Ruffolo-Sylos Labini-Il_Film_Della_Crisi

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Instant book sulle politiche economiche post-crisi di orientamento at large keynesiano.

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Giorgio Ruffolo Stefano Sylos Labini Il lm della crisiLa mutazione del capitalismo

Indice

Il film della crisip. 39

IntroduzioneI.

La controffensiva capitalisticaLe tre mosse della controffensiva L'esplosione dell'indebitamenco privato

91314

1720

La mutazione generica dd sistema bancario La grande sbornia Il Titanic della crisi

2627

u.

La finanziarizzazioneLa leggenda dell 'autoregolazione dei mercati La finanziarizzazione nel ciclo di crescita La fine del ciclo di crescita neoliberista La finanziarizzazione nel ciclo di crisi

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4'49

m. La dittatura dei mercatiIl alvaragg.io delle banche e delle istituzioni finanziarie La punizione degli rari, dei lavoratori e delle imprese industriali La Germania punto di forza e di debolezza dell'Unione europea L'Unione europea promuove un proce so di uicidio L'a alto del mondo capitali tico anglo a sone all'Europa Il ristagno della domanda e la ripre a della finanziarizzazioneIV.

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Una strategia alternativa Il nuovo ruolo della Banca centrale europeaI tedeschi smemorati: le obbligazioni Mefo di chachr I Bot e la moneta complementare

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VI

Indice La coesistenza tra Stato e mercato: l'economia mista Il capitalismo di Stato di Hobsbawm

p. 88 93

Il film della crisi

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v.

I rapporti tra capitalismo e ambienteI cambiamenti climatici negli ultimi 400 ooo anni La riconversione ecologica dell'economia La domanda pubblica nel processo di riconversione ecologica Le difficolt di un processo di riconversione dell'economia Andare oltre il Pii

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Conclusioni

Introduzione

Questo libro non una storia della crisi che stiamo attraversando poich difficile valutarne oggi, nel pieno del suo corso, la portata e l'esito. Tuttavia, possibile spiegarne le cause e le origini ed evidenziare i problemi che la crisi ha suscitato, con la convinzione che dopo di essa le cose non torneranno piu come prima. Non neppure propriamente un libro di economia, nel senso che aspira a costituire un contributo critico a quella che un giorno potr essere la nuova etica del capitalismo contemporaneo. Un contributo che quindi intende riportare al centro della riflessione gli ideali politici e morali per costruire una societ con maggiore eguaglianza. Lo abbiamo scritto per diverse ragioni. Innanzitutto, un omaggio al benessere e alla giustizia sociale e porta con s la speranza di sollecitare nuovamente quelle tendenze democratiche che sono state alla base dell'Et dell'Oro, il piu lungo periodo di crescita e di emancipazione sociale della storia contemporanea. In quella fase, che dur circa trent'anni, dalla fine della Seconda guerra mondiale all'inizio degli anni Settanta, il sistema capitalistico riusd a realizzare una cooperazione costruttiva con la democrazia e con le ragioni e gli ideali dei lavoratori. L'Et dell'Oro rappresenta un periodo particolare nella storia dell'Occidente, in quanto le due grandi forze progressive costituite dal capitalismo e dalla democra-

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Introduzione

I ntroduzione

zia avevano trovato dei punti di convergenza su obiettivi condivisi. Intendiamoci, non che tutto ci avvenisse senza conflitti, che furono talvolta molto aspri; per in quel periodo le due grandi forze in campo riuscirono a misurarsi in modo positivo. E la sintesi che ne scaturi port con s prosperit, maggiore eguaglianza e benessere sociale. Si afferm cosi un capitalismo manageriale contrassegnato non solo dall'obiettivo del profitto, ma anche dall'attenzione verso le relazioni sociali, l'innovazione, gli aspetti culturali. Tutto ci rese la competizione capitalistica piu efficace e fece esprimere le passioni umane piu costruttive. La democrazia e il capitalismo rappresentano le due grandi forze che agiscono nell'et moderna per assicurare all'Occidente una netta superiorit su tutte le altre economie del mondo. La democrazia d la possibilit di una selezione e di un ricambio tra le classi dirigenti favorendo la partecipazione e la solidariet sociale. Il capitalismo attraverso la mobilitazione dei fattori di produzione permette di conseguire una crescita formidabile della produttivit. Non detto tuttavia che le due forze cooperino sempre tra di loro, anzi, spesso entrano in contrapposizione perch le classi dirigenti capitalistiche cercano di appropriarsi del plusvalore per aumentare la propria ricchezza a scapito della societ in generale. Questo rapporto dialettico determina periodi di compatibilit e periodi di fortissimo conflitto tra capitalisti e lavoratori e tra capitalismo e democrazia, come accaduto nella prima parte del secolo xx, quando l'Europa stata teatro di due guerre mondiali che hanno provocato cento milioni di morti. Cercheremo di ripercorrere le fasi storiche del Film della crisi che sono intimamente legate alla trasformazione del sistema capitalistico. L'affermazione Il capitalismo ha i secoli contati coniata da uno di noi due (Giorgio Ruffolo, Einaudi 2008)

significa che certamente il capitalismo non eterno. Ma altrettanto indubbio che non un grande viale alberato. Quella del capitalismo infatti una storia folgorante, disseminata di crisi, alcune delle quali violente tanto da precipitarlo verso il collasso. Per tracciare non una storia, ma una sintesi degli eventi dobbiamo risalire, in questo racconto, almeno fino a quel fatale 1929 in cui esplose una depressione dell'economia che fu superata solo dalla Seconda guerra mondiale. Fu una grande Et dei Torbidi, che gener miseria e devastazione. Poi dalla fine del conflitto, che rappresenta l'epilogo del periodo piu turbolento della storia recente, l'Europa cess di esercitare la propria egemonia cedendo la leadership agli Stati Uniti d'America. Da quel momento sembr che la politica fosse capace di una svolta storica, nel senso della ricostruzione di un ordine mondiale volta a ristabilire una condizione duratura di pace e di sicurezza. Sotto la guida degli Stati Uniti si realizz quel grande compromesso tra capitalismo e democrazia che assicur crescita e benessere nei successivi trent'anni. Due furono gli ambiti in cui si realizz il compromesso: quello propriamente internazionale riguardante l' atlante delle relazioni politiche tra gli Stati e quello propriamente sociale delle relazioni tra le classi. Il primo fu caratterizzato dal tentativo di stabilire un ordine nel segno dell'egemonia americana (la proposta alternativa avanzata daJohn M. Keynes basata su un'equiparazione dei diritti e dei doveri dei Paesi creditori e dei Paesi debitori fu respinta}. La moneta centrale del sistema divenne il dollaro, legato a sua volta all'oro da una parit fissa. L'egemonia americana venne esercitata con indubbio senso di responsabilit attraverso l'esperienza del piano Marshall e con la progressiva apertura degli scambi commerciali che sostennero e alimentarono la crescita delle economie europee.

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Introduzione

Introduzione

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Erano questi i due pilastri di quello che potremmo definire il grande compromesso socialdemocratico europeo e liberaldemocratico americano che dura circa tre nt'anni, dalla fine della guerra alla prima met degli anni Settanta. Questo compromesso segn quella che un grande storico non certamente sospettabile di simpatie capitalistiche, Eric Hobsbawm, ha definito l' Et dell'Oro: un periodo durante il quale si coniugarono una forte crescita economica e un aumento dell'eguaglianza sociale. In questa fase il tasso di disoccupazione si stabilizz sui livelli piu bassi mai raggiunti nella storia del capitalismo contemporaneo, i salari reali registrarono incrementi continui e la classe media si estese sempre di piu. La fase felice non fu priva di alterazioni, incidenti e aspri conflitti. Non si trattava di quelli che avrebbero potuto essere rappresentati dalla grande alternativa politica al capitalismo: il regime comunista sovietico. Sin dalla fine della guerra apparve, infatti, manifesta l'inferiorit economica di quest' ultimo sia in termini di efficacia sia di gradimento sociale, sebbene anche nell'Unione Sovietica venissero raggiunti risultati di rilievo in termini di infrastrutture, espansione della produzione industriale e innovazione tecnologica (i sovietici furono i primi a mandare l'uomo nello spazio). La contrapposizione tra il blocco capitalistico e quello comunista ebbe effetti sostanzialmente positivi, poich contribui a stabilizzare il sistema delle relazioni internazionali assicurando una relativa solidariet all'interno di ciascuno schieramento e stimolando una competizione di natura virtuosa (questo aspetto fu particolarmente rilevante nell'ambito delle relazioni sociali e dei processi d 'innovazione tecnologica nei Paesi capitalistici). Furono piuttosto i problemi dei Paesi sottosviluppati, rimasti molto indietro rispetto all'avanzata capitalistica occidentale, a turbare l'ordine economico internazio-

