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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLO

Cenni storici

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOLO STRUTTURALISMO:

cosa e come sono i processi mentali

Psicologia = scienza Wundt fonda il primo laboratorio di psicologia sperimentale a Lipsia nel 1879.

Per capire come si formano le percezioni complesse (che ci danno la rappresentazione del mondo esterno) si devono analizzare le sensazioni elementari causate dall’esperienza immediata.

Metodo introspezione: guardare dentro alla propria mente, la raccolta dei dati avviene attraverso il resoconto verbale delle sensazioni dei soggetti (addestrati al compito).

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Titchener definisce questo approccio strutturalismo

studio della struttura della mente

Limiti di strutturalismo e introspezione:

i. Non tutti i soggetti sono in grado di riferire verbalmente le proprie sensazioni;

ii. Mancanza di considerazione dell’attività inconscia;

iii. L’esperienza della sensazione elementare stimolata da stimolazione sensoriale è assolutamente soggettiva.

LO STRUTTURALISMO:

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOIL COMPORTAMENTISMO

psicologia stimolo-risposta (Watson 1913)

Oggetto di studio della psicologia è il comportamento manifesto e non la mente (scatola nera).

Input

Output

Scatolanera

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOIL COGNITIVISMO

Oggetto di studio: Processi cognitivi implicati

nell’elaborazione delle informazioni. Tutto quello che sappiamo della realtà è

stato mediato non solo dagli organi di senso, ma da sistemi complessi che interpretano continuamente l’informazione fornita dai sensi [Neisser, 1967].

Questi sistemi complessi non possono essere “visti” dallo sperimentatore, possono essere solo “inferiti”.

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOCOMPORTAMENTISMO COGNITIVISMO

Input

Output

Scatolanera

Input

Forma delle lettere

Suono delle lettere

Significato della parola

LUMACA

/lumaka/

Output

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOLA CRONOMETRIA MENTALE

Input

LUMACA

/lumaka/

Output

Quanto più numerosi e/o complessi gli stadi,

tanto più aumenta il tempo di elaborazione dello

stimolo:

TR = Tempo di Reazione

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Teorie ingenue: Fondate sull'esperienza personale

Teorie scientifiche: Fondate su controlli sperimentali

PSICOLOGIA INGENUAE

PSICOLOGIA SCIENTIFICA

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Un bambino corre in una stanza perlustrando ogni angolo e nascondiglio.

Spiegazione basata sul senso comune cioè basata sulla personale esperienza dell’osservatore:

TEORIA

Un comportamento di questo tipo (esplorazione) si associa ad una data situazione (perdita di un oggetto) e ad un particolare stato mentale (irritazione, ansia o depressione).

ESEMPIO DI TEORIA PSICOLOGICA INGENUA

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• Confermata, ad esempio, se subito dopo avere scoperto il suo giocattolo preferito, il bambino si rilassa e smette di cercare.

• Respinta, ad esempio, se entra un amico e vi rendete conto che stavano facendo un gioco.

L’USO DELLA TEORIA INGENUA

La teoria ingenua viene usata per spiegare il comportamento del bambino. Osservando il comportamento del bambino la teoria ingenua può essere:

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La differenza tra una teoria ingenua e una teoria scientifica sta nel metodo di controllo delle spiegazioni.

Per le teorie scientifiche il metodo di controllo elettivo è il

metodo sperimentale

PSICOLOGIA INGENUAE

PSICOLOGIA SCIENTIFICA

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLODallo scetticismo alla verità scientifica

Il famoso caso del cavallo Hans, del proprietario von Osten e dello psicologo Pfungst (1911).

Controllando una serie di fattori si dimostra la fallacia delle conclusioni basate su osservazioni condotte acriticamente!

Pfungst dimostrò che la teoria era FALSA fornendo una spiegazione ALTERNATIVA

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOIL METODO SPERIMENTALE

Permette di comprendere i fenomeni naturali legandoli alle cause che li hanno determinati.

Fasi:1. Individuazione e descrizione del problema

2. Formulazione di una ipotesi

3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d.

4.Raccolta dei dati e elaborazione dei risultati: conferma o falsificazione dell’ipotesi.

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOIL METODO SPERIMENTALE

2.Formulazione di una ipotesi.Hp1: diminuzione di ore di sonno decadimento proporzionale MBTHp2: diminuzione di ore di sonno decadimento standard

3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d.

4.Raccolta dei dati e elaborazione dei risultati: conferma o falsificazione dell’ipotesi.

1.Individuazione e descrizione del problema.Carenza di sonno causa diminuzione capacità MBT

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOIL METODO SPERIMENTALE

Aspetto centrale del lavoro sperimentale è la

2. Formulazione di una ipotesi

in cui si prevede una possibile relazione di causa-effetto tra due variabili-eventi

variabile indipendente (manipolata)variabile dipendente (misurata)

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TIPI DI VARIABILI

Variabile dello stimolo o

soggettiva

Variabilecomportamentale

VARIABILIINDIPENDENTI

VARIABILIDIPENDENTI

- tipo di apprendimento numero di parole ricordate- frequenza della parola tempo di lettura- difficoltà del percorso tempo per uscire dal labirinto- età numero parole conosciute- tipologia di occupazione punteggio al test dell’ansia

IL METODO SPERIMENTALE

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MANIPOLABILI NON MANIPOLABILI

tipo di apprendimento frequenza della parola difficoltà del percorso età tipologia di occupazione

variabili soggettive!

