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Offlaga pag 3 San Gervasio » 4 Calendario bresciano » 6 Modi di dire » 7 La torre civica di Manerbio » 8 Territorio » 10 Leno » 11 Bassano » 12 Territorio » 13 Manerbio » 15 Verolanuova » 16 Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Ottobre 2009 - numero 20 Questo numero de “La Pianura” esce con una tiratura di 30.000 copie, divenendo così il mensile breciano più diffuso. Oltre a Manerbio, Offlaga, Bassano, San Gervasio, Cigole, Pontevico ed Alfianello, il nostro giornale viene distribuito per la prima volta anche a Leno, Pavone Mella, Gottolengo e Verolanuova con il sistema del porta a porta in tutte le case. Col prossimo numero copriremo anche Ghedi, raggiungendo le 35.000 copie. Le ragioni di questa scelta di forte espansione sono inerenti alle richie- ste che ci sono pervenute al fine di allargare il bacino della distribuzione. Esplicare le ragioni di questa richiesta equivarrebbe ad una autoglorifica- zione. La redazione ha avuto necessaria- mente un’iniezione di forze nuove e questo fatto ci sprona a continuare sulla strada intrapresa nel 2007 con aumentato entusiasmo. Un benvenuto ai nuovi lettori! Editoriale Sommario UTÚER Utúer: grand maèstro dèl penèl… che tè fé sfogio dei pô bèi cùlur Utúer, che tè ‘mpienésset la cantìna, che tè portét le tetole e ‘l vi nôf… M’importa niènt se ghè la néf visìna, m’emporta niènt se ‘n tera gh’è ‘l paviûc se mai che tàche a sènter quàc dulùr… Ma tè perdune: per i tò culùr!!! OTTOBRE Ottobre: grande artista del pennello… che fai sfoggio dei più bei colori Ottobre, che riempi la cantina, che porti le “tetole”* e il vino nuovo… non m’importa nulla se la neve s’avvicina non m’importa nulla se per terra c’è la fan- ghiglia se mai comincio a sentire qualche dolore… Ma ti perdono: per i tuoi colori!!! *tetole: castagne lessate con la buccia. E BALÙ! Miga créder se i vè dis: ona bàla töcc i dé; j-è balù, vé ‘l dìse mé. E BUGIARDI Non credete se vi dicono: una balla tutti i giorni; son bugiardi, ve lo dico io. Inaugurazione della nuova parte di restauri al Castello di Padernello mercoledì 14 Ottobre alle ore 17:00 Direzione: Vania Boglioli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino,11-Verolanuova (Bs) Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs) Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia del 06/12/2007 Le celebrazioni della Madonna del Rosario “Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit.”, ovvero, non il valore, nè le armi, nè i condottieri, bensì la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori! Così il Senato veneziano attribuì la vittoria delle armi cristiane a Lepanto alla “Ma- donna del Rosario”. Il culto della Madonna del Rosario fu isti- tuito da Gregorio XIII convertendo l’ori- ginaria intitolazione alla “Madonna della Vittoria”. L’intitolazione alla Madonna di questa vit- toria non è, ovviamente, casuale. Innanzitutto la battaglia di Lepanto (7 Ottobre 1571) avvenne in un giorno tra- dizionalmente dedicato alle confraternite del Rosario, ulteriormente papa Pio V che aveva lanciato la crociata contro i Turchi, ebbe una visione alle 12 del giorno stesso nella quale ha visto la Madonna che gli annunciava la vittoria contro i Turchi ed ha fatto suo- nare le campane. San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, era entrato nella Chiesa tra i Domenicani che avevano sempre avuto un lega- me particolare con la Madonna dall’apparizione della stessa a San Domenico. L’importanza della battaglia fu epocale per diversi motivi. Fu il primo segnale di arresto dell’espansione turca nel baci- no del mediterraneo, dopo una lunga serie di conquiste (Kos- sovo, Albania, Salonicco, Co- stantinopoli, Belgrado, Rodi ed infine Cipro) che facevano sembrare il pericolo turco im- minente e, soprattutto, inarre- stabile, tanto da costringere il papa ad invocare la crociata. Ricordiamo che meno di trent’anni dopo, nel 1600, Vienna venne sottoposta per la seconda volta all’assedio delle truppe turche. La vittoria, non era insperata, ma di diffici- le riuscita in quanto la flotta turca era più numerosa di quella cristiana e sotto un’uni- ca guida, almeno nominalmente, mentre la flotta cristiana era una flotta composita sotto l’egida di don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V, che anche questa volta diede ottima prova di sè e della sua capacità di prendere decisioni poi condivise da tutti. La parte del leone, nell’esercito cristiano, la fece Venezia con le sue 116 galee, ma soprattutto con le uniche 6 galeazze, l’arma più incisiva della battaglia, su di un totale di 209 galee. La Repubblica Veneziana per arruolare le forze necessarie rastrellò risorse in tutto il territorio e Brescia non si sottrasse all’alle- stire una sua galea oltre che con uomini e contribuzioni volontarie. Per una più dettagliata spiegazione del contributo della nostra pianura allo sforzo bellico, rimandiamo all’articolo comparso sul numero di Ottobre dell’anno scorso in cui siamo riusciti a citare i nomi dei mari- nai che vi hanno partecipato. Dal 1572 ad oggi si continua a celebrare sia la vittoria, ma soprattutto la protezione che la Madonna offre alla nostra pianura. egosa R R iccardo

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Offlaga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag . 3

San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4

Calendario bresciano . . . . . . . . . . . . . . . . » 6

Modi di dire . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7

La torre civica di Manerbio . . . . . . . . . . » 8

Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 10

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Ottobre 2009 - numero 20

Questo numero de “La Pianura” esce con una tiratura di 30.000 copie, divenendo così il mensile breciano più diffuso.Oltre a Manerbio, Offlaga, Bassano, San Gervasio, Cigole, Pontevico ed Alfianello, il nostro giornale viene distribuito per la prima volta anche a Leno, Pavone Mella, Gottolengo e Verolanuova con il sistema del porta a porta in tutte le case. Col prossimo numero copriremo anche Ghedi, raggiungendo le 35.000 copie.Le ragioni di questa scelta di forte espansione sono inerenti alle richie-ste che ci sono pervenute al fine di allargare il bacino della distribuzione. Esplicare le ragioni di questa richiesta equivarrebbe ad una autoglorifica-zione.La redazione ha avuto necessaria-mente un’iniezione di forze nuove e questo fatto ci sprona a continuare sulla strada intrapresa nel 2007 con aumentato entusiasmo.Un benvenuto ai nuovi lettori!

Editoriale Sommario

UTÚER

Utúer: grand maèstro dèl penèl…che tè fé sfogio dei pô bèi cùlur Utúer, che tè ‘mpienésset la cantìna, che tè portét le tetole e ‘l vi nôf…

M’importa niènt se ghè la néf visìna, m’emporta niènt se ‘n tera gh’è ‘l paviûcse mai che tàche a sènter quàc dulùr…Ma tè perdune: per i tò culùr!!!

OTTOBRE

Ottobre: grande artista del pennello…che fai sfoggio dei più bei colori Ottobre, che riempi la cantina, che porti le “tetole”* e il vino nuovo…

non m’importa nulla se la neve s’avvicina non m’importa nulla se per terra c’è la fan-ghiglia se mai comincio a sentire qualche dolore…Ma ti perdono: per i tuoi colori!!!

*tetole: castagne lessate con la buccia.

E BALÙ!Miga créder se i vè dis:ona bàla töcc i dé;j-è balù, vé ‘l dìse mé.

E BUGIARDINon credete se vi dicono:una balla tutti i giorni; son bugiardi, ve lo dico io.

Inaugurazione della nuova parte di restauri al Castello di Padernello

mercoledì 14 Ottobre alle ore 17:00

Direzione: Vania BoglioliEdizioni “La Pianura”-Via S.Martino,11-Verolanuova (Bs)Stampa: La Compagnia della Stampa - Roccafranca (Bs)

Pubblicazione mensileE-mail: [email protected]

Autorizzazione N° 50 del Tribunale di Brescia del 06/12/2007

Le celebrazioni della Madonna del Rosario“Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii victores nos fecit.”, ovvero, non il valore, nè le armi, nè i condottieri, bensì la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori!Così il Senato veneziano attribuì la vittoria delle armi cristiane a Lepanto alla “Ma-donna del Rosario”.Il culto della Madonna del Rosario fu isti-tuito da Gregorio XIII convertendo l’ori-

ginaria intitolazione alla “Madonna della Vittoria”.L’intitolazione alla Madonna di questa vit-toria non è, ovviamente, casuale.Innanzitutto la battaglia di Lepanto (7 Ottobre 1571) avvenne in un giorno tra-dizionalmente dedicato alle confraternite del Rosario, ulteriormente papa Pio V che aveva lanciato la crociata contro i Turchi, ebbe una visione alle 12 del giorno stesso

nella quale ha visto la Madonna che gli annunciava la vittoria contro i Turchi ed ha fatto suo-nare le campane.San Pio V, al secolo Antonio Ghislieri, era entrato nella Chiesa tra i Domenicani che avevano sempre avuto un lega-me particolare con la Madonna dall’apparizione della stessa a San Domenico.L’importanza della battaglia fu epocale per diversi motivi. Fu il primo segnale di arresto dell’espansione turca nel baci-no del mediterraneo, dopo una lunga serie di conquiste (Kos-sovo, Albania, Salonicco, Co-stantinopoli, Belgrado, Rodi ed infine Cipro) che facevano sembrare il pericolo turco im-minente e, soprattutto, inarre-stabile, tanto da costringere il papa ad invocare la crociata.

Ricordiamo che meno di trent’anni dopo, nel 1600, Vienna venne sottoposta per la seconda volta all’assedio delle truppe turche.La vittoria, non era insperata, ma di diffici-le riuscita in quanto la flotta turca era più numerosa di quella cristiana e sotto un’uni-ca guida, almeno nominalmente, mentre la flotta cristiana era una flotta composita sotto l’egida di don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V, che anche questa volta diede ottima prova di sè e della sua capacità di prendere decisioni poi condivise da tutti.La parte del leone, nell’esercito cristiano, la fece Venezia con le sue 116 galee, ma soprattutto con le uniche 6 galeazze, l’arma più incisiva della battaglia, su di un totale di 209 galee.La Repubblica Veneziana per arruolare le forze necessarie rastrellò risorse in tutto il territorio e Brescia non si sottrasse all’alle-stire una sua galea oltre che con uomini e contribuzioni volontarie.

Per una più dettagliata spiegazione del contributo della nostra pianura allo sforzo bellico, rimandiamo all’articolo comparso sul numero di Ottobre dell’anno scorso in cui siamo riusciti a citare i nomi dei mari-nai che vi hanno partecipato.Dal 1572 ad oggi si continua a celebrare sia la vittoria, ma soprattutto la protezione che la Madonna offre alla nostra pianura.

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Camminata nel Bosco del Lusignolo per beneficenzaUna raccolta di fondi per San Gervasio ONLUS

“Camminare nel verde fa bene e fa del bene”, questo è il motto della prima Camminata nel Bosco del Lusignolo tenutasi domenica 27 settembre a San Gervasio Bresciano.Una iniziativa benefica organizzata da Nord Zinc S.p.A. in collaborazione con il Comu-ne di San Gervasio Bresciano e l’Associazio-ne Volontari per San Gervasio Onlus. Ed è proprio quest’ultima la beneficiaria della Camminata, pensata per raccogliere fondi a favore dei servizi socio-assistenziali svolti da 23 volontari. L’attività principale è il trasporto delle persone anziane, e non solo, presso le strutture ospedaliere del territorio per effettuare visite, terapie o prestazioni sanitarie. L’espletamento del servizio è reso possibile dal pulmino, messo a disposizione dal Comune, attrezzato con sedia a rotelle,

che può trasportare fino a sette persone. Le prenotazioni si effettuano presso la sede dell’Associazione, in via Barbara Ferrazzi a San Gervasio, il martedì e il venerdì dalle 10.00 alle 11.00. Inoltre, l’Associazione offre un servizio di sicurezza presso la scuo-la elementare e media, tutti i giorni dalle 7.30 alle 8.00, per aiutare, in particolare, i genitori che devono andare al lavoro. I volontari, infine, consegnano il pranzo agli anziani che sono seguiti dall’ufficio Servizi sociali del Comune, mentre una persona si preoccupa di misurare la pressione a chi lo richiede.I fondi, raccolti proponendo una quota di iscrizione alla Camminata, che comprende-va maglietta della manifestazione e pic-nic, permetteranno all’Associazione di dotarsi

di attrezzature basiche per svolgere e orga-nizzare la propria attività.Più di un centinaio di persone, provenien-ti anche da altri paesi, si è così ritrovato alle 10.00 nel piazzale antistante la sede di Nord Zinc S.p.A., in via Industriale nella zona periferica del paese. Presenti anche le istituzioni: l’Assessore ai servizi sociali Sac-chi Giacomo, l’Assessore alla cultura Pre-stini Pierangelo, il Consigliere comunale Pini Pierangelo e il Consigliere provinciale Giampaolo Mantelli. Il percorso, della lun-ghezza di circa 4 Km, si è concluso alla San-tella mariana del Bosco del Lusignolo dove un ricco pic-nic ha accolto i partecipanti. La Camminata nel Bosco del Lusigno-lo fa parte della serie di appuntamenti e manifestazioni previsti dal calendario per

celebrare i dieci anni di vita della Nord Zinc S.p.A,. Nonostante la costante attenzione che l’azienda pone alle proprie prestazioni ambientali e sociali, il 2009 è caratterizzato da un particolare impegno verso la comu-nità locale. La camminata benefica è infatti solo una delle numerose attività promosse durante il corso dell’anno; ricordiamo il progetto <<Il mio amico cavallo>> a cui hanno partecipato, tra aprile e maggio, cen-totrenta bambini della scuola elementare di San Gervasio, e il <<Nord Zinc Volley Cup>> torneo di pallavolo svoltosi nel mese di luglio presso il Centro Parrocchiale Paolo VI. Le fotografie della Camminata sono visio-nali sul blog aziendale, visitabile collegan-dosi a www.nordzinc.com/blog.

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Ottobre 2009 Pag . 3Pianura OfflagaOfflagaLa

Quando la vittoria è per la vita!

