SAN DONATO DI AREZZO VESCOVO E MARTIRE · - noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore. Perché hai...

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SAN DONATO DI AREZZO VESCOVO E MARTIRE 7 agosto

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SAN DONATO DI AREZZOVESCOVO E MARTIRE

7 agosto

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Nel prospetto: affresco di san Donato del XV secolo (Cappella di sanDonato in Montesano salentino - Lecce, altare maggiore). Pag. 78: in alto, a sinistra, maestosa statua lignea del XVIII secolo(Chiesa parrocchiale in Montesano salentino); e giù, a destra, la copia incartapesta, realizzata dal prof. maestro Francesco Invidia nellʼanno 2015; Pag. 79: affresco del martirio di san Donato del XVIII secolo (Chiesa disan Donato in Latiano – Brindisi).

Scelta di testi e immagini, compilazione e composizione a cura di DONATO BONO.

SIGLE E ABBREVIAZIONI

BHL = Bibliotheca Hagiografica LatinaPL = Patrologia LatinaDisc. = Discorso.

Per le sigle bibliche cfr La Bibbia di Gerusalemme, Edizioni Dehoniane, Bologna 1991, 10.

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S. DONATO DI AREZZO,VESCOVO E MARTIRE

Solennità per coloro che portano il suo nome

Curiosamente fatto nascere a Nicomedia, forse per dare credito ad unatradizione, che lo vuole compagno di Giuliano lʼapostata, Donato è stato ilsecondo vescovo di Arezzo dopo Satiro, come risulta dai dittici aretini del IVsecolo, conservati nellʼarchivio capitolare della città. Notizie sulla sua vitasono riportate nel Martirologio Geronimiano del V secolo, nel successivoSacramentario Gelasiano (PL 74,1171) e nei Dialoghi di san Gregorio Magno(I,VII,3). Ma la fonte più dettagliata è la cosiddetta Passio Donati Prima (BHL

2289-2292), che la tradizione attribuisce al vescovo Severino, del secolo VI (BHL

2294b), comprese anche le altre redazioni parallele più recenti (BHL 2293-2294).Oltre al martirologio, composto da Beda il Venerabile (PL 94,999-1000), viattingono da esse varie Passiones di origine medievale, di attendibilitàdiscussa, fra cui si distinguono il martirologio di santʼAdone del secolo IX (PL

123,320-321) e soprattutto lʼillustre Legenda aurea del vescovo domenicanoJacopo da Varagine del XIII secolo, che sintetizza le più antiche passioni. Ilpapa Vittore II, morto ad Arezzo nellʼanno 1057, lo definì “apostolo dellaTuscia”, considerata da Arnobio, apologista cristiano del IV secolo, “madre diogni superstizione” (Adversus nationes II,62; VII,26). Di estrema importanza, infine,è la Cronaca dei Custodi, documento della chiesa aretina, risalente al secolo XI(BHL 2295-2296). È qui che viene documentato il ritrovamento dei resti delmartire, sulla collinetta di Pionta, da parte del vescovo Teobaldo nellʼanno1203, confermando la presenza dei paramenti pontificali con la testa sul petto,segno del martirio, e la scritta inconfutabile: “Sanctus Donatus episcopus etmartyr”. Ne parla diffusamente anche san Pier Damiani del secolo XI, che sidichiara testimone oculare del calice infranto [Sermo XXXVIII (PL 144,705-710); due

inni e una sequenza, in verità, incerta (PL 145,954-956, n. 119-121)]. La sua vita è così sintetizzata: battezzato a Roma dal presbitero Pigmenio,Donato si ritirò ben presto a vita eremitica sotto la guida del saggio monacoIlariano. Chiamato dal vescovo Satiro al ministero sacerdotale, gli successe,dopo la morte di questi, sulla cattedra di Arezzo. Imprigionato dal governatoreQuadraziano, confessò la fede, subendo probabilmente il martirio, il 7 agostodellʼanno 304, durante la persecuzione di Diocleziano o, secondo altre fonti,nel 362, sotto il regno di Giuliano lʼapostata.

I Vespri

V/. O Dio, vieni a salvarmi. R/. Signore, vieni presto in mio aiuto

Gloria al Padre e al Figlio

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e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre

nei secoli dei secoli. Amen.INNO

O Dio, dei santi martiri,eredità e corona,benedici il tuo popolo.

Nel nome di san Donatoperdona i nostri debiti,rinnova i nostri cuori.

Amico di Cristo,confermò col suo sanguelʼannunzio della fede.

Amico del Signore,egli giunse alla gloriaper la via della croce.

La luce del tuo martireci guidi nel camminoverso la meta eterna.

Sia onore e gloria al Padre,al Figlio e al Santo Spiritonei secoli dei secoli. Amen.

Oppure:

Suoni lʼetra dʼapplausi e di lode,sian festanti la terra ed il mare,di Donato gran martire sʼode,ogni luogo le glorie cantar.O Donato, dallʼalto dei Cieli,ove godi il tuo Cristo Signore,

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deh! Soccorri i tuoi cari fedeli,che tʼinvocano col labbro e il cor.Dei malanni la turba insolente,al suo cenno potere non ha;e del male caduco il languente,il primiero vigore otterrà.

Le minacce del fier Quadraziano,con sorriso e fortezza sprezzò;e la morte terribile invanil suo artiglio crudel gli mostrò.

Sicché vinta lʼatroce tenzone,colla forza che il Cielo gli dette,spiccò il volo allʼeterna magione,ove gode la degna mercé.

Oppure:

Donatus clarus generefulgens virtutis operedum pellitur parentibusascribitur celestibus.

Quem nutrit NicomediaRoma docet egregiafulget signis Aritioresplendet et martirio.

Sit laus Deo, sit gloriaDonate, qui te dupliciornavit aeque laurea per saeculorum saecula. Amen.

1 ant. Chi mi riconoscerà davanti agli uomini,anchʼio lo riconoscerò davanti al Padre mio.

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Salmo 117

I (1-18)

Canto di gioia e di vittoria. Gesù è la pietra che, scartata da voi costruttori, è diventata testata dʼangolo (At 4, 11)

Celebrate il Signore, perché è buono; *eterna è la sua misericordia.

Dica Israele che egli è buono: *eterna è la sua misericordia.

Lo dica la casa di Aronne: *eterna è la sua misericordia.Lo dica chi teme Dio: *eterna è la sua misericordia.

Nellʼangoscia ho gridato al Signore, *mi ha risposto, il Signore, e mi ha tratto in salvo.

Il Signore è con me, non ho timore; *che cosa può farmi lʼuomo?Il Signore è con me, è mio aiuto, *sfiderò i miei nemici.

È meglio rifugiarsi nel Signore *che confidare nellʼuomo.È meglio rifugiarsi nel Signore *che confidare nei potenti.

Tutti i popoli mi hanno circondato, *ma nel nome del Signore li ho sconfitti.Mi hanno circondato, mi hanno accerchiato, *ma nel nome del Signore li ho sconfitti.Mi hanno circondato come api, †come fuoco che divampa tra le spine, *ma nel nome del Signore li ho sconfitti.

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Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, *ma il Signore è stato mio aiuto.Mia forza e mio canto è il Signore, *egli è stato la mia salvezza.

Grida di giubilo e di vittoria, *nelle tende dei giusti:

la destra del Signore ha fatto meraviglie, †la destra del Signore si è alzata, *la destra del Signore ha fatto meraviglie.

Non morirò, resterò in vita *e annunzierò le opere del Signore.Il Signore mi ha provato duramente, *ma non mi ha consegnato alla morte.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

1 ant. Chi mi riconoscerà davanti agli uomini,anchʼio lo riconoscerò davanti al Padre mio.

2 ant. Chi segue menon cammina nelle tenebrema avrà la luce della vita, dice il Signore.

II (19-29)

Apritemi le porte della giustizia: *entrerò a rendere grazie al Signore.È questa la porta del Signore, *per essa entrano i giusti.

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Ti rendo grazie, perché mi hai esaudito, *perché sei stato la mia salvezza.

La pietra scartata dai costruttori *è divenuta testata dʼangolo;ecco lʼopera del Signore: *una meraviglia ai nostri occhi.

Questo è il giorno fatto dal Signore: *rallegriamoci ed esultiamo in esso.

Dona, Signore, la tua salvezza, *dona, Signore, la tua vittoria!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore. *Vi benediciamo dalla casa del Signore;

Dio, il Signore è nostra luce. †Ordinate il corteo con rami frondosi *fino ai lati dellʼaltare.

Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie, *sei il mio Dio e ti esalto.

Celebrate il Signore, perché è buono: *eterna è la sua misericordia.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

2 ant. Chi segue menon cammina nelle tenebrema avrà la luce della vita, dice il Signore.

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3 ant. Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi,così, per mezzo di Lui, abbonda la nostra consolazione.

CANTICO 1Pt 2,21-24

La passione volontaria di Cristo, servo di Dio

Cristo patì per voi,lasciandovi un esempio, *perché ne seguiate le orme:

egli non commise peccatoe non si trovò inganno *sulla sua bocca;oltraggiato non rispondeva con oltraggi, *e soffrendo non minacciava vendetta

ma rimetteva la sua causa *a Colui che giudica con giustizia.

Egli portò i nostri peccati nel suo corpo *sul legno della croce,

perché, non vivendo più per il peccato,vivessimo per la giustizia. *

Dalle sue piaghe siamo stati guariti.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

3 ant. Come abbondano le sofferenze di Cristo in noi,così, per mezzo di Lui, abbonda la nostra consolazione.

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LETTURA BREVE Rm 8,35.37-39

Chi ci separerà dallʼamore di Cristo? Forse la tribolazione,lʼangoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, laspada? In tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie acolui che ci ha amati. Io sono infatti persuaso che né morte né vita,né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, néaltezza né profondità, né alcunʼaltra creatura potrà mai separarcidallʼamore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore.

RESPONSORIO BREVE

R/. Di gloria e di onore * lʼhai coronato, Signore.Di gloria e di onore lʼhai coronato, Signore.V/. E gli hai dato potere sullʼopera delle tue mani: lʼhai coronato, Signore.Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.Di gloria e di onore lʼhai coronato, Signore.

Ant. al Magn. Per il suo Dio Donato ha lottato fino alla morte; ha superato la prova: la sua forza era Cristo.

CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1,46-55

Esultanza dellʼanima nel Signore

Lʼanima mia magnifica il Signore *e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato lʼumiltà della sua serva. *Dʼora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me lʼOnnipotente * e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *

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si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *ha innalzato gli umili;ha ricolmato di beni gli affamati, *ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. al Magn. Per il suo Dio Donato ha lottato fino alla morte;ha superato la prova: la sua forza era Cristo.

INTERCESSIONI

Nellʼora in cui Cristo, re dei martiri, offrì per noi la sua vita nella cena pasquale e nellʼoblazione cruenta sulla croce, sʼinnalzi a lui la lode della Chiesa:

Noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Noi ti lodiamo e ti adoriamo, o Cristo, causa e modello di ogni martirio, perché ci hai amati sino alla fine,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

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Perché hai chiamato i peccatori pentiti al premio della vita eterna, - noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Perché hai comandato alla tua Chiesa di offrire il sangue della nuova ed eterna alleanza, sparso per la remissione dei peccati,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Perché in questo giorno ci hai dato la grazia di perseverare nellafede,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Perché hai associato molti fratelli alla tua morte redentrice,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Padre nostro Padre nostro, che sei nei cieli,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno,sia fatta la tua volontà,come in cielo così in terra.Dacci oggi il nostro pane quotidiano,e rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamo ai nostri debitori,e non ci indurre in tentazione,ma liberaci dal male.

ORAZIONE

Dio onnipotente e misericordioso, che hai dato al vescovo Donatounʼinvitta costanza fra i tormenti del martirio, rendici sereni nelleprove della vita e salvaci dalle insidie del maligno. Per il nostroSignore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive e regna con tenellʼunità dello Spirito Santo per tutti i secoli dei secoli. Amen.

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Invitatorio

V/. Signore, apri le mie labbra.R/. E la mia bocca proclami la tua lode.

Ant. Venite, adoriamo il Re dei Martiri, Cristo Signore

Salmo 94

Invito a lodare DioEsortandovi a vicenda ogni giorno, finché dura «questʼoggi» (Ebr 3,13).

Venite, applaudiamo al Signore, *acclamiamo alla roccia della nostra salvezza.

