Salvatore Bagalà: S.O.C. di NPIA A.S.P. di CROTONEsfp.unical.it/modulistica/Bisogni Complessia e...
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Storia Classificazione Diagnosi Differenziale
Comorbilità
Autismo Atipico e cambiamenti età
correlati
Epidemiologia
Etiologia
Formazione e Didattica
Patogenesi Interventi
psicoeducati
COSENZA – 14 Marzo 2014
Salvatore Bagalà: S.O.C. di NPIA A.S.P. di CROTONE
StoriaL
Farmacoterapia
Strumenti Diagnostici
Definizione
Neuroanatomia
Interventi psicoeducativi Luoghi Comuni
LINEE GUIDA
Corso Docenti Specializzati UNICAL
PATOLOGIE COMPLESSE
• MULTIORGANO
• SISTEMICHE
• CRONICHE
• DISABILITANTI
• A RISCHIO per la SOPRAVVIVENZA
????????????????????????????????????
Patologie croniche
Oncoematologiche Difetti congeniti
Errori del Metabolismo
Neurologiche, Psichiatriche, Neuroevolutive
Gastrointestinali
Insuff. Renale Cronica
Malattie Autoimmuni Ecc… ecc… ecc.
Ma anche per patologie acute
Ad esempio……
Infezioni gravi ( infezioni delle ossa, polmoniti…) per
cui sarebbe necessario un lungo ricovero per
completare la terapia
Dopo una stabilizzazione è possibile proseguire la cura a casa
DETERMINANTI MAGGIORI NEI BISOGNI DI
SALUTE IN ETA' PEDIATRICA (→ '80)
• Evoluzione Demografica
• Multietnicità
• Evoluzione Economico-Sociale
• > Conoscenze Scientifiche
• >> Tecnologie Biomediche
• > e ≠ Informazioni, Aspettative ed
Implicazioni (secondarie) Familiari
• Recessione Economica e sue
conseguenze ↓
IMPOVERIMENTO delle FAMIGLIE
INTEGRAZIONE SOCIO-SANITARIA:
Legge 104/'92 e 328/2000
- < Mortalità
- >> Casi (?????) di Soggetti Critici
con Sequele e/o Patologie
Potenzialmente Letali
- Emersione di nuove tipologie di
morbilità nella fascia di età (0-18)
prevalentemente da Incidenti,
Psicopatologia (Adolescenziale
e...NON), cause Psicosociali
Ripensamento dei Percorsi di Cura,
QUALIFICAZIONE ed
ESTENSIONE MIRATA dei Percorsi
di P.I.C.
MHCB: Maternal and Child Healt Bureau
* Presenza di una Condizione Cronica
e di una Menomazione Funzionale
con variabili per:
- Severità
- Limitazione Funzionale
- Bisogni Assistenziali
(es. P.C.I. → Epilessia/Disprassie)
VS
...Predisposizione (Razionalizzazione)
di SERVIZI a “COMPLESSITA'
ASSISTENZIALE” adeguati per
Bisogni ad ampio spettro per
singola patologia
MCHB + American Academy of Pediatrics
DEFINIZIONE: “I Bambini con
Bisogni Assistenziali Complessi
sono Coloro che hanno o sono
a maggior rischio per
condizioni croniche fisiche, di
sviluppo, comportamentali o
emotive e che, inoltre,
richiedono servizi sanitari e
correlati di tipo e quantità che
eccedono quelli richiesti dai
bambini in generale”.
Rilevanza sulla qualità di vita del BAMBINO e della
Sua Famiglia nei Diversi Contesti di vita
- DIFFICOLTA' di
INQUADRAMENTO:
1) Diagnosi Clinica
2) Funzionalità
3) Compliance e Report
Familiari
4) Disomogeneità e Carenza
di Rilevamento,
organizzativa e operativa
(Mission e Metodologia) di
Servizi Dedicati (Sanitari e
NON)
CRITERIA per “ALTA COMPLESSITA'
ASSISTENZIALE” e loro IMPLICAZIONI
► Rarità (~1/200): diagnosi più difficile e
spesso tardiva, con ricorso a centri
extraregionali, carenza di linee-guida e
“based evidence”, < adattamento e
compliance dei pazienti e loro famiglie;
► Significativa incidenza di Disabilità
COGNITIVA e FISICA: implicazioni
conseguenti sul soggetto in età
evolutiva, i familiari (empowerment) e
la rete Assistenziale riferita
all'UNIVERSO di vita del “BAMBINO”;
► COMORBILITA' molto frequente;
► Assenza di un trattamento specifico;
Necessità di trattamenti sintomatici e
variegati
CONDIZIONI PARADIGMATICHE:
- PARALI CEREBRALI INFANTILI
- PATOLOGIE CROMOSOMICHE ed
altre Sindromi Genetiche
- Malattie Metaboliche
- Patologie Malformative (es. Alpert)
- Malattie Neuromuscolari
- P. non meglio definite (es. VATER)
- P. non meglio denominabili sul piano
nosografico (es. MCA/MR: Multiple
Congenital Anomalie with M. R.)
- Displasie Scheletriche (es.
Acondroplasia
- Disturbi della Differenziazione
Sessuale
FONDAMENTI della COMPLESSITA'
1) ASPETTI BIOLOGICI (Genetica e
Neuroscienze)
2) ESPERIENZE PERSONALI (Ecologia
Umana)
3) CONTESTI (Sociologia)
- A) ETA' (> in età scolare)
- B) prevalenza ♂
- C) Vulnerabilità Familiare (>
Minoranze etniche, svantaggio
socio-economico e culturale (specie
del Capofamiglia)
- D) EFFETTI DIRETTI e INDIRETTI della
CRONICITA': Farmaci, Qualità e
Quantità dei Servizi Sanitari,
Educativi e Sociali, CHILD ABUSE,
Pregiudizi e Adattamento, “
TRAIETTORIE”
CONDIZIONI e CONSEGUENZE RICORRENTI • > Rischio di esordio ed
incistamento di
PSICOPATOLOGIA nel Paziente e
suoi familiari;
• Ripercussioni sulla “RESILIENZA”
(Coesione Familiare, Vissuti
Depressivi e traumatica Mutazione
del Progetto di Vita, Depressione e
disimpegno lavorativo materno,
iperpolarizzazione parentale,
difficoltà di comunicazione,
emarginazione/sofferenza dei
germani, livello socioeconomico);
• Rischio DOPPIO di ABUSO;
• Outcame Sociali e personali;
• RICHIESTA e ASPETTATIVE
PARENTALI;
TIPOLOGIA e TRAIETTORIE dei B.A.C. • Dinamiche mutevoli e
complesse (ULTERIORI) sullo
SVILUPPO con alto rischio di
compromissione irreversibile;
• Conoscenze Epidemiologiche e
metodologiche minori ed incerte
in età pediatrica;
• Bisogni Assistenziali espresso
ed erogati in “solitudine” dai
Professionisti e Servizi preposti;
• Livello Socio-Economico del
nucleo Familiare e Sua
COESIONE;
• ASSOCIAZIONISMO e gruppi di
“SELF-HELP” (NIENTE SU DI
NOI SENZA di NOI: 2003 Anno
del Disabile).
RIFERIMENTI NORMATIVI
• Legge 833/1978
• Legge 104/1992
• Legge 320/2000
• PSN 1998/2000 (Progetto
Obiettivo Materno-Infantile)
• PSN 2003/2005 (in quanto .... non
realizzato ...il precedente)
• PSN 2006/2008 (introduzione di
ulteriori specificazioni);
• BES
• DPGR.....Piani di Rientro!!!!!!!!!
• ..... GIURISPRUDENZA .....
Costante???????????????
GESTIONE DIFFICILE: l’esempio del
DOLORE
Il problema e …..
L’opportunità del dolore
e degli altri segni di
“allerting”
Dolore procedurale
Dolore correlato alle terapie
Dolore correlato all’azione
diretta della malattia
Immobilità prolungata
Prevenire e trattare
l’allettamento
PERCORSI STEP TO
STEP o STOP and GO?
PREVENZIONE
DIAGNOSI
CURA
RIABILITAZIONE
PRESA IN CARICA
PERCORSI INTEGRATI SANITARI:
OSPEDALIERI, TERRITORIALI,
DOMICILIARI, CONTESTUALI
PERCORSI INTEGRATI SOCIALI
X →FASCE di ETA’
X PROBLEMATICA PREVALENTE
X BISOGNO CONTINGENTE
X DOMANDA ESPRESSA
X ASSISTENZA PREVIDENZIALE e di
PROTESI ed AUSILI
X ESIGENZE LOGISTICHE (es.
Trasporti)
AZIONI INTEGRATE nella DIREZIONE della Collaborazione tra le UNITA’ OPERATIVE in una ottica DIPARTIMENTALE, INTERDIPARTIMENTALE e DIPARTIMENTALE INTERAZIENDALE DIMI TERRITORIO/OSPEDALE e SPOKE/HUB
CONTINUITA’ ASSISTENZIALE
APPROCCIO
PROATTIVO
EMPOWERMANT
ADHERENCE
FAMIGLIA
PRESA IN CARICO GLOBALE PER TUTTO IL
PERCORSO DI CURA E DI ASSISTENZA
Ospedale e
Cure domiciliari
Per Bambini
particolarmente
complessi
Integrazione con il
Territorio per i bambini
con necessità di assistenza
a lungo termine
APPROCCIO PROATTIVO
EMPOWERMANT ADHERENCE
ENTI e FAMIGLIA
OBIETTIVO GENERALE
l‘ INTEGRAZIONE TRA I DIVERSI LIVELLI ASSISTENZIALI,
OSPEDALI SPOKE e HUB, SERVIZI TERRITORIALI – ASSISTENZA DOMICILIARE E’ LO
STRUMENTO CHE
PERMETTE, ATTRAVERSO LA
PROGRAMMAZIONE E GESTIONE STRUTTURATA E DOCUMENTATA,
DEI BISOGNI COMPLESSI (e DIFFICILI), DI FORNIRE UNA RISPOSTA
CONDIVISA
TEMPESTIVA
INTEGRATA
SENZA SOLUZIONI DI CONTINUO
…….AL BISOGNO DI CURA E DI ASSISTENZA
Organizzazione Unica di Gestione della
Continuità Assistenziale
Rappresenta la modalità di rispondere mediante un sistema
strutturato a tutte quelle situazioni che necessitano di
assistenza a lungo termine
RISPOSTA DI QUALITA’ ATTRAVERSO
•Tempestività della segnalazione
24 dal ricovero - Scheda di Segnalazione (briefing)
•Definizione dettagliata del programma clinico- terapeutico –assistenziale
•Addestramento famiglia
•24 prima della dimissione – Piano delle Dimissioni
Integrazione Ospedale Territorio pz in dimissione programmata
Organizzazione Accessi Domiciliari ed altre azioni integrate
Integrazione forte tra i tre livelli di assistenza
Reparti ospedalieri pediatrici, territorio,
Assistenza Domiciliare, Agenzie Sociali
STRATEGIE
Gestione Proattiva delle patologie “croniche”, o di lunga durata, volta non solo a prevedere e prevenire complicanze ed aggravamenti delle malattie, ma anche, nei limiti del possibile, a rendere meno gravoso il percorso di cura
Coinvolgimento attivo dei pazienti e delle famiglie nella gestione del programma assistenziale
VALUTAZIONE MULTIDIMENSIONALE
PEDIATRA FAMIGLIA
MEDICI
INFERMIERI
TERRITORIO
ASS. SOCIALE TERRITORIO
NUTRIZIONISTI
FISIOTERAPISTI
ASSITENTE SOCIALE
MEDICI OSPEDALIERI
INFERMIERE
OSPEDALE
PREDOMINANZE DISCIPLINARI..................
