RUOLO DELL'INFERMIERE IN FASE POST-OPERATORIA IN CHIRURGIA ... oper tesi.pdf · Documento...
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RUOLO DELL'INFERMIERE IN FASE POST-OPERATORIA IN CHIRURGIA TORACICA Di Silvio Simeone
L'assistenza post-operatoria risulta di fondamentale importanza onde prevenire o
affrontare le eventuali complicazioni. L'assistenza và modificandosi col trascorrere
dei giorni di degenza post-operatoria (sempre che il paziente non sia inviato in
rianimazione) diminuendo lentamente d'intensità, ma senza mai trascurare o mettere a
repentaglio la vita del paziente.
E' importante monitorare la frequenza cardiaca ed il ritmo cardiaco attraverso
l'ascultazione e l'esame elettrocardiografico, perché, dopo chirurgia toracica e/o
cardiaca, possono comunemente verificarsi episodi di aritmia. Le aritmie possono
verificarsi in qualsiasi momento, ma frequentemente sono notate tra la seconda e la
sesta giornata post-operatoria. L'incidenza di tali aritmie aumenta nei pazienti oltre i
cinquanta anni d'età ed in coloro che sono sottoposti a pneumonectomia o chirurgia
esofagea.
Nell'immediato post-operatorio può essere mantenuta una linea arteriosa per
permettere frequenti monitoraggi dell'emogasanalisi, degli elettroliti sierici, dei valori
di emoglobina, dell'ematocrito e della pressione arteriosa. La pressione venosa
centrale può essere monitorata per scoprire precocemente segni di disturbi del volume
dei liquidi.
Sulla base dei dati d'accertamento, e seguendo le tappe fondamentali del processo di
nursing, le principali "diagnosi infermieristiche" post-operatorie possono includere:
• Alterazione degli scambi gassosi;
• Innefficacie liberazione delle vie aeree;
• Dolore;
• Nutrizione alterata;
• Scarsa autonomia terapeutica
E' sulla base di tali diagnosi che l'infermiere pianifica ed esegue il suo lavoro, oltre
naturalmente ad assicurare i suoi compiti oramai secolari : l'esecuzione della terapia.
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I principali obbiettivi per il paziente possono quindi includere il miglioramento dello
scambio gassoso e della respirazione, quello della liberazione delle vie respiratorie, il
sollievo dal dolore e l'educazione del paziente ad una corretta autoassistenza.
Gli interventi infermieristici possono essere riassunti nel seguente protocollo
d'assistenza, che frequentemente è applicato in un qualsiasi reparto di chirurgia
toracica.
Il giorno dell'intervento chirurgico, al rientro del paziente dalla sala operatoria,
posizioniamo il paziente seduto a 90°;si rilevano e annotano sulla cartella
infermieristica data ed ora d'arrivo del paziente in reparto. La rilevazione della
frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della frequenza respiratoria viene
effettuata ogni ora per le prime sei ore, successivamente ogni tre ore. Polso e
pressione arteriosa possono esserci utili per evidenziare eventuali aritmie che possono
condurre ad un infarto. La frequenza cardiaca ha un range di normalità che si aggira
tra i sessanta ed i cento battiti per minuto (60-100 bpm); naturalmente tale range varia
in basa al soggetto. Qui è utile un confronto con i valori di base d'entrata, cioè con i
valori che il soggetto aveva al momento del suo ricovero in ospedale. Per quanto
riguarda i valori di normalità della pressione arteriosa, questa varia:
P.A. sistolica , la cosiddetta massima, varia tra i centodieci ed i centoquaranta
millimetri di mercurio(110-140mmHg), mentre la diastolica, ovvero la minima, tra i
sessanta e novanta millimetri di mercurio(60-90mmHg).
In genere la frequenza cardiaca è sempre correlata alla pressione arteriosa, ecco
perché questi sono i due parametri fondamentali per una prima e rapida diagnosi di
shock. Il controllo della frequenza respiratoria è utile per evidenziare eventuale
dispnea. Un adulto ha circa sedici(16) atti respiratori per minuto, un bambino
qualcuno in più.
E' importante annotare, già dal rientro dalla sala operatoria, i livelli dei drenaggi
toracici, per evidenziare eventuali emorragie in cavo residuo; occorre annotare anche
il livello del sondino nasogastrico e del catetere urinario, per effettuare una corretta
valutazione del bilancio-idrioelettrolitico. Infatti vengono eseguiti anche alcuni esami
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biochimici, quali l'ematocrito, gli elettroliti ematici ed urinari, uricemia, glicemia ed
altri esami di routine. Sempre in questa fase eseguiremo un emogasanalisi ed una
radiografia toracica di controllo. L'infermiere , non dimentichiamoci, assicura una
corretta igiene al paziente per evitare l'insorgere di infezioni; inoltre assicura la
somministrazione della terapia farmacologica del caso indicata dal medico.
