SALTARE I PASTI? FA VENIRE LA PANCETTA · loalizzato a livello addominale, l’equivalente della...

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Anno V Numero 1090 Giovedì 06 Aprile 2017 S. Celestino AVVISO Ordine 1. ORDINE: farmaDAY-FAD dal mese di Aprile, 30CF 2. Visita guidata a Pietrelcina 3. ORDINE: eventi mese di Aprile Notizie in Rilievo Scienza e Salute 4. Saltare i pasti? Fa venire la pancetta 5. Traumi: come guariscono i lividi? cosa significa il colore 6. BPCO: 6 cose da saper sulla broncopneumopatia cronica ostruttiva Prevenzione e Salute 7. Perché si sbadiglia? 8. Le 7 risposte sul cortisone Meteo Napoli Giovedì 6 Aprile Variabile Minima: 11° C Massima: 18 °C Umidità: Mattina = 50% Pomeriggio = 62% SALTARE I PASTI? FA VENIRE LA PANCETTA Troppe fluttuazioni di insulina e zucchero fanno ingrassare. Lo studio Usa su topi che hanno fatto un pasto unico e poi digiunato Saltare i pasti provoca una serie di «errori» metabolici che portano a un aumento di peso localizzato a livello addominale, insomma allo sviluppo della pancetta. È quanto emerge da una ricerca pubb. sul Journal of Nutritional Biochemistry . L’esperimento sui topi: Gli studiosi hanno svolto degli esperimenti su topi in laboratorio divisi in 2 gruppi: 1. un unico pasto al giorno in modo che digiunassero per il resto del tempo 2. gruppo di controllo, libero accesso al cibo. Risultati: Dai risultati è emerso che i topi messi a seguire per tre giorni una dieta ristretta, un unico pasto con metà delle calorie giornaliere, hanno perso peso rispetto al gruppo di controllo, riguadagnandolo mano mano fino a quando al sesto giorno sono state aggiunte calorie alla dieta ma il grasso localizzato a livello addominale, l’equivalente della pancetta per l’uomo, ha pesato di più nei topi con una dieta limitata che in quelli che erano liberi di sgranocchiare tutto il giorno. Effetto contrario: un eccesso di questo tipo di grasso è associato a insulino- resistenza e il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache. «Questo supporta l’idea che i piccoli pasti durante la giornata possano essere utili per la perdita di peso, anche se questo potrebbe non essere pratico per molte persone»; «se si vogliono diminuire le calorie meglio non saltare i pasti perché ciò provoca grandi fluttuazioni di insulina e glucosio nell’organismo e potrebbe tradursi in un guadagno anziché una perdita di peso». E soprattutto provoca un effetto contrario per chi vuole far scomparire l’odiata pancetta. (Ansa) SITO WEB ISTITUZIONALE : www.ordinefarmacistinapoli.it E-MAIL: [email protected] ; [email protected] SOCIAL Seguici su Facebook Diventa Fan della nostra pagina www.facebook.com/ordinefarmacistinapoli iBook Farmaday Proverbio di oggi….…….. Pigliate ‘a bona quanno te vene, ca ‘a malamente nun manca maje

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Anno V – Numero 1090 Giovedì 06 Aprile 2017 – S. Celestino

AVVISO Ordine

1. ORDINE: farmaDAY-FAD

dal mese di Aprile, 30CF

2. Visita guidata a Pietrelcina

3. ORDINE: eventi mese di

Aprile

Notizie in Rilievo

Scienza e Salute 4. Saltare i pasti?

Fa venire la pancetta

5. Traumi: come

guariscono i lividi?

cosa significa il colore

6. BPCO: 6 cose da saper

sulla broncopneumopatia

cronica ostruttiva

Prevenzione e Salute

7. Perché si sbadiglia?

8. Le 7 risposte sul

cortisone

Meteo Napoli

Giovedì 6 Aprile

Variabile

Minima: 11° C Massima: 18 °C Umidità: Mattina = 50%

Pomeriggio = 62%

SALTARE I PASTI? FA VENIRE LA PANCETTA

Troppe fluttuazioni di insulina e zucchero

fanno ingrassare. Lo studio Usa su topi che

hanno fatto un pasto unico e poi digiunato

Saltare i pasti provoca una serie di «errori» metabolici che portano a un aumento di peso localizzato a livello addominale, insomma allo sviluppo della pancetta. È quanto emerge da una ricerca pubb. sul Journal of Nutritional Biochemistry.

