Russia_Oggi_Luglio_2011

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Economia L’Italia scala posizioni nelle preferenze dei turisti, grazie anche a un’offerta competitiva sul fronte dei prezzi PAG. 4 LUNEDÌ 25 LUGLIO 2011 Inserto distribuito con The NYT International Weekly L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e PHOTOXPRESS Il ciclista Danilo Di Luca, tor- nato alle gare con il team Katusha, rac- conta la sua nuova vita Glamour Glamour e musica e musica sulle tracce sulle tracce dell’estate dell’estate SU QUESTO NUMERO Politica, due trentenni sfidano Putin Pedalata collettiva in piena notte Se i leader storici delle opposizio- ni soffrono un deficit di credibi- lità presso gli elettori, nuovi astri nascenti si fanno strada nel qua- dro politico. Come l’imprenditri- ce Evgenia Chirikova e l’avvoca- to Alexei Navalny, entrambi poco più che trentenni. E con una re- putazione solida, costruita grazie a battaglie in difesa dei diritti ci- vili e per la salvaguardia dell’am- biente. vo reportage di una pedalata col- lettiva di metà luglio, organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Russia. Un’iniziativa intitolata Velonotte Pietrogrado, che, per cinque ore e 21 chilometri ha svelato ai parteci- panti i monumenti storici e le ar- chitetture che hanno fatto la storia della metropoli russa. In bici an- che l’ambasciatore Antonio Zanar- di Landi e sua moglie, alcuni acca- demici, oltre a circa 3mila abitanti di San Pietroburgo e un centinaio di italiani. Viaggio con i nenci i nomadi contro i colossi industriali Infatti, l’insediamento indu- striale di Gazprom, colosso russo delle materie prime, sta spingendo gli investimenti nelle reti di trasporto all’interno della regione. Con la conse- guenza di uno snaturamento della tundra, che rischia di di- sorientare le popolazioni, ren- dendole incapaci di adattarsi ai cambiamenti. PAG. 12 SERVIZIO A PAGINA 3 SERVIZIO A PAGINA 7 SERVIZIO A PAGINA 2 Quel giorno del 1991 che cambiò la storia dell’intera Europa Il 19 agosto ricorrerà il vente- simo anniversario del golpe con il quale una nutrita schiera di militari cercò di spodestare l’al- lora Presidente dell’Urss Mi- khail Gorbaciov. Un tentativo andato a vuoto per la straordinaria mobilitazione della popolazione di Mosca e dintorni, che fece quadrato in- torno alla figura di Boris Eltsin. Un successo personale per colui che da lì a poco sarebbe diven- tato il protagonista principale della scena politica russa. Men- tre la storia faceva il suo corso aprendo le porte alla disgrega- zione dell’Unione Sovietica. La ricorrenza si celebra in un’at- mosfera di acceso dibattito nella Federazione su quei giorni, la loro gestione e le conseguenze che ne derivarono non solo per la popolazione russa, ma per l’intero contesto europeo, com- preso il versante occidentale. Sport Nei prossimi anni è prevista la realizzazione di numerosi parchi Nelle strade di Mosca la folla festeggia il trionfo di Eltsin La popolazione senza fissa di- mora che popola l’estremo Nord della Russia, ai confini con il Circolo polare artico, si è con- servata nei secoli nonostante le condizioni proibitive del clima nelle stagioni invernali e l’op- posizione governativa ai tempi dell’Unione sovietica. Ma ora il futuro dei nenci, 41mila noma- di dai tratti duri, dediti preva- lentemente all’allevamento, ap- pare seriamente a rischio. www.russiaoggi.it SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT Sulle due ruote in notturna a cac- cia dei tesori italiani che da secoli rendono grande San Pietroburgo. Su www.russiaoggi.it il suggesti- Un corposo reportage del- la redazione sulla musica in Russia, con i grandi appunta- menti previsti nelle prossime settimane, dagli eventi po- polari che richiamano decine di migliaia di persone nelle piazze ai ritrovi per gli aman- ti dei generi più sofisticati. E poi un giro d’orizzonte sugli artisti più rappresentativi del panorama musicale della Fe- derazione. Dagli evergreen che sono ri- masti sulla cresta dell’onda mostrando grande capacità di rinnovamento alle nuove leve che puntano su una riconosci- bilità internazionale. Quindi, il racconto in presa di- retta di una nottata passata tra i locali di Mosca, al segui- to dei giovani che si spostano da un ritrovo all’altro alla ri- cerca di un divertimento che oggi appare meno improntato agli eccessi. SERVIZIO A PAGINE 10 E 11 ITAR-TASS PHOTOXPRESS ANNA NEMTSOVA NIKOLAY NIKITIN GETTY IMAGES/FOTOBANK IMAGO/LEGION MEDIA

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Russia Oggi, edizione Luglio 2011

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EconomiaL’Italia scala posizioni nelle preferenze dei turisti, grazie anche a un’offerta competitiva sul fronte dei prezzi

PAG. 4

LUNEDÌ 25 LUGLIO 2011 Inserto distribuito con The NYT International Weekly

L’inserto è preparato e pubblicato da Rossiyskaya Gazeta (Russia) e non coinvolge le strutture giornalistiche ed editoriali di e

PHOTOXPRESS

Il ciclista Danilo Di Luca, tor-nato alle gare con il team Katusha, rac-conta la sua nuova vita

Glamour Glamour e musica e musica sulle tracce sulle tracce dell’estatedell’estate

SU QUESTO NUMERO

Politica, due trentenni sfi dano Putin

Pedalata collettiva in piena notte

Se i leader storici delle opposizio-ni soffrono un deficit di credibi-lità presso gli elettori, nuovi astri nascenti si fanno strada nel qua-dro politico. Come l’imprenditri-ce Evgenia Chirikova e l’avvoca-to Alexei Navalny, entrambi poco più che trentenni. E con una re-putazione solida, costruita grazie a battaglie in difesa dei diritti ci-vili e per la salvaguardia dell’am-biente.

vo reportage di una pedalata col-lettiva di metà luglio, organizzata dall’Ambasciata d’Italia in Russia. Un’iniziativa intitolata Velonotte Pietrogrado, che, per cinque ore e 21 chilometri ha svelato ai parteci-panti i monumenti storici e le ar-chitetture che hanno fatto la storia della metropoli russa. In bici an-che l’ambasciatore Antonio Zanar-di Landi e sua moglie, alcuni acca-demici, oltre a circa 3mila abitanti di San Pietroburgo e un centinaio di italiani.

Viaggio con i nencii nomadi contro i colossi industriali

Infatti, l’insediamento indu-striale di Gazprom, colosso russo delle materie prime, sta spingendo gli investimenti nelle reti di trasporto all’interno della regione. Con la conse-guenza di uno snaturamento della tundra, che rischia di di-sorientare le popolazioni, ren-dendole incapaci di adattarsi ai cambiamenti.

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SERVIZIO A PAGINA 3

SERVIZIO A PAGINA 7

SERVIZIO A PAGINA 2

Quel giorno del 1991 che cambiò la storiadell’intera EuropaIl 19 agosto ricorrerà il vente-simo anniversario del golpe con il quale una nutrita schiera di militari cercò di spodestare l’al-lora Presidente dell’Urss Mi-khail Gorbaciov. Un tentativo andato a vuoto per la straordinaria mobilitazione della popolazione di Mosca e dintorni, che fece quadrato in-torno alla fi gura di Boris Eltsin. Un successo personale per colui che da lì a poco sarebbe diven-tato il protagonista principale

della scena politica russa. Men-tre la storia faceva il suo corso aprendo le porte alla disgrega-zione dell’Unione Sovietica.La ricorrenza si celebra in un’at-mosfera di acceso dibattito nella Federazione su quei giorni, la loro gestione e le conseguenze che ne derivarono non solo per la popolazione russa, ma per l’intero contesto europeo, com-preso il versante occidentale.

Sport

Nei prossimi anni è prevista la realizzazione di numerosi parchi

Nelle strade di Mosca la folla festeggia il trionfo di Eltsin

La popolazione senza fi ssa di-mora che popola l’estremo Nord della Russia, ai confini con il Circolo polare artico, si è con-servata nei secoli nonostante le condizioni proibitive del clima nelle stagioni invernali e l’op-posizione governativa ai tempi dell’Unione sovietica. Ma ora il futuro dei nenci, 41mila noma-di dai tratti duri, dediti preva-lentemente all’allevamento, ap-pare seriamente a rischio.

www.russiaoggi.it

SUL NOSTRO SITO RUSSIAOGGI.IT

Sulle due ruote in notturna a cac-cia dei tesori italiani che da secoli rendono grande San Pietroburgo. Su www.russiaoggi.it il suggesti-

Un corposo reportage del-la redazione sulla musica in Russia, con i grandi appunta-menti previsti nelle prossime settimane, dagli eventi po-polari che richiamano decine di migliaia di persone nelle piazze ai ritrovi per gli aman-ti dei generi più sofisticati. E poi un giro d’orizzonte sugli artisti più rappresentativi del panorama musicale della Fe-derazione. Dagli evergreen che sono ri-masti sulla cresta dell’onda mostrando grande capacità di rinnovamento alle nuove leve che puntano su una riconosci-bilità internazionale. Quindi, il racconto in presa di-retta di una nottata passata tra i locali di Mosca, al segui-to dei giovani che si spostano da un ritrovo all’altro alla ri-cerca di un divertimento che oggi appare meno improntato agli eccessi.

SERVIZIO A PAGINE 10 E 11

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02 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYPolitica

La strategia di Putin per conquistare il CremlinoPartiti Alla vigilia delle consultazioni per la Duma il premier lancia, tra approvazioni e critiche, il Fronte popolare della Russia

Le adesioni al nuovo progetto

Vladimir Putin durante l’intervento in cui ha annunciato la nascita della nuova formazione politica

EVGENY UTKINRUSSIA OGGI

VLADIMIR RUVINSKYRUSSIA OGGI

All’organizzazione hanno

aderito associazioni di

differente orientamento

politico, a dimostrazione che

l’obiettivo è creare uno

schieramento variegato.

Sono i trentenni la vera novità

in vista delle consultazioni di

dicembre. Spesso arrivati alla

causa politica dopo battaglie in

difesa dei diritti civili e contro

la corruzione dilagante.

Vladimir Putin punta a ricon-quistare i cittadini delusi dalla politica attraverso una nuova organizzazione sovrapartitica, composta in buona parte da volti nuovi rispetto ai partiti. Inter-venendo a un incontro di Rus-sia Unita, il premier ha comu-nicato che sta lavorando alla creazione di un Fronte popola-re della Russia. L’obiettivo è dare alla società civile una possibili-tà in più di partecipare diretta-mente ai processi decisionali dello Stato e di apportarvi idee costruttive. Putin stesso ha così descritto l’iniziativa: «Proponia-mo una piattaforma che riuni-sca coloro a cui le sorti della Rus-sia non sono indifferenti, perché

ne degli industriali e degli im-prenditori. Non mancano, però, gli scontenti: 107 membri dell’Unione degli architetti hanno scritto una lettera aperta per cri-ticare l’adesione della loro orga-nizzazione. Contrarietà è stata espressa dal segretario dell’Unio-ne degli scrittori, Gennadij Iva-nov, secondo il quale gli iscritti all’albo non entreranno colletti-vamente in alcun partito per non creare divisioni al loro interno. La mossa di Putin ha spiazzato il leader dei comunisti Genna-dij Zyuganov, secondo il quale «di solito è l’opposizione che co-stituisce un fronte popolare. È un’indecenza che lo faccia chi è al governo». Mentre il Presiden-te Dmitri Medvedev si è limita-to a prendere atto della novità politica, riconoscendone la ri-spondenza alle normative vigen-ti. Con questa mossa Putin ha mosso le sue pedine sullo scac-chiere delle elezioni presidenzia-li del 2012. Ora tocca agli altri rispondere.

