Salve n. 69 Giugno 2013

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1 SALVE 69 GIUGNO 2013 PERIODICO DEL CREDITO VALDINIEVOLE ALBANO CARRISI, IN ARTE AL BANO Tante passioni e un legame particolare con Montecatini FABIO BELTRAM Direttore della Scuola Normale Superiore di Pisa INCONTRO CON PIERO SCHLESINGER Il padre del diritto privato SEMPLICE Intervista a Massimiliano Mariola, chef del Gambero Rosso

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Periodico del Credito Valdinievole - Banca di Credito Cooperativo di Montecatini Terme e Bientina.

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SALVE69GIUGNO 2013

PERIODICODEL CREDITO VALDINIEVOLE

AlbAno CArrisi,in Arte Al bAnoTante passioni e un legameparticolare con Montecatini

FAbio beltrAmDirettore della Scuola Normale Superiore di Pisa

inContro ConPiero sChlesinger Il padre del diritto privato

semPliCeIntervista a Massimiliano Mariola,chef del Gambero Rosso

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3 L’editoriale del presidente Alessandro Belloni

4 Fabio Beltrami

Direttore della ScuolaNormale Superiore di Pisa

8 Albano Carrisi,in arte Al BanoTante passioni e un legameparticolare con Montecatini

12 Assemblea dei Soci del Credito Valdinievole

15 Fronteggiare gli shock avversiL’intervento del Governatore Viscoall’assemblea di Banca d’Italia

16 Incontrocon Piero Schlesinger Il padre del diritto privato

20 Single Euro Payments Area (Sepa) I nuovi servizi di pagamento

22 Convegno del Consiglio Notarile al Credito Valdinievole

24 Il Credito Cooperativo motore d’impresaIl ruolo delle banche nell’economia reale

26 Il Credito Valdinievole illumina la ValderaAccordo con la Confcommercio di Pisa per un accesso agevolato al credito

29 Nasce Lifebook:il racConto che parla di te

30 Il cammino di Santiago Testimonianzadi un’esperienza unica

32 SempliceIntervista a Massimiliano Mariola, chef del Gambero Rosso

34 Onlus: convegno del Credito Valdinievole a Pisa

36 Ti presentiamo i tuoi… SociTre incontri per presentare ai Soci l’innovativo portale web

38 Viaggio dei Soci a CracoviaDalla capitale polacca ad Auschwitz,Olomouc e Praga.

41 Metamorfosi per VerdiProgetto per un monumento celebrativonel bicentenariodella nascitadi Giuseppe Verdi

44 A Montecatini Terme,la grande musica per i Soci

46 Torna il Concerto in BancaL’11 luglio la seconda edizione del Concerto

48 Luci sul territorio

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PERIODICO DELCREDITO VALDINIEVOLEVia Ugo Foscolo, 16/2

Montecatini TermeDISTRIBUZIONE GRATUITARegistrazione Tribunale di Pistoia n. 479 del 07.05.96

DIRETTORE RESPONSABILEMarco Maria Gulli

REDAZIONESimona Caroti

FOTOGRAFIE- Archivio foto Credito Valdinievole- Foto Silvestri- Simona Caroti

L’editore si dichiara disponibile a regolare eventuali spettanze per le immagini delle quali non sia stato possibile reperire la fonte

IMPAGINAZIONE Stefano Romani

Stampato in 3700 copie daTipolito Vannini S.n.c. Buggiano SALVE è anche disponibile sul sitowww.creditovaldinievole.it

In copertina Albano al pianoforte di Verdi nella sala Soci della Sede.

SOMMARIO

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Si è svolta lo scorso 10 maggio alla presenza di numerosi Soci, l’As-semblea annuale della nostra Ban-ca, che all’unanimità ha approvato il bilancio sociale del Credito Val-

dinievole al 31 dicembre 2012. Un appunta-mento istituzionale importante, in cui l’intera struttura ha presentato ai Soci i risultati di un

altro anno ve-ramente diffi-cile per il no-stro territorio e per tutto il Paese.Non mi sof-fermerò sui dati perché

di questo parleremo in un articolo che tro-vate nelle prossime pagine. Quello che in-vece voglio sottolineare qui, è il clima di grande cordialità che si è percepito durante l’Assemblea, evidenza tangibile di come il lavoro svolto dal Consiglio di Amministra-zione ma prima ancora dai nostri dipenden-ti e dalla Direzione Generale, sia totalmente condiviso dalla base sociale. Anche le parole di apprezzamento rivolte alla Banca da parte del dottor Roberto Frosi-ni, direttore generale della Federazione del-le Banche Toscane di Credito Cooperativo, non possono che essere uno stimolo sem-pre maggiore a un costante impegno quo-tidiano nello svolgere, ognuno di noi, nelle nostre competenze, l’incarico affidatoci.Sappiamo tutti che i momenti continuano a essere difficili, ma se c’è una parola che dob-biamo riaffermare con forza è solidarietà.Solidarietà e mutualismo sono valori che guidano ogni giorno il nostro modo di fare banca, che si pone a servizio del territorio e dell’economia reale. Le nostre Banche, come evidenzia nel proprio intervento il direttore Quiriconi, non sono la causa dell’attuale crisi. Sono banche virtuose che, nonostante il difficile contesto, hanno moltiplicato per quanto possibile gli sforzi a sostegno dell’economia reale, permettendo di mitigare gli effetti della crisi stessa.

Gli aiuti e le iniziative messi in campo dal Credito Valdinievole sono numerosi e diver-sificati, per famiglie e attività di ogni settore. Anche il nuovo portale dedicato ai Soci, che abbiamo presentato nei recenti incontri nelle sedi di Montecatini Terme, Bientina e Pisa, è certamente uno strumento di aiuto concreto che mettiamo a disposizione gratuitamente per i nostri Soci per creare valore. Valore relazionale, economico e commercia-le, perché si propone di contribuire a creare e rafforzare una fitta rete di relazioni nell’in-tera nostra compagine societaria. Tutto ciò utilizzando il web, oggi canale innovativo irrinunciabile per ciascuna attività. Chiudo questo mio piccolo momento con tutti voi, per invitarvi a leggere con gran-de attenzione l’intervista che trovate nelle pagine successive fatta al professor Piero Schlesinger, emerito della Cattolica di Mila-no, che ho avuto l’onore di conoscere in oc-casione di un recente convegno organizzato presso la nostra Banca. Mi auguro che le sue parole siano, per tutti noi, un momento di profonda riflessione sul passato, sul presente, ma soprattutto sul fu-turo del nostro amato Paese.

L’editoriale del

presidenteAlessandro Belloni

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Fabio BeltramDirettore della Scuola Normale Superiore di Pisa

di Simona Caroti

La Scuola Normale Superiore di Pisa è un monumento al sape-re, la sua sagoma ingentilita dai graffiti disegnati dal Vasari, che realizzò anche la facciata,

si staglia quasi austera in Piazza dei Cava-lieri, come a dire: perdete ogni speranza o voi ch’entrate. Invece dopo pochi secondi dall’incontro visivo con l’edificio, la mente cambia percezione, gli studenti popolano le due scalinate, hanno magliette e jeans, sorridono con i libri aperti, sono giovanissi-mi. Normali ragazzi di vent’anni o poco più, di estrazione internazionale, con vocazione all’eccellenza. Normali e normalisti.Cosa significa precisamente, essere un nor-

malista? Salgo le scale, confondendomi con un gruppo di studenti che stanno parlando di filosofia, fisica e viaggi, per chiederlo al direttore della Scuola dal novembre 2010, Fabio Beltram. Luce e legno, non ricordavo che il Palazzo del-la Carovana fosse così bello. Poi mi guardo intorno, tanta, tantissima arte. E ricordo che dall’inaugurazione di questo anno accademi-co la Normale è diventata anche museo vivo, grazie all’accordo con il Centro Pecci di Prato e il Polo Museale di Firenze. Prima di entrare nel suo ufficio lo incontro così Beltram, appas-sionato di arte moderna e contemporanea, in questa scelta di bellezza sopra la bellezza del-la cultura, a decorare pareti e stucchi.

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Cosa significa essere un normalista?Prima di tutto essere molto bravo.Quanto?Molto. La selezione è durissima. Ogni anno si presentano dai 1200 ai 1500 ragazzi, una tendenza in crescita, un successo che ci riempie di soddisfazione perché attesta quanto il prestigio della Scuola sia larga-mente percepito e riconosciuto. Lo testi-monia anche la percentuale delle domande provenienti da cittadini non italiani, vicina al 30%. Ma sono ammessi solo in sessanta, trenta per la Classe di Lettere e trenta per quella di Scienze.Perché così pochi?L’ammissione rappresenta un momento strategico per noi: soltanto attraverso la più attenta selezione dei candidati è possibi-le continuare a tenere così alto il livello di eccellenza della Scuola. Il criterio utilizzato da sempre è uno e semplice: la bravura che lo studente dimostra di possedere al mo-mento dell’esame. Non guardiamo al voto dell’esame di maturità, per questa ragione gli esami prevedono prove scritte e orali molto difficili, con l’accesso alle seconde solo dopo aver superato le prime. Poi però, dopo l’inizio in salita c’è il cosiddetto effet-to Normale.Ovvero?Una sorta di contagio culturale, di stimo-lo reciproco intellettivo continuo. I ragazzi hanno a disposizione il meglio, un’offerta formativa eccezionale e quindi la loro intel-ligenza ha un nutrimento unico, si accresce e anche per questo raggiungono risultati straordinari. Essere studenti normalisti significa prima di ogni altra cosa imparare ad andare oltre lo stato dell’arte nel proprio ambito di studio e di ricerca, unire alla conoscenza l’elabo-razione, l’associazione, lo spirito critico, la tensione e la capacità di andare oltre. Noi diamo qualcosa in più, si chiama ‘problem solving’, affrontando insieme ciò di cui non conosciamo ancora la soluzione e per fare questo utilizziamo la ricerca come strumen-to didattico. Annoveriamo fra gli studenti

tre Premi Nobel, Enrico Fermi, Giosuè Car-ducci e Carlo Rubbia e due Presidenti della Repubblica, Giovanni Gronchi e Carlo Aze-glio Ciampi. E poi brillanti imprenditori, manager e scienziati. Ciampi, ad esempio, ha studiato filologia classica, ma il metodo acquisito alla Normale gli ha consentito di fare il Governatore della Banca d’Italia e il Presidente della Repubblica.Dunque la Normale non è solo sinonimo, anche lievito di eccellenza?Sì. I nostri sono studenti eccellenti perché per diventare normalisti devono superare prove molto dure, dimostrare ogni giorno di avere qualcosa di più, mantenere la me-dia del 27, non prendere mai meno di 24 e completare il percorso di studi nei tempi previsti inclusi naturalmente gli esami inter-ni, due all’anno, oltre a quelli dell’Univer-sità. Ma la loro eccellenza sicuramente qui sarà non solo ricompensata, anche molti-plicata e usciranno dalla Scuola con un pa-trimonio unico che non si disperderà mai e che sarà per loro un sostegno meraviglio-so e insostituibile in ogni fase della vita, in ogni scelta decisiva per il loro futuro. Un’eccellenza che, invece, nell’Università spesso viene “diluita” tra grandi nume-ri, mancanza di strutture, macrocosmi in cui i ragazzi sono poco seguiti e spesso si perdono nonostante l’intelligenza e i talenti.Proprio così. Pensi che solo alla Sapienza ci sono circa mille studenti. Sicuramente, dal punto di vista statistico, c’è più eccellenza in quel contesto, ma la concentrazione e le opportunità della Normale sono un fattore unico che potenzia incredibilmente talenti e menti brillanti. Lo vedo quotidianamente. La Normale è la prima università d’Eu-ropa e chi studia qui è un privilegiato. Vitto e alloggio gratuiti nei collegi della Scuola, contributo didattico, tasse paga-te. Ogni studente “costa” allo Stato cir-ca diecimila euro. Come mai il Paese non sembra tenere molto a questo “investi-mento”? La maggior parte dei normalisti va a lavorare all’estero o sbaglio?

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No, non sbaglia. È una tendenza molto ac-centuata. Sono contento che ponga l’at-tenzione su questo punto perché si respira, effettivamente, questa doppia tendenza. Ogni studente viene preparato nel miglio-re dei modi, viene messo nelle condizioni di dare e diventare il massimo, nella sua disciplina, gode di ogni agevolazione e pri-vilegio per il suo talento e le sue capacità. Poi una volta laureatosi e finito il dottora-to, però, spesso non ha incentivi a restare nel suo Paese, per restituire, diciamo così, parte di quel cospicuo investimento che il Paese ha fatto pagandogli gli studi proprio come fa una famiglia. È come se preparassi-mo persone eccellenti per i nostri competi-tor a livello internazionale, su questo punto l’Italia dovrebbe lavorare e darsi alcune ri-sposte. Questi giovani conseguono risultati straordinari in ogni campo, a livello mon-diale, facciamoli restare qui il più possibile. Dopo aver parlato dell’effetto Normale sugli studenti già bravi, approfondiamo l’effetto Beltram sulla Normale già Su-periore. Nel 2012 c’è stata la fusione con il SUM di Firenze, l’Istituto Superiore di Scienze Umane, già annunciata durante la cerimonia di apertura dell’anno accade-mico, il 18 ottobre scorso. Cosa porterà?Creeremo una nuova struttura, un terzo

braccio operativo della Scuola Normale Superiore che ci consentirà di esportare il modello formativo della Normale al di fuori dal perimetro delle Scienze e delle Lettere fissato da Napoleone nel 1810. Una strut-tura per la formazione dottorale e post-dot-torale che, unendo le forze con i colleghi e le strutture dell’attuale SUM, offrirà nuove opportunità per la formazione superiore ai giovani di talento italiani e non, in una pro-spettiva marcatamente internazionale. Que-sta fusione è un primo esempio virtuoso di ottimizzazione del sistema universitario ita-liano, una rivisitazione dell’offerta didattica per un rinnovato modello di sviluppo.Nuove opportunità significa specifica-mente nuovi percorsi dottorali e post-dottorali, nuovi campi del sapere da approfondire con lo stile della Normale, quindi la creazione di figure con una pre-parazione diversa, peculiare, rispetto a quella standard. La Normale è stata la prima Scuola, in Italia, a introdurre un corso di formazione post laurea nel 1927, precedendo di molti de-cenni l’introduzione del dottorato di ricer-ca nelle università italiane. Da questo anno accanto ai tradizionali corsi dottorali nelle aree delle Lettere e delle Scienze, si aggiun-geranno nuovi percorsi dottorali e post-

dottorali nelle scienze umane e sociali. Entro fine anno usci-rà il primo bando per avviare un percorso formativo nelle scienze sociali e nelle scienze politiche che si svilupperà nel 2014. Subito dopo sarà la vol-ta dei bandi per la selezione economica e per quella giuridi-ca. Grazie a questa fusione la Normale diventerà operativa, nel giro di poco tempo, anche in un’altra struttura a Firenze che si occuperà di formazione in queste nuove materie. La qualità del corso di studi sarà, naturalmente, equivalente a quella offerta a Pisa”.