• Prettamente Pediatriche:
Acondroplasia, Marfan,
Noonan, Malattie
Metaboliche);
• Prevalentemente N.P.I.A.:
Angelmann, Rett, WEST....;
• di Entrambe le Discipline: S.
di Cornelia De Lange, Atrofia
Muscolare Spinale, Wolf-
Hirschorn;
•Risorse umane
•Risorse strutturali
ASSISTENZA INTEGRATA
Miglioramento
qualità di vita dei
bambini e della
famiglia
Riduzione gg
degenze
Riduzione ricoveri
ripetuti non
programmati
Assistenza
Infermieristica
pediatriche
domiciliare
COINVOLGIMENTO ATTIVO DEL PAZIENTE
Dare al pz/famiglia Un piano scritto personalizzato
con chiari obiettivi da raggiungere
Chiedere al pz/famiglia quanto si senta
sicuro nel gestire il programma
Verificare successi difficoltà e
dubbi
Aiutare a capire che cosa preoccupa
il pz/famiglia Che cosa vorrebbe
Come ottenerlo Gli ostacoli da superare
Identificare gli obiettivi
Le azioni per affrontare
Le preoccupazioni dei pazienti
Fornire specifiche informazioni
richieste dal paziente
APPROCCIO INTERCULTURALE
Per alcuni casi specifici è necessario attivare la valutazione multidimensionale
(sanitario/sociale)
OBIETTIVO
individuare, offrire attuare e condividere le migliori soluzioni possibili per il bambino e la famiglia, che incontri il gradimento della stessa e ne rispetti la libertà di scelta
S.O.C. dell’ASP di CROTONE L’Unità Operativa di NPIA (U.O.C di NPIA mista) è una struttura complessa, finalizzata alla diagnosi
e la cura delle patologie neurologiche e psichiatriche acute e/o di elevata complessità di tipo
ospedaliero oltre ad attività di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione delle patologie
neurologiche, neuromotorie di origine centrale e periferica e muscolari, dei disturbi dello sviluppo
affettivo e relazionale, delle patologie della sfera cognitiva e dei disturbi neuropsicologici. E’
utilmente collocata all’interno del perimetro del Presidio Ospedaliero e ad essa afferisce un’area
vasta di estensione provinciale, nonché Utenza da altre ASP, non è dotata di posti letto autonomi,
con specifica dotazione organica, ed è strutturalmente adeguata per affrontare le necessità ed i
bisogni dei pazienti con patologie acute e complesse sia neurologiche che psichiatriche, così come
le situazioni di emergenza-urgenza. Opera con intervento integrato ospedale-territorio, che
consente di identificare tempestivamente i disturbi e di rispondere ai bisogni del bambino-
adolescente nel suo ambiente naturale di vita. Assicura l'Integrazione operativa con i servizi socio-
assistenziali degli Enti Locali, con il Sistema Scolastico, il Sistema Giudiziario e le Organizzazioni
del Terzo Settore. E', altresì, organizzata secondo modalità di lavoro in équipes multidisciplinari
delle figure professionali in organico ed esperte nel campo dell’età evolutiva.
LIMITI
N.B. Mancano le seguenti figure professionali:
infermieri, Tecnici di Neurofisiopatologia, altri neuropsichiatri
infantili e psicologi clinici per l’età evolutiva (come da
organigramma minimale per U.O.C. di N.P.I.A), Ausiliari e
Uscieri (collocati in pensione e mai sostituiti), Autisti ed
Accompagnatori del Servizio Trasporto (in regime di
convenzione). Gli obiettivi ed i compiti assolti dal personale
dell’Unità Operativa Complessa Territoriale di NPIA (con linee
operative Miste e distribuite per qualifica e profilo
professionale)
LINEE di ATTIVITA’
Garanzia della continuità assistenziale ed il collegamento
funzionale tra le diverse strutture operative di
riferimento, territoriali, ospedaliere ed Universitarie;
Promozione e monitoraggio del processo di miglioramento
continuo della qualità;
Predisposizione e gestione del budget;
Monitoraggio delle attività svolte e le risorse impiegate (con
eccezione di quelle di pertinenza di altre Posizioni
Funzionali Aziendali);
Programmazione ed attuazione della formazione
permanente degli operatori e TIROCINANTI;
Coordinazione ed implementazione delle linee di attività;
Sviluppo e ricerca di indicatori di outcome e di interventi
fondati sulla evidence based medicine;
Individuazione di livelli essenziali e di 2°/3° livello (con criterio
di uniformità) di assistenza sanitaria mediante la
definizione di linee guida e protocolli attuativi delle
direttive Ministeriali;
Programmazione ed attuazione di progetti specifici integrati
con le altre Unità Operative (D.H., cartella unificata,
percorsi assistenziali, omogeneità sistema informativo
ecc.); Contributo alla programmazione di interventi di
educazione alla salute prioritariamente intesa come
formazione ed aggiornamento del personale di altre
istituzioni o servizi che intervengono sull’età evolutiva
ed in particolare sulla salute mentale e sull’handicap;
Programmazione ed attuazione di progetti mirati alla
diagnosi precoce ed alla prevenzione secondaria dei
disturbi di sviluppo;
Garanzia di collegamento e coordinamento con le strutture
accreditate, come da indicazioni regionali;
Garanzia dei collegamenti con gli altri servizi della ASL e
con le altre Istituzioni coinvolte nella tutela dell’infanzia
(Enti Locali, Scuola, Autorità Giudiziarie, Privato
Sociale);
Garanzia del collegamento, collaborazione e partecipazione
delle Associazioni dei familiari degli utenti.
predisposizione dei piani di trattamento riabilitativo-
abilitativo;
attività di prevenzione su tematiche specifiche;
attività di accoglienza e analisi della domanda;
valutazione diagnostica;
presa in carico, definizione ed attuazione di programmi
terapeutici, riabilitativi e socio-riabilitativi, secondo
modalità proprie dell’approccio integrato e nella
strategia della continuità terapeutica, anche in
collaborazione con eventuali altre strutture del territorio;
collaborazione alla presa in carico terapeutica e riabilitativa
dei soggetti che afferiscono alle UOC ospedaliere di
NPIA;
Linee di attività 2 (interattive!)
contributo alle attività relative alla integrazione scolastica
degli alunni disabili ai sensi della normativa vigente
(GLH di Istituto e Operativi);
partecipazione agli interventi di tutela dei soggetti in età
evolutiva richiesti dalla Magistratura o derivanti da
provvedimenti emanati dalla stessa in collegamento
con i servizi sociali del territorio, ove tale competenza
sia oggetto di specifica delega da parte degli Enti
Locali;
attività di rete integrata con i Servizi Sociali anche mediante
la collaborazione a interventi di orientamento
professionale, di programmazione di attività
risocializzanti, espressive e riabilitative (soggiorni estivi,
tempo libero ecc);
collaborazione specialistica nell’assistenza domiciliare
integrata e negli interventi necessari a garantire
l’assistenza domiciliare ai minori con problematiche
neuropsichiche;
definizione di percorsi diagnostici-terapeutici condivisi con le
strutture private accreditate eventualmente presenti nel
territorio e successiva attività di prescrizione, verifica e
valutazione delle prestazioni riabilitative ambulatoriali,
semiresidenziali e residenziali nel rispetto di un
percorso di programmazione condivisa e coordinata;
integrazione operativa con i servizi “di confine” (medicina e
pediatria di base, medicina preventiva, consultori, DSM,
SERT, ecc.);
attività di consulenza e sostegno multidisciplinare nelle
strutture residenziali a carattere socio-assistenziale
(gruppi appartamento, pronta accoglienza, centri socio-
riabilitativi ai sensi dell’art. 7 della L. 104/92, 185/2006,
98/2011 e protocollo d’intesa ASP-USP.) per la parte
specialistica di competenza;
attività di programmazione congiunta e di raccordo per i
pazienti inseriti in strutture semiresidenziali e
residenziali terapeutiche.
Linee di attività 3 (integrative)
Collaborazione, pianificazione e controllo di altre Strutture ambulatoriali accreditate e Semiresidenziali che
effettuano attività terapeutico-riabilitative per gravi disturbi della comunicazione, della relazione e della
socializzazione e sono finalizzate a garantire interventi intensivi, complessi e coordinati alfine di:
•acquisire abilità cognitive, comunicative e relazionali •acquisire le autonomie possibili adeguate al proprio contesto ambientale
•prevenire la cronicizzazione dei disturbi •contenere il rischio dei ricoveri impropri
•garantire continuità e raccordo con le strutture educative di appartenenza del bambino/adolescente con le seguenti articolazioni:
•centri diurni diagnostico-terapeutici per la prima e seconda infanzia finalizzati alla diagnosi ed al trattamento per cicli intensivi, di breve durata, dei disturbi di sviluppo.
•centri diurni per adolescenti con gravi disturbi psicopatologici, finalizzati a contenere al massimo il ricovero ospedaliero e la sua durata, prevenendone la necessità mediante trattamento terapeutico intensivo e permettendo dimissioni protette.
•Strutture Residenziali: che accolgono minori con disturbo psicopatologico, ritardo mentale o gravi patologie della comunicazione, relazione e socializzazione che necessitano sia di interventi intensivi, complessi e coordinati che di ospitalità a ciclo continuo o per brevi periodi. Attività formativa e PROGETTUALE INTEGRATA………
AZIONI E PERCORSI nell'ASP e nel D.I.M.I.
** Indicare solo i centri senza ulteriori dati
DOCUMENTO PROGRAMMATICO“PROCEDURE DI REGOLAMENTAZIONE e ORGANIZZATIVA E FUNZIONALE PER L’ISTITUZIONE DEL DIPARTIMENTO INTERAZIENDALE MATERNO-INFANTILE (D.I.M.I.) AREA CENTRO.” (Ratificato Ufficialmente dalle 4 Aziende CONSORZIATE con DELIBERA su Input della Regione
F L U S S I … e Aree Vaste e Omogenee
DATI ed ANALISI di SETTORE E’ stato pubblicato e documentato sul
Sole 24 ore che, oltre che “funzione di fatto di ammortizzatore sociale, specie
in alcune aree del nostro paese la
criminalità organizzata, a vari livelli, si è
inserita significativamente e trae
vantaggi economici dai riconoscimenti di
INVALIDITA’ (… o in nome dei
DISABILI), a discapito dei soggetti affetti
da effettiva disabilità, soprattutto
nell’attuale e persistente contingenza
economica…………
PREVENZIONE e DIAGNOSI
• Anamnesi Familiare
(R.E., P.C., Disturbi del
movimento,
Convulsività,
Psicopatologia, etc,
• STORIA PRENATALE
• STORIA PERINATALE
• SVILUPPO
PSICOMOTORIO
SONNO, ALIMENTAZIONE
(suzione, masticazione,
deglutizione, appetito, gusti);
REPERTORIO MOTORIO
PERCEZIONE
REATTIVITA’
ATTENZIONE e INTERESSI
INTERAZIONE e
COMUNICAZIONE
CONDIZIONI SISTEMICHE
DIAGNOSI e INTERVENTO PRECOCE • PREMATURITA’ • FOLLOW-UP e PLASTICITA’
ENCEFALICA
• PRIMA INFANZIA
• SECONDA INFANZIA • ADOLESCENZA • MOTIVI di CONSULTAZIONE per
CONDIZIONI CRONICHE, ACUTE e
RIACUTIZZATE • METODOLOGIA di APPROCCIO DIAGNOSTICO:
Ulteriori determinazioni, Rischio clinico, Buone
Prassi, Aspetti Previdenziali e Medico-Legali
METODO INDUTTIVO es. 1°
IPOTONIE
TRANSITORIE:
Ipoglicemia,
Intossicazioni
farmacologiche,
IpoKaliemia (PPE),
malattie infettive,
lipotimie, sincopi,
malattie infettive,
condizioni comiziali
critiche e post-critiche,
carenza di “care”
PERSISTENTI: 1) di origine
centrale: Malformazioni cerebrali
(pachigiria, lissencefalia, atrofia,
schizencefalia, Microcefalia vera,
S. Zellweger,etc)
2) S. Cromosomiche e Genetiche
3) S. Ipossico-ischemico-
emorragiche
4) Malattie metaboliche
(Leucodistrofie e Neuropatie
Assonali)
5) Neoplastiche (es. Cerebellari)
Metodo Induttivo 2
A- 1) IPOTONIE PERIFERICHE: Amiotrofie ed altre
patologie Spinali (mieliti, T.S., traumi,
Mielomeningocele); 2) POLINEUROPATIE
(Guillain-Barrè, Charcot-Marie-Tooth, Dèjèrine-
Sottas); 3) GANGLIOSIDOSI GM2;
B- 1) MIOPATICHE (D.M., Miositi, Def. Di Carnitina e
maltasi acida, Glicogenosi, Ipotiroidismo, Miastenia,
Rachitismo e Malnutrizione
C) CONNETIVOPATIE: M. di Marfan, Ehlers-Danlos
Es. 2 COREO-ATETOSI e DISTONIE
P.C.I., C. Familiare,
Sydenam, Huntington,
M. Fahr, Wilson,
Niemann-Pick,
Hallervorden-Spatz, D.