I volti nuovi per le elezioni sono giovani e impegnati per l’ambiente

Verso il voto Evgenia Chirikova e Alexei Navalny si sono costruiti una grande credibilità attraverso iniziative per le comunità locali

" Credevo che non fosse possibile cambiare le cose. Per questo fare politica mi

sembrava una cosa insensata. Ma era l’inizio, ero ingenua. Poi tante persone hanno iniziato a chiedere il mio aiuto. E tutto è cambiato”

" La gente è venuta da me lamentandosi per la co-struzione di un’autostrada

a Khimki. La mia risposta allora fu che non aveva senso farsi coinvolgere. Avrebbero creato un gruppo di iniziativa e sarebbero poi stati picchiati. Ora vedo che mi sbagliavo”

LE CITAZIONI

EvgeniaChirikova

AlexeiNavalny

LEADER DEL MOVIMENTO PER LA DIFESA DEL-

LA FORESTA KHIMKI (A SINISTRA)

ATTIVISTA NELLA LOTTA ALLA CORRUZIONE

(A DESTRA)

Nuovi personaggi si stanno af-facciando sulla scena politica russa. Come Evgenia Chiriko-va, disinteressata al tema fi no a pochi anni fa. «Credevo che non fosse possibile cambiare le cose», ripete spesso nelle recen-ti uscite pubbliche.Nata a Khimki (nella regione di Mosca), Chirikova ha consegui-to tre lauree e avviato una pic-cola azienda con il marito inge-gnere. Oggi, a 34 anni, è tra i nuovi volti più apprezzati dai cittadini, anche grazie a un modo di vestire casual che fa presa sui più giovani.La sua metamorfosi da madre lavoratrice della periferia in uno dei più noti attivisti russi è av-venuta dopo che la Giunta co-munale di Mosca ha deciso di abbattere la foresta Khimki, vi-cino alla casa in cui vive, per costruire un’autostrada di col-legamento con San Pietrobur-go, senza alcun dialogo preven-tivo con i residenti e le associa-zioni ambientaliste. Il Presidente Medvedev, che ha fatto da mediatore nel confl it-to, si è schierato senza esitazio-ni dalla parte di Evgenia.

Il rispetto

delle minoranze

LA MAGGIORANZA DEI CITTADINI

CREDE CHE IL RISPETTO DEI DIRITTI

CIVILI SIA UNA PRIORITÀ NELLA

SOCIETA’ MODERNA

IL SONDAGGIO

Chirikova, l’impegno in difesa della forestaChirikova ricorda di non esser-si subito resa conto della por-tata di quella battaglia: «Ero ingenua... prima di quella de-cisione ero convinta di vivere in uno Stato basato sulla legge». Nel corso del confl itto per la foresta Khimki, dieci attivisti sono stati mutilati e uccisi da ignoti. Chirikova ha ricevuto minacce, ma non si è arresa. E non lo ha fatto nemmeno quan-do alcuni osservatori politici l’hanno accusata di essere in cerca di notorietà.La lotta per la foresta di Khi-mki si è conclusa con la deci-sione di restringere l’ampiezza dell’autostrada da 600 a 100 metri e di vietare costruzioni commerciali su entrambi i lati della carreggiata. E oggi Chi-rikova incolpa dello scempio ambientale non i burocrati russi con «la loro sonnolenta visio-ne dell’ecologia», ma la società

francese di costruzioni Vinci, partner del progetto, che ha in-sistito affinché la costruzione passasse attraverso la foresta, minacciando in caso contra-rio la richiesta di ingenti risar-cimenti. Secondo il quotidiano economico Vedomosti, la multa per la rottura dell’accordo po-teva ammontare a circa 4 mi-liardi di rubli (98 milioni di euro).

Navalny, l’avvocato che combatte la corruzioneUna delle persone che da su-bito ha dubitato delle possibi-lità di successo di Chirikova è l’avvocato Alexei Navalny, at-tivista e blogger che si è co-

ne in Russia, orientato alla so-luzione di problemi reali, come sottolinea Nikolai Petrov del Carnegie Moscow Center. «Due profili simili, ma si distinguo-no per il fatto che in Evgenia il cambiamento si è originato da una protesta privata, men-tre Alexei si è mosso sin dall’ini-zio in una logica politica». Navalny considera Internet la miglior fonte di ispirazione e ha un grande seguito in Rete: in poche settimane ha raccolto circa 7 milioni di rubli (172mila euro) a sostegno della sua cam-pagna anticorruzione. Ora punta a sottrarre consen-si a Russia Unita, che giudica il partito più corrotto tra quel-li della Federazione. Petrov ri-tiene che Navalny abbia la pos-sibilità di ottenere un ampio consenso dal momento che può contare su una «buona considerazione da parte di un vasto pubblico deluso dalla po-litica».

attivisti sono stati mutilati e uc-cisi nel corso del conflitto per la foresta Khimki che durava da molto tempo. Tra i feriti ci sono membri dei movimento e gior-nalisti

10IL NUMERO

Le battaglie contro le tangenti attirano grande consenso tra numerosi cittadini delusi dalla politica

struito una reputazione nella lotta alla corruzione nelle com-pagnie di Stato. «La gente ve-niva da me lamentandosi per la costruzione di un’autostra-da a Khimki, ma rispondevo che era meglio non farsi coin-volgere nella vicenda, anche per le scarse possibilità di succes-so», dice. «Alla luce dei fatti, mi sbagliavo», afferma Naval-ny che oggi è un grande soste-nitore del movimento Khimki e collabora con altri legali nella battaglia ecologista, in un set-tore come quello delle costru-zioni, che Elena Panfi lova, capo della fi liale russa di Transpa-rency International, defi nisce «tra i più esposti alla corruzio-ne». Come Chirikova, Navalny è di-ventato famoso grazie soprat-tutto ai fatti e non alle sempli-ci parole: i due hanno la stessa età, non sono iscritti ad alcun partito e sono esponenti di un nuovo modo di fare opposizio-

possano discutere alla pari dei problemi del Paese e di come prepararci alle elezioni del Par-lamento». La creazione del Fronte giunge in un momento decisivo, alla vi-gilia delle elezioni alla Duma, in programma a dicembre. «La no-stra principale forza politica, Russia Unita, necessita dell’apporto di idee, propo-ste e volti nuovi». Così ap-pare chiaro l’obiettivo, sot-tolineato anche da Boris Gryslov (presidente della Duma e membro del Con-siglio di coordinamento del Fronte popolare della Rus-sia), di costituire un gruppo più ampio rispetto a Russia Unita. «La legge ci consente di candidare fino al 25% di non iscritti al partito», ha aggiunto. Al Fronte hanno aderito centi-naia di organizzazioni diverse, spesso di origine o di orienta-mento politico molto differente tra loro, come la Federazione dei sindacati indipendenti e l’Unio-

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PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

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Società

Molti dei 13mila nomadi presenti a Jamal temono di essere costretti a diventare sedentari, processo incoraggiato dal governo

Nomadi per scelta, contro GazpromReportage L’etnia dei nenci è pronta a rinunciare ai finanziamenti governativi in cambio di un passo indietro dell’industria

All’inizio dell’estate polare le

famiglie della “Brigata n° 5”

conducono le loro 3mila renne

verso il mare di Kara

" Questo stile di vita tradi-zionale è condannato a finire. Capisco che i nenci

vedano le cose in modo comple-tamente diverso, ma proviamo a immaginare uno di noi che deci-desse di andare in giro indossan-do dei lapots (le loro tradizionali calzature) e una lunga barba. Vogliono infilare perle e fumare bambù? Che lo facciano, ma in luoghi appositi e non su un terri-torio che è grande come diversi Stati europei messi assieme”

LA FRASE

Andrei IvanovGINECOLOGO E OSTETRICO, VICEDIRETTORE

DELL’OSPEDALE DI SALECHARD

Alla conquista

dell’Artico

Il popolo dei nenci rappresen-ta la più importante tra le 26 et-nie siberiane. Vivendo vicino al Circolo polare artico è presente soprattutto nelle penisole di Ja-mal e di Tajmyr. Le principali at-tività economiche di questo po-polo nomade sono l’allevamento di renne e la pesca. La minaccia principale che incombe sul futuro dei nenci non è di natura demo-grafica, tant’è che il loro nume-ro è in aumento e nel censimen-to del 2002 era stimato a 41.302 unità, ma l’assimilazione nel con-testo sociale locale che favorisce la perdita della loro cultura. La scolarizzazione, il processo di in-sediamento sedentario e anche lo sfruttamento del gas e del pe-trolio che minacciano l’ambiente in cui vivono mettono a rischio il loro stile di vita.

Molti membri dell’etnia nenci ritengono che la loro sarà l’ultima generazione nomade

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41 mila è il numero to-tale dei nenci. Ma solo 27mila parla-

no la lingua nenec, e per di più la maggior parte è stata convertita alla religione ortodossa

I NUMERI

26 le etnie che vivo-no nella regione. I nenci, pur essen-

do la principale realtà autoctona, rappresentano solo il 5,2% della popolazione locale

ANNA NEMTSOVARUSSIA OGGI

Per secoli hanno resistito al

clima estremo del grande Nord.

L’epoca sovietica li ha messi a

dura prova, ma è l’avanzata del

capitalismo che rischia di dar

loro il colpo di grazia.

Le mani gonfi e e rugose di Lena Sarteto si muovono velocemen-te. Al centro della tenda l’acqua bolle sul fuoco e nel frattempo Sarteto, una nomade della tribù dei nenci, popolo indigeno della Siberia occidentale, prepara un banchetto per gli invitati e la sua famiglia, composta da cin-que persone. Taglia a pezzi la carne di renna essiccata e squa-ma un enorme pesce argentato, poi dispone pane secco e biscot-ti sui piattini e li sistema in una slitta di legno. Le squame e le lische sono sparse a terra intor-no al fuoco. Rimarranno lì anche dopo che se ne saranno andati via da lì. Sarteto è concitata. Tra qualche ora il suo piccolo gruppo di no-madi, composto da una decina di famiglie e chiamato “Briga-ta n° 5”, come in epoca sovieti-ca, prenderà la strada per il Nord. Siamo all’inizio dell’esta-te polare e, approfi ttando della luce che dura quasi tutto il gior-no, questi nomadi conducono le loro 3mila renne verso le coste del mare di Kara, per raggiun-gere così il Circolo polare arti-co per il mese di agosto. Dopo di che torneranno sui loro passi per sfuggire al freddo glaciale e riportare le mandrie all’erba e al muschio della più dolce tun-dra. Questo ciclo che si ripete da secoli è sempre più a rischio, perché la penisola Jamal è anche la base del gigante Gazprom, che fornisce gas all’intera Rus-sia e a buona parte dell’Euro-pa. Con l’insediamento nella pe-nisola, Gazprom ha portato strade, ferrovie e canalizzazio-ni, trasformando completamen-te il paesaggio della tundra. I nenci hanno così scoperto le au-tostrade asfaltate, il ferro ar-rugginito, i pali elettrici e le per-foratrici. Pare che la ricchezza della Russia sia strappata alla tundra, che un tempo era loro. «Il pesce ha un sapore di morte, ci ammaliamo dopo aver bevu-to l’acqua dei nostri laghi e le nostre renne si impigliano nei cavi, inciampano nei tubi, si

rompono le gambe e muoiono» è quanto ci confi da Sarteto. Poi sembra recitare un mantra quando dice: «Siamo l’ultima generazione di nomadi. I nostri fi gli vivranno nelle città, lonta-ni dalla tundra». Nella penisola di Jamal si trova il campo Bovanenkovo che con-tiene circa 4,9 trilioni di metri cubi di gas naturale, gas che Gazprom comincerà a estrarre a partire dall’anno prossimo. Le torri di perforazione si sono in-nalzate all’orizzonte, e a soste-gno dello sfruttamento lo scor-so anno è stata costruita una ferrovia di 520 km. Vladimir Chuprov, responsabile di Gre-enpeace per la Russia, ha spie-gato: «Una nostra ricerca rive-la che la paura più grande dei nomadi non sono i mutamenti climatici, ma l’ipotesi di essere cacciati via dalla tundra». Questo non è il primo attacco al loro stile di vita. Il regime so-vietico, infatti, aveva cercato di obbligare i nenci ad entrare a far parte di fattorie collettive. Le varie tribù erano state smi-state in brigate e obbligate a pagare un’imposta in carne di renna. In migliaia si erano quin-di stabiliti nelle città siberiane lottando per conservare le loro tradizioni. Oggi i militanti nenci si trova-no ancora una volta a essere minacciati nel loro ambiente naturale da iniziative di ispi-razione governativa Anche se un portavoce di Gazprom rife-risce che l’azienda starebbe cer-cando una soluzione per con-

dividere il territorio con la po-polazione locale, ma avrebbe riscontrato una forte ostilità in tal senso.E, in effetti, diversi sforzi da parte dell’azienda potrebbero essere interpretati come miglio-ramenti per la vita dei nomadi e per quella conosciuta come la regione autonoma Jamalo-Ne-nets. Gazprom versa un salario

agli uomini per l’allevamento e uno alle donne per la gestione domestica. Lena e il marito, ad esempio, ricevono ogni mese l’equivalente di 1.700 euro, una somma più che rispettabile in quella regione. Ogni estate gli elicotteri del gruppo sorvolano gli accampa-menti dei nenci e riuniscono più di 2mila bambini, che vengono

trasportati nelle pensioni di Yar-sale, la Capitale degli abitanti della tundra. Ma Lena Sarteto ci assicura che sostituirebbe volentieri il de-naro con una tundra intatta, che preservi il territorio nelle condizioni naturali, e mentre lo dice viene circondata dal so-stegno dei parenti. Si volta verso l’idolo di legno della fa-miglia, posato su una pelliccia, e lo sistema fuori dall’abitazio-ne. La divinità rappresentata non può condividere la casa con degli estranei, promessa sem-pre più difficile da mantenere di questi tempi. Sarteto ripete il proprio auspicio, che suona vano: «Che Gazprom se ne vada presto e che Jamal possa ritor-nare ad essere solo nostra: lo speriamo davvero».

