S. GIROLAMO, preconciliare per spiegare la possibilità ns pubblicazioni... · Non è certo il suo...

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Salt. II sett. Domenica 29 Settembre DOMENICA XXVI (3) Messa propria., Gloria, Credo, prefazio delle domeniche Lez. Fest..: Am 6,1a.4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31 VERDE 08,00 10,00 20,00 Pro populo Def. Giovanni Spada Lunedì 30 Settembre S. GIROLAMO, sacerdote e dottore, memoria (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria Lez. Fer.: Zc 8,1-8; Sal 101; Lc 9,46-50 Lez. Santi: 2 Tim 3,14-17; Sal 18; Mt 13, 47-52 BIANCO 08,30 19,00 20,00 Def. Marco Serra Def. Gesuino Matta INCONTRO DI PREGHIERA Martedì 1 Ottobre S. TERESA DI GESU' BAMBINO verg. e dott. mem. (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria Lez. Fer.: Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56 Lez. Santi: Is 66,10-14c; Sal 130; Mt 18,1-4 BIANCO 08,30 19,00 Def. Maurizio Stara Mercoledì 2 Ottobre Ss. ANGELI CUSTODI, memoria (5) Messa propria, prefazio degli angeli Lez. Santi: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10 BIANCO 08,30 19,00 19,30 Def. Angela Pes Deff. Mireya Deivi, Rafael, Carmen PROGETTI ORATORIO E GRUPPI Giovedì 3 Ottobre FERIA DELLA XXVI SETTIMANA (7) Lez. Fer.: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12 Messa a scelta, prefazio comune VERDE 08,30 18,00 19,00 20,00 ADORAZIONE Def. Antonio Melis MESSA COMUNITARIA Venerdì 4 Ottobre S. FRANCESCO D'ASSISI, sacerdote, memoria (3) Messa propria, Gloria, prefazio dei santi Lez. Santi: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30 BIANCO Primo venerdì del mese 08,30 09,30 19,00 20,00 Def. Antonio Congera Comunione ai malati Sacro Cuore CENA DI BENEFICIENZA Sabato 5 Ottobre FERIA DELLA XXVI SETTIMANA (7) Messa a scelta, prefazio comune Lez. Fer.: Bar 4,5-12.27-29; Sal 68; Lc 10,17-24 VERDE 08,30 18,00 19,00 ADORAZIONE Def. Mariano Cesaracciu MESSA CON I MALATI Salt. III sett. Domenica 6 Ottobre DOMENICA XXVI (3) Messa propria., Gloria, Credo, prefazio delle domeniche Lez. Fest..: Ab 1,2-3; 2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10 VERDE 08,00 10,00 19,00 Pro populo Deff. Anna, Nino, Graziano e Salvatore Stampato in proprio dalla Parrocchia S. Eusebio Il corpo di Cristo è contenuto in vasi splendidi e preziosi, e intanto le membra di Cristo riman- gono nella miseria. (San Giovanni Crisostomo) V. Q. Sella Tel. e Fax 070504200 09121 CAGLIARI Fax 1782740992 E-mail: [email protected] Sito internet: www.parrocchiasanteusebiocagliari.it 29 Settembre 6 Ottobre 2013 ANNO XI N. 568 Quante acrobazie dialettiche abbiamo fatto da studenti di teologia preconciliare per spiegare la possibilità-impossibilità che un “dannato” possa provare buoni sentimenti e preoccuparsi dei 5 fra- telli. Non è certo il suo ravvedimento né la descrizione dell’aldilà l’intento della parabola di Gesù propostaci dalla