IL METODO SPERIMENTALE

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOIL METODO SPERIMENTALE

1.Individuazione e descrizione del problema.Carenza di sonno causa una diminuzione capacità MBT

2.Formulazione di una ipotesi.Hp1: diminuzione di ore di sonno decadimento

proporzionale MBTHp2: diminuzione di ore di sonno decadimento

standard

3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d.

Traduzione delle ipotesi in condizioni sperimentali. Manipolate le ore di sonno.Gruppo privato di 4 ore e gruppo privato di 7 oreEffetti test memoria breve termine

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4.Raccolta dei dati e elaborazione dei risultati: Conferma o Falsificazione dell’ipotesi.Le differenze sono statisticamente significative o sono dovute al caso?

1. Individuazione e descrizione del problema.2.Formulazione di una ipotesi.3. Esecuzione dell’esperimento: osservazione e misurazione degli effetti della manipolazione della v.i. sulla v.d.

Traduzione delle ipotesi in condizioni sperimentali.Manipolate le ore di sonno.Gruppo privato di 4 ore e gruppo privato di 7 oreEffetti test memoria breve termine

IL METODO SPERIMENTALE

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOSIGNIFICATIVITÀ E INFERENZA STATISTICA

I risultati possono essere dovuti al caso.

I metodi di inferenza statistica hanno lo scopo di misurare questo possibile errore.

L’inferenza statistica calcola la probabilità di ottenere gli stessi risultati attesi anche quando la nostra ipotesi di ricerca è errata.

Più basso è questo valore, più alte sono le probabilità che l’ipotesi di ricerca sia corretta.

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I risultati di una ricerca sono definiti statisticamente significativi quando la probabilità di sbagliare (cioè ritenere che i dati ottenuti sono l’effetto della manipolazione della v.i quando in realtà sono dovuti al caso)

è minore o uguale a 5%

Risultato con un livello di significatività del 5% significa che con una probabilità del 95% quella variazione osservata è stata causata dalla manipolazione della v.i.

LA SIGNIFICATIVITÀ STATISTICA

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Parametri su cui si basa il test di significatività:

1. L’ampiezza dell’effetto ottenuto;2. Il numero dei soggetti studiati;3. La distribuzione dei risultati, cioè il livello di

variabilità

I risultati di un esperimento possono contenere variabilità:

- tra gruppi- nei gruppi

IL TEST DI SIGNIFICATIVITÀ STATISTICA

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Caso 2 gruppo A: 360, 320, 400, 280, 200, 150, 450, 240; media 300gruppo B: 420, 220, 400, 240, 520, 120, 100, 540; media 320

Caso 1 gruppo A: 300, 302, 298, 307, 293, 300, 301, 299; media 300gruppo B: 320, 322, 318, 320, 320, 316, 324, 320; media 320

Se il gruppo “A” ha un media di 300 e il gruppo “B” di 320, la differenza di 20 può o meno risultare significativa a seconda della variabilità dei valori all’interno dei due gruppi.

BASSA VARIABILITÀ dei dati

ALTA VARIABILITÀ dei dati:

IL LIVELLO DI VARIABILITÀParametro di riferimento per i test di significatività statistica.

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Esempio:I maschi differiscono dalle femmine nella capacità di risolvere problemi matematici?

Si può rispondere attraverso il seguente esperimentoDue gruppi di soggetti sperimentali (50 M e 50 F)

accuratezza delle risposte (percentuale problemi risolti)

sesso (maschio o femmina)Variabile indipendente:

Variabile dipendente:

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10 problemi

01. Problema 102. Problema 203. Problema 304. Problema 405. Problema 506. Problema 607. Problema 708. Problema 809. Problema 910. Problema 10

10 problemi

01. Problema 102. Problema 203. Problema 304. Problema 405. Problema 506. Problema 607. Problema 708. Problema 809. Problema 910. Problema 10

50 studentesse [F] 50 studenti [M]

Diamo 60 minuti per riconsegnare il compito...

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10 problemi 10 problemi

01. Problema 01 OK02. Problema 02 OK03. Problema 03 OK04. Problema 04 NO05. Problema 05 OK06. Problema 06 OK07. Problema 07 NO08. Problema 08 NO09. Problema 09 NO10. Problema 10 OK

es. 1 F es. 1 M

Correggiamoli quindi tutti...

01. Problema 01 OK02. Problema 02 NO03. Problema 03 NO04. Problema 04 OK05. Problema 05 OK06. Problema 06 OK07. Problema 07 OK08. Problema 08 NO09. Problema 09 NO10. Problema 10 OK

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10 problemi 10 problemi

01. Problema 01 NO02. Problema 02 NO 03. Problema 03 NO04. Problema 04 NO05. Problema 05 NO06. Problema 06 NO07. Problema 07 NO08. Problema 08 NO09. Problema 09 NO10. Problema 10 OK

es. 2 F es. 2 M

Correggiamoli quindi tutti...

