Ruolo attuale dell’ecocardiografia nella terapia di resincronizzazione cardiaca
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www.elsevier.com/locate/jcecho
Disponibile online all’indirizzo www.sciencedirect.com
graphy 21 (2011) 166–178
Journal of Cardiovascular EchoRassegna
Ruolo attuale dell’ecocardiografia nella terapia
di resincronizzazione cardiaca
Donato Mele a,*, Luigi Ascione b, Pio Caso c, Vincenzo Manuppelli d,Alfonso R. Martiniello c, Carmelo Nipote e
a UO Cardiologia, Azienda Ospedaliero-Universitaria, Ferrarab UO Cardiologia, Ospedale S. Maria di Loreto, Napoli
c UO Cardiologia, Azienda Ospedaliera Monaldi, Napolid Cardiologia Universitaria, Ospedali Riuniti, Foggia
e UO Cardiologia, Policlinico Universitario G. Martino, Messina
Ricevuto il 13 settembre 2011; accettato il 20 settembre 2011; disponibile online il 3 novembre 2011
Riassunto
Obiettivi: Gli studi PROSPECT e SMART-AV hanno messo in discussione l’utilita dell’ecocardiografia nella terapia di risincronizzazione
cardiaca (Cardiac Resynchronization Therapy, CRT). Obiettivo di questo lavoro e verificare se studi successivi hanno fornito evidenze per un
rilancio dell’ecocardiografia nei processi decisionali della CRT.
Conclusioni: Recenti studi monocentrici e multicentrici (STAR, MUSIC, TARGET) mostrano che l’ecocardiografia speckle tracking fornisce
indici di dissincronia meccanica capaci di predire la risposta alla CRT e consente di guidare il posizionamento dell’elettrodo ventricolare sinistro.
Inoltre l’ecocardiografia tridimensionale permette una valutazione accurata e riproducibile dell’inversione del rimodellamento ventricolare sinistro
indotto dalla CRT. Pertanto, l’ecocardiografia e utile prima e dopo l’impianto di un pacemaker biventricolare.
# 2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovascolare. Pubblicato da Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.
Parole chiave: Ecocardiografia; Ecocardiografia speckle tracking; Cardiac resynchronization therapy; Scompenso cardiaco; Dissincronia cardiaca.
Abstract: Current role of echocardiography for cardiac resynchronization therapy
Objectives: The PROSPECTand SMART-AV trials have questioned the usefulness of echocardiography in cardiac resynchronization therapy. The
objective of this review is to verify whether subsequent studies provided new evidence for use of echocardiography in the decision-making
processes of CRT.
Conclusions: The most recent monocentric and multicentric studies (STAR, MUSIC, TARGET) show that speckle tracking echocardiography
provides indices of mechanical dyssynchrony which can predict response to CRT and also allows optimal placement of the left ventricular lead. In
addition, three-dimensional echocardiography is accurate and reproducible for evaluation of left ventricular reverse remodeling induced by CRT.
Thus, echocardiography is useful before and after implantation of a biventricular pacemaker.
# 2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovascolare. Published by Elsevier Srl. All rights reserved.
Key words: Echocardiography; Speckle tracking echocardiography; Cardiac resynchronization therapy; Heart failure; Cardiac dyssynchrony.
1. Introduzione
Le recenti linee guida europee1 sulle indicazioni alla terapia
di risincronizzazione cardiaca (Cardiac Resynchronization
Therapy, CRT) pongono oggi questo trattamento in classe IA
per due categorie di pazienti: quelli con scompenso cardiaco
avanzato (classe NYHA III-IV) e durata del QRS > 120 ms e
* Corrispondenza.
E-mail: [email protected] (D. Mele).
2211-4122/$ – see front matter # 2011 Societa Italiana di Ecografia Cardiovasco
doi:10.1016/j.jcecho.2011.09.006
quelli con scompenso cardiaco lieve (classe NYHA II) e durata
del QRS > 150 ms. In entrambi i casi i pazienti, per essere
eleggibili alla CRT, devono essere in ritmo sinusale, avere una
frazione di eiezione ventricolare sinistra � 35% e persistenza
dei sintomi (dispnea da sforzo intenso o lieve) nonostante la
terapia medica ottimizzata. L’ecocardiografia non e diretta-
mente menzionata nelle linee guida europee come metodica
essenziale nell’ambito della CRT, ma essa puo essere utile sotto
molti aspetti, anche se i risultati di alcuni studi, come il
PROSPECT2 e lo SMART-AV3, sembrano apparentemente
ridimensionarne il ruolo.
lare. Pubblicato da Elsevier Srl. Tutti i diritti riservati.
D. Mele et al. / Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 166–178 167
Lo scopo di questa rassegna e chiarire, allo stato attuale,
l’utilita dell’ecocardiografia nella CRT, tentando una sintesi
che tenga conto sia delle esigenze della pratica clinica sia delle
indicazioni fornite dalle societa scientifiche nei documenti
di indirizzo. Al momento tali documenti sono: a livello
internazionale, le raccomandazioni dell’American Society of
Echocardiography (ASE)4 e, nel nostro Paese, le linee guida
della Societa Italiana di Ecocardiografia (SIEC)5 e il position
paper dell’Associazione Italiana di Aritmologia e Cardiosti-
molazione (AIAC) sul ruolo delle tecniche di imaging nella
CRT6. Al fine di evitare inutili sovrapposizioni con tali
documenti non saranno trattati, in questa sede, aspetti
strettamente tecnici (cioe come effettuare acquisizioni e misure
per il calcolo dei vari parametri di funzione e dissincronia
ventricolare), mentre si cerchera di chiarire in che modo
l’ecocardiografia possa essere inserita nell’intero percorso
gestionale della CRT, dalle indicazioni per l’impianto al
follow-up.
2. Valutazione delle indicazioni all’impianto
Le attuali indicazioni alla CRT per un paziente con
scompenso cardiaco in terapia medica ottimizzata prevedono,
oltre alla valutazione clinica (classe NYHA) ed elettrocardio-
grafica (durata del QRS), anche il calcolo della frazione di
eiezione1. Cio puo essere effettuato impiegando varie tecniche di
imaging, ma certamente l’ecocardiografia e la metodica piu
utilizzata a questo scopo. In genere si applicano la tecnica
bidimensionale (2D) e l’approccio basato sulla regola di
Simpson biplanare, anche se oggi in molti centri si sta
diffondendo sempre piu l’ecocardiografia tridimensionale (3D).
Le attuali linee guida europee1, a differenza delle
precedenti7, non richiedono, come criterio per l’impianto, la
presenza di dilatazione ventricolare sinistra, per cui la
valutazione del volume ventricolare non e necessaria a questo
scopo. Cio non toglie, tuttavia, che tale valutazione debba
essere effettuata nella maniera piu accurata possibile, poiche la
riduzione del volume ventricolare costituisce uno dei modi per
valutare la risposta alla CRT, come sara chiarito piu avanti.
L’ecocardiografia 3D e, al momento, la metodica ultrasonora
piu accurata per il calcolo del volume ventricolare sinistro8,
pertanto il suo uso a questo scopo va incoraggiato.