nale attraverso un'improvvisa fiammata costituita dalla crisi petrolifera, che innesc una fase di contemporanea inflazione dei prezzi al consumo e deflazione della domanda (la stagflazione). Gli shock petroliferi determinarono un'enorme redistribuzione della ricchezza tra i Paesi ricchi dell'Occidente e i Paesi del Medioriente, che possedevano le riserve di petrolio da cui dipendeva il funzionamento dell'economia mondiale. Cosi i Paesi del petrolio ebbero a disposizione enormi masse di capitali, i petrodollari, che reinvestirono in larga misura nei mercati finanziari internazionali. Fu questo un fenomeno che anticip l'esplosione della finanziarizzazione degli anni Ottanta. Il terzo elemento di disturbo fu costituito dal cambiamento dei rapporti economici tra Europa e Stati Uniti che aliment un conflitto, pacifico ma rilevante, tra i Paesi europei, che erano stati preservati dalla rovina grazie a una generosa e lungimirante politica di aiuti americani, e gli stessi Stati Uniti. All'inizio degli anni Settanta i Paesi del vecchio continente sono ormai diventati rivali degli Stati Uniti, determinando un fattore di intensa frizione competitiva. In questo quadro, gli interessi imperialistici americani diventano piu aggressivi e cominciano a far valere la propria superiorit economica e politica attraverso una sempre piu invadente presenza del dollaro. Viene sfruttata la forza del dollaro imponendo ai Paesi europei condizioni di competizione svantaggiose. Il contrasto diventa molto aspro quando alcuni Paesi europei, come la Francia di De Gaulle, chiedono agli Stati Uniti di svalutare la loro moneta rispetto all'oro. A quel punto gli americani aboliscono la convertibilit del dollaro in oro. Fu questa la prima delle tre mosse della controffensiva capitalistica che pose fine al periodo dell'egemonia responsabile, rappresentata simbolicamente dall'espressione burro e cannoni, e che die-

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Introduzione

de inizio all'epoca del dominio americano fondato sui rapporti di forza. Un dominio che sar contrassegnato dal progressivo ridimensionamento del capitalismo industriale e dall'ascesa prodigiosa del nuovo sistema di capitalismo finanziario. Nella critica alla nuova fase che ha segnato l'evoluzione dei rapporti fra capitalismo e democrazia consiste un'altra ragione che ci ha portati a scrivere questo libro: l'intenzione di smascherare quella che non una teoria ma un'ideologia, che ispira e giustifica tutto quello che oggi sta accadendo. Un'ideologia che considera l'intervento pubblico nell'economia come una sciagura e che si fonda sulla leggenda dell'autoregolazione dei mercati. L'autoregolazione un'invenzione. Agli effetti compensativi nel mercato dei beni reali si affiancano gli effetti cumulativi dei mercati finanziari internazionali che possono esasperare gli eventi trasformando una situazione di difficolt in una profonda depressione. Ma vediamo come si realizz la controffensiva capitalistica che permise agli Stati Uniti di riaffermare la propria egemonia su scala planetaria, di portare a termine con successo la Guerra fredda contro il comunismo sovietico e di modificare alla radice i rapporti fra capitalismo e democrazia influenzando lo sviluppo dell'economia mondiale fino ai nostri giorni.

Capitolo primo La controffensiva capitalistica

Il declino dell'economia americana, che aveva iniziato a manifestarsi in tutta la sua evidenza dall'inizio dei gli anni Settanta, scatena la reazione degli Stati quali mettono all'opera le tre mosse fondamentali della controffensiva capitalistica. Queste mosse interrompono l'Et dell'Oro e aprono la strada all'espansione del capitalismo finanziario, che perdura fino ai n?stri ni e ci sta portando verso una nuova Et de1 Torb1di. r. Le tre mosse della controffensiva. Nel 1971 il presidente americano Richard Nixon, per reagire alle richieste di svalutazione del dollaro rispetto all'oro si decise a una mossa drammatica. Come Napo' leone a Monza, il dollaro si mise in testa la sua corona e si sganci da ogni parit fissa con l'oro, che venne gato cosi tra i fantasmi della storia. mo.ssa il dollaro divenne una moneta puramente f1duc1ar1a, s1 pass a un regime di cambi flessibili e l'Et dell'Oro subf la prima importante battuta d'arresto. La seconda mossa fondamentale fu attuata dagli Stati Uniti alla fine degli anni Settanta con lo scopo di riprendere in mano la leadership dell'economia mondiale e di sferrare l'attacco finale al comunismo sovietico. Questa mossa fu rappresentata dalla decisione del ministro del Tesoro americano Paul Volcker di reagire

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Capitolo primo

La controffensiva capitalistica

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all'inflazione causata dall'aumento dei prezzi petroliferi con un forte rialzo dei tassi d'interesse, che inevitabilmente trascin con s i tassi d'interesse mondiali determinando una tendenza dei capitali a orientarsi verso la sponda americana. La terza mossa quella decisiva e riguarda la liberazione del movimento dei capitali. Come sappiamo, a Bretton Woods si era stabilito un sistema che prevedeva una forte limitazione dei trasferimenti di capitale da un Paese all'altro. Questo sistema lasciava ai governi nazionali un ampio spazio di autonomia nella gestione della politica economica e gli Stati potevano perseguire i loro obiettivi senza essere contraddetti dai movimenti di capitale. Lo strappo effettuato dai due leader conservatori, Ronald Reagan negli Stati Uniti e Margaret Thatcher in Inghilterra, determina un completo rovesciamento dei rapporti di forza sia tra capitale e lavoro, sia tra capitalismo e democrazia, poich crea una condizione di fortissimo vantaggio per le grandi imprese private nei confronti degli Stati nazionali. Da quel momento la capacit d'intervento dello Stato nell'economia va incontro a un drastico ridimensionamento, mentre i lavoratori cominciano a subire i ricatti delle delocalizzazioni produttive. La liberazione dei capitali rappresenta dunque la mossa decisiva che influenza l'evoluzione dell'economia mondiale e inaugura un nuovo tipo di capitalismo che chiameremo capitalismo finanziario>>. A dir la verit, anche nell'opinione degli economisti classici la libert dei movimenti di capitale non era stata sempre vista di buon occhio. Un grande pensatore come David Ricardo aveva ammonito sui pericoli inerenti alle loro libere scorribande. I capitali, aveva sostanzialmente osservato, non sono valigie trasportabili indifferentemente da un punto all'altro del mondo: sono elementi essenziali del contesto sociale il cui spostamento non pu non determinare conseguenze rilevanti

nella sorte della stessa coesione sociale. Per questi motivi sradicare e trasferire i capitali in qualsiasi parte del mondo senza il consenso della comunit non pu essere considerato un comportamento virtuoso. Ma ci sono anche altre ripercussioni molto importanti, poich si crea un mercato finanziario integrato che consente al capitale di tutto il mondo di entrare in collegamento e di dar luogo all' Internazionale dei capitalisti, un'lite globale che concentra in s un potere immenso. L'appello di Karl Marx, Proletari di tutto il mondo unitevi, si realizza, ma al contrario. I mercati finanziari diventano un'istituzione strutturata e iniziano a esprimersi come i governi. ben noto, infatti, che a Wall Street si tengono riunioni periodiche dei capi delle grandi banche e delle societ finanziarie che stabiliscono i tassi d'interesse e, attraverso le proprie scelte d 'investimento o di disinvestimento, possono sfiduciare i governi che attuino politiche economiche non gradite e sono quindi in grado di condizionare il destino di intere popolazioni. Il mutamento del rapporto di forza tra il capitale e gli altri fattori di produzione da una parte e tra il capitalismo e il governo democratico dall'altra rappresentano i due fattori fondamentali alla radice del processo di finanziarizzazione. Ma c' anche un altro motivo, l'enorme concorrenza che si stabilisce dopo la liberazione dei movimenti di capitale tra i capitalismi nazionali e il mercato finanziario internazionale. Questa concorrenza acuisce e aumenta il peso del profitto nell'ambito della struttura economica. Il profitto aveva subito una certa riduzione nella sua importanza relativa nell'economia, mentre aumentavano gli altri fattori economici e sociali che qualificano la vita dell'azienda: l'incremento della produzione e del prodotto, i miglioramenti tecnologici, gli stessi aspetti sociali e politici dell'impresa. Nel capitalismo manageriale aveva assunto un'importanza