Come è più dolce e piena la vittoria quando sai di avere combattuto con tutte le tue for-ze e, contro ogni previsione, raccogli i frutti della tua fatica. Lo sa bene Ermanno Manenti, offlaghese d’origine, manerbiese di residenza. La sua storia non è quella, pur sempre inte-ressante, che potrebbe raccontare un atleta qualsiasi, ma piuttosto quella di un uomo normale che, giocoforza, è stato chiamato a diventare “testimonial della vita”.Ermanno l’agosto scorso in Australia ha infatti conquistato la medaglia d’oro nella 20 km di ciclismo su strada disputatasi sulla Gold Coast. Tuttavia questa vittoria, che deve essere sommata al quinto posto ottenuto nella cronometro individuale, non è la “sempli-ce” vittoria di un atleta ben preparato, per-ché Ermanno l’ha ottenuta nell’ambito dei World Transplant Games, la competizione mondiale riservata ai trapiantati.Dopo una giovinezza trascorsa come molti altri ragazzi tra la scuola, la passione per il calcio e la bicicletta e gli amici Ermanno, dopo il servizio militare scopre di avere contratto, non si saprà mai come, una seria forma di epatite. Comunque tutto sembra essere sotto con-trollo, seguendo le cure e affiancato dal prof. Andri, Ermanno per un bel po’ di

anni prosegue la sua vita senza particolari difficoltà: il lavoro, la famiglia, lo sport. Nel frattempo però la sua malattia si cro-nicizza, le sue condizioni peggiorano fino a quando nel 2004 scopre che l’unica solu-zione alla patologia che gli viene diagnosti-cata è il trapianto di fegato. Inizia il calvario delle visite specialistiche sostenute a Pisa e dopo un iter estremamen-te complesso e doloroso, nel novembre del 2006, il suo nome viene inserito nella lista di chi è in attesa di trapianto. La sua vita, come quella della moglie Anto-nella e dei figli Stefano e Michele cambiano radicalmente, anche per il lento ma progres-sivo peggioramento delle sue condizioni. Tuttavia, la sua voglia di vivere e la capacità di affrontare, per quanto possibile, con ottimismo, questa prova, unite al sostegno della sua famiglia lo aiutano ad arrivare al giorno della tanto attesa telefonata con la quale gli viene confermata la disponibilità di un fegato compatibile.La notte tra il 3 e il 4 gennaio 2007 all’ospedale di Pisa, Ermanno viene sot-toposto al trapianto; l’intervento riesce perfettamente.Per quanto la ripresa e l’adattamento alla montagna di farmaci anti-rigetto siano duri, tanto dal punto di vista fisico quanto psicologico, Ermanno sa che la sua non

è sofferenza ma un ritorno alla vita; decide quindi di combattere con il sorriso sulle labbra. Trova la forza ne-cessaria in se stesso,

nelle persone che con amore lo accudiscono e negli amici che non gli fanno mancare il loro affetto. I suoi sorrisi sono tutti per loro; la sua riconoscenza è per chi, con la sua morte, gli ha permesso di tornare alla vita.Così Ermanno supera brillantemente la fase più critica, quella del post tra-pianto. Mentre si trova ancora a Pisa, grazie ad un giovane amico trapiantato, viene a conoscenza dell’A.N.E.D. l’Associazione Nazionale Emodializzati, che pro-muove attività sportive e non per trapiantati. Ermanno non perde tempo, si tessera, ma nonostante il desiderio di risalire in sella alla due ruote sia forte, solo nel 2008 inizierà a fare alcune passeggiate. Nella primavera del 2009, sponsorizzato dal gruppo di tifosi della “Vecchia Guar-dia” di Salò riceve una bicicletta nuova di zecca e inizia gli allenamenti per parteci-pare al Campionato Italiano organizzato dall’ANED. Nel maggio scorso, in terra novarese, Er-manno conquista il terzo posto sia nella 20 km su strada che nella cronometro in-dividuale. La soddisfazione è tanta ma non è sufficien-te a placare il suo entusiasmo e la voglia di dimostrare a tutti che è possibile tornare alla vita e tornarvi meglio di prima. Così, sempre seguito dalla moglie e dall’ami-co e “manager” ad honorem Cesare, il 20 agosto scorso si imbarca su un volo che da Malpensa lo porta a Singapore e da lì raggiunge Brisbane, in Australia, per parte-cipare ai World Transplant Games. Per Ermanno Manenti è un trionfo, con-quista infatti la medaglia d’oro nella 20 km battendo i 50 partecipanti della sua catego-ria provenienti da tutto il mondo.“Una vittoria davvero desiderata e nella quale speravo” - spiega Manenti- “per me è stata una gioia immensa e una doppia vittoria: contro gli avversari, estremamente forti; e contro la malattia”.

Una vittoria che Ermanno dedica alla mo-glie, ai figli, alle persone vicine e, prima di tutto, al donatore del suo nuovo fegato che naturalmente è sconosciuto ma che è sempre con lui.Parla al plurale Manenti, “noi ci siamo al-lenati” “…noi abbiamo vinto” e non è una plurale maiestatis quello che usa. “Il risultato agonistico è comunque impor-tante ma ciò che più conta è il messaggio che questa vittoria porta con sé” – con-clude Manenti - “È importante credere nel trapianto e riuscire ad affrontarlo con serenità. È l’unica possibilità per tornare alla vita e ad una vita normale fatta di lavoro,affetti, passioni e speranze”.Ed è la “speranza” la chiave di volta necessa-ria per affrontare al meglio quella che certo, sotto molteplici aspetti, è un’esperienza drammatica e destabilizzante.L’obiettivo da raggiungere, in questo caso, è la vita e “il trapianto è vita” e non solo per gli altri, perché domani su quella lista d’at-tesa potrebbe esserci il nostro nome. Questo non dovremmo scordarcelo mai e soprattutto quando una storia come quella di Ermanno Manenti ci insegna che un no-stro gesto di generosità può offrire a qual-cun altro un’altra occasione… per la vita.

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Ottobre 2009Pag . 4 Pianura S. GervasioS. GervasioLa

Il Water Ski San Gervasio alla ribalta europea

Nuove soddisfazioni per lo sci nautico bresciano. Ai Campionati Europei Giovani di Orthez in Francia, appena concluso, il Club Water Ski San Gervasio ha conqui-stato l’Oro di squadra e altre cinque meda-glie portando l’Italia ancora una volta sul gradino più alto del podio. Lo comunica con un pizzico d’orgoglio Giampaolo Mantelli, presidente provin-ciale Sci nautico, ideatore e promotore del laghetto artificiale adiacente al parco acquatico Le Vele e alle strutture ricettive del Parco del Lusignolo inaugurato uffi-cialmente nel giugno 2006 a San Gervasio Bresciano. “Questi risultati assieme alla Medaglia d’oro dei giochi del Mediterra-neo, il bronzo in slalom e in combinata agli Europei Under 21 di Matteo Luzzeri, e alle numerose conquiste degli anni precedenti, hanno un significato molto importante per il nostro club, ad oggi il più medagliato dell’ultimo ventennio – commenta Man-telli –. Una conferma del lavoro svolto, della serietà e professionalità dei nostri tecnici e dirigenti, ma anche della qualità della nostra struttura”.Il centro di San Gervasio, è sede del Centro federale di Sci nautico, il secondo della giovane storia della FISN (Federazione italiana di sci Nautico). Già teatro di nu-merose gare nazionali ed internazionali fra cui gli Europei Under 21 svolti nel 2007 (al quale hanno partecipato 25 nazioni con 85 atleti) ospiterà i prossimi mondiali Ju-niores che si svolgeranno dal 4 all’8 Agosto 2010 (previste 45 nazioni). In lizza con il Messico e la Svezia, la struttura San Ger-vasina è stata ritenuta dai massimi esperti come la migliore al mondo ove praticare lo sci nautico. Le sfide su queste acque sono sempre molto avvincenti. Le particolari caratteristiche organolettiche dell’acqua e le sponde del laghetto infatti permettono

agli atleti di raggiungere record. “Si tratta di un ulteriore riconoscimento alla location ben nota agli appassionati di questa disciplina, ma soprattutto di un evento eccezionale che permetterà a Brescia e a San Gervasio in particolare, di ospitare per la prima volta una manifestazione di così alto livello, oltre che di farsi conoscere a livello mondiale” aggiunge Giampaolo Mantelli.Per quanto riguarda invece il Club Water Ski San Gervasio, presieduto da Fedele Luzzeri - consigliere Federale e vicepresi-dente nazionale, basti dire che da quattro anni è campione d’Italia, ovvero un polo di altissimo livello, punto di riferimento per tutta la nazione.Nel frattempo la Scuola di Sci Nautico a San Gervasio si rimbocca le maniche: presente dal ’93 con atleti di alto livello, sta svolgendo un’intensa attività didattica con l’obiettivo di promuovere la disciplina. Ha iniziato due anni fa con dei corsi di avviamento allo sci nautico all’Università di Scienze Motorie di Brescia (grazie alla collaborazione di Ugo Ranzetti, presidente Coni) e proseguito (con l’aiuto di Cristina Finazzi – docente di filosofia dello sport) estendendo l’impegno al Liceo di Trescore Balneario (Bg), al Liceo di Sarnico (Bg) e al Liceo di Manerbio oltre che alle Scuole elementari e medie di San Gervasio. Sono stati circa 200 gli studenti coinvolti nei corsi finalizzati all’insegnamento teo-rico della disciplina e alle prove pratiche che si sono svolte nei mesi estivi sotto le tutele dei maestri federali Claudio Benatti e Genadi Guralia.“Tutti i ragazzi sono rimasti entusiasti – spiega Fedele Luzzeri che è anche pre-sidente della Scuola di Sci Nautico di San Gervasio – ancor più quando sono venuti a provare. Di sicuro questo è uno sport che, anche se praticato a livello agonistico, non toglie ore allo studio perché si pratica in estate. Si tratta di una disciplina sana e piacevole che contribuisce a formare il fisi-co dei nostri ragazzi. Lo sport è vita: aiuta a crescere e a conoscere se stessi”.“Mi auguro che i positivi riscontri che stia-mo avendo siano solo l’inizio di un lungo percorso di eventi che contribuiscano a valorizzare la cultura dello sport e a dare visibilità al nostro territorio – aggiunge ancora il presidente provinciale Mantelli- L’attenzione per la pratica sportiva è molto alta, così come è molto sentito il suo valore formativo come cultura, come opportunità di crescita e di “sana” socialità, soprattutto per i giovani”.

San Gervasio Bre-sciano, è un comune sempre caratterizza-to da gente attiva, vivace, amante del proprio paese, delle proprie origini, del-le proprie tradizioni e anche dei propri beni culturali e ar-chitettonici.In questi anni di-versi gruppi rionali si sono costituiti in amicizia e siner-gia per organizzare eventi volti al recu-pero di edifici per-lopiù religiosi. Ne sono esempio il gruppo della chiesetta del preziosissimo sangue, meglio conosciuta come la chiesetta dei caduti o di via parco, dove ogni anno viene allestito in periodo natalizio un presepe per il Santo Natale, ed il gruppo della festa delle Casacce, che da quattordici anni porta avanti la propria “mission” con passione e motivazione, ossia la ristrutturazione della Chiesetta di Santa Maria Assunta in località Casacce.È proprio di questo gruppo e di questa Chiesetta di cui si vuol scrivere. La storia della Chiesetta nasce molti anni addietro, agglomerata nel complesso di una cascina, ora conosciuta come cascina Salera, divisa a metà come proprietà tra due famiglie. Una di queste due famiglie, diversi anni fa, decide di vendere la proprietà, cedendo la propria parte della Chiesetta alla par-rocchia. La famiglia restante, la Salera, decise di tenere la seconda metà della chiesetta, condividendola appunto con la parrocchia stessa. Questa piccola chiesa è un punto di riferimento importante per chi vive nella frazione del comune sangervasino e da anni ospita funzioni religiose a cadenza regolare.Con l’utilizzo la chiesetta inizia ad avere bisogno di interventi importanti di ma-nutenzione e così la famiglia Salera, con il consenso della parrocchia, decide di organizzare dal lontano 1995 una festa che tuttora si tramanda di anno in anno, con il solo fine di poter eseguire a piccoli passi dei risanamenti delle varie parti. Si iniziò così, in tutta semplicità, ripren-dendo anche una tradizione delle famiglie che vivevano alle Casacce, quella della festa del Ferragosto religioso, rivolta per l’ap-

punto a Santa Maria Assunta, alla quale è stata dedicata la chiesa. Le persone risposero bene all’iniziativa proposta, una festa per il riassetto della chiesetta, sia in fatto di partecipazione al lieto evento, sia come collaborazione attiva. Amici, parenti, residenti, si uniro-no in un gruppetto che supporta i Salera nell’organizzazione e nel coordinamento della manifestazione, nonché della gestio-ne degli spazi e delle attrezzature, messi a disposizione dalla famiglia stessa.Il ricavato di questi quattordici anni ha permesso il restauro e il riassestamento di diverse parti, tra le più importanti è doveroso ricordare: l’orologio e i suoi mec-canismi con nuove campane che dopo anni tornano a suonare, il tetto, la sacrestia, il tabernacolo, l’altare, il pavimento, il cam-panile, le tinteggiature, le finestre, ecc…Durante alcuni restauri sono stati ritrovati anche interessanti reperti, di anni non troppo lontani ed ancora ben impressi nella nostra mente: lettere della seconda guerra mondiale, che erano nascoste nel tabernacolo. Queste lettere sono state in-serite in un quadro ed esposte nell’abside. Ogni anno, dopo aver sostenuto le spese vive e di risanamento, il gruppo della festa devolve il rimanente in denaro alla parroc-chia per contribuire alle ingenti spese a cui costantemente deve far fronte.La chiesetta di Santa Maria Assunta è visi-tabile in occasione delle funzioni religiose ed inoltre sono ben accetti nuovi visitatori o volontari per le prossime edizioni della festa a fine estate alle Casacce.

Terminati i restauri della chiesa delle Casacce

Le medaglie aicampionati Europei

Alessandro Paci: Oro in saltoMarialuisa Pajini: Argento in figureMarialuisa Pajini:Bronzo in saltoArieta Kaldis: Bronzo in slalomArieta Kaldis: Bronzo in figure

Il lago artificiale di San Gervasio

Il lago di sci nautico fa parte di un progetto territoriale più ampio che comprende un imponente parco acquatico, “Le Vele” (200 mila biglietti a trimestre), ed un bosco di pianura “Parco del Lusignolo”, tra i più grandi d’Italia.L’insieme di queste strutture, fortemente voluta dall’amministrazione dell’ex sindaco Giampaolo Mantelli è la base di una sinergia che sta attraendo l’interesse

di molte persone. Il lago, lungo 950m, è caratterizzato da una prima parte larga 65 metri che si allarga a 100 metri. La Club-House è un edificio di 800 metri quadri con numerosi servizi: un ufficio, spogliatoi, un immenso porticato che circonda tutto l’edificio e l’appartamento del custode. Al di sopra dell’edificio vi è un grande balcone dove tutti possono vedere la pratica dello sport.

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Ha fatto ingresso a San Gervasio Brescia-no don Vittorio Brunelli accompagnato da gente della parrocchia San Giorgio di Dello, dove ha esercitato il suo ministero dal 1991 dopo essere stato vicario coo-peratore a Gambara (1975-1978), essere stato animatore nel Seminario vescovile (1976-1971). Ora a San Gervasio accolto nella parrocchiale dei Santi Gervasio e Pro-tasio gremita di fedeli che si sono preparati all’evento. Il saluto delle autorità locali e dei giovani l’hanno accolto. Don Vittorio ha ricevuto in consegna la sua nuova parrocchia, ha celebrato la Mes-sa circondato da numerosi sacerdoti della zona, ed al Vangelo ha indirizzato il suo messaggio di saluto alla gente di San Ger-vasio in parole chiare quanto esplicite sulla sua nuova missione. Egli ha rivolto un pensiero a don Giacomo, che ha lasciato la parrocchia per l’infermità e per la quale è stato costretto alla rinuncia, ed ha invitato alla preghiera “per la sua ma-lattia, perché sia forte nelle sue sofferenze e con lui anche i malati del paese che cono-scerò e visiterò” ha detto nel suo intervento il nuovo parroco nel chiarire che si trova in pace “non perché l’ho voluto, ma perché

mi hanno mandato, in onore di Cristo e nel suo nome. Io non sarei venuto a San Ger-vasio come non sarei andato da nessun’altra parte. Stavo bene dov’ero, forse stavo fin troppo bene” ha detto anco-ra don Brunelli confermando la sua obbedienza al Vescovo ma affermando: “Io sono qui per annunciare la Fede, sostenere la Fede, far crescere la Fede, rafforzare la Fede. La Fede dovrebbe restare come nostra convinzione sempre più

nel cuore ed al centro della nostra vita poi-ché niente vale più della Fede. Io sono venuto qui con nessun particolare piano, la mia unica guida sarà la celebrazio-ne dell’atto liturgico, cioè il culto del Cristo conosciuto, amato e celebrato, il culto alla Madonna, ed ai Santi. Io non sono qui - ha ribadito don Vittorio - per insegnarvi a divertirvi. A fare giochi siete bravissimi, capaci da soli. Ma sono qui poiché l’unica mia preoccupa-zione, e intento, è portarvi a Gesù Cristo. Tutto il resto non m’interessa”. Sono parole chiare di un sacerdote che s’è assunto la guida della comunità con la stessa passione e lealtà con le quali ha assolto al compito assegnatogli quando lo destinarono a Dello. In modo egregio come hanno voluto testi-moniare i dellesi salutandolo alla partenza.Don Vittorio Brunelli è originario di Borgo San Giacomo. Conosce la pianura bresciana nella quale un nuovo impegno lo attende. Anzi è già iniziato. Auguri!