L’esperimento sui topi: Gli studiosi hanno svolto degli esperimenti su topi

in laboratorio divisi in 2 gruppi: 1. un unico pasto al giorno in modo che digiunassero per il resto del

tempo 2. gruppo di controllo, libero accesso al cibo.

Risultati: Dai risultati è emerso che i topi messi a seguire per tre giorni una

dieta ristretta, un unico pasto con metà delle calorie giornaliere, hanno perso peso rispetto al gruppo di controllo, riguadagnandolo mano mano fino a quando al sesto giorno sono state aggiunte calorie alla dieta ma il grasso localizzato a livello addominale, l’equivalente della pancetta per l’uomo, ha pesato di più nei topi con una dieta limitata che in quelli che erano liberi di sgranocchiare tutto il giorno.

Effetto contrario: un eccesso di questo tipo di grasso è associato a insulino-

resistenza e il rischio di diabete di tipo 2 e malattie cardiache. «Questo supporta l’idea che i piccoli pasti durante la giornata possano essere utili per la perdita di peso, anche se questo potrebbe non essere pratico per molte persone»; «se si vogliono diminuire le calorie meglio non saltare i pasti perché ciò provoca grandi fluttuazioni di insulina e glucosio nell’organismo e potrebbe tradursi in un guadagno anziché una perdita di peso». E soprattutto provoca un effetto contrario per chi vuole far scomparire l’odiata pancetta. (Ansa)

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Proverbio di oggi….…….. Pigliate ‘a bona quanno te vene,

ca ‘a malamente nun manca maje

PAGINA 2 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1090

SCIENZA E SALUTE

TRAUMI: COME GUARISCONO I LIVIDI? ECCO COSA SIGNIFICA IL COLORE

Basta un colpo un po’ più forte e il gioco è fatto: i capillari presenti subito sotto alla superficie della pelle si rompono, il sangue presente al loro interno invade i tessuti circostanti e si formano dei lividi.

In genere perché scompaiono sono necessarie dalle 2 alle 3 settimane, ma non mancano i casi in cui il processo di guarigione è più lento. Ad entrare in gioco sono fatto come la gravità del trauma e dalla sua localizzazione; i lividi che compaiono su braccia e gambe, ad esempio, possono impiegare più tempo per scomparire. Nel frattempo, tutti i lividi tendono a cambiare colore seguendo una sequenza precisa: dapprima rossastri, diventano presto blu-violacei per poi virare verso il verde e svanire poco alla volta assumendo tonalità giallo-marroncine sempre più tenui. Il processo è talmente ripetibile che sulla base del colore del livido è possibile stimare la sua età e in quale fase della guarigione si trova. Tutto, infatti, dipende prima dalla perdita di sangue e poi dal suo riassorbimento. I lividi “freschi” sono rossi o rosati a causa della fuoriuscita del sangue dei capillari; inoltre possono infiammarsi ed essere sensibili al tatto. In pochi giorni, però, diventano blu o viola a causa del cambiamento del colore dell’emoglobina. Infatti in condizioni di scarsità di ossigeno e di infiammazione questa proteina, presente nei globuli rossi trasportati dal sangue, tende a diventare da rossa a blu. A partire dal sesto giorno dopo il trauma inizia anche a degradarsi; per questo il livido diventa verde pallido. Il passaggio a questa terza tonalità indica che il processo di guarigione è iniziato. Al suo procedere (in genere a partire dal settimo giorno dopo il trauma) il livido inizia a diventare sempre meno evidente e ad assumere una pallida colorazione gialla o marroncina. Da qui in poi il suo colore non cambierà più ma tenderà a svanire gradualmente fino a non lasciare alcuna traccia della sua presenza.

