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Il termine ruolo etimologicamente deriva dal francese rôle contrazione di rôtle e questo a sua volta dal latino ròtulus o rùtula diminutivo di ròta che vuol dire ruota, disco, giro. Il rotulus era quindi un rotolo di carta.

Il concetto di ruolo in sociologia definisce l'insieme dei modelli di comportamento attesi, degli obblighi e delle aspettative che convergono su un individuo che ricopre una determinata posizione sociale. Spesso è associato al concetto di status in quanto una determinata posizione sociale comporta sia degli obblighi (ruolo) che dei benefici (status). Ogni status comporta numerosi ruoli (lo status di professore universitario comporta il ruolo di docente, ricercatore, collega, autore di pubblicazioni accademiche, ecc).

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Aspettative di ruoloAspettative di ruolo

Sono quelle norme generalmente accettate che definiscono il comportamento di un individuo che ricopre un particolare ruolo. L'individuo può uniformarsi o meno ad esse in tutto o in parte.

Questo crea anche un nocciolo di controllo sociale "automatico" nella misura in cui risposte non previste possono provocare sanzioni da parte degli altri attori e del gruppo stesso. Sotto questo aspetto, in ogni gruppo sociale, è prevista la figura dello "straniero", al quale sono concessi errori nel gioco delle reciproche aspettative..

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Le aspettative di ruolo sono più o meno coercitive a seconda del grado di istituzionalizzazione delle stesse. Alcune sono oggetto di specifiche norme giuridiche e il loro mancato rispetto potrebbe dar luogo a sanzioni, anche penali. Altre possono assumere grande importanza solo per il gruppo di appartenenza dell'individuo. In tutti i casi il grado di conformità o di devianza delle azioni di una persona può essere misurato confrontandolo con le aspettative di ruolo

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Sistemi di ruoli

Sotto questo aspetto i ruoli sono sempre organizzati in sistemi di ruoli, che prevedono almeno due ruoli complementari tra loro (insegnante/allievo, madre/figlio ecc).

La possibilità di previsione del comportamento in questi casi è reciproca, poiché ciascuno dei partecipanti al sistema di ruoli, qualsiasi sia il ruolo interpretato in quel momento, conosce anche i comportamenti prescritti per gli altri ruoli, e può quindi sapere cosa sia lecito aspettarsi in risposta ai propri comportamenti, questo perché i sistemi di ruoli sono una parte importante della cultura condivisa da ogni gruppo sociale benché, ovviamente, possano essere diversi da gruppo a gruppo.

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Tensioni di ruoloTensioni di ruolo

Vi possono essere dei conflitti di ruolo quando una persona, per diverse ragioni, non può corrispondere alle aspettative del ruolo assegnato. Bisogna qui distinguere tra tensioni intra ruolo e tensioni inter ruolo.

Le prime si riferiscono a conflitti che si generano al'interno dello stesso ruolo ad esempio quello di docente che prevede sia la capacità di trasmettere determinate conoscenze o abilità sia un distacco affettivo nei confronti dell'allievo.

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Le tensioni inter ruolo si scatenano quando i vari ruoli che un individuo interpreta sono per qualche ragione in contrasto tra loro. Ad esempio una persona può assumere il ruolo di genitore, figlio, marito, imprenditore, militante di un partito politico, ecc. e non riuscire, banalmente, ad avere il tempo di dedicarsi come vorrebbe e come ci si aspetterebbe da lui a queste attività

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Gruppo socialeGruppo socialeIn sociologia e psicologia sociale si definisce gruppo un insieme di persone che interagiscono le une con le altre in modo ordinato sulla base di aspettative condivise riguardanti il rispettivo comportamento. È un insieme di persone i cui status e i cui ruoli sono interrelati. Dato che gli esseri umani sono fondamentalmente animali portati a cooperare, i gruppi sono una parte vitale della struttura socialeI gruppi si formano e si trasformano costantemente; non è necessario che siano autodefiniti e spesso sono identificati dall'esterno. Vi sono due tipi di gruppo: quello strumentale e quello affiliativo. Il primo, lo strumentale è un gruppo che vuole raggiungere obiettivi specifici, come la Chiesa. Il secondo ha obiettivi più generali, come le confraternite.

