Rossetti 2015_16 OK

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2015-2016 cogli la tua stagione diretto da Franco Però www.ilrossetti.it In collaborazione con StudioFUORI

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2015-2016

cogli la tua stagione

diretto da Franco Però

www.ilrossetti.it

In collaborazione con

Stud

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La stagione 2015-16 si presenta per il nostro Teatro all’insegna di novità importanti: il cartellone è stato predisposto dal nuovo Direttore Franco Però, ma sono nuove anche le condizioni in cui le scelte sono state operate essendo in vigore da gennaio il nuovo Decreto Ministeriale che ha l’ambizione di assestare, ridisegnan-dola, la “mappa” del sistema italiano dello spettacolo dal vivo. Tale obiettivo vale innanzitutto per la determinazione dei finanziamenti Ministeriali ai singoli soggetti beneficiari. Nel caso dei Teatri, la determinazione avviene in base a una serie di parametri che si riferiscono alla dimensione e ai contenuti del loro operato come anche alla “capacità” del loro rapporto con il pubblico.Al di là del giudizio sui contenuti del Decreto, limitandoci alla considerazione che detti parametri sono riferiti per il 70% a dati oggettivi e quindi di attribuzione automatica, non possiamo nascondere la soddisfazione di risultare su queste basi il 7° Teatro in Italia!È un piazzamento/collocazione davvero straordinario perché dobbiamo pur tenere conto del fatto che operiamo in una provin-cia ovvero in una regione con un numero di abitanti ben sotto la media nazionale e con un numero relativamente alto di soggetti teatrali con forte tradizione.Ma siamo, appunto, una realtà con tradizioni teatrali molto solide, di natura centroeuropea, che il Rossetti da solo onora con una media annuale che supera le 150 mila presenze!Il ritrovarsi tra le prime sette realtà teatrali in Italia è perciò una conferma di questa nostra tradizione, ma ciò ci assegna altresì la responsabilità non solo di mantenerla ai livelli odierni bensì di cercare di rafforzarla ulteriormente.Nella nostra realtà ciò significa cercare di rispondere ai gusti e alle esigenze di un pubblico maturo, stando al passo con l’evoluzione dell’espressione artistica teatrale nel mondo e facendo riferimento alla necessità che il Teatro come luogo di incontro, intrattenimento e riflessione porti il proprio contributo allo sforzo generale volto a ricostruire, nel nostro caso, quell’unitarietà della realtà centroeu-ropea che la storia aveva lacerato incidendo fin dentro le singole comunità, a partire dalla città di Trieste.In un mondo denso di incertezze e di incognite sulle prospettive, questa nostra “attività di ricostruzione” è una certezza che ci col-loca, con i suoi valori di solidarietà, di unità sociale, di superamen-to delle recriminazioni e dei risentimenti, di rispetto del diverso, su posizioni avanzate in Europa.Come Teatro dobbiamo cercare di fare del nostro meglio in tal senso e sono convinto che lo sguardo al nostro cartellone confer-merà questa nostra ambizione. È un sincero invito a frequenare il Rossetti e le altre sale che ci vedono attivi.

MILOŠ BUDINPresidente

Una nuova stagione si apre allo Stabile. Una nuova stagione per un nuovo Direttore. Inutile negare la forte emozione che provo nel presentarla. Nel momento in cui sto scrivendo queste righe, da Stefano Curti, il nostro direttore organizzativo e del marketing, mi arrivano le prime bozze di questo libretto con gli spettacoli che abbiamo scelto. Li scorro e non mi nascondo la soddisfazione per l’offerta che, grazie al lavoro appassionato di tutto lo staff dello Stabile, vi presentiamo. Questo nostro, vostro Teatro Stabile, è sempre stato all’altezza del pubblico che ha affollato le sue sale e questa nuova stagione non sarà da meno. Certo, ci sarà un cambiamento, e non potrebbe essere altrimenti. Ma questo nulla toglierà alla ricchezza di propo-ste, caratteristica essenziale del Rossetti. Nel cuore del teatro si ritrova la Prosa, l’espressione teatrale per cui sono nati e continuano ad operare i Teatri Stabili; ma per la danza, per i nuovi territori che legano questa al circo più poetico, e per i grandi musical si alzerà sempre il sipario del Rossetti.Uno straordinario lavoro di Arthur Schnitzler, mai rappresentato in Italia, il Pasolini della crudele storia d’amore di due ragazzi, l’e-terna poesia del Cirque invisible di Victoria Chaplin, i due estremi della danza – il mito dei moderni trasgressivi, Lindsay Kemp, a cui fa eco l’espressione più contemporanea della danza, nella virtuali-tà di Pixel - il volo magico di Billy Elliot, il riso che attraversa sto-rie aspre, come avviene nel Calendar Girls – con il ritorno felice di Ariella Reggio – o in Father & Son di Bisio/Serra, la prima volta della ricerca di Ricci/Forte con il loro Darling...Ecco, è nel rapporto costante tra i vari linguaggi del teatro che sboccia la nuova stagione dello Stabile. E saranno spettacoli che affronteranno temi di forte richiamo: siano questi più universali, o più legati al nostro momento storico, trattati con lieve o feroce ironia, sfrontati o duri nel loro crudo realismo, ma anche costruiti nella leggerezza della commedia – che sempre, nei lavori migliori, genera oltre il sorriso, la riflessione.Ma non sono solo queste le novità che il Rossetti offrirà a partire da questo 2015/16; altre, altrettanto importanti per ampliare l’offerta culturale del Rossetti sono state messe in campo; innan-zitutto una nuova compagine di attori – un ritorno alle origini, se vogliamo, e l’unico modo per dare continuità al lavoro teatrale -, scelti fra i migliori del vasto panorama regionale; e poi il rapporto con le istituzioni culturali della città, sia quelle teatrali – a comin-ciare da quello con lo SSG, lo Stabile Sloveno, la cui proficua collaborazione si amplierà con l’ospitalità reciproca di due spetta-coli – che quelle museali – dopo gli spettacoli estivi all’Henriquez, sarà la volta del Revoltella, che ci affiancherà in vari progetti, a partire da quello su Pasolini - e ancora, con gli istituti di cultura come il Goethe Institut e il British Council: e sarà anche grazie alla collaborazione di questi enti se prenderà forma il respiro europeo dello Stabile regionale. Un respiro che vuol partire dalle sale di Viale XX Settembre, per propagarsi nell’intera regione – e il pensiero va alle ricche realtà culturali che in questi mesi ho incontrato e alle quali è dovuto un nostro sentito grazie per la nuova disponibilità dimostrata – e proseguire nei paesi a noi vicini per territorio e cultura.E adesso: che la stagione cominci, con la segreta speranza che, spettacolo dopo spettacolo, renda gioia ai vecchi e nuovi spetta-tori!

FRANCO PERÒDirettore

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dall’11 al 15 novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

BISBETICAUn capolavoro shakespeariano che ci farà sorridere e riflettere. La Bisbetica del titolo avrà la verve di Nancy Brilli, diretta da una delle più affermate registe italiane, Cristina Pezzoli.

dal 24 al 29 novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

PORCILESi fa omaggio a Pier Paolo Pasolini, mettendo in scena uno dei suoi massimi capolavori, per la regia di Valerio Binasco. Grande il successo ottenuto al debutto al Festival di Spoleto.

dal 2 al 6 dicembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

CALENDAR GIRLSDopo il celebre film, la commedia di Tim Firth arriva sulle scene con un cast straordinario. Angela Finocchiaro e Ariella Reggio fra le inter-preti di una storia che diverte e commuove.

dal 16 al 20 dicembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

IVANOVFilippo Dini, l’applaudito sovrano de Il discorso del re, ritorna in scena come protagonista e regista di Ivanov, capolavoro cechoviano che ruota attorno a un eroe negativo.dal 6 al 10 gennaio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

FATHER AND SONClaudio Bisio è il protagonista di questo ironico monologo di Michele Serra sul rapporto fra padre e figlio al giorno d’oggi, fra silenzi, fragilità e distrazioni tecnologiche.

dal 27 ottobre al 1° novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

SCANDALOFranco Però dirige Stefania Rocca, Franco Castellano e la com-pagnia del Teatro Stabile in una commedia di Arthur Schnitzler dai risvolti attuali, sulla paura di chi è diverso.

dal 5 all’8 novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

MAGAZZINO 18È ormai un cult lo spettacolo con Simone Cristicchi che ripercorre l’e-sodo giulianodalmata: ci commuoverà anche quest’anno, con toccanti parole e canzoni.

dal 3 al 22 novembre 2015 - Sala Bartoli

ROSSO VENERDÌLa Passione contemporanea di Roberto Cavosi, racconta calvari quotidiani che Igor Pison incastona in un universo scenico dagli echi classici e pop: protagonista la Compagnia Stabile.

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 13/10 Vendita biglietti 15/10

Platea A-B Interi € 32 Ridotti € 29 Abb prosa € 15 2★Platea C Interi € 28 Ridotti € 26 Abb prosa € 15 2★I Galleria Interi € 23 Ridotti € 21 Abb prosa € 12 1★II Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 13/10 Vendita biglietti 15/10

Platea A-B Interi € 32 Ridotti € 29 2★Platea C Interi € 28 Ridotti € 26 2★I Galleria Interi € 23 Ridotti € 21 1★II Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 13/10 Vendita biglietti 15/10

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 27/10 Vendita biglietti 29/10

Platea A-B Interi € 32 Ridotti € 29 2★Platea C Interi € 28 Ridotti € 26 2★I Galleria Interi € 23 Ridotti € 21 1★II Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 27/10 Vendita biglietti 29/10

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 27/10 Vendita biglietti 29/10

Platea A-B Interi € 40 Ridotti € 37 Under 16 € 20 3★Platea C Interi € 37 Ridotti € 34 Under 16 € 20 3★I Galleria Interi € 32 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 10/11 Vendita biglietti 12/11PREPARATION

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Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati prosa 9/10Prenotazioni stelle 13/10 Vendita biglietti 15/10

PROSA12 spettacoli alla Sala Assicurazioni Generali,1 al Teatro Sloveno, 3 alla Sala Bartoli, “Magazzino 18” in opzione

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dal 24 al 28 febbraio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

IL SINDACO DEL RIONE SANITÀLa sfida di interpretare il grande personaggio eduardiano pur senza essere napoletano: ne esce vittorioso Eros Pagni, versatile maestro della scena, circondato da un cast notevole.

dal 9 al 13 marzo 2016 - Sala Assicurazioni Generali

MOLIÈRE:LA RECITA DI VERSAILLESStefano Massini, Giampiero Solari e Paolo Rossi rileggono Molière.

dal 13 al 17 aprile 2016 - Teatro Sloveno

QUAI OUEST APPRODO DI PONENTEPaolo Graziosi, a capo di un cast superlativo, si addentra nella dram-maturgia di Koltès e nel suo immaginifico linguaggio. La messinscena di Paolo Magelli è poetica e sorprendente.dal 4 all’8 maggio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

AMLETO A GERUSALEMMEMarco Paolini e Gabriele Vacis coronano la loro amicizia e collabora-zione con un progetto pregevole, rivolto a giovani attori palestinesi che si raccontano attraverso Shakespeare.dal 5 al 22 maggio 2016 - Sala Bartoli

LA CENAFausto Paravidino dirige gli attori della Compagnia del Teatro in una gustosa commedia scritta da Ferenc Molnar, sceneggiatore di tanti successi e autore de I ragazzi della via Pal.

dal 27 al 31 gennaio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

LA PAZZADELLA PORTA ACCANTOAlessandro Gassmann dirige il testo di Claudio Fava su Alda Merini.

dal 12 al 31 gennaio 2016 - Sala Bartoli

DOKTOR ŠUSTERGli attori della Compagnia Stabile danno vita agli esilaranti protagonisti che Dušan Kovačević – sceneggiatore del film Underground – inven-ta per quest’irrestitibile “giallo” surreale.

dal 17 al 21 febbraio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

I RUSTEGHILunardo, Cancian, Simon e Maurizio: i quattro Rusteghi del capolavoro goldoniano ci divertiranno con la loro ruvida misoginia, in uno spettacolo ben orchestrato da Giuseppe Emiliani.

dal 3 al 7 febbraio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

DIPARTITA FINALEUn poker di protagonisti eccellenti: Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai, Franco Branciaroli e Maurizio Donadoni per una commedia dal sapore surreale, di cui Branciaroli è anche autore.

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 10/11 Vendita biglietti 12/11

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati prosa 20/11Prenotazioni stelle 24/11 Vendita biglietti 26/11

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 12/1 Vendita biglietti 14/1

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 12/1 Vendita biglietti 14/1

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 12/1 Vendita biglietti 14/1

Platea Interi € 25 Ridotti € 23 2★Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 26/1 Vendita biglietti 28/1

Platea A-B Interi € 32 Ridotti € 29 2★Platea C Interi € 28 Ridotti € 26 2★I Galleria Interi € 23 Ridotti € 21 1★II Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 16/2 Vendita biglietti 18/2

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati prosa 20/11Prenotazioni stelle 24/11 Vendita biglietti 26/11

Platea A-B Interi € 29 Ridotti € 24 2★Platea C Interi € 21 Ridotti € 17 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 12/1 Vendita biglietti 14/1

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dal 6 al 10 aprile 2016 - Sala Assicurazioni Generali

NOTRE DAME DE PARISPer la prima volta le note di “Bella” e “Il tempo delle cattedrali” risuo-neranno in un vero teatro: il cult di Riccardo Cocciante e Luc Plamondon ritorna con tutto il suo fascino e la sua imponenza.

dal 28 aprile al 1° maggio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

LE CIRQUE INVISIBLEIl petit-cirque di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin ci traspor-ta in un mondo di divertimento e acrobazie, con le armi della fantasia e della più sapiente e ricercata clownerie.

dal 9 al 13 dicembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

MAMMA MIA!Chi resiste alle trascinanti canzoni degli ABBA? E a un’allegra storia d’amore? Nessuno!! Il musical dei record nell’edizione originale del West End ritorna finalmente a Trieste con un cast eccezionale.

dal 19 al 22 novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

LA VERITÀTredici artisti diretti da Daniele Finzi Pasca – già creatore di Rain del Cirque Éloize – regalano oltre due ore d’incanto visivo, del più raffinato e incredibile teatro acrobatico.

dal 2 al 6 marzo 2016 - Sala Assicurazioni Generali

SLEEPING BEAUTY ON ICEGli splendidi pattinatori di The Imperial Ice Stars in una delle favole più romantiche sulle musiche di Čajkovskij, fra volteggi sul ghiaccio, ricchi costumi e un sontuoso allestimento.

dal 12 al 17 gennaio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

BILLY ELLIOTDopo i clamorosi successi a Londra e New York e il commovente film di Stephen Daldry su Billy, il ragazzino con il sogno della danza, il musical arriva finalmente in Italia diretto da Massimo Romeo Piparo.

Platea A-B Interi € 49 Ridotti € 46 Under 16 € 25 4★Platea C Interi € 41 Ridotti € 38 Under 16 € 25 3★I Galleria Interi € 36 Ridotti € 32 Under 16 € 17 3★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 20/10 Vendita biglietti 22/10

Platea A-B Interi € 59 Ridotti € 56 Under 16 € 30 5★Platea C Interi € 51 Ridotti € 48 Under 16 € 30 4★I Galleria Interi € 43 Ridotti € 40 Under 16 € 20 3★II Galleria Interi € 33 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 20 1★Prenotazioni stelle 17/11 Vendita biglietti 19/11

Platea A-B Interi € 59 Ridotti € 56 Under 16 € 30 5★Platea C Interi € 51 Ridotti € 48 Under 16 € 30 4★I Galleria Interi € 43 Ridotti € 40 Under 16 € 20 3★II Galleria Interi € 33 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 20 1★Prenotazioni stelle 1/12 Vendita biglietti 3/12

Platea A-B Interi € 69 Ridotti € 64 Under 16 € 40 5★Platea C Interi € 63 Ridotti € 59 Under 16 € 40 5★I Galleria Interi € 49 Ridotti € 44 Under 16 € 30 4★II Galleria Interi € 42 Ridotti € 37 Under 16 € 30 3★Loggione Interi € 20 1★Prenotazioni stelle 20/10 Vendita biglietti 22/10

Platea A-B Interi € 49 Ridotti € 46 Under 16 € 25 4★Platea C Interi € 41 Ridotti € 38 Under 16 € 25 3★I Galleria Interi € 36 Ridotti € 32 Under 16 € 17 3★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 19/1 Vendita biglietti 21/1

Platea A-B Interi € 77 Abbon € 65 Abbon U26 € 40Platea C Interi € 66 Abbon € 55 Abbon U26 € 40I Galleria Interi € 55 Abbon € 46 Abbon U26 € 25II Galleria Interi € 49 Abbon € 41 Abbon U26 € 25Loggione Interi € 22

Prevendita in corso, spettacolo fuori abbonamento

MUSICAL & EVENTI5 spettacoli in abbonamento alla Sala Assicurazioni Generali, 1 fuori abbonamentoAltri eventi saranno annunciati nel corso della stagione.

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Come è consuetudine, il cartellone musicale del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia si arricchirà di ulteriori appuntamenti, recital e concerti organizzati in collaborazione con Azalea Promotion che verran-no annunciati nel corso della stagione. Per il momento siamo in grado di ricordare l’attesissimo appun-tamento con The Red Army Choir Orchestra and Ballet che hanno già segnato il tutto esaurito nella serata del 26 e nella pomeridiana del 27 settembre. Vista la clamorosa accoglienza, sempre per domenica 27 settembre è stata aggiunta un’altra replica straordinaria alle ore 21, per la quale ci sono ancora biglietti disponibili. Già fissata anche la data in cui The Harlem Gospel Choir – gruppo gospel di grande qualità e formidabile energia – si esibirà al Politeama: martedì 22 dicembre, con i loro canti si entrerà in pieno clima natalizio. Come sempre gli abbonati al Teatro Stabile hanno diritto ad una riduzio-ne sul prezzo del biglietto per questi appuntamenti.Per essere sempre aggiornati sulle nuove iniziative, sui concerti, sugli spettacoli fuori abbonamento e soprattutto sulle aperture delle prevendite, consigliamo gli interessati di iscriversi alla nostra newsletter, di cliccare “mi piace” sulla pagina Facebook del Rossetti e di visitare il sito www.ilrossetti.it: riceverete in questo modo tutte le informazioni necessarie.

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venerdì 18 marzo 2016 - Sala Assicurazioni Generali

AEROSDaniel Ezralow, David Parsons e Moses Pendleton assieme ai fon-datori degli STOMP incontrano i ginnasti della Federazione Rumena: ne nasce uno spettacolo di danza moderna energico e nuovo.

dal 22 al 23 marzo 2016 - Sala Assicurazioni Generali

GANDINI JUGGLING “4X4”La più elevata delle arti, la danza, e quella più… “da strada”, la gioco-leria: si contaminano ad altissimo livello in questo spettacolo che lascia senza fiato per perfezione e stupore.

mercoledì 30 marzo 2016 - Sala Assicurazioni Generali

TULSA BALLETFra le eccellenze della danza americana, con una storia sessantennale, l’ensemble diretto dall’italiano Marcello Angelini si esibisce in ricercate coreografie di Bruce, Kilyan e Possokhov.

martedì 3 maggio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

PIXELUna decina di preparatissimi danzatori si esibiscono davanti ai nostri occhi, completamente immersi… in un mondo virtuale in 3D: suggestive contaminazioni fra ballo e tecnologia.

Dopo l’ottimo riscontro della passata stagione, a primavera ritornerà il Festival TS Danza. Il program-ma della stagione “danza & dintorni” sarà così arricchito da altri appuntamenti in programma alla Sala Bartoli e in altri spazi della città di Trieste. Fin d’ora è possibile annunciare due appuntamenti realizzati in collaborazione con il Festival Wunderkammer, la prestigiosa rassegna di musica antica che da molte stagioni si svolge a Trieste: martedì 15 marzo alle ore 21 sarà in scena alla Sala Bartoli lo spettacolo Aria, poetica performance di danza aerea, mentre sabato 19 marzo sarà la volta di Bach e-motion, abbinamento del liuto barocco di Xavier Diaz-Latorre e della danza contemporanea di Tanja Skok.

martedì 10 novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

KEMP DANCESUn mito vivente che rapisce e commuove con pochi gesti. Lindsay Kemp danza una serie di nuove creazioni frammiste a numeri classici che hanno segnato una svolta nel teatro contemporaneo.

giovedì 3 marzo 2016 - Sala Assicurazioni Generali

SLEEPING BEAUTY ON ICEGli splendidi pattinatori di The Imperial Ice Stars in una delle favole più romantiche sulle musiche di Čajkovskij, fra volteggi sul ghiaccio, ricchi costumi e un sontuoso allestimento.

martedì 2 febbraio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

CATAPULTI performer di Catapult, sanno ballare, recitare e trasformare i loro corpi in forme impossibili: guidati dall’ex-Pilobolus Adam Battlestein danno vita a un delizioso teatro d’ombre.

Platea A-B Interi € 40 Ridotti € 37 Under 16 € 20 3★Platea C Interi € 37 Ridotti € 34 Under 16 € 20 3★I Galleria Interi € 32 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 20/10 Vendita biglietti 22/10

Platea A-B Interi € 40 Ridotti € 37 Under 16 € 20 3★Platea C Interi € 37 Ridotti € 34 Under 16 € 20 3★I Galleria Interi € 32 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 1/12 Vendita biglietti 3/12

Platea A-B Interi € 59 Ridotti € 56 Under 16 € 30 5★Platea C Interi € 51 Ridotti € 48 Under 16 € 30 4★I Galleria Interi € 43 Ridotti € 40 Under 16 € 20 3★II Galleria Interi € 33 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 20 1★Prenotazioni stelle 1/12 Vendita biglietti 3/12

Platea A-B Interi € 40 Ridotti € 37 Under 16 € 20 3★Platea C Interi € 37 Ridotti € 34 Under 16 € 20 3★I Galleria Interi € 32 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 1/12 Vendita biglietti 3/12

Platea A-B Interi € 49 Ridotti € 46 Under 16 € 25 4★Platea C Interi € 41 Ridotti € 38 Under 16 € 25 3★I Galleria Interi € 36 Ridotti € 32 Under 16 € 17 3★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 19/1 Vendita biglietti 21/1

Platea A-B Interi € 49 Ridotti € 46 Under 16 € 25 4★Platea C Interi € 41 Ridotti € 38 Under 16 € 25 3★I Galleria Interi € 36 Ridotti € 32 Under 16 € 17 3★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 19/1 Vendita biglietti 21/1

Platea A-B Interi € 49 Ridotti € 46 Under 16 € 25 4★Platea C Interi € 41 Ridotti € 38 Under 16 € 25 3★I Galleria Interi € 36 Ridotti € 32 Under 16 € 17 3★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 19/1 Vendita biglietti 21/1

DANZA & DINTORNI7 spettacoli in abbonamento alla Sala Assicurazioni Generali,altri eventi in programma nella seconda edizione del Festival TS danza.

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dal 14 al 16 gennaio 2016 - Teatro Miela

HANNO TUTTI RAGIONEPaolo Sorrentino, autore del film La grande bellezza, tratteggia nella pièce Tony Pagoda, cantante napoletano che si esibirà davanti a Sinatra: lo interpreta en travesti Iaia Forte.

dal 20 al 21 gennaio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

FIGLI DI UN DIO MINOREUna storia d’amore, una riflessione sociale, un progetto articolato attor-no alla sordità: Giorgio Lupano e Rita Mazza sono i protagonisti della bellissima commedia di Mark Medoff.

dal 2 al 7 febbraio 2016 - Sala Bartoli

ITALO SVEVO & FRIENDSLa Trieste letteraria d’un tempo rivista da quelli del Pupkin Kabarett. Una serata fra le pagine di Svevo, Joyce, Saba, Kosovel, Giotti, Voghera e note jazz e blues.

dal 9 al 14 febbraio 2016 - Sala Bartoli

EDIPUSLeo Muscato firma il capolavoro di Giovanni Testori e sceglie Eugenio Allegri per il ruolo del Capocomico, disposto a sostenere tutti i ruoli dell’Edipo per amore del teatro.

dal 3 al 5 marzo 2016 - Teatro Miela

CLASSE DI FERROPaolo Bonacelli e Cochi Ponzoni interpretano i protagonisti inventati da Nicolaj per questa dolceamara commedia sulla terza età. Due tene-ri, divertenti anziani in fuga dalla solitudine.

lunedì 23 novembre 2015 - Sala Assicurazioni Generali

UNA GIOVINEZZAENORMEMENTE GIOVANEIl testo di Gianni Borgna da Pasolini, interpretato da Roberto Herlitzka.

dal 15 al 20 dicembre 2015 - Sala Bartoli

COME CAVALLICHE DORMONO IN PIEDIPaolo Rumiz evoca l’Armata dei giovani giuliani mandati sui Carpazi.

dal 10 al 12 dicembre 2015 - Teatro Miela

ENIGMAAmata signora della scena, Ottavia Piccolo ritorna con un testo di Stefano Massini imprevedibile e ricco di suspance ambientato a vent’anni dalla caduta del Muro di Berlino.

Platea A-B Interi € 25 Ridotti € 22 2★Platea C Interi € 19 Ridotti € 16 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 27/10 Vendita biglietti 29/10

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 23/10Prenotazioni stelle 27/10 Vendita biglietti 29/10

Platea Interi € 22 Ridotti € 20 2★Last minute € 15Galleria Interi € 16 Ridotti € 14 1★Last Minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 11/12Prenotazioni stelle 15/12 Vendita biglietti 17/12

Platea A-B Interi € 25 Ridotti € 22 2★Platea C Interi € 19 Ridotti € 16 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 10/11 Vendita biglietti 12/11

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 11/12Prenotazioni stelle 15/12 Vendita biglietti 17/12

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 11/12Prenotazioni stelle 15/12 Vendita biglietti 17/12

Platea Interi € 22 Ridotti € 20 2★Last minute € 15Galleria Interi € 16 Ridotti € 14 1★Last Minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 11/12Prenotazioni stelle 15/12 Vendita biglietti 17/12

Platea Interi € 22 Ridotti € 20 2★Last minute € 15Galleria Interi € 16 Ridotti € 14 1★Last Minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 23/10Prenotazioni stelle 27/10 Vendita biglietti 29/10

ALTRI PERCORSI5 spettacoli alla Sala Assicurazioni Generali, (di cui 1 - da prenotare - con il pubblicosul palcoscenico), 6 - da prenotare - alla Sala Bartoli, 4 - da prenotare - al Teatro Miela.

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Colori compositi

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dal 19 al 24 aprile 2016 - Sala Bartoli

JOHN E JOENicola Pannelli e Sergio Romano sono due strambi clochard in grado di farci capire l’economia globale: merito della scrittura efficace di Agota Kristof, autorevole nome del ‘900 letterario.

dal 27 al 29 aprile 2016 - Teatro Miela

IL NOSTRO ENZOChi ama Moni Ovadia ne conosce la versatilità e la ricchezza espres-siva. Riuscirà però a stupire cantando le canzoni di Jannacci, ripercor-rendo il passato e gli anni d’oro di Milano.

martedì 10 maggio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

IL SOGNO DI UN’ITALIAFra parole e musica, Andrea Scanzi e Giulio Casale analizzano e ripercorrono gli ultimi vent’anni. Un tempo in cui l’attuale generazione dei quarantenni sognava di cambiare l’Italia...

dal 22 al 24 marzo e dal 29 marzo al 3 aprile 2016 - Sala Bartoli

TRE ALBERGHISceneggiatore di Brothers & Sisters, Baitz è autore attento ai rapporti interpersonali e all’attualità: ne dà prova nella pièce con Maria Grazia Plos e Francesco Migliaccio diretti da Serena Sinigaglia.

dal 16 al 17 marzo 2016 - palcoscenico Sala Assicurazioni Generali

JESUSPer la prima volta al Rossetti la insolita cifra stilistica di Babilonia Teatri, che attraverso la loro sperimentazione rileggono dal loro punto di vista la vita e la figura di Gesù.

giovedì 14 aprile 2016 - Sala Assicurazioni Generali

DARLINGIl teatro d’innovazione di Ricci/Forte, eccellenza della ricerca italiana, s’ispira all’Orestea ma parla al nostro tempo, attraverso un linguaggio attuale e di violento impatto.

dal 5 al 10 aprile 2016 - Sala Bartoli

TERRA DI CONFINEIntellettuale israeliano fra i più autorevoli, Amos Oz attraverso i suoi scritti ispira a Daniele Salvo uno spettacolo sui mondi d’Israele e Palestina e sul fondamentalismo.

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 11/12Prenotazioni stelle 15/12 Vendita biglietti 17/12

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 11/12Prenotazioni stelle 15/12 Vendita biglietti 17/12

Platea A-B Interi € 25 Ridotti € 22 2★Platea C Interi € 19 Ridotti € 16 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 2/2 Vendita biglietti 4/2

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 29/1Prenotazioni stelle 2/2 Vendita biglietti 4/2

Platea Interi € 22 Ridotti € 20 2★Last minute € 15Galleria Interi € 16 Ridotti € 14 1★Last Minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 29/1Prenotazioni stelle 2/2 Vendita biglietti 4/2

Platea A-B Interi € 25 Ridotti € 22 2★Platea C Interi € 19 Ridotti € 16 1★I Galleria Interi € 12 1★Prenotazioni stelle 16/2 Vendita biglietti 18/2

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni abbonati “altri percorsi” 29/1Prenotazioni stelle 2/2 Vendita biglietti 4/2

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PAGINA 129Letture, incontri, eventi collaterali all’attività principale del teatro, sono oramai una tradizione per il pubblico del Rossetti. Sono questi, momenti importanti nel rapporto che il teatro ha con il suo pubblico e stimolo per avvicinarne altro. Su questa strada intendiamo proseguire, ampliandola con nuove e intriganti proposte. Prossimamente verrà presentato un calendario di appuntamenti che, da quest’anno, saranno organizzati in collaborazione anche con il Museo Revoltella. Avremo innanzitut-to le letture di testi teatrali, scelti guardando con attenzione particolare agli autori contemporanei e alla drammaturgia nata in quest’area: ne saranno protagonisti gli attori della Compagnia Stabile. Verrà poi organizzata una serie di incontri che vorrem-mo costruiti intorno alle tematiche che più, oggi, ci mettono in crisi, ci appassionano, ci provocano. Conversazioni tenute da personaggi di rilievo nei rispettivi campi. Si tratta naturalmente dell’inizio di un percorso che lo Stabile svilupperà a partire da gennaio, lungo più stagioni.Da subito invece prenderanno il via le attività di approfondimento legate più strettamente al cartellone, che andranno a com-pletare questo più ampio itinerario: fra esse ricordiamo i seguitissimi incontri con il direttore della British School di Trieste, Peter Brown, dedicati agli spettacoli di autori anglosassoni.Alla Sala Bartoli, inoltre, andrà in scena il saggio annuale della Civica Accademia d’Arte Drammatica Nico Pepe. Gli allie-vi metteranno in scena Risveglo di Primavera di Frank Wedekind: l’appuntamento è per giovedì 22 ottobre.

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Iscrizioni: per i nuovi soci dal 5 ottobre all’11 novembre 2015 alla Segreteria della SDC

Quasi millequattrocento concerti, ottantatre anni di storia. La Società dei Concerti di Trieste si rinnova senza dimenticare le sue origini. Grandi artisti e giovani talenti per una Stagione di eccellenza firmata dal Maestro Enrico Bronzi con dodici concerti al Teatro Verdi.

Non sei ancora socio? Dal 5 ottobre vieni a conoscere le nuove opportunità a te riservate.E se hai meno di 35 anni, scoprirai che stare con noi ti costa come andare al cinema.

