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Risveglio P E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia LUGLIO/AGOSTO 2012 Risveglio Pentecostale Anno LXVI numero 7/8 Periodico Mensile Poste Italiane spa Spedizione in Abbonamento Postale D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1 comma 2, DCB Vicenza “La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero” (Salmo 119:105) Gesù... esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» [GIOVANNI 6:37-38]

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RisveglioP E N T E C O S T A L E Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia

LUGLIO/AGOSTO 2012

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“La tua parola è una lampada al mio piede e una luce sul mio sentiero”

(Salmo 119:105)

Gesù... esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. Chi crede in me, come

ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno» [GIOVANNI 6:37-38]

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Organo ufficiale delle Chiese Cristiane Evangeliche“Assemblee di Dio in Italia”

Ente Morale di Culto D.P.R. 5.12.1959 n.1349 Legge 22.11.1988 n.517

Pubblicato dal Consiglio Generale delle Chiese Presidente: Felice A. LoriaVice Presidente: Vincenzo Spec chiSegretario: Davide Di Iorio Tesoriere: Giu sep pe TilenniConsiglieri: Eliseo Cardarelli, Salvatore Cusumano, Paolo Lombardo, Gaetano Montante, Vito Nuzzo

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La pubblicazione è distribuita a mem bri e simpatizzanti delle Chi e se Cri stiane Evan-geliche A.D.I. ed è so stenuta da offerte vo lon ta rie. In con formità alla Leg ge 675/96 e successive modifiche sulla tutela dei da ti personali, la Re da zio ne di Ri sveglio Pen te­co sta le ga rantisce l’assoluta riservatezza di quelli di cui è in possesso. Inol tre assicura i lettori che i loro dati personali sono custo-diti in un archivio elettronico presso la sede del giornale e ver ranno utilizzati soltanto per in viare la corrispondenza relativa al mensile Ri sve glio Pen te co sta le. Gli articoli firmati im pegnano esclu si va men te i lo ro au tori. I manoscritti non pub blicati non si restituiscono.

Direttore Responsabile:Vincenzo Specchi

Comitato di Redazione Risveglio Pentecostale Cristiani Oggi: Vincenzo Specchi (sostituto del presidente ex officio), Salvatore Esposito, Lorenzo Framarin, Domenico Modugno, Elio Varricchione

RisveglioP E N T E C O S T A L EP E N T E C O S T A L E

Nell’autunno del 1900 fu inaugurata una Scuola Biblica a Topeka, Kansas.

Quaranta studenti si riunirono con il solo scopo di studiare la Parola di Dio e nessun libro di testo era usato all’in-fuori della Bibbia. Tra i vari soggetti bi-blici che erano oggetto di studio e me-ditazione c’era quello del Battesimo dello Spirito Santo. Gli studenti ebbero il tempo necessario per un’esauriente ricerca nelle Scritture e, quando furono interrogati sull’evidenza biblica del bat-tesimo dello Spirito, risposero: «Parla-re in altre lingue come lo Spirito dà da esprimersi».

Una stanza di questa scuola bibli-ca era dedicata al Signore come «tor-re di preghiera», gli studenti frequenta-vano questa stanza per tre ore di ora-zione e spesso tutta la notte era spesa nella torre di preghiera. Giorno e notte intercessioni incessanti salivano a Dio. Il ministerio dell’evangelismo non era trascurato e riunioni di culto si teneva-no ogni sera nella città di Topeka.

Lasciamo che una delle studentesse, Agnese N. Ozman La Berge, che fu la pri-ma a ricevere il batte-simo dello Spirito San-to nell’istituto, ci narri quanto le avvenne.

«Avevo studia-to la Parola di Dio già da parecchi an-ni e avevo frequentato la Scuola Bibli-ca di T. C. Horton a St. Paul, New York ed anche quella del Dott. A. B. Simpson a Nuova York, quando nell’Ottobre del 1900 entrai in questo istituto a Tope-ka che era conosciuto come il Collegio Betel.

Durante il giorno studiavamo la Bib-bia e la sera eravamo molto occupati nell’opera di evangelizzazione della cit-tà, pur tuttavia molto tempo era speso in preghiera ogni giorno a qualsiasi ora.

Come alcuni altri, io credevo di aver ricevuto il battesimo dello Spirito San-to quando mi ero consacrata al Signo-re, ma quando realizzai che lo Spirito doveva essere sparso su me con mag-giore pienezza, il mio cuore cominciò ad ardere di desiderio. Spesso deside-ravo più la pienezza dello Spirito Santo che la mia porzione del cibo materiale. Fummo esortati a onorare il sangue di Gesù e a farlo operare liberamente nei nostri cuori e questo ci recò una gran-de pace e vittoria.

L’ultima notte dell’anno avemmo un servizio di culto benedetto, pregava-mo che la divina benedizione restas-se su noi durante il nuovo anno. Il pri-mo giorno del 1901 la presenza del Si-gnore fu con noi in modo rimarchevo-le, i nostri cuori furono incoraggiati a cercarLo per benedizioni maggiori. Uno spirito di preghiera era su noi quella se-ra, erano quasi le 23 del primo Gennaio quando mi venne l’ispirazione di chie-dere l’imposizione delle mani affinché avessi potuto ricevere il dono dello Spi-rito Santo. Come ciò fu fatto, lo Spirito di Dio cadde su me e cominciai a par-lare in lingue e a glorificare Iddio. Par-lai in molte lingue differenti ed era co-me se fiumi di acqua viva uscivano dal mio essere.

Il 2 Gennaio alcuni di noi andarono a Topeka per una riunione di culto. Come adoravamo il Signore io pregai prima in Inglese e poi in un’altra lingua. Un bo-emo che era presente, disse che avevo parlato nella sua lingua ed egli aveva compreso ciò che io avevo detto.

Alcuni mesi dopo, mentre teneva-mo una riunione di culto nei locali della scuola, parlai in lingue sotto la potenza di Dio e un altro boemo mi comprese. Da allora molti hanno compreso le lin-gue che ho parlato.

Intanto i cuori degli altri studenti si erano accesi d’ardore nella ricerca del-

Agnese N. Ozman

Agli inizi del XX secolo

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luglio/agosto 2012

in questo numero

AGLI INIZI DEL XX SECOLOFrancesco Toppi ............................... pag.2­4

UN FUOCO TENUTOSEMPRE ACCESOAngelo Gargano ............................... pag.5­7

LA PREGHIERA DI STEFANODomenico Modugno ....................... pag.8­9

COME GLI STRUZZIMichele Venditti ........................... pag.10­13

PERCHÉ SI SECCANOLE GIOVANI FOGLIEPaolo Faia .......................................pag.14­15

UN CANTICO NUOVOGiuseppe Crapanzano .................pag.16­17

Promossi alla GloriaANTONINO BARRESIERASMO FORMICA ..........pag.18­19

NOTIZIE DALLE NOSTRE COMUNITÀ ............................. pag.20­23

NON DIMENTICARE ............. pag.24

Per notizie aggiornate consultate il sito www.assembleedidio.org

Risveglio Pentecostale è disponibile anche in edizione per non vedenti. Gli articoli, salvati in formato leggibile mediante computer con un program-ma screen reader, vengono inviati ai non vedenti che ne fanno richiesta all’indirizzo [email protected] (i file sono dispo-nibili nei formati .rtf .txt .doc .epub).

lo Spirito Santo e continuarono a dimo-rare davanti al Signore. Il 3 Gennaio al-cuni studenti andarono alle riunioni di culto e gli altri si riunirono in preghiera nell’istituto e Iddio rispose alle loro ri-chieste spandendo il Suo Spirito e uno dopo l’altro cominciarono a parlare in lingue e ad alcuni fu anche dato il dono d’interpretazione».

L. Thistlewaite scrive della sua visi-tazione celeste: «Un solaio era stato preparato per l’adorazione al Signore. Noi spendevamo ogni momento libe-ro in preghiera silenziosa o ad alta vo-ce, cantando oppure solo aspettando le Sue grazie divine. La presenza del Si-gnore era così reale che ognuno esami-nava il suo cuore. Per mezzo dello Spi-rito ricevetti questo messaggio: “Loda il Signore per il battesimo che ti ha do-nato”. Una grande gioia inondò l’ani-ma mia e cominciai a dire: “Io ti lodo”, e un grande giubilo iniziò nel mio cuo-re (Salmo 126:2). Cercai di lodare il Si-gnore nella mia lingua ma non potei, così lasciai che la lode uscisse dalle mie labbra come voleva, nella nuova lingua che mi era stata data. Le cateratte del-

la gloria erano spalancate. Lo Spirito Santo era venuto su me, si proprio su me, per parlare non di se stesso ma per magnificare Cristo, ed ho, quale Cristo immensamente glorioso mi rivelò! In-torno a me udii una grande letizia men-tre altri parlavano in lingue e lodava-no Iddio.

Una sorella parlò una lingua soavis-sima e immediatamente avemmo l’in-terpretazione, una meravigliosa lode a Cristo, mettendo in rilievo l’adora-zione che dobbiamo a Gesù ricordan-doci le parole del Salvatore: “Quando il Consolatore sarà venuto... testimo-nierà di me”. Simultaneamente comin-ciammo a cantare tutti insieme, ognu-no in una nuova lingua, ma tutti in per-fetta armonia. Mentre cantavamo in-ni ben conosciuti come: “Osanna al Cri-sto, gli angeli tributino gloria e onore”, la gloria della Sua presenza era tale nel nostro mezzo che è assolutamente im-possibile descriverla. Alcuni videro su noi delle lingue di fuoco quando rice-vemmo l’evidenza dello Spirito.

Nelle riunioni di culto nessuno pote-va resistere ai messaggi pronunciati, al-

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A B C della

Salvezza

A AMMETTI DI ESSERE

PECCATORE! Solo Gesù è morto sulla croce per il perdono dei tuoi peccati."Non c’è nessun giusto, neppure uno" (Romani 3:10). "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio" (Romani 3:23).Chiedi a Dio il Suo perdono, ti ascolterà e ti perdonerà!

B BISOGNA NASCERE

DI NUOVO! "Se uno non è nato di nuovo, non può vedere il regno di Dio" (Giovanni 3:3). "Perché Dio ha tanto amato il mon-do che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non pe-risca ma abbia vita eterna" (Giovan-ni 3:16)."A tutti quelli che lo hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio" (Giovanni 1:12)."Io sono la via, la verità e la vita; nes-suno viene al Padre se non per mezzo di me" (Giovanni 14:6).Dio ti dice che, anche se hai peccato, nulla Gli impedisce di continuare ad amarti. Sì, Dio ti ama così come sei, ma vuole fare per te qualcosa di speciale, vuole darti una vita nuova

CCREDI NEL SIGNORE GESÙ, CONFESSALO COME TUO PERSONALE SALVATORE!

Se hai accettato Gesù come tuo Salva-tore, potrai rivolgerti a Lui in ogni mo-mento, per ogni cosa, ringraziandoLo con tutto il cuore, perché "in nessun altro è la salvezza" (Atti 4:12)."Se con la bocca avrai confessato Ge-sù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti sarai salvato" (Romani 10:9)."Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia" (Atti 16:31).

cuni comprendevano le lingue che si parlavano ed erano convinti, men-tre per altri si compiva la profezia: “Parlerò a questo popolo per mez-zo di gente d’altra lingua e per mez-zo di labbra straniere e neppur co-sì mi ascolteranno, dice il Signore” (1 Cor.14:21; Isa.28:11-12).

In un’occasione un rabbino ebreo era presente quando uno degli stu-denti lesse una porzione della Bib-bia. Dopo il culto, il rabbino chiese la Bibbia sulla quale era stata letta la porzione, e quando gli fu data nelle mani, disse: “No, non voglio questa, ma voglio vedere la Bibbia ebraica, quell’uomo ha letto in ebraico”.