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Nato a Gorizia nel 1959 e residente a Pisa, Fabio Beltram si laurea in Ingegneria a Trie-ste e in Fisica a Bologna. Si trasferisce molto giovane a New York dove lavora nei celebri laboratori Bell fino al 1992, quando inizia la sua carriera nella Scuola Normale di Pisa come docente di Struttura della materia. Dal 2000 è professore di Fisica delle nanostrut-ture. E’ stato vicedirettore della Scuola per cinque anni ed è diventato direttore nel no-vembre del 2010. Vanta nel suo curriculum vitae oltre duecento pubblicazioni, è appas-sionato di nanotecnologie. Nel 2001 con il Consiglio nazionale delle ricerche e l’Istituto italiano di tecnologia fonda un laboratorio dedicato alla ricerca in questo ambito. Sotto la sua guida la Normale ha conquistato un risultato importante, nella valutazione delle performance ad opera di organismi esterni (come la Jiao Tong University che ogni anno redige una delle classifiche più accreditate) la Scuola è stata valutata prima in Europa ed è stata inclusa nel gruppo dei primi cin-que atenei del mondo insieme a quattro università americane: California Institute of

Technology (una delle università più premia-te nell’ambito della ricerca che opera e colla-bora anche con il Jet Propulsion Laboratory della NASA), Harvard (in cui si sono formati otto Presidenti degli Stati Uniti, dove 75 pre-mi Nobel sono stati studenti o insegnanti e si trova il sistema di biblioteche accademiche più grande degli Stati Uniti e uno dei più grandi del mondo), Massachusetts Institute of Technology (tra le strutture di cui dispo-ne oggi figurano ben cinque acceleratori ad alta energia, un reattore nucleare e alcuni dei complessi tecnologici più all’avanguar-dia del mondo, tra cui un laboratorio di intel-ligenza artificiale) e Princeton (una delle più prestigiose università nel mondo e la quarta più antica istituzione di educazione superio-re degli Stati Uniti).Beltram ama i viaggi e il suo tempo libero lo dedica a scoprire nuovi Paesi del mon-do, a esplorare e conoscere con spirito di accoglienza e libertà rotte, destinazioni, terre, popoli, culture, tradizioni e fuori dalle mete turistiche e dalle destinazioni consuete.

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Albano Carrisi, in arte Al Bano

Tante passioni e un legame particolare con Montecatini

di Diletta Severi

Quando lo raggiungo telefonica-mente per l’intervista, Albano (in arte Al Bano) sta gustando un buon piatto di triglie. Vorrei richiamarlo, per non disturba-

re il suo pranzo: ma con affabilità e cortesia riesce a convincermi a non rimandare la no-stra chiacchierata. La disponibilità del can-tante di Cellino San Marco già la conoscevo, avendo avuto la fortuna di incontrarlo in occasione del suo concerto al Teatro Verdi di Montecatini nel 2009: e, a distanza di 4 anni, la conferma di questa buona, prima impressione è un piacevole modo per rom-

pere il ghiaccio. Gli argomenti di cui parlare sono tantissimi, essendo Albano impegnato su più fronti: la presentazione del nuovo li-bro, ad esempio, o del suo nuovo tour, se si preferisce. Invece, decido di partire parlando di un importante traguardo: il suo settante-simo compleanno. “Albano – esordisco - mi consenta una domanda. Ho letto, in una sua intervista, che avrebbe voluto che Sofia Lo-ren cantasse per lei “Buon compleanno”. Lo ha fatto?” “La solita esagerazione giornali-stica” mi ammonisce bonariamente. “Sono molto amico di questa splendida attrice, ma non la farei mai cantare per me”.

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Un bilancio di questi suoi primi set-tant’anni?Sono i primi, e mi sa anche gli ultimi. An-che a voler essere il più ottimista possibile, vedo dura poter vivere così a lungo! A parte le battute, comunque, sono stati anni spesi veramente bene: anni fantastici, di sudore, lavoro e forti passioni. Ne ha tante lei, di passioni. Tantissime. Il canto, il buon vino, la buona tavola, la mia masseria.Non ha citato la scrittura. Eppure è da poco nelle librerie il suo ultimo libro “Fra cielo e terra” (edizioni Piemme), ancora sul suo rapporto con la religione, uscito dopo il successo di vendite di “Io ci credo”. Amo scrivere, ma non sono uno scrittore. So solo raccontare bene ciò che mi succede. Questo libro racchiude in sé tre ampie te-matiche, evidenti sin dal sottotitolo, “le mie radici, le stagioni della vita, la forza della fede”. La terra custodisce la nostra storia, le tradizioni, i valori. Il cielo ci regala un oriz-zonte più ampio che sa d’infinito, di pace, di eternità: l’essere umano, quindi, deve avere grandi radici, ed aspirare al cielo. Proprio come fanno gli alberi.

Il libro ripercorre la vita di Albano, sofferman-dosi in particolare sul ruolo importante che, in essa, ha giocato la fede: si parla, infatti, dei dieci comandamenti da seguire lungo il cam-

mino della vita: “La mia idea - dice - è che se ogni essere umano sapesse seguire quei dieci comandamenti non ci sarebbero guerre, non ci sarebbero invidie, lotte e contrasti”. Per comunicare, Albano si serve di una scrittura semplice, diretta, schietta. È come se parlasse al lettore, come se gli si rivolgesse diretta-mente. Non crea distacco alcuno ma usa la scrittura come mezzo rapido per condividere il suo pensiero, la sua vita.

A settant’anni, si è regalato la sua prima tournèe teatrale, “E’ la mia vita”. Che spettacolo sarà?Un abecedario di quello che sono stato e di quello che ho cantato. Il teatro è, per me, una location affascinante ma insolita: è un salotto allargato, dove l’approccio con il pubblico e l’energia impiegata sono diversi da quelli che metto nelle serate in piazza. Quando vado in teatro mi propongo così come sono, con grande spontaneità e rac-contando, appunto, un po’ di me.E’ più facile scrivere una canzone o un li-bro?Il libro è più istintivo, viene di getto. Una canzone, invece, può decantare anni prima che decida di metterla in musica e cantarla.E racconta più di lei una canzone o un libro? Canto ciò che sono e sono ciò che canto. Scrivo ciò che vivo e vivo ciò che scrivo. A proposito di decantare… un’altra sua

Ha preso il via proprio da Montecatini Terme, il 16 aprile scorso, il primo tour teatrale di Albano Carrisi “E’ la mia vita - una storia da cantare”: uno spettacolo improntato tutto sulla sua vita, che porta la firma del regista Gennaro Nunziante. In questa occasione Al Bano ha incontrato il direttore generale Leonardo Quiriconi e il vicedirettore Andrea Rindi (nella foto della pagina precedente) nella sede della Banca. La storica voce di Cellino San Marco si è esibita a Brescia, Modena, Torino, Napoli, Bari, Palermo, Catania, Milano. Il 12 ottobre prossimo sarà a Padova e il 25 novembre a Roma. Altre verranno aggiunte al calendario nel corso delle prossime settimane.

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grande passione è il vino che produce per-sonalmente nella sua tenuta nel Salento.Nella mia masseria della felicità. Per non essere felice lì, devi aver perso pesantemente al gioco o devi esserti accorto di aver sposato la donna sbagliata: altrimenti, non ci sono scuse. Sempre in un’intervista, ho letto che in questi anni ha fatto dei cambiamenti a casa sua.La casa è come te: cresce e la adatti alle tue esigenze. Per questo, nel tempo, mi sono concesso qualche cambiamento.

A pochi chilometri da Cellino San Marco, nel cuore del Salento, tra i due mari Ionio e Adriatico, Al Bano ha poi costruito, nelle sue tenute, un borgo antico tra bosco, vigneti e uliveti: il luogo ideale per rifugiarsi nella tranquillità della natura. Lì dove il tempo sembra rallentare, i rumori del quotidiano

si dissolvono in melodie che rimandano a mondi lontani. Il bosco, che fa da cornice al villaggio e si estende per circa 60 ettari, è un vero angolo di paradiso dove si possono vedere alberi secolari e piante tipiche della macchia mediterranea ed incontrare daini, piccoli rapaci, volpi, aironi.

In un posto così incantevole, sarà sempre piacevolmente circondato da ospiti. Cuci-na lei? Ha un cavallo di battaglia?Adoro cucinare, sia piatti tipici della nostra tradizione che piatti etnici. Non ho né piatti preferiti, né cavalli di battaglia. Amo l’innova-zione anche in cucina e decido cosa preparare sul momento: guardo i miei ospiti e mi metto ai fornelli ad inventare qualcosa per loro. Con Montecatini ha un rapporto di parti-colare affetto.Sì, è vero. Per due motivi: per il fatto che da qui sono passati grandi artisti e, soprattutto, per la grande e profonda amicizia che mi lega ad Alberto Lapenna, mio conterraneo. Quando, anni fa, mi chiamò per dirmi che era diventato sindaco non gli ho creduto subito! Più volte sono stato a Montecatini e sempre sono passato dalle Terme: sorgenti di salute, di vita e di continue sorprese. Ad inizio maggio, ha presentato il suo libro proprio al Gambrinus, con il suo amico Lapenna, e il locale era gremito di pubblico.E’ vero anche questo. Diciamo che l’affetto che mi lega alla città è ricambiato dai suoi cittadini.

L’intervista è finita: il rimorso che stia man-giando il suo piatto di triglie distratto dalle mie domande si fa sentire prepotentemen-te. “Allora le lascio terminare in pace il suo pranzo”, annuncio. “Nessun disturbo”, mi rincuora. “Ma, non sarebbe stato meglio fare questa chiacchierata, qui, in Puglia sot-to un tiepido sole primaverile, di fronte ad un bel piatto di triglie e ad un buon bicchie-re di vino?” suggerisce. Come dargli torto? Alla prossima intervista, non mi farò cogliere impreparata.

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P r o v e n i e n -te da una famiglia di contad in i , si diletta sin

da piccolo insieme al padre Carmelo Carrisi, agricoltore, a suonare la chitarra e a cantare stornelli e canzoncine della sua terra d’origi-ne. A diciassette anni abbandona l’istituto magistrale emigrando a Milano, dove trova lavoro dapprima come manovale, poi come cameriere in una trattoria e come operaio metalmeccanico alla In-nocenti. Lavorando nel ristorante “Il dollaro” di Milano, all’epoca fre-quentato da personaggi dello spettacolo, ha l’op-portunità di farsi cono-scere dal produttore Pino Massara, che lo invita a sottoporsi ad un provino alla CM (Celentano-Mas-sara) casa di produzione affiliata al Clan Celenta-no ed aperta alla ricerca di nuovi talenti. Dall’im-postazione naturale della voce, per alcuni aspetti nella tradizione melodica italiana, per altri con inflessio-ni da blues-man, Pino Massara decide di bat-tezzarlo Al Bano (sulla falsariga di Al Johnson). Al Bano incide il suo pri-mo disco e comincia a esibirsi come spalla ne-gli spettacoli di Adriano Celentano, senza però abbandonare il lavoro. Nel 1967 ottiene il suo primo grande succes-so con la canzone “Nel

sole” (di Massara-Car-risi-Pallavicini) finalista al “Disco per l’estate”, che raggiunge il primo posto nelle classifiche di vendita dei 45 giri, vendendo poco più di un milione e mezzo di copie. La sua voce, dotata di un’enorme estensione, lo mette in luce e lo fa apprezza-re dal pubblico e dal-la stampa che parla di un “secondo Claudio

Villa”. “Nel sole” diventa anche un film, che avrà per protagonista lui e una giova-

ne figlia d’arte, Romina Power: tra i due si crea un legame sentimenta-le che sfocerà più tardi, nonostante l’opposizio-ne delle rispettive fami-glie, nel matrimonio. Nel febbraio 1999, Al Bano si separa legalmente, dopo 29 anni di matri-monio, dalla moglie e compagna artistica Ro-mina Power, dalla quale ha avuto quattro figli: la primogenita Ylenia, nata

nel 1970, Yari, nato nel 1973, Cristèl, nata nel 1985, Romina Jr, nata nel 1987. Avvia

una fiorente produzione privata di vini pugliesi col suo nome: l’azien-da ha sede in contrada Bosco, presso il suo pae-se natale. Conosce una nuova compagna, Lore-dana Lecciso, con cui ha convissuto dal 2001 fino all’ottobre 2005, e dalla quale ha avuto due figli: Yasmine (nata nel 2001) e Albano Jr (nel 2002).

fonte Wikipedia

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Assemblea dei Socidel Credito Valdinievole

Approvato all’unanimità il bilancio 2012

Una Banca capace di stare vicino alle persone, alle famiglie, alle piccole e medie imprese e di interpretare e ascoltare le esi-genze del territorio e della co-

munità, nonostante la situazione economica ancora estremamente difficile.“Più che una crisi - ha detto il direttore ge-nerale della Federazione Toscana delle Ban-che di Credito Cooperativo, Roberto Frosi-ni - visto il suo perdurare la definirei una contrazione strutturale del sistema, ma il Credito Valdinievole è solido e regge botta molto bene, lo dimostrano anche gli indi-catori di copertura del rischio più alti della

media regionale e nazionale nel nostro si-stema. In un momento in cui continuano a crescere sofferenze e incagli è un segno davvero importante”. In effetti i numeri parlano chiaro: il Credito Valdinievole è la prima BCC in Toscana per media degli ac-cantonamenti e tra le prime a livello nazio-nale. “Questo ci dà tranquillità e ci permet-te di fare il massimo ogni giorno, anche in circostanze sfavorevoli, per stare accanto a chi ha bisogno”, ha affermato il presidente della Banca, Alessandro Belloni. Si è svolta venerdì 10 maggio, alle ore 18, nella sala convegni Loreno Giovannelli dell’I-stituto, alla presenza di numerosi Soci, l’As-

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semblea annuale dei Soci. Il presidente, Alessandro Belloni, illustrando la relazione del Consiglio di Amministrazio-ne, dopo un’introduzione sul contesto ma-croeconomico di riferimento e sulla confer-ma della resilienza e del ruolo da protagoni-sta del sistema del Credito Cooperativo si è soffermato in modo particolare sugli aspetti che hanno riguardato la Banca nel 2012.Molti sono stati gli eventi e gli interventi, in ogni ambito e settore, realizzati dalla Ban-ca, dando ampia visibilità ai valori sociali, umanitari e culturali delle comunità in cui opera, in ossequio ai propri principi ispiratori e a sostegno di numerosi enti, associazioni, parrocchie, scuole e Onlus del territorio.Intensa l’attività del Credito Valdinievole anche in relazione alla struttura operativa. Nel 2012, infatti, è stata spostata la Filiale di Montacchiello, nel centro di Pisa, al fine di avere una presenza ancora più importante nel tessuto sociale della città che sta dando segnali di continua crescita e sviluppo.Sono terminati anche i lavori di ristrutturazio-ne alla filiale di Bientina, storicamente e ope-rativamente importante per l’Istituto (e per questo sentita come una seconda “sede”). Adesso sia il presidente che il direttore, oltre

che la responsabile dell’ufficio Soci, avranno una presenza più frequente sul territorio, a disposizione dei Soci e clienti della Banca.In ultimo è stata inaugurata la nuova filia-le di Masotti, a Serravalle Pistoiese, in locali più grandi e accoglienti, in modo da dare un servizio migliore alla clientela che in questi ultimi anni è aumentata in maniera consi-derevole.Molti anche i viaggi e le iniziative culturali e gastronomiche effettuate nel 2012 per gli oltre tremila Soci della Banca.Uno spazio è stato dato anche al nuovo por-tale per i Soci, il nuovo strumento pensa-to ed ideato per creare un valore aggiunto all’essere Socio della nostra Banca. Tale stru-mento infatti consentirà ai Soci di mettere a disposizione di tutta la comunity le proprie attività e di interagire tra di loro in un circu-ito di conoscenza, reciprocità e interazione che moltiplicherà le opportunità di lavoro.Infine il presidente ha riconfermato come, anche nel 2012, l’Istituto abbia continuato a svolgere il proprio ruolo di Banca vicina alle esigenze dei propri Soci e clienti, sostenendo l’economia locale e cercando di accompa-gnare le imprese e soprattutto le famiglie a superare i tanti momenti di difficoltà.