Per maggiori informazioni e per il programma dei concerti: www.societadeiconcerti.net

Segreteria SDC - via Valdirivo 40, Trieste -Tel/Fax 040 36 24 08 - [email protected] Orari: lunedi 9.30-11.30, mercoledi 10.30-12.30 e f ino al 31/10 anche venerdi ore 10-12

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martedì 19 gennaio 2016 - palcoscenico Sala Assicurazioni Generali

BERTA È SCAPPATAtesto di Fernando Marchiori immagini di Franco Hüller adattamento drammaturgicodi Antonella Caruzzi allestimento scenico di Stefano Podrecca con Serena Di Blasioproduzione CTA Centro Animazione e Figure in collaborazione con Titivillus-Mostre Editoria

lunedì 15 febbraio 2016 - Sala Assicurazioni Generali

IL CIRCO DELLE NUVOLEdi e con Gek Tessaro“teatro disegnato” narrazione con lavagna luminosa

mercoledì 16 marzo - palcoscenico Sala Assicurazioni Generali

KISH KUSH TRACCE DI UN INCONTROscritto e ideato da Teatrodistinto regia di Laura Marchegianicon Daniel Gol e Alessandro Nosottiproduzione Teatrodistinto

sabato 2 aprile 2016 - Sala Assicurazioni Generali

BENEŠKI TRGOVECIL MERCANTE DI VENEZIALa “star” slovena Igor Samobor nell’edizione del maggior teatro di Lubiana.

sabato 16 aprile 2016 - Sala Assicurazioni Generali

HAMLETÈ un grande evento culturale del 2016 in regione, l’arrivo a Trieste del Globe Theatre di Londra. Unica tappa italiana del tour mondiale dell’Amleto partito per il 450° della nascita del Bardo.

dal 12 al 13 aprile 2016 - Sala Bartoli

SELBSTBEZICHTIGUNGAUTODIFFAMAZIONEHandke offre a Lea Barletti e Werner Waas una pièce fuori dagli schemi.

Posto unico Interi € 20 Ridotti € 17

Vendita biglietti 28/1

Platea A-B Interi € 40 Ridotti € 37 Under 16 € 20 3★Platea C Interi € 37 Ridotti € 34 Under 16 € 20 3★I Galleria Interi € 32 Ridotti € 29 Under 16 € 15 2★II Galleria Interi € 29 Ridotti € 26 Under 16 € 15 2★Loggione Interi € 15 1★Prenotazioni stelle 26/1 Vendita biglietti 28/1

Posto unico Interi € 12 Ridotti € 8 1★Prenotazioni stelle 10/11 Vendita biglietti 12/11

Posto unico Interi € 19 Ridotti € 16 1★Last minute € 12

Prenotazioni stelle 26/1 Vendita biglietti 28/1

EVENTI INTERNAZIONALI3 spettacoli in lingua originaledall’Inghilterra, dalla Slovenia e dalla Germania

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dal 2 al 13 dicembre 2015 - Sala Bartoli

PETER PAN«Il “Paese che non c’è” oggi è il luogo degli invisibili, che vivono nelle favelas, nelle baraccopoli»… Luciano Pasini guida gli allievi di “StarTs Lab” in una nuova, bella avventura.

LA STAGIONE JUNIORI ragazzi del Laboratorio StarTS Lab e 3 spettacoli a cura del CTA di Gorizia per le scuole elementari

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dom 1 lun 2 mar 3 mer 4 gio 5 ven 6 sab 7 dom 8 lun 9 mar 10 mer 11 gio 12 ven 13 sab 14 dom 15SCANDALO MAGAZZINO 18 KEMP BISBETICA

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ROSSO VENERDÌ

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mar 1 mer 2 gio 3 ven 4 sab 5 dom 6 lun 7 mar 8 mer 9 gio 10 ven 11 sab 12 dom 13 lun 14 mar 15PETER PAN CALENDAR GIRLS MAMMA MIA! CANZONE

TRIESTINA

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PETER PAN COME CAVALLI...

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ENIGMA21.00 21.00 21.00

ven 16 sab 17 dom 18 lun 19 mar 20 mer 21 gio 22 ven 23 sab 24 dom 25 lun 26 mar 27 mer 28 gio 29 ven 30 sab 31SCANDALO

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lun 16 mar 17 mer 18 gio 19 ven 20 sab 21 dom 22 lun 23 mar 24 mer 25 gio 26 ven 27 sab 28 dom 29 lun 30LA VERITÀ UNA GIOVI-

NEZZA PORCILE

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ROSSO VENERDÌ

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mer 16 gio 17 ven 18 sab 19 dom 20 lun 21 mar 22 mer 23 gio 24 ven 25 sab 26 dom 27 lun 28 mar 29 mer 30 gio 31IVANOV HARLEM

GOSPEL

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COME CAVALLI CHE DORMONO...

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IL CALENDARIO 2015-16

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OTTOBRE 2015

NOVEMBRE 2015

DICEMBRE 2015

PROSA MUSICAL & EVENTI DANZA & DINTORNI ALTRI PERCORSI

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lun 1 mar 2 mer 3 gio 4 ven 5 sab 6 dom 7 lun 8 mar 9 mer 10 gio 11 ven 12 sab 13 dom 14 lun 15CATAPULT DIPARTITA FINALE

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SVEVO AND FRIENDS EDIPUS

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mar 16 mer 17 gio 18 ven 19 sab 20 dom 21 lun 22 mar 23 mer 24 gio 25 ven 26 sab 27 dom 28 lun 29I RUSTEGHI IL SINDACO DEL RIONE SANITÀ

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FEBBRAIO 2016

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mar 1 mer 2 gio 3 ven 4 sab 5 dom 6 lun 7 mar 8 mer 9 gio 10 ven 11 sab 12 dom 13 lun 14 mar 15SLEEPING BEAUTY ON ICE MOLIÈRE: LA RECITA DI VERSAILLES

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CLASSE DI FERRO

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mer 16 gio 17 ven 18 sab 19 dom 20 lun 21 mar 22 mer 23 gio 24 ven 25 sab 26 dom 27 lun 28 mar 29 mer 30 gio 31JESUS AEROS 4X4 TULSA

BALLET

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TRE ALBERGHI TRE ALBERGHI

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ven 1 sab 2 dom 3 lun 4 mar 5 mer 6 gio 7 ven 8 sab 9 dom 10 lun 11 mar 12 mer 13 gio 14 ven 15FATHER & SON BILLY ELLIOT

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DOKTOR SUSTER

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HANNO TUTTI RAGIONE

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sab 16 dom 17 lun 18 mar 19 mer 20 gio 21 ven 22 sab 23 dom 24 lun 25 mar 26 mer 27 gio 28 ven 29 sab 30 dom 31BILLY ELLIOT FIGLI DI UN DIO

MINORE LA PAZZA DELLA PORTA ACCANTO

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DOKTOR SUSTER

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GENNAIO 2016

MARZO 2016

fieri, oggi e domani.Il Rossetti scende in campo con noi. Abbonati subito.

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corso Italia 6/c, trieste. Per info 040/3498276.

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a prezzo ridotto

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ven 1 sab 2 dom 3 lun 4 mar 5 mer 6 gio 7 ven 8 sab 9 dom 10 lun 11 mar 12 mer 13 gio 14 ven 15MERCANTEDI VENEZIA NOTRE DAME DE PARIS DARLING

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TRE ALBERGHI TERRA DI CONFINE AUTODIFFAMAZIONE

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sab 16 dom 17 lun 18 mar 19 mer 20 gio 21 ven 22 sab 23 dom 24 lun 25 mar 26 mer 27 gio 28 ven 29 sab 30GLOBE

HAMLET LE CIRQUE INVISIBLE

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JOHN E JOE

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IL NOSTRO ENZO...

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dom 1 lun 2 mar 3 mer 4 gio 5 ven 6 sab 7 dom 8 lun 9 mar 10 mer 11 gio 12 ven 13 sab 14 dom 15LE CIRQUEINVISIBLE PIXEL AMLETO A GERUSALEMME IL SOGNO

DI UN’ITALIA

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LA CENA

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lun 16 mar 17 mer 18 gio 19 ven 20 sab 21 dom 22 lun 23 mar 24 mer 25 gio 26 ven 27 sab 28 dom 29 lun 30 mar 31LA CENA

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APRILE 2016

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VARIAZIONI DI CALENDARIO Gli abbonamenti non sono rimborsabili. In caso di annullamento di uno spet-tacolo il Teatro si riserva la possibilità di effettuare una sostituzione anche in date diverse e con un numero di recite superiore o inferiore a quello previsto originariamente. Le eventuali variazioni vengono comunicate con la massima tempestività possibile dal Teatro sul proprio materiale, a mezzo stampa, sul sito internet, con newslet-ter e-mail e/o messaggi sms.Non vengono effettuate comunicazioni tramite posta ordinaria o telefono. Il Teatro si riserva di effettuare variazioni di calendario, di spettacolo, di cast artistico, di prezzo dei biglietti e di numero di “stelle” nel corso della stagione.L’acquisto dei biglietti e degli abbonamenti comporta l’accettazione di tutte le regole di utilizzo pubblicate nel presente depliant.

Per la cultura.

www.zkb.it

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Platea A-B Platea C I Galleria

Intero ....................................................€ 582 (€ 72,75/mese) ...................€ 536 (€ 67/mese) ...... € 493 (€ 61,63/mese)

L’abbonamento “platinum” è valido per tutti gli spettacoli del cartellone PROSA (turno fisso per 13 spettacoli in programma alla Sala Assicurazioni Generali e al Teatro Sloveno, turno libero per 3 spettacoli in programma alla Sala Bartoli), MUSICAL, DANZA e altri PERCORSI (turno fisso per 4 spettacoli in programma alla Sala Assicurazioni Generali, turno libero per quelli in programma alla Sala Bartoli, al Teatro Miela e sul palcoscenico del Rossetti). È composto da sette tagliandi di abbona-mento (tre per la prosa/uno per i musical/due per gli altri percorsi/uno per la danza).Gli abbonati “platinum” godranno anche della prelazione sulla prenotazione degli spettacoli fuori abbonamento e del guardaroba gratuito.

Platea I Galleria

FAM1 SABATO pom. 2 adulti e 1 under 16 ....€ 381 (€ 47,63/mese) . ................... € 321 (€ 40,13/mese)

Per ciascun under 16 in più ...........................................................................€ 45 ........................................................ € 45FAM2 PRIME serale 2 adulti e 1 under 21 .......€ 405 (€ 50,63/mese) . ................... € 345 (€ 43,13/mese)

Per ciascun under 21 in più ...........................................................................€ 60 ........................................................ € 60Valido per i seguenti spettacoli: LA VERITÀ (gio 19/11 ore 20.30; sab 21/11 ore 16), BILLY ELLIOT (mar 12/1 ore 20.30; sab 16/1 ore 16), SLEEPING BEAUTY ON ICE (mer 2/3 ore 20.30; sab 5/3 ore 16), 4X4 (mar 22/3 ore 20.30 FAM2; mer 23/3 ore 20.30 FAM1), NOTRE DAME DE PARIS (mer 6/4 ore 20.30; sab 9/4 ore 16), LE CIRQUE INVISIBLE (gio 28/4 ore 20.30; sab 30/4 ore 16). Per l’emissione dell’abbonamento famiglia sarà richiesto di esibire copia di un documento (stato di famiglia, passaporto) che attesti l’appartenenza dei ragazzi allo stesso nucleo familiare e l’età dei ragazzi (data di nascita dopo il 1/1/1999 per il FAM1, dopo il 1/1/1994 per il FAM2). I bambini sotto i sei anni (nati dopo il 1/1/2009) appartenenti al nucleo familiare che ha sottoscritto l’abbonamento famiglia non pagano il biglietto d’ingresso per nessuno degli spettacoli inseriti nell’abbonamento purché siano tenuti in braccio dai genitori.

Platea A-B Platea C I Galleria

Intero ....................................................€ 215 (€ 26,88/mese) ..........€ 167 (€ 20,88/mese) € 143,50 (€ 17,94/mese)

Ridotto aziende/over 65 ..................................... € 199 ....................................................€ 151 ................................. € 143,50Under 26 ........................................................................... € 112 ....................................................€ 112 ......................................... € 112Ex Turno E ............................................€ 160 (€ 20/mese) ....................................................€ 160 ......................................... € 112

Platea A-B Platea C I Galleria

Intero ..............................................€ 477,50 (€ 59,69/mese) .€ 443,50 (€ 55,44/mese) € 406,50 (€ 50,81/mese)

Platea A-B Platea C I Galleria

Intero ....................................................€ 395 (€ 49,38/mese) .................€ 368 (€ 46/mese). ...... € 291 (€ 36,38/mese)

Ridotto abbonati prosa ...................................... € 361 ....................................................€ 328 ......................................... € 275Ridotto under 26 ....................................................... € 210 ....................................................€ 184 ......................................... € 162L’abbonamento musical&danza è composto da due distinti tagliandi, uno per gli spettacoli del cartellone “musical” e uno per gli spettacoli del cartellone danza. Per lo spettacolo Sleeping Beauty on Ice gli abbonati musical & danza utilizzano il tagliando dell’abbonamento “musical” nel relativo turno.

Platea A-B Platea C I Galleria

Intero ....................................................€ 225 (€ 28,13/mese) ........€ 210 (€ 26,25/mese). ...... € 175 (€ 21,88/mese)

Ridotto abbonati prosa ...................................... € 215 .......................................... € 200 ......................................... € 165Ridotto under 26 ....................................................... € 125 ....................................................€ 110 .................................... € 87,50

Platea A-B Platea C I Galleria

Intero ...........................................................€ 224 (€ 28/mese) .........€ 210 (€ 26,25/mese). ...... € 175 (€ 21,88/mese)

Ridotto abbonati prosa ...................................... € 210 .......................................... € 196 ......................................... € 168Ridotto under 26 ....................................................... € 112 ....................................................€ 105 ......................................... € 105

Intero Abbonati Under 26

Intero ....................................................€ 210 (€ 26,25/mese) ....................................................€ 150 ......................................... € 105Turno fisso per 4 spettacoli del cartellone “altri percorsi” in programma allla Sala Assicurazioni Generali (Una giovinezza enormemente giovane, Figli di un Dio minore, Darling e Il sogno di un’Italia); turno libero per gli altri 11 spettacoli in programma presso la Sala Bartoli, il Teatro Miela e sul palcoscenico del Rossetti.

PROSAFISSO

GOLD

PLATINUM

FAMIGLIA

PROSALIBERO

MUSICAL& EVENTI

DANZA

ALTRIPERCORSI

MUSICAL& EVENTI

DANZA

INFORMAZIONI GENERALI PER GLI ABBONAMENTI A TURNO FISSO• Prelazione per gli abbonati alla stagione 2014-2015: VENERDÌ 2 OTTOBRE. Da martedì 6/10 vendita dei posti non riconfermati. All’atto della riconferma dei posti è richiesto il saldo dell’abbonamento. Le richieste di nuovi abbonamenti vengono accettate a partire dall’11 settembre; even-tuali variazioni di posto potranno essere effettuate a partire da martedì 6/10.• L’abbonamento con modalità di pagamento mensile è disponibile solo presso la biglietteria del Politeama Rossetti e richiede l’attivazione di un addebito RID su conto corrente bancario e il versamento di € 10 in contanti al momento del rilascio dell’abbonamento quale copertura dei costi bancari e di segreteria. Gli abbonamenti con questa modalità di pagamento saranno in vendita fino al 17/10/2015. Maggiori informazioni presso la biglietteria.• I titolari possono effettuare una variazione per ciascun spettacolo del proprio abbonamento secondo le seguenti modalità: abbonati prosa e abbonati musical/danza € 1, abbonati Gold/Platinum € 0,50; abbonati Famiglia € 10 per gli adulti, € 2 per i bambini. Qualsiasi variazione va effet-tuata con almeno un giorno di anticipo recandosi di persona alla biglietteria. In caso di variazione, è possibile l’assegnazione di un posto in un settore diverso.

Platea A-B Gallerie

Intero ....................................................€ 210 (€ 26,25/mese) ....................................................................................... € 120 (€ 15/mese)

Ridotto aziende/over 65 ................................... € 198 ........................................................................................................................ € 108Under 26 ............................................................................ € 105 ............................................................................................................................ € 60

I VANTAGGI PER TUTTI GLI ABBONATI AL ROSSETTI• Riduzioni speciale per il musical “MAMMA MIA!”.• Riduzioni sugli spettacoli fuori abbonamento in programma alla Sala Assicurazioni Generali e alla Sala Bartoli.• Ingresso a 5 euro per le proiezioni dal lunedì al venerdì (escluso festivi) presso i cinema del Gruppo EGM.• Riduzioni sugli spettacoli in programma al Teatro Sloveno di Trieste.• Riduzioni sugli abbonamenti delle stagioni dell’Ente Regionale Teatrale.• Voucher di € 20 valido per l’acquisto di un abbonamento alla stagione della Pallacanestro Trieste e di € 10 valido per l’acquisto di un biglietto per una partita di campionato della Pallacanestro Trieste che sarà comunicata entro settembre.

L’abbonamento è composto da 3 distinti tagliandi: uno a turno fisso per i 12 spettacoli in programma alla Sala Assicurazioni Generali; uno a turno fisso per lo spettacolo in programma al Teatro Sloveno; e uno a turno libero per i 3 spettacoli in programma alla Sala Bartoli.

L’abbonamento “gold” è valido per tutti gli spettacoli del cartellone PROSA (turno fisso per 13 spettacoli in programma alla Sala Assicurazioni Generali e al Teatro Sloveno, turno libero per 3 spettacoli in programma alla Sala Bartoli), MUSICAL e altri PERCORSI (turno fisso per 4 spettacoli in programma alla Sala Assicurazioni Generali, turno libero per quelli in pro-gramma alla Sala Bartoli, al Teatro Miela e sul palcoscenico del Rossetti). È composto da sei tagliandi di abbonamento (tre per la prosa/uno per i musical/due per gli altri percorsi). Gli abbonati “gold” godranno anche della prelazione sulla prenota-zione degli spettacoli fuori abbonamento e del guardaroba gratuito.

TURNO FISSO/LIBERO16 spettacoli

TURNO FISSO/LIBERO36 SPETTACOLI

TURNO FISSO42 SPETTACOLI

TURNO FISSO6 SPETTACOLI

TURNO LIBERO12 SPETTACOLI A SCELTA

TURNO FISSO5 SPETTACOLI

TURNO FISSO7 SPETTACOLI

TURNO FISSO11 SPETTACOLI

TURNO FISSO/LIBERO15 SPETTACOLI

GLI ABBONAMENTI

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Page 14: Rossetti 2015_16 OK

• L’abbonamento garantisce la riduzione “abbonati” su tutti gli spettacoli fuori abbonamento.• Per “Notre Dame de Paris” è utilizzabile solo per la prima. Una volta emessi i biglietti non sono consentite variazioni.• L’abbonamento può essere acquistato e utilizzato soltanto dai nati dopo il 1/1/1990. Per l’utilizzo dei tagliandi di abbonamento il

titolare dovrà presentare un documento d’identità.• I titolari potranno acquistare un biglietto a prezzo Under 26/abbonati per il musical “MAMMA MIA!”.

Valido per 5, 10 o 15 spettacoli a scelta tra tutti gli spettacoli del cartellone per i quali è previsto l’utilizzo dell’abbo-namento stelle (con alcune restrizioni per “Notre Dame de Paris”).Utilizzabile solo il giorno stesso dello spettacolo presso la biglietteria del Politeama Rossetti.

STELLE

UNDER26

30

5 10 15

60

90

120

24

12

L’abbonamento con le stelle è la formula più flessibile per assistere agli spettacoli in programma alla Sala Assicurazioni Generali, alla Sala Bartoli, al Teatro Miela e al Teatro Sloveno. L’abbonamento può essere utilizzato (fino a un massimo di 5 persone) per gli spettacoli segnalati. Può essere acquistato e gestito su internet, con stampa dei biglietti a casa. Per ciascuno spettacolo vengono “spese” una o più stelle a seconda del settore scelto. Il numero di stelle da “spendere” è pubblicato nelle schede degli spettacoli del presente depliant. A ogni operazione sarà possibile controllare il numero di stelle ancora disponibili nell’abbonamento. Una volta esaurite le “stelle” è possibile acquistarne delle altre ai prezzi di “rinnovo” indicati qui sotto.

Nei punti vendita esterni viene applicato un diritto fisso di segreteria su tutti gli abbonamenti fino a un massimo di 10€ (5€ per i rinnovi “stelle”). Alla biglietteria del Politeama Rossetti il diritto di segreteria viene applicato solo per i pagamenti mensili.L’abbonamento scade il 30/6/2016. Le eventuali “stelle” non utilizzate non potranno essere rimborsate. Le stelle residue di un abbo-namento non sono cumulabili con altri abbonamenti. Si consiglia pertanto di esaurire completamente il proprio abbonamento prima di procedere all’acquisto del rinnovo. Nel caso in cui il numero di stelle residuo non sia sufficiente, è possibile pagare un biglietto differenza di € 10,00. Tale operazione è possibile soltanto nel caso in cui la differenza tra le stelle necessarie per l’acquisto del biglietto e le stelle residue dell’abbonamento è pari a 1.I titolari dell’abbonamento con le stelle possono effettuare la prenotazione due giorni prima dell’apertura della prevendita dei biglietti secondo il calendario pubblicato su questo depliant. Successivamente all’apertura della prevendita il Teatro non è in grado di garantire la disponibilità di posti in tutti i settori e in tutte le repliche degli spettacoli. La prenotazione dei biglietti può essere effettuata tramite internet o presso le biglietterie e le agenzie. Il servizio è garantito dalla società Charta tramite la rete Vivaticket. I biglietti prenotati su internet dovranno essere stampati a casa dal cliente e utilizzati per l’ingresso in sala. In caso di richiesta di variazione, sarà necessario rivolgersi alla biglietteria del Rossetti. Non sono possibili prenotazioni telefoniche o tramite email. Il teatro non risponde per operazioni svolte da persone diverse dal titolare dell’abbonamento. Non sono possibili cambi di spettacolo. I titolari potranno richiedere il cambio di giornata fino a 2 giorni prima della recita. In caso di cambio di giornata dopo questa scadenza sarà addebitato il costo di 1 stella per ciascuna variazione. Le riduzioni per i giovani possono essere acquistate da tutti gli “under 26” nati dopo il 1/1/1990. Per l’utilizzo dei tagliandi di abbonamento il titolare dovrà presentare un documento d’identità.

spettacoli a scelta € 40 spettacoli scelta € 60 spettacoli a scelta € 75

intero € 324 (€ 40,50/mese, € 10,80/stella) “Rinnovo” (minimo 12 stelle)..........................€ 129,60ridotto € 315 (€ 39,38/mese, € 10,50/stella) “Rinnovo” (minimo 12 stelle)..........................€ 126,00

€ 540 (€ 67,50/mese, € 9,00/stella) “Rinnovo” (minimo 12 stelle)..........................€ 108,00

€ 765 (€ 95,63/mese, € 8,50/stella) “Rinnovo” (minimo 12 stelle)..........................€ 102,00

€ 960 (€ 120/mese, € 8,00/stella) “Rinnovo” (minimo 12 stelle)..............................€ 96,00

under 26 € 144 (€ 6,00/stella)

under 26 € 84 (€ 7,00/stella)

Piazza della Borsa 14 - Trieste, stanza 205 - II° piano

MARTEDÌ 9.00 -12.00

tel. 040 6701334 - cell. 360 1039941

[email protected]

Sportello legalità

in collaborazione con la Camera di Commercio di Trieste:

stanza 205in collaborazione con la Camera di Commercio di Trieste:

Sportello legalità

in collaborazione con la Camera di Commercio di Trieste:

Piazza della Borsa 14 - Trieste, stanza 205

9.00 -12.00

in collaborazione con la Camera di Commercio di Trieste:

Piazza della Borsa 14 - Trieste,

MARTEDÌ 9.00 -12.00

tel. 040 6701334 - cell. 360 1039941

in collaborazione con la Camera di Commercio di Trieste:

stanza 205 - II° piano

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LA BIGLIETTERIA DEL POLITEAMA ROSSETTI Largo Giorgio Gaber, 1 - Tel: 040-3593511

sono possibili le seguenti operazioni: acquisto abbonamenti senza costi di prevendita, acquisto biglietti con diritto di prevendita, prenotazioni biglietti di abbonamento libero e stelle.orario fino al 27 ottobre da lunedì a sabato 8.30-12.30, 15.30-19.30; domenica chiuso orario dal 28 ottobre da martedì a sabato 8.30-12.30, 16.00-19.30; lunedì chiuso. Nella prima giornata di preno-tazione di abbonamenti stelle orario continuato 8.30-19.30.A partire da un’ora prima dell’inizio di ogni recita, la biglietteria effettua la vendita esclusivamente per quella recitaÈ possibile il pagamento con carta di credito VISA, MASTERCARD, AMERICAN EXPRESS e con carta Bancomat. Presso la biglietteria è attivo un Punto Vendita Vivaticket by Charta.

I PUNTI VENDITA DEL TEATRO A TRIESTE sono possibili le seguenti operazioni:

acquisto abbonamenti (con diritto di segreteria di € 10) e biglietti, prenotazioni biglietti di abbonamento libero e stelleTicket Point di Corso Italia (ingresso da Corso Italia e Via San Nicolò)Telefono: 040.3498276 - 040.3498277 orario: giorni feriali 8.30-12.30; 15.30-19Centro Commerciale Torri d’Europa (info point terzo livello, ingresso via D’Alviano)Telefono: 040.637448 orario: lunedì 12-21; da martedì a sabato 9-21; domenica 10-21

LE AGENZIE sono possibili le seguenti operazioni:

acquisto abbonamenti liberi e biglietti, prenotazioni biglietti di abbonamento libero e stelleTRIESTE Agenzia Bagolandia Via San Marco, 45 - Tel. 040.3481074 ...................... orario: lun-ven 9-13; 16-19, sab 9-13TRIESTE Multimedia Via di Campo Marzio, 6 - Tel. 040.311777 .......................................orario: lun-ven 10.30-13; 15-19TRIESTE Sinfonia Viaggi Campo San Giacomo, 4 - Tel. 040.370370 .....................................orario: lun-ven 9-13; 15-19MUGGIA Agenzia La Rambla Corso Puccini, 21/B - Tel. 040.271754 ..................orario: lun-ven 9-13; 16-19.30, sab 9-13GORIZIA Tabaccheria Barbieri Viale XX Settembre, 37 - Tel. 0481.240159 .................orario: lun-sab 7-13, 16-19 dom 7-13MONFALCONE Viaggiografia Via 9 Giugno, 57 - Tel. 0481.411481 ...................orario: lun-ven 9-12.30; 15.30-19, sab 9-12.30RONCHI L’edicola sportiva Via D’Annunzio 96/C - Tel. 0481.095691 .....orario: lun-sab 6.30-12.30; 16-19.30; dom 6.30-12.30UDINE Angolo della Musica Via Aquileia, 89 - Tel.: 0432.505745 ............................. orario: lun-sab 9.30-13, 15.30-19.30UDINE Biglietteria del Teatro Nuovo Giovanni da Udine Via Trento, 4 - Tel.: 0432.248418 ................orario: lun-sab 16-19UDINE Zuccolo Edicola Tabacchi Via Caccia 53 - Tel.: 0432.287112 ......................................orario: lun-sab 7-13, 15-19.30UDINE Tabaccheria Polano Via Mercato Vecchio, 33 - Tel.: 0432.503427 .........................................orario: lun-sab 8.30-20CERVIGNANO DEL FRIULI Novo Bar Piazza Indipendenza 32 - Tel. 0431.909037 ................................ orario: mar-dom 7-18CIVIDALE DEL FRIULI Cartolibreria News & Toys P.zza Zorutti 2 - Tel. 0432.733968 . orario: lun-sab 6.30-13,16-19 dom 7-13MARTIGNACCO La Zebretta Via XXV Aprile 4 - Tel. 0432.678138 ..............orario: lun 15-19.30 mar-sab 7.30-12.30, 15-19.30REMANZACCO Tabaccheria D’Arrigo Piazza Paolo Diacono 9 - Tel. 0432.667511 .........................................................PORDENONE Ricevitoria Gai Via Piave 58/B - Tel.: 0434.41095 ....................................orario: lun-sab 8-12.30, 15.30-19.30PORDENONE Bar Libertà Viale Libertà 67 - Tel.: 0434.40058 ..............................................orario: lun-ven 7-20, sab 7-19.30PORDENONE Freesby Viale Grigoletti 70/B - Tel.: 0434.366338 .............................................orario: mar-sab 9-13, 15.30-20PORDENONE Musicatelli piazza XX Settembre 7 - Tel.: 0434.523039 .............................. orario: mar-sab 9-12.30, 15.30-19SACILE Cartoleria Abacus Viale Matteotti, 36/B - Tel. 0434.781221 ............................................orario: lun-sab 9-12.30, 15-19VENEZIA Ufficio IAT Piazzale Roma - Tel. 041.5298746 ...............................................................orario: tutti i giorni 9.30-14.30VENEZIA Ufficio IAT San Marco San Marco, 71/F - Tel. 041.5298740 ...................................................orario: tutti i giorni 9-18VENEZIA Ufficio IAT/Bookshop Venice Pavillon San Marco 2, Giardini Ex Reali - Tel. 041.5298730 ..............orario: 9-14.30VITTORIO VENETO Medina Viaggi Piazza Fiume, 15 - Tel.: 0438.912532........orario: lun-ven 9-12.30; 15.30-19.15 sab 9-12.30PADOVA Ruzante Viaggi Via Santa Sofia, 88 - Tel.: 049.8750091.......................orario: lun-ven 9.30-13; 15-19; sab 9.30-12VICENZA Panta Rei Viale Battaglione Val Leogra - Tel.: 393.7338391 ...............................................orario: mar-ven 15-18

WWW.VIVATICKET.IT È possibile acquistare i biglietti per tutti gli spettacoli e gli abbonamenti sul sito internet www.vivaticket.it. Per ciascun biglietto e abbonamento acquistato via internet viene applicata una commissione per il servizio gestito dalle società esterne. È disponibile anche il servizio ticket@home, che consente di stampare i biglietti direttamente a casa e utilizzare tale stampa per l’accesso a teatro. Tale ricevuta contiene un codice a barre che permetterà l’identificazione della transazione. L’acquisto online viene effettuato con carta di credito. Il pagamento su Vivaticket è anche possibile tramite Bancomat.

WWW.TICKETONE.IT Per alcuni spettacoli i biglietti sono in vendita anche sul sito e sul circuito Ticketone. I biglietti sono inoltre in vendita presso le filiali della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia. L’elenco completo delle agenzie Ticket One è disponibile sul sito www.ticketone.it.

WWW.EVENTIM.SI Per alcuni spettacoli i biglietti sono in vendita anche sul sito e sul circuito sloveno Eventim.

Il Teatro sconsiglia l’acquisto dei biglietti su canali diversi da quelli ufficiali.

INFORMAZIONI TELEFONICHE E ACQUISTI VIA BONIFICO BANCARIOPer qualsiasi informazione relativa agli spettacoli in programma e per acquistare biglietti e abbonamenti tramite bonifico bancario è possibile chiamare il centralino del Teatro al numero 040-3593511.

INFORMAZIONI VARIESMARRIMENTO DEI BIGLIETTI, RIMBORSI, CAMBI DI GIORNATA I biglietti emessi possono essere rim-borsati solo nel caso di mancata effettuazione dello spettacolo. Non è possibile effettuare cambi di giornata. Non è previsto alcun rimborso (o emissione di duplicato) per singoli biglietti o tagliandi di abbonamento smarriti. Si raccomanda di verificare al momento dell’acquisto che il biglietto sia stato emesso per lo spettacolo e la recita richiesta. Il teatro non risponde per successive contestazioni. Il biglietto è un documento fiscale e va conservato fino all’uscita dal teatro.

PREZZO DEI BIGLIETTI E DIRITTI DI PREVENDITA Tutti i prezzi dei biglietti sono comprensivi del diritto di prevendita, il cui ammontare (max. 15% del valore netto del biglietto) viene specificato sui singoli biglietti e può essere richiesto alla biglietteria prima dell’acquisto. Il diritto di prevendita non viene applicato sui biglietti acqui-stati alla cassa del Teatro a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Per i biglietti acquistati presso agenzie convenzionate, su Internet o telefonicamente può venire richiesta l’applicazione di ulteriori commissioni comunicate al momento dell’acquisto.

VISIBILITÀ RIDOTTA I biglietti a visibilità ridotta vengono messi in vendita all’esaurimento di quelli a visibilità completa. Tutti i posti del LOGGIONE sono a visibilità ridotta. Il teatro non accetta alcun reclamo su tali biglietti.

PORTATORI DI HANDICAP I portatori di handicap possono accedere al teatro dall’ingresso principale e salire al livello di platea con gli ascensori. Al portatore di handicap con necessità di accompagnatore verrà concordata la riduzione sul biglietto ordinaria; all’accompagnatore verrà concesso un biglietto “cortesia”. I posti a disposizio-ne sono limitati.

PARCHEGGIO PRESSO IL PARKSI - FORO ULPIANO È possibile parcheggiare la propria automobile per 4 ore al prezzo di € 1,50 durante le recite serali e di € 2,50 durante le recite pomeridiane. Le tessere prepagate per l’uscita vanno acquistate presso il guardaroba del Politeama Rossetti. Al parcheggio sono in funzione esclusiva-mente casse automatiche che non consentono di usufruire del prezzo ridotto. Per maggiori informazioni rivolger-si al personale di sala.