In un’altra occasione, durante la predicazione, avemmo un messaggio in lingue. Alla fine della riunione, un uomo si alzò e disse: “Sono stato li-berato dalla mia incredulità, ho udi-to nella mia lingua un salmo che ave-vo imparato sulle ginocchia di mia madre”». Ben presto la notizia che il giorno della Pentecoste si era ripe-tuto, si sparse e un articolo apparve nel quotidiano di Topeka mettendo in ridicolo il parlare in lingue. Gli al-tri quotidiani come seppero la noti-zia, inviarono i loro cronisti. Degli ar-ticoli apparvero sui giornali di Kansas City e St. Luis. Questi annunciarono l’accaduto ed alcuni vennero a vede-re ciò che il Signore operava.

A. La Gerge scrive: «Dopo alcu-ne settimane benedette nella scuo-la, sentimmo su noi il peso per le al-tre città. Il Signore ispirò venti tra gli studenti ad andare a Lawrence, Kan-sas. Colà affittammo un vecchio tea-tro per tenere le riunioni e due a due andavamo di casa in casa e dove lo permettevano, pregavamo per i ma-

lati. Moltissimi vennero alle riunio-ni, molti furono salvati, i malati furo-no guariti e un buon numero di cre-denti ricevettero il battesimo, come noi, parlando in lingue e glorifican-do Iddio.

Alcuni di noi visitarono Kansas Ci-ty ed ebbero delle buone riunioni, al-cuni furono salvati e guariti e altri ri-cevettero lo Spirito Santo, parlan-do in lingue come lo Spirito dava loro d’esprimersi.

Dal principio proclamavamo l’im-portanza di una vita pura, santa, vit-toriosa e ripiena di potenza divina; onoravamo il Padre, il Figliuolo e lo Spirito Santo; credevamo tutti i det-ti ed i comandamenti del Signor Ge-sù Cristo e cioè : ravvedimento, re-missione dei peccati, una vita santi-ficata, la consacrazione a Dio, e vit-toria sul peccato per mezzo della po-tenza del Cristo vivente nell’animo del fedele.

Dopo qualche tempo l’ope-ra della scuola sembrò essere eva-sa e studenti e insegnanti entrarono nell’opera evangelista e missionaria. Alcuni andarono nel Sud degli Stati Uniti, portando la luce della Penteco-ste, nel Missouri e in altri stati».

Dalla traduzione di Francesco Top-pi pubblicata su Risveglio Penteco-stale di Settembre 1953.

Gli articoli del Risveglio Penteco-stale pubblicati dal 1946 al 2000, sono contenuti in tre CD per com-puter di cui è possibile fare richie-sta telefonando alla redaz ione allo 049.605127, o inviando una e-mail a [email protected].

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Un fuoco tenuto sempre acceso

1 Tessalonicesi 5:19,20

L’apostolo Paolo, scrivendo ai credenti di Tessa-lonica, li esorta dicendo: “Non spegnete lo Spiri-to” (v. 19).

Se li mette in guardia in questo modo vuol di-re che è possibile spegnere il fuoco dello Spiri-to Santo nella nostra vita e, quindi, far cessare l’azione dello Spirito in seno alla comunità.

Non spegnere lo Spirito significa non rattristar-lo con il nostro comportamento infedele e co-stringerlo a ritirarsi da noi.

Non spegnere lo Spirito significa rendersi di-sponibili alla Sua opera che rinnova mente e cuo-re.

Non spegnere lo Spirito significa render-si disponibili alla Sua azione e lasciarsi usare nell’esercizio dei doni per il bene e l’edificazione della comunità.

Il Signore ha messo a disposizione dei credenti una meravigliosa potenza, ha acceso il fuoco del-lo Spirito Santo, ecco perché l’apostolo ci esorta dicendo: “Non spegnete lo Spirito”.

Il fuoco dello Spirito Santo deve essere sempre mantenuto acceso nella nostra vita ed è bene che ogni credente si esamini per vedere se la fiamma brilla, se il fuoco dello Spirito Santo arde per la gloria di Dio.

Una responsabilitàIl testo biblico ci mette dinanzi ad una nostra

responsabilità: possiamo spegnere lo Spirito e quindi vivere nella debolezza spirituale, o ravvi-varlo e quindi esprimere compiutamente la po-tenza del Signore.

Tenere il fuoco acceso sull’altare non esclude la responsabilità del credente, anzi il credente ha un ruolo determinante.Una condizione principale è che “lo Spirito Santo è dato a coloro che gli ubbi-discono” (Atti 5:32).

È sorprendente il fatto che, i discepoli, pur avendo goduto per tre anni dell’insegnamento diretto e dell’esempio di Cristo, dimostrano de-bolezze e sconfitte.

A Pentecoste, tutto cambiò, il fuoco dello Spi-rito Santo divampò nella loro vita, e da soldati paurosi si trasformarono in eroi della fede.

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È responsabilità di ogni credente ravvivare il fuo-co dello Spirito Santo, evitare che si spenga.

Questo fuoco è stato acceso nel credente nel mo-mento della nuova nascita, ravvivato con il batte-simo nello Spirito Santo e viene mantenuto acceso coltivando una costante comunione con Dio.

Da parte Sua, il Signore ha messo a nostra dispo-sizione un meraviglioso fuoco spirituale, ecco per-ché sta anche scritto: “Siate ricolmi di Spirito” (Efe-sini 5:18). Ancora una volta questo risuona come un richiamo alla nostra responsabilità.

Essere ripieni dello Spirito Santo non esclude la collaborazione del credente, anzi il credente ha un ruolo determinante. Così, far si che il fuoco dello Spirito Santo rimanga acceso dipende da noi, per-ché il Signore ha già fatto tutto il necessario per ravvivarlo.

Una prioritàGià fin dall’antichità, Dio attraverso il profeta

Gioele aveva rivelato il suo desiderio e la nostra ur-genza: “Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio Spirito su ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri vecchi faranno dei sogni, i vostri giovani avranno delle visioni” (3:28).

Dio dice: “Io spargerò il mio Spirito”. Questa espressione ci dà idea della quantità, della consi-stenza dell’esperienza. Questa espressione fa chia-rezza sul fatto che lo Spirito Santo viene diretta-mente da Dio, come venne da Dio Gesù Cristo. Egli ha mandato il Suo diletto Figliolo, Egli ha sparso il Suo Spirito. Non è lo Spirito di qualche altro. È lo Spirito di Dio che è sparso, è Dio stesso che viene ad abitare e riempire i cuori degli uomini.

Gesù prima di ascendere al cielo diede ai discepo-li delle precise istruzioni che prevedevano l’attesa

del Consolatore, perché disse loro, “Riceverete po-tenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sa-rete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8).

Fa parte della natura umana bramare poten-za nelle diverse sfere della vita: gli eserciti vogliono sempre più potenza militare; i governi mirano alla potenza economica; gli atleti vogliono potenza mu-scolare. Appare evidente che la potenza non sempre porta degli effetti benefici: c’è potenza per distrug-gere e potenza che porta vita, che disseta l’anima.

Satana usa la sua potenza per distruggere.Gesù invece stava parlando di una potenza saluta-

re, di un fuoco vitale, stava parlando di una poten-za particolare, dynamis, capacità, forza, energia.

Egli non stava parlando di una potenza che di-strugge, ma di una forza che proviene direttamen-te da Dio, che è capace di cambiare la vita e donare energia spirituale per portare i morti nel peccato a vivere in Cristo Gesù, il Signore.

Questa è la potenza che ricevettero i discepo-li a Pentecoste. Ora non avevano più bisogno di na-scondersi per pregare ma “annunziavano la Paro-la con franchezza”. Prima del giorno di Pentecoste la testimonianza degli apostoli non era particolar-mente efficace, mentre dopo l’esperienza del battesi-mo dello Spirito Santo, le loro parole erano rivestite da una potenza straordinaria.

Dopo che Pietro tenne il suo primo sermone pen-tecostale, le sue parole erano state talmente potenti che, coloro che l’udirono “ furono compunti nel cuo-re e dissero a Pietro e agli altri apostoli: Fratelli che dobbiamo fare” (Atti 2:37).

Un fuoco era divampato e quella fiamma doveva essere mantenuta accesa. Era una priorità assoluta per la Chiesa del Signore Gesù Cristo!

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Se lo Spirito Santo arde nel tuo cuore, farà di te un credente di qualità, capace di parlare al cuore degli uomini e di trasmettere loro le cose grandi di Dio.

Una necessitàIn noi tutti c’è l’intenzione di servire il Signo-

re, ma ciò potremo realmente farlo se il fuoco dello Spirito Santo rimarrà acceso nella nostra vita.

Non si tratta di parlare o di fare, si tratta di “un-zione”. Le parole e le azioni provenienti da chi non è ripieno di Spirito Santo non producono frutto, mentre le stesse parole e le stesse azioni compiute da credenti ripieni, toccheranno i cuori e metteran-no sottosopra le coscienze.

È il fuoco dello Spirito Santo che ci rende coscien-ti della continua presenza di Cristo. Non siamo mai soli, abbandonati, il Maestro è al nostro fianco.

È il fuoco dello Spirito Santo che trasforma il no-stro carattere e lo fa assomigliare a Cristo. Grazie all’opera dello Spirito Santo in noi, “siamo trasfor-mati nella sua stessa immagine” (2 Cor.3.18).

È il fuoco dello Spirito Santo che ci fa sperimen-tare la potenza di Cristo e il potere che c’è nel nome di Gesù.

È il fuoco dello Spirito Santo che ci rende capaci di testimoniare delle meraviglie della grazia di Dio: “Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo ver-rà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità del-la terra” (Atti 1:8).

È il fuoco dello Spirito Santo che ci rende capaci di adorare come si conviene. Uno dei più bei ritrat-ti di lode e adorazione che riguarda credenti che so-no stati infuocati dallo Spirito Santo lo abbiamo in Atti 10:44-46: “Mentre Pietro parlava così, lo Spirito

Santo scese su tutti quelli che ascoltavano la Parola. E tutti i credenti circoncisi, che erano venuti con Pie-tro, si meravigliarono che il dono dello Spirito Santo fosse dato anche agli stranieri, perché li udivano par-lare in altre lingue e glorificare Dio”.

I credenti pentecostali sono conosciuti per l’atmo-sfera di lode e adorazione che si respira in mezzo a loro. I credenti infiammati e battezzati nello Spirito Santo parlano in altre lingue e glorificano Dio.

Un’adorazione guidata e sottomessa allo Spirito Santo rende felici e coraggiosi, perfettamente appa-gati e benedetti.

Una vera e biblica adorazione è possibile soltan-to quando si è infiammati, ripieni e sottomessi alla guida e all’azione dello Spirito Santo.

Senza questa pienezza il nome di Gesù non pro-duce nessun effetto, ma se il fuoco dello Spirito Santo arde in noi allora saremo resi capaci di ope-rare miracoli nel nome del Signore.

Credenti che permettono allo Spirito Santo di ar-dere nella loro vita si distingue per l’ardore, lo zelo nel servizio e la fedeltà alla Parola di Dio.

Il Signore ancora una volta si rivolge a noi ammo-nendoci: “Non spegnete lo Spirito”. È necessario fa-re un autoesame e vedere se il fuoco dello Spirito Santo arde o se c’è in noi solo un ammasso di cene-ri fumanti. Dio ha stabilito che i Suoi Figli siano ri-pieni di Spirito Santo, devi rendertene conto e an-dare a chiedergli l’adempimento della promessa per la tua vita e dopo che l’hai realizzata, mantenere ac-ceso il fuoco: “Se voi che siete malvagi sapete dare buoni doni ai vostri figlioli, quanto più il Padre ce-leste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo do-mandano” (Luca 11:13).

Angelo Gargano

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“Ma Stefano, pieno di Spirito Santo, fissati gli occhi al cielo, vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla sua destra, e disse: «Ecco, io vedo i cieli aperti, e il Figlio dell'uomo in piedi alla destra di Dio». Ma essi, gettan-do grida altissime, si turarono gli orecchi e si avventa-rono tutti insieme sopra di lui; e, cacciatolo fuori dalla città, lo lapidarono. I testimoni deposero i loro mantel-li ai piedi di un giovane, chiamato Saulo. E lapidarono Stefano che invocava Gesù e diceva: «Signore Gesù, ac-cogli il mio spirito». Poi, messosi in ginocchio, gridò ad alta voce: «Signore, non imputar loro questo peccato». E detto questo si addormentò” (Atti 7:55-60).

