S & W K 38 Masterpiece

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    no dei revolvers che possono or-mai essere definiti come un ,.clas-sico certamente 1a Smith &1Tesson K - 38 Masterpiece.

    Fino dal momento dell'introduzione deirevolvers sistema

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    Nel 1946 le armi della serie Mod. 14,le K - 18, )2 e22, venivano sottoposte aduna serie di modifiche che le portarono adassumere l'aspetto e le caratteristiche chetutti noi conosciamo.

    Venivano introdotte la bindella piena so-prastante la canna ed il trigger stop, e mo-dificata 7a tacca di mira.

    La meccanica venne modificata introdu-cendo, come del resto sugli altri modelli,la ormai famosa ushort action>> e la tran-sfer bar, Iabarra di sicurezza divenuta diuso generale su tutti i revolvers moderni.

    Altre leggere modifiche introdotte viavia durante gli anni non muteranno in ma-nieru apprezzabile l'aspetto di questa splen-dida arma.

    Nel 1949 viene introdotta I'ultima del-le modifiche subite dalle armi di questa se-rie: viene cio allargata (sulle K. 18) la bin-della allo scopo di rendere identici i pesidelle K. )8 e 22.

    La denominazione dei modelli di revol-ver della Smith a 1Tesson subisce una va-riazione dal 1959, assumendo f indicazio-ne di un numero per ogni modello che vie-ne in genere apposta sui castelli, dietro ilgiogo del tamburo.

    Molto importante da ricordare beneche sui revolvers M. 14 anteriori al 1958la casa sconsiglia l'uso di cartucce >, e con guancette di se-rie, seguenti cio il profilo della parte delcastello che costituisce f impugnatura, ooversize, awolgenti la stessa nella parte an-teriore.

    L'arma riprodotta nelle foto che accom-pagnano questo scritto stata acquistata,usata, nel 1978 se ben ricordo, ed ha spa-rato fino ad oggi un numero di colpi va-riabile tra i 7 e gli 8.000, almeno in miemani.

    Tra parentesi devo dire che, in tutti que-sti anni, I'arma non mi ha veramente maitradito, mantenendo costante 1a sua capa-cit (non per merito del tiratore) di porta-re sempre i colpi suJ bersaglio in modo stu-pendo: di produrre cio ottime rosate equesto indipendentemente dalla distanza.

    Nel corso di varie prove ed anche di ga-rette informali con altri.amici della Sezio-ne, nelle quali si sparato a distanze va-riabili tra i 10 ed i 50 metri, 1a mia Ma-sterpiece si dimostrata veramente un>.

    La meccanica della Mod. 14 quella,classica, di tutti i revolvers Smith & \X/es-son, con l'unica particolarit di presenta-re una linitura ottima praticamente su tutLii pezzi. l,rr orati tra l'altro in manierr ve-ramente impeccabile.

    Questo dipende certamente dalla desti-nazione dell'arma, il tiro di precisione, edanche per dal periodo di costruzione delrevolver che si pu indicare nella secondamet degli anni '60.

    Negli Stati Uniti, con il diffondersi del-l'uso sempre pi massiccio delle pistole se-miautomatiche anche per il tiro accademi-co, i revolvers da tiro, tra i quali anche lanostra M. 14, cominciarono ad avere vitadura ed a farsi da parte a partire dai primianni '60.

    Si deve alla sempre maggiore diffusio-ne, proprio in quel periodo, del P.P.C. sela nostra non ha conosciuto una prematu-ra uscita dalla scena e, anzi, ha avuto unafiammata di popolarit fino alla secondamet degli anni '70, in cui stata sempredi pi soppiantata da armi pi adatte certamente per tali scopi.

    Qui in Italia, viste 1e leggi passate, i re-golamenti e la mentalit imperanti, la no-stra Masterpiece ha cominciato solo da po-co a segnare il passo rispetto alle pistole se-miautomatiche nei calibri .38 Special WCe .32 S. & W. Long WC.

    Della versione in S.A. oonly, della Ma-sterpiece, sono stati prodotti solo pochi (re-lativamente) esemplari, anche perch almomento della sua introduzione sul mer-cato (negli Stati Uniti) i revolvers comin-ciavano a non essere pi utilizzati per il tiroaccademico (e non) come gi accennavanoprima e quindi la produzione venne quasisubito sospesa, anche se la S. & \X/. offri-va come kit di conversione i pezzi ne-ces s ari.

    Nutro il forte sospetto che tali armi etali kits siano finiti al90Vo nel nostro pae-se.

    Spero che i lettori mi perdoneranno seogni tanto mi prendo la libert di usciredal seminato ma tant' e noi speriamo chenon ce ne vogliano.

    Torniamo alla nostra.La mia Ivlod. 1.1 era dotata di guancette

    in legno del tipo standard, e cio piccole,ottime per un'arma da portare addosso secon canna corta, ma non ideali per fare deltiro di precisione.

    Al tiro, infatti, il revolver tendeva a.,sbandierare, di lato e, per correggere que-sta tendenza, ho provveduto quasi subitoa sostituirle con un bel paio di guancettein gomma Pachmayr Signature Grips cheoffrono una presa veramente molto stabi-le.

    Tra l'altro, da un conJronto con le guan-ce in legno

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    K38 frlasterpirc*

    Le prestazioni della Masterpiece in ter-mini di comportamento sul bersaglio sonoottime: le rosare ottenibili varian in rela-zione alle cartucce impiegate ma con car-tucce ottimizzate all'arma si possono, senzatroppa difficolr, orrenere rosate da20-25mm. alla distanza classica dei 25 metri.

    La mia Masterpiece, come ho gi dertoprima, ha sparato con me dai 7 agli g milacolpi ed probabile che almeno i o 4 milali abbia bruciati con il precedente proprie-tario.

    Nonostante ci Ie rosate si sono mante-nute costanti durante tutti questi anni, se-gno di un'usura impercettibile, e questo no-nostante che nell'anima della canna del miorevolver sia passato un po' di tutto.

    Devo precisare per che 1'80Vo delle ca-riche che ho bruciato sono costituite da car-tucce con palla in lega sia WC che di altreconformazioni e solo il restante 2OVo dari-cariche con palleJacketed o SemiJacketed.

    I bossoli di risulta non presenrano de-formazioni apprezzabii, trane che per unacamela, leggermente pi