Rosarno. La sicurezza fa affari

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MERCOLEDÌ 28 APRILE 2010 il manifesto pagina 15 TERRITORI Rosarno PRIMO MAGGIO Cgil, Cisl e Uil a Rosarno: «La Calabria che non si arrende» Raffaella Cosentino Antonello Mangano ROSARNO C hiusa la stagione della raccolta delle arance, a Rosarno si apre quella dei fiumi di denaro pubbli- co in nome della "sicurezza". Progetti a sei zeri nati con le due rivolte degli afri- cani che a dicembre 2008 e a gennaio 2010 crearono attenzione sulle condi- zioni miserevoli dei braccianti stagiona- li. Soldi che arrivano in un territorio do- minato dalle ‘ndrine dei Pesce e dei Bel- locco con il comune sciolto per infiltra- zioni mafiose. La misura è stata anche prorogata di altri sei mesi per le stesse motivazioni, il pericolo di inquinamen- to delle istituzioni da parte della ‘ndrangheta. I tre milioni di euro in arri- vo dal ministero dell’Interno erano sal- tati fuori già alla fine della caccia ai neri che è stata la vergogna dell’Italia nel mondo. Finanziamenti elargiti una manciata di giorni prima della guerri- glia urbana dei rosarnesi contro i lavora- tori africani che per la seconda volta in due anni si erano ribellati alla violenza delle ‘ndrine. In comune c’è un’attività febbrile di studi di fattibilità, progettazioni, consul- tazioni per presentare progetti sui mi- granti dalle finalità più varie. Corsi di formazione per istruire gli africani nella raccolta di clementine e agrumi, avvia- mento al lavoro nei campi, laboratori, esposizioni e perfino un "albergo diffu- so" su tutta la Piana di Gioia Tauro. Sal- ta all’occhio la sproporzione tra il volu- me dei finanziamenti e il numero di al- loggi previsti per gli immigrati, conside- rato che l’emergenza umanitaria che vi- vono ogni inverno duemila braccianti stagionali stranieri è dovuta in gran par- te ai tuguri in cui alloggiano. Secondo quanto afferma il commissario Rosario Fusaro, tra un anno, quando sarà co- struito il centro polifunzionale da due milioni di euro, nell’annessa foresteria dormiranno 60 immigrati. Il commissario non sa dire sulla base di quali criteri verranno scelti i lavorato- ri a cui dare un tetto, a parte il possesso del permesso di soggiorno. Ma la prossi- ma stagione agrumaria inizia a ottobre. Quindi in attesa della foresteria, tra po- co il comune presenterà un progetto con moduli abitativi prefabbricati in co- modato gratuito da parte del Viminale. Non oltre 150 posti letto, per i quali i mi- granti pagheranno un canone minimo, gestito dal comune in partnership con associazioni non meglio specificate, tra cui dovrebbero esserci anche i gesuiti. Tutti alloggi riservati a chi è in regola con il permesso di soggiorno. Da dormitorio a mercato La Rognetta, un tempo fabbrica di tra- sformazione del succo d’arancia, poi ru- dere senza tetto in cui d’inverno si ripa- ravano tra gli stenti almeno 400 africani in gran parte francofoni, è stato uno dei luoghi simbolo dello schiavismo della Piana. Prima che le ruspe la buttassero giù, era la casa senza elettricità e senz’acqua degli africani di Rosarno. Proprio di fronte alla scuola media “Sco- pelliti-Green”. Sotto gli occhi di tutti, si riempiva di fantasmi dalla pelle nera a ottobre per svuotarsi a marzo. È l’unico dei dormitori lager a essere stato com- pletamente demolito. Il primo a essere sgomberato dalle forze dell’ordine la se- ra dell’8 gennaio sotto la pressione del- le ronde e delle barricate armate dei ro- sarnesi. Il primo luogo da cui dare un se- gnale alla popolazione locale e da cui i neri dovevano sparire per sempre. Ma il suo destino era già segnato. Meno di un mese prima, a dicembre, il ministe- ro dell’Interno aveva approvato un pro- getto comunale di riqualificazione urba- na per la sicurezza del territorio. L’area diventerà una piazza con un anfiteatro che ospiterà un mercato settimanale con box per i vigili, parcheggi e anche un pallone tensostatico con all’interno un campo da tennis. Costo dell’opera- zione: 930 mila euro. Il progetto esecutivo è in fase di ap- provazione e presto andrà a gara. L’al- tro intervento già finanziato