Il periodo che la Chiesa apostolica del primo seco-lo stava attraversando era tra i più fiorenti della sto-ria del Cristianesimo; la comunità cresceva e si molti-plicava e per questa ragione il diavolo si scagliò contro la Chiesa (Atti 9:31). Stefano sarà il primo martire della Chiesa. Cosa impariamo dalla preghiera di Stefano?

LA FIDUCIA NEL SIGNORELa sua preghiera c’insegna cosa significa essere fe-

deli fino alla fine (Apocalisse 2:10). Dobbiamo pregare affinché la nostra vita sia arresa nelle mani del Signo-re fino alla fine dei nostri giorni per poter esprimer-ci come l’apostolo Paolo: “Quanto a me, io sto per es-sere offerto in libazione, e il tempo della mia partenza è giunto. Ho combattuto il buon combattimento, ho fi-nito la corsa, ho conservato la fede. Ormai mi è riser-vata la corona di giustizia che il Signore, il giusto giu-dice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma

anche a tutti quelli che avranno amato la sua appari-zione” (II Timoteo 4:6-8). Ricordiamoci che viviamo per Cristo e se moriamo, staremo per sempre con Lui: “In-fatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Fi-lippesi 1:21).

Verso la fine del primo secolo, Policarpo, stava per essere ucciso per la sua fede in Cristo. Un attimo pri-ma che il boia lo giustiziasse, fu invitato a rinnega-re Cristo. Solo così avrebbe avuto salva la vita. Poli-carpo rispose: “Ho servito Dio per tutti questi anni ed ora devo rinnegarlo? Non lo farò mai, io sono cristia-no”. Anche nel giorno più difficile della nostra vita, ri-maniamo fedeli al Signore! La preghiera di Stefano te-stimonia della sua completa fiducia nel Signore anche nel giorno della sua morte.

LA SERENITÀ NELL’AFFRONTARE LA MORTENiente nella vita è più sicuro della morte; malgrado

ciò, la maggioranza della gente vive come se potesse piantare le sue tende sulla terra per sempre. Il creden-te invece, come accadde a Stefano, è fiducioso anche nel giorno del trapasso. “Il principe degli spaventi”, non incute paura nel cuore di colui che è nato di nuo-vo. Egli sa che la morte è come un breve tunnel buio, oltre il quale c’è la luce. L’esperienza è paragonabile a chi viaggia in treno ed improvvisamente il vagone fer-roviario entra in galleria: si fa buio per un attimo, poi torna la luce: questa è la morte ed essa è preziosa agli occhi del Signore: “È preziosa agli occhi del Signore la morte dei suoi fedeli” (Salmi 116:15).

La Scrittura presenta i credenti che immediatamen-

La preghiera di Stefano

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te dopo la morte godono coscientemente della comu-nione con Dio. Ecco perché la morte non fa paura al credente. Il fatto importante e risolutivo, che può re-almente portare consolazione e speranza, è la risurre-zione di Gesù Cristo. Essa non è semplicemente un mi-to, una pia leggenda del passato o una vaga credenza religiosa, ma un fatto reale e sicuro.

Credere che la morte fisica non è la fine di tutto, non è solo la comprensibile aspirazione dell'individuo che si rivolta di fronte ad essa, ma la prospettiva che Gesù Cristo ha posto davanti a noi: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi di-co: l'ora viene, anzi è già venuta, che i morti udranno la voce del Figlio di Dio; e quelli che l'avranno udita, vi-vranno” (Giovanni 5:24,25).

Gesù ha distrutto la morte: “Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha messo in luce la vita e l'immor-talità mediante il vangelo” (II Timoteo 1:10).

Tutti quelli che credono in Gesù Cristo, ricevono questa meravigliosa certezza: i credenti riceveran-no l'incorruttibilità e l'immortalità per vivere eterna-mente e consapevolmente nella gioia e nella comunio-ne con Dio. Questa prospettiva è per tutti quelli che lo desiderano e credono nel Signore Gesù Cristo, perché Egli stesso ha detto: “Chi crede ha vita eterna” (Gio-vanni 6:47). Tutta la vita del credente deve essere in-fluenzata dalla prospettiva di un’esistenza eterna in cielo. Nemmeno la morte potrà separare il credente dal Signore (Romani 8:31-39).

Una delle opere più famose del pittore El Greco, vissuto nel XVI secolo, è la morte del Conte di Orgaz, un immenso quadro che lascia senza respiro. Il dipin-to è costituito da una parte superiore e da una inferio-re. Nella metà posta in basso, El Greco ha immortalato l'elaborato funerale di un conte, col feretro accompa-gnato dai membri della famiglia, della nobiltà e del cle-ro riccamente vestiti. La scena è evidentemente per-vasa da dolore e lamenti. Nella metà collocata in al-to, El Greco ha raffigurato l'arrivo del conte in cielo. In basso giaceva nella bara, ma in alto veniva trasporta-to e introdotto alla presenza di Dio dagli angeli e cir-condato dalle gioie dell'esercito del cielo. Questa stu-penda opera d'arte era il modo in cui El Greco deside-rava esprimere il fatto che per i credenti ad ogni scena di dolore qui sulla terra se ne verifica una di significa-to opposto nel cielo. Quando perdiamo di vista la par-te superiore, a volte la vita può anche risultare insop-portabile.

L’ora della morte e dell’eternità suona inesorabil-mente per tutti, ma l’ora della vita eterna con Dio, suona soltanto per i credenti in Cristo Gesù! Per que-sto possiamo dire come Davide: “Quand'anche cam-minassi nella valle dell'ombra della morte, io non te-merei alcun male, perché tu sei con me” (Salmo 23:4).

E tu caro lettore dove trascorrerai l’eternità? Con Dio o lontano da Lui? Egli è distante da te soltanto una preghiera. Invocalo con tutto il tuo cuore e Dio ti ri-sponderà, mettendo da subito, nel tuo cuore, la cer-tezza della vita eterna con Lui. Non indugiare!

Domenico Modugno

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Lamentazioni 4:3; Giobbe 39:13-18; Michea 1:8

Essere genitori non è certo un compito facile, ma possiamo guardare ad alcuni in-segnamenti della Parola di Dio sul compito dei genitori, partendo dalla similitudine che ci viene presentata dal Libro delle Lamen-tazioni: “La figlia del mio popolo è divenuta crudele come gli struzzi del deserto” (Lamen-

tazioni 4:3). Lo struzzo è

“crudele” (Lamenta-zioni 4:3). Riguardo allo struzzo Giobbe spiega: “Poich’esso abbandona sulla terra le proprie uova, le lascia scaldare sopra la sabbia. Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare. Tratta duramente i suoi piccini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba, perché Dio l’ ha privato di saggezza, non gli ha impartito intel-ligenza” (Giobbe 39:14-17).

Lo struzzo è un pessimo genitore perché lascia le “proprie uova” esposte al cocente sole del deserto. Così a volte vi sono dei genitori che “abbandonano” spiritualmente i loro figli, lasciandoli “cuocere” da questo mondo. Non c’è cura spirituale.

Si demanda la questione spirituale ad altri: pastore, monitore, responsabile dei giovani, ecc.. Queste sono figure che collaborano con la famiglia, ma non la possono sostitu-

ire! Siamo così attenti ed impegnati a dare ai nostri figli un’eredità materiale e culturale che a volte si abbandona l’impegno spiritua-le.

Questo accade almeno per tre motivi: 1. mancanza di una propria vita spirituale,

infatti è difficile trasmettere ciò che non si possiede;

2. mancanza di lungimiranza spirituale. Lo struzzo fa le uova, ma le “abbandona sulla terra … le lascia scaldare sulla sabbia” (v.14), senza alcuna preoccupazione per il loro futuro, senza creare attorno un am-biente per il loro sviluppo. Allo stesso modo alcuni genitori compiono scelte dissennate che nel tempo si rivelano dannose per i loro figli. Nella Scrittura possiamo osservare la scelta errata di Lot di portare la propria famiglia in ambienti “disordinati” come Sodoma e Gomorra (Genesi 13:10-13). Scelta che si rivelerà dannosa per l’intera sua famiglia (Genesi 19).

3. Mancanza di intelligenza spirituale. Dello struzzo la Scrittura afferma: “per-ché Dio l’ ha privato di saggezza, non gli ha impartito intelligenza” (v.17). Per noi geni-tori, i nostri figli, sono sempre i “migliori”, ne decantiamo le qualità, ne sottolineiamo le capacità e anche se vivono lontano dal Signore diciamo “ma è un bravo ragazzo!”. Forse lo sarà, ma se non si ravvede quale sarà la sua fine? Non sarebbe meglio soffer-marci innanzi tutto sulla loro condizione spirituale e morale, pregando in privato e nella casa del Signore affinché Dio salvi i nostri figli?”.

Ad essere abbandonato non è solo l’aspetto spirituale, ma a volte anche quello dell’edu-cazione. Capita di rilevare, a volte, che i figli vengono gestiti, ma non educati. C’è grande differenza tra la gestione di un carattere difficile e la sua educazione. Nel primo caso, si riscontra soltanto il tentativo, spesso fallimentare, di limitarne gi eccessi, mentre l’educazione presuppone interventi mirati ad instaurare specifiche regole di compor-tamento, con le debite “punizioni” in caso

Come gli struzzi...INSEGNAMENTO BIBLICO SUL COMPITO DEI GENITORI

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di trasgressione. La gestione è cercare di “evitare il peggio” con l’unico obiettivo di avere “una giornata tranquilla”, mentre l’educazione rappresenta un progetto di costruzione della persona che mira all’oggi, ma anche al futuro.

Lo struzzo è “crudele” perché “dimen-tica” “Egli dimentica che un piede le potrà schiacciare, che le bestie dei campi le potranno calpestare” (v.15).

Lo struzzo dimentica di svolgere un’azio-ne di protezione verso le proprie uova. Non basta che un genitore dica distrattamente ad un figlio “ti voglio bene” (anche se riba-dirglielo con calore è indubbiamente posi-tivo), è necessario dimostrare questo bene innanzi tutto con un’opera di protezione fisica, morale e spirituale. Vi sono genitori che “le uova” non le proteggono, poi pe-rò quando al “pulcino sta per spuntare la barba”, pretendono di svolgere un’azione “preventiva”: in quel momento è tardi per incominciare.

Lo struzzo è “crudele” perché “tratta duramente”. “Tratta duramente i suoi pic-cini, quasi non fossero suoi; la sua fatica sarà vana, ma ciò non lo turba…” (v.16). “Perfino gli sciacalli porgono le mammelle e allattano i loro piccoli… La lingua del lattante gli si attacca al palato, per la sete; i bambini chie-dono pane, e non c’ è chi gliene dia. Quelli che si nutrivano di cibi delicati cadono d' inedia per le strade; quelli che erano allevati nella porpora abbracciano il letamaio” (Lamenta-zioni 4:3a,4,5).

Notate in quale situazione si era ridotto il popolo di Dio a causa della sua disub-bidienza. Il cuore dei nostri figli grida: “pane”, non quello materiale, di cui grazie a Dio hanno abbondanza, ma di quello spi-rituale. Quante volte come genitori abbia-mo nutrito di pane spirituale i nostri figli? Quante volte tu, papà, gli hai raccontato una storia della Bibbia? Pensi che sia solo un compito della mamma?

Crediamo e accettiamo l’intera Bibbia come l’ispirata Parola di Dio, unica, infallibile e autore-vole regola della nostra fede e condotta (2 Tim.3:15,17; 2 Pie.1:21; Rom.1:16; 1 Tess.2:13).

