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Opinioni pag 4 Commenti e notizie dal territorio e dal mondo Festa pag 8 La cronaca della Giornata del volontario del sangue Intervista pag 10 Incontro con Vincenzo Saturni candidato alla presidenza nazionale Quadrimestrale - Anno XXII - N. 2 - settembre 2008 Sangue e futuro Poste Italiane Spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004) art. 1, comma 2 - DCB Milano

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Opinioni pag 4Commenti e notiziedal territorio e dal mondo

Festa pag 8La cronaca della Giornatadel volontario del sangue

Intervista pag 10Incontro con Vincenzo Saturnicandidato alla presidenza nazionale

Quadrimestrale - Anno XXII - N. 2 - settembre 2008

Sanguee futuro

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editoriale

«La politica è l’artedi impedire alla gentedi impicciarsi di ciòche la riguarda»

Paul Valéry

a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

Colpi di solesia a sinistra, nei confronti della donazione di sangue. Al di làdello scivolone d’agosto del ministro Renato Brunetta, che nellasua furia anti-assenteista si è spinto fino amettere in dubbio laretribuzione garantita nel giorno della donazione per gli impie-gati nella pubblica amministrazione. Salvo poi fare marcia in-dietro (saremo indulgenti e attribuiremo l’accaduto al caldo deimesi scorsi). Al di là di questo episodio, la politica si limita ormaida tempo a interventi spot, poco incisivi e per nulla articolati,per lo più concentrati nei mesi estivi, quando proliferano leemergenze. Ma quando tutto è dipinto come allarmante nientelo è più davvero e tutto rimbalza contro un ombrellone di indif-ferenza. La scorta per fronteggiare le secche dell’estate si co-struisce nelle altre tre stagioni. L’ultima campagna disensibilizzazione di ampio respiro promossa dal ministero, cheallora si chiamava della Sanità, risale all’inizio degli anni ’90.Era la campagna di “Mario”, passata sulle reti televisive nazio-nali a tutte le ore del giorno e della notte. Bella, ben fatta, e so-prattutto proposta in maniera insistente e prolungata, perraggiungere ogni tipo di target televisivo. È stato l’ultimo epi-sodio in cui la politica ha dimostrato alta sensibilità verso la do-nazione di sangue. Peraltro la campagna in questione nacquecome risposta a una sfortunata iniziativa condotta da Avis, checominciando a sentire lo scollamento della politica dalla que-stione sangue, elaborò un piano media sulle reti Fininvest. Mail piano di programmazione siglato non diede risultati commi-surati alle spese: la videro in pochissimi. “Mario” venne alla ri-balta subito dopo, come fosse una risposta. Una dimostrazioneche l’apporto delle istituzioni è fondamentale per mettere incampo strategie efficaci. Da lì in poi il silenzio, al di là dei sus-surri estivi. Sia chiaro, le campagne di comunicazione non sonola soluzione in grado di scongiurare da sola l’emergenza. Ma ilmessaggio va lanciato, in continuazione; servono strategie dilungo periodo, progetti seri. E non è un compito che può rica-dere in toto sulle spalle del volontariato.

Tra le tante emergenze che ogni anno “esplodono” nelmese di agosto -caldo, mancanza d’acqua, incendi, sbar-chi di clandestini, rifiuti, sicurezza sulle strade per esodoe controesodo, acque inquinate-, puntuale è deflagrata

anche quella del sangue. E altrettanto puntuali sono arrivati gliappelli da parte delle associazioni che, come la nostra, si oc-cupano di raccolta di emocomponenti. Il Centro nazionale san-gue (Cns), che ha da poco compiuto un anno di vita, halicenziato, in collaborazione col ministero della Salute, la cam-pagna che quest’estate avrebbe dovuto ricordare agli italianidi donare il sangue prima di partire per le ferie. Ma una voltaelaborate, le campagne vanno veicolate. Questa “Summerbeach 2008” si è limitata alla free press (Leggo e Metrobeach) e ai siti delle associazioni di volontariato. Un po’ po-chino, sinceramente. Non ci vuole un esperto di marketing perintuire che il numero di persone raggiunte con questa strategiaè veramente esiguo. Per “uscire” su testate ed emittenti na-zionali (televisione e radio) ci vogliono soldi. Tanti. È evidenteche qui non sono stati investiti. E allora è partita, per fare benpoca strada, questa non-campagna. L’iniziativa segue di quat-tro anni l’ultima “fatica” del ministero della Salute, a firma diGirolamo Sirchia. Anche in quel caso una campagna zoppi-cante. Contestualmente al lancio comunicativo di “Donatori disangue campioni di vita”, nel 2004, si istituiva infatti un portale(www.donareilsangue.it) in cui gli interessati alla donazione disangue potessero trovare informazioni e dare la sua adesione.A visitarlo ora, si è accolti da una home page che recita unoslogan invitante: “Entra anche tu nella squadra dei donatori!”.Abbiamo provato a “entrare”: «Pagina non trovata». Decisa-mente meno accattivante. Evitate pure di cliccare sui link dellealtre sezioni, finirete sempre sullo stesso binariomorto. Un tri-ste epilogo, che ravviva il doloroso ricordo di un altro sito natoemorto nel giro di pochi mesi, Italia.it. Ciò che preoccupa è l’at-teggiamento sempre più distaccato della politica, sia a destra

di Federico Caruso

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cannocchiale

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Era il primo settembre del 2004quando Denise Pipitone scom-parve da Mazara del Vallo. Da al-lora sono passati quattro anni e

Denise, al pari di Angela Celentano, èentrata nei cuori e nelle coscienze ditutti gli italiani. Certo, grazie anche alletrasmissione televisive come Chi l’havisto? che non hannomai cessato di te-nere informata l’opinione pubblica sul-l’evoluzione delle ricerche dellebambine. Ma se da un lato, Denise e An-gela sono “conosciute” per la loro scom-parsa, dall’altro nessuno fa presenteche l’Italia potrebbe essere benissimodescritta come «il Paese degli orchi».Solo nel 2007, i bambini scomparsi e dicui si è persa ogni traccia sono stati 989.