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Risultati economici del periodo 2012

Il direttore generale, Leonardo Quiriconi, ha sottoposto all’Assemblea i risultati econo-mici dell’esercizio 2012 che ha chiuso con un utile di 2.396.138 euro e che al netto di imposte ammonta ad euro 1.553.732, con un incremento del 67,24% rispetto all’eser-cizio 2011.Il 2012 si è rivelato l’anno in cui la crisi eco-nomica globale ha impattato in misura ancor più rilevante sui bilanci bancari soprattutto in termini di costo del rischio assunto, ma il Credito Valdinievole ha mantenuto il suo ruolo di Banca del territorio, e i numeri con-fermano la fiducia che la clientela continua ad avere nell’Istituto.La raccolta diretta è passata da 630,336 mi-lioni a 652,822 milioni con un aumento del 3,57% (che si raffronta con l’1,55% raggiun-to a livello di Federazione Toscana Bcc e lo 0,4% del sistema bancario italiano); la rac-colta indiretta è passata da 146,819 milioni a 134,721 milioni di euro (registrando una di-minuzione dell’8,24%); la raccolta comples-siva è passata pertanto da 777,155 milioni dell’anno precedente a 787,543 milioni (con un incremento dell’1,34% corrispondente a 10,4 milioni). Gli impieghi con la clientela sono passati da 575,268 a 571,071 milioni registrando una diminuzione dello 0,73% coerente con i trend rilevati sia a livello di

Federazione Toscana Bcc (-0,04%) che a livel-lo di sistema bancario italiano (-0,9%). Con riferimento alla qualità del credito, le soffe-renze lorde presentano un incremento del 15,78% che si raffronta con incrementi de-cisamente più importanti rilevati sia a livello di Federazione Toscana Bcc (+37,15%) che a livello di sistema bancario toscano (+39%).L’indice di copertura delle sofferenze - ov-vero il rischio già coperto mediante svaluta-zioni analitiche delle posizioni appostate a sofferenza - risulta pari al 51,95% migliore quindi rispetto al 46,60% rilevato a livello di Federazione Toscana Bcc.Il Patrimonio netto di bilancio passa da 56,5 milioni del 2011 a 63,6 milioni con un incre-mento pari al 12,5%.Relativamente alle componenti economiche sia il margine di interesse che il margine di intermediazione presentano trend in cresci-ta, con variazioni annue rispettivamente del 7% e del 14,48%. I costi operativi presenta-no complessivamente un incremento pari al 5,80% rispetto al bilancio 2011, depurato della componente straordinaria relativa alla donazione dell’immobile dell’Accademia Scalabrino alla Banca; in particolare si rile-va un incremento del 4,61% nel costo del personale e del 4,23% nelle spese ammini-strative. Gli indici relativi alla redditività della gestio-ne risultano tutti migliorati rispetto all’eser-cizio precedente: il cost income (rapporto tra costi operativi e margine di intermediazione) è passato dal 69,10% rilevato lo scorso anno al 63,99%, il R.O.E. (rapporto tra utile netto e patrimonio) è passato dall’1,67 al 2,49%. Dopo la relazione del Collegio Sindacale, il-lustrata dal presidente Dottor Daniele Gio-vanni Giorgi, e l’intervento del direttore ge-nerale della Federazione Toscana delle BCC, Roberto Frosini, che ha anche sottolineato, commentando i risultati economici, la quali-tà del management, della governance e della struttura, il presidente Belloni ha chiesto ai Soci di esprimersi sul bilancio e sulla destina-zione dell’utile di esercizio. L’Assemblea, in entrambi i casi, ha approvato all’unanimità.

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Si è svolta il 31 maggio scorso, a Palazzo Koch a Roma, l’assemblea della Banca d’Italia. Nelle consi-derazioni finali il Governatore, Ignazio Visco, ha scattato una fo-

tografia reale dello stato di salute del Paese affermando che è lento e arretrato e che si è dimostrato non efficace nelle risposte matu-rate rispetto ai cambiamenti politici, tecno-logici e demografici degli ultimi 25 anni. Ci potrebbero salvare, una maggiore integrazio-ne a livello europeo, una maggiore attenzione alla creazione di nuovi posti di lavoro in settori innovativi e una nuova idea di solidarietà che faccia da collante alla ripresa. “Anche il 2013 - ha affermato Visco - si chiuderà, purtroppo, con un cospicuo calo dell’attività produttiva e dell’occupazione. Ma l’inversione del ciclo economico prima della fine dell’anno è pos-sibile. Essa dipenderà in gran parte dall’acce-lerazione del commercio mondiale, dall’at-tuazione di politiche economiche adeguate, dall’evoluzione positiva delle condizioni per investire e dalla disponibilità di credito”. La recessione, incidendo pesantemente sul po-tenziale produttivo, rischia di produrre un effetto negativo sulla coesione sociale. “Il prodotto interno lordo del 2012 è stato infe-riore del 7% a quello del 2007, il reddito delle famiglie di oltre il 9, la produzione industriale di un quarto - ha spiegato Visco - il tasso di disoccupazione, pari all’11,5%, ha sfiorato il 40 tra i più giovani”. Visco ha continuato il suo intervento con un’analisi del tessuto pro-duttivo del nostro paese: “Le imprese sono chiamate a compiere uno sforzo straordinario per trasformarsi, investendo risorse, aprendo-si alle opportunità di crescita, adeguando la

struttura societaria e i modelli organizzativi e puntando sull’innovazione. Ma non tutte stanno accogliendo questa sfida”. Il Governa-tore ha sottolineato l’importanza del sistema dell’istruzione. Lo spostamento dell’attività dai settori in declino a quelli in crescita richie-de preparazione e professionalizzazione. La scuola deve tornare a essere interprete del cambiamento e a camminare al fianco della società, in una reciprocità che non faccia al-lontanare mai troppo cultura e pratica. Anche buone notizie, però, per le banche italiane, ca-paci di andare controcorrente. In un passag-gio, Visco ha evidenziato, infatti, le massicce ricapitalizzazioni con fondi pubblici che i Paesi europei hanno assicurato alle loro banche. Se pensiamo che in Italia, invece, la percentuale di Pil a sostegno degli istituti di credito è stata pari allo 0,3% comprendiamo meglio lo sforzo delle nostre banche nel continuare a reggere il passo del Paese. “Il sistema bancario italiano - ha detto Visco - ha saputo resistere alla crisi finanziaria, all’instabilità del mercato, a due recessioni. Dall’inizio della crisi il capitale di migliore qualità è salito dal 7,1% al 10,7% del-le attività ponderate per il rischio”. “La solidità del sistema - ha continuato il Governatore - è stata confermata anche dal Fondo Moneta-rio Internazionale al termine del programma di valutazione del nostro sistema finanziario. Nelle prove di stress le nostre banche si sono dimostrate capaci di fronteggiare gli shock avversi”. “Il rafforzamento patrimoniale, la trasparenza contabile, il rigore nei criteri di valutazione dei rischi fanno sì - ha chiosato Vi-sco - che la fiducia intorno alle banche italiane resti. Ma la loro garanzia ultima di stabilità è la capacità di generare reddito”.

Fronteggiaregli shock avversiL’intervento del Governatore Visco

all’assemblea di Banca d’Italia

di Simona Caroti

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Non è cosa da tutti i giorni in-tervistare il padre del diritto privato, icona e riferimento di una buona parte di storia della cultura e dell’economia

italiana. Ma l’intelligenza si veste spesso di semplicità e disponibilità e l’intervista si è trasformata subito in un’interessante e pia-cevole conversazione. Il 3 maggio scorso il professor Piero Schlesinger, emerito dell’U-niversità cattolica del Sacro Cuore di Mila-no, classe 1930, ha presieduto e coordinato il convegno “Contratti bancari e credito ai consumatori, tra giurisprudenza e ABF”, or-ganizzato dal Consiglio Notarile dei Distretti di Firenze, Pistoia e Prato e dall’Università di Siena, con la collaborazione della nostra Banca, nella sala convegni Loreno Giovan-nelli dell’Istituto. Com’è nato il suo grande amore per il diritto? È stato sicuramente amore a primo ascolto. Già dalla prima lezione di diritto privato del-la Facoltà di Giurisprudenza, all’Università di Torino nel 1948, ho pensato che il profes-sor Mario Allara stesse spiegando cose pro-fondamente interessanti. Mi conquistò, ne restai ammirato e decisi, penso proprio quel giorno stesso, che il diritto, la ricerca, l’inse-gnamento, sarebbero stati la mia strada. E’ difficile spiegare cosa avvertii esattamente, ma quell’emozione è qualcosa di talmente nitido dentro di me che posso avvertirla an-che adesso. La consapevolezza spontanea

e immediata di aver trovato il mio orien-tamento, il mio percorso, quella vocazione che dà senso a molte cose. È così è stato. Si è laureato in un soffio, la sua tesi è stata pubblicata e poi un volo. A 26 anni ha iniziato subito a insegnare a Urbino, poi è stato chiamato a Modena ma quando tutto sembrava fatto, arrivò uno stop che in realtà ha segnato una svolta decisiva nella sua carriera accade-mica e nella sua vita.Mi telefonò il professor Allara, dicendomi di andare quanto prima a Milano perché Padre Gemelli aveva bisogno di un privatista per l’Università Cattolica. Sono trascorsi 56 anni da quella telefonata e mi sembra sia arrivata solo ieri. Nel frattempo ho insegnato diritto a generazioni di studenti, mi sono sposa-to e ho avuto due figli, sono stato a lungo presidente della Banca Popolare di Milano e dell’Imi, lasciando un segno, credo e lo dico con umiltà, nella storia culturale ed economica del nostro Paese. E pensare che tutto è iniziato da poche parole di Padre Gemelli: abbiamo bisogno di un privatista, nella Facoltà di Economia, sia per il corso diurno che per quello serale. Lei deve inse-gnare Istituzioni di diritto privato e inizierà il primo novembre.Ha insegnato per 48 anni, com’è cambia-ta l’Università in questo lungo periodo? Moltissimo. Pensi che quando mi sono iscritto io, ad appena 18 anni, era un luogo per pochi. Non c’erano tanti ragazzi che,

Incontro conPiero Schlesinger

Il padre del diritto privato

di Simona Caroti

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come me, potevano frequentare l’Universi-tà e avere una formazione superiore, dicia-mo. Poi a giurisprudenza si accedeva solo tramite il Liceo, insomma chi studiava era purtroppo un’élite. In seguito l’Università si è evoluta, insieme alla nostra società e al Paese. Negli anni Cinquanta ha rappresen-tato un fattore di crescita sociale, culturale e professionale, ci siamo resi conto che stava davvero cambiando l’Italia. Prima era pur-troppo molto diffuso l’analfabetismo e per molti giovani risultava addirittura difficile esprimersi in italiano corretto, l’Università ha veramente cambiato tutto, cambiando se stessa.E oggi professore come legge la situazio-ne italiana?Il Paese è profondamente cambiato tra gli anni Cinquanta e Sessanta, si è intensifica-ta la comunicazione, è iniziata la diffusio-ne della televisione, quindi anche quella delle lingue straniere. In seguito c’è stato l’avvento di Internet, qualcosa di epocale. Oggi siamo di nuovo al cospetto di un cam-biamento enorme. L’Italia, tutta l’Europa, tranne la Germania a quanto pare, stanno vivendo una sorta di tragedia e non riuscia-mo a riprenderci, questa crisi continua a fal-ciare le speranze dei giovani e c’è un tasso di disoccupazione davvero preoccupante. Questo anche perché negli ultimi vent’anni l’Italia ha perso il ritmo, ha iniziato a restare indietro rispetto agli altri Paesi. Tra il 2008 e il 2013 ci sono ben cinque anni, anni che sono irrimediabilmente perduti e recupera-re sarà difficile e faticoso.Ma qual è la strada, secondo lei, per usci-re da tutto questo?Non c’è una medicina sola, non esiste. De-vono concorrere una pluralità di fattori alla ripresa, qualcosa che investa l’intera socie-tà e la faccia ripartire, la elevi, un insieme di forze, talenti, eccellenze che si fonda e che ci faccia fare un salto in avanti. Perché, malgrado un deficit di maturazione profes-sionale e culturale di una parte della cosid-detta classe dirigente italiana le individua-lità buone le abbiamo, ci riscattiamo con

alcuni straordinari colpi, sebbene isolati, di genialità, nel tessuto sociale, all’università, nel sistema imprenditoriale ed economico. Dobbiamo solo acquisirne consapevolezza, non disperdere le energie, ma metterle in-sieme, organizzarle, farle fruttare al massi-mo e concentrarci sugli obiettivi di ripresa, anche di formazione e culturale, e così, il prossimo anno o al massimo nel 2015 po-tremo uscire da questa lunga congiuntura sfavorevole.La formazione e la cultura come elementi fondamentali per uscire dalla crisi? Quali pensa siano i limiti più evidenti, oggi, del sistema scolastico in generale e universi-tario in particolare? L’organizzazione degli studi in Italia non è soddisfacente. E’ un dato di fatto. Si do-vrebbe riuscire a coinvolgere di più, ogni giorno, gli studenti. Ma anche i professori stessi! Troppi docenti tendono a conside-rare l’università come una sorta di tram-polino personale, mentre dovrebbe esse-re il luogo dove si lavora in gruppo e in modo interdisciplinare. In questo senso un’università come la Cattolica, che co-nosco molto bene, aiuta ad essere meno individualisti e permette meglio di segui-re il proprio percorso vocazionale. Ed è su questo aspetto che ci si deve focalizzare. L’ambiente universitario deve favorire l’or-ganizzazione, il dialogo l’interdisciplina-rietà, la relazione. La società è cambiata e l’università deve tornare ad avere un ruolo propositivo, ad essere cenacolo di vita, a chiamare, a unire, a trainare le comunità e dare loro un orientamento. È arrivato a Milano molto giovane per assumere un incarico importante e in questa città ha costruito tutta la sua car-riera. Che cosa rappresenta per lei questa città? Milano è una città eccezionale, più acco-gliente e informale di Torino. È una città nella quale è facile fare amicizie e mi ha conquistato subito, rispecchia molto il mio carattere, la mia continua voglia di fare esperienze nuove e di andare avanti. Però

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in questa fretta e in questa iperattività, in questa società liquida, in cui le cose scivo-lano via rapidamente, si rischia di privilegia-re, a volte, gli aspetti materiali, le posizioni sociali, di dare troppo valore al denaro e meno ai valori, ai principi e alle cose che sono davvero importanti per la crescita rea-le di una persona. Un pericolo da scongiura-re sempre, l’ho detto costantemente ai miei studenti, mi fa piacere ripeterlo.Generazioni di studenti si sono forma-ti, arenati, entusiasmati sul manuale di diritto privato Torrente-Schlesinger. Un testo così celebre, direi miliare, per chi ha frequentato spesso codici e Pandet-te, che emoziona un po’ averla davan-ti professore. Tante le domande che ne nascerebbero, ma una sopra tutte: sono cambiati la società, l’Università, il Paese, ma come sono cambiati gli studenti, i giovani? Possiamo contarci per un buon futuro?Troppo spesso vedo giovani che studiano senza seguire la loro vera vocazione, senza passione e senza curio-sità intellettuale. Così si può acquisire erudi-zione, si possono im-parare nozioni che poi resteranno sterili. Un tempo all’università si cresceva, si maturava, si prendevano decisioni di vita! Oggi si continua a restare bambini, immo-bili, senza fare scelte esi-stenziali importanti. Per questo è fondamentale che i ragazzi si iscrivano all’Università avendo ben chiaro cosa voglio-no fare, ponendosi pri-ma degli interrogativi su loro stessi, sulle loro capacità, sui loro desi-deri e sulle loro ambi-zioni. La televisione e i

media impongono dei modelli e i giovani spesso cercano di seguirli senza fermarsi un attimo a riflettere, per riconoscere la loro reale vocazione. Forse servirebbero dei corsi propedeutici per aiutare a scegliere la facol-tà giusta, non so, potrebbe essere un’idea valida, da prendere in considerazione a li-vello generale. E poi ragazzi miei, mi rivolgo a voi direttamente, leggete tanto, anche i giornali, muovetevi, spingetevi oltre i vostri confini continuamente, viaggiate, imparate anche al di fuori dell’Università! La cultura, anche etimologicamente, è qualcosa di vivo, che ha bisogno di essere coltivata e di fiorire sempre. La curiosità è l’anima della scienza.Ha avuto un ruolo di vertice in grandi Isti-tuti come la Banca Popolare di Milano e l’Imi. Qual è il suo giudizio sul sistema bancario italiano? Beh, sinceramente non buono adesso. Ab-biamo vissuto alcuni momenti discreti, ma non reggiamo il confronto con i Paesi vicini. E questo perché spesso i dirigenti non rice-

vono una formazione professionale all’altezza del difficile ruolo che andranno a svolgere. Ci sono positive eccezioni, stimo molto Alessandro Azzi, ad esempio, il presi-dente della Federazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo, che tra l’altro è stato mio allievo. E in questi gior-ni, avendo conosciuto la vostra Banca, in special modo il presidente Ales-sandro Belloni, ho per-cepito subito una qua-lità della governance e del management alta, coniugata alla capacità di mantenere il contatto con le persone e con il territorio. Una cosa rara e preziosa, specialmente oggi!