liturgia di questa domenica. In fondo po- tremmo quasi dire che continua a non “vedere” quel settimo fratello la cui vita continua a essere così diversa dalla sua. È qui il nostro problema. Né il sarcasmo di Amos né la mi- naccia della catastrofe imminente scuotono i buontemponi di Samaria, troppo intenti a go- dersi la vita per accorgersi e tanto meno curarsi della rovinosa situazione sociale del regno di Israele. È vero che qualche volta preferiamo girare la faccia per non vedere ma in questo caso dobbiamo almeno cercare di tacitare il pungolo della nostra coscienza. Molto peggio è, e accade purtroppo, che proprio non ci accorgiamo di una sofferenza e di un’ingiustizia. Sono le spiegazioni che diamo della colpa del ricco e sono anche vere. Nella Bibbia la ricchezza non è condannata tanto per se stessa quanto perché non viene usata per fare del bene e perché rende l’uomo insensibile nei confronti di Dio e degli uomini. Ma non possia- mo dimenticare i “ beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli. Beati voi che avete fame perché sarete saziati”, né i “guai a voi ricchi perché avete già la vostra consolazione”. La parabola è l’illustrazione drammatica di questi principi che Luca espone nella loro dra- sticità e Gesù realizza in sé. Egli facendosi carico delle sofferenze degli uomini non sceglie quelle dei poveri “buoni” che se lo meritano, ma anche di chi non se lo merita … compresi i ricchi. Non ci è facile rinunciare alla nostra meritocrazia per entrare nella dimensione dell’amore gratuito e misericordioso di Dio da accogliere con gratitudine … e imitare. Non è facile accogliere il messaggio biblico ed in particolare evangelico senza la presenza di prove, segni, visioni. Fede è accogliere il messaggio di colui che solo è risorto dai morti. Sac. Giuseppe PREGHIERA L'illusione avrà termine e la realtà sarà dolorosa e senza possibilità di cambiamento. È una minaccia - lo riconosco, Gesù -, un avvertimento che lanci senza mezzi termini ad ogni tuo discepolo. Tu smascheri il pericolo vero che incombe sui ricchi. L'abbondanza in cui nuota- no impedisce loro di accorgersi di chi sta male, di chi è nella penuria: non lo vedono, nean- che se sta alla loro porta. Il lusso e i piaceri che si concedono pensano di poterseli permet- tere in ogni tempo e in qualsiasi frangente, una sorta di etichetta con cui sarebbero nati. E finiscono con l’ignorare il capovolgimento che li attende, brutale e per l’eternità. Parole dure, adatte a svegliarci, fatte apposta per uscire dai sogni dorati in cui viviamo e a prende- re sul serio la destinazione che ci attende. C’è una giustizia che ci aspetta, e sarà inflessibile con tutti quelli che hanno considerato ineluttabile e scontata la miseria di popoli interi, l’oppressione che li schiaccia, la loro fame e la loro sete. RIFLETTIAMO RIFLETTIAMO RIFLETTIAMO SULLA SULLA SULLA PAROLA DI DIO PAROLA DI DIO PAROLA DI DIO

