San Gallo, Svizzera Entriamo nell'arca della cultura europea · 2020. 2. 6. · per la coltivazione...

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1 / 3 Data Pagina Foglio 02-2020 120/22 l.0 salule con 1'unimu Ben. Tempo libero I Itinerari San Gallo, Svizzera Entriamo nell'arca della cultura europea di Roberto Di Diodato foto di Gabriele Ardemagni Una città incantevole dove le volte delle basiliche barocche diventano lo specchio di cieli paradisiaci. Qui nacque una famosa Scuola, uno scriptorium in cui fiorirono le arti, le lettere, le scienze e le dottrine liturgiche... 120 I BenEssere I febbraio 2020 I ' alba è lenta sulla città. La quiete copre case, J palazzi e selciati di San Gallo. I bovindi affacciati sulle strade hanno gli occhi chiusi. Le lo- ro sculture in legno somigliano a gnomi e a vecchie comari che non si sono anco- ra scambiati il saluto del buongiorno. I tetti rossi e colorati sono appena sfiorati dal sole del mattino. Solo le guglie della cattedrale suc- chiano a pieni polmoni luce dal cielo. L'aria è affilata come lama di un coltel- lo. È marzo inoltrato e le creste dell Ap- penzellen, che fanno da sfondo nelle fo- tografie aeree all'antico centro abitato, avranno ancora neve ammucchiata. I colori durano il tempo di una pas- seggiata per le vie e le piazzette chiu- se al traffico. Non so come e non so da dove, ma nuvole veloci e silenziose co- me vascelli fantasma giungono a can- cellare l'incanto. Sento le prime gocce, piccole e pungenti. Poi la pioggia si tra- SPLENDORI DI ARTE E NATURA Sopra: un bovindo, tipico balconcino in legno. Fioritura in un giardino di San Gallo. A tato: l'immenso coro barocco della Cattedrale. sforma in nevischio. Poi in neve. San Gallo torna a vestirsi d'inverno. Mi riparo all'interno delle cattedra- le, che si eleva al centro di un enorme complesso monasteriale, dalle mura bianche. Qui il monaco irlandese Gal- lo, compagno e seguace di san Colom- bano, fondò il primo eremo all'alba del VII secolo, altissimo e oscuro medio- evo. La cattedrale è immersa in un si- lenzio irreale. Gli affreschi esplodono in tutto il loro vigore barocco in alto, sulla grande volta della navata centra- le. I ghirigori degli stucchi, di un inso- lito color verde, si arrampicano, come erba serpentina, sui capitelli delle co- lonne fino a raggiungere i bordi delle pitture sacre. I colori non sono spavaldi co- me nel barocco italiano. Sono ve- lati da una specie di tristezza croma- tica. Madonne acconciate come dame settecentesche dalle dita affusola- te, senza aureola e poca santità. Put- ~ Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. 007865 Mensile Turismo Svizzero Tiratura: 82.250 Diffusione: 47.240

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l.0 salule con 1'unimu

Ben.

Tempo libero I Itinerari

San Gallo, SvizzeraEntriamo nell'arcadella cultura europea

di Roberto Di Diodatofoto di Gabriele Ardemagni

Una città incantevoledove le volte dellebasiliche barocchediventano lo specchiodi cieli paradisiaci.Qui nacque una famosaScuola, uno scriptoriumin cui fiorirono le arti,le lettere, le scienzee le dottrine liturgiche...

120 I BenEssere I febbraio 2020

I

' alba è lenta sulla città.La quiete copre case,

Jpalazzi e selciati di SanGallo. I bovindi affacciati

sulle strade hanno gli occhi chiusi. Le lo-ro sculture in legno somigliano a gnomie a vecchie comari che non si sono anco-ra scambiati il saluto del buongiorno. Itetti rossi e colorati sono appena sfioratidal sole del mattino.

Solo le guglie della cattedrale suc-chiano a pieni polmoni luce dal cielo.L'aria è affilata come lama di un coltel-lo. È marzo inoltrato e le creste dell Ap-penzellen, che fanno da sfondo nelle fo-tografie aeree all'antico centro abitato,avranno ancora neve ammucchiata.

