quando ha avuto un incidente per strada ed è morto; perciò sto facendo questo per trasportare il suo corpo”. Quel sadhu disse: “Se tu sapevi che una cosa simile stava per accadere avresti dovuto andare con lui, avresti dovuto trovare il modo di salvarlo. Tu non sei andato a salvarlo. Mi sembra che non ti stai comportando come il suo vero padre”.

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Bhai Lalo disse a quel sadhu: “Guarda, amato, qualsiasi cosa succede, accade secondo gli ordini di Dio Onnipotente, del Maestro”. Egli era un vero discepolo, un gurumuk, e disse: “Un vero discepolo accetta la volontà del Maestro con un sorriso”. Siccome quel sadhu diceva che uno dovrebbe impedire che accadano quelle cose che non vogliamo che accadano, Bhai Lalo gli disse: “Bene, amato, adesso ti dirò che fra otto giorni sarai impiccato sotto quest’albero. Puoi fare ciò che vuoi per salvarti”. Ora, sentendo che sarebbe stato impiccato sotto quell’albero, il sadhu immediatamente cominciò a correre. Egli corse per tre giorni. Stanco egli si addormentò sotto un albero. Il giorno dopo, ancora una volta cominciò a correre, ritornò allo stesso albero e stanco si addormentò lì. Mentre dormiva, indossando il vestito dei sadhu, un ladro che aveva commesso un furto si avvicinò. I ladri avevano diviso il bottino ma era rimasta una collana, che era la collana della regina. Siccome la collana era una ma i ladri erano due, invece di litigare essi pensarono: “Questo sadhu si sta riposando qui, per che non offrirgli questa collana?”. E siccome la collana fu trovata in possesso del sadhu, la polizia che andava dietro ai ladri arrestarono il sadhu. In quei tempi la legge in quel posto era tale che chiunque fosse stato trovato con il bottino sarebbe stato considerato il ladro e punito. Egli fu portato dal re, il quale ordinò che fosse impiccato. Allora, di solito si concedeva un ultimo desiderio a colui che doveva essere impiccato. Gli veniva chiesto quale fosse il suo ultimo desiderio, cosa volesse mangiare o chi desiderasse incontrare.

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Quel sadhu disse: “Il mio ultimo desiderio è incontrare Bhai Lalo”. Quando egli incontrò Bhai Lalo disse: “Fai qualsiasi cosa per salvare la mia vita, io mi inizierò e farò la devozione del Maestro”. Bhai Lalo disse: “Il mio Maestro è Guru Nanak Dev Ji. Farò una richiesta a Lui e anche tu pregalo, chiediamo tutti e due, preghiamolo”. I ladri furono presi e pensarono: “Noi abbiamo dato la collana a quel sadhu, non vogliamo che egli sia impiccato per un atto che non ha commesso”. Dio Onnipotente riversò la grazia e il sadhu fu messo in libertà. Kabir Sahib dice anche che neanche una foglia si muove senza gli ordini di Dio Onnipotente. Una volta, il Signore Rama chiese al suo Maestro se qualcuno era stato in grado di controllare la mente. Il suo Maestro, che si chiamava Washisht, rispose: “È difficile credere che Dio Onnipotente abbia creato un essere capace di bere tutta l’acqua del mare in tre sorsi, ma nonostante questo, per un istante posso accettarlo. Non è facile accettare che Dio abbia creato un essere capace di controllare l’aria di tutto il mondo, ma per un momento posso anche accettarlo, ma non accetterò se qualcuno afferma di aver controllato la mente. Non è accettabile, non è possibile che qualcuno sollevi una montagna, ma per un momento posso anche accettare che Dio Onnipotente abbia creato un essere capace di sollevare una montagna. Ma non accetterò che Dio Onnipotente abbia creato qualcuno che sia capace di controllare la mente”.

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Si riporta nel Gurbani che colui che vince sulla mente, vince sul mondo. Guru Nanak Dev Ji dice che se noi cerchiamo di fare una cosa come l’hatha yoga, dove cerchiamo di controllare le cose “senza farle” attraverso l’hath, la nostra mente desidera fare quelle cose, è come mettere un serpente in una scatola. Se prendiamo un serpente e lo mettiamo in una scatola, avrà la stessa rabbia, lo stesso veleno dentro di sé. Dopo che abbiamo incontrato il Maestro, che siamo andati al Satsang, che abbiamo ricevuto l’iniziazione, allora il Maestro diventa il nostro guardiano. Il Maestro diventa la persona capace di controllare il serpente, o togliendogli il sacchettino del veleno oppure i denti, rendendolo inoffensivo. Il Maestro può fare in modo che la mente e i cinque ladri diventino inoffensivi. Così come se facciamo bere piombo a un topo, questo non muore, non si muove, rimane nell’identico posto dov’era. Similmente, quando facciamo il Simran, l’ira, l’avidità, la lussuria, l’ego e l’attaccamento muoiono e il Simran diventa il nettare per la nostra anima. Sant Ji era solito dire che la mente non può essere controllata con nessun mezzo del mondo, con nessuna attività esteriore. Soltanto lo Shabd può farlo. La nostra mente è l’amante dei piaceri. Una volta che le avremo dato il sapore del Naam, essa lascerà i sapori dolci e amari del mondo e desidererà avere soltanto il nettare del Naam. Kabir Sahib dice: “Tutta la felicità risiede nel Naam”. Quando diventiamo gurumuks, quando diventiamo i veri seguaci del Maestro, allora otteniamo tutta la felicità del mondo.

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Sant Sadhu Ram Ji

Darshan degli organizzatori 10 maggio 2006

Timber Cove, Usa - Rif. MS 1706 -

Maestro: Tutti gli amati sono contenti? Amati: Si!! Grazie. Maestro: Come va il Simran degli amati? Amati: Cosí cosí! Sta migliorando! Se aumentate di un minuto ogni giorno allora non vi sarà difficile. Se cerchiamo all’improvviso di aumentare il tempo allora questo sarà molto difficile. Sant Ji soleva dire che le debolezze commesse dalla nostra mente ci hanno fatto cadere; questa è la ragione per cui non possiamo aumentare all’improvviso il tempo che dedichiamo alla meditazione. Dobbiamo incrementarlo di un minuto al giorno. Guru Nanak Dev Ji diceva: “L’indulgenza, che sia della vista o della lingua, mangiando diversi tipi di cibo, oppure che si tratti di indossare vari tipi di vestiti, o qualsiasi altra debolezza abbiamo verso il mondo, sono tutte malattie”. Una volta Guru Nanak Dev Ji stava parlando con alcune persone chiamate bramini, che in India sono persone appartenenti ad una casta specifica, e sono incaricate di fare le preghiere e studiare gli scritti religiosi, eccetera. Guru Nanak Dev Ji disse loro: “Potete aver avuto nascita da un bramino, ma sarete veri bramini solo se andrete fino a Brahm e controllerete queste cinque cose: la lussuria, l’ego, l’attaccamento, l’avidità e l’ira”.

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Sant Ajaib Singh Ji Maharaj disse: “Pulisci il tuo cuore, dopo di che Dio Onnipotente lo visiterà”. Sant Ji era solito dire: “Come può il Maestro manifestarsi in un posto dove emergono i pensieri lussuriosi?”. Il Naam e la lussuria sono nemici fra di loro. Se ci coinvolgiamo nella lussuria, allora quando ci sediamo per ripetere il Naam la nostra anima non progredisce e non si innalza, ma piuttosto cade in basso. Sant Ajaib Singh Ji dice: “La notte e il giorno non possono essere nello stesso posto allo stesso tempo”. Perciò, dopo che abbiamo conosciuto il Maestro, che abbiamo partecipato al Satsang, che abbiamo ricevuto il Naam, dovremmo evitare queste cose. Chi degli amati qui presenti, dopo aver ricevuto l’iniziazione ha lasciato queste cose? Chi si è disfatto dell’ira, dell’avidità, della lussuria, dell’ego e dell’attaccamento? Amati: Soltanto Tu, Maestro! Dobbiamo sforzarci per proteggerci da essi. Quando qualcosa va male, anche se soltanto un pochettino, molto velocemente la rabbia prende controllo su di noi. Il mio amico avvocato ha deciso che quando il Maestro concede l’iniziazione, è solito far sedere gli amati per un’ora, per cominciare. E questo accadeva anche quando Sant Ajaib Singh dava l’iniziazione. E se l’ira prende il controllo di noi, se si accende in noi allora dobbiamo sederci a meditare per un’ora in più.