“Nel 2001 oltre centottanta studiosi hanno promosso una raccolta di studi in onore di Piero Schlesinger, mettendo a disposizione o scrivendo ciascuno un saggio o una relazione. Ne è scaturita un’opera imponente e importante, articolata in cinque volumi, che abbraccia tutti i settori del diritto privato e che comprende contributi di studiosi di altre materie”

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COSA E’SEPA è l’acronimo che identifica l’Area unica dei pagamenti in euro, un’area nella quale i cittadini (consumatori, imprese, pubbliche amministrazioni e altri operatori economi-ci), indipendentemente dalla loro residenza, possono effettuare e ricevere pagamenti in euro non in contanti sia all’interno dei con-fini nazionali che fra paesi diversi, alle stesse condizioni e con gli stessi diritti e obblighi. La SEPA riguarda tutti i paesi dell’Unione Eu-ropea più l’Islanda, la Norvegia, il Liechten-stein, la Svizzera, e il Principato di Monaco per un totale di 32 nazioni, 513 milioni di cittadini e circa 9.200 istituzioni finanziarie.

CONTENUTIIl progetto SEPA, avviato oltre 10 anni fa, su impulso delle autorità europee, da parte del-le banche e dai sistemi di pagamento, preve-de la standardizzazione dei principali servizi di pagamento al dettaglio non in contante

in euro: bonifici e addebiti diretti.In Italia ciò determinerà la sostituzione del servizio di bonifico nazionale con il bonifi-co SEPA e del servizio di addebito nazionale (RID), con l’addebito diretto SEPA.Nell’ambito del progetto SEPA sono state anche definite alcune regole comuni per i servizi basati su carte di pagamento (es. ade-sione microchip). In prospettiva si concen-trerà su servizi innovativi come i pagamenti tramite telefono cellulare o su internet.

VANTAGGI Dal punto di vista dei consumatori, la SEPA consente di eseguire le operazioni di paga-mento in euro anche verso altri Paesi dell’a-rea a partire da un unico conto e con la stessa facilità e alle stesse condizioni previste per le operazioni di pagamento nazionali: coloro che vivono, lavorano o studiano al di fuori del paese d’origine non dovranno più avere due conti. L’abbattimento delle distanze geogra-

Single EuroPayments Area (Sepa)

Con il 1° Febbraio 2014 l’Europa adottai nuovi servizi di pagamento

di Andrea Rindi

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fiche e una maggiore automazione del ciclo di pagamento dovrebbero riflettersi positiva-mente sulla diffusione di servizi di pagamen-to innovativi e a valore aggiunto, concepiti per semplificare il processo di pagamento nel commercio e nella vita di tutti i giorni.Per le imprese il vantaggio principale della SEPA risiede nella possibilità di ricevere ed effettuare pagamenti da e verso altri Paesi dell’UE con le stesse modalità e tempi dei pagamenti nazionali. Le imprese che ope-rano su più paesi europei potranno quindi accentrare la gestione dei pagamenti e della liquidità senza dover detenere più conti ban-cari nei paesi nei quali si intrattengono a vario titolo rapporti commerciali. Ulteriori benefici possono derivare, anche per le imprese che operano in ambito esclusivamente nazionale, dall’adozione di un unico standard di trasmis-sione e ricezione degli ordini di pagamento in riferimento alle banche, che potrà essere integrato con più avanzate procedure di ge-stione aziendale e di fatturazione elettronica.

COSA CAMBIA IL 1° FEBBRAIO 2014 I bonifici nazionali e gli addebiti diretti do-

vranno essere eseguiti secondo le regole e gli standard fissati dal Regolamento euro-peo 260/2012.L’unico codice identificativo del conto di pagamento sarà l’IBAN che in Italia è stato da tempo adottato. Per quel che riguarda il codice di indirizzamento dei pagamenti, il BIC, esso non potrà più essere richiesto alla clientela dal 1° febbraio 2014 per i pagamen-ti nazionali e dal 1° febbraio 2016 per quelli transfrontalieri. Questo processo di armonizzazione permet-te di sostenere gli obiettivi dell’Agenda di Lisbona stimolando una maggiore attività economica all’interno del Mercato Unico. L’allargamento del mercato di riferimento incentiva infatti una maggiore concorrenza tra i fornitori di servizi di pagamento che saranno stimolati a rinnovarsi e divenire più efficienti ed al contempo comporta sostan-ziali benefici per gli utenti.La creazione della SEPA rappresenta quindi un’importante occasione per innovare e cre-are un sistema dei pagamenti per il Mercato Unico che meglio risponda alle esigenze di tutti gli utenti europei.

Fonti: Banca d’Italia

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“Contratti bancari e cre-dito ai consumatori, tra giurisprudenza e ABF”. Questo il tema del con-vegno svoltosi il 3 e 4

maggio scorsi nella sala convegni Loreno Giovannelli del Credito Valdinievole. Orga-nizzato dal Consiglio Notarile dei Distretti ri-uniti di Firenze, Pistoia e Prato e dall’Univer-sità di Siena, in collaborazione con la nostra Banca, l’evento, sotto l’attenta direzione dei professori Stefano Pagliantini e Raffaele Lenzi, ha registrato la partecipazione di pre-stigiosi relatori, provenienti dalle Università di tutta Italia, oltre che dagli atenei di Pisa e

Siena: la Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’Universita di Catania, di Roma Tre, di Ma-cerata, di Tor Vergata, di Palermo, di Ferrara, di Brescia, di Reggio Calabria e la Federico II di Napoli. Hanno aperto gli interventi con i propri salu-ti, il notaio Vincenzo Vettori, presidente del Consiglio Notarile, il quale ha evidenziato l’importanza per i professionisti di tali even-ti, che sono momenti essenziali di confronto e crescita professionale.Ha preso poi la parola il presidente del Cre-dito Valdinievole, Alessandro Belloni, il quale ha evidenziato come grazie ad una borsa di studio triennale costituita a favore dell’Uni-

Convegno delConsiglio Notarile

al Credito Valdinievole

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versità di Siena per un Dottorato in materia bancaria, l’Istituto dallo stesso presieduto, per il secondo anno consecutivo, ha potuto collaborare all’organizzazione di un conve-gno tra i più importanti a livello nazionale. Il presidente ha concluso il proprio intervento sottolineando come anche il contribuire alla realizzazione di tale evento, pur non rien-trando tra le normali attività giornaliere di un istituto di credito, sia un ulteriore servi-zio che la Banca fornisce non solo ai propri Soci e clienti, ma anche a tutti gli operatori professionali presenti sul proprio territorio.Anche il riconoscimento dei crediti formati-vi da parte degli ordini professionali e della Federazione Toscana delle Bcc per i propri amministratori è la dimostrazione di come il convegno sia stato classificato tra quelli di maggior rilievo della nostra provincia.Il convegno trattando argomenti in materia bancaria che interessano da vicino nella quo-tidianità, sia i professionisti che gli addetti ai lavori, ha richiamato nella sala convegni della Banca numerosi partecipanti di diversa emanazione professionale; infatti oltre alla presenza di notai, avvocati e commercialisti, c’è stata una massiccia partecipazione anche di esponenti del mondo delle banche di Cre-dito Cooperativo.La prima parte della giornata del 3 maggio è stata presieduta e coordinata dal professore emerito dell’Università Cattolica di Milano, Piero Schlesinger, che con la sua presenza ha contribuito ad un dibattito molto intenso sugli argomenti esposti dai vari relatori nella sessione da lui presieduta. Nel pomeriggio a Schlesinger è subentrato il professor Vittorio Santoro, dell’Università di Siena.Sabato mattina è stata la volta della tavola rotonda presieduta da Giuseppe Carriero, del collegio ABF di Napoli a cui hanno par-tecipato quasi tutti i relatori presenti sia al tavolo che in sala, creando così un’intera-zione tra gli stessi che ha coinvolto anche il pubblico presente, molto stimolato da tale impostazione dei lavori. Gli argomenti che sono stati trattati nella

due giorni di studio hanno interessato: la categoria dei contratti bancari, i prodotti composti tra normativa bancaria, finanzia-ria e assicurativa, lo ius variandi negli orien-tamenti dell’ABF, la qualità di consumatore nel bilanciamento degli interessi tra banca e cliente, i profili di responsabilità della banca per diniego del credito, le recenti evoluzioni in tema di prescrizione del diritto alla resti-tuzione dei depositi bancari, le commissioni bancarie, le segnalazioni illegittime alla Cen-trale rischi, del recesso e dello ius poenitendi nei contratti di credito ai consumatori, della sicurezza dei servizi di pagamento e utilizzo fraudolento, del mutuo di scopo e collega-mento negoziale.Come si può notare, tutti temi di attualità ed estremamente caldi in questo periodo, che hanno sicuramente arricchito i partecipanti di un ulteriore bagaglio professionale.L’arrivederci da parte di tutti è stato per l’an-no prossimo.Cos’è l’ABFL’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) è un si-stema di risoluzione delle liti tra i clienti e le banche e gli altri intermediari che riguarda-no operazioni e servizi bancari e finanziari. È detto “stragiudiziale” perché offre un’al-ternativa più semplice, rapida ed economica rispetto al ricorso al giudice, che spesso inve-ce comporta procedure complesse e anche molto lunghe.L’ABF è un organismo indipendente e impar-ziale che decide in pochi mesi chi ha ragione e chi ha torto. È un sistema nuovo da non confondere con la conciliazione o con l’ar-bitrato.Le decisioni non sono vincolanti come quelle del giudice, ma se l’intermediario non le ri-spetta il suo inadempimento è reso pubblico.Il cliente può rivolgersi all’Arbitro solo dopo aver tentato di risolvere il problema diretta-mente con la banca o l’intermediario, pre-sentando a essi un reclamo. Se non rimane soddisfatto neanche delle decisioni dell’Ar-bitro, può comunque rivolgersi al giudice.La Banca d’Italia fornisce i mezzi per il fun-zionamento dell’ABF.

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Cinque anni di crisi economica hanno indebolito profondamen-te il sistema produttivo del Paese. Occorre avere lucidità e prendere piena coscienza della situazione

complessiva in modo da non commettere er-rori di valutazione. Quello che non è stato fatto alle prime avvisaglie di crisi, scambiate per un fenomeno transitorio invece che pro-fondo e strutturale come poi si è dimostrato.Ogni giorno le imprese chiudono, la disoccu-pazione cresce, la sfiducia nel futuro aumen-ta. Per scuotersi da questo torpore, occorre innanzi tutto un segnale forte da parte della nostra politica eco-nomica che punti al ritorno della crescita e restituisca ossigeno finanziario al sistema produttivo. Finora il nostro Paese è stato tartassato senza che venisse fornito un pia-no di uscita. Famiglie, imprese e anche gli investitori esteri non si fidano più. Oggi l’economia reale deve essere il punto prioritario per il futu-

ro del Paese. Dal lato più strettamente bancario, ci trovia-mo ogni giorno in prima linea insieme ai no-stri Soci e clienti, in una guerra senza macerie, a meno che non si considerino tali le oltre 40 aziende che quotidianamente hanno cessato l’attività nel corso del 2012.Il ruolo delle banche, e in particolar modo del Credito Cooperativo, è sicuramente fon-damentale, oggi più che mai, perché in molti casi rappresenta proprio quel fattore che per-mette al tessuto economico e sociale di non sgretolarsi. Il Credito Cooperativo è infatti un sistema di banche che può affermare con cer-

tezza di non aver determi-nato la crisi, di non avere titoli tossici in portafoglio e di non aver ricevuto un solo euro di sostegno pubblico per contrastare gli effetti della recessione. Siamo banche focalizzate sull’intermediazione tradi-zionale e sul finanziamen-to dell’economia reale.Se andiamo a confronta-re i dati a livello nazionale, vediamo come le BCC ini-zialmente hanno risetito in misura minore dell’im-

Il Credito Cooperativo motore d’impresa

Il ruolo delle banche nell’economia reale

di Leonardo Quiriconi – direttore generale del Credito Valdinievole

Il Credito CooperativoUna fitta rete di banchea sostegno del territorio

394 il numerodelle BCC italiane

4.448 gli sportelli delle BCC in Italia

138,9miliardi di euroil totale degli impieghi

15%la crescita degli impieghi alle aziende nel periodo 2009-2012

Fonte: Federcasse (dati aggiornati al 31/12/2012)

Se per le persone il periodo dei bilanci coincide in genere con la fine dell’anno solare, per le aziende e per il mondo del lavoro in genere, tale momento arriva più o meno in questo periodo, dopo che si è proceduto all’ elaborazione e presentazione del bilancio di esercizio. Ed è stata proprio questa scadenza istituzionale insieme al gradito invito ricevuto da Conflavoro Prato per un mio intervento nel loro primo convegno della piccola e media impresa, a fornirmi l’oc-casione per una ulteriore riflessione sull’attività della nostra Banca, sullo stato dell’economia locale ma anche dell’intero mondo del Credito Cooperativo e del sistema Italia.