GUARDAROBA Il servizio di guardaroba presso il Politeama Rossetti è attivo a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo. Il costo del servizio è di 1 euro. Il guardaroba è gratuito per gli abbonati “gold”, “platinum” e per il titolare dell’abbonamento a 90/120 stelle. Al livello di platea, prima galleria e Sala Bartoli sono disponibili guar-daroba gratuiti non custoditi.

INTERNET, FACEBOOK, SMS E INFORMATIVA SULLA PRIVACY Tutte le informazioni sull’attività del teatro sono disponibili sul sito ufficiale www.ilrossetti.it. Il Teatro è anche presente su Facebook, Twitter e YouTube. È possibile inoltre sottoscrivere gratuitamente la newsletter con tutte le informazioni sugli spettacoli e le iniziative organizzate dal Teatro Stabile e su eventuali variazioni o cancellazioni di spettacoli. Per richiedere la newsletter è possibile utilizzare l’apposito modulo presente sul sito del Teatro. Coloro i quali hanno fornito il proprio numero telefonico all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o all’acquisto dei biglietti potranno ricevere messaggi SMS. Vista la possibilità di comunicazioni dell’ “ultimo minuto” da parte del Teatro si raccomanda di attivare tale servizio gratuito comunicando il proprio numero di telefono alla biglietteria. Ai sensi della legislazione in materia di tutela della privacy, si informa che i dati raccolti all’atto della sottoscrizione dell’abbonamento o dell’acquisto del biglietto verranno utilizzati dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per adempiere ai servizi richiesti dall’u-tente, per inviare comunicazioni su variazioni di calendario, per inviare informazioni commerciali relative a spetta-coli e altre iniziative culturali organizzate dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. La cancellazione può essere richiesta in ogni momento alla biglietteria.

RITARDATARI Ai ritardatari non potrà essere sempre garantita l’ammissione in sala in quanto alcune compa-gnie richiedono a livello contrattuale che l’ingresso dei ritardatari avvenga soltanto in alcuni momenti dello spet-tacolo. I ritardatari perdono in ogni caso il diritto ad usufruire del posto assegnato in prevendita e potranno esse-re sistemati in posti di categoria di prezzo inferiore, anche a visibilità ridotta, senza aver diritto ad alcun rimborso.

ACCESSO DEI BAMBINI Il Teatro incoraggia la partecipazione dei bambini agli spettacoli. Di norma, i bambini sotto i sei anni possono entrare gratuitamente se tenuti in braccio dai genitori. Per alcuni spettacoli questo limite di età viene abbassato a quattro anni. Si raccomandano comunque i genitori di verificare che lo spettacolo abbia contenuti adatti all’età dei propri bambini. Il teatro mette a disposizione gratuitamente al guardaroba dei cuscini per i bambini.

2928

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32 17

P A L C O S C E N I C O

A

9

8

7

6

5

4

3

2

1

Platea “A-B”

Platea “C”

Gallerie

Posti a visibilità ridotta

Loggione

K

J

I

H

G

F

E

D

C

B

29 17 16 04

32 17 16 01

23 17 16 10

16 01

L

M

N

O

P

L

M

N

O

P

Q

R

Q 48 47

R 53 52 51 50 49 48 47

S 54 53 52 51 50 49 48

T 56 55 54 53 52 51 50

41 40 39 38 37 36 35

4445 43 42 41 40 39 38 37

454647 44 43 42 41 40 39 38

474849 46 45 44 43 42 41 40 39

3738394041424344

45464748

36 35 34 33 32 31 30

46

46 45 44 43 42

Q

R

S

T

Q 24 23 22 21 20 19 18Q Q

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I posti nei palchi di platea e galleria sono numerati.

Leggi il codice qui a fianco con il tuo smartphone o tablet per visualizzare le istruzioni sul servizio di prenotazione internet degli abbonamenti con le stelle e a turno libero. Il servizio è gratuito e consente la prenotazione del posto (con scelta automatica o manuale) e la stam-pa a casa dei biglietti.

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LA NUOVA COMPAGNIA DEL TEATRO STABILEFILIPPO BORGHI Entra nel novembre del 2012 alla Civica Accademia D’Arte Drammatica Nico Pepe dove, nel corso dei tre anni, lavora e studia con attori, registi e pedagoghi di rilevanza regionale e nazionale. Tra questi Arturo Cirillo, Maurizio Schmidt, Andrea Collavino, Giuliano Bonanni, Francois Khan. Nel corso del terzo anno di accade-mia viene selezionato tramite provino dal direttore delTeatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per far parte della Compagnia Stabile, con cui ha già debuttato con ottimi esiti nelle due produzioni Scandalo di Arthur Schnitzler, per la regia di Franco Però e Rosso Venerdì di Roberto Cavosi, in cui lo ha diretto Igor Pison.

ADRIANO BRAIDOTTI Nato a Trieste è attore, produttore, regista, doppiatore, tiene laboratori di maschera, mimo e recitazione. Nel 2001 vince il Premio Hystrio alla vocazione e dallo stesso anno inizia la sua collaborazione con il Teatro Stabile regionale. Diretto da Antonio Calenda interpreta Arlecchino ne I due gemelli veneziani con Massimo Dapporto, Cassio nell’Otello con Michele Placido, Edmund nel Re Lear con Roberto Herlitzka, Pilade nell’Orestea con Alessandro Preziosi ed è coprotagonista ne I due fratelli. Interpreta per la regia di Franco Però Il viaggio di Caterina. Da ricordare ancora Mercadet l’affarista, Aspettando Godot, Antigone, Alcesti, Sogno di una notte di mezza estate e Romeo e Giulietta. Molto attento al mondo dell’infanzia, dirige e interpreta Monsieur Bridot e la sua attrazione per la Luna e cura gli adattamenti di Le avventure di Giamburrasca, Nemo il padrone dei mari e Oz. Scelto Da Andrej Konchalovskij per il ruolo di Tranio ne La bisbetica domata conduce un laboratorio di mimo e maschera al Teatro Mossovet di Mosca e collabora con la scuola di Mosca GITIS. Ha recitato in film di Luchetti, Tambasco, Migliardi e Vanzina ed è stato coprotagonista di Preferisco il Paradiso con Gigi Proietti e di Studio illegale con Fabio Volo. Nel 2010 è protagonista di Duns Scoto con cui viene premiato all’International Film Festival Mirabile Dictu. Firma cortometraggi ed ha anche prodotto il cortometraggio Il Bimbo con Leo Gullotta e lo spettacolo Pinne.

ESTER GALAZZI La sua passione per il teatro e la recitazione è nata sui banchi del Liceo Classico “Dante Alighieri” di Trieste. Ha poi sostenuto con successo l’esame di ammissione all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico” di Roma, al tempo diretta da Aldo Trionfo. Appena diplomata è scelta da Giancarlo Sepe per il ruolo di Prima Corifea nella Medea di Euripide, interpretata da Mariangela Melato. La conoscenza e l’affettuosa stima di questa grande attrice hanno contribuito in maniera determinante alla sua crescita umana e professionale: al suo fianco sostiene ruoli sempre più importanti, fino a recitare la parte di Stella in Un tram che si chiama desiderio di Tennessee Williams, per la regia di Elio De Capitani e il ruolo di Honey in Chi ha paura di Virginia Woolf di Edward Albee con l’interpretazione e la regia di Gabriele Lavia. Anche Gabriele Lavia diviene un punto di riferimento importante: recita accanto a lui e a Monica Guerritore la parte di Cristine ne La Signorina Giulia di Strindberg, interpretazione che le vale un premio come ‘miglior attrice non protagonista’ conferito dal pubblico. Da direttore del Teatro Stabile di Torino Gabriele Lavia la coinvolge nella Commedia senza titolo di Anton Cechov e ne Le Tigri di G. Bona, per la regia di Marco Sciaccaluga. Ha avuto il privilegio di recitare accanto a grandissimi interpreti, fra cui ricorda Aroldo Tieri ne Il marito ideale di Oscar Wilde, Umberto Orsini e Giulia Lazzarini in Erano tutti miei figli di Arthur Miller, con la regia di Cesare Lievi. Lievi la dirige anche nel ruolo di protagonista in Alcesti o la recita dell’esilio, l’ultima opera del poeta Giovanni Raboni. Con la regia di Giorgio Pressburger partecipa ad alcune edizioni del Mittelfest: recita in Danubio, Praga magica, e Microcosmi. Franco Però la dirige ne Il viaggio di Caterina, Trieste 1913 e A Sarajevo il 28 giugno.

ANDREA GERMANI Triestino, nel 1995 partecipa insieme a Marisa Fabbri, Giorgio Streheler e Lidia Kozlovich a uno spettacolo diretto da Renato Sarti per i 50 anni della Risiera di San Sabba. Da allora – con una parentesi di studio alla Scuola del Piccolo Teatro – lavora con i registi italiani di tutte le generazioni: da Cristina Pezzoli a Franco Però, da Gianfranco De Bosio a Luca Ronconi; da Carmelo Rifici a Serena Sinigaglia e Francesco Macedonio. È nel cast del Sogno di una notte di mezza estate dell’Elfo e in quello di The History Boys per cui vince nel 2011 il Premio Ubu come Nuovo Attore Under 30. Nello stesso anno riceve il Premio Gino Cervi. Del 2010 è invece la menzione d’onore al Premio Hystrio. Fra gli spettacoli che ama ricordare figurano Inventato di sana pianta di Hermann Broch per la regia di Luca Ronconi, al fianco di Massimo Popolizio e Massimo De Francovich, gli shakespeariani Il Mercante di Venezia e Sogno d’una notte di mezza estate sempre per la regia di Luca Ronconi, La cimice di Majakovskij, con Paolo Rossi. Vanno inoltre menzionati I ragazzi di Trieste di Tullio Kezich ed Essere o non essere Amleto scritto e diretto proprio per Germani da Francesco Macedonio. Recenti e applauditi gli impegni in Frost Nixon per la regia di Ferdinando Bruni ed Elio De Capitani e in Morte di un commes-so viaggiatore, diretto sempre da De Capitani.

LARA KOMAR Attrice/cantante triestina, Laureata nel 2005 in marketing culturale all’Università di Trieste. Nel 2005 conclude il percorso biennale di studi all’Accademia teatrale Città di Trieste – teatro La Contrada, con Cristina Pezzoli, Mamadou Dioume, Adriano Iurissevich, Carlo Rossi, Lidija Kozlovich e altri. Approfondisce gli studi di reci-tazione e canto alla Giuldhall School of Music and Drama a Londra e nel 2010 si diploma in canto lirico al conser-vatorio Iacopo Tomadini di Udine come mezzosoprano guidata dai maestri Nora Iankovich e Claudio Strudhoff. Dal

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2007 è nella compagnia teatrale del Teatro Stabile Sloveno di Trieste. Si esibisce in numerosi spettacoli, con i quali partecipa a vari festifal nazionali e internazionali (Mittelfest- Italia, Borštnikovo srecanje – Slovenia, Festival Mes – Bosnia, Festival teatrale Kragujevac – Serbia, festival teatrale San Pietroburgo – Russia, e altri). Collabora anche con altre realtà teatrali triestine, con il Teatro Stabile del FVG Il Rossetti, con il teatro d’opera Giuseppe Verdi, con il CSS di Udine e con numerosi teatri sloveni (Capodistria, Nova Gorica, Maribor e altri). Ha recitato anche al cinema e in vari spot. È cofondatrice assieme ad un gruppo di giovani attori dell’associazione Consorzio Scenico.

RICCARDO MARANZANA Diplomato alla Scuola del Teatro Stabile di Genova nel 1988, si è perfezionato ulteriormente con vari maestri, tra cui Pierre Byland, Yves Lebreton, Enrico Bonavera, Philip Hottier, Alessandra Galante Garrone, Dario Fo, John Strasberg, Ludwik Flaszen, Jerzy Grotowski. Nel 1989, in occasione del “Premio Montegrotto/Europa per il Teatro”, vince il “Premio alla Vocazione”. Ha lavorato in importanti produzioni nazionali con i Teatri Stabili di Genova, Trieste, Bologna, Parma, Milano, con attori quali Giulio Bosetti, Mario Scaccia, Renzo Montagnani, Massimo Girotti, Elisabetta Pozzi, Ottavia Piccolo, diretto dai registi Marco Sciaccaluga, Nanni Garella, Giorgio Pressburger, Gigi Dall’Aglio, Katie Mitchell, Eugenio Allegri. Dal 1996, diretto da Giorgio Gallione, è l’attore protagonista di numerosi allestimenti del Teatro Dell’Archivolto di Genova (L’occhio del lupo, Il mare in un imbuto, Snaporaz-Fellini, Giardini d’acqua, La Storia di One-Hand Jack, Peter Uncino, Spoon River-De Andrè, La Commedia delle Ceneri: dedicato a P.P. Pasolini). Realizza inoltre alcuni spettacoli in qualità di autore, regista e interprete: Uomini di confine (1993), La conquista del Messico (Festival di Pierrefonde, Francia, 1997), Distants, siamo italiani nel mondo (Festival di Huy, Belgio 2003). Con Massimo Somaglino mette in scena Cercivento (Mittelfest 2003). Sentieri selvaggi di Susanna Grigoletto (Festival del Cinema di CANNES 1998). Recentemente ha interpretato il personaggio di Ernesto nel film Zoran, il mio nipote scemo di Matteo Oleotto. Nel 2011, con CinemaTeatroEden, realizza il film-documentario Carnia 1944, un’estate di libertà. Nelle recenti stagioni in teatro è stato diretto da Andrea Collavino ne Il metodo e in Ossa, mentre con la regia di Franco Però ha partecipato agli spettacoli Caracreatura e A Sarajaevo il 28 giugno.

FRANCESCO MIGLIACCIO Milanese, si forma alla Scuola del Piccolo Teatro di Milano. Nel 1986 inizia la sua carriera sotto la guida di Massimo Castri, Tadeus Kantor e Franco Branciaroli. Poi lavora con registi quali Giovanni Testori, Carlo Cecchi, Katie Mitchell, Peter Stein. Nel 1991 interpreta il ruolo del titolo nel Filottete di Sofocle diretto da Cristina Pezzoli. Recita per lo Stabile di Parma ne Il gabbiano, Amleto, Come vi piace e ne La tragedia spagnola. Con lo Stabile di Brescia prende parte a Il gabbiano, La famiglia Schroffestein diretto da Massimo Castri, Sulla strada maestra e Spettri regie di Cesare Lievi. Dal 1993 al 1999 fa parte della Compagnia “La Contemporanea ‘83”: Cristina Pezzoli lo dirige in Come le foglie, Il lungo pranzo di Natale, La scuola delle mogli. In seguito lavora al Teatro Carcano con Giulio Bosetti in Così è, se vi pare di Pirandello e nei goldoniani Il sior Todero brontolon e La bottega del caffè. Più recenti Le Baccanti di Euripide, con la regia di G.Emiliani (ruolo Penteo), Santa Giovanna dei macelli di Brecht, prodotto dal Piccolo Teatro di Milano e diretto da Luca Ronconi (ruolo Meyers), Ondine di Giraudoux per la regia di A. Ruth Shammah e La bisbetica domata con la regia di A. Koncalovskij. È poi Foldal nel John Gabriel Borkman di Ibsen, per la regia di Maccarinelli. Nel 2014 recita al Teatro Greco di Siracusa Le vespe diretto da Mauro Avogadro. Da gennaio 2015 è nel progetto dello Stabile di Torino e della scuo-la Holden, 6Bianca, sei episodi in teatro di Stephan Amidon, regia di Serena Sinigaglia. È a propria volta regista: firma Betty e Carambola di Binosi e Niente più niente al mondo di Carlotto. Nel cinema ha lavorato con D’Alatri (Casomai), Xenavier Koeller (The hope journey Premio Oscar ‘91 come miglior film straniero), Miniero (Benvenuti al Nord). Figura in numerose fiction come Il commissario Montalbano e Non uccidere. Collabora come voce recitante alle trasmissioni Destini incrociati e Magnifici destini, per Radio 24.

MARIA GRAZIA PLOS Diplomata presso la Civica Scuola Nico Pepe di Udine nel 1982, comincia subito la carriera in Poema a fumetti per la regia di Luisa Crismani, prodotto dal Teatro La Contrada. Da allora inizia una lunga collaborazione con lo Stabile privato triestino: guidata da Francesco Macedonio recita in tutti gli spettacoli di inaugurazione di stagione. Sempre sotto la guida di Macedonio lavora in Atto Unico e ne Le Ire di Giuliano di Svevo e in Ballando con Cecilia e Capriole in salita di Pino Roveredo. La dirigono inoltre Patrick Rossi Gastaldi in Non ti conosco più e in Sorelle Materassi, Orietta Crispino ne L’Ospite desiderato, La roccia e i monumenti e Quasi d’Amore, Mario Licalsi ne La Presidentessa, O di uno o di nessuno, Mia Fia e Galina Vecia. Con la regia di Giorgio Pressburger recita in Prologhi e Il formaggio e i vermi di Ginzburg e in Microcosmi di Magris, al Mittelfest. È inoltre diretta da Salines ne L’avventura di Maria di Svevo, da Zacchigna in Una specie di Alaska di Pinter e ne L’Abberrazione delle stelle fisse di Santanelli e da Somaglino in Infin el Cidinor di Hubay. Con la regista Sabrina Morena recita in Un marito di Svevo e in Ellis Island. Con lo Stabile del Veneto lavora in Tramonto diretta da Damiano Michieletto. Con Elia Dal Maso è in Vera Verk di Tomizza, con Ulderico Manani in Alcesti. Nel 2008 è protagonista di Caracreatura di Pino Roveredo, diretta da Franco Però. La melodia del corvo di Roveredo per la regia di Marko Sosic, dà inizio alla collaborazione col Teatro Stabile regionale; recita infatti in Una di Luttman per la regia di Marco Casazza. Recentemente è applaudita ne Il Metodo di Galceran per la regia di Andrea Collavino e in Trst mesto v vojni- Trieste una città in guerra diretta da Igor Pison. Dal 1983 collabora con la sede Rai regionale in sceneggiati radiofonici; partecipa a diversi film (Lo stadio di Wimbledon di Mathew Almaric, La sconosciuta di Giuseppe Tornatore, Il ragazzo invisibile regia di Gabriele Salvatores) e fiction.

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Applausi scroscianti in un Teatro Ristori affollatissimo, hanno accolto Scandalo al suo ottimo esordio al Mittelfest. Ne hanno il merito il regista Franco Però e gli interpreti, Stefania Rocca e Franco Castellano – eccellenti protagonisti del teatro e del cinema italiano – e gli attori della Compagnia del Teatro Stabile, da poco creata, ma già affiatata, puntuale, generosa, a cui si sono aggiunti talenti notevoli come Astrid Meloni e Federica De Benedittis… Ma il merito è certo anche di Arthur Schnitzler, raffinato e acuto autore della Vienna fin de siècle, capace di sferrare colpi gar-bati ma definitivi alla sua società e di farne tuttora risuonare le assonanze con la nostra.È il caso di Das Vermächtnis, scritta nel 1898 e mai presentata in Italia, prima di questa produzio-ne dello Stabile regionale. «Ogni termine scelto per tradurre il titolo – scrive nelle sue note Franco Però – tralasciava qualcosa dell’originale. Allora ci siamo chiesti: perché non cercarlo tra gli effetti che questo “lascito” (questo il significato letterale ndr) provoca nella vita della famiglia? Perché è su questo che si snoda la trama della commedia. E allora scopri che proprio in un allestimento tedesco, compare la parola scandalo. Ecco: scandalo, ma proprio nel senso antico del termine, σκάνδαλον (skàndalon), ovvero ostacolo, insidia. Sono queste le caratteristiche, involontarie, indos-sate da Toni Weber, la ragazza di bassa classe sociale amata da Hugo, e del loro figlioletto, Franz. Essi sono vissuti come un ostacolo alla vita della famiglia, e alle sue relazioni altolocate. La loro presenza è sentita come scandalosa, provocando l’allontanamento di amici e conoscenti. Come in uno specchio, in essi – ma soprattutto in Toni – si riflettono invece i comportamenti “scandalosi” dei vari membri della famiglia».La bellissima commedia, vuole infatti che Hugo, rampollo di una famiglia dell’alta borghesia vien-nese abbia un incidente a cavallo, venga condotto a casa, morente e riveli ai genitori di amare una ragazza proveniente da un mondo lontano dalla forma, dai modi, dai rapporti sociali che circon-dano la famiglia; una ragazza di bassa estrazione sociale (oggi potremmo immaginare un’immi-grata). Da questa relazione segreta, è anche nato un bambino. L’ultimo desiderio di Hugo è che la ragazza e il figlio, siano accolti in casa. Stupore e sconcerto, ma poi i genitori acconsentono. La ragazza entra in quella che, crede, diverrà la sua famiglia. Ma lentamente e, inesorabilmente, alcu-ni segnali di distacco si manifestano: l’imbarazzo sempre più esplicito del fidanzato della sorella di Hugo, il diradarsi delle visite degli amici… L’improvvisa morte del bambino, lascia Toni sempre più sola ed estranea al gruppo, finché nemmeno la cognata del padrone di casa – un personaggio forte che in tanti momenti mette a nudo le piccinerie, le volgarità, le sottili violenze di quella cerchia – riuscirà più a fermare una deriva dagli sviluppi drammatici.Oggi, come nella Vienna di fine Ottocento, feroce è l’attacco di Schnitzler alla società, ma privo di forzature: grazie alla sapiente architettura dei dialoghi e delle scene, il pubblico è avvinto in questa commedia amara, che smaschera lati oscuri e perversi della società.

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dal 27 ottobre al 1° novembre 2015Sala Assicurazioni Generali

SCANDALOdi Arthur Schnitzler traduzione di Ippolito Pizzettiregia di Franco Peròcon Stefania Rocca, Franco Castellanoe con la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia: Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis*, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar,Riccardo Maranzana, Astrid Meloni* (*attori ospiti)e Alessio Bernardi, Leon Kelmendiscene di Antonio Fiorentino costumi di Andrea Viottimusiche di Antonio Di Pofi luci di Pasquale Mariproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Artisti Riuniti e Mittelfest 2015

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Un uomo, venditore ambulante di aspirapolvere: ha una famiglia, una donna, una bambina, una madre… Ma si trascina fra frustrazione professionale e caos sentimentale, ossessionato da un’a-mante che non lo vuole più. Poi sua moglie: regge tutto sulle proprie spalle, il marito è assente. A lei tocca occuparsi della suocera colpita dal morbo di Alzheimer, a lei l’angoscia per la figlia febbri-citante… e fra questi oneri c’è un colloquio da sostenere, per fuggire la condizione di disoccupata. Il fratello di lei sembra vincente: giudica il cognato un fallito, non compatisce la sorella soffocata d’impegni… Ma in realtà, per vivere, ruba.C’è qualcuno che vince in questo testo? Non il piccolo industriale di calzature, in affanno per il futuro della sua ditta, che muore d’infarto nell’unico, agognato momento di pace della sua giorna-ta. Non Simon Pietro, che attraversa il tempo obbedendo al proprio ruolo e nuovamente rinnega, e sopravvive fra i rimorsi. Nemmeno gli angeli possono più molto: ne conosciamo uno, ridotto a taxista, osservatore sapiente di questa triste umanità ma impossibilitato ad agire, ad intervenire nella storia, che si ripete sempre uguale, sempre difficile, sempre dolorosa…Roberto Cavosi definisce Rosso Venerdì un “monologo a più voci” ed in effetti, è affascinante la struttura drammaturgica secondo la quale sviluppa il testo: flussi di coscienza in cui contempo-raneamente i diversi personaggi raccontano sé stessi, i rispettivi drammi, il loro mondo e danno notizie delle altre figure a cui sono legati. Ma non avviene mai alcun rapporto diretto fra loro: non si passa mai al dialogo. Da questa insolita scelta compositiva, sgorga un interessante affresco contemporaneo. È una polifonia di voci impegnate nella narrazione di piccoli Golgota quotidiani, ai quali s’intreccia il Calvario dell’Uomo sulla croce, quello che si ripete universale, simbolico e scon-volgente, e attorno al quale si radunano gli uomini con i loro peccati, le loro imperfezioni, attratti, turbati, commossi, cinici, indifferenti o fragili… Cavosi tratteggia così una Passione moderna, attuale e palpitante di verità, che ci parla attraverso un mosaico di storie cui l’universalità dello sfondo fa da comune denominatore. L’autore guarda talvolta con durezza, talaltra con profonda comprensione i suoi protagonisti, ai quali concede, dopo il vortice d’angoscia del Calvario, un raggio di speranza: uniti per la prima volta, nel finale, ad attendere che il sole torni a splendere… perché «La vita è un amore difficile».Lo spettacolo – che ha visto esordire sul piano nazionale la neocostituita Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – ha debuttato con successo al Festival di Asti, complice la regia sapiente e visionaria di Igor Pison, giovane artista triestino formatosi fra la Germania e la Slovenia, che forte di una potente creatività è entrato in completa sintonia con il testo, enfatizzandone le potenzialità.

dal 3 al 22 novembre 2015 Sala Bartoli

ROSSO VENERDÌdi Roberto Cavosiregia di Igor Pisoncon la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Federica De Benedittis (attrice ospite), Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar,Riccardo Maranzana, Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos scene e costumi di Petra Veberproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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Scritto da Simone Cristicchi con Jan Bernas e diretto da Antonio Calenda Magazzino 18 è stato accolto con clamoroso successo al suo esordio nel 2013 a Trieste ed ha ripetuto lo stesso esito in tutte le piazze della tournée sia in Italia che all’estero. L’attenzione suscitata dallo spettacolo, la ricaduta ed il dibattito da esso indotti, ed i sold out, le tante richieste, i premi ricevuti, oltre a inorgoglire artisti e produttori, ha fatto sì che la tournée riprendesse per un secondo e poi un terzo ciclo: impossibile non riportare lo spettacolo a Trieste anche in questa nuova occasione, permet-tendo a chi lo volesse (Magazzino 18 non sarà, naturalmente, in abbonamento) di appaludirlo ancora.Il titolo si richiama a un “luogo della memoria” particolarmente toccante che si trova nel Porto Vecchio. Lo spettacolo infatti racconta di una pagina dolorosissima della storia d’Italia, di una vicenda complessa e mai abbastanza conosciuta del nostro Novecento testimoniata da tanti pic-coli, umili ricordi che appartengono alla quotidianità e che lì sono conservati. Una sedia, accatastata assieme a molte altre, porta un nome, una sigla, un numero e la scritta “Servizio Esodo”. Simile la catalogazione per un armadio, e poi materassi, letti, stoviglie, fotografie, poveri giocattoli, altri oggetti, altri numeri, altri nomi… Oggetti comuni che accompagnano lo scor-rere di tante vite: uno scorrere improvvisamente interrotto dalla Storia, dall’esodo.Con il trattato di pace del 1947 l’Italia perdette vasti territori dell’Istria e della fascia costiera, e quasi 300 mila persone scelsero – davanti a una situazione intricata e irta di lacerazioni – di lascia-re le loro terre natali destinate ad essere jugoslave e proseguire la loro esistenza in Italia. Non è facile riuscire a immaginare quale fosse il loro stato d’animo, con quale sofferenza intere famiglie impacchettarono tutte le loro poche cose e si lasciarono alle spalle le loro città, le case, le radici. Davanti a loro povertà, insicurezza, e spesso sospetto.Simone Cristicchi è rimasto colpito da questa pagina della nostra storia ed ha deciso di riper-correrla partendo proprio da quel luogo nel Porto Vecchio di Trieste, il Magazzino 18, dove gli esuli – senza casa e spesso prossimi ad affrontare lunghi periodi in campo profughi o estenuanti viaggi verso lontane mete nel mondo – lasciavano le loro proprietà. Cristicchi parte proprio da quegli oggetti privati per riportare alla luce le vite che vi si nascondono. Inventa un personaggio, il Persichetti, un archivista ministeriale che s’imbatte per lavoro nella vicenda dell’Esodo e oggetto dopo oggetto, passando da una lettera a una pagina di diario, da una fotografia, a un utensile, incontra mille vicende, migliaia di vite cariche di nostalgia. Allora le narra schiettamente cambiando registri vocali, elementi di costume, atmosfere musicali, in una koinée di linguaggi che trasfigura il reportage storico in un “Musical-Civile”. Lo spettacolo è punteggiato da canzoni e musiche inedi-te di Simone Cristicchi, eseguite dal vivo, come sempre dal Coro StarTs Lab e dalla grande FVG Mitteleuropa Orchestra diretta dal Maestro Sivilotti.

dal 5 all’8 novembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

MAGAZZINO 18uno spettacolo di e con Simone Cristicchi scritto con Jan Bernasregia di Antonio Calendacon la FVG Mitteleuropa Orchestra diretta da Valter Sivilottie con la partecipazione dei ragazzi del Laboratorio StarTS Labmusiche e canzoni inedite di Simone Cristicchimusiche di scena e arrangiamenti di Valter Sivilottiscene di Paolo Giovanazzi luci di Nino Napoletanoproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia - Promo Music

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«Non ha età l’emozione, non ha limiti il sogno, non ha fine l’arte. Lindsay Kemp attraverso la magia del gesto sembra abbracciare il mondo; con la passione di sempre sfoglia il registro di un suggestivo repertorio artistico mostrandolo con una grazia innata, inscindibile, illimitata» scrive Sipario a proposito di Kemp Dances. «(…) Stavolta, tutto è scarno, semplice, senza infingimenti – gli fa eco Repubblica – affidato alla magia naturale dei gesti di Kemp, che di per sé sostiene lo spettacolo con la sua sola presenza… a un mostro sacro bastano pochi gesti per stupire e com-muovere. (…) Il finale è un trionfo annunciato: Kemp nei panni dell’Angelo trascina il pubblico nella sua danza circolare, come un derviscio etereo vestito di trascendenza. Il pubblico risponde con un’ovazione in piedi».Sarà un evento significativo, la presenza – all’interno del cartellone Danza – di un mito vivente, come Lindsay Kemp, che ritorna al Politeama Rossetti per la seconda volta (la prima risale al 1992), a incantare con la sua danza, che ha segnato una svolta fondamentale nel teatro contem-poraneo.Negli anni Settanta e Ottanta, infatti, Lindsay Kemp e la sua Compagnia hanno suscitato meravi-glia e scandalo in ogni parte del mondo, con un incrocio straordinariamente eterodosso di stili, di teatro, mimo e danza, di tradizione e sperimentazione, di sottile ironia e sensazioni potenti. Allora (come oggi) la magia degli spettacoli di Kemp ruotava soprattutto intorno al suo personalissimo carisma come interprete, capace di trasfigurarsi in ruoli di donna, uomo, elfo, marionetta… E con-tinua a farlo – superati abbondantemente i settant’anni – attraverso la sua danza senza tempo e carica di emozione, vera poesia gestuale.Kemp Dances è composto da una serie di nuove creazioni frammiste ad alcuni dei suoi ‘pezzi classici’ ricreati e rivissuti oggi. Un mosaico spettacolare e coinvolgente di personaggi e racconti fantastici, realizzato con quattro altri artisti in scena e lo storico collaboratore David Haughton, sostenuti da un potente mix eclettico di musiche e da luci che suscitano irreali visioni. E come sempre con questo saltimbanco dell’anima, tutto è in divenire: insieme a elementi fissi c’è sempre anche una reinvenzione costante di ogni racconto e ogni gesto.Lo spettacolo presenta quattro splendidi personaggi nel trasformismo di Kemp: un’onirica identifi-cazione melodrammatica con il personaggio di Violetta e Maria Callas in Ricordi di una Traviata, la semplicità estrema ma profonda de Il Fiore, poi un viaggio dentro la pazzia mistica del leggendario ballerino de Les Ballets Russes, Nijinsky, e alla fine, ne L’Angelo, un’anima che trascende ogni identità per diventare un simbolo dell’essenza umana, della rinascita e della speranza.Inoltre applaudiremo Mi Vida, creato dal grande coreografo belga Luc Bouy, e La Femme en Rouge di Kemp, tutti e due per Daniela Maccari – coreografa collaboratrice e ormai “musa balleri-na” del grande artista inglese – e per l’attore-ballerino Ivan Ristallo.

martedì 10 novembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

KEMP DANCESINVENZIONI E REINCARNAZIONIdi e con Lindsay Kemp e con Daniela Maccari, Ivan Ristallo, David Haughton, Alessandro Pucci, James Vanzo