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Salt. II sett.

Domenica 29 Settembre DOMENICA XXVI (3) Messa propria., Gloria, Credo, prefazio delle domeniche Lez. Fest..: Am 6,1a.4-7; Sal 145; 1Tm 6,11-16; Lc 16,19-31 VERDE

08,00

10,00

20,00

Pro populo

Def. Giovanni Spada

Lunedì 30 Settembre S. GIROLAMO, sacerdote e dottore, memoria (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria Lez. Fer.: Zc 8,1-8; Sal 101; Lc 9,46-50 Lez. Santi: 2 Tim 3,14-17; Sal 18; Mt 13, 47-52 BIANCO

08,30

19,00

20,00

Def. Marco Serra

Def. Gesuino Matta

INCONTRO DI PREGHIERA

Martedì 1 Ottobre S. TERESA DI GESU' BAMBINO verg. e dott. mem. (5) Messa propria, prefazio comune o della memoria Lez. Fer.: Zc 8,20-23; Sal 86; Lc 9,51-56 Lez. Santi: Is 66,10-14c; Sal 130; Mt 18,1-4 BIANCO

08,30

19,00

Def. Maurizio Stara

Mercoledì 2 Ottobre Ss. ANGELI CUSTODI, memoria (5) Messa propria, prefazio degli angeli Lez. Santi: Es 23,20-23a; Sal 90; Mt 18,1-5.10 BIANCO

08,30

19,00

19,30

Def. Angela Pes

Deff. Mireya Deivi, Rafael, Carmen

PROGETTI ORATORIO E GRUPPI

Giovedì 3 Ottobre FERIA DELLA XXVI SETTIMANA (7) Lez. Fer.: Ne 8,1-4a.5-6.7b-12; Sal 18; Lc 10,1-12 Messa a scelta, prefazio comune VERDE

08,30

18,00

19,00

20,00

ADORAZIONE

Def. Antonio Melis

MESSA COMUNITARIA

Venerdì 4 Ottobre S. FRANCESCO D'ASSISI, sacerdote, memoria (3) Messa propria, Gloria, prefazio dei santi Lez. Santi: Gal 6,14-18; Sal 15; Mt 11,25-30 BIANCO

Primo venerdì del mese

08,30

09,30

19,00

20,00

Def. Antonio Congera

Comunione ai malati

Sacro Cuore

CENA DI BENEFICIENZA

Sabato 5 Ottobre FERIA DELLA XXVI SETTIMANA (7) Messa a scelta, prefazio comune Lez. Fer.: Bar 4,5-12.27-29; Sal 68; Lc 10,17-24 VERDE

08,30

18,00

19,00

ADORAZIONE

Def. Mariano Cesaracciu

MESSA CON I MALATI

Salt. III sett.

Domenica 6 Ottobre DOMENICA XXVI (3) Messa propria., Gloria, Credo, prefazio delle domeniche Lez. Fest..: Ab 1,2-3; 2,2-4; Sal 94; 2Tm 1,6-8.13-14; Lc 17,5-10 VERDE

08,00

10,00

19,00

Pro populo

Deff. Anna, Nino, Graziano e Salvatore

Stampato in proprio dalla Parrocchia S. Eusebio

Il corpo di Cristo è contenuto in vasi splendidi e preziosi, e intanto le membra di Cristo riman-

gono nella miseria. (San Giovanni Crisostomo)

V. Q. Sella Tel. e Fax 070504200 09121 CAGLIARI Fax 1782740992

E-mail: [email protected] Sito internet: www.parrocchiasanteusebiocagliari.it

29 Settembre –6 Ottobre 2013 ANNO XI N. 568

Quante acrobazie dialettiche abbiamo fatto da studenti di teologia

preconciliare per spiegare la possibilità-impossibilità che un

“dannato” possa provare buoni sentimenti e preoccuparsi dei 5 fra-

telli. Non è certo il suo ravvedimento né la descrizione dell’aldilà

l’intento della parabola di Gesù propostaci dalla liturgia di questa domenica. In fondo po-

tremmo quasi dire che continua a non “vedere” quel settimo fratello la cui vita continua a

essere così diversa dalla sua. È qui il nostro problema. Né il sarcasmo di Amos né la mi-

naccia della catastrofe imminente scuotono i buontemponi di Samaria, troppo intenti a go-

dersi la vita per accorgersi e tanto meno curarsi della rovinosa situazione sociale del regno

di Israele. È vero che qualche volta preferiamo girare la faccia per non vedere ma in questo

caso dobbiamo almeno cercare di tacitare il pungolo della nostra coscienza. Molto peggio

è, e accade purtroppo, che proprio non ci accorgiamo di una sofferenza e di un’ingiustizia.

Sono le spiegazioni che diamo della colpa del ricco e sono anche vere. Nella Bibbia la

ricchezza non è condannata tanto per se stessa quanto perché non viene usata per fare del

bene e perché rende l’uomo insensibile nei confronti di Dio e degli uomini. Ma non possia-

mo dimenticare i “ beati voi poveri perché vostro è il regno dei cieli. Beati voi che avete

fame perché sarete saziati”, né i “guai a voi ricchi perché avete già la vostra consolazione”.