Accostiamoci a lui per rendergli grazie, *a lui acclamiamo con canti di gioia (Ant.).

Poiché grande Dio è il Signore, *grande re sopra tutti gli dèi.

Nella sua mano sono gli abissi della terra, *sono sue le vette dei monti.

Suo è il mare, egli lʼha fatto, *le sue mani hanno plasmato la terra (Ant.).

Venite, prostràti adoriamo, *in ginocchio davanti al Signore che ci ha creati.

Egli è il nostro Dio, e noi il popolo del suo pascolo, *il gregge che egli conduce (Ant.).

Ascoltate oggi la sua voce: †«Non indurite il cuore, *come a Merìba, come nel giorno di Massa nel deserto,

dove mi tentarono i vostri padri: *

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mi misero alla prova, pur avendo visto le mie opere (Ant.).

Per quarantʼanni mi disgustai di quella generazione †e dissi: Sono un popolo dal cuore traviato, *non conoscono le mie vie;

perciò ho giurato nel mio sdegno: *Non entreranno nel luogo del mio riposo» (Ant.).

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre

nei secoli dei secoli. Amen (Ant.).

Ufficio delle Letture

V/. O Dio, vieni a salvarmi.

R/. Signore, vieni presto in mio aiuto

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e semprenei secoli dei secoli. Amen.

INNO

Gerusalemme nuova,immagine di pace,costruita per semprenellʼamore del Padre.

Tu discendi dal cielocome vergine sposa,

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per congiungerti a Cristonelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,risplendenti di luce,si radunano in festagli amici del Signore.

Pietre vive e preziose,scolpite dallo Spiritocon la croce e il martirioper la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo,al Dio trino ed uniconei secoli sia gloria. Amen.

Oppure:

Aretii presul vigilJesuque martyr, supplices,Donate, quas extollimusvoces paterne percipe.

Nostris repelle finibusadversa; solve nexibusobstricta culpae pectora,mentes reducens devias,

qui daemones e sensibus olim fugasti Asterii,donasti et orbae feminaelumen diei ac Flaminis.Talenta da, quae amisimus,recuperemus gratiae,Agnique mensam mystici

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ne polluamus sordibus.

Tu namque fisci absconditiinventor; ac te civitascrevit priori calicemfractum figurae reddere.

Ductore te, volabimuscorde ad coronas impigrocertamen inter quodlibetadversus hostes callidos.

Sit laus Deo, sit gloriaDonate, qui te dupliciornavit aeque laurea per saeculorum saecula. Amen.

Oppure:

Gloriam clari canimus triumphi,quo polum victor petiit Donatus,compar et poenae simul et coronae, Hilarianus.

Hi velut binae radiant lucernae,orbis et terras removent tenebras,dum tonant verbis, rutilantque signis prodigiorum.

Daemones captis spoliant rapinis,quos precum duris cruciant flagellis,robur aegrotis, reparantque caecis lumen utrumque.

Mensibus clauso tribus e sepulcroprodit in fossum mulier talentum,functa sic vivo tribuit marito,

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ne moreretur.

Fragmen obriti calicem prioremsurgit in formam, pereunte parvaparte, sed nullus liquor inde stillat, res nova mundo.

Quesumus, celsi proceres Olympi,nos simul vestris precibus paterniserigat lapsos, solidetque fractos dextera Christi.

Laus, honor Patri, parilique Proliuna majestas, eadem potestas,cum quibus santus simul implet omnem Spiritus orbem. Amen.

Oppure:

Deh! Vieni, o san Donato,o martire glorioso, un guardo tuo pietosoquaggiù rivolgi ancor.

Rimira il tuo paesee stendi la tua manosu tutta Montesano,o nostro Protettor.

Deh! Salve, o buon Pastore,glorioso san Donato,da tutti sia cantatoun inno a te dʼamor.

Ed umile già fosti,o Vescovo dʼArezzo;Tu sempre gran disprezzo avesti dʼogni onor.

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Pur molti sacrificifacesti pel tuo Dioed ogni uman desionegasti al buon tuo cuor.

Il nome tuo distruggeil mal dʼepilessia.Lodato sempre siail santo tuo Signor.

Miracoli facestia molti travagliati,a spiriti indemoniatie senza alcun timor.

Menato alla prigion,da Quadrazian prefettoserbasti vivo in pettodi fede il casto fior.

Sonò già lʼora estremadellʼultimo patire,la palma del martiredonasti al tuo Signor.

Benigno accetta il cantodʼognun dei tuoi devoti,di tutti ascolta i voti,o nostro difensor.Nellʼora della morte,accorri presto a noi;siam tutti figli tuoie giusti e peccator.Sorgiam orsù, fratelli,dal sonno rio di morte;sia lʼinno ancor più fortee pieno di fervor.

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Corriamo sempre a Lui,chʼè nostro eterno vanto; Evviva il nostro Santociascuno canti ognor.

1 ant. Sarete odiati a causa del mio nome:ma chi sarà fedele sino alla fine sarà salvo.

Salmo 2

Il Messia, Re vittorioso. I capi di questa città si radunarono insieme, contro il tuo santo servo Gesù, che tu hai consacrato Messia (At 4,27).

Perché le genti congiurano *perché invano cospirano i popoli?

Insorgono i re della terra †e i principi congiurano insieme *contro il Signore e contro il suo Messia:

«Spezziamo le loro catene, *gettiamo via i loro legami».

Se ne ride chi abita i cieli, *li schernisce dallʼalto il Signore.

Egli parla loro con ira, *li spaventa nel suo sdegno:«Io lʼho costituito mio sovrano *sul Sion mio santo monte».

Annunzierò il decreto del Signore. †Egli mi ha detto: «Tu sei mio figlio, *io oggi ti ho generato.

Chiedi a me, ti darò in possesso le genti *

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e in dominio i confini della terra.Le spezzerai con scettro di ferro, *come vasi di argilla le frantumerai».

E ora, sovrani, siate saggi *istruitevi, giudici della terra;servite Dio con timore *e con tremore esultate;

che non si sdegni *e voi perdiate la via.Improvvisa divampa la sua ira. *Beato chi in lui si rifugia.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

1 ant. Sarete odiati a causa del mio nome:ma chi sarà fedele sino alla fine sarà salvo.

2 ant. Non sono paragonabili le sofferenze presentialla gloria futura che apparirà in noi.

Salmo 10

Nel Signore è la fiducia del giusto. Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati (Mt 5,6).

Nel Signore mi sono rifugiato, come potete dirmi: *«Fuggi come un passero verso il monte»?

Ecco, gli empi tendono lʼarco, †aggiustano la freccia sulla corda *

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per colpire nel buio i retti di cuore.

Quando sono scosse le fondamenta, *il giusto che cosa può fare?

Ma il Signore nel tempio santo, *il Signore ha il trono nei cieli.

I suoi occhi sono aperti sul mondo, *le sue pupille scrutano ogni uomo.Il Signore scruta giusti ed empi, *egli odia chi ama la violenza.

Farà piovere sugli empibrace, fuoco e zolfo, *vento bruciante toccherà loro in sorte.

Giusto è il Signore, ama le cose giuste; *gli uomini retti vedranno il suo volto.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

2 ant. Non sono paragonabili le sofferenze presentialla gloria futura che apparirà in noi.

3 ant. Come oro nel fuoco il Signore lo ha provato;lo ha gradito come un olocausto.

Salmo 16

Dio, speranza dellʼinnocente perseguitato. Nei giorni della sua vita terrena Cristo offrì preghiere e suppliche a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà (Eb 5, 7).

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Accogli, Signore, la causa del giusto, *sii attento al mio grido.Porgi lʼorecchio alla mia preghiera: *sulle mie labbra non cʼè inganno.

Venga da te la mia sentenza, *i tuoi occhi vedano la giustizia.Saggia il mio cuore, scrutalo di notte, *provami al fuoco, non troverai malizia.

La mia bocca non si è resa colpevole, *secondo lʼagire degli uomini;seguendo la parola delle tue labbra, *ho evitato i sentieri del violento.

Sulle tue vie tieni saldi i miei passi *e i miei piedi non vacilleranno.

Io tʼinvoco, mio Dio: *dammi risposta;porgi lʼorecchio, *ascolta la mia voce,

mostrami i prodigi del tuo amore: *tu che salvi dai nemicichi si affida alla tua destra.

Custodiscimi come pupilla degli occhi, *proteggimi allʼombra delle tue ali,di fronte agli empi che mi opprimono, *ai nemici che mi accerchiano.

Essi hanno chiuso il loro cuore, *le loro bocche parlano con arroganza.Eccoli, avanzano, mi circondano, *puntano gli occhi per abbattermi;simili a un leone che brama la preda, *

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a un leoncello che si apposta in agguato.

Sorgi, Signore, affrontalo, abbattilo; *con la tua spada scampami dagli empi,con la tua mano, Signore, dal regno dei morti *che non hanno più parte in questa vita.

Sazia pure dei tuoi beni il loro ventre, †se ne sazino anche i figli *e ne avanzi per i loro bambini.

Ma io per la giustizia contemplerò il tuo volto, *al risveglio mi sazierò della tua presenza.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

3 ant. Come oro nel fuoco il Signore lo ha provato;li ha gradito come un olocausto.

V/. Mi afferra lʼangoscia e lʼoppressione,R/. ma la tua parola mi sostiene.

PRIMA LETTURA Dalla seconda lettera ai Corinzi di san Paolo, apostolo 4,7 - 5,8Nei martiri si manifesta la potenza di Dio

Fratelli, noi abbiamo questo tesoro in vasi di creta,perché appaia che questa potenza straordinaria viene da Dio e nonda noi. Siamo infatti tribolati da ogni parte, ma non schiacciati;siamo sconvolti, ma non disperati; perseguitati, ma non

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abbandonati; colpiti, ma non uccisi, portando sempre e dovunquenel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù simanifesti nel nostro corpo. Sempre infatti, noi che siamo vivi,veniamo esposti alla morte a causa di Gesù, perché anche la vita diGesù sia manifesta nella nostra carne mortale. Di modo che in noiopera la morte, ma in voi la vita.

Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui stascritto: Ho creduto, perciò ho parlato, anche noi crediamo e perciòparliamo, convinti che Colui che ha risuscitato il Signore Gesù,risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme convoi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, ancora più abbondantead opera di un maggior numero, moltiplichi lʼinno di lode allagloria di Dio.

Per questo non ci scoraggiamo, ma se anche il nostrouomo esteriore si va disfacendo, quello interiore si rinnova digiorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostratribolazione, ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria,perché noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelleinvisibili. Le cose visibili sono dʼun momento, quelle invisibilisono eterne.

Sappiamo infatti che quando verrà disfatto questo corpo,nostra abitazione sulla terra, riceveremo unʼabitazione da Dio, unadimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli. Perciòsospiriamo in questo nostro stato, desiderosi di rivestirci del nostrocorpo celeste: a condizione però di esser trovati già vestiti, nonnudi. In realtà quanti siamo in questo corpo, sospiriamo comesotto un peso, non volendo venire spogliati ma sopravvestiti,perché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. È Dio che ciha fatti per questo e ci ha dato la caparra dello Spirito.

Così, dunque, siamo sempre pieni di fiducia e sapendoche finché abitiamo nel corpo siamo in esilio lontano dal Signore,camminiamo nella fede e non ancora in visione. Siamo pieni difiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso ilSignore.

RESPONSORIO Mt 5,11.12a.10

R/. Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno per

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causa mia. * Rallegratevi ed esultate: grande è la vostraricompensa nei cieli.V/. Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è ilregno dei cieli.R/. Rallegratevi ed esultate: grande è la vostra ricompensa neicieli.

Oppure:

Dalla prima lettera a Timoteo di san Paolo, apostolo 3,1-7.14-16Il vescovo è uomo irreprensibile, dignitoso, capace di insegnare.

Questa parola è degna di fede: se uno aspiraall’episcopato, desidera un nobile lavoro. Bisogna dunque che ilvescovo sia irreprensibile, marito di una sola donna, sobrio,prudente, dignitoso, ospitale, capace di insegnare, non dedito alvino, non violento ma benevolo, non litigioso, non attaccato aldenaro. Sappia guidare bene la propria famiglia e abbia figlisottomessi e rispettosi, perché, se uno non sa guidare la propriafamiglia, come potrà aver cura della Chiesa di Dio? Inoltre non siaun convertito da poco tempo, perché, accecato dall’orgoglio, noncada nella stessa condanna del diavolo. È necessario che egli godabuona stima presso quelli che sono fuori della comunità, per noncadere in discredito e nelle insidie del demonio.