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PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYEconomia

Quali sono i parametri da considerare in

merito all’ubicazione di un ufficio a Mosca?

[email protected]/lettere

IMPRENDITORI E STUDENTI TUTTI PAZZIPER L’ITALIA

I LAST-MINUTE E LA CRESCITA DELLA CLASSE MEDIA

STANNO CAMBIANDO LE PROSPETTIVE DEL SETTORE

VIAGGI ROTTA VERSO LA PENISOLA I Paesi più attraenti per i viaggiatori

ALEKSANDR VOSTROVRUSSIA OGGI

I flussi dalla Federazione

crescono al ritmo del 20-30%

annuo, anche grazie al calo dei

prezzi. Il Belpaese è una meta

amata per chi cerca vacanze

sofisticate e alla moda.

Nemmeno la Turchia viene più richiesta: dopo il recente scan-dalo dell’avvelenamento di al-cune giovani donne russe in una popolare località di villeggia-tura, i desiderosi di abbronzar-si sulle spiagge di Antalya e di Marmaris sono sempre di meno. I russi, tradizionalmente con-servatori, stanno sperimentan-do nuove destinazioni e l’Euro-pa è tra le priorità assolute. Fino a qualche anno fa i citta-dini benestanti della Federazio-ne preferivano recarsi nei luo-ghi di interesse storico-artistico del Vecchio Continente. Le vi-site ai palazzi di Cordoba e dell’Escorial in Spagna, ai ca-stelli della Loira in Francia, ai palazzi di Roma e Firenze in Ita-lia rientravano nel “programma culturale obbligatorio” dei “nuovi russi”. Oggi il pubblico è cambiato: a girare l’Europa sono soprattutto gli studenti e

la nascente classe media di im-piegati e professionisti. Quest’ul-tima è attratta dalle località di villeggiatura del Mediterraneo, che offrono un livello di servi-zio molto più elevato rispetto ai Paesi arabi; i primi, invece, sono attratti dalla possibilità di un’immersione nell’elegante stile di vita europeo. L’Italia è una delle mete più amate dai russi. I giovani sono attratti dai vivaci locali di Na-poli e di Roma; i clienti un po’ più anziani, dagli affascinanti

lungomare di Veneto, Sardegna e Sicilia; quelli più ricchi dalle località sciistiche delle Alpi. La Penisola ha molto da offrire ai suoi ospiti dell’Europa orienta-le: il clima mite, gli hotel di alta classe, la sua cucina raffinata. Così, anche il turista più esi-gente può trovare la soluzione che fa per lui. Un discorso a parte meritano i

brevi shop-tour a Mi-lano nel periodo dei saldi, assai diffusi nell’ambiente della bohème moscovita. I tempi delle spese folli sono fi niti: l’abbiglia-mento non si compra più in Russia a un prezzo tre volte mag-giore, ma si preferisce andare direttamente nel Paese produttore, il che tra l’altro eli-mina il pericolo di acquistare merce contraffatta. Secondo i calcoli delle agenzie turistiche, solo nello scorso anno l’Italia è stata visitata da oltre mezzo milione di turisti russi. In media la domanda di viaggi sta avendo una crescita costan-te del 20-30% annuo. Tanta po-polarità è dovuta anche alla grande correttezza dei consola-ti d’Italia nel territorio della Fe-derazione Russa nei confronti di quanti vogliono visitare il loro Paese. I viaggiatori che nel passapor-to hanno un visto italiano per l’area Schengen non hanno dif-fi coltà a ottenere un visto mul-tiplo valido per sei mesi, col quale si può volare in Italia anche tutti i week-end. I viaggi frequenti dei russi nella penisola sono stati resi possibi-li anche dalla comparsa sul mer-cato di aziende che propongo-no viaggi last-minute. Con 400 euro da spendere, un visto Schengen e un po’ di tempo a disposizione per preparare i documenti di viaggio, parti-re per le coste della Sicilia è facilissimo. È stata una rivoluzione per

la gente comune: l’Europa non è più vista come una meta esa-geratamente cara e inaccessi-bile. ai più Si può dire, insom-ma, che la Russia sta riscopren-do il Vecchio Continente e la sua cultura. La nuova generazione di russi sa guadagnare bene e spendere, ma non lo fa più alla cieca. Per questo l’Europa, con la trasparenza dei suoi conti, è molto più vicina al loro spirito rispetto ai Paesi arabi o asiati-ci. La generazione di oggi, in buona sostanza, sceglie l’“Eu-rotrip”, non la Pepsi. E in que-sto viaggio l’Italia solitamente è la prima fermata.

Il clima mite, gli alberghi, il cibo. Ogni turista può trovare la soluzione adatta alle proprie esigenze

Elena

DavidPRESIDENTE AICA

nale che parli la lingua dei nostri ospiti. Tutti aspetti in cima al no-stro programma di lavoro, anche perché i turisti russi si orientano prevalentemente verso strutture a 4 o 5 stelle e sono molto esi-genti, richiedono un servizio per-sonalizzato, soprattutto sulla ri-storazione. Cercano quello che definiamo un livello di servizio “upscale”. I prodotti preferiti so-no i tour verso le città d’arte (in primis Venezia, poi Milano, Roma e Firenze). Stiamo però assisten-do a un crescente interesse per le “città d’arte minori” e per la par-tecipazione a eventi culturali e sociali (feste tradizionali, tornei, partite di calcio, mercati, sagre ed eventi enogastronomici), per i centri storico-archeologici del Centro-Sud e delle isole. Infine è significativo, anche in

Negli ultimi dieci anni le caratte-ristiche e le esigenze dei turisti russi sono sensibilmente cambia-te, pur mantenendo alcune note di fondo: il 90% proviene sem-pre dal distretto metropolitano di Mosca, su cui insistono 12 mi-lioni di abitanti residenti, 20 con l’hinterland. Circa la metà dei viaggiatori provenienti dalla Fe-derazione ha un’età compresa fra i 35 e i 55 anni e, nonostante un’estrazione culturale medio-al-ta, la lingua inglese non è anco-ra parlata da tutti. Questo ci ri-chiama alla necessità di alzare gli standard qualitativi dell’offerta, anche attraverso la formazione costante, e di dotarci di perso-

IL COMMENTO

Alla ricerca dell’arte e delle feste tradizionali

L’autrice è presidente di Confindu-

stria Aica (Associazione italiana

catena alberghiere)

Le destinazioni preferite

un’ottica di maggiore fidelizza-zione, il trend che vede ridursi la domanda di “shopping tour” a fronte di un’esplosione dell’in-teresse per l’offerta legata agli sport invernali, alle strutture di benessere e alle vacanze in cam-pagna. Questa evoluzione del tu-rismo russo rappresenta una stra-ordinaria opportunità per l’Italia. Le destinazioni sono scelte non più per la presenza di una parti-colare boutique, ma per tutto ciò che concorre a rendere unico il nostro Paese. Consolidare questo trend richiede una grande capaci-tà di valorizzazione e promozione e su questi aspetti possiamo an-cora migliorare.

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PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

05

Economia

NIKITA DULNEVRUSSIA OGGI

L’azienda pubblica scommette

sulla nuova frontiera della

tecnologia finanziando i

progetti privati più innovativi

dopo una selezione rigorosa

che limita la discrezionalità.

Il Cremlino punta sul nanotechIntervista A colloquio con Anatoly Chubais, presidente del gruppo statale Rusnano

In occasione del recente forum sull’economia tenutosi a San Pietroburgo, la Rusnano ha pre-sentato una decina di progetti in corso di realizzazione o in partenza nei prossimi mesi. Si tratta solo di una piccola parte delle iniziative finanziate dall’azienda governativa sorta per sostenere i progetti privati nel campo delle nanotecnolo-gie. Finora Rusnano ha ricevu-to circa 2mila domande e ne ha fi nanziate un centinaio. «Spes-so mi sento dire dagli impren-ditori: con voi è troppo difficile. C’è un procedimento di selezio-ne troppo lungo e rigoroso, pre-feriamo cercare un altro inve-stitore», spiega Anatoly Chu-bais, economista e presidente dell’azienda. «A mio avviso, una media tra fi nanziamenti e do-mande di uno a venti è norma-le, anche perché - a differenza di altri investitori - non ci ac-contentiamo di finanziare un progetto, ma lavoriamo fattiva-mente per portarlo al successo». Rusnano si occupa sia di aiuta-re gli imprenditori a trovare uno o più investitori privati, sia di

Chubais al Secondo forum internazionale di nanotecnologie

Gli investimenti previsti sono di 60 milioni entro il 2014

IN BREVE

La Banca europea per la rico-struzione e lo sviluppo (Bers) si è impegnata a fornire alla società russa di leasing del gruppo UniCredit un prestito di 1,2 miliardi di rubli (equi-valenti a circa 30 milioni di euro) fi nalizzato ad alimenta-re i fi nanziamenti destinati alle piccole e medie imprese della Federazione. UniCredit Lea-sing è presente in Russia in maniera capillare, tanto che ormai il 60% dei nuovi fi nan-ziamenti avviene al di fuori delle aree di Mosca e San Pie-troburgo, mentre le pmi costi-tuiscono il 70% della cliente-la di nuova acquisizione.

Nel suo messaggio di bilancio al governo e al Parlamento, il Presidente russo Dmitri Med-vedev ha sottolineato la neces-sità di un nuovo modello di crescita economica, basato sulle innovazioni di massa, un rinnovato sistema di servizi pubblici e un’efficace struttu-ra fi nanziaria e industriale. Ri-sultati che dovranno essere raggiunti senza cedimenti sul rigore dei conti pubblici.

Finanziamento

per il leasing

Medvedev: “Ora

più innovazione”

In media l’azienda pubblica finanzia un progetto ogni venti presentati dagli imprenditori russi

tutelarli dalle lungaggini buro-cratiche, che possono frenarne lo sviluppo. Per quanto riguar-da la gestione, l’azienda ha de-ciso di limitarsi a una parteci-pazione minoritaria. Secondo Chubais la società sta «coltivan-do un orto» che nel giro di al-cuni anni dovrebbe portare frut-ti, ovviamente conditi con le più avanzate tecnologie.

LUIGI DELL’OLIORUSSIA OGGI

L’impresa milanese, dopo aver

acquisito una miniera nella

Federazione, ha messo in

cantiere investimenti per 15

milioni di euro nel 2012 e altri

60 entro il 2014.

Coeclerici prepara un investimento da 75 milioni nel carbone russo

Materie prime L’azienda è proprietaria di una miniera in Siberia

Coeclerici punta dritto sulla Russia. L’azienda italiana atti-va nel settore delle materie prime, in particolare nel carbo-ne, ha messo in cantiere nuovi investimenti nella Federazione. Dopo gli oltre 20 milioni già spesi per il sito minerario di Korchakol (nei pressi di Novo-kuznetsk, nella regione del Kuz-bass, in Siberia) acquisito nel 2008, il board aziendale ha pre-visto nuovi investimenti nella Federazione per un ammonta-re di 15 milioni di euro entro il prossimo anno e altri 60 milio-ni entro il 2014. La somma stan-ziata servirà a migliore la ca-pacità e l’efficienza produttiva della miniera, in modo da por-tare la produzione a quota 2,5 milioni di tonnellate annue, all’incirca il triplo rispetto ai valori attuali. «Siamo presenti a Mosca da 60 anni, prima come agenti esclu-

sivi per l’Italia della Sojuz Pro-mexport, allora società di Stato incaricata per le esportazioni di materie prime, e oggi come pro-duttori diretti, per cui si tratta di uno dei mercati che conoscia-mo meglio», spiega Giovanni Marchelli, amministratore de-legato e direttore generale di Co-eclerici Coal & Fuels e presi-dente di Coeclerici Russia. «Il Paese per noi è strategico per-ché particolarmente ricco di ma-terie prime e con molte possi-bilità di sviluppo», aggiunge. Quanto alle prospettive, al mo-mento l’azienda non ha dossier

aperti, «ma potremmo valuta-re eventuali investimenti in nuove miniere e in ambito por-tuale, settore sinergico, quest’ul-timo, all’attività estrattiva», con-clude.Coeclerici, che in Russia può contare su circa 500 dipenden-ti (sui 750 che compongono l’in-tero gruppo), è una multinazio-nale a gestione familiare - giunta alla quarta generazio-ne -, che ha chiuso il 2010 con un fatturato di 468 milioni di euro (il 99% derivante da espor-tazioni), in crescita rispetto ai 441 milioni del 2009.