Crediamo nell’unico vero Dio, Eterno, Onnipotente, Creatore di tutte le co-se e che nella Sua unità vi sono tre di-stinte Persone: Padre, Figlio e Spirito Santo (Efe.4:6; Matt.28:19; Luca 3:21, 1 Giov.5:7).

Crediamo che il Signore Gesù Cri-sto fu concepito dallo Spirito San-to e assunse la natura umana in se-no di Maria vergine. Vero Dio e ve-ro uomo (Giov.1:1,2,14; Luca 1:34,35; Matt.1:23).

Crediamo nella Sua vita senza peccato, nei Suoi miracoli, nella Sua morte vica-ria, come “prezzo di riscatto per tutti” gli uomini, nella Sua resurrezione, nel-la Sua ascensione alla destra del Padre, quale unico mediatore, nel Suo perso-nale e imminente ritorno per i reden-ti e poi sulla terra in potenza e gloria per stabilire il Suo regno (1 Pie.2:22; 2 Cor.5:21; Atti 2:22; 1 Pie.3:18; Rom.1:4; 2:24; 1 Cor.15:4; Atti 1:911, Giov.14:13; 1 Cor.15:25; 1 Tim.2:5).

Crediamo all’esistenza degli angeli creati puri e che una parte di que-sti, caduti in una corruzione e perdi-zione irreparabili, per diretta azione di Satana, angelo ribelle, saranno con lui eternamente puniti (Matt.25:41; Efe.6:11-12).

Crediamo che soltanto il ravvedimento e la fede nel prezioso sangue di Cristo, siano indispensabili per la purificazio-ne dal peccato di chiunque Lo accet-ta come personale Salvatore e Signore (Rom.3:22-25; Atti 2:38; 1 Pie.1:18,19; Efe.2:8).

Crediamo che la rigenerazione (nuova nascita) per opera dello Spirito Santo è assolutamente essenziale per la salvez-za (Giov.3:3; 1 Pie.1:23; Tito 3:5).

Crediamo alla guarigione divina, se-condo le Sacre Scritture median-te la preghiera, l’unzione dell’olio e l’imposizione delle mani (Isa.53:45; Matt.8:1617; 1 Pie.2:24; Mar.16:17-18; Giac.5:14-16).

Crediamo al battesi-mo nello Spirito Santo come espe-

rienza susseguen-te a quella della nuova nasci-

ta, che si manifesta, secondo le Scrit-ture, con il segno del parlare in altre lingue e, praticamente, con una vita di progressiva santificazione, nell’ub-bidienza a tutta la verità delle Sacre Scritture, nella potenza dell’annun-cio di “Tutto l’Evangelo” al mondo (Atti 2:4; 2:42-46, 8:12-17; 10:44-46; 11:14-16; 15:79; 19:26; Mar.16:20; Giov.16:13; Matt.28:19-20).

Crediamo ai carismi e alle grazie dello Spirito Santo nella vita dei cristiani che, nell’esercizio del sacerdozio universale dei credenti, si manifestano per l’edi-ficazione, l’esortazione e la consola-zione della comunità cristiana e, con-seguentemente, della società uma-na (1 Cor.12:4-11; Gal.5:22; Ebr.13:15; Rom.12:1).

Crediamo ai ministeri del Signore glori-ficato quali strumenti autorevoli di gui-da, d’insegnamento, di edificazione e di servizio nella comunità cristiana, ri-fuggendo da qualsiasi forma gerarchi-ca (Efe.1:22-23; 4:11-13; 5:23; Col.1:18).

Crediamo all’attualità e alla validità delle deliberazioni del Concilio di Ge-rusalemme, riportate in Atti 15:28-29; 16:4.

Crediamo alla resurrezione dei morti, alla condanna dei reprobi e alla glorifi-cazione dei redenti, i quali hanno per-severato nella fede fino alla fine (Atti 24:15; Matt.25:46; 24:12,13).

Celebriamo il battesimo in acqua per immersione nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo per coloro che fanno professione della propria fe-de nel Signore Gesù Cristo come per-sonale Salvatore (Matt.28:18-19; At-ti 2:38; 8:12).

Celebriamo la cena del Signore o San-ta Cena, sotto le due specie del pane e del vino, ricordando così la morte del Signore e annunziando il Suo ritorno, amministrata a chiunque sia stato bat-tezzato secondo le regole dell’Evange-lo e viva una vita degna e santa davanti a Dio e alla società (1 Cor.11:23-29; Lu-ca 22:19-20).

IN CHE COSA CREDIAMO

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Lo Struzzo è egocentrico Lo struzzo “quando si muove e prende lo slancio, si bef-

fa del cavallo e di chi lo cavalca” (Giobbe 39:18). Sappia-mo che lo struzzo ha un corpo massiccio, alto fino a 2,5 metri, con zampe forti e robuste: è un ottimo corridore. “Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna?” (Giobbe 39:13).

Lo struzzo è veloce, più del cavallo, ha muscoli scolpiti nelle gambe, eppure non li usa per correre a raccogliere le sue uova, ma per il suo ego, beffandosi del cavallo e del cavaliere.

Egocentrismo da pedagogia libertaria “Lo struzzo batte allegramente le ali; ma le sue penne

e le sue piume sono forse di cicogna?”. Lo struzzo è così preso nell’estasi di battere allegramente le proprie ali, così assuefatto dalla propria “bellezza” che dimentica le sue uova. Le sue ali servono solo per se stesso e per i cacciatori che lo uccidono per farle proprie in quanto morbidissime, ma non per i suoi piccini. Vi sono dei genitori, delle mamme e dei papà che sono così concen-trati sulle proprie “ali” che non tanto per convinzione, ma per comodità sposano la pedagogia libertaria, teo-rizzata da Benjamin Spock (1903-1998), pediatra statu-nitense che affermava che i figli dovevano crescere senza regole, ammaestrati soltanto con il dialogo. I nostri figli hanno bisogno di genitori e non d’avere con noi rapporti ambigui somiglianti a quelli amicali. Ci sarà capitato di ascoltare frasi del tipo: “io e mia figlia siamo amiche” o “io e mia figlia siamo come due sorelle”. Lo struzzo ha le piume, ma “ le sue penne e le sue piume sono forse di cicogna?” che accudiscono, invece, i piccoli?

Egocentrismo spirituale “quando si muove e pren-de lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca”. Vi sono alcuni genitori che sono così presi da se stessi, dai propri “muscoli” anche “spirituali”, dalle proprie doti, che dimenticano che le loro uova stanno soffocando al sole del deserto. Vi è un egocentrismo, infatti, anche spirituale: genitori presi dall’attivismo che in realtà stanno perdendo spiritualmente i loro figli. Dio guardi le nostre famiglie dallo sterile attivismo che altro non produce che la trascuratezza spirituale e morale dei nostri figli!

Egocentrismo emozionale pseudo-cristiano “quando si muove e prende lo slancio, si beffa del cavallo e di chi lo cavalca”. Lo struzzo è “rapito” dalle emozioni sem-pre nuove che prova nella corsa quando “si beffa del cavallo e di chi lo cavalca”. Così alcuni genitori sono sempre alla ricerca di “novità cristiane” che sfamino il proprio egocentrismo emozionale. Così direttamente o indirettamente per la voglia di “provare”, di “vedere”, di “essere come…” altro non si ottiene che confusione

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spirituale per se stessi e per i propri figli! L’eredità spirituale che si lascia è una falsa libertà che in realtà cova la man-canza di timore di Dio e un cristianesimo “spettacolare e rumoroso” quanto pericoloso a danno di quello biblico. Se non interviene per tempo un profondo ravvedimento che faccia tornare a ciò che è antico, la Parola di Dio, presto se ne raccoglieranno i frutti: “Non vi ingannate; non ci si può beffare di Dio; perché quello che l'uomo avrà seminato, quello pure mieterà. Perché chi semina per la sua carne, mieterà corruzione dalla carne; ma chi semina per lo Spirito mieterà dallo Spirito vita eterna” (Galati 6:7,8).

Lo struzzo è affetto dalla “sindrome” del coccodrillo“Per questo io piangerò e griderò, andrò scalzo e nudo; al-

zerò lamenti come lo sciacallo, grida lugubri come lo struzzo” (Michea 1:8). Secondo una credenza popolare il coccodril-lo mangerebbe i suoi piccoli per darsi poi alle lacrime…, anche se probabilmente altro non è che l’abitudine che ha il coccodrillo femmina di spostare i piccoli con la bocca unitamente al fatto che il coccodrillo dopo aver mangia-to, per eliminare i sali accumulati li traspira da ghiandole poste nella zona orbitale degli occhi, infatti la struttura della sua pelle non gli permette la traspirazione. Prendendo per “buona” la credenza popolare sul coccodrillo essa ci illustra l’attitudine dello struzzo: non fa nulla per accudire, proteggere i suoi piccini, però poi manda “grida lugubri”. Alcuni genitori, come lo struzzo, non svolgono il compito di genitori poi però elevano “grida lugubri” per se stessi e i propri figli.

Giobbe afferma: “sono diventato fratello degli sciacalli, compagno degli struzzi” (Giobbe 30:29), dove gli struzzi sono simbolo di Rovina e Desertificazione. Se ci compor-tiamo “come gli struzzi” altro non avremo che rovina e desertificazione nella nostra casa come l’ha avuta il popolo d’Israele per aver agito “come lo struzzo” (Lamentazioni 4:3).

Altra credenza popolare è che “gli struzzi mettano la testa sotto la sabbia” (forse prende vita dal movimento che lo struzzo fa verso il basso con il collo per mangiare: è un’il-lusione ottica), in realtà, invece, sembra che in caso di pe-ricolo si sdraino sul terreno con la testa ed il collo allungati in avanti, rimanendo fermi nella speranza che siano igno-rati dal nemico. Se ci accorgiamo che attorno alle nostre “uova”, ai nostri piccini, ai nostri figli c’è il nemico, c’è il pericolo, non sdraiamoci aspettando che passi, ma agiamo come genitori ubbidienti alla Parola di Dio e soprattutto preghiamo per e con i nostri figli.

Essere genitori non è facile, ma non è una scusa per essere “come degli struzzi”! (Lamentazioni 4:3).

Michele Venditti

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Programma TV Cristiani Oggi Segui il programma TV Cristiani Oggi dalle stazioni televisive indicate e da satellite su Studio Europa, in chiaro su Hotbird ogni sabato sera alle 20,30.

ALTAMURA (BA), Canaledue, Altamura, Matera e dintorni, Sab. ore 18:00 Dom. ore 9:00. BAR-LETTA (BA), Tele Sveva, Parte della Puglia, Sab. ore 18:00 Dom. ore 9:00. BENEVENTO, Rete 6 Tele Cervinara, Benevento e parte di Caser-ta, Lun. ore 9:00, Merc. ore 16:30. Benevento, C.D.S. TV, Benevento, Avellino e parte di Caser-ta, Dom. ore 12:00, Ven. ore 12:30. BOLOGNA, TSM (Ex.telestudio TV), Emilia Romagna, Sab. ore 20:30. CAMPOBASSO, Tele Molise, Campo-basso e parte del Molise, Lun. ore 12:30 e 20:30. CARBONIA (CA), Tulcis TV, Sulcis e Iglesiente, tutti i giorni ore 11:30 e 19:30. CHIANCIANO Terme (SI), Tele Idea, Arezzo e Siena e parte di Perugia, Dom. ore 11:30, Mart. ore 22:30. CIVI-TAVECCHIA (RM), Tele Civitavecchia, Civitavec-chia, Tarquinia, Viterbo e S.Marinella, Lun. ore 22:30, Mart. ore 18:00, Mer. ore 15:50. CROTO-NE, RTI Radio Tele Internat, Crotone e dintorni, Lun., Mar., Gio. e Ven. ore 17:30. FAVARA (AG), Sicilia TV, Prov. Agrigento, Caltanisetta, Enna, Ragusa Giov. ore 15:00, Dom. ore 14:30. FOG-GIA, Telefoggia, Provincia di Foggia, Merc. ore 18:00, Ven. ore 10:00, Sab. ore 12:30. LECCE, Canale 8, Provincia di Lecce, dal Lun. al Sab. ore 11:30, Dom. ore 12:15. MODENA, TSM (Ex. tele-studio TV), Bologna, Parma, Reggio Emilia, Sab. ore 20:30. NAPOLI, Teleoggi, Campania, Dom. ore 9:00, Sab. ore 9:10. PALERMO, TGS, Sicilia, Ven. ore 21:00. PESCARA, ATV7, Abruzzo, Dom. ore 14:00. REGGIO CALABRIA, Telereggio, Pro-vincie di Reggio Calabria e Messina, Merc. ore 18:00, Dom. ore 12:00. ROMA, Teleroma 56, La-zio, Umbria, Sab. ore 12:00. S.AGATA DI MILI-TELLO (ME), Onda Mistero TV, Prov. Messina, Palermo, Reggio Calabria, Gio. ore 23:00, Dom. ore 12:00. SALA CONSILINA (SA), Italia 2 TV, Val-lo Diano (SA), dal Lun. al Sab. ore 19:00. SCIAC-CA (AG), Teleradio Sciacca(TRS), Prov. Agrigento e Trapani, Lun. ore 15:30, Giov. 22:30. TORINO, Quartarete, Piemonte, Sab. ore 10.00. TIVOLI Tele Blu, Lun. ore 18:20, Sab. ore 12:30. VIBO VALENTIA, Rete Kalabria, Vibo, litorale Tirreni-co, Ven. ore 21:30.