Ti scrivo tutto questo nella speranza di venire presto date; ma se dovessi tardare, voglio che tu sappia come comportartinella casa di Dio, che è la Chiesa del Dio vivente, colonna esostegno della verità. Non vi è alcun dubbio che grande è ilmistero della vera religiosità:

Egli fu manifestato in carne umanae riconosciuto giusto nello Spirito,fu visto dagli angelie annunciato fra le genti,fu creduto nel mondoed elevato nella gloria.

RESPONSORIO Cfr Sal 100,2b-3

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R/. Ha camminato con cuore innocente dentro la casa del Signore.* Non sopportava davanti agli occhi di Dio azioni malvagie.V/. Ha detestato coloro, che compiono delitti dentro e fuori la casadel Signore.R/. Non sopportava davanti agli occhi di Dio azioni malvagie.

Oppure: cfr At 20,28; 1Cor 4,2

R/. Ha vegliato su tutto il gregge, in mezzo al quale lo SpiritoSanto lo ha posto come vescovo. * per guidare la Chiesa di Dio,acquistata nel sangue del suo Figlio.V/. Ricevuto il compito di amministratore, è stato in tutto fedele,R/. per guidare la Chiesa di Dio, acquistata nel sangue del suoFiglio.

SECONDA LETTURA

Dai «Discorsi» di santʼAgostino, vescovo

(Disc. 329 nel natale dei martiri; PL 38, 1454-1456)

Preziosa è la morte dei martiri comprata con il prezzo della morte diCristo

Per le gesta così gloriose dei santi martiri, per cuidovunque la Chiesa fiorisce, noi vediamo con i nostri stessi occhiquanto sia vero quello che abbiamo cantato: Preziosa agli occhidel Signore è la morte dei suoi santi (cfr. Sal 115,15): preziosadavanti a noi, preziosa davanti a colui per il cui nome è avvenuta.

Ma il prezzo di queste morti è la morte di uno solo.Quante morti ha comperato morendo quel solo che, se non fossemorto, avrebbe lasciato il chicco di grano nellʼimpossibilità dimoltiplicarsi! Avete sentito le sue parole, mentre si avvicinava allasua passione, cioè mentre si avvicinava alla nostra redenzione: «Seil chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, seinvece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24). Sulla croceinfatti egli operò una grande compera; là sborsò il nostro prezzo;quando il suo fianco fu aperto dalla lancia del soldato che lo colpì,ne sgorgò il prezzo di tutto il mondo. Furono comprati i fedeli e i

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martiri, ma la fede dei martiri venne messa alla prova: il sangue neè testimone. Quello che per loro fu speso, lo restituirono, e cosìadempirono ciò che san Giovanni dice: Come Cristo ha dato pernoi la sua vita, così anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli(cfr. 1Gv 3,16).

Ed altrove è detto: Ti sei seduto a una grande tavola; stabene attento a ciò che ti è messo davanti, perché bisogna cheanche tu prepari altrettanto (cfr. Pro 23,1). La grande mensa èquella dove è cibo lo stesso padrone della mensa. Nessuno ciba iconvitati di se stesso: lo fa solo Cristo Signore; egli è Colui cheinvita, ed egli stesso è cibo e bevanda. I martiri seppero cosadovevano mangiare e bere per restituire altrettanto. Ma comeavrebbero potuto restituire altrettanto, se egli non avesse dato diche restituire, egli che ha pagato per primo? Perciò anche il salmoin cui abbiamo cantato: Preziosa agli occhi del Signore è la mortedei suoi santi (cfr. Sal 115,15), che cosa ci raccomanda?Là lʼuomo ha riflettuto su quanto ha ricevuto dal Signore; haguardato a tanti doni di grazia dellʼOnnipotente che lo ha creato,che lo ha cercato quando si era perduto, che, ritrovatolo, gli haconcesso il perdono, che lo ha aiutato quando combatteva con lesue deboli forze, che non si sottrasse quando lo vide in pericolo, loha coronato vincitore e gli ha dato se stesso in premio. Haconsiderato tutto questo, ha esclamato e detto: «Che cosa renderòal Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza»(Sal 115,12). Qual è questo calice? È il calice amaro e salutaredella passione; il calice che il malato non avrebbe osato toccare seil medico non lo avesse bevuto per primo. Egli stesso è questocalice; riconosciamo questo calice nelle parole di Cristo che dice:Padre, se è possibile allontana da me questo calice (cfr. Mt 26,39).Di questo stesso calice i martiri hanno detto: «Alzerò il calicedella salvezza e invocherò il nome del Signore» (Sal 115,13).Temi forse di non riuscire? No, dice. E perché? Perché invocheròil nome del Signore. Come potrebbero vincere i martiri, se nonvincesse nei martiri colui che ha detto: Esultate, perché io ho vintoil mondo? (cfr. Gv 16,33). Il Signore dei cieli guidava la loromente e la loro lingua e per mezzo di loro vinceva il diavolo sullaterra e coronava i martiri in cielo. O beati coloro che bevvero così

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questo calice! Videro la fine dei loro dolori e ricevettero gli onori.State attenti dunque, carissimi: quello che non potete con gliocchi, ripensatelo nella mente e nellʼanima e vedete che è preziosaagli occhi del Signore la morte dei suoi santi.

RESPONSORIO Lc 6,27; Mt 5,44.45.48

R/. Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, epregate per i vostri persecutori, * per essere figli del Padre vostroceleste.V/. Siate perfetti, come è perfetto il Padre,R/. per essere figli del Padre vostro celeste.

Oppure:

Dallʼomelia di S. Ecc.za mons. Riccardo Fontana, arcivescovo diArezzo, pronunciata nella Cattedrale il 7 agosto 2011

(http://www.diocesiarezzo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1871:omelia-dellarcivescovo-per-la-festa-di-san-donato&catid=41:notizie-locali&Itemid=272: accesso 22 agosto 2017)

Ascoltiamo le radici della nostra storia e del nostro passato

Venerati fratelli nell’episcopato, miei preti amati, fratellie sorelle nel Signore: il Signore ci dia pace! In questo giorno incui la nostra Comunità diocesana fa memoria della testimonianzadel vescovo Donato e della sua santità, mi piace condividere convoi alcune riflessioni sull’uomo di Dio che è diventato l’identitàcondivisa della nostra Chiesa. Come commenta Papa GregorioMagno (Dialoghi I,7,3), la santità di Donato è espressa dal suostesso nome: è santo perché è donato: donato a Dio per il serviziodel popolo, di questo popolo. Sull’insegnamento del profetaEzechiele, il pastore vero delle pecore le cerca e ne ha cura; pur sedisperse le raduna, le riconduce alla propria terra; offre loro unluogo dove ben riposare, fascia le ferite e cura dai danni del male(cfr. Ez 34,11-16). San Donato è il modello di come deve essereogni buon pastore del popolo di Dio; il suo esempio fu ripropostonell’Europa antica come misura del Vescovo e il culto che gli

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viene tutt’ora tributato in oltre duecento chiese particolari è laprova del fascino che la bellezza del sacerdozio ottiene ancora inmezzo al popolo. Ogni ministro del Signore deve essere speso pergli altri, donato agli altri, consumato, affaticato, fino al donosupremo di sé, fino al martirio. Ci è chiesto, miei fratelli nelsacerdozio, di essere anche noi, “donati”. È nostra parte ilcontinuo richiamo alla dimensione soprannaturale della Chiesa,per ridire al popolo le meraviglie di Dio “testimoni dellesofferenze di Cristo partecipi della Gloria che deve manifestarsi”(1Pt 5,1).

La vita di San Donato, pastore esemplare, è raccontatacon il linguaggio dei suoi miracoli, perché le moltitudini possanorendersi conto che dietro e sopra di noi c’è il Signore a rendereefficace quanto predichiamo. C’era una volta in Arezzo una riccavedova di nome Siranna (cfr. Passio Sancti Donati Prima), una deitanti convinti di non aver bisogno degli altri. Vi sono persone checredono che con i propri soldi e le conoscenze che hanno, possanoottenere tutto. Oggi vi è davvero il rischio che perfino la Verità diDio sia erosa dal materialismo pratico e che il potere del danaro,diventato una sorta di cultura diffusa, accechi molti. Alla vedovaSiranna, già felice e spensierata, era successa una grandedisgrazia: era diventata cieca. La Passio sancti Donati racconta - ilmodello agiografico è quello dell’emorroissa (cfr. Mc 5,25ss.) - diquesta ancor giovane vedova che va in giro per medici in cercadella soluzione del suo problema e, malgrado i suoi soldi - l’autoredella Passio dice “non meruit” - non gli riuscì di riottenere lavista. Ilariano, il monaco dell’Alpe di Poti, ospita il sacerdoteDonato. Il piccolo figlio di Siranna conduce la madre dal Santo,perché narri all’uomo di Dio la sua sofferenza e gli chieda aiuto.

Leggiamo insieme la valenza simbolica del messaggio: èil bambino che porta la mamma da San Donato, gli racconta la suastoria, le sue vicende, il suo tentativo inutile, vano, di guarire.Ancora oggi capita assai spesso nelle nostre parrocchie che siano ipiccoli a riportare i genitori alla fede: li inducano a pensare allecose di Dio e a esprimersi di conseguenza. Donato ascolta erisponde a Siranna: “Ti manca l’olio”. Allora l’olio era segno diricchezza, di campi e di beni posseduti in abbondanza. Risponde

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sprezzante la donna: “Ne ho tre ziri pieni a casa, senza contaretutto ciò che ho nei campi!”. Il racconto antico fa tornare allamemoria le cantine d’un tempo, orgoglio dei più ricchi tra i nostriantenati. Soggiunge San Donato: “Non è quell’olio che serve a te,o donna”. Sembra il linguaggio al pozzo di Gesù con laSamaritana (cfr. Gv 4,7ss). L’agiografo parafrasa la narrazionebiblica dell’incontro tra il profeta Elia e la vedova di Zarepta diSidone (cfr. 1Re 17,7ss). Allora come ora è la carità che salva.“Non è quell’olio lì che ti giova” torna a dire anche a te SanDonato.

La via cristiana, che fece grandi i nostri antenati, leradici della nostra cultura, chiedono altro. Occorre fissare gli occhisu Gesù, autore perfezionatore della nostra fede, e ritrovare la viadella solidarietà. Al bambino che ti aspetta a casa e che forse tichiederà dove sei stato stasera, abbi il coraggio di dire che seiandato a mettere gli occhi su Gesù, a rimetterlo al centro della tuavita insieme agli aretini in duomo. Poi sarà facile passare dallafede ritrovata ai sacramenti. Il ministero del vescovo Donatochiede a Siranna, come misura della sua maturità, riconquistata lapurezza del cuore, quanta speranza portasse con sé. Che faSiranna, finalmente risanata? Dice la Passio sancti Donati che ilnostro Patrono la porta dal Vescovo, che la battezza. La chiesaunita attorno al successore degli apostoli: un solo cuore, un solospirito. E il frutto immediato del battesimo è che la ricca Sirannasi libera degli orpelli e si accorge dei poveri. La via della carità è ilsigillo dell’opera di Dio. È dono di Dio accorgersi delle sofferenzealtrui. Andiamo col pensiero ai cinque ospedali del nostroterritorio. Tanta gente è disperata. Anche per le vie e le piazze, seriuscissimo a vedere le sofferenze delle famiglie, sarebbe facileaccorgerci dei bisogni della gente e del ruolo che Dio ci affida,d’essere suoi ambasciatori (cfr. 2Cor 5,20). La Chiesa si manifesta- dice ancora la Passio sancti Donati - nella comunione al corpo diCristo, nell’unità organica con cui provvediamo ai bisognispirituali e materiali di chi è nella tribolazione, facendo dellanostra vita un dono.

Donato, santo patrono, torna a illuminare la nostraChiesa, ridonaci l’entusiasmo di spendere la vita per gli altri, per ilbene comune! Insegnaci che il mistero della salvezza è l’amore.

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L’unità nella Chiesa, la comunione al corpo di Cristo ci farà liberi,significativi e forti. È quel Crisma dall’alto - l’olio che mancava aSiranna - lo Spirito Santo di cui abbiamo bisogno.