Il primo giorno post-operatorio, salvo la comparsa complicazioni nella giornata
precedente, il controllo dei parametri vitali viene eseguito ogni quattro ore,
includendo il controllo della diuresi, del bilancio idro-elettrolitico, e dei livelli dei
drenaggi. Se possibile è utile far sedere il paziente in poltrona. A letto posizionare
sempre il paziente a 90° sul fianco. Per ciò che concerne le posizioni sul fianco si
devono rispettare dei criteri differenti a seconda del tipo di intervento chirurgico
effettuato:
• Paziente sul fianco non operato negli interventi di lobectomia, resezione del
bronco principale. Ciò per permettere un drenaggio bronchiale ottimale ed una
migliore espansione del parenchima residuo;
• Paziente posizionato sul fianco operato solo negli interventi di pneumonectomia,
per permettere la migliore funzionalità al polmone sano; inoltre, con tale posizione, in
caso di deiscenza non si avrà l'inondazione dello stesso.
Le posizioni sul fianco devono essere di tre volte al giorno per due ore ogni volta.
In tale prima giornata, salvo diversa indicazione o necessità, è possibile togliere sia il
sondino nasogastrico che il catetere vescicale.
In seconda giornata è già possibile far deambulare il paziente.
Nella terza giornata di degenza post-operatoria possiamo far iniziare al paziente
un'alimentazione regolare e la ginnastica respiratoria; può inoltre esserci l'indicazione
alla rimozione dei drenaggi.
Se il paziente rientra in reparto dopo una permanenza in una rianimazione,
inizieremo la sua sorveglianza come se si trattasse del secondo giorno di degenza
post-operatoria, indipendentemente dal compito reale.
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E' lampante il fatto che l'assistenza infermieristica post operatoria non si basi solo
sull'osservazione locale, ma su un'osservazione generale del paziente e del contesto
che lo circonda. Il personale infermieristico deve saper apprezzare il grado di
ingombro bronchiale: sia ascoltando la respirazione del paziente, sia applicando il
fonendo-stetoscopio sul torace del malato. Inoltre l'infermiere deve saper sia
prevenire che trattare tale ingombro tracheo-bronchiale. La prevenzione può essere
effettuata grazie al drenaggio posturale ed alla fisioterapia respiratoria, anche se il
drenaggio posturale è impossibile nell'immediato post-operatorio. E' superfluo dire
che tutto il personale infermieristico deve saper effettuare l'aspirazione delle
eventuali secrezioni.
I pazienti che accusano dolori post-operatori, non respirano a fondo e corrono il
rischio di polmoniti. Per ovviare a queste complicanza, nei primi giorni di degenza
post-operatoria, verranno prescritti farmaci antalgici. E' opportuno sapere che gli
interventi toracici sono quelli che provocano dolore più acuto. Elemento
importantissimo è che tali farmaci vengano somministrati prima che si inizi la
ginnastica respiratoria.
La terapia per flebboclisi, orientata a seconda del tipo di operazione eseguita ed allo
stato del malato, è solitamente prescritta per i primi due o tre giorni con lo scopo di
reintegrare le perdite. La trasfusione di sangue viene prescritta in dipendenza della
quantità di sangue persa dal paziente durante l'operazione; generalmente tale
reinfusione è eseguita in concomitanza con l'operazione.
Generalmente la terapia farmacologica si basa su:
• Antibiotici, per prevenire o curare le infezioni;
• Glucosidi cardiotropi, per sostenere l'azione cardiaca;
• Due o tre volte al giorno vengono eseguite inalazioni con farmaci espettoranti. A
tal proposito è consigliato un vaporizzatore per umidificare l'aria della stanza di
degenza.
Fintanto che al malato vengono somministrate fleboclisi, i farmaci necessari possono
essere inoculati per via endovenosa.
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Per ciò che concerne l'alimentazione, questa dipende molto dallo stato fisico del
paziente. Sin quando i liquidi vengono somministrati per fleboclisi, si può limitare
l'alimentazione orale. Successivamente sarà necessario passare ad un'alimentazione
ricca di liquidi e calorie, controllando il ripristino dell'attività intestinale.
Oggigiorno si tenta di ridurre i costi ospedalieri, soprattutto riducendo al minimo
indispensabile i giorni di degenza dei pazienti. Ciò ha promosso la cultura
dell'assistenza infermieristica domiciliare.
Tuttavia vi sono alcune manovre che, se adeguatamente insegnate al paziente o ad i
suoi familiari, possono essere eseguite in piena autonomia. Compito del personale
infermieristico non è solo quello di trasmettere la praticità di tali manovre, ma è
anche quello di spiegarne l'utilità. Inoltre l'infermiere deve spiegare i segni ed i
sintomi che dovranno essere riferiti al medico. I principali sono:
• Cambiamenti dello stato respiratorio, dispnea, febbre o stati confusionali;
• Sanguinamento od altro drenaggio dall'incisione chirurgica
• Aumento del dolore toracico.
Inoltre è di vitale importanza insegnare il rispetto delle misure di sicurezza in caso
dell'ossigenoterapia domiciliare. L'infermiere enfatizza l'importanza di aumentare gli
esercizi di riabilitazione, ma contemporaneamente spiega al paziente alcuni limiti.
La valutazione dei risultati attesi è la fase finale del processo di nursing, e questa
deve essere effettuata sia che la terapia domiciliare sia praticata dall'infermiere sia
che la esegua il paziente stesso.