Russia multicolore #10

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La rivista della Russia in italiano "Russia multicolore"

Transcript of Russia multicolore #10

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Russia multicolore N 01’2009

Certificato ПИ № ФС77-22144

Tiratura 15 000

Editore Gardariki Service s.r.l.

Sede legale Russia, Mosca 105425, Sirenevyj bul., 21/1

e-mail: [email protected]

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Direttore scientifico prof. di Storia russa Olga Kvirkvelia

Direttore generale Elena Kryukova +7 (495) 995-34-26

Caporedattore membro di Associazione Internazionale dei

Fotocomposizione e fotolito Mosca, Akademprint, Andrej Losev

Disign Akademprint, Tatyana Rajevich

Ricerca iconografica Olga Kvirkvelia, George Kryukov

Realizzazione grafica Dmitrij Knjazev

Concessionaria esclusiva di pubblicita’ Gardariki Service s.r.l.

La redazione non e’ responsabile dei materiali di pubblicita’

Mi chiamo Cristina Giannelli, ho 23 anni e

sono Italiana. Sono laureata in lingue e let-

terature straniere, parlo tre lingue – inglese,

russo e tedesco. Mi interesso di letteratura e

folclore russo e mi piacerebbe sottolineare e

rafforzare i rapporti fra la cultura russa e

quella italiana.

Il nuovo numero della rivista “Russia multicolore” è diffusa:

In Italia

a Roma

nell’Ambasciata della Federazione Russa in Italia

nel Consolato Generale della Federazione Russa

nella Rapprezentanza commerciale della Federazione russa

nella rapprezentanza “Aeroflot”

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a Milano:

nel Consolato Generale della Federazione Russa

nella rapprezentanza “Aeroflot”

nel’ufficio Camera di Commercio Italo-Russa

a Genova

nel Consolato Generale della Federazione Russa

a Venezia

nella rapprezentanza “Aeroflot”

a Ancona

nel’ufficio Associazione Marche – Russia

In Russia

A Mosca

nell’Ambasciata d’Italia in Russia

nel Consolato Generale d’Italia

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nell’ufficio ENIT

nell’ufficio Camera di Commercio di Milano

nell’ufficio Camera di Commercio Italo-Russa

A San Pietroburgo

nel Consolato Generale d’Italia

nell’ufficio “Alitalia”

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I nostri indirizzi

Le traduzioni in Italiano sono state svolte da Cristina Giannelli come lavoro di tirocinio sotto la guida della D-ssa Tatiana Rudanovskaia pres-so il Centro Linguistico dell'Università degli Studi di Cassino

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LA VIA ARBAT

La via "Arbat" è una delle più antichestrade di Mosca; costruita a cavallo trail 14-15 secolo, il suo nome provienedalla parola araba "rabad", cioè sob-borgo, periferia, perchè, un tempo, quisi trovavano le porte della città. Insenso lato la parola Arbat per i moscov-iti indica anche i vicoli e i cortili accan-to alla via Arbat, nei quali si è conser-vato "lo spirito particolare di Mosca".Qui hanno sempre vissuto famosi scrit-tori russi, pittori ed artisti. Nella metàdel XVIII secolo l’Arbat divenne unavia pedonale,venne lastricata ed abbel-lita con aiuole e fanali decorativi. Oggil’Arbat è un luogo turistico, propriocome la Piazza Rossa. Qui si trovanobancarelle con souvenir ed articolid’artigianato, qui i musicisti di stradatengono i loro concerti ed i pittoridipingono. Come il Cremlino e la piazza Rossa,anche l’Arbat è un luogo "mitologico".Molti, da Bulat Okudzavy a Ljubel’hanno decantata nelle loro opere, altril’hanno descritta fra le pagine di popo-lari romanzi,alcuni l’hanno utilizzatacome pseudonimo.Ah! L’Arbat…si quell’Arbat, zonapedonale decorativa. La Nuova Arbat èilluminata al neon. Come la VecchiaArbat era il simbolo della Mosca delsecolo scorso, così la Nuova è simbolodell’epoca di Breznev, con tutti i suoiideali. Qui si ergono palazzi di 26 pianiciascuno con alla base una lunga galle-ria di negozi, bar, caffè, ristoranti esupermercati.Si può, ovviamente, amare l’Arbatnonostante tutto questo, ma oggi ilpanorama è totalmente diverso: è una