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“Cosí parla Dio, il Signore:… Si secchino tutte le giovani foglie che metteva” (Ezechiele 17:9).

La parabola presentata dal profeta Ezechiele nel suo scritto rivela la condizione spirituale nella qua-le versava in quel periodo il popolo d’Israele.

Nei versetti sei e otto dello stesso capitolo si par-la di una vite in buone condizioni perché curata e collocata in un buon terreno. Il problema che ri-chiama l’attenzione dei lettori è che avviene qual-cosa di anomalo: si seccano le giovani foglie.

I giovani sono come delle giovani foglie, il perico-lo è che anche essi si possono “seccare” fino a mo-rire spiritualmente.

Consideriamo alcune cause che potrebbero far “seccare le giovani foglie”.

LA MANCANZA DI ACQUALa prima causa di sofferenza e di morte delle

piante è la mancanza di acqua. Come l’acqua è indi-spensabile per la vita e la crescita delle foglie, così è la Parola di Dio per i credenti. I giovani hanno vi-ta e vigore spirituale mediante l’opera della Parola di Dio. Chi non si nutre continuamente della Sacra Scrittura si “secca” spiritualmente. Chi invece si nu-tre dell’acqua della Parola di Dio prospererà spiri-tualmente, non conoscerà l’arsura e queste “foglie non si seccheranno”, ma saranno sempre rigogliose e verdeggianti: “Beato l’uomo che non cammina se-condo il consiglio degli empi, che non si ferma nel-la via dei peccatori; né si siede in compagnia degli schernitori; ma il cui diletto è nella legge del Signo-re, e su quella legge medita giorno e notte. Egli sa-rà come un albero piantato vicino ai ruscelli, il qua-le dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui foglia-me non appassisce; e tutto quello che fa, prospere-rà” (Salmo 1:1-3).

Sono significative anche le parole pronunciate dal profeta Geremia per indicare i credenti in buo-na condizione spirituale che ricevono la Parola di Dio e si differiscono per questo dalle “giovani foglie che si seccano”: “Egli è come un albero piantato vi-cino all’acqua, che distende le sue radici lungo il fiu-

me; non si accor-ge quando viene la calura e il suo fogliame rimane verde; nell’anno della siccità non è in affanno e non cessa di portar frutto” (Geremia 17:8).

LA MANCANZA DI LUCELa luce è vita per le piante, senza di essa le pian-

te muoiono e si “seccano le giovani foglie”. La vita di tanti giovani è scialba, spenta, “secca”, quando da loro invece ci si aspetta il vigore e la forza. Per-ché? Per la mancanza della luce spirituale. Gesù è il “Sole della Giustizia” che illumina la vita dei giovani credenti e dona vita e vigore spirituale, nello stesso modo in cui il processo della fotosintesi da vita alla pianta. Chi è raggiunto da Gesù, la “luce del mon-do”, vive una vita “esuberante” e non conoscerà aridità spirituale e le “giovani foglie” non si secche-ranno, ma saranno sempre verdi: “Gesú parlò loro di nuovo, dicendo: ‘Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la lu-ce della vita’” (Giovanni 8:12).

LA MANCANZA DI LINFAUn’altra causa che determina la morte delle “gio-

vani foglie” è la mancanza di linfa, essa è di vitale importanza per la pianta. La linfa è un liquido inco-lore o biancastro che contiene proteine, sali, gras-si e linfociti, essa parte dalle radici e circola nella pianta nutrendola e arriva fino alle foglie tenendo-le in vita.

Se nella vita del giovane credente manca la pre-senza e l’opera dello Spirito Santo, egli inevitabil-mente mancherà di vita e di vigore spirituale, per arrivare ad una condizione di sterilità, al punto che si “seccheranno le giovani foglie”. Lo Spirito di Dio produce vitalità spirituale e dona al credente il nu-trimento spirituale necessario affinché egli pos-sa essere florido nel Signore: “Lo Spirito entrò in es-si: tornarono alla vita e si alzarono in piedi; erano un esercito grande, grandissimo … E metterò in voi il mio Spirito, e voi tornerete in vita; vi porrò sul vo-

UNA PAROLA AI GIOVANI

Perché si seccanole giovani foglie!

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stro suolo, e conoscerete che io, il Signore, ho parlato e

ho messo la cosa in atto, dice il Signore” (Ezechiele 37:10, 14).

LE MALATTIELe malattie che possono colpire

le foglie fino al punto di farle secca-re sono tante. Le “giovani foglie” si seccano se colpite dalle varie ma-lattie. Il peccato, la mondanità, la superficialità, il compromesso so-no dei mali che non lasciano scam-po ai giovani che ne sono colpiti: “Il salario del peccato è la morte” (Ro-mani 6:23).

Il peccato e le sue molteplici con-seguenze non lasciano scampo. Il ri-medio al peccato è Gesù: “Figlio-li miei, vi scrivo queste cose per-ché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesú Cristo, il giu-sto” (I Giovanni 2:1).

I giovani credenti che desiderano vivere una vita che onori il Signo-re in ogni cosa sono chiamati a pro-cacciare la santificazione, soltanto in questo modo la loro vita sarà ri-gogliosa: “Poiché abbiamo queste promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione di carne e di spirito, compiendo la nostra san-tificazione nel timore di Dio” (II Co-rinzi 7:1).

IL DISTACCO DALLA PIANTAUn ulteriore causa che fa “secca-

re le giovani foglie” è quando esse si staccano dalla pianta.

Gesù nel Suo insegnamento usa la stessa immagine per darci un pre-zioso insegnamento sulla necessi-tà di dimorare sempre in Lui: “Io so-no la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimo-ro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla … Se uno non dimora in me … si secca” (Gio-vanni 15:5-6).

I giovani credenti che desidera-no vivere un cristianesimo che ono-ri il Signore in ogni aspetto della lo-ro vita devono sempre dimorare in Cristo Gesù e rimanere attaccati a Lui in ogni cosa: “E ora, figlioli, ri-manete in lui affinché, quand’egli apparirà, possiamo aver fiducia e alla sua venuta non siamo costret-ti a ritirarci da lui, coperti di vergo-gna” (I Giovanni 2:28).

I giovani credenti sono come le “giovani foglie”, anche per loro esi-ste il pericolo di “seccarsi” spiri-tualmente, se ricevono l’acqua del-la Parola di Dio, la luce Divina, la lin-fa dello Spirito Santo, sono sani spi-ritualmente e dimorano sempre in Cristo Gesù, non si “seccheranno” e vivranno una vita cristiana sempre verdeggiante e fruttifera nel Signo-re: “Giuseppe è un albero fruttife-ro; un albero fruttifero vicino a una sorgente; i suoi rami si stendono so-pra il muro” (Genesi 49:22).

Paolo Faia

Novità editoriali

LA COSPIRAZIONE DELL̕ ERBA PIÙ VERDEdi Stephen Altrogge

Con un pizzico di sarcasmo e tanta onestà, questo libro sve-la la "grande cospirazione" tra-mata dall'insoddisfazione.

Questa si è ormai insinuata nella vita di tutti, nel compor-tamento e nella mente delle persone in generale.

Con un messaggio chiaro, pertinente e biblico, l'autore affronta temi come l'idolatria e il malcontento, ricordando-ci tutto quello che abbiamo, e possiamo avere, in Cristo.

Senza più invidiare "l'erba del vicino".

richiedi questo libro a: ADI-Media srl Via della Formica, 2300155 Romae-mail: [email protected]. 06.2251825-2284970 Fax 06.2251432

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“Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, abitanti di tutta la terra!”

“Il canto”, quale meravigliosa capacità espressiva ha donato Dio all’uomo! Quante volte nella vita, ci sarà capitato di leggere un testo poetico e particolarmente nella nostra infanzia ci è stato anche richiesto di impararne il contenu-to a memoria. Anche le più belle espressioni, però, tendono ad es-sere dimenticate, mentre quando vengono associate ad un’armonia di suoni rimangono maggior-mente impresse nella mente an-che a motivo delle emozioni che destano nell’animo.

I Salmi che oggi leggiamo nelle Sacre Scritture venivano, a tal proposito, cantati in melodie con l’accompagnamento degli stru-menti dell’epoca.

Il Salmo 96, ad esempio, è stato composto dal Re Davide per cele-brare il ritorno dell’arca del patto a Gerusalemme (1 Cron.16), esprimendo così la sua grande allegrezza poiché la presenza di Dio era ritornata fra il popolo d’Israele: “Cantate al Signore un cantico nuovo, cantate al Signore, abitanti di tutta la terra!”

Come Davide, anche noi oggi possiamo cantare un cantico nuovo per dei validi motivi. Una di queste ragioni è sicuramente la salvezza dell’anima, un altro motivo è la costante presenza del Signore nella nostra vita, oppure la certezza della vita eterna.

La salvezza dell’animaQuando l’individuo esperi-

menta la benedizione della nuova nascita non può sottrarsi dal cantare all’Eterno “un cantico nuovo”. Gesù è “ l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Giov.1:29), attraverso la Sua morte, Egli ha pagato il prezzo di riscatto dell’intera umanità dalla perdizione eterna (Giov.3:16). Quando l’essere umano riesce a comprendere il piano divino per la propria salvezza, ad accettare la validità del sacrificio di Cristo, a realizzare il perdono dei pro-pri peccati, la liberazione dalla malvagità e dalla perversione, allora può affermare con convin-zione d’essere nato di nuovo, in altre parole, d’essere una nuova creatura (Giov.3:3-5). Egli può quindi esclamare con gioia “ le cose vecchie sono passate: ecco, sono diventate nuove” (2Cor.5:17).

Quando si diventa una nuova creatura in Cristo, l’individuo è completamente trasformato poiché cambia il suo modo di parlare ed il suo modo di pensa-re, cambia la visione delle cose terrene e la visione di quelle cele-sti. L’uomo acquista una natura spirituale che si contrappone alla vecchia natura carnale. Attraver-so questa nuova spiritualità gli è permesso di accedere alle grandi verità celesti, a lui prima scono-sciute ed incomprensibili, dive-nendo così partecipe della natura divina (2Pie.1:4).

Gesù, con il suo sacrificio ha

Novità editoriali

PACE NEL CAOS di Jerry Withe

Il mondo di oggi è domina-to dal caos. La vita è frenetica, piena di cose da fare: bisogna continuamente correre da una parte all'altra.

Il contesto di confusione e competizione continua in cui ci troviamo genera rabbia, mancanza di autocontrollo, di-sordine mentale e sociale.