Nel contesto dell’esame ecocardiografico iniziale il riscon-
tro di un’eventuale insufficienza mitralica richiede la precisa
caratterizzazione del rigurgito. Innanzi tutto, va chiarito il
meccanismo dell’insufficienza, funzionale e/o organica, in
quanto solo un’insufficienza funzionale potra rispondere
positivamente alla CRT9,10; inoltre l’entita del rigurgito va
quantificata, anche per effettuare confronti affidabili durante il
follow-up. E evidente che un’insufficienza mitralica severa a
genesi mista o prevalentemente organica difficilmente sara
corretta dalla CRT e continuera a condizionare la prognosi
del paziente indipendentemente dalla risincronizzazione
ventricolare.
Anche per quanto riguarda la dissincronia meccanica le
attuali linee guida europee non prevedono l’uso delle tecniche
di imaging cardiaco per indicare la CRT1. Riteniamo, tuttavia,
che vi siano alcune situazioni nelle quali la dissincronia
meccanica valutata mediante ecocardiografia puo essere
utilizzata, come supporto alla dissincronia elettrica, per
indicare l’impianto di un pacemaker biventricolare:
� q
uando la durata del QRS e intermedia (120-150 ms);� q
uando la morfologia del QRS non e a blocco di brancasinistra.
In questi casi, infatti, le evidenze di efficacia della CRT, sulla
base dei risultati dei grandi trial clinici, sono minori, se non
addirittura contrastanti11,12.
Un caso particolare e quello dei pazienti con scompenso
avanzato (classe NYHA III-IV) eleggibili alla CRT secondo i
criteri delle linee guida internazionali a eccezione della durata
del QRS (< 120 ms). Come riportato in una recente survey
europea sulla CRT13, circa il 9% dei pazienti con scompenso
cardiaco viene sottoposto a questa terapia in presenza di QRS
‘‘stretto’’. In tali pazienti, gia in terapia farmacologica
massimale, l’evidenza di dissincronia meccanica nel ventricolo
sinistro, potenzialmente correggibile mediante stimolazione
biventricolare, potrebbe giustificare l’uso della CRT, in accordo
con il paziente, come ulteriore chance terapeutica per il
controllo della sintomatologia. Uno studio randomizzato in
corso, denominato Echo-CRT (http://clinicaltrials.gov/ct2/
show/NCT00683696), aiutera a capire il reale ruolo
dell’ecocardiografia nei pazienti con durata del QRS< 130 ms.
Infine, riteniamo che, allo stato attuale, la mancanza di
dissincronia meccanica non debba essere utilizzata per negare
la CRT quando vi e indicazione a questa terapia sulla base dei
criteri delle linee guida internazionali, poiche non vi sono
trial randomizzati che possano giustificare un approccio diverso
rispetto alle linee guida. Cio e sostenuto anche dalle
raccomandazioni dell’ASE4, dalle linee guida della SIEC5 e
dal position paper dell’AIAC6. Tuttavia, occorre anche
considerare che il recente studio STAR14, discusso piu in
dettaglio successivamente, ha mostrato come la mancanza di
dissincronia meccanica, in presenza delle indicazioni standard
alla CRT, sia un indicatore di cattiva prognosi dopo l’impianto
del device.
3. Quale indice di dissincronia meccanica?
Com’e noto, fino a oggi sono stati proposti numerosi indici
di dissincronia meccanica caratterizzati da un diverso
significato fisiopatologico (dissincronia atrio-ventricolare,
interventricolare, intraventricolare), da un diverso livello
tecnologico necessario per la loro valutazione (ecocardiografia
M-mode, 2D, 3D, Doppler tissutale, ecocardiografia speckle
tracking ecc.) e da una diversa riproducibilita 4,5. Tutto cio
ha portato a quella che e stata definita la ‘‘torre di Babele’’
della dissincronia15, cioe una situazione di grande difficolta
nella scelta, fra i tanti disponibili, di un indice di dissincronia
meccanica effettivamente applicabile nella pratica clinica.
Lo studio PROSPECT2 ha cercato di risolvere questo
problema confrontando 12 indici di dissincronia ottenibili con
l’ecocardiografia convenzionale e il Doppler tissutale (Doppler
Tissue Imaging, DTI) per stabilire quale fosse il migliore, ma i
risultati sono stati negativi: infatti nessun indice, fra quelli
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valutati, e risultato in grado di predire il successo della CRT
meglio dell’elettrocardiogramma (ECG). Inoltre, la fattibilita e
la riproducibilita di alcuni indici sono risultate molto limitate.
Per esempio, per quanto riguarda l’indice M-mode Septal-to-
Posterior Wall Motion Delay (SPWMD) la fattibilita e risultata
pari al 72% e la variabilita interosservatore pari al 72,1%2.
Anche gli indici basati sul DTI sono risultati deludenti: per
l’indice di Yu (noto anche come Ts-SD o Tv-SD) sono state
osservate una fattibilita del 50% e una variabilita interosserva-
tore del 33,7%, mentre per il cosiddetto ‘‘ritardo setto-laterale’’
la fattibilita e stata 67% e la variabilita interosservatore del
31,9%2.
Questi risultati hanno avuto, com’era prevedibile, un
impatto forte sulla comunita cardiologica internazionale,
determinando un netto ridimensionamento del ruolo degli
indici di dissincronia meccanica per la selezione dei pazienti da
candidare a CRT, soprattutto per quanto riguarda i parametri
basati sull’analisi delle velocita miocardiche mediante DTI.
Tuttavia occorre considerare che lo studio PROSPECT e stato
ampiamente criticato in relazione a numerosi aspetti metodo-
logici16–18. Riteniamo utile, pertanto, riassumere di seguito le
caratteristiche e i limiti principali di questo studio.
4. Limiti dello studio PROSPECT
Lo studio PROSPECT e un trial prospettico, multicentrico,
non randomizzato che ha coinvolto 53 centri in Europa,
Stati Uniti e Hong Kong ed e stato condotto su un campione di
426 pazienti sottoposti a impianto di pacemaker biventricolare
sulla base delle indicazioni standard alla CRT. La risposta e
stata valutata dopo 6 mesi di trattamento. Dei due end-point
prefissati, uno era la riduzione del volume telesistolico (VTS)
del ventricolo sinistro� 15% e l’altro il raggiungimento di uno
score clinico composito. Lo studio prevedeva la raccolta delle
immagini ecocardiografiche e color-TDI in ogni centro e la
successiva analisi in 3 diversi core-lab.
Una prima critica allo studio riguarda la selezione dei
pazienti, una parte dei quali, sulla base dei valori di frazione di
eiezione ricalcolati dai core-lab, non avrebbe dovuto essere
arruolata. In effetti, il valore medio di frazione di eiezione
riportato dai vari centri era 23,6 � 7%, mentre quello dei core-
lab era 29,3� 10%. In altri termini, il 20,2% dei pazienti aveva,
in base alle valutazioni dei core-lab, una frazione di eiezione
> 35%, non rispettava, cioe, i criteri di inclusione nello studio.