Mecca turistica che ha perso il suo fas-cino. Solo i vicoletti piccoli e storti, isilenziosi labirinti dell’autenticaMosca, tra l’Arbat e la via Precistenka,lungo i quali si allontanano i viandanti,conservano ancora l’atmosfera origi-nale. Ci troviamo in un quartiere aris-tocratico. Le chiese sono poche,inveceabbondano i palazzi, bellissimi, e leville, dove hanno vissuto Puskin,Tol’stoj, Herzen, Saltikov-Scedrin,Turgenev, Aksakov,per non parlaredelle famiglie nobili, fra le quali citi-amo la Dolgorukov e la Kropotkin.I noti vicoli dell’Arbat devono il lorofascino anche a questo cocktail di pit-toresche tenute cittadine e antiche caseredditizie. Un reticolo di tranquille vie, pun-teggiate da preziosi edifici, alcuni instile liberty, unisce la via Precistenka,la via tolstojana per eccellenza (qui loscrittore visse, qui abitavano molti

degli eroi di Guerra e pace) con l’Arbat,cuore della boheme moscovita ottocen-tesca. Proprio qui si concentrò, succes-sivamente, quella particolare forma didissenso dell’epoca sovietica, fatta piùdi canzoni lontanamente allusive e stilidi vita anticonformisti che di apertacondanna del regime.Possiamo iniziare la nostra passeggiatadal Tempio del Cristo Salvatore.Questaenorme cattedrale era stata concepitacome monumento per la liberazionedella Russia dopo l’invasioneNapoleonica (1812). Le fondamentafurono poste nel 1839; il monumentofu consacrato nel 1883. Il prototipo deltempio erano le cattedrali delCremlino. Era la chiesa più grandedella Russia, con la cupola maggiorealta 102 m., il diametro della cupolacentrale di 25,5 m. Può ospitare 10 000persone. Attorno al perimetro si trova-va una cintura di marmo in rilievo con

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scene mitologiche e storiche. I muridella cattedrale furono affrescati daipittori Surikov, Bruni, Verescagin,Brjullov, Kramskoj. Nella galleriarotonda erano esposte 177 lapidi dimarmo, sulle quali erano incisi i nomidei cavalieri dell’ordine di San Giorgioe la descrizione delle principalibattaglie del 1812. Qui, nel 1917, fu elet-to il patriarca Tichon, ma nel 1931 iltempio fu demolito per liberare l’area ecostruire l’immenso Palazzo deiConsigli. Di fronte ad esso sarebbedovuto sorgere un monumento intito-lato a Lenin, più alto e più pesante dellastatua della Libertà, ma gli ingegnericalcolarono che il terreno sabbioso nonavrebbe retto un tale colosso. Allora, alposto del tempio, fu costruita la piùgrande piscina con acqua riscaldata delmondo. Nel 1995 il tempio del CristoSalvatore fu costruito ex-novo. Oggi èdiventato la Cattedrale del Patriarca, ela stessa residenza del Patriarca, unpodere costruito tra il 1816-1840,appartenente a Ofrosimova,si trovanelle vicinanze, lungo la Via Cistij. Proseguiamo la nostra passeggiatanella Precistenka. Al num.3 troviamo ilPalazzo delle Camere Bianche, un anti-co edificio del XVII secolo, che oggiospita la Mostra sulla storia di Mosca –per le visite è necessaria la preno-tazione. La casa al num.12 appartenevaai nobili Kruscevyj. Si tratta di unpalazzo del XIX secolo, nel quale sisono conservate alcune sale affrescate;qui si trova il Museo di Puskin e unapiccola sala da concerto. L’edificioprincipale fu costruito tra il 1814 e il1817 dall’architetto Grigorev, con un