La parabola è l’illustrazione drammatica di questi principi che Luca espone nella loro dra-

sticità e Gesù realizza in sé. Egli facendosi carico delle sofferenze degli uomini non sceglie

quelle dei poveri “buoni” che se lo meritano, ma anche di chi non se lo merita … compresi

i ricchi. Non ci è facile rinunciare alla nostra meritocrazia per entrare nella dimensione

dell’amore gratuito e misericordioso di Dio da accogliere con gratitudine … e imitare. Non

è facile accogliere il messaggio biblico ed in particolare evangelico senza la presenza di

prove, segni, visioni. Fede è accogliere il messaggio di colui che solo è risorto dai morti.

Sac. Giuseppe

PREGHIERA L'illusione avrà termine e la realtà sarà dolorosa e senza possibilità di cambiamento. È una

minaccia - lo riconosco, Gesù -, un avvertimento che lanci senza mezzi termini ad ogni tuo

discepolo. Tu smascheri il pericolo vero che incombe sui ricchi. L'abbondanza in cui nuota-

no impedisce loro di accorgersi di chi sta male, di chi è nella penuria: non lo vedono, nean-

che se sta alla loro porta. Il lusso e i piaceri che si concedono pensano di poterseli permet-

tere in ogni tempo e in qualsiasi frangente, una sorta di etichetta con cui sarebbero nati. E

finiscono con l’ignorare il capovolgimento che li attende, brutale e per l’eternità. Parole

dure, adatte a svegliarci, fatte apposta per uscire dai sogni dorati in cui viviamo e a prende-

re sul serio la destinazione che ci attende. C’è una giustizia che ci aspetta, e sarà inflessibile

con tutti quelli che hanno considerato ineluttabile e scontata la miseria di popoli interi,

l’oppressione che li schiaccia, la loro fame e la loro sete.

RIFLETTIAMORIFLETTIAMORIFLETTIAMO

SULLASULLASULLA

PAROLA DI DIOPAROLA DI DIOPAROLA DI DIO

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D iverse volte ho scritto sulla

opportunità di sfruttare le tante

occasioni di preghiera comu-

nitaria che la parrocchia ci

offre. Torno sull’argomento perché in

questi ultimi giorni don Giuseppe ne

parlato in diverse occasioni, non nascon-

dendo una certa dose ( abbondante) di

amarezza. La prima volta lo ha fatto

nella riunione dell’oratorio di giovedì

12. Ha detto che il motivo fondamentale

dei disaccordi esistenti all’interno dei

gruppi parrocchiali risiede nella scarsità

della nostra preghiera. Su domanda di

Sergio, ha spiegato che andare

d’accordo è dono di Dio e come tale va

chiesto, accolto, utilizzato e sviluppato

con la preghiera. Niente di più vero.

Preghiamo poco, io per primo. Non vo-

glio qui ricordare i tanti momenti di

preghiera comunitaria che la parrocchia

ci offre. Chi ha interesse può facilmente

scoprirli. Il fatto è che non interessano. Non nascondiamoci dietro l’alibi del “ non ho

tempo”, “ posso pregare anche a casa” “ ho famiglia”. Sono sicuro invece che, vo-

lendo, il tempo si trova ma, purtroppo, e lo ribadisco con forza, pregare non interes-

sa. Se interessasse si vedrebbero ai momenti di preghiera persone diverse dalle solite.

