RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

27
RIVISTA ITALIANA NVMISMATICA E SCIENZE AFFINI FONDATA DA SOLONE AMBROSOLl NEL 1888 EDITA DALLA SOCIETA NUMISMATICA ITALIANA IN MILANO

Transcript of RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

Page 1: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

RIVISTA ITALIANA

NVMISMATICAE SCIENZE AFFINI

FONDATA DA SOLONE AMBROSOLl NEL 1888EDITA DALLA SOCIETA NUMISMATICA ITALIANA IN MILANO

Page 2: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

IL DIBAITITO SULLA DATA D'INTRODUZIONE DEL DENARIONELLA MODERNA LEITERATURA NUMISMATICA (*)

Intomo aIla data deIla riforma monetaria con la quale i Romani hannodecretato la prima emissione del denarius Roma/Dioscuri si e sviluppata, nelcorso deIl'evolversi degli studi numismatici, una lunga polemica.

La tesi cronologica c1assica (o tradizionale), secondo la quale I'introdu-zione del denarius si verifica poco prima della prima guerra punica, vede di-minuire iI consenso in suo favore alla fine degli anni venti di questo secolo,quando emergono e acquistano vigore a1cune nene differenziazioni nelle po-sizioni degli studiosi.

Si diffonde infani I'ipotesi ribassista (o rivoluzionaria, o progressive), chepone la riforma denariale intomo al 187 a.e. o anche dopo. A questa si con-trappongono coloro che continuano a giudicare maggiormente anendibile iIquadro cronologico frutto degli studi dei decenni precedenti, e manifestanoquindi illoro appoggio per una tesi che viene ddinita tradizionalista (o tra-dizionale, o conservative). Ma viene sviluppata anche l'ipotesi intermedia (laquale riscotera sempre maggior credito), che coIloca la creazione del denariusal tempo deIla guerra annibalica (o, secondo alcuni studiosi, poco prima).

Tradizionalista, ribassista, intermedia: sono dunque queste tre le teoriecronologiche con cui i numismatici hanno cercato di trovare una soluzione alproblema dell'individuazione deIla data della riforma denariale.

(*) Le cifre poste fra parentesi quadre segnalano, immedialamente dopo i nomi dei di-versi studiosi, le date degli scrini (riporrati nella bibliografia) che COSlora hanno pubblicalosull'argomento.

Page 3: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

moniato dalla breve storia della moneta romana esposta da Plinio (Naturalishistoria. XXXIII. 13.42-47) e dall'epitome XV di Livio, fissa al 269 a.e. lacreazione del dmarius (íI cui peso considera pari a 1/84 di Iibbra romana),attribuendo all'as in circolazione in quel tempo un peso inferiore aquellolibrale, e reputando i didrammi argentei (piu antichi) emessi da una zeccadiversa da Roma ed identificabili come monetazione romano-campana.L'impostazione che caratterizza I'analisi dello studioso austriaco risultera vin-colante per ogni altro successivo approfondimento, costringendo ogni numi-smatico a confrontarsi con essa.

Mommsen inoltre avvalora I'ipotesi formulata da Borghesi [1840-1864]nel 1840, secondo la quale il peso del denarius era originariamente pari a 1/72(anziché 1/84) della libbra romana; e considera contcmporanea alla creazionedel sistema denariale, o piu verosimilmente di poco precedente ad essa, la ri-duzione dell' as a livello trientale.

A parte qualche iniziale perplessita conseguente a1la difficolta di indivi-duare íI reate peso del primo eienarius, nel corso di oltre centotrent'annipren-dono le distanze dalla collocazione cronologica operata da Eckhel solamentepoehissimi autori: Bockh [1838] e Pais [1898-1899] (che anticipano.a1cunedelle considerazioni che in seguito caratterizzeranno la teoria ribassista), e inmisura molto piu limitata anche Soutzo [1887-1910].

Infatti nel 1838 BOckh manifesta la convinzione che I'argento emessonel 269 a.e. debba essere una moneta di peso maggiore di quanto solitamen-te ritenuto. e risulti quindi identificabíle con il quadrigatus. Preferisce pertan-to collocarc iI eienarius con iI segno X poco prima della riduzione sestantaledel bronzo, da lui posta verso la fine della prima guerra punica.

NeI 1889 Souao fissa al 264 a.e. I'introduzione del eienarius e la riduzio:.ne sestantale. associando al 269 o 268 a.e. la prima emissionedel victoriatus.

NeI 1899 Pais contesta la corrente interpretazione delle fonti letterarie,reputando le testimonianze fomite da queste come riferibili a1la creazionedeUa prima monetazione argentea in assoluto verificatasi a Roma, e collocan-do dunque nel269-268 a.e.l'inizio delle emissioni cosiddette romano-cam-pane.

In contrapposizione con quest'ultimo punto. d'Ailly [1864-1869] rílevasu alcuni assessestantali la presenza di simboli ricollegabili a quelli riscontratisu antiehi denarii coi Dioscuri (e su ori Martc/aquila). Sulla base di cio, con-sidera contemporanee, nel 269 a.e., I'introduzione del denarius e la riduzio-ne sestantale del bronzo. Ulteriore approfondimento a questa indagine e piuampia diffusione del risultato conseguito con essa rappresentano gli obiettiviraggiunti nel 1883 da von Bahrfeldt [1878-1934], il quale porta a compi-mento gli studi intrapresi da Samwer [1883 J. T uttavia von Bahrfeldt si di-stingue da d'Ailly nel porre la riforma nell'anno 268 a.e.