Di questi, 232 italiani e 757 stranieri.Tutti dagli 0 ai 17 anni. Nel 2006, i bimbiscomparsi e di cui non si avevano piùnotizie erano stati 644. L’anno prima,491. Una crescita esponenziale e conti-nua che non accenna ad arrestarsi. I datisono quelli elaborati dalla Direzionecentrale della polizia criminale e sono di-sponibili, oltre che sul sito della poliziadi Stato, anche all’indirizzo internet“cerchiamoibambini.it”, associazioneche si batte perché questa piaga terminie non continui impunita. Per il 2008, lasituazione pare ancora più drammatica:fino al primo aprile di quest’anno, sonostati “censiti” 368 bambini scomparsi(111 italiani e 257 stranieri). Entro la finedell’anno, il numero di questo orrendo

fenomeno arriverà a quota 1.500. In treanni, sul suolo italico, saranno scom-parsi più di 3.600 bambini dagli 0 ai 17anni. La domanda è: dove finiscono que-sti bambini? Che fine fanno? DanieleMartinelli, blogger e giornalista che halanciato l’allarme on-line veicolando leurla dell’associazione “cerchiamoibam-bini”, è perentorio: «Dove potrebberoessere finiti se non tra le fauci dei pedo-fili o di trafficanti di organi?». Certo, icasi di Denise e di Angela, perché veico-lati dalla televisione e dalla tenacia delleloro famiglie, sono da tutti conosciuti.Ma è bene sapere che nel nostro amatoPaese, tutti i giorni, nessuno escluso, trebambini scompaiono nel nulla e non sisaprà mai che fine hanno fatto.

55a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

A Catania il Forum internazionale dei giovani donatoriSono arrivati dalla Danimarca, dall’Angola, dal Congo, dal Gibuti, dal Vietnam, dalBrasile, dal Canada. Tutti con la mente rivolta unicamente alla cultura della do-nazione. A Catania, dal 28 al 31 agosto, si è svolto l’ottavo Forum internazionaledei giovani donatori di sangue: quattro giorni di convegni, workshop, mostre e di-battiti perché la cultura della donazione parte e passa dai giovani. Dopo il salutodel presidente Fiods, Niels Mikkelsen è toccato al presidente di Avis Nazionale,Andrea Tieghi: «Abbiamo voluto quest’edizione del Forum perché la nostra asso-ciazione, nel 2008, è stata feconda di iniziative e proposte sia in ambito nazionalesia internazionale. Le esperienze dei ragazzi di tutto il mondo non possono che ar-ricchire ulteriormente il lavoro che stiamo portando avanti con tanta tenacia».Nel corso del Forum sono intervenuti anche Giuliano Grazzini, direttore del Cns(Centro nazionale sangue) e Andra Volterrani, docente della facoltà di Scienze po-litiche all’Univesrità di Siena. I lavori sono proseguiti con dei laboratori sull’infor-mazione via internet e la realizzazione di campagne di sensibilizzazione.

Il nuovo giornale

NUOVO GIORNALEE NUOVE STRATEGIENEI PROSSIMI GIORNIIL NUOVOWEB PAPERSPEDITO VIA E-MAIL

L’avrete notato: abbiamo cambiato ancora il for-mato del giornale. Nessuno si preoccupi. Il no-stro periodico resta l’house organ che avetefin’ora conosciuto e la linea editoriale non su-birà nessuna conseguenza. La decisione è det-tata esclusivamente da scelte comunicative. Chiconosce bene l’Avis sa che per le sue attività lacomunicazione è fondamentale. Il Forum inter-nazionale dei giovani (articolo qui a fianco) èstato incentrato proprio sulle strategie di pro-paganda e nuove tecniche di sensibilizzazionedella donazione. Avis Legnano, con questo nu-mero, inaugura una nuova stagione. A fianco delgiornale stiamo allestendo una newsletter chepotrete ricevere via e-mail o scaricare dal no-stro sito internet. In ultima di copertina trovateun tagliando dove scrivere il vostro indirizzoe-mail. Consegnate il tagliando nella sede divia Girardi e riceverete il nostro web paper.

A sinistra, Andrea Tieghi, presidente di Avis nazionale. A destra, l’interventodi Giuliano Grazzini, presidente del Centro Nazionale Sangue (Cns).

Delle due l’una: o la nostra classe politica non conosce leLeggi (grave) o fa finta di non conoscerle (ancora peggio). Par-liamo del “voto agli immigrati” estratto dal cilindro dalsegretario del Pd, Walter Veltroni, afferrato dal presi-dente della Camera, Fini, bocciato dalla Lega Nord e,soprattutto, osteggiato da Maurizio Gasparri che, in unadelle sue innumerevoli apparizioni televisive, ha detto:«Dare il voto a chi non è cittadino, anche solo per le ele-zioni amministrative, non sarebbe una scelta giusta».

Sorprendente! Una Legge Comunitaria del 1996 prevedeche gli immigrati non cittadini italiani possono votarealle amministrative e alle europee se si iscrivono alleliste elettorali e se risiedono legalmente in Italia. Go-dono di questo diritto i cittadini di Gran Bretagna, Fran-cia, Germania, Finlandia, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia,Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Por-togallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia, Spagna,Svezia, Ungheria e Romania. Già, anche i Rom.

Luce spenta. Radio Punto?Il 30 settembre del 2007, i setti-manali cattolici «Luce» e «Il Rese-gone» chiudevano i battenti dopo94 e 124 anni di pubblicazioni.Colpa, ha scritto Monsignor Gil-berto Donnini, «della redistribu-zione delle risorse» della diocesi.A San Vittore Olona, Radio Punto,collegata al decanato di Legnano,aveva bisogno di 15mila euro percontinuare a trasmettere. Niet,chiusi i rubinetti. L’intervento ditre parrocchie a fine settembreha dato respiro all’emittente. Peril momento si va avanti, il futuroresta incerto. Ora: la diocesi e ildecanato sono diramazioni peri-feriche della Chiesa Cattolica chefa capo al Vaticano. La «redistri-buzione delle risorse» è una ma-novra dolorosa, ma inappellabile,se mancano i denari. Oltre alleconcessioni e agevolazioni di cuila Chiesa gode in Italia, lo Ior (laBanca Vaticana) ha in cassa liqui-dità per 5 miliardi di euro, offreai correntisti tassi di interesse del12% (!) e, solo negli Usa, nel 2002aveva un patrimonio di 859 mi-lioni di dollari (stima Fed, maismentita). Capitalismo non olet.