Se il processo di guarigione non dovesse procedere in questo modo sarebbe meglio rivolgersi al medico. Il livido potrebbe infatti nascondere problemi più seri, come un ematoma o un’ossificazione. Nel primo caso l’area interessata potrebbe essere dura, la macchia potrebbe tendere ad estendersi e il suo sviluppo potrebbe essere associato a un dolore crescente. In caso, invece, di ossificazione (un fenomeno dovuto al deposito di calcio attorno all’area del trauma) il livido potrebbe risultare duro e sensibile al tatto.

Altri segnali che dovrebbero portare a chiedere consiglio a un medico sono la mancanza di segni di miglioramento per più di due settimane, la formazione frequente di lividi, dolori ad articolazioni vicine ai lividi, problemi alla vista causati dalla presenza di un livido vicino all’occhio e sintomi come fuoriuscita di pus o febbre.

In assenza di complicazioni, invece, la guarigione può essere accelerata con semplici rimedi casalinghi, come l’applicazione di ghiaccio o impacchi caldi, l’accortezza di mantenere, se possibile, l’area colpita ad un’altezza superiore rispetto a quella del cuore per favorire il riassorbimento del sangue, tenere il più possibile a riposo l’area colpita e, in caso di dolori, assumere degli antidolorifici da banco.

(salute, Sole 24Ore)

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SCIENZA E SALUTE

BPCO: 6 COSE DA SAPER SULLA BRONCOPNEUMOPATIA CRONICA OSTRUTTIVA

La broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) è una patologia dallo sviluppo progressivo caratterizzata dall’incapacità di eliminare l’aria dai polmoni e che quindi rende difficile la naturale operazione di respirare.

In questa definizione ricadono sia la bronchite cronica che l’enfisema, la cui presenza può manifestarsi sia con la mancanza di fiato che con una tosse persistente associata alla produzione di muco e con infezioni toraciche. Nel 2015 questi problemi sono stati responsabili del 5% di tutti i decessi nel mondo, per un totale di 3 milioni di vittime. Ecco 6 cose da sapere per contrastarli nel modo più efficace possibile. 1. La principale causa di Bpco è il fumo, ma in realtà non si tratta di una patologia

esclusivamente legata al tabacco: tra il 10 e il 20% di chi ne soffre non ha mai fumato. Le oltre 7 mila sostanze nocive presenti nel fumo di sigaretta riducono però la capacità dei polmoni di difendersi dalle infezioni, e non solo; infatti queste tossine sono anche in grado di scatenare infiammazione, e con il passare del tempo l’irritazione porta al restringimento delle vie respiratorie, gonfiore dei passaggi per l’aria e distruzione degli alveoli, le strutture in cui avvengono i veri e propri scambi respiratori tra ossigeno presente nell’aria inspirata e anidride carbonica trasportata ai polmoni attraverso il sangue. Anche altri inquinanti presenti nell’aria sono, però, fattori di rischio per la Bpco; inoltre la malattia può comparire anche in assenza di esposizione a questi fattori di rischio ambientali.

2. La Bpco può avere anche cause genetiche. E’ il caso della forma associata alla carenza di alfa-1 antitripsina (Alpha-1 Antitrypsin deficiency, A1AD), una proteina prodotta dal fegato che esercita una funzione protettiva nei confronti dei polmoni. In caso di produzione insufficiente di alfa-1 antitripsina da parte del fegato è possibile una comparsa precoce non solo di problemi epatici ma anche di enfisema e Bpco. Tale situazione è l’unica in cui un fattore di rischio di tipo genetico è stato specificamente associato alla Bpco in forma di enfisema.

3. Esistono 5 stadi di Bpco, corrispondenti a gravità da lieve a molto grave. I sintomi che dovrebbero far allarmare sono una tosse persistente (soprattutto se associata a grandi quantità di muco), il fiato corto anche in occasione di attività semplici, infezioni respiratorie ricorrenti, respiro sibilante, sensione di oppressione al petto e, in alcuni casi, difficoltà a parlare, labbra o unghie blu-grigiastre e senso di confusione.

