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Forum D. La rivista informativa della dogana svizzera Maggio 1/2003 www.dogana.admin.ch Eidgenössische Zollverwaltung EZV Administration fédérale des douanes AFD Amministrazione federale delle dogane AFD Administraziun federala duana AFD Focus Violenza al confine Dossier Contrabbando di stupefacenti: 2002, anno record Lotta contro i «diamanti insanguinati» Pirateria commer- ciale: come agisce la dogana Attualità Revisione della legge sulle dogane: modifiche essenziali Controlli in materia di sicurezza: fede- rali o cantonali? Panorama Pro o contro: targhette nomina- tive per il perso- nale doganale Daniel Keller – il nostro uomo in Kirghizstan Annexe: Personalia Faits et chiffres AFD 2002

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1Forum D. 1/2003

Forum D.La rivista informativa della dogana svizzera

Maggio 1/2003

www.dogana.admin.ch

Eidgenössische Zollverwaltung EZVAdministration fédérale des douanes AFDAmministrazione federale delle dogane AFDAdministraziun federala duana AFD

FocusViolenza al confine

DossierContrabbandodi stupefacenti:2002, anno record

Lotta contro i«diamantiinsanguinati»

Pirateria commer-ciale: come agiscela dogana

AttualitàRevisione dellalegge sulledogane: modificheessenziali

Controlli in materiadi sicurezza: fede-rali o cantonali?

PanoramaPro o contro:targhette nomina-tive per il perso-nale doganale

Daniel Keller –il nostro uomo inKirghizstan

Annexe: Perso

nalia

Faits

et chiffr

es AFD

2002

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Citazioni«Non possiamo essere sempre schiavidell’isolazionismo e pretendere chetutti gli altri ci prendano in considera-zione. Adesso dobbiamo definire qualisono le nostre priorità. E se vogliamoveramente andare avanti da soli, dob-biamo essere consapevoli degli import-anti svantaggi che ne derivano. Midichiaro quindi decisamente favorevolead accelerare i negoziati concernentiSchengen e Dublino.»La consigliera federale Ruth Metzler,Berner Zeitung, gennaio/03

«Bisognerebbe chiedersi cos’è l’etica.Per la maggior parte delle persone èsemplicemente qualcosa di buono chederiva dal greco.»Daniel Eckmann, delegato per la comu-nicazione, DFF, durante una relazionepresso il Rotary Club di Berna

«La politica non è spettacolo, bensìcontenuto».Il consigliere federale Kaspar Villiger,Facts 4/03

«Non si può parlare di un regalo se pre-leviamo meno soldi dalle tasche deicontribuenti».Il consigliere federale Kaspar Villiger,Facts 4/03

«Se vi è un blocco al confine, rimani-amo calmi finché si dissolve».Toni Grab, comandante delle guardiedi confine, Facts 4/03

«Se vengono impiegate in modo ap-propriato, le guardie delle fortificazionicompletano le guardie di confine».Guido Balmer, sost. del capo dell’infor-mazione presso il CGF, Facts 4/03

«Non intendo far diventare la Svizzeracome l’ex RDT».Rudolf Nebel, direttore del I circondariodoganale, Basellandschaftliche Zei-tung, febbraio/03

IndirizziAmministrazione federale delle doganeDirezione generale delle doganeMonbijoustrasse 403003 BernaTelefono: 031 322 65 11Fax: 031 322 78 72E-mail: [email protected]

Direzione del I circondario delle doganeElisabethenstrasse 314010 BasileaTelefono: 061 287 11 11Fax: 061 287 13 13E-mail: [email protected]

Direzione del II circondario delle doganeBahnhofstrasse 628200 SciaffusaTelefono: 052 633 11 11Fax: 052 633 11 99E-mail: [email protected]

Direzione del III circondario delle doganeAv. Louis-Casaï 841216 CointrinTelefono: 022 747 72 72Fax: 022 747 72 73E-mail: [email protected]

Direzione del IV circondario delledoganevia Pioda 106900 LuganoTelefono: 091 910 48 11Fax: 091 923 14 15E-mail: [email protected]

ImpressumForum D. – Editore: Amministrazionefederale delle dogane (AFD); pubblica-zione: tre-quattro volte all’anno intedesco, francese e italiano; tiratura:8’500 esemplari; redazione: Walter Pavel(wp), Roger Hermann (rh), FlorenceMaeder (fm); segretariato/Personalia:Elisabeth Sarta, Irène Häring; indirizzodella redazione: Amministrazionefederale delle dogane (AFD), Direzionegenerale delle dogane, Informazione edocumentazione, Monbijoustrasse 40,3003 Berna, telefono 031 322 67 43, fax031 322 42 94, [email protected],www.dogana.admin.ch; struttura: OliverSlappnig, Herrenschwanden; stampa: gdz– AG per la grafica. Copyright: riprodu-zione solo con l’indicazione della fonte.

Daniel Eckmann

Kaspar Villiger

Rudolf Nebel

Toni Grab

Ruth Metzler

3Forum D. 1/2003

Care lettrici, cari lettori

Avete tra le mani la prima edizione diForum D., la rivista informativa delladogana svizzera. Un forum offre unospazio per lo scambio di esperienze,suscita discussioni e fornisce dei conte-nuti che inducono a riflettere. Con ilnuovo concetto cerchiamo di tenerconto di tali esigenze. Il forum non silimita soltanto alla rivista; intendiamosfruttare sempre più anche l’Intranetdell’amministrazione e del dipartimento.

Cosa offre il nuovo concetto? Ogniedizione di Forum D. contiene un arti-colo centrale («Approfondimento»). Ilprimo è dedicato alla crescente violenzaal confine. Nei «dossier» gli espertipubblicano degli articoli specialisticiinerenti i diversi campi doganali. Nellarubrica «Attualità» vengono trattatitemi concernenti la nostra amministra-zione come organizzazione. Vi trovateinoltre dei contributi forniti dai diparti-menti nonché dal mondo politico,economico e sociale in generale –sempre che rivestano importanza per ladogana. Infine, sotto «Panorama», inprimo piano vi sono le persone e le loroopinioni.

Oltre alla struttura del CorporateDesign del DFF, una delle innovazioniche salta maggiormente agli occhi è lapubblicazione di tre versioni linguistichedistinte. Dietro a ciò vi è l’idea che tuttii collaboratori dell’AFD debbano avereaccesso alle stesse informazioni. Sol-tanto così è possibile promuovere nellanostra organizzazione estremamenteramificata e decentrata la comprensionereciproca per i molteplici compiti. Fo-rum D. contribuirà a rafforzare la coesio-ne al di là delle barriere organizzative elinguistiche. Un compito tuttora import-ante soprattutto presso la dogana, cheopta da sempre per l’«unità nella molte-plicità culturale» del nostro paese.

Walter PavelCapo dell’informazione edocumentazione

FOCUS«... che rischiamo ogni giorno la nostra vita»Le guardie di confine sono confrontate a una crescente propensionea commettere atti di violenza. ..................................................................... 4

DOSSIER«L’impegno e l’esperienza sono decisivi» – Nel 2002 la dogana hasequestrato una quantità di stupefacenti mai vista prima. ........................... 7

La fine del commercio dei «diamanti insanguinati»? – Il sistema dicertificazione bandirà i diamanti insanguinati dai mercati legali. .................. 9

La dogana aiuta a tutelare i diritti – Lotta contro i prodotti pirata................10

Dichiarare via Internet – Il nuovo software semplificail conteggio della TTPCP. .............................................................................11

Grande know-how per compiti complessi – I controllori aziendalidell’Amministrazione federale delle dogane all’azione. ...............................11

Tulli – la dogana in Finlandia – Una delegazione svizzera in visitapresso la dogana finlandese. ......................................................................13

ATTUALITÀColmare le lacune e semplificare le procedure – Cosa cambia conla revisione totale della legge sulle dogane. ................................................14

Fondare una nuova cultura didattica – L’e-learning presso la dogana. .........15

«Moderno e dinamico – non trendy e costoso» – Nuovo CorporateDesign (CD) del Dipartimento delle finanze. ...............................................16

«Perché reinventare la ruota?» – Chi effettuerà i controlli di sicurezzadopo l’adesione all’accordo di Schengen?...................................................18

PANORAMATarghette con il nome per il personale dell’AFD? – Pro e contro:due opinioni su un tema molto controverso. ..............................................19

Carcasse di capre e donne rapite – Il doganiere Daniel Kellerè partito per una missione Eurocustoms in Kirghizstan. .............................. 20

«Abbiamo tutti lo stesso obiettivo» – Rubrica: Eveline Härtsch racconta lesue esperienze durante la formazione per diventare specialista doganale. 21

In breve: Annunci e rubrica «DirGD». ....................................................... 22

Rivista della stampa .................................................................................. 23

EditorialeContenuto

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Violenza al confine

«…che rischiamo ogni giornola nostra vita»

Di Walter Pavel – Basilea, 20 novembre2002, settore di Lysbüchel, poco dopole ore 18.00: tre pattuglie del po mobgcf stanno organizzando il lorodispositivo di controllo nella Hegen-heimerstrasse al confine con la Franciaquando Adrian Moser* riceve via radiola comunicazione di fermare un veicolodi colore scuro con targhe germaniche.Insieme a un collega della guardia dellefortificazioni si prepara a fermare ilconducente. «Ho capito immediata-mente che qualcosa non andava. Ilconducente guidava piuttosto lenta-mente, ma nel contempo giocava conil gas – mi sentivo minacciato. Tutto èaccaduto molto rapidamente. Il con-ducente ha schiacciato il gas...» Cosaè successo in seguito Adrian Moser l’haappreso soltanto dai racconti del suocollega e dalla ricostruzione dell’inci-dente: è stato catapultato sul cofanoe trascinato per circa quindici metri, maè riuscito a sparare due colpi all’auto.Egli è rimasto a terra, ferito, sul cigliodella strada, mentre il conducente fug-giva verso la Francia. Insieme allaguardia delle fortificazioni, anch’essainvestita, Moser è stato trasportatoall’ospedale con un trauma cervicaledi contraccolpo, una vertebra spostatae varie escoriazioni.

Forzati 70 posti di bloccoL’incidente è sintomatico della cres-cente violenza alla quale sono confron-tate le guardie di confine negli ultimianni. È preoccupante soprattutto la

L’aumento degli incidenti violenti dimostra quantosia pericolosa la professione delle nostre guardie diconfine. A tal riguardo l’omicidio di Ponte Capriascalascia trasparire una dimensione completamentenuova. Quali sono le ripercussioni della crescente

propensione a commettere atti di violenza, qualisono le cause e come si può reagire a taleevoluzione? Lo abbiamo chiesto ai direttiinteressati.

situazione al confine con la Francia.L’anno scorso sono stati forzati circa70 posti di controllo o di blocco delservizio di sorveglianza. Oltre a Ginevra(28) e Vaud (15), Lysbüchel (13) è unodei settori in cui si sono verificatinumerosi episodi di questo tipo. Ma èaumentata anche la violenza contro imembri del Corpo. Complessivamentesono state effettivamente attaccate 20guardie di confine e in 120 casi lepersone fermate si sono date alla fugadurante il controllo. Le cifre del 2002mostrano una tendenza al rialzo inquasi tutti i campi.

L’auto come armaPer Paul Zuber, capo del settore diLysbüchel, le cause di tale evoluzionesono molteplici: «Negli ultimi anni sonostati soppressi diversi posti guardie diconfine; nel contempo la Francia hasmantellato numerose autorità dipolizia al confine. Con la minorequantità di controlli sono aumentati itentativi di varcare illegalmente ilconfine.» Egli ritiene che un altromotivo siano le vicine periferie dellegrandi città francesi, dove vi sono tassidi disoccupazione estremamenteelevati. «Spesso i giovani che vivono lìnon hanno prospettive. Cercanol’avventura e corrono grandi rischi. Essiricorrono alla violenza perchéritengono di non aver nulla daperdere», afferma Zuber. È spaventosovedere il loro spietato modo di agire,che la vita della gente conta ben poco.Particolarmente pericolose sono lesituazioni in cui l’auto viene usata comearma.