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Capitolo primo

La comroffensiva capitalistica

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crescente il peso dei fattori sociali, politici, anche culturali. Con la liberazione del movimento dei capitali e l' inondazione che segui, il profitto di breve periodo riconquista un'importanza centrale nell'economia dell'impresa e tutte le attivit finanziarie legate all'aumento della profittabilit segnano una ripresa continua e molto rilevante. Nell'impresa i fattori legati al profitto riprendono una posizione dominante e con essi la distribuzione di dividendi agli azionisti e la ricerca costante dell'incremento delle quotazioni azionarie, indice supremo di efficienza e di forza. I finanzieri conquistano cosf un ruolo centrale nella gestione delle grandi unit produttive imponendo la loro visione del mondo, rapdal guadagno immediato da ottenere con ogru mezzo. Viene cosi spazzata via la politica dei redditi e si apre la strada a una divaricazione sempre piu marcata fra salari e profitti: nella nuova fase la tendenza all'eguaglianza implicita nell'Et dell'Oro diventa un ricordo. Il cambiamento dei rapporti di forza tra capitale e lavoro ebbe, infatti, due conseguenze fondamentali: i salari non crebbero piu in modo proporzionale alla produttivit e le politiche fiscali furono contrassegnate da riduzioni continue delle imposte a vantaggio dei ricchi e delle imprese. In tal modo si determin una tendenza verso una formidabile divaricazione dei redditi da lavoro e dei redditi da capitale: tra salari e profitti. Nei quindici Paesi piu ricchi dell'Ocse tra il 1976 e il 2oo6la quota salari, cio l'incidenza sul Pii dei redditi da lavoro (che comprendono anche il reddito da lavoro autonomo) si abbassata di dieci punti, passando dal 68 al 58% del Pil. Negli Stati Uniti all'inizio degli anni Ottanta il reddito del ro% piu ricco della popolazione era pari a circa un terzo del Pil, mostrando una notevole stabilit nel corso degli ultimi quarant'anni. Dopo il 1980 questa quota ha raggiunto il 50%: un deci-

mo della popolazione percepisce la met del reddito nazionale 1 L'insieme di questi fenomeni interrompe l'evoluzione del capitalismo verso la democrazia e apre una fase nettamente regressiva che ci riporta ai tempi della Rivoluzione industriale, quando i rapporti sociali erano basati sulla sopraffazione e sulla prevaricazione.

2.

L'esplosione dell'indebitamento privato.

Questa formidabile redistribuzione del reddito, soprattutto in America, avrebbe comportato certamente serie conseguenze negative sul livello della domanda a causa del ristagno dei salari reali, se non fosse intervenuta una contromossa decisiva: un aumento forte e generalizzato dell'indebitamente privato. Tale aumento divent parte di una grande strategia finanziaria promossa dalle banche e da nuovi aggressivi intermediari finanziari, favorita e sostenuta da una politica monetaria americana largamente permissiva. L 'indebitamente un'anticipazione delle ricchezze fut ure: si prenotano ricchezze virtuali spese tuttavia nel presente. Un fenomeno analogo ma piu ampio quello che si realizza nella vera e propria finanziarizzazione, e cio nel raddoppio delle ricchezze presenti. Ricchezze concrete costituite da beni, servizi e case vengono rappresentate da titoli, che finiscono per distaccarsi da quelle assumendo il valore di veri e prppri beni: non solo indici di beni, ma beni essi stessi. E come se la ricchezza si ripiegasse su di s generando un rispecchiamento, un fenomeno di duplicazione. Questo fenomeno sotteso alla finanziarizzazione si realizza tramite l'emissione di titoli, di azioni e obbligazioni, di una specie di moneta1

L. Gallino, Fumuapttalumo. La etnltJ

rUr.JJro m crisi, Einaudi, Torino 2011 .

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Capitolo primo

La controffensiva capitalistica

di credito: il credito che la societ fa a se stessa. evidente la mistificazione implicita in questa rappresentazione: i titoli non sono beni, ma diventano tali e arricchiscono chi li detiene. Alimentano quindi una corrente di ricchezza fittizia che caratterizza sempre piu l'economia capitalistica. Si vennero, cosi, a determinare le condizioni di una vera e propria sbornia. Un'inflazione finanziaria causata da un forte aumento dell'esposizione creditizia da parte delle banche e da una netta deregolazione delle norme riguardanti le garanzie di copertura dei debiti da parte della clientela. L'insieme di queste tendenze si spiegava politicamente con il desiderio delle classi dirigenti americane di mantenere una solida base di consenso popolare attraverso la continua espansione dei consumi privati. Sul piano delle relazioni economiche internazionali tutto ci veniva consentito dalla disponibilit di grandi creditori, rappresentati dai Paesi ad alto tasso di sviluppo come la Cina, ad aprire l'accesso ai loro crediti da parte americana. Si creavano le condizioni di quella sistematica distorsione dei flussi di risparmio che tanta parte delle cause scatenanti l'attuale crisi. Fu cosi che il sistema inizi a incamminarsi lungo una strada dalla quale era arduo prevedere il ritorno.3. La mutazione genetica del sistema bancario.

Negli anni Ottanta gli Stati e le Banche centrali perdono la posizione monopolistica nella creazione di moneta che viene, come alle origini, riconsegnata al mercato. La moneta pubblica cede il passo alla moneta privata, ossia alla moneta endogena dalle banche private e dagli intermediari finanziari. E pur vero che le Banche centrali continuano a influenzare le variazioni del

credito e della massa monetaria attraverso le decisioni sul tasso di sconto, ma in realt i tassi ufficiali seguono il ciclo economico, poich tendono a diminuire durante le fasi di rallentamento e a risalire nei periodi di espansione. D'altra parte anche l'offerta di prestiti e la creazione di moneta bancaria sono strettamente dipendenti dal ciclo economico, in quanto durante una fase di crescita aumentano le opportunit d'investimento e c' fiducia nella capacit di ripagare i debiti. Per gli intermediari finanziari e le banche, grazie alla deregolazione, iniziano a emettere quantit sempre maggiori di titoli, che circolano sul mercato sostituendo la moneta ufficiale negli scambi e negli investimenti. La creazione di moneta endogena dunque un fenomeno strettamente connesso all'espansione dell'indebitamente privato e si regge sulle aspettative di crescita del valore delle attivit finanziarie e degli immobili. Quest'interazione virtuosa funzioner, seppure con qualche interruzione, nell'intero ciclo di crescita del r983-2007 e sar discussa nel capitolo successivo. Negli Stati Uniti l'abolizione del Glass-Steagall Act, una legge del periodo rooseveltiano che vietava alle banche commerciali di operare allo stesso modo delle banche d'investimento, apre la strada a un grande mescolamento tra le funzioni prettamente bancarie (erogazione di prestiti alle famiglie e alle imprese) e quelle finanziarie e assicurative, tra le attivit di breve periodo tipicamente speculative e quelle di medio-lungo termine volte al finanziamento dell'economia reale. La restaurazione del potere bancario si estende al resto del mondo: ci che era un semplice servizio pubblico, il credito ordinario, diventa un'attivit finanziaria, che utilizza il risparmio della collettivit come riserva per moltiplicare gli impieghi fino a 20-30 volte rispetto ai mezzi propri e per emettere titoli di qualsiasi natura. In particolare prende piede il fenomeno della cartolariz-

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Capitolo primo

La controffensiva capitalistica

zazione, che permette di trasformare i crediti concessi alle famiglie e alle imprese in titoli commerciabili che circolano e vengono scambiati sul mercato assumendo la funzione di strumenti di pagamento. Cosi le banche iniziano a incamminarsi lungo un sentiero ad alto rischio di natura speculativa e diventano uno tra i motori del processo d'indebitamente e di finanziarizzazione, distaccandosi sempre di piu da quelle attivit tradizionali che hanno il compito di far confluire il risparmio privato verso l'economia reale. Negli Stati Uniti gli attivi costituiti da prestiti industriali e commerciali delle maggiori diciotto banche scendono dal 20,6 al 10,9% del totale degli impieghi nel periodo compreso tra il 1992 e il2oo8. Nel contempo, il reddito da attivit fuori bilancio sale dal 7% del 1980 al 44% del 2007. Sotto questo aspetto bisogna riconoscere che le banche italiane sono tra le piu virtuose, in quanto gli impieghi verso la clientela continuano a rappresentare il 5o-6o% del totale. In sintesi, la visione liberistica spazza via le regole che separavano la banca commerciale da quella d'affari, consentendo la creazione di conglomerati infettati da un permanente conflitto d'interesse alloro interno: la scelta di erogare prestiti a medio-lungo termine per sostenere l'economia reale si scontra con la possibilit di effettuare investimenti speculativi di brevissimo periodo. In questo quadro gli interventi di deregolazione non rappresentarono una pura e semplice eliminazione di regole, bensi la sostituzione di quelle esistenti con nuove regole, che permisero di legalizzare ci che prima era illegale2

4 La grande sbornia.

Come abbiamo detto, la tendenza progressiva al peggioramento delle condizioni dei lavoratori, se da un lato favoriva la competitivit delle imprese e l'espansione dei profitti, dall'altro lato minacciava di ordinato e continuo aumento della domanda pregiUdicando lo svolgimento corrente dell'economia. E cosi fu provvidenziale il colpo di genio del capitalismo contemporaneo che fu messo all'opera favorendo l'espansione dell'indebitamente privato: i redditi da lavoro furono accresciuti con i crediti bancari (credito al consumo e mutui immobiliari)). Il consenso sociale fu cosi assicurato nonostante il ristagno dei salari reali, che rimasero praticamente fermi nel lungo ciclo di neoli?erista (198.3-2007). Era iniziata l'Et del Deb1to, anz1 per meglio dire l'Et del Capitalismo Finanziario. Paolo Sylos Labini fu uno dei primi ad la situazione di rischio che si stava creando negli Statl un pubUniti per effetto di queste_ politiche. blicato su presso, L\'11 (maggio 2012l, n. 19, pp. 9094