Inoltre, il 37,8% dei pazienti aveva un diametro telediastolico
del ventricolo sinistro< 65 mm, cioe solo una lieve dilatazione
ventricolare. Ovviamente, com’e stato notato17, non ci si
aspetta che ventricoli non dilatati o solo lievemente dilatati
vadano incontro a inversione del rimodellamento ventricolare,
cioe a significativa riduzione del VTS, durante CRT.
Un secondo aspetto critico si riferisce alla selezione dei
centri partecipanti allo studio. Questi erano tutti centri con
elevato volume di impianti di pacemaker e, pertanto, selezionati
sulla base della loro esperienza in CRT16. I centri, invece,
avrebbero dovuto essere selezionati anche tenendo conto
dell’esperienza ecocardiografica degli operatori (soprattutto
nell’uso del DTI e nella valutazione della dissincronia
meccanica) per assicurare l’invio di immagini acquisite
appropriatamente, oltre che in base alla disponibilita di
adeguate apparecchiature ecocardiografiche. Purtroppo questi
fattori non sono stati considerati, anzi, come sara detto piu
avanti, la tecnologia utilizzata e risultata, in una parte
consistente dei casi, inadatta alle valutazioni previste dallo
studio e il training degli operatori insufficiente.
Un terzo limite riguarda la qualita delle immagini raccolte,
sia color-TDI sia ecocardiografiche, risultata inadeguata in
un’elevata percentuale di pazienti, anche per il calcolo del VTS,
effettuato solo in 286 pazienti su 426 e gravato da un’alta
variabilita interosservatore, pari al 14,5%, cioe sostanzialmente
simile al cut-off utilizzato per definire come positiva la risposta
alla CRT (variazione � 15%). Le ragioni di tutto cio possono
essere ricondotte agli operatori e alle apparecchiature, come
prima accennato.
Per quanto concerne gli operatori, il protocollo dello studio
prevedeva solo un minimo training ecocardiografico della
durata di un giorno. E nota, invece, la necessita di una ‘‘learning
curve’’ per la valutazione della dissincronia meccanica basata sia
su conoscenze teoriche sia sulla pratica applicativa delle varie
tecniche di imaging ultrasonoro e soprattutto del color-DTI.
Inoltre, non era previsto un costante controllo di qualita delle
immagini ecocardiografiche durante il corso dello studio da parte
dei core-lab e cio ha certamente favorito, nonostante il minimo
training iniziale degli operatori, la raccolta di immagini giudicate
successivamente non utilizzabili.
Relativamente alle apparecchiature, gli ecocardiografi
utilizzati appartenevano ad aziende diverse: 37% General
Electrics, 50% Philips, 12% Siemens e 1% Aloka. Nel 40% dei
casi tali apparecchi sono stati giudicati obsoleti e incapaci di
acquisire immagini color-TDI ed ecocardiografiche di buona
qualita16. Inoltre, tutti i dati DTI relativi agli ecocardiografi
Siemens sono stati esclusi dall’analisi a causa di immagini
subottimali. Anche i software utilizzati per l’analisi off-line
delle immagini e il calcolo degli indici di dissincronia
appartenevano ad aziende diverse. Occorre considerare che,
quando lo studio PROSPECT e incominciato, lo sviluppo
tecnologico di tali software era in una fase relativamente
iniziale, soprattutto per quanto riguarda la valutazione DTI
della dissincronia, e che tutte le aziende hanno successivamente
introdotto miglioramenti per ridurre la variabilita dell’analisi.
Infine, bisogna considerare alcuni aspetti metodologici
relativi al DTI. Innanzi tutto, non risulta che il frame rate delle
immagini color-DTI sia stato standardizzato in fase di
acquisizione, e cio costituisce un limite importante trattandosi
di un fattore cruciale per l’accuratezza delle curve di velocita
estratte off-line. In secondo luogo non e descritto, ne nel
protocollo dello studio19 ne nello studio finale2, com’e stata
standardizzata l’analisi del color-DTI. Anche questo e un
fattore rilevante, considerando che i pattern DTI sono variabili e
possono essere difficili da interpretare. Per esempio, rivestono
grande importanza la grandezza e il posizionamento della
regione di interesse nel miocardio ventricolare, cosı come i
criteri utilizzati per scegliere la velocita di picco quando vi sono
piu picchi (di ampiezza uguale o diversa) oppure picchi che si
verificano prima e dopo l’apertura della valvola aortica oppure,
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ancora, velocita sistoliche molto basse durante la fase eiettiva.
Talvolta l’analisi aggiuntiva dello strain miocardico consente di
identificare il picco corretto di velocita o di spostamento, come
dimostra l’esperienza di alcuni autori20.
Indicazioni sul modo in cui effettuare acquisizioni e misure
utilizzando il DTI sono state riportate in dettaglio nelle recenti
linee guida SIEC, a cui si rimanda5. Qui va sottolineato che la
complessita del color-DTI rende necessaria un’analisi preven-
tiva della variabilita nel calcolo degli indici di dissincronia in
ogni core-lab: nello studio PROSPECT, invece, tale variabilita
non e stata validata prima dello studio, cosı che essa e stata
interpretata, dopo la pubblicazione, come un fallimento della
tecnica ecocardiografica.
Quali sono le conseguenze dei limiti sopra descritti? La
prima considerazione e che i core-lab di studi multicentrici
basati su tecnologie diagnostiche devono risiedere in centri che
abbiano preventivamente testato la loro riproducibilita nell’uso
non solo di quelle specifiche tecnologie ma anche degli
specifici parametri applicati nello studio. Puo essere interes-
sante citare, a questo proposito, una recente esperienza italiana
nell’ambito dell’ecocardiografia che si e sviluppata proprio a
causa dei limiti dello studio PROSPECT21.
La seconda considerazione e che lo studio PROSPECT,
contrariamente a quanto alcuni affermano18, non sancisce
affatto la fine dell’ecocardiografia per la valutazione della
dissincronia meccanica in funzione della CRT, ma evidenzia
piuttosto l’importanza di un diverso approccio al problema per
quanto riguarda sia la metodologia da seguire in uno studio
multicentrico sia la scelta degli indici di dissincronia da
utilizzare. In questo senso lo studio PROSPECT e stato
considerato ‘‘a study of laboratory error rather than a test of a
hypothesis’’16 e ha aperto la strada a nuovi studi nel settore.
5. Quali indici di dissincronia dopo lo studio
PROSPECT?
Dopo la pubblicazione dello studio PROSPECT la ricerca
ecocardiografica e continuata, soprattutto grazie a due diversi
approcci allo studio della dissincronia ventricolare: lo strain
imaging e l’ecocardiografia 3D. Anche se a tutt’oggi mancano
ampi studi prospettici, randomizzati e controllati basati sull’uso
di tali tecniche, riteniamo che dal complesso degli studi
osservazionali finora pubblicati, prevalentemente monocentrici
ma anche multicentrici, si possano estrarre linee di indirizzo sul
modo in cui affrontare attualmente lo studio della dissincronia
meccanica.