*Per motivi di sicurezza il nome è stato cambiato; ilconducente dell’auto che ha investito Adrian Mosernonché un altro passeggero sono sempre a piede libero.

FOCUS

Paul Zuber

Fermare la spirale di violenzaPaul Zuber è convinto che per fermarela spirale di violenza al confine occorreaumentare la quantità dei controlli. «Atal fine abbiamo bisogno di un nume-ro sufficiente di guardie di confine benistruite. Nel contempo è necessariomigliorare costantemente i dispositividi sicurezza.» Per tale motivo gli inci-denti come quello avvenuto lo scorsonovembre nella Hegenheimerstrassedevono essere chiariti minuziosa-mente. Le informazioni vengono valu-tate dal servizio specialistico Sicurezza,intervento e tecnica (SIT) e i concettididattici adeguati. «Negli ultimi annil’istruzione è notevolmente cambiata,si sono aggiunti nuovi elementi»,afferma Daniele Malnati, responsabiledelle questioni inerenti l’istruzionepresso il Comando centrale del Cgcf.«Oltre alle nuove tecniche di sicurezzae di intervento, teniamo maggior-mente conto dei metodi attinenti aicampi della conversazione, della psico-logia comportamentale e del dominiodello stress».

5Forum D. 1/2003

Ripercussioni sul reclutamentodel personale«Sinora l’aumento della violenza nonha avuto ripercussioni sul reclutamentodi nuove guardie di confine. Nonabbiamo in nessun caso constatato unrapporto diretto tra gli incidenti e i tassidi reclutamento», afferma Peter Fäss-ler, capo del personale presso il Cgcf.Il reclutamento dipenderebbe da varifattori, come ad esempio dall’attuale

situazione economica. Ciò spieghereb-be in parte anche le differenze a livelloregionale. I tassi medi di fluttuazione(circa tre percento) si situerebberotuttora entro un limite accettabile. Acausa dell’impegno richiesto dalla for-mazione ogni partenza sarebbe natu-ralmente già una di troppo. I motivi piùfrequenti delle partenze sarebbero ilfuturo incerto del Cgcf in correlazionecon i negoziati bilaterali II nonché la

rimunerazione. «Dall’inizio dell’annoabbiamo tuttavia constatato una seriedi ritorni. Siamo certi che i reclutamentisegneranno nuovamente un incremen-to», dichiara Peter Fässler.

Convivere con il rischioE com’è la motivazione? Paul Zuber,capo del settore di Lysbüchel, afferma:«Ci siamo abituati, ma gli insulti e leminacce che ha dovuto sopportare di

«Abbiamo bisogno di un numero sufficiente di guardie di confineben istruite. Nel contempo è necessario migliorare costantementei dispositivi di sicurezza.» Paul Zuber

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«Il debriefing non ha niente a che vederecon la debolezza»Il «debriefing» è il metodo con il qualesi vuole evitare che le persone interes-sate da avvenimenti opprimenti accu-sino disturbi psichici permanenti. Nelcolloquio di gruppo gli interessatispiegano come hanno vissuto un inci-dente. La guardia di confine PeterSiegenthaler, capoposto pressol’aeroporto di Basilea-Mulhouse-Fri-borgo, ha frequentato un corso pressol’Istituto svizzero di polizia (ISP) perdiventare «mediatore» di un debrie-fing. Egli ha effettuato il debriefinganche dopo l’incidente avvenuto nellaHegenheimerstrasse. Nell’intervistaspiega quali possono essere le riper-cussioni di un simile incidente e cosasi può ottenere con un debriefing.

Forum D.: Quali sonoesattamente i suoi compiti dimoderatore?

Peter Siegenthaler: Modero il de-briefing e sprono i partecipanti aesprimersi in merito agli avvenimentiopprimenti. L’obiettivo è di sosten-ersi a vicenda e scambiarsi le espe-rienze. Mi pongo come persona difiducia e fornisco informazioni.

Quali sono le condizioni affinchéil debriefing abbia successo?

Il colloquio dovrebbe avvenire al piùpresto 48 ore, ma al massimo 72ore dopo l’incidente. La partecipa-zione è facoltativa. Per poter ricos-truire l’episodio il più precisamentepossibile sarebbe tuttavia meglio setutti gli interessati vi prendesseroparte. Il debriefing si svolge secon-do regole del gioco fisse, ma ipartecipanti hanno la possibilità dicambiarle. È importante che tuttipossano confidare nel fatto che leinformazioni non diventeranno didominio pubblico e che non verran-no trasmesse ai superiori.

In quali casi si ricorre a unopsicologo?

Quando l’interessato lo desidera. Ilmio compito è tra l’altro quello dispiegare ai partecipanti dove pos-

sono rivolgersi in caso di necessità.Il nostro obiettivo è di creare nelCgcf un servizio che rilasci taliinformazioni. Stiamo costituendo lestrutture necessarie.

Quali tracce possono lasciarenella psiche degli interessati gliincidenti come quello avvenutonella Hegenheimerstrasse?

Un simile incidente non deve gene-ralmente lasciare tracce. Ogni per-sona reagisce diversamente e hauna propria strategia di autoguari-gione. Con il debriefing si raffor-zano proprio tali sistemi di difesanaturali. Se un incidente lascia delletracce che non vengono curate,esse possono ripercuotersi a lungosulla vita dell’interessato. Negli am-bienti specializzati si parla di un«disturbo da stress post-traumati-co». La malattia non è facile dadiagnosticare nemmeno per glispecialisti e si presenta nelle formee nelle reazioni più disparate.

Il debriefing è accettato nelCgcf?

Il debriefing è uno strumento rela-tivamente nuovo per la Svizzera.Affinché possa affermarsi, è neces-sario cambiare il modo di pensare.Ciò significa anche staccarsi dall’im-magine della guardia di confine chenon può mostrare punti deboli. Ildebriefing non ha nulla a che vede-re con la debolezza. Da tale puntodi vista nel Corpo manca forseancora la sensibilità.

tanto in tanto il mio personale sonoinauditi e lasciano certamente il segno.Non dobbiamo tuttavia dimenticareche, nonostante la crescente violenza,la maggior parte del nostro lavoro sisvolge senza intralci. Quando qualcunodecide di diventare guardia di confineconosce i rischi legati alla professione.Dobbiamo convivere con il rischio.Proprio per questo vorrei che anche ipolitici riconoscessero che il Cgcf habisogno di professionisti.»

Un lavoro importante eopportunoDa un paio di settimane Adrian Moserlavora nuovamente a tempo pieno. Giàpoco dopo l’incidente avvenuto nellaHegenheimerstrasse ha prestatoservizio a tempo parziale. «Volevosemplicemente essere vicino ai mieicolleghi. Ora, quando fermo un’auto,sono forse più nervoso, ma sto duevolte più attento. Questo incidente miha fatto capire quanto sia pericoloso ilnostro lavoro, che rischiamo ognigiorno la nostra vita.»

Il debriefing che ha avuto luogo duegiorni dopo l’incidente è stato moltoimportante per superare le paure.Parlare dell’accaduto nel gruppo l’hacertamente aiutato (vedi riquadro). Nelsuo caso non ritiene per contronecessario un sostegno psicologico.Moser ha sofferto a lungo di capogiri,mentre oggi accusa soprattutto dolorialla schiena, alla nuca e alla testa. Vi siaggiunge il dubbio che possanoinsorgere altri problemi. Nonostantetutto Adrian Moser dichiara: «Il lavoromi piace sempre, perché è importantee opportuno.»

FOCUS

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Forum D.: Signor Canonica, nelbilancio annuale 2002 figuranodei valori record per quantoconcerne i quantitativi di stupe-facenti sequestrati. Il nostropersonale ha lavorato meglio o èsemplicemente aumentato ilvolume della droga contrabban-data?

Andrea Canonica: Anche l’annoscorso i collaboratori del Corpo delleguardie di confine e del servizio civilehanno fornito prestazioni straordi-narie. Solo delle persone molto moti-vate possono raggiungere tali risul-tati. Vi ha certamente contribuitoanche la collaborazione più intensacon le autorità partenariali svizzereed estere della dogana e della polizia.Grazie a operazioni coordinate a livel-lo internazionale siamo riusciti a con-seguire maggiori risultati. Le afferma-zioni relative al volume degli stupe-facenti contrabbandati sarebberouna mera speculazione. Partiamotuttavia dal presupposto che l’au-mento dei movimenti delle merci alivello mondiale comporti un incre-mento del contrabbando.

Nonostante l’impressionantebilancio annuale, emerge chiara-mente che il fossato tra necessitàdi controllo e possibilità di control-lo sta diventando sempre più pro-fondo. I contrabbandieri agisconoin modo sempre più professionale.Come intende contrastare taleevoluzione?

Le sfide diventano sempre più com-plesse e dinamiche. Pertanto, noncerchiamo solo di reagire rapida-mente alle nuove situazioni ma diprevenirle. A tal fine occorre raffor-

Contrabbando di stupefacenti

«L’impegno e l’esperienzasono decisivi»L’anno scorso la dogana svizzera ha sequestratoingenti quantitativi di stupefacenti. Per AndreaCanonica, capo del servizio specialistico Lottacontro il contrabbando di stupefacenti, l’elevato

«tasso di successi» è riconducibile soprattuttoall’impegno straordinario del personale nonché alrafforzamento della collaborazione internazionale.

DOSSIER

zare ulteriormente lo scambio di in-formazioni e la collaborazione inter-nazionale. Naturalmente è anche im-portante sfruttare tutte le possibilitàdei mezzi tecnici di cui disponiamo.L’impegno e l’esperienza dei collabo-ratori sono tuttavia decisivi. Intendia-mo quindi investire nella loro istru-zione e nel loro perfezionamento.

Si delineano delle tendenze perquanto concerne i generi di drogao le forme di contrabbando?

Le classiche droghe pesanti comel’eroina e la cocaina vengono tuttoraimportate in Europa occidentale equindi in Svizzera dai Balcani, risp.dall’America del Sud e dall’Africaoccidentale. Le droghe sintetichedestinate agli Stati Uniti e al Cana-da – in particolare l’ecstasy – proven-gono principalmente dai Paesi Bassie transitano in parte dalla Svizzera.All’esportazione siamo notoriamen-te confrontati al boom della canapa.Proprio come il commercio, negli

ultimi anni anche il contrabbandoha subito una globalizzazione.Abbiamo sempre più spesso a chefare con gruppi criminali organizzati,che operano in modo interconnessoa livello internazionale. È sorta unavera e propria industria del contrab-bando e i ricettacoli per la drogadiventano sempre più ricercati. Se-questrare stupefacenti è uno degliobiettivi, ma è altrettanto import-ante scoprire degli indizi sullestrutture organizzative. A tal riguar-do siamo confrontati con il classicodilemma doganale. Da un canto,dobbiamo controllare il più rapida-mente possibile per non ostacolarele operazioni commerciali. D’altrocanto, ci si aspetta che impediamol’importazione di stupefacenti.

Le discussioni in merito allaliberalizzazione della canapahanno procurato nuovi clienti alturismo svizzero, i cosiddetti turis-ti della canapa. Stiamo diventan-

Andrea Canonica, capo del servizio specialistico Lotta contro il contrabban-do di stupefacenti, teme che più la revisione della legge sugli stupefacentiverrà ritardata, più sarà difficile risolvere il problema legato alla canapa.