01. Problema 01 OK02. Problema 02 NO03. Problema 03 NO04. Problema 04 OK05. Problema 05 NO06. Problema 06 OK07. Problema 07 OK08. Problema 08 NO09. Problema 09 NO10. Problema 10 NO

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Fsomma dei punteggi

XF = -----------------------;n° dei punteggi (50)

XF = 5.0

Msomma dei punteggi

XM = -----------------------;n° dei punteggi (50)

XM = 5.4

C’e’ una lieve differenza tra XF e XM...

Al termine...

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Come essere certi che la differenza di punteggio tra i due gruppi indichi una differenza reale nelle capacità matematiche?

Per rispondere bisogna tenere conto del fatto che la variazione nei punteggi può discendere da due fonti

Variabilità tra i gruppi, indotta dalla variabile indipendente

Variabilità entro ciascun gruppo, dovuta alle differenze individuali

L’analisi statistica calcola il rapporto tra le due fonti di variabilità: rapporto critico.

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Un altro modo per rappresentare i punteggi F e M...

indiv

idui

1 2 3 4 5 6 7 8 9

n° risposte corrette

indiv

idui

1 2 3 4 5 6 7 8 9

n° risposte corrette

Grafici della distribuzione della frequenza dei punteggi

F M

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Un altro modo per rappresentare i punteggi F e M...

Grafici della distribuzione della frequenza dei punteggi

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indiv

idu

i

n° risposte corrette

Picco curva =media

Ampiezza curva = variabilità punteggi

entro il gruppo

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Variabilità media

Variabilità alta

Variabilità bassa

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indiv

idui

n° risposte corrette

Picco curva =media

Variabilità intergruppo

Ampiezza curva = variabilità punteggi

entro il gruppo

Variabilità intragruppo

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differenze tra le condizioni sperimentali (Variabilità tra i gruppi)

Rapporto critico =_______________________________ variazione casuale tra i punteggi

(Variabilità interna ai gruppi)

Quanto più è alto è il rapporto critico tanto più è probabile che ci sia una differenza tra i gruppi sperimentali causata dalla variabile indipendente manipolata dallo sperimentatore.

Si usa la statistica per controllare se il rapporto critico è significativo.

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Come negli studi sperimentali viene considerata la relazione tra due o più variabili.Diversamente dagli studi sperimentali le variabili studiate non vengono manipolate sistematicamente

Esempio: C’è una relazione tra autostima e successo negli studi universitari?Si può rispondere a questa domanda misurando l’autostima di un gruppo di studenti e confrontandola con la media dei voti negli esami

GLI STUDI CORRELAZIONALI

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Il coefficiente di correlazionecoefficiente di correlazione:• misura l’intensità della correlazione, cioè la forza

di coesione tra due variabili (tanto più si avvicina al valore massimo 1)

• indica la direzione della correlazione espressa in valori che possono oscillare da +1 a –1

Coefficiente di correlazione: +1: correlazione positiva massima tra 2 variabili -1: correlazione negativa massima. 0: variabili non correlate.

LA MISURA DELLA CORRELAZIONE

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Rumiati, Lotto, Introduzione alla psicologia della comunicazione, il Mulino, 2007Capitolo I. TITOLOSTUDI DI CORRELAZIONE

• Due variabili sono in rapporto di correlazione quando al variare di una varia anche l’altra.

• Non è possibile stabilire un rapporto causale tra le due variabili

Metodo sperimentale: la variazione della v.d. ècausata dalla manipolazione della v.i.

Studio correlazionale:Lo sperimentatore non manipola la v.i.

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– Se all’aumentare dell’autostima aumenta anche la media dei voti la correlazione è positiva

– Se all’aumentare dell’autostima la media dei voti diminuisce la correlazione è negativa

Limiti degli studi correlazionali Non danno alcuna indicazione sull’esistenza di una

relazione causale tra due variabili

Vantaggi degli studi correlazionali Possono essere utili per la comprensione di un

fenomeno perché se la correlazione è certa, la presenza di una ci permette di predire la presenza dell’altra.

STUDI DI CORRELAZIONE

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• Un santone cura 18 malati: 12 sono guariti e 6 no. Il santone sa che la sua cura non funziona sempre ma il fatto che ci riesca due volte su tre lo incoraggia

• Il pubblico, nel giudicare l’efficacia, si basa su:– Rapporto tra guariti e non guariti– I primi sono molti di più dei secondi e quindi è

facile convincersi che la cura è la causa della guarigione

le guarigioni vengono “spiegate” dalla somministrazione della cura

ESEMPIO DI ESPERIMENTO

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Procedere correttamenteCosa succede a coloro che non si sottopongono alla cura del

santone?

Cura del santone

Sì No

Guariti Sì A:12 B:6

No C:6 D:3

La cura è irrilevante. La percentuale di guariti è sempre di due terzi

(6 su 9 equivale a 12 su 18, cioè due terzi)

Il senso comune non si preoccupa di questi valori