5.1. Strain imaging
Alcuni studi iniziali hanno valutato la deformazione
miocardica utilizzando lo strain rate imaging, una tecnica di
post-processing del color-DTI22–24. In questi studi sono stati
esaminati vari parametri di dissincronia radiale e longitudinale
del ventricolo sinistro che hanno mostrato una capacita
predittiva di tali parametri nei confronti della risposta alla
CRT22–24. In genere i parametri basati sullo strain miocardico
sono risultati piu accurati rispetto a quelli basati sulle velocita
miocardiche24–28 poiche, essenzialmente, non sono influenzati
ne dai movimenti passivi di segmenti o pareti ventricolari ne dai
movimenti traslazionali del cuore in toto. Altri autori, tuttavia,
hanno riportato risultati diversi29. In ogni caso, i parametri
ottenuti mediante strain Doppler risentono inevitabilmente dei
limiti generali del DTI e in particolare di quelli legati all’angolo
di insonicazione. Cio li rende poco adatti all’applicazione
clinica, pur mantenendo la loro validita in un setting di ricerca.
Per tale ragione questi parametri non sono entrati nella pratica
ecocardiografica per la valutazione della dissincronia cardiaca.
Allo stato attuale lo studio della deformazione miocardica
viene effettuato utilizzando l’ecocardiografia speckle tracking,
che si basa sull’analisi delle immagini ecocardiografiche in
scala di grigio. Con l’impiego di questa tecnica sono stati
proposti vari indici di dissincronia, alcuni dei quali simili a
quelli valutati mediante strain Doppler e altri del tutto nuovi30.
Un indice che merita interesse soprattutto per la sua relativa
semplicita e l’indice di dissincronia radiale medio-ventricolare
proposto inizialmente da Suffoletto et al.31 e successivamente
validato da Delgado et al.32. Questo indice viene calcolato nella
sezione asse corto del ventricolo sinistro a livello dei muscoli
papillari e definito come la differenza fra il picco di strain
radiale piu precoce e piu tardivo relativamente ai sei segmenti
standard di tale sezione (ovvero come la differenza fra il picco
dello strain del setto anteriore e della parete posteriore). Un cut-
off � 130 ms e risultato in grado di predire il successo della
CRT nei pazienti con QRS sia largo, cioe > 120-130 ms14,31,32,
sia ‘‘borderline’’, cioe compreso fra 100 e 130 ms33.
Fra i vari studi che hanno utilizzato l’indice di dissincronia
radiale medio-ventricolare va citato soprattutto lo studio STAR,
trial prospettico e multicentrico (ma non randomizzato),
condotto su 132 pazienti consecutivi seguiti per un follow-
up medio di 2,1 � 1,5 anni14. Questo trial fornisce alcune
importanti informazioni su tale indice:
� la
fattibilita e pari all’87%, dunque buona;� le
variabilita intra e interosservatore sono pari, rispettiva-mente, al 17 � 14% e al 10 � 6%, inferiori a quelle degli
indici basati sul DTI e sull’ecocardiografia M-mode valutati
nello studio PROSPECT;
� l’
indice mantiene la sua capacita predittiva anche quandoquesta e corretta per l’eziologia ischemica dello scompenso e
per la durata del QRS;
� l’
indice aumenta la sua capacita predittiva se associato allavalutazione della dissincronia radiale valutata nel piano
trasverso della sezione apicale 4 camere;
� in
fine, tale indice sembra avere migliore capacita predittivarispetto alla dissincronia circonferenziale e longitudinale.
Poiche quest’ultima osservazione e stata riportata anche in un
altro studio che ha utilizzato un diverso tipo di software e di
ecocardiografo32, l’indice di strain radiale medio-ventricolare
sembra essere indipendente dai sistemi impiegati per il calcolo
dello strain miocardico e dunque, sotto questo aspetto,
affidabile.
In definitiva, l’indice di strain radiale medio-ventricolare
possiede, a nostro avviso, le caratteristiche per poter essere
suggerito, al momento attuale, per la valutazione quantitativa
della dissincronia ventricolare sinistra nella pratica clinica, ma
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a condizione di poter ottenere un corretto taglio asse corto e
un’adeguata qualita delle immagini.
Un altro indice basato sull’ecocardiografia speckle tracking
e il cosiddetto Strain Delay Index (SDI)34, definito come la
somma delle differenze fra lo strain longitudinale massimo e
quello telesistolico a livello di 16 segmenti ventricolari. Questo
indice ha un livello di complessita superiore rispetto ai
precedenti, ma ha mostrato, in uno studio prospettico e
multicentrico recentemente pubblicato (lo studio MUSIC)35, di
predire il successo della CRT dopo 6 mesi di trattamento in
pazienti con durata del QRS superiore e inferiore a 130 ms. Il
valore di cut-off predittivo di inversione del rimodellamento
ventricolare sinistro e risultato > 25% e la variabilita
interosservatore pari al 6%.
5.2. Ecocardiografia 3D
Un altro indice ecocardiografico non valutato nello studio
PROSPECT e il cosiddetto Systolic Dyssynchrony Index (SDI),
ottenibile mediante ecocardiografia 3D36 (questo indice ha la
stessa abbreviazione dello SDI speckle tracking, con il quale
non va confuso). In uno studio retrospettivo recentemente
pubblicato37, l’indice SDI 3D e risultato sia predittivo della
risposta clinica ed ecocardiografica alla CRT con un cut-off
ottimale del 10,4% sia riproducibile in due diversi laboratori di
ecocardiografia con una variabilita del 7,6%. Anche questo
indice appare oggi di grande interesse ma necessita, a nostro
avviso, di ulteriore validazione in studi prospettici e
multicentrici.
6. Esiste ancora un ruolo per l’ecocardiografia
convenzionale?
Utilizzando l’ecocardiografia convenzionale e possibile, in
presenza di blocco di branca sinistra, riconoscere visivamente il
tipico movimento anomalo del setto (definito ‘‘septal flash’’ o
‘‘bounce’’ settale) che consiste in un’oscillazione settale rapida
sinistra-destra durante la fase iniziale della sistole38–40. Questo
fenomeno meccanico puo essere osservato o sulle immagini
bidimensionali nella sezione apicale 4 camere (setto inferiore)
o sulle tracce M-mode ottenute nella sezione parasternale asse
corto (setto anteriore). La presenza di tale fenomeno in
presenza di blocco di branca sinistra conferma la dissincronia
meccanica ma, ovviamente, non aggiunge nulla alle indicazioni
alla CRT. Al contrario, sono possibili casi in cui, nonostante la
presenza di un blocco di branca sinistra, il ‘‘bounce’’ settale non
si osserva. In questi casi, a nostro parere, appare giustificato
utilizzare un indice quantitativo di dissincronia meccanica
come supporto al dato elettrocardiografico per l’indicazione
alla CRT.