4. La diagnosi di Bpco può essere difficoltosa. Il principale test da svolgere è la spirometria; con lo spirometro è infatti possibile misurare quanta aria viene espirata e in quanto tempo.

5. Una diagnosi corretta è fondamentale per una terapia efficace. In alcuni casi può essere necessaria la somministrazione di ossigeno; in altri vengono prescritti medicinali, procedure e cambiamenti nello stile di vita che possono rallentare la progressione della malattia e migliorare la qualità della vita. In generale, è bene iniziare i trattamenti il prima possibile per ridurre il rischio di complicanze, e chi soffre di Bpco non dovrebbe fumare, dovrebbe evitare sostanze irritanti per il polmone (come fumo passivo, inquinanti e allergeni), garantirsi un’alimentazione sana e mantenersi fisicamente attivo (in particolare attraverso la cosiddetta riabilitazione respiratoria).

6. La Bpco aumenta il rischio di infezioni respiratorie (raffreddori, influenza e polmoniti, ad esempio). Ciò aumenta le difficoltà respiratorie e può danneggiare ulteriormente i tessuti polmonari. Inoltre fra le possibili complicanze della broncopneumopatia cronica ostruttiva è possibile annoverare malattie cardiache, ipertensione, diabete e depressione. Infine, la Bpco è associata a un aumento del rischio

di tumore del polmone. (Salute, Sole 24Ore)

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PREVENZIONE E SALUTE

PERCHÉ SI SBADIGLIA?

Secondo una delle teorie recenti , si sbadiglia per “refrigerare il cervello”, cioè si sbadiglia per regolare la temperatura dell’encefalo.

Sul perché si sbadigli però non esiste una risposta univoca e il dibattito è ancora aperto tra diverse ipotesi. Per il senso comune, il comportamento caratteristico dello sbadiglio, è associato allo stato di sonno, alla noia, oppure a una condizione di rilassamento – spiega il dottor Paolo Amami, neuropsicologo dell’ospedale Humanitas. – Lo sbadiglio è caratterizzato da una lunga inspirazione in corrispondenza di una pronunciata apertura della mascella che culmina con un breve periodo di picco nella contrazione muscolare a cui segue una chiusura passiva della mascella con una espirazione relativamente più rapida. Non solo l’essere umano sbadiglia, però:

infatti, tale comportamento è stato osservato nelle varie specie di mammiferi e in altre specie come per esempio gli uccelli.

Il fatto che questo comportamento sia comune a varie specie e a varie classi ha fatto ipotizzare una funzione fortemente adattiva, quindi un vantaggio evolutivo, determinato da questo tipo di comportamento. Una delle teorie che darebbe ragione di questo vantaggio si basa su di una ipotesi di tipo fisiologico, sostenuta da vari dati empirici, afferma che lo sbadiglio sia sostanzialmente assimilabile ad un sistema di raffreddamento del cervello. Anche un recente studio americano si inserisce in questa tradizione provando a dimostrare come l’estensione dello sbadiglio, ossia la sua ampiezza, non sia tanto in relazione alla mandibola del soggetto bensì alla dimensione relativa del cervello. Quindi a cervelli più grandi corrisponderebbero sistemi di raffreddamento più potenti e perciò ampiezza di sbadiglio più estesa. Perciò, come sostenuto dai dati dello studio, lo sbadiglio potrebbe essere un indice indiretto della dimensione del cervello. Confrontando le dimensioni e il numero di neuroni corticali di varie specie di mammiferi (elefante africano, cammello, scimmia cappucino, scimpanzè, cane, volpe, gibbone, gorilla, istrice, cavallo, uomo, leone, marmotta, topo, opossum, coniglio, ratto, scimmia rhesus, pecora, scoiattolo, scimmia scoiattolo e tricheco) gli autori hanno osservato che la dimensione dello sbadiglio è in relazione lineare con il peso del cervello, il grado di encefalizzazione ovvero la massa del cervello relativamente alla stazza, e il numero di neuroni corticali. Gli sbadigli più lunghi si potevano osservare tra i primati; al contrario, la durata dello sbadiglio non era correlata ad altre dimensioni come la grandezza del cranio o la lunghezza della mandibola. Quindi i dati di questo studio supportano l’ipotesi di termoregolazione dello sbadiglio per cui cervelli più grandi e più complessi necessiterebbero di un sistema di refrigerazione più potente e quindi sbadigli più ampi. (Salute, Sole 24Ore)

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PREVENZIONE E SALUTE

LE 7 RISPOSTE SUL CORTISONE

Il cortisone è un farmaco che fa molto parlare di sé, nel bene e nel male.