Negli ultimi anni il numero dei tu-risti russi che scelgono mete al di fuori della Federazione è au-mentato in maniera considerevo-le. La svolta è arrivata nel 2007, quando i russi hanno cominciato a preferire l’Italia a Paesi come

la Turchia e Egitto, tradizionali destinazioni per le mete estive. Il cambio di rotta, dovuto prin-cipalmente al regime sempli-ficato dei visti e a una politica di prezzi contenuti, è destinato a rafforzarsi quest’anno alla lu-ce delle tensioni geopolitiche in Nord-Africa e Medio Oriente

Dove viaggiano i russi

Settori di attività

diversifi cati

4ECCELLENZEFINANZIATE DA RUSNANO

1 Nuova rete in fibra ottica

Connector Opticus, azienda di San Pietroburgo Connector, ha lanciato la produzione di “laser verticali”, dispositivi necessari al-la fabbricazione di fibra ottica. Ora dovrà realizzare un intero ci-clo di produzione di fibre ad alta velocità di trasmissione in Russia

2 Elastica e super resistente

Pruzina (che significa “mol-la”) è un’azienda di Izhevsk, re-gione degli Urali, specializzata nella realizzazione di molle spe-ciali per il settore ferroviario

3 Investimenti nei microchip La Sitronics-Nano produce

microchip: i fondatori hanno in-vestito 408 milioni di euro per il lancio. L’obiettivo è arrivare a 300 milioni di euro di fatturato entro il 2015

4 Nano-pellicola per il cibo

Danaflez, con sede a Kazan, produce imballaggi per alimenti. La pellicola dispone di un nano-rivestimento che riduce la pene-trazione di aria e umidità nell’im-ballaggio. È leggermente più cara dei prodotti simili, ma consente un risparmio in termini di conser-vanti necessari per gli alimenti ed è riciclabile

al nostro sondaggio!

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06 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYOpinioni

Il crollo dell’Urss

era inevitabile?

IL SONDAGGIO

COSA PENSANO I CITTADINI

DELLA FINE DELL’UNIONE SOVIETICA

La maggioranza dei russi ri-tiene che il crollo dell’Unione sovietica è arrivato troppo pre-sto, che fosse necessario atten-dere ancora qualche anno per preparare al meglio la nascita della Federazione. Il 58% de-finisce “aggressiva” la modali-tà in cui è finita l’Urss.

UN MILIARDARIO AL POTERE? CASA, INVESTIMENTO SICURO

ZOOM TELEMOSCA

SergeyStartsevANALISTA

L’imprenditore russo Mi-khail Prokhorov ha 46 anni, 204 cm di altezza e circa 18 miliardi di dol-

lari. Alla fi ne di giugno ha ag-giunto a tutto ciò la tessera e la leadership del partito Pravoe delo, il cui nome ha un dupli-ce signifi cato: “Cosa giusta” e “Cosa di destra”.Ovviamente, secondo il parere dei padri fondatori dell’orga-nizzazione, tra i quali vi erano fi gure-chiave dai grandi capi-tali, i valori della destra libera-le sono anche i più giusti. Ciò nonostante, in Russia non tutti la pensano così e alle ultime ele-zioni parlamentari del 2007 i liberali di destra non hanno ot-tenuto posti nella Duma. Ora il miliardario Prokhorov è chia-mato a dare una seconda vita

a un’idea poco popolare in Rus-sia. Al congresso ha dichiarato di non sopportare la parola op-posizione e di vedere Pravoe delo solo nel ruolo di partito di potere. «Comprendo bene il la-voro di primo ministro. Se ci sarà il sostegno dei nostri cit-tadini e mi sarà proposto tale incarico, non rifi uterò», ha di-chiarato chiaramente.In effetti queste parole suona-no in modo particolare in Ita-lia. Il quasi ventennio al potere del miliardario Silvio Berlusco-ni genera valutazioni contra-stanti nella Penisola e all’este-ro. E il fatto non sta solo negli scandali di sesso e corruzione che ricorrono intorno alla fi gu-ra del premier.A proposito, Prokhorov ha già superato uno scandalo a sfon-do sessuale che riguardava il trasporto a Courchevel di un aereo pieno di ragazze pronte a intrattenere i suoi amici. Passò

quattro giorni in stato di are-sto, ma quattro anni dopo rice-vette la Legion d’Onore.Se riuscirà a convincere l’elet-torato russo, come ha già fatto con la giustizia francese, sarà chiaro solo nei prossimi mesi. Cosa veramente complicata considerando che poco prima del suo debutto in politica Pro-khorov proponeva di introdur-re in Russia la settimana di la-voro di 60 ore. È evidente che non diventerà mai un “Presi-dente operaio”, così come non lo è diventato Berlusconi. Ma chissà che cosa pensa il nuovo aspirante alla poltrona di pre-mier riguardo al “confl itto d’in-teressi”? A proposito, l’esperienza italia-na offre una chiara risposta anche a questo, quasi retorico, quesito.

Marco

MarcatiliANALISTA ECONOMICO

Nonostante le aspettati-ve di rialzo dell’infl a-zione stiano raffred-dando il livello di fi du-

cia dei consumatori, in Russia si sta consolidando il trend po-sitivo della domanda domesti-ca. Una componente che, a li-vello aggregato, avrà forti im-plicazioni sull’economia inter-na (soprattutto quella legata al settore immobiliare), sugli in-vestimenti diretti all’estero (in particolare per quanto concer-ne energia e tecnologia) e sulle attività di produzione straniere verso le quali i consumatori russi hanno sempre dimostrato un particolare apprezzamento (moda italiana in primis). Uno degli effetti più eclatanti del ritorno della domanda sarà riscontrabile sul mercato immo-

biliare: nel periodo della crisi 2008-2009 i valori delle abita-zioni hanno fatto registrare un crollo dei prezzi superiore al 60%, ma già nei primi mesi dell’anno è tornata a manife-starsi una domanda interessan-te, soprattutto nel comparto commerciale e direzionale. Più incertezza, invece, si riscon-tra nel segmento residenziale che ha continuato a manifestare dei segnali di rallentamento fi no alla fi ne dello scorso anno (-4,1% a Mosca e -10,1% a San Pietro-burgo in termini reali), anche se negli ultimi mesi sta nuovamen-te tornando su un terreno posi-tivo. Nel breve periodo saranno Mosca e San Pietroburgo a gui-dare la ripresa del mercato im-mobiliare, che però pian piano sta caratterizzando anche i cen-tri minori. Le città conosciute come Millionniki, undici agglo-merati urbani caratterizzati da una popolazione compresa tra

1 e 1,5 milioni di abitanti, ca-talizzeranno molti investimen-ti immobiliari, su tutti i com-parti. Anche Ekaterinburg, Novosibirsk, Samara e Rostov si trovano in condizioni di svi-luppo tali da attrarre investi-menti e registrare una crescita robusta nel settore degli uffici nei prossimi anni. Di negativo resta la forte vola-tilità del mercato immobiliare interno, che spinge sempre più investitori russi a comprare all’estero, soprattutto in Euro-pa. In questo senso non fa ec-cezione l’Italia, da sempre meta tra le preferite dai turisti russi e caratterizzata da un mercato immobiliare che si è mostrato capace di resistere anche alle fasi più negative della congiun-tura economica.

L’autore si occupa di economia e finanza immobiliare per il centro studi Nomisma

L’autore è direttore dell’agenzia Ria Novosti a Roma

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UN NUOVO RAPPORTO CON L’UEJoschka

FischerPOLITICO

Quale sarà il futuro della Russia nel nuovo sce-nario del 21esimo se-colo? Sarà abbastanza

forte per proseguire da sola? Vorrà avere dei partner? O non potrà farne a meno? È una de-cisione importante perché al-meno dai tempi di Pietro il Grande la Russia è sempre stata un fattore europeo e fondamen-talmente infl uenzata dagli svi-luppi in Europa. Da entrambe le parti, ma soprat-tutto in Russia, bisogna decide-re se questo significherà una maggiore distanza o una mag-giore cooperazione con il Vec-chio Continente. Il mondo di do-mani sarà defi nito dall’ascesa dei grandi Paesi emergenti come la Cina, il Brasile e l’India. E non solo la Russia, la Germa-nia, l’Europa o l’America, ma l’intero ordine globale sarà cam-biato da questo nuovo scenario. Il nuovo ordine mondiale eco-nomico cambierà anche il siste-ma politico globale e la distri-buzione dei poteri. Lo si può constatare già oggi: se fi no a pochi anni fa il G8 era ancora un forum importante, nel quale si incontravano gli Stati industriali dell’Occidente, più la Russia in maniera informa-le, per consultarsi sulla situa-zione del mondo e sulle deci-sioni necessarie, il più recente incontro a Deauville non è più da considerare veramente im-portante perché mancavano forze essenziali. Il G16 ha preso il posto del G8: Paesi emergen-ti, altri continenti. Se parliamo del futuro del rapporto tra Rus-sia ed Europa, dobbiamo basar-ci su questa nuova cornice. Così facendo, si solleveranno domande diverse rispetto al passato. I vincitori di domani saranno coloro che sviluppe-ranno e avranno in serbo le tec-nologie per compiere il salto verso i nuovi paradigmi. Con l’uscita dalla tecnologia atomi-ca, la Germania ha intrapreso questa strada.

La Russia continuerà a essere un grande fornitore di energia per i Paesi dell’Unione Europea

Lo scambio di idee, merci e persone è un fattore indubbio di arricchimento per tutti

del Nord. Il fabbisogno di gas metano aumenterà, anche se continua ad essere basso a causa della persistente crisi economi-ca in alcune parti dell’Unione. La posizione europea parte in-vece dal presupposto che fac-ciamo bene a garantire la no-stra sicurezza di rifornimento diversifi cando le fonti d’acqui-sto per non dipendere troppo da un unico fornitore. Questo non signifi ca la riduzione della percentuale russa, ma neanche l’aumento.Una cooperazione più stretta e profonda con la Russia sarebbe di interesse reciproco. I rappor-ti sono intensi e aperti, però non hanno raggiunto affatto livelli ottimali. Centrare un traguar-do come questo, però, richiede una cooperazione basata su in-teressi e valori comuni e non sul concetto di zone d’influenza. E bisogna essere chiari nell’espri-mere sia gli interessi che i va-lori.L’esperienza all’interno dell’Ue

ci ha insegnato che è molto im-portante esprimere apertamen-te le contraddizioni esistenti. In seguito bisogna cercare di arri-vare nelle negoziazioni a bilan-ciamenti e compromessi.Le contraddizioni nascono dalla vicinanza reciproca. Gli Stati sovrani tra la Russia e l’Ue, la questione del futuro del cosid-detto ordine post-sovietico, come anche il futuro dell’Ucrai-na sono un argomento che si di-scute intensamente da entram-be le parti. Abbiamo visto in quanto poco tempo un “confl itto congelato” possa trasformarsi in un con-fl itto caldo. Allo stesso modo, se siamo sinceri l’uno con l’altro e trattiamo in maniera aperta gli attuali confl itti d’interesse, vedo un grande potenziale eco-nomico, sociale e politico. L’in-granaggio delle economie può dare un contributo importante. Sento sempre più spesso dire, però, che ci sono difficoltà per quanto riguarda gli investimen-

ti diretti russi in Europa. Un esempio è stato il mancato as-sorbimento della Opel da parte della Magna. Il problema prin-cipale sta nelle differenze tra i valori normativi e nella diffi-denza presente in vasti settori dell’Europa, che si esprimono nel rifi uto silenzioso verso in-vestimenti di questo tipo.L’Unione europea si fonda non soltanto su interessi, ma anche su valori comuni fondamenta-li per l’immagine che abbiamo di noi stessi. Ogni progresso nei campi dello Stato di diritto, dell’indipendenza della giusti-zia, della divisione dei poteri, dei diritti umani ha effetti po-sitivi per la cooperazione eco-nomica poiché diminuisce la diffidenza. Allo stesso tempo vedo che nella questione dei visti non si fanno i progressi che sarebbero possibili. Trovo l’atteggiamento degli europei, soprattutto dei tedeschi e di al-cuni altri, estremamente miope. Tutte le esperienze maturate negli ultimi anni dimostrano quanto sia importante lo scam-bio, non soltanto di merci e di idee ma soprattutto di perso-ne. Il secondo passo sarebbe la soppressione dei visti. Non sarà facile considerando aspetti come le frontiere e i controlli d’entrata che nell’Ue si muo-vono ormai secondo logiche so-vranazionali. Ma lo ritengo un traguardo raggiungibile pro-prio alla luce delle necessità appena esposte.L’impegno per il superamento delle barriere è importantissi-mo, soprattutto in tempi in cui nell’Unione europea è possibile che un piccolo partito xenofo-bo porti un grande partito di governo a reintrodurre i con-trolli alle frontiere, unicamente per la promessa di un successo alle elezioni. Un rischio che non possiamo più correre.