7. Dissincronia o discoordinazione?
Alcuni studi suggeriscono che la presenza di discoordina-
zione meccanica del ventricolo sinistro prima dell’impianto di
un pacemaker biventricolare sia un predittore migliore di
inversione del rimodellamento ventricolare dopo CRT rispetto
alla dissincronia meccanica41,42. Il razionale di questo
approccio si basa sul concetto che un’efficiente meccanica
cardiaca dipende dalla coordinazione della contrazione dei
segmenti del ventricolo sinistro, piuttosto che dalle differenze
regionali nel tempo di inizio o di picco della contrazione. Il
ruolo della discoordinazione meccanica del ventricolo sinistro e
stato valutato, utilizzando l’ecocardiografia speckle tracking, in
uno studio condotto su 62 pazienti candidati a CRT43: e stato
osservato che la presenza, sul piano trasverso della sezione
apicale 4 camere, di una contrazione discoordinata del setto e
della parete laterale per il 50% circa dell’intero ciclo cardiaco
e un predittore indipendente di rimodellamento ventricolare
dopo CRT43. La valutazione della discoordinazione meccanica
del ventricolo sinistro come alternativa alla dissincronia riveste
certamente interesse soprattutto per le possibilita di studio
offerte dall’ecocardiografia speckle tracking, ma e necessario
disporre, a questo riguardo, di maggiori informazioni.
8. Identificazione dei potenziali ‘‘responder’’
E noto che il 30-40% dei pazienti sottoposti a CRT sulla base
dei criteri delle linee guida non risponde a questa terapia
(la percentuale varia a seconda di come viene definita la
risposta). Tale percentuale di mancata risposta vale sia per i
pazienti in classe NYHA III-IV44 sia per quelli in classe NYHA
II45. La CRT, inoltre, non e priva di complicanze. La survey
europea sulla CRT gia citata ha stimato che le complicanze
periprocedurali (legate, cioe, all’impianto) siano circa l’11%
e quelle legate al device circa il 4%13. Infine, occorre
considerare che le risorse sanitarie oggi disponibili sono
limitate e vanno utilizzate in modo attento. Sulla base di tali
considerazioni e evidente l’importanza di identificare in modo
preciso i pazienti che, oltre ad avere l’indicazione all’impianto
di un pacemaker biventricolare, hanno anche un’elevata
probabilita di risposta. A questo scopo l’ecocardiografia puo
svolgere un ruolo rilevante, potendo fornire una serie di
informazioni utili per prevedere se la CRT sara o non sara
efficace.
I fattori che, oltre alla dissincronia ventricolare, esercitano
un ruolo significativo nel condizionare la risposta alla CRT
sono essenzialmente riconducibili al substrato miocardico della
cardiopatia. Tale substrato e valutabile, nel ventricolo sinistro,
sostanzialmente in base ai seguenti criteri: estensione del
tessuto cicatriziale transmurale (‘‘scar burden’’), soprattutto
nelle forme postinfartuali; riserva contrattile globale; caratteri-
stiche della zona di pacing.
8.1. Scar burden miocardico
Anche se il tessuto cicatriziale e valutato nel modo migliore
mediante risonanza magnetica con contrasto utilizzando la
tecnica del delayed enhancement46, questo approccio non e
proponibile per un’applicazione estensiva a tutti i pazienti
candidati alla CRT, soprattutto nella realta italiana in cui sono
ancora limitati sia i centri dotati di cardiorisonanza sia gli
accessi a tale esame. L’ecocardiografia puo valutare lo scar
burden miocardico in modo affidabile se la qualita delle
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immagini e adeguata. La valutazione si basa sulla misura dello
spessore telediastolico dei segmenti miocardici cicatriziali, che
appaiono assottigliati, iperifrangenti e acinetici o discinetici.
Questo tipo di analisi ecocardiografica e stato impiegato con
successo nella cardiopatia ischemica47–50 e recentemente anche
per predire la risposta alla CRT51,52. Trattandosi di una
valutazione a riposo, essa puo essere effettuata nell’ambito
dell’esame ecocardiografico di routine. I pazienti con immagini
ecocardiografiche di qualita insufficiente possono essere
sottoposti a ecocardiografia tridimensionale con contrasto53
oppure inviati allo studio di cardiorisonanza. Ulteriori studi,
tuttavia, sono necessari per chiarire se la presenza di un ampio
scar burden possa costituire una controindicazione alla CRT54.
Un parametro di funzione globale del ventricolo sinistro che
ha mostrato una correlazione con lo scar burden totale valutato
mediante cardiorisonanza in pazienti sottoposti a CRT e il
cosiddetto Global Longitudinal Strain (GLS), il cui calcolo
viene effettuato utilizzando l’ecocardiografia speckle tracking
2D55,56. Questo parametro ha mostrato di essere in grado di
predire il successo della CRT57–59. In particolare, un valore di
GLS < –12% e risultato associato, in modo indipendente
rispetto alla dissincronia ventricolare, a una mancata risposta
alla CRT57.
8.2. Riserva contrattile globale
Molti lavori pubblicati negli ultimi anni suggeriscono
l’importanza di questa valutazione, effettuata in condizioni di
stress, per caratterizzare il paziente con maggiori probabilita di
risposta alla CRT60–72. In effetti, la CRT non ha un effetto
inotropo diretto ma determina indirettamente, attraverso la
risincronizzazione, un aumento della forza di contrazione:
pertanto, il presupposto per il suo successo e che il miocardio
ventricolare sinistro abbia una riserva contrattile che consenta
una risposta positiva una volta attivato il processo di
risincronizzazione. La ricerca della riserva contrattile puo
essere effettuata con l’esame eco-dobutamina a basse dosi e
anche con l’esercizio66.
Tabella 1
Sito ventricolare sinistro con il maggior ritardo contrattile all’ecocardiografia spec
Autore Tipo di studio Tipo di
Suffoletto et al., 200631 Non randomizzato Radiale
van Bommel et al., 201179 Non randomizzato Radiale
Khan et al., dati presentati85 Randomizzato Radiale
Becker et al., 200776 Non randomizzato Circonfer
8.3. Caratteristiche della zona di pacing
Il primo aspetto da considerare riguarda l’identificazione del
segmento miocardico con il maggiore ritardo elettromeccanico.
Tale segmento e in genere localizzato a livello della parete
postero-laterale del ventricolo sinistro (Tab. 1) ma, in una quota
non trascurabile di pazienti, la localizzazione varia notevolmente
e pertanto va ricercata nel singolo paziente. La concordanza fra
sito con maggiore ritardo elettromeccanico e sito di pacing
determina una migliore risposta alla CRT in termini di variazione
immediata73,74, a medio75 e a lungo termine31,76,77, dei volumi e
della frazione di eiezione del ventricolo sinistro e un’inversione
del rimodellamento ventricolare dopo 6-10 mesi di tratta-
mento76,78. Il riconoscimento del segmento miocardico con il
maggiore ritardo elettromeccanico puo essere effettuato con
varie tecniche ma, analogamente a quanto suggerito per lo studio
della dissincronia, l’ecocardiografia speckle tracking e al
momento la metodica da preferire31,76,79.
Il secondo aspetto riguarda le caratteristiche strutturali e
funzionali del segmento miocardico da stimolare. Vari studi
hanno infatti documentato che la stimolazione di una cicatrice
transmurale, o comunque di un segmento con scarsa capacita
contrattile residua, condiziona negativamente la risposta
alla CRT. Il riconoscimento dei segmenti cicatriziali non vitali
puo essere effettuato mediante ecocardiografia convenzionale
(misurando lo spessore telediastolico della parete miocardica
acinetica e iperifrangente)80 o utilizzando l’ecocardiografia
speckle tracking63,81–85 (Tab. 2). Anche l’ecocardiografia
da stress con dobutamina a bassa dose puo essere impiegata a
questo scopo, accoppiata63 o meno86 all’ecocardiografia speckle
tracking.