Come trovare "Pace nel Caos"? L'autore presenta alcu-ni suggerimenti concreti, che non servono a evadere dal-la realtà, ma ad affrontarla con l'aiuto di Dio, la luce delle Scritture e la virtù dello Spiri-to Santo.

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SALMO 91:1-4

Un cantico nuovo

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potuto cancellare la macchia del peccato nel cuore dell’uomo (Ebrei 10:10) abolendo così quei sacrifici figurativi e ripetitivi dell’Antico testamento. Grazie a quel sacrificio unico, perfetto ed irripetibile, l’uomo riceve un cuore nuovo, lavato e rigenerato dall’opera redentrice di Gesù Cri-sto il Signore (Efe.5:26) e quale figlio di Dio (Giov.1:12), viene reso capace di cantare un canti-co nuovo a motivo della salvezza ricevuta per grazia (Efe.2:8).

La costante presenza del Si-gnore nella nostra vita

Questo “cantico nuovo” è il patrimonio di un cuore rigenera-to, che non deve invecchiarsi e/o deteriorarsi. Un cuore nuovo deve essere invece rinnovato quoti-dianamente (Tito 3:5) per mezzo delle consolazioni dello Spirito Santo.

Come il re Davide aveva pre-parato un luogo ove riporre e custodire nel tabernacolo l’arca del patto (1Cron.15:1), allo stesso modo un cuore rigenerato dalla presenza di Dio deve preservare questo inestimabile dono, rima-nendo in comunione con Dio e condividendo le benedizioni che riceve giorno per giorno nella Chiesa con i fratelli (Ebrei 10:24-25).

La certezza della vita eternaPossiamo poi affermare, che c’è

motivo di sprone nel rammentarci vicendevolmente la certezza del

nostro futuro eterno con il Si-gnore. E’ un inno corale di lode che ci incoraggia a proseguire il cammino poiché lodando Dio ci accorgiamo di non essere più soli in quanto realizziamo in noi stessi l’adempimento della promessa di Cristo fatta ai Suoi discepoli: “ecco, io sono con voi tutti i gior-ni, sino alla fine dell'età presente” (Matteo 28:20).

Per la presenza di Dio e per l’incoraggiamento dei fratelli, per mezzo di una sincera e sentita lode ed adorazione al Signore, possiamo proseguire, con rinno-vate forze, il viaggio di fede che terminerà un giorno nella gloria del cielo.

Chi riuscirà a tener vivo un nuo-vo cantico nel proprio cuore potrà vedere, per fede, il glorioso futuro che gli spetta unitamente a tutti i redenti, vale a dire, essere trasfor-mati ed accolti nella gloria celeste per gioire in eterno nella presenza del Signore (2Pie.3:10-13).

Facciamo nostre, infine, le parole del salmista: “Tutte le fonti della mia gioia sono in te” (Salmo 87:7) e cerchiamo le giuste moti-vazioni per rallegrarci nella lode e nell’adorazione a Dio. Cantia-mo un “cantico nuovo” al fine di realizzare sin d’ora i benefici della salvezza in Cristo Gesù per poi goderne appieno i privilegi nel cielo insieme alla Sposa del Signo-re.

Giuseppe Crapanzano

Novità editoriali

LA STRADA DI GIUSEPPE di Jerry Withe

Mentre seguiamo il dipanar-si della storia biblica del pa-triarca, l'autore ci porta a con-siderare il viaggio della nostra vita: i sogni e le delusioni, le avversità e le afflizioni che in-contriamo ogni giorno.

Riusciamo a scorgere in tut-to questo la mano sovrana di Dio che fa concorrere le cose al bene? Questo libro ci esorta a percorrere la strada di Giu-seppe, una vita forse piena di deviazioni impreviste, di sogni apparentemente infranti, ma che conduce alla realizzazio-ne del piano di Dio per ciascu-no di noi.

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BarresiDomenica 20 maggio,

all’età di 92 anni, il fratello Antonino Barresi è andato con il Signore. Era nato a Palermo il 18 settembre 1919, primogenito di cinque figli. Di famiglia modesta, il padre era un piccolo com-

merciante di prodotti per la casa e la madre casalinga. Non ebbe possibilità di studiare: conseguita la terza elementare, fu necessario che andasse a lavorare per sovvenire alle necessità economiche della famiglia.

Imparò il mestiere di imbianchino. Iniziò tinteggiando i marciapiedi delle stazioni ferroviarie, finì per essere uno degli artigiani più apprezzati nella città di Palermo.

A 19 anni prestò il servizio militare di leva in Marina. Mentre era sotto le armi scoppiò la Seconda Guerra Mondiale che lo vide impegnato come cannoniere nel cacciatorpediniere Ardito. Dopo varie vicissitudini, fu fatto prigioniero dai tedeschi e condotto ai lavori forza-ti. Dopo qualche tempo riuscì a scappare, restando na-scosto nelle campagne di Orvieto, in casa di una fami-glia di contadini, fino al suo ritorno a Palermo, nel '44.

Al termine della guerra, in una Palermo devastata dai bombardamenti, si unì in matrimonio con Rosa Chinzi, da cui ebbe 4 figli, Francesco, Maria, Angela e Olga.

Nel 1947 la moglie si convertì all’Evangelo e cominciò a frequentare la comunità presieduta dal fratello Lucia-no Tomasello. Lui si oppose con tutte le sue forze alla conversione della moglie, avendo qualche volta anche reazioni molto violente.

Ma un pomeriggio come tanti altri, anche Antonino Barresi fu toccato dal messaggio della Parola di Dio. Il pastore Luciano Tomasello ricorda nella sua Testimo-nianza: “Nel 1947, dopo le riunioni fatte in casa con il fratello Lo Galbo, andammo in una casa in Piazza Vitto-ria 4, era l'abitazione di Francesco Barresi, padre del fu-turo pastore Antonino Barresi”. Subito dopo la conver-sione fu battezzato nello Spirito Santo e guarito da una forma ulcerosa all’intestino, che lo avrebbe portato alla morte in poco tempo. Manifestò da subito una certa predisposizione al servizio cristiano e il pastore Toma-sello lo coinvolse subito nelle attività della comunità di Palermo. Restò con il fratello Tommasello fino al 1954, anno in cui questi prese la decisione di dissociarsi dalle Assemblee di Dio in Italia. Dopo tale decisione le fami-glie Morisco, Barresi, Sferlazza, Orlando e qualche altra, sotto la guida del fratello Vincenzo Federico, aprirono al pubblico un locale in Piazza Magione.

In quel tempo anche il fratello Rosario Di Palermo

esercitò il suo ministerio nella comunità di Palermo e il fratello Antonino Barresi lo collaborò.

Dopo qualche tempo la Comunità si spostò in via Archirafi e anche in questa occasione il fratello Barre-si collaborò, prima con il fratello Domenico Barbera, proveniente da Lascari, e poi con il fratello Vincenzo Costanza sino al 1963.

Fu uno dei promotori dell’acquisto del locale di culto di via Luigi Razza, e dal 1964 al 1970 collaborò come membro del Consiglio di Chiesa, e ricopriva la carica di vice anziano.

Già dal 1963, su incarico del Consiglio di Chiesa della comunità di via Archirafi, poi trasferitasi in via L. Razza, cominciò a curare un gruppetto di credenti nel quartie-re Tommaso Natale di Palermo.

Vi erano pochissime anime, ma Dio benedisse il suo ministerio facendo crescere quell’opera in maniera meravigliosa. Lasciò la comunità di V. L. Razza, per de-dicarsi interamente al ministerio a Tommaso Natale. Fu aperto un primo locale in V. Sferracavallo, poi la comu-nità si trasferì in V. Friscalittari. Grazie alla sua attività evangelistica nacquero altre due missioni: Palermo Par-tanna Mondello e Palermo Arenella.

Lavorò con grande impegno e grande zelo nell’opera di Dio, curando per più di venti anni i fedeli che il Signo-re gli aveva affidato, gran parte dei quali erano il frutto del suo lavoro di evangelizzazione. Conciliare il faticoso lavoro di imbianchino con quello di pastore ed evange-lista non sempre era facile, ma il Signore che dà forza allo stanco e rinnova il vigore a chi è senza forze, non gli fece mancare mai il suo aiuto e così ha potuto portare a termine il compito ricevuto.

Lasciò il ministerio attivo, ancora nel pieno delle sue forze nel 1993, all’età di 74 anni. Ha continuato a colla-borare nelle varie comunità sorte grazie alla sua attivi-tà, con la sua presenza assidua a tutti i culti, con i suoi consigli, con la sua preghiera, fino a pochi mesi prima della sua morte.

In occasione del servizio funebre tenutosi per la sua dipartita è stato letto il testo biblico di Ebrei 13:7 “Ri-cordatevi dei vostri conduttori, i quali vi hanno annun-ziato la parola di Dio; e considerando quale sia sta la fi-ne del la loro vita, imitate la loro fede.” Non è stata una lettura di circostanza, ma un omaggio sincero reso ad un uomo che si è speso per la proclamazione del Regno di Dio, che è stato strumento nelle mani del Signore per la salvezza di tante anime ed esempio del gregge fino alla sua promozione alla gloria del cielo.

Rodolfo Arata

PROMOSSI ALLA GLORIA

Antonino

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ErasmoFormicaIl caro fratello Erasmo Formica,

Tesoriere della Missione Evangelica Zigana ADI-MEZ, il 24 maggio scor-so è stato chiamato alla Casa del Padre, a motivo di un male incura-bile che lo ha colpito nei precedenti sei mesi.

Ha vissuto il tempo della sua tre-menda malattia nel silenzio di una grandissima dignità, condividendo il suo male unicamente con il suo Maestro Gesù.

Erasmo Formica era nato a Rodi di Ferrara il 2 giugno 1949.

Da quando nel 1990 accettò il Signore nel suo cuore, si è sempre dimostrato un uomo con un particolare senso di servizio per il suo Signore.

È stato subito di grande aiuto per ottenere le autorizzazioni per lo svolgimento dei convegni evangelistici della MEZ in tutto il Nord Italia.

Quando nel 1992 gli fu proposto di assumere la responsabilità di Tesoriere della MEZ, accettò ma con molta titubanza, conscio del peso e dell’impegno che ciò avrebbe comportato.

Poi, però, mostrò grandi capacità e straordinaria dedizione al suo servizio, che ha onorato per circa vent’anni con fedeltà, se-rietà e onorabilità.

Attraverso questo suo servizio è stato conosciuto e apprezzato da tanti fratelli delle ADI, tra i quali, in modo particolare: i fratelli Francesco Toppi, il compianto Paolo Arcangeli, i fratelli Angelo Gargano e Samuele Plasmati con i quali ha lavorato per molti anni, e nell’ultimo periodo anche il fratello Elio Varricchione.

Il giorno del suo funerale è stata un’occasione di grande testi-monianza cristiana per i numerosi parenti e amici presenti con i tanti fratelli di fede.

La Parola di Dio è stata predicata con grande passione dai fra-telli Jacob e Moise Landauer.

Al fratello Felice Antonio Loria, presidente delle ADI, al Consi-glio Generale delle Chiese e a tutti i nostri fratelli giunga il no-stro ringraziamento per le calorose dimostrazioni di affetto che ci sono giunte da diverse parti d’Italia.

Il fratello Erasmo Formica ci ha lasciati, ma il suo buon profu-mo è rimasto tra noi.

I segni del suo profondo rispetto per l’Opera di Dio, la sua gentilezza e la sua affabilità, rimarranno scolpiti per sempre nei nostri cuori, come una eredità spirituale di valore infinito che la-scia alla moglie Lidia e alla figlia Monica, insieme a tutti noi che l’abbiamo amato.

Il Comitato ADI-MEZ

PROMOSSI ALLA GLORIA

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Risveglio Pentecostale è la pubbli-cazione organo ufficiale delle Chie-se Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Italia che dal 1946 mantie-ne vivo il legame fraterno che con-traddistingue l̕opera del Signore in Italia.