L'opinione di Mommsen continua pero a riscuotere numerosi consensi.L'idea che iI dmarius sia stato introdotto all'epoca dell' as trientale rieeve l'ap-poggio di molti studiosi, quali Hultsch [1882-19051, E. Babelon [1885-1932], Grueber [1910], e parecchi altri , anche in tempi piu recenti (comeSantini [1939-1948]).

Solo lentamente si diffonde la convinzione di una contemporaneira fracreazione del denarius ed abbassamento a livello sestantale del bronzo, con-divisa da Soutzo nel 1889. da Willers [1906-1909], e convalidata da Haeber-lin [1905-1910] nel 1905.

Nel1860 Mommsen [1860-1875] interpreta in maniera nuova iI cennoal.l'i.ntroduzion~ dell'argento monetato a Roma, presente nell'epitome XV di~IVIO.Mentre. I numi~rnati~i p~ecedenti lo giudicavano un riferimento gene-nco al medeslmo penodo mdlcato esplicitamente da Plinio, Mommsen loassocia stret.tamente 'a1la notizia liviana (riportata immediatamente prima)della deduzlone delle colonie di Rimini e Benevento, verificatasi nel 268a.e.: e anteponendo I'attendibilita di Livio aquella dell'enciclopedista, lostudloso tedesco pone percio in tale anno I'introduzione del eienarius. anchese manifesla comunque il tentativo di concíliare le testimonianze dei due an-tich~ autori consid~rando pure I'eventualita che la promulgazione deHa leggeabbla preccduto dI un anno la sua effettiva entrata in vigore.

Anche piu a lungo dura l'interpretazione di Mommsen che vede I'epi-tome liviana come riferentesi al 268 a.e. Essa risulta ancora oggi accettatadalla maggior parte degli studiosi, sebbene gia da molti anni Leuze [1920]abbia dimosttato la sua erroneita, rilevando che la successione in cui vengonoriportate le notizie nelle epitomi appare spesso differente da quella riscontra-bile nei Iibri di Livio giunti fino a noi, e riconoscendo pertanto nel testo inquestione non uno specifico richiamo all'anno dell'avvenimento citato im-mediatamente prima, ma un vago accenno al periodo di cui si sta trattando.

Ma la tesi cronologica c1assica, pur distinguendosi per un sostanziale,seppure non unanime. accordo nel fissare la prima emissione denariale al269 a.e. o all'anno immediatamente successivo. vede la mancata risoluzionedi alcune incoerenze emerse nel quadro generale prospettato. Vengono ma-nifestate perplessira riguardo alla visione del denarius come prima monetazio-ne argentea coniata a Roma (che ad esempio d'Ailly nel 1864 identifica in-

Page 4: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

vece nel quadrigatus); e Gnecchi [1909-1935] nel 1909 si mostra dubbi~soverso la collocazione nel 217 a.e. della riduzione onciale del bronzo, ipotlz-zando una data posteriore. Ma sono in particolar modo i pesi delle ~onetebronzee in circolazione nelle colonie fondate da Roma (come quella di Brun-disium, dedona pochi anni prima della fine della prima guerra punica, cheutilizza bronzi di standard trientale) ad apparire difficilmente armonizzabilicon gli elementi che spingono a considerare l'introduzione del tienarius avv~-nuta contemporaneamente alla riduzione deU'as a due once (mentre propnotali pesi risultavano in precedenza rilevanti per coUocare poco prima .deUaprima guerra punica la riduzione trientale o comunque queUa ad un hveUosuperiore al sestantale).

Tale insoddisfazione induce gli studiosi a schierarsi a favore anme dialtre ipotesi.

Gli scritti che formano la base delle nuove tesi sono opera di H: Mat-tingly [1924-19631 e Robinson [1932-19641, affiancati in qualita di coautorio quanto menú di collaboratori; gli ulteriori approfondimenti sono frunodeU'analisi del solo H. Mattingly.

E in un anicolo del 1924 che H. Mattingly (gia coadiuvato da Robin-son) anua una prima modifica al quadro cronologico tradizionale, spostandogli inizi della monetazione romano-campana dal quarto secolo a.e. agli annideUa guerra contro Pirro. .

Nel 1929, ancora con la collaborazione di Robinson, H. Mattingly, ri-levando che anche la teoria tradizionale riconosce l'impossibilita di un'accet-tazione totale ed incondizionata delle affermazioni pliniane, accena i risultatidegli studi eondoni da Samwer e von Bahrfeldt, associando l'emissione deiprimi tienarii a\la riduzione sestantale deU'as, e posticipando I'una e I'altrarispeno al uadizionale 268 a.e. A conferma della correnezza dello sposta-mento di data, adduce le testimonianze lenerarie, concordi nel considerarel'as librale in vigore almeno fino alla prima guerra punica, e il fano che lecolonie di Ariminum e Firmum. fondate rispenivamente nel 268 e nel 264a.e., si servivano ancora dello standard librale.

Esami na anche le ribanute: i bronzi riconiati da Capua, Calatia ed Atel-la su pezzi romani di standard semilibrale, secondo lo studioso devono esseredatati al tempo in cui le tre cina si unirono ad Annibale contro Roma (216-211 a.e.); inoltre alcuni bronzi romani, associati ad antichi tknarii, si trova-no ribattuti su monete sarde databili al 216 a.e. Tuno cio in accordo con lacollocazione dell' as sestantale nel periodo della guerra annibalica, testimonia-ta da Festo (De verborum significatu. sono la voce Sextantari asus; ed in Pauliexcerpta. sono la voce Grave aes).