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DANZA & DINTORNI

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«Credo che Shakespeare abbia scritto una commedia della quale non mi convincono le letture che fanno arrivare Caterina massacrata, denutrita e devastata, come fosse uscita da Guantanamo» scrive Cristina Pezzoli a proposito de La bisbetica domata, che mette in scena in una singolare edizione con Nancy Brilli nel ruolo del titolo (nel 2000 il pubblico dello Stabile aveva già apprezza-to l’attrice in The Blue Room). «Il tema della violenza sul corpo delle donne - sottolinea ancora la regista - è un tema tragicamente attuale e reale e se bisogna parlarne va fatto con la serietà che merita e con il registro adeguato, a mio avviso, non con una commedia piegata a diventare ciò che non è. Per questo ho ritenuto di fare alcune scelte per potenziare l’aspetto comico e dare a questo spettacolo la forma di un’opera pop». Cristina Pezzoli, riconosciuto talento della scena ita-liana contemporanea, sembra essere felicemente riuscita nel suo intento, a giudicare almeno dalle reazioni che lo spettacolo ha suscitato al suo debutto, nell’ambito del Festival shakespeariano al Teatro Romano di Verona.Al suo fianco, ha lavorato con grande creatività alla traduzione e adattamento Stefania Bertola, ed è proprio dalla loro collaborazione che nasce l’originalità di questa lettura: hanno infatti scelto di rielaborare il testo, alleggerendolo in alcuni punti e mantenendo però tutte le indicazioni che Shakespeare ha suggerito. Così il prologo dal sapore metateatrale con il personaggio di Sly, l’u-briacone, è eliminato, ma alla commedia viene donata un’altra cornice, che di “teatro nel teatro” è intrisa ed amplifica – grazie proprio a questa chiave – comicità e induzioni, umorismo e criticità dei rapporti di potere. Si immagina, dunque, che una compagnia d’attori sia impegnata nelle prove di un nuovo spettacolo, appunto La bisbetica domata: si assiste così alle consuete tensioni e dina-miche di un lavoro in evoluzione. Nancy Brilli è disinvolta e ironica nell’affrontare la figura di Caterina-la bisbetica, così come quella di Caterina-la prima attrice, due profili che le permettono di tratteggiare il personaggio con pro-fondità di chiaroscuri ma anche di prenderne talvolta le distanze, come ad esempio nel famoso monologo finale, in cui la bisbetica appare davvero “domata”, mentre sappiamo che lo stesso Shakespeare attraverso la commedia esprimeva il proprio disappunto per i matrimoni combinati, che alla sua epoca si risolvevano in mere questioni d’affari fra le famiglie. Come accade - d’altra parte - nella famiglia di Caterina, che per il suo terribile carattere non ha pretendenti: allo scomodo passo si appresta il veronese Petruccio, attratto dal miraggio della dote. La vicenda genera un florilegio di evoluzioni divertenti, espresse dalla regista e dalla versatile compagnia attraverso una commistione di linguaggi, in cui molto spazio ha la musica che spazia dal Cole Porter di Kiss me Kate al rap e al pop contemporaneo.

dall’11 al 15 novembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

BISBETICALA BISBETICA DOMATADI WILLIAM SHAKESPEAREMESSA ALLA PROVAtraduzione e drammaturgia di Stefania Bertola regia di Cristina Pezzolicon Nancy Brillie con Matteo Cremon, Federico Pacifici, Gianluigi Igi Meggiorin, Gennaro Di Biase,Anna Vinci, Dario Merlini, Brenda Lodigiani, Stefano Annoni e nel ruolo del Dr. Jolly Valerio Santoro scene di Giacomo Andrico costumi di Nicoletta Ercolemusiche di Alessandro Nidi luci di Massimo Consoliproduzione La Pirandelliana

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Gli spettatori che nel gennaio del 2009 hanno assistito a Rain, il capolavoro di teatro-circo della compagnia Cirque Éloize, conservano ancora negli occhi e nel cuore, la magia che può creare la geniale fantasia di Daniele Finzi Pasca: autore e regista di quello spettacolo, rimasto memorabile per il pubblico dello Stabile regionale. Ed ora, attesissimo, ritorna in scena uno spettacolo che porta la firma dell’eclettico artista italo-svizzero, con tutta la sua fantasia, poesia, suggestione: La Verità.Tredici prodigiosi artisti della Compagnia Finzi Pasca regalano al pubblico ne La Verità oltre due ore di assoluto incanto visivo, di sorprese, di tutto quello che può essere espresso dal più raffinato e incredibile teatro acrobatico. Ma tutto questo nasce da un’occasione ancor più speciale: un fondale di Salvador Dalì, che ha dato ispirazione a questo bellissimo spettacolo. Il fondale è un pezzo unico e raro, preziosissimo, dipinto negli anni Quaranta a New York da Dalì per il balletto Tristan Fou, sua rivisitazione personale del Tristan und Isolde wagneriano, che andò in scena a Manhattan nel 1944 e fu accolta da accese polemiche. Finì in una cassa, dimenticato per decenni: quando ritorna alla luce, una Fondazione d’arte europea, che desidera rimanere anonima, lo acquista e lo propone a Finzi Pasca, con l’intento che il telone ritorni alla sua destinazione originaria, al teatro. Così nasce nel 2013 un nuovo spettacolo germinato dall’emozione suscitata da quel fondale di Dalì, ed è subito un suc-cesso, applaudito dalle platee di Canada, Uruguay, Brasile, Ungheria, Slovenia, Francia, Danimarca, (in Italia è stato ospite del Piccolo Teatro di Milano). «Quando ho visto il fondale per la prima volta, sono rimasto senza fiato» ha raccontato il regista. «Ombre che deformano le proporzioni, colori rosso sangue, bianco e poi il blu del mantello di Maria, scale sospese nel vuoto, equilibri impossi-bili… All’epoca stavo pensando a uno spettacolo che raccontasse il mistero della verità in teatro. L’ambiguità della rappresentazione. Perfetto».E poi c’è un appunto preso mesi prima, “la verité est tout ce qu’on a rêvé, qu’on a vécu, qu’on a inventé, tout ce qui fait parti de notre mémoire (La Verità è tutto ciò che abbiamo sognato, ciò che abbiamo vissuto, ciò che abbiamo inventato, tutto quello che fa parte della nostra memoria): di que-sto si sostanzia lo spettacolo. E ci sono la tecnica e la poetica straordinaria di Finzi Pasca e della sua compagnia, il “teatro della carezza”, strumento perfetto per entrare – invitati dall’immaginario di Dalì – nel mondo del sogno, della memoria, del surreale, nella “strana” dimensione di ciò che è vero e di ciò che appare vero, a teatro. Ne La Verità assisteremo a un susseguirsi di frammenti, fra clowne-rie, insidiose acrobazie, ricchi costumi e sorprese incredibili… Un gioco d’immagini per attraversare il surrealismo, una storia d’amore, una riflessione sulla verità: la Compagnia Finzi Pasca dipinge un poema acrobatico e surrealistico che abbina in modo ineguagliabile l’acrobazia, il teatro, la danza e la musica.fo

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dal 19 al 22 novembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

LA VERITÀscritto e diretto da Daniele Finzi Pascaautore, regista, co-design luci e coreografie Daniele Finzi Pascadirettrice di creazione, produttrice e partecipazione alla scrittura Julie Hamelin Finzimusica, sound design e co-design coreografie di Maria Bonzanigoscenografia e accessori di Hugo Gargiulo produttore esecutivo e consulente artistico Antonio Vergaminicostumi di Giovanna Buzzi co-design luci Alexis Bowles video designer Roberto Vitaliniassistente alla regia Geneviève Dupéré make-up designer e hairstyle designer Chiqui Barbédirettore di produzione Marc Laliberté consulente artistico Fabrizio Arigoniricercatore Facundo Ponce de León creatore di sculture coreografiche Toni Vighettoideatrice Carré Mariève Hémond coreografie Carré Annie-Kim Déry ideatore ruota Cyr Daniel Cyrcon Moira Albertalli, Erika Bettin, Jean-Philippe Cuerrier, Stéphane Gentilini,Andrée-Anne Gingras-Roy, Evelyne Laforest, Francesco Lanciotti, David Menes, Marco Paoletti,Félix Salas, Beatriz Sayad, Rolando Tarquiniproduzione Compagnia Finzi Pasca tour italiano a cura di ATER - Associazione Teatrale Emilia Romagna©Salvador Dalí, Fundación Gala-Salvador Dalí

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MUSICAL & EVENTI

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ALTRI PERCORSI

Ritorna in scena per una sola sera nella grande sala del Politeama – fra gli eventi in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini – uno spettacolo singolare, costruito attorno a un monologo presago, quasi divinatorio che da un lato fa omaggio al pensiero del gran-de artista e intellettuale – attraverso l’evocazione della sua opera letteraria e poetica, e dall’altro sancisce la grande capacità profetica dello scrittore, sul piano sociale e politico. Una giovinezza enormemente giovane che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia ha costruito sulla figura di Pier Paolo Pasolini, si sviluppa attorno a questo nucleo concettuale, all’idea – che avevano condiviso l’autore Gianni Borgna e il regista Antonio Calenda – di riflettere, attraverso le parole di Pasolini, sul mondo attuale, che egli aveva in qualche modo già intuito e adombrato nei suoi scritti. Ne nasce una messinscena rievocativa ma anche profondamente evocativa della sua capacità di “vedere politicamente” la società ed i suoi mutamenti.Un “vedere politicamente” di cui l’autore del monologo Gianni Borgna – recentemente scomparso – è stato un vero testimone culturale. Egli infatti – da segretario della FGC romana – ebbe modo di essere molto vicino a Pasolini, di sperimentare la generosità con cui si dedicava ai giovani di sini-stra, nei quali ravvedeva il virgulto di una realtà allora in forte divenire. Successivamente Borgna si è dedicato con profonda attenzione allo studio della figura e del pensiero pasoliniano.E proprio dalla sua morte – sempre rimasta oscura – Antonio Calenda trae ispirazione per l’incipit dello spettacolo: una musica, rumori nel buio, un corpo a terra. Un’immagine forte da cui il prota-gonista avvia il proprio monologare. Come se Pasolini stesso fosse testimone della propria fine e in quel misterioso istante, si lasciasse andare a un flusso di riflessioni sul mondo che ha lasciato e sulle sue evoluzioni di cui non potrà più essere testimone critico e acuto, pur avendole intuite: l’im-magine di una Roma così diversa dalla sua, città multietnica, con l’idea che il bene più grande sia la ricchezza, che la storia e la cultura non possano essere che quelle borghesi... Temi con cui oggi quotidianamente ci confrontiamo, e che il suo pensiero, la sua ricchezza poetica, ci insegnano ancora ad attraversare con la necessaria consapevolezza.I riferimenti a tale pensiero pasoliniano, e al corpo della sua opera letteraria pervadono il monolo-go, affidato a Roberto Herlitzka, uno degli interpreti di più intenso spessore poetico e drammatico della scena italiana. Al debutto al Mittelfest 2013 lo spettacolo è stato accolto da una standing ovation e l’esito si è ripetuto durante le repliche a Trieste, in tournée in Italia (sold out al Piccolo Teatro di Milano, al Teatro Argentina di Roma) e all’estero. Lo spettacolo che ha avuto la nomina-tion per il miglior attore di monologo al Premio Le Maschere del Teatro, è molto richiesto e ripren-de la tournée per la terza stagione consecutiva.

lunedì 23 novembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

UNA GIOVINEZZAENORMEMENTEGIOVANEdi Gianni Borgna ispirato ai testi di Pier Paolo Pasoliniregia di Antonio Calendacon Roberto Herlitzkascene di Paolo Giovanazziluci di Nino Napoletanoproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia in collaborazione con Mittelfest 2013con il sostegno della Fondazione CRTrieste

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Nel quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini, il suo pensiero, la sua dramma-turgia, la sua poesia rimangono una luce presaga e capace di illuminare potentemente le nostre menti: è sembrato dunque naturale e necessario dedicare al grande intellettuale di origini friulane un momento di riflessione. Diverse saranno le iniziative dedicate alla sua figura, culminanti nella riproposta di Una giovinezza enormemente giovane con Roberto Herlitzka e soprattutto nella presentazione di Porcile, nuova produzione del Teatro Metastasio di Prato e del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia. Nella produzione teatrale pasoliniana, si è guardato proprio a Porcile affi-dandone la regia a Valerio Binasco, uno dei registi italiani di maggior successo: una scelta felice a giudicare dagli applausi raccolti al debutto, lo scorso giugno al Festival dei Due Mondi di Spoleto. Porcile è un dramma in undici episodi che Pasolini ha scritto nel 1966 e nel 1969 ha trasposto nel film omonimo per raccontare l’impossibilità di vivere secondo le proprie coordinate, i propri istinti, preservando l’intima natura di sé stessi dal mondo cannibale. «In Porcile – scrive Valerio Binasco – la trama si sviluppa nella Germania del dopo nazismo, nel momento in cui la borghesia con il suo modo globalizzante di intendere la democrazia ha preso il Potere e lo gestisce. Julian, figlio «né ubbidiente né disubbidiente» di una coppia della borghesia tedesca, trova nel porcile paterno un amore ‘diverso’ e ‘non naturale’ che, tuttavia, lui riconosce come scintilla di «vita pura». La passione misteriosa che segna il personaggio fin dal suo ingres-so diviene simbolo del disagio di chi non si riconosce nella società coeva, e si rifugia in qualcosa di istintuale ma segreto. Porcile non fa prigionieri. Condanna tutti, dal primo all’ultimo. Non c’è redenzione, non c’è possibilità di salvezza in questo mondo soggiogato in modo, oramai, antro-pologico. Non c’è speranza in questo porcile dove tutti mangiano tutto, dove il solo deve essere il tutto».Valerio Binasco, attore e regista, si diploma alla Scuola del Teatro Stabile di Genova. Mentre ne è ancora allievo, inizia la propria attività di insegnamento, che lo porta nelle scuole più importanti d’Italia. Dal 2006 al 2007 è stato Direttore del Teatro Stabile delle Marche, dal 2012 è Direttore artistico del Teatro di Novi Ligure. Nello stesso anno fonda la Popular Shakespeare Kompany, una compagnia che si autoproduce e che ha dato con enorme successo di pubblico La tempesta (2012), Il mercante di Venezia (2013), Il bugiardo (2014).Come attore, oltre alla collaborazione decennale con la compagnia di Carlo Cecchi, ha recitato in spettacoli di Shakespeare, Beckett, Gogol’, Pinter. Ha firmato dal 2005 a oggi più di 20 regie, fra cui Bar, Cara Professoressa, La chiusa, Romeo e Giulietta (Premio Ubu). Ha lavorato anche al cinema con Guido Chiesa, Cristina Comencini, Fausto Paravidino, Gianluca Tavarelli, Ferzan Ozpetek, Mario Martone, Alina Marazzi e Claudio Cupellini.

dal 24 al 29 novembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

PORCILEdi Pier Paolo Pasoliniregia di Valerio Binascocon (in o. a.) Valentina Banci, Francesco Borchi, Fulvio Cauteruccio, Pietro d’Elia,Elisa Cecilia Langone, Mauro Malinverno, Fabio Mascagni, Franco Raverascene di Lorenzo Banci costumi di Sandra Cardini luci di Roberto Innocenti musiche di Arturo Annecchinocoproduzione Teatro Metastasio Stabile della Toscana,Teatro Stabile del Friuli Venezia Giuliacon la collaborazione di Spoleto58 Festival dei 2Mondi

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Non tutti i bambini vogliono crescere: ce lo insegna Peter Pan, il personaggio letterario che ha fatto sognare generazioni di ragazzini. Forti dei successi crescenti ottenuti con Le avventure di Gian Burrasca, Ventimila leghe sotto i mari, Il mago di Oz i giovani allievi di StarTs Lab interpretano il capo-lavoro di Barrie. Lo scrittore scozzese “inventa” Peter Pan nel 1902: non lo descrive molto approfon-ditamente ma gli fa fare cose magnifiche, stimolando la fantasia dei lettori. Peter Pan è un bimbo mai nato che ha trascorso una parte iniziale della sua eterna infanzia a Londra, nei Giardini di Kensington, ma si è poi trasferito nel meraviglioso “Paese che non c’è”. Lì passa il tempo svolazzando (può volare, infatti) di avventura in avventura assieme a un gruppo di amici, i “Bimbi Sperduti”, incontrando pirati, sirene, indiani e creature curiose. E a volte entra in contatto con i bambini del mondo reale, per aiu-tarli… Il personaggio ha solleticato la fantasia del regista e direttore di StarTs Lab da Luciano Pasini coadiuvato per la parte musicale da Daniela Ferletta e per la dizione da Noemi Calzolari. «Non voglio fare la versione cartoon di Disney – spiega Pasini – per me il “Paese che non c’è” è tale solo perché fuori dal mondo, dal nostro mondo di “persone perbene”. Il “Paese che non c’è” è il luogo degli invisi-bili, di quei ragazzi che vivono nelle favelas, nei villaggi del sud Africa, nelle baraccopoli suburbane, dei ragazzi rumeni che sniffano colla e vivono nelle fogne di Bucarest. Isole ignorate da tutti, in cui questi ragazzi costruiscono le più varie organizzazioni sociali, si danno regole e con lucida e drammatica fan-tasia, inventano il loro mondo». Una simile intuizione, sicuramente influenza lo spettacolo, se non altro sul piano delle immagini, delle scenografie. E si accorda con la preziosa riflessione che su Peter Pan e il mondo d’oggi ci regala Francesco Maria Cataluccio, curatore dell’edizione italiana del testo teatrale Peter Pan di Barrie: «Comunemente – scrive – si ritiene che Peter Pan incarni il nostalgico rimpianto dell’infanzia che, come diceva Barrie, “è l’età gaia, innocente e senza cuore” , dimostrando di avere un’idea non solo idilliaca di quel momento della vita. Ma Peter Pan è il simbolo di un fenomeno che è cresciuto sempre più negli ultimi cento anni: l’ostinata volontà di rimanere bambini. Ma Peter Pan ci dice qualcosa di più inquietante: abbiamo perso i genitori, i punti di riferimento saldi, siamo stati abbandonati a noi stessi, il mondo degli adulti appare sempre più un inferno, meglio fermarsi sulla soglia e restare bambini. “Perché sei scappato?” “Perché ho sentito papà e mamma parlare di quello che sarei dovuto diventare quando fossi stato uomo”». Come sempre i ragazzi porteranno in scena questo testopuntando sulla loro versatilità, sulle doti nel canto, nella coreografia oltre che nella recita-zione. Anche per Peter Pan il Liceo artistico “Nordio” di Trieste collabora allo spettacolo: grazie alla disponibilità del Preside e in particolare degli insegnanti Renzo Grigolon e Sara Peressin, la scenogra-fia sarà ideata da Maria Orrano e i costumi da Gianluca Persia.

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dal 2 al 13 dicembre 2015 Sala Bartoli

PETER PANdal testo teatrale di James Matthew Barrie regia di Luciano Pasinidocenti: educazione al movimento Luciano Pasini; educazione al linguaggio Noemi Calzolarieducazione musicale Daniela Ferletta coreografie di Silvia Califano musiche di Edoardo Bennatocuratore musicale Marco Steffé scene e costumi ideati in collaborazione con il Liceo Artistico “Nordio” di Trieste da Maria Orrano e Gianluca Persia con gli allievi dell’Associazione Culturale StarTS LabSara Aiello, Tommaso Aiello, Loris Alberti, Nassima Bakhti, Giulia Bernardi, Alessio Bernardi, Evita Bertolini, Vittoria Biloslavo, Daniele Bordon, Enea Bordon, Virgilio Bordon, Bianca Borghesi, Giorgio Borghesi, Laura Cecchelin, Susanna Cerna, Angela Cotterle, Daniele Cruciani, Federica Crulci, Matilde Deponti, Sara Despotovic, Erin Dorci, Camilla Fabris, Federico Fachin, Marco Fachin, Nicole Fernandelli, Margherita Girardelli, Leonardo Iurada,Sofia Kravina, Caterina Lanza, Virginia Lanza, Sofia Maiola, Elisa Manzin, Lorenzo Manzin, Sofia Manetti, Giulio Marino, Matilde Marino, Valerio Marino, Rebecca Mattossovich, Petra Meneghetti, Costanza Monti, Sofia Rosie Myers, Gabriele Pacini, Giorgia Pandullo, Stefano Parmesan, Letizia Paschina, Nicolas Pecar, Luca Predonzani, Teresa Rabusin, Francesca Radoicovich, Virginia Riolo, Luca Rocchi, Davide Rossi, Carlotta Ruta, Zoe Scarpa, Elisabeth Scherlich, Bianca Sibenik, Martina Stasolla, Samuele Steindler, Jennifer Stigliani, Riccardo Tamaro, Giovanni Tomasi, Caterina Trevisan, Gioia Turco, Angelica Valerio, Nicolò Venezia, Beatrice Vidi, Giorgia Vinci, Anna Vlacci, Caterina Vogrig, Sara Volpe, Giulia Zerjal, Francesca Zetto, Caterina Zoppolato, Filippo Zoppolatoproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e Associazione Culturale StarTs Labin collaborazione con la Provincia di Trieste

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Un cast impeccabile a maggioranza femminile e una regista, Cristina Pezzoli, capace di cogliere con sensibilità e humour la leggerezza del testo e al contempo la profondità dei suoi temi, restitu-irne tempi comici e indagare approfonditamente negli animi delle protagoniste. Saranno i punti di forza dell’edizione italiana di Calendar Girls riuscitissima commedia scritta da Tim Firth (sceneg-giatore di L’erba di Grace e We want sex) e divenuta un celeberrimo film, che continua a mietere successi in tutta Europa e finalmente viene allestito anche sui nostri palcoscenici.La storia, ispirata ad un fatto realmente accaduto, è quella di un gruppo di donne mature, socie del Women’s Institute (la maggior organizzazione di volontariato femminile nel Regno Unito), che si impegna in una raccolta fondi per un ospedale nel quale è morto il marito di una di loro (Annie, che sarà Laura Curino). La sua amica Chris – sulla scena Angela Finocchiaro – stanca di fallimentari iniziative di beneficenza, ha l’idea di fare un calendario, ma diverso, nuovo: tutte vi dovranno posa-re nude! Così con l’aiuto di un fotografo amatoriale si fanno ritrarre in normali attività domestiche – come preparare dolci e composizioni floreali – ma… senza veli. L’iniziativa riscuote un successo astronomico: raccoglie un milione di sterline e sconvolge la quotidianità delle signore, che si ritrovano alla ribalta sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, dove vengono ospitate in un famoso talk show. L’inaspettata fama, tuttavia, metterà a dura prova le protagoniste. «Le prime scelte su cui ho basato la regia – scrive Cristina Pezzoli – sono state la lingua e il cast, ingredienti indispensabili di questa commedia, che fa molto ridere ma la cui comicità evolve da un fatto drammatico: la morte di John per una malattia terribile quale la leucemia. Credo che sia indispensabile agganciare la forza comica del testo anche a questo: è una risata in faccia alla morte, è la vitalità dei girasoli che cercano la luce opponendosi al buio dello sparire. Intendo a questo proposito lavorare intensamente con gli attori per approfondire le relazioni tra i personaggi, in modo da favorire l’umorismo delle situazioni di cui il testo è ricco». E aggiunge «altra questione centrale che implica precise scelte di messinscena – e forse uno dei motivi del successo evergreen di Calendar Girls - è appunto la realizzazione del calendario. Il nudo di donne che non sono modelle ma possiedono corpi veri e imperfetti non photoshoppati: una delle scene più divertenti e più complesse da realizzare dello spettacolo.Donne che allegramente e serenamente, anche se con il contributo di qualche giro di vodka, si spogliano per una buona causa, sì, ma anche per divertirsi, per riconoscersi ancora belle e sedu-centi, anche al di fuori dei rigidi canoni della perfezione e dell’eterna giovinezza. Con coraggio e ironia le Girls si offrono allo sguardo della macchina fotografica e del pubblico, per dirci che le sta-gioni della vita possono continuare a sorprendere».All’interno del cast figura anche il nome di Ariella Reggio, che il pubblico del Teatro Stabile di certo accoglierà calorosamente.

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dal 2 al 6 dicembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

CALENDAR GIRLSdi Tim Firth basato sul film Miramax scritto da Juliette Towhide & Tim Firthtraduzione e adattamento di Stefania Bertolaregia di Cristina Pezzolicon Angela Finocchiaro, Laura Curinoe con Ariella Reggioe Carlina Torta, Matilde Facheris, Corinna Lo Castro,Titino Carrara, Elsa Bossi, Marco Brinzi, Noemi Parroniscene di Rinaldo Rinaldi costumi di Nanà Cecchimusiche originali di Riccardo Tesi luci di Massimo Consoliproduzione AGIDI e ENFI Teatro

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Dopo il clamoroso successo ottenuto 6 anni fa, ritorna finalmente in scena MAMMA MIA! Lo spettacolo ha fatto segnare veri dati record in occasione della prima rappresentazione al Politeama nell’aprile 2009: il maggior numero di presenze negli ultimi 30 anni a Trieste (quasi 22 mila presenze in 16 repliche, con una media di 1.400 spettatori a sera) e l’incasso più alto di sempre, vicino al milione di euro. Nel corso delle repliche il cast ha realizzato anche una serata straordinaria di beneficenza a mezzanotte a favore del Teatro Stabile d’Abruzzo e delle popola-zioni colpite dal terremoto: il teatro segnò il tutto esaurito (nonostante l’insolito orario d’inizio) per un incasso di quasi 30 mila euro. Ed ora avremo nuovamente l’occasione di applaudire MAMMA MIA!, che arriva direttamente dal West End, in versione originale: dal 24 novembre sarà in scena al Teatro degli Arcimboldi di Milano e dal 9 dicembre al Politeama Rossetti di Trieste, uniche date in Italia. MAMMA MIA! nasce dalla geniale idea di Judy Craymer di mettere in scena la magia delle canzoni senza tempo degli ABBA incastonate in un’appassionante storia di famiglia e ami-cizia che si svolge su una paradisiaca isola greca. Ad oggi, lo spettacolo è stato visto da oltre 54 milioni di persone in 49 produzioni e in 14 lingue diverse. MAMMA MIA! ha stravinto anche sul grande schermo: è infatti il film musicale che ha incassato di più nella storia del cinema a livello mondiale; il DVD, su Amazon, è ad oggi è il più venduto di tutti i tempi. Da spettacolo del West End di Londra a fenomeno globale, la produzione londinese di MAMMA MIA! è uno dei cinque musical al mondo ad essere rimasto in scena per più di dieci anni sia a Broadway che nel West End, e nel 2011 è diventato il primo musical occidentale ad essere rappresentato in lingua manda-rina nella Repubblica Popolare Cinese. Sul palcoscenico del Politeama Rossetti, applaudiremo un cast di altissimo livello: Sara Poyzer interpreterà Donna Sheridan, Shobna Gulati sarà Tanya, Sue Devaney sarà Rosie e l’irlandese Niamh Perry interpreterà Sophie Sheridan. Sara Poyzer è già stata nel ruolo di Donna nella produzione di MAMMA MIA! del West End e ha inoltre interpretato i ruoli di Janet in Rutherford & Son, di Emilia in Othello e della Madre in Billy Elliot. Shobna Gulati ha lavorato molto in televisione, interpretando, tra gli altri, i ruoli di Sunita Alahan in Coronation Street, di Anita nella famosa serie della BBC di Victoria Wood Dinnerladies e prendendo parte ad altre famose serie ed anche Sue Devaney è un volto noto della televisione inglese. Faranno parte del cast anche il vero marito di Sara Poyzer, Richard Standing, nel ruolo di Sam Carmichael, Michael Beckley nel ruolo di Bill Austin, Mark Jardine nel ruolo di Harry Bright, Justin Thomas come Sky, Daniella Bowen come Ali, Tara Young come Lisa, Alex Simmons come Pepper e Charlie Stemp come Eddie. Lo spettacolo sarà presentato in lingua inglese con sopra-titoli in italiano e si avvarrà di un’orchestra di otto elementi. MAMMA MIA! International Tour prima di raggiungere l’Italia farà tappa in Sud Africa, Giordania, Irlanda, Belgio, Israele per prose-guire poi alla volta del Portogallo.