Muscorum Deformans,
Intossicazione da
Farmaci
CAUSE di ATASSIE
ACUTE o RICORRENTI CRONICHE o PROGRESSIVE
• Farmaci e Droghe: Alcool ,
Psicofarmaci, Antiepilettici,
Antistaminici
• Infettive o post-infettive
(Cerebellite, ADEL, E. del
Tronco, S.M., S. Kinsbourn)
• Traumatiche
• Emorragiche
• Emicraniche
• Genetiche (m. Hartnup)
• Neoplasie della fossa cranica
posteriore
• Aplasia/ipoplasia cerebellare
• Malformazione di Arnold-
Chiari e Dandy-Walcker
• EREDITARIE: Sulfatidosi,
Ramsay-Hunt, Marinesco-
Sjogren, teleangectasica
ALTERAZIONI della COSCIENZA e
COMA • Trauma Contusivo ed ematoma
subdurale (i.l.)
• IPOSSIA-ISCHEMIA (cause
cardiache, respiratorie,
emorragiche, disidratazione);
• EPILESSIA e CONVULSIVITA’:
Stato di Male Epilettico (Febbrile)
, post-critico
• DISORDINI METABOLICI:
Diabete, uremia, Gastroenterite
Tossica, Iperammoniemie, M. di
Leigh;
• INTOSSICAZIONI: Farmaci,
CO2, Ingestioni incongrue,
Droghe
• INFEZIONI
CEREBRALI e
SISTEMICHE: (Febbre
elevata, S. di Reye,
Meningoencefaliti);
• ≠ DELIRIUM (es.
PSICOSI, Emicrania
confusionale, S.
Crepuscolare)
• IPERTENSIONE
ENDOCRANICA
IPERTENSIONE ENDOCRANICA
• TRAUMI CRANICI
• IDROCEFALO
• MENINGITI
• ENCEFALITI
• ASCESSI ed
EMORRAGIE
CEREBRALI (Neonatali
ed Altre)
• PSEUDOTUMOR
• CISTI ARACNOIDEE
SEMEIOLOGIA e DIAGNOSI:
- CEFALEA
- VOMITO
- Pupille a “sole calante”
- Disproporzioni neuro vs
Splancnocranio
Diplopia, strabismo-nistagmo
- BRADICARDIA
- EDEMA PAPILLARE
SVILUPPO
Neuroanatomica
Neurochimica
Fattori
biologici
acquisiti
Genetica
Fattori Ambientali
GENI
CANDIDATI
COMORBILITA’
AUTISMO/ADHD
40% Oppositional defiant disorder (ODD)
14% Conduct disorder
34% Anxiety
11% Tic
4% Mood
The MTA Cooperative Group (1999). A 14-month randomized clinical trial of treatment strategies for attention-deficit/ hyperactivity
disorder. Arch Gen Psychiatry; 56: 1073-86.
“Autismo”, termine coniato da Eugene Bleuler (1911) per
descrivere la chiusura in sè stessi dei pazienti schizofrenici.
Leo Kanner per primo nel 1943 ipotizzava l’esistenza di autismo
infantile inteso come sindrome chiaramente diversa e distinta dalle
altre condizione psichiatriche allora note.
Descrisse 11 casi con in comune l’incapacità di mettersi in rapporto
con le persone e con le situazioni sociali già dalle epoche precoci
della vita.
La “leggenda” eziopatogenetica: fattori ambientali ?
LE PRIME SCOPERTE E
IL PROCESSO DIAGNOSTICO
Kanner, caratteristiche distintive del disturbo autistico:
1. Incapacità di relazione sociale;
2. Abilità linguistica sviluppata in ritardo e senza funzioni comunicative;
3. Ripetitività monotona;
4. Potenzialità cognitive;
5. Panico per alcuni rumori e per gli oggetti in movimento;
6. Disturbo dell'alimentazione;
7. Disturbi nella coordinazione motoria.
Asperger (1944) studiò un disturbo molto simile all'autismo a cui ora è legato il suo nome , egli osservò le stesse difficoltà comunicative e sociali riscontrabili nell'autismo ma in esso non vi era ritardo mentale o linguistico.
Distinguere un autismo con ritardo linguistico da uno senza ritardo nel linguaggio (ad alto funzionamento); Distinguere la sindrome di Asperger dall’autismo sia quantitativamente che qualitativamente.
EVOLUZIONE CLASSIFICATIVA DSM •Esclusiva definizione di Schizofrenia
Infantile riconosciuta per descrivere i
bambini Autistici nella 1^ e 2^
Edizione del DSM (Disturbi Mentali)
•Nel DSM III enfatizzazione dei
risultati della ricerca e della validità e
affidabilità dell’espressività clinica per
la determinazione della
TASSONOMIA PSICHIATRICA e
dell’AUTISMO in particolare (PDD:
COPDD, COPDD residuale, PDD
Atipico)
•DSM III° - R : Triade di Wing (DSA) e
criterio dell’inclusione per età
(precoce): estensione (correttiva)
epidemiologica ma rischi di falsi
positivi
Esso compare prima dei tre anni e permane in età adulta
Nell’interazione sociale
Nella comunicazione
Nel repertorio di interessi ed attività immaginative
INDICATORI e CRITERI del DSM – IV° TR
L’autismo è un disturbo dello sviluppo che si manifesta in marcate e persistenti difficoltà:
Lorna Wing, Disturbi dello spettro autistico (DSA)
La differenza tra le persone affette da autismo e disturbi
simili e persone con ST è di tipo quantitativo (continuum)
Attualmente alla base dell’autismo sono ammessi fattori organici ed ambientali che determinerebbero un difetto precoce dello sviluppo a livello biologico e sue ripercussioni disfunzionali (NON NECESSARIAMENTE cATASTROFICHE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!).
La valutazione dei servizi e dei programmi di abilitazione psicoeducativa per
bambini e adolescenti autistici: American Journal on Mental Ritardation,
AJMR - Edizione Italiana, 2008 Salvatore Bagalà, Claudio Bezzi, Lucio
Cottini, Anna Maria Dalla Vecchia, Elisabetta Frejaville, Marco Grignani,
Carlo Hanau, Germana Sorge, Renato Pisanti[1]
[1] Il Gruppo di ricerca prevedeva le seguenti Unità operative:
• Regione Abruzzo, referente istituzionale del progetto, responsabile Germana Sorge;
• Regione Calabria responsabile Salvatore Bagalà;
• Regione Emilia Romagna, responsabile Elisabetta Frejaville;
• Regione Marche, responsabile Lucio Cottini;
• Regione Veneto, responsabile Silvia Manea;
• Regione Umbria, responsabile Marco Grignani;
• Fondazione Labos Roma, responsabile Claudio Bezzi;
• Dipartimento di Statistica dell’Università di Bologna, responsabile Carlo Hanau;
• Azienda USL di Reggio Emilia, responsabile Anna Maria Dalla Vecchia.
Le Unità operative hanno potuto contare sulla collaborazione dell’ANGSA Nazionale (Giovanni Marino e Liana Baroni) e della Fondazione Padre Alberto Mileno di Vasto
(P. Franco Berti e Giovanni Nardizzi) - Responsabile Scientifico del Progetto di ricerca: Prof. Lucio Cottini.
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E F F I C A C I A I N T E R N A
Sigla Indicatore Sigla Indicatore
ORG Organizzazione del
Personale
AMB Ambiente (e utenti)
FORM Formazione del Personale PRIS Progettualità istituzionale
ATTG Atteggiamenti del
Personale
PRUO Progettualità di unità
operativa
USES L’utente con se stesso PRIN Progettualità individuale
UINT L’utente in interazione RIS Risorse
SERV I servizi dedicati all’utente STR Strutture
Fig. 2 – La mappa concettuale di Crotone
gruppo crotonese: penuria strutturale organizzativa, assenza della politica (non compare in alcun indicatore),
tentativo di sopperire da parte di specifici servizi e con le motivazioni personali degli operatori,
non adeguatamente sostenuti e formati; centralità del ‘progetto’, probabilmente legato al singolo servizio e al singolo utente;
sostanziale difficoltà delle famiglie, che sono ‘prese in carico’ dagli operatori e dalla loro personale capacità;
DSM – IV° TR
vs → DSM 5 Criteri Diagnostici attuali: atti a
soddisfare i criteri A, B, C e D:
A. Deficit persistente nella
comunicazione sociale e nell´interazione sociale in
diversi contesti, non
spiegabile attraverso un
“ritardo” generalizzato
dello sviluppo, e
manifestato da tutti e 3 i
seguenti punti:
A- 1. Deficit nella reciprocità socio-emotiva: un´approccio sociale anormale e fallimento
nella normale conversazione (in avanti ed
indietro) e/o un ridotto interesse nella
condivisione degli interessi, emozioni, affetto e
risposta e/o una mancanza di iniziativa nell´interazione sociale.
2. Deficit nei comportamenti comunicativi non verbali usati per l´interazione sociale: che vanno
da una integrazione povera della comunicazione
verbale e non verbale, attraverso anormalità nel
contatto oculare e nel linguaggio del corpo, o deficit nella comprensione e nell´uso della
comunicazione non verbale, fino alla totale
mancanza di espressività mimica e della
gestualità.
3. Deficit nello sviluppo e mantenimento di
relazioni, appropriate al livello di sviluppo (non
comprese quelle con i genitori e caregiver):
difficoltà nel regolare il comportamento rispetto
ai diversi contesti sociali e/o difficoltà nella
condivisione del gioco immaginativo e nel fare!
amicizie e/o apparente mancanza di interesse per
le persone.
B. Comportamenti e/o interessi e/o
attività ristrette e ripetitive come
manifestato da almeno 2 dei
seguenti punti:
1. Linguaggio e/o movimenti motori e/o uso di oggetti, stereotipato e/o ripetitivo: come semplici stereotipie motorie, ecolalia, uso ripetitivo di oggetti, frasi idiosincratiche.
2. Eccessiva aderenza alla routine, comportamenti verbali o non verbali riutilizzati e/o eccessiva resistenza ai cambiamenti: rituali motori, insistenza nel fare la stessa strada o mangiare lo stesso cibo, domande o discussioni incessanti o estremo stress a seguito di piccoli cambiamenti.