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Caratteristiche dei gruppi

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Che i membri del gruppo interagiscono e si influenzano a vicenda. Che ogni membro di un gruppo deve rispettare le cosiddette norme di comportamento, che caratterizzano un determinato gruppo. Che ogni membro in un gruppo gioca dei ruoli. Tutti i membri sono interdipendenti, cioè hanno bisogno l'uno dell'altro per arrivare agli scopi che il gruppo si è prefissato. I gruppi vengono tenuti insieme dalla cosiddetta coesione, ossia dall'intensità della relazione tra i membri in ciascun gruppo.

I gruppi hanno diverse caratteristiche

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La coesione è determinata da molti fattori tra i quali vi sono:

La coesione è determinata da molti fattori tra i quali vi sono:

1. Attrazione mutuale, ossia che i membri provano attrazione l'uno verso l'altro.

2. Identificazione: quanto un membro si identifica col gruppo.

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•Perché nascono i gruppi?

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• Nella nostra vita il gruppo costituisce una parte fondamentale: siamo nati in un gruppo, cioè la famiglia, in classe impariamo in gruppo, giochiamo in gruppo...

• Da quando l'uomo si trova sulla Terra, egli ha sempre vissuto in gruppo. Con il gruppo noi possiamo soddisfare dei bisogni, siano essi biologici o psicologici, che da soli non possiamo soddisfare. Quindi il gruppo ha obiettivo di migliorare la sopravvivenza dell'individuo. Gli psicologi sociali evoluzionisti dicono che la selezione naturale favorisce non chi vive in isolamento, ma chi vive in gruppo.

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Alcune classificazioni

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In base al tipo di relazione il gruppo può essere primario o secondario.

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•Il gruppo primario è composto da almeno tre persone che interagiscono per un periodo di tempo relativamente lungo, sulla base di rapporti intimi faccia a faccia (es: famiglia, gruppi di pari, piccole comunità).

•Il gruppo secondario è composto da un numero di persone che interagiscono su basi temporanee, anonime e impersonali. I suoi membri non si conoscono personalmente o si conoscono in relazione a particolari ruoli formali anziché come persone nella loro completezza. Solitamente conseguono finalità specifiche e meno emotivamente impegnate come ad es. nelle aziende, nei partiti politici, nelle burocrazie statali.

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Si possono classificare i gruppi in base al numero

di componenti.

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• La diade è un gruppo composto da due elementi, come madre-figlio, moglie-marito, due amiche del cuore.

• Ciò che caratterizza la relazione, nella diade, è il legame affettivo.

• Anche se la comunicazione si interrompe per qualche motivo e quindi non si hanno più interazioni (come nel caso della assenza di uno dei due componenti, oppure nel caso di una separazione dopo un brusco litigio) la relazione permane. Tuttavia affinché la diade continui ad esistere nella comunicazione vi è la necessità di un'attenzione reciproca la quale venendo meno interrompe l'interazione tra i due componenti e pone fine all'atto comunicativo. Nella Diade due persone stanno insieme perché si sono scelte, perché hanno interessi in comune o per compensazione. L'una trova nell'altra quello che pensa gli manchi. Si tratta di due persone che rinnovano la loro scelta nella volontà di continuare lo scambio comunicativo

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. La triade è un gruppo composto da tre membri. Un classico esempio è la classica famiglia padre-madre-figlio.

La comunicazione nella triade si modifica perché, pur rimanendo nell'ambito della relazione intima, due dei tre elementi possono temporaneamente interagire tra di loro escludendo il terzo.

Ad esempio il padre ama andare a pesca con il figlio e diventa per loro una possibilità di comunicazione, mentre la madre non è coinvolta da questa esperienza che riguarda solo loro; allo stesso modo il bambino può essere escluso dalla scelta dell'acquisto di una casa e in tal caso l'interazione riguarda e coinvolge solo i genitori. Possiamo quindi dedurre che l'interazione, che riguarda solo la dimensione spazio/temporale del qui e ora, nella triade si articoli sempre su due dei membri, a seconda dello spostamento del centro di interesse. Risulta ovvio che, se la comunicazione si concentra sempre nella stessa coppia, esistono dei problemi di relazione nella triade. Si deduce, quindi, che sempre per questo stesso motivo nella triade è possibile la formazione delle coalizioni.

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Il Piccolo Gruppo è un gruppo costituito solitamente da 4 a 10-12 membri. È uno dei modelli di interazione sociale fondamentali, e molte attività sociali e funzionali avvengono in o attraverso gruppi di tali dimensioni. Gruppi più ampi tendono a dare luogo alla formazione spontanea di sottogruppi di questa dimensione, sia in ambito sociorelazionale che operativo-lavorativo.