Che senso abbia nel 2015 chiamarea raccolta le genti di tutto il mondoper esibire le primizie dell’ingegnoumano non è domanda da guasta-

feste, da snob già infastiditi dal volumealto diffuso dalla kermesse cui Milanodarà ospitalità. Solo una constatazione:l’universo mondo si esibisce ogni giornosenza più nemmeno il bisogno di incon-trarsi nello stesso luogo fisico. Potenzadella tecnologia, magariquella stessa sfoggiatanelle passate edizionidelle esposizioni uni-versali. Ma il Bureau In-ternational desExpositions, motore deltutto, non è rubricatofra le istituzioni di arca-dica memoria, Accade-mia dei Filergiti, degliIntronati, degli Svegliati e consimili, se-polte nella polvere dei secoli o vittime deitagli in Finanziaria. Vivo e vegeto, l’Uffi-cio guarda dall’alto gli Stati scannarsi perospitare l’evento, garanzia di introiti. Echi non accoglierebbe a braccia aperte i29 milioni di visitatori che caleranno aMilano? Così le stime: sarebbero stati dimeno o di più a Smirne, l’altra finalista?O 29milioni è il pacchetto blindato di ar-rivi a prescindere? A ben vedere nonserve nemmeno attendere sette anni: la

sua Expo, l’esposizione delle sue specia-lità, l’Italia, l’ha già fatta. Prescelta il 31marzo, Milano si dà a metà settembre lagovernance dell’evento. E verrebbe dadire “il più è fatto”, perché è nel dosaggiodegli ingredienti la riuscita della ricetta:40 parti di Tesoro, 20 di Comune di Mi-lano, 20 di Regione, 10 di Provincia e diCamera di Commercio nella società digestione. E meno male che ci sono i mu-

gugni di Formigoni ePenati, senza rappre-sentanti nel CdA, adanimare un ambientefattosi natalizio dopo lenomine. Intanto il Bu-reau aveva già fatto sa-pere: datevi unamossa.Ma adesso si può par-tire. Il 30 luglio le istitu-zioni hanno raggiunto

un accordo sulle priorità delle infra-strutture da realizzare: 17 opere per11,3 miliardi di euro. Lavori che non ri-guardano direttamente il sito dell’evento,ma i collegamenti tra questo e Milano,Malpensa e le principali reti viarie e fer-roviarie della Lombardia. Ossia opere diutilità quotidiana, che già dovrebberoesistere. È questo lo scopo vero del-l’Expo, agitare l’acqua stagnante? Già nel1906 l’Expo fu di Milano. Tema: i tra-sporti. Preistoria.

4 a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

Legnano-Europa

Se l’Expo è un déjà vu

Voto agli immigrati: l’ignoranza della politica italiana

Italia, il Paese degli orchi

opinioniopinioni

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biente, del clima, delle condizioni di vita.La nostra società è in continuo muta-mento; un’analisi di questo tipo aiuteràtantissimo la ricerca farmacologica».«Se dall’analisi del Dna donato si arriva,ad esempio, a un farmaco nuovo si pre-vede che dai benefici di tale prodottopossa trarre vantaggio tutta la comunitàdi appartenenza del donatore» ha spie-gato Alberto Piazza, ordinario di gene-tica all’Università di Torino. Il progetto èentrato nella fase di analisi. Dopo unprimo step che ha raccolto circa millecampioni di sangue, adesso è il momentodello studio. «I primi risultati -assicuraGiupponi- arriveranno entro sei mesi.Nel frattempo stiamo continuandol’opera di sensibilizzazione delle AvisProvinciali perché l’obiettivo è di averealmeno 10mila campioni di sangue daanalizzare». Stando al piano di lavoro diCavalli Sforza, infatti, dovrebbero ade-rire al progetto almeno 100 Avis Provin-ciali con 100 donatori ciascuna. Ilprogetto, che ha preso il via cinque annifa durante l’Assemblea Nazionale di Avissvoltasi a Riccione, dovrebbe conclu-dersi entro i prossimi cinque anni.

Altomilanese

Telefonate padaneLEGGO SUI GIORNALI CHE L’OSPEDALE DI LE-GNANO HA SMANTELLATO IL SERVIZIO DI CALL

CENTER LASCIANDO PER STRADA 11 OPERA-TRICI PER ADEGUARSI ALLA DIRETTIVA DELLA

REGIONE LOMBARDIA CHE HA ISTITUITO, CONLA SOCIETÀ LOMBARDIA CALL, UN SERVIZIOUNICO PER LE OPERAZIONI INERENTI LE ATTI-VITÀ DI PRENOTAZIONE E INFORMAZIONE

DELLA SANITÀ LOMBARDA. LOMBARDIA CALLHA SEDE A PATERNÒ, PROVINCIA DI CATANIA,

SICILIA. LA SOCIETÀ È COLLEGATA A LOMBAR-DIA INFORMATICA, AZIENDA DI SERVIZI A CAPI-TALE PUBBLICO COSTITUITA SU INIZIATIVA

DELLA REGIONE LOMBARDIA. ORA, DA 13ANNI IL PIRELLONE È GOVERNATO DAL CEN-TRODESTRA NELLE CUI FILA C’È LA LEGANORD, IL PARTITO DEL «TERRONI», «ROMALADRONA», «PADRONI A CASA NOSTRA»,«FEDERALISMO O MORTE» E QUELLE ROBE LÌ.SBAGLIO, O MI SONO PERSO QUALCOSA?

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Si chiama “Progetto Genoma” e hacome obiettivo quello di mappareil Dna degli italiani al fine di indivi-duare i geni connessi all’insor-

genza delle malattie più diffuse. Ideatoda Luca Cavalli Sforza, genetista emeritodella Stanford University, il progetto hapotuto prendere il via grazie alla colla-borazione della nostra associazione che«ha aderito senza riserve», commentaDomenico Giupponi, direttore sanitariodell’Avis Provinciale di Bergamo e re-sponsabile del progetto per conto diAvis. L’idea di Cavalli Sforza (che saràpresente con un’intervista nel primo nu-

mero della newsletter di Avis Legnano) èquella di mappare il genoma degli italianisia per lo studio delle malattie genetiche-attraverso il confronto tra i diversi cor-redi genetici- sia per dare la possibilità,a chi lo desidera, di ricevere il responsopersonale dellemalattie a cui può esserepredisposto. Ma non solo: «Studiare eanalizzare il corredo genetico degli ita-liani -spiega Giupponi- permetterà anchedi poter arrivare a finalizzare nuovi far-maci che possono essere adeguati perdeterminatemalattie. Pensiamo alle ma-lattie cardiovascolari che mutano inmaniera eccezionale a seconda dell’am-

6 a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

Dna: la mappa degli italianiOpinioni pag 4Commenti e notizie dal territorioe dal mondo

Primo piano pag 8La cronaca e le immaginidella Giornata del volontario del sangue

Volontari pag 12Conosciamo i quattro ragazzi

del Servizio civile

Rubrica sangue pag 14Una piccola guida per conoscere

il tessuto più importante del corpo

Cultura pag 15Il genio di Truman Capote

tra cinema e letteratura

Sommario

Copertina pag 10A pochi mesi dalle elezioni per il rinnovodelle cariche associativeabbiamo incontrato uno dei candidatialla presidenza nazionale

A TU PER TU CON AVISQuadrimestraleDirettore:Carlo Parolo

Direttore responsabile:Marino Pessina

Redazione:Stefano MorelliRoberto StevaninRiccardo LeidiGianfranco GueriniCesare RaimondiSergio BarazzettaRomano StorinoRiccardo Dell’AcquaFederico CarusoOttavio Ferrario

Gli articoli firmati o siglatirispecchiano il pensierodell’autore e nonimpegnano il giornale.