L’autore è stato ministro degli Esteri in Germania. Questo contributo si basa sull’interven-to intitolato: “Il futuro dei rap-porti tra Russia ed Europa”

La Russia è un importante for-nitore di energia per l’Europa, nel settore petrolifero come anche in quello del metano, e per quanto riguarda il Vecchio Continente lo rimarrà anche in futuro. La produzione propria di energia degli europei sta di-minuendo, soprattutto nel mare

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07

L’anniversario

COME SI ARRIVÒ AL GOLPE

Le date fondamentali del 1991: dalle intese Urss-Russia fi no ai colloqui serrati tra Eltsin a Gorbaciov

8 GENNAIO • Il Presidente dell’Urss Gorbaciov e il Presiden-te della Rsfsr Eltsin firmano un fi-nanziamento alla Russia

24 APRILE • Durante la riunione del Partito comunista Gorbaciov si dimette da Presidente, ma l’as-semblea respinge

19 FEBBRAIO • Boris Eltsin sug-gerisce a Mikhail Gorbaciov di di-mettersi dall’incarico di Presiden-te dell’Urss

29 LUGLIO • Gorbaciov, Eltsin e Nazarbaev decidono di avviare il processo di sottoscrizione dell’ac-cordo di unione

15 MARZO • Un gruppo di depu-tati della Rsfsr accusa Boris Eltsin di aver causato la rovina dell’Urss. Iniziano gli scioperi dei minatori

16 AGOSTO • Viene pubblicato il testo dell’accordo di unione. La data della firma è fissata per il 20 agosto

Quel giorno che ha cambiato la storia Quel giorno che ha cambiato la storia Data Il 19 agosto ricorre il ventennale del tentato colpo di Stato sventato dalla mobilitazione dei russi raccolti intorno a Eltsin

" La notte tra il 18 e il 19 agosto arrivai a Mosca con mia moglie e mi fermai

all’hotel Ucraina. Il mattino dopo venni a sapere del golpe e mi precipitai alla sede del governo. Vi trovai Eltsin che mi ordinò di farmi dare un’arma. Mi diedero un kalashnikov e una maschera anti-gas, per essere pronto a qualsiasi evenienza”

" Il 18 agosto ero con Eltsin in Kazakistan, a un incon-tro con Nazarbaev. Rien-

trammo a Mosca all’una di notte e proseguimmo per Archangelskoe. Al mattino l’ufficiale di guardia del Cremlino ci disse del colpo di Stato. Corsi da Eltsin: in quel mo-mento ebbe inizio la resistenza”

" Ero in ferie quando tutto ebbe inizio. Tornai a Lenin-grado il 20 agosto, serven-

domi di vari mezzi di trasporto. La gente era con noi: era chiaro che se qualcuno avesse tentato di rovesciare la situazione, ci sa-rebbero state moltissime vittime anche tra i civili. Il golpe finì e gli insorti vennero dispersi”

I RICORDI

Boris Nemtsov

Aleksandr Korzhakov

Vladimir Putin

PRESIDENTE DEL PARTITO DELLA LIBERTÀ

POPOLARE, ALL’OPPOSIZIONE. NEL 1991 ERA

DEPUTATO DEL SOVIET SUPREMO DELLA RSFSR

DEPUTATO DELLA DUMA . NEL 1991 ERA A CAPO

DEL SERVIZIO DI SICUREZZA DEL PRESIDENTE

DELLA RSFSR

PREMIER DELLA FEDERAZIONE RUSSA. NEL

1991 ERA PRESIDENTE DEL COMITATO PER LE

RELAZIONI ESTERNE DEL MUNICIPIO DI SAN

PIETROBURGO

Le persone in attesa di eventi usano i filobus per il riposo

Le barricate innalzate per proteggere la Casa Bianca

Le persone celebrano la loro vit-

toria sui golpisti e l’uscita delle

unità dell’esercito dalla città

ALEKSANDR EMELYANENKOVRUSSIA OGGI

Un episodio che ha agito da

spartiacque: poche settimane

dopo, con la dichiarazione di

indipendenza dell’Ucraina,

l’Urss iniziò a disgregarsi.

Valeri

VizhutovichANALISTA POLITICO

Sono passati 20 anni dal giorno in cui la notizia di un colpo di Sta-to in atto fece il giro del Mondo. Sembra incredibile, ma a ben ve-dere tutti i cambiamenti iniziati in Russia dal 2000 con l’arrivo al po-tere di Putin si potevano prevede-re già allora, quando Eltsin salì in

IL COMMENTO

I fatti di quelle settimane spiegano l’evoluzione della Federazionepiedi su un carro armato e Gorba-ciov fu confinato non nella villa di Foros, ma nell’ultima strada senza uscita del potere comunista. Pas-sata quella stagione di grandi spe-ranze, il pendolo della storia tornò come sempre indietro. Dalla tota-le distruzione delle fondamenta si passò alla loro parziale ricostru-zione e modernizzazione. Qualcu-no ancora oggi è incline a pensa-re che, se vi è un ritorno a metodi

di governo che in qualche modo ricordano quelli sovietici, è prin-cipalmente perché 20 anni fa il Paese non chiuse definitivamente i conti con il suo passato totalita-rio. L’agosto del ’91 segnò l’inizio dell’era Eltsin, seguita da quella di Putin. Un’epoca di stabilità carat-terizzata dall’addio alle speranze e alle illusioni dei primi anni post-sovietici, dalla crisi delle ideologie e dai tentativi di trovare un’idea

nazionale. Quanto durerà la fase attuale? A mio avviso si conclu-derà nel momento in cui caleran-no i profitti del petrolio e del gas. Allora la sfera economica e quella sociale torneranno libere dall’ec-cessiva attenzione dello Stato, e si riprenderà il cammino interrotto dopo i “selvaggi anni Novanta”.

Quel mattino molti di noi furo-no svegliati dallo squillo del te-lefono: «Accendi la radio: nel Paese c’è un colpo di Stato», ruggì alla cornetta un mio col-lega. «Lasciandomi guidare dai più alti interessi dei popoli della nostra patria, di tutti gli uomi-ni sovietici», leggeva impassi-bile la voce al microfono, «di-spongo di introdurre lo stato di emergenza nei territori dell’Urss per un periodo di tempo di sei mesi a partire dalle 4 in punto del 19 agosto 1991». Caspita, pensai. Diretto al lavoro sul tram se-mivuoto (nella prima mattina-ta del lunedì i moscoviti sono ancora nelle dacie) sentivo cit-tadini di 30-35 anni commen-tare positivamente la notizia e accusare Gorbaciov di aver por-tato il Paese allo sfascio. I fi gli del disgelo kruscioviano, che avevano a malapena assaggia-to gli stravolgimenti di Gorba-ciov, già chiamavano in causa la «mano forte»? Nella tipogra-fi a della casa editrice Pravda arrivò l’ordinanza del Gkcp (Comitato coordinatore del golpe, composto per lo più da funzionari del Partito comuni-sta) di «sospendere fi no a spe-cifi ca disposizione» l’uscita di tutte le riviste e dei giornali a eccezione della Pravda, di Kra-snaya Zvezda e di altre sette pubblicazioni. Decisione con-tro la quale reagimmo trasfor-mando le colonne del giornale in manifesti inneggianti alla democrazia e correndo verso le barricate innalzate davanti alla Casa Bianca. Intanto non c’erano informa-zioni attendibili su dove e in

quali condizioni si trovasse Gorbaciov, il Presidente dell’Urss legittimamente eletto. Il Con-siglio Superiore della Repub-blica Socialista Federativa So-vietica Russa (Rsfsr) e Boris Eltsin si schierarono in difesa della democrazia: la Casa Bian-ca, come è chiamato il com-plesso governativo sul lungo-fi ume Krasnopresnenski della Moscova, divenne nel giro di poche ore il quartier generale della resistenza organizzata.

Intanti, tra i dirigenti del par-tito e delle istituzioni cresceva lo sconcerto. Una parte degli amministratori fece in tempo a prestare giuramento al Gkcp mandando a Mosca un «tele-gramma di sostegno», ma la maggioranza della nomencla-tura politica e dei dirigenti eco-nomici assunse una posizione di attesa. Con diversi pretesti evitarono di esprimere pubbli-camente i loro giudizi e le loro considerazioni, aspettando di

capire da che parte pendesse il piatto della bilancia.Nel frattempo a Mosca entra-vano le colonne di carri arma-ti, autoblindo e camion con sol-dati. Sotto la loro protezione, nella sala stampa del Ministe-ro degli Affari Esteri iniziò la conferenza del Gkcp per i gior-nalisti. Il tono nervoso nelle pa-role del vice presidente Genna-dij Janaev sulle condizioni di salute di Mikhail Gorbaciov si percepiva bene persino dalle ul-time fi le, ma i fremiti di panico che facevano tremare le mani al falso salvatore poterono os-servarli meglio di noi gli spet-tatori televisivi che seguivano la diretta. Le ore successive furono frene-tiche, con una folla crescente che ascoltava Eltsin e i golpisti che si davano alla ritirata, com-presi i membri del Kgb in arri-vo nella Capitale. Le istituzioni erano salve, ma, dopo poche settimane, comin-ciava il disfacimento dell’Urss con le dichiarazioni di indipen-denza da parte di Ucraina e Moldavia.

L’immagine dell’ex leader che arringa la folla scesa in piazza è diventata l’emblema di quella giornata

L’autore è un giornalista e nei giorni del Gkcp era vice redatto-re del quotidiano Sobesednik di Mosca

L’autore è commentatore politico di

Rossiyskaya Gazeta

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08 RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYCultura

STEFANIA ZINIRUSSIA OGGI

In occasione dell’Anno culturale

Italia-Russia, gli artisti sono

arrivati in massa per

l’appuntamento che celebra

pellicole vecchie e nuove.

I fi lm in concorso

Vincitore quest’anno al Festival del cinema di Sochi Kinotavr, il film in bianco e nero si avvale di materiale girato oltre 20 anni fa e narra la Mosca degli anni ‘60. Il racconto di alcuni giorni di vita del giovane protagonista Petja si intreccia con quello delle peripe-zie di un cane cosmonauta

È la storia di Joseph, un uomo di mezza età che all’uscita dai pub si trasforma in un vero e proprio animale che semina violenza e terrore. Nella sua vita compare però Hannah e tra loro nasce un sentimento profondo. Ci si può redimere? Può l’amore salvare il mondo? Il film lascia sperare

Sono le nove di sera: un battel-lo datato lascia l’imbarcadero scricchiolante dell’antica città russa di Vologda. I passeggeri si sparpagliano sul ponte infe-riore senza fretta, in modo in-tenzionalmente cerimonioso. Sembra di assistere alla scena di un vecchio film. Del resto, per l’enorme compagnia, due-cento, forse trecento persone, questa atmosfera da set cine-matografi co è assolutamente fa-miliare. Si tratta di registi, at-tori , produttori , russi e stranieri provenienti da più di venti Paesi, tutti invitati al Voi-ces, il Festival Internazionale

VOICES FESTIVALREGISTI ITALIANIIN PRIMA FILA

CLAUDIA CARDINALE MADRINA DELLA KERMESSE

DEDICATA AI LEGAMI CON I FILM DEL BELPAESE

CINEMA UN PONTE CON L’EUROPA

del Nuovo Cinema Europeo di Vologda. Gli organizzatori hanno regalato ai propri ospiti una mini-crociera con cena al tramonto, prima della cerimo-nia conclusiva del festival pre-vista per il giorno a venire. Il barcone è letteralmente invaso dalla delegazione italiana, par-ticolarmente folta in questa edi-zione, in occasione dell’Anno

culturale Italia-Russia. Paolo Taviani, la graziosa Caterina Murino membro della giuria, Anita Kravos conduttrice della serata di apertura. E perfino Claudia Cardinale, in carne ed

ossa, musa e madrina del festi-val. Dicono che abbia accetta-to con grande entusiasmo. La stessa attrice ammette: «Mi piace aiutare i giovani registi a combattere la crisi che regna oggi nel cinema». Proprio per questo, gli ultimi fi lm a cui la Cardinale ha partecipato sono tutti di registi debuttanti. «Il bello qui a Vologda è che i vec-chi e i giovani sono insieme su un unico palco». Alla fi ne degli anni ‘60, la Cardinale è stata la protagonista femminile della prima coproduzione cinemato-grafi ca italo-sovietica, La Tenda Rossa di Kalatozov, ma a Vo-logda è per la prima volta. Esta-siata della natura che la circon-da, si affaccia al parapetto del ponte superiore, dove le hanno riservato un tavolo. Ma, dopo poco, abbandona di buon grado il ruolo di grande diva, lascia il suo tavolo e scen-

de al ponte inferiore tra i gio-vani attori, registi e produttori. Qui vodka e cognac ricoprono i tavolini in plastica, altrimen-ti disadorni. Niente vino o cham-pagne. Pingue cameriere dalle paffute guance rosse distribui-scono canapè di pane nero far-citi di cetriolo ed oliva. Così, per il secondo anno con-secutivo, il festival Voices è ri-uscito a trasformare Vologda,in una piccola Cannes. Tappeti rossi stesi davanti al cinema

ALEX SALINRUSSIA OGGI

Ventinove compagnie

provenienti da undici Paesi

per la decima edizione della

rassegna. Una vetrina per

conoscere le novità e le ultime

tendenze.