La potenza di Dio, per intercessione del Santo cheesprime la nostra identità, torni a infiammare di carità questopopolo bello, questa storia incantata, che vuole ritrovare la via delCielo.

RESPONSORIO 2 Tm 4,7-8; Fil 3,8-10

R/. Ho combattuto la buona battaglia, sono giunto al traguardo, hoconservato la fede: * ora è pronta per me la corona di giustizia.V/. Tutto ho stimato una perdita, pur di conoscere Cristo epartecipare alle sue sofferenze, conforme a lui nella morte:R/. ora è pronta per me la corona di giustizia.

Oppure:

Da una seconda omelia di S. Ecc.za mons. Riccardo Fontana,arcivescovo, pronunciata nella cattedrale di Arezzo

(http://www.diocesiarezzo.it/index.phpoption=com_content&view=article&id=2113:san-donato-omelia-dellarcivescovo&catid=41:notizie-locali&Itemid=272: accesso 22 agosto 2017)

Il vescovo Donato ci dice quali devono essere la statura e la misura delcristiano

La festa di San Donato è un dono bellissimo per tutta laChiesa diocesana, perché ci aiuta a misurarci con il grandeevangelizzatore e patrono, per rileggere la nostra identità neltempo presente.

Il Vescovo Donato è l’esempio di quale misura è chiestaanche a ciascuno di noi per dirsi ed essere riconosciuto cristiano. IlVescovo lo fece usque ad sanguinis effusionem. Altri nostri aretinihanno fatto come lui nel corso dei secoli. Esiste, tuttavia, unmartirio incruento e non meno doloroso, e per certo altrettantoradicale. Padri e madri di famiglia, che hanno cresciuto figli enipoti, lasciando nella memoria non solo di casa, ma anche di

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quanti li conobbero, un segno credibile di umanità significativa edi fede intrepida. Resistere alle difficoltà è proprio del martirio,ma lo è anche ascoltare tutti, senza cedere alle contestazionitalvolta malevoli. Andare in cerca del consenso e dell’applausonon è la misura di San Donato.

Come nei giorni di festa in famiglia, quando è usotoscano tirar fuori le fotografie per ricordare momenti belli, eappuntamenti significativi per gli effetti che ebbero nel tempo, viinvito, cari aretini, a fare quest’oggi altrettanto, ricordandociascuno nella propria famiglia, ma anche nella Chiesa aretina, chici ha lasciato esempi luminosi, come Don Alcide Lazzeri, il pretedi Civitella, che contrattò con le SS, dando la propria vita incambio di quella del popolo. Ottenne di essere barbaramenteucciso per primo, senza riuscire a salvare gli altri uomini delpaese. Tra gli assistenti dei gruppi giovanili, non vorrei che Arezzodimenticasse Don Tani, che, pur di salvare i propri ragazzi, perventidue giorni di tortura non rivelò dove fossero, e poi unascarica di mitra lo soppresse nel carcere di San Benedetto diArezzo, senza che riuscissero a sapere dove erano i ragazzi delgruppo.

Abbiamo avuto religiosi che la gente ricorda ancoradopo decenni, come Padre Caprara, che fondò lo scoutismoaretino; i Padri Basilio, Anselmo, Alfonso al Saione, parroci cheformarono generazioni. L’esempio di San Donato riguarda tutti.Misurarsi con San Donato vuol dire impegno, anzi misurare ilproprio impegno; è chiedersi, all’interno di ogni comunità, qualeruolo e incidenza i nostri laici hanno nei processi che li riguardanocome fedeli, nella vita pastorale, che è fatta di annunzio,celebrazione e testimonianza. In tutte e tre queste dimensioni ènecessario un pieno coinvolgimento di ciascuno dei fedeli, uominie donne. Certamente, l’annunzio del Vangelo fatto dai laici develiberarsi dal clericalismo, e usare lo stile che è proprio dellerelazioni nel nostro tempo. Perfino la Divina Liturgia deverispettare il principio della sussidiarietà, cioè nessuno deveusurpare lo spazio riservato all’altro. Il Vescovo, il prete e ildiacono hanno compiti specifici, che vanno rispettati da tutti, maanche i catechisti, i cantori, i musici, i lettori debbono averecompetenza ed esercitare la loro funzione. La testimonianza della

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carità è materia che raccoglie davvero tutti. Esiste, tuttavia, unsistema di relazione nuovo, che deve essere orientato allacostruzione di una comunità, che è se stessa, indipendente dalclero, che in quel momento la serve. Il campanilismo, il confrontocon i vicini sono mali pericolosi, che non appartengono allaChiesa. Polemiche e invasioni di campo nelle competenze altruinon giovano alla nostra storia cristiana, che viene da lontano, eneppure alla nostra Chiesa, perché danneggiano l’unità, che è unanota caratteristica ribadita nel Credo. Occorre anche domandarciquale sia la partecipazione del laicato alla vita diocesana. LaChiesa sussiste attorno al successore degli Apostoli, a San Donatoe ai suoi successori. La tentazione di far da sé affligge ogniparrocchia, ogni movimento e ogni associazione, ma San Donatoci insegna a rimettere insieme i cocci di ogni calice infranto dallamalizia del diavolo, che divide. È l’unica cosa che sa fare, e la fabene. Occorre riscoprire che la Comunione è per la missione. Nodunque al compiacimento estetico dei numeri, e alla ricerca delsuccesso personale.

Andare a Sinodo significa avere coraggio di richiedere atutti di ridarci fiducia. Le devozioni appagano solo una parte dellasocietà aretina, ma non coinvolgono la maggioranza della gente diquesta città, nel rafforzare la vita di fede. San Donato, che curò lacieca Siranna, ci aiuti a interiorizzare. Meno apparenza, e piùscelte cristiane, se vogliamo che la generazione nuova, in terra diArezzo, abbia il senso di Dio e il gusto di fare Chiesa.La fede non si esprime nel conformismo. La Tradizione è una cosasanta. È quanto ricevemmo, attraverso le generazioni, che ciricollega a Gesù stesso. È ciò che ci è stato tramandato, e che perciò stesso è essenziale. Le tradizioni sono usi e costumi, introdottinel tempo, e che possono variare, e anzi, talvolta, lo devono. Sevogliamo aprire un dialogo serio con chi non frequentaordinariamente la Chiesa, dobbiamo liberarci dalla paglia perchérisplenda l’oro. Sono entrambi gialli, ma di tonalità diversa. Eanche di valore diverso. La verità non è frutto del conto dimaggioranza. Il Martire Donato ci insegni a resistere alle mode deltempo, a informarci sugli eventi di Chiesa, attraverso cronache piùo meno fedeli dei media, che fanno bene il loro lavoro, se

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funzionano come specchi, riflettendo la realtà come si manifesta;ma, a volte, ragioni ideologiche, fanno deformare la stessa realtà.Il ruolo dei fedeli laici nel processo identitario della nostra Chiesava rivisto; è necessario interpellare le persone, ma anche leparrocchie e le comunità a chiedersi quale sia l’apporto al benedelle parti all’insieme, dei singoli al bene comune. Sul Sinodo, cheè un cammino di ricerca da fare insieme, per ritrovare ciò che ciunisce, e mediare ciò che divide, invochiamo l’intercessione diSan Donato, e cerchiamo di imitarne l’esempio. Gli antichidicevano Sanctus Donatus seu Arretium. Aretini che mi ascoltate,è ancor vero che la nostra identità nasce dal confronto con SanDonato?

RESPONSORIO Cfr. Ap 7,14; Dn 3,95

R/. Si è sacrificato per Cristo come martire della fede * e meritò diottenere il premio eterno.V/. È passato per la grande tribolazione e ha lavato le sue vesti nelsangue dellʼAgnello immolato.R/. e meritò di ottenere il premio eterno.

Oppure:

Da unʼomelia pronunciata nella Chiesa parrocchiale di Montesanoil 7 agosto 2017Un santo, un battezzato, un pastore, un confessore di Cristo.

Cari fratelli e sorelle, mi piace condividere con voi tre aspetti della meravigliosa figuradi san Donato di Arezzo: il cristiano, ossia il battezzato; il pastore,cioè il diacono, il presbitero e il vescovo; infine, il martire.Innanzitutto il cristiano. Sì, perché Donato prima di esserevescovo, cioè pastore, e martire, ossia confessore e testimone, èstato un cristiano: un cristiano convinto, fedele, sincero. Le pochefonti storiche, di cui disponiamo, non tacciono sul dono delbattesimo, ricevuto dalle mani del presbitero Pigmenio nel duomodi Arezzo, o come vogliono altre tradizioni a Roma. Fu proprio

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Pigmenio ad aiutare il giovane Donato nei primi passi della suanuova esistenza in Cristo, fino al momento in cui il giovane sentìforte il desiderio di ritirarsi a vita eremitica e anacoreta sotto laguida del saggio monaco Ilariano, che lo iniziò alla vita nascosta esolitaria. Qui nel silenzio, nella contemplazione e nella preghieraumile e nascosta Donato dette il meglio di sé, al punto che la suapresenza non sfuggì allʼattenzione degli abitanti di Arezzo e deipaesi limitrofi, che accorrevano a lui per ottenere salute eguarigioni. Celebre il caso della cieca Siranna, a cui Donato donòla vista fisica e soprattutto quella spirituale, essendo lei adoratricedi divinità false e bugiarde; come anche il caso del piccoloindemoniato Asterio, figlio del nobile Aproniano di Arezzo, cheDonato liberò dal demonio, il nemico infernale dellʼuomo. Questie tanti altri segni e prodigi, da lui compiuti, non potevano nongiungere alle orecchie del santo vescovo di Arezzo Satiro, chepresto lo volle accanto a sé, nel ministero sacerdotale. Nonostantele timide iniziali remore del giovane eremita, Donato alla finecedette alla volontà del vescovo, vedendovi in essa il progetto diDio su di lui. Un cristiano – dicevo - saggio e maturo, in cercadella propria perfezione cristiana. Battezzato e rinato in Cristo avita nuova, Donato è sempre alla ricerca della propria vocazione,per interpretare nel modo più appropriato la propria vita comedono totale a Cristo Signore. Aiutato dal presbitero Pigmenio e dalmonaco Ilariano, Donato percorre la via della perfezione cristiana,finché non sarà la voce della Chiesa, attraverso il santo vescovoSatiro, a illuminarlo e a rendergli chiara la propria vocazione. Maaltrettanto importante sarà il cammino dellʼiniziato, grazie allepremure dei suoi due santi padri nello spirito: Pigmenio prima eIlariano poi. A entrambi egli si affiderà, confidando in loro eabbandonandosi con totale fiducia alle loro cure e premure. Ungrande insegnamento per tutti noi: se vogliamo conseguire la mètaideale della vita cristiana, non possiamo prescindere dalconfessore e dal padre spirituale e così perfezionarci nel nostrocammino di fede.

Ed eccoci al secondo aspetto della figura di Donato diArezzo: il pastore. Chiamato dal vescovo Satiro, Donato si offre esi dona totalmente alla causa della Chiesa di Arezzo. Dopo il

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necessario percorso umano e spirituale, Donato diviene diaconodella chiesa e poco dopo ordinato presbitero dalle mani del suosanto precettore. Ma, alla morte del primo grande vescovo diArezzo, avvenuta nellʼanno 275, il popolo aretino, confermato dalconsenso unanime dei vescovi della regione, vide in Donato ildegno successore di Satiro. Ottenuta la convalida del papa GiulioI, nonostante le reticenze del giovane presbitero, venne da questiconsacrato successore degli apostoli e inviato ad Arezzo comeapostolo di pace e di carità. Lo zelo apostolico del giovanevescovo fu tale che provocò tanto entusiamo nel popolo buono esemplice, ma altrettanta ostilità nei crudeli e perfidi pagani. Risalea questo primo momento del suo ministero episcopale il famosomiracolo del calice infranto, caduto dalle mani del diaconoAntimo, impaurito dalle minacce degli infedeli. Frantumatosi ilcalice di vetro e sparsosi per terra il sangue del Signore, il vescovoDonato ricompose i pezzi infranti e vi recuperò il vino consacrato.Un segno questo del suo grande ministero: ricomporre in unità laChiesa di Arezzo e partecipare con il sangue al martirio del suoSignore. Altrettanto degno di nota è la sua premura per lagiustizia. Ne è testimone il caso di un certo Eustasio, esattore delleimposte imperiali e custode dellʼerario pubblico. Questi finì peressere ingiustamente condannato a morte, perché ritenutousurpatore del denaro pubblico. Ma era stata la moglie, prima dimorire improvvisamente, che vi aveva nascosto il denaro, pertimore di essere defraudata. Rinchiuso in cella in attesadellʼesecuzione capitale, il pover uomo sentì nel profondo delcuore una voce, che lo invitava a ricorrere allʼormai famosopresbitero aretino. Vistosi miracolosamente libero dalle catene e lacella del carcere spalancata, ricorso a Donato, questi si fecepersino dire dalla defunta dove fosse nascosto il denaro.Quandʼanche avvinto da alone leggendario, lʼepisodio peròconferma la premura del futuro vescovo e pastore, a favore dellaverità e della giustizia più vera e più profonda, in un mondo,quello dellʼimpero romano del suo tempo, pieno di tensioni,superbia e arroganza.