Si vedrebbe qualche catechista in più, giusto per citare un gruppo che dovrebbe essere

d’esempio agli altri. Eppure la preghiera è il pane quotidiano per il cristiano, ancor di

più quella comunitaria per chi frequenta la parrocchia. Dovrebbe anzi essere l’attività

più importante ... Ma, purtroppo, non è così. E’ bello vedere grande partecipazione a

tutte la altre iniziative, seppur con qualche attrito fra i gruppi. Ma alla preghiera co-

munitaria, no! A quella non si partecipa. Perché? Boh! Non lo so. Non solo, ma c’è

anche chi all’esterno sparla della parrocchia, la denigra. E qui raddoppio il mio boh!

Però di una cosa sono certo. Se pregassimo di più assieme si creerebbe inevitabilmen-

te al nostro interno quell’armonia che manca. Si smusserebbero gli attriti, si guarde-

rebbe l’antipatico con maggiore comprensione, si ascolterebbero le ragioni degli altri.

In almeno un’altra occasione don Giuseppe ha mostrato un momento di amarezza. Al

consiglio pastorale di venerdì 13 ha chiesto ai consiglieri di riflettere sulla opportunità

di continuare o meno a celebrare la messa comunitaria, visto che è così poco frequen-

tata rispetto al numero delle persone che fanno parte dei gruppi o che, in qualche mo-

do, partecipano alla vita parrocchiale. Anche un qui un discreto velo di amarezza

(incomincio a capire perché gli piacciono i dolci). Perché c’è scarsa partecipazione?

Anche qui un grande e possente BOH! Eppure la messa (una volta al mese!) è seguita

dall’agape fraterna, un momento conviviale molto simpatico che và vissuto come la

prosecuzione della messa. Imbandire la tavola per l’agape lo vedo come la prosecu-

zione della Tavola imbandita della Parola e la Tavola imbandita della Eucaristia. Con

l’agape si continua a spezzare il pane fraternamente, si condivide il cibo così come si

è condivisa la Parola ed il Corpo di Cristo. Preparare il cibo per l’agape significa usa-

re le materie prime che il Signore ci ha dato. Elaborarle, possibilmente con semplici-

tà, per farle diventare gradite al palato nostro e dei nostri fratelli. Significa usare

l’acqua ed il fuoco elementi vitali per eccellenza. No, l’agape non è solo mangiare

assieme. È preparazione, condivisione, fratellanza, dono del proprio lavoro ai nostri

fratelli. È trasformare una semplice tavola in una tavolata fra chi condivide gli ideali

cristiani, fra chi è chiamato a lavorare per la parrocchia. Concludo: dalla preghiera

comunitaria fino all’agape, partecipiamo con entusiasmo e gioia. Tutta la parrocchia

ne avrà grandi benefici. Paolo

omenica 8 settembre si è celebrata la messa in

onore del nostro Patrono. Una messa sentita e

partecipata che faceva seguito alla processione.

Don Carlo Rotondo come al solito ha rapito la

nostra attenzione con la sua omelia semplice ma esau-

stiva che viene dal cuore ed entra nei cuori di chi lo

ascolta. Il tutto coronato e completato amabilmente

dalle canzoni del coro dei ragazzi della Comunità dell’

Aquilone. Diretto da un energico Gianfranco Fresi

hanno allietato i momenti culminanti della Santa Mes-

sa. Penso che non ci sia coro più indovinato di questo

per animare la messa di un santo come Eusebio. La-

sciatemi spendere due parole per questi ragazzi che

lottano duramente

contro il male che è se stessi per tornare a una vita

normale. Come Eusebio anche loro in un certo senso

sono stati in esilio. Un esilio dettato dalla dipendenza

da sostanze micidiali che non distruggono solo il

corpo ma anche lo spirito. In comunità imparano a

guardarsi dentro e a trovare il vero motivo di questa

“malattia”. E con l’aiuto di persone eccezionali, amo-

revoli e determinate riescono ad affrancarsi da

quell’esilio di solitudine, di “non dignità” e di soffe-

renza. ma soprattutto imparano l’umiltà e la carità,

elementi indispensabili per un vero cristiano o un

vero uomo (o donna, naturalmente). A attrus annus.

Giovanna