San Gervasio, don Brunelli in parrocchia

Pianura S. GervasioS. GervasioLa

CatsL’accademia dell’arte e della musica Lino Fassoli, nata a San Gervasio Bresciano nel giugno 2008, inizia un nuovo anno acca-demico ricco di attività, escursioni giorna-liere e corsi per adulti e bambini.Dopo aver avviato durante il 2008/2009 corsi di musica e di arte quali: archi, chitar-ra, pianoforte, canto, solfeggio e fotografia, oltre ad uscite di vario genere tra cui: Arena di Verona in occasione di opere di notevole importanza, città d’arte, come lo scorso 13 Settembre a Ferrara, è a riproporre i corsi esistenti e delle interessanti novità in fase di ultimazione. In questa occasione è lieta di invitarvi alla partecipazione al musical “Cats” prevista per sabato 30 gennaio 2010 al teatro Al-lianz di Assago (Mi). La versione di questo musical storico è in lingua italiana.La partecipazione attraverso l’accademia,

prevede viaggio A/R San Gervasio B.no - Assago (possibile partenza anche da Ma-nerbio), biglietto di poltrona, da prenotare entro il 13 Dicembre 2009 al costo di € 45,00 per i soci accademia, e € 50,00 per i non soci.Il viaggio è confermato solo con il raggiun-gimento del numero minimo di parteci-panti e le prenotazioni sono confermate solo con il versamento della quota di par-tecipazione.Per informazioni inerenti all’accademia e per prenotazioni, costi o adesioni all’asso-ciazione, aperte a tutti anche in qualità di sostenitori simpatizzanti, contattare:Nicola Bertoni 380 3935468 - Erminia Micheletti 030 9934990 oppure scrivere a [email protected]

I nuovi fenomeni

Una sconosciuta specie di fenomeni si aggi-ra per San Gervasio: sono i nuovi ammini-stratori comunali di maggioranza.Sono saliti in cattedre brandendo la dur-lindana degli antichi cavalieri medievali, quelli, per intenderci, intemerati e senza macchia. Dopo aver esibito un respiro libe-ro ad ogni piè sospinto, oggi si ritrovano ad essere senza alcun respiro.Per abbattere quel Moloch che risponde al nome di Teresa, hanno scalato metafori-camente le mura di un castello fortificato come si usava in quel tempo: con le scale ed incuranti dell’olio bollente che i difensori del castello versavano sulle loro teste.Sprezzanti del pericolo conquistano final-mente il castello.Il popolo si aspetta una dimostrazione di fermezza, di coerenza con le motivazioni proclamate ai quattro venti nei momenti

precedenti la scalata.I nuovi fenomeni cosa non combinano, invece? Deliberano la decadenza di una delibera del 2005 e si dimenticano di noti-ficarla ai diretti interessati.Non solo: quando la Orus, proprietaria dell’area, presenta la dichiarazione d’inizio lavori nessuno dei nostri prodi segnala alla ditta che la delibera era stata cassata.I nuovi fenomeni dimostrano, così facendo, che la loro mano destra non conosce quello che fa la sinistra.Se la delibera è decaduta, tutti gli atti con-seguenti e dipendenti sono anch’essi deca-duti e pertanto l’Orus non può dar corso ai lavori. Se ciò fosse vero, perché i nuovi fenomeni non lo comunicano all’Orus?Ci verrebbe da dire: solo i fenomeni sanno fare cose che i comuni mortali immagi-nano.

Cambiare per il gusto di cambiareUn gruppo di genitori degli alunni delle scuole elementari e medie di San Gervasio stanno, in questi giorni, raccogliendo le firme per chiedere il ripristino della viabilità inerente il plesso scolastico. Cosa è successo? Per dimostrare che i nuovi amministratori sono migliori dei precedenti, si è modificato il sistema di parcheggio, nonché viario.Così operando i parcheggi si sono dimezzati

e la sicurezza degli alunni messa a repenta-glio. Infatti, con il parcheggio centrale gli alunni devono attraversare la strada mentre prima scendevano direttamente sul marcia-piede. Chi è lo scienziato che ha inventato questo nuovo modo?Un premio a chi ce lo dirà!

Alle “Vele” un’estate alla grandeOltre duecentomila presenze, il venti per cento in più rispetto alla stagione prece-dente. Sono i numeri dell’affluenza alle Vele di Casacce, riferiti da Ezio Stagnoli, con la soddisfazione dell’imprenditore che ha fatto centro, che ha saputo cioè creare un ambiente unico in Lombardia tanto da in-durlo a pensare ad altri progetti per ora solo

accantonati ma pronti per essere realizzati. Si accenna all’area ancora libera nella quale si vorrebbe creare un paesaggio che s’affac-cia sulla distesa d’acqua simile a Portofino il ridente complesso urbano delle Cinque Terre. Un golfo incantevole riprodotto fra il verde della campagna coltivata lombarda.

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Il nome Ottobre deriva dal latino Octobris. È il decimo mese del calendario e conta 31 giorni. Questo mese era consacrato a Marte, il dio della guerra e della lotta e rappresentava lo scontro dell’estate con l’inverno giunto a prendere il possesso del proprio tempo (mentre il mese di Marzo gli era dedicato al dio del risveglio). Per i Celti Cantlos era il dodicesimo e ultimo mese del calendario; con Samonios (tempo della semina) aveva inizio il nuovo anno. In campagna il colore è quello caldo e ma-linconico delle foglie gialle e rosse, tipiche dell’autunno, si raccolgono mele e pere in-vernali, le castagne sono finalmente mature facendo esplodere i ricci, i suoni sono quelli del vento che soffia tra gli alberi che si pre-parano al lungo letargo e delle greggi che si preparano alla transumanza verso la valle.

1 GIOVEDÌ S. Teresa del Bambin Gesù

Utuer l’è bél ma tè pronto l’ombrèl Ottobre è bello ma tieni pronto l’om-

brello

1994 - Manerbio: riprende l’attività del Tribunale dell’ammalato.

Il presidente Ivo Ferraguti, a nome dei promotori, assicura: “Risponderemo per iscritto a tutti coloro che si rivolgono a noi con le loro richieste”.

2 VENERDÌ Ss. Angeli Custodi

Chi ‘nsomma ‘n utùer el mèda ‘n giogn Chi semina in Ottobre, miete in Giu-

gno

1870 - Lo stato d’Italia annette i territori di Roma e dello Stato Pontificio. Roma viene proclamata capitale d’Italia

1994 - Manerbio: all’oratorio riprende la scuola per genitori sul tema “Formazione alla vita di coppia” a cura della Parroc-chia in collaborazione “Pro familia” e segretariato diocesano per la pastorale della famiglia.

3 SABATO S. Gerardo Ab.

“Sarlóde dè zög crèdega póc” Allodole che giocano, non crederci.

1990: Germania dell’Est e dell’Ovest

si riunificano dopo l’abbattimento del muro di Berlino.

La capitale del nuovo stato tedesco tor-nerà ad essere Berlino.

4 DOMENICA S. Francesco D’assisi

Patrono dell’Italia con Santa Caterina da Siena

È luna piena: continuano giornate calde e piacevoli

A Milzano festa della Madonna del Ro-sario

Oggi la Stramanerbio, manifestazione podistica curata dalla Polisportiva Steam Boiler, società di volontari per lo sport.

Per San Francèsc la nespola ‘n del sestèl Per San Francesco la nespola nel cesto

1990 - Manerbio: dopo l’incendio nella parrocchiale del 31 maggio 1989 si tira-no le somme dei contributi raccolti per riparare i danni.

In lire italiane vecchio conio: circa 70 milioni provengono dalle offerte dalle comunità, 120 milioni sono stanziati dall’amministrazione civica quale con-tributo straordinario. È possibile così mettere mano ai restauri.

5 LUNEDÌ S. Placido Martire

A San Francesc ‘nsomma el forment se tà òl esser content

A San Francesco semina il frumento se vuoi esser contento.

1582 - In Italia e in molti altri Paesi cattolici viene introdotto il Calendario Gregoriano: il giorno 5 Ottobre 1582 non esiste (il calendario fu spostato di-rettamente dal 4 al 15 Ottobre)

6 MARTEDÌ S. Bruno Ab. “La lèngua la ga miga l’òs, ma la spaca èl

dòs” La lingua non ha osso, ma è in grado di

rompere la spina dorsale

1994 - Manerbio: il magistrato del Po autorizza i lavori nel Mella dal ponte sulla Statale fino all’infrastruttura del Canalotto per porre rimedio alle disa-strose piene del fiume.

7 MERCOLEDÌ N.S. Del Rosario

“ndò ‘l rìa ‘l pitùr scàpa anch’el Signùr” “Dove arriva l’imbianchino va via anche

il Crocefisso”

1994 - Bovegno: nel concorso di poesia “Angelo Canossi” bella affermazione di Memo Bortolozzi, poeta dialettale ma-nerbiese con l’opera “Not ‘n bianc”.

8 GIOVEDÌ S. Pelagia

“A santa Giüstina, i durcc èn cuzìna” A santa Giustina i tordi in cucina

1994 - Manerbio: inaugurazione di nuo-ve attività nel centro commerciale Leone che ha ampliato i propri spazi.

9 VENERDÌ S. Dionigi, S. Ferruccio

“Tàia cürt, endömia lóng” Taglia corto, vendemmia lungo

1994 - Manerbio: la prof. Vittorina Co-stanzi va in pensione e lascia la presiden-za della scuola media Zammarchi. Le subentra il prof. Francesco Rongaroli già preside a San Paolo e Dello.

10 SABATO S. Daniele Comboni Vescovo Misiso-

nario

La galina di oter la’mpegna la sò. La gallina d’altri impegna la propria

1990 - Manerbio: incontro di basket fra Telemarket e Corona Cremona a beneficio del Comitato “salaam ragazzi dell’olivo” che hanno in affido tredici ragazzi palestinesi

11 DOMENICA S. Firmino Vescovo

A Pralboino è Sagra per San Flaviano

“La mèsa l’è longa sè la diusiù l’è cürta” La messa è lunga se la devozione è corta.

1994 - Manerbio: inaugurata in palazzo Soffiantini la mostra “Omaggio a Ma-riano Fortuny” con esposizione di abiti realizzati dagli studenti dell’istituto.

In contemporanea aperta la collettiva dei pittori manerbiesi nel Centro culturale.

Due rassegne per mantenere la tradizione

in concomitanza con la sagra d’ottobre a cura del Comune.

12 LUNEDÌ S. Serafino Capp.

‘mprèsta mai gna ‘n liber gnà caài Non prestare mai né libri né cavalli

1427 - La battaglia di Maclodio rievoca-ta dal Manzoni nell’ode: “S’ode a destra uno squillo di tromba; a sinistra risponde uno squillo…” - Il conte di Carmagnola guidò alla vittoria l’esercito veneto.

1492 - Cristoforo Colombo approda sulle sponde di quella che crede essere la costa indiana, in realtà approda sulle coste di quelle che verranno poi chiama-te Americhe (dal nome dell’esploratore italiano Amerigo Vespucci)

13 MARTEDÌ S. Edoardo Re

“Fòmne e bò dei paés tò” Donne e buoi dei paesi tuoi.

1990 - Manerbio: al museo civico mo-stra sui “Recenti ritrovamenti dell’età del bronzo nella Bassa Bresciana” a cura del gruppo storico archeologico.

14 MERCOLEDÌ S. Callisto I Papa

“Dio èl dà èl fiöl e ‘l sò caagnöl” Dio dà il figlio e il cesto per custodirlo

1923 - Inaugurazione del campo sporti-vo dell’oratorio maschile con un incon-tro di calcio tra la Libertas di Manerbio e l’Edera di Brescia.

L’incontro di calcio è preceduto da una corsa sui 100 metri riservata ai giovani e da una corsa di resistenza sui 2 km.

Il tutto nel quadro delle feste per la se-conda di ottobre.

15 GIOVEDÌ S. Teresa D’avila

“A santa Teresa sarlóde ‘n presa” Nel giorno di santa Teresa bottino di

allodole.

16 VENERDÌ S. Edvige, S. Margherita A.

“A san Gal sè sùl sulèt nó fa, gh’ è tré més dè malandà”

C A L E N DA R I O B R E S C I A N Oa cura di Franco Piovani

Pianura ManerbioManerbioLa

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Se a san Gallo non c’è sole o solicello seguiranno tre mesi di maltempo.

1978 - Il polacco Karol Wojtyla eletto papa col nome di Giovanni Paolo II

1994 - Acquafredda: al manerbiese Memo Bortolozzi il premio di poesia con la lirica: “Il mio inverno”.

17 SABATO S. Ignazio D’a., S. Rodolfo

“A cassadùr vècc, s-ciòp dè ‘na petàca, ma ca che ferma e nó sè stràca”

A cacciatore vecchio e fucile che non vale una patacca, ma cane di ferma e che non si stanca

1990 - Manerbio: nel torneo di basket di basket la Expert Brescia conquista il primo posto precedendo nell’ordine Verona, Gea Motor Manerbio e il Ca-lendasco.

1997 - Offlaga: alla cascina La macchia prendono il via i corsi di ippoterapia realizzati in collaborazione con l’Anire, l’associazione per la riabilitazione eque-stre.

18 DOMENICA S. Luca Evang. A Bassano, Offlaga e Leno è Festa per la

Madonna del Rosario

Luna nuova - L’aria fredda porterà brevi piogge e nebbie notturne nelle valli

“Per san Löca, chi nò ga ‘nsurnàt, star-löca”

Per san Luca chi non ha seminato traslo-ca

1954 - la Texas Instruments annuncia la prima radio a transistor

1990 - Verolanuova: Giuseppe Botturini vince il torneo di tennis della Finchimica col punteggio di 6-4, 6-4 su Costanzo Lini.

Terzo Marino Masotti, quarto Piero Bono.

19 LUNEDÌ S. Isacco M., S. Laura

“Chèl chè Dio ‘l völ l’è mai tròp” Quello che Dio vuole non è mai troppo

1990 - Ghedi: al centro polifunzionale in scena “Col cor e vergòt òter”, musiche del complesso Batmen e la compagnia Chèi dè Manèrbe con testi di Memo Bortolozzi.

20 - MARTEDÌ S. Irene Quand a utuèr ‘l piof o ‘l trùna ‘l sarà ‘n

bù enverne Quando a Ottobre piove e tuona l’inver-

nata sarà buona

1990 - Manerbio: nel teatro civico rela-zione del prof. Luciano Pocar sull’arche-ologia del Messico centrale.

Iniziativa del gruppo storico archeologi-co e del civico Museo.