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E se l’ira torna una seconda volta, allora due per due è uguale a quattro. Così l’ira si calmerà. Swami Ji Maharaj dice che il potere negativo ha sparso la sua rete insieme a questi cinque ingannatori. Kabir Sahib dice che una volta una persona vide un serpente, e quando era pronto ad ammazzarlo il serpente scappò ed egli non riuscì a farlo. Il giorno dopo, quel serpente morse l’uomo e lo uccise. C’era una volta un uomo che aveva un toro. Egli portò il toro a bere l’acqua. Mentre andavano, l’uomo colpì il toro con un pezzo di legno. Il toro si arrabbiò e con le sue corna lo uccise. Un uomo aveva un cammello, e lo aveva picchiato. Egli stava montando il cammello quando questo diventò testardo e finì per ucciderlo. Noi crediamo che queste cinque cose siano nostre, ma non è così. Queste sono armi e se vengono utilizzate non risparmiano nessuno. Kabir Sahib dice: “Viaggiatori rimanete svegli, i ladri arrivano in paese”. Quando il padrone si sveglia, può salvare la sua ricchezza dai ladri. Dobbiamo svegliarci nello Shabd. Altrimenti, nei confronti di Dio non siamo svegli, siamo addormentati. Nei confronti del mondo siamo svegli. Ma nei confronti di Dio ne sappiamo ben poco e stiamo dormendo.

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Swami Ji Maharaj dice che quando vogliamo compiere un misfatto, quando vogliamo coinvolgerci nelle cattive azioni, il sonno ci lascia e rimaniamo ben svegli, ma quando dobbiamo sederci a meditare il sonno ci infastidisce e ci addormentiamo. La nostra mente è egoista, prende vantaggi dove può e non ha interesse nelle cose in cui non può ottenerli. La mente è responsabile di qualsiasi cosa noi stiamo facendo adesso. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che tutti coloro che hanno seguito la mente sono andati all’inferno. Egli era solito dire, e si riporta anche nel Gurbani, che nella casa di Ravana (che era un grande re dell’epoca del Signore Rama) egli aveva un lakh di figli e un lakh e un quarto di nipoti. Alla fine non rimase nessuno da lui per accendere la lampada. Stiamo viaggiando nel bosco. Quando viaggiamo nel bosco e siamo circondati dai ladri, se qualcuno viene e ci aiuta, Egli sarà nostro. Kabir Sahib dice: “Nessuno ci appartiene, soltanto il Maestro è nostro”. Il mio amico avvocato mi ha fatto una domanda. Egli dice che la gente è mondana, la relazione fra il marito e la moglie è molto intima, ma tante volte gli sposi hanno litigi e qualche volta uno dei compagni muore. Quando la nostra mente sa che questo mondo è una fattoria per Dio Onnipotente e tutto ciò che accade è nella Sua volontà... …quando siamo insieme come marito e moglie e ci ingiuriamo a vicenda, ci arrabbiamo con l’altro oppure ci consideriamo migliori dell’altro e abbiamo cattivi sentimenti verso l’altra persona, allora chi stiamo ingiuriando? Stiamo maltrattando Dio Onnipotente che risiede dentro l’altra persona.

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Kabir Sahib dice: “Tutto ciò che è stato fatto si perde quando l’ego ci colpisce”. Quando sentiamo orgoglio non sappiamo neanche che cosa abbiamo detto all’altro. Quando riceviamo la ricompensa per ciò che abbiamo detto, allora piangiamo ed imploriamo. Questa è la nostra fattoria, raccoglieremo ciò che abbiamo seminato. Abbiamo incontrato il Maestro, siamo andati al Satsang, abbiamo ricevuto l’iniziazione. Prima di aver incontrato il Maestro abbiamo fatto ciò che abbiamo fatto, ma almeno adesso cerchiamo di migliorare il nostro raccolto. Allora facciamo qualcosa di buono nella nostra vita, facciamo delle buone azioni. Se viviamo una buona vita e facciamo buone azioni, allora il Maestro ci ricompenserà. Questa è la ragione per cui dobbiamo vivere la vita secondo gli insegnamenti del Maestro, dobbiamo diventare gurumuks, dobbiamo diventare satsangi. Questo è un avvenimento che Sant Ji soleva raccontare. C’era una persona, un uomo anziano, che si stava avvicinando alla fine della sua vita. Egli si trovava con Sant Ajaib Singh Ji e il Maestro stava controllandogli il polso per vedere se fosse vivo o meno. In India, quando ci si sposa, si lega un filo al polso. Allora quest’uomo disse: “Stai legando un filo al mio polso, mi stai sposando!”. Perché noi non abbandoniamo la speranza di sposarci neanche quando stiamo per morire.

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Che felicità otteniamo nel matrimonio? Che cosa riceviamo con il matrimonio? Quando abbiamo un compagno dobbiamo vivere in amore con lui. Dobbiamo ringraziare il Maestro per qualsiasi tempo di vita Egli ci abbia dato. Prima, il marito e la sposa si sposano, e poi velocemente si separano. Il mio amico avvocato ogni giorno fa in modo che da cinque a sette coppie trovino un compromesso. In realtà loro non hanno grandi conflitti, è una questione di ego e orgoglio che entrano in gioco. Dobbiamo ringraziare Dio Onnipotente e il Maestro per aver dato una sposa allo sposo e uno sposo alla sposa, e dobbiamo vivere una buona vita. Dobbiamo considerare che qualsiasi cosa il Maestro ci abbia dato è una buona cosa. Quando penseremo in questo modo, troveremo manchevolezze nell’altro? Si, ditemi. Amati: No, Maestro. BALDEV DICE: “IL MAESTRO STAVA DICENDO CHE SE NOI CAPIAMO CHE È IL

MAESTRO CHE CI HA DATO UNO SPOSO O UNA SPOSA, E CHE LUI È BUONO O

LEI È BUONA, TROVEREMO ERRORI L’UNO NELL’ALTRO?”. Amati: No!

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Prima di prendere qualcuno come nostro compagno dobbiamo prendere le informazioni necessarie. Quando decidiamo che quella persona ci piace e si diventa compagni, allora si deve rimanere insieme nella felicità e nella sofferenza. Dobbiamo stare insieme per tutta la vita. Tante volte, quando si chiede a qualcuno sul matrimonio veniamo a sapere che quella persona non è ancora sposata ma ha già dei figli. Precedentemente, due Maestri andarono all’estero, uno fu Sant Kirpal Singh Ji e l’altro fu Sant Ajaib Singh Ji. Loro insegnarono agli amati la Sant Mat e spiegarono la relazione tra marito e moglie. Ma nonostante ciò, non ci sono differenze nel modo in cui vivono le persone. Dopo che siamo andati a Satsang e abbiamo ricevuto l’iniziazione, allora il nostro dovere è fare la meditazione per sei-otto ore al giorno. In modo che la nostra mente si svegli e capisca come dobbiamo vivere. Prima della pioggia usciranno le nuvole. L’acqua si unisce con le nuvole, e cade la pioggia. Quando l’acqua cade e la pioggia si riversa in posti alti e bassi si unisce con la sporcizia e altro e sviluppa un cattivo odore. Chiunque passa vicino dice che l’acqua puzza. Quando sorge il sole l’acqua con il calore evapora, e di nuovo alla fine ancora una volta ricade nel mare. Una volta che quell’acqua è ritornata nel mare allora ci accorgiamo che l’acqua non era sporca, era la compagnia che aveva preso che l’aveva resa sporca. Dio Onnipotente ha creato il mondo, e lo ha creato molto buono.

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Dio è dentro gli esseri umani, quando una persona non beve liquori, non prende alcool, quella persona è una buona persona. Dopo aver assunto dell’alcool, uno non vede gli altri come persone vere e proprie, uno le vede come creature insignificanti. Questa è la ragione per cui i Maestri ci esortano ad evitare queste cose, a non prenderle. Così come quando un dottore ci prescrive una medicina, dobbiamo prenderla al momento giusto, così come osservare le precauzioni che egli ci consiglia. Sawan Singh Ji Maharaj soleva dire: “Se tu non vivi la vita come il Maestro ti dice di fare, allora io non ti porterò a Sach Khand”. Mentre siamo qui dobbiamo fare in modo che la nostra vita e la nostra condotta siano buone. È soltanto in questa vita, in questo mondo, che possiamo fare la devozione del Maestro. Possiamo migliorare la nostra vita con il Satsang del Maestro e ascoltando interiormente lo Shabd del Maestro. Kabir Sahib dice che quando incontriamo altre persone, quando siamo in pubblico, nascondiamo i nostri sbagli e manchevolezze e facciamo mostra delle nostre qualità. Ma quando arriviamo dal signore della morte, egli tirerà fuori la lista dei nostri sbagli, delle nostre manchevolezze, dei nostri misfatti, e ci esaminerà. È un ordine del signore della morte che quando una jiva va da lui dopo la morte, le vengano fatte vedere in uno schermo tutte le cattive azioni che ha commesso durante la sua vita, e in base a queste viene spinta nella vita seguente. Guru Nanak Dev Ji dice che anche se la nostra vita fosse lunga quattro età, comunque sia, alla fine il Maestro o lo Shabd devono liberarci.