Tiratura:13.350 copie

Amministrazione,Redazione e Direzione:Avis LegnanoVia Girardi 19/Gtel. 0331/453333fax 0331/596620

Elaborazione grafica:Eo Ipso Srl - Legnano (MI)

Stampa:Arti Grafiche BaratelliBusto Arsizio (VA)

Registrazione Tribunaledi Milano n.6 del 9/1/87

www.avis-legnano.org

di Stefano Morelli

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8 99a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

L’8 giugno, al Cinema Teatro Galleria di Legnano, il verospettacolo non era sul palco ma in platea. Sono pocopiù di un migliaio i posti a sedere offerti dalla struttura:quella mattina erano tutti occupati. Ma non è tutto, per-

ché sui tre lati che delimitano la sala si sono poi accalcatequelle persone che un posto a sedere non sono riuscite a con-quistarlo, ma hanno comunque voluto essere presenti. Le rin-graziamo per la tenacia e l’affetto che un gesto del generesvela; e ci scusiamo con loro: la prossima volta speriamo dipoter garantire a tutti una festa confortevole. Nel frattempo,nell’atrio del teatro, il nostro staff era impegnato ad assegnareattestati e diplomi di benemerenza ai soci. I numeri la diconolunga sulla mole di lavoro: 1.004 distintivi in rame, 752 in ar-gento, 717 in argento dorato, 327 in oro, 163 in oro con rubinoe 84 in oro con smeraldo e con diamante. Tutti hanno avuto unbel da fare; qualcuno, forse, ha dovuto aspettare un po’, o hafatto la fila a uno dei tavoli allestiti per l’occasione per poi sco-prire che la sua medaglia lo aspettava al tavolo accanto. Maalla fine ogni “caso” è stato risolto, e tra sorrisi sinceri e bat-tute tra amici, ognuno ha avuto ciò che gli spettava. In sala,con qualcheminuto di ritardo -appellandosi al quarto d’ora ac-cademico-, alle 10,30 il nostro presidente Carlo Parolo ha inau-gurato la Giornata del Volontario del sangue.Sul palco con lui, al tavolo dei relatori, alcune personalità im-portanti per la nostra associazione: Decio Pensotti, segreta-rio della nostra sezione Avis, Vincenzo Saturni, presidente diAvis Lombardia, Bruno Brando, dirigente del centro trasfusio-nale dell'ospedale di Legnano, Lidio Clementi, presidente dellaBanca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, e

Maurizio Cozzi, già sindaco del Comume di Legnano e attualeassessore al bilancio e alla cultura della Città del Carroccio.Nelle prime file (e poi a turno sul palco), i rappresentanti isti-tuzionali dai comuni di competenza della sezione “CristinaRossi”. Sindaci, vicesindaci e assessori hanno speso parole diencomio verso l’attività della nostra associazione, premiandoognuno i cittadini del proprio comune di appartenenza, a sim-boleggiare il fatto che ogni municipalità fa la propria parte nellaraccolta di sangue ed emocomponenti.E poi, a scongiurare il rischio che l’atmosfera si facesse troppoformale, una presenza irriverente e brillante: Max Pisu. Un gra-dito ritorno il suo, visto che già nel 2005, anno della precedenteFesta, aveva fatto da mattatore della mattinata, instaurandoun’inaspettata intesa col nostro segretario Decio Pensotti. Af-fiatamento subito ritrovato quest’anno, tanto da confondere leidee tra il pubblico su chi dei due fosse il comico e chi la spalla.Le risate si sono alternate nella giusta misura ai momenti uffi-ciali. Come sempre sono saliti sul palco solo alcuni donatori perle benemerenze che vedevano in “lista” troppi nomi.Ci scusiamo con chi si è visto negato questo piccolo momentodi celebrità, ma siete proprio tanti, e premiarvi tutti singolar-mente avrebbe richiesto giornate intere. I rappresentanti dellanostra associazione e quelli istituzionali hanno ricordato l’im-portanza del contributo che ogni giorno i nostri soci danno allacausa della raccolta di sangue. E tutti i presenti in sala eranoun esempio vivente di quanto si possa portare avanti un im-pegno per diversi anni, ricevendo in cambio una gratifica chenon si esaurisce nella medaglia o nel distintivo, ma nelle viteumane salvate che ognuno di questi oggetti racchiude.

Donatori in festa

8 a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

Max Pisuel matador

primo pianoprimo piano

Anche stavolta ha voluto esserci.L’irriverente presenza di Max Pisu,che già aveva dato un tocco di fre-schezza alla Giornata del Volontariodel sangue del 2005, ha colorato dicomicità anche la Festa di que-st’anno. Nonostante tutti noi lo co-nosciamo dalla televisione, viste lesue numerose apparizioni in tra-smissioni di cabaret (Zelig Circus,Facciamo cabaret) e fiction (7 vite,Terapia d’urgenza), Pisu è nato evive nella città del Carroccio. «Comegià tre anni fa -dice Max-, ho volutodare un mio contributo alla festa deidonatori di sangue, verso i quali houn’ammirazione particolare. Non c’èmai niente di scritto in questi casi,ma sul palco di questo evento pas-sano sempre personaggi meravi-gliosi, è un piacere improvvisarecon loro. Al di là di questo -prose-gue-, con la mia presenza ho volutoesprimere un ringraziamento parti-colare verso delle persone che concostanza fanno qualcosa di meravi-glioso». E poi, Pisu la sua partico-lare “donazione” l’ha fatta proprio lamattina dell’8 giugno. Non all’Avis,ma alla polizia locale di Legnano:«Per non arrivare in ritardo ho par-cheggiato in divieto di sosta -rac-conta-. Appena uscito mi sonotrovato una multa sul parabrezza. Aquel punto ho preso il bollettino esono andato a fare il mio personale“versamento”».