probabile contributo di DomenicoGigliardi. La costruzione principale –fatta di legno e stuccata – si erge su unozoccolo di pietra bianca del diciottesi-mo secolo. Rappresenta uno deimigliori esempi dello stile empiremoscovita, con la sua originale combi-nazione di due facciate: una solenne,con il frontone alto abbellito da unostemma, e sei colonne che seguono lalinea rossa della via Precistenka; l’altrapittoresca, con doppi pilastri e un fre-gio modellato con molte figure, cheaffaccia sul vicolo Chruscjovskij. Infondo al giardino, all’angolo, c’è ilpadiglione – un piccolo fabbricato ele-gante con un porticato a sei colonne.Nel territorio del podere sono situatedelle costruzioni del dicianovesimosecolo: dipendenze, stalle, depositi percarrozze, sale costruite prima dell’e-poca di Pietro il Grande. Ai tempi diPuskin i moscoviti conobbero bene lacasa di Khrushchjov. Molti conoscenti,amici e parenti del famoso poeta si riu-nivano qui per cenare, ascoltare musi-ca, ballare e giocare a carte. Purtroppo,non ci sono testimonianze che Puskinin persona sia stato qui, ma sicura-mente sarà stato invitato ad una seratao ad un ballo. Di fronte, al num.11, si può ammirarela tenuta di Lopuchnik ( XIX secolo),dove oggi si trova il Museo di Lev’Tol’stoj. Al num.16 un bel porticato neoclassico(XVIII-XIX sec.), opera di Kazakov,caratterizza la sede della Casa degliScienziati; due bianchi leoni sormon-tano gli stipiti della cancellata. Al num. 17 sorge la casa di Denis

Davydov, eroe e poeta della guerraantinapoleonica del 1812, tratteggiatoda Tolstoj in Guerra e pace nelle vestidi Denisov. Poco più avanti, al num.19,c’è il podere della famigliaDolgorukich, risalente al 1780, la cuicostruzione si deve sempre a Kazakov.Qui si stabilì, in epoca sovietica, ilquartiere generale della censura; oggi,invece, la dimora ospita una pinacoteca.Poco dopo si incontra l’AccademiaRussa delle Belle Arti,ex pinacotecaMorozovych (XVIII-XIX secolo).Sempre di Kazakov è l’ex residenza delgenerale Ermolov, al num.22. Neanchelo stile liberty dell’edificio al num. 28(1904-1906)disturba l’armonia dellavia.Dopo averlo oltrepassato, si volti adestra nel vicolo Malyj Levsinskij,procedendo fino al vicolo Deneznyj. Alnum. 3 c’è il palazzo dove il conteMirbah fu ucciso dai rivoluzionarisocialisti e dove ebbe sede, dal 1919 al

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1922, il Comitato esecutivodell’Internazionale comunista; oggil’edificio ospita l’Ambasciata d’Italia. Einfine si raggiunge la famosa via Arbat.Al num.53 c’è l’appartamento-museodi Puskin. Durante il suo breve sog-giorno moscovita, dal gennaio al mag-gio 1831, Puskin prese in affitto lestanze al primo piano della casa. Qui ilpoeta si trasferì subito dopo il matri-monio, e visse con la sua giovanemoglie per tre mesi. Cinquant’anni piùtardi, in quello stesso palazzo nacqueuno dei geni più fulgidi e misconosciu-ti della letteratura russa: Andrej Belyj.I locali del suo appartamento d’in-fanzia, annessi alla casa-museo diPuskin, presentano curiosi ricordi:dalle stupefacenti fotografie di quando,bambino, veniva vestito e truccato dafemmina dalla madre - la quale speravacosì di evitare che il piccolo crescessesimile al padre - al grande grafico in cuilo scrittore, ormai adulto, riassumetutti gli avvenimenti principali dellapropria vita. In questa strada si trovano anche ilTeatro Vachtangov e i graffiti in ricordodi Coja, cantautore vissuto durante laperestrojka. La Vecchia e la Nuova via Arbat, con-fluendo nella omonima piazza, origi-nano la via Vozdvizenka, lungo la qualesi possono ammirare il palazzoMorozov in stile mauritano (alnum.16), ed il palazzo Seremet’ev (alnum.3).Ora svoltiamo nel vicolo. Non lontanodal tempio del Cristo Salvatore, nelvicolo Filippovskij, sorge la minuscolachiesa dell’Apostolo Filippo (XVII sec-