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Capitolo quarto

tra Nord e Sud. Dopo il 1992 il sistema delle partecipazioni statali stato smantellato sia per i gravi fenomeni di corruzione che si erano diffusi all'interno delle imprese e delle banche pubbliche per l'ingerenza dei partiti, sia per il dissesto del bilancio statale che ha dato un forte impulso al processo di privatizzazione, sia per una pressione fortissima delle imprese private italiane e di quelle estere, che si sono impossessate del patrimonio pubblico a prezzi stracciati. A conti fatti- entrate nelle casse dello Stato e benefici in termini di sviluppo industriale - possiamo affermare che le privatizzazioni non abbiano esercitato un ruolo trainante nello sviluppo dell'economia italiana. Anche questo pu essere uno dei motivi alla base del debole tasso di crescita nel periodo 1992-2012, pari all'1,5% annuo rispetto al4,5% del quarantennio 1951-91. Insomma, siamo all'avanguardia e non ce ne siamo neanche accorti! E ora di tornare agli splendori di quel miracolo economico che ci permise di diventare uno dei grandi Paesi industrializzati del pianeta.

Capitolo quinto I rapporti fra capitalismo e ambiente

Accanto ali' esigenza di riportare la finanza al servizio dell'economia e l'economia sotto la programmazione della politica, la possibilit di promuovere una crescita di lungo periodo a livello globale strettamente vincolata alla disponibilit di acqua potabile, energia, suolo coltivabile. Inoltre, la crescita potr essere sostenibile soltanto se riusciremo a ridurre l'impatto dell'attivit umana sull'atmosfera. Si tratta di un fenomeno che, in Paesi emergenti come la Cina, sta determinando un continuo inquinamento dell'aria, specialmente nelle aree industriali e nelle zone urbane, mettendo a rischio la salute della popolazione. L'inquinamento atmosferico su vasta scala potrebbe avere invece conseguenze molto pesanti sugli equilibri climatici del pianeta nel prossimo futuro. In generale, vi un certo consenso sul fatto che l'uomo stia provocando alterazioni degli equilibri climatici, per esistono previsioni diverse sull'evoluzione del clima. Tali scenari dipenderanno anche dalle politiche che verranno messe in atto nei prossimi anni a livello globale.I cambiamenti climatici negli ultimi 400 ooo anni.

1.

Per avere un'idea di ci che potrebbe verificarsi in tempi non lontani, utile ripercorrere i grandi cambiamenti climatici che si sono verificati nel periodo piu recente della storia della Terra (ultimi 400ooo anni). Questa evoluzione si basa sulle variazioni della temperatura

Capitolo quinto

I rapporti fra capitalismo e ambiente

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e dell'anidride carbonica ottenute dalle analisi sulla calotta glaciale della stazione russa di Vostok in Antartide. I picchi caldi (periodi interglaciali) e i picchi freddi (periodi glaciali) si sono alternati con una certa regolarit - circa centomila anni - e le variazioni della temperatura e della concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera sono state simili: gli innalzamenti sono stati rapidissimi, mentre le diminuzioni sono state piu lente e discontinue. Ci accaduto anche per il livello del mare: alle brusche risalite si sono succeduti lenti abbassamenti. Durante i massimi glaciali la temperatura media terrestre era di 6-8 gradi inferiore all'attuale, ma nelle zone polari si giunse fino a IO-I4 gradi in meno. Com' noto, le oscillazioni climatiche di lungo periodo sono in massima parte riconducibili ai movimenti della Terra intorno al Sole e alle conseguenti variazioni dell'energia solare in arrivo. Nel penultimo periodo caldo databile a circa I25ooo anni fa (l'ultimo periodo quello che stiamo vivendo oggi), la temperatura media del pianeta aveva raggiunto un valore di un paio di gradi piu alto rispetto a quello attuale; nel mar Mediterraneo si era ampiamente diffusa una fauna marina di provenienza senegalese e il livello del mare era addirittura sette metri piu alto di quello attuale. Per la quantit di anidride carbonica nell'atmosfera che si registrava I 25 ooo anni fa era nettamente piu bassa di quanto lo sia oggi (nei periodi caldi precedenti a quello attuale la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera non aveva mai superato le 280 parti per milione, oggi arrivata a 390 ppm). Dopo il picco caldo di I 25 ooo anni iniziata una lunga e lenta fase di raffreddamento che ha raggiunto il culmine circa 20 ooo anni fa, momento in cui il livello del mare si venuto a trovare circa I 20 metri al di sotto del livello attuale e la glaciazione ha conosciuto la sua massima estensione.

Poi, nel periodo compreso tra 20 ooo e I4 ooo anni fa, si verificato un riscaldamento rapidissimo, a cui seguito un crollo della temperatura che ha toccato un minimo circa I 2 700 anni fa. Si tratta dello Younger Dryas, un episodio freddo che considerato un cambiamento climatico improvviso per la rapidit e l'intensit con cui ebbe luogo (la durata di circa I200 anni). La violenta caduta di temperatura fu determinata proprio dal rapido processo di riscaldamento che aveva innescato lo scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia. In tal modo grandi quantit di acqua fredda e dolce si riversarono nell'oceano, riducendone la salinit e bloccando la risalita verso nord della corrente calda del Golfo. L'effetto fu una glaciazione di tutta la fascia costiera dell'Europa occidentale. Dopo questo evento freddo la temperatura ha ripreso a salire e intorno a diecimila anni fa si assestata sui valori attuali, consentendo alla specie umana di sfruttare l'ambiente con l'agricoltura e l'allevamento. Si entra cosi nell'Olocene e inizia a svilupparsi la civilt moderna, che costruisce una nuova economia in sostituzione dell'economia di caccia e raccolta tipica del nomadismo. Dunque, la stabilizzazione del clima che si verifica circa diecimila anni fa cambia la natura dell'uomo, il quale da nomade diventa sedentario: la prima citt vera e propria, Gerico, nacque in Palestina nel IX millennio a.C. con cinta muraria, strade interne e case di mattoni. interessante notare che anche nel penultimo picco caldo di I 2 5 ooo anni fa la temperatura si stabilizz sui valori massimi per circa diecimila anni. Poi, per effetto dei movimenti della Terra intorno al Sole, inizi un lungo periodo di raffreddamento. Se questo fenomeno dovesse ripetersi, il periodo caldo attuale potrebbe terminare in tempi non lontani e il clima della Terra potrebbe evolversi verso una nuova fase di raffreddamento.

Capitolo quinto

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Negli ultimi diecimila anni si sono verificate delle oscillazioni minori: alcuni picchi caldi, come l'Optimum Romano e il picco medioevale, si sono alternati con fasi fredde, la piu importante delle quali conosciuta come compresa tra il 1450 e il 1850. la Durante 1 penodi caldi le temperature raggiunsero valori piu elevati rispetto a quelli attuali: nel 218 a.C., alterdell.'Optimu_m Romano, Annibale valicava le Alpi con 1 sum elefanti ed entrava in Italia attraverso il colle del_Clapier, dove oggi si trova l'omonimo ghiacciaio; alla fme del 1 millennio i Vichinghi coltivavano il grano in Groenlandia (in danese Gron!and significa Terra verde). Ma dal 1850 la temperatura media del pianeta e la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera hanno ripreso ad aumentare sempre piu rapidamente. Questo fenomeno associato con la Rivoluzione industriale cio con il passaggio da un'economia prettamente cola e artigianale a un'economia fondata sulla produzione industriale intensiva. Il nuovo modello produttivo che diede inizio all'epoca del capitalismo industriale sospinto in primo luogo dallo sviluppo della a vapore e dal crescente utilizzo del carbone in sostituzione del legno e dell'energia idraulica. L'aumento della temperatura e dell'anidride carbonica ha poi subito una fortissima accelerazione dal 1980 quando la popolazione, l'economia mondiale e i consumi di energia hanno intrapreso un sentiero di crescita sempre piu rapido e sostenuto. Un andamento analogo ha caratterizzato anche il livello del mare, che risalito in modo continuo dal 1900. Quello che colpisce la velocit con cui oggi si stanno manifestando l'aumento della temperatura e della concentrazione di anidride carbonica e lo stesso innalzamento del livello del mare. Nel periodo compreso tra il 1900 e il2005la temperatura media della Terra aumentata di circa un grado, mentre nell'ultimo decennio il livello di anidride carbonica nell'aria