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do sempre più un paese espor-tatore di canapa. Come si riper-cuote tale evoluzione sui controllial confine e sulla collaborazionecon le autorità estere?

All’estero molte persone hanno l’im-pressione che in Svizzera il commer-cio e il consumo della canapa sianocompletamente liberalizzati. Il suocontrabbando implica dei controllidispendiosi e vincola anche molterisorse dal punto di vista amministra-tivo. Soprattutto i giovani stranierihanno trovato nel contrabbandodella canapa una fonte di redditoapparentemente lucrativa. Se ven-gono fermati all’entrata nel loropaese d’origine, devono fare i conticon conseguenze penali talvoltasevere. Il turismo della canapa logorai rapporti con le autorità doganalie di polizia dei paesi limitrofi, dato cheeseguiamo la maggior parte deinostri controlli all’atto dell’entrata inSvizzera.

Come si ripercuoterebbe la leggesugli stupefacenti rivista suicontrolli al confine?

Per principio, il nostro lavoro noncambierebbe poiché la depenalizza-zione del consumo e del commerciosi limita alla Svizzera. Per l’importa-zione e l’esportazione di prodotti abase di canapa continuerebbe avigere la tolleranza zero. Un obietti-vo della revisione è quello di mig-liorare il controllo della coltivazionee della distribuzione in Svizzera perpoter lottare efficacemente anchecontro il turismo della canapa.Nell’ambito della politica svizzera inmateria di droga abbiamo un postofisso quale autorità di controllo e diaccertamento per quanto concernela repressione. Il nostro compito è eresta quello di impedire il trafficotransfrontaliero di stupefacenti.All’atto della revisione della leggesugli stupefacenti trattasi inoltre difissare dal punto di vista giuridico iquattro pilastri della politica svizzerain materia di droga: prevenzione,terapia, riduzione dei danni e repres-sione. Deploro il fatto che la discus-sione pubblica si riduca solo allaproblematica della canapa. �

Eroina (kg)1998: .........................1131999: .........................1432000: ...........................992001:............................502002: .........................136

Cocaina (kg)1998: .........................1271999: ...........................682000: .........................1282001: ...........................732002: .........................118

Canapa (kg)1998: .........................2351999: .........................1482000: .......................10662001: .........................2642002: .........................366

Khat (kg)1998: .......................11371999: .........................8142000: .......................12782001: .........................5202002: .......................1036

Sostanze psicotrope(dosi)1999:.....................32 0002000:...................110 0002001:.....................25 0002002:...................220 000

Al centro della revisione della leggesugli stupefacenti vi sono l’ancoraggiogiuridico dei quattro pilastri dellapolitica svizzera in materia di droga, inuovi ordinamenti per il consumo, lacoltivazione e il commercio deiprodotti a base di canapa nonché unrafforzamento del ruolo di leader dellaConfederazione nella politica inmateria di droga. Con i cosiddettiquattro pilastri si persegue una via dimezzo tra la repressione e la terapia.Si continuerà a lottare con lo stessoimpegno contro il commercio illegaledi stupefacenti. Occorre inoltre darela possibilità ai tossicodipendenti diuscire dal mondo della droga sottocontrollo medico e di reinserirsi nellasocietà con dignità.

Ulteriori informazioni:www.bag.admin.ch

Il numero di contravvenzioni allalegge sugli stupefacenti è aumen-tato del 25 percento circa rispettoall’anno precedente.

1997: .......................24001998: .......................22001999: .......................31002000: .......................40002001: .......................45002002: .......................5600

I sequestri di sostanze psicotrope,soprattutto di pillole di ecstasy, sonoaumentati in modo repentino.

Politica svizzera in materia di droga

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Per diamanti insanguinati s’intendonoi diamanti greggi con i quali dei gruppidi ribelli – segnatamente africani –finanziano da molti anni delle spaven-tose guerre civili. Sebbene, stando allestime, tali pietre preziose costituiscanosolo il quattro percento di tutti idiamanti commercializzati, il relativotraffico ha fortemente sbilanciato l’in-tero commercio dei diamanti. In colla-borazione con i maggiori paesi pro-duttori, l’industria dei diamanti e leorganizzazioni non governative (ONG),la comunità internazionale ha pertantovarato il processo Kimberley nell’in-tento di bandire i diamanti insanguinatidal mercato legale.

TempestivitàLa Svizzera ha introdotto tempestiva-mente il sistema di certificazione indata 1.1.2003. La relativa base legaleè costituita dall’ordinanza 29 novem-bre 2002 sul commercio internazionaledei diamanti (RS 946.231.11). Pergarantire una fluida trasposizione, laDirezione generale delle dogane e ilseco hanno ragguagliato gli interessatiin merito ai provvedimenti seguenti:ogni invio di diamanti greggi sdoga-nato all’importazione e all’esporta-zione (anche nei traffici di deposito econ carta di passo) deve essere scortatoda un certificato sicuro contro le falsi-ficazioni che ne garantisca la prove-nienza «pulita». I paesi che non si con-formano a tale sistema vengono esclusidal commercio internazionale deidiamanti greggi. Tali diamanti, asseg-nati alle voci di tariffa 7102.1000, 2100e 3100, possono essere sdoganati solopresso gli ispettorati doganali di Ba-silea-Mülhausen aeroporto, Zurigo-

Processo Kimberley

La fine del commercio dei«diamanti insanguinati»?All’inizio dell’anno è stato posto in vigore unsistema di certificazione mondiale che dovrebbeimpedire il commercio di «diamanti insanguinati».Anche la Svizzera ha ratificato tale accordo, il

cosiddetto processo Kimberley. Beat Frei, peritodoganale presso la sezione Procedure doganalidella Direzione generale delle dogane, spiega comefunziona tale sistema di autoregolazione.

aeroporto, Ginevra-aeroporto, Berna(suddivisione di servizio di Bienne) eKleinbasel (gruppo di servizio«fiera»).Se necessario, la DGD può assegnaretale competenza ad altri uffici doganali.

I paesi di transito non sono implicatinel processo Kimberly. Essi devonoperò garantire che gli invii sigillati didiamanti non vengano aperti némanipolati.

L’obiettivo della SvizzeraPartecipando al processo Kimberley laSvizzera si prefigge tre obiettivi: appog-giare gli sforzi della comunità interna-zionale intesi a rafforzare il controllodel commercio di diamanti greggi,sottrarre ai gruppi ribelli (soprattuttodell’Africa) i mezzi materiali e finanziariche impiegano per le loro azioni belli-che e promuovere in tal modo il pro-cesso di pace nei paesi interessati. Sivuole evitare un ulteriore deteriora-mento dell’immagine della Svizzera.Simultaneamente, abbiamo la possibi-lità di influenzare la strutturazione delsistema di certificazione. �

Contrazione del commercioSino all’inizio del 2002, la Svizzera eraconsiderata, dopo il Belgio e la GranBretagna, la terza più importante piaz-za europea per il commercio di dia-manti greggi. Annualmente venivanoimportati diamanti per un valore di 2miliardi di franchi. Il 98% di essiprovenivano dalla Gran Bretagna e il2% dal Belgio. Le esportazioni, cheascendevano a 800 milioni di franchi,erano destinate nella misura del 97%a Israele. La differenza di 1,2 miliarditra le importazioni e le esportazioni èdovuta al fatto che sino al 2001 i dia-manti greggi riesportati come «mercidi ritorno» non venivano rilevate dallastatistica del commercio esterno. Conla cessazione, alla fine del 2001,dell’attività del «cliente» più grosso,il commercio dei diamanti ha segnatoin Svizzera un forte calo. Le importa-zioni e le esportazioni ascesero nel2002 a soli 9 milioni di franchi. Con660 milioni di franchi, le immissioni ele asportazioni dai punti franchi diZurigo e Ginevra restano invece pursempre considerevoli.

Altre informazioni:Informazioni e ufficio di contatto:www.seco.admin.ch>Aussenwirtschaftspolitik>Exportkontrollen und Sanktionen>Sanktionen>Regulierung des Rohdiamanten-handels

Informazioni:[email protected]

DOSSIER

10 Forum D. 1/2003

Jörg Haudenschild,Procedure doganali,Berna – Oggigiorno, quasi tutto quantopermette di conseguire lauti guadagniviene falsificato. Dai software ai pro-dotti di lusso passando dai detersivi, aifarmaci e ai tessili. A titolo d’esempio,l’anno scorso durante i campionatimondiali di calcio in Giappone e nellaCorea del Sud sono state spacciatemagliette contraffatte dai colori dellesquadre in campo. All’aeroporto diZurigo-Kloten, la dogana svizzera hasequestrato prodotti contraffatti per unvalore di mercato pari a centomilafranchi. Per i profani, la maglieriaimportata dalla Tailandia – recante inparte etichette originali dei fabbricantidi articoli sportivi – non è praticamentedifferenziabile da quella autentica. È datempo, che la pirateria commercialeopera su scala industriale. I danni eco-nomici causati da tali pratiche illecite èenorme. Stando alle stime, il 40% ditutti i software utilizzati a livellomondiale nonché il 36% dei CD e dellecassette sono contraffatti.

La dogana può fermare gli inviiNella lotta alla pirateria commercialetransfrontaliera, gli interventi effettuatidalla dogana costituiscono uno stru-mento importante. Dagli anni ’90, i tito-lari di marchi, design o opere possonoincaricare la dogana di fermare alconfine gli invii di merci presumibilmentecontraffatte. La legislazione sul design,sottoposta l’anno scorso a revisione,autorizza ora la dogana a trattenere gliinvii sospetti durante tre giorni lavorativianche se non è stata presentata nessunadomanda in tal senso. Durante ilsuddetto termine, il titolare del marchiopuò presentare una richiesta di aiuto alladogana. La legge sulla protezione deimarchi e quella sui diritti d’autoredovrebbero essere adeguate allo stesso

Pirateria commerciale

La dogana aiuta a tutelare i dirittiLa dogane svolge un ruolo importate nella lottacontro la pirateria commerciale transfrontaliera.Grazie ai suoi controlli essa contribuisce aproteggere i diritti relativi ai marchi, al design e alle

opere. L’anno scorso sono state sequestrate mercicontraffatte per un valore di mercatocorrispondente a circa 3,5 milioni di franchi.

modo. Si mira quindi a rafforzare la lottacontro la pirateria commerciale e nellostesso tempo ad evitare che mercicontraffatte siano immesse nel com-mercio interno.

Un termine di 10 – 20 giorniLe domande di aiuto devono esserepresentate per iscritto alla Direzionegenerale delle dogane a Berna e de-vono contenere dati ben precisi. I rela-tivi moduli sono disponibili in Internetsotto http://www.zoll.admin.ch/d/fir-men/import/merkblaetter.php. Per pre-munirsi da eventuali domande di risar-cimento, la dogana può chiedere il ver-samento di garanzie. La dogana trattie-ne la merce per un periodo massimodi dieci giorni lavorativi; in casi debita-mente motivati tale periodo può essereprorogato. Il richiedente è autorizzatoad esaminare le merci. Spetta al titolaredel marchio chiedere nel frattempo altribunale di adottare provvedimentiprecauzionali. Se ciò non fosse il caso

o se il termine dovesse scadere infrut-tuosamente, le merci vengono liberate.

19’000 orologi contraffattiNel 2002 la dogana ha fermato il 38%in più di invii rispetto all’anno prece-dente. Il valore di mercato delle merciascende a circa 3,5 milioni di franchi.Rispetto al passato, la quotaparte deisoftware e degli hardware contraffattiè diminuita. Ciò può tra l’altro essereaddebitato ai provvedimenti penaliadottati nel corso dell’anno prece-dente. Oltre ai 70 interventi si possonoannoverare circa 90 invii contenenti 19000 orologi contraffatti sequestrati dalControllo dei metalli preziosi delladogana svizzera.