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Sant Ji soleva dire che fintanto che noi staremo in questo corpo non potremo mai essere felici. Quando siamo nel corpo fisico qualche volta dobbiamo soffrire a causa di febbre o malattie o abbiamo problemi perché dobbiamo rendere conto dei nostri karma. Sant Ji soleva dire che c’era un rishi di nome Gotham che fece tanta devozione. Quando la mente prese controllo su di lui, egli ebbe relazioni fisiche illecite con Ahilia. Il re dei cieli si chiama Indra. Anche coloro che raggiungono il paradiso sono sotto l’incantesimo della lussuria. La lussuria crea problemi anche a loro. Sant Ji soleva dire che Ravana era molto competente, era una persona colta che aveva scritto commenti sui quattro Veda, che sono testi molto conosciuti in India. Egli conosceva i quattro Veda. Anche coloro che lo seguirono finirono all’inferno. Kabir Sahib diede l’iniziazione a Mandodri, la moglie di Ravana. Kabir Sahib venne in tutte le quattro età. Quando Egli iniziò la moglie di Ravana… … lei chiese a Kabir Sahib di iniziare anche Ravana. Egli disse a Mandodri che Ravana era una persona egoista. Kabir Sahib disse: “Egli non riceverà l’iniziazione”. Quando Mandodri chiese a Kabir Sahib ancora una volta di iniziare suo marito Ravana, siccome i Santi hanno un cuore soffice, allora Kabir Sahib disse: “Va bene, chiamalo”. Quando andarono a chiamarlo, Ravana disse: “Chi c’è là? E la persona rispose: “Un Santo si trova là”.

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Nel momento in cui egli ascoltò il nome di Kabir Sahib andò su tutte le furie. Ravana si avvicinò a Kabir Sahib e cercò di colpirlo diciassette volte con la sua spada per ammazzarlo. Egli era Dio Onnipotente, non doveva morire. Alla fine disse a Ravana: “Il signore Rama verrà e ti ammazzerà”. Noi ricordiamo il Maestro perché abbiamo le sofferenze delle nascite e morti. Sant Ji dice anche in un Suo inno: “Diventa un dottore e curaci. Stiamo soffrendo a causa delle nascite e morti. Abbiamo la malattia delle nascite e morti. Tu sei il dottore e tu hai la cura per la nostra malattia”. Per te è questione di uno sguardo, per me è questione di vita. Uno ottiene la liberazione introvertendo la mente. Attualmente il sahans dal kanwal nel nostro cuore è capovolto. Sant Ji soleva dire che quando noi ripetiamo con amore le cinque parole caricate che il Maestro ci ha dato allora il nostro sahans dal kanwal riprende la posizione corretta. Così come se abbiamo un recipiente capovolto e lo lasciamo fuori, non importa quanta pioggia cada, neanche una goccia d’acqua entrerà nel recipiente. Se giriamo il recipiente nella posizione corretta, con la bocca in alto, nel corso di una o due piogge si riempirà. Ugualmente, quando mettiamo il nostro sahans dal kanwal nella posizione corretta potremo ricevere l’amore del Maestro. Sant Kirpal Singh Ji soleva dire che se dedichiamo tutta la vita alla meditazione del Maestro, alla ripetizione delle parole

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caricate del Maestro e dopo questo riusciamo a vedere un guizzo del Maestro interiormente, allora ne sarà valsa la pena. Una volta un amato disse a Sant Ajaib Singh Ji: “Io ho visto un guizzo di luce interiormente, ma poi ho avuto paura di morire”. Sant Ji diceva che per andare lì dobbiamo morire. Colui che ti ha concesso l’iniziazione ha la responsabilità di proteggerti. Sant Ji soleva dire che quando riceviamo l’iniziazione i conti con il signore della morte vengono strappati. Adesso il nostro conto è con il Maestro e nel momento della morte soltanto il Maestro verrà e ci porterà via. Si? Domanda: “Tanti di noi hanno la domanda che per una ragione o un’altra non possiamo andare a dormire nell’ora giusta, o arriviamo tardi e non possiamo svegliarci alle tre del mattino. Che cosa dobbiamo fare?”. I Santi e Mahatma sono giunti alla conclusione che alle tre del mattino non ci sono disturbi e quello è il momento giusto per la meditazione. Perché se noi ci svegliamo a quest’ora possiamo fare il Simran e dopo, in giornata, possiamo fare il nostro lavoro mondano. Se c’è qualcuno che deve lavorare nel turno di notte, questa è una situazione diversa che possono avere una o due persone, allora queste possono trovare un'altra ora per meditare, ma per il resto non si può fare questa concessione. Tutti gli altri devono alzarsi alle tre del mattino e meditare. Guru Nanak Dev Ji Maharaj viveva in questo mondo. Egli ripeté il Simran e al contempo fece il Suo servizio.

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Anche Sant Ajaib Singh Ji lavorò per tre anni e allo stesso tempo ripeté il Simran. Anche Sawan Singh Ji Maharaj lavorò in un’organizzazione del governo e al contempo ripeté il Simran. Anche Sant Kirpal Singh prestò servizio in un’organizzazione del governo e al contempo fece il Simran. Tante volte noi siamo stanchi di fare le faccende in casa e diciamo: “Io sto facendo il Simran, non dovrei fare i lavori di casa”. Dobbiamo eseguire le nostre responsabilità a casa e al contempo fare il Simran. È Dio Onnipotente, lo Shabd che ha deciso che le tre del mattino è l’ora giusta per fare la meditazione. Il tempo fissato da Dio Onnipotente è definitivo e nessuno può cambiarlo, nessuno può aumentarlo o diminuirlo. La nostra mente si sente male pensando che quella non è l’ora per alzarsi. Sant Ji soleva dire che non dobbiamo essere pigri né avere fretta. Se diventiamo pigri continueremo a posporre in continuazione il momento di sederci in meditazione e torneremo a dormire, e quando ci sveglieremo ci sarà già la piena luce del giorno. Quando la mente si sveglia fare il lavoro non è difficile. Quando cominciamo a farlo, all’inizio lo troviamo difficile perché non siamo abituati. Ma non è così difficile come crediamo.

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Quando facciamo il nostro lavoro professionale non ci sembra difficile. Tanti devono lavorare di notte e anche di giorno ma non lo trovano difficile, loro continuano a farlo. Kabir Sahib dice: “Consideriamo Dio Onnipotente come un giocattolo”. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Non dovete considerare il Simran come qualcosa di sconosciuto per voi”. Sant Ji soleva dire: “Avete ricevuto l’iniziazione, svegliatevi adesso amati, dovete svegliarvi”. Egli soleva dire: “Svegliatevi, svegliatevi amati, il viaggiatore se ne sta andando”. Sant Ajaib Singh Ji fece parte dell’esercito dell’India. Il lavoro delle persone nell’esercito è molto difficile. Egli, insieme ai suoi colleghi invitò Baba Sawan Singh Ji a fare un Satsang. Baba Sawan Singh Ji diventò molto compiaciuto con loro e disse: “Non consideratemi come qualcuno sconosciuto per voi, sono un vostro conoscente e sono venuto soltanto per voi”. Ed Egli diventò di Sant Ajaib Singh Ji per tutti i tempi futuri. Quando gli amati andavano ad incontrare Sant Ajaib Singh Ji, egli soleva dire: “Venite amati, siete così belli, mi piacete tanto!”. Quando il Maestro ci dice una cosa del genere allora noi, che conosciamo i nostri sbagli, lentamente smettiamo di commettere quegli sbagli e cominciamo a diventare persone buone. Sant Ajaib Singh Ji ci disse: “Preparate un posto per fare la meditazione e organizzate un gruppo di meditatori”.