Cristiani Oggi è il mensile a carat-tere evangelistico e di edificazione utilizzato per raggiungere molti con il messaggio di "Tutto l'Evangelo".

Le pubblicazioni, ciascuna con ti-ratura superiore alle 13.000 copie mensili, sono sostenute dalle offer-te di lettori che, con il proprio con-tributo, collaborano così alla loro diffusione. In questi tempi i consi-stenti incrementi delle tariffe di in-vio postale ci spingono a chiedere il sostegno delle vostre offerte per-ché le due testate possano conti-nuare a essere di edificazione per migliaia di persone, credenti e non.

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RisveglioP E N T E C O S T A L E

Organo u� ciale delle Chiese Cristiane Evangeliche Assemblee di Dio in Itali

GIUGNO 2012

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“La tua parola

è una lampada al mio piede

e una luce sul mio sentiero”

(Salmo 119:105)

«Il deserto e la terra

arida si rallegrerann

la solitudine gioirà

e fiorirà come la rosa

[ISAIA 35:1]

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Il prestito che Dio ci ha fatto 49 anni fa, lo ha richiesto indie-tro. Abbiamo accudito, amato, e trasmesso alla nostra amata fi-glia il sentimento dell’amore verso Dio, e questo è stato il cam-mino di Daniela. Permetteteci di ringraziare con queste poche righe su Risveglio Pentecostale tutta la fratellanza d’Italia che sin dai primi momenti della malattia della nostra amata Danie-la, ha pregato e sofferto con noi (sono talmente tanti quanti ci sono stati vicini che sarebbe impossibile contattarli tutti singo-larmente). Questa è la potenza dell’amore fraterno che unisce i figli di Dio. Infatti “se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui.”(I Co­rinzi 12:26). Sin dalla nascita di una figlia, un genitore intrave-de quello che sarà della sua vita, la scuola, il diploma, la lau-rea, pian piano la vede crescere. Ma in questo calendario non c’è mai il pensiero di dovere un giorno celebrare un funerale al-la propria amata figlia. Ma Dio è l’Eterno Sovrano, la Sua volon-tà è perfetta, Egli stravolge ogni nostro piano. Abbiamo accet-tato da Dio il Suo volere, anche se questo ci è costato e ci costa  molta sofferenza. Quello che ci sostiene è sapere che Daniela ha lasciato una testimonianza di fede silenziosa, e di servizio ef-ficace per il Suo Signore,  ora è al cospetto del suo e del nostro amato Signore e Salvatore Gesù Cristo. La mattina del 30 apri-

le, quando il Signore ha chiamato alla glo-ria eterna Daniela, il suo volto era raggian-te, di uno splendo-re celestiale. Aveva un sorriso simile ad una sposa che va incontro al Suo sposo. Marte-dì primo Maggio nel culto di arrivederci al-la nostra amata, con grande meraviglia ab-biamo constatato quanto era apprezzata la sua fede e la sua te-stimonianza di fedeltà al Signore. Erano presenti più di mille persone e tutte hanno espresso un sentimento di partecipazione profonda al nostro dolore e han-no avuto parole di affetto per Daniela. In tanti hanno testimo-niato di aver perso più che una sorella. Nell’occasione il Signo-re, attraverso il fratello Davide Di Iorio, ha confortato i nostri cuori con la Sua Parola, con un messaggio di consolazione, di evangelizzazione e di esortazione.

Davide D’Alessandro

Nonostante la difficile situazione economica e sociale contingente noi credenti siamo nella gioia della Grazia perché puntualmente “…tocchiamo con mano e vedia­mo con i nostri occhi…” che la Parola della Verità arri-va ai cuori delle persone e lì compie un’Opera poten-te di “riconciliazione” con Dio. È vero, sta scritto: “dove il peccato è abbondato la Grazia è sovrabbondata”, ma noi riusciamo ancora a gioire nel vedere che, soprat-tutto giovani e giovanissimi “scelgono” di seguire Ge-sù: per questo ringraziando Dio vogliamo sempre più annunciare la Buona Novella. Domenica 22 aprile ab-biamo avuto una grande festa con un culto di battesi-mi dove hanno fatto patto con il Signore 7 anime tra i 14 e i 36 anni. Con la loro scelta hanno testimoniato e raccontato, ai molti inaspettati parenti non creden-ti presenti, che Dio ama tutti e offre “gratuitamente” la propria Grazia ed il proprio perdono. In modo par-ticolare ancora oggi, nonostante l’enorme offerta me-diatica di falsi contenuti morali verso i giovani, Dio ha mostrato come il Suo amore è pur sempre l’unico a colmare il bisogno interiore del cuore, e da tutto questo, non sono esclusi i giovani figli di credenti. Nel gruppo dei battezzati 5 su 7 era-no ragazzi figli di credenti tra i 14 e 20 anni e ciò ci incoraggia a coltivare e curare nella Scuola Domenicale, nelle Riunioni dei Giovani e nell’Adunanza tutta, questi “agnelli” donati da Dio al-la Sua Chiesa. La Parola predicata è stata puntuale e ci è stata presentata attraverso il passo tratto dal libro di Genesi 22:1-14 dal fratello Marco Pandolci, pastore della Comunità di Pavia.Un passo importante della vita di Abramo che obbedisce a Dio alla richiesta di sacrificare la cosa a lui più cara: il figlio Isacco. Similmente noi siamo invitati a “sacrificare” in dono ogni gior-

no, e non solo al momento del battesimo, ciò che ci è di più ca-ro: noi stessi, affinché sia fatta la Sua volontà e non la nostra.Ci saranno per questo delle prove nella vita del credente, ma alzando gli occhi come fece Abramo quando scorse il montone che Dio si era procurato per sostituire Isacco, allo stesso identi-co modo alzando i nostri occhi della fede vedremo la croce così da “vicino” da scoprire che Gesù “è con” noi, ma anche che Lui ha già provveduto “per” noi. Grati al Signore per quest’Opera di “raccolta interna ed esterna” alla Chiesa, purché ci sia un cuore disponibile, continuiamo a pregare gli uni per gli altri affinché ogni Comunità sia arricchita, sostenuta e unita in un solo cor-po: quello di Cristo Gesù il Signore.

Giovanni Pilla

RINGRAZIAMENTO DA NAPOLI, VIA CARAFA

BATTESIMI A CORSICO (MI)

Notizie dalle nostre Comunità

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Nel 2011 il raduno giovanile della provincia di Palermo si è te-nuto nella ridente località di Isola delle Femmine nei giorni 24-25-26 Dicembre 2011, ed è stato di particolare benedizioni per tutti i partecipanti. Il raduno arrivato ha avuto come tema “la tua gioventù viene a te come la rugiada” Salmo 110:3. Gradito ospite per la predicazione dei culti serali è stato il fratello Rena-to Mottola pastore a Matinella (SA), mentre per gli studi bibli-ci e i culti mattutini si sono alternati rispettivamente i fratel-li, C. Infantino, D. Giambra, L. Passamonte, N. G. Siragusa. Più di

500 giovani sono stati ospiti fissi per tutto il tempo dell’incon-tro, mentre per i tre culti serali la sala congressi, contenente più di mille posti è stata gremita dalla presenza di fedeli interve-nuti dalle comunità circonvicine. Se il Signore non ritorna pri-ma, l’appuntamento è Dio volendo per la stessa data, nel 2012.Un sentito ringraziamento va al Signore per la Sua meraviglio-sa guida e a tutti coloro che si sono adoperati per la buona riu-scita dell’incontro.

Giuseppe Nicosia

La gloria a Dio per averci aperto un pulpito, per la predicazio-ne del messaggio evangelico nella sede delle Autorità Cittadi-ne della nostra città. Ci è stata offerta la Sala Consiliare del Mu-nicipio di Pescara dove, da venerdì 18 domenica 20 novembre 2011 abbiamo potuto celebrare dei particolari culti al Signore. Avvenimento storico con benefiche conseguenze nella città di

Pescara, non solo, ma in tutta la regione ed oltre, con la fattiva collaborazione, da parte dei giovani della chiesa di Chieti, e del pastore Massimiliano Boscia. Pregheremo per tutta l’ Opera di Dio in questa Regione in modo particolare per tutti coloro che hanno risposto all’appello per accettare Gesù Cristo Salvatore.

Mosè Ciccone

Due settimane festose nella comunità di Matera, concluse con le domeniche 11 e 18 dicembre 2011. Sabato 10, si è celebra-to un culto speciale di preparazione ai battesimi, ospite e pre-dicatore Domenico Modugno, pastore a Modugno (BA). Il gior-no seguente l’ospite, il fratello Lorenzo De Fano pastorea Bari - Libertà. Diciannove sono stati i neofiti, undici uomini e otto donne, scesi nelle acque battesimali per la gioia dei numero-si presenti, fedeli locali ed ospiti provenienti da altre comunità, senza tralasciare alcuni familiari non convertiti di qualche neo-fita, che speriamo abbiano aderito all’invito divino proprio nel-la circostanza, assistere alla decisione di coloro che hanno fatto il passo più importante della loro vita, confessato in testimo-nianze gioiose e consecutive, concatenate fra loro, che eviden-ziavano la gioia della scelta effettuata.La festa si è protratta fino al sabato pomeriggio in cui si è ce-lebrato un culto regionale. Presente Sergiopaolo Chiribiri, pa-store a Secondigliano (NA). L’indomani, domenica 18 dicembre, abbiamo avuto un culto in cui si è avuta la “Cena del Signo-

re” per la gioia particolare di coloro che si erano battezzati la domenica precedente. A Dio sol Degno e Savio sia la gloria in eterno.

Carmine Lamanna

Il Signore ha fatto cose grandi per noi e noi siamo nella gioia. Sal­mo 126:3. Siamo lieti di comunicare che domenica 19 febbra-io 2012 per le comunità di Terme Vigliatore e di Patti è stato un giorno di festa nel vedere scendere nelle acque battesimali due anime della comunità di Patti e una di Terme Vigliatore. Siamo grati al Signore per l'opera che fedelmente continua a compie-re anche in mezzo a noi. La domenica successiva il 26 febbra-io abbiamo celebrato la cena del Signore. Dio in entrambe le ri-unioni ci ha benedetto attraverso la sua Parola. Vi chiediamo di sostenerci nelle preghiere, affinché Dio ci dia la grazia di spar-gere il seme e vedere tante altre anime venire al Signore Gesù . Al Signore sia la gloria, Dio ci benedica insieme.

Pietro Vella

XXIV RADUNO GIOVANILE PROVINCIA DI PALERMO

EVANGELIZAZIONE A PESCARA

BATTESIMI A MATERA

NOTIZIE DA TERME VIGLIATORE E PATTI

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Notizie dalle nostre Comunità

Il 18 marzo, due credenti, una delle quali frequenta la missione di Monterotondo (RM), sono state battezzate in acqua. Le loro testimonianze ci hanno entusiasmato e commosso! Familiari e amici delle nostre sorelle hanno seguito con attenzione l’inte-ra riunione. Il Signore ci ha concesso di avere con noi i coniugi Zangari. Il fratello Massimo, pastore a Viterbo e Orvieto (TR), ha predicato efficacemente sulla dignità dei figli di Dio, basando-

si su Apocalisse 3:21: “Chi vince lo farò sedere presso di me sul mio trono, come anch'io ho vinto e mi sono seduto con il Padre mio sul suo trono”. Sentiamo nostre le parole del re Davide: “Perciò, o Dio nostro, noi ti ringraziamo, e celebriamo il tuo nome glorioso” (1 Cronache 29:13)!