Spesso il suo nome genera preoccupazione – soprattutto per i possibili effetti collaterali derivanti dal suo uso – ma fin dagli anni ’50 del secolo scorso rappresenta uno dei farmaci più efficaci per curare patologie tra cui anche le forme più gravi delle malattie reumatiche. Cerchiamo di conoscere meglio il cortisone rispondendo a sette domande con l’aiuto della professoressa Bianca Marasini, responsabile dell’Ambulatorio di Reumatologia di Humanitas Gavazzeni.

1. Il cortisone fa ingrassare? Può succedere, perché il cortisone aumenta l’appetito e può trattenere liquidi. Per ridurre questi effetti è necessaria una dieta a calorie controllate; raramente, e solo per alcuni pazienti cardiopatici, è necessario un diuretico. Il cortisone tende anche a ridistribuire il grasso corporeo che si accumula su addome, collo e viso, dando al volto un aspetto un po’ a “luna piena”. Gli arti invece tendono ad assottigliarsi anche perché tende a ridursi la massa muscolare.

2. Il cortisone abbassa le difese immunitarie? Il cortisone, come tutti gli immunosoppressori, può alterare la risposta immune, con conseguente rischio di eventi infettivi, virali o microbici. Tale rischio è solitamente modesto, controllabile con antibiotici e/o antivirali, dipende dal dosaggio e dal tempo di assunzione del cortisone, ma anche dalla presenza di altri eventuali fattori di rischio o comorbidità. Va comunque ricordato che il cortisone è usato anche in alcune malattie infettive proprio per ridurre la risposta infiammatoria.

3. Il cortisone eccita? È possibile; il medico potrà ridurre il dosaggio del cortisone e, se il caso, potrà ricorrere a blandi sedativi e farmaci per indurre il sonno.

4. Il cortisone deve essere sospeso in caso di intervento chirurgico?

Assolutamente no, anzi sarà eventualmente da aumentarne il dosaggio delcortisone nel periodo dell’ospedalizzazione.

5. Il cortisone deve essere sospeso in caso di vaccinazione? Assolutamente no per alcune vaccinazioni, quale l’anti-influenzale. Alcune vaccinazioni sono invece controindicate.

6. Il cortisone fa male alla pelle? Nei giovani qualche volta l’uso del cortisone può peggiorare l’acne. Negli anziani rende la pelle più fragile. Raramente si nota aumento della peluria. È bene ridurre l’esposizione al sole. Ricordiamo che l’esposizione prolungata al sole è da evitare comunque in molte delle malattie reumatiche (proprio in quelle per la cui cura si utilizza il cortisone).

7. Esiste un’alternativa al cortisone? Sicuramente sì. Nei casi in cui sono necessarie dosi molto elevate oppure se si verificano effetti collaterali non accettabili, il dosaggio del cortisone può essere diminuito o il cortisone addirittura sospeso, ricorrendo a farmaci immunosoppressori. Perché allora non usare questi dall’inizio? Perche l’azione del cortisone è più rapida, e sostanzialmente con effetti collaterali spesso minori rispetto a quelli di altri immunosoppressori. (Salute, Humanitas)

PAGINA 6 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1090

ORDINE: i Prossimi EVENTI del Mese di APRILE

DATA TITOLO CF

Martedì 11 Aprile

Ore 21,00

FARMACI INNOVATIVI: Ruolo del Farmacista --- II PARTE Prof. G. Pignataro; Prof. F. Frecentese

15 +

(5 + 10 Fad)

ORDINE: Istituito un Sussidio per i Colleghi Iscritti all’ALBO in Stato di Disoccupazione