Il Gruppo Mediano è un gruppo costituito di solito da 10-12 a 25-30 membri. Col passaggio dal piccolo gruppo al gruppo mediano le relazioni personali divengono meno strette, ed in caso di interazione prolungata quest'ultimo tende a segmentarsi informalmente in piccoli gruppi.

Il Grande gruppo, o Large group, conta dai 30 membri in su. In tali tipi di gruppo le interazioni sono meno dirette e personali, e l'individuo è più soggetto alla dialettica di polarizzazione tra fenomeni di massificazione/individuazione. In linea teorica, le comunità, le organizzazioni sociali e le collettività sono forme particolari di very large group.

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La percezione di appartenenza

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Secondo le Teorie della percezione sociale relative al tema della Social cognition, esistono varie motivazioni in base alle

quali si percepisce la propria appartenenza ad un gruppo

Per vicinanza. Spesso si inizia a frequentare delle persone che ci sono vicine fisicamente, ad esempio che abitano nello stesso quartiere, frequentano lo stesso bar, la stessa scuola ecc. Rappresentano sicuramente tutte occasioni per fare conoscenze o condividere delle esperienze. La vicinanza spesso rappresenta il primo motivo di contatto per la scelta di appartenere ad un gruppo spontaneo. Sulla base di questo criterio, infatti, si formano spesso gruppi per la condivisione del tempo libero.

Per somiglianza. Si tratta di un criterio di appartenenza relativo alla disposizione in alcune persone di ricercare nell'altro le proprie convinzioni, le idee i bisogni. Non si intende in questo caso somiglianza fisica, ma affinità di pensiero, interesse e stile di vita. La gratificazione di trovare altre persone con idee simili è ciò che porta, più di qualsiasi altro elemento, all'unione. All'interno di un gruppo più ampio sembra naturale il formarsi di sottogruppi, attraverso il criterio della somiglianza, infatti si stabiliscono alleanze e nascono simpatie che in genere durano nel tempo.

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Per identificazione. Si può appartenere ad un gruppo anche quando non c'è somiglianza nelle idee o nei bisogni, ma con una motivazione per lo più inconscia di identificazione all'altro.

La differenza con la somiglianza è nel meccanismo psicologico che entra in gioco e determina la scelta. Molti individui aspirano ad appartenere a gruppi che hanno un'identità specifica e che rappresentano uno status socialmente desiderabile. Entrare a far parte di un gruppo, quindi, può rappresentare per alcune persone realizzazione, successo e prestigio. Per identificazione si intende anche il processo di strutturazione della propria personalità e identità sociale attraverso l'interdipendenza con il gruppo, in quanto intervengono fattori soggettivi ed intersoggettivi, cioè appresi attraverso il contatto con il gruppo. Infatti gli atteggiamenti e le modalità di comunicazione si influenzano reciprocamente.

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Dinamiche del gruppo

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Con l'espressione dinamica di gruppo si indica l'evolversi delle relazioni nel gruppo. Lo psicologo sociale Bruce Tuckman propose nel 1965 un modello di evoluzione della

vita di gruppo che consiste in cinque fasi sequenziali:

Formazione (forming). I membri del gruppo si orientano e comprendono quale debba essere il comportamento nei riguardi del coordinatore e degli altri membri.

Conflitto (storming). Si sviluppa un clima di ostilità verso gli altri membri del gruppo e/o verso il leader, soprattutto per l'incertezza dovuta a mancanza di direttive e di sostegno psicologico, per la mancanza di strutturazione e per la resistenza alla struttura. Si sviluppa una resistenza emotiva di fronte alle esigenze del compito da svolgere come espressione alla propria indisponibilità.

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Strutturazione (norming). I membri si accettano vicendevolmente, e si sviluppano delle norme di gruppo alle quali tutti si sentono impegnati.

Attività (performing). I membri del gruppo accettano il loro ruolo e lavorano per raggiungere i fini preposti.

Aggiornamento (adjourning). I membri del gruppo decidono una sospensione delle attività al fine di valutare il modus operandi e i risultati eventualmente ottenuti.

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La coesione di gruppo definisce il livello di solidarietà fra i membri, ma anche la condivisione di norme e il relativo senso di appartenenza. Questa coesione è determinata anche da fattori emotivi.