Fra i vari studi sull’argomento merita un approfondimento il
recente studio TARGET85. Si tratta di un trial prospettico,
randomizzato e controllato, che ha coinvolto due centri e ha
valutato l’ipotesi che il posizionamento dell’elettrodo ven-
tricolare sinistro guidato dall’ecocardiografia comporti un
migliore outcome rispetto al posizionamento non guidato. La
zona ottimale di pacing nel ventricolo sinistro e stata valutata
kle tracking.
strain Sito con maggiore ritardo Tipo di valutazione
Laterale 31%
Posteriore 31%
Postero-laterale 28%
Antero-laterale 11%
Riposo
Laterale 27%
Posteriore 26%
Inferiore 20%
Altri siti 27%
Riposo
Posteriore 38%
Laterale 30%
Inferiore 13%
Altri siti 29%
Riposo
enziale Laterale 45%
Posteriore 15%
Inferiore 6%
Altri siti 34%
Riposo
Tabella 2
Valutazione di vitalita nel sito di pacing ventricolare sinistro mediante ecocardiografia speckle tracking.
Autore Tipo di studio Tipo di strain Valore di cut-off Tipo di valutazione
Ypenburg et al., 200763 Non randomizzato Radiale " 6 � 5% (responder) vs # 1 � 4%
(non responder)
Dobutamina
Khan et al., 201082 Non randomizzato Radiale 10% Riposo
Delgado et al., 201181 Non randomizzato Radiale 16,5% Riposo
Khan et al., dati presentati85 Randomizzato Radiale 10% Riposo
Becker et al., 201183 Non randomizzato Circonferenziale –11,1% Riposo
Norisada et al., 201084 Non randomizzato Longitudinale –7,8% Riposo
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mediante ecocardiografia speckle tracking in 220 pazienti da
sottoporre a CRT e definita come quella piu ritardata e con
strain radiale > 10%85. Lo studio ha evidenziato una maggiore
riduzione del VTS ventricolare sinistro, un maggior effetto
sui parametri clinici e un migliore outcome dopo 6 mesi di
terapia nel gruppo di pazienti con posizionamento guidato
dell’elettrodo85.
Vi sono numerosi aspetti da sottolineare riguardo a questo
studio. Innanzi tutto, si tratta del primo trial randomizzato e
controllato sul posizionamento dei cateteri stimolatori per il
ventricolo sinistro guidato da una tecnica di imaging e in
particolare dall’ecocardiografia speckle tracking. In secondo
luogo, lo studio dimostra che tale approccio e ampiamente
fattibile. Dei 247 pazienti inizialmente considerati, infatti,
27 (10,9%) sono stati esclusi a causa di immagini ecocardio-
grafiche inadeguate per applicare la tecnica speckle tracking,
che quindi e stata utilizzata nell’89,1% dei pazienti.
Questa percentuale e simile, peraltro, all’87% di fattibilita
dell’ecocardiografia speckle tracking riscontrata nello studio
STAR ed e ben superiore a quella della tecnica M-mode e degli
indici basati sul DTI riportata nel PROSPECT14. In terzo luogo,
il protocollo dello studio ha il merito di definire il sito ottimale
di pacing combinando due criteri, il maggiore ritardo contrattile
regionale e la presenza di conservata vitalita, che la letteratura
precedente ha valutato separatamente. Infine, va riportato che
all’analisi multivariata anche la dissincronia miocardica
preimpianto, valutata con l’indice di dissincronia radiale
medio-ventricolare, era un predittore indipendente di successo
della CRT.
Riteniamo che i risultati di questo studio siano di grande
rilevanza e confermino che l’ecocardiografia puo attualmente
svolgere un ruolo importante nella caratterizzazione dei
pazienti da sottoporre a CRT.
9. Identificazione dei potenziali ‘‘super-responder’’
Alcuni pazienti trattati con CRT recuperano uno stato
funzionale pressoche normale (classe NYHA I-II) e una
normale frazione di eiezione (� 50%). Tali pazienti sono
definiti ‘‘hyper-responders’’ o ‘‘super-responders’’87,88. Alcuni
autori hanno osservato che lo strain globale longitudinale
valutato mediante ecocardiografia speckle tracking puo
identificare tali pazienti utilizzando un cut-off � –12%88.
Si tratta, ovviamente, di osservazioni preliminari che necessi-
tano di ulteriori conferme.
10. Ottimizzazione del pacing
L’ottimizzazione del pacing riguarda sia l’intervallo AV
(ritardo di attivazione atrio-ventricolare) sia l’intervallo VV
(ritardo di attivazione dei due ventricoli) con lo scopo di
realizzare il migliore riempimento e quindi la massima gittata
sistolica del ventricolo sinistro.
10.1. Ottimizzazione dell’intervallo AV
Sono stati proposti numerosi metodi Doppler per l’ottimiz-
zazione dell’intervallo AV. In genere si utilizza il Doppler
pulsed wave (PW) transmitralico, basandosi sul concetto che le
alterazioni dell’intervallo AV determinano una variazione
diretta del tempo di riempimento ventricolare. La descrizione
dei vari metodi esula dagli scopi del presente lavoro e si
rimanda, pertanto, alla letteratura di riferimento4,89. In questa
sede riteniamo sufficiente ricordare i metodi suggeriti
dall’ASE, e cioe: il cosiddetto metodo ‘‘iterativo’’, che consiste
nel ripetere la misura del tempo di riempimento ventricolare
sulla traccia Doppler PW a intervalli AV progressivamente
decrescenti di 20 ms a partire da un intervallo AV lungo (per
esempio di 200 ms); il metodo di Ritter, che utilizza invece una
formula4,89.
L’ottimizzazione dell’intervallo AV andrebbe eseguita sia
durante il pacing atrio-ventricolare (stimolazione DDD: attivita
atriale stimolata) sia durante il pacing ventricolare guidato dal
sensing atriale (stimolazione atrio-guidata o VDD: attivita
atriale spontanea). La necessita della doppia ottimizzazione
discende dal fatto che nel singolo paziente l’intervallo AV
ottimale stabilito in modalita DDD potrebbe non coincidere con
quello ottimale in modalita VDD: infatti, la conduzione AV
spontanea (modalita VDD) puo risultare diversa, a seconda del
tempo di conduzione dello stimolo nativo negli atri, da quella
artificiale (modalita DDD).