21 MERCOLEDÌ S. Orsola

De utùer sa ciàpa mìga ‘l pès chèl s’a mìga nà trìglia

D’ Ottobre pesce non si piglia che non sia la triglia;

1990 - Manerbio: fra le preoccupazioni dei commercianti si parla di pedonalizza-zione del centro storico.

“Non vogliamo esperimenti sulla nostra pelle o finalizzati a spostare correnti di traffico su nuove zone commerciali” le ragioni degli interessati.

22 - GIOVEDÌ S. Donato Vescovo

A làà ‘l co a l’asen sa tra via la lisia e opò ‘ saù

A lavare il capo all’asino si spreca la lisci-va ed il sapone

1994 - Manerbio: in San Faustino si con-clude la serie dei cinque concerti “Alla scoperta delle chiese di Manerbio”.

La serata con il pianista Giovanni Riva-dossi di Nave.

23 VENERDÌ S. Giovanni Da C.

A fabricà e begà, sa consoma qel che sa gà A fabbricare e litigare si rovina quel che

si possiede

1994 - Dello: la sagra del chiodino apre con lo spettacolo “Mai stigà la tersa età” tre atti in dialetto del manerbiese Memo Bortolozzi

24 SABATO S. Antonio M.C. San Raffaele Arcangelo Giornata delle Nazioni Unite

A fala a ‘n sop ga ol ‘n drit A farla ad uno zoppo ci vuole un dritto

1836 - brevettato il fiammifero

1929 - inizia la crisi della borsa di New York: la cosiddetta “crisi del ‘29” sarà un periodo oscuro che metterà in ginocchio gli Stati Uniti, e non solo.

25 DOMENICA S. Crispino, S. Filstro, S. Daria, San

Gaudenzio

A Cignano è Festa per la Quarta D’otto-bre

Alle ore 3 si torna all’ora solare: gli oro-logi vanno spostati indietro di un’ora

San Crispino e San Ciprià metèga na guar-dia a ogni ulìf

San Crispino e San Crispiano a ogni olivo un guardiano

1888 - Due dodicenni, Tommaso Clerici e Roberto Bonassi, si gettano nella Bas-sana e traggono in salvo una bambina, Virginia Pigossi.

Vennero gratificati con una medaglia di bronzo dal Premio Carini al merito filantropico.

26 LUNEDÌ S. Evaristo Papa

Primo quarto di luna - Correnti dal Nord porteranno il primo freddo e brinate.

A chi gà sàlta prèst la rabia a la svèlta la gà pàsa

Chi si adira velocemente, velocemente si calma.

1863 - fondata a Ginevra la Croce Ros-sa.

1936 - Germania e Italia annunciano l’alleanza dell’”Asse Roma-Berlino”.

27 MARTEDÌ S. Fiorenzo V. Beata Teresa Eustochio

Verzeri

Nèbia a utùer e àqua à noèmber Vè sò ròbe bùne dàl cièl

Nebbia a Ottobre e pioggia a Novembre fanno scendere beni dal cielo

1798 - I cittadini di Brescia con 767 voti contro 3 bocciano la nuova Costituzione della Repubblica Cisalpina proposta dai francesi.

28 MERCOLEDÌ Santi Simone E Giuda Apostoli

A san Simù serlode a montù. A San Simone allodole a mucchi

1994 - Diatriba tra Leno e Manerbio per la questione degli ospedali. Gli infermie-ri contestano i trasferimenti program-mati al commissario regionale Carmelo Finocchio che prevedono riduzione dei posti letto di Medicina e Chirurgia nelle due strutture.

29 GIOVEDÌ S. Ermelinda, S. Massimiliano, Il Sa-

cro Pozzo Dei Martiri

“La Proidènsa la vé quand meno sa la spèta”

La Provvidenza arriva quando meno la si aspetta.

1990 - Burrascosa riunione del consiglio comunale sulla questione dei nomadi a Manerbio. Il consigliere comunale Franco Gazzaretti invita la giunta a “non prestare ascolto alle voci di pochi intol-leranti realizzando il progetto approvato da due anni per il campo nomadi”.

30 VENERDÌ S. Germano Vescovo

“Sè ta ghét neènt dè fa, va ‘n cantina a traasà”

Se non hai nulla da fare vai in cantina a travasare.

1922 - Il re, Vittorio Emanuele III, in-carica Benito Mussolini, duce del partito fascista, di formare il Ministero.

31 SABATO S. Lucilla, S. Quintino

“Quand passa i söbiòcc, ghè ché l’inverno” Quando passano gli uccelli fischiatori è

qui l’inverno.

1860 - Approvazione della legge elettora-le sugli aventi diritto al voto.

Il diritto era riservato ai maschi mag-giorenni di età non inferiore ai 25 anni, alfabeti e che godevano dei diritti civili e politici, che pagavano un censo annuo di imposte dirette non inferiore a lire 40 o che possedevano le “capacità” previste dalla legge.

Potevano essere elettori, anche non pa-gando l’imposta di lire 40, coloro che appartenevano a determinate categorie quali professori, insegnanti, ufficiali, magistrati, ecc.

A comporre il censo concorreva (art. 2) qualsiasi tributo diretto pagato allo Stato o alla Provincia (non poteva, in-vece, essere considerata la quota comu-nale); l’imposta prediale, la personale e la mobiliare, le prestazioni fisse e quelle professionali pagate per miniere e fucine, i diritti di finanza imposti per l’esercizio di uffici e professioni e altre simili.

Valevano pure, per l’iscrizione, la prova di possedere da cinque anni, senza in-terruzione, 600 lire sul debito pubblico (art. 7) e la pigione annua pagata per le case, gli opifici, i magazzini e le botte-ghe.

In complesso 418.696 elettori su 22.182.377 abitanti pari al 1,9% della popolazione.

L’iscrizione alle liste elettorali era affidata ad un sistema misto:

All’iniziativa degli aventi diritto che do-vevano presentarsi agli uffici comunali per dimostrare il loro titolo di ammissio-ne;

Ai consigli comunali ai quali era fatto obbligo di inserire nelle liste anche co-loro che notoriamente possedevano i requisiti richiesti per essere elettori.

Pianura ManerbioManerbioLa

ANDARE (dial. ANDÀ)Accade talvolta che per puro interesse o per effettivo bisogno qualcuno si asservii a qualche potente e come gli antichi servi che seguivano pedissequamente il padrone così i nostri si sottomettono ed è come ANDÀ A PE DRE A CHI VA A CAAL (andare a piedi dietro a chi va a cavallo) pronti magari in caso di malaparata dovuta al decadimen-to del potente a fuggire a gambe levate cioè ANDÀ COME ŒN CA SCOTAT (andare come un cane scottato) per evitare di finire in guai peggiori o cadere completamente in miseria vale a dire ANDÀ A FAS BÛZERÀ (andare a farsi buggerare) o ANDÀ ’N TOCH (andare a pezzi), ANDÀ EN DEL BALÛ (andare nel pallone) ANDÀ AL DE SOT (andare al di sotto del limite) ANDÀ EN MALÛRA (andare alla malora).Può succedere a volte che a causa di un brindisi di troppo non si riesca a seguire la “diritta via” per cui si procede zigzagando e al pari di una biscia ANDÀ A BISA BOA quando entriamo nelle grazie di qualcuno al punto che questi nei nostri confronti diventi disponibile al massimo grado vuol dire che GA ANDÒM A ITA (gli andiamo a vita, gli facciamo buon sangue).In caso di solenne arrabbiatura per cui si ol-trepassano i limiti dell’autocontrollo si usa dire ANDÀ ZO COME CIARA MATA.Quando durante una riunione o un rice-vimento ci annoiamo, e vogliamo eclis-sarci senza dare nell’occhio si dice filarsela all’inglese che in bresciano si traduce AN-DASEN DÀ ’L BAL DEL EMPIANTÛ (andarsene piantando tutti in asso).

DARE (dial. DÀ)Si dice che la curiosità sia femmina ma cre-do che anche i maschi non siano immuni da questo difetto (?) perciò sono tanti quelli che I DA DEL NAZ PER TŒT (danno di naso dappertutto) cioè mettono il naso ovunque.Quelli che I DA DENTER ’N VERGOTA (danno dentro in qualcosa) sono coloro che iniziata un’opera si buttano dentro anima e corpo per realizzarla nel più breve lasso di tempo.Quando invece si rinuncia definitivamente ad un’impresa iniziata da tempo ecco che si DÀ EL REEDÌS A VERGOTA (dare l’arrivederci a qualcosa) pur essendo più un addio che un arrivederci a ciò che si era cominciato.A volte si pensa di donare cose di pregio a qualcuno che non conoscendone il valore le sottovaluta e non ne fa un uso adatto per cui questi dono sono sprecati ed è come DÀ ’L FÉ AI AZEGN(dare il fieno agli asini) o come dicevano i latini “proii cere margaritas ante porcos” (gettare le perle ai porci); di fronte ad una persona che in modo lagnoso o petulante ci chiede dei favori è opportuno DÀ SENTÛR COME ’L PAPA AI SCROCH (dare ascolto come fa il papa con gli scrocconi) cioè fingere di ascoltare ma non dare corso alle richieste come si dice faccia il Papa che ascolta tutti ma esaudisce i veri bisogni ignorando gli scrocconi.

MODI DI DIRELe nostre parole

a cura di P. V. T.

segue a pag. 9.

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La torre civica di Manerbio

Mons. Paolo Guerrini ha pubblicato nel libro “Manerbio. La Pieve e il Comune” una serie di documenti che attestano l’ini-zio della costruzione della torre civica di Manerbio, cui si rinvia per gli approfondi-menti del caso.Si chiama torre e non campanile per il sem-plice fatto che la proprietà dell’immobile è del comune e non della parrocchia.La parrocchia è soltanto proprietaria del concerto di campane e non dell’immobi-le.Il 1603 è l’anno della costruzione, subito dopo l’arrivo del nuovo arciprete Tebaldo Foresti in quanto il precedente era “troppo basso, incomodo e cadente”.Il 26 marzo 1603, presso la chiesa della Disciplina, la Vicinia (l’allora comune) costituisce un “sindacato”, ovvero una commissione incaricata di seguire la co-struzione della nuova torre.Del sindacato fanno parte sia una rap-presentanza degli abitanti di Manerbio composta da Andrea Biscardi, Oratio Bot-to, Hipolito Pagano, Pietro Locadello, Francesco Zintil, Zovan Testa, Sindici, Lorentio Marì, Ambrosio Ribetto, Zoan Antonio Zambello, Bernardino Balino, Pietro Cavagner, Francesco Fregoso, Zuan Fredi consilieri, che una delegazione dei cittadini bresciani abitanti o proprietari in Manerbio composta da Grumer Loda, Filipo Loda, Bartolomeo Baratta, France-sco Rainer, Honoris Lorando, Hieronimo Rampino.Il 9 maggio 1603 don Hieronimo Iorci, curato, stende una scrittura con la quale si incaricano i “marengoni” Gio. Antonio Avanzo, Domenico Bondi e Cristoforo da Ogna, il primo di Brescia e gli altri due di Rezzato, per la costruzione della torre.I capimastri dovranno attenersi al modello in legno custodito dall’arciprete ed al pro-getto conservato da Orazio Botti entrambi

predisposti dal cremonese Giuseppe Datta-ri, detto il Pizzafoco, architetto di fama.La durata concordata per completare l’ope-ra è fissata in cinque anni ed il corrispettivo viene convenuto in 11.000 lire planet.Il 7 settembre 1603 il sindacato si riunisce presso la casa dell’arciprete per determinare il contributo che gli abitanti di Manerbio devono corrispondere per finanziare l’ope-ra.Si decide d’istituire una “taglia di berlingot-ti trei per Anima, berlingotti trei per Casa, et berlingotti trei per piò di terra da esser scossa la terza parte per il presente, et l’altra terza parte per tutto il futuro prossimo Agosto 1604 dovendosi bonificare nella presente ta-glia quel tutto che si fosse fin’hora pagato o in qualche modo datto fuora per conto di detta torre, intendendo non dell’elemosine me ben per conto delle taglie passati”.Nonostante il fatto che la torre sia civica, anche il clero manerbiese decide assogget-tarsi alla taglia per non essere “escluso da simil merito”.Il Guerrini così racconta il proseguo della fabbrica.“Il cassiere Girolamo Rampini tenne regolar-mente il registro dei pagamenti fatti ai due capimastri di Rezzato, e poiché non correva danaro o moneta, si dava l’equivalente in natura, cioè lino, linosa, frumento, miglio, e qualche raro zecchino tanto ai due soprastan-ti quanto all’oste che li albergava, e credo che altrettanto facessero gli oblatori, specialmente la povera gente di campagna che doveva pa-gare la imposta di tre berlingotti a testa.L’ultima ricevuta di Cristoforo Ogna di Rez-zato è del 25 febbraio 1610 e la liquidazione dei conti avvenne l’11 giugno 1610, restando qualche residuo debito del Comune e dei Cittadini verso le due Scuole o Confraternite del SS. Sacramento e della Madonna della Neve che aveva dato a prestito dei capitali a piccolo interesse.

I cittadini nobili (Luzzago) e i cittadini bresciani abitanti o proprietari in Maner-bio, che avevano contribuito alle spese della fabbrica, per salvaguardare il loro diritto di proprietà ebbero una chiave per la porta che era vicino al nuovo campanile.Una delle chiavi era presso i Luzzago, i quali poterono duplicarla”.In realtà l’opera non venne completata.Il 1 novembre 1821 una nuova commissio-ne si insedia per dar corso all’ultimazione della torre. La commissione è presieduta dal parroco Lorenzo Ghirardi e da Trojano Gorno, Ercole Luzzago, Giò. Batta Fiorentini e Girolamo Boninsegna ed è partecipata da Francesco Ruggeri, Giacomo Pedrioni, Franco ed Evangelista Tenchini.Con il 1 gennaio 1822 si inizia la raccolta delle offerte.Dal registro degli oblatori, conservato pres-so l’archivio parrocchiale, veniamo a sapere che il primo e più consistente donatore è il parroco, che si impegna a versare la somma di lire italiane 40 per un triennio e per un totale di lire italiane 120.Alla data del 6 maggio 1826 la somma complessiva raccolta con le offerte am-monta a lire milanesi 3.515:8:6.La cifra non era sufficiente a coprire le spe-se e l’opera tarderà ad essere iniziata.Nel 1842 un fulmine si abbatte sulla torre e ne danneggia seriamente la sommità.Il 7 settembre 1842 i deputati comunali Gorno e Grazioli scrivono alla Fabbriceria che hanno incaricato l’impresario edile (perito murario è definito nella lettera) Luigi Alghisi di eseguire una perizia circa la solidità della cupola sormontante la torre civica.L’Alghisi, nella sua perizia, definisce la cupola “in stato di pericolo, e di nessuna durata”.Sulla base del parere dell’Alghisi, la depu-