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Diversi tipi di Gruppi Sociali Caste: sono dei gruppi sociali ascrittivi e

rigorosamente chiusi secondo una stratificazione sociale che vuole mantenere un criterio di purezza, viene trasmessa l'idea per cui vi sia un retaggio naturale e biologico, non culturale, anche i matrimoni sono di conseguenza endogamici.

Classi Sociali (Karl Marx): sono dei gruppi non ascrittivi basati su qualità socio-economiche, il cambiamento di lavoro e di luoghi di ritrovo permette di modificare il proprio status sociale.

Etnie: il gruppo etnico condivide fattori culturali ma non è un contenitore di informazioni quanto una forma di organizzazione sociale, un contenitore informativo, anche se vi è un senso di appartenenza. I confini sono più o meno attraversabili.

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Robert K. Merton definisce il gruppo come un insieme di persone interagenti l'una con l'altra, dotate di senso di appartenenza e considerate come membri di un determinato gruppo non soltanto da loro ma anche da coloro che non ne fanno parte.

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Norma La norma sociale è una regola esplicita o implicita concernente la condotta dei membri di una società. Oggetto di studio dell'antropologia, della psicologia sociale e della sociologia, le norme sociali prescrivono come devono comportarsi gli individui e gruppi sociali in determinate situazioni.

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Classificazione

Nella società troviamo solitamente due tipi di norme.Le norme costitutive hanno la funzione di costituire (cioè generare) una pratica che prima della loro formulazione non esisteva. Rientrano tra queste ad es. le regole dei giochi. Le norme regolative si limitano a regolamentare delle pratiche già esistenti. In questo tipo rientra la grande maggioranza delle norme, dai precetti religiosi alle leggi dello stato

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In virtù della loro dimensione prescrittiva, le norme rappresentano il sistema di aspettative che il gruppo ha rispetto a coloro che ne fanno parte. Per es. il fatto che sulle strade italiane tutti i veicoli circolino sulla corsia destra è conseguenza di una norma sociale appresa; gli individui vi si adeguano in modo automatico e spontane

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Controllo sociale

È evidente che la semplice esistenza di norme non comporta il rispetto delle stesse. Per ovviare al problema dell'efficacia normativa, le aggregazioni sociali si avvalgono di un duplice sistema di controllo sociale

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Il controllo sociale interno (detto anche primario, o informale) opera attraverso la socializzazione dei nuovi membri (per es. neonati e immigrati). Il controllo sociale esterno (detto anche secondario, o formale) opera attraverso la sanzione: ogni provvedimento preso nei confronti dell'individuo che attua una particolare condotta. Esistono due tipi di sanzione.

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LE NORME SOCIALI (1)

Homo oeconomicus (A. Smith): azione guidata dalla razionalità strumentale; attore sociale in sé autonomo.

Homo sociologicus (Durkheim): azione guidata dalle norme sociali; attore sociale esecutore di modelli ereditati.

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LE NORME SOCIALI (2)

L'azione razionale:

"se vuoi raggiungere Y, fai X” (orientata ai risultati; condizionale e

orientata al futuro).

Le norme sociali: "fai X" o "non fare X"; "se fai Y, allora fai X”;"se gli altri fanno Y, allora fai X"; "fai X se è bene che lo facciano tutti".

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LE NORME SOCIALI (3)

Perchè siano sociali, le norme devono essere:a) condivise da più persone (norme su cannibalismo e

incesto condivise da tutti; norme riguardanti gruppi particolari: es., idea differenziata di “giusta distribuzione” dei guadagni tra imprese e lavoratori);

b) sostenute in parte dalla loro approvazione e disapprovazione (punizioni, codici d'onore, ostracismo).

Le norme sociali hanno una forte presa sul modo di pensare della gente proprio perché la loro violazione può innescare violente emozioni. L'aspetto emotivo delle norme è quello centrale, ben più importante degli aspetti cognitivi.

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LE NORME SOCIALI (4)

Le norme sociali si distinguono dalle:

1) norme morali

le norme sociali sono obbligazioni e interdizioni non consequenzialistiche, da cui è possibile derivare i permessi.

Solo alcune teorie morali, come l'utilitarismo, sono basate su obbligazioni e interdizioni consequenzialiste.

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Devo andare o no all'appuntamento?