I colori durano il tempo di una pas-seggiata per le vie e le piazzette chiu-se al traffico. Non so come e non so dadove, ma nuvole veloci e silenziose co-me vascelli fantasma giungono a can-cellare l'incanto. Sento le prime gocce,piccole e pungenti. Poi la pioggia si tra-

SPLENDORI DI ARTE E NATURASopra: un bovindo, tipico

balconcino in legno. Fioritura in ungiardino di San Gallo.

A tato: l'immenso coro baroccodella Cattedrale.

sforma in nevischio. Poi in neve. SanGallo torna a vestirsi d'inverno.

Mi riparo all'interno delle cattedra-le, che si eleva al centro di un enormecomplesso monasteriale, dalle murabianche. Qui il monaco irlandese Gal-lo, compagno e seguace di san Colom-bano, fondò il primo eremo all'alba delVII secolo, altissimo e oscuro medio-evo. La cattedrale è immersa in un si-lenzio irreale. Gli affreschi esplodonoin tutto il loro vigore barocco in alto,sulla grande volta della navata centra-le. I ghirigori degli stucchi, di un inso-lito color verde, si arrampicano, comeerba serpentina, sui capitelli delle co-lonne fino a raggiungere i bordi dellepitture sacre.

I colori non sono spavaldi co-me nel barocco italiano. Sono ve-lati da una specie di tristezza croma-tica. Madonne acconciate come damesettecentesche dalle dita affusola-te, senza aureola e poca santità. Put-

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ti a grappoli si affacciano dalle nuvole,come fossero balconi. Angeli in volovorticoso riempiono gli spazi pieni dinembi scuri e minacciosi. Presto lassùscoppierà un temporale.

Gli altri affreschi della navata, an-ch'essi con dominante di mar-rone bruciato, sono dedicatia schiere di santi, sante ebeati, in contemplazionevertiginosa verso la Ver-gine e il Cristo. Alcuni amani giunte, altri a brac-cia aperte. Tutti in pre-ghiera. Le nuvole sono di-sposte ad anelli concentriciverso l'alto, dove si apre unosquarcio di luce più intensa. È un mon-do di allegorie di straordinaria tensio-ne religiosa, secondo la moda pittoricatardo-settecentesca.

Le volte delle basiliche barocchediventano lo specchio di cieli paradi-siaci. Il teleobiettivo della Nikon docu-

Qui fu fondatoil primo

monasteronell'anno 612

menta dettagli e sfumature altrimentinon percepibili.Cammino a naso in su e con

cautela verso l'altare per non di-sturbare l'estasi dei santi. Un'in-ferriata protegge la grande abside e mi

lascia intravvedere un coro ric-co e barocco, in possente le-gno scuro.

Stringo ancora con lemani il ferro della cancel-lata, quando all'improv-viso le note di un organoriempiono la cattedrale.Mi giro verso il fondo. E

scopro una foresta di canned'organo, da cui proviene il suo-

no. Qualcuno sta iniziando a eseguire lacelebre Fuga di Bach. I fregi dorati chesi attorcigliano sulle canne creano river-beri celestiali. Gli affreschi prendono vi-ta sotto la corposità della musica.

Fuori la neve continua a scenderesenza far rumore.

* [email protected]

VERSO IL CIELO

La chiesa abbazialedi San Gallo e SanOtmaro, maestoso

monumento patrimoniodell'Unesco.

Luoghi di formazioneFin dai primi secoli, il monastero diSan Gallo divenne un potente faro cheirradiava spiritualità e cultura su tut-to il contenente europeo. Sotto la dire-zione dell'abate Otmaro, nell'anno digrazia 747, la regola di san Colombano,che aveva guidato fino ad allora la vitadell'abbazia, fu sostituita con quella disan Benedetto. La nuova norma impe-gnava i monaci, oltre alla preghiera e allavoro, anche allo studio testi sacri e allacopiatura delle opere classiche. Questasvolta rivoluzionaria costò la vita al co-raggioso Otmaro, che fu costretto all'esi-lio e condannato a morire di fame.