Il 90 % di tutte le falsificazioni èrealizzato in paesi fuori dell’UE edell’AELS da dove vengono immessesul mercato svizzero. I prodotti contraf-fatti provengono principalmente dalsud-est asiatico – segnatamente dallaTailandia. �

Quantità di interventi da parte delladogana e valore di mercato delle mercisequestrate

Interventi Valore di mercatoin milioni di fr.sv.

1995 18 0,05

1996 11 4,2

1997 7 2,1

1998 26 4,5

1999 97 7,6

2000 65 17,8

2001 50 4,4

2002 69 3,5

DOSSIER

11Forum D. 1/2003

I detentori di veicoli assoggettati allaTTPCP sono tenuti a dichiarare mensil-mente i dati relativi alla prestazionechilometrica. Sino allo scorso autunnociò poteva avvenire soltanto per postae comportava un lavoro considerevole.Con il nuovo software i detentori diveicoli possono ora effettuare la dichia-razione via Internet, in modo più sem-plice e sicuro. La nuova soluzionepresenta inoltre il seguente vantaggio:i detentori possono sempre consultarei dati dei veicoli assoggettati alla TTPCPregistrati nel loro PC ed esportarli perl’ulteriore elaborazione.

Difficoltà inizialiDopo l’introduzione senza intralci dellaTTPCP e il primo consolidamento dellaprocedura di dichiarazione scritta èstato avviato il progetto Tripondirect alfine di sviluppare un software per ladichiarazione online. A tal riguardobisognava superare diversi ostacoli. Sisono dovute innanzitutto definire lepremesse in materia di sicurezza incollaborazione con l’Organo di strate-gia informatica della Confederazione(OSI) e l’Ufficio federale dell’informa-tica e della telecomunicazione (UFIT).Nella prima versione di Tripondirect idati potevano essere consultati, manon trattati. La lentezza di elabora-zione della carta di dichiarazione ren-deva il tutto ancor più difficile. Laversione 1 di Tripondirect impiegavainfatti circa un minuto per archiviare idati in modo interconnesso.

Reazioni positivePer il prodotto successivo trattavasiquindi soprattutto di migliorare laprestazione nonché di strutturare latrasmissione dei dati nel modo piùsemplice e sicuro possibile. Dopo unlavoro progettuale di appena un anno,

all’inizio di ottobre del 2002 è stataintrodotta la versione 2 di Tripondirect.Dalle prime reazioni dei detentori diveicoli è emerso che il software sod-disfa alle esigenze sia dal punto di vistadella sicurezza sia da quello della velo-cità. Inoltre, sono notevolmente miglio-rate la gestione delle carte chip e laconsultazione dei dati. Nel frattempocirca 300 detentori di veicoli con quasi5’000 autocarri beneficiano dei van-taggi della dichiarazione online. �

Tassa sul traffico pesante commisurata alle prestazioni (TTPCP)

Dichiarare via InternetDal mese di ottobre 2002 i detentori di veicoliassoggettati alla TTPCP possono effettuare ladichiarazione via Internet. E ciò grazie al nuovosoftware Tripondirect, versione 2, che semplifica

non solo il conteggio della tassa ma anche la gestionedei dati TTPCP. Nel frattempo circa 300 detentori diveicoli fanno capo alla nuova soluzione. André Büttler,sostituto del capo della sezione TTPCP 1, ne raccontal’evoluzione e ragguaglia in merito alle primeesperienze.

Controllore aziendale

Grande know-how percompiti complessi

Jürgen Stein, ispettorato doganale diBasilea Porti renani – L’obiettivo dei con-trolli aziendali nel settore dei contributiall’esportazione e del traffico di perfe-zionamento è di impedire gli abusi nelcampo delle agevolazioni doganali. A talfine, le relative domande, i documentidi produzione nonché le merci e la con-tabilità finanziaria vengono controllatinella sede aziendale. Per le ditte che ope-rano nel campo delle derrate alimentari,

Affinché l’industria svizzera delle derrate alimentari sia concorrenzialesui mercati internazionali, gli imprenditori possono chiedere deicontributi per i prodotti agricoli di base che essi acquistano all’estero.Nell’ambito del cosiddetto traffico di perfezionamento essi fruisconodi agevolazioni doganali accordate sui rispettivi prodotti importati. Peri medesimi motivi concorrenziali, a determinati rami industriali sonoaccordate agevolazioni fiscali sui carburanti. Il compito dei controlloriaziendali dell’AFD è di controllare sul posto se le aziende adempisconole condizioni per la concessione di tali agevolazioni.

i contributi all’esportazione si fondanosui quantitativi di prodotti di base utiliz-zati. Vi sono due metodi di conteggio.Se il relativo calcolo è effettuato secondola ricetta di base non si terrà conto delleperdite di fabbricazione (p.es. dell’eva-porazione). Ciò non è invece il casoquando il computo si fonda sulla quan-tità di materie di base effettivamentecontenute nel prodotto finito.

DOSSIER

12 Forum D. 1/2003

Cosa viene controllato?I controllori aziendali valutano l’interoprocesso di produzione fondandosisulla documentazione messa loro pre-liminarmente a disposizione. Essi con-frontano le ricette con i dati delledomande di contributo all’esporta-zione e accertano le perdite di pesodovute alla fabbricazione. Chiarisconoinoltre cosa accade con gli scarti. Ilcontrollore aziendale deve conoscerele materie di base e saperle diffe-renziare. La determinazione del tenoredi materie grasse nel latte in polveremagro deve permettere di chiarire setrattasi eventualmente di una misceladi materie di base importata (p.es. lattein polvere magro addizionato di oliodi palma, marzapane, ecc.). I daticontabili consentono inoltre di control-lare se le merci sono state effettiva-mente esportate e se sono destinateall’alimentazione umana.

Controlli complessiI controlli aziendali sono estremamentecomplessi. I problemi sorgono segnata-mente con le miscele di prodotti di baseimportati e con la determinazione deltenore di materie prime nel prodottofinito. Nel traffico di perfezionamentocapita sovente che le merci rimaste inSvizzera non vengano dichiarate posti-cipatamente per lo sdoganamento oche le quantità esportate sianocalcolate secondo una ricetta errata.

Evitare gli abusiCon i controlli aziendali l’amministra-zione delle dogane mira anche a evi-tare abusi nel campo della restituzionedell’imposta sugli oli minerali. Perdeterminare l’ammontare della restitu-zione si fa capo a due procedure. Conil procedimento secondo norma, utiliz-zato nell’agricoltura e nella silvicoltura,l’importo della restituzione è calcolatoin base ad aliquote di consumo pre-definite. Nell’industria, nella pesca pro-fessionale e nei trasporti pubblici sifa capo al procedimento secondo leprove del consumo. Ciò significa chela restituzione si fonda sul consumocomprovato di carburante.

Diversi criteriIntervenendo sul posto il controllore

aziendale non controlla solamente seil carburante è stato effettivamenteutilizzato per scopi fruenti dell’agevola-zione, ma anche se per le loro mac-chine e i loro veicoli i richiedenti hannoutilizzato olio diesel e non olio da riscal-damento fiscalmente molto piùvantaggioso. A seconda dei rami fannostato criteri di controllo differenti.Nell’agricoltura si terrà conto dellasuperficie aziendale, del genere dicolture, della quantità di animalinonché del genere di macchine eveicoli impiegati. Nella silvicoltura sonorilevanti soprattutto le superfici bos-cose e il volume del legame lavorato.All’industria, l’imposta viene restituitase il carburante è utilizzato per azionaregruppi elettrogeni d’emergenza, riscal-damenti, impianti d’accoppiamentocalore-forza, ecc.. I pescatori professio-nali fruiscono di agevolazioni fiscali seil carburante è utilizzato per la propul-

sione delle imbarcazioni. Le aziende ditrasporto concessionarie devono com-provare che il carburante è stato effet-tivamente utilizzato per scopi fruentidi agevolazioni. Nell’ambito di tutti isummenzionati controlli aziendali sitratta in primo luogo di esaminare sulposto la pertinenza delle domande direstituzione presentate. Ogni ramoaziendale ha caratteristiche proprie cherichiedono conoscenze specifiche daparte dei controllori.

Fonti di erroriCapita sovente che le aziende di tras-porto chiedano la restituzione ancheper corse non fruenti dell’agevolazio-ne, come ad esempio le gite scolasticheo le corse aziendali. Per quanto concer-ne l’industria, i controllori accertanoassai sovente delle lacune nella com-pilazione dei controlli sul consumo. �

Il compito dei controlli aziendale dell’AFD è di controllaresul posto se le aziende adempiscono le condizioni per laconcessione di agevolazioni doganali accordate.

13Forum D. 1/2003

Affari internazionali

Tulli – la dogana in FinlandiaSu invito del direttore generale delle doganefinlandesi una delegazione della DGD ha fattovisita, durante due giorni, ai colleghi dell’estremonord. Oltre allo scambio di informazioni edesperienze, il programma prevedeva anche la visitadi un ufficio doganale stradale al confine con la

Russia. Quale paese al confine esterno dell’UE laFinlandia riveste un ruolo particolarmente import-ante. Inoltre, la delegazione svizzera ha potuto farsiun’idea di uno dei laboratori d’analisi più grandi emoderni d’Europa.

di tutti i veicoli. Vengono segnata-mente registrati il numero di targa, lavelocità, le radiazioni nonché, per gliautocarri, il peso e il contenitore.

Vaalimmaa: controlli ad altatecnologiaPresso il valico di confine di Vaalimaasi trova inoltre un impianto a raggi Xper gli autocarri. Tale impianto, pro-dotto in Germania, è costato 12 milionidi euro incluso l’edificio. Esso è occu-pato da quindici specialisti in servizioa turni e viene messo gratuitamente adisposizione dei colleghi russi più voltealla settimana. Quest’anno i finlandesiriceveranno altri due impianti mobili araggi X.

Il laboratorio doganale finlandese aEspoo è uno dei centri d’analisi piùgrandi e moderni d’Europa. Vi ven-gono effettuati i controlli dei campionidoganali e di tutte le derrate alimentariimportate. L’anno scorso un’ottantinadi collaboratori hanno analizzato oltre10’000 saggi di merci, di cui la metàper la dogana.

Cooperazione doganale con laRussiaDurante i colloqui, il direttore generaledelle dogane finlandesi, Tapani Erling,ha più volte sottolineato la particolaresituazione del paese al confine esternodell’UE. «La dogana finlandese fungeda mediatore per l’avvicinamento dellaRussia all’Europa. Discutiamo quindiregolarmente con i partner russi dellequestioni doganali, a tutti i livelli gerar-chici. Sino al 2010 perseguiremo unacooperazione completa», ha dichiaratoErling. Per quanto concerne le missioniinternazionali di assistenza nell’ambitodi Eurocustoms ci si concentra sullaRussia e sull’Estonia.

Tulli – i datiLa dogana finlandese occupa 2’500impiegati; gli introiti annui ascendonoa circa nove miliardi di euro compresal’imposta sul valore aggiunto. Ciòcorrisponde a circa un terzo di tuttele entrate statali. L’amministrazionecomprende una direzione generalecon quattro divisioni nonché cinquecircondari doganali. Un team com-posto di otto istruttori si occupa dellaformazione di base degli aspirantidoganali, che dura sei settimane ed èstrutturata in moduli. Dopo tale for-mazione essi vengono assistiti indi-vidualmente durante tre mesi sulposto di lavoro. Oltre alle materie pret-tamente doganali, il programma pre-vede anche lo studio delle lingue:inglese, francese, tedesco e russo.Ogni anno intraprendono la forma-zione circa 150 aspiranti.