Pertanto H. Mattingly, in questa fase dei suoi studi, ritiene che I'imro-duziore del denarius si sia verificata nel 210 a.C, o forse poco prima.

E pero a partire dal 1932 che H. Maningly e Robinson cominciano apubblicare quegli studi con i quali, proponendo per la creazione del dmariusuna datazione ancora piu tarda di quella sostenuta nel 1929, danno forma e~iffusione alla cosiddettateoria ribassista, la cui base e rappresentata dall'ar-tlcolo The Date o/ the Rornan Dmarius and Other Landmarks in Early RomanCoinage.

I due studiosi prendono in esame la commedia Trinummus, scrina daPlauto intorno al 190 a.e.; ed analizzando il significato che il termine num-mus acquisisce nelle opere plautine, desumono che il titolo della suddettacommedia e identificabile con il tetradrammo ateniese. Parallelamente, fannoosse~a~e che Livio (XXXIV, 52), riferendo del bottino che Tito QuinzioFlammmo porta a Roma al termine della seconda guerra macedonica, affer-ma ~he il tetra~ram~o atríc? ha u~ peso approssimativamente uguale a quel-lo di tre dmam. Ma m realta esso m quel tempo pesava circa 17,24 grammi:peso questO nettamente superiore a quello di tre dmani di 4,53 grammi cia-scuno ..Dal confro~to fra la testimonianza di Plauto e quella di Livio emergeche trmummus eqUivale a tetradrammo, e nummus a dmarius. Tuttavia il de-narius utilizzato in quegli anni non puo essere la moneta che noi identifichia-mo con tale nome, poiché, da quanto detto nel brano di Livio, esso risultaessere un pezzo di circa 5,51-5,83 grammi di peso. H. Maninglye Robinsonriconoscono percio in esso il didrammo ridono (('originario nummus, ossia~'unita ~rgentea): ~iscontrabile nei tardi quadrigttti, spesso ribassati. Dunque1Idenanus che Llvlo colloca nel 197 a.e. si rivela una moneta diversa dal de-narius coi Dioscuri, e cronologicamente precedente ad essa.. Penanto i ~ue studiosi acquisiscono la convinzione che la prima emis-

slone del denanus debba cadere nel periodo compreso fra il 190 a.C circa(data del Trinummus) e il 166 a.C (data del bronzo seleucide di Tripoliche riprende il tipo della moneta romana)., P~open?ono per una coll?cazione nel 187 a.e. o subito dopo. In quel-

I anno mfattl lo stato effettua 1Ipagamento di 25 1/2 tributa, dando vita adun'azione di stabilizzazione economica, dopo le difficolta causate dalla secon-da guerra punica e dalle guerre degli anni successivi.

Continuando ad accettare la contemporaneita fra creazione del dmariuse ridu~.ione sesta~tale del bronzo, avvalorano la datazione proposta formulan-do un mterpretazlOne anomala del testo di Festo: quando egli afferma che lostandard sestantale fu introdotto propter bellum Punicum secundum, intende-rebbe non durante bens¡ dopo la guerra annibalica.

Adducono anche ulteriori considerazioni a sostegno della propria teoria.

Page 5: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

L'oro Marte/aquila, strettamente collegato ai primi timari;' e associatoalla corsa a1l'oro nel Norico, dove nel 181 a.c. viene fondata la colonia ro-mana di Aquileia, che richiama l'aquila effigiata sul rovescio,di tale moneta.

Nel prologo deHa Casina di Plauto si dichiara che le nuove commediesono cattive come i nummi novio Per ottenere una soddisfacente spiegazionedi tale espressione, i due studiosi propongo no una coHocazione delle datazio-ni dell'opera in epoca piu antica: solitamente si pone la data deHa prima rap-presentazione sul finire della vita di Plauto (morto nel 184 a.c.), e queHadeHa ripresa (in occasione della quale viene riscritta la parte del prologo incui si trova l'affermazione presa in esame) una generazione dopo, ossianon dopo il 155; i due studiosi ipotizzano iI 210 circa per la prima rappre-sentazione e iI 184 per la ripresa, cosi da identificare i nummi novi coi timariida poco introdotti.

A conferma deHa nuova datazione del denarius vengono present,ati an-che l'analisi dei tipi ed alcuni altri riferimenti a monete, presenti nelle fontiletterarie.

Nel269 a.c. viene posto l'inizio deHa coniazione di quelle monete che,tradizionalmente definite romano-campane, rappresenterebbero invece laprima emissione di argento autenticamente romano.

Maningly nel corso del tempo attua qua1che modifica di dettaglio alla pro-pria posizione, cercando comunque di apportare anche ulteriori e1ementi aconferma della. teoria sostenuta.

Nel 1943 considera anche la possibilita di un ulteriore ribassamentodella data d'introduzione del denarius fino al 169 a.e.

Nel 1945 vede il quadro cronologico prospettato confermato dalla con-vinzione di un paraHelismo fra le emissioni dei didrammi RomalVittoria equeHe dei decadrammi alessandrini di Arsinoe.