Gabriele S. Manueli

Portiamo a conoscenza che il giorno 25 Marzo, abbiamo officia-to ventotto battesimi, di cui sei della comunità di Brusciano cu-rata dal fratello Franco Guarino, quattro di Casoria curata dal fratello Samuele Frezza, quattro di Somigliano e di Volla cura-te dal fratello Antonio Cipolletta, chiese con cui collaboriamo.In occasione del servizio battesimale è stato con noi il fratel-lo Giovanni Scarallo. Il messaggio a sfondo evangelistico ben si addiceva ai numerosi visitatori venuti per vedere i loro parenti onorare il Signore. Domenica 15 Aprile, abbiamo celbrato la Ce-

na del Signore, è stato con noi il fratello Maglione Gaetano, che attraverso la Parola ha trasmesso quanto è stata preziosa “La Via” apertaci da Cristo. Siamo ben intenzionati ad impegnarci a trafficare sempre più i talenti da Cristo donatoci, col desiderio di onorarLo e servirLo, e con la certezza che l’unzione del Suo Santo Spirito è per tutti quelli che di cuore puro. Lo amano e Lo onorano. A Gesù, capo e compitore di fede, vada la nostra gra-titudine per quanto sta facendo in queste zone.

Stefano D’Alessandro

Con profonda gratitudine al Signore e grande gioia desideria-mo condividere con la nostra fratellanza le meravigliose be-nedizioni che Dio ha riversato sul XII Incontro di Zona Italia Centrale e Sardegna che anche quest’anno si è svolto a Mon-tesilvano (PE), dal 13 al 15 aprile ’12 presso l’Hotel Serena Ma-jestic. I partecipanti all’incontro hanno battuto ogni record di presenze sfiorando circa 800 iscritti e nelle riunioni di culto aperte a tutti i visitatori si è superato abbondantemente oltre mille presenze. Il tema dell’incontro tratto dall’Epistola di Pao-lo Apostolo a Tito 2:11-13 è stato il seguente: “La Grazia di Dio ci ammaestra”. I relatori dei tre studi biblici hanno posto in en-fasi i seguenti aspetti: “La Grazia di Dio che ci ammaestra a: Ri-nunciare, vivere e aspettare”, facendo osservare che la Grazia di Dio non si esaurisce unicamente nell’esperienza della nuo-va nascita, ma è presente prima della conversione, nell’Ope-ra della salvezza e continua a sostenere ed ammaestrare il cre-dente in tutti gli aspetti del vita cristiana. L’ospite predicatore dell’incontro è stato il fratello Vito Nuzzo, pastore della chiesa A.D.I. di Messina, il quale è stato un valido strumento nelle Ma-ni di Dio per l’insegnamento e l’edificazione di tutti i parteci-panti. Non è possibile elencare con dovizie di particolari i det-

tagli di tutte le predicazioni, ma è stato evidente che gli spunti e le riflessioni hanno avuto un unico filo conduttore: in primis è stato letto nel Vangelo di Marco 15:1-5 “…legarono Gesù…”. Ci ha portato a riflettere che noi tutti, pur non essendo spie-tati nemici di Gesù come i capi sacerdoti o gli Scribi, tuttavia, in un certo senso, leghiamo il Signore non lasciandolo “libe-ro” di operare nella nostra vita; poi la lettura del Vangelo di Lu-ca 6:17-19 ha posto dinanzi a noi la necessità di accostarci a Ge-sù poiché Lui può risolvere ogni problema; poi il passaggio del Vangelo di Giovanni 10:1-10, ha messo in risalto che Gesù è la Porta per eccellenza e rappresenta per noi una porta di prote-zione, opportunità e purtroppo, anche di esclusione per colo-ro che si rifiutano di riceverlo nella loro vita, ed infine le rifles-sioni sull’Epistola agli Ebrei 4:14-16, con riferimento al brano del Levitico 14:33-57, considerando che Gesù è il Sommo Sacerdo-te per superiorità; Egli è lo specialista per ogni tipo di proble-ma. InvitiamoLo ad entrare nella nostra vita poiché Lui è capa-ce di risolvere ogni difficoltà. Desideriamo rilevare inoltre, che l’organizzazione dell’Incontro è stata perfetta anche grazie alla collaborazione della chiesa di Montesilvano (PE) che desideria-mo ringraziare, la quale si è prodigata efficacemente “metten-

do su”, tra l’altro, a tempi di re-cord la corale dei bambini che hanno eseguito maestrevol-mente tre inni alla Gloria di Dio. Sono stati tre giorni meraviglio-si, dove abbiamo goduto della visita del nostro Grande Iddio, Signore e Salvatore Cristo Gesù. A Dio piacendo e se Gesù non ritorna prima, ci siamo dati ap-puntamento all’anno prossimo e, lungi da noi ogni presunzio-ne, ma siamo convinti che sare-mo ancora più numerosi.

Archetto Brasiello

BATTESIMI NELLA CHIESA DI ROMA-FIDENE

NOTIZIE DA CASALNUOVO

XII INCONTRO DI ZONA ITALIA CENTRALE E SARDEGNA

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Con immensa gioia desideriamo comunicare alla fra-tellanza la nascita di una nuova missione evangelica nel territorio di Caianello, punto strategico di svinco-lo stradale e ferroviario che collega le zone del Tirre-no all’Adriatico, conosciuta anche per lo storico incon-tro tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II che sancì l’Unità d’Italia. Era da tempo che stavamo pregando per questi territori senza testimonianza evangelica ed è stata una glorio-sa risposta del nostro Signore Gesù ed un incoraggiamento al ministero affidatomi. Qualche anno fa, il Signore chiamava alla salvezza un giovane di questo posto, salvandolo e battezzan-dolo di Spirito Santo. Il fratello, liutaio e maestro di chitarra, ha un negozio di strumenti musicali e collabora ora col ministerio e con la musica in chiesa, a Dio sia la gloria! Per due anni ci sia-mo riuniti nel negozio del fratello ogni mercoledi sera. Dopo l’orario di lavoro, il locale veniva adibito a locale di culto e lì, tra chitarre, amplificatori e cassette del latte usate a mò di sedie, Dio ci benediva meravigliosamente toccandoci con la Sua ma-no. Dopo tanti sacrifici, disagi e non poche opposizioni locali,

Dio ha onorato la nostra fede e benedet-to questo luogo aggiungendo nuove anime miracolosamen-te anche dalla vicina Roccamonfina. Da qualche anno, abbiamo avuto così la gioia di aprire un nuovo locale di culto ad un Km dall’uscita autostradale, in via Montano De Rossi, dove ci riunia-mo ogni mercoledi alle 19:45 e il primo sabato di ogni mese al-le 18:30. Il Signore ci sta sostenendo con la Sua Grazia e, sicu-ri che vi ricorderete di questa neonata consorella, ci affidiamo alle vostre preghiere e alla grazia del nostro comune Salvatore Gesù che ci dona il privilegio di collaborare con Lui alla Salvez-za dei perduti e al Bene Eterno delle anime.

Gaetano Guarino

“Se ne va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tor­nerà con canti di gioia quando porterà i suoi covoni” (Salmo 126:6). Il 1 Maggio 2012 è stato un giorno di grande gioia e be-nedizione per la comunità di Foggia via Tito Serra. Nel culto te-nutosi al mattino, tre sorelle e due fratelli sono scesi nelle ac-que battesimali, confessando pubblicamente davanti a una chiesa gremita di fedeli e anime che per la prima volta hanno assistito ad un culto evangelico, la loro fede in Cristo Gesù e il desiderio di servirLo e rimanerGli fedeli tutti i giorni della lo-ro vita. Nel pomeriggio dopo aver goduto della comunione fra-terna con un’agape, abbiamo potuto offrire a Dio un altro culto con la celebrazione della Cena del Signore. Per l’occasione gra-dito ospite è stato il fratello Carmine Lamanna accompagna-to dalla corale di Matera. Il Signore si è usato potentemente del Suo strumento, gli inni cantati maestrevolmente dalla corale sono stati di grande edificazione per tutti i presenti! Nonostan-te problemi di varia natura, l’Iddio fedele continua a portare avanti l’opera Sua anche in queste zone; il desiderio di noi tut-

ti è vedere ancora anime arrese al Signore e nell’attesa del Suo glorioso ed imminente ritorno desideriamo che il fuoco dello Spirito Santo scenda con potenza sulla Sua Chiesa e in partico-lare su coloro che ne sentono il bisogno impellente! Chiedo alla fratellanza di continuare a pregare per noi!

Pasquale Puopolo

Con immensa gioia desidero farvi partecipi che il 19 maggio 2012 nella chiesa di Cancello ed Arnone hanno espresso la lo-ro volontà di scendere nelle acque battesimali sei credenti.

La chiesa ha vissuto questo momento di immensa gioia con la presenza di fratelli e sorelle della chiesa di San Cipriano d’Aver-sa accompagnati dal loro pastore Di Iorio Daniele. Durante il servizio sono stati cantati cantici spirituali dalla corale di San Ci-priano d’Aversa. Alla nostra giornata di gioia erano presenti i pastori Daniele Di Iorio, Giosuè Natale e Luigi Di Pasquale. Lo strumento che Dio ha usato per la predicazione della Parola è stato il pastore Salvatore Caruso. Il testo predicato è stato trat-to dal Salmo 118:19-24. La domenica, abbiamo avuto il culto di santa cena con la presenza del pastore di Piedimonte Matese Gaetano Guarino. Il Signore non ci ha fatto mancare la sua be-nedizione. Vi chiedo di pregare per questa comunità affinché l’Evangelo possa brillare in questo paese .

Oreste Moccia

NOTIZIE DA CAIANELLO

BATTESIMI A FOGGIA

BATTESIMI A CANCELLO ED ARNONE (CE)

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RisveglioP E N T E C O S T A L EP E N T E C O S T A L E

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Anche quando la terra trema, il credente si rifugia in Dio Da Domenica 20 maggio a oggi la terra trema sen-za tregua in Emilia: i credenti della zona invitano la fratellanza a continuare a pregare per la situazione a Cento, Finale Emilia, Modena, Carpi…

Quanto tempo è ormai passato dalle 4.04 di dome-nica 20 maggio quando una scossa di magnitudo 5,9 della scala Richter ha sconvolto la terra d’Emi-lia? Le luci dei media si affievoliscono, ma il bilan-cio dei danni e delle vittime, purtroppo, non è an-cora definito: grande paura, case lesionate, fabbri-che crollate…

Eliseo Lattuca a Cento il locale di culto è lesionato dal sisma, le riunioni sono state sospese e, in questi giorni, si tengono presso un Centro Sportivo in una frazione in direzione di Finale Emilia. Grazie a Dio nessuno dei credenti ha subito danni alla persona, anche se le abitazioni di qualche famiglia hanno su-bito lesioni strutturali.

Simone Caporaletti a Modena e Carpi forti difficol-tà sono ancora oggi vissute dai credenti. Gli incon-tri a Carpi sono stati sospesi all’interno del locale di culto, ma vengono tenuti all’aperto. Anche a Mo-

dena i culti si tengono all’aperto... ma Dio è all'ope-ra e aggiunge partecipanti di volta in volta. Nono-stante i disagi la gloria va solo al Signore.

Aiuti alle popolazioni colpite dal sismaLe Assemblee di Dio in Italia, tramite il Servizio Evangelico Assistenza Sociale, sono impegnate nel soccorso alle popolazioni colpite dal sisma in Emi-lia Romagna. È possibile inviare offerte a sostegno tramite le seguenti coordinate bancarie o postali.

Offerte con bonifico bancarioBanca Monte dei Paschi di Siena, Agenzia 8 Firenze, Conto intestato a Assemblee di Dio in Italia - Cassa Nazionale (SEAS). Per offerte dall’Italia codice IBAN IT 79 V 01030 02808 000000614146. Per rimesse dall’estero codice IBAN IT 79 V 01030 02808 000000614146 - BIC/SWIFT PASCITM1FI8. Indicare nella causale: Offerta pro terremoto in Emilia.

Offerte tramite c/c bancopostaPer bonifico codice IBAN IT 35 W 07601 02800 000000317503Bollettino Postale intestato a Assemblee di Dio in Italia - Cassa Nazionale c/c n.317503. Indicare nella causale: Offerta pro terremoto in Emilia.

Aiuti alle popolazioni colpite dal sisma in Emilia Romagna: per non dimenticare!