Recentemente lo studio SMART-AV3 ha messo in discus-
sione l’utilita dell’ottimizzazione dell’intervallo AV nella CRT,
sostenendo la programmazione di un intervallo AV fisso di
120 ms. Questo studio e i suoi limiti sono stati discussi in
dettaglio in una recente revisione, a cui si rimanda90. In attesa di
ulteriori studi, riteniamo che al momento, anche nel caso di
D. Mele et al. / Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 166–178 173
utilizzazione di un intervallo AV fisso, cioe non ottimizzato, sia
utile comunque verificare mediante Doppler transmitralico la
meccanica atrio-ventricolare dopo l’impostazione di tale
intervallo: infatti, com’e noto, si hanno effetti emodinamici
sfavorevoli quando l’intervallo AV e troppo lungo o troppo
corto ed e stato osservato che l’intervallo ottimale e in media
compreso fra 97 � 27 ms e 148 � 17 ms, con ampio range nei
singoli studi della letteratura, il che sottolinea la necessita
di una programmazione individualizzata e non uguale per
tutti i pazienti89. Riteniamo, inoltre, che l’ottimizzazione
dell’intervallo AV vada sempre effettuata in caso di mancata
risposta alla CRT.
10.2. Ottimizzazione dell’intervallo VV
L’ottimizzazione dell’intervallo VV consiste nel determi-
nare sia la sequenza sia il ritardo di contrazione dei due
ventricoli. La sequenza ottimale di contrazione ventricolare
varia notevolmente da paziente a paziente: la scelta della
sequenza di attivazione, pertanto, va individualizzata. La durata
ottimale del ritardo VV puo essere stabilita utilizzando tecniche
ultrasonore di diversa complessita: in genere i metodi basati sul
Doppler convenzionale (transaortico e transmitralico) sono di
piu facile impiego e andrebbero favoriti (in particolare il
metodo transaortico), mentre quelli che impiegano gli indici di
dissincronia non sono consigliabili perche possono portare a
risultati diversi a seconda dell’indice di dissincronia scelto.
Anche se la superiorita del pacing biventricolare sequenziale
nei confronti di quello simultaneo non e ancora stata
chiaramente dimostrata in cronico, riteniamo che l’ottimizza-
zione dell’intervallo VV vada effettuata soprattutto in alcune
situazioni critiche (come, per esempio, l’evidenza di stimola-
zione di una cicatrice nel ventricolo sinistro, la riduzione
dell’insufficienza mitralica funzionale ottenuta mediante
risincronizzazione dei muscoli papillari, l’evidenza di discor-
danza tra sito stimolato e sito con maggiore ritardo contrattile).
Come nel caso dell’intervallo AV, riteniamo inoltre che
l’ottimizzazione dell’intervallo VV vada sempre effettuata in
caso di mancata risposta alla CRT.
11. Valutazione della risposta alla CRT
La risposta alla CRT puo essere valutata nella pratica clinica
utilizzando end-point clinici come la classe funzionale NYHA,
il punteggio di qualita di vita e la capacita di esercizio espressa
dal 6-minute walking test. Questo tipo di valutazione, tuttavia, e
soggettiva e puo essere inaffidabile a causa dell’effetto placebo
indotto dalla CRT. Non va dimenticato, infatti, che il 40% circa
dei pazienti randomizzati a placebo in vari studi riferisce una
riduzione dei sintomi91,92.
L’ecocardiografia puo certamente aiutare nella valutazione
degli effetti della CRT impiegando parametri oggettivi.
Una prima possibilita e valutare il miglioramento della
frazione di eiezione. Nella maggior parte degli studi che hanno
applicato questo parametro, tuttavia, i cambiamenti di frazione
di eiezione sono risultati modesti, in genere nell’ordine di un
miglioramento medio del 4-5%.
Un altro modo per valutare la risposta alla CRT e lo studio
del rimodellamento ventricolare attraverso il calcolo del VTS
del ventricolo sinistro: una diminuzione del 10-15% del VTS,
infatti, sembra essere rappresentativa di un efficace effetto
biologico della CRT e predittivo di outcome a lungo termine93.
Va tenuto presente che la soglia del 10-15% di riduzione del
VTS ventricolare sinistro e arbitraria, scelta per non cadere nei
limiti di errore dell’ecocardiografia 2D. A questo proposito va
ricordato che lo studio PROSPECT ha riportato una variabilita
interosservatore nella stima del VTS del 14,5%2. L’uso
dell’ecocardiografia 3D per il calcolo dei volumi ventricolari
potrebbe consentire di utilizzare una soglia piu bassa (5-10% di
variazione), ma al momento non vi sono studi che abbiano usato
questo approccio.
Alcuni clinici non ritengono necessario dimostrare una
riduzione del VTS ventricolare sinistro per definire la risposta
alla CRT, ma considerano gia sufficiente, per dimostrare il
successo di tale terapia, la mancata progressione del
rimodellamento ventricolare, vedendo in cio un arresto del
processo biologico che sostiene la dilatazione e disfunzione
del ventricolo sinistro. Anche in questo caso, pero, appare
necessario disporre di tecniche che siano in grado di valutare il
volume ventricolare in modo molto preciso e riproducibile, cosı
da garantire che l’assenza di variazioni volumetriche signifi-
cative sia reale.
Occorre precisare che, se si utilizza l’inversione del
rimodellamento ventricolare per definire la risposta alla
CRT, e necessario adottare alcune cautele. Va considerato,
innanzi tutto, che non vi sono evidenze sufficienti per sostenere
che l’inversione del rimodellamento determini necessariamente
un aumento della sopravvivenza a lungo termine. Infatti,
anche se l’inversione del rimodellamento e un mediatore
importante di miglioramento della sopravvivenza nello
scompenso cardiaco e sembra essere associata con la risposta
alla CRT93,94, una riduzione del 9,5% del VTS ventricolare
sinistro ha una sensibilita e specificita solo del 70% nel predire
la mortalita; inoltre, com’e noto, e possibile un beneficio sulla
sopravvivenza dovuto alla rivascolarizzazione miocardica
anche in assenza di inversione del rimodellamento95.
Infine, alcuni ricercatori hanno proposto di utilizzare la
dissincronia meccanica del ventricolo sinistro per definire la
risposta alla CRT. Tuttavia, anche se i cambiamenti di
dissincronia sono stati proposti come conditio sine qua non
della risposta alla CRT96, l’effetto di tale terapia potrebbe
verificarsi attraverso altri meccanismi97–99. Inoltre, la riduzione
della dissincronia ventricolare, al contrario dell’inversione del
rimodellamento, e un effetto legato direttamente al pacing piu
che alla risposta biologica innescata dalla CRT.
12. Conclusioni e prospettive future
Negli ultimi anni il ruolo dell’ecocardiografia nei processi
decisionali della CRT e stato affrontato in numerosi studi clinici
con risultati talvolta contrastanti. Per esempio, considerando,
i cinque trial multicentrici piu rilevanti finora pubblicati
(alcuni randomizzati, altri no), emerge un ruolo negativo
dell’ecocardiografia nel PROSPECT e nello SMART-AV e un
D. Mele et al. / Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 166–178174
ruolo chiaramente positivo nello STAR, nel TARGET e nel
MUSIC. In effetti, se e vero che lo studio PROSPECT ha
ridimensionato il ruolo della dissincronia meccanica valutata
mediante ecocardiografia convenzionale e DTI nel predire il
successo della CRT, e altrettanto vero che gli studi STAR,
TARGET e MUSIC hanno mostrato come l’ecocardiografia
speckle tracking non solo sia efficace nella quantificazione
della dissincronia meccanica in ambito clinico, ma fornisca
indici dotati di capacita predittiva della risposta alla CRT e
consenta anche di guidare il posizionamento dell’elettrodo
ventricolare sinistro. Pertanto riteniamo che, sulla base del
complesso degli studi scientifici attualmente disponibili, il
problema non sia se l’ecocardiografia possa essere utile nella
CRT, bensı come e quando applicarla, cioe quale tecnica
ultrasonora scegliere, con quale finalita e per la valutazione di
quale parametro prima e dopo l’impianto del risincronizzatore.