Condivide inoltre l'opinione, avanzata da Sydenham, in base alla quafele prime emissioni denariali vengono fatte circolare solo al sud, e solamentea1cuni anni dopo (intomo al 170 a.e.) vengono utilizzate anche a Roma. Manel 1957, ed in maniera ancora piu esplicita nel 1960, arriva ad anteporrecon deeisione, come data della riforma denariale, !'anno 169 a.e. al 187.Tutto cio suHa base della sempre piu convinta accettazione dell'idea che lenuove commedie cui si fa riferimento nel prologo della ripresa della Casinadi Plauto sono (come riscontrato da Beare) quelle composte da Terenzio edai suoi colleghi a partire dal 170 a.e. circa.

Tuttavia H. Mattingly poco do po abbandona !,ipotesi di una datazionedel primo denarius al 169 a.e. e torna a prediligere il 187, pur con qua1cheperplessita.

La teoria ribassista viene accolta con molto favore da parecchi studiosi,primo fra tutti Sydenham [1918-19521, che gianel 1932 manifesta la sua'convinzione di una datazione deHa riforma denariale intomo al 190 a.c.Nel 1936 formula l'ipotesi che le prime emissioni di timarii siano circolatesolo nel Bruttium.

Coloro che prendono le distanze dal quadro cronologico c1assico nonscelgono pero tutti di appoggiare la tesi ribassista: a1cuni di loro propendonoinvece per una teoria intermedia.

Fra i primi sostenitori di questa, spiccano Gieseckc [1928-1938J e MiI-ne [1934-1946J.

Giesecke riconosce l'importanza deHe monete ribattute da Capua, Ca-latia ed Atella, ma preferisce manifestare il proprio assenso verso l'idea cheesse siano state emesse non al tempo deHa rivolta contro Roma bens¡ nel pe-riodo precedente; pone dunque l'introduzione del dellarius nel 218 a.e., econsidera gli asses in un primo tempo pari a 1/5 di libbra, e ridotti a livellosestantale poco dopo.

Miln~ sottolinea la presenza nel testo liviano di bigati riportati a Romacome bottll1o daHa Gallia a partire dal 197 a.e. (e ncgli anni successivi, as-sieme ad argentum Oscense,dalla penisola iberica). Identificando i bigati co-me denarii con iI tipo di Diana in biga, nel 1934 colloca la creazione del de-narius coi Dioscuri intomo al 205 a.e., spostandola nel 218-217 a.e. nel1936 (sul1a base della maggior attendibilita di cui accredita il testo plinianotramandato dal codex Bambergensís, dove viene definita denarius nummus, enon. aureus nummus, la moneta posta 51 anni do po la prima emissione argen-tea 111assoluto). NeI 1944 ipotizza che il denarius con Diana in biga sia il

Ma una considerazione nettamente in contrasto con la datazione deHaripresa deHa Casina ipotizzata da H. Mattingly e Robinson viene presto ap-portata da Beare [19341, il quale rileva che l'affermazione (presente nel pro-logo>, secondo cui la ripresa venne effettuata in un tempo caratterizzato dal-l'assenza di bravi poeti, deve necessariamente essere intesa come. successivaalle morti di Ennio (169 a.c.) e di Cecilio (166 a.c.). Pertanto la giusta col-locazione cronologica, dovendo risultare piu tarda deHa morte di Plauto dinon piu di una generazione, cade durante, o subito dopo,l'attivicl di Teren-ZIO.

Questa lettura del prologo deHa Casina in chiave antiterenziana vedel'appoggio convinto di altri studiosi di Plauto, in favore dunque di quellache era stata la datazione solitamente assegnata alla commedia.

Page 6: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

naturale successore del tipo presente sul quadrigatus, e quindi posticipa la da-ta d'introduzione del denarius coi Dioscuri, ponendola intorno a1la fine delterro secolo a.e. ,

NeI 1949 pure Gabba [1949~1973] propone di collocare la creazionedel tienarius nel 218 a.e., rilevando che le cifre che fissano i livelli di censotrasmessi come serviani risultano caIcolate in assessestantali (che erano quelliemessi al tempo della riforma denariale), e notando che a1cune di esse ven-gono riportate anche in un senatus consultum del 214 a.e.

Matting/y), nel 1952 preferisce prendere in considerazione anche la possibi-lita di una collocazione della riforma denariale nell'ultimo decennio del terzosecolo a.e., limitandosi a proporre il 210 come terminus post quemo

La posizione tradizionalista continua comunque a conservare un discre-to numero di sostenitori (tra i piu convimi dei quali molti sano italiani; maquesta suddivisione sulla base della nazionalita non deve essere erroneamentegeneralizzata: Gabrici [1934-1948] e Ricci [1937] ad esempio accettano su-bito e con entusiasmo l'ipotesi ribassista): contro le nuove teorie si schierano,fra gli a1tri. Regling [1906-1969], Frank [1927-1933], la Cesano [1910-1954], Stazio [1947-1959], la Breglia [1946-1973].

La maggior parte di tali studiosi si richiama al quadro cronologico e1a-borato in particolar modo da Haeberlin, ma anche fra i sostenitori della da-tazione delta riforma denariale al 269-268 a.e. vi sono differenze: a titolo diesemplificazione, la Cesano assegna al denarius un valore nominale pari a die-ci asseslibrali, collocando solo quamo anni dopo la decisione ufficiale di san-cire la riduzione sestantale; la Breglia invece accena la contemporaneita fra·tale riduzione ed introduzione del denarius.