3. Fissazione in interessi altamente ristretti con
intensità o attenzione anormale: forte
attaccamento o preoccupazione per oggetti
inusuali, interessi eccessivamente perseveranti
o circostanziati.
4. Iper-reattività e/o Ipo-reattività agli stimoli
sensoriali o interessi inusuali rispetto a certi
aspetti dell´ambiente: apparente indifferenza
al caldo/freddo/dolore, risposta avversa a
suoni o tessuti specifici, eccessivo odorare o
toccare gli oggetti, fascinazione verso luci
oppure oggetti roteanti.
C. I sintomi devono essere presenti nella prima
infanzia (ma possono non diventare
completamente manifesti finché la domanda
sociale non eccede il limite delle capacità).
D. L´insieme dei sintomi deve compromettere
persistentemente il funzionamento quotidiano
Considerazioni a supporto del CAMBIAMENTO VALIDITA’ ed EFFICACIA VS
La nuova CLASSIFICAZIONE
consente di operare una migliore
DIFFERENZIAZIONE tra:
• D.S.A (effettivi!)
• SVILUPPO TIPICO
• ALTRI DISTURBI SIMILARI
NON RICOMPRESI NELLO
SPETTRO
PUNTI DEBOLI PRECEDENTI
Differenziazione tra i Disturbi
prima non inclusi nell’attuale
SPETTRO inidonea per:
a) Inconsistenza delle traiettorie
temporali;
b) Variabilità tra i diversi luoghi
di restituzione diagnostica
c) abituale > associazione al
livello di severità linguistico o
intellettivo piuttosto che alle
effettive e specifiche
caratteristiche dei diversi
disturbi
…..altre buone ragioni a favore dei DSA
secondo le innovazioni del DSM 5
1) Migliore rappresentazione in una
singola categoria diagnostica
“dell’AUTISMO” in quanto lo stesso è
notoriamente definibile come un
insieme comune di comportamenti;
2) Maggiore adattabilità alle diversità
delle presentazioni cliniche intra/ inter
– INDIVIDUALI (es. severità, abilità
verbali, altri items del pick- profile) e
ASSOCIATE (epilessia, disordini
genetici conosciuti e supposti, debilità
cognitive, etc.):
“CLEAVE MEATLOAF AT THE JIOINTS”
Effetti della rivisitazione unitaria e specificazione diversa dei criteri socio-comunicativi ai fini della definizione “appropriata” dei requisiti diagnostici (2)
INTERESSI FISSI e
MOVIMENTI RIPETITIVI 1) Necessità di almeno due sintomi, a salvaguardia di specificità e sensibilità, attraverso ricorso a molteplici fonti di informazione ed all’osservazione seriata:
Sorveglianza preferibile a Screening 2) CONCORDANZA e PERSISTENZA di riscontri di tali tipologie comportamentali attraverso gli strumenti precedenti
3) Riorganizzazione dei sottodomini utile per la ulteriore chiarificazione diagnostica della sensibilità e specificità, correlata ai livelli di età e linguaggio;
4) INCLUSIONE dei comportamenti SENSORIALI INUSUALI ……… specie se relativi a fasce d’età molto precoci.
RIDIMENSIONAMENTO dei “DOMINI” 3→ 2 Risultati e decisioni scaturiti dalla
letteratura e dalla consultazione di
esperti e gruppi di lavoro “allargati”
1. I deficit nella comunicazione e nel comportamento sociale sono ora inseparabili e più accuratamente considerati come un singolo insieme di sintomi con specificità rispetto all´ambiente e al contesto. 2. I ritardi nel linguaggio non rivestono né caratteristiche di unicità ovvero di universalità rispetto allo spettro autistico e sono più appropriatamente intesi come fattori che influenzano l’espressività clinica della variabilità sintomatologica autistica piuttosto che quali “definitori” della diagnosi.
………in un secondo momento confermati dalle analisi
della CPEA e STAART, Università del Michigan, e i
database del Simons Simplex Collection. Diversi criteri
socio-comunicativi sono stati uniti e specificati in modo da
chiarire i requisiti diagnostici:
3. L’accertamento inclusivo di entrambi (e soli) criteri (1 e 2) incrementa la specificità della diagnosi senza intaccarne la sensibilità rispetto ai diversi livelli severità, dal lieve al grave, con valenza inalterata rispetto ad altri domini (risultati nel passato artificiosi e fuorvianti): - Nel DSM IV° criteri multipli riguardavano in realtà lo stesso sintomo incidendo dunque in modo eccessivo sulla decisione diagnostica. -La differenziazione delle aree comunicative e sociali necessitava di una ridefinizione meno artificiosa e più interattiva ai fini, soprattutto, della determinazione di indicatori più specifici e sensibili per ciascun gruppo di età e di capacità linguistiche ed intellettive.
RAZIONALE alla base di un UNICO SPETTRO
Cambiamenti sostanziali:
effetti positivi e problematici Osservazioni Preliminari
E’ stata assegnata un’ unica
denominazione alla categoria→
(D.S.A.), Disturbi dello Spettro
Autistico, che include: il Disturbo
Autistico (autismo di Kanner),
Sindrome di Asperger, Disturbo disintegrativo dell´infanzia e
disturbi pervasivi dello sviluppo
non altrimenti specificati; (non
ricompresa la Sindrome di
RETT…………..)
DISTURBI PERVASIVI dello SVILUPPO LO SPETTRO AUTISTICO (DSA):
Diagnosi Differenziale Scompare ……nel DSM 5
* DEBILITA’ MENTALE
- DSA
- ADHD
- Comunication
Disorders
- Learning Disorders
- Motor Disorders
♦ Età Correlati:
•Ritardo Mentale
•Disturbi Evolutivi del Linguaggio
•Disturbi della Coordinazione
•ADHD
•Disturbo di Tourette e correlati
•Disturbi Visivi e/o Uditivi
•Disturbi Psichiatrici (DOP/DOC)
♦ Classificazione per tipologia di interazione sociale (Lorna Wing): a) Distaccato; b) passivo; c) attivo ma strano
Disturbo multisistemico di sviluppo (Class.
Diagn. 0-3) vs DPS - NAS
Disturbo significativo, ma non assenza completa,
della capacità di entrare in relazione emotiva e
sociale con i genitori (cioè, pur mostrandosi
evitanti o senza scopi possono manifestare forme
sottili di relazione o possono relazionarsi in modo
abbastanza affettuoso, ma intermittente).
Disturbo significativo nella capacità di formare,
mantenere e/o sviluppare una comunicazione. Con
il termine comunicazione si intende ogni forma di
comunicazione, sia essa di tipo gestuale o
preverbale e non verbale (ad es., figurativa).
Disfunzione significativa nell’elaborazione delle
informazioni uditive (cioè, nella percezione e nella
comprensione). Disfunzione significativa
nell’elaborazione di altre sensazioni: sono inclusi
l’iper- e l’ipo-reattività (in relazione all’input
visuospaziale, tattile, propriocettivo e vestibolare)
e le difficoltà nell’elaborazione legata alla
pianificazione motoria (ad es., di sequenze di
movimenti).
299.80 Pervasive Developmental
Disorder Not Otherwise Specified
(including Atypical Autism)
This category should be used when there is a
severe and pervasive impairment in the
development of reciprocal social interaction or
verbal and nonverbal communication skills, or
when stereotyped behavior, interests, and
activities are present, but the criteria are not met
for a specific Pervasive Developmental Disorder,
Schizophrenia, Schizotypal Personality Disorder
or Avoidant Personality Disorder. For example,
this category includes "atypical autism"—
presentations that do not meet the criteria for
Autistic Disorder because of late age at onset,
atypical symptomatology, or subthreshold
symptomatology, or all of these
Asse I: 400. Dist. della Regolazione del
Processo Sensoriale: C-D → 0 to 3
Questi disturbi sono caratterizzati da
difficoltà del bambino di regolare
il proprio comportamento, i propri
processi fisiologici, sensoriali,
attentivi, motori o affettivi e da
difficoltà ad organizzare uno
stato di calma, di vigilanza o uno
stato affettivo positivo.
Per la Diagnosi occorre la presenza
di 3 caratteristiche:
1. Difficoltà di processamento
sensoriale
2. Difficoltà motorie
3. Pattern comportamentale
specifico
410. IPERSENSIBILE: Sono
individuati 2 pattern caratteristici: tipo A
(Pattern Pauroso e cauto) e tipo B
(Pattern Negativo e provocatore)
420. Iporeattivo/Non responsivo
430. Alla ricerca di stimoli sensoriali/
IMPULSIVO
Asse I: 500. Dist. di Sonno
Asse I: 600. Dist. dell’Alimentazione (602. Disturbo Alimentare di Reciprocità con il
Caregiver - 603. Anoressia infantile. 604.
Avversione verso il cibo di certa consistenza o
caratteristica
Asse I: 700. Dist. della relazione e della
comunicazione
Asse I: 710. Disturbo Multisistemico di
Sviluppo
PROCESSO DIAGNOSTICO
Comprende tutte le attività cliniche coinvolte nell’iter di individuazione dei disturbi e
della loro natura, la cui risultante si concretizza in un quadro anamnestico-
descrittivo del soggetto, delle problematiche disfunzionali emerse e loro possibili
correlazioni con cause soggiacenti. L’efficacia del processo si traduce nella
selezione e utilizzo di metodi e strategie di diagnosi ed intervento longitudinali
scientificamente collaudate, generalizzabili ed applicabili alle singole esigenze, non
può prescindere dal lavoro in team, associata ad esami complementari e confronto
di sintesi con le conoscenze specialistiche disponibili.
I limiti principali riguardano 1) la difficoltà di integrazione di tutte le informazioni in
un resoconto coerente e completo per diagnosi e PIC a cura di un CLINICO
depositario della Coordinazione del TEAM e delle Responsabilità conseguenti.
Altre riserve riguardano 2) l’eterogenità tanto delle manifestazioni cliniche che
delle correlazioni con cause comuni e tipologie di interventi.
3) Risentono dello stato delle conoscenze, tecnologie e competenze attuali rispetto
ad uno spettro esteso per definizione e dinamicamente circoscritto per convenzione
PROCESSO di CLASSIFICAZIONE
Comprende i più recenti metodi di
identificazione dei disturbi mentali,
comportamentali psichiatrici o evolutivi
nel rispetto della distinzione tra la
diagnosi formulata sul singolo individuo
e compatibilità di classificazione dei
relativi problemi (criteri/indicatori) e loro
inquadramento nosografico condiviso ed
aggiornato. I metodi conseguenti sono di
tipo multidimensionale in quanto
comprendono ed integrano aspetti relativi
ad aree ulteriori della vita dell’individuo
esuberanti quelle esclusivamente
disfunzionali
1) DSM: Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders
(APA: Association Psychiatric American)
2) ICD: International Classification of
Diseases and Related Health Problems
3) ICIDH (International Classification of
Impairement,Disabilities and Handicaps)
dell’OMS: esteso alle conseguenze delle
malattie
4) ICF (International Classification of
Functioning Disability and Health)
dell’OMS (riguarda il livello di
funzionamento, di abilità e di salute)
5) C.D. 0 to 3
PRIMARIE Gradazioni
Estreme
COMPLESSE
Gioia Estasi vs serenità
gioia e fiducia: amore
fiducia Ammirazione vs
accettazione
fiducia e paura:
sottomissione
paura Terrore vs
apprensione
paura e sorpresa:
Soggezione
sorpresa Stupore vs
distrazione
sorpresa e tristezza:
disapprovazione
tristezza Angoscia vs
pensosità
tristezza e disgusto:
rimorso
disgusto Schifo vs noia disgusto e rabbia:
disprezzo
rabbia Collera vs
irritazione
rabbia e anticipazione:
aggressività
Anticipazione Vigilanza vs
interesse
anticipazione e gioia:
ottimismo.