dal Vimina- le per due milioni di euro con i fondi del Pon Sicurezza, obiettivo 2.5 per il riutilizzo dei beni confiscati, è un cen- tro polifunzionale con la foresteria per soli 60 stranieri regolari. Dovrebbe sor- gere tra un anno all’interno dell’ex ce- mentificio Beton Medma, un bene con- fiscato ai clan D’Agostino e Bellocco. Ci sarà un edificio su due piani, da costrui- re ex novo, con posti letto, sale comuni e strutture per la formazione professio- nale dei braccianti agricoli. «Tutte ini- ziative presentate al ministero all’inizio del 2009 – racconta Fusaro – per indivi- duare un centro per l’accoglienza e la formazione, per affrontare l’emergenza umanitaria, progetti nati dopo la mani- festazione pacifica degli africani di di- cembre 2008 per il ferimento di due lo- ro compagni da parte di un giovane di Rosarno». Chiarita l’origine, vale a dire la richiesta del rispetto dei diritti umani da parte degli africani, quale sarà il risul- tato? A lavorare sui progetti in corso sa- ranno tutte imprese locali. «Ci saranno sicuramente un indotto e una forte ricaduta per l’occupazione di Rosarno» evidenzia il commissario. E questi sono solo gli appalti certi. Perché ci sono almeno altri due grossi progetti allo studio. Il primo da presentare sem- pre al ministero di Roberto Maroni per la ristrutturazione di un vecchio cine- ma di proprietà comunale per farne un centro di aggregazione per stranieri con laboratori artigianali e sale espositi- ve. Al momento si trova in fase di appro- vazione preliminare da parte della pre- fettura di Reggio Calabria. L’altro, di cui si sta studiando la fattibilità con la Pro- vincia, eventuale ente capofila, è per un sistema di “albergo diffuso” su tutta la Piana. Allo stato dei fatti, sembra una soluzione che richiede molto tempo e tanti soldi. Si devono individuare gli im- mobili, ristrutturarli e darli in gestione. Inoltre, per ora, solo i comuni di Rosar- no, Galatro e San Ferdinando si sono re- si disponibili. Che fine ha fatto la task force? Stando così le cose, in autunno l’emergenza abitativa per gli stagionali rischia di ripresentarsi. «Devono muo- versi anche gli altri comuni, Rosarno non può risolvere un problema che è di tutta la Piana», sostiene ancora il com- missario Rosario Fusaro. Un’intesa con la Compagnia del Gesù maturata lo scorso autunno per realizzare un villag- gio da 500 posti su un’area del comune è stata congelata dai fatti di gennaio. «Quello che è successo l’abbiamo visto tutti, ma perché è successo qualcuno l’ha capito?» si chiede il componente della commissione straordinaria che guida il comune dal 2008. Troppi africa- ni tutti insieme in un posto non ci devo- no stare. Non solo e non tanto per non creare ghetti. Infatti questa linea è quel- la seguita a Rosarno dopo gli scontri che hanno spazzato via migliaia di sta- gionali di pelle nera in soli tre giorni. I braccianti schiavi sono tornati alla spic- ciolata già a partire dalla settimana se- guente alla rivolta. Circa 400 persone, anche i media li hanno notati. Ma vivo- no in case fatiscenti del paese a gruppi di dieci, pagando cinquanta euro di af- fitto a testa più le utenze. O dispersi nelle campagne, adesso davvero invisibili e difficili da raggiunge- re per chi volesse monitorare la situazio- ne. Si incontrano per le strade in bici- cletta o nelle agenzie di money transfer. Tanti sono senegalesi che arrivano dal nord Italia, dove, dicono, non c’è più la- voro. La fine della raccolta li porterà in altre campagne del sud. E quando i sin- dacati marceranno per il primo maggio a Rosarno, la maggioranza degli africa- ni non ci sarà. Ma il fatto che i proprieta- ri terrieri li abbiano richiamati per lavo- rare in nero, nonostante le indicazioni della task force di Maroni, e che siano stati lasciati fare dalle istituzioni e dalla ‘ndrangheta, conferma che gli stranieri sono indispensabili all’agricoltura della zona. Per giustificare i corsi di formazio- ne in raccolta degli agrumi, Fusaro di- ce: «L’avviamento al lavoro lo faranno le istituzioni e questo dovrebbe incide- re sul caporalato». Tuttavia è evidente che le dinamiche di