E giungiamo, così, allʼultimo tratto di questa grandefigura, qual è stata Donato di Arezzo: il martire. Le fonticoncordano nella data del martirio, il 7 agosto, differenziandosi

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però nellʼanno: alcune lo vogliono nel 304 e altre nel 362. E nonvi è soprattutto concordanza nel titolo da attribuirgli: se martire osemplice confessore. La cosa è assai curiosa; sia perché tuttosommato non vi è poi tanta differenza se si sia giunti alladecapitazione, o se il santo sia stato solo torturato e sfregiato nellasua dignità a causa della fede in Cristo. Fatto sta, che il santovescovo, subito dopo il decreto persecutorio, emanato dagliimperatori Diocleziano e Massimiano Erculeo, o – secondo altrefonti – da Giuliano lʼapostata, venne imprigionato nella suacattedrale e condotto davanti al governatore Quadraziano, che loinvitò a offrire lʼincenso alla dea Giunone, veneratissima inArezzo. Dopo il rifiuto e la dura permanenza nel carcere aretino, sigiunse alla molto probabile decapitazione, avvenuta la mattina del7 agosto. Sepolto sulla collinetta di Pionta, i santi resti vennerosuccessivamente rinvenuti dal vescovo Teobaldo nellʼanno 1203,come attesta la cosidetta “Cronaca dei custodi”, che confermasulle reliquie del santo la presenza dei paramenti pontificali con latesta sul petto, segno del martirio, e la scritta inconfutabile:Sanctus Donatus episcopus et martyr.

Un cristiano, un pastore, un testimone: questo è Donatodi Arezzo; questo è Donato di Montesano. Raccogliamo la suaformidabile testimonianza, affinché parli ancora oggi a noi esoprattutto alle giovani generazioni.

Quella fede, che Donato ha ricevuto in dono, ha vissutoin modo coerente e testimoniato con eroicità, sia la nostra forza eil nostro continuo e permanente coraggio in Cristo Gesù nostroSignore. Amen.

RESPONSORIO

R/. Martire autentico, ha testimoniato Cristo con il sangue;impavido di fronte alle minacce e alle lusinghe, * ha ottenuto lacorona di gloria.V/. Il Signore lo condusse per diritti sentieri e gli mostrò il regnodi Dio:R/. ha ottenuto la corona di gloria.

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Oppure:

Dalle omelie di S. Ecc.za mons. Gualtiero Bassetti per la Festa diSan Donato (07 agosto 2007)

(http://www.diocesi.arezzo.it/sezioni/vescovo/bassetti/indexx_vescovo.php?inserisci=vescovo/omelie/vescovo_om_012007.php: accesso 24 agosto 2017)

Più che per la fama di taumaturgo, è per la sua squisita testimonianza difede, misurata ed esaltata dal martirio, che san Donato si propone comemodello di sublime santità.

Carissimi fratelli e sorelle,la nostra Chiesa di Arezzo-Cortona-Sansepolcro celebra oggi lasolennità di san Donato, secondo vescovo e patrono della diocesi,innalzando a Dio, dalle volte di quest’antica chiesa cattedrale, unrendimento di grazie per il dono della Fede che ha ricevutomediante l’annuncio del Vangelo e attraverso l’effusione delloSpirito nel sacramento del Battesimo.

Secondo la tradizione, il 7 agosto dell’anno 304, durantele persecuzioni ordinate dall’imperatore Diocleziano, il vescovoDonato pagò con la vita la sua adesione al Vangelo, sigillando conil martirio il cammino di conformazione a Cristo, che avevaintrapreso nel Battesimo.

Le fonti storiche consentono di datare con una certasicurezza la nascita di san Donato attorno al 240; negli stessi anni,ad Arezzo, la giovane comunità cristiana, presente probabilmentesin dalla metà del secolo precedente, cresceva in numero e siorganizzava sotto la guida del primo vescovo san Satiro, allamorte del quale – nel 285 circa – i sacerdoti e il popolo cristianoaretino scelsero Donato quale successore.

Gli anni dell’episcopato del nostro Patrono coinciserocon un periodo di relativa pace per le comunità cristiane che,prima della nuova recrudescenza romana avviata da Diocleziano –la stessa in cui perse la vita san Donato – poterono sviluppareliberamente e con notevoli frutti la propria azione missionaria.

Nelle pagine della Passio di san Donato – un testo cherisale al VI secolo – è sintetizzata la grandezza spirituale delnostro Patrono, che spese gli anni del suo sacerdozio e del suo

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episcopato in un’instancabile opera missionaria che toccò ogniangolo della vastissima diocesi aretina, allora coincidente con ilterritorio del municipio aretino, e che gli valse l’appellativo di“apostolo della Tuscia”. All’autorità romana, che gli contestava lapredicazione alle popolazioni, il vescovo Donato risponde: «Hoinvitato ed esortato il popolo ad adorare Gesù Cristo con tranquillacoscienza perché sono certo che egli è il Signore».

Più che per la fama di taumaturgo e per le grazie chevengono attribuite alla sua preghiera di intercessione, è in questastraordinaria testimonianza di fede, misurata ed esaltata dalmartirio, e nel suo ardore missionario che san Donato si proponealla nostra comunità diocesana come modello di vita cristiana,capace di indicare ancora oggi, ad oltre diciassette secoli dalla suamorte, la via per raggiungere il Padre. L’esperienza umana ecristiana di san Donato, infatti, con la sua completa dedizione allamissione evangelizzatrice, rappresenta per la nostra Chiesadiocesana un esempio da imitare.

Un felice disegno della Provvidenza ci offre di celebrarela festa del Patrono esattamente nel cuore del cammino pastorale,che la nostra Chiesa diocesana ha intrapreso lo scorso anno e cheproseguirà durante il prossimo, al centro del quale è posto ilsacramento del Battesimo.

San Donato, infatti, ha percorso incessantemente questenostre terre, ha incontrato uomini e donne, ha predicato il Vangeloe ha battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello SpiritoSanto, contribuendo a formare una solida comunità cristiana.

Oggi, volgendoci a quella esperienza e scorgendo suquale patrimonio di fede si radica la nostra Chiesa, avvertiamoimpellente l’urgenza di riscoprire il nostro Battesimo e di viverecon più intensità le promesse battesimali.

Nel segno dell’acqua e mediante la potenza dello SpiritoSanto siamo divenuti figli adottivi del Padre. Chi riceve ilbattesimo - ci ricorda san Paolo - partecipa alla Pasqua di Cristo:con lui è sepolto nella morte e con lui è risuscitato, compiendo,così, il suo passaggio dalla morte del peccato alla vita nuova. E,per mezzo del Battesimo, Dio si rivela agli uomini per stabilirecon loro un patto di amore, un’alleanza indissolubile. Prima

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ancora che essi lo amino, il Padre li ama e li chiama, uno per uno,a diventare suoi figli, fratelli di Gesù, dimora dello Spirito Santo emembri del Corpo di Cristo, che è la Chiesa.

Nel battesimo siamo stati «rivestiti di Cristo» e siamodivenuti partecipi della sua missione; abbiamo intrapreso uncammino che ci esorta ogni giorno a conformarci a Cristo, adessere fedeli alla sua sequela, a vivere secondo gli impegni assunticon le promesse battesimali.

Chiediamo a san Donato che accompagni con la suaintercessione e la sua preghiera l’itinerario della nostra comunità,perché resi conformi a Cristo con il Battesimo, sappiamo esseresuoi fedeli discepoli e credibili testimoni nella Chiesa e nelmondo.

RESPONSORIO

R/. Mentre combattiamo per la fede, Dio ci guarda, Cristo e i suoiAngeli assistono: * muoio per Cristo, muoio volentieri per nonrinnegare la sua santa fede.V/. È onore e gloria per noi lottare sotto lo sguardo di Dio ericevere il premio da Cristo giudice.R/. muoio per Cristo, muoio volentieri per non rinnegare la suasanta fede.

Oppure:

Dalla «Lettera ai cristiani di Tralle» di sant’Ignazio di Antiochia,vescovo e martire

(Capp. 1, 1 – 3, 2; 4, 1-2; 6, 1; 7, 1 – 8, 1; Funk, 1, 203-209)

Voglio premunirvi, come figli amatissimi

Ignazio, detto anche Teoforo, alla santa chiesa, amata daDio, Padre di Gesù Cristo, che si trova a Tralle in Asia e che, elettada Dio e di lui degna, ha pace nel corpo e nell’anima per lapassione di Gesù Cristo, nostra speranza, in attesa di risorgere inlui. La saluto nella pienezza dello spirito, secondo l’usoapostolico, e le auguro ogni bene. So che mostrate sentimenti

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irreprensibili e siete saldi nella prova, non per opportunismo, maper una educazione che in voi è ormai diventata connaturale. Melo disse appunto il vostro vescovo Polibio quando venne a Smirneper volontà di Dio e di Gesù Cristo. Egli ne gioì con me,incatenato per Gesù Cristo, ed io potei contemplare nella suapersona tutta la vostra comunità. Ricevendo per mezzo suo provadella vostra benevolenza secondo Dio, resi gloria al Signore peravervi trovati, come già sapevo, suoi imitatori. Infatti sietesottomessi al vescovo come a Gesù Cristo, e perciò non vivetesecondo gli uomini, ma secondo Gesù Cristo che è morto per noi.Credendo nella morte di lui, sfuggite alla morte. È necessario che,come già fate, nulla facciate senza il vescovo e che siatesottomessi anche al collegio presbiterale come agli apostoli diGesù Cristo, nostra speranza, per essere trovati in comunione conlui. È necessario che anche i diaconi, quali ministri dei misteri diGesù Cristo, siano accetti a tutti in ogni cosa: non sono infattiministri di cibi o di bevande, ma della Chiesa di Dio, e devonoperciò tenersi lontani da qualsiasi colpa come dal fuoco. Da parteloro, tutti rispettino i diaconi come Gesù Cristo, onorinoparticolarmente il vescovo, che è immagine del Padre, e ipresbiteri quale senato di Dio e assemblea degli apostoli. Senza diessi non si può parlare di chiesa. Sono certo che queste sono levostre disposizioni al riguardo. Nella persona del vostro vescovoho accolto e ho tuttora presso di me l’immagine della vostra carità:il suo modo di comportarsi è un grande insegnamento e la suadolcezza una forza. Dio si manifesta in molti modi al mio spirito,ma vado cauto nel parlare di ciò per non perdermi, cadendo nellavanagloria. Proprio adesso devo maggiormente temere, né intendoprestar orecchio alle lodi. Coloro che mi lodano, mi flagellano.Certo desidero soffrire, ma non so se ne sia degno. La miaimpazienza non si manifesta ai più, ma mi tormenta senza tregua.Ho bisogno di umiltà con la quale si sconfigge il principe diquesto mondo. Vi scongiuro, non io ma l’amore di Gesù Cristo:nutritevi solo della sana dottrina cristiana e tenetevi lontani daogni erba estranea, qual è l’eresia. Ciò avverrà se non vi lasceretegonfiare dall’orgoglio e non vi separerete da Gesù Cristo Dio e dalvescovo e dai comandi degli apostoli. Chi sta all’interno del

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santuario è puro; ma chi ne è al di fuori, è impuro. In altri termini:chiunque compie qualche cosa senza il vescovo, il collegio deipresbiteri e i diaconi, non agisce con coscienza pura. Non già cheabbia riscontrato in voi queste cose: ma vi scrivo per premunirvi,come figli amatissimi.