Nella pagina a fianco, il Teatro Galleria gremito in ogni ordine di posti. In questapagina, in alto, il tavolo dei relatori: da sinistra Lidio Clementi, presidente della Bccdi Busto Garolfo e Buguggiate, Maurizio Cozzi, assessore al bilancio e alla culturadel Comune di Legnano, Bruno Brando, dirigente dell’ospedale di Legnano e Vin-cenzo Saturni, presidente di Avis Lombardia. Al centro un nostro volontario ri-ceve il diploma di benemerenza. In basso, il presidente di Avis Legnano CarloParolo con l’ospite speciale Max Pisu.

La Giornata del Volontario del sangue un’intensamattinata tra sorrisi, applausi e discorsiper consegnare le benemerenze ai donatorimeritevoli che, grazie alla loro opera solidale,aiutano, ogni giorno, il prossimo

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1111a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

copertina

1010 a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

A tu per tu con Vincenzo Saturni ????«Il futuro del sistema sangue passa da tre obiettivi: porre al centro del-l’attenzione il donatore; valorizzare la donazione periodica; far percepirel’importanza di Avis come portatrice di benessere per la collettività»

A fianco, VincenzoSaturni, presidentedi Avis Lombardia ecandidato alla presi-denza nazionale alleprossime elezioni as-sociative.

Vincenzo Saturni, attuale Presi-dente di Avis Lombardia, è il candi-dato individuato dall’assemblearegionale del 19 aprile alle elezioni

per la presidenza nazionale di Avis. Conun’esperienza di partecipazione alla vitaassociativa che risale agli anni ’80 e unapresenza costante nelle commissioni piùimportanti che nel nostro Paese si occu-pano di sangue (Commissione Nazionaleper il Servizio Trasfusionale, Commis-sione Tecnico Scientifica del Piano San-gue e Plasma della Lombardia), Saturnisi presenta come un candidato dallosguardo lungimirante e consapevole sulfuturo dell’associazione. È medico spe-cializzato in ematologia e allergologia edal 1989 opera come dirigente sanitariopresso il Servizio di Immunoematologiae Trasfusione dell'Azienda Ospedaliera“Ospedale di Circolo e Fondazione Mac-chi” di Varese. “A tu per tu” l’ha incon-trato per parlare di Avis.Dottor Saturni, come candidato allapresidenza dell’associazione ci puòdire in quale direzione dovrà lavo-rare Avis nei prossimi anni?In termini generali e di coinvolgimento ditutta l’associazione, con impegno e

azioni diversificate su diversi livelli, deveperseguire almeno tre obiettivi principali,da cui derivano le politiche e le azioniconcrete volte a realizzarli. Innanzituttoporre al centro dell’attenzione il dona-tore. In secondo luogo rendere i volontari sempre più consapevoli del-l’importanza della donazione periodica.Il terzo obiettivo è far comprendere allasocietà il ruolo centrale di Avis comesoggetto portatore di valori, quali la soli-darietà e la gratuità, determinanti perdare una risposta al bisogno di migliora-mento della salute della popolazione, fa-vorendo così un’azione prosociale tra icittadini e il benessere della collettività.Venendo al concreto?Il primo obiettivo si persegue con unasempre migliore accoglienza del dona-tore, che lo faccia sentire realmente a“casa sua”, non solo quando entra in unadelle nostre sezioni, ma anche nellestrutture trasfusionali, rendendo sem-pre più efficiente la comunicazione con ilsingolo donatore. Per fare questo ho giàsperimentato con successo alcuni stru-menti ben precisi, a livello regionale,come il format “Benvenuti in Avis”, rea-lizzato col finanziamento della Regione

Lombardia. Altra questione, e vengo alsecondo punto, è “fidelizzare” il dona-tore, renderlo cioè partecipe e consape-vole del ruolo fondamentale perl’autosufficienza di emocomponenti chesvolge con la sua azione periodica e vo-lontaria, effettuata in sicurezza e se-condo criteri di qualità. Questo passaanche attraverso la chiamata precisa,puntuale ed attenta del donatore, chealla scadenza dell’intervallo di tempo trauna donazione e l’altra, e se tutti i suoiesami sono a posto, viene interpellatodai nostri operatori. Anche così si co-struisce un rapporto continuativo con lapersona, che ha ricadute positive note-voli sul funzionamento del sistema san-gue. Gestire le chiamate permette di farestime, previsioni, programmare le atti-vità per ridurre i picchi negativi e contri-buire realmente all’autosufficienza, sialocale sia nazionale. Tra l’altro, non va di-menticato che la legge 219 del 2005 sulleattività trasfusionali inserisce la chia-mata tra i compiti delle associazioni (art.7, ndr). Un rapporto più stretto donatore-associazione avrebbe anche unaltro effetto importante: coinvolgeremaggiormente il donatore nell’Avis in

quanto organizzazione di volontari, perfavorire l’impegno di nuove personenelle cariche associative. Per raggiun-gere questi scopi un grosso ruolo puòessere svolto dalle Avis di coordina-mento, che, grazie alla condivisione diobiettivi chiari e precisi, possono met-tere in atto questa politica, che certamente richiede competenze orga-nizzative e risorse adeguate. Credo chedarsi una metodologia di lavoro sia fon-damentale; per questo, in Lombardia, ainizio mandato abbiamo presentato unpiano quadriennale di attività, impo-stando attività, scadenze, report e verifi-che periodiche.All’esterno, il riconoscimento del ruoloinsostituibile di Avis nella società è obiet-tivo da perseguire soprattutto con la co-municazione. Ci vogliono campagneserie, strutturate, che portino il nostromessaggio alla popolazione in manieracontinuativa, e non solo nell’emergenza.Questo per migliorare la percezione diciò che Avis rappresenta per l’intera col-lettività, permettendo al contempo di al-largare la nostra base di donatori,obiettivo che resta un’esigenza sottin-tesa ma sempre viva per l’associazione.