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olo): il campanile di questa chiesetta èoriginale, non ha subito alcun cambia-mento. Dalla sua fondazione, questachiesa non è mai stata chiusa: qui èrimasto immutato sia l’autentico inter-no, sia l’anima dell’antica Russia.Al num. 36 del vicolo Starokonjusennyjsorge l’edificio Porochovscikov a cui,nel 1873, è stato assegnato il Premiodella Mostra Internazionale di Vienna.Questa casa di legno riproduce lo stiledell’antica architettura russa.Il Grande e il Piccolo Vlas’evskij sonodue vicoli degni di attenzione, graziealla presenza della chiesa Vlasij e diuna piccola casetta di legno (al num.5del Piccolo Vlas’evskij)costruita dopol’incendio del 1812. La strada Sivcev Vrazek deve invece lasua notorietà a Marina Cvetaeva (il suomuseo si trova nella vicina viaBorisoglebskij) e ad Aleksandr Herzen(il suo museo si trova al num.27) chequi vissero. Nella piazzetta Spasopeskovskaja siconserva il tempio della GraziaPreobrazenja (1711), mentre in viaKrivoarbatskij si erge la casa dell’ar-chitetto Mel’niko (1927-1929), monu-mento di un’epoca totalmente diversa.Questa costruzione unica – 2 cilindri e200 finestre esaedriche – è uno degliedifici più centrali di Mosca, uno deipochi che rimase "proprietà privata"anche negli anni sovietici, grazie allafama mondiale del suo proprietario. Infine ci si imbatte nella casaPolivanov, simbolo di un’altra epoca,uno dei più noti modelli in legno dellostile impero (1823).

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I mestieri artigiianali

Secondo una leggenda, i primi Russiche si trasferirono nella zona degliUrali rimasero molto meravigliati:come erano leggeri gli abiti indossatidai cavalieri cosacchi e calmucchi cheattraversavano le sconfinate steppedell’ex Orda Kirghisa! Come potevanoresistere a quel freddo tremendo? Ilsegreto si rivelò straordinario: sotto gliabiti leggeri questi uomini usavano,come fodera, dei fazzoletti di lana dipecora. Questi fazzoletti erano cucitisenza alcun decoro, servivano solo amantenere il calore. Quando le cosacche russe iniziarono adoccuparsi di questi abiti tutto cambiò: ifazzoletti di lana ricamata provenientidalla regione di Orenburg divenneroimmediatamente molto famosi, anchefuori dai confini della zona. Furonoproprio le cosacche a scoprirne i van-

taggi: la leggerezza e la finezza.; questalana straordinaria e i meravigliosi rica-mi attirarono nuovi ammiratori.I leggendari manufatti circolano perl’intera regione di Orenburg, che com-prende 35 province e 12 città: conquesto si spiega la varietà dei fazzoletti,la diversità dei decori ( che sono il mar-

chio di questa regione), dei dettagli, delmetodo di lavorazione della lana.I ricami, elaborati nel corso dei secoli,meravigliano ancora oggi gli ospitistranieri, che già da tempo si spingonofin qui appositamente per acquistarli.I fazzoletti si distinguono per lo spes-sore: come ci sono manufatti spessi estraordinariamente caldi, così se netrovano anche di sottili e leggeri. Il faz-zoletto ricamato viene chiamato "a filodi ragnatela", per la sua ammirevolesottigliezza, e a volte si ha perfinopaura di toccarlo, sembra quasi che sistrappi.I famosi fazzoletti di Orenburg nonsono solo dei souvenir, ma anche prati-ci oggetti, che durano per decenni. Unalana come questa non si trova in nes-suna altra parte del mondo, nemmenoin Irlanda, in Tibet o in AmericaLatina; le pecore non possono essereesportate, in Europa o in America lalana perderebbe subito le sue qualità.La morbidezza, la sottigliezza, la leg-gerezza…non a caso gli abitanti diOrenburg ritengono che la loro lana siala migliore del mondo! I fazzolettihanno alle spalle una tradizione lungapiù di due secoli, è difficile trovare unaltro luogo che vanti manufatti di lanaaltrettanto antichi. Attraverso gli sforzi delle numeroseprovince tartare la regione diOrenburg, trovandosi a cavallo fra dueculture, ha raggiunto un traguardoancora più importante: i suoi manufat-ti sono l’espressione di un’armonia frale conoscenze e le abilità di popolidiversi.