cresciuto di 2 ppm all'anno ed in costante accelerazione. Per il livello del mare si passati da un tasso medio di pari a 1,8 mm/anno nel periodo 1900-93 a un tasso di 3,1 mm/anno nella fase successiva. Queste osservazioni hanno portato gli scienziati del Comitato intergovernativo sul mutamento climatico (Ipcc) a ritenere che l'accelerazione del cambiamento climatico verso un maggiore riscaldamento sia in stretta relazione con le crescenti emissioni di anidride carbonica. Tali emissioni vengono prodotte in larga misura dall'uso dei combustibili fossili (il petrolio, il gas e il carbone soddisfano circa l'Bo% dei consumi mondiali di energia) e risentono degli estesi processi di deforestazione che hanno luogo in vaste aree del pianeta. Ci significa che l'attivit umana diventata una nuova variabile che sta interagendo con le variabili naturali e concorre cosi a determinare il clima della Terra. A sua volta, l'innalzamento della temperatura sta provocando lo scioglimento del permafrost 1 in vaste aree della Russia e del Canada e quindi il rilascio nell'atmosfera di grandi quantit di anidride carbonica e di metano precedentemente intrappolate nel ghiaccio. Cosi i fenomeni naturali e quelli di origine antropica generano effetti che si rinforzano a vicenda. D 'altra parte, il riscaldamento terrestre sta determinando un rapido scioglimento dei ghiacciai della Groenlandia, del mare Artico e dell'Antartide. Al riguardo, gli scienziati hanno gi raccolto le prime prove di un rallentamento della risalita verso nord della corrente calda del Golfo, a causa dell' afflusso di grandi quantit d'acqua1 Il permafro>t terreno dove il perennemente ghiacciato: conven z1onalmente con questo termine si indica un terreno ghiacciato da almeno due an ni ..Il presente primariamente nelle regioni artiche, in prossimit dei poli, e m alta montag(la (nelle Alpi a partire da quote di circa 26oo metri in funzione dell'esposizione}. E valutato che le superfici con permafrost riguardino un qui n ro delle terre emer>e. Il permafro>t pu la profondit di metri nel nord della Siberia e di alcune centinaia di metri in Alaska e Canada.

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dolce e fredda proveniente dalla fusione dei ghiacciai nell'emisfero settentrionale. La corrente del Golfo fa sf che oggi Norvegia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Francia occidentale abbiano un clima ben piu mite rispetto a quello del Canada e della Groenlandia, due aree che si trovano alla stessa latitudine. L'interruzione della corrente del Golfo potrebbe determinare un forte calo della temperatura in tutta l'Europa centrosettentrionale, cosf come accadde 12 700 anni fa (il picco freddo dello Younger Dryas). Nel contempo, i processi di combustione che generano i gas serra producono anche una particolare tipologia di polveri sottili, le nuvole marroni, che si accumulano a .3000 metri d'altezza e che possono spostarsi rapidamente, riuscendo ad attraversare l'oceano Atlantico in meno di una settimana. Queste nubi agiscono come uno schermo che riflette verso l'esterno una parte della radiazione solare in arrivo sul pianeta. Cosf l'inquinamento prodotto dall'attivit umana innesca anche degli effetti opposti a quelli appena illustrati: le polveri sottili emesse da ciminiere di centrali elettriche, industrie, scarichi di automobili, combustioni varie, a cui si aggiungono le ceneri delle eruzioni vulcaniche, stanno riducendo di circa la met il riscaldamento del pianeta. In sintesi, l'inquinamento generato dall'attivit umana sta influenzando l'evoluzione del clima terrestre. In questa fase l'effetto predominante rappresentato dal riscaldamento dell'atmosfera per l'effetto serra causato dalle emissioni di anidride carbonica, ma sono all'opera anche fenomeni che vanno in direzione opposta, come il rallentamento della corrente del Golfo e la formazione delle nuvole marroni riflettenti. Effetto serra, rallentamento della corrente del Golfo e nuvole marroni si sovrappongono ai movimenti della Terra intorno al Sole e ai cicli solari. Tale complessit non rende agevole prevedere con precisione l'evoluzione del clima terrestre,

ma quel che certo che la temperatura sta aumentando, la concentrazione di anidride carbonica ha raggiunto livelli mai registrati in passato e gli effetti dell'attivit umana sono nettamente piu rapidi dei fenomeni naturali. Ed fuori di dubbio che la situazione attuale sia in stretta relazione con i consumi di combustibili fossili, che nel futuro sono destinati a esaurirsi, e gi oggi sono fonte di gravissimi conflitti militari.

2.

La riconversione ecologica dell'economia.

L'esaurimento delle risorse energetiche e l'inquinamento prodotto dall'uomo dunque costituiscono dei vincoli allo sviluppo dell'economia planetaria. Per questi motivi sar inevitabile promuovere un ampio processo di riconversione ecologica del sistema energetico, della produzione e dei consumi, cio sar necessario modificare il modello di sviluppo basato sui combustibili fossili, sull'automobile a benzina e sulle materie plastiche. Nonostante le grandiose innovazioni che sono state realizzate nell'ultimo secolo - elettricit, elettronica, telecomunicazioni e informatica - il petrolio, il gas e il carbone continuano a rappresentare le fonti energetiche dominanti attraverso le quali il capitalismo contemporaneo ha potuto dispiegare tutta la sua forza produttiva, realizzando un'espansione quantitativa mai vista nella storia dell'umanit. Ma la crescita quantitativa non pu procedere all'infinito, specialmente nei Paesi avanzati dove molti mercati sono saturi e gli spazi sempre piu ristretti. Per questo necessario superare il modello dell'espansione quantitativa per andare verso uno Stato stazionario di natura dinamica, cio verso un'economia della conoscenza, della sostituzione e dell'efficienza. Ci significa puntare sulla qualit, un obiettivo che richiede enormi investimenti

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sia pubblici sia privati. Questa la strada per promuovere la crescita del reddito e dell'occupazione nel lungo periodo. La costruzione di un'economia meno dipendente dai combustibili fossili e a piu basso impatto ambientale richieder un massiccio intervento dello Stato, poich le grandi imprese energetiche, chimiche e automobilistiche hanno uno scarsissimo incentivo a investire in questa direzione. Infatti, se non si verificher un mutamento ancora piu netto dei prezzi relativi delle fonti di energia, delle tecnologie e dei prodotti, difficilmente avranno luogo cambiamenti significativi del sistema di produzione e in quanto il mercato non anticipa gli eventi, d ma h segue adattandosi alle nuove situazioni. Il Protocollo d Kyoto per ridurre le emissioni di C02 ha rappresentato un esempio di intervento pubblico attraverso la regolamentazione. Successivamente, l'Europa ha v.arato la direttiva 20-20-2o2 sulle energie rinnovabili, il nsparmio energetico e le emissioni di anidride carbonica. Accanto all'azione normativa, i governi dei piu grandi Paesi hanno iniziato a utilizzare anche la leva fiscale e la domanda pubblica innovativa. Negli Stati Uniti l' amministrazione Obama ha stanziato I I 2 miliardi di dollari nei settori delle energie alternative, dell'efficienza energetica e della modernizzazione della rete di trasmissione dell'elettricit, con l'obiettivo d ridurre la dipendenza del Paese dalle importazioni di petrolio, di abbattere le emissioni di anidride carbonica e di creare sviluppo e occupazione. La Cina ha deciso di puntare sulla green economy per contenere i gravissimi fenomeni d'inquinamento che la affliggono, investendo 22I miliardi di dollari tra il 2009 e il 20 I o e dimostrando che l'eco' Il 17 dicembre 2oo8 il Parlamento europeo ha approvato il pacchetto clima energia volto a conseguire gli obiettivi che l'l:e si prefissata per il 2020: ridurre quinto le emissioni di gas a effetto serra, portare al 20Clf> il risparmio ener di geuco e aumentare nella misura l'energia da fonti rinnovabili. Il pacchetto comprende anche provvedimenti sul di scambio di quote e sui limiti alle emissioni delle automobili

nomia verde al tempo stesso un'opportunit e una necess_t per un Paese ad alto tasso di crescita. E pur vero che gli investimenti, sia pubblici sia privati, nelle fonti rinnovabili stanno registrando una crescita continua in tutto il mondo e nel2oi I hanno toccato un valore pari a 280 miliardi di dollari: il I7% in piu del 20IO, il doppio del 2007 e cinque volte la cifra del 2004. Nel settore elettrico, la met della capacit installata nel2oi I (208 GW) attribuibile a impianti alimentati con le energie rinnovabili, in particolare fotovoltaica {4o%), eolica (3o%) e idroelettrica (25%). Dopo il solare e l'eolico, il settore che ha attratto piu investimenti stato quello della smart technology, che comprende le reti intelligenti, le tecnologie per l'efficienza e i sistemi di stoccaggio dell'elettricit. Si tratta di tendenze incoraggianti che, per, devono essere potenziate e accelerate se vogliamo ottenere risultati consistenti in tempi rapidi. La dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili rappresenta un problema molto serio per l' Europa, perch oggi oltre la met del fabbisogno energetico viene coperta con il gas, il petrolio e il carbone e le previsioni indicano che la dipendenza sia destinata a crescere da qui al 2030. Una strategia che punti sulle energie rinnova bili e sull'efficienza energetica pu consentire di ridurre le importazioni di combustibili fossili con vantaggi non solo sulla bilancia commerciale ma anche sulla sicurezza energetica, poich in tal modo si ridurrebbero i rischi degli approvvigionamenti dall'estero.3. La domanda pubblica nel processo di riconversione

ecologica.Come abbiamo detto nel quarto capitolo, uno dei passi fondamentali per avere strumenti d'intervento diret-