La comunicazione richiede grossi in-vestimenti. Nell’editoriale del nostrogiornale parliamo proprio di questoproblema, sottolineando come se-condo noi un impegno del generenon possa ricadere sulle spalle del-l’associazionismo. Che ne pensa?Sono d’accordo. Bisogna rafforzare ilrapporto tra Avis e le istituzioni, lavorareper mettere in campo politiche condi-vise. Oggi non posso dire che questomanchi del tutto, ma bisogna fare di più.Dal punto di vista formale Avis è pre-sente in tutte le sedi in cui si discutono lepolitiche del sangue per il nostro Paese.D’altra parte mancano però azioni corali,e mi riferisco soprattutto alle campagnedi sensibilizzazione: chiediamo un impe-gno serio alle istituzioni e lavoreremo alfine di mettere in campo iniziative effi-caci e articolate, non dettate da contin-genze limitate ai periodi estivi o alleemergenze straordinarie. È una stradache stiamo già percorrendo come AvisLombardia: da anni infatti siamo accre-ditati quale interlocutore privilegiato inmateria di sangue, ma anche per le te-matiche più ampie del volontariato,presso gli assessorati alla Sanità e

alla Famiglia e solidarietà sociale.Ha in mente altre iniziative per mi-gliorare l’efficacia delle politicheche determineranno il futuro diAvis?Per quanto sopra esposto, ritengo che sidebba sviluppare un osservatorio nazio-nale sulle dinamiche associative. Spessoci troviamo a dover ipotizzare delle azionidi intervento senza avere in mano datiscientifici, veramente attendibili sulla si-tuazione reale del Paese. Per valutare lasituazione sociale ed elaborare prospet-tive a medio-lungo termine servono daticerti, attendibili. Oggi esistono osserva-tori a livello regionale che elaborano sta-tistiche sulle realtà locali, ma c’è bisognodi una struttura nazionale per avere unquadro completo della nostra realtà. Ac-canto a tutto questo devono essere inol-tre rafforzate le azioni formative checoinvolgano tutta l’associazione, dai do-natori ai dirigenti più impegnati.

Con quest’ultima considerazione si con-clude la nostra chiacchierata. Da AvisLegnano un caloroso “in bocca al lupo”a Vincenzo Saturni per la sua candida-tura.

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informazione

1212 a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

Il sangue è un elemento fondamentale, non riproducibile inlaboratorio, del quale spesso parliamo senza ben cono-scerne le caratteristiche fondamentali. È un tessuto liquidoche scorre nel nostro organismo, di cui rappresenta circa il

6-7% ( 4/5 litri), ed è composto da una parte corpuscolata o cel-lulare e da una parte liquida.Parte corpuscolata (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). Ilglobulo rosso trasporta l’ossigeno ai tessuti ed elimina l’anidridecarbonica; sulla sua superficie sono presenti degli antigeni chedeterminano il gruppo sanguigno. Varia dai 4 ai 5,5 milioni permillimetro cubo e ha una vita media di circa 120 giorni. Il glo-bulo bianco difende l’organismo da virus e batteri. Si divide ingranulociti, linfociti e monoliti; varia tra 4mila e 10mila unità permillimetro cubo. La piastrina è l’elemento più piccolo del nostroorganismo e si occupa della coagulazione del sangue. In ognimillimetro cubo ci sono tra le 250mila e 300milapiastrine, che hanno una vita media di 3-4 giorni.Parte liquida (plasma). Permette alle cellule discorrere all’interno dei vasi sanguigni (arterie evene) e di raggiungere tutti i distretti dell’organi-smo. Trasporta grassi, zuccheri, proteine, saliminerali e ormoni. Riassumendo, le funzioniprincipali del sangue sono: trasporto di ossigeno ed elimina-zione dell’anidride carbonica, trasporto di sostanze nutritive,raccolta e trasporto di sostanze di rifiuto, distribuzione del ca-lore, difesa e coagulazione.Per ricollegarci alla donazione, ricordo anche come si conservail sangue. I globuli rossi si conservano in frigoriferi a tempera-tura tra i + 2/6° C per circa 40 giorni. I concentrati di piastrine a+20°C per circa 5 giorni. Il plasma è congelato a temperature in-feriori a -30° C e conservato per non più di 12 mesi. Alla luce diqueste informazioni ci si rende conto del ruolo fondamentale diquesto tessuto e dell’importanza di poterlo trasfondere nelmodo più adeguato al ricevente. In questo senso va sottolineatal’importanza del percorso clinico che compie chi vuole diven-tare donatore. Il primo passo è la compilazione della domandadi iscrizione, alla quale segue la visita medica, comprensiva di

elettrocardiogramma ed esami ematici. Ma lo step che da temposi sta rivelando cruciale è la compilazione del questionario, daverificare ed eventualmente chiarire con il medico, per indivi-duare potenziali patologie pregresse, abitudini di vita e com-portamenti a rischio che possono determinare la non idoneitàdel candidato. Nello spazio di alcuni giorni avviene l’accerta-mento e la comunicazione del giudizio di idoneità. Se è positivoinizia il cammino del donatore, che per l’uomo prevede quattrodonazioni di sangue intero all’anno -con un intervallo minimo dinovanta giorni tra due donazioni- mentre per la donna sono due.Da ultimo ci soffermiamo sugli accertamenti di laboratorio, cheoltre a essere l’elemento fondamentale per accedere alla dona-zione danno un riscontro sul nostro stato di salute. Gli esami ef-fettuati a ogni donazione sono: emocromo completo, chepermette di valutare soprattutto globuli rossi, bianchi e pia-

strine; transaminasi ALT per la verifica della fun-zionalità epatica; HIV 1-2 (AIDS); HBsAg (epatiteB); HCV Ab (epatite C); sierodiagnosi della Lue(sifilide). Alla prima donazione si determinanoinoltre gruppo ed RH. Alla prima visita e alle suc-cessive visite annuali si aggiungono questi: azo-temia e creatinina (funzionalità renale); glicemia;

proteinemia ed elettroforesi sieroproteica; colesterolo tot. (LDLe HDL nel caso in cui venga effettuata la carta del rischio car-diovascolare) e trigliceridi. Per prima cosa, quindi, è importante tutelare la nostra saluteconducendo uno stile di vita corretto, sotto un controllo sanita-rio costante, per poter garantire in modo adeguato anche quelladi chi attende fiducioso un dono che possa aiutarlo. L’argomento è di notevole rilievo, alla base della raccolta di san-gue ci sono il lavoro e l’impegno di professionisti che quotidia-namente si occupano di controllare, verificare e soprattuttomantenere sicuro questo elemento vitale. Il tutto con lo scopodi garantire al Paese l’autosufficienza di emocomponenti, obiet-tivo per niente scontato. Per questo, dire “grazie” al donatore,persona che ha capito l’importanza di un gesto volontario e gra-tuito, non è un gesto retorico ma doveroso.