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dal 9 al 13 dicembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

MAMMA MIA!libretto di Catherine Johnson musiche di Benny Andersson, Björn Ulvaeuscon alcune canzoni di Stig Anderson regia di Phyllida Lloydcon Sara Poyzer, Shobna Gulati, Sue Devaney, Niamh Perry, Richard Standing, Michael Beckley,Mark Jardine, Justin Thomas, Daniella Bowen, Tara Young, Alex Simmons, Charlie Stemp, Francesca Ellise con Michael Anthony, Holly Ashton, Charlotte Bradford, Devon-Elise Johnson, Matt Kennedy,Gemma Lawson, Scott Mobley, Dean Read, Matthew Ronchetti, Ellie Rutherford, Parisa Shahmir,Katy Stredder, Rhodri Watkins, Tom Stanford-Wheatley, Simon Willmont, Sarah Wilkie e Jamie Wilkincoreografie di Anthony Van Laast scene e costumi di Mark Thompsonluci di Howard Harrison suono di Andrew Bruce e Bobby Aitkensupervisione musicale, materiale aggiuntivo e arrangiamenti di Martin Kochproduzione Judy Craymer, Richard East e Björn Ulvaeus per Littlestarin associazione con Universal, Stage Entertainment e NGM tour italiano a cura di Show Bees

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MUSICAL & EVENTIspettacolo fuori abbonamento

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Avere la chiara percezione di vivere un momento storico: è raro, ma accade. E di certo, nei tempi recenti, uno di questi eventi appartenente alla Storia ma da tutti partecipato, è stato il crollo del Muro di Berlino. Rimangono scolpiti nella mente di ognuno l’attimo in cui lo si è appreso, l’immagine che i telegiornali di tutto il mondo hanno restituito di quell’anelato abbraccio fra i cittadini di Berlino Est e di Berlino Ovest, ma anche, idealmente, di un Paese, di un Continente che per troppo tempo aveva subito quella frattura e che invece da sempre era “uno”.Proprio il crollo del Muro e le conseguenze – passati vent’anni – dell’avvenimento, sono sfondo di Enigma di Stefano Massini, spettacolo che si avvarrà dell’interpretazione di Ottavia Piccolo (molto ammirata lo scorso anno per la sua prova in 7 minuti) e della regia di Silvano Piccardi. Il regista ed Ottavia Piccolo hanno alle spalle una proficua collaborazione, che ha portato a ottimi spettacoli (gli spettatori più affezionati ricorderanno il loro Terra di latte e miele, programmato nel 2005).Stefano Massini – la cui drammaturgia ha già positivamente ispirato l’attrice (erano infatti suoi Processo a Dio, come pure 7 minuti) – è attualmente uno degli autori più quotati nel panorama italia-no e internazionale. È alla guida del Piccolo Teatro di Milano dopo la scomparsa di Luca Ronconi, di cui è stato a lungo assistente e il cui ultimo capolavoro è stato proprio un suo testo, Lehman Trilogy. Ogni suo lavoro affascina il pubblico per l’attualità e la necessità dei temi, oltre che per l’affascinan-te architettura drammaturgica dell’autore, che procede in crescendo, per disvelamenti successivi, tenendo con il fiato sospeso fino all’ultimo istante. Enigma non tradirà queste aspettative: la chiave di lettura, è già nel sottotitolo che ci avverte “niente significa mai una cosa sola”.In effetti, nella commedia pochi sono gli elementi certi: si sa che la vicenda è ambientata a Berlino vent’anni dopo la caduta del Muro, in una casa piccola e poco curata. L’avvenimento coglie d’im-provviso vite, esperienze, certezze, lutti, utopie, che si frammentano e mischiano. Massini ci permet-te di assistere a un frammento di tutto ciò.«Qui hanno fine le certezze» sottolinea Piccardi. «Non perché quanto accade tra Hilder, il padrone di casa e Ingrid, la donna cui presta soccorso, abbia in sé alcunché di apparentemente bizzarro o funambolico, ma perché ogni elemento reale, ogni dato di conoscenza, che da un quadro a quello successivo si concretizza in scena, si rivela poi “altro” da ciò che pareva essere. Decifrare di volta in volta il senso della vicenda, sia personale che collettiva, che lega i due personag-gi, è il compito a cui l’autore chiama i protagonisti stessi ma, attraverso la suspense del gioco teatra-le, anche e soprattutto il pubblico. Purché sia chiaro, che la posta in gioco non è solo la possibilità/capacità di sbrogliare i tanti piccoli enigmi delle due vite di Ingrid e Hilder, ma quello di penetrare il più grande degli enigmi: quello della Storia stessa».

dal 10 al 12 dicembre 2015 Teatro Miela

ENIGMANIENTE SIGNIFICA MAI UNA COSA SOLAdi Stefano Massiniregia di Silvano Piccardicon Ottavia Piccolo e Silvano Piccardiscene di Pierluigi Piantanida luci di Marco Messerimusiche originali di Mario Arcariproduzione Arca Azzurra Teatro e Ottavia Piccolo

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ALTRI PERCORSI

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ALTRI PERCORSI

«“Demoghèla”, parola tradotta in modo insultante dopo il ’18 per denigrare gli italiani di frontiera cui toccò in sorte di combattere contro il Tricolore, fu in realtà il modo scanzonato con cui i soldati del litorale austro-ungarico – sullo stile del Soldato Svejk – seppero prendere la guerra su un fronte sterminato e crudele, in Galizia, battendosi spesso da valorosi contro il più grande esercito del mondo, quello russo» spiega Paolo Rumiz, autore e ideatore di questa serata che intreccia storia, teatro, narrazione. «Un fronte e un’epopea rimossi per troppo tempo dal resto del Paese e dalla stessa Europa, e che ora tornano di prepotente attualità a cent’anni dal primo conflitto mondiale».Quella che vi presentiamo – continua Rumiz – non è una commemorazione e tanto meno una celebrazione, ma una vera e propria evocazione dell’Armata perduta. Con canti, libagioni, versi e piccoli fuochi, chiameremo in vita i 125 mila ragazzi in “montura” austroungarica del Trentino o dell’attuale Venezia Giulia e Friuli orientale che combatterono oltre i Carpazi, restando in più di 25 mila “a guardare la luna” in sperduti cimiteri coperti di mirtilli dove da un secolo quasi nessuno porta più un fiore; piccoli camposanti coperti dall’oblio, spianati dalla ruspa comunista o schiaccia-ti dalla memoria più recente della seconda, tragica guerra mondiale».Paolo Rumiz, che narra il suo incontro con i Dimenticati nel libro Come cavalli che dormono in piedi, racconterà questo suo viaggio nello spazio e nel tempo assieme all’attore Paolo Fagiolo. Accanto ad essi, il chitarrista Stefano Schiraldi interpreterà al ritmo sincopato del blues alcune delle ballate che l’Autore dedica ai soldati di allora, incluso il nonno mai conosciuto, e i fanti del Tricolore, che all’inizio della storia invitano il viaggiatore a esplorare senza paura le terre del nemi-co. Una conciliazione post-mortem fra avversari che mai si odiarono e oggi ci indicano la strada di un’Europa di pace.Paolo Rumiz è un grande narratore, un osservatore sensibile della storia e della nostra realtà di confine, una firma importante del giornalismo italiano, che attraverso un linguaggio ricco di vibra-zioni emotive ha conquistato un vasto pubblico di lettori. Alle sue ricerche, alla sua capacità di raccontare sono stati affidati progetti importanti dedicati al tema della Grande Guerra, che è anche l’argomento del suo ultimo libro, Come cavalli che dormono in piedi.

dal 15 al 20 dicembre 2015 Sala Bartoli

COME CAVALLICHE DORMONO IN PIEDIDEMOGHÉLA.STORIE DAL FRONTE NORD ORIENTALEdi e con Paolo Rumize con Paolo Fagiolo e Stefano Schiraldimessinscena a cura di Paolo Rumizproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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Aprendo la stagione 2012-2013 al fianco di Luca Barbareschi ne Il discorso del Re, Filippo Dini aveva incantato la platea del Politeama Rossetti, formidabile (e molto premiato a livello nazionale) interprete del re Giorgio VI. Saprà di certo conquistare ancora, nella doppia veste di protagonista e regista dell’Ivanov di Anton Cechov, testo dai toni tragici e beffardi, addirittura grotteschi, che ruota attorno allo spleen di un intellettuale tormentato e alla sua incapacità di applicare alla vita le proprie energie: finirà per soccombere al proprio destino.È questa, in sintesi, la storia di Ivanov che si autodefinisce “uomo superfluo” e di cui un Cechov appena ventisettenne, nel 1887, ci racconta l’ultimo anno attraverso una scrittura di dirompente emotività ed erotismo, capace di far esplodere rapporti e situazioni anche con brutalità.Ivanov vive una sorta di inadeguatezza verso il mondo e appare incapace di rapportarsi efficace-mente con i propri amici, così come con i nemici, e addirittura con la moglie Anna... Nei confronti di lei, che ha abbandonato famiglia e religione ebraica per sposarlo, e che ora è ammalata grave-mente di tubercolosi, egli agisce in modo talmente “stonato” da rivelarsi addirittura crudele. Non la ama più. Ma certo non va meglio con Saša, giovane figlia di facoltosi vicini, legata ad Ivanov da teneri sentimenti: quando dopo la morte di Anna tutto è pronto per le nuove nozze, Ivanov si ritrae. Nè va diversamente con un giovane medico, o con l’amministratore delle sue proprietà, al declino delle quali Ivanov assiste senza intervenire in alcun modo. Eroe negativo che ha molti echi nella letteratura russa ottocentesca, egli si muove in un microco-smo in cui gli uomini sono condannati all’esistenza, in cui ognuno tenta disperatamente di soprav-vivere alla noia interiore e guarda al passato con pietosa indulgenza: un’attualissima umanità di figure grottesche che si logorano a vicenda.Una coralità che Dini pone al centro di uno spettacolo mai banale ed il cui ritmo è dato proprio da questa brulicante umanità che Ivanov contamina con il suo male di vivere. «Attraverso la figura dell’uomo inutile, che non riesce a spingere il proprio cuore oltre la paralisi del proprio mondo, e la propria volontà oltre l’immobilismo - riflette il regista – Ivanov racconta la crisi e il declino di un’intera società e di un’intera epoca. La fine di Ivanov, autoinflitta ovviamente, che arriva al termi-ne della commedia, è la fine del nostro Ivanov, quello dentro di noi, che abbiamo visto scalpitare e soffrire e cercare di risollevarsi infinite volte (...) Dobbiamo attendere con pazienza il suicidio del nostro Ivanov, dobbiamo aspettare che nella totale consapevolezza, ormai raggiunta alla fine della commedia, debba desiderare la propria morte, solo così potremo godere della rinascita, solo così potremo tornare alla vita, alla speranza e all’amore».

dal 16 al 20 dicembre 2015 Sala Assicurazioni Generali

IVANOVdi Anton Čechov traduzione di Danilo Macrìregia di Filippo Dinicon Filippo Dini, Sara Bertelà, Nicola Pannelli, Gianluca Gobbi, Orietta Notari,Valeria Angelozzi, Ivan Zerbinati, Ilaria Falini, Fulvio Pepescene e costumi di Laura Benzimusiche di Arturo Annecchinoluci di Pasquale Mariproduzione Fondazione Teatro Due, Teatro Stabile di Genova

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Michele Serra, Giorgio Gallione, Claudio Bisio: tre firme che declinano ironia, acutezza, sensibilità, carisma… Ed infatti, Father and Son, il più recente frutto della loro collaborazione è stato uno dei massimi successi della passata stagione e prosegue la sua tournée toccando anche il Politeama Rossetti. Lo spettacolo si ispira a Breviario comico e soprattutto a Gli Sdraiati, libro in cui Michele Serra fotografa con il consueto cocktail di tagliente analisi e irresistibile umorismo, gli adolescenti contemporanei: una generazione “aliena”. Soprattutto agli occhi di un padre che tenta goffamente di instaurare un “rapporto” con il suo, di adolescente. Difficile riuscirci (ancor più se si parte con l’idea di trascinarlo a passeggiare sul Colle della Nasca, intendendo la cosa quasi come un rito di passaggio generazionale), addirittura impossibile se l’adolescente in questione è “sdraiato”. Come i suoi coetanei, infatti, il figlio a cui Bisio rivolge il proprio monologo vivacchia rintanato sul divano, avvolto in una felpa informe, circondato da briciole e avanzi di wurstel crudo (il suo pranzo predi-letto, pare), indifferente al mondo e immerso nelle sue attività… Quali? È una sfida capirlo, dato che impugna uno smartphone con la destra (chatta?), il libro di chimica con la sinistra (che stia studiando?), ma ha anche la televisione accesa a tutto volume e le cuffie in testa (allora ascolta musica!). «Non essendo quadrumane – scrive nel testo Michele Serra – purtroppo non sei anco-ra in grado di utilizzare i piedi per altre connessioni; ma si capisce che le tue enormi estremità, abbandonate sul bracciolo, sono un evidente banco di prova per un tuo coetaneo californiano che troverà il modo di trasformare i tuoi alluci in antenne, diventando lui miliardario, e tu uno dei suoi milioni di cavie solventi… Ti guardo, stupefatto. Tu mi guardi, stupefatto della mia stupefazione, e commenti: È l’evoluzione della specie». Claudio Bisio dà voce a questo padre spaesato, comico e tenerissimo, di una devastante sincerità nella sua tensione verso il figlio, sempre muto e apparentemente imperturbabile: il suo diventa allo-ra un monologo interiore, una partitura per voce e musica (efficacissima quella di Paolo Silvestri, eseguita dal vivo da violino e chitarra) cui la regia di Giorgio Gallione regala equilibrio e fluidità.Humour e momenti di struggimento si avvicendano nel racconto coinvolgente di un rapporto desi-derato e forse impossibile, fra un padre educatore, ansioso, nevrotico come oggi siamo un po’ tutti, e un ragazzo iperconnesso sul piano tecnologico ma disorientato e “analfabeta” nel confron-to diretto con la persona che forse più di tutti lo ama.Accolto da applausi e standing ovation e dall’apprezzamento unanime della critica, Claudio Bisio festeggia il suo ritorno al teatro – dopo tante esperienze cinematografiche e televisive – con un vero trionfo.

dal 6 al 10 gennaio 2016 Sala Assicurazioni Generali

FATHER & SON(ispirato a “Gli Sdraiati” e “Breviario comico”) di Michele Serraregia di Giorgio Gallionecon Claudio Bisioe con i musicisti Laura Masotto (violino) e Marco Bianchi (chitarra)scene e costumi di Guido Fioratomusiche di Paolo Silvestriluci di Aldo Mantovaniproduzione Teatro dell’Archivolto

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Ha rappresentato un notevole evento anche in Italia, l’arrivo sul palcoscenico di Billy Elliot il Musical: uno spettacolo molto applaudito e prodotto da Peep Arrow Entertainment, in associa-zione con Il Teatro Sistina, per la regia di Massimo Romeo Piparo, uno dei nomi più significativi nel mondo del musical nazionale. Dopo successi molto decisi, confermati anche dalla competente platea del Politeama Rossetti (fra tutti citiamo almeno il più recente, il Jesus Christ Superstar presentato lo scorso anno con lo strepitoso Ted Neeley), Piparo ritorna allo Stabile regionale con uno dei titoli più entusiasmanti e commoventi della storia del musical e del cinema, quella di Billy Elliot. Tutti ci siamo emozionati con il film di Stephen Daldry, ed il musical - fin dal suo debutto nel West End avvenuto al Victoria Palace Theatre di Londra nel 2005 – ha avuto sicuramente uguale for-tuna: ha ottenuto nomination per nove Laurence Olivier Awards (il premio più prestigioso per il Musical in Europa) e ne ha ricevuti ben quattro. A Broadway, dove è approdato nel 2008, ha vinto dieci Tony Awards – e dieci Drama Desk Awards – consacrandosi come uno dei titoli più amati al mondo. Uno spettacolo coinvolgente, con splendide musiche - firmate da una star del calibro di Elton John - capace di guardare nell’intimo dei sogni e delle aspirazioni di un ragazzino, tracciando però anche uno spaccato interessante e vivido della storia recente. Lo sfondo è infatti un’Inghilterra bigotta targata Thatcher, l’Inghilterra delle miniere che chiudono e dei lavoratori in rivolta: la famiglia di Billy appartiene a questa classe in difficoltà. Lui, ragazzino pieno di energia e utopie, ama la danza, ma deve tristemente fare i conti con un padre e un fratello che, naturalmente, lo vorrebbero veder diventare un pugile. Il talento di Billy è però incontenibile, la sua forza è contagiosa, e diverse figure femminili della sua vita lo aiutano coraggiosamente a intraprendere il cammino che lo farà diventare una star della danza…Massimo Romeo Piparo ha lavorato con grande precisione sulle pluripremiate musiche di Elton John, costruendo un allestimento dal respiro internazionale, con un cast di oltre 30 performers (li ammireremo nei tanti e impegnativi numeri coreografici che caratterizzano questo musical) e attori come Luca Biagini che sosterrà il ruolo del padre. Il protagonista - che il regista ha scelto tra cen-tinaia di candidati giunti alle audizioni da tutta Italia - è Alessandro Frola: all’anagrafe solo quattor-dici anni, ma possiede un curriculum da piccola étoile. Occhi chiari, sguardo timido e doti straordi-narie che gli hanno permesso di essere un convincente Billy a Roma e di intraprendere quest’anno la non facile esperienza della tournée. Un talento immediatamente emerso fin dalle prime repliche al Sistina, il suo: il giovane Billy italiano, infatti, ha già vinto il prestigioso Premio Internazionale Flaiano per la stagione 2014-2015.

dal 12 al 17 gennaio 2016 Sala Assicurazioni Generali

BILLY ELLIOTtesti e libretto di Lee Hall musiche di Elton John dal film di Stephen Daldryadattamento italiano e regia originale di Massimo Romeo Piparocon Alessandro Frola, Luca Biagini, Sabrina Marciano, Elisabetta Tulli, Donato Altomare, Christian Roberto, Arcangelo Ciulla, Claudia Mangini, Jacopo Pelliccia,Maurizio Semeraro, Sebastiano Vincie con la partecipazione di Cristina Nociscene di Teresa Caruso costumi di Cecilia Betonaluci di Umile Vainieri suono di Alfonso Barbiero coreografie di Roberto Crocedirezione musicale di Emanuele Friello figurazioni tap di Marco Reaproduzione esecutiva Francesca Piparo e Federico Alessiproduzione Peep Arrow Entertainment e Il Sistina

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È notte lungo il Danubio: il fiume scorre quieto ma non altrettanto si può dire di ciò che accade lungo le sue rive.L’autore Dušan Kovačević – commediografo, sceneggiatore e regista serbo, molto noto per la sua drammaturgia ed i film, fra i quali figura il pluripremiato Underground di Kusturica, con le musiche di Bregovic, tratto proprio da una sua commedia – fa sfilare infatti, su quello sfondo idilliaco, un mondo surreale di personaggi, ognuno singolare e divertente a proprio modo, ognuno pronto a incrociare con gli altri il proprio destino in maniera imprevedibile. Gli attori della Compagnia Stabile – diretti dalla regista emergente croata Helena Petkovic – potranno esibire tutte le loro doti inter-pretative, le loro capacità di cesellare in modo umoristico questa ridda di strane figure… Innanzitutto il Dottor Šuster: è stato un eccellente chirurgo, ma ora è in pensione. Il luminare non è più molto in sé: vive in un proprio mondo strampalato e si diletta a fare il calzolaio, mestiere che gli aveva permesso di mantenersi all’Università a Vienna. Sulle sponde del fiume cerca il cane della figlia che non risponde ai suoi richiami… semplicemente perché lo chiama con il nome sbagliato. Si aggirano lì anche due loschi individui: Lola è un malfattore di piccolo calibro, un logorroico a cui per punizione è stata mozzata la lingua. Il suo modo di esprimersi è perciò assai divertente. Lo accompagna suo fratello, detto il Filosofo: soprannome che gli deriva dagli studi abbandonati per accondiscendere al desiderio della madre che desiderava diventasse poliziotto proprio per “pro-teggere” il problematico fratello (coprendone i guai). Dell’iniziale aspirazione intellettuale, al Filosofo sono rimasti un’innata eleganza e l’eloquio sapiente, il resto è un mix di frustrazione, corruzione e violenza. Con esilarante velocità la commedia intreccia i traffici malsani dei due fratelli, i passaggi del dottore (per il quale il Filosofo ha gran rispetto, dato che da medico gli ha salvato la vita) e della figlia di lui, Ana, nota giornalista, fidanzata a un improbabile cantante d’opera.Di Ana – che spesso denuncia i malviventi nei suoi articoli – si innamora il Filosofo e in un estre-mo tentativo di riscattare il proprio destino e la propria dignità, tenta di lasciare i loschi giri di Lola (mandandolo su tutte le furie), di sposare la donna (non troppo convinta), di salvare il Dottore (che intanto è stato raggirato da un altro pericoloso malvivente)… A questo bailamme si aggiungono le incursioni della sorella del Dottore – anche lei un po’ stordita – le apparizioni di un prezioso costume d’opera, i passaggi “stonati” del fidanzato di Ana, geloso, tradito e sempre frainteso, i vani lamenti di un “compare” ferito che Lola e il Filosofo cercano di far curare dal Dottore. Il risul-tato è una baraonda rumorosa ed esilarante, esplosiva di battute e situazioni comiche, ma venata anche di una malinconica vena poetica, che invita a riflettere sulla fragilità della condizione umana, e soprattutto evoca nostalgia per la gioventù perduta e per un mondo che non c’è più: con tutto il bene e il male che questa scomparsa ha portato.

dal 12 al 31 gennaio 2016 Sala Bartoli

DOKTOR ŠUSTERdi Dušan Kovačevićregia di Helena Petkoviccon la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giuliaproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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Dopo lo straordinario successo del film La grande bellezza, sarà ora il teatro a darci modo di apprezzare il talento di Paolo Sorrentino: Hanno tutti ragione infatti, interpretato e diretto da Iaia Forte – attrice generosa e dalla spiccata, carismatica personalità – è un adattamento dell’omoni-mo romanzo dell’autore napoletano.L’attrice interpreta Tony Pagoda, cantante italiano all’apice del successo nella New York degli anni Cinquanta: lo incontriamo nel momento in cui aspetta di tenere il concerto della sua vita, al Radio City Music Hall, davanti a Frank Sinatra.Ha convinto e conquistato l’interpretazione en travesti di Iaia Forte: «Parrucca ultralaccata, abiti maschili, una camicia rossa e stretti pantaloni neri, Tony è fatto vivere dalla brava, eclettica Iaia Forte, che sembra guardarlo, solo per il fatto di essere donna, con ironia insolente e oggettività bonaria» scrive Magda Poli sul Corriere della Sera. «Un’interpretazione intelligente che svela la straziante umanità di un Tony Pagoda simpatico e insopportabile».L’attrice ha desiderato trasformare in un monologo teatrale le pagine e i personaggi del romanzo, dopo aver letto in pubblico alcuni capitoli. «Questo cantante cocainomane, disperato e vitale, è una creatura così oltre i generi che può essere, a mio avviso, incarnato anche da una donna» commenta l’attrice. «Mi piace immaginare che il ghigno gradasso di Pagoda nasconda un’anima femminile, una “sperdutezza”, un anelito ad “un’armonia perduta”».Lo spettacolo è concepito come un concerto, in cui i pensieri del cantante nascono nell’emo-zione di esibirsi davanti a Sinatra: sarà il momento più alto della sua carriera, un traguardo che lo ripagherà di sacrifici e delusioni, ma rappresenta anche una prova che induce una vertigine inquietante… In una sorta di allucinazione provocatagli dall’alcool e dalla cocaina, Pagoda, mentre canta, è attraversato da barlumi di memoria, illuminazioni di sé, “struggenze” d’amore, sarcastiche considerazioni partorite fra le note, dove la musica che accompagna la performance dialoga con le parole stesse, usate come una partitura. È a tutto questo magmatico mondo di ricordi, pensieri, ambizioni, angosce che assistiamo durante lo spettacolo che è ad un tempo il “nostro” spettacolo e “quel” memorabile concerto di Tony Pagoda.Paolo Sorrentino, eclettico regista e sceneggiatore divenuto universalmente famoso dopo il film che gli è valso il Premio Oscar 2014, assieme al Golden Globe, al BAFTA e a diversi Nastri d’Ar-gento e David di Donatello (ma affermatosi già con pellicole di rara intensità, come Le conseguen-ze dell’amore con Toni Servillo), nel 2010 ha esordito nel mondo letterario proprio con Hanno tutti ragione, che è stato terzo classificato al Premio Strega. A Tony Pagoda – protagonista dello spet-tacolo e del libro – ha dedicato anche alcuni racconti.

dal 14 al 16 gennaio 2016 Teatro Miela

HANNOTUTTI RAGIONEdi Paolo Sorrentino diretto e interpretato da Iaia Fortecon Francesca Montaninocanzoni di P. Catalano e P. Di Capri eseguite da Fabrizio Romano elementi scenici Marina Schindler e Katia Titolo assistente alla regia Carlotta Corradi disegno luci Paolo Meglio produzione Pierfrancesco Pisani e OFFROME in collaborazione con Nidodiragno Produzione e Distribuzione e Infinito s.r.l

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ALTRI PERCORSI

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Nasce come testo teatrale Children of a lesser God di Mark Medoff, drammaturgo e sceneggiato-re statunitense (è fra i creatori di Everest, appena presentato al Festival di Venezia) ed è immedia-tamente premiato: ma è nel 1986, con l’uscita dell’edizione cinematografica, che Figli di un dio minore – magistralmente interpretato da William Hurt e dall’attrice-Premio Oscar Marlee Matlin – tocca il cuore del pubblico in tutto il mondo. Porta all’attenzione comune, attraverso il racconto di una storia d’amore, aspetti socialmente emblematici che riguardano le “minoranze”: in questo caso, quella dei sordi. Tematiche universali e fondamentali, che emergono ancor più nitidamen-te nell’essenzialità della dimensione teatrale, secondo il regista Marco Mattolini che ha amato il testo fin dal suo primo apparire, accarezzando a lungo il progetto di portarlo sulle scene italiane. Finalmente ha potuto realizzarlo, contando su Giorgio Lupano e sull’attrice non udente Rita Mazza nei ruoli dei protagonisti: la prima nazionale ha ottenuto una convinta accoglienza al Festival di Borgio Verezzi.«A chi mi chiede perché non sia riuscito fino ad oggi a realizzare il progetto – racconta Mattolini – nonostante il successo del film, rispondo che molto è dipeso dal fatto che dei due protagonisti la ragazza deve essere sorda, condizione indispensabile e sacrosanta imposta dall’autore, e l’uomo deve conoscere la lingua dei segni. Quando ho proposto il testo a Giorgio Lupano, attore di soli-da formazione che si è fatto esperienza e nome attraverso la gavetta teatrale e alcune fortunate fiction, non mi è sembrato vero di sentire il suo sì entusiasta». Sono stati infatti necessari ulteriori due anni di preparazione per andare in scena: Giorgio Lupano ha intrapreso lo studio della lingua dei segni, che sul palcoscenico usa con sicurezza, e grazie alla collaborazione dell’Istituto Statale Sordi di Roma le prove sono state precedute da un seminario propedeutico per attori, esperti di comunicazione, interpreti, professionisti sordi e udenti, al fine di studiare le modalità per rendere lo spettacolo il più possibile accessibile sia alle persone sorde che agli udenti, senza l’uso di sovrati-toli o interpreti segnanti al fianco della scena. La commedia è ambientata in un istituto per persone sorde: la routine è scossa dall’arrivo di un nuovo insegnante logopedista, James Leeds – inter-pretato da Lupano – che entusiasma gli assistiti con i suoi metodi innovativi (guardati invece con sospetto dal direttore). Leeds è incuriosito da Sara, una giovane donna non udente che si occupa delle pulizie nell’Istituto, dove era stata accolta da bambina. Sebbene intelligentissima e di perso-nalità straordinaria, la donna si rifiuta di parlare, per una sorta di timore ma anche - e forse soprat-tutto - per orgoglio. Pretende di essere capita e rispettata per ciò che è, senza che le si imponga per forza di cambiare sé stessa… Un atteggiamento difficile da accettare per il professore, ancor più quando con Sara nasce un’intensa relazione sentimentale.«Spero di saper sfruttare al meglio l’occasione – commenta il regista – per fare un teatro che sappia colmare la distanza fra rito e funzione, riunendo nella partecipazione e nel divertimento la comunità del pubblico più diverso».

dal 20 al 21 gennaio 2016 Sala Assicurazioni Generali

FIGLIDI UN DIO MINOREdi Mark Medoff traduzione di Lorenzo Gioielli regia di Marco Mattolinicon Giorgio Lupano e Rita Mazzae con Cristina Fondi, Francesco Magali, Gianluca Teneggi, Deborah Donadioscene e costumi di Andrea Stanisci luci di Francesco Traversomusiche di Daniele D’Angelo il tema di Sara è composto ed interpretato da Giorgiainterpreti LIS Arianna Testa, Elena Ferotti, Giuseppina Guercio consulente LIS di Giorgio Lupano Vincenzo Speranzaproduzione a.ArtistiAssociati e Officine del Teatro Italiano OTIcon la collaborazione di Istituto Statale per Sordi - Roma

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ALTRI PERCORSI

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«Una donna anziana, che fumava, con i denti sporchi ma che declamava versi splendidi» ecco l’immagine più immediata che Anna Foglietta aveva di Alda Merini. Lo ha raccontato in una recente intervista a Paolo Conti per “Io Donna” del Corriere della Sera, ed ha aggiunto «Claudio Fava e Alessandro Gassmann mi hanno condotto invece davanti alla Merini giovane, malata di bipolarismo e schizofrenia, ricoverata in una clinica psichiatrica, costretta a lasciare le figlie… Mi intimorisce. Mi incuriosisce». Sarà una sfida molto intrigante quella che, ne La pazza della porta accanto, dovrà sostenere Anna Foglietta, attrice brava e versatile, forte di una carriera che l’ha vista passare dal teatro d’avanguardia, alla televisione (Distretto di polizia, La squadra), a prove cinematografiche che le sono valse candidature ai premi più prestigiosi (il Nastro d’Argento per Nessuno mi può giudicare di Massimiliano Bruno, il David di Donatello per il recente Noi e la Giulia di Edoardo Leo). Darà volto e intensità alla grande poetessa, in conflitto con un mondo che non la comprende e di cui lei non sa accettare ottusità ed etichettature. Una figura che, secondo Alessandro Gassmann regista dello spettacolo, saprà emozionare il pubblico, in particolare i giovani, che sentono un forte desiderio di poesia. Attorniata da altri nove fra attrici e attori, avvolta nelle toccanti sonorità di Pivio e Aldo De Scalzi e in uno spazio che evocherà la claustrofobia di un reparto psichiatrico ma allo stesso tempo anche la visionarietà della protagonista, Anna Foglietta si addentrerà nell’anima della “poetessa dei navigli” così come la tratteggia Claudio Fava (ricordiamo al Politeama Rossetti i suoi testi sempre impegnati e coinvolgenti, L’istruttoria applaudito nel 2009 e Lavori in corso nel 2011). Di Alessandro Gassmann il pubblico dello Stabile regionale sa poi di potersi fidare e si pone davanti ai suoi lavori con aspettative molto alte, dopo successi come 7 minuti o Riccardo III, Oscura Immensità, Roman e il suo Cucciolo, e La parola ai giurati. Con molta passione si appresta a questo nuovo impegno: «Conoscevo Claudio Fava per la sua storia, per la sua sensibilità, per il suo impegno politico e sociale, conoscevo la storia del padre vittima importante di una delle piaghe più dilanianti del nostro paese» dice. «Conoscevo “la poetessa dei navigli” e suoi versi, la drammaticità della sua esistenza. E anch’io come tanti mi sono emozionato e commosso nel sentirla leggere la magia dei suoi scritti. Quando Claudio mi ha dato il testo si è subito mosso in me un desiderio irrefrenabile di metterlo in scena. Sono sempre stato dalla parte dei diversi sia quando a distinguerli sono i colori della pelle che quando vengono definiti “diversamente abili”. Anche il mio recente impegno con l’UNHCR sta in questo stare dalla parte dei “meno fortunati”, di chi per affermare la propria diversità di razza o di cultura mette quotidianamente a repentaglio la propria esistenza… In più posso qui raccontare un’appassionante storia d’amore tra una donna complessa, dal carattere malinconico e un giova-ne, paziente anche lui dell’ospedale psichiatrico».

dal 27 al 31 gennaio 2016 Sala Assicurazioni Generali

LA PAZZADELLA PORTA ACCANTOdi Claudio Fava uno spettacolo di Alessandro Gassmanncon Anna Fogliettae con Alessandra Costanzo, Angelo Tosto, Giorgia Boscarino, Stefania Ugomari Di Blas, Cecilia Di Giuli, Sabrina Knaflitz, Gaia Lo Vecchio, Liborio Natali, Olga Rossiideazione scenica di Alessandro Gassmann costumi di Mariano Tufanomusiche originali Pivio & Aldo De Scalzi luci di Marco Palmieriproduzione Teatro Stabile di Catania e Teatro Stabile dell’Umbria

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Le ombre possono danzare, volare nell’aria, dissolversi al sole, ingigantirsi minacciose o dare forma ai nostri sogni più folli… Ce lo dimostreranno i sensazionali danzatori e performer di Catapult, che sanno ballare, recitare e trasformare i loro corpi in forme apparentemente impossi-bili. Catapult è nata nel 2008: è una compagnia di danza che lavora col teatro d’ombre e con que-sto linguaggio ha realizzato film, pubblicità televisiva, spettacoli dal vivo in tutti gli Stati Uniti e nel mondo. La massima popolarità è giunta con la partecipazione all’edizione 2013 di “America’s Got Talent” quando milioni di spettatori hanno conosciuto le loro fantasiose evoluzioni e si sono lasciati catturare dai loro numeri.Dopo il successo registrato nella stagione 2013-2014 da Shadowland dei Pilobolus, ecco dunque l’opportunità di ammirare un’altra compagnia, questa volta specializzata proprio in “teatro d’om-bre”. Fra i diversi spettacoli che Catapult ha in repertorio, il pubblico triestino avrà la fortuna di assistere a Magic Shadow: una summa del loro talento, danzato su musiche molto diverse, anche classi-che. Ed è proprio il capolavoro di Vivaldi, Le Quattro Stagioni a ispirare ai performer fantasie deli-ziose: seguendo l’immaginifica partitura vivaldiana, infatti, i danzatori ci raccontano il susseguirsi di primavera, estate, autunno, inverno documentando magicamente ognuno di questi passaggi.Usando solo giochi di silhouette, schermi e luce, ci fanno assistere agli acquazzoni di marzo, ad una buffa apparizione di ranocchie, al fiorire dei tulipani e alla danza delle farfalle. Nuotatori in gara in un mare calmo, la passeggiata di un grosso granchio e castelli di sabbia ci annunciano l’estate, mentre un soffio di foglie secche ci fa entrare nei mesi autunnali, popolati da zucche sdentate. Sono i mesi delle più poetiche storie d’amore, sboccino esse fra due cigni del lago o fra due gio-vani che si baciano in barca… E il loro legame prosegue anche sotto la neve, quando i performer si scatenano pattinando sul lago ghiacciato, camminando sulle ciaspole fra i pupazzi di neve. Gli innamorati però preferiscono ritirarsi accanto all’albero di Natale in una baita… anch’essa – come tutto il resto – sgorgata solo da sapienti movimenti di corpi contro luce. Ad orchestrare questo gruppo dalle potenzialità e dalla tecnica sorprendenti è Adam Battlestein, danzatore, attore, coreografo, scrittore – per 19 anni parte del Pilobolus Dance Theatre – e crea-tore di Catapult. Il New York Times lo ha definito “un maestro di clownerie sotto forma di ballerino” per la vena poetica e ironica che lo contraddistingue.«Il mio sogno era di dare nuova vita ad un’antica forma d’arte» sostiene. «Volevo raccontare storie in un modo che non fosse mai stato visto prima. Se io posso sognare qualcosa, Catapult può dargli vita. Il mondo della danza e quello dello sport hanno ampiamente mostrato la bellezza e le possibilità del corpo umano. Adesso incontrerete l’incredibile talento e il virtuosismo di un oscuro parente del corpo umano: l’incredibile, proteiforme, sorprendente sua... ombra».

martedì 2 febbraio 2016 Sala Assicurazioni Generali

CATAPULT“MAGIC SHADOWS”coreografie e regia Adam Battelstein musiche A.Vivaldi, H.Arlen, M.Norton e altri produzione Bags Entertainment/Catapult