Balletti e rappresentazioni anche a Torino si celebral’Anno della cultura italo-russa

Sul palco Tra i protagonisti del Teatro a Corte gruppi teatrali provenienti dalla Federazione

Il Festival di Vologda è una manifestazione principalmente russa,

anche se vi partecipano registi, attori e produttori di tutto il Mondo

Grande successo di pubblico per la decima edizione del festival Teatro a Corte, ideato e diretto da Beppe Navello, che si con-clude oggi. «Senza confi ni è il territorio dell’anima europea, oltre le sue frontiere politiche, percorso da secoli dai carri dei

comici che molto prima dei ban-chieri e dei mercanti hanno fatto ritrovare ai popoli del Vecchio Continente un’identità comune nel segno di un linguaggio com-prensibile a tutti… linguaggio dell’arte», spiega Navello. Tre week-end densi, 29 compa-gnie di undici Paesi, alcuni spet-tacoli creati appositamente per il luogo, in sintonia con le ar-chitetture, dove saloni e giardi-ni diventano parte integrante dello spettacolo. L’unico elemen-to imprevedibile è il tempo, che a volte diventa nemico e fa can-cellare qualche performance

all’aperto. In occasione dell’An-no dei rapporti culturali Italia-Russia, Teatro a Corte è stato protagonista di un ampio pro-getto di scambio realizzato con Festival Tsekh, con una vetrina russa a Torino e una vetrina ita-liana al Tsekh, in programma a dicembre a Mosca. E anche una co-produzione della compagnia Zerogrammi e del gruppo Dia-logue Dance Company, lo spet-tacolo di danza Punto di fuga, realizzato questo inverno a Ko-stroma e ispirato a Tieste di Se-neca. La coreografa Olga Pona ha presentato con successo la

sua ultima creazione Conti-nuous Interruptions, uno sguar-do sulla Russia di oggi tra tra-sformazioni e tradizioni, con giovani danzatori che sono stati anche i protagonisti di un altro evento del festival, Tankograd, un fi lm del regista danese Boris B. Bertram che intreccia le vite del Chelyabinsk. Contempora-ry Dance Theater della Pona con il racconto di uno dei più dram-matici incidenti nucleari, avve-nuto mezzo secolo fa a Chelya-binsk. In scena a Torino anche Tatia-na Gordeeva con Evgeny Pan-kratov in New Geometry, i Do Theatre, gruppo russo di stan-za in Germania, con Upside Down, ispirato al dipinto di Rembrandt intitolato La lezio-ne di anatomia del dottor Tulp, Akhe Engeneering Theatre con Gobo e Maxim Didenko in Con-tinuous curve.

Claudia Cardinale, la madrina

del Festival di quest’anno

In un’atmosfera da set cinematografico i giovani registi propongono le loro prime opere

IL TITOLO: INDIFFERENZA

IL PAESE: RUSSIA

IL GENERE: DRAMMA

REGISTA: OLEG FLYANGOLTS

IL TITOLO: TYRANNOSAUR

IL PAESE: GRAN BRETAGNA

IL GENERE: DRAMMA

REGISTA: PADDY CONSIDINE

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY

09

Cultura

SEGNALAZIONIFESTIVAL “GIOVANE CULTURA

RUSSA IN ITALIA”

25-31 LUGLIO 2011TEATRO LA FENICE, VENEZIA

Il Festival comincia con lo spetta-colo del complesso di danza Mi-ras e finisce con una mostra dei giovani pittori russi all’albergo Bonvecchiati. Mercoledì 27 luglio alle 18 a piazza San Marco si ter-rà un concerto del Rimkor string quartet. Tra gli organizzatori c’è il Ministero della cultura di Russia

“LEOPARDI - TOLSTOJ

IL RESPIRO DELL’ANIMA”

2 LUGLIO - 21 AGOSTO 2011PALAZZO LEOPARDI, RECANATI

Fino al prossimo 21 agosto il Pa-lazzo Leopardi di Recanati ospita la mostra Leopardi - Tolstoj. Il re-spiro dell’anima. L’esposizione che ad ottobre si sposterà nella tenuta tolstojana di Jasnaja Poljana in Tu-la - è una riscoperta dei luoghi e del tempo in cui i due grandi scrit-tori vissero e operarono

ALTRI EVENTI NELL’AMBITO DELL’ANNO DELLA CULTURA SUwww.russiaoggi.it

IN LIBRERIA

DA DENEZHNIJ PEREULOK 5*

Con “Klemens” Marina Palej si conferma al top dello stile

La Tempesta traslocaa San Pietroburgo

AUTORE: MARINA PALEJ TITOLO: KLEMENSCASA EDITRICE: VOLANDTRADUZIONE: EMANUELA BONACORSI

le diverse esperienze artistiche sperimentate. Una caratteristi-ca che emerge già dall’inizio del libro, con lo stratagemma del manoscritto di autore incerto. Klemens é la storia del viaggio interiore di Mike, traduttore ebreo di San Pietroburgo, che prende consapevolezza della sua attrazione per il turista tedesco che ospita in casa. Una situa-zione che per certi versi ricor-da vagamente La morte a Vene-zia di Thomas Mann. Nulla viene esternato, se non nella parte fi -nale del libro. La varietà di stili e di forme letterarie - che spa-ziano dai versi all’invettiva - racchiusi in un unico romanzo è paragonabile alle diverse voci di un coro polifonico. A questo si aggiungono descrizioni na-turalistiche cosi dettagliate da ricordare un quadro della scuo-la puntinista, da contemplare a distanza se si vuole godere della visione d’insieme. Un eclettismo artistico che è valso all’autrice l’appellativo di “Principessa dello stile”.

Ha partecipato al Salone In-ternazionale del Libro di Tori-no, con il suo ultimo libro “Kle-mens”, edito in Italia da Voland. Marina Palej si sta imponendo sulla scena internazionale gra-zie a uno stile originale, frutto della contaminazione tra la sua formazione in campo medico e

Ci voleva l’Anno della cultura e della lingua Italia-Russia per portare fuori dai confi ni della Penisola La Tempesta di Gior-gione, uno dei grandi capola-vori del Rinascimento vene-ziano, che fino al 7 agosto incanterà i visitatori dell’Er-mitage di San Pietroburgo. Il dipinto a olio su tela, stra-ordinaria rappresentazione dell’ambiente naturale, non-ché oggetto di innumerevoli interpretazioni da parte dei principali critici d’arte inter-nazionali, era stato all’estero solo un’altra volta, negli anni Trenta, durante una mostra che portò a Londra molte me-raviglie dell’arte italiana, com-presa la Venere del Botticelli. Del resto i legami tra San Pie-troburgo e Venezia non sono pochi, e se tutti sanno che Gia-como Casanova visitò la Rus-sia alla fi ne del Settecento, e si lamentò di quanto fosse ino-spitale, sembra che a battez-

VERONIKA DORMANRUSSIA OGGI

Negli ultimi anni alcune aree

industriali di Mosca sono state

trasformate in spazi in cui

creativi e designer tentano di

affermarsi e imporsi nella

società e nell’economia del

Paese.

Arte, l’avanguardiapassa dalle fabbriche

Luoghi Mosca guarda ai migliori modelli occidentali

Winzavod ha aperto nel 2007 in un ex stabilimento di birra

4GRANDIREALTÀCREATIVE

1 ARTPLAY

La prima industria creativa di questo genere, fondata nel 2003 dall’architetto Sergei Dessiatov. Dal 2009 ha sede in un’ex fabbri-ca di manometri e riunisce archi-tetti, designer e urbanisti

2 GARAGE

Fondato nel 2008, è il cen-tro che più di ogni altro sa inter-cettare le nuove tendenze dell’ar-te contemporanea

3 PROEKT FABRIKA

Divide gli ambienti con una fabbrica di carta e ospita labora-tori e agenzie che esplorano tutte le forme d’arte

4 FLAKON

Dal 2009 questa ex fabbri-ca di vetro si è trasformata in un punto d’incontro tra business e arte, diviso in spazi dedicati al-la presentazione di eventi, uffici, agenzie pubblicitarie e di design, studi di registrazione e show-room

Uscendo dalla stazione della metropolitana di Kurskaya, a Mosca, si attraversa la piazza affollata tra cani randagi e chio-schi fatiscenti che vendono gad-get a buon mercato. Arrivati in fondo alla strada, stretto tra due pareti spoglie, si trova Winza-vod, centro di arte contempo-ranea, inaspettata oasi nel cuore del quartiere industriale. Con i suoi mattoni a vista, i graffiti e il viavai di giovani modaioli, Winzavod è uno dei centri arti-stici sorti alla vigilia delle edi-zioni 2005 e 2009 della Bienna-le di arte contemporanea di Mosca ispirati al modello occi-dentale di recupero delle ex-fab-briche. Tuttavia, mentre nell’Eu-ropa occidentale la tendenza a destinare a nuovo uso le aree è nata dal declino delle industrie tradizionali ed è stata favorita dall’esigenza di riqualifi care le aree urbane e fare spazio a una produzione intellettuale e cre-ativa che andava affermandosi sempre più a livello nazionale e mondiale, i centri della crea-tività russi si sviluppano su un altro terreno. «La Russia non ha raggiunto quel punto», af-ferma Elena Zelentsova, che di-rige la Creative Industries Agen-cy di Mosca. «Qui non ci sono le condizioni per la crescita di un’economia e di un’industria culturali, né dal punto di vista sociale, né mentale».Il Paese infatti continua a ri-sentire del suo passato sovieti-co e della successiva, comples-sa epoca di transizione, quando alcune istituzioni culturali sta-tali fi nirono in mano ai privati: nuovi proprietari che spesso non possedevano i mezzi o la voglia per rilanciarle o gestirle. Per questo molti teatri, musei, bi-blioteche e case editrici non sono sopravvissuti a questo passag-gio, mentre chi operava nel set-tore culturale fu costretto a tra-sformarsi da impiegato statale stipendiato a libero imprendi-tore alle prese con un mercato altamente concorrenziale. An-cora oggi, fa notare Zelentsova, il settore culturale è ostaggio di un sistema in cui numerose isti-tuzioni rimangono improdutti-ve e costose, malgrado ricevano fi nanziamenti inadeguati.Lo Stato, inoltre, non ha anco-ra adottato politiche economi-che e culturali capaci di con-

sentire l’impiego del termine “industria creativa” – ovvero, delle politiche incentrate su quelle piccole e medie imprese che producono beni e servizi cre-ativi e che ancora fanno fatica a emergere. Questi problemi non hanno però impedito la nascita nel Paese di centri culturali e artistici ibri-di e multi-funzionali. A Mosca Winzavod, Artplay, Garage, Pro-ekt Fabrika e Flakon occupano centinaia di metri quadri che un tempo erano adibiti a fab-briche, magazzini e capannoni. Luoghi che in pochi anni hanno

favorito la nascita di una fi o-rente industria e sono diventa-ti il cuore pulsante della vita culturale della città. Riunendo sotto uno stesso tetto diversi professionisti della creatività, questi “poli artistici” si prefi g-gono lo scopo di traghettare la Russia fuori dal suo “provincia-lismo culturale” e rilanciarla sulla scena artistica e creativa internazionale. Lo scorso anno lo Strelka Institute per i media, l’architettura e il design ha inau-gurato un programma di corsi per i giovani. «Prima di poter parlare con competenza di un determinato settore occorre for-mare un cospicuo numero di professionisti», afferma Ilya Oskolkov-Tsentsiper, direttore dell’istituto, seduto nel fastoso bar dello Strelka. «Nel campo del design e dell’architettura, il sistema educativo russo non pre-para a pensare globalmente: è per questo che ci affidiamo a specialisti di fama mondiale come Rem Koolhaas o Reinier De Graaf». Un’altra realtà in forte crescita è l’Artplay Design Center. Fondato nel 2003, il cen-tro occupa quasi 7mila metri quadri all’interno di quella che un tempo era una fabbrica di manometri e che oggi ospita im-portanti studi di design, archi-tettura e urbanistica. Malgrado alcuni intoppi - come la crisi economica del 2008 - i centri creativi di Mosca hanno compiuto progressi enormi negli ultimi anni. Questo ha attirato una crescente attenzione delle istituzioni nei loro confronti. Così, il sindaco di Mosca si è ri-volto proprio al team creativo dello Strelka per vagliare i pro-getti per il riassetto di Gorky Park, nel cuore della Capitale.In sostanza, prima che la Rus-sia riesca ad aprirsi alle indu-strie creative, ci vorrà del tempo, ma la strada intrapresa sembra quella giusta.

zarla “Finestra sull’Europa” fu un italiano, un veneziano, il let-terato Francesco Algarotti. Fu il più celebre degli illuministi italiani a viaggiare per l’impe-ro russo, ma non l’ultimo. A cir-colare per tutta l’estate e l’au-tunno sui vagoni de l la metropolitana di Mosca, facen-do compagnia ai suoi nove mi-lioni di passeggeri quotidiani, sono i grandi poeti italiani, da Francesco Petrarca a Eugenio Montale. I loro versi sono espo-sti dentro i vagoni su pannelli bilingue che rendono omaggio al gemellaggio culturale tra i due Paesi. Così, nei sotterranei della capitale russa, moscoviti di tutte le età, accaldati in que-sti primi giorni di afa estiva, viaggiano verso il lavoro facen-do la conoscenza di Beatrice di Dante e Silvia di Leopardi.