caporalato sono le- gate a un problema di sottosviluppo del- l’economia agrumaria con le arance pa- gate ai produttori appena sei centesimi al chilo. «La politica agricola così com’è strutturata non ha sviluppo – ammette in un secondo momento Fusaro – ab- biamo ampiamente segnalato questo aspetto agli europarlamentari venuti in visita a Rosarno, alle commissioni parla- mentari e alla task force del ministro Ro- berto Maroni». I vecchi fondi, chi ben comincia… Intanto, con i primi 200 mila euro mandati dal ministro Maroni a maggio dell’anno scorso, sono stati comprati dalla ditta Tubes di Polistena 15 servizi igienici. Sono moduli bagno-container con doccia che potrebbero essere allac- ciati alla rete idrica e fognaria. Costo to- tale: 132 mila euro. Rosarno, ente capo- fila per l’emergenza immigrazione, do- po gli incontri con gli altri comuni coin- volti, Gioia Tauro, San Ferdinando e Riz- ziconi, è riuscita a fare un bando in ex- tremis a metà dicembre per non perde- re il finanziamento che scadeva a fine 2009. Il risultato è che giacciono inutiliz- zati nell’area industriale di Gioia Tauro perché sono arrivati troppo tardi, a fine gennaio, quando ormai le baraccopoli erano sparite. Avrebbero dovuto sostitu- ire i bagni chimici che sono stati noleg- giati da aprile a dicembre del 2009 al co- sto complessivo di altri 29 mila euro. Memoria Per velocizzare i tempi e per far sì che tutto sia realizzato prima della prossima stagione agrumaria molti in- terventi saranno avviati con affidamen- ti fiduciari, in quanto al di sotto del li- mite fissato per legge. Ma siamo a Ro- sarno, e basta guardarsi intorno per trovare i segni dello spreco del denaro pubblico, per esempio la vasta area in- dustriale fantasma oppure i ruderi de- gli edifici destinati a sontuosi progetti industriali e diventati rifugi per sans pa- piers. La “Cartiera” era teoricamente un edificio destinato alla produzione di moduli per telescriventi, ma nei fatti è stata una casa da incubo per i lavora- tori stranieri per una quindicina d’an- ni. I progetti risalgono al 2007, quando con un solenne protocollo alla Prefettu- ra di Reggio Calabria si decise di tra- sformarla in centro d’aggregazione so- ciale (cosa mai avvenuta, la Cartiera fu mestamente sgomberata la scorsa esta- te in seguito a un incendio). Ora si rico- mincia. Da queste parti pure un riot da- gli echi planetari può trasformarsi in una richiesta di finanziamenti. Fiumi di denaro per progetti sui migranti, pochissimo per risolvere l’emergenza alloggi durante la raccolta delle clementine. La Rognetta, luogo simbolo dello schiavismo nella piana di Gioia Tauro, diventerà una piazza con mercato settimanale, parcheggi e un campo da tennis. Nel frattempo alcune centinaia di immigrati sono rientrati e vivono dispersi nelle campagne, in condizioni peggiori di prima. E per l’autunno si prepara una nuova emergenza LA SICUREZZA FA AFFARI altra italia Dal primo maggio a Rosarno dovrà venire l'immagine della Calabria che non ci sta e che è impegnata a ripristinare la le- galità. È il messaggio che le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil mandano in occasione della manifestazione nazionale - presenti i segretari generali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonan- ni e Luigi Angeletti - che si svolgerà sabato nella cittadina del- la Piana di Gioia Tauro. L'iniziativa è stata presentata ieri dai segretari generali calabresi di Cgil, Cisl e Uil Sergio Genco, Paolo Tramonti e Roberto Castagna. «Quella che scenderà in piazza non è la Calabria rassegnata, in ginocchio - ha detto Genco - che vuole, anche attraverso l'iniziativa del primo mag- gio, superare quei problemi che sono di carattere sociale. In- sieme ad un appello al governo nazionale, ci rivolgiamo anche al neo presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, affinché inizi a confrontarsi con i problemi che vive la nostra terra. Tra questi, il porto di Gioia Tauro che rappresenta il 50% del Pil regionale e la sua crisi rappresenta la crisi della Calabria». DOPO LA CACCIA AL NERO I PROGETTI A SEI ZERI ROSARNO, IL DORMITORIO DEGLI IMMIGRATI /FOTO AP