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La Trieste letteraria d’un tempo rivisitata da quelli del Pupkin Kabarett. Un modo serio ma anche un po’ eccentrico e scanzonato di rileggere le pagine migliori e quelle più sconosciute di Italo Svevo, James Joyce, Umberto Saba, Srečko Kosovel, Virgilio Giotti, Giorgio Voghera e di tanti altri. Ormai pratici di spericolate imprese (come La coscienza di Zeno spiegata al popolo presen-tata la prima volta proprio allo Stabile regionale, o Joyce rispogliato in piazza) e abituati a non fare alcuna distinzione tra alto e basso, forse solo quelli del Pupkin potevano cimentarsi in questo lavo-ro e provare a mescolare il nuovo e l’antico, il jazz e il blues alla letteratura e al cabaret e la poesia al riso. Un modo nuovo per far viaggiare il pubblico in una Trieste viva, multirazziale e culturalmen-te audacissima in cui fiorì il talento ribelle e impetuoso di Joyce e dove crebbero i geniali sdoppia-menti umani e letterari di Svevo e i versi lievi e addolorati di Saba. Una occasione irripetibile per scoprire i lati più umani e quotidiani, assieme a quelli più memorabili, delle biografie di un pugno di uomini che, prima di divenire delle statue nelle vie del centro, vivevano da queste parti scrivendo la letteratura più moderna del loro tempo.Uno spettacolo che vi consigliamo di vedere accompagnati da una robusta dose di ironia e spre-giudicatezza e con cuore e cervello al seguito, sempre pronti al gioco e all’arguzia ma anche alla suggestione e all’emozione. Infine, ospite d’onore di questa rassegna degli eroi letterari della Trieste che fu, ci sarà anche il tanto geniale e vituperato Angelo Cecchelin (magari per capire per quale motivo Eugenio Montale, con una robusta dose di sarcasmo, fosse solito chiedere agli amici triestini: “Ma vi odiate sempre così tanto su a Trieste?”).

dal 2 al 7 febbraio 2016 Sala Bartoli

ITALO SVEVO& FRIENDSBLUES JAZZ EXPLOSIONreading musicale a cura di Pupkin Kabarettcon Laura Bussani, Stefano Dongetti, Alessandro Mizzimusica Luca Colussi (batteria), Riccardo Morpurgo (piano),Franco Trisciuzzi (chitarra e voce)produzione Bonawenturacon la collaborazione di Riccardo Cepach e del Museo Sveviano

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Prima della serie di successi più recenti – in Don Chisciotte, Servo di scena, Il Teatrante, e lo scorso anno in Enrico IV – Franco Branciaroli, è stato interprete della complessa essenzialità e dell’inquietante sintesi drammaturgica beckettiana, proponendo nel 2007 anche a Trieste Finale di partita. Ora firma – da autore e regista, e vi recita fra i protagonisti – un testo ascrivibile alla stessa atmosfera dell’assurdo che, attraverso un significativo ed evocativo gioco di parole, intitola Dipartita finale.Lo porta sulle scene sostenuto da un cast di altissimo livello, composto da Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai, Maurizio Donadoni, a cui si unisce Sebastiano Bottari. Tedeschi, Pagliai e Donadoni danno vita a tre clochard, Pol, Pot e il Supino. Sono resti di un’uma-nità in attesa, accampati lungo un fiume – forse il Tevere – senza ulteriori determinazioni di tempo o di spazio: Pol possiede un giaciglio sfatto, su cui sonnecchia tutto il giorno. Pot, che non dorme mai, incredibilmente gli obbedisce, subisce le sue vessazioni e non riesce a distaccarsi da lui. Ne sarà innamorato? Il Supino, che si immagina immortale, non ha dialogo con altri che con Pot che forse è l’unico a capirlo davvero. Il destino ed il bisogno li hanno riuniti su quell’umida riva, dove attendono una qualche fine e rimuginano sulla loro esistenza, e dove di tanto in tanto va a fare loro visita – non si capisce se per minacciare o solo per trovare un posto dove riposare – la Morte, un insolito Branciaroli che si esprime come Totò.Il fine metafisico, quello di un mondo affossato nell’assenza di valori e che affida la propria longevi-tà alla scienza, in assenza di una fede nell’immortalità, è perseguito con strumenti irresistibilmente divertenti. «È una parodia, un western, un gioco da ubriachi sulla condizione umana dei nostri tempi – spiega Branciaroli – con tre barboni che giacciono in una baracca sulle rive di un fiume, forse del Tevere, e con la morte, nei panni di Totò menagramo, che li va a trovare impugnando la falce».Il finale, a sorpresa, è lieto per tre quarti.Uno spettacolo originale da non perdere, come suggerisce Rodolfo di Giammarco sulle pagine di Repubblica: «(…) E lo scarto d’identità di questi magnifici attori si fonde in una storia che non c’è ma che li sublima in un lavoro raro, di quelli dedicati agli artisti, come sapeva fare Thomas Bernhard».

dal 3 al 7 febbraio 2016 Sala Assicurazioni Generali

DIPARTITA FINALEtesto e regia di Franco Branciarolicon in ordine anagrafico Gianrico Tedeschi, Ugo Pagliai,Franco Branciaroli, Maurizio Donadonie con Sebastiano Bottariscene di Margherita Palliluci di Gigi Saccomandiproduzione CTB Teatro Stabile di Brescia – Teatro de gli Incamminati

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«La Trilogia degli Scarrozzanti è probabilmente uno fra i più significativi ed emozionanti manifesti d’amore per il teatro che siano mai stati scritti» spiega Leo Muscato, che firma la messinscena di questo Edipus, interpretato da Eugenio Allegri. «Giovanni Testori – continua – inventa una compa-gnia di guitti che bazzica teatri semivuoti e fatiscenti. Una compagnia di ultimi, di avanzi, di diversi, di reietti dai partiti, dalle chiese e da una società che non vuol saperne nulla della loro arte. Ma loro non demordono: sono convinti che “el teatro existe e rexisterà contra de tutti e de tutto, infino alla finis delle finis”. E per questo si ostinano a recitare le grandi opere del passato: le reiventano, le riscrivono; magari forse le massacrano. Ma non è forse vero che il “Massacro” contiene anche un po’ di Sacro?»È questo l’antefatto dell’Edipus che riporta allo Stabile regionale la drammaturgia cruda, potente e lirica di Giovanni Testori: il grande scrittore milanese è stato spesso rappresentato a Trieste, l’ul-tima volta nel 2010 con I promessi sposi alla prova nella messinscena di Fedrico Tiezzi, regista cui si deve l’edizione rimasta storica dell’Edipus con Sandro Lombardi, anch’essa ospite del cartello-ne nel 1996.Molte ragioni hanno attratto ora un regista dello spessore di Leo Muscato verso questo testo, l’u-nico su cui ha scelto di lavorare in questa stagione: impegno e concentrazione massimi, dunque, per una rilettura di un classico (interesse che lo accomuna a Testori) con gli occhi del contempo-raneo. Muscato affronta anche l’adattamento dell’Edipus, opera non facile e fondamentale nella drammaturgia dell’ultimo secolo. E declina l’intero lavoro sul suo protagonista, Eugenio Allegri, con cui collabora per la prima volta: attore originalissimo nel panorama contemporaneo, “comico dell’arte” e avanguardista, sperimentatore del linguaggio e impegnato in questo spettacolo a 360 gradi, come unico interprete di tutti i personaggi della tragedia.In Edipus Giovanni Testori immagina infatti, che la compagnia dei guitti, piano piano, inizi a incri-narsi: c’è la crisi e l’attore anziano, interprete del re Laio lascia gli Scarrozzanti per guadagnare meglio con un gruppo di cabarettisti. Anche la prima attrice li abbandona, per sposare un fabbri-cante di mobili che le garantisce una agiata vita borghese… Va a finire che per mettere in scena l’Edipus rimane solo il Capocomico, che però non vuole demordere e decide di sostenere tutti i ruoli: per lui è come una missione, tanto che si potrebbe immaginarlo disposto a recitare anche senza pubblico.Invece il pubblico ci sarà e verrà letteralmente calamitato dalla grande prova d’attore di Eugenio Allegri, interprete polifonico e di assoluta versatilità, sottile nel cesellare i diversi personaggi, preci-so nel restituire gli echi di quel linguaggio che Testori ha inventato per i guitti, miscuglio di latinismi, dialetti, ridicole bassezze e che pure assume un suo struggente respiro poetico.

dal 9 al 14 febbraio 2016 Sala Bartoli

EDIPUSdi Giovanni Testoriadattamento e regia di Leo Muscatocon Eugenio Allegriscene e costumi di Barbara Bessi disegno luci di Alessandro Verazziassistente alla regia Elisa Benedetta Marinoni produzione Pierfrancesco Pisani, NidodiRagno e OffRome in collaborazione con Infinito s.r.l e Fondazione Orizzonti d’Arte

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«(…) Perché vualtre donne sè tropo desmesteghe. No ve contentè dell’onesto; ve piaserave i chiasseti, i pacchieti, le mode, le buffonerie, i putelezzi. A star in casa, ve par de star in preson. Co i abiti no costa assae, no i xè beli; co no se pratica, ve vien la malinconia, e no pensè al fin; e no gh’avè un fià de giudizio, e no ve fa specie sentir quel che se dise de tante case, de tante fameg-gie precipitae; e chi vol viver in casa soa con riguardo, con serietà, con reputazion, se ghe dise, vegnimo a dir el merito, seccaggine, omo rustego, omo salvadego»Questo di Lunardo è solo uno dei tanti, coloriti rimproveri che i Rusteghi, nell’omonimo capolavoro di Carlo Goldoni, rivolgono alle loro donne, colpevoli di qualche innocente richiesta (andare a tea-tro, partecipare al Carnevale, modificare un vestito…) I ruvidi tratti dei quattro protagonisti ci appa-iono esilaranti oggi come nel 1760, quando la commedia debuttò con enorme successo al Teatro San Luca di Venezia, al culmine di una stagione davvero felice per l’autore. In realtà essi – mariti quasi misogini e padri padroni – incarnano un’acida caricatura di Pantalone, la prima figura gol-doniana del borghese consapevole e limpido, onesto e avveduto. L’etica e la tirannia dei Rusteghi, non sono invece che la scorza di un’icona che non ha più anima e che l’autore guarda con sem-pre maggiore scetticismo, anche se riesce contemporaneamente a ricavarne grande divertimento. «Se i rusteghi tendono a chiudersi dentro le loro case come in una fortezza impenetrabile – spie-ga il regista Giuseppe Emiliani, già applaudito a Trieste nel 1995 per Una delle ultime sere di Carnovale – le donne guardano alla vita, all’esterno, ai contatti sociali, ai doveri dell’amicizia e della parentela, ai diritti del sentimento. I rusteghi no. Si sentono minacciati dai grandi rivolgimenti che stanno per toccare Venezia e riescono a esistere soltanto nel chiuso delle loro mura domestiche, dove agiscono con prepotenza insopportabile vietando visite, divertimenti, sprechi e frivolezze e ogni minima forma di ozio, soprattutto il teatro». Ma il teatro ed il carnevale irrompono comunque nelle loro case, proprio grazie alle donne, capitanate dall’emancipata siora Felice. Una loro trovata permette infatti a Lucietta – figlia di Lunardo – e a Filippetto, figlio di Maurizio, di conoscersi prima delle nozze che i due padri-rusteghi avevano combinato, senza che i due giovani si fossero mai incontrati. Per fortuna, l’amore sboccia al primo sguardo e le mani dei giovani si intrecciano tra le burbere benedizioni dei padri, che devono subire la celeberrima “renga” finale di siora Felice.Una compagnia molto sicura si impegna in questo classico: un testo perfetto, dal linguaggio forte, in cui non c’è nemmeno una battuta sbagliata. Molti i “precedenti” significativi: da menzio-nare almeno l’illuminante lettura di Massimo Castri, e prima, l’impeccabile allestimento di Luigi Squarzina che nel 1974 è stato ospite anche dello Stabile regionale.

dal 17 al 21 febbraio 2016 Sala Assicurazioni Generali

I RUSTEGHIdi Carlo Goldoniregia di Giuseppe Emilianicon (in odine alfabetico) Alessandro Albertin, Alberto Fasoli, Piergiorgio Fasolo,Stefania Felicioli, Cecilia La Monaca, Michele Maccagno, Maria Grazia Mandruzzato, Margherita Mannino, Giancarlo Previati e Francesco Wolfscenografia di Federico Cautero costumi di Stefano Nicolaoluci di Enrico Berardimusiche di Massimiliano Forza arrangiamenti Fabio Valdemarinproduzione Teatro Stabile del Veneto - Teatro Nazionale

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Resterà uno spettacolo memorabile Il sindaco del Rione Sanità, il capolavoro di Eduardo De Filippo di cui Marco Sciaccaluga ha concepito un nuovo allestimento, affidando il ruolo del titolo ad uno straordinario Eros Pagni circondato da ben tredici attori, tutti eccellenti. Non capita spesso di assistere a una produzione così imponente, raffinata e criticamente accurata. E quante rifrazioni del nostro presente, coglieremo nelle battute del testo… Si tratta di una commedia che Eduardo scrisse nel 1960 e che subito definì simbolica, non realisti-ca: «affonda le proprie radici nella realtà – scrisse l’autore – ma poi si sgancia da essa, si divinizza, per dare una precisa indicazione alla giustizia», perché «Don Antonio è qualcosa di assai diverso da quel capo camorra che all’inizio sembrerebbe che fosse: egli è un visionario che cerca di ristabilire nel mondo un ordine andato fuori sesto». Il sipario si alza su una scena curiosa: in piena notte, nella casa di Don Antonio Barracano, tutta la famiglia contribuisce a creare una sala operatoria perché il medico, Fabio Della Ragione, estragga una pallottola a un picciotto, che all’ospedale dovrebbe for-nire spiegazioni troppo scomode. Poco dopo è la volta di un poveretto che Don Antonio libera dalle vessazioni di un creditore… Da trent’anni è così: con l’aiuto del medico Della Ragione (che però è sempre più disincantato e vagheggia una nuova vita in America) Antonio Barracano, come un sin-daco, concede udienze quotidiane ed esercita una propria personale idea di legge. Sul suo tavolo, spicca il Codice Penale di cui conosce cavilli e raggiri. Per ognuno nella piccola umanità che gli ruota attorno (usurai, bottegai, delinquenti) il sindaco del Rione Sanità trova la “giusta” soluzione. Ne cerca una anche per Raffiluccio Santaniello, che gli annuncia di voler uccidere il proprio padre, reo di averlo diseredato e ridotto alla fame, assieme alla compagna incinta. Don Antonio convoca il padre, Arturo, cercando un confronto che però si accende di toni da sceneggiata e finisce con un colpo di coltello, sferrato da Arturo al Sindaco. In un ultimo atto di magnanimità, Don Antonio pretende sia organizza-to un grande pranzo pacificatore, a cui saranno invitati tutti, anche il suo assassino: il medico, dovrà ufficializzare che la sua morte è avvenuta per collasso. Solo così si eviterà una cruenta catena di vendette. Ma alla morte del Sindaco, durante il pranzo “funebre”, il medico disobbedisce e fa la “pro-pria” giustizia, dichiarando l’omicidio. Chi è giusto fra i due eroi, sembra chiederci Eduardo, il sindaco sconfitto, buono e assieme tiranno? O il medico ravveduto? La commedia chiude con un quesito difficile da sciogliere, che accompagnerà ogni spettatore e ognuno conserverà l’emozione dell’altis-sima prova di Eros Pagni, che vince la sfida d’incarnare alla perfezione il protagonista eduardiano, senza essere napoletano.

dal 24 al 28 febbraio 2016 Sala Assicurazioni Generali

IL SINDACODEL RIONE SANITÀdi Eduardo De Filipporegia di Marco Sciaccalugacon Eros Pagni, Maria Basile Scarpetta, Federico Vanni, Gennaro Apicella,Massimo Cagnina, Angela Ciaburri, Orlando Cinque, Gino De Luca, Dely De Majo,Rosario Giglio, Luca Iervolino, Cecilia Lupoli, Marco Montecatino, Gennaro Piccirillo,Pietro Tammaroscene di Guido Fiorato costumi di Zaira de Vincentiisluci di Sandro Sussi musiche di Andrea Nicolinicoproduzione Teatro Stabile di Genova e Teatro Stabile di Napoli

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Era il 2013 quando per la prima volta il palcoscenico del Politeama Rossetti, grazie ad una tecnica all’avanguardia, è stato trasformato in una pista di ghiaccio: in questa nuova veste, aveva ospi-tato la compagnia “The Imperial Ice Stars” ne Lo schiaccianoci. Il successo era stato clamoroso, confermando anche a Trieste l’esito che questo ensemble di ballerini-pattinatori ottiene in tutto il mondo da oltre 10 anni: sono infatti ospiti abituali in teatri prestigiosi tra cui il Royal Albert Hall di Londra. Presentano ora un nuovo fortunato titolo del loro repertorio, il sontuoso balletto Sleeping Beauty on Ice (La bella addormentata). Com’è nella cifra della compagnia diretta dal pluripremia-to coreografo Tony Mercer, lo spettacolo ricalca filologicamente il balletto sulla musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij e “traduce” la danza sulle punte in meravigliosi passi sul ghiaccio, mai superflui nell’a-crobazia, sempre coerenti al plot, capaci però di meravigliare il pubblico per la loro difficoltà, per la esemplare tecnica dei pattinatori, per la loro capacità interpretativa e per la sontuosità di tutto l’impianto scenico.Tony Mercer ripropone i grandi classici della danza in modo sofisticato: fondali di grande effetto, costumi preziosi con moltissimi cambi, momenti sorprendenti che lasciano il pubblico senza fiato (la rabbia della perfida strega Carabosse, ad esempio, esplode in scena in una pioggia di lingue di fuoco che incendiano addirittura il ghiaccio). Una cornice ricchissima, che però nulla toglie alla raffinatezza della danza e alle emozioni, anche intime e delicate, che trasmettono i ballerini attraverso combinazioni di salti e arditi volteggi estremamente complessi e resi ancor più difficili dallo spazio, minore di quello che gli atleti solitamente hanno a disposizione in gara. Non a caso Mercer ha scelto per il proprio ensemble 24 talenti assoluti del pattinaggio, di livello olimpico: som-mati assieme, i suoi pattinatori contano oltre 250 medaglie! Il cast di Sleeping Beauty on Ice è composto da 18 di questi atleti, che faranno vibrare d’emozione il pubblico di ogni età. La favola cui daranno vita, è fra le più amate di tutti i tempi e si ambienta alla corte di re Floristano, appena divenuto padre della piccola principessa Aurora. Alla festa di battesimo vengono invitati tutti i nota-bili del regno, dame, cavalieri e le fate buone, ma non la strega Carabosse che piomba nel salone del castello traducendo la sua ira in una maledizione: compiuti i 16 anni, Aurora si pungerà con un fuso e morirà. La buona Fata dei Lillà modifica la maledizione e promette che la principessa non troverà la morte ma un lungo sonno e potrà essere risvegliata dal bacio di un principe. Per cono-scere il seguito della storia e come – fra audaci acrobazie sul ghiaccio e graziosi passi di danza – il principe Désiré riuscirà a trovare Aurora, bisognerà seguire la splendida serata sul ghiaccio, fino al gran finale, quando per festeggiare la coppia arriveranno al ballo di corte – in un celeberrimo brano del repertorio classico – i più amati personaggi delle fiabe.

dal 2 al 6 marzo 2016 Sala Assicurazioni Generali

THE IMPERIAL ICE STARS

SLEEPING BEAUTYON ICEmusiche di P.I. Tchaikovskycoreografie di Tony Mercerproduzione James Cundall & Tony Mercer - Lunchbox Theatrical Productions

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MUSICAL & EVENTI

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per questo spettacoloè prevista la rinumerazione

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Ha avuto una strana genesi Classe di ferro. Aldo Nicolaj scrisse la commedia nel 1971 ma, pur essendo l’autore fra i più premiati e riconosciuti sia in Italia che all’estero, il lavoro nel nostro Paese non suscitò subito l’interesse dei produttori. Così il debutto assoluto avvenne a Budapest nel 1974, e la pièce divenne innanzitutto un successo internazionale, tradotto in molte lingue e dato in Russia, Francia, Austria, nella Repubblica Ceca… Solo quattro anni più tardi il testo arrivò sulle nostre scene ed il mondo del teatro – forse in prima battuta riottoso all’idea di una storia su tre anziani – fu costretto a ricredersi in merito alla forza e alla bellezza del testo. Divenne uno dei titoli più amati e anche un banco di prova per grandi maestri della scena, che nei ruoli dei prota-gonisti possono sfoderare tutte le loro capacità di “duettare” fra ironia graffiante, provocazione e fragile tenerezza. Prima di Paolo Bonacelli e Cochi Ponzoni, che sono le stelle di quest’edizione, vi hanno recitato Tonino Pierfederici e Marcello Bertini, Corrado Pani e Antonio Casagrande, Gianni Santuccio e Ciccio Ingrassia, Piero Mazzarella e Paolo Ferrari…Simili maestri sono necessari a dare voce a tutti i chiaroscuri che la scrittura di Nicolaj regala a Libero Bocca e Luigi Lapaglia, i protagonisti di Classe di ferro.Sono due anziani soli, in una grande città: la ripetitività delle loro cadenze quotidiane, quasi li “costringe” a diventare amici dopo essersi incrociati sulla panchina di un parco pubblico, dove continuano a incontrarsi e a scambiarsi pensieri, via via più profondi e sinceri, nonostante le loro differenze di temperamento e carattere. A loro si unisce la dolce figura di una coetanea, Ambra, maestra in pensione.Se all’inizio la conversazione cade con toni trionfali sui figli e sui nipoti dell’uno o dell’altro, presto cadono i veli e le mascherature e si scopre come ognuno dei tre si senta in realtà profondamen-te solo, spaesato, come viva con sconforto la propria inadeguatezza davanti alla velocità e alla superficialità della vita, e come tutti abbiano nel cuore qualche dispiacere e la tremenda paura di finire dimenticati in un ospizio. È così che i due uomini, in una serie di scene e dialoghi esilaranti e assieme malinconici, progettano una fuga. La meta è un paesino di provincia, un altrove dove essere felici, riscattarsi dalle amarezze della vita. Ma la vita, con crudele tempismo, li riporterà alla realtà.«Classe di ferro – commenta il regista della commedia, Giovanni Anfuso – narra il canto di due esseri umani in una condizione di estrema solitudine, fotografati nell’istante in cui cercano di riscattare la propria vita, ridando dignità alle loro memorie di uomini. Attraverso un linguaggio sapientemente dosato nella sua semplicità e quotidianità, Nicolaj tocca le vette del sorriso e dell’e-mozione e, mentre usa a pretesto il mondo dell’anziano, consegna a tutti noi una splendida para-bola sulla vita».

dal 3 al 5 marzo 2016 Teatro Miela

CLASSE DI FERROdi Aldo Nicolajregia di Giovanni Anfusocon Paolo Bonacelli e Cochi Ponzoniproduzione Laros di Gino Caudai

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Ne L’improvvisazione di Versailles (L’Impromptu de Versailles) che Molière scrive nel 1663, l’auto-re – che mette in scena sé stesso e la sua compagnia d’attori – dichiara senza ombre le sue idee sull’arte drammatica, abbozzando quella Comédie des comédiens che da molto tempo, si dice, aveva intenzione di scrivere. Con l’intento di fondare la nuova commedia di carattere e di costume, Molière riassume l’esperienza del teatro comico italiano e in particolare della commedia dell’arte, ritenendo necessario realizzare opere che attraggano il pubblico, non soltanto quello della corte e di Parigi, ma anche la “platea che si lascia coinvolgere”.Oggi, riscrivono quest’opera tre firme geniali del teatro italiano: Stefano Massini, Paolo Rossi e Giampiero Solari, che si prefiggono di approfondire l’arte comica, di fondere la tradizione e l’attuali-tà con rigore e poesia. Ne nasce una divertente rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti, alla ricerca del capo-lavoro, tra brani tratti dalle commedie più celebri e stralci della biografia per lo più sconosciuta e straordinariamente affascinante del grande capocomico francese.Un viaggio nel teatro, nelle opere e nella biografia di Molière, il racconto del dietro le quinte di una compagnia in prova. Gli attori devono allestire uno spettacolo in tutta fretta: una nuova commedia che mette a confronto in un gioco di specchi temporali ed esistenziali il lavoro e la vita del capo-comico Molière e del personaggio capocomico Paolo Rossi. Si racconta che re Luigi XIV chiese a Molière una nuova commedia da rappresentare a corte la sera stessa…«Cosa accade se il Re in persona esige una commedia che debutti in sua presenza alle 18:00 in punto?» scrive Stefano Massini, autore contemporaneo premiato a livello europeo, che è succedu-to a Luca Ronconi nel prestigioso ruolo di consulente artistico del Piccolo Teatro di Milano e che ha al proprio attivo testi di rilevante impegno ed esito elevatissimo, come Lehman Trilogy e 7 minuti. «Nasce il dramma del capocomico» spiega. «Cioè restare lucido, sfruttare il genio, correre contro il tempo e partorire in men che non si dica un capolavoro. In questo caso la crisi è a un passo. Perché tutto filerebbe molto più liscio se il nostro monsieur Molière avesse la testa sgombra, senza le angherie dei suoi avversari, senza le sfuriate delle sue donne, senza i morsi del portafogli e delle mille quotidiane trappole. Basterebbe un po’ di pace, al capocomico. E allora sì che Sua Maestà avrebbe la sua recita. O meglio: un’ipotesi di recita. Una traccia? Un’improvvisazione, ecco. Tentare è tutto. Senza paracadute».Accanto al protagonista, reciterà una compagnia numerosa, in cui spiccano nomi di attori amati dal pubblico dello Stabile, come Lucia Vasini e Fulvio Falzarano. Com’è nella cifra registica versatile e vorticosa di Giampiero Solari, lo spettacolo si avvarrà di un linguaggio composito, dove uno spazio interessante sarà riservato alla musica eseguita dal vivo da I Virtuosi del Carso, gruppo di artisti in parte del territorio che in diverse occasioni hanno felicemente affiancato Paolo Rossi.

dal 9 al 13 marzo 2016 Sala Assicurazioni Generali

MOLIÈRE: LA RECITADI VERSAILLESnovità di Stefano Massini, Paolo Rossi, Giampiero Solariregia di Giampiero Solaricon Paolo Rossi, Lucia Vasini, Fulvio Falzarano, Mario Sala, Emanuele Dell’Aquila, Alex Orciani, Stefano Bembi, Mariaberta Blasko, Riccardo Zini, Irene Villa,Karoline Comarella, Paolo Grossiscene e costumi di Elisabetta Gabbioneta luci di Gigi Saccomandicanzoni originali di Gianmaria Testa musiche eseguite dal vivo da I Virtuosi del Carsoproduzione Teatro Stabile di Bolzano

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«jesus è il nome del fidanzato di madonna/jesus è un paio di jeans/jesus è una miniserie televisiva/jesus gioca nell’inter/jesus tifa per suor cristina/jesus è il miglior amico del grande lebowski/jesus è l’uomo più famoso del mondo/jesus lo conoscono tutti/jesus è di tutti/tutti per jesus/jesus per tutti»È sufficiente scorrere questo stralcio del programma di sala con cui Babilonia Teatri illustra lo spet-tacolo, per comprendere come Jesus sia uno spettacolo abbastanza originale. Lo è l’approccio degli autori e attori Valeria Raimondi e Enrico Castellani, cui si aggiunge per l’occasione Vincenzo Todesco, che ha ideato e scritto il testo con i primi due; lo è anche la cifra del loro essere e mette-re in scena: un teatro pop, addirittura rock e punk a leggere le loro note, che annunciano «I nostri spettacoli sono dei blob teatrali. Delle playlist cristallizzate. Uno specchio riflesso».I Babilonia Teatri – una delle compagnie più innovative del panorama contemporaneo, fondata nel 2005 – si sono accostati solo nelle stagioni recenti ad un teatro di “storie”, affrontando però subito argomenti molto impegnativi e scabrosi, come la pedofilia o la vita dopo il coma. «Abbiamo sempre detto che col nostro teatro non volevamo raccontare storie» spiega infatti Valeria Raimondi «Ma poi è arrivata la fiaba di Pinocchio. E le abbiamo con stupore dato vita parlando di chi quella vita l’ha quasi persa, ma ci è restato aggrappato ed è rinato. Poi ancora una storia, quella di Lolita, per parlare di un mondo feroce che spazza via tutto anche i sogni di una ragazzina. Due storie diverse ma con una caratteristica comune molto forte, quella di essere molto popolari. Non nei dettagli o nella precisa successione degli eventi ma Pinocchio e Lolita sono entrati nell’immagi-nario collettivo e sono in grado di aprire mondi semplicemente nominandoli. Viene da sé a questo punto arrivare alla storia più nota, quella più pop, quella che tutti conoscono, un personaggio così familiare da conoscerne nascita vita e morte».Eccoci quindi, alla vita di Gesù. Raimondi, Castellani e Todesco evitano saggiamente approcci teorici e filosofici, che poco done-rebbero a una serata di teatro: ciononostante, e coraggiosamente, trattano l’immensa, avvincente, ma delicatissima materia del rapporto della nostra società con questa icona. Una figura fondamen-tale, un riferimento inevitabile per i credenti come per chi non ha fede.Fedeli a un tratto che appartiene da sempre a Babilonia Teatri, i creatori ci porranno innanzi a un allestimento essenziale, dove alluderanno a una spiritualità primaria creando uno spettacolo non sulla religione ma piuttosto sul “consumismo” che ormai connota anche l’ambito religioso, animato da un vivace spirito critico ma attento a non diventare mai biecamente offensivo. Uno spettacolo che sembra procedere per divagazioni, elencano una moltitudine di frammenti in cui si rispecchia l’icona Jesus ed i mille mondi a lui correlati, e passa dagli accenti più lievi, che ci faranno sorridere a momenti di grande struggimento, come la comprensione dell’inevitabilità della morte, tema che piomba addosso ad ogni uomo, di fede o ateo, adulto o bambino, con tutto il suo spietato bagaglio d’angoscia.

dal 16 al 17 marzo 2016palcoscenico Sala Assicurazioni Generali

JESUSdi Valeria Raimondi, Enrico Castellani e Vincenzo Todesco parole di Enrico Castellani con Valeria Raimondi e con Enrico Castellani scene di Babilonia Teatriluci e audio di Babilonia Teatri/Luca Scotton costumi di Babilonia Teatri/Franca Piccoli organizzazione Alice Castellani grafiche Franciu foto di Marco Caselli Nirmal e Eleonora Cavallo produzione Babilonia Teatri in coproduzione con La Nef / Fabrique des Cultures Actuelles Saint-Dié-des-Vosges (France) e MESS International Theater Festival Sarajevo (Bosnia and Herzegovina) in collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione con il sostegno di Fuori Luogo La Spezialaboratorio teatrale in collaborazione con l’Associazione ZeroFavolerealizzato con il contributo della Fondazione Alta Mane Italia (AMI)

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ALTRI PERCORSI

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Le contaminazioni di saperi, di linguaggi hanno sempre rappresentato una fonte di ispirazioni e di inaspettate induzioni per il mondo del teatro, ancor più se a intrecciarsi sono le espressività e le potenzialità di nomi eccellenti. Come ad esempio quelli di coreografi di fama internazionale che per la prima volta testano la propria fantasia non con ensemble di danza, bensì con le inedite potenzialità sceniche di un gruppo di ginnasti.È accaduto per Aeros, che ha fuso la genialità coreografica di Daniel Ezralow, David Parsons e Moses Pendleton affiancati da Luke Cresswell e Steve McNicholas (fondatori degli STOMP), alle capacità atletiche dei campioni olimpionici della Federazione Rumena di Ginnastica Artistica, Ritmica ed Aerobica. L’esperimento ha generato un fenomeno unico e clamoroso, che non smette di incantare e coinvolgere ed ha aperto un mondo di possibilità creative nuove.L’idea – e la genesi di questo ineguagliabile gruppo – risale al 1997 e si deve al produttore milane-se Antonio Gnecchi, a caccia di novità per un evento che, nelle prime intenzioni, sarebbe rimasto un unicum. Invece la reazione del pubblico fu tale, da convincere tutti a proseguire l’avventura di Aeros… fino ad oggi. Aeros divenne una compagnia stabile, e si affermò immediatamente per le sue straordinarie capacità atletiche ed espressive, che il genio creativo dei coreografi riusciva a valorizzare appieno, ottenendo risultati davvero singolari. L’eleganza della coreografia attingeva a nuove potenzialità: la potenza dei ginnasti, le loro capacità fisiche, l’elasticità, l’acrobazia… Nel 2000 la compagnia è in tournée negli Stati Uniti ed ottiene il plauso della critica e i numeri di botteghino che decretano un successo rilevante. Nel 2004-2005 Aeros è a Milano e l’entusiasmo degli spettatori è grande, e lo stesso accade nelle successive tournée italiane che toccano nel 2006 anche lo Stabile regionale. Le evoluzioni di Aeros si spostano poi nuovamente in America, Australia, Cina…A dieci anni dalla prima volta a Trieste, Aeros ritorna nella stagione Danza, con una serata che –com’è nella cifra della compagnia – vedrà i ginnasti-ballerini sfidare le leggi di gravità con leg-gerezza e grazia, giocare con la musica e l’equilibrio, interpretare le coreografie con sicurezza e coniugando i modi della danza con le sorprese e la sinuosità di fisici allenati ad affrontare le estre-me richieste della ginnastica. Tenendo conto delle loro inusuali potenzialità, Ezralow, Parsons e Pendleton hanno disegnato coreografie sorprendenti e prima impensabili che gli atleti eseguono perfettamente, scolpiti e valorizzati dai costumi disegnati per l’occasione da Luca Missoni, che anche attraverso la fluidità delle stoffe, la vibrazione dei colori, ha cercato di contribuire ad espri-mere l’energia, l’esuberanza, il divertimento e la sensualità di questo spettacolo.