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Dopo, Egli fece in modo che quel gruppo di meditatori diventasse il gruppo che accompagna il Santo. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire che ciò che dice un Santo alla fine accadrà senz’altro, non va perso. Perché Essi dicono ciò che il Maestro fa dire loro. Nel 1997 quando Sant Ajaib Singh venne alla casa di Bhagirath Egli disse: “In questo posto faremo un Satsang da un podio elevato”. Ora, ciò che Egli disse è diventata la realtà, e tutti ci siamo resi conto che ciò che il Maestro dice è immutabile, accade in modo uguale e identico a come Egli ha detto. Non ci sono cambiamenti, perché ciò che Egli disse è accaduto. Si fece un Satsang da un podio elevato. Egli aveva detto che quella gente avrebbe smesso di fumare e la gente ha anche cominciato a smettere di fumare. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Ho detto agli amati di Delhi che una strada porta direttamente da Manaksar ad Anupgarh”. Ma nessuno poté capire il significato di ciò che il Maestro stava dicendo. Una volta, mentre pioveva il Maestro riunì tutti gli amati che c’erano con Lui e chiese: “Dove sta cadendo più pioggia in questo momento?”. Tutti gli amati indicarono direzioni diverse, segnalando il posto dove credevano che stesse piovendo di più. Allora Sant Ji disse: “No”, e indicò che stava piovendo di più ad Anupgarh. Ad Anupgarh Sant Ajaib Singh Ji tenne soltanto un satsang, il 26 gennaio del 1997. Quando rientrò, Egli disse a Shashi (una signora che non era andata a quel programma) quando andò a incontrare il Maestro:

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“Tu non c’eri, ma ho tenuto un programma lì ed è stato il programma più bello mai fatto nel mondo intero, in nessuna parte del mondo ho avuto un programma come quello”. Egli disse: “L’amore che ho ricevuto dagli amati lì un amore simile non l’ho ricevuto mai in nessun’altra parte del mondo”. Fu Lui a darci le lodi, noi non potevamo fare niente. Niente è sotto il controllo delle jiva. Le jiva possono soltanto fare una richiesta, una preghiera al Maestro, dopo di che dipende dal Maestro accettarla o meno. Quando il Maestro riceveva gli amati della zona di Anupgarh, Egli era solito chiamarci tutti insieme e ci riceveva insieme. Gli altri incontravano il Maestro in famiglia o individualmente, ma noi lo incontravamo sempre tutti insieme. Non chiedevamo niente al Maestro, non Gli facevamo nessuna richiesta. Perché non ha senso porre delle domande al Maestro, Egli sa che cosa c’è dentro il nostro cuore. Infatti, quando facciamo una domanda al Maestro dimentichiamo il Maestro. Lui non sa ciò che sta accadendo nel nostro cuore? Egli è seduto dentro di noi e osserva tutto. Kabir Sahib dice: “Dio Onnipotente risiede in un posto alto e osserva tutte le attività che ognuno di noi fa. Egli ci dà la ricompensa secondo le nostre azioni”. Anche Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Io non chiesi mai niente al mio Maestro”.

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Possiamo fare una domanda a colui che non sa che cosa succede nel nostro intimo. Egli conosce quelli che parlano e quelli che non parlano. Egli conosce le domande che abbiamo nel cuore. Una volta, Sant Kirpal Singh Ji stava viaggiando in treno. Sul treno c’era una persona che diceva: “Io vi posso dire ciò che c’è nel cuore di ognuno”. Egli diceva a tanta gente ciò che c’era nel loro cuore fino ad arrivare nello scompartimento dove viaggiava Sant Kirpal Singh. Egli disse anche al Maestro Kirpal: “Io posso dirti ciò che hai nel cuore”. Il Maestro rispose: “Scordatelo!”. Egli disse: “No, davvero, posso dirtelo!!!”. Il Maestro rispose: “Va bene, dimmi”. Ma alla fine l’uomo disse: “No, non posso dirtelo”. Anche Sant Ajaib Singh Ji aveva il potere di fare in modo che la gente cadesse per terra soltanto guardandola. Quando Sant Kirpal Singh Ji venne da Lui, Egli utilizzò tutti i suoi poteri con Lui ma non ci riuscì. Egli aveva l’orgoglio, l’ego che nessuno poteva resistere ai suoi sguardi. Colui che ha i poteri li nasconde. Sant Ji soleva dire: “Coloro che diventano veri devoti hanno un passato, loro hanno imparato cose sulla devozione prima di incontrare il Maestro”.

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Questa è la ragione per cui il cuore in cui i Maestri seminano il Naam, nel quale loro si manifestano, ha delle capacità. Sì? NOTA: C’È UNA DOMANDA SENZA TRADUZIONE SUL FATTO DI MANGIARE

SOLTANTO CIBO CUCINATO DA NOI A CASA E COME DOBBIAMO FARE SE

DOBBIAMO ANDARE FUORI. Per gli amati, il cibo che si cucina facendo il Simran è buon cibo. Quando Baghirath soleva andare da Sant Ajaib Singh Ji, per strada c’era un posto chiamato Raisingh Nagar. Egli soleva fermarsi lì, prendere un tè e mangiare qualcosa. Poi Sant Ji gli disse: “Per arrivare al 16 PS da casa tua ci vogliono da due a quattro ore, allora sarebbe meglio che tu mangiassi nell’Ashram e che poi andassi a casa senza mangiare per strada”. Coloro che sono iniziati, coloro che sono gli amati, coloro che sono satsangi, coloro che sono gurumukhs devono preparare il cibo a casa. Prima di tutto, è più economico, e secondo è migliore di quello che si trova altrove o che si cucina negli alberghi. E potremo avere un miglior Simran. Dobbiamo mangiare cibo satvico, che è il cibo puro. Dobbiamo mangiare lenticchie, vegetali, verdure a foglia verde e ciapati. Sawan Singh Ji Maharaj soleva dire che se mangiamo cibo molto saporito e buono non potremo progredire nella meditazione. Guru Nanak Dev Ji disse che una volta il potere negativo assunse una forma dall’aspetto molto pericoloso. Mardana si trovava insieme a Guru Nanak Dev Ji. Egli ebbe paura e disse: “Maestro, che cosa ci succederà adesso?”.

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Il potere negativo disse a Guru Nanak Dev Ji: “Io posso portare le anime all’inferno in due modi; uno è prendendole per la lingua e il secondo è attraverso l’organo dal quale passa l’urina”. Dobbiamo mangiare il cibo non per il suo sapore ma per riempire lo stomaco, per mantenere una buona salute. Sant Ji stesso soleva dire che quando il cibo non piace agli amati, a volte essi lo vomitano. Non lo mangiano neanche quel cibo. Perciò dovremmo prendere soltanto ciapati e lenticchie e fare la nostra meditazione. Guru Arjan Dev Ji dice che le cose che sono cresciute dalla terra, che siano vegetali o frutti, hanno soltanto un elemento. Se ammazziamo la gallina di qualcuno, il peccato che coinvolge quest’azione è maggiore. Se ammazziamo un cavallo, il peccato è ancora più grande. Il peccato coinvolto nel mangiare quelle cose che hanno soltanto un elemento è minore e quel peccato lo possiamo reggere. Cosi come reggiamo il peso dei vestiti e del cappotto, saranno uno o due chili. Quel peso lo possiamo reggere, ma se qualcuno ci dice di reggere cinque quintali sulla nostra testa non ci riusciremo. Guru Nanak Dev Ji dice: “Nessuno può sopravvivere senza mangiare almeno il cibo che cresce dalla terra. Questo implica un peccato, ma non molto grande”. Tutte le forme di vita hanno un’anima. E’ così che crescono. Questa è la ragione per cui nel mangiare c’è peccato, qualsiasi cosa mangiamo, può darsi che ci sia più peccato in alcune cose e meno in altre, ma se noi mangiamo qualcosa che ha meno elementi, allora il peccato che questo implica è minore. Così

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potremo fare la nostra meditazione e al contempo pagare questi peccati. Kabir Sahib dice: “Chi vuole che gli venga tagliata la gola soltanto per via del cibo?”. Se sgozziamo qualcuno, allora anche noi saremo sgozzati. Questo mondo è il mondo del dare e ricevere. Se feriamo qualcuno oggi, allora anche qualcuno ci ferirà. Ciò capiterà da sé, naturalmente. Se facciamo felice qualcuno, se facciamo in modo che qualcuno stia bene, allora Dio Onnipotente ci darà la felicità. Se facciamo felice qualcuno, Dio Onnipotente ci farà felici. Dobbiamo fare la devozione del Maestro. Non feriamo il cuore di nessuno.

Sant Sadhu Ram Ji Darshan degli organizzatori locali

maggio 2006

Timber Cove,Usa - Rif. MS 1707

NOTA: LA PRIMA PARTE DEL DISCORSO DEL MAESTRO È MANCANTE. IL MAESTRO DICE: Avete fatto tutta l’organizzazione, avete decisamente lavorato tanto. Amati: Risate

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Molto bene. Questo è il seva della forma del Maestro. Tutti dobbiamo riunirci e farlo. Se facciamo il seva uniti, sviluppiamo amore. Questa è la ragione per cui tutti dobbiamo riunirci e fare il seva del Maestro, anche coloro che vengono in contatto con noi, se fanno il seva, anche loro svilupperanno più amore. Sant Ji era solito dire che se noi possiamo aiutare un’anima ad uscire dall’inferno e a venire sul Sentiero, allora da parte del Maestro ci sarà una grande ricompensa. Tutti dovremmo perciò riunirci e fare la devozione del Maestro. In questo modo potremo essere liberati dal ciclo delle nascite e morti e i nostri peccati svaniranno. Volete fare qualche domanda? Amato: “Questa è una domanda di meditazione. Se riusciamo a perfezionare il nostro Simran mentre siamo in questo piano terreno, la mente continuerà a disturbarci oppure dovremo aspettare di raggiungere Trikuti perchè essa ci lasci?”. Se seguiamo la tecnica che il nostro Maestro ci ha insegnato… …se ci alziamo alle tre del mattino e dedichiamo da due a tre ore al Simran, allora la nostra mente, che adesso sta vagando fuori, si interiorizzerà. Se ci concentriamo al centro dell’occhio la nostra devozione per il Maestro sarà completa e la mente non ci disturberà piú. Quando raggiungiamo il centro dell’occhio e andiamo a Trikuti, allora la nostra devozione per il Maestro sarà completa. Quando raggiungeremo quel livello, berremo il nettare del Naam. Con questo nettare la mente si calma e trova la pace. Niente in questo mondo ha la dolcezza che c’è nel nettare del Naam.