Di Robert Lüssi, Affari internazionali,Berna – A metà strada tra Helsinki eSan Pietroburgo si trova l’ufficio doga-nale stradale di Vaalimaa. Un centinaiodi funzionari doganali vi sdogananoogni giorno 550 autocarri in entrata ein uscita. Sebbene i doganieri russicontrollino tutti gli autocarri, il confinedovrebbe poter essere varcato in po-che ore. In caso di cattivo tempo o pri-ma dei giorni festivi si devono tuttaviaprevedere dei tempi d’attesa sino adieci ore. A prescindere del piccolocontrabbando che i doganieri devonopunire, la lotta contro la corruzione ela criminalità organizzata fa parte dellavita di tutti i giorni. Mentre sul vers-ante finlandese vi sono due autorità(servizio civile e guardie di confine) chesi occupano dei traffici viaggiatori ecommerciale, dalla parte russa ve nesono una dozzina. Circa l’80% deiveicoli sono immatricolati in Russia; essientrano in Finlandia perlopiù vuoti. Itraffici viaggiatori e commerciale pre-sentano dei tassi di crescita annuisuperiori al 10%. A Vaalimaa la doganafinlandese rileva elettronicamente i dati

Impianto a raggio X per gliautocarri a Valimaa.

DOSSIER

Erling ritiene che dal crollo dell’Unio-ne Sovietica il numero dei casi di frodesia decuplicato. Sono soprattutto i cri-minali provenienti dall’Estonia a causareproblemi alla dogana. Il Direttore gene-rale delle dogane Rudolf Dietrich, capodella delegazione svizzera, ha tra l’altroproposto di rafforzare la collaborazionetra gli uffici doganali aeroportualisvizzeri e quelli finlandesi per quantoconcerne l’assistenza amministrativaspontanea. �

14 Forum D. 1/2003

L’attuale legge sulle dogane, risalenteal 1925, non soddisfa più integralmentealle esigenze odierne. Mancano adesempio delle disposizioni concernentila possibilità dello sdoganamento elet-tronico. Queste e altre lacune sono statesinora colmate mediante accordi sepa-rati tra l’amministrazione delle doganee i suoi partner. L’obiettivo della revisio-ne totale è quello di adeguare la leggesulle dogane alle nuove condizioni eco-nomiche, tecniche e politiche nonchédi semplificare le procedure doganali neltraffico delle merci commerciabili. Pertale motivo la legge verrà adattata alcodice doganale dell’UE, se non dalpunto di vista contenutistico, almenoda quello del sistema. Ne trarràinnanzitutto beneficio l’economia.

Innovazioni nel campo doganaleI punti franchi doganali e i depositidoganali aperti sono previsti anchenella nuova legge. I gestori sono tutta-via tenuti ad allestire degli elenchidettagliati dello stock e a fornire infor-mazioni sulle merci che si trovano nelloro deposito. Un’ulteriore innovazioneconcerne le questioni relative alla res-ponsabilità per i tributi doganali.Attualmente l’importatore e lo spedi-zioniere sono solidalmente responsa-bili. Con la nuova legge il dichiarantepotrà in alcuni casi essere liberato dallaresponsabilità. A determinate condi-zioni sarà inoltre ancora possibilecorreggere a posteriori le dichiarazionidoganali vincolanti e rinunciare a unacondanna per i reati di poco conto(«principio d’opportunità limitato»). Ilterzo delle multe per la Cassa di pre-videnza dell’amministrazione delledogane è soppresso. I relativi mezzi

Revisione della legge sulle dogane

Colmare le lacune e semplificarele procedureLa proposta di revisione totale della legge sulledogane verrà probabilmente trattata dal Consigliofederale alla fine del mese di maggio. Hans GeorgNussbaum ed Heinz Schreier del Servizio giuridico

della Direzione generale delle dogane illustrano aForum Z. le innovazioni più importanti e spieganoquali sono gli obiettivi della revisione nonché ilmotivo per cui in Svizzera si continuerà anche infuturo a sdoganare le merci in base al peso.

verranno rilevati come introiti dellaConfederazione.

Base legale per i compiti del CgcfTrattasi inoltre di creare una base le-gale per i compiti che il Corpo delleguardie di confine (Cgcf) svolge giàoggi nel campo della sicurezza. Lanuova legge sulle dogane disciplinaanche la sorveglianza e il controllo dellazona di confine. A tal riguardo occorredeterminare la zona d’intervento delCgcf d’intesa con il rispettivo cantonedi frontiera. La legge sulle doganeprevede ora anche una base legale pergli accordi tra i cantoni di frontiera e ilCgcf concernenti i compiti di polizia diconfine. In tal modo il Cgcf potrà svol-gere autonomamente anche in futurodeterminati compiti di polizia in casodi infrazioni alla legge sugli stupe-facenti, alla legge sulle armi e alla leggesulla circolazione stradale o in caso dipassaggi illegali del confine.

Contrariamente aquanto avvienenella maggiorparte degli altripaesi, in Svizzerasaranno man-tenuti i dazispecifici.

ATTUALITÀ

I dazi specifici rimangonoContrariamente a quanto avviene nellamaggior parte degli altri paesi, inSvizzera saranno mantenuti i dazi spe-cifici. Ciò significa che i dazi vengonocalcolati in base al peso della merce enon in base al suo valore. Un cambia-mento di sistema avrebbe importantiripercussioni sull’economia e nel con-tempo bisognerebbe modificare lalegge sulla tariffa delle dogane. Il siste-ma attuale va inoltre a favore dell’agri-coltura indigena e può in alcuni casicomportare anche dei vantaggiconcorrenziali.

Il Consiglio federale si è prefisso diapprovare all’attenzione del parla-mento il messaggio concernente lanuova legge sulle dogane entro metàanno. La nuova legge potrebbe entrarein vigore al più presto nel 2005. �

15Forum D. 1/2003

fm. Secondo Martin Weissleder, capodel gruppo progettuale «e-learning»presso l’AFD, i collaboratori potrannoapprendere in modo più efficientesoprattutto grazie ai nuovi media. «Ilnostro campo professionale cambiacostantemente e in modo sempre piùrapido. Riusciremo a tenere il passo contale evoluzione soltanto se siamoflessibili e trasponiamo subito le inno-vazioni. A tal fine è necessario che ilknow-how dei collaboratori e dellecollaboratrici sia aggiornato. Le esigen-ze didattiche sono enormi; le cono-scenze acquisite sono quindi un fattoredecisivo per raggiungere dei risultati. Èinoltre estremamente importante lascelta degli strumenti e dei metodi dilavoro nonché la combinazione oppor-tuna dei diversi media.»

La strategia dell’AFD nel campo deinuovi media non mira soltanto ad ac-crescere la competenza professionaledei collaboratori, bensì anche la lorocompetenza personale. «Ciò significache si assumono più responsabilità perla loro istruzione e il loro perfeziona-mento. Trattasi di fondare una nuovacultura didattica che contribuisca agarantire e accelerare il trasferimentodelle conoscenze nell’AFD», spiegaWeissleder.

Lo stesso accesso alle conoscenzeI maggiori vantaggi dell’apprendimentoinformatico sono l’interattività e lapossibilità di toccare diversi sensi contesti, immagini, suoni e animazioni.Inoltre, tutti hanno accesso alle stesseconoscenze e la materia può esserefacilmente aggiornata. L’apprendimen-to non dipende più dal tempo e dallospazio: i moduli didattici possono esserevisualizzati sia sul posto di lavoro sia acasa. I collaboratori stabiliscono indivi-

e-learning

Fondare una nuova cultura didatticaLe forme di apprendimento informatizzate – dette«web-based-training», «distant learning», «aulavirtuale» o «e-learning» – sono alla moda. Anchenell’amministrazione delle dogane. In Intranet visono già i moduli didattici «SelfCheck corsi 3 e 4»

nonché «Traffico dei veicoli». Seguiranno altrimoduli affinché in futuro le collaboratrici e icollaboratori dell’AFD abbiano ancora più possibilitàdi imparare con l’ausilio del computer.

dualmente – a seconda delle loroesigenze – il periodo, la durata e il ritmodi studio. In tal modo si vuole ancheaccrescere la motivazione. Ma l’e-lear-ning significa anche insegnare ai colla-boratori, mediante lezioni classiche, afamiliarizzasi con i nuovi media e autilizzarli correttamente.

Meno spese di viaggio e di affittoVi sono anche dei motivi economici chemilitano a favore dell’e-learning. «Il ris-parmio rispetto alla lezione tradizionalesi situa attorno al 30 – 50 percento. Sipossono soprattutto risparmiare lespese di viaggio e di affitto. Inoltre, icollaboratori e le collaboratrici devonoassentarsi meno dal posto di lavoro»,afferma Martin Weissleder. D’altrocanto, il dispendio di personale e dimezzi per sviluppare il software didat-tico è considerevole.

Con i moduli «SelfCheck corsi 3 e4« l’AFD ha fatto un primo passo versol’e-learning. Tale programma di eser-citazione serve soprattutto a preparasiai corsi per revisori 4 e 5. In tal modo glispecialisti doganali possono colmareeventuali lacune. I cosiddetti program-

mi «drill and practice» combinano l’eser-cizio con l’applicazione. Il processo diapprendimento si suddivide nelle se-guenti fasi: compito, immissione dellarisposta e riscontro da parte del sistema.

Modulo «Traffico dei veicoli»Il più recente modulo didattico pubbl-icato in Intranet concerne il traffico deiveicoli. Grazie a dieci cicli d’istruzionecon 260 domande gli specialisti doga-nali e le guardie di confine imparano adistinguere i veicoli esteri da quellisvizzeri e a sdoganarli conformementealle prescrizioni. Una parte dei compitipuò essere svolta senza mezzi ausiliari.In alcuni casi sono invece necessari ildocumento di servizio D. 13 e le circo-lari, che possono essere consultati inIntranet. Dodici diversi test consentonoai collaboratori di verificare le conos-cenze acquisite. Da un canto, il modulotrasmette le conoscenze di base relati-ve al traffico dei veicoli e, d’altro canto,offre l’opportunità di rinfrescare o diapprofondire il know-how. Un ulteriorepasso avanti nel campo dell’e-learningè previsto in correlazione con la tariffadoganale elettronica «T@res«. �

ATTUALITÀ

16 Forum D. 1/2003

Intervista: Florence MaederSignor Hauser, perché un CD per ilDipartimento federale dellefinanze e i suoi uffici?

Max Hauser: Il CD conferisce al DFFe ai suoi uffici un aspetto visivo. Èquindi una parte importante dellacomunicazione. Il CD del DFF è com-posto di logo, scritta, colori, marca-tori, layout, ecc.. Tale composizionelascia ad esempio un’impronta mo-derna e dinamica sulle nostre pub-blicazioni, ma non trendy e costosa.Tutti coloro che leggono le nostrepubblicazioni sono anche dei con-tribuenti. Il CD trasporta costante-mente il nostro messaggio, indi-pendentemente dal contenuto ma-teriale e dal mezzo impiegato.Dobbiamo sfruttare la potenzialitàcomunicativa del CD. Sei anni fa ilpubblico ha reagito positivamenteall’introduzione dell’immagine di-partimentale. Constato sempre chela popolazione considera l’ammi-nistrazione federale un’unità, mentrenoi tendiamo a pensare in categorieufficiali. Nella legge sull’organizza-zione del governo e dell’amministra-zione, l’amministrazione federale (enon il dipartimento o l’ufficio) è defi-nita l’unità organizzativa fondamen-tale. In senso stretto essa dovrebbequindi avere un CD uniforme.

Come intende uniformare iltutto? Vi sono opposizioni e doverisiedono le difficoltà?