Individuazione precoce e Trattamento
Tempestivo: Ruolo Cruciale del PEDIATRA SEGNALATORI di SOSPETTO ETA’ di ACCERTAMENTO e VANTAGGI
Familiari, Pediatri, Insegnanti, Altri: Studi
longitudinali e variazioni di “sensibilità” nel
coinvolgimento e nei bisogni espressi
(Report di Autism Europe) – FLUSSI……….
Dal DSM-IV° → 3/5 Anni: crescente evidenza e
condivisione dell’importanza di riconoscimento
diagnostico a 36 24 12 mesi: Praticabile?
Plausibile? RISCHIOSO PER LA VALIDITA’?
Strumenti: Osservazione Diretta-Screening:
CHAT (Checklist for Autism in Toddlers) →
Baron-Cohen; M-CHAT→ Robins (2001); Q-
CHAT; ADI –R (Autism Diagnostic Interwiew
→ Lord et al.,1994; ABC (Autism Behavior
Checklist) →Krug,Arid,Almond,1980); CARS
(Childhood Autism Rating Scale → Schopler
et al, 1988; GARS (Gillian Autism Rating
Scale, 1995; VABS (Vineland Adaptive
Behavior Scales) → Sparrow et al, 1984);
PEP –R Psyco-Educational Profile, Sch. ‘89
MOTIVI e RISCHI: 1) interruzione della progressione
spontanea dello sviluppo atipico da cause lesionali
ed epigenetiche; 2) Incidenza sulla PLASTICITA’ >>
nei “periodi critici” della TERAPIA AMBIENTE ovvero
potenziale (Maladaptive plasticity → Cioni et. Al.
2011) Fattori Trofici di crescita Early Intervention;
3) COSTI ECONOMICI e SOCIALI (~10% delle
Disabilità dello Sviluppo, dei Disturbi motori,
sensoriali, della vita mentale (Briggs – Gowan et. al
2008; Ammaniti 2011);
Bilanci di Salute: Opportunità e Limiti Vs
Evidenze EPIDEMIOLOGICHE ASD
(Autism Spectrum Disorders stime del CDC
(Centers for Disease Control and Prevention 1/110
Obiettivo della Sorveglianza ADOS (Gold Standard), (ADOS-PL) →G, ADOS 2, CBCL
Tabella II. CHAT (Checklist for Autism in Toddlers).
Sezione A: Domande rivolte ai Genitori o Caregivers 1) Al vostro bambino piace essere cullato, essere dondolato o fatto saltare sulle vostre ginocchia?
2) Vostro figlio s’interessa agli altri bambini?
3) Piace a vostro figlio arrampicarsi sui mobili o sulle scale?
4) Gli piace giocare al gioco del CU-CU o a nascondino?
5) Ogni tanto gioca a far finta di preparare da mangiare o altre attività immaginarie?
6) A volte indica col dito indice per chiedere qualcosa?
7) A volte indica col dito per indicare interesse verso a qualcosa?
8) Riesce a giocare in modo appropriato con i giocattoli, oltre che metterli in bocca e farli cadere?
9) Il vostro bambino vi porge ogni tanto oggetti per farveli vedere?
Sezione B: Osservazione ed Interazione col Bambino 1) Durante l’osservazione, il bambino ha realizzato un contatto oculare con voi?
2) Ottenete l’attenzione del bambino se indicando con la mano un oggetto interessante dall’altro lato della stanza
esclamate: “Ehi guarda! C’è… (un nome di un giocattolo per esempio)? ora controllate l’espressione del bambino: rivolge
lo sguardo verso l’oggetto da voi indicato? (per assegnare SÌ a questo Item, accertatevi che il bambino abbia effettivamente
guardato l’oggetto indicato e non soltanto la vostra mano)
3) Date al bambino un bicchierino ed una bottiglietta vuota e chiedetegli: “Versa l’acqua”. Il bambino accenna l’azione di
versare o di bere? (potete assegnare SÌ a questo item anche se osservate un altro esempio di richiesta o azione in altro gioco
conosciuto dal bambino)
4) Chiedete al bambino: “Dov’è la luce?”; oppure “Fammi vedere la luce”. Il bambino punta il suo indice verso la luce? (Se
non conosce ancora la parola luce potete usare un altro oggetto di sua conoscenza, sempre al di fuori della sua portata. Per
assegnare SÌ a questo test, assicuratevi che il bambino vi abbia guardato in faccia all’incirca nel momento in cui indicava)
Il bambino riesce a costruire una torre di alcuni cubi?
Tabella III.
M-CHAT (Modified Checklist for
Autism in Toddlers). 1. Vostro figlio si diverte ad essere dondolato o a saltare sulle vostre ginocchia? Sì No
2. Vostro figlio si interessa agli altri bambini? Sì No
3. A vostro figlio piace arrampicarsi sulle cose, come per esempio sulle scale? Sì No
4. Vostro figlio si diverte a giocare al gioco del CU-CU o a nascondino? Sì No
5. Vostro figlio gioca mai a far finta? Per esempio fa finta di parlare al telefono o di accudire una
bambola o altro? Sì No
6. Vostro figlio usa mai l’indicare col dito indice per chiedere qualcosa? Sì No
7. Vostro figlio usa mai l’indicare col dito indice per segnalare interesse in qualcosa? Sì No
8. Vostro figlio riesce a giocare in modo appropriato con piccoli giocattoli (ad esempio
macchinine o cubi) senza soltanto metterli in
bocca, o giocherellarci, o farli cadere?
Sì No
9. Vostro figlio vi porta mai degli oggetti per mostrarvi qualcosa? Sì No
10. Vostro figlio vi guarda negli occhi per più di un secondo o due? Sì No
11. Vostro figlio sembra mai ipersensibile ai rumori (ad es. si tappa le orecchie)? Sì No
12. Vostro figlio sorride in risposta alla vostra faccia o al vostro sorriso? Sì No
13. Vostro figlio vi imita? (Ad esempio se fate una faccia cerca di imitarla?) Sì No
14. Vostro figlio risponde al suo nome quando lo chiamate? Sì No
15. Se indicate con il dito indice un giocattolo dalla parte opposta della stanza, vostro figlio lo
guarda? Sì No
16. Vostro figlio cammina? Sì No
17. Vostro figlio guarda le cose che voi state guardando? Sì No
18. Vostro figlio fa movimenti insoliti con le dita vicino alla faccia? Sì No
19. Vostro figlio cerca di attirare la vostra attenzione su una sua attività? Sì No
20. Vi siete mai chiesti se vostro figlio potesse essere sordo? Sì No
21. Vostro figlio capisce ciò che dicono le persone? Sì No
22. Vostro figlio qualche volta fissa lo sguardo nel vuoto o girovaga senza scopo? Sì No
23. Quando vostro figlio è di fronte a qualcosa di non familiare, vi guarda in faccia per
controllare quale è la vostra reazione? Sì No
Tabella III.
M-CHAT (Modified Checklist for Autism in Toddlers).
1. Vostro figlio si diverte ad essere dondolato o a saltare sulle vostre ginocchia? Si No
2. Vostro figlio si interessa agli altri bambini? Sì No
3. A vostro figlio piace arrampicarsi sulle cose, come per esempio sulle scale? Sì No
4. Vostro figlio si diverte a giocare al gioco del CU-CU o a nascondino? Sì No
5. Vostro figlio gioca mai a far finta? Per esempio fa finta di parlare al telefono o di accudire una bambola o altro? Sì No
6. Vostro figlio usa mai l’indicare col dito indice per chiedere qualcosa? Sì No
7. Vostro figlio usa mai l’indicare col dito indice per segnalare interesse in qualcosa? Sì No
8. Vostro figlio riesce a giocare in modo appropriato con piccoli giocattoli (ad esempio macchinine o cubi) senza soltanto metterli in
bocca, o giocherellarci, o farli cadere? Sì No
9. Vostro figlio vi porta mai degli oggetti per mostrarvi qualcosa? Sì No
10. Vostro figlio vi guarda negli occhi per più di un secondo o due? Sì No
11. Vostro figlio sembra mai ipersensibile ai rumori (ad es. si tappa le orecchie)? Sì No
12. Vostro figlio sorride in risposta alla vostra faccia o al vostro sorriso? Sì No
13. Vostro figlio vi imita? (Ad esempio se fate una faccia cerca di imitarla?) Sì No
14. Vostro figlio risponde al suo nome quando lo chiamate? Sì No
15. Se indicate con il dito indice un giocattolo dalla parte opposta della stanza, vostro figlio lo guarda? Sì No
16. Vostro figlio cammina? Sì No
17. Vostro figlio guarda le cose che voi state guardando? Sì No
18. Vostro figlio fa movimenti insoliti con le dita vicino alla faccia? Sì No
19. Vostro figlio cerca di attirare la vostra attenzione su una sua attività? Sì No
20. Vi siete mai chiesti se vostro figlio potesse essere sordo? Sì No
21. Vostro figlio capisce ciò che dicono le persone? Sì No
22. Vostro figlio qualche volta fissa lo sguardo nel vuoto o girovaga senza scopo? Sì No
23. Quando vostro figlio è di fronte a qualcosa di non familiare, vi guarda in faccia per controllare quale è la vostra reazione? Sì No
INTERSOGGETTIVITA‘ PRIMARIA: dalla nascita ai 7-9 mesi il bambino sperimenta situazioni di scambio che si svolgono all’interno della coppia costituita da lui e dalla mamma. INTERSOGGETTIVITA‘ SECONDARIA:
quando il bambino inizia a spostarsi, utilizza le esperienze dell’intersoggettività primaria come spinta per incontrare altri soggetti e per scambiarne con loro nuove e relative a quello che accade nel mondo (9-18 mesi).
VALORE DIAGNOSTICO DISCRIMINANTE dell’ATTENZIONE CONDIVISA
INDICI PRECOCI del LATTANTE
RIFLESSI FETALI
SCHEMI POSTURALI
TONO MUSCOLARE
REPERTORIO MOTORIO
FUNZIONI VEGETATIVE
PARTECIPAZIONE AMBIENTALE
ATTENZIONE CONDIVISA
ISTINTO a IMITARE
Osservazione e comprensione, la curiosità è la
molla della conoscenza, verso cui si tende come
oggetto del desiderio e spinta propulsiva
dell’anelito di comprensione e di memoria, nucleo della strutturazione e stile
personale e creativo.
Rilevanza della prematuranza, small for dates, inseminazione artificiale,
Perimetro cranico, Flussi Demografici Migratori……IPERINCLUSIONE???
DIFFERENZIAZIONE dello SVILUPPO
TIPICO, ATIPICO e PERVASIVO
Sto camminando per una stradina,
non c’è nessuno che mi possa aiutare ??