*Denezhnij pereulok 5 é la sede dell’Ambasciata d’Italia a Mosca

“Lenkom”, illuminato dai rifl et-tori, giorno e notte in attesa che appaia la stella di turno. Si sus-seguono spettacoli sotto le stel-le, master-class aperti al pub-blico e mostre. La città ha mostrato un grande fermento. Ma qualcosa di veramente russo gli organizzatori sono riusciti a conservarlo. Dagli altoparlanti del vecchio battello risuona la potente voce da baritono del ca-pitano. Un valore aggiunto che non stona.

I NUMERI

1il film italiano in concorso

10le opere in gara

14le pellicole italiane, tra classici e novità, presentate al festival fuori concorso

20i Paesi di origine dei film mo-strati a Vologda

40gli italiani, tra attori, registi e produttori, presenti a Vologda

60il numero totale dei lavori mo-strati nell’ambito di Voices

120i volontari ingaggiati

30.000gli spettatori di quest’anno (il 10% della popolazione cittadina)

30.000di euro il premio al miglior film

1.000.000 di euro il budget del Festival

Un momento tratto dal

Contemporary Dance Theatre

di Olga Pona

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLYEstate10

BEAT, GLAMOURBEAT, GLAMOURE FIUMI DI SOLDI E FIUMI DI SOLDI LE NOTTI INFINITE LE NOTTI INFINITE DELLA CAPITALEDELLA CAPITALE

UN GIRO TRA I LOCALI PIÙ IN VISTA DI MOSCA

PER CAPIRE L’EVOLUZIONE DELLA SCENA ARTISTICA

NUOVE TENDENZE

Dai Dj che fanno tendenza ai gruppi musicali

che scalano le classifiche a colpi di

sperimentazioni. Fino agli esponenti delle

produzioni “colte”, la scena musicale russa è

ricca di spunti. Sempre più vicina ai ritmi

occidentali, ma senza rinunciare alle peculiarità

derivanti dalla sua tradizione. Un filone che va

seguito per comprendere anche i mutamenti

sociali che attraversano il Paese.

Dagli eccessi del lusso esibito dai nuovi ricchi

che hanno accumulato ingenti fortune durante

gli anni delle privatizzazione allo sciamare di

giovani lungo le strade della capitale alla

ricerca della musica “giusta” per ogni

circostanza.

Un viaggio, pieno di sorprese, che Russia Oggi

ha compiuto con il racconto sul campo dei suoi

reporter

Tra minimalismo e trasgressioneecco i club più frequentati

Si trova vicino al Club Rai, però le persone sono completamen-te diverse. Al solito giovani e sen-za tacchi. Quasi ogni venerdì è in programma un concerto. Dentro, appese su muri neri, si trovano le copertine della rivista dalla quale il locale prende il nome. Le ragaz-ze ballano sul bancone del bar

Il “Tetto del mondo” si trova sulla riva della Moscova: musica squisi-ta, un pubblico decadente e rilas-sato. Si balla fino al pomeriggio, prezzi salati (cocktail a partire da 15 euro). Chi ha finito i soldi riceve un bis gratuito dal barista Andrei, un’attrazione a sé stante con i suoi innumerevoli piercing e tattoo

CLUB: ROOFTOP

MUSICA: MINIMAL TECHNO

CLUB: ROLLING STONE BAR

MUSICA: DIPENDE DAL PARTY

Nella roccaforte degli hipster, i giovani tra i 18 e 22 anni recupe-rano la completa storia della mu-sica del Ventesimo secolo: pezzi sdolcinati e duri suoni techno si susseguono, la folla festeggia co-me se fosse l’ultimo party della sua vita. Glam & Glitter sono as-solutamente vietati

s-11.ru/English ›

CLUB: SOLYANKA

MUSICA: DA NEW WAVE A

SCHRANZ

Lo stereotipo della vita notturna di Mosca: oligarchi, finte bionde e caviale nero con musica euro-house. I controlli all’ingresso sono severi: chi vuole far parte dello zoo glamour deve essere e appa-rire ricco. Un bicchiere di vodka costa 20 euro

sohorooms.com ›

CLUB: SOHO ROOMS

MUSICA: HOUSE-POP

ALEKSEI KNELZRUSSIA OGGI

Tacchi, alcool e pelle nuda: in

nessun altro luogo si festeggia

in maniera così consumistica

come a Mosca. E le mode

cambiano volto alla velocità

della luce.

Sabato, mezzanotte. Una tiepi-da notte di giugno davanti alla lussuosa discoteca Rai (termi-ne che in italiano sta per “Pa-radiso”) sul terreno della leg-gendaria fabbrica di cioccolato Krasnij Oktyabr. Sul lungofi ume della Moscova si svolge una processione in cui si alternano Bmw di grossa ci-lindrata e Lada in pessime con-dizioni. Modelle glamour su tac-chi vertiginosi (di cui molte appena maggiorenni) pavoneg-giano verso l’ingresso del Rai, il più grande club di Mosca. Sulla porta Vladimir detto “Face Control” ferma una ragazza. «Dove vuoi andare?» indaga. «Io e la mia amica dobbiamo en-trare nella vip lounge», dice si-cura di sé e a testa alta. «Pote-te, ma solo se avete prenotato un tavolo». Il giorno prima il suo compagno ha pagato l’equi-valente di 1.250 euro per la pre-notazione e lei può entrare, in-sieme all’amica che indossa una gonna leopardata e tacchi alti. I club si fi nanziano attraverso la prenotazione di tavoli nelle zone vip (tra 200 e 5.000 euro a testa) e dalla vendita di be-vande.Domenica mattina, ore 4.38.Sta albeggiando. Davanti al Rai i clienti mercanteggiano il prez-

zo con i taxisti abusivi, mentre al Rooftop la festa sta per ini-ziare. La location è simile: riva della Moscova, una fabbrica ab-bandonata. All’interno regna un ambiente completamente diver-so. Invece del “face control” ci sono liste di prenotazione; al posto del kitsch classicistico, qui campeggiano vecchi muri di mattone. Per quanto riguarda la musica, si sentono battiti di un sound graffiante. Nella media

i clienti hanno dieci anni in più rispetto a quelli del Rai, la mag-gior parte è sopra ai 30 anni. Le donne sono più eleganti, gonne leopardate ribelli e tacchi esa-gerati sono rari. La vodka Re-dbull qui costa l’equivalente di 13 euro. Oggi suonano i Pan Pot, un duo techno di Berlino. Poco prima delle cinque, Tassilo si posiziona al mixer.La folla tira all’unisono un so-spiro di sollievo e segue il groo-ve minimalista. È la seconda volta nella notte che Tassilo va ai dischi: la scena techno russa è relativamente giovane, dice, ma si sta sviluppando con gran-de velocità. «Mosca e San Pie-troburgo ci sono dentro!». Alla fi ne degli anni Novanta de-buttavano i primi mega club sull’esempio di quelli occiden-tali. La clientela consumistica e avida di vita notturna non si lasciava scappare alcuna occa-sione per festeggiare. Ballare fi no a tarda mattina andava di moda, ogni party di media gran-dezza veniva accompagnato da ballerine cubiste e Mc (Masters of Ceremonies). Il pubblico mo-riva dalla voglia di sorprese: da angeli glamour dondolanti fi no a gabbie con tigri vere che pen-devano sopra la pista. La soste-nibilità era un concetto scono-sciuto alla scena dell’epoca. I club spuntavano come funghi prima di dover chiudere uno o due anni dopo. Alcuni fi nivano in fi amme: all’inizio del 2008 bruciò il Dyagilev, una specie di Studio 54 di Mosca, l’Opera due anni dopo. Oggi i party hanno perso di stra-

vaganza. Il desiderio di esage-rare a ogni costo sta perdendo colpi: la gente della notte ormai preferisce divertirsi in maniera discreta.Invece di seguire le proposte dei club, sono i clienti a dettare legge in questo campo. Attra-verso comunità e social network scelgono il party al quale par-tecipare di sera in sera. «Una volta le feste erano più colora-te, più estreme e spensierate», rifl ette Andrei Sailer, il master-mind musicale del Solyanka. Oggi è questo il club che indi-vidua le nuove tendenze tra i giovani trendsetter e i neoyup-pie. Non è stato chiuso dopo solo un anno perché, mentre altre lo-cation esagerano con i prezzi, al Solyanka prevale un altro principio: «La cosa più impor-tante è la musica con la quale vogliamo attirare gente piace-vole». Piacevole vorrebbe dire intelligente e di buon umore, i vestiti sono una questione mar-ginale. Anche per quanto riguar-da la musica non si segue uno schema rigido: «Come si capi-sce già dal nome Solyanka, siamo come il minestrone russo in cui fi nisce tutto quello che si trova», ride Andrei.I gestori si sono posti un obiet-tivo a lungo termine: «Vogliamo creare un club che venga per-cepito come valido anche a li-vello internazionale». Non si sentono in competizione con sale da ballo come il Rai: «A loro in-teressano solo i soldi e la pelle nuda. Noi, invece, ci rivolgiamo ai moscoviti alla ricerca del par-ticolare».

è la riduzione delle persone che vivono la vita notturna alla fi-ne del 2010 rispetto a 2007. Una delle cause è l’aumento dei costi d’ingresso e delle bevande

dei moscoviti frequenta le disco-teche cittadine più di una volta alla settimana, mentre un altro 17% non ci va mai o lo fa molto raramente

5%

8%

LE PERCENTUALI

Gli eccessi non mancano, ma hanno perso vigore se confrontati agli anni Novanta

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RUSSIA OGGI WWW.RUSSIAOGGI.ITSUPPLEMENTO A PAGAMENTO REALIZZATO DA ‘ROSSIYSKAYA GAZETA’ (RUSSIA)

PER LA DISTRIBUZIONE CON NYT INTERNATIONAL WEEKLY Estate11

ALL’ARIA APERTA

Tutti i reportage con le fotografie e i video surussiaoggi.it

I principali festival musicali estivi

In Russia il pubblico degli ap-passionati di musica ha raggiun-to proporzioni di massa e alcuni eventi sono diventati il punto di riferimento non solo per l’ascolto, ma anche per identificare un nuo-vo stile di vita. 1. Usadba.Jazz - In otto anni di vita si è trasformato da incontro per pochi intenditori in evento di massa. Il jazz sta diventando sempre più un tratto distintivo di chi ama divertirsi senza eccessi.2. Pustiye Holmi - Sono nume-rosi i partecipanti alla versione russa di Woodstock, alla ricerca di qualcosa che non trovano nel-

la vita quotidiana. Amore, libertà, ma soprattutto spazio alla crea-tività.3. Il cielo della Russia - Evento annuale che chiama a raccolta in-teri nuclei familiari, proponendo musica intergenerazionale. Ca-ratteristico il lancio di migliaia di palloncini in cielo.4. Nashestviye - Rock festival tra i più amati, dura una settimana e coinvolge decine di migliaia di persone.

Dj Vadim, il nuovo zar dell’hip-hop

Evergreen dal 1997. Di giorno un ristorante, alle 23 si spostano i tavoli e si balla finché non si piega il parquet. Il “Propka” è aperto tutti i giorni ed è sempre pienissimo. Il controllo all’ingresso è leale, gli alcolici economici

propagandamoscow.com ›

CLUB: PROPAGANDA

MUSICA: DIPENDE DAL PARTY

In assoluto è il club più europeo di Mosca. L’entrata è seleziona-ta e si paga l’ingresso. I famosi techno dj Marco Carola o Ricardo Villalobos qui si esibiscono fre-quentemente. L’impianto musi-cale di Funktion One fa vibrare il capannone della vecchia fabbrica di lattine

arma17.ru ›

CLUB: ARMA 17

MUSICA: HOUSE, TECHNO

MATTEO QUINZIRUSSIA OGGI

Il profilo di Andrey Gurov,

artista poliedrico, che da tre

lustri è considerato tra i più

grandi innovatori nell’ambito

della musica elettronica del

Vecchio Continente.