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Il manifesto 28 aprile 2010

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MERCOLEDÌ 28 APRILE 2010 il manifesto pagina 15

TERRITORI

Rosarno

PRIMO MAGGIOCgil, Cisl e Uil a Rosarno:«La Calabria che non si arrende»

Raffaella CosentinoAntonello ManganoROSARNO

Chiusa la stagione della raccoltadelle arance, a Rosarno si aprequella dei fiumi di denaro pubbli-

co in nome della "sicurezza". Progetti asei zeri nati con le due rivolte degli afri-cani che a dicembre 2008 e a gennaio2010 crearono attenzione sulle condi-zioni miserevoli dei braccianti stagiona-li. Soldi che arrivano in un territorio do-minato dalle ‘ndrine dei Pesce e dei Bel-locco con il comune sciolto per infiltra-zioni mafiose. La misura è stata ancheprorogata di altri sei mesi per le stessemotivazioni, il pericolo di inquinamen-to delle istituzioni da parte della‘ndrangheta. I tre milioni di euro in arri-vo dal ministero dell’Interno erano sal-tati fuori già alla fine della caccia ai neriche è stata la vergogna dell’Italia nelmondo. Finanziamenti elargiti unamanciata di giorni prima della guerri-glia urbana dei rosarnesi contro i lavora-tori africani che per la seconda volta indue anni si erano ribellati alla violenzadelle ‘ndrine.

In comune c’è un’attività febbrile distudi di fattibilità, progettazioni, consul-tazioni per presentare progetti sui mi-granti dalle finalità più varie. Corsi diformazione per istruire gli africani nellaraccolta di clementine e agrumi, avvia-mento al lavoro nei campi, laboratori,esposizioni e perfino un "albergo diffu-so" su tutta la Piana di Gioia Tauro. Sal-ta all’occhio la sproporzione tra il volu-me dei finanziamenti e il numero di al-loggi previsti per gli immigrati, conside-rato che l’emergenza umanitaria che vi-vono ogni inverno duemila bracciantistagionali stranieri è dovuta in gran par-

te ai tuguri in cui alloggiano. Secondoquanto afferma il commissario RosarioFusaro, tra un anno, quando sarà co-struito il centro polifunzionale da duemilioni di euro, nell’annessa foresteriadormiranno 60 immigrati.

Il commissario non sa dire sulla basedi quali criteri verranno scelti i lavorato-ri a cui dare un tetto, a parte il possessodel permesso di soggiorno. Ma la prossi-ma stagione agrumaria inizia a ottobre.Quindi in attesa della foresteria, tra po-co il comune presenterà un progettocon moduli abitativi prefabbricati in co-modato gratuito da parte del Viminale.Non oltre 150 posti letto, per i quali i mi-granti pagheranno un canone minimo,gestito dal comune in partnership conassociazioni non meglio specificate, tracui dovrebbero esserci anche i gesuiti.Tutti alloggi riservati a chi è in regolacon il permesso di soggiorno.

Da dormitorio a mercatoLa Rognetta, un tempo fabbrica di tra-

sformazione del succo d’arancia, poi ru-dere senza tetto in cui d’inverno si ripa-ravano tra gli stenti almeno 400 africaniin gran parte francofoni, è stato uno deiluoghi simbolo dello schiavismo dellaPiana. Prima che le ruspe la buttasserogiù, era la casa senza elettricità esenz’acqua degli africani di Rosarno.Proprio di fronte alla scuola media “Sco-pelliti-Green”. Sotto gli occhi di tutti, siriempiva di fantasmi dalla pelle nera aottobre per svuotarsi a marzo. È l’unico

dei dormitori lager a essere stato com-pletamente demolito. Il primo a esseresgomberato dalle forze dell’ordine la se-ra dell’8 gennaio sotto la pressione del-le ronde e delle barricate armate dei ro-sarnesi. Il primo luogo da cui dare un se-gnale alla popolazione locale e da cui ineri dovevano sparire per sempre. Mail suo destino era già segnato. Meno diun mese prima, a dicembre, il ministe-ro dell’Interno aveva approvato un pro-getto comunale di riqualificazione urba-na per la sicurezza del territorio. L’areadiventerà una piazza con un anfiteatroche ospiterà un mercato settimanalecon box per i vigili, parcheggi e ancheun pallone tensostatico con all’internoun campo da tennis. Costo dell’opera-zione: 930 mila euro.