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FAZZOLETTI DI ORENBURG

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PROTOCOLLO della XIV Sessione dellaTask force Italo-Russa a San Remo

San Remo, 27 - 28 ottobre 2008

Su iniziativa delle Parti, la XIV Sessione della Task force italo-russa sui distretti industriali e sulle PMI, si è svolta aSanremo, dal 27 al 28 ottobre 2008, ospitata dalla RegioneLiguria.La delegazione russa è stata guidata dal dott. AlexanderBorisov, Responsabile del Dipartimento Paesi Europa delMinistero dello Sviluppo Economico della Federazione russa e,quella italiana, dal dott. Gianfranco Caprioli, DirettoreGenerale della D.G. Promozione degli scambi del Ministerodello Sviluppo Economico.Alla presente sessione, in sede di chiusura, hanno presenziatoanche il Ministro italiano dello Sviluppo Economico, On.leClaudio Scajola; Industria e del Commercio della FederazioneRussa, Mr. Viktor Kristenko.Da parte russa, hanno partecipato - oltreall’Ambasciatore in Italia, Alexej Meshkov e il nuovoConsole Generale a Milano, A. Paramonov - alti rappresentan-ti di 11 Regioni (Lipetsk, Nijniy Novgorod, Mosca, Penza,Ivanovo, Chuvasha, Tatarstan, Sverdlovsk e delle municipalitàdi San Pietroburgo, Ekaterinburg e Mosca). Inoltre, vi hannopreso parte, la Rappresentanza commerciale in Italia, laCamera di commercio russo-italiana, alti rappresentantidell’ Agenzia federale di gestione delle ZoneEconomiche Speciali; Agenzia federale del Turismo, di dueBanche federali e diversi esponenti dell’ imprenditoriarussa, per un totale di ca. 80 membri della delegazione. Da parte italiana, hanno preso parte alla Sessione i rappresen-tanti di 8 Amministrazioni regionali (Lombardia, Campania,Veneto, Marche, Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo ePiemonte), di oltre 40 tra le Associazioni, le Federazioni setto-riali, le Associazioni industriali locali;Unioncamere, 7Università e Parchi tecnologici, diverse Banche ed IstitutiFinanziari, oltre a circa 80 imprese per un totale di oltre 250membri della delegazione. Le Parti hanno rilevato che dopo la XIII Sessione della TaskForce (Lipetsk, maggio 2008) è stata svolta una grandeattività di informazione e di promozione per la creazione di dis-tretti industriali nella Federazione Russa; esperienza italiana.Le parti hanno convenuto di elaborare un progetto del nuovoprogramma triennale degli eventi per il periodo 2010-2012 allaprossima Sessione della Task force a Vologda (Russia) in mag-gio 2009. Le parti hanno concordato di tenere la quindicesimasessione della task force in Russia, precisamente aVologda, nel maggio 2009.

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Il workshop "Italia Turistica"

Il workshop "Italia Turistica" ha avuto luogo per la quatravolta il 10 e il 12 febbraio 2009 a Mosca ed a Kiev. Tra ipartecipanti al workshop che e` dedicato esclusivamente alturismo italiano ci sono state le migliore strutture e aziendeturistiche dalle varie Regioni.

L`evento e` passato con grande successo ed e` stato visita-to da 250 operatori turistici russi e ukraini. La prossimaedizione del worshop si terra` in ottobre 2009 a Mosca. Viinvitiamo a partecipare a questa manifestazione profes-sionale.

Le informazioni e la domanda di iscrizione si trovano sulsito: www.italfiere.ru

Con sostegno:

del Governo della Federazione Russa;

del Ministero per lo sport, turismo e politica della gioventù della

Federazione Russa;

del Rapprezentante plenipotenziario del Presidente della

Federazione Russa per il Distretto federale di Russia centrale;

dell'Agenzia federale per il turismo;

del Servizio federale per il controllo dei trasporti;

dell'Agenzia federale per il trasporto aereo;

della S.p.A. "Ferrovie russe";

della S.p.A. "Aeroflot - Linee aeree russe";

dell'Associazione dei turoperatori russi;

dell'Unione dell'industria turistica russa.

Organizzatori dell mostra:

Centro internazionale di fieraKrokus-expoMosca

21 - 24 marzo 2009

Vi aspettiamo allanostra mostra

La mostra internazionale del turismo

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