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patto della crisi finanziaria e, in presenza di un arretramento delle banche più grandi, hanno continuato a fornire ampio sostegno a famiglie e imprese. La concessione di credito resta oggi una delle maggiori emergenze. Un terzo delle aziende ha liquidità insufficien-te e molte, con progetti validi, vanno in crisi per carenza di fondi.Noi come Banca di Credito Cooperativo, fac-ciamo di tutto per andare oltre e spezzare que-sto circolo vizioso. Questa nostra politica certo non si estrania dalla realtà, ma cerca per quanto possibile di premiare le attività con progetti validi, che hanno magari un problema di liquidità ma che reputiamo possano avere con il nostro inter-vento delle attese di fatturato. Oltre ai numeri, da cui certo non possiamo prescindere, cerchiamo di fare una valutazio-ne attenta delle prospettive.Oltre a ciò vanno sottolineate anche le oltre 400 iniziative messe in campo dalle Banche di Credito Cooperativo su tutto il territorio na-zionale che sono raggruppate sotto il nome “Una mano per la ripresa”. Si tratta di attività promosse in sinergia con enti locali, categorie imprenditoriali e sindacali, diocesi, tutte ca-ratterizzate dalla finalità comune di sostenere le esigenze di liquidità alle imprese, garantire flessibilità alle famiglie o magari dare un sup-porto straordinario a coloro che hanno perso il posto di lavoro e si trovano in condizioni di difficoltà.Con la nostra Banca sigliamo ormai a ritmo serrato accordi con le istituzioni e le organiz-

zazioni territoriali, a partire dal Piano fami-glia per la sospensione delle rate dei mutui; i finanziamenti agevolati per i giovani e le start up; la destinazione di plafond per atti-vità di microcredito. Per non parlare poi degli accordi con le organizzazioni imprenditoriali per la moratoria dei debiti dei loro associati o le intese con le organizzazioni sindacali per l’anticipazione dell’indennità di Cassa Inte-grazione Guadagni ai lavoratori delle aziende colpite dalla recessione. Per finire all’ultima iniziativa del nuovo Club dei Soci che si pro-pone proprio di agevolare i nostri Soci (sia at-tività che persone fisiche) a creare e rafforzare fra loro, una fitta rete di legami economici e ralazionali. E’ evidente come questo tipo di attività così specifica e particolare non possa essere svol-ta dai grandi istituti di credito, ma solo dalle banche locali, in virtù di questo radicamento territoriale e dell’essere partecipi delle proble-matiche e della quotidianità dei nostri Soci e clienti. In questa delicata congiuntura ciascun attore deve fare ogni giorno la propria parte, che per le banche consiste nell’ essere intermediari tra domanda e offerta di credito. E interpretare oggi questo mestiere con ancora maggiore flessibilità e capacità innovativa, ricercando e adattando nuove soluzioni ai nuovi scenari.Pensiamo che lo sviluppo non possa avvenire da un momento all’altro, ma sia fatto di tan-ti piccoli passi in un’unica direzione, da fare insieme ai nostri Soci e clienti.

Una mano per la ripresaAiuti concreti a famiglie e imprese

Gli impieghi erogati dalle BCC italiane rappresentano:

il 22,6% del totale dei creditialle imprese artigiane; il 18,3%

alle imprese agricole;il 17,5% alle imprese fino a 5 addetti (famiglie produttrici); l’8,6%

delle societànon finanziarie;il 12,3%

del totale dei creditialle Istituzioni senzascopo di lucro; l’8,6% alle

famiglie consumatriciFonte: Federcasse (dati aggiornati al 31/12/2012)

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L’idea e il concetto di Valdera si affermano nel corso del ventesimo secolo in seguito alla crescente importanza economica e amministrativa

di Pontedera, città su cui gravitano per i ser-vizi commerciali, sanitari, amministrativi e scolastici (scuole medie superiori), le popo-lazioni di centri come Capannoli,Casciana Terme, Chianni, Lajatico, Lari, Palaia, Peccio-li, Ponsacco, Terricciola. Successivamente la

Valdera è venuta nel tempo a sostituirsi a entità geografiche più antiche quali le Colli-ne pisane. Al 31 dicembre 2007 il compren-sorio della Valdera contava 117.517 abitan-ti distribuiti su una superficie complessiva di 624,17 chilometri quadrati. E’ in questo ter-ritorio e in un periodo di crisi in cui si restrin-ge sempre più il credito alle aziende e alle ditte individuali che nasce il progetto ”Luci sull’Era” un accordo stipulato tra il Credito Valdinievole e l’associazione di categoria

Il Credito Valdinievole illumina la Valdera

Accordo tra Credito Valdinievole e la Confcommercio di Pisaper un accesso agevolato al credito

di Sergio Miele

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Confcommercio Pisa. Il progetto prevede l’erogazione di finanziamenti, a partire da 10.000 euro fino ad un massimo di 30.000 euro, per l’acquisto merci o investimenti, per la durata massima di 60 mesi. Il tasso minimo previsto è costituito dall’Euribor 6 mesi +4, che potrà variare in base al rating attribuito dalla Banca. L’accordo stabilisce infatti lo stanziamento di un milione di euro a favore di tutta la clientela nei diversi set-tori economici con particolari agevolazioni per giovani imprenditori e donne.I finanziamenti prevederanno iter di lavora-zione più veloci e condizioni agevolate per gli associati Confcommercio Pisa. Il merito creditizio infatti verrà valutato autonoma-mente da Confcommercio Pisa, CentroFidi Terziario e Credito Valdinievole. Al fine di ottenere il finanziamento, l’impresa compi-lerà la relativa documentazione di iscrizione e richiesta di garanzia a CentroFidi Terziario.

Per la particolarità del prodot-to, inoltre, il costo della ga-ranzia concessa da CentroFidi sarà pari a 3,80% sull’importo del finanziamento richiesto. L’impresa richiedente dovrà inoltre far fronte alle spese ne-cessarie per la pratica di acqui-sizione di istruttoria. La Banca addebiterà il relativo importo delle commissioni di garanzia al cliente in via posticipata alla concessione del finanziamen-to. La durata della convenzio-ne sarà valida fino al 18 marzo 2014 e si rinnoverà automati-camente di anno in anno. “La

stretta creditizia è sempre più forte e molti imprenditori non ce la fanno più ad andare avanti” – afferma Federico Pieragnoli, di-rettore della Confcommercio di Pisa (nella foto). Infatti senza credito l’economia non può ripartire e il modello banca del territorio consente un approccio più efficace rispetto alle esigenze delle piccole e medie imprese.Il progetto ha come teatro sperimentale la Filiale di Pontedera e in caso di succes-so diventerà un modello anche per le altre realtà di riferimento. “Siamo una Banca del territorio orgogliosi del nostro ruolo” affer-ma Adriano Fiaschi, direttore della Filiale di Pontedera – “abbiamo aperto da poco un’altra Filiale a Fucecchio con l’intento di continuare a penetrare nel territorio alla ricerca del soddisfacimento dei bisogni di nuova clientela” – aggiunge poi. La missio-ne per il Credito Valdinievole, infatti, rimane la solita : lavorare a contatto con le aziende in un’ottica di fidelizzazione e reciproca col-laborazione.Nel buio dilagante della crisi ecco che il Cre-dito Valdinievole ancora una volta si spin-ge in una direzione controcorrente volta a illuminare la speranza di imprenditori del territorio grazie alla cessione di nuova li-quidità. Come direbbe il famoso Aristotele Onassis: “E’ nei nostri momenti più bui che dobbiamo concentrarci per vedere la luce”.

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LifeBook

I PRODOTTI PER LE NUOVE GENERAZIONI DEL CREDITO VALDINIEVOLE

il racContoche parla di te! Il nuovo conto corrente destinato ai bambini e ragazzi da zero a quattordici anni che lascia traccia di ogni regalo dei nonni: dal battesimo alla comunione, del premio speciale per la promozione in prima media e di tutti quei gesti d’affetto che rendono la vita speciale.

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Nasce, nella gam-ma dei nuovi prodotti del Cre-

dito Valdinievole, Life-book, un nuovo conto corrente destinato ai minori da 0 a 14 anni. Il prodotto Lifebook non è altro che un racCon-to ovvero il modo più bello per ricordarsi l’in-vestimento migliore della nostra vita. Life-book non è solo quindi un conto corrente ma rappresenta la costruzione di un ricordo per i clienti della Banca e un investimento sul futuro. Lifebook offre più opportunità, quella di accompagnare la clientela fin da subito nel suo percorso di crescita, e quella di recuperare un forte legame con il territo-rio. Tutto questo attraverso uno strumento che si propaganda da solo: un libro dedica-to al bambino/a - ragazzo/a, dove potran-no anche essere inserite, foto, immagini, biglietti d’auguri e le contabili speciali pre-parate per il Lifebook, le quali attesteranno i versamenti che i genitori, i nonni e i pa-renti potranno effettuare. La novità fonda-mentale di Lifebook è data dalla contabile personalizzata con lo spazio per appostare una dedica personale. Il modo innovativo di funzionamento di questo prodotto, infat-ti, consiste nella possibilità di apporre una dedica singolare ed unica sulla contabile personalizzata e nella effettiva capacità di raccogliere tutte queste ricevute di versa-mento insieme all’interno di un libro scritto assieme con le persone.Una Banca che ha un conto corrente che vuol essere un racconto, una storia scritta a due mani, una condivisone reciproca.Lifebook attirerà sicuramente l’attenzione per il suo metodo di utilizzo in quanto non sarà solo un raccoglitore, ma un contenito-re di momenti marcato Credito Valdinievole che entrerà nella vita e nelle case delle per-sone a beneficio dei minorenni, futuri adul-ti e patrimonio da coltivare. Un racConto che rappresenta un’opera d’arte in mano

alle persone e un nuo-vo modo di concepire il ruolo dello sportello bancario: attivo nella condivisione e nella tra-scrittura di questa storia dove i capitoli sono le distinte personalizzate con dedica. L’idea del Lifebook nasce dalla vo-lontà del Credito Valdi-

nievole di lasciare un ricordo indelebile nelle mani del futuro adulto; un ricordo che pos-sa riportare alla sua mente tutti quei piccoli momenti condivisi nel percorso di crescita insieme con la sua Banca. Si ipotizza a que-sto proposito che un giorno possa fermarsi e rileggere la storia dei suoi risparmi a cui molteplici attori sociali hanno partecipato. Lifebook rappresenta un ricordo di vita ed è il prodotto tangibile volto a creare un rap-porto duraturo con la sua clientela. Il Credi-to Valdinievole vuole essere presente fin dai primi anni nella vita di ogni individuo con-tro la spersonalizzazione e l’appiattimento sociale che sono dilaganti nella nostra so-cietà. Dietro ogni bambino c’è una famiglia e il Credito Valdinievole si pone fin dai primi anni della sua esistenza come la Banca per la gente che tende a non vedere le persone come numeri ma come soggetti importanti dotati di una propria unicità insostituibile. Finalmente, dunque, le famiglie hanno la possibilità di poter vedere materializzati in un prodotto finito i propri salvadanai per-sonali destinati ai figli. All’apertura del rap-porto, infatti, i genitori riceveranno il libro in cui raccoglieranno la storia dei risparmi del minorenne e potranno iniziare un lun-go cammino in cui ogni singolo versamento sarà un piccolo momento da enfatizzare.”I bambini? […] dobbiamo imparare da loro; bisogna che ci sentiamo fieri delle loro picco-le grandi conquiste. Sono il nostro miracolo, il nostro capolavoro, il nostro futuro…” dice-va Anton Vanligt in “Mai Troppo Folle”.L’uscita del prodotto è prevista per luglio 2013.

Nasce Lifebook:

il racContoche parla di te

di Cristian Toccafondi

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I l “Cammino di Santiago” è stato per me un percorso unico ed emo-zionante.Da molti anni avevo pensato di far-lo e quando ho trovato due colleghi,

Paolo e Stefano, che avevano la mia stessa determinazione nel vivere questa esperienza realizzarlo è stato una naturale conseguenza.Il percorso è stato programmato nel mese di Aprile in base ai giorni che avevamo a dispo-sizione e pertanto abbiamo deciso di attra-versare la Galizia e di partire dal Monastero di Samos ed arrivare a Santiago di Compo-stela dopo circa 150 chilometri da percorrere in sei tappe.Alcuni giorni prima della partenza si è ag-giunto a noi un amico e Socio, Paolo, che aveva già percorso il cammino alcuni anni prima e che per noi è stato un’impagabile guida che ci ha condotto e illustrato sui tanti significati di questo viaggio. E’ stata un’esperienza intensa e vissuta pie-namente dove per qualche giorno abbiamo preso una pausa dalla frenesia della vita

quotidiana, dalla fretta di quando siamo sempre in ritardo per qualcosa, dal tempo che manca sempre.Il cammino va vissuto slow (lento) perché devi avere il tempo per sentire gli odori, as-saggiare i sapori, ascoltare i rumori, vedere i paesaggi che sono di una bellezza rara e dove semplicità ed essenzialità sono i prin-cipali ingredienti.Abbiamo vissuto alcuni giorni in un perfetto connubio con la natura e le persone (tante e provenienti da tutto il mondo) che come noi hanno preso una pausa dalla loro vita ed hanno intrapreso il cammino. Molte e più di-verse sono le motivazioni che hanno spinto ad effettuarlo; chi lo fa per motivi stretta-mente religiosi, chi lo fa per ricercare se stes-so, chi lo fa per sport, chi lo fa per mantenere fede ad un impegno preso; ognuno nel pro-prio intimo ha una sua ragione ma unisce la condivisione nello stabilire relazioni cordiali ed autentiche con le persone che incontri. La facilità di rapporti ti fa pensare a come è molto più complicato averli a casa dove

spesso non è facile met-tersi in gioco, dove non sempre il rispetto della dignità di tutti e della specificità delle persone è un valore condiviso.Prima di partire ci ave-vano parlato di fatica, di dolore, di momenti difficili ma il “cammino” ti regala emozioni che scaturiscono dall’intimo che non hanno alcuna logica o razionalità e proprio per questo non possono essere proba-

Il cammino di Santiago Testimonianza di un’esperienza unica

di Andrea Rindi – vicedirettore generale del Credito Valdinievole

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bilmente capite da chi non le ha vissute. Sono emozioni semplici che quotidianamen-te tutti proviamo ma non abbiamo il tempo per ascoltarle.Ho sempre amato camminare, da solo o in compagnia, con il sole o con la pioggia, per-ché l’ho sempre considerato un modo per riflettere, per conoscere e per conoscermi, per capire chi sono e per capire di più anche gli altri.Come dice la testimonianza di una pellegri-na “il Cammino di Santiago è la metafora più bella della vita, ci sono percorsi in salita, scoscesi, difficili, ma ci sono anche tratti in pianura, illuminati dal sole e incredibilmente piacevoli. Ogni giorno è diverso da quello precedente e da quello che verrà e le persone che incrociamo sul nostro percorso non sono sempre le stesse e soprattutto ogni condivi-sione ha un sapore diverso”.La mia testimonianza è quella di aver vissuto un’esperienza unica nella vita che ti matura, che ti da la misura di te stesso e delle tue pos-sibilità. Ti fa sentire un uomo con un cervello, dei muscoli ed una Fede. La tua esperienza è solo tua, la porti dentro di te nei tuoi ricordi ed è un viatico che ti fa affrontare con mag-giore saggezza i momenti duri della vita.Il nostro cammino attraverso la verde Galizia è iniziato al Monastero di Samos per arrivare

a Sarria proseguire per Portomarin e dopo a Palas de Rei per poi andare ad Arzua e prose-guire per O Pedrouzo ed arrivare finalmente a Santiago di Compostela dopo sei giorni. Vorrei infine ringraziare i miei compagni di viaggio che hanno condiviso con me que-sto percorso e che con il loro sostegno e la loro amicizia hanno reso questo cammino sostenibile, unico e indimenticabile. Grazie di cuore. Al termine abbiamo pensato di tornarci nuovamente in un prossimo futuro, l’invito è aperto a tutti e come si usa dire tra pelle-grini: Buen Camino.

La Concha è la conchiglia, che si trova abbondante nelle spiagge della Galizia ed in passato, averla con sé, costituiva la prova di aver fatto il Cammino (oggi è usanza portarla attaccata allo zaino fin dall’inizio del percorso).La Spada, spesso rappresentata sulla Con-chiglia, è il simbolo della riconquista cattoli-ca della Spagna invasa dai mori.Il Bordone, robusto bastone, veniva usato per aiutarsi nelle difficoltà, sia altimetriche che ambientali (vedi lupi e banditi), in cui era facile imbattersi lungo il Cammino.La Flecha Amarilla, ovvero la Freccia Gialla, è la classica indicazione che guida

il pellegrino verso Santiago.La Credenziale è una sorta di “passaporto” rilasciato da Con-fraternite Ecclesiastiche che at-testano lo status di pellegrino e

che serve sia per accedere alle strutture che offrono ospitalità sia per ricevere, alla fine del viaggio, l’attestato di aver compiuto il Cammino. E’ ricca di timbri che testimoniano il passaggio nelle varie località del tragitto. La Compostela è il documento ufficiale, scritto in latino e riportante il nome del pel-legrino, che, come visto, certificata la “mis-sione compiuta” (bisogna, comunque, aver fatto almeno 100 km a piedi dei circa 800 complessivi).