Rimane pero come caratteristica comune delle posizionidi tali numi-smatici, al di la delle poco numerose varianti, la convinzione della debolezzadegli e1ementi addoni a sostegno dell'ipotesi riQassista, le cui interpretazioniriguardo a1le riconiazioni, a1l'oro Marte/aquila e ai testi di Plinio, Livio ePlauto vengono giudicate forzate, inconsistenti, e, in sostanza, meno credibilidi a1tre a1ternative.

NeI 1958 gli scavi archeologici effettuati in Sicilia presso Serra Orlando(l'antica Morgantina) portano alla luce un importante tesoretto: una piccolaanfora viene recuperata al di sotto di uno strato di tegole cadute sul pavimen-to di una delle stanze di un santuario dedicato a Demetra e Kore. Nove mo-nete d'argento riempiono fino all'orlo il vaso: quattro victoriati, un denarius,tre quinarií ed un sestertius.

Queste monete, cosl come alcune altre ritrovate in taJi scavi, apparten-gono alle primissime emissioni del sistema denariale.

Sjoqvist [1960] mette in rilievo che la cronologia ribassista amibuitadalla maggior parte dei numismatici a tali emissioni mostra un'evidente in-coerenza con le datazioni assegnabili a tutti gli altri reperti presenti nello stes-so strato archeologico sigillato. Preferisce pertanto collegare la distruzione delsantuario e di altri edifici della citta al contesto storico della lotta antiromana:Morgantina infatti viene riconquistata da Roma dopo essersi ribellata per duevolte, nel 214 e nel 211 a.e. Quest'ultima data diventa quindi un terminusante quem per la riforma denariale.

Ma per i quasi tre decenni successivi a1lasua formulazione, la tesi ribas-sista riscuote i maggiori apprezzamenti. In SUD sostegno, Le Gentilhomme(1934] presenta un esame di a1cuni tesoretti, Altheim [1937-1938] sottoli-nea lo strelto collegamento fra i due sommi magistrati del 269 a.e. e i tipidel didrammo Ercole/lupa coi gemelli, Heurgon [1942-1969] nel 1942 ap-profondiscc lo studio della monetazione di Capua e consociate, Scullard(1948-196 1] esprime a1cune osservazioni su varie monete italiche.

Pochi anni prima della scoperta effettuata a Morgantina, Thomsen[1957-1965], di fronte al persistere di teorie cronologiche parecchio differen-ti tra di loro, intraprende un accurato lavoro di ricerca, perpetuatosi per unintero decennio ed ultimato nel 1961 (ma di cui alcuni risultati vengono an-ticipati gia nel 1953), da cui l'autore trae come conclusione l'esigenza di so-stenere per la creazione del sistema denariale una datazione intermedia.

Parte anch'egli dalla convinzione di una contemporaneita fra creazionedel denarius e riduzione sestantale del bronzo.

Esprime il suo favore verso le critiche gia espresse da altri studiosi con-tro la teoria tradizionalista. Dunque condivide l'opinione in base a cui nel216-215 a.e. Roma si serve ancora dello standard quadrantale ridono usatoda Capua e consociate, il quale rimane in vigore per poco tempo, ed e messopoi da parte con la riduzione sestantale.

Si schiera invece contro le interpretazioni formulate dai ribassisti a so-stegno di una datazione del denarius in epoca successiva alla seconda guerrapunica, sottolineandone i limiti e le approssimazioni. In particolare, ritieneche il termine trinummus usato da Plauto non indichi alcuna moneta real-mente esistita, eche nell'equiparazione liviana fra il peso del tetradrammoattico e quello di tre denarii sia lecito continuare a vedere un .setllplice ana-

Pink [1933-1952] invece, dopo essersi schierato durante gli anni trentaa favore dclla teoria ribassista (per primo utilizza l'espressione rivoluzione

Page 7: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

cronismo: non sono infmi i tetradrarnmi del 197 a.e. ma quelli di basso pe-so del tempo di Livio. vale a dire i cistofori. a pesare come tre denarii di 3 3/7scrupoli. ,

Inoltre giudica la traduzione proposta da H. Mattingly e Robinson deltermine propt~r utilizzato da Festo dovuta unicamente al fatto che solo conquesto artificio interpretativo essa si puo armonizzare con la tesi ribassista.

Esclude anche l'ipotesi di Sydenham che il denarius nella sua prima fasesia stato coniato fuori Roma. notando con accortezza che tale teoria rendeinvalide alcune affermazioni di H. Mattingly: infatti ridurre le prime conia-zioni di denarii ad emissioni di tipo sperimentale comporta la necessita disganciare questa riforma dal processo di stabilizzazione monetaria attuatonel 187 a.e. con iI ripagamento dei debiti.

Ritiene che iI termine bigati presente nei resoconti liviani di trionfi ve-rificatisi nel periodo 197-191 a.e. sia stato sostituito all'originaria parola de-narii(regisuara negli Annaks Maximl) ad opera dell'annalisra utilizzaro dá'Li-vio come fonte. il quale viveva circa al tempo di Silla. quando bigatus nellin-guaggio popolare aveva·ormai acquisito iI significato generico di denarius.