Il CD del DFF è stato introdotto dalcapodipartimento ed è quindi vin-colante per tutti i suoi uffici e le re-lative unità. Le direzioni sonoincaricate di trasporre il CD nel loro

DFF Corporate Design

«Moderno e dinamico –non trendy e costoso»Dall’inizio dell’anno il nuovo Corporate Design (CD)del Dipartimento federale delle finanze (DFF) èvincolante per gli uffici federali che vi fanno parte.Il CD influenzerà quindi anche l’immagine

dell’amministrazione delle dogane. Max Hauser,responsabile delle relazioni pubbliche in seno aldipartimento, spiega i motivi e l’importanza delnuovo approccio.

ufficio. Ciò avviene in tutti gli uffici.Potrebbe aiutare il fatto che gli ufficisi riconoscano nuovamente nel CD:nel logo, accanto all’emblema validoper tutto il dipartimento, si trova ilnume dell’ufficio. Inoltre, l’applica-zione sul posto di lavoro vienesostenuta in modo professionale:tutti i modelli non si trovano soltantonel manuale CD, bensì anche su CD-ROM e in Internet. I concetti infor-matici degli uffici, in parte diversi,ci procurano qualche difficoltà.

Cosa comporta concretamente ilnuovo CD per l’amministrazionedelle dogane?

Ciò che comporta per tutti gli ufficidel DFF: un approccio moderno conun messaggio chiaro, come l’ho

elaborato. Gli uffici hanno un mar-gine di manovra per porre i propriaccenti nel CD del DFF, che l’AFDsfrutta per strutturare il nuovo Fo-rum Z.. Rispetto alle norme del CDdel 1997 abbiamo definito alcuniaspetti in modo più chiaro peraccrescere la sicurezza dell’ufficionell’applicazione. Ma l’AFD possiedegià qualcosa di speciale: è stataelaborata una versione segnaleticadel logo per le esigenze del confine.

Il Cgcf ha un’identità marcata; ciòemerge anche dal fatto che essodispone di un proprio logo, lacroce a raggiera. Come giudicatale situazione?

Credo che sul lavoro molte personesi identifichino con l’unità più

ATTUALITÀ

ZollDouaneDogana

Eidgenössische Zollverwaltung EZVAdministration fédérale des douanes AFDAmministrazione federale delle dogane AFDAdministraziun federala duana AFD

17Forum D. 1/2003

dualmente. I servizi specialistici dellaDGD o degli uffici di servizio dei circon-dari che pianificano una pubblicazionepossono consultare l’Intranet del DFF(Intr@news) per informarsi in merito aicriteri del CD. Sotto il link «Doc» trovatel’intero manuale. Da tale sito è inoltrepossibile scaricare i modelli per il logoe il marcatore. Essi non possono esseremodificati e devono essere impiegaticonformemente al manuale. Il teamInformazione e documentazione dellaDGD è a disposizione per eventualidomande suppletorie concernenti ilnuovo CD. �

Corporate Design –

infondere fiduciaSotto il Corporate Design sono riunititutti gli elementi dell’immagine visivaesterna e interna di un’impresa, diun’organizzazione o di un’istituzione.La scritta, il logo e il colore fanno partedell’unità visiva. I layout e le caratte-ristiche strutturali prescritti sono vin-colanti per tutti i campi d’applicazionecome ad esempio le pubblicazioni,l’accesso a Internet, i manifesti, leinsegne, le scritte sugli edifici e suiveicoli, gli abiti dei collaboratori,l’architettura, ecc..

Unitamente al Corporate Behaviour(comportamento) e alla CorporateCulture (cultura aziendale), il Corpo-rate Design influisce anche sull’iden-tità di un’impresa. Con ciò s’intendel’autoconsapevolezza di un’azienda,di un’organizzazione o di un’istitu-zione. Tale autoconsapevolezza verràorientata strategicamente medianteprincipi direttivi, una filosofia e unadichiarazione di missione; essa valeper la comunicazione sia verso l’in-terno sia verso l’esterno. Per i terzi laCorporate Identity costituisce un’unitàche aiuta il cliente o il visitatorenonché i collaboratori, i partner e i for-nitori a orientarsi. Esso infondefiducia.

piccola, ossia con il loro team, la lorosezione. Nel contempo esse siidentificano anche con le strutturepiù grandi il cui il team lavora: ladivisione, l’ufficio, il dipartimento el’amministrazione federale. Da talepunto di vista non perdiamo certola nostra identità se la nostra«identità aziendale» visiva è anco-rata a un livello gerarchico superiore.Per il Cgcf un cambiamento di logonon ha certamente la prioritàfintantoché i pilastri di «Schengen»non saranno chiari. Se il Cgcfrimarrà ancora alcuni anni presso

l’AFD, è auspicabile che esso sipresenti con il noto marchio AFD/Dogana

Il Corporate Design presso ladoganaLa trasposizione dell’immagine dipar-timentale viene discussa anche in senoall’AFD. I formati guida del DFF ven-gono già presi in considerazione ancheper il Forum Z., seppur limitatamente.Le altre pubblicazioni e gli altri stampaticome ad esempio la carta da lettere,le cartelle dei documenti, le carte davisita, ecc. verranno rielaborate gra-

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wp. Se venissero conclusi i bilaterali II epertanto decisa un’adesione all’accordodi Schengen, i controlli al confine nellaforma odierna verrebbero abrogati.Come in passato, la dogana dovrà tutta-via effettuare dei controlli delle merci,ma le persone non potrebbero piùessere controllate. Sussisterebberoinvece i controlli in materia di sicurezza,anche se per il momento non se neconosce la forma. Si possono ad esem-pio ipotizzare dei controlli nell’area diconfine, come è attualmente il caso trala Francia e la Germania. In Austria isuddetti controlli vengono effettuati intutto il territorio nazionale. Non è statoinoltre deciso chi si occuperà dei con-trolli. Nell’ambito del progetto «Riesamedel sistema di sicurezza interno» (USIS)vengono studiate soluzioni sostitutive.È tuttavia chiaro che occorre un organoatto ad intervenire in caso di necessità.Se tali compiti verranno assegnati aicantoni, essi saranno tutelati in mododecentrato, contrariamente a quantoaccadrebbe con una soluzione federale.

Le sinergie verrebbero sprecatePer Rudolf Dietrich, direttore generaledelle dogane, molti fattori inducono adadottare una soluzione federale: «Conil Corpo guardie di confine disponiamodi un’organizzazione competente, pre-sente in tutta la Svizzera e che funzionaottimamente. Ciò è indubbiamenteconfermato dalle sue prestazioni. IlCgcf garantisce inoltre che i controllivengano eseguiti in modo uniforme intutta la Svizzera. Gli organi doganalidevono per di più rimanere uno stru-mento della sovranità nazionale. Leguardie di confine potrebbero svolgeretale mandato anche in caso d’adesioneall’accordo di Schengen. Se prevalesseuna soluzione cantonale le sinergieverrebbero sprecate.»Cosa ne pensano i politici?

Accordo di Schengen

«Perché reinventare la ruota?»In Svizzera i controlli in materia di sicurezzasussisteranno anche dopo un’adesione all’accordo diSchengen. Si tratta soltanto di decidere comedovranno essere eseguiti e chi ne assumerà la

responsabilità. Molti fattori inducono ad adottareuna soluzione federale. Ciò è condiviso anche daipolitici che si occupano della sicurezza e confermatoda un sondaggio effettato dal Forum D.

Forum D ha chiesto a dei membri dellecommissioni di sicurezza delle due Ca-mere come valutano la situazione. Per ilconsigliere nazionale Boris Banga (PS,Soletta) la soluzione decentrata entre-rebbe in considerazione solo «se i can-toni concludessero un concordato sullaconduzione uniforme. Ciò è però difficil-mente realizzabile. Stando alle esperien-ze, ogni cantone preferisce agire secon-do i propri interessi. In tale campo, il ver-tice del G8 a Evian sarà la prova del nove.Se la collaborazione funzionerà, verràrafforzata la tesi secondo cui la soluzionedev’essere di carattere nazionale. Con ilCgcf disponiamo a livello nazionale d’unorgano specialistico competente e benistruito. Perché reinventare la ruota? Asuo tempo, come giudice istruttoredell’Esercito ho constatato che le guardiedi confine forniscono un lavoro ineccepi-bile anche nel campo della polizia.» Peril consigliere nazionale Karl Tschuppert(PLR, Lucerna) i controlli delle personesono un compito rientrante nell’ambitodella sovranità nazionale e «non posso-no essere senz’altro decentralizzati.Adottando una soluzione cantonale, v’èil rischio che i controlli vengano rapida-mente sacrificati per motivi finanziari.»

Scarse risorseConsiderata la problematica finanziaria,anche il consigliere agli Stati Pierre Paupe(PPD, Giura) caldeggia una soluzionefederale: «Già oggi ai cantoni mancanoi mezzi finanziari e umani per tutelaregli esistenti compiti di polizia. Comepotrebbero svolgere anche i controllidelle persone? Inoltre, l’organizzazionefederalistica nel campo della polizia èdifficilmente conciliabile con una solu-zione cantonale. I controlli dovrebberoessere effettuati in modo uniforme.»

Il consigliere agli Stati MaximilianReimann (UDC, Argovia) è ancora piùcategorico. Per lui la rinuncia al control-

lo delle persone al confine non entra inlinea di conto. Al contrario esso do-vrebbe essere rafforzato, da un canto,mediate l’aumento dell’effettivo delCgcf e, d’altro canto, con l’impiego per-manente di agenti del Corpo dellaguardie di fortificazione e, se del caso,di militi. Non gli sembra opportunoutilizzare forze cantonali per svolgeretali compiti. �

Boris Banga

Karl Tschuppert

Pierre Paupe

Maximilian Reimann

ATTUALITÀ

19Forum D. 1/2003

Proposta di compromessoDobbiamo inquadrare i nostri compitiin un determinato contesto. Fondamen-talmente rappresentiamo il poterestatale. Quando esercitiamo le nostrefunzioni, lo facciamo a nome della Con-federazione. Per tale motivo indossiamol’uniforme. Se qualcuno desideraconoscere il nostro nome non dobbia-mo rispondere, dato che ciò concernela nostra sfera privata.

La società pone delle esigenzesempre più elevate a coloro che nelnostro paese devono tutelare la sicu-rezza in materie fiscale e di polizia. Talecompito presuppone l’esercizio di uncerto potere. Occorre soppesare qualevantaggio costituirebbe la targhettanominativa in tale contesto. Trattasiforse di creare maggiore trasparenza peraccrescere l’accettazione dei controlli opiuttosto di una tendenza che pregiu-dica la sicurezza? Le targhette nomi-native compromettono la nostra sicu-rezza e quella delle nostre famiglie.Possiamo essere rintracciati facilmentecon l’elenco telefonico. Dobbiamoquindi avere la possibilità di far toglierei numeri telefonici e quelli delle targhedagli elenchi ufficiali. Il compromessoideale sarebbe una targhette con unnumero di matricola. La gente potrebbeidentificarci chiaramente, ma i nostrinomi rimarrebbero confidenziali.

Sarebbe certamente sbagliato, se laquestione delle targhette nominativeassumesse connotazioni paranoiche.Tuttavia, un solo incidente è sufficienteper modificare per sempre e fondamen-talmente l’intera vita di ognuno di noi.Michel BacharSergente maggiore, cdo Cgcf III

Pro e contro

Targhette con il nome per l’AFD?Dall’anno scorso il personale civile dell’AFD in con-tatto con il pubblico porta la targhetta nominativa.Dall’inizio del 2003 anche gli agenti del Corpoguardie di confine avrebbero dovuto utilizzarla.Dopo l’assassinio di Ponte Capriasca la decisione èstata però temporaneamente sospesa. I sindacati si

oppongono energicamente all’utilizzazione delle sud-dette targhette. Il rappresentante di Garanto MichelBachar spiega il perché. La polizia cantonale bernesele ha adottato già quattro anni fa. Il comandante,Kurt Niederhauser, motiva la decisione e precisa qualiesperienze sono state fatte nel suo Corpo di polizia.