Il progetto esecutivo è in fase di ap-provazione e presto andrà a gara. L’al-tro intervento già finanziato dal Vimina-le per due milioni di euro con i fondidel Pon Sicurezza, obiettivo 2.5 per ilriutilizzo dei beni confiscati, è un cen-tro polifunzionale con la foresteria persoli 60 stranieri regolari. Dovrebbe sor-gere tra un anno all’interno dell’ex ce-mentificio Beton Medma, un bene con-fiscato ai clan D’Agostino e Bellocco. Cisarà un edificio su due piani, da costrui-re ex novo, con posti letto, sale comunie strutture per la formazione professio-nale dei braccianti agricoli. «Tutte ini-ziative presentate al ministero all’iniziodel 2009 – racconta Fusaro – per indivi-duare un centro per l’accoglienza e la

formazione, per affrontare l’emergenzaumanitaria, progetti nati dopo la mani-festazione pacifica degli africani di di-cembre 2008 per il ferimento di due lo-ro compagni da parte di un giovane diRosarno». Chiarita l’origine, vale a direla richiesta del rispetto dei diritti umanida parte degli africani, quale sarà il risul-tato? A lavorare sui progetti in corso sa-ranno tutte imprese locali.

«Ci saranno sicuramente un indottoe una forte ricaduta per l’occupazionedi Rosarno» evidenzia il commissario. Equesti sono solo gli appalti certi. Perchéci sono almeno altri due grossi progettiallo studio. Il primo da presentare sem-pre al ministero di Roberto Maroni perla ristrutturazione di un vecchio cine-ma di proprietà comunale per farne uncentro di aggregazione per straniericon laboratori artigianali e sale espositi-ve. Al momento si trova in fase di appro-vazione preliminare da parte della pre-fettura di Reggio Calabria. L’altro, di cuisi sta studiando la fattibilità con la Pro-vincia, eventuale ente capofila, è per unsistema di “albergo diffuso” su tutta laPiana. Allo stato dei fatti, sembra unasoluzione che richiede molto tempo etanti soldi. Si devono individuare gli im-mobili, ristrutturarli e darli in gestione.Inoltre, per ora, solo i comuni di Rosar-no, Galatro e San Ferdinando si sono re-si disponibili.

Che fine ha fatto la task force?Stando così le cose, in autunno

l’emergenza abitativa per gli stagionalirischia di ripresentarsi. «Devono muo-versi anche gli altri comuni, Rosarnonon può risolvere un problema che è ditutta la Piana», sostiene ancora il com-missario Rosario Fusaro. Un’intesa conla Compagnia del Gesù maturata loscorso autunno per realizzare un villag-gio da 500 posti su un’area del comuneè stata congelata dai fatti di gennaio.«Quello che è successo l’abbiamo vistotutti, ma perché è successo qualcunol’ha capito?» si chiede il componentedella commissione straordinaria cheguida il comune dal 2008. Troppi africa-ni tutti insieme in un posto non ci devo-no stare. Non solo e non tanto per noncreare ghetti. Infatti questa linea è quel-la seguita a Rosarno dopo gli scontriche hanno spazzato via migliaia di sta-gionali di pelle nera in soli tre giorni. Ibraccianti schiavi sono tornati alla spic-ciolata già a partire dalla settimana se-guente alla rivolta. Circa 400 persone,anche i media li hanno notati. Ma vivo-no in case fatiscenti del paese a gruppidi dieci, pagando cinquanta euro di af-fitto a testa più le utenze.

O dispersi nelle campagne, adessodavvero invisibili e difficili da raggiunge-re per chi volesse monitorare la situazio-ne. Si incontrano per le strade in bici-cletta o nelle agenzie di money transfer.Tanti sono senegalesi che arrivano dalnord Italia, dove, dicono, non c’è più la-voro. La fine della raccolta li porterà inaltre campagne del sud. E quando i sin-dacati marceranno per il primo maggioa Rosarno, la maggioranza degli africa-ni non ci sarà. Ma il fatto che i proprieta-ri terrieri li abbiano richiamati per lavo-rare in nero, nonostante le indicazioni

della task force di Maroni, e che sianostati lasciati fare dalle istituzioni e dalla‘ndrangheta, conferma che gli stranierisono indispensabili all’agricoltura dellazona. Per giustificare i corsi di formazio-ne in raccolta degli agrumi, Fusaro di-ce: «L’avviamento al lavoro lo farannole istituzioni e questo dovrebbe incide-re sul caporalato». Tuttavia è evidenteche le dinamiche di caporalato sono le-gate a un problema di sottosviluppo del-l’economia agrumaria con le arance pa-gate ai produttori appena sei centesimial chilo. «La politica agricola così com’èstrutturata non ha sviluppo – ammettein un secondo momento Fusaro – ab-biamo ampiamente segnalato questoaspetto agli europarlamentari venuti invisita a Rosarno, alle commissioni parla-mentari e alla task force del ministro Ro-berto Maroni».