Grandissima e I'importanza che amibuisce al tesoretto di Minturno. nelsud del Lazio. formato da 61 bronzi romani di peso variabile dallo standardsemilibrale aquello onciale (e di cui aveva divulgato la notizia del ritrova-mento Newell [1933)). Essendo databile al 191 a.e., esso fornisce la dimo-strazione che prima di tale anno erano gia in circolazione bronzi tagliati sulpiede onciale pieno e leggermente ridotto.

La coniazione dell'oro Marte/aquila (contemporaneo o di pochissimoposteriore al denarius). il ribassamento del denarius e quello del bronw se-stantale. la presenza su denarii e bronzi di simb()li. lettere e monogrammiche indicano monetieri o zecche locali: sono tutti elementi che a parere diThomsen si gi ustificano soltanto in una situazione di emergenza. come quel-la propria della seconda guerra punica. La datazione del denarius nella guerraannibalica eliminerebbe inoltre I'impressione di emissioni compresse in untempo eccessivamente breve nel caso della tesi ribassista e diluite in un nu-mero di anni troppo elevato nel caso della teoria tradizionalista.

Lo studioso rileva che. in base aLivio. nel 209 a.e. vengono prelevate4000 libbre d' oro dalle riserve dello stato. Tale anno rappresenta pertanto ladata in cui piu attendibile e la collocazione di una grossa emissione di oroMarte/aquila. La creazione del denarius cade dunque tra iI 215 ed il 209 a.e.

Nel 1953 Thomsen colloca la riduzione sestantale del bronw nel 210a.c.. e pone ('inizio delle emissioni denariali nello stesso tempo o pochi anniprima (ripresentando in sostanza la stessa datazione che H. Mattinglyavevaproposto nel 1929 ed abbandonato poco dopo).

Ma gli scavi di Morgantina fomiscono la dimostrazione che l'almo 211a.e. rappresenta iI terminus ante quem per I'introduzione del denarius. NeI1961 Thomsen condude percio che iI denarius e stato creato nel 213 a.e.o in uno dei due anni successivi.

Lo studioso mantiene la centralita del 269 a.c.: e in tale momento chea suo giudizio si prende la decisione di emettere la moneta argentea anche aRoma, e si comincia la coniazione della terza serie di didrammi con la leg-genda ROMANO. le cui raffigurazioni sul diritto e sul rovescio (Ercolellupacoi gemelli) si ricollegherebbero proprio ai consoli di quell'anno.

Sia sulla base degli attenti studi portati a termine da Thomsen nel 1961,sia (ed anzi in particolar modo) in seguito all'esame delle monete recuperatea Morgantina operato da Bumey [1963-1989) (di cui lo stlldioso divulga irisultati in occasione del Congresso Intemazionale di Numismatica temlto aRoma nello stesso anno 1961), agli occhi deHa maggioranza dei numismaticila teoria ribassista viene a perdere ogni credibilita, ed il f.1voredi cui essa ave-va goduto viene indirizzato in gran parte verso la tesi intermedia.

Tuttavia, per a!cuni anni, vi e, in alcuni di coloro che erano stati i piúconvinti assertori delle idee ribassiste, una -natllrale perplessira di fronte allatestimonianza archeologica che delegittima in maniera COSI radicale la loroposizione; questo stato d'animo si traduce nella grande cautela con cui talistudiosi affrontano la possibilita di accettare il termil/IIS ante qllem desuntodagli scavi di Morgantina.

H. Mattingly ipotizza che agli edifici andati distrutti nella citta sicilianasia stato appiccato iI fuoco da parte degli Hispani (ivi stanziati) durante unqualche scontro con la popolazione verificatosi successivamente al 211 a.e.

Lo stesso parere e manifestato da H. B. Mattingly [1957-1982] (figlio diH. Mattingly). iIquale nell968 alza la propria datazione della riforma denarialefino al 205 a.e., collocandola ne1212 o 211 a.e. soltanto a partire dal 1970.

Cosi anche Hersh [I 952-1992], che a sostegno della cronologia ribassi-sta aveva approfondito lo studio delle riconiazioni, nel 1964 si limita a pro-porre per la creazione del denarius una collocazione nel 205-200 a.e., appog-giando con convinzione la datazione intomo al 21 1 solo diversi anni dopo.

La tesi intermedia si diffonde comunque alqllanto rapidamente.Giard [1962-1974] si ricollega alla posizione espressa da Thomsen fin

dal 1953, e pone la prima emissione di denarü imomo al 211 a.e.Villaronga [1967-1976] nel 1967 rileva come il glladro cronologico so-

stenuto dalla tesi intermedia si accordi con le datazioni assegnabili a vari te-soretti rinvenuti in Spagna.

Page 8: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

A. A1foldi [1961-1971) in un primo tempo approva nella loro totalita irisultati raggiunti nel 1961 da Thomsen, mentre nel 1971 preferisce antici-pare al 218 o al 217 a.e. la data d'introduzione del denarius..

Zehnacker [I 972-1983) concorda pienamente con Thomsen nel collo-care la creaz.ione del sistema denariale nel 213-211 a.e.

Marchetti [1971-199 I] fissa la prima ribellione di Morgantina al 213a.e. (invece che al 214); inoltre ritiene che siano i Cartaginesi i responsabilidella dimuzione di quegli edifici in cui appare cospicua fra le macerie la pre-senza di monete romane, giustificabile soltanto nell'epoca in <:ui nella citrasiciliana erano presenti i Romani, vale a dire non oltre iI 213 a.e.