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A livello del mondo possiamo prendere l’esempio del bambino che piange. La mamma lo prende in braccio e gli da il suo latte. Quando questo latte entra nel corpo del bambino, ha l’effetto di un nettare per il piccolo. Perciò, il latte materno è molto buono per il bambino. Qualunque attività mondana compiamo e qualunque quantità di rituali facciamo, la nostra mente non può trovare pace. Kabir Sahib dice: “Il sapore del Signore nell’intimo è assai dolce; dopo che lo abbiamo assaggiato, la nostra mente abbandona tutti i sapori del mondo”. Anche i devoti vivono in questo mondo, ma siccome prendono il nettare del Naam, le loro menti non si esteriorizzano molto, rimangono interiorizzate. È così, soltanto con il Simran potremo sodisfare la sete inestinguibile della mente. Dobbiamo chiudere le nove aperture che il corpo ha verso l’esterno. Se ci proviamo per alcuni giorni ci riusciremo. La nostra anima, la mente si ritireranno dall’esterno e riusciranno a concentrarsi al centro dell’occhio. Quando progrediremo interiormente fino a Trikuti la mente non ci darà più problemi. Allora la nostra devozione al Maestro sarà completa. Amato: “Prima di tutto vorrei ringraziare il Maestro per essere venuto, grazie per il seva che ci permetti di fare. Sono molto più bravo a fare il seva che la meditazione. Ricevo lo stesso beneficio?”. Sia che facciamo il seva o il Simran, la cosa importante è avere fede. Se abbiamo fede al cento per cento allora avremo successo.

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Il Maestro Sant Ajaib Singh Ji ha detto anche in un Suo inno che in questa età del ferro è più facile prendere rifugio nel Maestro che fare il Simran del Maestro. Il Naam è l’unico e migliore appoggio in questa età del ferro. Quando abbiamo fede nel Maestro tutto sarà nel Suo riparo. Kabir Sahib dice: “ Tutto ciò che hai ottenuto si perde se l’ego si frappone nel cammino”. Dobbiamo proteggerci dall’ira, dall’avidità, dalla lussuria, dall’ego e dall’attaccamento. Sì? Amata: “La domanda è molto simile. Mi sono resa conto che piú faccio il seva, meno faccio il Simran e alla fine mi sembra quasi di muovermi pensando al Maestro ma sto anche pensando ad altre cose. Penso alle cose che ho da fare, alle cose che mi sono scordata e alla fine non faccio per niente il Simran. Non fa niente, ma cerca di fare più Simran possibile. Facendo il seva la nostra mente diventa pura e limpida. Mentre facciamo il seva dovremmo capire che: “Io non sto facendo nulla, sei Tu che fai in modo che io lo faccia”. Guardate soltanto come funziona questo corpo, sempre di corsa. Il corpo può funzionare soltanto finché quella particella di Naam si trova al suo interno. Quando non c’è più, allora questo corpo che proviene dalla terra ritornerà alla terra. E’ per Sua grazia che Egli ci ha dato una nascita in questa forma umana. Soltanto in questa forma di vita abbiamo tutte le comodità, abbiamo molti più vantaggi che in qualsiasi altra forma di vita.

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Se capiamo le istruzioni del Maestro allora saremo felici in questa vita e anche nell’aldilà. Dobbiamo ascoltare il Satsang e capirlo, riflettere su di esso. Riflettendoci e capendolo, dobbiamo modellare le nostre vite secondo gli insegnamenti del Maestro. Dobbiamo vedere ed analizzare ciò che ci viene trasmesso nel Satsang e ciò che stiamo facendo. Brahmanand Ji dice: “La compagnia dei Santi è l’essenza del mondo. Possiamo andare e fare bagni nelle acque sacre in Mathura, Kashi e Haridwar, possiamo andare nei posti sacri di pellegrinaggio, ma con questo la nostra mente non si riformerà. Kabir Sahib ha detto anche: “Soltanto una persona coraggiosa può cambiare le abitudini della mente. Coloro che sono coinvolti nel mondo e nei sapori del mondo, nei piaceri del mondo, e coloro che rimangono inebriati nelle diverse forme di intossicanti che si trovano nel mondo, non saranno mai felici e rimarranno per sempre lontani da Dio Onnipotente”. BALDEV DICE: “OK, QUALCUNO HA QUALCHE ALTRA DOMANDA?”. Amato: “Ti chiediamo perdono se nel fare il seva del Maestro abbiamo ferito qualche cuore. Ti chiediamo anche perdono per qualsiasi altro sbaglio abbiamo commesso”. Da parte del Maestro vi è concesso il perdono. Egli viene per concedere il perdono. Egli non ci può portare via senza prima averci perdonato. Egli ci libera concedendoci il perdono, e soltanto allora ci può portare con Sé. Soltanto il Maestro ci può perdonare.

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Nessun altro ci può perdonare. Chiunque altro è già sotto il fardello dei propri peccati. Il Maestro è libero dal peccato. Egli viene dal quarto piano. Perciò, Egli ci unisce con la forma dello Shabd del Maestro. Dopo che ci ha unito con lo Shabd, Egli ci concede anche qualche esperienza interiore. Non possiamo avere esperienze con nessuna pratica esteriore, con riti e rituali. Possiamo avere queste esperienze soltanto con la devozione al Maestro. E tutte le esperienze interne dipendono della fede che abbiamo nel Maestro. Si per favore, qualcun altro? Una domanda per persona. In modo che ognuno abbia un‘opportunità. In modo che ognuno possa fare una domanda. Amata: “Lei può utilizzare il mio turno”. Va bene, puoi chiedere. Ogni tanto fare delle domande è una buona cosa per noi, ci porta dei benefici. Perché quando facciamo una domanda e otteniamo la risposta da parte dal Maestro su come fare le cose, allora diventa più facile per noi farle. E così gli ostacoli nel nostro cammino si eliminano.

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Altrimenti più avanti ci pentiamo di non aver fatto la domanda e di non sapere che cosa fare. In questo modo possiamo fare nel modo giusto ciò che dobbiamo fare. Amata: Jaimal Singh scrisse a Sawan Singh che l’uomo di per sé stesso non può credere in un modo così risoluto. Voglio soltanto essere sicura che quest’affermazione sia corretta. Se vogliamo sapere come affrontare una situazione nella vita, questa è un’altra cosa. Qualsiasi cosa abbia detto un Maestro Perfetto è vera. Devi leggere i libri di un Maestro Perfetto che sono stati pubblicati quando il Maestro era in vita, in modo che non ci siano degli errori. Possiamo fare delle domande sul modo in cui comportarci nella vita. Qualsiasi cosa sia stata scritta nel libro, dobbiamo implementarla nella nostra vita. Questo è tutto. Amata: “Io ci credo fermamente!”. Ok. La domanda si può fare se non abbiamo capito qualcosa o se vogliamo fare quasiasi cosa e non sappiamo come farla, questo si può chiedere. Ciò che è stato già scritto nei libri dobbiamo leggerlo e dobbiamo seguirlo. Possiamo leggerli e vivere una buona vita. Possiamo migliorare la nostra vita. Quando leggiamo i vari libri sviluppiamo più amore, più anelito, più desiderio di incontrare Dio Onnipotente.

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Ed è così che ci rendiamo conto del tipo di vita che vogliamo vivere. Vogliamo avere una vita buona. E per questo si riporta nel Gurbani: “O uomo, leggi il Bani del Maestro se vuoi diventare la pietra filosofale”. Soltanto il Perfetto Maestro del momento presente ci fa fare il Simran. Soltanto il dottore del momento presente può darci la medicina e curare i problemi e le malattie che abbiamo. Soltanto il professore disponibile attualmente può insegnare agli studenti. Soltanto leggendo i libri dei Maestri del passato non potremo essere liberati. Possiamo ascoltare il Satsang, possiamo leggere i libri dei Maestri del passato, ma è soltanto il Maestro Perfetto esistente attualmente che ci può far meditare. Perciò dobbiamo fare il Simran con amore.... ... e cercare di farlo il più possible. Dopo, quando avremo delle esperienze, avremo fede e diremo: “Si, il Maestro, Dio Onnipotente risiede nel nostro intimo!”. BALDEV DICE: “SI PER FAVORE, QUALCUNO HA QUALCHE ALTRA DOMANDA?”. Amato: Satguru Ji, questa è una domanda molto difficile per me. Ci è stato detto che quando facciamo la meditazione dobbiamo fare la contemplazione del Maestro che ci ha dato l’iniziazione, ma nonostante questo quando mi siedo in meditazione…. è sbagliato.... Per favore, dillo brevemente.