Mi interessa? SI

Ma viola qualchemio principio?

Forse sì

Cosa diranno glialtri (genitori,amici)?

Che non èappropriato

Posso giustificarlo o sono disposto a passare sopra? NO

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Azione consequenziale o azione appropriata?

Azione Azione consequenzialeconsequenziale Azione Azione appropriataappropriata

1. Che alternative ho?

2. Che desideri o obiettivi ho?

3. Le alternative di cui dispongo che conseguenze hanno sui miei desideri o obiettivi?

4. Scegli l'alternativa che presenta le conseguenze migliori.

1. Che tipo di situazione è questa?

2. Chi sono io?

3. In questa situazione quanto sono appropriate per me le diverse azioni?

4. Fa ciò che è più appropriato.

Le nostre decisioni tengono quasi sempre conto di entrambe queste prospettive: esse sono inestricabilmente intrecciate anche se possono avere un peso diverso a seconda del tipo di decisione e del contesto sociale.

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LE NORME SOCIALI (5)

Le norme sociali si distinguono dalle:

2) norme giuridiche

(a) l'obbedienza alla legge è razionale, su basi puramente orientate al risultato: la pena è come il “cartellino del prezzo attaccato al reato”;

(b) l'ordinamento giuridico prevede sanzioni formali ;

(c) per le persone incaricate di fare rispettare la legge, applicare le punizioni è razionale: perderebbero il posto se non lo facessero.

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LE NORME SOCIALI (6)

Le norme sociali si distinguono dalle:

3. norme professionali

regolano i rapporti tra avvocato e assistito o tra medico e paziente.

4. equilibri di convenzione

le norme previste dal codice della strada (differenti dal modo di vestire, dall’etichetta, dall’educazione).

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LE NORME SOCIALI

Le norme sociali si distinguono dalle:

5. norme private

le regole che le persone elaborano e si autoimpongono per superare la debolezza della volontà. Non sono condivise dagli altri e non ricevono appoggio da approvazione/disapprovazione.

6. abitudini o nevrosi compulsiva, comunque private.

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LE NORME SOCIALI (8)

Le norme sociali si distinguono da:

7. tradizione

ripetizione o imitazione in modo irriflesso di ciò che i propri antenati hanno fatto negli anni passati: distinto dal tradizionalismo (deliberata imitazione di qualche modello originale).

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LE NORME SOCIALI (9)osservazioni metodologiche

1. la distinzione tra razionalità e norme sociali non coincide con quella tra individualismo metodologico e approcci olistici (es., una norma rappresenta la propensione a provare vergogna e a prevedere punizioni da parte degli altri al pensiero di comportarsi in un certo modo vietato; tale atteggiamento diventa una norma sociale quando è condiviso da altre persone);

2. le norme sociali possono operare a livello inconscio (es., norme sulla distanza minima da tenere nelle conversazioni informali);

3. norme e interesse personale possono coesistere; il secondo può porre un limite all’invadenza delle prime.

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Le norme servono ad un qualche scopo?

Esistono prescrizioni sociali che sembrano non avere nessuno scopo ulteriore, utile per l'individuo o la società.

Prescrizioni superate,che non corrispondonopiù alle esigenze dellainterazione sociale

Prescrizioni frutto dieffetti non-intenzionaliselezionati socialmente

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Le norme possono essere usate

strumentalmente?Certamente le norme e i princìpi possono essere usati come mezzi di manipolazione di una relazione, impiegati cioè per giustificare (o razionalizzare a sè stessi) azioni ispirate dal puro egoismo. Purtuttavia:

1. L'affermazione di un princìpio ci vincola ad essere coerenti o a perdere di credibilità;

2. I princìpi non solo ci vincola-no verso gli altri ma anche verso noi stessi (costituiscono la nostra identità).

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LE NORME SOCIALI esempi

1. NORME CHE REGOLANO IL CONSUMORegole prescrittive (il modo adeguato di stare a tavola; snob; duchessa di Guermantes; Bourdieu) e preferenze individuali.

2. NORME CHE DEFINISCONO IL COMPORTAMENTO "CONTRO NATURA"Contro il cannibalismo (eccezione aereo delle Ande incidente 1972); vicende di O. Wilde.

3. NORME CHE REGOLANO L'USO DEL DENAROEs. “non sta bene" tagliare l'erba del prato del vicino per soldi; oppure acquistare il posto della persona davanti nella coda.