Comparando do con gli elementi riscontrati nella monetazione dellaquinta repubblica siracusana (cui appartengono bronzi, assegnabili al 214a.e., riconiati su standard sestantale) e con la notizia del senatus consu/tumdel 214 a.e. in cui si prendono in considerazione livelli di censo rapponabilia c1assi serviane calcolate sulla base di assessestantali, Marchetti arriva a da-tare la riforma denariale (e la riduzione sestantale ad essa collegata) alIa finedel 215 o aJl'inizio del 214 a.e.

A110stesso modo, sono associabili agli inizi della riforma denariale an-che tre emissioni s:l.rde la cui coniazione appare attribuibile ai pretori dellaSardegna nel 2 H, 210 e 209 a.e.

Crawford sottolinea che le monete romane piú tarde recuperate a Mor-gantina apparrengono a poche emissioni, di cui sono presentí molri esempla-ri; questo induce a ritenere tali pezzi messi in circolazione da pochissimotempo.

In aggiunta a cio, lo studioso inglese rileva che, in base al resoconto li-viano, nei primi anni della guerra annibalica il me tallo a disposizione e suf-ficiente al fabbisogno, ma poco dopo, nonostanre la ríchiesta dí un tributumdup/ex nel 215 a.e., si assiste ad una evidente carenza di metallo, conseguen-te alla difficold di reperire nuove entrate con le quali fronteggiare le enormispese; Roma sceglie COSI di finanziarsi attraverso I'uso del credito. Solo dal212 a.e. il metallo comíncia ad amuire nuovamenre, grazie ai bottini, al tri-buro imposro ai privati nel21O, all'oro prelevaro dall'erario nel209, alla con-cessione in affitto dell'ager Campanus. 11che rende di fatro possibile I'attua-zione dellariforma denariale. Su queste basi, Crawford colloca con convin-zione la creazione del denarius nel 211 a.e. o subito prima.

Propende per la tesi intermedia anche Crawford [I 964-1986], che col-loca l'introduzione del denarius nel 211 a.e. o nell':mno prima, contempo-raneamente all'entrata in vigore dello standard sestantale per le monete bron- .zee. Reputa che I'evidenza in favore di tale datazione vada oltre iI solo datoarcheologico di Morgantina; e rinforza ulteriormente le osservazioni gia di-vulgate da Thomsen. .-

. A giudizio di Crawford, la transizione dal quadrigatus al tienarius deveessersi verificata al tempo della seconda guerra punica: lo testimoniano siai tesoretti recuperati in Spagna, sia i ripostigli sieiliani e quelli con monetedei Cartaginesi e dei loro a1leati in Italia. Ben si inseriscono nel contesto dellaguerra iI continuo decrescere del peso della moneta bronzea ed iI decentra-mento delle zecche.

Inoltre Capua, Calatia ed Ate/la nel216-211 a.e. ribanono monete dipeso poco inferiore allivello semilibrale, iI quale pertanto deve essere ancorain vigore nel 216-215.

Su pez.zi bronzei di Geronimo (del 216-215 a.e.) e della democraziasiracusana (del 215-212 a.e.) si trovano ribattuti esemplari di emissioniche risultanc ricollegabili alle prime fasi del sistema denariale.

La medesima considerazione vale per coniazioni prodone a Canusium,che vengono ribattute su bronzi di Eniade e dell;¡lega acarnana, giunti a Ro-ma agli inizi del 210 a.e.

NeI 1976 Villaronga segnala I'esistenza di un mezzo sheke/ cartaginese,con i tipi testa maschile/e1efante (proveniente con ogni probabilita da un teso-retto trovato ad Enna), caratterizzato dalla presenza del segno X nel campo aldiritto, testimonianza inequivocabile di una riconiazione sopra un denarius ro-mano (per quanro qualche perplessita sia indona dallo scarso peso del tondello:solo 3,03 grammi). Poiché i Carraginesi vengono cosrrerri a lasciare la Sicilianel 210 a.e., secondo lo studioso la riconiazione deve essere stata eseguita an-teriormente a tale anno, a riconferma dell'erroneita della teoria ribassista.

11consenso riscosso dalla tesi inrermedia appare generalizzato, ma nonunanime. Belloni [1960-1996] rigetta categoricamenre I'idea del denarius co-me moneta d'emergenza; Panvini Rosati [1960-1979) predilige dichiarata-mente la testimonianza fomita dalle fonti letterarie, riguardo alle quali ri-prende le considerazioni di stampo tradizionalisra; Nenci [1968J proponedi interpretare I'affermazione di Plinio relativa alla riduzione sestantale delbronzo come riferita non alla prima bensl alla seconda guerra punica, in ana-logia con quanto scritto da Festo (ma tale idea viene rifimata dagli altri nu-mismatici), giudicando quindi I'esposizione pliniana arrendibile nel suo com-plesso.

Page 9: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

spinge vari numismatici a valutare con attenzione anche altri elementi, e aformulare nuove interpretazioni.

1n appoggio alla datazione tradizionale, Pautasso [198?-1.987] segnalaun tesoretto con dracme padane e quadrigati; la Ercolani Cocchl [1987] an~:lizza la distribuzione quantitativa deHe diverse emissioni cui sono as~egnablhi dmarii rinvenuti nei tesoretti databili al primo secolo a.c.; Catalh [1984-1990 I nel 1990 esamina iI corredo deHa tomba 138 della necropoli di CeHe,con due s~muncine di peso semilibrale.