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to nell'economia passa attraverso le imprese e le banche pubbliche. Ma anche la domanda pubblica innovativa pu svolgere un ruolo fondamentale nella promozione di un'economia sostenibile. Su questo punto utile richiamare l'esperienza americana del dopoguerra. Diversi economisti americani, tra cui Lester Thurow, hanno sottolineato che la spesa realizzata dal settore militare negli anni Cinquanta e Sessanta sui grandi progetti spaziali e sui sistemi di difesa missilistica ha contribuito a trainare la crescita dell'economia statunitense nel periodo successivo. La spesa federale stata la principale fonte di finanziamento della ricerca e sviluppo e la principale fonte di domanda di nuove tecnologie - tra cui semiconduttori, microeletrronica, macchine a controllo numerico, intelligenza artificiale, nuovi materiali e laser - fornendo un forte impulso alla rivoluzione dell'informatica e delle telecomunicazioni, che si pienamente realizzata durante gli anni Novanta quando entrato in voga il termine di new economy. Cosi negli Stati Uniti - il Paese preso come riferimento dai fautori del liberismo - l'intervento pubblico ha avuto la funzione di promuovere la ricerca e di creare una nuova domanda, cio nuovi mercati, favorendo la crescita di settori e di imprese innovative; una crescita che in assenza di una tale domanda sarebbe stata molto piu lenta e difficoltosa. Se non vi una domanda consistente, infatti, le imprese private trovano scarso interesse a progettare, finanziare e realizzare gli investimenti innovativi, dal momento che i rendimenti di tali investimenti non sono abbastanza elevati e i ritorni richiedono tempi troppo lunghi. Dunque, l'esperienza americana smentisce le tesi di coloro i quali sostengono l'inutilit dell'intervento pubblico nello sviluppo dell'economia, intervento che porterebbe a uno spreco di risorse e ostacolerebbe gli investimenti privati. Non cosi, quando le spese sono fun-

zionali al conseguimento di precisi obiettivi - nel caso degli Stati Uniti obiettivi di predominio militare, politico e tecnologico- e avvengono in un'economia di cio in un'economia capace di sfruttare da un punto di vista commerciale le opportunit generate dal progresso scientifico e tecnologico. Anche nell'Unione Sovietica durante la Guerra fredda la spesa militare aveva raggiunto valori molto elevati ed erano state realizzate grandiose innovazioni che avevano consentito di mandare gli uomini nello spazio e di far crescere una potente industria nucleare. Ma nel blocco comunista l'assenza di un meccanismo di mercato non ha permesso che venissero innescati quei processi di diffusione delle innovazioni nel settore industriale e in quello civile, cosi come accaduto negli Stati Uniti. Se allora in un'economia di mercato viene riconosciut; strategica della domanda pubblica, si potrebbe pensare di promuovere: 1. il potenziamento dell'istruzione, per offrire ai giovani corsi di formazione e di educazione ambientale; 2. la costruzione di impianti per la selezione, il trattamento e il riciclo dei rifiuti e di impianti per la depurazione delle acque; . . . 3 la sostituzione dei mezzi dt trasporto pubblici a ed e.lettrici'; gasolio e a benzina con 4 la sostituzione delle marene plastiche e det prodotti chimici con i prodotti biologici e biodegradabili; 5 la diffusione di impianti che permettano di ottenere energia pulita;' Anche i veicoli ad aria compre)sa hanno delle notevoli poten7.ialit, men tre sono crc)Ciute le perpic.sit sui veicoli alimentati con i l'utilizzo di prodotti agricoli come la canna da zucchero. t! la. e l'olio di colza per fini energetici ha provocato l'aumento prezzt det prodom per l'alimentazione Sui biocombust!bili molta. ncerca .. per sviluppare vegetali che possano m and1 sen7.a btsogno dt molta acqua e che abbiano un elevato rendimento energetico.

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6. l'agricoltura biologica, la difesa del suolo e un vasto programma di riforestazione. Il potenziamento della spesa pubblica per la riconversione ecologica dell'economia andrebbe associato a incentivi fiscali e creditizi e a una nuova legislazione ambientale volta a riformulare standard, vincoli e divieti. In particolare, gli incentivi possono dare un forte impulso alla ristrutturazione energetica del patrimonio edilizio, che consentirebbe non solo di conseguire importanti risultati in termini di risparmio energetico ma anche di aumentare il valore degli immobili. Per cambiare il modello di sviluppo serve dunque una forte volont politica e devono essere attivati enormi investimenti pubblici, i quali a loro volta possono mettere in moto anche gli investimenti delle imprese private generando un meccanismo in grado di autoalimentarsi, come accaduto in America nelle tecnologie dell'informazione e della comunicazione. 4 Le difficolt di un processo di riconversione del-

l'economia.Dobbiamo essere coscienti che il processo di riconversione ecologica dell'economia non sar un processo indolore e privo di ostacoli. Nel settore energetico, la transizione da un sistema basato su grandi impianti a combustibili fossili e a combustibili nucleari verso un sistema decentrato costituito da piccoli impianti in grado di sfruttare le fonti rinnovabili, rappresenter un cambiamento epocale per il sistema capitalistico. Un cambiamento che sconvolger il panorama energetico attualmente dominato dai grandi oligopoli che controllano i prezzi e regolano l'offerta di energia.

Se oggi guardiamo al settore elettrico dei Paesi avanzati vediamo che esiste un eccesso di capacit di generazioelettrica, che si determinata in seguito alla recessione e alla conseguente caduta dei consumi (in Italia si che la capacit produttiva ecceda del3o% la domanda di elettricit). In un tale contesto l'espansione della generazione da fonti rinnovabili che sta avendo luogo grazie alla spinta degli incentivi determina uno degli impianti piu vecchi, inefficienti e ti dai combustibili fossili. Per questo mouvo non SI puo puntare sulla semplice espansione dell'elettricit da f?nti rinnovabili, ma bisogna elaborare una programmazione energetica che preveda un piano degli pianti piu vecchi e un processo di quelli nuovi. Si tratta di un problema molto delicato m quanto i costi di dismissione dei vecchi impianti sono consistenti e oltretutto si viene a determinare un problema di occu. pazione, che deve essere Ci significa che la transizione da un sui combustibili fossili verso un sistema alimentato m misura maggiore da fonti rinnovabili non pu essere lasciato solo al gioco degli e all' forz_e di mercato ma deve essere gwdato dru goverru per evitare che si c;eino situazioni insostenibili. Allora bisogna bloccare la costruzione di nuove centrali a combustibili fossili e occorre ragionare sull'et, sul grado d' efficienza e sulla vita media degli impianti tradizionali di generazione elettrica. Ci perch quando gli impianti piu vecchi giungeranno al termine del loro ciclo vitale piu dovranno essere dismessi, sar importante essere pronti con nuove soluzioni tecnologiche per avere un'offerta sicura, poco inquinante, inesauribile, a basso costo e con contenuti tempi di ritorno degli investimenti. C' un altro problema che non deve essere sottovalutato e riguarda le politiche degli investimenti delle grandi imprese energetiche private.