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Amato: È sbagliato contemplare il Maestro attuale? Dobbiamo fare la contemplazione del Maestro che ci ha concesso l’iniziazione. È Lui che deve fare il lavoro. Il lavoro deve essere compiuto dal Maestro del passato attraverso il Maestro attuale. Ma dobbiamo contemplare il Maestro del passato. Tutti i Santi vengono dal quarto piano. Tutti hanno origine da uno stesso luogo. Se amiamo il Maestro allora l’amore per il mondo finisce. La cosa importante è l’amore. Dobbiamo eliminare l’amore verso il mondo e unire il nostro amore con lo Shabd. Possiamo essere stati iniziati da qualsiasi Maestro del passato. Colui che è disponibile oggi farà il lavoro. Egli è il servitore senza compenso. Il Maestro non dice: “Io sono un Maestro”. Egli dice: “Trattami come un tuo fratello maggiore”. Il Maestro è lo Shabd. Dobbiamo fare il Simran dello Shabd. Lo Shabd esisteva prima. Esiste adesso.

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Esisterà in futuro. Tutta la creazione fu originata dallo Shabd. È con il potere e l’aiuto dello Shabd che la terra, il cielo, le stelle, la luna e tutto il resto funzionano. Tutto ha il sostegno dello Shabd. I Santi vengono e ci fanno praticare la devozione di Dio Onnipotente. ChI è il Possessore del mondo intero? Si riporta nel Gurbani che Dio Onnipotente è lo stesso per tutti. Ed Egli rimarrà uno. I Maestri non dicono agli amati di cambiare la loro contemplazione. Loro ci dicono di continuare a contemplare Colui che contemplavamo prima. Gli amati possono aver ricevuto l’iniziazione da Baba Sawan Singh Ji, da Sant Kirpal Singh Ji, da Sant Ajaib Singh Ji, da tanti altri. Ciò non fa nessuna differenza. Per il Maestro la distanza non importa, se siamo lontani o vicini. La notte e il giorno non importano. Neanche importa se siamo uomini o donne. Se amiamo, Egli è dentro di noi. Egli non deve venire dall’esterno. Kabir Sahib dice che Dio Onnipotente si trova in un luogo in alto. Egli osserva le azioni di tutti noi e ci concede la ricompensa secondo le nostre azioni. Il Maestro non viene da fuori.

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Egli risiede dentro di noi. Egli ci fa avere fede in Lui dal nostro intimo. Quando guardiamo il Maestro esternamente, Egli ha una forma fisica, e così sviluppiamo amore nei confronti di quella forma fisica. A meno che Egli non abbia una forma fisica, non potremo capire ciò che vuole insegnarci. L’amore comincia con l’amore verso la forma fisica del Maestro. E alla fine si fonde nell’amore verso il Simran. E allora la nostra devozione per il Maestro è completa. Allora diventiamo uno con Dio Onnipotente. A questo punto, il nostro ciclo di nascite e morti finisce. E l’anima diventa uno con Dio Onnipotente. Perché l’anima e Dio Onnipotente sono uno. L’anima vive adesso nel dominio del potere negativo. E l’anima ha fatto amicizia con la mente. E la mente e l’anima, ambedue, nascono e muoiono. L’anima ha sviluppato amore per il corpo. E’ per questo che essa non lascia il corpo. Guru Nanak Dev Ji dice: “Questo mondo è come un sogno e anche questo corpo si trova in questo mondo; allora anche questo è parte di questo sogno, non consideratelo vostro”. È una casa presa in affitto per cinquanta o cento anni.

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Dopodiché dobbiamo abbandonarla. Se amiamo il mondo allora dovremo nascere ancora in questo mondo. Se amiamo il Maestro allora ci uniremo al Maestro e diventeremo parte di Lui. I Rishi e Muni fecero la devozione perché avevano paura del potere negativo. Sant Ji dice anche: “Abbiamo le sofferenze delle nascite e morti. Diventa un dottore e curaci”.

Sant Sadhu Ram Ji Darshan Palo Alto

Discorso di meditazione 6 maggio 2006

Timber Cove,Usa

- Rif. MS 1707

Milioni di reverenze ai piedi di loto di Sawan Singh Maharaj, Kirpal Singh Maharaj e del Satguru Ajaib Singh. È giunto il momento di fare la pratica del Simran per un’ora e tutti dobbiamo fare il Simran dato dal Maestro amorevolmente. La mente si calma facendo il Simran e soltanto una mente calma può fare la meditazione.

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Sant Sadhu Ram Ji Darshan Palo Alto parte 2

6 maggio 2006

Timber Cove, Usa - Rif. MS 1707 -

Amato: “Se il Maestro permette di fargli una domanda di meditazione, sarebbe questo il momento giusto per farlo?”. Si. Amato: “Per coloro che sono stati iniziati da un Maestro precedente, nel mio caso particolare dal Maestro Kirpal, chiediamo al nostro proprio Maestro oppure al Maestro attuale di aiutarci nelle nostre meditazioni?”. Al tuo proprio Maestro. E quando pregherai il Maestro precedente, allora il Maestro attuale verrà in tuo aiuto. Devi contemplare soltanto il tuo Maestro. La forma dello Shabd del Maestro è soltanto una. Egli può venire in diversi corpi, ma la forma dello Shabd del Maestro è sempre la stessa. Dobbiamo ricevere il potere da Lui stesso. Il mondo intero sta ottenendo il potere da Lui stesso. Quindi, il Maestro può venire in un corpo qualsiasi, il Maestro presente farà il lavoro anche se preghiamo il Maestro precedente. Amato: Allora, se io prego il Maestro precedente l’aiuto verrà attraverso il Maestro attuale? Se hai qualsiasi altra domanda puoi farla.

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Amato: ”Credo di avere tutto chiaro”. La forma dello Shabd del Maestro è una. Il Maestro dice: “Se avete domande potete farle”. Se abbiamo una domanda possiamo farla, in modo che i nostri dubbi siano eliminati. Non siate timorosi di chiedere. Se non avete dubbi allora chiedere non ha senso. Potete fare le domande con una mente aperta. Soltanto sul Simran. Non sul lavoro personale o cose del genere. Soltanto sul Simran. Amato: “È una buona cosa pregare il Maestro di concederci l’opportunità di avere il Suo darshan in qualsiasi momento e in qualsiasi posto?” Si, questo va bene. Vedi, Makhan Lubhana si trovava in una situazione difficile ed egli stava pregando il Maestro. Egli non sapeva in quale forma fisica si trovava il Maestro in quel momento; egli disse: “In qualsiasi forma ti trovi, dovunque Tu sia, vieni in mio aiuto”. Ed egli fu salvato. All’epoca, Guru Tej Bahadur era il Maestro. Egli non lo conosceva neanche. Egli disse: “Qualunque potere, dovunque esso sia, io voglio che il mio lavoro si realizzi”. Quando incontrò il Maestro e parlò con Lui, si accorse che Lui era il Maestro.

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Perciò, lo stesso Maestro si trova in ognuno dei quattro piani. Il sole, la terra, il cielo, le stelle, ogni cosa funziona per merito di quel Suo potere. Amato: “Maestro per favore perdona gli sbagli commessi durante il seva”. Avete fatto un seva molto buono, non ci sono sbagli. Da parte del Maestro vi è concesso il perdono. Tutti voi siete anime care e molto buone. Siete i figli del Maestro. Siete i cari discepoli, i cari sevadar del Maestro. Io voglio a tutti voi tanto bene. Amata: “Tom ed io chiediamo perdono per tutti i nostri sbagli”. Il perdono vi è concesso. Il sentiero dei Maestri è l’unico a dare amore a tutti. Perché lo Shabd è amore. Coloro che hanno amato hanno incontrato Dio Onnipotente, hanno incontrato il Maestro. Per questa ragione se noi facciamo il Simran vedremo Lui in tutti. Così come il sole è al di sopra di tutto. Se vediamo il riflesso del sole nell’acqua, anche se mettiamo tanti contenitori con acqua vedremo in tutti il riflesso dello stesso sole. Dovunque guarderemo potremo vedere il Maestro.