tazione comunale invita la Fabbriceria ad intervenire prontamente per evitare un probabilissimo crollo.Tre giorni dopo la Fabbriceria risponde di-chiarandosi impossibilitata ad intervenire perché priva della necessaria autorizzazione da parte delle superiori autorità.Non solo, afferma che la spesa non è di sua competenza, forte del parere dell’I.R. Subeconomo di Leno perché la torre è civica.Passano tre mesi ed il 19 dicembre i depu-tati comunali Boninsegna, Gorno e Gra-zioli scrivono nuovamente alla Fabbriceria comunicando che l’I. R. Commissario Distrettuale di Leno, in esecuzione di un decreto del 27 settembre dell’Imperial Regia Deputazione Provinciale, invita i fabbricieri a stipulare un contratto a cot-timo, così da procedere alla demolizione della pericolante cupola, con spese a carico della Fabbriceria.La Fabbriceria, a stretto giro di poste dieci giorni dopo, dichiara di non disporre delle necessarie lire austriache 333,54 risultanti dal preventivo del “murajo” Alghisi.A dimostrazione della propria situazione finanziaria allega un aggiornato “Prospetto dello stato attivo e passivo”.Il prospetto evidenzia attività pari a lire austriache 11.464 e passività pari a 11.548, con un saldo passivo di lire austriache 84.La querelle tra Comune e Fabbriceria non ha fine.Il 1 febbraio 1843 la Fabbriceria invia all’I.R. Subeconomo di Leno una propo-sta.Ribadendo che non dispone della cifra ne-cessaria, ma ripromettendosi di fare delle economie per l’anno in corso, propone che le spese inerenti la demolizione della cupola vengano ripartite a metà con la deputazione comunale.Il 6 marzo 1843 l’I. R. D. P. risollecita la Fabbriceria ad intervenire immediatamen-te mediante la stipula di un contratto di cottimo per la riparazione della cupola ed invita la deputazione comunale a concorre-re nella spesa in caso di appurata mancanza di fondi da parte della Fabbriceria.L’accordo è finalmente trovato.Il 25 aprile 1843 i deputati comunali Bo-ninsegna e Gorno comunicano alla Fabbri-ceria che l’impresario Luigi Alghisi è stato liquidato con lire austriache 100 per la demolizione della cupola e che, pertanto, tocca alla Fabbriceria l’onere per la realizza-zione del “copertume”, ovvero del tetto.Il 27 settembre 1843 l’I. R. D. P., dopo aver ricevuto dall’Ufficio Tecnico Provin-ciale il collaudo delle opere eseguite per la torre e più precisamente la demolizione della cupola e la realizzazione di una coper-tura provvisoria, autorizza la deputazione comunale a pagare il 50% della spesa am-montante a lire austriache 237,06.Ci siamo attardati a raccontare la diatriba tra Comune e Fabbriceria per evidenziare come le finanze pubbliche non fossero in grado di sostenere spese improvvise.Dopo che le opere di messa in sicurezza della torre furono ultimate, la deputazione comunale, spinta dalla necessità di ripristi-nare la sommità della torre e conscia delle

a cura di Michelangelo Tiefenthaler

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aspirazioni della popolazione che premeva per completare l’opera, rompe gli indugi e in data 13 maggio 1843, con propria let-tera, incarica l’architetto Rodolfo Vantini di predisporre il progetto per il completa-mento dell’opera.La lettera è firmata dai deputati comunali Boninsegna, Gorno e Grazioli e dai fabbri-cieri Luzzago, Tenchini e Gorno.Nella lettera si chiede “di innalzare sopra questa pubblica torre una cupola, ed a gu-glia, per rimpiazzo di quella testé demolita siccome minacciava di cadere”.Il 18 settembre 1843 i medesimi deputati e fabbricieri inviano una seconda lettera al Vantini per sollecitare la redazione del progetto.Da questa lettera si evince che gli ammini-stratori manerbiesi si erano già incontrati con il Vantini ed avevano concordato il da farsi.Infatti, il primo sopralluogo del Vantini è del 15 maggio, due giorni dopo la lettera d’incarico.In quell’occasione il Vantini proponeva una cupola piramidale rivestita di piombo.L’arch. Vantini era il migliore architetto bresciano del tempo la cui fama aveva var-cato la provincia ed aveva importanti lavori anche a Milano.Il Vantini, dopo aver compiuto dei sopral-luoghi, consegna il progetto completo di relazione, descrizione delle opere, capitoli d’appalto, stima delle opere, prospetto rias-suntivo dei materiali ed analisi dei prezzi.Tutti gli elaborati del progetto portano la data del 5 marzo 1844.L’ammontare delle opere ammonta a lire austriache 18.057,67.Lasciamo a lui la parola per descrivere le opere progettate, così da rendere più evidente e più genuino l’insieme delle ope-re occorrenti per il completamento della torre.Riportiamo di seguito, integralmente, la relazione di progetto.

Provincia di BresciaComune di Manerbio

Distretto XIII di Leno

Relazione sul progetto pel compimento della Torre Co-munale di Manerbio.

La torre pel cui compimento venne dalla De-putazione Comunale con lettera 13 Maggio 1843. incaricato il sottoscritto ad effettuarne il progetto, trovasi attualmente costrutta fino all’attica; e su questa avvi provvisoriamente sovrapposto delle assi inclinate a due spioven-ti, da levarsi onde procedere all’esecuzione del finimento che si propone di dare ad essa.Nella visita locale tenutasi dal sottoscritto il giorno 15. Maggio 1843. col concorso della Deputazione Comunale si ebbe occasione di notare nella parte eseguita, le seguenti mende, che sarebbe opportuno di togliere nella circo-stanza del compimento della parte superiore della torre stessa.

Il fusto non trovandosi in accordo con la 1. parte superiore della torre, perché il primo è tutto in mattoni, e la seconda tutta ad into-naco, sarebbe mestieri per ottenere il detto accordo, o di simulare in pietra, mediante un intonaco le fascie verticali scendenti agli angoli della torre, ovvero di simulare in mat-toni la parte di dette fascie che fiancheggiano gli archi della cella delle campane, il qual se-

condo partito ne sembra il più semplice ed il più ragionevole.

Gli archi e finestroni del-2. la Cella delle campane, sono troppo grandi, e quindi oltre al riuscire ineleganti, lasciano che le acque pluviali causate dal vento, portino nocumen-to al castello delle campane. Sarebbe quindi opportuno di restringerne ed abbassarne la luce, colla costruzione di due archi, sostenuti da una colonna nel mezzo, e da due pilastri appoggiati ai piedritti dell’arco attuale, come vedesi nell’unito disegno.

Le imposte degli archi 3. sono di cotto e tutto che da poco tempo eseguite, trovan-si già guaste e mutilate, per cui parerebbe opportuno, che venissero ricostrutte in pietra nella parte esterna.

Anche la cornice e la su-4. periore balaustrata presenta-no un carattere di esilità, non conveniente alla maschia ro-bustezza di una torre.Però sembra che sarebbe opportuno di so-stituire alla detta cornice, quella che vedesi nel predetto disegno delineata, riordinando eziandio la superiore balaustrata.

L’attica sovrapposta alla cornice, non 5. presenta un ottagono regolare, ed inoltre dif-fetta di solidità, per cui si ritiene doversi ad ogni modo rinnovare.Tali opere vennero quindi comprese nella compilazione del presente progetto, tenen-done però separato calcolo a norma della Deputazione Comunale, qualora avvisa opportuno diferire l’esecuzione di taluna di esse, ed anche ommetterle affatto.In quanto poi alla costruzione della superio-re piramide, che forma la parte principale dell’incarico affidato allo scrivente, esso spe-rimenta dapprima che fosse più opportuno eseguire la detta piramide in legno di larice coperto esternamente con lamine di piombo, ma fattone il disegno con tutti i particolari, per poterne desumere il computo regolare della spesa conobbe che questo ammontava a lire £ 25.800, ed era di troppo superiore a quella che il Comune era disposto di sostenere per quest’opera.Si pose quindi a fare nuove indagini, miran-do all’utile scopo di combinare un decoroso compimento alla torre, colle viste economiche del Comune, e venne nella persuasione che costruendosi tale piramide in mattoni, a qual modo che praticatasi comunemente ne’ secoli di mezzo, si riusciva a diminuire notabil-mente la spesa, ed abbracciò un tale partito.La saldezza ed il buon effetto che presentano i finimenti delle torri antiche, costrutti nel modo stesso che si propone nell’attuale pro-getto, ne fanno sicuri che si debba ottenere un uguale risultato, in quello della torre di cotesto Comune.Solo vuolsi avvertire che le costruzioni di que-sto genere addomandano non pure scieltezza di materiali, ma somma perizia e particolari diligenze negli artefici a cui vengono affida-te, per cui lo scrivente giudicherebbe assai prudente partito accordare la esecuzione con parziale contratto, ad un Capomastro di sperimentata abilità, anziché avventurarla ad un artefice mal sicuro con un pubblico appalto.L’importo totale delle opere da eseguirsi se-

condo le norme suindicate, ammonta come dall’unita perizia a £ 18.057.67.

Rodolfo Vantini Brescia 5. Marzo 1844

Il 3 gennaio 1846 il Vantini scrive una lettera alla Deputazione comunale di Ma-nerbio lamentandosi del fatto che il suo onorario non era ancora stato pagato.Come risulta evidente, per ciò che riguarda la finanza comunale, non vi è niente di nuovo sotto il cielo di Manerbio. A parziale giustificazione dell’inadempien-za del comune vi è la ricordata querelle con la Fabbriceria.La deputazione comunale sostiene che, essendo l’incarico conferito al Vantini sot-toscritto anche dai fabbricieri, il costo dell’onorario deve essere ripartito a metà, memore dell’analogo accordo stipulato in occasione della messa in sicurezza della torre.Ma torniamo al progetto del Vantini.Le opere eseguite, sulla base della docu-mentazione esistente e della verifica de visu, non furono in linea con il progetto predisposto dall’architetto bresciano.Anzi, è presumibile che l’intervento si li-mitò alla sistemazione della copertura ed al rifacimento della balaustra.La ragione era, con ogni probabilità, detta-ta dalle questioni economiche.Il 26 marzo 1952 un altro fulmine si ab-batte sulla torre danneggiando la balaustra e la cella campanaria.Il crollo delle macerie provocano dei danni alle case di proprietà Zenucchini ed al ne-gozio di stoffe di Cesare Pedrioni.Da allora ad oggi i fulmini hanno rispar-miato la nostra torre.La torre ha subito un restauro negli anni ‘80 e l’attuale aspetto ne è la conseguenza.La ricerca storica è stata condotta presso l’Archivio Parrocchiale.

Nella pagina a sinistra: riproduzione del progetto presentato dal Vantini, per gentile concessione dell’Archivio Parrocchiale di Manerbio.Sopra: immagine di inizio novecento della torre civica.

DIAVOLO (dial. DIAOL)Il detto EL DIAOL L’ENSEGNA A FÀ LE PIGNATE E MIGA I COERCC (il diavolo insegna a fare le pentole e non i coperchi) suona come monito per coloro che compiono qualche malefatte perché prima o dopo verranno scoperti per quan-to possano credere di essere tanto furbi da ritenersi persone che I LA FARÈS ACH AL DIAOL (la farebbero anche al diavolo) SAÌ DOE ’L DIAOL TÉ LA CÛA (sapere dove il diavolo tiene la coda) è un modo di dire riferito a qualcuno che è considerato tanto sagace, furbo e conoscitore delle cose del mondo appunto di sapere dove il diavolo tiene la coda.Tornando a chi si comporta male ecco il detto LA FARINA DEL DIAOL LA VA TŒTA EN CRŒSCA (la farina del diavo-lo va tutto in crusca) ossia ciò che si ottiene in modo malevolo presto degenera e a alla malora.QUAND EL TÒ DIAOL L’È NASÌT, EL MÉ L’ANDAA A SCHŒLA (quando il tuo diavolo nasceva il mio andava a scuola) e l’espressione usata da un adulto verso qualcuno più giovane che ha tentato di ab-bindolare uno appunto più grande di lui.A questo mondo però c’è qualcuno che riesce a dare dei punti al diavolo: la donna, tanto che si dice che LA FOMNA LA FA LA PANADA AL DIAOL E PO LA GHÈ LA FA MANGIÀ (la donna fa la panata e al diavolo e poi gliela fa mangiare) nel senso che con le sue arti ammaliatore rie-sce a convincere tutti compreso il diavolo facendogli mangiare un piatto semplice come la “panada” (pane cotto nell’acqua con pochissimo condimento) credendo di mangiare un manicaretto.

GALLINA (dial. GALINA)La gallina, classico animale da cortile, entra a buon diritto nella composizione di molti detti e proverbi come il classico ANDÀ A DORMÌ A L’ÛRA DELE GALINE (an-dare a dormire quando di vanno le galline) cioè andare a dormire molto presto.Per definire una situazione di eccesso di abbondanza per cui uno può permettersi di avere tutto perfino AIGA DEL LAT DE GALINA (avere del latte di gallina) o MANTIGNIS A LAT DE GALINA (man-tenersi a latte di gallina) cioè possedere cose inverosimili.ESER GALINA ECIA (essere gallina vec-chia) non è solo la condizione per fornire un buon brodo ma anche il fatto di saperla lunga sui fatti della vita per l’esperienza maturata con l’età.Se in un gruppo impegnato a realizzare un progetto qualcuno si estranea o si interessa ad altro è perché costui ha già raggiunto, o sta per farlo, un proprio scopo per cui è come LA GALINA CHE VA PER CA E CHE L’A BECAT O LA BECARÀ (la gallina che gira per casa o ha già beccato o beccherà).Quando una persona non riesce a mantene-re un segreto si dice che EL GA MANGIAT EL CUL DELA GALINA (ha mangiato il culo della gallina) e chi fa notare agli altri un fatto increscioso avvenuto in quel mo-mento viene paragonato a LA PRIMA GA-LINA CHE CANTA LA GA FAT L’ŒF (la prima gallina che canta ha fatto l’uovo) in quanto chi si accorge per primo è spesso indicato come l’autore del misfatto.

segue da pag. 7

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Il cardinal Bagnasco in visita a PontevicoPontevico 13 settembre 2009……È stato un evento storico per la comu-nità di Pontevico e per l’intera provincia di Brescia, avere incontrato Sua E. il Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della CEI, in occasione dell’evento conclusivo delle cele-brazioni per il 400° anniversario dell’Abba-zia di Pontevico.Sua Eccellenza è “natus in Vico Pontevico, apud Brixiam”. È nato Pontevichese e que-sto ci onora.È stato si un luogo casuale, Pontevico, ma per un cristiano, e noi siamo cristiani, il giorno natale, l’accesso alla vita è il transito gioioso verso la prima fonte di luce. L’amministrazione rappresenta oggi un Co-mune di gente leale e laboriosa, taciturna e responsabile, misurata nei gesti ma ferma nei propositi, solidale nel bisogno e fedele nella tradizione di partecipata cristianità.Gente laboriosa, abituata ad affrontare con determinata concretezza le sfide della vita

economica e sociale sempre più attenta ai maggiori bisogni che purtroppo rendono più difficili le soluzioni, ma certamente più salda ed integrata con forme di aggregazio-ni, laiche e cattoliche insieme, dove trova forma e sostanza il valore della solidarietà.La sfida che viviamo, che affrontiamo e che dobbiamo vincere è infatti ora, ed ancora di più, quella di fondere armoniosamente le nuove componenti del mercato dei nuovi bisogni, con il dinamismo dell’economia, nel rispetto dell’economia sociale, e per la dignità di ogni essere umano.Abbiamo aperto e possiamo aprire al nuovo, e allo straniero senza rinunciare a noi stessi, anzi rafforzando i nostri valori, con la difesa forte e decisa della nostra identità e delle nostre tradizioni, aperti mente e cuore a chi cerca nel nostro Paese una possibilità onesta di vita dignitosa, ma nel rispetto delle regole.