venerdì 18 marzo 2016 Sala Assicurazioni Generali

AEROScoerografie di Daniel Ezralow, David Parsons, Moses Pendletoncon gli atleti della Federazione di Ginnastica Rumenada un’idea originale di Antonio Gnecchi Rusconemusiche di TTG Music Labcostumi di Luca Missonitour italiano organizzato da Bags Entertainment

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«Il matrimonio fra la danza, considerata la più alta delle arti, e la giocoleria – spesso ritenuta la minore delle arti – è pieno di preziose possibilità, sia dal punto di vista strutturale che sul piano dei temi, dei contenuti. (…) Ci auguriamo che questo nostro lavoro contribuirà a sfondare le bar-riere di “etichettatura” fra le arti. Negli anni abbiamo sviluppato un notevole lessico di giocoleria: siamo entusiasti e incuriositi per questo inedito incontro con il linguaggio complesso, antico e ben documentato del balletto». Il mondo del circo fa irruzione quest’anno nella stagione dello Stabile regionale e contamina felicemente anche il mondo della Danza, come spiega in queste righe Sean Gandini, giocoliere di fama mondiale e fondatore con Kati Ylä-Hokkala della compagnia Gandini Juggling, di cui sarà presentato lo spettacolo 4x4.Attiva dal 1992, Gandini Juggling è una compagnia di altissimo livello nell’ambito della giocole-ria, all’avanguardia nell’interpretare quest’arte e nell’esplorarne ogni sfaccettatura, concentran-dosi non solo sulla tradizione e su ciò che la giocoleria è, ma anche su ciò che può diventare. L’assieme è composto da artisti virtuosi in continua evoluzione, capaci di eseguire incantevoli duetti ma anche di lavorare in grandi gruppi: il merito è dello stesso Gandini, studioso e creatore molto fecondo, capace di passare dagli spettacoli per famiglie alle sperimentazioni di arte visiva, alla contaminazione con altre arti.È quanto accade in 4x4, spettacolo che nasce dalla collaborazione fra due mondi apparentemen-te lontani, come quello del balletto e quello della giocoleria. Una distanza che presto scompare…Quattro danzatori e quattro giocolieri, sembrano dividere il palcoscenico per la prima volta: trac-ciano linee nello spazio. Uno spazio ed un tempo che entrambe queste arti attraversano in modo effimero, lasciando una traccia invisibile, costruendo un’architettura immaginaria. 4x4 è una cele-brazione di quella dimensione, di quel momento in cui tali linee possono incontrarsi.Lo spettacolo diretto da Sean Gandini e coreografato da Ludovic Ondiviela, si avvale di un accu-ratissimo disegno luci ed unisce la passione del regista per i modelli matematici – già espressa in lavori precedenti – a quella per la giocoleria. La formula è piaciuta molto all’anteprima offerta al Festival 2015 London International Mime alla Royal Opera House, dove le recensioni sono state entusiastiche. In una cornice raffinata, si intrecciano dunque con altissima precisione lanci di anelli e clavette, alle più affascinanti figure della danza, ai salti e alle acrobazie che lasciano sempre senza fiato, in una serata che di certo rimarrà senza pari.Cresciuto a L’Avana, Sean Gandini era affascinato fin dall’infanzia dalla magia e dalla matematica: da sempre si è dedicato alla giocoleria, alla regia e alla coreografia. Con Gandini Juggling, si è esibito in oltre 2.500 spettacoli che si sono tenuti su angoli di strada, come negli stadi o in gallerie d’arte. Insegna regolarmente in molte delle principali scuole circensi del mondo.

dal 22 al 23 marzo 2016 Sala Assicurazioni Generali

GANDINI JUGGLING

4X4EPHEMERAL ARCHITECTURESregia di Sean Gandini cordinatore artistico Emma Listercoreografie di Ludovic Ondiviela musiche di Nimrod Borenstein luci di Guy Hoareconsulente artistico Matthew Hawkinsuna coproduzione tra Gandini Jugging, National Centre for Circus Arts, Lighthouse Poolee La Brèche Pôle national des arts du cirque de Basse-Normandie / Cherbourg-Octevillecon il supporto di Arts Council England, Royal Ballet Studio Programme, Agit Cirk,London International Mime Festival, Shoreditch Town Hall, Jacksons Lanetour italiano a cura di Live Arts

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Ken e Barbara. Un marito, una moglie. Un tempo, carichi di ideali, sognavano di cambiare il mondo e militavano nei Peace corps. Poi si cresce e Ken sogna di cambiare quel Terzo Mondo che ha conosciuto, lavorando dentro una multinazionale che sforna prodotti adatti a quei paesi. Ma una multinazionale fa affari, busi-ness, e Ken – interpretato da Francesco Migliaccio – senza quasi accorgersene, cambia pelle: ora è uno di quei tagliatori di teste, che la Ditta manda in giro per il mondo a licenziare chi non funzio-na più… o chi si è reso conto che la baby formula di un latte in polvere per le madri africane, forse non fa loro troppo bene!«L’uomo che ho sposato e l’uomo che vende la baby formula alle madri africane, non sono la stessa persona» confessa Barbara – cui darà vita Maria Grazia Plos – che lo segue, moglie di quel dirigente ormai lontano da lei. Due caratteri complessi, vite in evoluzione, figure in cui i due attori della Compagnia Stabile, si addentreranno guidati da Serena Sinigaglia. Artista teatrale completa e appassionata, ha saputo rileggere con lucidità, nella sua esperienza registica, sia testi classici che autori contemporanei, con sensibilità sempre particolare.In Tre alberghi porterà in scena, assieme a Plos e Migliaccio, il dramma di un marito e una moglie che “crescono” diversamente all’interno del loro rapporto. Ma c’è di più.C’è un figlio e un dramma.E questa donna, moglie, madre, un certo giorno, guardando davanti a sé una platea di altre mogli di colleghi del marito, sente la necessità di vuotare il sacco e raccontare quella parte della sua vita, non propriamente luminosa, legata alla Ditta.E questo non è proprio quello che ci si aspetterebbe dalla moglie di uno dei massimi capi di una multinazionale! Con questa nuova situazione, adesso, Ken deve fare i conti.Dalle stanze di tre alberghi - a questo allude il titolo – marito e moglie raccontano tre fasi della loro vita, che investono lo spettatore con la violenza del lampo di un flash: il successo di Ken, la denuncia di Barbara, la fuga di lui verso, forse, il ritorno a un’età dell’innocenza.Guarda con schiettezza e oggettività al nostro tempo Jon Robin Baitz, scrittore, sceneggiatore e produttore statunitense. Nato a Los Angeles nel 1961, Baitz è cresciuto fra gli Stati Uniti, il Brasile ed il Sud Africa: un’evo-luzione e formazione composita, dunque, basata su una moltiplicazione di stimoli e riferimenti, che fa di lui un osservatore attento e acuto.La penna, molto presto, diviene il suo strumento per eccellenza per analizzare le relazioni interper-sonali ed i problemi del presente. La sua è una drammaturgia “del mondo”, che supera confini e appartenenze sociali o culturali per concentrarsi su argomenti di potente universalità, siano essi radicati nell’intimo di un rapporto privato o gli vengano ispirati da questioni che riguardano la col-lettività intera.Ciò, assieme al suo stile secco ed essenziale, talvolta spietato nella sua sincerità, fa di lui uno scrittore autorevole sia nell’ambito drammaturgico (che predilige) sia in quello della sceneggiatura, che gli ha donato la fama internazionale (sua, fra l’altro, la celebre serie tv Brothers & Sisters e la recente The Slap).

dal 22 al 24 marzoe dal 29 marzo al 3 aprile 2016 Sala Bartoli

TRE ALBERGHIdi Jon Robin Baitzregia di Serena Sinigagliacon Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plosscene di Maria Spazzi costumi di Erika Carrettaproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia GIulia

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Ha alle proprie spalle sessant’anni di storia e di attività d’altissimo livello, la compagnia Tulsa Ballet, uno dei più attesi e prestigiosi nomi ospiti del cartellone Danza: anni dedicati alla formazio-ne di una compagnia eccellente, all’arricchimento del panorama culturale dell’Oklahoma, dove la compagnia opera e ha sede, ma anche alla creazione di una fama internazionale, che si è imposta in particolare negli ultimi 20 anni, sotto la guida dell’italiano Marcello Angelini. Grandissima prepara-zione e tecnica, e pregevole repertorio che va dai grandi classici del XIX secolo ai lavori più innova-tivi della danza contemporanea, il Tulsa Ballet è acclamato in tutto il mondo, ospite di prestigiose rassegne e cartelloni. A Trieste, dove arriva per la prima volta, la compagnia propone un program-ma che esprime appieno questa sua anima. Tre le coreografie selezionate: Rooster di Christopher Bruce, Petit Mort di Jiri Kilyan e Classical Symphony di Yuri Possokhov, tutti artisti contemporanei e dal linguaggio molto affascinante.Christopher Bruce ha speso la vita per la danza ed è uno dei coreografi più importanti in Gran Bretagna: versatile e vitale ha creato per grandi assieme, per il Rambert e per il Nederlands Dans Theater, per lo Houston e il Culberg Ballet ma anche per il mondo del musical (sue le coreografie di Jeeves di Andrew Lloyd Webber e Alan Ayckbourn). Il suo Rooster è colorato, ironico e rock, vi evoca i Rolling Stones e celebra gli anni Sessanta e la sua giovinezza. Jiri Kilyan, praghese, core-ografo dal 1970, è fra i più prolifici e inventivi creatori del dopoguerra, molto amato e pluripremiato in tutto il mondo. Ha operato a lungo come direttore – e prosegue come coreografo residente e consigliere artistico – con il Nederlands Dans Theater, ma sono moltissimi i suoi balletti importanti, creati anche per altre formazioni e occasioni.Come Petit Mort che ammireremo sul palcoscenico del Politeama e che è stato creato nel 1991 per il Salzburger Festspiele, per fare omaggio ai 200 anni dalla morte di Mozart. È infatti interamente mozartiana la bellissima musica di questa coreo-grafia (due concerti per piano) con cui i movimenti creati dal coreografo sono meravigliosamente in armonia. Al debutto a Salisburgo i critici hanno sottolineato come incredibilmente, attraverso il linguaggio coreografico di Kilyan, il suolo sembra prendere corpo e sostanza, attraverso forme di grande raffinatezza. Creata per sei coppie di danzatori, Petit Mort è una creazione suggestiva e molto sensuale, che permetterà ai danzatori del Tulsa Ballet di mettere in luce tutta la loro intensità e preparazione. Infine i ballerini si impegneranno in Classical Symphony, lavoro affasicnante di Yuri Possokhov. Ucraino di nascita, a lungo danzatore del Bolshoi prima di spostarsi definitivamente negli Stati Uniti, dove ora è coreografo residente del San Francisco Ballet, Possokhov è famoso per le sue coreografie molto drammatiche, di respiro classico nonché emozionanti e connotate da una tecnica limpida e acutissima, che mette a dura prova le capacità degli interpreti.

mercoledì 30 marzo 2016 Sala Assicurazioni Generali

TULSA BALLETdirezione artistica di Marcello Angelini tour organizzato in esclusiva da Management MD SpettacoliPROGRAMMACLASSICAL SYMPHONY coreografia di Yuri Possokhovmusiche di Sergei Prokofiev, Symphony No.1 in D major, Opus 25 “Classical”disegno luci originale di David Finn costumi di Sandra WoodallPETITE MORT coreografia di Jiří Kylián musiche di Wolfgang Amadeus MozartPiano Concerto in A Major KV 488 Adagio, Piano Concerto in C Major KV 467 Andantecostumi di Joke Visser disegno luci originale di Joop CaboortROOSTER coreografia di Christopher Brucecostumi di Marion Bruce disegno luci originale di Tina MacHughmusiche “Paint it Black”, “Ruby Tuesday”, “Sympathy for the Devil”, “Lady Jane” eseguite da The Rolling Stones, scritte da Mick Jagger e Keith Richards; “Play With Fire” eseguito da The Rolling Stones, scritto da Nanker Phelge“As Tears Go By” eseguito da The Rolling Stones, scritto da Mick Jagger, Keith Richards e Andrew Loog Oldham, “Not Fade Away” eseguito da The Rolling Stones, scritto da Norman Petty e Charles Hardin, “Little Red Rooster”eseguito da The Rolling Stones, scritto da Willie Dixon

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EVENTI INTERNAZIONALI

Il mercante di Venezia è una delle commedie più attuali e dense di senso di William Shakespeare: rappresentata per la prima volta a Londra nel 1598, tratta in modo magistrale complessi rapporti tra classi sociali e fedi religiose. Casi sorprendenti, una nota fortemente cri-tica, sono gli ingredienti di un testo con il quale l’autore pone interrogativi tuttora validi sui temi della vendetta, dell’intolleranza religiosa, sulla forza del denaro, sull’avidità e sull’emancipazione femminile. Un motivo d’interesse in più, sarà quello di potervi assistere nell’edizione in sloveno (ma soprattitolata in italiano) prodotta dal prestigioso SNG Drama Ljubljana, pregevole teatro della capitale slovena per la regia di Eduard Miler, l’attuale direttore del Teatro Sloveno di Trieste con cui è stata avviata un’interessante collaborazione. Lo spettacolo programmato al Rossetti sarà infatti anche nel cartellone del Teatro Sloveno. Un’opportunità nuova offerta al pubblico nell’ambito della parentesi internazionale della programmazione, incrementata anche nelle proposte di prosa. Di altissimo livello il cast d’attori di questo Mercante di Venezia a partire da Igor Samobor (che applaudiremo nel ruolo di Shylock) ammiratissimo protagonista del panorama teatrale sloveno: anche senza comprendere la lingua, la sua musicalità, l’intensità della sua espressione, la gestuali-tà mai scontata, ci daranno prova di un talento raro.Una compagnia eccellente coinvolgerà dunque il pubblico nella vicenda dello scellerato patto fra il mercante Antonio e l’usuraio ebreo Shylock: il primo, sebbene coinvolto in commerci rischiosi, non esita a garantire presso l’usuraio per l’amico Bassanio che ha necessità di tremila ducati. Se il denaro non tornerà all’ebreo – questa la crudele obbligazione imposta da Shylock – Antonio pagherà con una libbra della propria carne, tagliata vicino al cuore (una vera condanna a morte).Il prestito serve a Bassanio per raggiungere Belmonte, dove la nobile Porzia pone un enigma ai propri pretendenti: bisogna scegliere fra tre scrigni di materiali diversi. Solo chi intuirà in quale scrigno è contenuta l’immagine della donna, potrà ambire alla sua mano. Bassanio ottiene l’a-mata sposa, scegliendo lo scrigno di materiale più povero. Intanto la figlia dell’usuraio, Jessica, fugge con il proprio amato – contro il volere del padre – depredando le sue ricchezze. Shylock ne è furente ma si consola al pensiero della terribile vendetta contro l’odiato Antonio: il destino purtroppo non aiuta il mercante, che perde le sue navi e la possibilità di ripagare la garanzia. Una lettera avvisa Bassanio degli eventi ed egli corre in aiuto all’amico: in segreto e in abiti maschili, Porzia lo segue. Giunti davanti al Doge, Antonio è pronto a pagare con la propria carne e Shylock la pretende, rifiutando la somma di danaro che Bassanio potrebbe restituire. Sarà Porzia – in vesti di avvocato e con sottili argomentazioni – ad ottenere la salvezza di Antonio, una donazione di tutti gli averi di Shylock alla figlia Jessica, e la definitiva punizione per l’usuraio. Bassanio ricompensa il misterioso avvocato con un anello che aveva promesso a Porzia di portare sempre: una volta rientrati a Belmonte, Porzia rivelerà l’inganno e rimprovererà all’amato la sua scarsa costanza, mostrandogli l’anello.

sabato 2 aprile 2016 Sala Assicurazioni Generali

BENEŠKI TRGOVECIL MERCANTE DI VENEZIAdi William Shakespeare traduzione di Milan Jesihadattamento e dramaturg Žanina Mirčevska regia di Eduard Milercon Zvone Hribar, Gorazd Logar, Aljaž Jovanović, Alojz Svete, Marko Mandić, Rok Vihar, Klemen Slakonja, Igor Samobor, Matija Rozman/Gorazd Logar, Gregor Baković,Nataša Barbara Gračner, Nina Ivanišin, Saša Mihelčičscene di Branko Hojnik costumi di Jelena Proković luci di Milan Podlogarscelte musicali di Eduard Miler coreografie di Jana Mengerproduzione SNG Drama Ljubljana

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«Viviamo in un asilo infantile globale, in un mondo dove la gente pensa sostanzialmente a giocare, a consumare e a divertirsi. Anche i poveri subiscono il lavaggio del cervello dei gadget. In una real-tà del genere non ci si mette nei panni degli altri. A parte quando dobbiamo vendere loro qualche cosa. È l’unico momento in cui ci chiediamo davvero che cosa prova l’altro».Sono durissime le parole di Amos Oz, ma fotografano molto vividamente la nostra realtà vittima della superficialità e profondamente vulnerabile davanti alla trappola del pregiudizio e della discri-minazione. Ed in questo terreno, si radica il fanatismo, l’odio fra chi è “diverso”, per razza, per cul-tura o altro… «Vuoi fare qualcosa di concreto contro il fanatismo crescente?» continua l’autorevole scrittore e giornalista israeliano. «Comincia tu per primo a metterti nei panni degli altri. Conosco persone del movimento pacifista talmente militanti nelle proprie convinzioni su come costruire la pace da impegnarsi in guerre molto serie con gli altri pacifisti. Li chiamano colombe, ma che razza di colombe sono quelle che combattono in continuazione l’una contro l’altra? Il punto è che nessuno è davvero immune dal fanatismo. Anche se non ogni forma di fanatismo è un pericolo mortale». Percorrendo i sentieri suggeriti da Oz in Contro il fanatismo e in In terra d’Israele, Daniele Salvo costruisce drammaturgicamente e mette in scena uno spettacolo di forte impegno sociale e di grande suggestione artistica e intellettuale. Accompagnati dalle belle musiche originali del compositore triestino M° Marco Podda, cinque attori si addentrano nel mondo a noi poco conosciuto di Israele e Palestina, alternando ai momen-ti di recitazione pura, un interessante viaggio visivo, realizzato con videoproiezioni. Daniele Salvo spiega di aver cercato in Contro il fanatismo la testimonianza “super partes” di Amos Oz. L’intellettuale – che è stato uno dei primi a sostenere la “soluzione dei due Stati” per il conflitto arabo-israeliano dopo la “Guerra dei sei giorni” – ci fa infatti comprendere come non ci siano eroi o uomini nel giusto o nel torto, ma due ostinazioni, due pensieri inconciliabili che con-tinuano ad affrontarsi sullo stesso territorio. Ci avverte di quanto il fanatismo faccia parte delle nostre vite, si insinui inavvertitamente nei nostri comportamenti quotidiani e cambi il nostro modo di percepire la realtà. È un condizionamento pesante che ha le sue radici nella rettitudine inflessibi-le, nella convinzione di essere nel giusto. Terra di Confine fa compiere allo spettatore un viaggio nelle terre di Israele, nei villaggi più remo-ti e nelle grandi città, alla ricerca di opinioni e pensieri sull’uomo israeliano, ebreo, palestinese, musulmano. E li riceve da persone comuni che discutono con calore, manifestando liberamente le proprie opinioni politiche, accusando e difendendo, arrivando quasi al linciaggio, dimostrando un insanabile odio verso il diverso, ma che assieme a Oz talvolta riescono a farci intravvedere una via possibile per cambiare e non permettere al fanatismo di instillarsi nelle nostre vite, o di distrugger-le. Un pericolo che oggi contamina l’Europa intera..

dal 5 al 10 aprile 2016 Sala Bartoli

TERRA DI CONFINEdi Daniele Salvo ispirato agli scritti di Amos Oz regia di Daniele Salvocon Alfonso Venerosoelementi scenici di Fabiana Di Marco costumi di Susanna Proiettimusiche originali di Marco Podda immagini video Indyca, Torinoproduzione Fahrenheit 451 Teatro

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ALTRI PERCORSI

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Era il 2003 quando grazie alla collaborazione del Teatro Stabile regionale, Notre Dame de Paris nell’allestimento kolossal di David Zard arrivava a Trieste, in scena al Palazzetto dello Sport: fu un evento cui partecipò con curiosità tutta la città e l’afflusso fu tale da giustificare un ritorno dello spettacolo l’anno successivo. Le amatissime musiche di Riccardo Cocciante interpretate da artisti sempre di ottimo livello (i fan non avranno certo dimenticato le struggenti esecuzioni di Giò di Tonno, la sensualità di Lola Ponce, la potenza di Matteo Setti, primi interpreti del musical), un sensibile lavoro di scrittura di Luc Plamondon effettuato sull’immortale capolavoro ottocentesco di Victor Hugo, una regia incal-zante arricchita da coreografie molto innovative, decretarono per lo spettacolo un successo allora senza pari. Lo spettacolo ha continuato a girare per anni (si è festeggiato, con un tour e un cast speciale, addirittura il decennale dell’allestimento), è stato ripreso, proposto in televisione… Assai raramente però è entrato in un teatro: solo un paio lo hanno potuto contenere oltre al Rossetti.È quanto accadrà nella stagione 2015-2016, quando la bella cornice del Politeama potrà ospitare una versione di Notre Dame de Paris che nulla avrà perso in fascino e sfarzo rispetto all’origina-le e permetterà al pubblico di godere di tutte le sfumature interpretative e dei particolari che una dimensione da palasport negava di cogliere.Top secret ancora sul nuovo cast, per cui sono prossime le selezioni: le notizie saranno diffuse al più presto dalla produzione.Nell’attesa gli appassionati potranno ripercorrere le belle canzoni fra le quali vanno certo men-zionate Il tempo delle cattedrali (cantata da Gringoire il poeta), Zingara (interpretata dalla bella Esmeralda che vi racconta la sua storia e i suoi sogni), Il papa dei folli cantata dal gobbo, cam-panaro di Notre Dame, che vi esprime una pazza dichiarazione d’amore per Esmeralda. E sono indimenticabili anche Cuore in me (interpretata da Febo), la struggente Bella (in cui Quasimodo il campanaro, Frollo l’arcidiacono e il capitano Febo danno voce al loro desiderio per la zingara) e Le Campane in cui Quasimodo cantava in una sorprendente cornice scenografica.Tuttora considerato lo spettacolo musicale di maggior successo nella storia della Francia - da dove è partita la sua sfavillante parabola - Notre Dame de Paris è stato accolto con eguale calo-re in tutto il mondo: è da brivido la cifra totale degli spettatori che lo hanno applaudito, che supera largamente i 10 milioni di persone.Numerosi sono anche i riconoscimenti ottenuti dall’opera rock di Cocciante e Plamondon: tra i più prestigiosi figurano il Premio Victoire de la Musique come “spettacolo dell’anno” nel 1999, mentre nel 2000 gli ascoltatori del canale televisivo TF1/RTL votano Belle come la canzone più bella del secolo.

dal 6 al 10 aprile 2016 Sala Assicurazioni Generali

in collaborazione con EnzoDavid Zard presenta

NOTRE DAME DE PARISmusiche Riccardo Cocciante liriche Luc Plamondonversione italiana Pasquale Panella

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MUSICAL & EVENTI

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EVENTI INTERNAZIONALI

Lea Barletti e Werner Waas da 15 anni vivono e lavorano insieme, fra Roma, Monaco di Baviera e attualmente Berlino.Il loro spettacolo ci collega alla dimensione di scambio e confronto fra lingue, culture, tradizioni teatrali che in questa stagione si è voluta sostanziare anche attraverso la proposta di prosa: i due attori si impegnano infatti su un testo di Peter Handke, scrittore carinziano considerato fra i più importanti autori contemporanei europei.Selbstbezichtigung/Autodiffamazione è un gioco che sospende, almeno per la durata dell’e-sperienza comune di un’ora, i confini fra spettatori e attori. “Accettare di fare parte di un gioco”, vedere sé stessi mentre si osserva una coppia di sconosciuti, sentire sé stessi, comprendere sé stessi, come se si stesse lì, al loro posto. Attori che forse parlano della propria vita, o di quella altrui, di sconosciuti, che però loro capiscono, e tutto ciò per mezzo di un testo che in realtà con-siste solo di luoghi comuni, di modi di dire, che tutti noi abbiamo già utilizzati almeno una volta mentre prendevamo coscienza della nostra esistenza, mentre ci ribellavamo contro il livellamento come potenzialmente è insito in ogni terminologia presa in prestito.Questo è l’esperimento sociale, la provocazione, il coraggioso spingersi oltre le forme attuali di società alla base dello spettacolo. I protagonisti confidano in modo oggi quasi desueto nella strut-tura di un testo, nelle frasi, come impalcatura per un gioco con la lingua e con la comunicazione. «Il nostro tempo ha bisogno di frasi» scrivono. «Esse acquistano il loro potenziale non integrabile, irritante e liberatorio soltanto nel prendere forma, nel loro ordinamento ritmico. Questo processo che rende visibili le frasi e ciò che possono significare, con la lingua come campo da gioco per il confronto sociale e per la presa di coscienza individuale, è il cuore di questa pièce».«Il nostro spettacolo – sostiene Werner Waas – punta su pochissimi mezzi di forte impatto: gli attori, il testo, la situazione dell’essere spettatori come atto collettivo di una società fatta d’indivi-dui. Gli attori stanno lì, dapprima nudi, poi vestiti e dicono il testo. Ma in questo stare lì e in questo dire il testo diventa visibile tutto ciò che caratterizza il nostro presente: l’isolamento, la continua violenza perpetrata sul proprio spazio interiore, il desiderio d’intimità, l’essere impacciati nell’uso della lingua, lo scandalo di un sentimento collettivo, il disorientamento politico, il miracolo dell’em-patia che sopravvive nonostante tutto, la storia comune che ci lega tutti in quanto esseri di questa terra».Lo spettacolo, che è già stato rappresentato in Germania e in Italia, è perfettamente bilingue e, assicurano i protagonisti, «è immediatamente accessibile a gente senza preparazione particolare, né per quanto riguarda il teatro, né per la letteratura, gente che non conosce Handke (…) ragaz-zi giovani, cresciuti col mondo comunicativo dei social network, che scoprono ora in teatro, nel quale sono capitati per caso o per chissà quale motivo, d’un colpo l’immediatezza e l’intensità della lingua. Selbstbezichtigung/Autodiffamazione è un antidoto contro le futilità, la superficia-lità, contro la sensazione di rumore diffuso».

dal 12 al 13 aprile 2016 Sala Bartoli

SELBSTBEZICHTIGUNGAUTODIFFAMAZIONEdi Peter Handke traduzione di Werner Waascon Lea Barletti, Werner Waasmusiche di Harald Wisslerin collaborazione con Goethe Institut

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«Monique, una laica alla rincorsa di se stessa, e Koch, intellettuale cattolico amministratore di beni ecclesiastici che ha perso denaro e fede, sono due borghesi che si sono persi in una nuova ‘giungla della città’ dove resistono magazzini abbandonati attraversati da un’autostrada e dove Koch desidera essere ammazzato» sintetizza il regista Paolo Magelli. «Nel frattempo – continua – una famiglia di immigrati sudamericani, un giovane delinquente di belle speranze e una misteriosa creatura nera ci insegneranno con comica cattiveria chi siamo, dove stiamo andando e perché la nostra battaglia di sopravvivenza è definitivamente perduta. Quai Ouest è un grande, graffiante, tragico affresco che annuncia la fine della nostra cultura e della nostra civiltà e che fa violenza ai valori morali e politici sui quali è basata la nostra società, mettendo in discussione in modo tragi-comico la sopravvivenza della nostra cultura e quella dei nostri popoli». Portato in scena da un ensemble di attori – capitanati da Paolo Graziosi – che la critica ha definito superlativi, questa “discesa agli inferi” costruita da Bernard-Marie Koltès è un affresco disperato e presago, che pone dinnanzi lo sconforto di borghesi e clandestini sullo sfondo di un porto spor-co e abbandonato. Vi si intuisce la forza distruttiva, ma armata anche di ironia, di un autore fra i più affascinanti del teatro contemporaneo: «Bernard-Marie Koltès – spiega infatti Franco Cordelli, recensendo lo spettacolo per il Corriere della Sera – scrisse Quai Ouest in occasione di un viaggio negli Stati Uniti. Eravamo all’inizio degli anni Ottanta, aveva poco più di trent’anni, morì a quarantuno nel 1989. Koltès continuamente abbandonava Parigi, ma vi tornava per nostalgia, era il luogo del rifiuto e della nostalgia». Tradotto e rappresentato in Italia grazie in particolare alla sen-sibilità di Franco Quadri, Koltès è un autore molto interessante, per il linguaggio modernissimo, tal-volta violento e allo stesso tempo assolutamente accurato, elegante, ricco di metafore, musicale. La forza del suo teatro è proprio la parola, che si snoda in dialoghi importanti e lunghi attraverso la cui architettura i personaggi si affrontano. Quai Ouest andrà in scena nella bella sala del Teatro Stabile Sloveno di Trieste, una scelta che si sviluppa in seno alla incrementata collaborazione e sinergia fra i due teatri stabili pubblici della città, affini per prospettive, modalità di lavoro e utopie. L’idea che ispira la scelta di programmare uno degli spettacoli in cartellone, nella sala di via Petronio, è quella di offrire al pubblico una pro-spettiva sempre più ampia e armoniosa di scelte. L’allestimento che Paolo Magelli ha confezionato per questo spettacolo, è particolarmente adatto alla funzionale cornice del Teatro Sloveno e riser-verà al pubblico affascinanti sorprese, come il potente acquazzone che inonda gli attori e il palco-scenico nel finale.

dal 13 al 17 aprile 2016 Teatro Sloveno

QUAI OUESTAPPRODO DI PONENTEdi Bernard-Marie Koltès traduzione di Saverio Vertoneregia di Paolo Magelli dramaturg Željka Udovičić con (in ordine di apparizione) Valentina Banci, Paolo Graziosi, Francesco Borchi,Francesco Cortopassi, Fabio Mascagni, Elisa Cecilia Langone,Annapaola Bardeloni, Mauro Malinverno scene di Lorenzo Banci costumi di Leo Kulašluci di Roberto Innocenti musiche di Arturo Annecchinoproduzione Teatro Metastasio Stabile della Toscanain collaborazione con Spoleto57 Festival dei 2Mondi