Il Consiglio dell’Ordine al fine di offrire un sostegno economico agli iscritti all’Albo che si trovino in stato di disoccupazione involontaria e in difficoltà economica, ha approvato nel uno specifico “Fondo di solidarietà” messo a bilancio nel 2016. Il Regolamento, consultabile sul sito istituzionale dell’Ordine, prevede per l’anno 2016 l’erogazione di un sussidio nella misura massima di euro 150,00 pro capite in favore degli iscritti all’Albo che si trovano da almeno 12 mesi inoccupati e che versano in difficoltà economiche. Nel regolamento pubblicato sul sito sono chiariti i requisiti. L’istanza potrà essere presentata nel periodo dal 01 giugno al 30 settembre di ogni anno, corredata da: 1.Domanda di accesso al Sussidio, in carta libera (v. allegato - sito istituzionale)

ORDINE: L’ORGOGLIO DELL’ APPARTENENZA

Dal mese di Luglio u.s. è disponibile presso i nostri uffici In una fase caratterizzata da una profonda crisi di valori e di appartenenza ad una comunità professionale, l’Ordine Professionale ha ritenuto, al fine di rinvigorire il sentimento di legame alla nostra antica professione, di realizzare una spilla da poter apporre sul bavero della giacca (Uomo e Donna) che richiama il Nostro logo brevettato (Mortaio farmaceutico, pestello, serpente e tricolore, realizzato in occasione del

Centenario della Nascita dell’Ordine Professionale di Napoli). Realizzate due tipologie di spillo da giacca:

1. Spillo in oro 750° realizzato a MANO (tranciatura, coniatura, rifinitura, saldatura, lucidatura) Spillo in argento 925° realizzato a MANO (tranciatura, coniatura, rifinitura, saldatura,

lucidatura e bagno galvanico argento)

Ordine dei Farmacisti della Provincia di Napoli

La Bacheca

PAGINA 7 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1090

Ai Titolari di Farmacie di Napoli e Provincia Napoli 6 Aprile 2017

Cari Colleghi, Come è noto, con decreto del 22 Dicembre 2016, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 2 gennaio u.s. (ns circolare n. 60 del 4.01.2017), il Ministero della Salute ha vietato la prescrizione e l’allestimento di preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti il principio attivo Sertralina ed altri. Ti informo che il Ministro della salute, On. Beatrice Lorenzin, in data 31 marzo u.s., ha firmato il nuovo decreto che modifica il D.M. 22.12.2016, accogliendo così le segnalazioni pervenute dal tavolo tecnico istituito dal Ministero della Salute. In particolare, si segnala che l’art. 1, interamente modificativo del precedente, limita alle seguenti le sostanze medicinali vietate nella prescrizione ed allestimento di preparazioni magistrali a scopo dimagrante:

Sertralina Buspirone Acido Ursodesossicolico Pancreatina f.u. IX ed

Acido Deidrocolico d-fenilalanina deanolo-p-acetamido benzoato Fenilefrina

Spironolattone; L-Tiroxina Triiodotironina; Zonisamide;

Naltrexone; Oxedrina; Fluvoxamina; Idrossizina;

Nel nuovo decreto è precisato che è fatto divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di eseguire preparazioni magistrali a scopo dimagrante contenenti le sostanze medicinali sopra indicate in forma singola o in combinazione associata tra loro. E’ fatto, altresì, divieto ai medici di prescrivere e ai farmacisti di allestire per il medesimo paziente due o più preparazioni magistrali singole contenenti una delle suddette sostanze medicinali a scopo dimagrante.

L’articolo 2, confermando i divieti e le limitazioni vigenti circa la prescrizione e la preparazione di preparazioni magistrali a scopo dimagrante e richiamando la disciplina di cui all’articolo 5 del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94, stabilisce:

A. Per il Medico l’obbligo di ottenere il consenso informato scritto del paziente al trattamento medico; di specificare nella ricetta le esigenze particolari di trattamento che giustificano il ricorso alla

prescrizione estemporanea e le indicazioni d’uso; di trascrivere, senza riportare le generalità del paziente, un riferimento numerico o alfanumerico di

collegamento a dati d'archivio in proprio possesso che consenta, in caso di richiesta da parte dell'autorità sanitaria, di risalire all’identità del paziente trattato;

B. Per il Farmacista l’obbligo di trasmettere mensilmente le suddette ricette, in originale o in copia, all’azienda unità sanitaria locale o

all'azienda ospedaliera, che provvede al loro inoltro al Ministero della salute - Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico, per le opportune verifiche.