Alfianello, quattro secoli fa S. Carlo nel paese del b. PavoniQuando nel sedicesimo secolo Carlo Bor-romeo, arcivescovo di Milano e poi car-dinale, nel suo lungo giro per le diocesi lombarde visitò la Bassa Bresciana Centrale constatò che fra le trenta in cui venne a fermarsi almeno una decina erano piccole ed in condizioni inadatte, al ruolo ed al de-coro di un tempio. Fra queste, “incongrua” era definita la chiesa di Alfianello dei Santi Ippolito e Cassiano che nel giro di pochi anni venne costruita nuova. Si mise mano ad un nuovo progetto per un nuovo edificio. Il cantiere fu allestito nel 1594 e nel 1609

la nuova parrocchiale apriva al culto. Col passare dei secoli risultò ancora piccola per la popolazione tanto verso la fine del diciannovesimo secolo se ne decise l’am-pliamento. Correva l’anno 1893 quando la chiesa venne riaperta con le opere d’arte realiz-zate in precedenza quali la pala dell’altare maggiore di Francesco Paglia, una tela sulla Circoncisione del Bonomi ed un’altra rappresentante Sant’Antonio abate del Gandino. Ricorrendo quest’anno il 400° anniversario domenica 27 settembre alle 18,30 il vesco-

vo della diocesi mons. Luciano Monari è giunto in paese per celebrare l’evento. “Abbiamo programmato una settimana di preparazione – commenta il parroco don Mauro Manuini alle prese con gli ultimi dettagli delle iniziative. “Ma la Chiesa che desideriamo celebrare – prosegue – è quella Chiesa che con assi-duità si ritrova a celebrare le meraviglie del Signore nella nostra storia. Don Raffaele Maiolini, insegnante di te-ologia fondamentale presso il seminario diocesano, ci ha aiutato a comprendere l’appartenenza alla Chiesa di Cristo mentre

don Giuseppe Fusari è intervenuto a spie-garci le linee architettoniche ed artistiche della nostra chiesa parrocchiale” prosegue il parroco che si è assicurato la collabora-zione della Comunità Shalom per lo spet-tacolo andato in scena all’Oratorio.La Messa celebrata dal vescovo Luciano Monari è stato il momento conclusivo delle iniziative per la gran parte localizzate all’Oratorio dedicato al beato Lodovico Pavoni che ad Alfianello è nato e del quale nei mesi scorsi è stato inaugurato il busto in bronzo collocato nella piazza del Muni-cipio, dono degli ex allievi dei Pavoniani.

Il Sindaco di Pontevico, dott. Roberto Bozzoni, omaggia il cardinal Bagnasco con una targa ricordo della sua visita per il quarto centenario dell’abazia.

Pochi mesi ancora per la nuova tangenziale di PavonePavone Mella avrà la tangenziale costituita da una variante Sp 11, la Bagnolo-Seniga. Si tratta di un raccordo diretto fra la strada che scende da Brescia e quella che conduce al territorio di Cigole; inoltrandosi dalla Strada Longa pavonese che sbuca nei pressi del ponte sul Mella al confine con Cigole. La nuova strada sarà pronta per la fine di aprile del prossimo anno e consentirà di decongestionare il centro del paese soprat-tutto dal traffico pesante. Il tracciato del nuovo percorso sarà lungo un chilometro e settecento metri sul quale il progetto prevede due rotatorie e di un

ponte sul vaso irriguo Molina. Lo stato dei lavori è stato oggetto di un sopralluogo dell’assessore ai Lavori pubblici della Provincia Mauro Parolini accompa-gnato dal direttore del settore produttivo Bortolo Perugini. Per il Comune di Pavone erano presenti il sindaco Piergiorgio Priori con il tecnico comunale Luca Facchetti.Il cantiere è stato aperto il giugno scorso ed il lavoro prosegue con celerità nel rispetto dei tempi previsti. È soddisfatto il sindaco Priori: “Stiamo coronando un progetto quello della tangen-

ziale, che era già stato ipotizzato dalle prece-denti amministrazione agli inizi degli anni ‘90”. Il costo dell’opera, frutto di accordo fra Provincia e Comune, al lordo è stimata sui 2.700.000 di euro, di cui per due terzi coperta dall’Ente provincia e un terzo a carico nostro”.È un’operazione di rilievo, di grande importanza sia per la percorrenza dei mezzi che per la garanzia di sicurezza data al paese, che significa anche migliora-mento della condizione di vita.

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Ottobre 2009 Pag . 11Pianura LenoLenoLa

Dal “Dominato Leonense” una campa-gna di formazione per reclutare risorse umane per i servizi di soccorso gestiti dalla Croce bianca di Leno. L’appello è rivolto soprattutto ai giovani invitati al corso di primo soccorso promosso in collaborazione con il 118.

Le lezioni si terranno martedì e giovedì dalle 20.15 alle 22.30 per una durata di 120 ore. Dopo le prime 40 ore e dopo un esame di idoneità svolto dalla direttrice sanitaria dell’associazione Antonella Prandini, l’aspirante soccor-ritore sarà abilitato ad accompagnare i pazienti nei trasporti programmati.

Informazioni ai numeri: 393-0898699 e 030-906247.

Recital di Antonio Piovanelli in memoria di Giuseppe Linetti nel decimo anniversa-rio della scomparsa, nel teatro comunale di Lograto. In platea la vedova, signora Fernanda con la figlia ed il figlio e numerosi associati all’Ucid bresciana della sezione di Maner-bio. Antonio Piovanelli, che è di Lograto, ha voluto ricordare l’amico offrendo con ar-dore, passione ed impeto un’interpretazio-ne dell’ “Incontro di Dante con Virgilio” descritto dal Sommo Poeta nel primo can-to della Commedia, e “L’incendio di Troia”

dal libro secondo dell’Eneide di Virgilio. Coloro che hanno avuto la fortuna di ascoltarlo, sono stati indotti alla conside-razione come sia sempre valido il principio “nemo propheta”, cioè nessuno è profeta in patria. E la sua patria dovrebbe essere la terra bresciana dove pochi conoscono le doti dell’artista e le sue qualità interpretative al proscenio e nei teatri di posa cinema-tografici. La sua principale attività nel mondo del cinema è quella d’interprete e tra i lavori più interessanti sono da citare la presen-

za nel cast del film Novecen-to (1976) di Bernardo Ber-tolucci dove ha interpreta-to la parte di Turo Dalco e nel successivo “Novec en to parte seconda” sempre di Ber-tolucci. Piovanelli ha f r equen t a to la scuola del Piccolo Teatro di Milano; si è diplomato al Centro Speri-

mentale di Cinematografia di Roma con maestri come Orazio Costa e Toni Comel-lo, dai quali ha imparato il lavoro dell’atto-re sulla poesia. Nel cinema ha lavorato coi fratelli Taviani, Valentino Orsini, Alberto Lattuada, Bernardo Bertolucci, Marco Bellocchio, Giuliano Montaldo, Francesca Archibugi. In teatro ha lavorato con Luchino Viscon-ti, Giorgio Strehler, Orazio Costa, Gian-carlo Cobelli, Roberto Guicciardini, Che-rif, Angelo Savelli, Giuseppe Bertolucci, Luca Ronconi in ruoli da protagonista come Woyzeck di Büchner, Riccardo II di Shakespeare, il padre in Affabulazione di Pasolini, e in Ruzante. Da molti anni si sposta volentieri all’estero come attore-ambasciatore della poesia ita-liana con performances su Dante, Catullo, Michelangelo, Alfieri,Virgilio, Pasolini. Negli ultimi anni è stato invitato da teatri, centri di cultura e università di tutta Euro-pa, Nord Africa e America del Sud. Inoltre è ormai consuetudine che l’Univer-sità La Sapienza di Roma lo inviti a chiude-re l’anno accademico con l’interpretazione di brani delle tre cantiche della Divina Commedia.Brescia lo ignora, ma ora nel suo currico-lum può inserire a pieno titolo e merito il ricordo di Giuseppe Linetti che gli fu lealmente amico perché uomo di profonda umanità.Linetti è stato fondatore della Cobo di

Leno, assurta ad industria di livello mon-diale, e promotore della sezione Bassa Bre-sciana Centrale dell’Ucid, l’unione cristia-na imprenditori e dirigenti. “Era un amico che amava l’arte e la cul-tura come patrimonio delle cognizioni ed esperienze acquisite tramite lo studio per una specifica preparazione nei campi del sapere” ha commentato Delfino Tinelli intervenuto per ribadire la disponibilità dell’imprenditore Linetti al quale è dedica-to ogni anno il concorso che va alla scoper-ta di nuovi talenti nelle scuole bresciane.

Leno, una nuova legislatura per continuare a crescere

Sono passati solamente tre mesi dalle ele-zioni amministrative eppure sembrano or-mai un ricordo lontano, forse anche perché l’attività dell’Amministrazione Comunale non si è mai interrotta. Molti e positivi sono stati i traguardi rag-giunti insieme in questi anni e molti anzi moltissimi sono i progetti ancora in costru-zione e che stanno finalmente prendendo forma. Prima fra tutte senza dubbio la ristruttu-razione del teatro comunale, che con tutta probabilità entro natale potrà essere resti-tuito ai lenesi dopo trenta anni di chiusura e di degrado. La nuova sala polifunzionale Comunale con i suoi 190 posti a sedere e la galleria si affiancherà al già esistente teatro par-

rocchiale situato presso l’oratorio e all’au-ditorium che sorgerà presso la nuova sede di Cassa Padana nelle vicinanze dell’area Italmark. La rinascita di Leno si può evi-denziare anche attraverso l’esistenza di tanti spazi dove le persone possono e po-tranno incontrarsi, dialogare, discutere per progettare insieme il loro futuro e quello della loro comunità. È con grande orgoglio e dedizione che continuiamo a portare avanti questo no-stro progetto, questa nostra idea di paese nonostante il periodo di crisi economica che le nostre aziende e di conseguenza le nostre famiglie stanno attraversando. Credo però che sia proprio nei periodi più difficili dove è necessario stringere i denti e tirare fuori le idee migliori per far si che

non venga mai meno l’intelligenza e la laboriosità,che nella storia, dalla più re-cente a quella più antica, hanno sempre contraddistinto Leno, la sua gente e in generale tutta la bassa bresciana. È con questo augurio e con questo spi-rito che ci apprestiamo insieme a vivere l’autunno alle porte. Arrivederci al prossimo nume-ro di questo nuovo mensile dedicato alla nostra terra, dalle pagine del quale cercherò, con l’aiu-to della redazione, di informarvi puntual-mente sui progetti e le iniziative in can-tiere.

Ricordato Linetti imprenditore illuminato

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Aspettando la TerzaTerminate le manifestazioni che hanno animato il paese in occasione della Festa di San Michele, patrono della comunità bas-sanese, si stanno preparando e si stringono i tempi per la realizzazione di altri momen-ti di aggregazione e svago culturale.Archiviata positivamente la Festa del Giovane promossa ed organizzata dalla Consulta Giovani, terminata la bella festa dell’Anziano offerta agli anziani del paese dal Gruppo Volontari per Bassano e nella cui circostanza si è consegnata ufficialmen-te la cittadinanza onoraria alla sig.ra Savio Alessandra (di origini bassanesi) vedova del luogotenente Filippo Merlino tragicamen-te caduto a Nassirya, conclusa la stupenda rassegna di trattori e macchine agricole d’epoca promossa dalla locale sezione Col-diretti bassanese ora si guarda avanti.L’occasione prossima sarà la Terza domeni-ca di ottobre, festa religiosa che i bassanesi celebrano in onore della Madonna quale ex voto in ricordo della vittoria nella battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571) tra crociati e mussulmani, una tradizione particolar-mente tipica della bassa pur se vissuta nelle singole comunità in domeniche diverse del mese di ottobre.Sempre con il patrocinio del Comune di Bassano Bresciano, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura delegato all’As-sessore Giovanni Francesconi, è di scena il Gruppo Artistico Culturale Bassanese

che attraverso il suo presidente Filipponi Giacomina organizza per domenica 18 ottobre la manifestazione “ARTE & MO-TORI 2009”.

A partire dalla mattina ore 9 saranno pre-senti le bancarelle del mercatino artigianale nella piazza centrale antistante il comune, mentre presso il Palazzo Comunale si po-tranno ammirare auto e moto d’epoca al piano terra e più sopra, al primo piano, saranno esposte tele e sculture di rinomati artisti bresciani e lombardi tra cui spiccano il nome del maestro scultore Remo Bom-bardieri e del pittore Fazio Lauria.Poco distante dal Palazzo Comunale, ove nell’occasione sarà consentito visitare la cappella del venerabile Alessandro Luzza-go, sarà possibile assistere nella magnifica cornice del Palazzo Brunelli ad un estem-poranea di pittura dove i citati artisti bre-sciani mostreranno le tecniche utilizzate nella realizzazione delle loro opere.Inaugurazione prevista alle ore 11 dopo la S. Messa alla presenza delle autorità civili e religiose.

Non resta quindi che andare a vedere ciò che Arte & Motori 2009 offrirà ai bassane-si ed a quanti vorranno partecipare.Presso l’oratorio femminile sarà allestita la Pesca Parrocchiale il cui ricavato servirà appunto a sostenere le opere parrocchiali.

Riprendono i corsi di violinoA settembre sono ricominciati a Bassano i corsi di violino.I corsi sono individuali, pertanto sono adatti a tutte le età ed a ogni livello di pre-parazione dell’allievo.Grazie all’ospitalità del nostro comune, il costo del corso è contenuto al solo onora-rio del nostro insegnante.Già in precedenza avevamo dedicato un

articolo a questa iniziativa, tesa a valoriz-zare uno strumento ricchissimo di storia ma che ancora oggi è fondamentale nella musica, compresa quella leggera.

Per info:prof. Fabrizio Dall’Asta cell. 3394716321 (insegnante) oppure Angelo Guerreschi cell. 3341620481 (organizzatore).

La schola cantorum a TorinoLa Schola Cantorum di Bassano Bresciano si è esibita nella chiesa del Palazzo Reale di Torino, in occasione della gita organizzata il 12 e 13 settembre 2009, circostanza che

ha visto la corale visitare anche la Basilica di Superga e la villa reale di Venaria.