Un sì differenziatoL’assassinio della moglie della guardiadi confine ha scosso ognuno di noi. Lanuova dimensione assunta dalla violen-za spaventa. Anche nel loro lavoro quo-tidiano i miei collaboratori sono con-frontati alla crescente disponibilità dellagente a commettere atti violenti.

Occorre porsi la domanda se in talecontesto il porto della targhetta nomi-nativa sia ancora opportuno. Tale ques-tione è stata ampiamente discussa alivello interno. Ho deciso che il nostroordinamento differenziato resterà invigore nonostante il tragico evento. Essoprevede il porto della targhetta nomi-nativa durante il servizio quotidiano dipolizia in uniforme. In singoli casi latarghetta nominativa può tuttaviaessere tolta, qualora potrebbero risul-tarne ripercussioni personali.

Due aspetti fondamentali ci hannoindotto a suo tempo ad introdurre latarghetta nominativa. Da un canto unasentenza del Tribunale federale, con laquale è stato respinto un ricorso dell’as-sociazione dei funzionari di polizia delcanton Basilea. In caso d’esistenza diuna base legale l’interesse dell’opinio-ne pubblica assumerebbe maggiore im-

portanza rispetto al diritto fondamen-tale dei singoli. D’altro canto, nel cantonBerna è stata manifestata una volontàpolitica. Durante la consultazione rela-tiva alla nuova legge sulla polizia è statainfatti respinta l’idea di fissare nellalegge l’obbligo del porto della targhettanominativa, lasciando al comandante lafacoltà di decidere in merito all’impiegodella stessa.

Un sondaggio effettuato dall’associa-zione degli impiegati di polizia del can-ton Berna ha evidenziato che il 53 per-cento delle 628 persone interrogatesono del parere che la targhetta nomi-nativa non creerebbe inconvenienti, percui il 1° maggio 1999 è stato introdottol’obbligo del porto differenziato tenen-do conto delle esperienze fatte in altricantoni. I motivi risiedono nel mutatoapproccio del potere dello Stato nellasocietà democratica, in una maggiorevicinanza al cittadino e nei rapporti piùdistesi di quest’ultimo con la polizia.Sinora ciò non ha causato problemidegni di rilievo, ma suscitato piuttostodelle razioni positive.Kurt NiederhauserComandante della polizia cantonalebernese

Contre: Michel Bachar Pro: Kurt Niederhauser

PANORAMA

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Eurocustoms

Carcasse di capre e donne rapiteDaniel Keller lavora come doganiere pressol’aeroporto di Ginevra, ma dall’inizio dell’annopartecipa a una missione Eurocustoms a Bishkek,la capitale del Kirghizstan. Questa è già la secondavolta che parte per l’estero: l’anno scorso aveva

infatti contribuito alla strutturazione della doganain Kosovo. Cosa spinge il 30enne zurighese apartecipare a tali missioni internazionali, qualicompiti svolge concretamente in Kirghizstan e comesi è inserito nel nuovo ambiente?

PANORAMA

Il Kirghizstan selvaggioPer prepararsi alla missione Daniel Kel-ler ha iniziato a studiare il russo. Nelcontempo ha raccolto tutte le informa-zioni possibili sul paese. In tale occa-sione si è tra l’altro imbattuto in tipicheusanze locali. Nelle regioni rurali sigiocherebbe a polo con carcasse dicapre e in alcuni villaggi le donneverrebbero ancora oggi rapite a scopodi matrimonio.

La missione di Keller si concluderà asettembre, ma avrà la possibilità diprolungarla di un anno. Quali sono perlui le condizioni più importanti per unsimile mandato? «Bisogna essere con-sapevoli del fatto che si tratta di paesiin sviluppo con scarse risorse finan-ziarie. Chi ritiene di dover salvare ilmondo sarà frustrato. La mia ricetta èquindi quella di accontentarsi di piccolirisultati e di non lasciarsi abbatteredalle sconfitte.» �

EurocustomsEurocustoms – un consorzio delleamministrazioni doganali degli Statidell’UE – è stato fondato nel 1991 alfine di fornire un aiuto pratico nelcampo doganale ai paesi dell’Europacentrale e orientale nonché alle re-pubbliche dell’ex URSS. Eurocustomsfunge da organo di collegamento trala Commissione UE e le diverse am-ministrazioni doganali. Le missionivengono organizzate e coordinatedal segretariato a Parigi.

Il Kirghizstan è situato a norddell’Afghanistan e confina ad est conla Cina. Con i suoi 200’000 chilo-metri quadrati, il paese è grandequasi cinque volte la Svizzera, maconta soltanto cinque milioni diabitanti.

Daniel Kellerberät die kirgi-sischen Kole-ginnen undKollegen beiZollfragen.

wp. «Le missioni internazionali comequella in Kirghizstan mi danno la possi-bilità di conoscere un paese, la suapopolazione nonché la mentalità dellagente e le usanze locali, ciò che sareb-be impossibile con un semplice viaggio.Attraverso il lavoro ho un contatto mol-to più profondo con le persone. Inoltre,è una sfida importante contribuire amigliorare le strutture doganali di unpaese.» Così motiva Daniel Keller la suadecisione di scambiare il suo modernoposto di lavoro presso l’aeroportoginevrino con un ufficio arredato inmodo spartano presso l’amministra-zione delle dogane kirghise a Bishkek.Egli è stato incaricato da Eurocustomsdi curare i contatti con le autoritàdoganali sul posto.

Ogni giorno nuovi problemiIl compito di Keller è di accertare lelacune nelle procedure doganali e didefinire i provvedimenti per colmarle.

Egli aiuta inoltre le colleghe e i colleghikirghisi a risolvere i problemi doganaliconcreti. Sinora ha constatato che èassolutamente necessario agire neicampi del reclutamento del personalenonché dell’istruzione e del perfeziona-mento. «Qui sono quotidianamenteconfrontato a problemi che non ho maiconosciuto in Svizzera, come ad esem-pio il pessimo stato dell’equipaggia-mento o la mancanza di informazioni.Se si vuole ottenere qualcosa non biso-gna prefiggersi obiettivi troppo elevati:ciò che conta è avere pazienza.»

«Sebbene il tenore di vita sia piuttos-to basso – un funzionario doganaleguadagna circa 40 USD –, i beni piùimportanti per la popolazione sonoaccessibili. L’approvvigionamento dicorrente e gas nonché il riscaldamentofunzionano in modo ineccepibile; i col-legamenti telefonici e Internet si situa-no a un livello accettabile, perlomenonella capitale.

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Sono venuta a conoscenza della forma-zione per diventare specialista doga-nale attraverso un annuncio pubblicatosul quotidiano Bund. Il colloquio dipresentazione e la giornata passata inun ufficio doganale mi hanno convintaa intraprendere questa strada. Le mieaspettative erano elevate e mi passa-vano per la testa molte domande:Come saranno le lezioni? Quali personeincontrerò? Dove alloggerò? A cosaandrò incontro? Riuscirò a far frontealla nuova sfida? Il tempo del primogiorno di corso rispecchiava perfetta-mente il mio stato d’animo. Il nevischioera in un certo senso simbolico: ero unpo’ agitata, ma soprattutto curiosa divedere cosa mi aspettava.

Il potere delle donne nelpensionatoBisognava certamente adattarsi all’al-loggio, ma sono stata fortunata con lamia compagna di camera. È una per-sona estremamente simpatica e ap-prezzo soprattutto il suo modo di porsi.Inoltre, al secondo piano del pensio-nato della posta di Basilea siamoun’allegra comitiva, che definirei ilpotere delle donne. Ritengo che lacoesione all’interno della classe siaparticolarmente importante. Ciò signi-fica anche infondersi coraggio e aiutarsireciprocamente, laddove è necessario.Abbiamo infatti tutti lo stesso obiettivo.

All’inizio è stata dura. È infatti unpo’ di tempo che non vado a scuolacinque giorni alla settimana. Alla serasono piuttosto sfinita. E dovrei ancoraripassare le lezioni e studiare, studiare,studiare. Così tanta teoria… Come saràla pratica?

Tra la teoria e la praticaDurante la quarta settimana ci siamorecati presso l’ufficio doganale di Ba-sel-Weil-Autobahn, il più grande della

Personale

«Abbiamo tutti lo stesso obiettivo»A metà gennaio Eveline Härtsch ha iniziato il corso 1a Basilea per diventare specialista doganale.Quest’anno la 26enne sangallese scriverà tre articoli

per Forum D., nei quali spiega come vive la forma-zione, cosa pensa della «vita doganale» e quali sonogli obiettivi che si è posta.

Svizzera, anche se si trova in territoriogermanico. Proprio lì ho effettuato lamia giornata di visita. Per poter fareun paragone, avrei preferito vedereBasilea St. Louis. Ma verrà anche quelmomento; inoltre è certamente megliodue volte che una sola. Le varieimpressioni erano confuse. È infattidifficile tracciare dei paralleli tra lateoria e la pratica.

I diversivi sono benvenutiLe lezioni sono interessati e variate. Gliesercizi pratici come la degustazionedi frutta contribuiscono ad alleggerirela teoria. Anche lo sport è un beldiversivo. Esso mi distoglie dai solitipensieri e riesco a prendere le distanzeda tutto il resto. Contemporaneamentesi impara a conoscersi meglio. Tra noivi sono anche alcuni assi dello sport. Il

Scheda personaleCognome: HärtschNome: EvelineEtà: 26Cresciuta a: Wittenbach/SGSport: nuoto, jogging, volanoFormazione: impiegata dicommercio nel settore orologiero edei gioielliPassatempi: lettura, viaggi,passeggiateLibro preferito: Nickolas Sparks:Message in a bottlePiatto preferito: raclette

periodo di pratica è ormai imminente.Sono già sin d’ora contenta e sonocuriosa di sapere presso quale ufficiodoganale lo svolgerò. �

PANORAMA

22 Forum D. 1/2003

Testimoni dell’epoca cercansiLa «Unabhängige HistorikerkommissionLiechtenstein Zweiter Weltkrieg» (UHK)sta analizzando – per ordine del gover-no del Principato del Liechtenstein – lapolitica dei rifugiati tra il 1933 e il 1945.A tal fine la commissione cerca delleguardie di confine e dei doganieri sviz-zeri che tra il 1938 e il 1945 hannolavorato al confine tra il Liechtenstein ela Germania o presso la stazione diBuchs e che vorrebbero raccontare leproprie esperienze nonché descrivere lasituazione di allora. Le dichiarazioniverranno naturalmente trattate in modoconfidenziale.

Le guardie di confine e i doganieriinteressati possono rivolgersi al seguen-te indirizzo: Unabhängige Historiker-kommission Liechtenstein Zweiter Welt-krieg, Bahnhofstrasse 6, casella postale802, 9494 Schaan, Principato del Liech-tenstein, telefono 00423 265 50 50, fax00423 265 50 51 oppure [email protected].

In breveIl segretario generale dell’OMD favisita alla dogana svizzeraIl segretario dell’Organizzazione mon-diale delle dogane (OMD) Michel Danetha fatto per la prima volta visita alladogana svizzera. Durante i colloqui conil Direttore generale delle dogane aBerna l’accento è stato posto sulla Con-venzione di Kyoto, sul programma Bour-sier e sullo spiegamento di funzionaristatunitensi nei porti marittimi. MichelDanet ha ringraziato il capo del servizioAffari internazionali Robert Lüssi del suolavoro come presidente del comitatofinanziario dell’OMD. A Bardonnex ilsegretario generale è stato ricevuto daldirettore di circondario François Monnat.Durante la visita dell’ufficio doganale acontrolli nazionali abbinati nonché delcomando guardie di confine Danet èrimasto impressionato dal grado diinformatizzazione e dalla tecnica disdoganamento, risp. dalla competenzaspecialistica in materia di polizia edall’elevato livello di sicurezza.