Al fine di monitorare l’uso e la sicurezza delle preparazioni magistrali a scopo dimagrante, la Direzione generale

dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute trasmetterà copia di tali ricette

all’Istituto superiore di sanità che dovrà comunicare periodicamente, almeno con cadenza trimestrale, al

Ministero della Salute gli esiti del monitoraggio, con una valutazione complessiva del rischio per la salute

sull’uso delle sostanze medicinali impiegate.

Infine, il nuovo decreto inserisce, infine, l’art. 3 che prevede l’obbligo per le ASL o le aziende ospedaliere

di trasmettere alla Direzione generale dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico del Ministero della salute

le ricette che ricevono ai sensi del citato art. 5 della L. 94/1998, anche ai fini dell’eventuale adozione da parte

del Dicastero stesso, ai sensi dell’art. 154, comma 2, del D.Lgs. 219/2006, di provvedimenti di divieto di

utilizzazione di medicinali, anche preparati in farmacia, ritenuti pericolosi per la salute pubblica.

Oggetto:Preparazioni magistrali a scopo dimagrante: modifiche al D.M. 22.12.2016

PAGINA 8 FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA Anno IV – Numero 1090

REGIONE CAMPANIA: CONCORSO STRAORDINARIO IN CORSO LA VALUTAZIONE DEI TITOLI

BURC n. 65 del 3 Ottobre 2016, Decreto Presidente Giunta n. 203 del 28/09/2016

Di seguito la composizione della commissione: Prof. Vincenzo SANTAGADA, Presidente – Docente Università Federico II Napoli Dott. Luigi RICCIO, Componente - Dirigente DG per la Tutela della Salute Dott. Vincenzo DEL PIZZO, Componente - Farmacista Dirigente ASL Salerno Dott.ssa Aurora CANNAVALE, Componente - Farmacista Titolare Dott. Armando CUSANO, Componente - Farmacista esercente in farmacia Per visualizzare il decreto pubblicato sul BURC, premere il seguente link:

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1547-concorso-straordinario-campania

QUOTA SOCIALE 2017

E’ in riscossione la quota sociale 2017 di EURO 150,00 di cui Euro 108,20 per l’Ordine e Euro 41,80 per la FOFI.

Gli ISCRITTI che NON HANNO ANCORA RICEVUTO L’AVVISO DI PAGAMENTO, POSSONO SCARICARLO dal sito dell’Ordine INSERENDO il proprio CODICE FISCALE

al seguente link:

http://www.ordinefarmacistinapoli.it/ordineNuovo/news/1381-quota-sociale-2017

ORDINE: ASSISTENZA LEGALE GRATUITA

Da Febbraio 2016 assistenza legale gratuita per tutti gli iscritti

Cari Colleghi, l’Ordine è lieto di informarvi che a seguito del bando

1635/15 del 20/10/2015, un gruppo di Avvocati si è reso disponibile ad

offrire agli iscritti un servizio di assistenza legale di primo livello.

Tale iniziativa si inquadra nell’ambito di un processo di sempre

maggiore vicinanza che l’Ordine ha instaurato con i propri iscritti in un momento nel quale i problemi

che investono i laureati in farmacia, nelle sue varie declinazioni, appaiono sempre più attuali.

Il servizio è disponibile presso la sede dell’Ordine Martedì dalle 14.30 alle 16.30.

I Colleghi interessati potranno prenotarsi presso la segreteria dell’Ordine attraverso le seguenti

modalità: 1. Telefonando al numero 081 551 0648; 2. Inviare un fax al numero 081 552 0961

3.Inviare e-mail all’indirizzo: [email protected] o [email protected]