RESPONSORIO Ef 4,3-6; 1Cor 3,11

R/. Cercate di conservare l’unità dello spirito per mezzo delvincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola èla speranza alla quale siete stati chiamati, * un solo Signore, unasola fede, un solo battesimo.V/. Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già visi trova, che è Gesù Cristo:R/. un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo.

Oppure:

Dalla «Legenda aurea» del beato Giacomo da Varagine, vescovo

(Cap. CXI; edizione critica a cura di Giovanni Paolo Maggioni; traduzione dal latino di Cecilia Lisi)

Donato, grande taumaturgo ed esorcista, libera lʼuomo dal male e lodisseta con lʼacqua zampillante della vita.

San Donato fu istruito con lʼimperatore Giuliano, chericevette la carica di suddiacono. Ma, quando giunse al sommopotere, Giuliano fece uccidere il padre e la madre di Donato.Costui fuggì ad Arezzo, presso il monaco Ilario e compì numerosimiracoli. Infatti, il prefetto della città, che aveva un figlioindemoniato, lo portò alla presenza di san Donato. Cominciòallora a gridare lo spirito immondo: «In nome del Signore GesùCristo, non mi tormentare per forzarmi a uscire dalla miadimora!». Donato si mise in preghiera e il giovinetto si trovòliberato. Dopo qualche giorno il vescovo Satiro si addormentò nelSignore e il clero unanime elesse vescovo Donato. Un giorno,mentre il popolo si comunicava durante la celebrazione della

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Messa, il diacono che distribuiva il corpo del Signore cadde per laviolenta spinta di un pagano e il calice si ruppe in mille pezzi.Donato, vedendo il gran dolore del diacono e di tutti i fedeli,raccolse i pezzi del calice; poi si mise in preghiera e il caliceritornò nella sua forma primiera. Solo un piccolo pezzo mancava,poiché era stato nascosto dal diavolo ed è proprio questo fatto cheancor oggi fa testimonianza del miracolo. I pagani alla vista ditanto portento si convertirono in numero di settanta e ricevettero ilsanto battesimo. Vicino ad Arezzo c’era una fontana velenosa echiunque vi bevesse moriva. Allora il beato Donato salì su di unasino e si recò là dove sgorgava tale fonte, per purificarla con lasua preghiera. Ed ecco che dall’acqua venne fuori un terribiledrago, che avvolse fra le sue spire i piedi dell’asino e si slanciòcontro Donato. Ma il santo lo percosse con una frusta, o, comealtrove si legge, gli sputò in bocca e così lo uccise. Un’altra volta,mentre Donato era in cammino con i suoi compagni, ebbe sete euna fonte sgorgò dal suolo, non appena si fu messo in preghiera.La figlia dell’imperatore Teodosio era invasata da un demone. Fucondotta da san Donato, che le disse: «Esci, spirito immondo ecessa di dimorare in un corpo creato da Dio. Ecco, puoi andartene:torna donde sei venuto». Tutta la casa tremò dalle fondamenta e ildiavolo se ne andò. Accadde che per tre anni consecutivi noncadesse una goccia di pioggia, onde ne venne una sì terribilecarestia che gli infedeli si recarono dall’imperatore Teodosio e glichiesero la morte di Donato, accusandolo di arti magiche. AlloraDonato uscì di casa, si mise in preghiera e subito cadde unapioggia abbondante, che inzuppò le vesti degli astanti, lasciandoall’asciutto solamente il santo. Più tardi, quando i Goti invaserol’Italia e molti cristiani rinnegavano la loro fede, il prefettoEvadraciano fece imprigionare i santi Donato e Ilario, che gliavevano rimproverato la sua apostasia. Gli ordinò di sacrificare aGiove; poi, infuriato per il loro rifiuto, ordinò che Ilario fossebattuto fino all’ultimo sangue e che Donato fosse chiuso in carceree poi decapitato.

RESPONSORIO Cfr. Gv 7,37; 19,34

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R/. Nell’ultimo giorno, il grande giorno della festa, il SignoreGesù balzò in piedi ed esclamò a gran voce: * «Chi ha sete vengaa me e beva».V/. Uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito neuscì sangue e acqua.R/. «Chi ha sete venga a me e beva».

INNO Te Deum

Noi ti lodiamo, Dio, *ti proclamiamo Signore.

O eterno Padre, *tutta la terra ti adora.

A te cantano gli angeli *e tutte le potenze dei cieli:

Santo, Santo, Santo *il Signore Dio dellʼuniverso.

I cieli e la terra *sono pieni della tua gloria.

Ti acclama il coro degli apostoli *e la candida schiera dei martiri;

le voci dei profeti si uniscono nella tua lode; *la santa Chiesa proclama la tua gloria,

adora il tuo unico Figlio, *lo Spirito Santo Paraclito.

O Cristo, re della gloria, *eterno Figlio del Padre,

tu nascesti dalla Vergine Madre *per la salvezza dellʼuomo.

Vincitore della morte, *hai aperto ai credenti il regno dei cieli.

Tu siedi alla destra di Dio, nella gloria del Padre. *Verrai a giudicare il mondo alla fine dei tempi.

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Soccorri i tuoi figli, Signore, *che hai redento col tuo sangue prezioso.

Accoglici nella tua gloria *nellʼassemblea dei santi.

¤ Salva il tuo popolo, Signore, *guida e proteggi i tuoi figli.

Ogni giorno ti benediciamo, *lodiamo il tuo nome per sempre.

Degnati oggi, Signore, *di custodirci senza peccato.

Sia sempre con noi la tua misericordia: *in te abbiamo sperato.

Pietà di noi, Signore, *pietà di noi.

Tu sei la nostra speranza, *non saremo confusi in eterno.

¤ Questʼultima parte dellʼinno si può omettere.

ORAZIONE

Dio onnipotente e misericordioso, per lʼintercessione del tuosanto martire e vescovo Donato, concedici di essergli compagni,progredendo nella fede e nel giusto servizio. Per Cristo nostroSignore. Amen.

Lodi mattutine

V/. O Dio, vieni a salvarmi.R/. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.

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Come era nel principio, e ora e semprenei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Inno

O Dio, dei santi martiri,eredità e corona,benedici il tuo popolo.

Nel nome di san Donatoperdona i nostri debiti,rinnova i nostri cuori.

Testimone di Cristo,confermò col suo sanguelʼannunzio della fede.

Amico del Signore,egli giunse alla gloriaper la via della croce.

La luce del tuo martireci guidi nel camminoverso la meta eterna.

Sia onore e gloria al Padre,al Figlio e al Santo Spiritonei secoli dei secoli. Amen.

Oppure:

Donate, sidus aureum,martyr et proles martyrum,sed quos ad fidem praevens,martyrio praecederis.

Nobis, presul egregie,decus et lex ecclesiae,

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tibi festa colentibussacris succurre precibus.

Qui das trimestri mortuaeviva serba depromere,resuscita per Spiritumsepultus mole criminum.

Vita, luce, et moribusHilarianus monachus,jure functus hospitii fit censor et martyrii.

Vos, clarae mundi lampades,coelique vivi lapides,nos infelices meritisvestris ascite praemiis.

Sit Patri laus ingenito, sit decus Unigenito,sit utriusque parilimajestas summa Flamini. Amen.

Oppure:

È sublime la tua gloriagrandi sono i tuoi portentio Donato i nostri accentigrati giungano al tuo cuor.Tu ci assisti o Protettore,sempre assiduo e con amore.

Protettore divino, aiutacinella dura, umana sortee nellʼaria della mortetu ci vieni a confortar.

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Tu ci assisti o Protettore,sempre assiduo e con amore.

Tu ci salvi dallʼerrore, nel travaglio di quaggiù.Tu ci assisti o Protettore,sempre assiduo e con amore.

Oppure:

Martyr Dei, qui únicumPatris sequéndo Filiumvictis triúmphas hóstibus,victor fruens cæléstibus,

Tui precátus múnerenostrum reátum dílue,arcens mali contágium,vitæ repéllens tædium.

Solúta sunt iam vínculatui sacráti córporis;nos solve vinclis sæculiamóre Fílii Dei.

Honor Patri cum Fílioet Spíritu Paráclito,qui te coróna pérpeticingunt in aula glóriæ. Amen.

1 ant. Battezzato dal presbitero Pigmenio, Donato vide il cielo aprirsi e il cuore spalancarsi a Cristo.

Salmo 62, 2-9

Lʼanima assetata del Signore. La Chiesa ha sete del suo Salvatore, bramando di dissetarsi alla fonte

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dellʼacqua viva, che zampilla per la vita eterna (cfr. Cassiodoro).

O Dio, tu sei il mio Dio, allʼaurora ti cerco, *di te ha sete lʼanima mia,a te anela la mia carne, *come terra deserta, arida, senzʼacqua.

Così nel santuario ti ho cercato, *per contemplare la tua potenza e la tua gloria.Poiché la tua grazia vale più della vita, *le mie labbra diranno la tua lode.

Così ti benedirò finché io viva, *nel tuo nome alzerò le mie mani.Mi sazierò come a lauto convito, *e con voci di gioia ti loderà la mia bocca.

Nel mio giaciglio di te mi ricordo, *penso a te nelle veglie notturne,tu sei stato il mio aiuto; *esulto di gioia allʼombra delle tue ali.

A te si stringe *lʼanima mia.La forza della tua destra *mi sostiene.

Gloria al Padre e al Figlio, *e allo Spirito Santo.Come era nel principio e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

1 ant. Battezzato dal presbitero Pigmenio, Donato vide il cielo aprirsi e il cuore spalancarsi a Cristo.

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2 ant. Ritiratosi nellʼeremo di Ilariano, il nostro patrono meditava e contemplava il mistero di Cristo.

CANTICO Dn 3,57-88.56

Ogni creatura lodi il Signore. Lodate il nostro Dio, voi tutti, suoi servi (Ap 19, 5).

Benedite, opere tutte del Signore, il Signore, *lodatelo ed esaltatelo nei secoli.Benedite, angeli del Signore, il Signore, *benedite, cieli, il Signore.

Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, il Signore, *benedite, potenze tutte del Signore, il Signore.Benedite, sole e luna, il Signore, *benedite, stelle del cielo, il Signore.

Benedite, piogge e rugiade, il Signore. *benedite, o venti tutti, il Signore.Benedite, fuoco e calore, il Signore, *benedite, freddo e caldo, il Signore.Benedite, rugiada e brina, il Signore, *benedite, gelo e freddo, il Signore.Benedite, ghiacci e nevi, il Signore, *benedite, notti e giorni, il Signore.

Benedite, luce e tenebre, il Signore, *benedite, folgori e nubi, il Signore.Benedica la terra il Signore, *lo lodi e lo esalti nei secoli.

Benedite, monti e colline, il Signore, *benedite, creature tutte, che germinate sulla terra, il Signore.Benedite, sorgenti, il Signore, *benedite, mari e fiumi, il Signore.

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Benedite, mostri marinie quanto si muove nellʼacqua, il Signore, *benedite, uccelli tutti dellʼaria, il Signore.Benedite, animali tutti, selvaggi e domestici, il Signore, *benedite, figli dellʼuomo, il Signore.

Benedica Israele il Signore, *lo lodi e lo esalti nei secoli.Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore, *benedite, o servi del Signore, il Signore.

Benedite, spiriti e anime dei giusti, il Signore, *benedite, pii e umili di cuore, il Signore.Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore, *lodatelo ed esaltatelo nei secoli.

Benediciamo il Padre e il Figlio con lo Spirito Santo, *lodiamolo ed esaltiamolo nei secoli.Benedetto sei tu, Signore, nel firmamento del cielo, *degno di lode e di gloria nei secoli.

2 ant. Ritiratosi nellʼeremo di Ilariano, il nostro patrono meditava e contemplava il mistero di Cristo.

3 ant. Consacrato sacerdote da Satiro, ben presto gli succedette sulla cattedra aretina nel servizio alla Chiesa e per la maggior gloria di Dio.

Salmo 149

Festa degli amici di Dio. I figli della Chiesa, i figli del nuovo popolo esultino nel loro re, Cristo(Esichio).

Cantate al Signore un canto nuovo; *

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la sua lode nellʼassemblea dei fedeliGioisca Israele nel suo Creatore, esultino nel loro Re i figli di Sion.