I vecchi fondi, chi ben comincia…Intanto, con i primi 200 mila euro

mandati dal ministro Maroni a maggiodell’anno scorso, sono stati compratidalla ditta Tubes di Polistena 15 serviziigienici. Sono moduli bagno-containercon doccia che potrebbero essere allac-ciati alla rete idrica e fognaria. Costo to-tale: 132 mila euro. Rosarno, ente capo-fila per l’emergenza immigrazione, do-po gli incontri con gli altri comuni coin-volti, Gioia Tauro, San Ferdinando e Riz-ziconi, è riuscita a fare un bando in ex-tremis a metà dicembre per non perde-re il finanziamento che scadeva a fine2009. Il risultato è che giacciono inutiliz-zati nell’area industriale di Gioia Tauroperché sono arrivati troppo tardi, a finegennaio, quando ormai le baraccopolierano sparite. Avrebbero dovuto sostitu-ire i bagni chimici che sono stati noleg-giati da aprile a dicembre del 2009 al co-sto complessivo di altri 29 mila euro.

MemoriaPer velocizzare i tempi e per far sì

che tutto sia realizzato prima dellaprossima stagione agrumaria molti in-terventi saranno avviati con affidamen-ti fiduciari, in quanto al di sotto del li-mite fissato per legge. Ma siamo a Ro-sarno, e basta guardarsi intorno pertrovare i segni dello spreco del denaropubblico, per esempio la vasta area in-dustriale fantasma oppure i ruderi de-gli edifici destinati a sontuosi progettiindustriali e diventati rifugi per sans pa-piers. La “Cartiera” era teoricamenteun edificio destinato alla produzionedi moduli per telescriventi, ma nei fattiè stata una casa da incubo per i lavora-tori stranieri per una quindicina d’an-ni. I progetti risalgono al 2007, quandocon un solenne protocollo alla Prefettu-ra di Reggio Calabria si decise di tra-sformarla in centro d’aggregazione so-ciale (cosa mai avvenuta, la Cartiera fumestamente sgomberata la scorsa esta-te in seguito a un incendio). Ora si rico-mincia. Da queste parti pure un riot da-gli echi planetari può trasformarsi inuna richiesta di finanziamenti.

Fiumi di denaro per progettisui migranti, pochissimo perrisolvere l’emergenza alloggidurante la raccolta delle clementine.La Rognetta, luogo simbolodello schiavismo nella piana di GioiaTauro, diventerà una piazzacon mercato settimanale, parcheggie un campo da tennis. Nel frattempoalcune centinaia di immigrati sonorientrati e vivono dispersinelle campagne, in condizionipeggiori di prima. E per l’autunnosi prepara una nuova emergenza

LA SICUREZZA FA AFFARI

altra italia

Dal primo maggio a Rosarno dovrà venire l'immagine dellaCalabria che non ci sta e che è impegnata a ripristinare la le-galità. È il messaggio che le segreterie regionali di Cgil, Cisl eUil mandano in occasione della manifestazione nazionale -presenti i segretari generali Guglielmo Epifani, Raffaele Bonan-ni e Luigi Angeletti - che si svolgerà sabato nella cittadina del-la Piana di Gioia Tauro. L'iniziativa è stata presentata ieri daisegretari generali calabresi di Cgil, Cisl e Uil Sergio Genco,Paolo Tramonti e Roberto Castagna. «Quella che scenderà inpiazza non è la Calabria rassegnata, in ginocchio - ha dettoGenco - che vuole, anche attraverso l'iniziativa del primo mag-gio, superare quei problemi che sono di carattere sociale. In-sieme ad un appello al governo nazionale, ci rivolgiamo ancheal neo presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, affinchéinizi a confrontarsi con i problemi che vive la nostra terra. Traquesti, il porto di Gioia Tauro che rappresenta il 50% del Pilregionale e la sua crisi rappresenta la crisi della Calabria».

DOPO LA CACCIA AL NEROI PROGETTI A SEI ZERI

ROSARNO, IL DORMITORIO DEGLI IMMIGRATI/FOTO AP