I simbolidel cammino

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La semplicità non è solo la ca-ratteristica principale della sua cucina, anche quella del suo carattere. Massimiliano Ma-riola, chef del Gambero Ros-

so, protagonista di trasmissioni di successo sull’omonimo canale della piattaforma Sky, ci racconta la sua passione sublimata in la-voro nello stesso modo con cui dispone gli ingredienti nel piatto. Con naturalezza, iro-nia e stile. Da chi hai imparato a cucinare e soprat-tutto ad amare la cucina? Da mia madre Fiorella, bravissima. Da lei ho ereditato la passione. E poi dal mio maestro e mentore, Fulvio Pierangelini, il cuoco mi-gliore che abbia mai incontrato. Lui mi ha insegnato la perfezione della verità, come fosse un Michelangelo della cucina, ricette semplici, ma che facevano sognare.Fai spesso riferimento all’arte, anche mentre cucini disponi gli ingredienti con grande attenzione all’armonia dei colori e all’estetica. C’è un perché? Un perché che riguarda la mia adolescen-za. Quando dovevo scegliere cosa fare alle superiori ero indeciso fra l’istituto d’arte e l’alberghiero. Sono stato quasi obbligato a scegliere il primo perché mio padre aveva un laboratorio da restauratore. Però a 21 anni la passione per la cucina ha preso il soprav-vento su tutto e non mi sono più fermato! Sono partito dall’ultimo posto della cucina, dalle mansioni più semplici fino ad arrivare a oggi.Allora la storia che sei un self-made-chef che pur di seguire il suo sogno ha lavo-rato gratis e messo a posto i frigoriferi è vera. Non una chiacchiera per indorare la tua carriera patinata. Tutto vero. Ti dirò di più, mentre lavoravo fre-quentavo, nei primi tempi, anche una scuola privata di cucina. Dopo un mese sono stato assunto e da quel momento, passo dopo passo, la mia carriera ha preso il volo. Stage, eventi importanti, sono stato in Nuova Ze-landa, in grandi ristoranti e nel 1999 Laura Ravaioli mi ha chiesto di aiutarla a lancia-

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re Gambero Rosso chan-nel. Ora sono chef consu-lente di una catena italia-na di alber-ghi, a cinque stelle con dif-fusione inter-nazionale.Lezioni, corsi e seminari di cucina in tutta Italia, chef mediatico in video ogni giorno, chef con-sulente… non mi stupisco che nel 2001 tu abbia fatto l’Ironman Austria!Lavoro 12, anche 16 ore al giorno. Ma ho sempre il tempo per correre almeno un’o-retta. E per fare la spesa nei mercati romani, per me veri paradisi. Sicuramente il triath-lon, che ho praticato a livello quasi profes-sionale, mi ha aiutato nella disciplina, nel-la resistenza e nella ricerca costante di un equilibrio, nell’alimentazione e nella cucina.La tua cucina ha un brand inconfondibile, nella sua semplicità. Come la descrivere-sti? L’aggettivo giusto è semplice, sì. Non mi al-lontano mai dai piatti della tradizione culi-naria, quelli che tutti amiamo, che evocano ricordi belli e che hanno segnato il nostro palato nell’infanzia. Ognuno di noi ha la storia nel palato! Gioco con gli ingredienti, ma li rispetto. Se hai uno splendido scampo freschissimo cosa fai? Lo massacri con ab-binamenti strani? No, non ci possiamo in-ventare nulla, bastano pochi prodotti, ma buoni e si può fare tutto.Quindi pur avendo viaggiato molto non sei tentato dalla “contaminazione” etni-ca in cucina? Dalla fusione dei sapori?Certo, mi diverto anche con la cucina etnica. Ma resta, appunto, etnica. Non mi piace me-scolare e snaturare i prodotti. L’essenzialità è la mia linea guida. Reinterpreto, attualiz-zo piatti della tradizione locale e regionale italiana.Qual è l’ingrediente principe per te?

Quello che non dovreb-be mai man-care?Ah, non ho dubbi! L’olio extravergine d’oliva. E la cosa meravi-gliosa è che il nostro olio ha caratteri-

stiche e sfumature di gusto diverse, a se-conda dei territori in cui viene prodotto. È come il vino, nasce in un determinato luogo per esaltare il sapore dei piatti di quel luogo.Ma io sapevo di una tua grande passione per le uova e per le verdure freschissime! Beh sì, l’uovo è importante oltre a essere squisito. Nutre ed è semplice. Un alimento e un ingrediente perfetto, all’origine di tanti piatti. E le verdure sono fondamentali, mi diverto anche a sceglierle al mercato come ti ho detto, addirittura a immaginarle in base ai periodi dell’anno e ai territori. Sono al centro della mia alimentazione e poi mi of-frono la possibilità di ‘dipingere’ in cucina, di fare piatti belli oltreché buoni. La bontà si deve anche vedere!Cucini per gli altri, cucini anche per gli amici e per te stesso?Per gli amici sì, mi piace molto nel mio poco tempo libero invitarli a casa mia a Nettuno e preparare qualcosa per loro. Per me stesso poco, a dire la verità, diciamo che spizzico e mi basta poco, tante verdure fresche che mi danno energia, non molti carboidrati com-plessi, uova, cibi sani e genuini, un bicchiere di buon vino. Una ricetta al volo per i nostri Soci. Dunque, la Toscana, regione favolosa, tanti mercati di campagna, veri. L’entroterra, le vostre zone, le cipolle rosse, adoro quelle cipolle e il loro colore così vivo e intenso! Io preparerei una bella ribollita in versione estiva, aggiungerei un uovo dentro alla fine e come decorazione una sfoglia di pecorino. Et voilà. Il piatto dello chef Mariola è servito.

SempliceIntervista a Massimiliano Mariola,

chef del Gambero Rosso

di Simona Caroti

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L’attenzione costante del Credito Val-dinievole alla comunità nella sua in-terezza non poteva non riguardare

il mondo delle Onlus. Per questo ha soste-nuto da subito il convegno realizzato a Pisa dall’Università di Pisa, in collaborazione con Provincia e Comune di Pisa sul tema: “Il terzo settore: venti di crisi e potenzialità”.L’iniziativa si è svolta nell’aula magna del-la Facoltà di scienze matematiche e fisiche e nell’occasione è stato presentato e con-segnato ai presenti il libro, “I numeri delle Onlus: dall’aritmetica alle prospettive”, di Attilio Zifaro, edito da Felici Editore e soste-nuto dal Credito Valdinievole. “Il benessere della comunità che ci sta a cuore più di ogni altra cosa - ha detto il presidente della Ban-ca, Alessandro Belloni - non è certo valuta-bile solo in termini economici, ma è fatto di solidarietà e partecipazione, condivisione, crescita e rispetto per le persone. Per que-sto abbiamo sostenuto la pubblicazione del professor Zifaro, crediamo che le Onlus sia-no il fermento positivo di una nuova socie-tà che metta le persone al centro nel perse-

guire lo sviluppo”. Gli illustri relatori hanno analizzato i vari aspetti peculiari, legislativi, organizzativi, fiscali, giuridici ed economici delle Onlus. Si sono succeduti gli interven-ti del sindaco di Pisa, Marco Filippeschi, del presidente della Provincia di Pisa, Andrea Pieroni, di Alessandro Giovannini, ordinario di diritto tributario alle Università di Siena e Pisa, di Paolo Bongioanni, direttore dell’Uni-tà Operativa di neuroriabilitazione di Pisa, di Emanuele Rossi, ordinario di diritto pubblico all’Università di Pisa, dell’avvocato Lorenzo Trombella e di Francesco Barachini, ordinario di diritto commerciale all’Università di Pisa. Il professor Zifaro, parlando del tema portan-te del suo libro e ricollegandosi all’introdu-zione del presidente Belloni, ha sottolineato come in presenza di una perdurante crisi del welfare-state e del rapporto tra mercato e solidarietà si stia rafforzando sempre più un nuovo modo di fare impresa: legare la cresci-ta economica alla ricerca dell’equità sociale e della sostenibilità ambientale, avendo cura anche delle persone socialmente più deboli e del territorio in ogni sua voce”.

Onlus: convegno del Credito Valdinievole a Pisa

di Simona Caroti

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I VANTAGGI DEL PROGRAMMA SOCI 2013

Soluzione Jump

Per informazioni è possibile contattarel’Uffi cio Soci, presso la Sede,in via Ugo Foscolo 16 a Montecatini TermeTel. 0572/909102 e 0572/[email protected] [email protected]

Soluzione Jump ti fa risparmiare sull’acquisto dei libri scolastici. Ai titolari di Conto Jump e Sprinter Verde, i conti correnti pensati per ragazzi e ragazze tra i 14 e i 18 anni, Credito Valdinievole offre uno sconto sull’acquisto dei testi scolastici in tutte le car-tolibrerie convenzionate.

Soluzione Jump Soci offre ai soci del Credito Valdi-nievole un contributo fisso destinato all’acquisto dei libri per le scuole medie inferiori e superiori.

Un aiuto immediato e concreto alle famiglie per contrastare il caro scuola.

Credito Valdinievole ti aiutaa risolvere il caro-libri scolastici

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Club dei Soci, la rete che crea va-lore favorendo il consolidamen-to di una fitta rete di legami e relazioni commerciali fra i Soci della Banca.

Un vero marketplace, aggregatore di do-manda e offerta di beni e servizi in cui i Soci della Banca possono pubblicare la propria offerta commerciale o beneficiare di parti-colari convenzioni proposte dagli altri Soci.

A CHI È RIVOLTOIl portale è rivolto a tutti i Soci del Credi-to Valdinievole, siano essi persone fisiche, imprese, artigiani, commercianti e liberi pro-fessionisti. Ciascuna categoria può accedere e beneficiare degli strumenti messi a dispo-sizione dal Club.

LE PRINCIPALI AREE DEL PORTALEAll’interno della pagina Aziende e Profes-sionisti si trova l’elenco completo delle atti-vità e imprese socie della Banca.L’area Marketplace è il vero fiore all’occhiel-lo del portale Soci. E’ qui infatti che doman-da e offerta si incontrano, permettendo la visualizzazione di tutte le domande, dei pro-dotti e servizi pubblicati dagli altri Soci.Nell’area Convenzioni si trovano tutte le offerte e le scontistiche che i Soci aziende e professionisti hanno scelto di riservare ai Soci del Credito Valdinievole.La centralità del Socio è un elemento fon-dante e un principio su cui si basa l’essenza più profonda delle Banche di Credito Coo-perativo.A tal fine il Credito Valdinievole offre ai pro-

pri Soci prodotti e condizioni agevolate, ma anche attività di carattere culturale e ludico, volte a creare la condivisione di interessi e sviluppare il rafforzamento del tessuto so-ciale. In genere si tratta di iniziative di carat-tere aggregativo come ad esempio viaggi, concerti musicali e corsi tematici. Tuttavia nel corso degli ultimi anni, è emersa l’esi-genza di integrare tali strumenti di coesione e condivisione con altri più attuali affinché questo legame Banca-Soci non si andasse via via assottigliando a causa del mutamento delle abitudini e degli stili di vita.A questo aspetto si è unita poi la volontà del-la Banca di dare un segnale forte, e ancora una volta concreto, a sostegno del tessuto economico del nostro territorio, generando uno stimolo all’attività commerciale delle aziende socie da un lato, e dall’altro favo-rendo potenziali risparmi sull’acquisto di determinati beni o servizi per i Soci persone fisiche.Finita l’era della civiltà dei borghi da cui ogni Banca di Credito Cooperativo ha avuto ori-

Ti presentiamoi tuoi… Soci

A Montecatini, Bientina e Pisa tre incontriper presentare ai Soci l’innovativo portale web

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gine, siamo oggi nella civiltà della rete, che dilata gli spazi annullando barriere fisiche e temporali.Per questo oggi il Credito Valdinievole deve operarsi per agevolare “la connessione” fra tutti i soggetti, in modo da valorizzare al me-glio le sue tre caratteristiche di Banca mutua-listica: la competenza tecnica cooperativa e bancaria, la capacità socio-relazionale, la dimensione sociale.Alla luce di tutto ciò abbiamo accolto con favore la proposta della nostra socia Fede-rica Pinochi, consulente marketing e comu-nicazione che ha curato la parte grafica del portale, di creare un marketplace che acco-gliesse tutti i Soci della Banca. Un ambiente cooperativo in cui i Soci potessero qualifica-re la propria attività, avviare collaborazioni per mezzo della condivisione di competenze e crescere attraverso la strutturazione e la promozione della propria offerta.Softec S.p.A., azienda leader a livello nazio-nale e internazionale nel comparto ITC, è il partner tecnologico che abbiamo seleziona-

to per realizzare questa piattaforma di nuo-vissima concezione che fosse in grado di:• creare una community dei Soci;• attivare fra Soci e Banca un’attività di

comunicazione bidirezionale;• valorizzare e promuovere il patrimo-

nio sociale e imprenditoriale dei Soci;• favorire iniziative sinergiche di coo-

perazione e collaborazione tra i Soci all’interno della community.

La grande esperienza di Softec ci ha guidato nella creazione di un progetto nuovo e alta-mente innovativo, un portale cooperativo, denominato Club dei Soci, basato su dina-miche di social networking e finalizzato alla creazione di una comunità online dove i Soci di Credito Valdinievole possono promuovere la propria attività e offrire convenzioni esclu-sive per gli altri Soci.Il Club è stato presentato ai Soci in tre incon-tri tenutisi a Montecatini nella sala congressi della Banca lo scorso 28 maggio, a Bientina nel Teatro delle Sfide il 6 giugno e a Pisa nell’Hotel Repubblica Marinara il 12 giugno.