Muratori – Narzisi –Cioni - 2011
CONSIDERAZIONI DIFFERENZIALI (1)
DSM – IV° vs C.D.: 0 – 3 ®
• CD Strumento integrativo e non sostitutivo di quello multiassiale (asse I°) DSM in
considerazione dell’età di valutazione
necessariamente precoce;
• DSM: criteri descrittivi vs C.D. Criteri
preventivi, patogenetici e terapeutici
• DMSS secondario a Disturbo di Regolazione
rispetto al DPS di tipo primario, ma privo di
basi empiriche (tranne criteri sensoriali) a
fronte di precisi algoritmi (di sensibilità e
specificità) dei DPS nel DSM
• DMSS non DPS sottosoglia e non definitivo o
passe partout
Confronto tra DPS e DMSS
• DMSS: compromissione costante di 1)
competenze relazionali (sociali ed emotive), 2)
comunicative (verbali e non), 3) di
processazione sensoriale e 4) di pianificazione
motoria;
• DPS: conferme retrospettive, esordio più
tardivo o regressivo, studi su rischio specifico
(genetico): studi su germani
• (risultati contraddittori), sostanziale stabilità
sintomatologica (specie di 4 item della M-
CHAT: pointing richiestivo e dichiarativo,
risposta al nome e capacità di seguire il gesto
dichiarativo) e, soprattutto, alterazione di
attenzione condivisa, anche in casi di
miglioramento psicolinguistico evidente
CONSIDERAZIONI DIFFERENZIALI (2)
DSM – VI° vs C.D.: 0 – 3 ®
• DPS : indicatori cardine (pivot) predittivi di
gravità del fenotipo “socio-comunicativo” del 2° anno di vita: 1) iniziativa comunicativa; 2)
comportamenti convenzionali; 3)
rappresentazione; 4) riferimento sociale; 5)
frequenza della comunicazione;
• Confronto tra Disturbi della Regolazione
e DPS: rispettivamente > responders alla
consolabilità (DR) e > presenza di attività
ripetitive e stereotipate, con assenza di
comportamenti richiestivi (DPS);
• Esordio DPS: precocemente atipico,
regressivo, tardivo (Studio LIFE)
Confronto tra DPS e Ritardo di sviluppo
• DPS → DR → Disturbo Attentivo: 1) ipotesi di
comorbilità e ADHD; 2) ADHD grave; 3) Disturbo
attentivo in DPS > resistente al trattamento rispetto
all’area sociale (Fein, Dixon, Paul e Levin (2005);
• Comorbilità DPS + ADHD (Bambino
iperfocalizzato o overfocused – Kinsburne ) da
“disregolazione attentiva e della modulazione
dell’arousal;
• DAMP: Deficit Attentivo, Motorio, Percett.
• Fattori NEUROPSICOLOGICI (?) da Deficit
esecutivo, Working Memory, orientamento
attentivo, Temperamento;
• DPS: compromissione costante di 1) shift dello
sguardo, 2) inseguimento sguardo e gesto
indicativo, 3) frequenza comunicativa (verbale e
non), 4) iniziativa di attenzione condivisa, 5)
repertorio gestuale;
RACCOMANDAZIONI PER LA DIAGNOSI
•RUOLO DIRIMENTE dell’ATTENZIONE CONDIVISA
ed ALTRI INDICATORI del DSM 5
• Valorizzazione di strumenti diagnostici di “SORVEGLIANZA”
e GOLD STANDARD di GIUDIZIO CLINICO in ETA’ PRECOCE
•Valutazione a cura di CLINICO ESPERTO
•FORMAZIONE PERMANENTE
•VALORIZZAZIONE della Valutazione MULTIDISCIPLINARE
• ANAMNESI ACCURATA attinta a FONTI MULTIPLE
e DIVERSIFICATE e VERIFICHE LONGITUDINALI
* OSSERVAZIONE SERIATA e rigorosamente “ASETTICA”
•UTILIZZO di STRUMENTI DIAGNOSTICI STANDARDIZZATI
ed AUDIOVISIVI
•TEMPI “CONGRUI” nel RISPETTO della Tempestività
• INDAGINI Neurologiche, Neurofisiologiche, Neuroradiologiche, Genetiche,
metaboliche e Internistiche Complementari
Utilità e Problemi della
CLASSIFICAZIONE •Favorire la comunicazione
•Condivisione delle conoscenze
•Incremento dei saperi
•Tutele legali: Regolamentazione
dei diritti speciali individuali, di
Enti ed Associazioni, indirizzi
governativi, programmi
assicurativi e di INTERVENTI
•Obiettivi di chiarezza, facile
utilizzo e larga accettazione
•Stabilità e flessibilità, decorso e
prognosi, variabili contestuali e
concettuali: LOGICHE
DICOTOMICHE e/o
DIMENSIONALI
LIVELLI di SEVERITA’ e INTERVENTI (1)
LIVELLO 1
- Comunicazione Sociale: i deficit
determinano incompetenze o insuccesso
osservabili e persistenti, con carattere di
atipicità, nelle forme di iniziative e
responsività interattiva, suggestive di
ridotto interesse nell’investimento
comunicativo-relazionale;
- Interessi ristretti e comportamenti
ripetitivi: suscettibili di determinare
significativa interferenza in diversi
contesti con resistenza alle azioni di
arginazione altrui;
Richiesta di Supporto
LIVELLI di SEVERITA’ e INTERVENTI (2)
LIVELLO 2
- Comunicazione Sociale: i deficit di
comunicazione verbale e non verbale sono
marcati e l’impedimento sociale è evidente
anche in contesti strutturati e di supporto;
iniziativa limitata nell’interazione sociale
e anomala e ridotta competenza ai tentativi
di coinvolgimento esterni;
- Interessi ristretti e comportamenti
ripetitivi: palese ovvietà osservativa di
rituali fissi, riluttanza e comportamenti
ripetitivi a forte interferenza funzionale,
associati a inattenzione, stress e
frustrazione evocati dai tentativi di loro
interruzione indotta;
Richiesta di Supporto Sostanziale
LIVELLI di SEVERITA’ e INTERVENTI (3)
LIVELLO 3
- Comunicazione Sociale: i deficit di
comunicazione verbale e non verbale sono
molto severi e comportano un
impedimento sociale e disfunzionale molto
grave con iniziativa e capacità responsiva
molto limitata e anormale;
- Interessi ristretti e comportamenti
ripetitivi: severa e pregnante ricorrenza di
rituali fissi, riluttanza e comportamenti
ripetitivi a forte interferenza disfunzionale
in tutte le aree, associati a sottomissione a
routine e rituali scarsissimamente
emendabili dai tentativi di loro
interruzione che evocano, anzi, ulteriore
stress e frustrazione; →
SORPRENDENTI! (7% dei casi gravi)
Richiesta di Supporto MOLTO Sostanziale
Teoria della mente
Soprattutto grazie ai contributi di Frith, Baron-Cohen e Happé, sono stati compiuti notevoli passi avanti nella comprensione INERENTI le problematiche cognitive dELL‘AuTISmO.
Questa sindrome è stata da questi Autori descritta in termini di cecità nei confronti della mente, ossia di incapacità a comprendere gli stati mentali altrui (emozioni, intenzioni, credenze).
• SEMANTICA
• PRAGMATICA
• LINGUAGGIO
FIGURATO
* ABILITA’
ACCADEMICHE
Stili di Pensiero ed accesso all’astrazione
Meglio un uovo
oggi che una
una gallina
domani
Teoria della (debole) coerenza centrale
In base a questo modello teorico, le
difficoltà delle persone con disturbo
dello spettro autistico sono messe in
relazione, non tanto alla teoria della
mente, quanto ad una predisposizione
cognitiva a focalizzare l'attenzione sui
dettagli piuttosto che sulle figure/
oggetti nella loro interezza. Una
conseguenza di questo stile cognitivo
comporta che il cambiamento di un
dettaglio in una determinata situazione
può comportare il mancato
riconoscimento di una uguale
condizione nonostante sia stata già
sperimentata.
ESPRESSIONI MIMICHE EMOZIONALI (Ekman)
•Sono reazioni psicologiche e fisiologiche, con cui ognuno risponde alle situazioni in cui si viene a trovare, ma anche alle proprie elaborazioni mentali
• Impermeabili alle diverse culture
• In origine funzione di risposta immediata per garantire la propria sopravvivenza e per attivare comportamenti complessi finalizzati a svolgere funzioni vitali (innate, automatiche,immediate)
•Emozioni complesse: prevedono un processo di interazione cognitiva egualmente intenso e veloce, alla base di elaborazioni quali empatia, motivazione, intelligenza emotiva, comunicazione
mimico-gestuale
Importanza comunque significativa della variabilità socio-geografica sul decorso
Teoria della funzione esecutiva
Alcuni aspetti del disturbo
autistico sembrano associati ad un
Danneggiamento neurologico della corteccia
prefrontale. Questa area del cervello sembra
essere coinvolta nelle capacità di
pianificazione, controllo
dell'impulso, memoria
procedurale
L'ingestibilità, soprattutto
a livello emotivo, che
deriva da queste
disfunzioni ostacola una
elaborazione efficace delle
situazioni nel corso del
loro svolgimento
Stupor Spike –Wave e Attenzione
Aprassia costruttiva (per mod. bitridimensionali)
Agnosia Topografica (orientamento e motilità sicura nello spazio)
Coordinazione oculo-manuale
Coordinazione grafomotoria
Simultanognosia (sincretismo ed interpretazione delle immagini, o degradate, o su sfondo variegato, crowding).
Fattori percettivi e oculari concorrenti: Akinetopsia (movimento), astereocognosi (profondità), accomodazione-convergenza, ambliopia (da strabismo)
Verbale
Attenzione esecutiva
Memoria
di lavoro Funzioni visive Giro del cingolo
Spaziale
PROCESSI NEUROEVOLUTIVI del SISTEMA
ATTENZIONE e delle FUNZIONI ESECUTIVE
< 6 anni di vita:
Richiamo “verbale” alla
mente di un compito o
interrogativo su problemi
da risolvere
6/8 aa.: interiorizzazione
del discorso autodiretto e
del pensiero (autoriflessione,
comprensione ed osservanza
di regole e istruzioni, loro
ulizzo mediante costruzione
di “sistemi mentali”
RICOMPOSIZIONE:
Scomposizione,
Rimodulazione
e Ricomposizione
del “Bagaglio”
esperenziale
8/11 anni –
AUTOREGOLAZIONE:
dei processi attentivi e
motivazionali, differimento,
Privatizzazione e modulazione
emozionale, possibilità di
Pianificazione di obiettivi
Sistema dell’ATTENZIONE e delle FUNZIONI ESECUTIVE
AUTOCONTROLLO:
capacità di inibire alcune
risposte motorie ed emotive
a stimoli esterni ai fini della
possibilità di proseguire
di attività in corso
RETROSPEZIONE:
Possibilità di ricordare
uno scopo per poter
raggiungere un obiettivo
ludico o di studio
PREVISIONE:
capacità di definire
strategie e mezzi per
perseguire un obiettivo,
inibendo emozioni e
riuscendo a motivarsi
FUNZIONI ESECUTIVE:
Strutturazione graduale di
maturazione di capacità
selettive di concentrazione,
“memoria “ degli obiettivi,
steps e strategie necessari
Sinapsi noradrenaliniche e dopaminiche
NEURONE DOPAMINERGICO
Fessura sinaptica
Presinapsi Postsinapsi
DA
DA DA
DA
DA
DOPA DOPA
decarbossilasi
HVA
DAT
R R
DOPA DA NA
NA
NA
NA
NA
Trasportatore di NA
R R Dopamina-b idrossilasi
MHPG
DOPA decarbossilasi
NEURONE NORADRENERGICO
MAO
MAO
Recettori
Acido omovanillico HVA
Trasportatore di dopamina
3-metossi-4-idrossifenilglicole MHPG
Monoaminoossidasi MAO
3,4-diidrossifenilalanina DOPA
Dopamina
Noradrenalina NA
DA
DAT
HVA
Neurofisiologia – flusso ematico SPECT
Lobo frontale
Cervelletto Corteccia senso-motoria
Normale ADHD
Kuperman et al 1990
Neuroanatomica Neurochimica
ADHD Normal
Neurofisiologia – PET
Stroop task negli adulti con ADHD
Attivazione di reti neuronali diverse
ADHD Normale
Bush et al. - 1999 Society of Biological Psychiatry
Neuroanatomica Neurochimica
Diffusion tensor imaging MRI
Alterazioni a carico della
sostanza bianca adiacente
alla corteccia prefrontale
ventro-mediale, ai giri del
cingolo anteriore e alla
giunzione temporo-occipitale
(regioni implicate nel “social
functioning”).