" La musica cambia e si rinnova continuamente. Nuovi generi appaiono

e scompaiono. I musicisti sono influenzati dai cambiamenti della realtà circostante. Lo si vede nella tech house, come nella deep house e nel body & soul. Personalmente mi occupo di cosmic soul, galactic beat funk e drum’n’bass (non mi riferisco alla giungle, è un vero drum’n’bass). Ritengo che queste siano le can-zoni e le melodie migliori sia per il corpo, che per l’anima. Quando vado in Russia, c’è sempre la sensazione speciale. Una parte della mia famiglia vive ancora a San Pietroburgo”

IL PARERE

Dj Vadim

Russian Beats presenta Mujuice e DZA

L’edizione 2011 del Sònar di Bar-cellona (16-18 giugno), il princi-pale festival di “musica avanza-ta” in Europa, ha visto esibirsi due tra i più interessanti musici-sti elettronici emersi dalla scena russa. Il moscovita Roma Litvinov, aka Mujuice, classe 1983, è riusci-to a coniare un sound nel quale convergono la tecnica del glitch, strati di suoni acustici e neoclas-sici e delle melodie “trovate”. Un flusso debitore del jazz più av-venturoso, quanto della techno e di Shostakovich, perfettamente rappresentato nel recente album “Downshifting”. Dal canto suo, Sasha “DZA”, anche lui giovanis-

simo e proveniente dalla capitale russa, è autore di un hip-hop mu-tante e pulsante, vicino al wonky-beat inglese. È tra i fondatori del-la comunità musicale How2make Crew, con la quale ha messo in scena la prima “hip-hopera” russa e ha partecipato con successo al-la Red Bull Academy a Londra nel 2010 e al Midem di Cannes. Un artista in rampa di lancio come testimoniano le numerose colla-borazioni con diverse label e ar-tisti inglesi, come la Black Acre o Husdon Mohawke, oltre alla “de-cisiva” segnalazione su Pitchfork, il più seguito magazine musicale della Rete.

Vadim durante uno dei suoi celebri e affollati dj-set

Andrey Gurov, in arte Dj Vadim, è da oltre quindici anni uno dei maggiori agitatori della scena elettronica europea, grazie al suo stile peculiare e onnivoro al tempo stesso, ricco di rimandi all’hip-hop, al soul, alle sonori-tà downbeat, nel quale la tipi-ca freddezza dei beat sintetici si fonde a un bollente fl usso so-noro di matrice black. Risulta-to: un magmatico caleidoscopio musicale dove buio e luce, astratto e motorio trovano il loro ideale punto d’incontro. Nato a San Pietroburgo,Vadim si è tra-sferito da piccolo a Londra, città nella quale è cresciuto e si è for-mato, non solo musicalmente.L’incontro fondamentale per Vadim è stato quello con la Ninja Tune, label inglese tra le più infl uenti e innovative, per la quale tra il 1996 e il 2003 ha prodotto una serie di album e di ep - molti dei quali omaggia-vano nel titolo l’ex Urss - che lo hanno rapidamente portato a essere uno dei nomi “caldi” della musica elettronica contem-poranea. Non a caso, dal quel momento in poi ha collaborato con arti-sti del calibro di Stevie Wonder, The Roots, Super Furry Animal, oltre ad aver composto musiche per commercials di alcuni dei “corporate brands” più cono-sciuti. Ma quando gli si doman-da quale è stata la sua collabo-

razione più ispirata e produtti-va, Vadim non ha dubbi: «Quel-la con Yarah Bravo, è stata così incredibile che l’ho “dovuta” sposare!». La sua trasversalità musicale è pari solo alla ster-minata collezione di dischi, dalla quale Vadim attinge per scova-re i sampling giusti per le sue produzioni. Una vera e propria biblioteca di Alessandria piena di vinili e in continuo aggior-namento. «Non mi posso lamen-tare ma non è nulla in confron-to a quella di Chris Tarrant – uno dei principali conduttori radiofonici inglesi – avrà più di mezzo milione di dischi. Dal canto mio ascolto e compro di tutto, mi piace essere nella mu-sica a 360°».Il suo nuovo progetto, The Elec-tric, è una sorta di supergrup-po nel quale collabora con Pugs Atomz, quotatissimo rapper di

Chicago, e con la talentuosa can-tante inglese Sabira Jade, arti-sti scoperti e “rodati” dal vivo durante il tour del precedente album, “U can’t lurn imagi-nashun”. L’album d’esordio per The Electric, “Life is moving”, è un ponte musicale tra il vecchio e il nuovo continente descritto così dallo stesso producer: «Un lavoro che ha in sé elementi hip-hop, soul e di elettronica ma che per quanto mi riguarda suona come “advanced hip-hop”, ovve-ro concepito e realizzato in ma-niera innovativa». Innovativo ma al tempo stesso diretto e spi-gliato, le tracce infatti sono state registrate e pensate on the road, in camere d’albergo, in macchi-na e in aereo. Un disco che san-cisce anche il ritorno di un an-tico amore di Vadim, il soul, e che è stato pubblicato “in casa”, per la neonata etichetta Orga-

nically Grown Sounds. Una tracklist che spazia dal suono “old school” fatto di lascivi am-miccamenti (Overloaded), gio-chini di synth (Electric Com-pany) basi ultrablack (il funk di So Now You Know) e atmo-sfere da struscio soul pompate con bassi giocattolosi, decorati con i classici catenoni dorati e hot pants d’ordinanza. Un ri-torno in grande stile che gli ha permesso di mettersi alle spal-le un brutto periodo personale, causa un delicato intervento per rimuovere un melanoma ocula-re. Una dimostrazione su tutte: il video del nuovo singolo “Toot Toot”, nel quale i personaggi del Mago di Oz vengono catapul-tati in un videogame in stile anni ‘80. Ironia, genialità e ispirato citazionismo ai massimi livelli. Lunga vita allo zar dell’hip-hop Dj Vadim.

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Forum politico mondiale di Yaroslavl

7-8 settembre 2011

NICOLA SELLITTIRUSSIA OGGI

Alie spalle dei campioni già

noti, la Russia può contare su

una generazione di giovani

talenti che promette di arrivare

al top nello sport nel giro di

pochi anni.

Danilo Di Luca, vincitore del Giro d’Italia 2007, è rimasto fuori dalle grandi gare per una stagione e mezza. Dopo aver scontato una squalifi ca per l’uti-lizzo di sostanze proibite, il "Kil-ler di Spoltore" è tornato al ci-clismo professionistico e ora difende i colori del team russo Katusha, con i connazionali Giampaolo Caruso, Filippo Poz-zato e Luca Paolini.

Danilo, è vero che corre gratis?

Sì, è proprio così. Con Andrei Tchmil abbiamo concordato su questo punto dall’inizio. Volevo

Di Luca ha ancora fame di vittorieINTERVISTA IL CICLISTA SI RACCONTA

soltanto tornare al ciclismo dopo la squalifica e lui mi ha dato questa opportunità. Non ho un fi sso: guadagno se porto buoni risultati. Nella Vuelta spero di fare una buona prestazione e di ottenere un bel premio. L’anno prossimo, invece, vorrei passa-re a un contratto vero e proprio. Rimarrò al team Katusha, dove mi sento pienamente a casa.

È stato rapido il suo inserimento

nella squadra russa?

Nel team funziona tutto benis-simo. Conoscevo Tchmil già dall’inizio degli anni Duemila.

Perciò è stato più facile stabi-lire un contatto. Il team Katu-sha ha un forte legame con l’Ita-lia: ci sono dirigenti, personale, corridori italiani. Quindi am-bientarsi nella squadra è abba-stanza facile.

In Russia il ciclismo non è amato

come in Italia. Che contributo po-

tete dare come team?

Katusha può aiutare a promuo-vere questo sport. Perché le grandi vittorie suscitano sem-pre un interesse, soprattutto da parte dei giovani. Credo che non sarebbe una cattiva idea orga-nizzare anche un Tour della Rus-sia.

Come giudica il livello dei corri-

dori russi?

In generale c’è un buon nume-ro di validi corridori nella Fe-derazione, come Pavel Brutt. Ab-

Preparato daIlya Zubko

biamo lavorato insieme in diverse gare, e mi ha fatto un’ot-tima impressione. E passo molto tempo con Vladimir Karpets, che è stato il capitano del team Katusha al Tour de France.

Gli atleti degli altri Paesi non si

sono offesi quando il team Katu-

sha ha portato al Tour de France

solo corridori russi?

È stata la prima volta, ma se-condo me è una cosa del tutto normale. In fi n dei conti sono entrato in un squadra russa e me lo aspettavo. Comunque io e Joaquim Rodriguez non sa-remmo in ogni caso stati adat-ti al Tour de France. Ora come ora preferisco concentrarmi sulla corsa a tappe spagnola sperando di tornare a vincere.

Un futuro da star Un futuro da star PanoramicaPanoramica Dal calcio al tennis, giovani in vetrinaDal calcio al tennis, giovani in vetrina 1. Alan Dzagoev, 21 anni, 81 presenze con 22 gol in Premjer Liga;

2. Darya Klishina (a sinistra), 20 anni, mostra la medaglia d’oro vin-

ta agli Europei indoor di Parigi 2011; 3. Alexandr Kozlov, 18 anni, 24

presenze con 22 reti nelle giovanili della Russia; 4. Anastasia Pa-

vlyuchenkova, 20 anni, 3 tornei Wta vinti in carriera; 5. Darya Klishi-

na dopo i World Championships indoor di Doha 2011; 6. Jano Anani-

dze, 18 anni, inserito nella lista Fifa dei migliori under 20 al Mondo

Talenti oggi, fenomeni domani. Dzagoev, Kozlov, Ananidze, Kli-shina e Pavlyuchenkova. Cin-que nomi per una prova. La Rus-sia, come da tradizione, continua a sfornare campioni in ogni di-

sciplina. A partire dal calciato-re Alan Dzagoev, 21 anni, fan-tasista del Cska Mosca. Un genio dei calci di punizione, a metà tra Arshavin e Zavarov, tecnica abbinata a forza fi sica, il new deal del calcio mondiale. Ori-ginario della profonda Ossezia, Dzagoev lasciava Dimitrovgrad a 17 anni, nel gennaio 2007, per 400 mila euro. Ora vale almeno 20 milioni. Miglior calciatore russo nel 2008, esordisce in tempi record in Nazionale (solo il portiere Akinfeev è stato più

precoce) mostrando il destro di velluto in Europa due stagioni fa in Champions League. Gol e assist nel pareggio del Cska all’Old Trafford contro il Man-chester United. Dalla notte in-glese gli occhi di Alex Ferguson luccicano per lui, indicato dai media britannici tra i possibili successori di Paul Scholes sulla mediana Red Devil. Il sogno di Dzagoev è però giocare al fi an-co del suo mito, Frank Lampard del Chelsea. La continuità è l’ul-timo step che divide il russo dai

top player. Altra variabile im-pazzita del campionato russo è Aleksandr Kozlov, classe 1993, attaccante dello Spartak. Un po-tenziale crack nel panorama dell’Est. Nelle selezioni giova-nili della Nazionale ha messo assieme 22 reti in 24 partite. A

17 anni il battesimo in Cham-pions League contro il Chelsea. Pochi mesi prima quello in cam-pionato contro il Nalchik. Kozlov subentrava al georgia-no di formazione russo-ucraina Jano Ananidze, 18 anni, 170 cm, nella lista dei migliori under 20 al mondo scelti dalla Fifa. So-prattutto, oggetto di una conte-sa mediatica tra Mosca e Tbili-si. Entrambe gli offrivano la maglia delle rispettive selezio-ni. Il ragazzo ha voluto privile-giare le sue origini, in preceden-za la stampa georgiana scriveva di soldi offerti dai cugini per portare il ragazzo a cantare l’in-no russo. Ad appena dieci anni Ananidze era aggregato allo Ju-nior Team della Dinamo Tbili-si, una delle più forti squadre

locali ai tempi dell’Unione So-vietica. La Dinamo Kiev lo por-tava in Ucraina nel 2005. Il tour tra Paesi ex sovietici si conclu-deva allo Spartak. L’Arsenal di Wenger lo cerca. E il club della capitale non considera offerte sino a quando Ananidze non compirà 20 anni. Dall’erba alla pista, la Russia sportiva del do-mani punta su Darya Klishina, ventenne campionessa mondia-le junior di salto in lungo. Una delle probabili contendenti alla medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra nel 2012. Fisico da pin up e un viso angelico che strappa importanti contratti pubblicitari, la Klishina affron-tava l’anno passato una crisi da successo immediato superata con il titolo europeo indoor vinto quest’anno a Parigi. Normale amministrazione per un’atleta che da bambina passava le notti in dormitorio. Nel tennis fem-minile che piazza 15 russe tra le prime cento nella classifi ca Wta c’è la moscovita Anastasia Pavlyuchenkova, quindicesima al mondo, quarti di fi nale al Ro-land Garros e vittoria a Brisba-ne. Una ventenne predestinata. Madre ex nazionale di basket e nuotatrice, padre ex canoista a livello olimpico. Il suo sogno è il giornalismo. C’è da vincere Parigi prima di dedicarsi alla nuova carriera.

La Russia, come da tradizione, continua a sfornare piccoli campioni in ogni disciplina

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