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Come abbiamo detto nel capitolo precedente, le grandi imprese oligopolistiche price leader sanno di poter variare i prezzi quando variano i costi diretti, nella piena consapevolezza che i loro concorrenti faranno altrettanto. Cosi, quando varia il costo dell'energia grezza nei mercati di estrazione, le imprese energetiche tendono a variare i prezzi di vendita ai consumatori finali in modo proporzionale per ampliare, o almeno per conservare, i propri margini di profitto. Di conseguenza, nelle fasi di crescita del costo dell'energia, queste imprese vengono a trovarsi in un conflitto d'interessi con gli Stati, perch l'incremento dei prezzi finali di benzina, olio combustibile, elettricit, gas per usi civili e industriali, da un lato spinge in alto il fatturato, i profitti e le quotazioni azionarie delle imprese energetiche; ma dall'altro alimenta l'inflazione e penalizza i consumi interni, la competitivit delle imprese, la bilancia commerciale e la crescita economica del Paese importatore di energia. I fenomeni appena descritti si sono manifestati nella fase di crescita del2003-7, quando si verificato un continuo aumento della domanda e dei prezzi del petrolio e del gas che ha consentito alle imprese energetiche di realizzare eccezionali incrementi del fatturato, dei profitti e delle quotazioni azionarie, mentre i Paesi importatori subivano un peggioramento della bilancia commerciale e un aumento dei prezzi finali dell'energia. Ma gli extraprofitti delle imprese oligopolistiche non sono stati impiegati per finanziare gli investimenti nell'innovazione e nella diversificazione energetica, cio per contrastare l'incremento dei prezzi del petrolio e del gas . Tutto ci fa pensare che le grandi imprese energetiche non abbiano alcun interesse a modificare il sistema per superare l'era dei combustibili fossili. In piu le grandi imprese energetiche, grazie ai cospicui mezzi finanziari di cui dispongono, possono esercitare una notevole influenza sugli assetti politici e sulle

decisioni dei governi sia nei Paesi piu arretrati, sia nei Paesi sviluppati e democratici. Al riguardo l' piu eclatante quello degli Stati Uniti, dove le grandi compagnie petrolifere hanno sostenuto l'ascesa di G.W. Bush. Appena eletto Bush II si subito schierato contro l'accordo di Kyoto, che avrebbe penalizzato il settore getico e quello dell'automobile. gli attentati dell'Undici Settembre 2001 hanno spianato la strada verso un intervento militare dapprima in Afghanistan e poi in Iraq, la regione che dopo l'Arabia Saudi. ta possiede le piu ampie riserve di petrolio. Queste furono le mosse del nuovo programma Imperiale- il progetto neoconservatore per un Nuovo secolo americano>> -lanciato dall'amministrazione Bush con l'obiettivo di restaurare la supremazia globale statunitense attraverso l'uso della forza militare. Secondo Arrighi e Silver4 il piano prevedeva l'insediamento di governi p:esenza amici in Iraq e in Iran, il consolidamento strategica in Asia centrale e il controllo de1 fluss1 petroliferi globali dai quali i pr_incipa? concorrenti degli Stati Uniti: Europa, Cma, India e Giappone. Dunque, la storia recente ci ha fatto come alcune componenti del settore aJ:>btano_ mfluenzato le decisioni del governo amencano m mento alla J?Olitica estera alle spese militari, alla politica energetica e Per assecondare gli interessi delle grandi compagnie petrolifere e del l'amministrazione Bush ha esercitato un fortissimo condizionamento dell'opinione pubblica attraverso i mezzi d'informazione. Le campagne mediatiche sono state martellanti: in sostituzione del comunismo ormai tramontato, la lotta al terrorismo diventata il mezzo per creare consenso interno e internazionale. Non c' alcun dubbio sul fatto che la politica imperialistica volta a riaffermare il dominio globale degli Sta G. Arrighi, Capitalsmo e (dis)ordine monditJ/e cit.

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ti Uniti attraverso il controllo delle risorse petrolifere si sia rivelata una scelta disastrosa.5. Andare oltre il Pii.

d'indicatori attraverso cui si dovrebbe misurare la ricchezza di una nazione. Negli ultimi tempi il dibattito su questi temi ha ricevuto un impulso grazie a iniziative prestigiose come

Un processo di riconversione ecologica dell'economia che possa permettere di cambiare il modello di sviluppo oggi dominante richiede nuovi indicatori e nuovi strumenti di misura delle performance economiche, sociali e ambientali. Occorre superare il Pii, che rappresenta il valore monetario dei beni e servizi scambiati sul mercato. Il prodotto interno lordo si rivelato molto utile nel misurare la crescita quantitativa, ma ha via via perso di efficacia nelle economie postindustriali dove cresciuto il peso dei servizi immateriali e delle attivit di carattere sociale, dove la qualit del prodotto e la produzione di nuovi beni hanno assunto maggiore importanza e dove le tematiche relative all'ambiente sono diventate sempre piu centrali nelle scelte di vita di un gran numero di persone. Inoltre, il Pii ignora completamente il fatto che la crescita dell'economia strettamente associata al consumo delle risorse, che quindi tendono a esaurirsi. Non solo i combustibili fossili, ma anche le foreste, il suolo coltivabile, i metalli e altre materie prime. Inoltre, il Pii non conteggia la produzione di rifiuti, l'inquinamento, le emissioni di anidride carbonica, la disponibilit di acqua potabile, il livello d'istruzione e le aspettative di vita. Se tutto ci venisse incluso nella stima del Pil probabilmente potremmo osservare che le nostre societ non si stanno piu arricchendo, ma si sono incamminate lungo un percorso d'impoverimento sociale, economico e ambientale. Sul fatto che la crescita del Pii non costituisca piu un sinonimo di maggiore ricchezza e benessere vi ormai un'ampia letteratura ed esistono analisi approfondite e proposte concrete di azione destinate ad ampliare il set

il Global Project Measuring the Progress o/ Societies dell'Ocse, la conferenza Beyond Gdp tenutasi nel 2007al Parlamento europeo, la commissione Stiglitz-SenFitoussi Measurement of Economie Performance and Social Progress e la comunicazione dell'agosto 2009 in la Commissione europea ha illustrato cinque interventi chiave per integrare gli indicatori di progresso nei sistemi ufficiali di statistiche usati dalla politica. Il versante teorico certamente quello piu controverso. Rimane sempre aperto il dibattito sulla necessit o meno di cercare una misura sintetica di benessere che privilegi la semplicit alla complessit e che il compito di comunicare e informare. Inoltre, di cruciale importanza un nuovo ,:he stituisca quello tuttora doffilnante, che associa l1dea di benessere alla ricchezza materiale e monetaria e l' evoluzione di una societ alla crescita economica quantitativa. Sul versante dell'attuazione, l'United Nations Development Programme sta rivedendo il famoso Indicatore di Sviluppo umano per tenere conto delle raccomandazioni del rapporto Stiglitz, raccomandazioni che interessano anche l' Eurostat che costituir un leadership group per identificare cosa si possa fare per renderle_operative. La Commissione statistica dell'Onu sta dedicando un'ampia discussione a questi In ha iniziato un percorso di rielaboraz10ne di revlSlone delle conoscenze relative a queste tematlche, che sono gi in larga parte presenti ma sparpagliate nel vasto bagaglio delle attivit di ricerca dell' Istituto' .' E Segre, Dal Ptl al in 1.5 aprile 2010, consultabile sul sito www.sbilancl81nOCI.Info/Sez10ni/globi/DaiPil-albenessere-Cambiare-bussola-421 1.

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Siamo giunti alla fine del nostro racconto ed il momento di soffermarci sulla mutazione del capitalismo da cui trae origine Il film della crisi. La tesi centrale di questo libro che la crisi in cui sono immersi i Paesi occidentali nasce dalla rottura di un compromesso storico tra capitalismo e democrazia. La fase successiva a questa rottura pu essere definita come l'Et del Capitalismo Finanziario e costituisce la terza mutazione che il capitalismo ha attraversato dall'inizio del secolo precedente. La prima fase un'Et dei Torbidi, che si verificata fra l'inizio del secolo e lo scoppio della Seconda guerra mondiale. La seconda fase costituita dalla cosiddetta Et dell'Oro: un'intesa tra capitalismo e democrazia fondata su due accordi fondamentali. Il primo riguardava la libera circolazione delle merci a cui faceva da contrappeso il controllo dei movimenti dei capitali, che assicurava un ampio spazio all'autonomia della politica economica dei governi e alle rivendicazioni dei lavoratori. Il secondo traeva ispirazione da una nuova teoria dell'impresa manageriale, che la rappresentava come una complessa realt sociale focalizzata non solo sul profitto ma anche sull'impegno verso una serie di obiectivi sociali, rendendo la grande impresa privata una vera e propria comunit. La terza fase segna appunto una rottura dell'Et dell'Oro e si realizza attraverso la liberazione dei movi-

menti di capitale, che permette di scatenare una vera e propria controffensiva capitalistica. Questa mossa, attuata all'inizio degli anni Ottanta dai leader degli Stati Uniti e della Gran Bretagna, determina un mutamento fondamentale nei rapporti di forza tra capitalismo e democrazia e tra capitale e lavoro e apre la strada alla formidabile espansione del capitalismo finanziario nei Paesi occidentali. La controffensiva capitalistica matur in seguito a una serie di eventi che influenzarono l'evoluzione dell'economia mondiale negli anni Settanta. Anzitutto le crisi petrolifere che si risolsero in una stagflazione, cio in una combinazione di inflazione dei prezzi al consumo e di deflazione della domanda, e alimentarono massicci investimenti dei petrodollari nei mercati finanziari mondiali. Accanto ai due shock petroliferi, ebbero un peso rilevante la pressione esercitata dai sindacati dei lavoratori; la competizione sempre piu intensa tra l'economia americana in declino e le economie europee in ascesa; nonch una serie di movimenti di opinione che cambiarono sostanzialmente le caratteristiche fondamentali del pensiero economico e che si concretizzarono dapprima nella rinascita di un nuovo liberismo economico e poi nel mutamento dell'ideologia politica. In tale ambito ebbe un peso significativo l'influenza esercitata dalle nuove tesi neoautoritarie della cosiddetta Trilaterale 1 L'insieme di questi elementi cre le condizioni per scatenare una vera e propria controffensiva che spinse il capitalismo a rompere il compromesso storico con la democrazia, determinando un'involuzione del sistema economico verso le forme piu rozze rappresentate dalla massimizzazione del profitto nel breve periodo, dalla1 La Commissione Trilaterale un gruppo di studio non governativo e non partitico fondato il 23 giugno 1973 per iniziativa di Oavid Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti e notabili, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski.