Cittadinanza onoraria per la Sig.ra Savio

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Acqua, Mella e rogge

Prima di teorizzare, anche con un po’ di fantasia ed elaborare previsioni vendute per certe perché schematizzate all’interno di un proprio credo, saggezza vorrebbe che si sottoponessero a confronto, non solo democratico, con altre meno calamitose e rabbiose e pensare ai propri panni, da non sciacquare comunque nel Mella.I problemi idrici del pianeta hanno dimen-sioni che sfuggono anche agli esperti.A proposito il problema Mella sta raggiun-gendo dimensioni temporali quanto meno antiquarie e quindi il restauro integrale, ma anche solo parziale, presenterebbe costi elevatissimi e soprattutto pare impossibile la soppressione di quei tarli cronici che per-petuano i danni e la situazione: è in primis una questione pedagogica che dovrebbe esser ricostruttiva di una sensibilità dispersa o danneggiata da principi opportunistici, equalitaristici, rivendicativi e modaioli di più o meno recente insorgenza.Chi, dei non più giovani, non ricorda il Mella, le sue acque, le sue sponde prospe-re, amene, lussureggianti e ben tenute, i ghiaioni, le “zapade”, le “paline”, gli invasi e i sollevamenti dove caccia, pesca, nuoto e voga primitiva su improvvisate ed empiri-che imbarcazioni, a costruzione artigiana, coesistevano senza disturbarsi.Un locale “mare nostrum” è stato testimone di spensierate vacanze, semplici, dove diver-tirsi era frutto di fantasia e spontaneità, non imposto da mode né declinato da attuali modelli globalizzati e strutture che unifor-mano tutto e che non ti fanno percepire né accorgere se sei in montagna, al lago o al mare, né in quale di questi del pianeta.Le cause sono le consuete e ribadite: in sintesi sovradimensionamento e concentra-zione sul territorio tributario del fiume (da nessuna programmazione tutelato) delle più svariate attività umane e quindi perdita

da parte di quest’ultimo della capacità as-sorbente e di smaltimento, nonostante gli attuali aiuti tecnologici.Inutile sollevare, in modo ricorrente, e la-mentoso, cose scritte e riscritte sul pro-blema delle acque, degli argini inquinati, ricolmi di rifiuti e oggetti a lungo tempo di degradabilità, visibili e non visibili, senza che nessuno abbia cambiato per un solo momento le proprie abitudini inquinanti, di spreco e di sperpero, nelle quali ci siamo involuti.La verità dice che, ormai si tratta di una si-tuazione irrecuperabile perché la pietrifica-zione delle sponde per stabilizzarle ne ha di-strutto la configurazione naturale in modo irreversibile, ha sepolto una già esistente stratificazione di rifiuti plastici, gommosi, di laterizi vari e metalli ed altro ancora: ora aspettiamo una nuova e ancora più varia e inquinante stratificazione da seppellire.La conseguenza è stata di non avere più un fiume, ma un grande scarico a cielo aperto, dove confluiscono fossi, rogge e seriole con le stesse caratteristiche e che sono l’esem-pio constatabile della capillarizzazione dell’inquinamento domestico industriale manifatturiero e agricolo (vi scaricano gli elettrodomestici, vi si lavano le autobotti, le cisterne, i carro-botti, ecc. ecc.).Certo, l’incomparabile bellezza della ve-getazione superstite e i miracoli botanici, anche minimi, stendono veli pietosi e una coltre che sembrano attenuare la dramma-ticità del quadro diagnosticato.Dopo questa divagazione sulle nostre ac-que, comunque pertinente, torniamo pure a parlare d’acqua in genere, tema iniziale dell’articolo, per dire che non si può ra-gionare al di fuori del pragmatismo, dello status quo reale: teorizzare inimmaginabili distribuzioni se non sovvertendo la già dif-ficile e complessa evoluzione del sistema

Si plaude e si applaude alle grandi imprese umane di ogni origine e colore, ed è cosa giusta per eventi filtrati ed immuni etica-mente, puliti.Questo accade da sempre ed è patrimonio genetico, etologico e spirituale dell’uomo.La penetranza tangibile, l’espressività e la fenomenologia percettibile del concetto che ne sta alla base è però diversamente manifestata a seconda dei tempi, dei luo-ghi, dei costumi, delle abitudini sociali e dei modi di esternazione degli uomini coinvolti nella vicenda e/o nell’evento.Un’unitarietà nella distinzione almeno fra i luoghi, i tempi e le finalità degli osanna era data dall’essenza dei concetti alla base di questi eventi: vita e morte.Non può esserci equiparazione, anche solo per contrapposizione della loro significa-tività tra questi contrari, a meno che non si valutino sotto il profilo della visione filosofica cristiana.Pertanto se l’applauso scrosciante, sonoro ed esultante va riservato alle cose della vita, al contrario di quest’ultima, ne spetta inve-ce uno più intimo, spirituale, controllato, meditativo, riflessivo, composto, personale e introspettivo, cioè un silenzioso plauso o partecipazione di assenso meno spettaco-

lare ed esibita.L’etimologia è analoga, ma la preposizione che differenzia i due termini richiede ed esige questo, così è nell’accezione comune.Tutte le massime espressioni culturali, sempre, come poesia e prosa, musica ed arti varie hanno dedicato una tipologia espressiva e dato un’impronta specifica, se si vuole a volte anche manieristica, all’epi-fania concettuale terminologica; restando perciò molto orientata nella tematica cele-brativa: nulla di festoso e di banalizzante.Coesistenza fra bandiere a mezz’asta, mi-nuto di silenzio, saracinesca abbassate, vol-ti chini intristiti e rigati di lacrime, il tur-bamento indotto dalle note del “Silenzio”, che appunto a questo vuol richiamare (ri-flettere tra vita, morte ed ideali), stride con il clamore globalizzante di un applauso, diventato una costante di omologazione di una nuova religione formale o fors’anche di un rito esorcistico significativo di un pro-fondo vuoto interno, ma di quest’ultimo liberatorio.Di un vuoto che nell’applauso rende indi-stinguibile bene e male, che parificandosi o così resi parificati ne annulla gli intrinseci valori che li rendono eticamente opposti, assegnandoli al limbo dei Pilati di turno.

Plauso ed applauso

idrico, la cui complessità non è cancellabile con colpi di spugna.Complessità che non si può dipanare se non attraverso conoscenze e studi spesso; lunghissimi per interpretare al meglio ed eseguire le possibilità di rimedio: non è cosa che si risolve con proclami o nel breve ambito di un articolo.I contenuti, i problemi e le soluzioni tecni-che sono oggetto costante di meeting libri e dibattiti, a cui non è possibile accennare nemmeno in modo sbrigativo, tanto è po-liedrica la questione.Perciò, al di là di un atteggiamento forte-mente critico sui monopolizzatori e di chi mal utilizza i beni fondamentali del pianeta, usufruendone a proprio vantaggio più di altri, proporrei affermazioni più prudenti meno fondamentaliste che tengano conto delle capacità, dei diritti doveri (non sarà mai sufficientemente affermata la paritaria reciprocità del concetto) e dei ruoli scaturiti dalle vicende socio economiche preesisten-ti.Le “tabule rase” sono il miglior terreno di partenza, perché non condizionato, per qualsiasi speculazione filosofica, ma non è detto che la nuova costruzione speculativa

sia la migliore, non criticabile, più efficiente e rispettosa dei principi, nonostante la buo-na finalità iniziale del progetto.Chiedersi sempre se siamo così asettici e razionali, da escludere l’istinto e l’emozione e di conseguenza il proprio opportunismo/individualismo in ogni momento dell’agire e del realizzare: per altro se è vero che de-sideriamo una tabula rasa è perché non si vuol essere condizionati dal preesistente o anche perché il preesistente non ci va bene (ecco la comparsa del proprio “io”!): così però non costruiamo niente altro che una cronologia di “io” perché anche il nostro io, ora assoluto, avrà un successore.Non è forse meglio un pragmatico rispetto per chi ha pensato prima, anche modifi-cando senza indulgenze alla luce del nuovo sapere, piuttosto che una rivoluzione dagli esiti non prevedibili e non scontati.I disegni della natura non sempre paiono provvidi, ma certamente meravigliosi; non è forse più corretto meditare sulla nostra capacità di comprenderli nella finalità, che non vuol dire non conoscerli.Se poi si vuole correggerli teniamo conto della disparità delle forze in campo.

a cura di Giovan Battista Bisetti

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Far WestDERUBATIDistratti da una messa in scena ben conge-gnata e poi derubati. È l’amara esperienza vissuta l’altra mattina dai gestori del bar Sport di Cignano. Alle undici si sono presentate nel locale sette persone adulte. Mentre quattro uomini della comitiva con-sumavano un caffè, le tre donne che li ac-compagnavano hanno chiesto di utilizzare la toilette. La barista ha indicato la porta dei servizi igienici senza immaginare che le ladre ma-scherate da clienti dal ballatoio del bagno risalissero la scala interna per raggiungere l’appartamento in uso ai gestori. Le donne, dall’aspetto elegante e insospetta-bile, hanno rovistato nelle camere, rubando oggetti preziosi. Tutto si è svolto in pochi minuti: il tempo che i complici bevessero il caffè distraendo la barista con qualche banale domanda. La vittima si è accorta del furto solo un’ora dopo. A quel punto non ha potuto far altro che denunciare l’accaduto alla stazione dei ca-rabinieri di Manerbio. I militari hanno anche effettuato un sopral-luogo in zona per cercare senza risultato di rintracciare la comitiva di ladri che si è al-lontanata su due auto di grossa cilindrata. Lo stile del furto alimenta il sospetto che si trattasse di nomadi.

DISOCCUPATI RAPINATORIIn manette due giovani cremonesi che era-no finiti nella rete dei carabinieri per un colpo a Pessina dopo le rapine alle Poste di Fiesse e Seniga. Le manette sono scattate per il 25enne di Ostiano, Luigi Muto, ed il 22enne origi-nario di Cremona. Entrambi disoccupati, malviventi per bisogno, si sono lasciati at-tirare nel vortice dell’illecito. Complessiva-mente hanno razziato un paio di migliaia di euro. Le telecamere delle poste di Seniga li avevano ripresi nella loro prima incursione nel Bresciano.

RAZZIA TOTALEA Quinzano, una razzia totale di tutto “quello che c’era da portare via”, dicono le vittime del furto avvenuto nella casa della famiglia Baselli, titolare dell’autosalone. Una telecamera installata all’interno dell’abitazione, che viene attivata non ap-pena percepisce un movimento, ha ripre-

so tutta “l’impresa”. Nel video si vedono distintamente i quattro, con i guanti, che iniziano a rovistare in casa, dirigendosi poi alla cassaforte che hanno asportato. La banda ha rubato monili, oggetti prezio-si, e una somma in euro.

INQUINAMENTO DEL RIO FIUMEOltre un quintale e mezzo di sacchi per concime trovati abbandonati nel canale Rio Fiume, tra Verolanuova e Verolavecchia. Se i funzionari dell’Arpa riusciranno a ri-salire all’azienda che li ha utilizzati saranno guai per i titolari. Lo auspicano in molti perché i sacchet-ti contenenti diserbanti e antiparassitari agricoli, per un totale di oltre due quintali, rappresentano un attentato all’ambiente. L’amministrazione comunale di Verolavec-chia fa sapere che provvederà a denunciare i responsabili alla procura della Repubblica, chiedendo il risarcimento dei danni am-bientali e la giusta condanna per l’incom-prensibile folle gesto: forse i prodotti fito-sanitari erano scaduti, ma va ricordato che tutte le aziende agricole sono convenziona-te con le multiutility di riferimento per il ritiro di rifiuti agricoli speciali e tossici.

GIOCHI PERICOLOSINella scuola primaria di via Galliano 10, a Manerbio la tranquillità è stata sconvolta non solo per le maestre e per i loro alunni, ma anche per i molti genitori, preoccupati che l’episodio accaduto nel cortile possa nascondere i germi nascenti di bullismo. Un alunno di otto anni, durante la ricre-azione, giocando con un rametto trovato nel giardino ha colpito ad un occhio una sua compagna di classe con un movimento scomposto, si racconta, o imprudente leg-gerezza. La bimba è stata ricoverata all’ospe-dale di Manerbio per verificare eventuali danni più gravi. “Escludo categoricamente qualsiasi feno-meno di bullismo – interviene la direttri-ce della scuola signora Ferraboschi -. Si è trattato di un drammatico incidente: il bambino stava giocando con un rametto trovato in giardino e ha colpito del tutto accidentalmente la compagna. Stavano giocando, non litigando”. Preci-sazioni a parte l’auspicio è che la bambina guarisca presto e ritorni in classe nonostan-te il trambusto che s’è scatenato attorno all’episodio.

I vent’anni dell’Associazione “Amici della Civiltà Bresciana”Gli aderenti all’associazione Amici Fon-dazione Civiltà Bresciana della Bassa e del parco dell’Oglio hanno celebrato il XX° anniversario dalla fondazione radunandosi in palazzo Gambara di Verolanuova. Li ha accolti nell’auditorium della civica biblio-teca il presidente arch. Dezio Paoletti con il Comitato di Coordinamento, unitamente alla prof.ssa Maria Carlotta Bragadina, sin-daco di Verolanuova, al dott. Stefano Dot-ti, assessore all’Ecologia ed Ambiente della Provincia ed ai consiglieri provinciali arch. Antonio Pagiaro e Giampaolo Mantelli. Al presidente Onorario dell’associazione e presidente oltre che promotore della Fon-dazione Civiltà Brescia, mons. Antonio Fappani un particolare riconoscimento per essere il più attento fra i bresciani della no-stra storia. Premiato il sen. Guido Galperti, che raccogliendo il testimone alla morte di Vittorio Sora, ha guidato il sodalizio per dieci anni e al presidente degli Amici di Brescia, Nicola Vairano.Altra testimonianza d’affetto e di stima a ricordo di Vittorio Sora, indimenticabile socio fondatore e primo presidente, con-segnata alla vedova signora Arria Clerici accompagnata dal nipotino. Inoltre rico-noscenza espressa ai relatori di convegni e conferenze: Luciano Anelli, Sandro Guer-rini, Marida Brignani, Mario Marubbi, Eugenio Zanotti. Ai soci: Luciano Rizzi, Franco Piovani, Piergiuseppe Ricca, Grup-po d’imprese Lazzaroni di Berlingo; As-sociazione Cicloturistica Bresciana Amici della Bici “Corrado Ponzanelli”, assessore ai Lavori Pubblici della Provincia di Bre-scia ing. Mauro Parolini, Gruppo Storico archeologico di Manerbio, Cassa Padana Banca di Credito Cooperativo di Leno; a coloro che hanno vissuto all’interno la vita dell’associazione: Luca Ferremi, Lucia Venturini e Maurizio Franzini sindaco di Quinzano d’Oglio che ha messo a disposi-zione i locali per la sede dell’associazione.L’iniziativa ha offerto ai convenuti la possi-bilità di visitare il maestoso palazzo Gam-bara sede del Municipio di Verolanuova, mentre nella elegante galleria è stato servito un rinfresco grazie alla disponibilità della Cooperativa “Antica Terra” di Cigole che ha fatto gustare prodotti assai significativi e particolari espressi dal territorio.Nella sua relazione il presidente Paoletti,

oltre a dar conto delle molte iniziative realizzate in vent’anni ha confermato il programma a breve del sodalizio assegnan-do il compito della raccolta delle adesioni a: Nella, Rachele, Gianni e Grazia, come sempre puntuali e dsponibili. Nei primi tre giorni di ottobre (venerdì 2, sabato 3 e domenica 4) è confermato il viaggio studio fra “Istria e Dalmazia”. Sabato 10 ottobre prevista una trasferta nell’area emiliana sul tema: “Giulia Gambara, i Boiardo, Nicolò dell’Abate ed altro ancora”, escur-sione di particolare interesse per conoscere un aspetto inedito su una personalità dei Gambara, stranamente sconosciuta nella cultura bresciana; Giulia, moglie del conte Giovanni Boiardo (del potente casato che dominò la scena politica del circondario di Scandiano dal 1423 al 1560, è stata cognata di Matteo Maria Boiardo, autore dell’Orlando innamorato. Nel programma fissato l’incontro col prof. Giuseppe Adani che farà da guida anche alla mostra “Nicolò dell’abate alla corte dei Boiardo – il para-diso ritrovato”.

Domenica 25 ottobre, in calendario il viaggio a Bene Vagienna (Cn), dove la Be-ata Paola Gambara andò in sposa al conte Lodovico Antonio Costa. Il viaggio chiude gli itinerari del grande ciclo “gambaresco” iniziato quattro anni fa. Infine sabato 7 novembre: alla scoperta dell’ “architettura rurale, e non solo, in Franciacorta” con tappe all’abbazia di Rodengo, nella villa-palazzo dei Soncini a Provezze (Provaglio d’Iseo) e nell’azienda Ducco-Catturich a Camignone di Passirano.