(Barnea-Goraly et al.,2004
Fattori Contestuali Svantaggio socio-culturale:
condizione complessiva di carente
livello di istruzione parentale,
arretratezza di opportunità della zona
di residenza, carenze affettive, assenza
di rete di supporto, eventuale
appartenenza a minoranze, coniugata a
precarietà economica.
Stili educativi inadeguati: Iperprotettivo, Autoritario, Permissivo, Squalificativo, ambivalente/incoerente, disinvestito/delegante, conflittuale e autoreferenziale, Rifiutante, Accettante, Sottomesso, Sperequativo, Direttivo/ambizioso
DISAGIO: FENOMENO COMPLESSO – MULTIFATTORIALE. CARATTERISTICHE GENERALI DEL SOGGETTO bassa autostima scarsa motivazione immaturità dell’io - inibizione affettiva
- scarso controllo emotivo - ansia di separazione - intolleranza alla frustrazione
inadeguato stile di attribuzione : Attribuzione delle cause degli eventi a fattori esterni
indipendenti dal soggetto
DISAGIO DELL’ALUNNO DISAGIO INSEGNANTE
DISPERSIONE – DEVIANZA DISFUNZIONI DEL SISTEMA SCUOLA
DISAGIO DELLA FAMIGLIA
SCUOLA
COLPEVOLIZZAZIONE
FIGLIO
LUCI ed OMBRE di una NUOVA UMANITA’
Prevalenza percettiva
Ambivalenza tra l’abulia e il surmenage
Ambivalenza tra riservatezza e aggregazione, tra fragilità e onnipotenza
Amnesia della storia, del futuro, della morte
DEFINIZIONE
… non sono sinonimi Sto percorrendo una stradina e sono solo
!!!!!!!!!
Relazione Disturbata
Stigma sociale
Effetti neurobiologici degli ambienti arricchiti
Situazioni ambientali stimolanti (come gli ambienti arricchiti) inducono: la formazione di un maggior numero di spine dendritiche, L’ALLuNgAmENTO dei dendriti, la formazione di un maggior numero di sinapsi L’ArbOrIzzAzIONE dendritica. Biologici: Aumento spessore
corticale, Aumento sinaptico
Comportamentali: Miglioramento
attenzione, Aumento memoria
SEGNI NEUROLOGICI MINORI
Alterazioni numerose, complesse, eterogenee, ad etiologia variegata (idiopatica, encefalopatica, specifica) a carattere limitato/focale inerenti l’organizzazione mentale e l’esecuzione del movimento
ICD-10 Develpmental Disorders (Motor Skills Disordesrs)
DSM-IV° Develpmental Coordination Disorder
Incidenza ~ 6-10% età scolare
“Clumsy” e DISPRASSIA
DISPRASSIA EVOLUTIVA: disturbo congenito o precocemente acquisito che comporta difficoltà nella gestione dei movimenti utilizzati per le attività quotidiane (es. autonomie del vestiario) e nel compiere gesti espressivi (per comunicare emozioni), transitivi (relazione oggettuale), intransitivi (a contenuto simbolico)
APRASSIA IDEATIVAperdita della rappresentazione del gesto da compiere
• IDEO-MOTORIA: perdita capacità di corretta programmazione del movimento
DISPRASSIA IDEATIVA-ESECUTIVA
Stereotipie
QI > 85; QIV >10 punti QIP
Instabilità P-M e
Iperattività
Turbe emotive e relazionali
Segni A-N minori
Turbe percettive
Tattili e Kinestesiche
Difficoltà visuo- percettive e di memoria visiva
Q.S. abilità motorie > Età cronologica
Non Patologie N-P conclamate
IDEATIVA: difficoltà
di rappresentazione
e rievocazione di un
programma motorio
ESECUTIVA:
Difficoltà di
organizzare
sequenze temporo-
spaziali adeguate
per le risposte
motorie
TIPOLOGIE dei Disordini
Aprassia costruttiva (per mod. bitridimensionali)
Agnosia Topografica (orientamento e motilità sicura nello spazio)
Coordinazione oculo-manuale
Coordinazione grafomotoria
Simultanognosia (sincretismo ed interpretazione delle immagini, o degradate, o su sfondo variegato, crowding).
Fattori percettivi e oculari concorrenti: Akinetopsia (movimento), astereocognosi (profondità), accomodazione- convergenza, ambliopia (da strabismo)
Spaziale
Verbale
Attenzione esecutiva
Memoria
di lavoro
Funzioni visive
Orientamento visivo
Giro del cingolo
Circuiti cerebrali
regolano l’attenzione e l’attività, inibiscono i pensieri ed i comportamenti inappropriati, organizzano le azioni in modo da raggiungere uno scopo
Neurofisiologia – flusso ematico SPECT
Lobo frontale
Cervelletto Corteccia senso-motoria
Normale ADHD
Kuperman et al 1990
Neuroanatomia Neurochimica
FUNZIONI ESECUTIVE
Autocontrollo: capacità inibitoria di risposte emotive e motorie ai fini della prosecuzione dell’attività in corso
Retrospezione: persistenza mnesica dello scopo
Previsione: definizione delle strategie di processo
MEMORIA di Lavoro Verbale e NON Verbale AUTOREGOLAZIONE RICOMPOSIZIONE
Intervallo temporale tra AVVISO (cue) ed OBIETTIVO (target)
Sinapsi noradrenaliniche e dopaminiche
NEURONE DOPAMINERGICO
Fessura sinaptica
Presinapsi Postsinapsi
DA
DA DA
DA
DA
DOPA DOPA decarbossilasi
HVA
DAT
R R
DOPA DA NA
NA
NA
NA
NA
Trasportatore di NA
R R Dopamina-b idrossilasi
MHPG
DOPA decarbossilasi
NEURONE NORADRENERGICO
MAO
MAO
Recettori
Acido omovanillico HVA
Trasportatore di dopamina
3-metossi-4-idrossifenilglicole MHPG
Monoaminoossidasi MAO
3,4-diidrossifenilalanina DOPA
Dopamina
Noradrenalina NA
DA
DAT
HVA
Modelli Anatomo-fisiologici
e disordini visuopercettivi
Sistema Visivo Occipito-temporale (via ventrale o del “what”: competente per la visione di oggetti cioè di riconoscimento degli stimoli.
Sistema Visivo Occipito-Parietale (via dorsale o via del where): competente per gli elementi spaziali (attenzione e localizzazione) e monitoraggio del movimento > finalistico (“how, visual brain in action)
Complementarità tra i due sistemi riguardo al cosa e dove
ADHD Normal
Neurofisiologia – PET
Stroop task negli adulti con ADHD
Attivazione di reti neuronali diverse
Bush et al. - 1999 Society of Biological Psychiatry
Neuroanatomica Neurochimica
DISORDINE CONVULSIVO
FISIOPATOLOGIA:
ECCITATORIA/INIBITORIA
EPILESSIA (CONVULSIVA e NON)
Diagnostica differenziale clinica e
neurofisiologica
FUNZIONE dell’APPRENDIMENTO
A: Lesioni Organiche
B: Turbe Funzionali C: TuRBE FUNZIONALI
A PATOGENESI ORGANICA
SISTEMOGENESI
LOOP
INTERATTIVO
CENTRO –
PERIFERIA
TEMPO-
SPECIFICITA’
I DISTURBI del MOVIMENTO
• Sindrome: Rigido-Acinetica (Huntington, Hallervorden-Spatz)
• Discinesie: tremori, corea, ballismo, distonia, atetosi, tics, mioclono (fisiologico, essenziale, sintomatico, epilettico)
• Malattie neuromuscolari: amiotrofie spinali, distrofie, miopatie congenite, da accumulo-glicogenosi e infiammatorie, miotonie, artrogriposi, miastenia, ipertermia maligna
PARALISI CEREBRALI INFANTILI
CARATTERE ETEROGENEO di quadri patologici diversi per ETIOLOGIA, PATOGENESI, CLINICA e DECORSO, accomunati da un disordine motorio-posturale suscettibile di modificazioni clinico-funzionali nel corso dello SVILUPPO
DISORDINI POSTURALI e del MOVIMENTO permanenti ma non invariabili, dovuti ad una encefalopatia precoce non evolutiva
Quadri clinici
compositi
espressione di un
danno encefalico
PRECOCE di tipo
lesionale,
malformativo, o di
interferenza nel
progetto di
sviluppo del
S.N.C., a carattere
non progressivo (ENCFALOPATIA FISSA)
BULIMIA NERVOSA: senza/ con condotte
di eliminazione
ABBUFFATA ricorrente e SENSAZIONE di PERDITA del CONTROLLO
SPILUCCAMENTO
CONDOTTE COMPENSATORIE: Vomito autoindotto, enteroclismi, abuso di diuretici e lassativi, digiuno e attività fisica eccessivi
INSTABILITA’ e SCADIMENTO dell’autostima
CASO n° 2: Sindrome PSICORGANICA
Ripetenza in III^ media. In atto iscritto ma non frequentante da dicembre l'Istituto “Pertini” di Crotone. Ha effettuato in passato
diversi approfondimenti, risultati normali, per ipostaturalismo e deficit di crescita staturo-ponderale, poi rientrato nel range
età-correlato. A detta della madre e della zia le problematiche oggetto dell'attuale consultazione sarebbero insorte dalla
scorsa estate quando aveva assunto il comportamento abituale ad uscire rimanendo in giro anche di notte, insieme ai
coetanei, per i bar, fino alle prime ore del mattino. Da allora si instaurava, altresì, l'attitudine a fumare (solo sigarette?) e
questulare le stesse o piccole somme di denaro a chiunque. Il percorso scolastico risulta molto discontinuo e tormentato:
tendenzialmente provocatorio e disturbante nel corso degli ultimi due anni, per cui è più volte incorso in provvedimenti
disciplinari e infine emarginato dallo stesso gruppo-classe, che pure era stato a lungo ben disposto nei suoi confronti, per
sopraggiunta convinzione condivisa della perseverazione volontaria e gratuita dei suoi comportamenti inopportuni. Da circa 2
mesi si verificava un viraggio dei suddetti precedenti comportamenti verso il ritiro sociale, rifiuto degli amici con i quali fino
alla scorsa estate si accompagnava (qualificati dalla madre come persone non affidabili), oltre che ricorrenza di facile
irritabilità reattiva anche alle frustrazioni subliminali, ovvero ai rimproveri per sue manchevolezze (quali per es. sottrazione in
casa di soldi) ai quali replicava con pianto, lamentosità, talora eteroaggressività fisica contro i genitori (manifestata in modo
compulsivo con sfuriate di 5-10 minuti che poi si esaurivano spontaneamente). A detta della madre sussiste il fondato
sospetto di fumo non solo di sigarette (assume anche sostanze?). Lo scorso martedì 9 aprile condotto in P.S. per riferita
agitazione psicomotoria e atteggiamento protestatario-rivendicativo-dimostrativo poiché colto ed accusato in flagranza di
sottrazione di soldi in famiglia In attesa del completamento degli esami metabolici, tossicologici, ematochimici e strumentali
in corso predisposta la pianificazione della “Dimissione Protetta” con prioritaria attivazione dei Servizi Sociali e del Medico di
Base per la puntuale prosecuzione del trattamento farmacologico in corso (Zyprexa 2,5 mg. 1 cpr x 2 (ore 8-20), in
considerazione delle fondate perplessità sulla compliance familiare e possibilità di automedicazione incongrua del
paziente.CONCLUSIONI DIAGNOSTICHE PRELIMINARI: In definitiva, pur non essendosi ancora configurato un quadro
psicopatologico stabilizzato ed esattamente definito è indubbio che "i vissuti" adolescenziali frustranti e percepiti come
vessatori, tradotti in condotte oppositive, provocatorie, istrioniche, talora somatoformi, con probabile appetenza a sostanze
(con manifestazioni da astinenza?), abbiano determinato l'attuale condizione suggestiva “DISTURBO BORDERLINE di
PERSONALITA’ (BPD) in fase di possibile scompenso PSICOTICO che giustificano la terapia instaurata con olanzapina.