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Conclusioni

possibilit di tenere i lavoratori sotto il ricatto delle delocalizzazioni produttive e dalla capacit di sfiduciare i governi che perseguivano politiche economiche non gradite. Ecco la mutazione fondamentale di natura essenzialmente finanziaria che d origine alla crisi attuale. Essa attribuisce alla grande impresa privata e al capitale un potere assolutamente sproporzionato rispetto agli altri fattori della produzione, soprattutto al lavoro. Di qui il manifestarsi di una gigantesca diseguaglianza tra la remunerazione dei capitali e quella dei lavoratori. Una diseguaglianza che avrebbe provocato fatalmente una depressione della domanda e quindi una crisi economica di vasta portata, se non fosse intervenuta la mossa vincente del capitalismo finanziario: il ricorso massiccio e generalizzato al credito promosso dalle banche private e favorito dalle politiche economiche dei governi neoliberisti. L'indebitamente delle famiglie e delle imprese che ne risult venne sistematicamente rinnovato cosi da rendere il nuovo capitalismo finanziario un sistema nel quale i debiti non si rimborsano mai. Una scommessa chiaramente insostenibile, eppure incentivata dai governi contro ogni logica. Le onde del debito che si accavallano l'una sull'altra tuttavia s'infrangono fatalmente prima o poi sulla riva e la crisi, per lungo tempo evitata, investe il sistema economico tanto piu violentemente quanto piu stata ritardata. Quello che veniva presentato dalla retorica neocapitalistica come il miracolo della nuova economia finanziaria che prometteva una crescita senza fine esente da fluttuazioni economiche, si muta in una crisi caratterizzata da un alto grado d'indeterminatezza e d'iniquit. L'altissimo livello raggiunto dall'indebitamente privato, il predominio della finanza sull'economia reale e la debolezza delle democrazie e degli Stati nei confronti del capitalismo finanziario hanno esasperato gli eventi,

trasformando una situazione di difficolt nella piu grave recessione dalla Grande Crisi del 1929. Successivamente, l'intervento pubblico non stato capace di determinare l'inversione ciclica e di rilanciare una crescita in grado di autosostenersi. La strategia che ha guidato l'intervento dello Stato ha mirato mente a trasformare il debito privato in debito pubblico con la speranza che l'economia ripartisse, evitando di toccare i meccanismi che per tre n t'anni hanno alimentato l'espansione del capitalismo finanziario e il divario crescente nella distribuzione del reddito. Il ricorso allo Stato considerato non piu come un disturbatore ma come salvatore del mercato, ha permesso di evitare il collasso finanziario delle banche e delle grandi imprese private. Ma la sostituzione dell'indebitamento pubblico a quello privato ha messo in grandissima difficolt le finanze di tutti i Paesi avanzati e, in special modo, dei Paesi europei piu deboli, scaricando i costi della crisi le categorie innocenti: i contribuenti e i lavoraton. Nel vecchio continente la situazione si ulteriormente aggravata poich i governi, nel mezzo della crisi, hanno deciso di dare la massima priorit al risanamento delle finanze pubbliche. Al contrario, tutti gli sforzi avrebbero dovuto essere focalizzati sulle politiche economiche per rilanciare la domanda e l'occupazione. Insomma la fase del capitalismo finanziario, che se' , condo la propaganda avrebbe dovuto garantire un eJ:?Oca di sviluppo illimitato, non ha portato con s maggtore efficacia ed efficienza economica, bensi un rallentamento della crescita, un continuo aumento del divario tra ricchi e poveri e un'accentuata fragilit finanziaria, che ha messo a rischio la stessa sopravvivenza del sistema capitalistico. A questo punto, se i conflitti generati dalla crisi dovessero peggiorare, la recessione potrebbe tramutarsi in una depressione prolungata, se non addirittura in una nuova Et dei Torbidi.

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Conclusioni

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Una reazione significativa per contrastare le tendenze involutive del capitalismo durante una crisi fu quella sperimentata in Germania agli inizi degli anni Trenta sotto l'impulso del ministro dell'Economia di Adolf Hitler, Hjalmar Schacht. Per sottrarre la Germania alla dittatura dei mercati finanziari che la stava trascinando a fondo, il regime nazista attu delle misure eccezionali per riportare la sovranit monetaria del Paese sotto il controllo politico. Si realizz cosi un mutamento fondamentale della strategia economica, che permise allo Stato di riprendere in mano le leve del finanziamento dello sviluppo sostituendo la propria autorit a quella del mercato. Naturalmente non c' bisogno di Hitler: sarebbe sufficiente un rilancio dell'intervento pubblico attraverso l'emissione di una moneta speciale per le imprese. Altri circuiti di tipo speciale potrebbero essere attuati attraverso una nazionalizzazione del debito, ma questo intervento non riuscirebbe a eliminare l'influenza esercitata dalle transazioni finanziarie private. Anche le politiche di rilancio della domanda pubblica praticate in senso democratico negli Stati Uniti ai tempi di Franklin D. Roosevelt difficilmente riuscirebbero ad arginare l'impatto decisivo delle transazioni capitalistiche private. La potenza delle transazioni finanziarie non consiste solo nelle operazioni effettivamente realizzate, ma anche in quelle annunciate o minacciate: i capitali continuano a esercitare un ricatto sui territori e sulle comunit poich possono spostarsi come delle valigie, provocando miseria e disperazione sociale. Non intendiamo presentare una strategia alternativa nella sua complessit; per, non possiamo chiudere questo libro senza accennare alle tre direttrici verso le quali dovrebbe essere rivolta una strategia di uscita dalla crisi, di ripresa economica, di riconsolidamento sociale. Si tratta di mutamenti di natura altrettanto incisiva e decisiva di quelli che hanno scatenato la crisi.

Il primo senz' altro la restituzione alla politica del controllo sui movimenti internazionali dei capitali, quale esisteva prima della loro liberazione. Il secondo la riproposizione di un modello d'impresa capitalistica simile a quello profilatosi con la teoria dell'impresa manageriale: un'impresa non piu prigioniera della massimizzazione del profitto nel breve periodo, ma dispiegata verso una serie di azioni rivolte al suo sviluppo economico, sociale e culturale. Il terzo il ritorno non al disegno di Bretton Woods, ma al suo progetto rivale, quello proposto nella stessa sede daJohn M. Keynes, non basato sull'egemonia americana e che preveda una pari responsabilit dei Paesi creditori e dei Paesi debitori. Occorre dunque un'azione politica di livello internazionale per contrastare la mutazione finanziaria del capitalismo. Serve esattamente il ritorno a una condizione dell'Et dell'Oro, quando si era realizzata la libera circolazione delle merci ma non quella dei capitali. Il nuovo approccio di politica economica particolarmente urgente in Europa, dove gli obiettivi di sviluppo civile devono tornare ad avere la priorit sui risultati finanziari speculativi di breve e di brevissimo periodo. In sintesi, necessaria un'inversione della politica economica per ridimensionare il potere del capitalismo finanziario e per restituire allo Stato e alla democrazia le leve del finanziamento dello sviluppo, specialmente durante una fase di crisi. Cosi sar possibile promuovere una crescita sostenibile e un piu alto grado di eguaglianza e di consenso sociale. In questo libro abbiamo affrontato due questioni distinte che riguardano i rapporti fra la finanza, l' economia e la politica e le interazioni fra il capitalismo e l' ambiente. In realt le due questioni sono strettamente collegate, perch l'involuzione del capitalismo industriale provocata dall'espansione della finanza, oltre a mettere

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Conclusioni

in secondo piano le istanze sociali, ha fatto si che l'impegno delle grandi imprese verso la riconversione ecologica dell'economia risultas e assolutamente inadeguato. In omma, non miriamo al paradi o e non immaginiamo una societa perfetta: piu semplicemente nutriamo la speranza di progredire verso una societ piu prospera e piu giusta.

Stampato P" conto dt/14 Casa tditrict Einaudi presso Mondadori Pnnting S.p. a , Stabilimtnto N S. M , Cks (frento) nt! mtst dr nQVt'mbrt zo r zC.l. 21426

Ristampao2012

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