Lodino il suo nome con danze, *con timpani e cetre gli cantino inni.Il Signore ama il suo popolo, *incorona gli umili di vittoria.

Esultino i fedeli nella gloria, sorgano lieti dai loro giacigliLe lodi di Dio sulla loro bocca e la spada a due tagli nelle loro mani,

per compiere la vendetta tra i popoli *e punire le genti;per stringere in catene i loro capi, *i loro nobili in ceppi di ferro;

per eseguire su di essi *il giudizio già scritto:questa è la gloria *per tutti i suoi fedeli.

Gloria al Padre e al Figlio, *e allo Spirito Santo.Come era nel principio e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

3 ant. Consacrato sacerdote da Satiro, ben presto gli succedette sulla cattedra aretina nel servizio alla Chiesa e per la maggior gloria di Dio.

LETTURA BREVE 2Cor 1,3-5

Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,padre misericordioso e Dio di ogni consolazione. Egli ci consola

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in ogni nostra tribolazione, perché anche noi possiamoconsolare quelli che si trovano in ogni genere di afflizione conla consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio.Poiché come abbondano le sofferenze di Cristo in noi, così, permezzo di Cristo, abbonda anche la nostra consolazione.

RESPONSORIO BREVE

R/. Mia forza, * mio canto è il Signore.Mia forza, mio canto è il Signore. V/. È lui la mia salvezza:mio canto è il Signore.Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo.Mia forza, mio canto è il Signore.

Ant. al Benedictus

Le porte del cielo si aprono al vescovo Donato e la luce di Dio lo avvolge nella pienezza della gloria. Gli angeli e gli arcangeli cantano in coro e la Vergine Santa lo conduce a Cristo Signore.

CANTICO DI ZACCARIA Lc 1,68-79Il Messia e il suo Precursore

Benedetto il Signore Dio dʼIsraele, *perché ha visitato e redento il suo popolo,e ha suscitato per noi una salvezza potente *nella casa di Davide, suo servo,

come aveva promesso *per bocca dei suoi santi profeti dʼun tempo:salvezza dai nostri nemici, *e dalle mani di quanti ci odiano.Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri *

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e si è ricordato della sua santa alleanza,

del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre, *di concederci, liberati dalle mani dei nemici,

di servirlo senza timore, in santità e giustizia *al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.

E tu, bambino, sarai chiamato profeta dellʼAltissimo *perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,

per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza *nella remissione dei suoi peccati,

grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, *per cui verrà a visitarci dallʼalto un sole che sorge,

per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre *e nellʼombra della morte

e dirigere i nostri passi *sulla via della pace.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. al Benedictus

Le porte del cielo si aprono al vescovo Donato e la luce di Dio lo avvolge nella pienezza della gloria. Gli angeli e gli arcangeli cantano in coro e la Vergine Santa lo conduce a Cristo Signore.

INVOCAZIONI

In unione con i santi martiri, uccisi a causa del Vangelo,celebriamo e invochiamo il nostro Salvatore, testimone fedele di

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Dio Padre:

Ci hai redenti con il tuo sangue, o Signore.

Per i tuoi martiri, che abbracciarono la morte a testimonianzadella fede,- donaci la vera libertà di spirito.

Per i tuoi martiri, che confessarono la fede sino allʼeffusione delsangue,- dà a noi una fede pura e coerente.

Per i tuoi martiri, che seguirono le tue orme sul cammino dellacroce,- faʼ che sosteniamo con fortezza le prove della vita.

Per i tuoi martiri, che lavarono le vesti nel sangue dellʼAgnello,- donaci di vincere le seduzioni della carne e del mondo.

Padre nostroPadre nostro, che sei nei cieli,sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà,come in cielo così in terraDacci oggi il nostro pane quotidianoe rimetti a noi i nostri debitcome noi li rimettiamo ai nostri debitori,e non ci indurre in tentazione,ma liberaci dal male.

ORAZIONE

Dio onnipotente e misericordioso, che hai dato al vescovoDonato unʼinvitta costanza fra i tormenti del martirio, rendicisereni nelle prove della vita e salvaci dalle insidie del maligno.

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Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio e vive eregna con te nellʼunità dello Spirito Santo per tutti i secoli deisecoli. Amen.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male e ci conduca allavita eterna.R. Amen.

Ora media

V/. O Dio, vieni a salvarmi.R/. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e semprenei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Terza

O Spirito paraclito, uno col Padre e il Figlio,discendi a noi benignonellʼintimo dei cuori.Voce e mente si accordinonel ritmo della lode,il tuo fuoco ci uniscain unʼanima sola.

O luce di sapienza,rivelaci il misterodel Dio trino ed unico,fonte dʼeterno amore. Amen.

Oppure:

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Lʼora terza risuonanel servizio di lode:con cuore puro e ardentepreghiamo il Dio glorioso.

Venga su noi, Signore,il dono dello Spirito,che in questʼora discesesulla Chiesa nascente.

Si rinnovi il prodigiodi quella Pentecoste,che rivelò alle gentila luce del tuo regno.Sia lode al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo,al Dio trino e unico,nei secoli sia gloria. Amen.

Ant. Innalzato alla cattedra di Arezzo,divenne fortissimo difensore della Chiesa,zelantissimo padre della patria,invittissimo martire della fede.

Salmo 119

Desiderio della pace minacciata dai malvagi. Egli è la nostra pace, venuto ad annunziare la pace ai lontani e ai vicini (cfr. Ef 2,14.17.16).

Nella mia angoscia ho gridato al Signore ed egli mi ha risposto.

Signore, libera la mia vita dalle labbra di menzogna, *dalla lingua ingannatrice.

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Che ti posso dare, come ripagarti, lingua ingannatrice?Frecce acute di un prode, *con carboni di ginepro.

Me infelice: abito straniero in Mosoch, dimoro fra le tende di Kedar!Troppo io ho dimorato *con chi detesta la pace.

Io sono per la pace, *ma quando ne parlo, essi vogliono la guerra.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo 120

Il custode di Israele. Non avranno più fame, né avranno più sete, né li colpirà il sole, né arsuradi sorta (Ap 7,16).

Alzo gli occhi verso i monti: *da dove mi verrà lʼaiuto?Il mio aiuto viene dal Signore, *che ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede, *non si addormenterà il tuo custodeNon si addormenta, non prende sonno, *il custode dʼIsraele.

Il Signore è il tuo custode, †il Signore è come ombra che ti copre, *e sta alla tua destra.

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Di giorno non ti colpirà il sole, *né la luna di notte.Il Signore ti proteggerà da ogni male, *egli proteggerà la tua vita.

Il Signore veglierà su di te,quando esci e quando entri, *da ora e per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo 121

Saluto alla città santa di Gerusalemme. Voi vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, allaGerusalemme celeste (Eb 12, 22).

Quale gioia, quando mi dissero: *«Andremo alla casa del Signore».E ora i nostri piedi si fermano *alle tue porte, Gerusalemme!Gerusalemme è costruita *come città salda e compatta.Là salgono insieme le tribù, le tribù del Signore, †secondo la legge di Israele, *per lodare il nome del Signore.Là sono posti i seggi del giudizio, *i seggi della casa di Davide.

Domandate pace per Gerusalemme: *sia pace a coloro che ti amano,sia pace sulle tue mura, *sicurezza nei tuoi baluardi.

Per i miei fratelli e i miei amici

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io dirò: «Su di te sia pace!».Per la casa del Signore nostro Dio, *chiederò per te il bene.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. Innalzato alla cattedra di Arezzo,divenne fortissimo difensore della Chiesa,zelantissimo padre della patria,invittissimo martire della fede.

LETTURA BREVE 1 Pt 5,10-11

Il Dio di ogni grazia, il quale vi ha chiamati alla sua gloriaeterna in Cristo, egli stesso vi ristabilirà. Dopo una brevesofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi. A lui la potenzanei secoli. Amen!

V/. Il Signore lʼha rivestito di gioia,R/. gli ha posto sul capo una splendida corona.

Sesta

Glorioso e potente Signore,che alterni i ritmi del tempo,irradi di luce il mattinoe accendi di fuochi il meriggio,

tu placa le tristi contese,estingui la fiamma dellʼira,infondi vigore alle membra,

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ai cuori concedi la pace.

Sia gloria al Padre ed al Figlio,sia onore al Santo Spirito,allʼunico e trino Signoresia lode nei secoli eterni. Amen.

Oppure:

Lʼora sesta cʼinvitaal servizio divino:inneggiamo al Signorecon fervore di spirito.

In questʼora sul Golgota,vero agnello pasquale,Cristo paga il riscattoper la nostra salvezza.

Dinanzi alla sua gloriaanche il sole si oscura:risplenda la sua grazianellʼintimo dei cuori.

Sia lode al Padre e al Figlio,e allo Spirito Santo,al Dio trino ed uniconei secoli sia gloria. Amen.

Ant. La Divina Potenza lo rese invincibilea tutti gli sforzi del prefetto Quadraziano,dandogli eroica costanza e prodigiosa virtù.

Salmo 122

La fiducia del popolo è nel Signore.

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Due ciechi gridano: «Signore, abbi pietà di noi, figlio di Davide» (Mt20,30).

A te levo i miei occhi, *a te che abiti nei cieli.

Ecco, come gli occhi dei servialla mano dei loro padroni; *come gli occhi della schiavaalla mano della sua padrona,

così i nostri occhi sono rivolti al Signore nostro Dio, *finché abbia pietà di noi.

Pietà di noi, Signore, pietà di noi, *già troppo ci hanno colmato di scherni,noi siamo troppo sazi degli scherni dei gaudenti, *del disprezzo dei superbi.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo 123

Il nostro aiuto è nel nome del Signore. Il Signore disse a Paolo: Non aver paura, perché io sono con te (At 18,9-10).

Se il Signore non fosse stato con noi,— lo dica Israele — †se il Signore non fosse stato con noi, *quando uomini ci assalirono,

ci avrebbero inghiottiti vivi, *nel furore della loro ira.

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Le acque ci avrebbero travolti; †un torrente ci avrebbe sommersi, *ci avrebbero travolti acque impetuose.Sia benedetto il Signore, *che non ci ha lasciati in preda ai loro denti.

Noi siamo stati liberati come un uccello *dal laccio dei cacciatori:il laccio si è spezzato *e noi siamo scampati.

Il nostro aiuto è nel nome del Signore, *che ha fatto cielo e terra.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo 124

Il Signore custodisce il suo popolo. Pace e misericordia su tutto lʼIsraele di Dio (Gal 6,16).

Chi confida nel Signore è come il monte Sion: *non vacilla, è stabile per sempre.

I monti cingono Gerusalemme: †il Signore è intorno al suo popolo, *ora e sempre.Egli non lascerà pesare lo scettro degli empi *sul possesso dei giusti,perché i giusti non stendano le mani *a compiere il male.

La tua bontà, Signore, sia con i buoni *e con i retti di cuore.

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Quelli che vanno per sentieri tortuosi †il Signore li accomuni alla sorte dei malvagi. *Pace su Israele!

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. La Divina Potenza lo rese invincibilea tutti gli sforzi del prefetto Quadraziano,dandogli eroica costanza e prodigiosa virtù.

LETTURA BREVE Gc 1,12

Beato lʼuomo che sopporta la tentazione, perché una voltasuperata la prova riceverà la corona della vita, che il Signore hapromesso a quelli che lo amano.

V/. Confido in Dio, non ho timore:R/. chi potrà farmi del male?

Nona

Signore, forza degli esseri,Dio immutabile, eterno,tu segni i ritmi del mondo:i giorni, i secoli, il tempo.

Irradia di luce la sera,faʼ sorgere oltre la morte,nello splendore dei cieli,il giorno senza tramonto.

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Sia lode al Padre altissimo,al Figlio e al Santo Spirito,comʼera nel principio,ora e nei secoli eterni. Amen.

Oppure:

Lʼora nona ci chiamaalla lode di Dio:adoriamo cantandolʼuno e trino Signore.

San Pietro, che in questʼorasalì al tempio a pregare,rafforzi i nostri passisulla via della fede.

Uniamoci agli apostolinella lode perennee camminiamo insiemesulle orme di Cristo.

Ascolta, Padre altissimo,tu che regni in eterno,con il Figlio e lo Spiritonei secoli dei secoli. Amen.