Donare: conoscere il sangueUna piccola guida tecnica per comprendere tutte le funzioni del sanguecome principio di partenza per una donazione informata e consapevole

di Maurizio Macchi

l’associazione

L’efficacia della donazioneparte da uno stile

di vita sano

Spirito di gruppo, volti sorridenti e tanta voglia di fare.Questi gli ingredienti della squadra di volontari del ser-vizio civile che dal 1° settembre anima la sede di via Gi-rardi. Martina, Roberta, Fabio e Michele, da ormai due

mesi accolgono i volontari e tutte le mattine li accompagnano,di concerto col personale sanitario, nel percorso della dona-zione, delle visite o degli esami di controllo. Come un quartettomusicale, ognuno di loro ha un compito specifico e la collabo-razione di tutti garantisce l’armonia del risultato. Martina e Ro-berta, di 19 e 22 anni, si occupano dell’accettazione, dellagestione dell’archivio donatori e della preparazione del mate-riale sanitario, affinché il personale abbia sempre a disposi-zione tutto il necessario per svolgere l’attività associativa.Michele, 19 anni, regala sorrisi a chiunque varchi la soglia diAvis Legnano negli orari di donazioni e visite, mentre Fabio, 20anni, gestisce gli ingressi in sala donazioni, e alleggerisce l’at-tesa dei volontari col suo irresistibile senso dell’umorismo. Di-verse le motivazioni che hanno portato i quattro ragazzi apresentarsi per il bando del servizio civile, ma unite da un de-nominatore comune: fare esperienza nel mondo del volonta-riato. Tutti erano già parte della nostra associazione comedonatori. Una volta saputo del bando hanno deciso di provarci,e l’hanno spuntata tra gli altri candidati. Fabio, di Cerro Mag-giore, si è voluto prendere un anno sabbatico per valutare contranquillità le scelte future, e così ha pensato di «investire que-sto tempo in maniera costruttiva, facendo qualcosa per il pros-simo». Michele, di Rescaldina, sta ultimando gli studi dageometra ai corsi serali, così ha pensato che «era arrivato ilmomento di fare questa esperienza. Gli orari della scuola melo permettono, e così non ho perso tempo. Sono contento dellascelta, qui ho trovato un ambiente che porta ad affrontare colsorriso ogni situazione». Per tutti l’esperienza più “d’impatto” èquella delle fiere, dove l’obiettivo è sensibilizzare le persone

Servizio civile: tempo donato

Nella foto grande, da sinistra, Fabio, Martina, Roberta eMichele, la nuova “squadra” di volontari del Servizio civile.

verso la donazione di sangue. Martina, di Busto Arsizio, stu-dentessa di Economia e amministrazione delle aziende, non siera mai confrontata con un impegno di questo tipo, ma si è su-bito ambientata: «Sono di indole molto loquace -dice-. Mi piaceparlare con le persone e questo ha facilitato l’approccio. E poinon mi scoraggio di fronte agli insuccessi, anzi penso sia unabuona palestra per il futuro». Roberta, di San Giorgio su Le-gnano, studentessa di Biologia sanitaria, con alle spalle alcuneesperienze di volontariato nel paese in cui vive, trova che quelladelle “uscite” sul territorio sia «la strategia più efficace per in-tercettare nuovi donatori. In maniera discreta, ma determinata,portiamo le persone a confrontarsi con il tema della donazionedi sangue, un problema da cui spesso si tende a fuggire».

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1515a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 200814 a t u p e r t u c o n Av i s - s e t t embre 2008

cultura

Se si volesse adottare una metodologia comoda, si po-trebbe immaginare un approccio alla letteratura usando ilcinema. Invertendo l’ordine dei fattori: anziché dalla let-teratura al cinema, dal cinema alla letteratura. Molta

gente prima vede il film, poi incuriosita e suggestionata dallamessinscena va a cercare la fonte letteraria. Si può provare (ioci provo spesso); a volte funziona. Questa volta partiamo da unabiografia illustre, ben rappresentata, megliointerpretata (un Oscar per P. S. Hoffman),con una crudezza agevolmente sopporta-bile. Il film lo trovate in DVD in qualsiasi no-leggio. L’opera omnia di Capote la trovatenei Meridiani di Mondatori. Successiva-mente Garzanti ha edito un breve romanzo,rinvenuto postumo tra le carte dello scrittore, “Incontrod’estate”, che risale al 1943, agli inizi della carriera; è di qualcheinteresse, ma si può anche ignorarlo (sembra una copia sbiaditadi Scott Fitzgerald e lo stesso Capote lo sconfessò, sostenendo-mentiva, come spesso gli succedeva- d’averlo bruciato). Sonoinvece da leggere assolutamente quasi tutti gli altri. Ma per ora,ad uso introduzione, si può puntare sul film che qui presentiamo.Truman Capote: A sangue freddo. Un genio. Anzi un mostro.Anzi entrambi. «Era piccolo, gonfio, smorto, con questa volumi-nosa testa da feto, imbarazzante, e quella petulante vocetta agrache passava dall’espressivo al perentorio secondo l’ambientesociale e i ceti. Nel salotto italiano più importante per lui, venivachiamato familiarmente Genius» (da TRUMAN CAPOTE E ILSUO MONDO, di Alberto Arbasino, prefazione ai “Romanzi e

racconti”, ne I Meridiani, Mondadori, 1999). Truman StreeckfusPersons nasce il 30.9.1924 a New Orleans, in Luisiana, nel Sudpatriarcale, feudatario e agricolo, da una madre appena diciot-tenne -che non lo desidera- e da un padre senza lavoro fisso. La-sciato solo da entrambi, vive i suoi primi anni all’insegna di unacostante ansia di abbandono (genitori separati, poi divorziati),affidato ai prozii Faulk. Nella casa accanto abita Nelle Harper

Lee, la futura scrittrice -c’è anche nel film,figura normalizzante- di “To kill a MackingBird” (“Il buio oltre la siepe”, premio Pulit-zer e poi film di successo): i due si leganod’amicizia per la vita. Nel ‘32, la madre sitrasferisce a New York e sposa Joe Ca-pote, un cubano che dà nome e affetto al

piccolo, che da allora si chiamerà sempre Truman Garcia Ca-pote. Frequenta ottime scuole e scrive i primi racconti. Nel ‘42a soli 18 anni scrive “Altre voci, altre stanze” pubblicato nel ‘46.Il successo è enorme. Capote è l’enfant prodige della nuova let-teratura americana, degno continuatore di W. Faulkner. Nel ‘52esce “L’arpa d’erba”, lungo racconto autobiografico (poi blandofilm-musical) che completa il primo e la fase di scrittura poeticae gotica, intrisa di un magico incantesimo mai più ritrovato. Nel‘55 è la volta di “Colazione da Tiffany”, poi divenuto il film chetutti conosciamo. Nel ‘60 inizia a scrivere “In Cold Blood” (“A san-gue freddo”) che pubblicherà solo nel ‘65 subito dopo l’impicca-gione -cui assiste- dei due assassini Dick e Perry. La narrazioneha la formula allora innovativa della nonfiction novel, un ro-manzo-cronaca che viene pubblicato dal New Yorker in 4 pun-