Rispetto alla relazione precedente .... in data 8 giugno 2012 è stata formalmente richiesta RMN ENCEFALICA, programmata per il tramite dell'U.O. di Pediatria ambulatorialmente, stante l'indisponibilità a effettuarla in regime di D.H.- La stessa veniva fissata per la data odierna. Il 18.06. u.s. il ragazzo veniva condotto in P.S. del Ns. nosocomio dalle Assistenti Sociali del Territorio che, in esecuzione della precedente relazione citata del 19.04.2012, procedevano alla richiesta di accertamento domiciliare. Durante l'attesa in P.S. il ragazzo ha presentato un episodio isolato di perdita di coscienza con ipotonia diffusa e caduta a terra descritta dai Sanitari come “lipotimia” e conseguente richiesta di Ns. consulenza. Nell'occasione ribadita la necessità di controllo clinico ed EEG (in veglia e sonno previa deprivazione ipnica) dopo l'esecuzione dell'odierno esame neuroradiologico. Quest'ultimo (RMN) è stato eseguito con estrema difficoltà in ragione della irrequietezza del paziente che, a detta del Medico Radiologo, non consentiva una più corretta e circostanziata definizione morfologica, ma comunque ed indubitabilmente, era indicativa di sussistenza di un voluminoso processo espansivo (in sede ipofisaria? Diencefalica?).
Lettera dei Genitori al Dirigente
Scolastico
Egregio Dirigente, è con il cuore in mano che noi genitori ...le scriviamo questa lettera
a lungo meditata. Da ormai un anno i nostri figli vivono una situazione insostenibile
e noi insieme a loro: alle 8,30 di tutte le mattine accompagniamo i nostri figli a
scuola augurandoci che quel giorno riusciremo a riprenderli alle 16,30 sani e salvi.
Questa paura è dovuta all'atteggiamento errato del loro compagno ....... verso i
suoi compagni attraverso manifestazioni aggressive e di violenza. Per ogni singolo
giorno le potremmo fornire un lungo elenco di situazioni a dir poco incresciose che
vivono gli alunni in classe, senza sorvolare sul fatto che in ogni istante vige e si
respira un atteggiamento di tensione e paura tra gli stessi, un clima questo che
certo non favorisce l'apprendimento delle singole discipline insegnate, visto che ad
ogni minuto i nostri figli sono impegnati fisicamente e mentalmente a difendersi,
schivare pericoli (un temperamatite lanciato in aria, un banco che improvvisamente
si ritrovano capovolto ai loro piedi e via discorrendo) ...pertanto CHIEDIAMO un
suo intervento immediato e una doverosa e urgente assistenza verso il loro
compagno, colpevole solo di essere stato affidato ad una scuola che non tutela, in
modo differenziato e adeguato visto il suo particolare caso, il suo costituzionale
diritto all'istruzione. La preghiamo quindi di ascoltare la nostra voce che oggi si
palesa in una lettera, domani se la situazione persiste (di questa grave
problematica), si trasformerà in una protesta più aperta e lungo raggio,
Comunicazione delle INSEGNANTI al DIRIGENTE
… dopo un'attenta e meditata riflessione si accingono a scrivere e a renderLe noto uno stato di disagio
che si verifica quotidianamente nella classe composta da 16 alunni, di cui 5 ♀ e 11♂ .... il cui
carattere è molto vivace e si rileva che una parte degli alunni di sesso maschile è piuttosto
turbolenta e pronta a cogliere ed a reagire a qualsiasi provocazione venga loro offerta, risultando
nei comportamenti di essere poco rispettosa delle regole civili e sociali. In questo siffatto ambiente
scolastico, vive tale realtà, anche un alunno diversamente abile, il quale presenta, oltre al deficit di
tipo formativo/cognitivo anche disturbi di tipo affettivo-relazionale e che lo conducono, per la sua
sopravvivenza ad attivare segni impulsivi e prevaricatori sul resto della classe. Le insegnanti sono
costrette ad assumere un ruolo severo, rigido e di controllo costante sull'alunno onde potere
immediatamente intervenire in caso di pericolo per sé e per gli altri ..... (EGLI) ...manifesta
iperattività, è spesso violento, soprattutto se lo si contraddice o se gli si vieta qualcosa, corre
velocemente per tutta la classe e lancia, incosciamente, anche oggetti alle persone. Con
prepotenza, litiga con i coetanei che manifestano fragilità e debolezza, inverso, con quelli più duri
entra in conflitto in modo aggressivo e prevaricante, per cui necessita uno sguardo sempre vigile e
attento dell'insegnante, sempre e solo su di esso, per intervenire prontamente e ristabilire l'ordine.
In tale situazione è molto difficile operare didatticamnte in modo sereno e dialogico ....a scapito
degli alunni attenti e interessati. Appare evidente che le situazioni emerse sono un pericolo per sé,
per gli altri e per le insegnanti tese a mantenere costantemente un clima apparentemente calmo.
L'alunno è seguito per sole 11 ore su 40 settimanali dall'insegnante di sostegno......estremamente
insufficienti.....richiedono un immediato intervento delle autorità competenti per rivalutare le
problematiche ...rivedere il disagio che egli interiormente vive e manifesta con pericolo per sé e gli
altri.....si richiede eventuale intervento terapeutico ........si suggerisce eventuale figura di sesso
maschile (per contenere impulsi istintuali) un aumento di rapporto 1/1 ........ ai fini della
sopravvivenza..... assunzione di responsabilità a difesa dell'alunno, salvaguardia del buon nome
della comunità tutta e dell'Istituto stesso........
Relazione del Dirigente Scolastico all'U.O./NPIA e p.c. - Direttore Scolastico Reg.le con Oggetto: Situazione di rischio Minore .....
......in oggetto peggiora gradualmente sempre più. I Disturbi del comportamento si aggravano giorno per
giorno, almeno a giudicare dagli ultimi episodi in cui la sua aggressività verso i compagni e gli operatori è
divenuta incontrollabile anche da parte degli adulti presenti alle ormai ripetute crisi in seguito a cambio di
umore improvviso e apparentemente senza una motivazione ben precisa. In una situazione come questa che
genera panico nei confronti dei compagni, spesso costretti a subire violenze anche di natura fisica, come il
sottoscritto ha avuto modo di constatare personalmente e costringe i genitori alle relative comprensibili
lamentele, non si può fare a meno di segnalare la costante situazione di rischio che si è venuta a
determinare con le relative richieste di interventi decisi e mirati ad arginare i fenomeni su esposti. D'altra
parte, già da tempo i genitori provvedevano a comunicare al sottoscritto, con accorato appello, la richiesta
di ripristino di un ambiente sereno per i loro figli e anche per lo stesso alunno....per come si evince nel
documento allegato. Anche le insegnanti di classe già a suo tempo avevano segnalato al sottoscritto la
situazione evidenziando fra l'altro la compromissione del normale svolgimento dell'attività didattica (si
allega documento relativo). Gli stessi operatori dell'Equipe Socio-psico-Pedagogica di medicina scolastica
che dietro richiesta della scuola hanno preso particolarmente a cuore .......mettevano in evidenza i
comportamenti di irrequietezza con condotte oppositive tendenti all'aggressività. Proprio stamattina
......rifiuto di alcuni alunni di entrare in classe per paura di incorrere in violenze del compagno. .... diritto
allo studio ..... prendere a cuore il problema prevedendo ogni intervento possibile e scientificamente valido
per arginare la situazione di rischio in atto e per ovviare a soluzione positiva il disagio dello stesso allievo
in questione. Al Direttore dell'USR...si chiede di valutare la possibilità di eventuali visite ispettive per
verificare la situazione e in relazione agli esiti intervenire con i provvedimenti ritenuti opportuni.
RELAZIONE SOCIO-PSICO-PEDAGOGICA ......omissis.....da un'osservazione diretta e dai colloqui avuti con la mamma e con le
insegnanti è emerso quanto segue: il Minore presenta comportamenti di
irrequietezza, con condotte oppositive tendenti all'acting-out dell'aggressività. Per
questa sua tendenza potrebbero verificarsi situazioni “pericolose” per sé e per gli
altri. Poco tollerante verso frustrazioni seppur minime o verso insegnanti e
compagni che non soddisfano le sue richieste. Diversi, infatti, sono stati gli episodi
raccontati dalle insegnanti e dai compagni di classe e da noi stessi verificati
durante le diverse visite scolastiche effettuate. Da tutto ciò ne consegue una
scarsa integrazione e accettazione scolastica nel gruppo classe dettata dalla paura
dei compagni di subire imprevedibili reazioni di....A ciò si aggiunge la
preoccupazione delle insegnanti e dei genitori degli altri alunni, che temono per
l'incolumità dei propri figli. Dal punto di vista didattico, l'alunno, non segue la
programmazione di classe in quanto le sue capacità di apprendimento sono
negativamente condizionate da queste sue turbe comportamentali che possono
trovare origine da un'inibizione affettiva, da una scarsa autostima che lo portano ad
avere un atteggiamento regressivo, infantile ed immaturo mirante ad attirare le
attenzioni su di sé ed essere quindi al centro dell'attenzione. Per quanto scritto si
ritiene necessario un aggiornamento della DIAGNOSI MEDICA, PDF, PEI, ...da
supporto....alfine di utilizzare al meglio le potenzialità di...e attuare strategie
didattiche adeguate alla sua età cronologica e mentale. Allo stato attuale..... si
consiglia...Parrocchia, Boys-Scout, dove esistono regole e norme da rispettare e,
inoltre, un sostegno psicologico allargato all'intero nucleo famigliare.
RELAZIONE CLINICA NPIA DIAGNOSI: ADHD + DOP + (tratti) DOC
Accertamenti genetici negativi (Fra-X; Cariotipo) Fattori Ambientali (conflittualità
genitoriale e loro separazione nei primi anni di vita). Sintesi clinica: quadro clinico
sensibilmente migliorato specie per gli aspetti comportamentali.
Adattato..disponibile alle proposte e non più aggressivo, oppositivo e negativista.
Labilità Attentiva ridotta... apprendimenti globalmente in linea con la classe
frequentata. Nella scrittura ancora errori ortografici e parole incomplete. Nella
lettura inflessione dialettale. In ambito logico-matematico necessita di guida
dell'adulto anche per fini rassicurativi. Nel disegno .... tematiche depressive (senso
di solitudine, angosce abbandoniche e ansia da separazione). Negli elaborati scritti
invece idee di grandiosità. Il comportamento spontaneo è caratterizzato da
ostinazione, impulsività, condotte egocentriche e scarso rispetto dei turni di
conversazione .... tendenza ad attribuzione esterna dei propri comportamenti.
Rapporto con i coetanei caratterizzato da tendenza alla provocatorietà, tuttavia
facilmente contenibile con l'utilizzo di toni fermi e decisi dell'adulto con il quale è
maggiormente adeguato. Dai colloqui effettuati con la madre (K-SADS) e dai
questionari da lei compilati (CBCL) emergono: tendenza all'irritabilità, scarso
appetito, lamentele somatiche (mal di testa), alcune condotte compulsivo-
ossessivo (toccare più volte i distributori di merende, collezionare oggetti, ripetere
più volte alcune azioni), comportamento oppositivo, deficit attentivo, iperattività,
tendenza all'impulsività. Umore tendenzialmente stabile ed a tratti ipotimico.
TERAPIA: RISPERIDONE