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LE NORME SOCIALI esempi

4. NORME DI RECIPROCITA'Ricambiare i favori ricevuti

5. DEONTOLOGIA MEDICAI casi più gravi curati prima di quelli più lievi, ma in contrasto con criteri razionali orientati ai risultati

6. CODICI D'ONOREDignitas romana; banchieri City; mafiosi.

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LE NORME SOCIALI esempi

7. NORME CHE REGOLANO LA PUNIZIONEAtti di vendetta.

8. NORME CHE REGOLANO IL LAVOROIl ruolo delle norme sociali sul posto di lavoro e nella contrattazione salariale; le norme informali ( es., Hawthorne; Bonazzi).

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LE NORME SOCIALI (13)esempi

9. NORME CHE REGOLANO LA COOPERAZIONEUtilitarista: "coopera se e solo se il suo contributo aumenta l'utilità media dei membri del gruppo ". E' attento ai risultati e alle circostanze."Kantiano di ogni giorno": "coopera se e solo se sarebbe meglio per tutti che ognuno lo facesse rispetto al caso in cui non cooperasse nessuno". Trascura risultati e circostanze."Imparziale": "coopera se e solo se lo fa la maggior parte degli altri". Attento alle circostanze ( i comportanmenti altrui), ma non ai risultati.

10. NORME CHE REGOLANO LA DISTRIBUZIONE"Regole di giustizia", eguaglianza ed equità. Tocqueville

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LE NORME SOCIALI (14)

REALIHanno un potere motivazionale indipendente, sono fonti dell'azione ex ante (non sono razionalizzazioni dell’interesse personale);

AUTONOMENon sono riducibili alla ottimizzazione.

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Princìpi, norme e istituzioni

I princìpiprincìpi che regolano le nostre decisioni servono a dare conti-nuità e prevedibilità ai nostri corsi di azione.

I princìpi sono l'interpretazione per-sonale delle normenorme, consuetudini o modelli di comportamento che ca-ratterizzano una società.

Le istituzioniistituzioni sono l'insieme delle norme che regolano un sotto-insieme della società e ne raffor-zano l'applicazione.

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Le istituzioni e la cooperazione sociale

Incendio in unteatro affollato

Razionalitàindividuale

Corsa versol'uscita Panico

Uscitaordinata

Paura

Trasferimentodel controllo

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Le "risorse" istituzionali

Le istituzioni intervengono rendendo una attività social-mente indesiderabile più penalizzante per coloro che potrebbero essere tentati di intraprenderla. Per fare ciò ricorrono a:

1. minaccia di sanzioni

2. promessa di incentivi

3. rafforzamento di accordi vincolanti

4. modifica del contesto negoziale

5. definizione di consuetudini di azione

Page 56: RUOLO. Il termine ruolo etimologicamente deriva dal francese rôle contrazione di rôtle e questo a sua volta dal latino ròtulus o rùtula diminutivo di.

La "ruggine" delle istituzioni

Istituzioni Individui

Vincoli alle azioni individuali per pro-durre beni collettivi

Ma le istituzioni sonoa loro volta il prodottodell'azione collettiva

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Istituzioni e modello della scelta razionale

Se l'unanimità si dà eccezionalmente, non si può pensare che possa essere il voto voto della maggioranzadella maggioranza a costituire la volontà collettiva che opera nelle istituzioni?

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Istituzioni e significato dell'azione

Le istituzioni allora non sono semplicemente il risultato dell'azione di individui i cui desideri e credenze vengono prima e non hanno nulla a che fare con le istituzioni me-desime.

Come hanno mostrato in modo drammatico gli esperimenti di Milgram (1974):

"Gli individui sono propensi ad accettare le linee di condotta indicate dall'autorità legittima. Ciò significa che l'individuo concede all'autorità di definire il significato il significato dell'azionedell'azione, nonostante sia lui stesso ad effettuarla".

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Norma sociale

Nòrma sociale Enunciato imperativo o prescrittivo che impone a un individuo o a una collettività la condotta o il comportamento più appropriati (cioè 'giusti') cui attenersi o da evitare in una determinata situazione, al fine di confermare la propria appartenenza al consesso sociale. La violazione di una n.s. è definita devianza sociale, ed è associata di solito a una sanzione la cui entità è proporzionale all'importanza attribuita alla norma dalla collettività che vi si conforma.