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“Non è stata proprio una passeggiata…”. Questo credo sia il primo vero riassunto del viaggio organiz-

zato dal Credito Valdinievole per i suoi Soci alla volta di Cracovia, Auschwitz, Olomouc e Praga nei giorni dal 27 al 30 di aprile. E que-sto non solo per il ritmo sostenuto degli ap-puntamenti con le guide, che ci attendevano puntuali e disponibili per la visita delle città, ma anche, anzi soprattutto, per le emozioni previste e vissute durante il pellegrinaggio nei “luoghi della memoria”.La città di Cracovia è stata per lungo tempo la capitale della Polonia e, a tutt’oggi, rimane il suo principale centro culturale, artistico e universitario. Con più di otto milioni di vi-sitatori ogni anno, è la principale meta tu-ristica internazionale della nazione. Famosa

per il suo piccolo e curato centro storico, per la sua immensa piazza del mercato (Rynek Glowny) e per la curatissima fascia di giar-dini ampia da 50 a 100 metri che circonda completamente il centro, Cracovia è una città viva, con un suo carattere ed una sua anima. Essendo uscita integra dalla seconda guerra mondiale, il patrimonio architettoni-co di questa affascinante città appartiene al passato. Le strutture più alte che dominano il paesaggio sono le guglie delle chiese anti-che, che svettano in cielo non appena alzia-mo lo sguardo. Cracovia è una città dove le leggende convivono con le storie vere e dove la storia convive con la realtà. Puoi fermar-ti all’angolo del cortile nord della collina di Wawel, riconosciuta dalla tradizione induista come uno dei sette centri di forza del mon-do, per purificarti dall’energia cattiva e per combattere varie malattie. Uscendo dal cor-

Viaggio dei Soci a CracoviaDalla capitale polacca ad Auschwitz, Olomouc e Praga.

di Claudia Bartoli

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tile poi, davanti alla Cattedrale, controlla che sulle catene ci siano sempre le ossa del drago perché se cadono per terra la fine del mondo è vicina! Un unico dubbio ti rimane, incro-ciando gli occhi dei cracoviani: se lo scorrere del tempo abbia definitivamente cancellato la paura delle previsioni dei piani nazisti, se-condo le quali una volta finita la distruzione degli ebrei, avrebbero sterminato il 90% dei polacchi. La Polonia avrebbe dovuto essere smembrata, depredata di tutti i territori e di tutte le risorse nazionali e la piccola percen-tuale di popolazione sopravvissuta, utilizzata come mano d’opera schiava al servizio dei coloni tedeschi.Ancora storditi dalla bellezza di Cracovia, siamo partiti alla volta di Auschwitz e Birke-nau, sedi del più grande complesso concen-trazionario. I campi ed i sottocampi disposti nel 1944 erano un migliaio. In essi persero la vita complessivamente circa dieci milioni di persone. Appena scorte le torri di guar-dia all’entrata, il silenzio dell’anima diventa un “rumore” assordante. I forni crematori, il Muro della Morte, i vari blocchi degli edifici, le stanze dove dormivano i detenuti, le foto dei deportati all’interno delle baracche. Ma soprattutto i vestiti e le scarpe dei bambini, quei bambini che venivano sterminati per primi perché inutili. Sembra quasi superfluo chiamarli i luoghi della memoria tanto è ov-vio che, tutto quello che l’occhio di chiunque entri lì dentro vede, rimane impresso come il numero di riconoscimento sul corpo dei deportati.All’uscita il silenzio era consapevole. Abbia-mo dovuto utilizzare tutto il tempo necessa-rio per raggiungere Olomouc per provare a scuoterci di dosso la pesantezza di quel buio. Al mattino, confortati da un bel cielo sereno siamo partiti per la visita della città, cono-sciuta per le numerose piazze di notevole estensione, di cui la principale è adornata con la Colonna della Santissima Trinità, un monumento dichiarato dall’UNESCO Patri-monio dell’umanità. La colonna è alta circa 35 metri e venne costruita tra il 1716 ed il 1754. E poi ancora le numerose chiese, il mu-

nicipio la cui torre vanta uno splendido oro-logio astronomico, la vecchia università, e le sei fontane barocche che adornano la città e che non sono mai state rimosse perché ritenute una valida riserva d’acqua in caso di incendio. Terminata la visita di Olomouc, partenza per Praga. Il bel profilo di Praga, nel cuore geografico d’Europa è stato creato e conservato da impe-ratori, artisti e diverse comunità religiose. Vi-sitare Praga vuol dire passare dall’esuberanza gotica del castello e della Cattedrale di San Vito alla solennità del cimitero ebraico medievale e la magìa del Ponte Carlo fino ad approdare alla ricchezza ottocentesca della Città Nuova. Durante il periodo comunista la capitale della Repubblica Ceca non era meta turistica, ma dal 1989 la città si è aperta ed ogni anno è assediata da oltre sei milioni di turisti. Non poteva mancare infine la cena in una delle birrerie più famose della città! Deliziati dal violino di un simpatico signore vestito con abiti tipici, abbiamo potuto degustare il famoso guláš (ricco stufato di carne) ac-compagnato da knedliky (saporiti e soffici fatti con pane, pancetta e patate), rohliky (onnipresenti panini fatti a banane sui quali si può spalmare burro e salse) e dalla cele-berrima birra ceca.Chi gira per Praga non può fare a meno di notarne anche la magìa. Nella città vecchia i simboli allegorici che identificano le case e che fino al 1770 hanno sostituito i numeri civici, hanno tutti significati alchemici. Una cosa è mancata: l’incontro con uno dei fan-tasmi che girano da secoli la città. Quello della fidanzata del mercante turco di Ungelt alla quale egli tagliò la testa quando si sposò con un altro. In molti hanno visto la giovane vagare per le strade con la testa in mano. Oppure quello dell’uomo di ferro che, con-vinto di essere stato tradito dalla fidanzata si rifiutò di sposarla. La ragazza si annegò per il dolore; il cavaliere, compreso l’errore, si im-piccò e da allora, ogni cento anni appare in cerca di una vergine che lo liberi parlandogli per almeno un’ora.Peccato… motivo in più per tornarci!

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I VANTAGGI DEL PROGRAMMA SOCI 2013

HURGHADAFORT ARABESQUE RESORT

13-20 OTTOBRE

Per informazioni rivolgersiall’Uffi cio Soci, presso la Sede,in via Ugo Foscolo 16 a Montecatini TermeTel. 0572/909102 e 0572/[email protected] [email protected]

Affacciata sulla spettacolare baia di Makadi Bay e digradante verso il mare, la struttura, immer-sa in curati giardini, si integra perfettamente con il paesaggio. Dista circa 30 km dall’aero-porto e circa 35 km da Hurghada a cui è colle-gata da un servizio navetta a pagamento.Ampia spiaggia sabbiosa che si estende per circa 600 metri. Accesso al mare: fondali facil-mente balneabili, aree coralline a circa 30 metri dalla riva. Diverse piscine di cui alcune riscalda-te in inverno e una per bambini. Ombrelloni, lettini e teli mare sia in piscina sia in spiaggia. Le camere, tutte con vista sulla baia e servizi privati, asciugacapelli, climatizzazione regola-bile, TV satellitare con ricezione di programmi italiani, telefono, minibar, cassette di sicurezza e balconcino panoramico. Le camere al livello inferiore hanno accesso diretto al giardino. Ristorante principale con servizio a buffet nel corpo centrale e ristorante a buffet nell’ala nuova. Lobby bar, bar alla piscina, sulla spiag-gia e nell’ala nuova.

Negozi, parrucchiere, servizio medico e inter-net point. Connessione internet Wi-Fi presso la reception e un bar della spiaggia. Beach-volley, beach-soccer, bocce, ping-pong e biciclette. Miniclub (4-12 anni) e area giochi. Anfi teatro per gli spettacoli serali. Centro nau-tico. La dinamica équipe di animatori italiani organizza attività sportive e ricreative durante il giorno e intrattenimenti serali in un’atmo-sfera allegra e divertente. A pagamento: bi-liardo, moderna Spa con massaggi, idromas-saggio, palestra e bagno turco; centro diving.

Programma13 ottobre: Partenza da Montecatini/Bienti-

na per Milano Malpensa

Soggiorno

20 ottobre: Ritorno a Milano Malpensa e ri-entro a Montecatini/Bientina

QUOTA INDIVIDUALE DI PARTECIPAZIONESoci 800,00 euroNon Soci 950,00 euroSupplemento singola 183,00 euroPer Soci e Clienti è possibile il pagamento dilazionato

TERMINE ULTIMO DI PRENOTAZIONE14 GIUGNO 2013minimo 30 partecipanti

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La Fondazione del Credito Valdinie-vole, in occasione del bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, ri-

cordando il suo stretto legame con la cit-tà di Montecatini Terme, partecipa con un suo progetto alla celebrazione del Mae-stro. L’elemento originario e fondamentale è indubbiamente un inedito busto in ter-racotta alto 60 centimetri che raffigura il Maestro Verdi in età piuttosto avanzata. Di questa opera, individuata fortunosamente sul mercato antiquario non se ne conosce-va l’autore, in quanto, pur recando una firma in basso a sinistra, questa era stata deformata e in parte cancellata, mentre la creta era ancora fresca, in modo tale che si individua soltanto una “A” puntata iniziale,

una “A” centrale e un “T” finale. Proceden-do ad uno studio più approfondito della scultura, è apparso immediatamente evi-dente uno stile fortemente pittorico, fatto per aggiunte e non per estrazioni, che in-dica un’artista di area lombarda, molto vi-cino al movimento della Scapigliatura par-ticolarmente attento alle opere di scultori come Vincenzo Vela e Giuseppe Grandi. Sapendo inoltre, in base allo stile, il perio-do di esecuzione, cioè intorno ai primi anni del ‘900, si è potuto procedere per esclu-sione comparativa alla rimozione di possi-bili autori, per caratteristiche o per data-zione. Fondamentale è stata un’ulteriore ricerca sulla provenienza dell’opera che ne ha confermato l’origine in collezione mila-nese. Fatte queste considerazioni, che per ovvi motivi ho semplificato, è stato agevo-le attribuire l’opera allo scultore Antonio Carminati nato a Brembate di Sotto (Ber-gamo) il 2 giugno 1859 e morto a Mila-no l’11 maggio 1908. Questo artista, noto prevalentemente per la sua attività in ope-re cimiteriali (come era il costume dell’e-poca) e per alcuni lavori eseguiti per la fabbrica del Duomo di Milano, aveva vin-to, con un suo bozzetto, il concorso indet-to nel 1904 per l’esecuzione di un monu-mento celebrativo in occasione del primo centenario della nascita di Giuseppe Verdi. Il monumento a figura intera e appoggia-to su una grande esedra andava colloca-to a Milano, in piazza Buonarroti di fronte alla Casa di Riposo per musicisti, voluta e finanziata da Verdi. Purtroppo il Carminati muore nel 1908 proprio quando stava la-vorando, come dicono le testimonianze, “alla ricerca della figura del Verdi”. E’ da ritenere che questa terracotta sia il mo-dello o uno dei modelli fatti dal Carminati per il ritratto del Maestro. L’incarico per il monumento, fu successivamente affidato a Enrico Butti (1847-1932) e inaugurato nell’ottobre del 1913. Vedendo ora il mo-numento di piazza Buonarroti, alla luce di questo ultimo importante rinvenimento, si può agevolmente notare come il Butti, pur

Metamorfosi per Verdi

La Fondazione del Credito Valdinievole presenta il progetto per un monumento celebrativo

nel bicentenario della nascita del maestro Giuseppe Verdi ospite e

amico di Montecatini Terme,città d’acqua e di musica

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modificando sostanzialmente il progetto del Carminati, ne mantenga l’espressione pensosamente bonaria e umanamente ad-dolcita che è già genialmente evidenziata in questo modello di Antonio Carminati e che tanto si discosta dai ritratti famosi del Verdi come quello di Vincenzo Gemito o di Giovanni Boldini che ne tratteggiavano il carattere spigoloso e determinato.Essendo in possesso di un così prezioso documento artistico sul Maestro Verdi si trattava di individuare il modo migliore per godere di tale opera. A questo scopo è stata fatta realizzare una copia in bronzo, magistralmente eseguita dalla fonderia ar-tistica Salvadori di Pistoia.Successivamente, volendo realizzare una degna collocazione per l’opera e pensan-do al tempo stesso alla presenza di Verdi a Montecatini, a quanto ha dato e a quan-to ha lasciato, è venuto quasi spontaneo e naturale, come quasi tutto quello che è presente in questa vicenda, pensare al ci-melio più prezioso che lega il Verdi alla cit-tà, il Pianoforte della Locanda Maggiore. Su questo bellissimo strumento il Maestro, durante i suoi lunghi soggiorni dal 1882 fino all’anno prima della morte, aveva ter-

minato opere come il Don Carlos e L’O-tello e aveva compo-sto il Falstaff.Puntualizzato que-sto aspetto, è sta-to tutto facile, anzi spontaneo. La me-tamorfosi ha comin-ciato ad essere atti-va, fino a prendere forma.Il pianoforte, quindi, diventa di traverti-no, la bella pietra che caratterizza i più significativi edi-fici della città, si abbassa e si defor-ma, la base diventa

asimmetrica e imprevista, la tastiera si al-larga e si dilata fino a diventare una co-moda seduta che ne permette la fruizione, la cassa armonica si inclina leggermente come a suggerire l’instabilità e si riempie parzialmente di acqua per connettersi alla vocazione della città, divenendo al tempo stesso sonora per i fiotti di acqua che ca-dendo dal lato concavo del coperchio alza-to, come piccole canne d’organo, vanno a infrangersi sul limitare tra liquido e pietra. Il leggìo si sposta di lato, si alza, diventa con il suo spartito uno spazio per la dedica e una solida base per il busto bronzeo del Maestro, mentre il lato esterno del coper-chio si offre naturalmente per la citazione delle opere “montecatinesi”. Il tutto è av-volto da sottili onde “sonore” che tracciate nella pietra naturale si riempiono di picco-le tessere policrome di vero mosaico, che con i loro riflessi legano in una invisibile atmosfera terra, pietra, acqua e suono.Il progetto del monumento a Verdi, insie-me ad alcune opere legate al maestro ap-partenenti alla collezione della Fondazio-ne, resterà in visione nella sala Soci della Sede del Credito Valdinievole, a Monteca-tini Terme.

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1813Giuseppe Verdi nasce il 10 ottobre alle Roncole, frazione di Busseto. Il padre, Carlo, è l’oste del luogo, la madre, Luigia Uttini, originaria di Saliceto di Cadeo, nel Piacenti-no, è filatrice.

1882Nell’estate Giuseppe Verdi, su suggerimento dell’ingegner Giu-seppe De Amicis, arriva per la pri-ma volta alle Terme di Monteca-tini. Lo accompagnano la moglie Giuseppina Strepponi e l’amica Teresa Stoltz, famosa cantante.

1900Dopo diciotto anni consecutivi, questo è l’ultimo soggiorno a Montecatini. Qui, oltre a Napoleo-ne Melani della Locanda Maggio-re e al fidato medico Pietro Grocco ha trovato innumerevoli amici e ammiratori.

Nel 1882, Giuseppe Verdi è all’apice di una profonda crisi artistica e personale. Dopo i trionfali successi dell’ Aida, che risalgono a più di dieci anni, il Maestro non ha più trovato l’esaltan-te vena creativa che aveva caratterizzato le sue opere, si sente inaridito e incapace di rinnovarsi. Inoltre, l’e-tà che avanza, i nume-rosi dissapori familiari e soprattutto il vuoto lasciato dagli amici e spesso preziosi col-laboratori, che se ne sono andati negli ultimi anni, hanno aperto le porte all’inizio di una profonda depressione. Paradossalmente anche le Terme di Montecatini stanno vivendo la me-desima situazione. Dopo il tumultuoso sviluppo che aveva avuto successivamente all’apertura della linea ferroviaria e all’unità d’Italia, la città sta attraversando un periodo di profonda crisi economica, tale da rischiare il fallimento. L’in-gegner Giuseppe De Amicis, cugino dell’autore di Cuore e collaboratore di Verdi, consiglia al Maestro un soggiorno ai Bagni di Montecatini assicurandogli che in questa terra di Toscana, tranquilla e serena, assieme ai benefici delle cure termali, troverà gli stimoli per rigenerarsi nel corpo e nello spirito. Nell’estate, Verdi giun-ge a Montecatini accompagnato dalla moglie Giuseppina Strepponi e dall’amica, la famosa cantante, Teresa Stoltz. Come gli ha consigliato

il De Amicis, prende alloggio all’albergo Locanda Maggiore, trova nel proprieta-rio, Napoleone Mela-ni, sempre attento e premuroso verso ogni esigenza del Maestro, un fedele amico che lo seguirà con dedizione in tutti i soggiorni du-rati ben diciotto anni. La stessa felice situa-zione avviene con i medici che lo prendo-no in cura, prima con il direttore sanitario dottor Fedele Fedeli e poi, soprattutto, con il

professor Pietro Crocco con il quale stabilirà un così stretto rapporto di fiducia e di amicizia da volerlo vicino fino alla morte. In questa nuova e felice situazione, Verdi recupera vigore e slancio creativo, che trova concretezza in due opere “ L’Otello “ e il “Falstaff “ queste saranno in parte o prevalentemente realizzate proprio a Monte-catini. Giuseppe Verdi resterà fedele ospite della città fino al 1900, pochi mesi prima di morire. Allo stesso modo, anche Montecatini, dall’arri-vo del Maestro in poi, prende nuovo esaltante sviluppo. L’universale fama che circondava Verdi e ogni sua azione, danno un immediato impul-so alle Terme che grazie alla sua presenza e a quella di famosi musicisti, cantanti e compo-sitori a lui vicini, diventa una delle più ambite mete nazionali e internazionali, preludio questo al grande sviluppo che si avrà nei primi decenni del novecento.