Ant. La divina Provvidenza lo sostenne sotto i tormenti e i flagelli,rendendolo forte e costante nel predicare la santa Fede.

Salmo 125

Dio nostra gioia e nostra speranza. Come siete partecipi delle sofferenze, così anche delle consolazioni (2Cor1,7).

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Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion, *ci sembrava di sognare.Allora la nostra bocca si aprì al sorriso, *la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.

Allora si diceva tra i popoli: *«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».Grandi cose ha fatto il Signore per noi, *ci ha colmati di gioia.

Riconduci, Signore, i nostri prigionieri, *come i torrenti del Negheb.Chi semina nelle lacrime *mieterà con giubilo.

Nellʼandare, se ne va e piange, *portando la semente da gettare,ma nel tornare, viene con giubilo, *portando i suoi covoni.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo 126

Ogni fatica è vana senza il Signore. Né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma è Dio che fa crescere. Voisiete il campo di Dio, lʼedificio di Dio (1Cor 3,7.9).

Se il Signore non costruisce la casa, *invano vi faticano i costruttori.Se la città non è custodita dal Signore *invano veglia il custode.Invano vi alzate di buon mattino, †tardi andate a riposaree mangiate pane di sudore: *

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il Signore ne darà ai suoi amici nel sonno.

Ecco, dono del Signore sono i figli, *è sua grazia il frutto del grembo.Come frecce in mano a un eroe *sono i figli della giovinezza.

Beato lʼuomo *che piena ne ha la faretra:non resterà confuso quando verrà alla porta *a trattare con i propri nemici.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Salmo 127

La pace di Dio nella famiglia, che gli è fedele. «Il Signore ti benedica da Sion» cioè dalla sua Chiesa (Arnobio).

Beato lʼuomo che teme il Signore *e cammina nelle sue vie.Vivrai del lavoro delle tue mani, *sarai felice e godrai dʼogni bene.

La tua sposa come vite feconda *nellʼintimità della tua casa;i tuoi figli come virgulti dʼulivo *intorno alla tua mensa.

Così sarà benedetto lʼuomo che teme il Signore. *Ti benedica il Signore da Sion!Possa tu vedere la prosperità di Gerusalemme *per tutti i giorni della tua vita.Possa tu vedere i figli dei tuoi figli. *

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Pace su Israele!Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

Ant. La divina Provvidenza lo sostenne sotto i tormenti e i flagelli,rendendolo forte e costante nel predicare la santa Fede.

LETTURA BREVE Sap 3,1-3

Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio, nessun tormento letoccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero; la loro finefu ritenuta una sciagura, la loro partenza da noi una rovina, maessi sono nella pace.

V/. Ha sperato nel Signore.R/. Ha trovato in Lui una forza inesauribile.

Orazione come alle Lodi mattutine.

II VESPRI

V/. O Dio, vieni a salvarmi. R/. Signore, vieni presto in mio aiuto

Gloria al Padre e al Figlioe allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e semprenei secoli dei secoli. Amen.

INNO

O Dio, dei santi martiri,

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eredità e corona,benedici il tuo popolo.

Nel nome di san Donatoperdona i nostri debiti,rinnova i nostri cuori.

Amico di Cristo,confermò col suo sanguelʼannunzio della fede.

Amico del Signore,egli giunse alla gloriaper la via della croce.

La luce del tuo martireci guidi nel camminoverso la mèta eterna.

Sia onore e gloria al Padre,al Figlio e al Santo Spiritonei secoli dei secoli. Amen.

Oppure:

O gloria del popolo Etrusco,o nobile splendore del Clero, o decoro dellʼItalia e della patria,Donato, insigne pastore.

Supplici ti preghiamodi ascoltare le nostre preghiere:liberaci dalla terribile malattiachiamata epilessia.

Tu, maestro, insegnila legge del Divin Padre

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e fai in modo che tutti,sotto la tua guida, tendano i loro passi verso la Patria.

Sei andato a Roma,bagnata da tanto sangue,per ripercorrere le ormedi numerosi santi Martiri.

Seguiamo, dunque, con zeloi passi dellʼinsigne Padre,seguiamolo, affinché ci ottengala beata gioia del Paradiso. Amen.

1 ant. «Oh, no, sorella! - disse il santo Vegliardo - Non parlo dellʼolio materiale, bensì dellʼolio della fede, della purezza dellʼanima, della retta coscienza. Rinnega gli idoli falsi e bugiardi, abbraccia la fede di Gesù Cristo, ed Egli doppiamente ti illuminerà».

Salmo 114

Rendimento di grazie. È necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio(At 14,21).

Amo il Signore perché ascolta *il grido della mia preghiera.Verso di me ha teso lʼorecchio *nel giorno in cui lo invocavo.

Mi stringevano funi di morte, *ero preso nei lacci degli inferi.Mi opprimevano tristezza e angoscia †e ho invocato il nome del Signore: *

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«Ti prego, Signore, salvami».

Buono e giusto è il Signore, *il nostro Dio è misericordioso.Il Signore protegge gli umili: *ero misero ed egli mi ha salvato.

Ritorna, anima mia, alla tua pace, *poiché il Signore ti ha beneficato;egli mi ha sottratto dalla morte, †ha liberato i miei occhi dalle lacrime, *ha preservato i miei piedi dalla caduta.

Camminerò alla presenza del Signore *sulla terra dei viventi.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

1 ant. «Oh, no, sorella! - disse il santo Vegliardo - Non parlo dellʼolio materiale, bensì dellʼolio della fede, della purezza dellʼanima, della retta coscienza. Rinnega gli idoli falsi e bugiardi, abbraccia la fede di Gesù Cristo, ed Egli doppiamente ti illuminerà».

2 ant. Inteneritosi alla vista del bimbo, il santo comandò al demonio di lasciare immediatamente Asterioe non farvi più ritorno.

Salmo 115

Rendimento di grazie nel tempio. Per mezzo di lui (Cristo) offriamo continuamente un sacrificio di lode a

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Dio (Eb 13,15).

Ho creduto anche quando dicevo: *«Sono troppo infelice».Ho detto con sgomento: *«Ogni uomo è inganno».

Che cosa renderò al Signore *per quanto mi ha dato?Alzerò il calice della salvezza *e invocherò il nome del Signore.

Adempirò i miei voti al Signore, *davanti a tutto il suo popolo.Preziosa agli occhi del Signore *è la morte dei suoi fedeli.

Sì, io sono il tuo servo, Signore, †io sono tuo servo, figlio della tua ancella; *hai spezzato le mie catene.

A te offrirò sacrifici di lode *e invocherò il nome del Signore.Adempirò i miei voti al Signore *davanti a tutto il suo popolo,negli atri della casa del Signore, *in mezzo a te, Gerusalemme.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *nei secoli dei secoli. Amen.

2 ant. Inteneritosi alla vista del bimbo, il santo comandò al demonio di lasciare immediatamente Asterioe non farvi più ritorno.

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3 ant. Sparso al suolo il sangue prezioso del Cristo,così pregò Donato: «O Signore, che agli elementi dispersihai dato ordine e moto, non rimanga nellʼafflizione questo popolo cristiano, che vede vilipeso il tuo nome, ma riconoscano tutti che tu sei il Signore del cielo e della terrae che a te obbediscono tutte le creature»

CANTICO Ap 4,11; 5,9.10.12

Inno dei salvati.

Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, *lʼonore e la potenza,

perché tu hai creato tutte le cose, †per la tua volontà furono create, *per il tuo volere sussistono.Tu sei degno, o Signore, di prendere il libro *e di aprirne i sigilli,

perché sei stato immolato †e hai riscattato per Dio con il tuo sangue *uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione

e li hai costituiti per il nostro Dioun regno di sacerdoti *e regneranno sopra la terra.LʼAgnello che fu immolato è degno di potenza, †ricchezza, sapienza e forza, *onore, gloria e benedizione.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.Come era nel principio, e ora e sempre, *

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nei secoli dei secoli. Amen.

3 ant. Sparso al suolo il sangue prezioso del Cristo,così pregò Donato: «O Signore, che agli elementi dispersihai dato ordine e moto, non rimanga nellʼafflizione questo popolo cristiano, che vede vilipeso il tuo nome, ma riconoscano tutti che tu sei il Signore del cielo e della terrae che a te obbediscono tutte le creature»

LETTURA BREVE 1Pt 4,13-14

Carissimi, nella misura in cui partecipate alle sofferenze diCristo, rallegratevi, perché anche nella rivelazione della sua gloriapossiate rallegrarvi ed esultare. Beati voi, se venite insultati per ilnome di Cristo, perché lo Spirito della gloria e lo Spirito di Dioriposa su di voi.

RESPONSORIO BREVE

R/. O Dio, ci hai messo alla prova * e ci hai dato sollievo.O Dio, ci hai messo alla prova e ci hai dato sollievo.V/. Ci hai saggiati nel fuoco, come lʼargento, e ci hai dato sollievo.Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo. O Dio, ci hai messo alla prova e ci hai dato sollievo.

Ant. al Magnificat

«Ti scongiuro, Eufrosina, in nome di Gesù Cristo, di dire cosa ne hai fatto del denaro del fisco, per lo smarrimento del qualeil tuo povero consorte è in procinto di essere giustiziato».Eufrosina si destò, sollevò il capo dal sepolcro e disse:«Ciò che cercate lo troverete in una buca da me scavata nel vestibolo della nostra abitazione. Frugate lì e lo troverete»

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CANTICO DELLA BEATA VERGINE Lc 1,46-55

Esultanza dellʼanima nel Signore

Lʼanima mia magnifica il Signore *e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,

perché ha guardato lʼumiltà della sua serva. *Dʼora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.

Grandi cose ha fatto in me lʼOnnipotente *e Santo è il suo nome:

di generazione in generazione la sua misericordia *si stende su quelli che lo temono.

Ha spiegato la potenza del suo braccio, *ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;

ha rovesciato i potenti dai troni, *ha innalzato gli umili;

ha ricolmato di beni gli affamati, *ha rimandato i ricchi a mani vuote.

Ha soccorso Israele, suo servo, *ricordandosi della sua misericordia,

come aveva promesso ai nostri padri, *ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre.

Gloria al Padre e al Figlio *e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre *nei secoli dei secoli. Amen.

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Ant. al Magnificat

«Ti scongiuro, Eufrosina, in nome di Gesù Cristo, di dire cosa ne hai fatto del denaro del fisco, per lo smarrimento del qualeil tuo povero consorte è in procinto di essere giustiziato».Eufrosina si destò, sollevò il capo dal sepolcro e disse:«Ciò che cercate lo troverete in una buca da me scavatanel vestibolo della nostra abitazione. Frugate lì e lo troverete»

INTERCESSIONI

Nellʼora in cui Cristo, re dei martiri, offrì per noi la sua vita nella cena pasquale e nellʼoblazione cruenta sulla croce, sʼinnalzi a lui la lode della Chiesa:

Noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Noi ti lodiamo e ti adoriamo, o Cristo, causa e modello di ogni martirio, perché ci hai amati sino alla fine,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Perché hai chiamato i peccatori pentiti al premio della vita eterna,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.Perché hai comandato alla tua Chiesa di offrire il sangue della nuova ed eterna alleanza, sparso per la remissione dei peccati,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Perché in questo giorno ci hai dato la grazia di perseverare nella fede,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Perché hai associato molti fratelli alla tua morte redentrice,- noi ti lodiamo e ti adoriamo, Signore.

Padre nostro Padre nostro, che sei nei cieli,

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sia santificato il tuo nome,venga il tuo regno,sia fatta la tua volontà,come in cielo così in terra.Dacci oggi il nostro pane quotidiano,e rimetti a noi i nostri debiticome noi li rimettiamo ai nostri debitori,e non ci indurre in tentazione,ma liberaci dal male.

ORAZIONE

O Dio, gloria dei tuoi sacerdoti: a noi, che celebriamo la festa deltuo santo martire e vescovo Donato, concedi di provare il suoaiuto. Per Cristo, nostro Signore. Amen.

Il Signore ci benedica, ci preservi da ogni male, e ci conduca allavita eterna. R. Amen.

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Finito di stamparenel mese di ottobre 2017 pressoLocopress Industria Grafica

Mesagne (Brindisi) – Italia

Supplemento al n. 4 agosto 2017 del periodico “Eco del Santuario”Autorizzazione Tribunale di Brindisi n. 127 del 16.03.1079