Capote: letteratura e cinemaDalle pagine dei libri alle pellicole cinematografiche: dettagliata disaminastorico-artistica di Truman Streeckflus Persons e della sua vita esagerata

di Ottavio Ferrario

È l’enfant prodigedella nuova letteraturaamericana, degno

continuatore di Faulkner

tate, facendo esplodere le tirature. Il successo è mondiale anchequando esce il libro, subito tradotto in film da Richard Brooks, nel‘67. Seguono anni di disordine alcolico e produttivo. Pubblicaaltre raccolte di novelle (tra cui una lunga intervista a M. Brando),ma droga e alcol lo squassano, si sta autodistruggendo in predaa forti allucinazioni. Muore nell’84 per crisi cardiaca, a casa diun’amica. Le sue ultime parole sono: «Sono io, sono Buddy, ilsoprannome con cui lo chiamava da bambino la prozia Sook(dice niente? Un po’ di “Citizen Kane” ci sta).Improvvisamente due bei film. Sarà il caso, o la moda di dissa-crare, o la voglia di un nonfiction movie sulle nonfiction novel,ma sta di fatto che questo bravo regista, Bennett Miller, nato aNew York nel 1966, un diploma alla Mamaroneck High Schoolnel 1985, nel ‘98 il suo primo film -”The Cruise”- ritratto affet-tuoso di una guida turistica di Manhattan sui bus a due piani,dopo una carriera di documentarista e regista di spot pubblici-tari, molto aiutato da una stringata sceneg-giatura di Dan Futterman e ancor megliosorretto dalla recitazione tutta interiore di P.S. Hoffman (già ottimo attore, cfr. “Magnolia”)ha confezionato un ottimo film. Altrettantoottimo, solo l’anno dopo, il film “Infamous” diD. McGrath, visto alla Mostra di Venezia2006, che racconta l’identica storia, con TobyJones, interprete strepitoso, immerso nel-l’elegante superficialità di Capote.Ingannevole è il cuore. Più d’ogni altra cosa,e disperatamente malvagio. Chi lo conscerà?(Geremia 17,9). Mostri, vittimismo, menzogne, sfruttamento (diun mostro su altri mostri), cinismo, dandismo paranoico e bril-lantezza alla Oscar Wilde, colpe e infine punizione per tuttiquanti. Il film è la storia del rapporto ambiguo tra Capote e gli as-sassini dei quattro componenti la famiglia Clutter (che viveva ne“Il villaggio di Holcomb” si trova sulle alte pianure di grano delKansas occidentale, una zona scarsamente popolata, alla qualenel resto dello Stato si allude dicendo: «laggiù») e la faticosa ge-nesi di “A sangue freddo”, il romanzo nonfiction, il romanzo-re-altà che doveva costituire l’apoteosi (lo è stata) dell’artista, al disopra della corrente o scorrente morale. Ben descritto il perso-naggio, ben descritti gli spasimi di autoesaltazione e demoraliz-zazione, sino alla discesa negli inferi del super egotismocapotano. Che succede? Il romanzo-realtà distrugge chi lo con-cepisce e lo scrive. La realtà vera, non ricreata dalla fantasia etrasfigurata in arte, è una prova durissima, insormontabile. Èuna colpa e un castigo allo stesso tempo. La fine dei due killer,per quanto cinicamente desiderata e aspettata al solo fine di

completare e editare il libro, finisce per coinvolgere anche Ca-pote, per condannare anche lui, incapace di tollerare la tensioneche monta gradualmente e drammaticamente quando i due con-dannati lo vogliono testimone -unico “amico sincero”- alla loroimpiccagione, durante la quale gli impiccati sono più dignitosidel testimone. Tutto il cinismo si ritorce, tutto si svolge nella re-altà -quella voluta spasmodicamente- insopportabile. Perché unconto è scrivere che si uccide A sangue freddo, altro è assistererealmente al macabro rituale di un omicidio legale, anch’esso asangue freddo, cui non ci si abituerà mai. Capote cerca in tutti imodi di sottrarsi, finanche agli ultimi strazianti contatti telefo-nici, ma anche lui è ormai dentro la sua storia, anche lui perso-naggio nonfiction (e quindi persona, più che personaggio) e devecedere alla logica del romanzo-verità, dev’esserci dentro, nonfuori, sul palco a declamare il suo capolavoro. È insieme Fauste Mefistofele, Caino e Abele, il dottor Jekyll e Mr. Hyde, vincitore

e vinto. La tela di ragno meticolosamentepreparata con freddezza e superiorità in-tellettuale, infine stritola anche il ragno,come il cappio attorno al collo dei due as-sassini. Ha usato la storia, sfidando i peri-coli sconosciuti della contaminazione delledebolezze altrui, senza conoscere minima-mente le proprie. Non ha conosciuto lapietà, e non riceverà pietà. Pagherà con lanevrosi il suo ardimento letterario. Così ilfilm ce lo descrive nell’essenza, dopo un ef-ficace preambolo dilagante di furbizie e pa-

rossismi intellettuali, di glamour mondano-salottiero,mettendoci dentro tutti personaggi di contorno giusti (compresoil fotografo Avedon, à tout seigneur tout honneur). La fotogra-fia è notevole, la musica minimale, adatta al tema claustrofobicofisico e morale, l’interpretazione buona, quella di Hoffman, nellerighe giuste, da Oscar (infatti, l’ha ottenuto). Attenzione allescritte finali: «He never finished another book. More tears areshed over answered prayers than unanswered ones». Si ver-sano più lacrime sopra le preghiere esaudite che su quelle nonaccolte (Santa Teresa), frase che precede la raccolta di novelle“Preghiere esaudite”, lavoro mai completato. Tutti, assassini,assassinati e scrittori audaci, riposino in pace, nella nostra do-verosa pietà: «Frères humains qui après nous vivez / N’ayez lescuers contre nous endurcis / Car, se pitié de nous povres avez/ Dieu en aura plus tost de vous mercis». Come scrive ne “Laballata degli impiccati” Fran�ois Villon, versi che Capote pre-mette al romanzo-non finzione «A sangue freddo»: un freddo,freddissimo capolavoro.

cultura

Questo articolo è uscito sullo scorso numero di «A tu per tu» in forma ridotta e tagliata.Ne pubblichiamo ora la versione integrale, scusandoci con l’autore e con i lettori.

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