Ma risultò una decisione feconda eilluminata, che gettò le basi per la cre-azione di una biblioteca, attorno allaquale ben presto si costituì anche la fa-mosa Scuola di San Gallo, uno scripto-rium in cui fiorirono le arti, le lettere,le scienze e le dottrine liturgiche. Il la-voro paziente e devoto di migliaia di

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1.0 salute con l'anintu

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CULLA DELLA CULTURAIn alto: scorcio della Biblioteca.

Sopra: formella di scultura medievale.A fianco: un pittoresco angolo della città.

Sotto: un prezioso codice.

O monaci amanuensi ha permesso difar giungere fino a noi gioielli rari del-la miniatura, manoscritti e codici pre-ziosi per la loro antichità, documenti etesti del primo Medioevo. Oggi questoimmenso giacimento del sapere racco-glie circa 170.000 libri e 2.200 tra ma-noscritti e incunaboli.

Nel regno degli amanuensiInizio il viaggio dentro questa arca del-la cultura, che ha saputo custodire trale sue braccia il sapere dell'Europa cri-stiana, nonostante secoli di barbarie.Mi muovo con lo stesso passo silenzio-so e rispettoso con cui ho varcato la so-glia della cattedrale. Sul frontale dellaporta un cartiglio in lingua greca an-nuncia il programma di ogni bibliote-ca: "la cura dell'anima". Il libro è nutri-mento interiore e medicina che risanadai mali della mente e del cuore.

M'immagino che la folla che sta-mattina gremisce la biblioteca sia stataattirata qui, forse senza saperlo, dal bi-sogno di guarire dai dolori, dalle soli-tudini e dalle brutture della vita.

La volta della biblioteca è affresca-ta come la navata di una chiesa. Spic-cano quattro affreschi barocchi a temareligioso, racchiusi in medaglioni distucchi. La rappresentazione dei primi

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quattro Concili - Nicea, Costantinopo-li, Efeso e Calcedonia - è affollata dapadri conciliare, dottori e vescovi im-mersi in discussioni, illuminati da fa-sci di luce che piovono dall'alto. Al-cuni cartigli offrono il senso cristianodella cultura teologica, come quellotratto dal vangelo di Giovanni: «vi in-segnerò tutta la verità».

Sotto il vetro di unateca è visibile la co-pia del disegno del-la pianta architetto-nica del complessomonasteriale di SanGallo, il cui originale èconservato, insieme adaltri pregiatissimi manufat-ti alto-medioevali, nella salaespositiva sottostante la biblioteca. Ri-sale al IX secolo ed è la più antica fontescritta sull'architettura carolingia.

La planimetria dell'abbazia è disegna-ta su pergamena. In inchiostro rosso gliedifici, in inchiostro marrone i testi del-le spiegazioni. La rappresentazione gra-fica prevedeva, tra l'altro, che un'area

San Galloridente e ordinatacittà tra il grandelago di Costanza

e la catenadelle Alpi

del monastero fosse destinata a giardinoper la coltivazione delle piante medicina-li, un'altra a officina per la preparazionedei medicamenti, e un'altra ancora a in-fermeria, a cappella per i monaci mala-ti e ad alloggio per il medico. Un disegnotalmente perfetto che diventò la rappre-sentazione grafica del monastero ideale

benedettino. Molte abbazie si ispi-rarono a questo modello.

Sotto vetro anche il di-segno di un labirinto,prodotto dai càlami de-gli amanuensi dell'abba-zia, immagine ricorrentenell'iconografia cristianamedioevale. È diventato il

simbolo della complessitàdella vita, dentro i cui meandri

l'uomo può smarrire se stesso. Ma il la-birinto è passato a significare anche leasperità e le oscurità che deve affron-tare l'anima che va alla ricerca di Dio.

San Gallo, città dei mille gradini, haun straordinario patrimonio ambien-talistico da offrire al turista e al visi-tatore. La sua invidiabile posizione inuna ridente zona collinare, tra le mon-tagne dell'Appenzellen e il lago di Co-stanza, ne fanno un luogo privilegiatoper trascorrervi week-end lunghi o pe-riodi di vacanze nella più assoluta tran-quillità. Ottimo punto di partenza perescursioni a piedi, in bicicletta o in tre-no. Regione magica dove si incontranoquattro Paesi, la Svizzera, la Germania,l'Austria e il Liechtenstein. O

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