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Tutti i quattro piani funzionano grazie al Suo supporto. Soltanto quando parliamo con il Maestro, otteniamo la conoscenza e Lo riconosciamo. Il Maestro sa, ma il discepolo ancora non sa. Quando parliamo otteniamo la soddisfazione assoluta. In seguito, quando abbiamo qualche esperienza interiore, abbiamo più fede... …più fede nel fatto che siamo stati aiutati... …che siamo stati aiutati nel Simran. Anche Sant Ji soleva dire che il Maestro stesso protegge il suo discepolo. Il Maestro stesso ci fa fare la meditazione. Si riporta nel Gurbani che Egli riunisce agli amati da vicino e da lontano e fa far loro la meditazione. Da soli non ci arriviamo. È il Naam che riunisce tutti. Se il nostro terzo occhio è aperto saremo in grado di vedere tutte le cose. Vedremo che non veniamo per conto proprio, c’è qualcuno che ci porta. Colui il cui velo è rimosso può parlare direttamente con il Maestro. Egli parlerà nello stesso modo in cui stiamo parlando adesso. Sant Ji era solito dire: “Nello stesso modo in cui siamo seduti qui adesso ci siederemo in Sach Khand”. Perché questa è la forma fisica, quella è la forma sottile.

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Il Maestro è compiaciuto quando abbiamo delle esperienze interiori perché in quel modo si sviluppa più amore, quello è il cammino per sviluppare più amore. Dobbiamo avere sempre con noi la compiacenza del Maestro. Durante le ventiquattr’ore ore del giorno, in ogni momento. In questo modo saremo felici in questo mondo e nell’aldilà. La nostra mente non ci lascia neanche un minuto in pace, si coinvolge nei desideri e nei pensieri. Ma con il pianificare non capita nulla, se continuiamo a fare dei piani non avremo successo. Kabir Sahib era solito dire: “Mentre lavoriamo con le mani dobbiamo ricordare il nome di Dio con la nostra lingua”. Guru Nanak Dev Ji dice: “Il mondo è come un sogno”. Il mondo e i sogni sono simili. Nei tre piani niente è permanente. Così come quando ci troviamo in una stazione dei treni o alla fermata dell’autobus, le anime vanno e vengono. Interiormente si trova soltanto Uno, Dio Onnipotente. Ricevendo il Suo darshan tutti i nostri peccati sono lavati. Perché allora uno non riceverà nascite e morti, uno diventa come Dio Onnipotente. Siamo fatti di cinque elementi: acqua, aria, terra, fuoco ed etere. Egli risiede nel sesto elemento. Egli non ha bisogno di nulla.

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Egli non è sotto il controllo di nessuna cosa del mondo. Noi siamo sotto il controllo della mente e delle cose del mondo. Noi siamo gli schiavi. Siamo gli schiavi della mente. Siamo gli schiavi dei cinque ladri. Qualunque ladro ci assalga, ottiene da noi qualunque lavoro egli desideri. La parte del corpo che si trova sotto gli occhi è la parte che nasce e muore. Quando ci troviamo qui siamo sotto il controllo di questi cinque ladri. Quando andiamo al di sopra allora non siamo più sotto il loro controllo. Allora, questi cinque ladri non potranno più attaccarci. Essi diventeranno I tuoi schiavi. Essi saranno sotto il tuo controllo. Fai il Simran per alcuni giorni e riuscirai ad andare al di là di queste nove porte che si aprono verso l’esterno. Il Naam è il nettare che ha un effetto velenoso su questi cinque, e li uccide. Nota: In questo punto c’è un’interruzione dell’audio originale. … La mente ci allontana dal Naam. Noi ci dimentichiamo del Naam. Quando ci sediamo a fare il Simran essa porta i nostri pensieri lontano, nel mondo. Ci fa ricordare le cose più remote.

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E ci fa ridurre la meditazione. Per questa ragione dobbiamo ottenere il lavoro dalla mente con amore. Quando noi ci sforziamo, e gli sforzi sono fatti con amore, allora anche la mente ci si mette. Qualcuno ha una domanda? NOTA: BALDEV FA UN RIASSUNTO: “Loro volevano chiedere perdono per non essere stati presenti al Satsang di ieri. Il Maestro ha concesso loro il perdono, e ha detto che dopo che il Maestro concede il perdono allora nessuno chiede altri conti, anche il signore della morte strappa il conto dei peccati di quella persona, senza chiedere nulla”. Il Maestro è la forma dello Shabd. Kabir Sahib dice che quando una scintilla di fuoco cade sul fieno secco tutto il fieno prende subito fuoco. Perciò Egli cancella tutti i nostri karma. Amata: “Baba Ji, due cose ci stanno veramente uccidendo: una è il sonno e l’altra è la tristezza del mondo”. A che cosa ti riferisci con tristezza del mondo? Amata: “Il sentimento di sofferenza che c’è nei propri karma”. La sofferenza non c’è. Per che cosa soffriamo? Amata: “Per sentimenti feriti…..” Se hai ferito i sentimenti di qualcuno allora devi chiedere perdono. Amata: “E se invece sono i miei sentimenti che sono stati feriti?”.

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Anche allora dovrai chiedere perdono. Amata: “Come posso farlo?”. Il discepolo buono ed intelligente chiede perdono e perdona allo stesso tempo. Anche quando finiva il Satsang Sant Ji soleva dire: “Se ho commesso qualsiasi errore vi prego di perdonarmi”. Lui non sbagliò mai, nonostante questo, Egli chiedeva perdono. Lui insegna al discepolo a chiedere perdono. Sia che abbiamo fatto uno sbaglio o meno dobbiamo imparare a chiedere perdono. In modo che i nostri figli imparino a fare la medesima cosa. Loro impareranno ambedue le cose, a chiedere perdono e a perdonare. Non dobbiamo avere timore, il Maestro ci ha unito con Dio Onnipotente. Quando il Maestro inizia, Egli unisce l’anima con Dio Onnipotente. E porta l’anima nei piani superiori. Il lavoro del discepolo è avere fede. La devozione del Maestro può essere fatta soltanto da colui che ha fede nel Maestro. Perché noi siamo nel dominio del potere negativo. Questa è la ragione per cui il potere negativo è così potente.

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Per questo motivo dovremo avere il cento per cento di fede nel Maestro. Quando meditiamo, allora, Kabir Sahib dice che il potere negativo s’inchina davanti a coloro che meditano e non ha potere per controllare queste persone. In questo mondo non c’è donatore così grande come il Maestro. Anche il Signore della morte dice: “Dopo che una persona è stata iniziata, né io né nessun altro può dirle niente. Tenetevi lontani da quelle persone”. Una volta un’anima era stata iniziata ed ebbe cattivi pensieri e andò all’inferno. Guru Nanak Ji andò lì e con il suo pollice destro svuotò l’inferno. Quando il Re Janak viaggio nei piani superiori ascoltò i pianti e chiese: “Che cosa sono questi pianti?”. E gli fu detto: “Queste sono le anime che non hanno avuto un Maestro Perfetto. Loro stanno chiedendo un Maestro Perfetto, qualcuno che li possa unire con Dio Onnipotente, che li possa aiutare e portare con Sé, per poter essere liberate”. Egli diede mezzo gharì, equivalente a un’ora e mezza del suo Simran e liberò tutte quelle anime. Quindi, è per questo che i Maestri vengono soltanto per le anime. Lui viene per portare le anime con Sé. Amato: “Ti chiedo perdono per non aver eseguito i Tuoi ordini”. Va bene, ti è concesso il perdono. E dovrai meditare cinque-sei ore tutti i giorni.

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Sant Sadhu Ram Ji Discorso in aeroporto

Maggio 2006

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Vi ringrazio tutti, avete fatto un seva molto buono, avete fatto dei preparativi molto buoni. Gli amati qui hanno molto amore. Se mantengono così tanto amore per sempre potranno avere successo. Ma la mente non permette che l’amore si mantenga così per molto tempo, alcune volte ce lo permette, altre invece no. Amato: “Maestro, che cosa dobbiamo fare in modo che quando torneremo a casa l’amore che abbiamo oggi rimanga e aumenti?”. È una domanda molto buona. Per cominciare, gli sposi devono avere molto amore l’uno per l’altra. Devono perdonare gli sbagli del coniuge ed accettare ciò che l’altro dice. Se noi perdoniamo, allora Dio Onnipotente ci perdonerà. Tutti commettiamo errori. Non dobbiamo pensare che noi non commettiamo nessun errore, oppure che soltanto l’altro commette errori. Chiunque può commettere sbagli. Si riporta nel Gurbani che nessuno può incontrare Dio Onnipotente con la furbizia. Se qualcuno pensa: “Sono furbo, sono intelligente”, allora quella persona non avrà successo in questo sentiero.