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«Se si vogliono capire le intermittenze dei trenta-quarantenni, quel mondo di nuove solitudini, nuove famiglie, nuovi linguaggi, bisogna riferirsi al teatro di ricci/forte» scrive Anna Bandettini, criti-ca de La Repubblica. «Spettacoli culturalmente vivi, Troia discount, Imitationofdeath, Pinter’s ana-tomy, Macadamia Nutt Brittle, tutti espressione di una realtà umana che stenta a raccontarsi ma ne ha un bisogno tremendo e dunque getta la maschera col gusto dell’eccesso e un teatro conta-gioso come la peste, di corpi nudi e tacchi a spillo, baci omosessuali, Artaud e paperini di plastica, violenza e borse dell’Ikea che si legano tra loro in quel misto di cultura pop e sogni alla Werther, narcisismo e generosità, compiacimenti e verità in cui, alla fine, ci rispecchiamo un po’ tutti».Il teatro di Stefano Ricci e Gianni Forte rappresenta oggi uno delle punte di diamante della speri-mentazione in Italia ed è considerato un vero “fenomeno” anche all’estero, dove i loro spettacoli sono molto richiesti: per la prima volta in questa stagione approdano al Teatro Stabile regionale con Darling, lo spettacolo nato dall’École des Maîtres 2014 a Udine e già molto applaudito in Francia oltre che sulle scene nazionali.Il titolo – Darling – allude agli affetti “di superficie” che pervadono l’Orestea di Eschilo, trilogia da cui i due artisti hanno preso ispirazione: sono partiti da lì per lavorare assieme alla drammaturgia dello spettacolo, che vanta la regia di Stefano Ricci ed è interpretato da quattro attori che entrano nel percorso creativo e stringono con il pubblico un rapporto di grande intensità.Lo scenario su cui lo spettacolo si apre, è quello della fine della trilogia classica. Come se fosse tutto già avvenuto, l’assassinio di Agamennone ritornato dalla guerra di Troia, da parte della moglie Clitennestra e del suo amante Egisto, lo sgomento della figlia Elettra e l’allontanamento del fratello maschio Oreste, e il ritorno di questi in età adulta per fare vendetta. Una vendetta che compie, spargendo sangue femminile e materno ed attirandosi dunque la furiosa persecuzione delle Erinni… «In un aeroporto della mente - scrivono i due autori presentando il progetto – valvola liminale ancora attiva, l’accampamento profughi dopo la grande onda ripercorre i brividi di un pas-sato attraverso le impronte lasciate sulle cose strappate all’acqua. Senza domicilio etico, atten-diamo la fiamma come scolte in attesa del ritorno del padre guerriero. In questa improvvida fase di transizione si celebra un rito di passaggio all’inverso, come un rigurgitare a fiotti animaleschi e recuperando - dopo il crollo dei panorami ordinati - il tanfo di viscere inondate di sangue giusti-ziere. (…) Gli orrori dell’Orestea, indipendentemente dalla domanda se siano o meno così lontani dai simboli che ci vivono addosso, possono restituirci attraverso l’incubo una nuova piattaforma solida sul quale poggiare le speranze di un futuro? O sarà l’ennesimo padiglione ospedaliero in cui accetteremo la punizione del bromuro mitriale pur di seguire la striscia continua dell’utopica democrazia che ci viene indicata?». L’incursione nel classico di ricci/forte, per contaminazioni, per provocazioni, ci parla di oggi.

giovedì 14 aprile 2016 Sala Assicurazioni Generali

DARLINGdrammaturgia ricci/forteregia di Stefano Riccicon Anna Gualdo, Giuseppe Sartori, Piersten Leirom, Gabriel Da Costamovimenti di Marco Angelillielementi scenici di Francesco Ghisu costumi di Gianluca Falaschisuono di Thomas Giorgidirezione tecnica Alfredo Sebastiano assistente alla regia Liliana Laerauna produzione Romaeuropa Festival e Snaporazvereinin coproduzione con Théâtre MC93 Bobigny/Festival Standard Ideal,CSS Teatro stabile di innovazione del FVG, Festival delle Colline Torinesi

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EVENTI INTERNAZIONALI

Si annuncia fin d’ora come uno dei grandi eventi culturali del 2016 a Trieste e in Friuli Venezia Giulia: il capoluogo regionale e il suo teatro più importante sono stati infatti scelti dal prestigio-so Globe Theatre di Londra per l’unica tappa italiana del tour mondiale dell’Amleto di William Shakespeare. Il tour è partito il 23 aprile 2014 dal ricostruito teatro shakespeariano di Londra, in occasione del 450° anniversario dalla nascita del Bardo, e si concluderà il 23 aprile 2016 con un’ultima rappre-sentazione di nuovo al Globe in occasione del 400° anniversario della morte, dopo aver toccato tutti i 205 Paesi sovrani riconosciuti dalle Nazioni Unite. Un’operazione mai tentata prima da parte di una produzione teatrale, per sottolineare quanto Shakespeare, e l’Amleto in particolare, rap-presentino un patrimonio comune di tutta l’umanità.Non c’è da aspettarsi una produzione kolossal: questa edizione dell’Amleto, diretta da Dominic Dromgoole, direttore artistico del Globe e da Bill Buckhurst, è stata infatti costruita in modo da potersi adattare ai luoghi più disparati. Nei due anni di viaggio intorno al mondo è andata in scena in teatri tradizionali, da Amsterdam a Sarajevo, da Tromsø oltre il Circolo Polare Artico a Danzica, ma anche in sedi prestigiose e non precisamente “teatrali”, come quella dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York o della Folger Shakespeare Library a Washington, sede della più grande raccolta al mondo di testi shakespeariani. Ma è stata rappresentata anche in rinomati spazi all’aperto, come il Castello di Praga, il teatro dell’Isola Margherita sul Danubio a Budapest, la Cattedrale di Yucatàn e le rovine Maya di Copàn in Honduras.«Rappresentare l’Amleto in lingua originale in tutto il mondo è un progetto coraggioso e dina-mico». Sono queste le parole con le quali Peter Brook ha voluto commentare questo ambizioso progetto del Globe per la cui realizzazione sono stati messi insieme due cast di otto straordinari e versatili attori – verrebbe da dire “viaggiattori” – che si alterneranno nei due anni di tour intorno al mondo.L’unica replica in territorio italiano sarà dunque in programma al Politeama Rossetti sabato 16 aprile 2016, a una sola settimana dalla conclusione del Globe to Globe tour e rappresenterà un’imperdibile occasione per celebrare il quattrocentesimo anniversario shakespeareiano per un pubblico, come quello triestino, che ha dimostrato in tante occasioni di amare e apprezzare l’ope-ra del più grande autore teatrale di tutti i tempi. Impossibile non ricordare, infatti, il successo tribu-tato alle produzioni shakespeariane realizzate dal Teatro Stabile: dall’Amleto con Kim Rossi Stuart, ai più recenti Otello con Michele Placido e Re Lear con Roberto Herlitzka e Alessandro Preziosi. Ma anche ai grandi eventi ospiti in lingua straniera, come l’indimenticabile performance di Simon Callow in The Man from Stratford.

sabato 16 aprile Sala Assicurazioni Generali

HAMLETdi William Shakespeareregia di Dominic Dromgoole e Bill Buckhurstcon Ladi Emeruwa / Naeem Hayat, Keith Bartlett, John Dougall, Miranda Foster, Phoebe Fildes, Beruce Khan, Tom Lawrence, Jennifer Leong, Rawiri Paratene, Matthew Romain, Amanda Wilkinscene di Jonathan Fensom musiche di Laura Forrest-Hayaiuto regia Tatty Hennessymovimenti scenici di Glynn MacDonaldcoreografie di Sian Williamsfight director Kevin McCurdy voice & dialect Martin McKellanproduzione Shakespeare’s Globe, Londra

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Uno stile secco, una scrittura affascinante connotano Agota Kristof, l’autrice ungherese che si è rivelata una delle più interessanti personalità femminili della letteratura del Novecento. Ricca anche la sua produzione poetica e drammaturgica dalla quale iniziò, quando lasciato nel 1956 il suo Paese si stabilì in Svizzera e riprese a scrivere e pubblicò in francese, lingua imparata ex novo… Molti gli argomenti di cui si è interessata lungo la sua parabola artistica: nella sua produzione un momento originale è rappresentato da John e Joe una commedia molto poetica e struggente, ma allo stesso tempo divertente. La porteranno sulla scena, diretti da Valerio Binasco, due attori capaci di profondità d’analisi, ma anche poliedrici e disposti al gioco, alla novità. Si tratta di Nicola Pannelli, attore che ha una lunga collaborazione con questo regista e di Sergio Romano, che sarà un piacere riapplaudire allo Stabile regionale, dopo qualche anno d’assenza e dopo tante prove eccellenti (ricordiamo Le Signorine di Wilko e le produzioni A different language e Otello, dove per la sua interpretazione di Jago ha ottenuto premi importanti).«John e Joe è una favola dai toni comici e assurdi, seppure molto realistica, che in apparenza parla di come due strambi clochard passano le giornate, ma in realtà ci racconta come funziona, nella nostra complessa quotidianità, l’economia “mondiale”» evidenzia Valerio Binasco. «È un esperimento di rara intelligenza, che tiene sempre al centro dell’attenzione la “vita” dei personaggi, la loro giocosa “teatralità”, e la loro “funzione metaforica”». Anche per questo motivo la sua scelta degli attori è stata assai accurata e consapevole: «Voglio lavorare a questo testo come se fosse una visione poetica e politica insieme, come se l’ispirazione di “Godot” fosse sempre ben pre-sente; e nel contempo dovrò approfondire quel fantastico gioco di “clown stralunati” che la storia richiede, e che risulterebbe affascinante comunque, anche se parlasse d’altro, perché l’inerme innocenza dei due protagonisti ha anche un tono lirico commovente» conferma Binasco.«Ecco perché – conclude – per me sono molto importanti questi due attori, Sergio Romano e Nicola Pannelli, ed è fondamentale che siano proprio loro gli interpreti dei due personaggi “magi-ci” che ha creato la Kristof. Con questi attori è in corso da tempo uno studio di approfondimento sulla recitazione del “clown lunare”, di vaga parentela con Stan Laurel e Keaton. Questo lavoro ci permetterebbe di trarre le fila di un percorso iniziato con dei fool shakespeariani, e poi continuato nelle maschere di Goldoni. È un materiale di recitazione (ispirato “modernamente” alla tradizio-ne) molto ricco, che potrebbe dare un contributo importante alla comicità onirica del testo della Kristof. In conclusione vorrei ribadire che questo gioiellino della letteratura teatrale contemporanea, è anche un gioco poetico sulle crudeltà insensate dell’economia. È un gioco sul denaro, sul capi-tale, sulla ricchezza e sulla rovina. Che siano due nullatenenti, dei sans papier, dei buffi da varietà a illustrarci la favola del denaro, è un’intuizione poetica molto felice».

dal 19 al 24 aprile 2016 Sala Bartoli

JOHN E JOEdi Agota Kristof tradotto da Pietro Faiellaregia di Valerio Binascocon Nicola Pannelli, Sergio Romanoaiuto Regia Aleph Violarealizzazione scene di Mario Fontanini riprese Making of Deniz Ozdoganriprese video integrale Lucrezia Le Moliproduzione Narramondo Teatro/Popular Shakespeare Kompany Fondazione Teatro Due Parma

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Moni Ovadia ed Enzo Jannacci: sembrerebbero due mondi lontani, ma basta uno spettacolo, dalla cifra molto originale, per insegnarci che non è così. Moni Ovadia sarà sul palco, supporta-to dal notevole talento di Alessandro Nidi al pianoforte, per fare omaggio all’artista, cabarettista, cantautore, ma anche cardiochirurgo, da lui molto stimato, inarrivabile nel suo essere stralunato e surreale.«Il suo talento di musicista si esprimeva al meglio nel jazz come nel rock – ha scritto Ovadia su La Stampa nell’aprile 2013, quando è mancato il cantautore – ma la fonte più intima della sua prodigiosa ispirazione era l’humus poetico-culturale delle periferie urbane e specificamente quelle della sua Milano. La “capitale morale”, quando Jannacci fece la sua comparsa sulle scene della canzone e del cabaret, era una metropoli industriale in pieno ed impetuoso sviluppo, dava lavo-ro, chiamava gli immigrati dalle periferie meridionali orientali ed isolane dello Stivale. Ma la stessa orgogliosa città, albergava nei suoi interstizi e nei suoi sottofondi, la povera gente, i disperati, i fuori di testa, gli esclusi, i sognatori senza voce, i terroni, gli abbandonati dall’amore e dalla vita, le puttane navi scuola da strada e da cinema. Di tutti questi poveri cristi, lui è stato il cantore assolu-to. Jannacci ne ha colto, incarnato e raccontato la storia, le emozioni, i sentimenti e la vita vera. Di quel popolo ha interpretato la malinconica, maleducata e balorda grazia, ha rivelato che la poesia dei luoghi, fiorisce nei gesti impropri e sgangherati degli ultimi fra gli ultimi, nella loro grandiosa lingua gaglioffa e sfacciata. Enzo non era nato povero cristo, aveva fatto ottimi studi in ogni senso, ma quella condizione l’aveva incorporata con arte alchemica».Ed è questo Jannacci ad essere evocato sul palcoscenico, attraverso tante delle sue canzoni dia-lettali, rock, jazz, che fin dagli anni Cinquanta aveva ideato, collaborando con amici della statura di Dario Fo e Giorgio Gaber e ispirando altri personaggi di spettacolo, tra cui Renato Pozzetto, Diego Abatantuono, Massimo Boldi.Sarà lo stesso Ovadia ad interpretare i brani di Jannacci, confermandosi ancora una volta ecletti-co e curioso sperimentatore, singolare protagonista del teatro e in particolare del teatro musicale contemporaneo, che attraversa – come in passato, anche in questo caso – forte di una perso-nale e mai banale ricerca espressiva. Così ascolteremo brani in vernacolo e ne canteremo altri, diventati ormai i nostri classici: dall’irrinunciabile Vengo anch’io, no tu no a L’Armando, da Ma mi a Vincenzina e la fabbrica, da El purtava i scarp del tennis a una suite per piano… E alla musica, l’attore alternerà il contrappunto di un fluire di pensieri, ricordi, racconti. Jannacci cantore dei “poveri cristi” gli offre infatti un aggancio al suo passato, alla condizione di profugo nella periferia milanese, dando la stura ai ricordi della famiglia, della sua infanzia in quell’affascinante città in espansione.

dal 27 al 29 aprile 2016 Teatro Miela

IL NOSTRO ENZORICORDANDO JANNACCIvoce Moni Ovadiapianoforte Alessandro Nidiproduzione Promo Music

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ALTRI PERCORSI

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MUSICAL & EVENTI

Innanzitutto, dimenticate completamente la razionalità: ne Le Cirque Invisible di Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplin c’è posto soltanto per la fantasia. E già che ci siamo, dimenticate anche tutta la tecnologia ultramoderna e sofisticata che ci sta rendendo frenetici e nevrotici… A questo punto potete rilassarvi, abbandonarvi alla leggerezza e… dimenticare di essere cresciuti. È con questa disposizione d’animo, con sguardo bambino, che ci si deve avvicinare al petit-cirque di questi due grandi artisti, che hanno rivoluzionato il mondo del circo e del teatro originando quel meraviglioso cortocircuito che ha dato vita a tutto il noveau cirque.Jean Baptiste Thierrée, infatti, ha fondato la sua compagnia di circo nel 1970 e in quegli stessi anni ha conosciuto Victoria Chaplin, talentuosa figlia di Charlie Chaplin, che è divenuta la sua compagna d’arte e di vita. Lanciato al Festival d’Avignon, dove la stampa ed il pubblico ne furono immediatamente conquistati, il loro circo ha continuato da allora ad avere successo in Francia e poi a livello internazionale.Lo spettacolo che presentano a Trieste è il trionfo dello stupore e dell’incanto: trucchi, battute, gag, acrobazie si susseguono incalzanti, lasciando il pubblico completamente avvinto da trovate curiose, il cui minimo comune denominatore è la leggerezza.Tutto nasce dalla genialità e dalla fantasia dei due artisti, di temperamento assai diverso anche in scena: Jean Baptist Thierrée crea un immediato legame di simpatia con il pubblico grazie ai suoi modi di bambino-vecchio e facendo costantemente parodia di quelli che sono i giochi di prestigio e gli altri numeri tipici del circo. Victoria Chaplin è invece la perfezione, la delicatezza, l’eleganza: si pone sulla scena con un’espressione un po’ spaesata, ma poi lascia il pubblico senza fiato muovendosi sul palco su un incredibile marchingegno a ruote, o con divertenti invenzioni di tra-sformismo, o diventando un’ineccepibile donna-orchestra alle prese con un concerto di pentole, bicchieri e cucchiai… In loro si condensa l’arte del clown e dell’acrobata, dell’illusionista e del fantasista.Gli “effetti speciali” non ci sono: o meglio, nascono tutti dalla loro immaginazione e dalla dedizione che sicuramente è dietro ad ognuno dei numeri che propongono, e che solo agli occhi del pubbli-co sembrano fluire senza fatica.Loro compagni sulla scena sono una frotta di conigli, colombe, papere, che “intervengono” in diversi momenti, per nulla a disagio.Lo spettacolo ci trasporta con eleganza in una dimensione metafisica: adatto al pubblico d’o-gni età, è però molto raccomandato agli adulti che hanno dimenticato la gioia dello stupore. Le Cirque Invisible saprà restituire loro quel piacere: ne avranno la prova durante il numero delle bolle di sapone che Thierrée colpisce con un martello provocando per ognuna un suono di cam-panella… Sorriderete a quel suono, ma ci crederete un po’: è l’incantesimo teatrale de Le Cirque Invisible.

dal 28 aprile al 1° maggio 2016 Sala Assicurazioni Generali

LE CIRQUE INVISIBLEsoggetto, interpretazione e regiadi Jean Baptiste Thierrée e Victoria Chaplindisegno luci Nasser Hammaditour italiano a cura di Live Arts

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Una decina di straordinari danzatori, si impegnano davanti ai nostri occhi, completamente immer-si… in un mondo virtuale: danzare in un simile contesto per loro – ma anche per chi guarda – è un’esperienza del tutto inedita, emozionante e sorprendente. Pixel è infatti un incredibile, poetico e fantasmagorico incontro fra danza e tecnologia 3D, reale e virtuale come non lo abbiamo mai visto. L’energia e il virtuosismo della danza hip-hop incontrano la bellezza dell’illusione di un mondo vir-tuale, fatto di sintesi numeriche e immagini elettroniche, liriche e coinvolgenti, che tuttavia mettono la persona con le sue storie e le sue emozioni al centro di tutto. La tecnologia al servizio di un racconto che si trasmette attraverso il movimento e la musica, la coreografia e tutto un assieme di possibilità di illusione e magia visuale che impreziosisce all’estremo la totalità dell’espressione.Dall’incontro di Mourad Merzouki e gli artisti Adrien Mondot e Claire Bardainne nasce dunque uno spettacolo in cui le arti si incrociano fra loro inventando un linguaggio nuovo e unico. Un viaggio accompagnato dalla musica avvolgente e vellutata di Armand Amar. Un viaggio vicino al nostro tempo, se pensiamo che siamo attorniati dalla tecnologia digitale, cir-condati da schermi video, immagini che ci informano, ci catturano, ci “guidano” attraverso le città, ci monitorano, ci permettono di comunicare a 360 gradi anche con chi è molto lontano da noi… È sufficiente attraversare una grande metropoli per immaginare come saranno le città del domani: connotate da una ancor più forte esposizione alle immagini. Pixel anticipa la sensazione di non riuscire più a distinguere la realtà dal mondo virtuale portando ad un nuovo approccio esplorativo di queste tecnologie con e per la danza: un’esperienza entu-siasmante e addirittura vertiginosa per i ballerini che hanno colto la sfida di far dialogare questi due mondi con l’intento di trovare un sottile equilibrio tra queste due arti senza che l’una arrivi mai a prevalere sull’altra. Potente in ciò è stato l’apporto d’energia e virtuosismo dell’hip-hop, l’eclet-tismo fra poesia, sogno, forza che connota la compagnia Käfig, diretta dal coreografo Mourad Merzouki.La fama del gruppo esplode nel 1998 con Récital, strabiliante incontro tra l’hip hop ed un violinista classico: lo spettacolo vanta una tournée internazionale di tre anni che tocca oltre 40 paesi. Da allora Mourad Merzouki non smette di rinnovare il linguaggio dell’hip-hop provocandolo, sdoga-nandolo dal suo significato meramente sociale per portarlo sulla scena, con una grande diversità coreografica, scenografica ed estetica. Käfig è, attualmente, una delle più importanti compagnie di hip-hop in Francia e s’impone per il suo stile unico, nutrito dallo spirito d’apertura verso altri lin-guaggi coreografici ed artistici.

martedì 3 maggio 2016 Sala Assicurazioni Generali

PIXELdirezione artistica e coreografia di Mourad Merzoukicreazione digitale di Adrien Mondot, Claire Bardainne creazione musicale di Armand Amarmusica addizionale, contralto Anne-Sophie Versnaeyencon Rémi Autechaud in arte RMS , Kader Belmoktar, Marc Brillant, Elodie Chan, Aurélien Chareyron, Yvener Guillaume, Amélie Jousseaume, Ludovic Lacroix, Xuan Le, Steven Valade,Médésséganvi Yetongnon in arte Swingprogrammazione batterie “Les Plocks”, Artback Society Stéphane Lavallée e Julien Delaune registrazione, mixaggio, creazione suono di Vincent Joinville ricerca suoni Martin Fouilleul assistente alla coreografia Marjorie Hannoteaux luci di Yoann Tivoli, assistito da Nicolas Faucheuxscenografia di Benjamin Lebreton costumi di Pascale Robinpitture Camille Courier de Mèré, Benjamin Lebretonproduzione Centre Corégraphique National de Créteil et du Val-de-Marne/Compagnie Käfig

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DANZA & DINTORNI

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Oggi Marco Paolini è senza alcun dubbio fra gli artisti più amati dagli spettatori dello Stabile regio-nale: vi ha presentato, acclamatissimo, quasi tutti i suoi spettacoli, talvolta di denuncia (Racconto per Ustica, Parlamento chimico), altre volte incardinati su osservazioni e ricordi (Il Milione, Bestiario Veneto), altre ancora raccontando personaggi celeberrimi o grandi avventure (Itis Galileo, Il Sergente, la recente Ballata di uomini e cani). Un itinerario intelligente, originale che è partito nel 1996 da Il racconto del Vajont, in cui Paolini collaborava – come nuovamente accade ora – con un altro grande del teatro italiano contemporaneo, Gabriele Vacis.Si tratta di due artefici della lunga e felice stagione del teatro di narrazione, legati da una lunga amicizia e da molti progetti comuni, uno dei quali portano ora sui palcoscenici: Hamlet in Jerusalem, un’avventura che ha radici lontane.L’idea nasce infatti nel 2008 a Gerusalemme, al Palestinian National Theatre di Gerusalemme Est, sotto l’egida del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione per lo Sviluppo: si tratta di una scuola di recitazione per ragazzi palestinesi, allievi la cui voglia di lavorare in teatro è più forte delle difficoltà di attraversare ogni giorno checkpoint e pregiudizi sociali. L’anno successivo, in Italia, il laboratorio prosegue ad Alessandria, dove i ragazzi lavorano anche con Laura Curino, Emma Dante, Valerio Binasco, Alessandro Baricco, Roberto Tarasco. La scuola TAM (si chiamava così: Theatre and Multimedia Arts) ha presentato i risultati del proprio lavoro alla Biennale di Venezia, al Teatro Valle di Roma e alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano.Nucleo fondamentale della didattica di Vacis è la “schiera”, un processo che unisce movimento e attenzione che da tempo è alla base dei lavori del regista: «Schiera è l’esercizio che sto elaboran-do da molti anni. Insegna a vedere quello che si guarda e ad ascoltare quello che si sente. Saper vedere, sapere ascoltare, è necessario per un attore che voglia essere autore della propria presen-za in scena. La schiera insegna ad ascoltare e a vedere, poi è un luogo in cui si può improvvisare liberamente». E la chiave per poter ascoltare e realizzare un percorso teatrale è partire dall’Amleto di Shakespeare, dalla consapevolezza che in esso si scorgono tutte le sfaccettature della vita, anche quelle complicate dalle esperienze di chi vive in Palestina: i riti di passaggio, il rapporto uomo/donna, il conflitto con la famiglia, le generazioni a confronto, la rabbia, la pazzia, l’amore. Affascinante che, ancora una volta, la forza e la fragilità, la rabbia e la gioia che appartengono ai giovani, siano condensati in un capolavoro del grande scrittore inglese, vissuto 400 anni fa.

dal 4 all’8 maggio 2016 Sala Assicurazioni Generali

AMLETOA GERUSALEMMEPALESTINIAN KIDS WANT TO SEE THE SEAdi Gabriele Vacis e Marco Paoliniregia di Gabriele Vaciscon Marco Paolini e cast in via di definizioneproduzione Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale

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Un altro impegno che vedrà in primo piano gli attori della Compagnia Stabile, che incontrano - per affrontare questa corrosiva commedia – un regista dalla grande preparazione, freschezza, sense of humour. Si tratta di Fausto Paravidino, che la platea del Politeama Rossetti ha spesso ammirato in veste di autore, attore e recentemente anche per le doti registiche (lo scorso anno, ad esempio, è stata molto amata la commedia I vicini da lui scritta e diretta).In questa nuova produzione, affronta la drammaturgia piacevole, garbata e assieme corrosiva di Ferenc Molnàr, autore nato alla fine dell’Ottocento, ma dal piglio molto moderno, come dimostra ne La cena.Il plot vuole che un direttore di banca, il giorno del suo compleanno inviti gli amici a cena. È un anniversario speciale per lui: giunto all’apice della carriera, vuole condividere questo momento con le persone che più gli sono vicine, con le quali ha condiviso tanti momenti importanti. Prepara anche un discorso per ringraziare tutti ma, proprio mentre lo legge, il maggiordomo comunica che alla porta c’è un uomo: un ispettore di polizia venuto proprio per lui, per il direttore… Scompiglio tra i convitati; qualche domanda, qualche sguardo, e tutto all’improvviso cambia di prospettiva. Le persone radunate attorno a quella tavola sono ancora gli amici che qualche istante prima brinda-vano e ridevano? Tutto il sostegno avuto nel costruire questa luminosa carriera è sempre avvenuto alla luce del sole e nella piena legalità?Con una capacità straordinaria nel costruire dialoghi che, attraverso la massima levità, in un momento spalancano davanti agli occhi dello spettatore mondi ben più grevi, l’incantevole autore de I ragazzi della via Pàl dipinge una società della quale la corruzione sembra il tratto essenziale: che non lascia scoperta alcuna ruota dell’ingranaggio, perfettamente oliato, entro cui la Classe Dominante si muove. Un mondo lontano dal nostro quotidiano? A vedere le reazioni dei singoli personaggi ai vari coups de scène che si susseguono nella serata, non sembrerebbe proprio; la casta, gli interessi, i tradimenti, i regali, i ricatti, il gioco degli amanti e degli affari non sono affatto così lontani nel tempo e anzi, ti chiedi: ma davvero l’ha scritto Molnàr nel 1930?!«Nato nel 1878 a Budapest; 1895: studente di diritto a Ginevra; 1904: giornalista e scrittore noto; 1914: commediografo ancora più noto; 1930: vorrei ancora essere studente a Ginevra…» poco prima di morire, nel 1952, Ferenc Molnàr sintetizzava così la propria vita: poche righe che danno già prova della sua abilità di scrittore, della sua ironia venata di scetticismo, ma anche del suo gio-coso attaccamento alla vita.Accenti che connotano appieno la sua ampia ed eclettica opera letteraria, che comprende romanzi, novelle, commedie teatrali, articoli giornalistici. Di origini ebraiche, agli albori della secon-da guerra mondiale fugge negli Stati Uniti, dove continua a scrivere e lavorare. Molte delle sue commedie - come Il cigno, divenuto un delicato film con Grace Kelly - sono state adattate da penne celebri, quali Tom Stoppard o Arthur Miller, per la radio ed il cinema.

dal 5 al 22 maggio 2016 Sala Bartoli

LA CENAdi Ferenc Molnarregia di Fausto Paravidinocon la Compagnia del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia Filippo Borghi, Adriano Braidotti, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana,Francesco Migliaccio, Maria Grazia Plos e due attori in via di definizioneproduzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia

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Giornalista e scrittore dallo sguardo acuto sulla contemporaneità, ma anche personaggio eclettico e protagonista di un nuovo “teatro-canzone” che ha saputo conquistare pubblico e critica, Andrea Scanzi è molto amato allo Stabile regionale. Vi hanno ottenuto ottimi esiti entrambi i suoi primi lavori, Gaber se fosse Gaber nel 2013 e nella scorsa stagione Le cattive strade, ospitato al Teatro Miela. Con un nuovo titolo, ancor più personale e attuale dei precedenti, sarà protagonista anche quest’anno, dividendo la scena nuovamente e con molto affiatamento con Giulio Casale, eclettico e appassionato musicista.Il sogno di un’Italia – 1984-2004 Vent’anni senza andare mai a tempo analizza quella stagio-ne in cui la generazione dei quarantenni, a cui anche Scanzi e Casale appartengono, sognava di rivoluzionare l’Italia ed ha invece fallito. «Nello spettacolo dal sottotitolo dolentemente jannacciano – scrivono i due autori – c’è la politica che non riesce più a generare appartenenza e c’è l’arte – musica, cinema, letteratura, giornalismo – che diventa fatalmente politica e dunque forse militanza. Un tempo “ragazzi selvaggi”, ma solo nelle canzonacce dei Duran Duran, i quarantenni di oggi sognavano il cambiamento e si sono ritrovati prima Berlusconi e poi Renzi. Volevano la rivoluzio-ne, ma solo nelle t-shirt. Cercavano un nuovo centro di gravità permanente, ma – per ignavia o quieto vivere – rischiano di avere inguaiato l’Italia. Uno spettacolo dedicato a chi quegli anni li ha vissuti, ma rivolto anche a coloro che oggi hanno 20-30 anni e si battono per un Paese migliore». Così i due protagonisti – seguendo la cifra stilistica che è loro propria e che intreccia narrazione a momenti musicali e a testimonianze iconografiche – iniziano a chiedersi come sia stato possibile sopportare vent’anni di Berlusconi, poi riflettono sull’arrivo di Renzi e si interrogano sul motivo per cui in Italia la norma è eccezione e l’anomalia immorale è spesso regola… Analizzano il loro tempo: 1984-2004 gli anni in cui le cose sarebbero potute cambiare, ma non è accaduto. E così le riflessioni di Scanzi viaggiano dalla morte di Enrico Berlinguer all’ultima fuga di Marco Pantani, i video rinforzano le emozioni. La voce di Casale ribadisce le emozioni di quegli eventi, svolge in note il filo del tempo che lega l’edonismo degli Ottanta al sangue del G8 di Genova, intonando canzoni da Bennato agli U2, da Gaber a Jeff Buckley, da De Gregori a Eddie Vedder. Di questi vent’anni si reincontrano miti ed eroi, la disillusione di Mario Monicelli e la lotta solitaria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, il vuoto lasciato da tanti volti e nomi come Troisi, Senna, Pantani. Passando da un errore a un esempio brillante, da un dramma a un sorriso, Scanzi e Casale percorrono questo tempo – che sembra essere volato in un soffio, lasciando la sua gene-razione quasi incredula – armati di senso critico, ma senza mai abbandonare l’idea e il desiderio di una evoluzione positiva e definitiva, una ripartenza decisa sulla strada indicata dalle eccellenze che comunque, in Italia non sono mai mancate.

martedì 10 maggio 2016 Sala Assicurazioni Generali

IL SOGNODI UN’ITALIA1984-2004VENT’ANNI SENZA ANDARE MAI A TEMPOtesti di Giulio Casale e Andrea Scanzi narrazione di Andrea Scanziinterpretazioni di Giulio Casaleproduzione Promomusic

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ALTRI PERCORSI

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Miloš BUDINpresidente

Giuliano ABATEvicepresidente

Fabia BENSIFlavia LEONARDUZZIChiara VALENTI OMEROconsiglieri

collegio dei revisoriManuela SIMONETTIpresidente

Giuseppe DI BARTOLO ZUCCARELLOCristina SBAIZERO

sociComune di TriesteRegione Autonoma Friuli Venezia GiuliaProvincia di PordenoneProvincia di TriesteCamera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di TriesteUnicredit Banca Spa

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Teatro Stabile del Friuli Venezia GiuliaTeatro di Rilevante Interesse CulturaleLargo Giorgio Gaber, 134126 TRIESTEtel. 040.3593511 - fax 040.3593555www.ilrossetti.it e-mail [email protected]

La presente pubblicazione è stata realizzatadall’ufficio marketing e comunicazionedel Teatro Stabile del Friuli Venezia GiuliaTesti di Ilaria LucariCollaborazione all’impaginazione Greta PetronioSupplemento al numero 231 di Trieste a Teatroaut. trib. di Trieste n° 846 del 30.7.1992direttore responsabile Stefano Curti

Stampa ART Group / Trieste

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Stefano CURTIdirettore organizzativo

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Paolo GIOVANAZZIresponsabile tecnico

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Massimo CARLIAlberto CASTELLACCIChristian CERNEDavide COMUZZIGianluca LA ROSAGiuliano LATTANZIOAlessandro MACORIGHRoberto SAULEPaolo SAVIORosaria SCHIRALDIRoberto STARECMassimo TATARELLACarlo TURETTABorut VIDAUGiorgio ZARDINIValentina ZOGOVICHufficio tecnico

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Alessandro ALTINEmmanuele BONNESOriana CRESSIMarzia GALANTEGreta PETRONIOufficio marketing e comunicazione

Ilaria LUCARIresponsabile ufficio stampa

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Comune di Trieste

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