PianuraTerritorioTerritorioLa

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Ottobre 2009 Pag . 15Pianura ManerbioManerbioLa

Ancora sulla palazzina del tennisRiceviamo e pubblichiamoUn anno fa, il 19 settembre 2008, il Co-mune di Manerbio non ha rinnovato alla ns/ società il contratto di locazione per il ri-storante La Palazzina, al piano superiore del circolo Tennis Club, in via Verdi. Motivo: “I locali servivano per scopi istituzionali”. Non ne facemmo un dramma. Pretendem-mo, ottenendolo, il rispetto delle norme che ci assegnavano un’indennità pari a diciotto mensilità del canone d’affitto. Nulla di più. Da parte sua l’amministrazione comunale di quel tempo, da allora non introitò più nulla per l’affitto che negli anni della gestio-ne della nostra famiglia aveva regolarmente incassato. Era il settembre 2008. È passato un anno e nelle casse del Comune sono venuti a mancare duemila euro al mese. Inutile il tentativo della stessa giunta di quel periodo di consegnare ad altri i locali del ristorante, ancora chiuso. Ma questo è fatto che non ci riguarda e non sta a noi rivan-gare. Ci interessano invece le dichiarazioni dell’assessore allo Sport di quel tempo del quale il signor Mario Selleri, firmatario del-la nota pubblicata nel numero di settembre 2009 del vostro periodico, secondo le quali “il locale è stato fatto liberare – è scritto testualmente – per presunte irregolarità e il comune non può permettere di avere in una

sua proprietà qualsiasi dubbio di illegalità”. Siamo rimasti allibiti per una simile motiva-zione. Quali “illegalità”? L’assessore di quel tempo ha insinuato dubbi che farebbe bene a riversare su altri suoi amici (o compagni?) che, all’ombra della rasserenante atmosfera del parco del tennis sono protagonisti ogni giorno di sfide a carte, od altri giochi, che, nella normalità, i pubblici esercizi devono rendere noto indicando l’elenco dei giochi proibiti, accanto alla licenza rilasciata dalla Questura. Ci pare un azzardo l’afferma-zione riferita per giustificare un errore (la disdetta unilaterale del contratto) da parte della giunta cui l’assessore apparteneva. Per-ciò stiamo valutando come andare a fondo della questione. Intanto riteniamo nostro diritto esigere una pubblica smentita dai responsabili delle affermazioni riferite circa le presunte illegalità. Nella malaugurata ipotesi che questo non si verifichi saremo costretti a chiedere conto nelle sedi oppor-tune delle insinuazioni avanzate sul nostro conto, insinuazioni che respingiamo cate-goricamente, fortemente lesive dell’onore e della serietà della nostra famiglia mai messi in dubbio da chicchessia in decenni di onesto lavoro nella gestione di un locale pubblico.SOCIETÀ LA PALAZZINA

Notizie dall’amministrazione Lavori sulla rotatoria in corrispondenza dell’Ospedale di Manerbio.La nuova Amministrazione di Manerbio appena insediata, ha cercato di riallacciare i rapporti con la Regione, la Provincia e i Comuni limitrofi. In particolare con la Pro-vincia di Brescia e, precisamente con l’As-sessore ai Lavori Pubblici Mauro Parolini, si è approfondita la domanda presentata a suo tempo dal Comune di Manerbio relativa alla realizzazione della rotatoria in fondo a Via Roncagnani funzionale all’accesso all’Ospedale di Manerbio.In data 12.09.2009 la Provincia di Brescia ha trasmesso una nota protocollata al n. 12981 con cui comunica che ha finanzia-to, per un importo di euro 350.000,00 la suddetta Rotatoria, inviando il Proget-to Esecutivo ed il bando di gara relativo alle opere così suddivise: importo lavori a corpo € 1.200,00 importo lavori a mi-sura € 255.800,00, Oneri per la sicurezza € 8.000,00 altri interventi (illuminazione, iva, spese tecniche ecc.) € 85.000,00.È veramente un buon risultato, conside-rato che i lavori di questa rotatoria sono veramente necessari visto che risolvono l’annoso problema dell’incrocio pericoloso tra la S.P. 45 bis e la via Roncagnani.Il semaforo che regola gli attraversamen-ti, infatti era stato posizionato in modo provvisorio il 17 agosto 2000 per dare una soluzione tempestiva al problema della pericolosità ed accidentalità dell’incrocio. Oggi si trova ancora lì e crea lunghe code sulla provinciale, causando spesso incidenti o tamponamenti a catena. Gli accordi con la Provincia per la messa in sicurezza dell’at-traversamento risalgono al 1997 momento in cui si è siglato il “Protocollo d’Intesa per interventi di miglioramento della sicurezza del transito nei territori dei Comuni di Manerbio ed Offlaga” tra i seguenti Enti: Provincia di Brescia, ANAS, i Comuni di Manerbio ed Offlaga, la Società Autostrade Centropadane Spa. Oggi si realizza concre-tamente questa importante opera: l’Ammi-

nistrazione Comunale, a nome dei propri cittadini, ringrazia tutti gli Enti che hanno contribuito, in particolare l’Assessore ai LL.PP. della Provincia di Brescia Mauro Parolini, per non avere disatteso le solleci-tazioni del nuovo Sindaco Meletti che ha, nella collaborazione fra i diversi Enti, un perno importante del proprio programma.

La Seconda di Ottobre.La Seconda di Ottobre ha origine dalla storica Battaglia di Lepanto che venne combattuta il 7 Ottobre 1571, riportava la schiacciante vittoria dei Cristiani a danno dell’impero Ottomano. Tale vittoria fu at-tribuita alla protezione della Vergine Maria, tanto che nell’anniversario della stessa fu fissata la festa della Madonna del Rosario. Da allora, a ricordo dei numerosi cittadini manerbiesi che vi parteciparono, si festeg-gia con una serie di iniziative religiose, cul-turali e storiche. Infatti durante questa festa era consuetudine comprare vestiti nuovi, pulire la casa, e invitare i parenti, ai quali secondo rito, veniva servita l’anatra ripiena detta “l nedrot”. È partendo da questa tra-dizione che il Sindaco Cesare Meletti e l’As-sessore al Commercio Daniela Valentini, hanno promosso la partecipazione al bando regionale dei “Distretti del Commercio” facendosi capofila di un progetto ampio e innovativo con Bassano Bresciano e Vero-lanuova, comuni che festeggiano la stessa festività mariana. Ed è proprio in virtù delle priorità fissate dal programma del Sindaco Meletti, in particolare Lavoro e Sicurezza che si sta cercando di reperire fondi regio-nali per lo sviluppo del Commercio che a Manerbio offre lavoro a circa 900 addetti. Quindi l’assessorato al Commercio e quello alla Cultura si sono attivati per organizzare una serie di manifestazioni, coinvolgendo i commercianti, alcuni stand gastronomici e gli operatori del museo che nel week end della Seconda di Ottobre daranno vita a tre giornate di lieti eventi.Infatti venerdì 9 Ottobre 2009 la sera re-

Dal sito Internet del Comune di Manerbio: “L’Assessorato realizza attività di promo-zione e diffusione della cultura cercando di stimolare e incentivare, attraverso ido-nee ed efficaci iniziative, la conoscenza di varie forme espressive”. Il riferimento è al settore cultura che il sindaco ha affidato ad una giovane la quale, frequentando studi a Parigi (la capitale della Francia), sembra “distratta” dai suoi impegni universitari. Infatti ha dirottato ad un’impiegata il com-pito di prendere appuntamenti. E così a fine agosto, in prossimità dell’apertura della stagione, ad un dirigente della Virtus (so-cietà del calcio frequentata da almeno 500 atleti piccoli e grandi. Chissà se la signorina ne è al corrente?) ha fissato l’incontro a metà settembre. Troppo tardi per risolvere problemi logistici urgenti della società.Questo per quanto riguarda lo sport. Per la cultura, settore pure affidato alla signorina pare che la nostra amministrazione abbia fatto un salto di qualità. Prima avevamo un

assessore che è “scaduto”. Durante l’estate non s’è vista l’ombra di una iniziativa. Che so? Un Memo a leggere le sue poesie in piazza (che per la verità è stato protagonista di una serata nei giardini delle Ville, ma per la sola iniziativa di giovani del posto), quattro “pifferi” (ci scusino gli interessati) a far musica negli angoli sperduti della nostra città (città, cosa?), un improvvisato gioco della tombola (non servono altro che le cartelle in distribuzione ovunque) in piazza che piace tanto alle signore di una certa età. Insomma iniziative a costo zero come fanno i comuni a noi vicini.Unico accenno di cultura sono state le pro-iezioni di pellicole anche importanti nel cortile del palazzo comunale. Ma quelle erano state programmate prima, dall’asses-sore che non sapeva di doversi occupare di Cultura. Speravamo in qualcosa di meglio. Ma a quanto pare siamo caduti dalla padel-la nel braciere acceso nel camino del fatuo, che fa solo fumo e niente arrosto. (f.pio.)

Cultura a… ParigiIn preparazione alla “Seconda” la festa più importante dell’anno nella quale la comu-nità celebra la Madonna del Rosario (12 ottobre) la Parrocchia ha proposto la “Pere-grinatio Mariae” ricordando il 1949, anno del congresso mariano della Bassa Brescia-na. Manerbio fu al centro di imponenti manifestazioni di Fede, come domenica scorsa, 27 settembre, quando la statua della “Madonna Pellegrina”, trasportata su un elicottero atterrato nello spazio dell’Orato-rio, è giunta nella comunità manerbiese ac-colta dai vescovi emeriti Giacomo Capuzzi e Bruno Foresti, salutata dall’arciprete

mons. Tino Clementi, dal sindaco Cesare Meletti, a nome della comunità civica, e da vari esponenti delle associazioni che fanno capo alla Chiesa. Con il corteo aperto dagli scouts la Madonna è stata trasportata in San Lorenzo. Da qui, nei giorni successivi, ha raggiunto diversi quartieri. Il 9 ottobre al tramonto da piazza Bianchi la statua del-la Beata Vergine Maria è riconsegnata alla comunità di Breno da dove era partita.Il 12 ottobre Manerbio farà festa per la “Se-conda” una ricorrenza voluta da Papa Pio V in omaggio alla Vergine il cui intervento all’alba del 7 ottobre 1571 fu ritenuto de-

terminante per la vittoria del-la Lega Santa guidata da Don Giovanni d’Austria (che fece ammainare tutte le singole ban-diere per innalzare lo stendardo con l’immagine del Redentore Crocifisso mentre una croce venne levata su ogni galea) sulla flotta ottomana di Mehemet Alì Pascià. Lo scontro avvenne nelle acque di Lepanto, porto della costa ionica, situato di fronte al Peloponneso, non di-stante da Corfù.

La “Seconda”

steranno aperti gli esercizi commerciali fino alle ore 23.00 in uno shopping day ricco di sfilate, musica dal vivo e aperitivi all’aperto detti: “della seconda”, Sabato 10 Ottobre 2009 ci sarà un evento importante per Manerbio, che si è realizzato grazie alla col-laborazione con la biblioteca Queriniana di Brescia, che è l’inaugurazione della mostra “Omaggio alla Vergine Maria nell’arte della raffigurazione miniata”, presso il Museo Civico ove sono previste visite guidate ai manoscritti che proseguiranno anche nelle giornate di domenica e lunedì (giorno ri-servato alle scuole), Domenica 11 Ottobre 2009 invece, il parco comunale verrà aperto ai cittadini che potranno gustare prodotti agricoli locali e visitare le bancarelle degli

hobbisti, mentre durante tutto il fine setti-mana i ristoratori di Manerbio, serviranno il menù tradizionale con piatti a base del famoso “l nedrot”.La Sagra della “Seconda di Ottobre – sapori tradizioni e cultura” vede coinvolte una serie di realtà presenti nel nostro Comune che sono la Pro-Loco di Manerbio che sponsorizza economicamente e ci aiuta materialmente nell’organizzazione, l’Asso-ciazione A.N.C. di Manerbio che presterà come sempre un valido servizio di vigilanza in collaborazione con il nostro Corpo di Polizia Locale e l’Associazione Steam Boiler che durante lo shopping day ci allieterà, in Piazza Italia, con castagne e vin brulè.

Page 16: RR - La Pianura 2009.pdf · sovo, Albania, Salonicco, Co-stantinopoli, Belgrado, Rodi ed infine Cipro) che facevano sembrare il pericolo turco im-minente e, soprattutto, inarre-stabile,

Ottobre 2009Pag . 16 Pianura VerolanuovaVerolanuovaLa

Un museo sulla civiltà rurale per Verola-nuova e Verolavecchia è stato realizzato al “Bersaglio”, località dell’Agenzia del De-manio Militare, in uso fino alla fine degli anni ‘50 del secolo scorso quale poligono di tiro a disposizione di militari e civili, per lo più cacciatori, dagli anni Ottanta in totale abbandono. Il “Bersaglio si trova in riva allo Strone, il corso d’acqua che attraversa la pianura da Scarpizzolo fino a Pontevico con un percorso di soli dodici chilometri. Il posto è singolare circondato da alberi d’alto fusto, in mezzo alla cam-pagna coltivata, immerso nel verde. Ci si arriva da Verolanuova percorrendo via De Amicis e quindi via Isola Caprera, e solo in bicicletta passando per il caratteristico borgo di Scorzarolo di Verolavecchia e per-correndo la pista ciclabile che fiancheggia la Ghiacciaia.Ora è visitabile ogni fine settimana, sabato e domenica, dalle 17 alle 19, accessibi-

le anche su prenotazione telefonando al numero: 030 932113; risponde France-sco Barbieri promotore dell’iniziativa con amici quali: Francesco Barbieri (Sepel), Emilio Zanolini, Battista Bertoni, Sergio Barneschi, Sergio Abrami, Bruno Fontana, Ernesto (Tino) Cremaschini. Con loro collaborò il compianto prof. Pietro Maffezzoni che ha esperito le in-dagini preliminari necessarie ad accertare proprietà e confini della località dell’antico poligono.La struttura rinnovata è stata inaugurata con intervento dei sindaci dei due paesi confinanti: Maria Carlotta Bragadina di Verolanuova e Sergio Zanetti di Verolavec-chia, oltre ad altre autorità locali con l par-roco mons. Luigi Bracchi per un momento di riflessione e preghiera.“Il Museo storico della memoria verolese è un pregio per la realtà locale – ha affer-mato Maria Carlotta Bragadina, sindaco di Verolanuova - perché è frutto di un’ac-curata ricerca e di una passione storica per il proprio paese di gente comune, persone

semplici e genuine, amanti del passato che hanno un grande spirito di iniziativa e sperano di poter ampliare con il tempo la collezione per mostrarla alle giovani generazioni”.Tutto il materiale in esposizione nella quat-tro stanze del “Bersaglio” è frutto di dona-zioni. Ma la raccolta è aperta al contributo di altri strumenti usati un tempo per pesca-re, lavorare la terra, andare a scuola, lavora-re in cucina (coltelli, pentole, e attrezzi per la realizzazione del burro), nei laboratori di falegnameria e di calzoleria, accanto ad altri strumenti necessari alla cardatura e alla filatura della lana. In una delle quattro stanze di quello che oggi è definito “Museo della memoria storica verolese” è conserva-ta una camera da letto dove accanto ai ve-stiti tipici indossati in tempi passati ci sono i vecchi ferri da stiro da scaldare sulle braci, le macchine per cucire e la “moscaröla” di legno e rete in cui si conservavano salumi e formaggi al riparo degli insetti.Il museo è già compreso negli itinerari per visite sul territorio curate dalla Pro loco

Verolavecchia in collaborazione con l’As-sociazione Terra & Civiltà.Visite guidate che si effettueranno proba-bilmente ogni domenica mattina (sabato pomeriggio per la parrocchiale) previa prenotazione. Gli interessati dovranno quindi prenotarsi entro il giorno prima; partecipazione libera e gratuita.

Verola, un nuovo museo della civiltà rurale

LA MERAVIGLIADI OGNI GIORNO