Il nuovo Forum D. vi viene presentatoda una redazione giovane e motivatache non deve soltanto informare, maanche promuovere lo scambio di opi-nioni, ossia comunicare. Apprezzo leidee e lo slancio del nuovo team eauguro a tutti una buona lettura di Fo-rum D.!

Un vento nuovo soffia anche sullenostre relazioni pubbliche. Spesso cihanno criticato di fare troppo poco.Non abbiamo soltanto un interessepersonale a presentare noi stessi e lanostra attività, bensì anche un obbligo.Le cittadine e i cittadini devono saperecosa facciamo.

Contrariamente a quanto avviene inaltri uffici federali, presso la dogana nonè sempre la stessa persona che fungeda portavoce centrale. La nostra attivitàè estremamente variata e si svolge intutto il paese. I diretti responsabili for-

niscono le informazioni necessarie ai me-dia. I loro interventi sono una garanziadi competenza, verità e credibilità.Questo è certamente un vantaggio.

Non intendiamo cambiare tale statodi cose, ma sostenere i responsabili inmodo più professionale. A tal fine stia-mo creando, a livello delle direzioni dicircondario e dei comandi, la capacitànecessaria in materia di personale e dispecializzazione. Il nuovo capo dell’in-formazione, Walter Pavel, è incaricatodi istituire una rete di responsabili dell’in-formazione e di renderla operativa.

Le relazioni pubbliche dell’ammini-strazione non devono essere invadenti,altrimenti avrebbero un effetto contro-producente. Non dobbiamo essere deiciarlatani, ma presentare la nostra atti-vità e fare sempre di più.

Non bisogna mai dimenticare che gliopuscoli e i reportage migliori non han-

no nessun effetto rispetto alla constata-zioni dirette degli operatori economicie dei viaggiatori. Non veniamo infattigiudicati in base a ciò che viene scrittosu di noi. Restano infatti impresse, siain positivo che in negativo, le esperienzeche la gente ha vissuto con la doganae il servizio di sorveglianza.

Auguro a noi tutti molto successo nellerelazioni pubbliche!

Rudolf Dietrich, il Direttore generaledelle dogane

«DirGD»: Quali relazioni pubbliche vogliamo?

PANORAMA

Revisori reclutati all’esternoDal mese di ottobre del 2001 pressol’ispettorato doganale di Zurigo-Aero-porto lavorano 16 revisori reclutati all’es-terno. Il progetto pilota contribuirà aridurre la mancanza di revisori doganali.I futuri doganieri hanno iniziato l’istru-zione con un corso di base di cinquesettimane. In seguito hanno svolto ilperiodo di pratica presso l’aeroporto diKloten (traffici merci e viaggiatori)nonché presso gli uffici doganali diThayngen e di Kreuzlingen. Circa unanno dopo l’inizio del corso gli aspirantirevisori hanno superato gli esami pro-fessionali I e II per assistenti. Con moltoimpegno le collaboratrici e i collabora-tori hanno acquisito in breve temponumerose nozioni. A partire da questaprimavera, risp. nel prossimo autunnofrequenteranno il corso di riqualificazio-ne 3 a Liestal, dopo di che intrapren-deranno l’abituale carriera di revisoridoganali. Nel mese di marzo hannoiniziato la formazione presso l’ispetto-rato doganale di Zurigo-Aeroporto altri15 revisori reclutati all’esterno.

23Forum D. 1/2003

Villigers Geschenk zum AbschiedBis Ende 2003 soll das Biersteuergesetzim Entwurf vorliegen und in die Ver-nehmlassung geschickt werden kön-nen. Bemessungsgrundlage der Steu-er wir nicht mehr der mittlere Engros-preis sein, sondern, der Alkohol- undder Stammwürzegehalt. Wird das neueGesetz das Bier verteuern? Dazu FritzWeber von der Zollverwaltung: «Nachden Vorstellungen des Finanzdeparte-ments soll das Gesetz einnahmenneu-tral gestaltet werden. Aber man weissja nie, was das Parlament dann letzt-lich entscheidet.» (Handelszeitung, 3.Januar 03)

Sfruttati nelle miniere verdiAnche in Italia la musica è la stessa:nel 2002 gli agenti della Guardia difinanza della provincia di Como hannoad esempio sequestrato 130 chili dihashish e marijuana provenienti dalTicino. Parallelamente i quantitativisequestrati sono sempre più ingenticon la conseguente diffusione di feno-meni di criminalità nuovi… «Segnaliinequivocabili ci indicano che già oggiil traffico nell’ambito della produzionee nella rivendita di canapa è proprioracket, con il sequestro fisico di per-sone, minacce e maltrattamenti neiconfronti degli operai» conferma inter-pellato dall’Inchiesta Andrea CesareCanonica, responsabile dei servizi anti-droga dell’amministrazione federaledelle dogane. (L’Inchiesta, gennaio 03)

Schweiz sucht B-Waffen im IrakUnbemerkt von der Öffentlichkeit istein Schweizer im Irak geblieben: Deraus Basel stammende Zollexperte isteiner der hundert Inspektoren, die imAuftrag der Uno nach irakischen Mas-senvernichtungswaffen suchen. DerSchweizer Waffeninspektor im Irak sei«mit interessanten Herausforderun-gen» konfrontiert, weiss Stephan Me-bold zu berichten. In der Eidgenössi-schen Zollverwaltung für solche Aus-landeinsätze zuständig, steht er inregelmässigem Kontakt mit seinemMann in Bagdad. In der Uno-Zentrale

Rassegna stampaarbeitet seit Jahren ein weiterer Exper-te des Schweizer Zolls. Er und der Waf-feninspektor im Irak sind zwei Beispie-le für das internationale Engagementvon Zollangestellten, das im Vergleichzu militärischen Friedenseinsätzen we-nig bekannt ist. (Tages-Anzeiger, 3. Fe-bruar 03)

Exoten verbotenViele Ferienreisende versuchen verbo-tene Souvenirs wie Reptilien oder El-fenbein in die Schweiz zu schmuggeln.Das kann sie teuer zu stehen kommen.«Viele Leute sind bei ihren Ferienmit-bringseln sehr leichtfertig», sagtMiroslaw Ritschard, AbteilungsleiterZoll beim Flughafen. «Mitnehmen undmal schauen», heisse oft die Devise.So entdecken die Flughafenzöllner beiStichproben ab und zu ausgestopfteKrokodile, Schlangenlederstiefel, Scha-len aus Schildkrötenpanzer oderSchachfiguren aus Elfenbein – allesSouvenirs, deren Einfuhr in die Schweizbewilligungspflichtig oder verboten ist.«Die Artenschutzbestimmungen sindleider viel zu wenig bekannt», sagtMarlis Lauffer. Die Grenztierärztin amFlughafen Kloten wird beigezogen,wenn die Zöllner einen Verstoss gegenden Artenschutz vermuten. (Beobach-ter, 4/03)

Sono Berna e Zurigo le metedell’eroina a chiliDal più recente bilancio effettuato dalleGuardie di Confine è emerso che unodei problemi principali da affrontare aivalichi è quello del traffico di droga.Non passa giorno senza che di drogasi parli, per arresti, decessi, nuovi pro-dotti immessi sul mercato. Ad esempiola micidiale cosiddetta «droga etnica»,la «shabu». Essa è giunta anche nelTicino? Lo abbiamo chiesto all’aiutantedi Stato Maggiore Daniele Marcis,Capo del servizio antidroga del Corpoguardie di confine IV, con il qualeabbiamo tracciato il panorama dellasituazione attuale. (Giornale del Popo-lo, febbraio 03)

Mondo doganaleIl caviale al posto della salmaCome annunciato dall’agenzia gior-nalistica Interfax, i contrabbandierirussi hanno utilizzato una cassamortuaria per importare illegalmente280 chilogrammi di caviale. Vistol’insolito peso, i doganieri hannoaperto la bara e scoperto la merce. Idocumenti di scorta, compreso ilcertificato di morte per il presuntotrasporto della salma, sarebbero stati«assolutamente veri». (Fonte: 20Minuten)

Più sicurezza alle frontiereNon siete soli. È questo il senso delmessaggio trasmesso dal Consigliofederale alle guardie di confine del IVcircondario attraverso la visita di Kas-par Villiger ieri alle dogane di Brogedae Chiasso strada. Visita con cui il con-sigliere federale ha voluto testimoniarela preoccupazione e l’attenzione diBerna per la recrudescenza della crimi-nalità sul confine. A Chiasso Villiger haconversato con alcune guardie inservizio ai valichi per farsi un’idea piùprecisa della situazione.Quella delconsigliere federale è stata una visitaquasi privata, che le guardie di confinedel IV circondario hanno apprezzatomolto, come assicura il commandanteFiorenzo Rossinelli. (Corriere del Ti-cino, 25 febbraio 03)

PANORAMA

24 Forum D. 1/2003

Richiamo visivo

Sondaggio

«La collaborazione con le guardie difortificazione, iniziata in Ticino 6 anniorsono in concomitanza con la primaondata di arrivi dai Balcani in guerra,si è rafforzata con il passare del tempoe oggi è da considerare buona. Se daparte nostra è stato fatto tutto il possi-bile per favorire la loro integrazione nelnostro dispositivo di sorveglianza, daparte loro abbiamo ottenuto la massi-ma disponibilità e spirito d’adattamen-to. Posso pertanto tranquillamente af-fermare che il supporto fornito daquesto corpo è per noi assai import-ante e redditizio.»Doriano BirraPo mob gcf Stabio paese

«Ritengo che attualmente il rafforza-mento da parte del CGF sia accettabile,anche se non è la soluzione al proble-ma. Con i servizi comandati si sonosempre raggiunti un’integrazione e unappoggio migliori. Il fatto che le guar-die di fortificazione siano istruite, risp.possano essere impiegate soltanto percompiti di sicurezza, sorveglianza eosservazione è uno svantaggio per ilservizio quotidiano. In molti turni diservizio le guardie di confine e le guardiedi fortificazione costituiscono un team.In tali casi emerge la mancanza dellaformazione specifica per la sorveglianzadel confine. Conclusione: una costrizio-ne non è sempre la soluzione migliore.»Urs FrankPo mob gcf Riehen-Basilea

«Grazie alle guardie di fortificazionesupplementari, presso il po mob gcf diRafz riusciamo a controllare meglio lenostre strade con traffico tollerato. Nelsettore di Rafz i membri del Corpo dellaguardia delle fortificazioni vengono im-piegati anche nel servizio di piantonepresso valichi più piccoli. Tale provvedi-mento allevia la carenza di effettivi e ciconsente di disimpegnare temporanea-mente gli specialisti. Secondo gli ultimirapporti le guardie di fortificazione cos-tano di più delle guardie di confine.Poiché con la loro formazione, non spe-cifica per il controllo del confine, rag-giungono pochi risultati, per me – anchecome cittadino – i conti non tornano.»Kaspar HaldemannPo mob gcf Rafz

Cosa pensa dell’appoggio fornito alle guardie di confine da parte delleguardie di fortificazione?

21 di queste stazioni dimisurazione TTPCP auto-matiche verranno istallatenel corso del 2003 sulleautostrade svizzere. Gliscanner laser rilevano letarghe degli autocarri.Accade infatti spesso cheper la distanza percorsa e idati relativi al rimorchiovengano fornite indicazionifalse.

Siete riusciti a immortalare unascena particolarmente originaledell’attività quotidiana della?Spediteci le vostre fotografie.In ogni edizione di Forum D. nepubblicheremo una. Gli autoridelle foto pubblicate riceveran-no una piccola sorpresa.