Il connubio tra Verdi e

Montecatini

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A Montecatini Terme,

la grande musica

per i SociI Soci del Credito Valdinievole interessati ad assistere ai concerti in cartellone hanno dirit-to a facilitazioni e sconti sul biglietto.In queste pagine presentiamo le convenzioni e i programmi di questa stagione di grande musica. Buon divertimento!

OPERA FESTIVALPresentando la Carta SocIo avrai una riduzio-ne sul prezzo dei biglietti per te e per il tuo accompagnatore. Per informazioni e prevendita 346 8271336info@montecatinioperafestival.itwww.montecatinioperafestival.it

Programma19 Giugno - Terme Excelsior

DALL’OPERA ALLA CANzONE NAPOLETANA

26 Giugno - Terme ExcelsiorARIE E DUETTI D’AMORE

1 Luglio - Terme TettuccioSOGNO DI UNA NOTTE DI MEzzA ESTATE

8 Luglio- Terme TettuccioLA TRAVIATA IN FORMA DI CONCERTO

26 Agosto - Terme TettuccioLA BOHEME IN FORMA DI CONCERTO

4 Settembre - Terme Tettuccio200° Anniversario della nascitadi Giuseppe Verdi (1813-1901)

GIUSEPPE VERDI IN MEMORIAM

11 Settembre - Terme TettuccioDEAR MARIA

18 Settembre - Terme ExcelsiorLE DONNE DI VERDI

25 Settembre - Terme ExcelsiorAFFRESCO NAPOLETANO

2 Ottobre - Terme ExcelsiorLE DONNE DI PUCCINI

9 Ottobre - Terme ExcelsiorGRANDI SOLISTI

16 Ottobre - Terme ExcelsiorOPERA GALA VERDI E PUCCINI

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ESTATE REGINAPresentando la Carta SocIo avrai diritto al biglietto gratuito (fino ad esaurimento di quelli a nostra disposizione) ed alla riduzione per il tuo accompagnatore.Il costo della cena con gli artisti, del light dinner e del brindisi musicale non contempla riduzioni e omaggistica né per i Soci né per gli accompagnatori.Per informazioni 347 4138208 / 346 [email protected] - www.estateregina.itCircuito Box Office www.boxol.it

Programma

20 Giugno - Sala ReginaAUGURI MAESTRO!

ANNO WAGNERIANO

24 Giugno - Terme TettuccioGUSTAV MAHLER IL CANTO DELLA TERRA

5 Luglio - Sala ReginaNATALIA GUTMAN & FRIENDS

12 Luglio - Sala ReginaI VALzER DI STRAUSS

1 Agosto - Terme TettuccioFOLK & FRAC

Riccardo Tesi Trio e Ensemble del Maggio Musicale Fiorentino

7 agosto - Terme TettuccioOBIETTIVO BLUES

Vincitrice di “Obiettivo Bluesin 13”

15 Agosto - Terme TettuccioGRAN BALLO ALLE TERME

23 Agosto - Sala ReginaIL MERAVIGLIOSO

MONDO DELL’OPERETTA

25 Agosto - Sala ReginaLA FABBRICA DI GIOVENTU’

30 Agosto - Sala ReginaDUO ALTINO – CELLO&PIANO

6 Settembre - Terme TettuccioTUTTI I CAPRICCI DI PAGANINI

13 Settembre - Terme TettuccioFESTIVAL PUCCINI

20 Settembre - Sala ReginaLA BOHEME

27 Settembre - Sala ReginaIL TROVATORE

2 Ottobre - Sala ReginaMADAMA BUTTERFLY

7 Ottobre - Sala ReginaNEL MONDO DEL QUARTETTO D’ARCHI

11 - 18 - 22 - 27 Ottobre - Sala ReginaFESTIVAL CHOPIN

30 Ottobre - Sala ReginaILYA GRUBERT

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Considerato l’enor-me successo che l’anno passato ri-scosse l’iniziativa, il Credito Valdinie-

vole anche per questa estate ha deciso di regalare ai suoi Soci un concerto organizzato dall’As-sociazione culturale Il Parnaso, con la collaborazione del Co-mune di Montecatini Terme.La piazza della sede della Ban-ca, per una sera, si trasforme-rà in un anfiteatro dove le tre splendide voci di Silvana Froli, Chiara Panacci e Nicola Mu-

gnaini si fonderanno con le note di arie famose pronun-ciate dalla bravissima pianista Laura Pasqualetti.Silvana Froli, dotata natu-ralmente di voce di soprano, ha basato la sua formazione vocale privilegiando la ricerca personale sullo studio siste-matico, avvalendosi dei pre-ziosi consigli ricevuti da im-portanti cantanti frequentati in ambito teatrale. Nel 1998 ha superato le selezioni per la realizzazione di un video con protagonista Andrea Bocelli,

Torna il Concerto in BancaLa piazza della sede ospiterà l’11 luglio

la seconda edizione del Concerto

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allestito da una produzione americana. E’ molto presente in concerti in Italia e all’e-stero. Di recente è stata intervistata dalla Bbc, quale interprete pucciniana, per uno speciale televisivo trasmesso in Gran Bretagna. Nel giugno 2008 è stata invitata dall’associa-zione ”Italiani nel mondo” a cantare nel pre-stigioso Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles in occasione delle ricorrenze pucciniane. Sta svolgendo un’intensa attività concertistica in Belgio, Germania, Norvegia, Siria, Marocco, Inghilterra. Sempre nel 2008 ha interpretato il ruolo di Tosca in una produzione scaligera. Collabora con il Festival Pucciniano di Torre del Lago quale solista in alcuni concerti. Dal 2009 è organizzatrice insieme all’ammi-nistrazione comunale di Lucca del Concorso Lirico Internazionale “Città di Lucca Giaco-mo Puccini”.La soprano Chiara Panacci ha iniziato gli

studi musicali come flautista diplomandosi nel 1995 pres-so l’Istituto Musicale “P. Mascagni” di Livorno. Con-temporanea-mente all’atti-vità flautistica inizia lo studio del canto. E’ stata finalista a molti concorsi lirici e ha vinto

alcuni premi. Oltre all’attività teatrale svolge un’intensa attività concertistica, anche all’estero, in collaborazione con prestigiose Associazioni Musicali ed Enti Lirici dove esegue vari tipi di repertorio: musica sacra, liederistica, operi-stica, arie da operetta e arie da camera.Il tenore Nicola Mugnaini, viareggino, ha studiato canto sotto la guida di Graziano Polidori e Paolo Washington.Debutta nel 1996 e nel 1997 canta assieme al tenore Andrea Bocelli nel concerto di chiu-

sura della sta-gione lirica del Festival Puc-cini. Ha fatto parte dell’ac-cademia lirica di Katia Riccia-relli, cantando al concerto di chiusura al Te-atro Regio di Parma e nei te-atri Lombardi di tradizione. Negli anni ha cantato in vari ruoli in teatri d’Italia, spingendosi anche a Bordeaux ed al Suntory Hall di Tokio.Le voci dei tre cantanti saranno accompa-gnate dal pianoforte di Laura Pasqualetti, diplomata con il massimo dei voti e la lode presso l’Istituto Musicale di Lucca e succes-sivamente perfezionata per il repertorio soli-stico presso l’Accademia di Roma e la Rai di Trieste, ha parallelamente compiuto gli studi classici e si è laureata in lettere con indirizzo storico-musicale presso l’Università di Pisa con il massimo dei voti e la lode.Vincitrice di numerosi concorsi pianistici nazionali ed internazionali è spesso ospite di importanti festival e associazioni con-certistiche come solista, in varie formazioni cameristiche ma soprattutto come maestro collaboratore in produzioni liriche e teatrali. Come collaboratore di cantanti lirici ha suo-nato nelle principali capitali europee (Parigi, Londra, Varsavia, Stoccolma, Vienna, Am-sterdam, Principato di Monaco, Berlino, Ate-ne, Oslo) e in Giappone, Stati Uniti, Brasile, Argentina e Cuba.Ha collaborato ai master di tecnica vocale e interpretazione tenuti da famosissimi can-tanti lirici.Dal giugno 2005 collabora in qualità di Ma-estro di sala con il Maestro Riccardo Muti.Insomma… una serata speciale, densa di emozioni alla quale diventa impossibile ri-nunciare.

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Ars Florumnella Città TermaleLe Terme di Montecatini si inebriano di profumiNel mese di aprile, dal 26 al 28, si è tenuto nella prestigiosa cornice delle Terme Tettuc-cio di Montecatini Terme, con il patrocinio del Comune e il sostegno del Credito Val-dinievole, il convegno internazionale di Ars Florum, Associazione Europea di Professori di Arte Floreale Occidentale.La sede e la presidenza di Ars Florum, fon-data nel 2003, cambiano ogni tre anni a ro-tazione. Dopo Belgio e Francia, il mandato è tornato in Italia, dov’è stato organizzato l’incontro nel corso del quale professori e giudici provenienti da tutta Europa hanno espresso al meglio la loro creatività.Nel corso delle tre giornate si sono alter-nati seminari per realizzare coreografie floreali di grandi dimensioni, workshop dimostrativi e incontri tecnici. Marco Se-gantin, il creatore della fanta-sia floreale neo-barocca e uno dei giovani e promettenti ta-lenti italiani ed europei, Anna Trucco Lanza, insegnante d’arte floreale, dimostratrice e giudice internazionale, ol-tre che artista di grande espe-rienza e Paola Nizzoli Deside-rato, scultrice ceroplasta (fra le sue opere la riproduzione della canestra del Caravag-gio, già esposta al Museo di Arte Moderna di Milano) sono stati gli artisti che hanno ac-

compagnato i partecipanti al seminario nel loro “viaggio floreale”.Le vere opere d’arte realizzate sono state esposte al pubblico, nel pomeriggio di do-menica 28 aprile nelle Terme Tettuccio di Montecatini Terme.Sempre nel pomeriggio del 28 i professori e gli esperti di Ars Florum sono stati a disposizione per dare dimostrazione di creatività e tecnica occidentale, insegnando a creare composizio-ni floreali adatte alle più diverse occasioni e rispondendo alle domande del pubblico.Ars Florum è stata fondata allo scopo di pro-muovere la conoscenza e le nuove tendenze tecniche, artistiche e culturali della decora-zione floreale occidentale. Fino al 2015 avrà sede in Italia.

Jazz sui NavicelliMusica e vini di qualitàDopo il successo del 2012, torna anche quest’anno, l’iniziativa CantinaJazz@Navi-

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Luci sul territorioInIzIatIve, eventI, progettI sostenutI dal CredIto valdInIevole

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celli (www.cantinajazz.com) a Pisa. Quattro serate di grande qualità, capaci di coniugare degustazioni di vini e di prodotti tipici e mu-sica di livello internazionale. Il cartellone di quest’anno riesce, addirittura, a superare in qualità quello dello scorso anno. Il 3 maggio ha partecipato la Fattoria Varramista, che da sempre produce vini eccellenti e molto legati al territorio. Il 7 giugno è stata la volta dell’A-zienda “Gli Archi” di Fauglia, altra bella carti-na di tornasole per l’espressività e la vivacità dei nostri vini. Il 5 luglio sarà la volta di Badia di Morrona, di Terricciola. Un’azienda leader nel settore, che non ha bisogno di presenta-zione e i cui vini di chiara fama, sono sem-pre un piacere che si rinnova nel bicchiere e che sa accompagnare ogni occasione. La kermesse musicale e di degustazione termi-nerà il 6 settembre, sempre con jazz di primo piano e l’Azienda “Usiglian del Vescovo” di Palaia. CantinaJazz nasce nel 2000, creata da Emiliano Loconsolo e Roberto Marangoni, a seguito di ricerche “semiserie” sugli appa-rentamenti tra le melodie jazz e i sapori e i profumi del vino. Un fondamen-tale contributo è arrivato dalla testimonianza diretta di diversi attori del panorama enologico e musicale italiano. La formula di CantinaJazz è semplice ed effica-ce: l’evento si struttura intorno ai vini da presentare, organiz-zati secondo l’idonea scaletta di grado alcolico/struttura: cia-scun vino rappresenta un tempo diverso dello spettacolo. Il vino viene introdotto tecnicamente da un sommelier per passare poi

a una descrizione più “romantica” dove si tratteggia la personalità del vino, spiegando quali ragioni hanno indotto i musicisti ad accostarlo ai brani che seguiranno. Il pubbli-co ascolta, degusta il vino (e spesso anche il cibo abbinato) e prova a catturare, con la propria sensibilità, gli accostamenti tra me-lodie di suoni e di sapori. Un appuntamento a cui non si può mancare. Per informazioni: [email protected].

Gran Premio Industriae Artigianato di LarcianoVince Mauro Santambrogio, grande l’entusiasmoIl comasco della Fantini Vini sfrutta il lavoro dei compagni sul San Baronto e vince la pri-ma corsa dell’anno dopo tanti piazzamenti: “Era ora, adesso una tappa al Giro”. Mauro Santambrogio ha vinto, il 27 apri-le scorso, il Gp Industria e Artigianato di Larciano, una classica del calendario italia-

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no. Dopo sei secondi posti collezionati nel 2013, finalmente la vittoria, e come meglio non avrebbe potuto immaginare: da solo, con grande determinazione. Ostica la corsa, duecento chilometri, scanditi e appesantiti quasi sempre dalla pioggia, e tre volte il San Baronto, una salita che è palestra, ter-reno di battaglia, vera icona del coraggio del ciclismo, concentrato nelle gambe, nel-la mente che non molla, nell’allenamento che non fa sconti. Sull’ultima ascesa Oscar Gatto (poi arrivato terzo) ha elevato l’anda-tura finché Santambrogio è andato via in volata, con dietro il tedesco Patrik Sinkewitz. I due hanno pro-ceduto di buona intesa, ma a due chilometri dal traguardo il colpo di scena: Sinkewitz è scivolato e caduto, Santambrogio ha frenato, messo i piedi a terra, ma poi è ri-partito. Era la sua occasione, non poteva perderla, lo sapeva. Gran-dissimo il suo entusiasmo, infatti: “Finalmente! Non ne potevo più di salire sul podio per stringere la mano al vincitore e sorridere alla gente. Questa vittoria serve a gra-

tificarmi dei sacrifici, a sbloccarmi dall’asti-nenza, a regalarmi fiducia per il futuro”.

Strapazzata del 25 aprile3.500 di corsa in centro a PisaMolte le famiglie, i giovani In strada a cor-rere, oltre agli abituali runners domenicali. La novità principale è stata il passaggio sul-le mura cittadine appena restaurate. Teatro della partenza e dell’arrivo il Giardino Scot-to. 3.500 i partecipanti alla Strapazzata, la manifestazione podistica che il 25 aprile, si è snodata di nuovo per le strade del cen-tro di Pisa dopo alcuni anni di pausa. Tre i percorsi da scegliere, da 3, 7 e 12 km. Sod-disfatto il presidente della PisaMarathon, Michele Passarelli Lio: «La partecipazione alla competizione ha dimostrato come la città sia molto affezionata a questo even-to». Il gruppo più numeroso della Strapaz-zata 2013 è stato il Marathon Club con 212 partecipanti.

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