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Sant Ajaib Singh Ji era solito dire che Dio Onnipotente va in giro con le anime innocenti. I devoti non sono molto furbi, sono molto innocenti. Sant Ji era solito dire che un devoto è come un bambino di 40 giorni. Un bambino di 40 giorni non può fare niente. Quando Dio Onnipotente è compiaciuto con qualcuno allora tutto ciò che questi ha da fare verrà fatto. Quando Ravi Das Ji era giovane, i suoi genitori pensarono: “Lui non sta guadagnando alcun denaro, allora facciamolo sposare”. I devoti, anche quando sono molto giovani, rimangono intossicati con l’amore di Dio Onnipotente. Loro non si preoccupano di guadagnare soldi né di cose del genere. Perciò i genitori di Ravi Das Ji pensarono che se si fosse sposato e si fosse assunto delle responsabilità, allora avrebbe cominciato a pensare a guadagnare dei soldi. Per questa ragione volevano farlo sposare. Dopo il matrimonio, la sposa di Ravi Das soleva fare tutto ciò che Egli diceva. Lei accettava qualsiasi cosa lui dicesse. Se Ravi Das diceva: “È giorno”, lei diceva: “Si, è giorno”. Se Lui diceva: “Sta piovendo”, lei diceva: “Si, piove”. Lei ripeteva qualunque cosa lui diceva. non metteva in dubbio se fosse vero o meno, tutto ciò che lui diceva le andava bene. Lui era un calzolaio. I genitori pensarono che siccome non guadagnava denaro e non faceva fronte alle proprie necessità, allora dovevano separarlo dalla famiglia paterna affinché imparasse ad amministrare i propri affari.

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Egli costruì una capanna per viverci. Faceva il lavoro richiesto da chiunque veniva da Lui, non chiedeva soldi, soleva rimanere intossicato nell’amore di Dio. Una volta ci fu una fiera presso il fiume Gange e molte persone stavano andando li. La sposa di Ravi Das Ji gli disse: “Tutte le persone sono andate alla fiera, andiamo anche noi”. Per proprio conto, i Santi non desiderano andare in questi posti, ma quando un discepolo gli chiede di andare, Loro ci vanno. La gente stava facendo offerte all’acqua, gettando delle monete nel fiume. Ravi Das Ji si recò lí , tirò fuori due monete e invocò il Gange dicendo: “Ti sto offrendo questo denaro, ti prego di accettarlo”. Una mano uscì dal fiume Gange ed Egli vi mise dentro il denaro. Tutte le persone presenti cominciarono a dire che il Gange non aveva tirato fuori la sua mano per prendere i loro soldi. Il Gange aveva tirato fuori la sua mano soltanto per ricevere i soldi di Ravi Das. Accaduto questo, Ravi Das ebbe rinomanza e fama e tutti cominciarono a parlare di Lui dicendo: “Questa è la persona che non è come le altre, è diversa dagli altri”. Una volta, la capanna di Naam Dev Ji prese fuoco, dopo di che il Suo Maestro venne e gli disse: “Ho sentito dire che la tua capanna ha preso fuoco”. La sera, Naam Dev Ji uscì dal paese e stava seduto facendo il Simran. Alcuni degli oggetti che si trovavano dentro la sua capanna avevano preso fuoco, altri erano stati salvati dai vicini.

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I vicini dissero a Naam Dev Ji quando egli arrivò a casa: “Siamo riusciti a salvare alcuni oggetti, altri si sono bruciati”. Naam Dev Ji rispose: “Il mio Maestro era venuto e questa gente non ha permesso che queste cose gli fossero offerte”. Allora egli cominciò a buttare tutte quelle cose nel fuoco, ricordando il Maestro e dicendo: “Ti dò questo, ti offro anche questo”. Dopo che tutto si era bruciato nel fuoco egli andò fuori dal paese, si sedette e cominciò a fare il Simran. Dio Onnipotente pensò che era freddo e che questa persona avrebbe sofferto a causa del freddo non avendo un posto dove andare, perché la sua capanna si era bruciata. Dio Onnipotente venne nella forma di un essere umano. Egli disse a Naam Dev: “Naam Dev, ho sentito dire che la tua capanna ha preso fuoco”. Naam Dev disse: “Perché ti preoccupi? Io sto facendo il Simran, Tu fai il tuo lavoro”. L’uomo disse: “Volevo soltanto chiedere, visto che ho sentito dire che la tua casa è stata consumata dalle fiamme”. Naam Dev Ji disse: “A parte te, c’è qualcun altro che abbia potuto darle fuoco e bruciarla?”. Egli disse: “Semplicemente rimani in silenzio, non dirlo a nessuno e Io ti costruirò una casa”. Ed Egli costruì una casa molto migliore di quella che aveva prima. I vicini andarono da Naam Dev Ji e gli dissero: “Bene, potresti dirci il nome del costruttore che ti ha costruito questa casa? Pagheremo il doppio di ciò che chiede, vogliamo una casa come questa”.

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Egli disse: “Questo operaio non riceve il pagamento in contanti, prende il suo stipendio in amore”. Una volta, Naam Dev Ji preparò un ciapati e un cane glielo portò via. Quando il cane se ne stava andando via con il ciapati, Naam Dev Ji gli corse dietro dicendo: “Dio Onnipotente, io mangio sempre il ciapati dopo avergli messo un po’ di ghee, anche tu dovresti prenderlo così, aspetta un attimo, permettimi di metterci un po’ di ghee!”. Egli inseguì il cane dicendo: “So che sei Dio Onnipotente, per favore, aspetta un attimo!”. Noi non sappiamo in quale forma Dio Onnipotente verrà da noi. Dio Onnipotente può venire prendendo qualsiasi forma. Egli può venire da noi in qualsiasi forma. Egli può venire in qualsiasi momento. Sant Ji Soleva dire che il Maestro può prendere diverse forme. In un posto si presenta in un modo, in un altro si presenta con un’altra forma, e poi da un’altra parte in una forma diversa ancora. Dopo aver ascoltato alcuni Satsang ci rendiamo conto che in posti diversi allo stesso tempo potrebbe esserci il medesimo Satsang. Una volta, Naam Dev stava andando in un posto a Kashi, ma si sentiva stanco. Egli pensò: “Sono stanco, se il mio Maestro ha misericordia di me, mi darà un cavallo per fare la strada”.

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Dio Onnipotente passava di là nella forma di un uomo ricco cavalcando un asino. Quando incontrò Naam Dev Ji disse: “Prendi la corda di quest’asino e caricatelo sulle spalle per me”. Egli disse: “Oh, Dio Onnipotente, io ero già stanco prima e adesso tu vuoi che io mi carichi quest’asino sulle spalle?” . Naam Dev chiese all’uomo: “Da dove vieni?” L’uomo disse: “Io sono musulmano e devo andare a Kashi”. Naam Dev disse: “Li non vive nessun Musulmano”. Lui aggiunse: “So che Tu sei il mio Maestro”. Il Maestro disse allora: “Va bene, puoi cavalcare l’asino”. Se il Maestro è compiaciuto con qualcuno, Egli è sempre con quell’amato. Sant Ajaib Singh Ji soleva dire: “Dopo che il Maestro ci concede l’iniziazione, Egli rimane sempre con noi”. Ma noi non Lo vediamo. Lui ci vede ma noi non lo vediamo. Guru Gobind Singh disse: “Sono venuto in questo mondo per vedere la rappresentazione, il dramma che si mette in scena qui”. Io sto vedendo ciò che il mondo fa. Sant Ji era Onnipotente, il Possessore di tutto. Io sono una persona insignificante. Non so nulla, sono un paesano illetterato. Non sono né educato né possiedo molte conoscenze.

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Sant Ajaib Singh Ji può sapere tutto. Ti vogliamo bene chiunque tu sia. Va bene, grazie. Dovete andare molto lontano e forse siete stanchi. Convivete in amore l’uno con l’altra. Perdonatevi gli errori a vicenda.

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INDICE

Programma di Meditazione Maggio 2006

Timber Cove, Stati Uniti

- RIF. BANITALIA B11 -

Discorso della Meditazione 1 (1702)............................pag. 2… (cd 1 )

Discorso della meditazione 2 (1702)............................pag. 4… (cd 1 )

Discorso della Meditazione 3 (1702)............................pag. 9… (cd 1 )

Discorso della Meditazione 1 (1703)............................pag. 14… (cd 2 )

Discorso della Meditazione 2 (1703)............................pag. 16… (cd 2 )

Discorso della Meditazione 3 (1703)............................pag. 17… (cd 2 )

Discorso della Meditazione 4 (1703)............................pag. 19… (cd 2 )

Darshan degli amati spagnoli (1704)............................pag. 22… (cd 3 )

Darshan degli amati inglesi (1705).............................pag. 29… (cd 3 )

Darshan organizzatori (1706)............................pag. 38… (cd 2 )

Darshan organizzatori locali (1707)............................pag. 56… (cd 3 )

Discorso della Meditazione (1707)............................pag. 67… (cd 3 )

Darshan Palo Alto (1707)............................pag. 68… (cd 1 )

Darshan aeroporto (1707)............................pag. 77… (cd 1 )

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