Il problema puo essere risolto, secondo noi, sulla scorta delle
seguenti considerazioni riassuntive.
� I
l paziente candidato a CRT sulla base dei criteri classicidelle linee guida internazionali deve innanzi tutto essere
sottoposto a un esame ecocardiografico completo. La
valutazione del volume e della frazione di eiezione del
ventricolo sinistro e essenziale e andrebbe effettuata
utilizzando l’ecocardiografia 3D, se disponibile; in mancanza
di tale tecnica il metodo da usare e quello di Simpson
biplanare, mentre l’uso dell’approccio monoplanare
andrebbe scoraggiato. L’esame dovrebbe anche prevedere
lo studio della funzione diastolica, del ventricolo destro, la
stima della pressione sistolica arteriosa polmonare, se
possibile, e la valutazione di un’eventuale insufficienza
mitralica. Quest’ultima andrebbe inquadrata dal punto di
vista fisiopatologico (come funzionale e/o organica), per
stabilire la possibilita di risposta alla CRT, e adeguatamente
quantificata. Inoltre, soprattutto nelle forme ischemiche
andrebbe tentata, se la qualita delle immagini lo consente,
una valutazione dello scar burden totale con la misura degli
spessori parietali dei segmenti infartuati acinetici e iperi-
frangenti oppure una valutazione del GLS mediante
ecocardiografia speckle tracking. Infine, soprattutto nei casi
dubbi, in quelli con scar burden totale o GLS borderline e
anche in quelli con funzione sistolica ventricolare sinistra
particolarmente depressa, andrebbe considerata la possibilita
di valutare la riserva contrattile globale del ventricolo sinistro
mediante eco-stress con dobutamina a bassa dose. Questo test
consente anche di valutare il comportamento di un’eventuale
insufficienza mitralica coesistente. Il complesso di tali
informazioni e in grado di caratterizzare in modo adeguato,
a nostro avviso, il paziente candidato a CRT dal punto di vista
della funzione ventricolare sinistra e del sottostante substrato
miocardico.
� L
e informazioni ottenute con l’ecocardiografia devono essereintegrate con i dati elettrocardiografici, e cioe con la
morfologia e la durata del QRS. Riteniamo che, in caso di
QRS di durata intermedia (120-150 ms) e/o di morfologia
diversa dal blocco di branca sinistra, la presenza di
dissincronia meccanica costituisca un fattore in grado di
rinforzare l’indicazione alla CRT. Se il septal flash e ben
evidente, non c’e necessariamente bisogno di quantificare
ulteriormente la dissincronia ventricolare; invece, in assenza
di septal flash (situazione peraltro probabile proprio in
assenza di blocco di branca sinistra o in presenza di QRS
‘‘intermedio’’), lo studio della dissincronia richiede un
approccio diverso. In questo caso l’indice di dissincronia
radiale medio-ventricolare, ottenibile mediante ecocardio-
grafia speckle tracking, sembra, al momento, un approccio
suggeribile sulla base della relativa semplicita dell’indice,
della sua fattibilita e dei dati di predittivita della risposta
pubblicati a suo favore.
� N
ei pazienti con indicazione stabilita va identificato il sitoottimale di stimolazione nel ventricolo sinistro, definibile
come la zona con il maggiore ritardo meccanico che presenta
preservata vitalita. Anche in questo caso l’ecocardiografia
speckle tracking sembra essere la tecnica con il maggior
numero di dati a favore, in particolare per quanto riguarda
l’uso dello strain radiale. Questa valutazione andrebbe anche
accompagnata, a nostro avviso, dallo studio del sistema
venoso coronarico per verificare la raggiungibilita per via
transvenosa della sede ottimale di pacing. A questo scopo
l’esame di riferimento e la coronaro-TC. In effetti, studi
recenti mostrano che lo studio TC delle vene coronariche
eseguito prima dell’impianto non solo e in grado di guidare la
scelta della modalita di impianto del pacemaker biventrico-
lare (convenzionale o epicardica)100, ma consente anche una
riduzione del tempo complessivo di impianto nonche una
riduzione nell’uso del contrasto e della fluoroscopia101.
Riteniamo che queste considerazioni siano molto rilevanti
soprattutto per quei clinici che non accettano di prescrivere la
coronaro-TC per evitare l’eccessiva esposizione a radiazioni
ionizzanti a pazienti destinati a riceverne una dose
significativa durante la procedura di impianto.
� D
opo l’impianto va effettuata la programmazione degliintervalli AV e VV. Riteniamo che l’ecocardiografia costitui-
sca un’opportunita da sfruttare per ottimizzare, dopo
l’impianto o comunque in predimissione, la stimolazione
atrio-biventricolare mediante l’uso del Doppler pulsato
convenzionale. Nel caso in cui si scelga, invece, di utilizzare
un intervallo AV fisso, riteniamo comunque opportuno che
venga verificata, subito dopo la programmazione, la
meccanica AV attraverso il Doppler pulsato transmitralico.
L’ottimizzazione dell’intervallo AV e VV e indispensabile in
caso di mancata risposta alla CRT.
Infine, per quanto riguarda le prospettive future, riteniamo
che esse siano in relazione soprattutto allo sviluppo
dell’ecocardiografia 3D real-time, applicata in particolare alla
tecnica speckle tracking102,103. In effetti, gia oggi l’ecocardio-
grafia 3D consente di quantificare in modo accurato parametri
come il volume, la frazione di eiezione, la funzione regionale,
la vitalita e la dissincronia del ventricolo sinistro e di ottenere
tutte queste informazioni in relazione allo stesso battito
cardiaco; in futuro, tuttavia, cio potra essere possibile anche
con una maggiore risoluzione temporale e spaziale. L’uso del
contrasto, inoltre, potrebbe consentire l’applicazione della
tecnica anche a pazienti giudicati poco adatti a causa di una
qualita subottimale delle immagini.
D. Mele et al. / Journal of Cardiovascular Echography 21 (2011) 166–178 175
L’approccio offerto dall’ecocardiografia 3D real-time e di
tipo ‘‘one stop-shop’’, un approccio che ha i presupposti, a
nostro avviso, per facilitare e semplificare la valutazione del
paziente con scompenso cardiaco e quindi per consolidare il
ruolo dell’ecocardiografia nell’ambito della CRT. Tale approc-
cio, ovviamente, necessita di validazione in studi specifici, ma
crediamo che cio costituisca una nuova opportunita per un
rilancio in generale della metodica ecocardiografica nei
processi decisionali della cardiologia clinica.
Conflitto di interesse
Gli autori dichiarano di non aver nessun conflitto di interessi.
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