A favore della cronologia intermedia, Gorini [1973-1988] nel 1976prende in considerazione i ritrovamenti effettuati nei territori ven~to edadriatico, mettendo in evidenza che I'area di circolazione nella quale nentra-no i ripostigli di Serra Orlando, Taranto ,ed t!dine (co.n monete dellostess?tipo. tra cui ass~ di standard sestantale) e umca propno nella seconda metadel teno secolo a.c.; Buttrey nel 1980 segnala un tritnS delle prime emissio-ni di peso sestantale. in ottimo stato di conservazione, rinvenuto duránte gliscavi di Cosa in Etruria, in uno strato archeologico databile al tardo tenosecolo a.c.; Rizzo [1985], ritenendo che le emissioni bronzee che alcuni de-flniscono ottantali siano in realta riconducibili allo standard dell' as sestantalecalcolato suHa base della libbra italica. ipotizza un'alternanza fra il sistemaponderale romano e quello italico, reputando quest'ultimo perduran te ~inoalla riforma denariale ed in vigore ancora nell'anno 216 a.c., che lo studlosopresenta pertanto come tenninus post quem per la creazione del denarius. .

Burnett [1977-1989] nel 1977 dalla comparazione tra Plinio e Livio de-duce che le loro fonti affermavano soltanto che nel 269-268a.C. il popoloromano per la prima volta uso I'argento, iI che non presuppone necessaria-mente il riferimento ad una particolare emissione; disapprova quindi l'opi-nione in base alla quale le fonti letterarie indurrebbero a pensare che la co-niazione di pezzi argentei a Roma si sia veriflcata a partire dal 269 a.c.

Anche Lo Cascio [1980-1983] condivide I'idea che nel 269 si sia avutoiI primo utilizzo di argento monetato da parte del popolo romano, ~a c?l-loca in tale data anche la decisione di instaurare ufficialmente una tarlffazlo-ne in assesdella moneta argentea secondo una ratio denariaria; in altre parole,il dmnritlS rappresenta un'unita di conto, di cui inizialmente e coniato solo ilsottomulti plo.

In particolare, Arslan c.oncepisce l'inrroduzione del dennrius come unaoperazione con finalita di stampo chiaramente protezionistico: col ritiro delleprecedenri emissioni, la nuova moneta e la sola cui viene permesso di eirco-lare nei territori ancora soggetti all'autorita romana, e CiD allo scopo di im-pedire, in un periodo di pesanre crisi, la penetrazione e l'attecchimento intali mercati da parte della monetazione coniata dagl' .•Heati di Annibale.

A sostegno deHa propria datazione, la Caccamo Caltabiano porta ancheI'esame di un tesoretto (rinvenuto nel 1987 ad Agrigento) di 52 ori Marte/aquila, di cui gli esemplari da venri ttssesrisalgono unicamente a pochi conii.Ma. oltre a CiD,la studiosa attribuisce al sistema denariale uno stretto legamecon iI territorio siciliano, leggendo le caratteristiche di tale riforma monetariain funzione della precisa volonra, da parte di Roma, di riuscire a sostituirsi alregno siracusano dopo la morte di Gerone 11.

Alcuni studiosi, pur ritenendo che la riforma denariale sia da collocarsiin epoca posteriore a queHa proposta tradizionalmenre, preferiscono ipotizza-re una data anteriore alla seconda guerra punica, per superare I'impressionedi una compressione delle numerose emissioni delle prime fasi del sistemadenariale e di quelle dei bronzi di varie riduzioni in uno scarsissimo numerodi anni.

Cosl avviene nel caso di Fusi Rossetti [1987-1995], che associa la dif-fusione dei nomi dei monetieri suHe monete repubblicane al periodo onciale,ed identifica alcune abbreviazioni coi nomi di tre comandanti militari pre-senti a Benevento nel 212 a.c. e con quelli di due monetieri la cui attivitae ricollegabile agli anni che precedono l'inizio della guerra annibalica. Acqui-sisce pertanto la convinzione che l'introduzione del denarius si possa essereverificata nell'arco di tempo compreso fra la prima e la seconda guerra puni-ca, proponendo come data dell'innovazione, puramente a titolo indicativo,l'anno 235 a.c.

Intorno ad una datazione del dtnarius al 215-214 a.c., e quindi in unperiodo di poco anteriore aquello prospettato da Thomsen e confermato daCrawford. convergono i pareri (oltre che di Marchetti) di Manganaro [l ~69-19821, di Walker [1984]. di Arslan [1989], della Caccamo Caltablano[1990-1993].

11tenninus ante quem del 211 a.c. stabilito sulla base dei reperti emersidagli scavi di Morganrina non riceve pero una convinra accettazione da partedi tutti gli studiosi. Oltre che in Stockli [1975], che colloca la creazione deldenarius in un anno non precisabile ma successivo al 197 a.c., e il cui quadrocronologico viene contestato con decisione dagli altri numismatici, una posi-zione dissenziente e riscontrabile per esempio anche nelle assenioni della Gar-da-Bellido [1990]. Tale studiosa infatti considera la riforma denariale fattibilesoltanto dopo la caduta di Cttrthago Nova nel 209 a.c., reputando il possessodelle ricche miniere d'argento (presenti nelle vicinanze della citra) determi-nante per rifornire Roma del metallo necessario per le nuove emissioni.

Page 10: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

Al di la di eccezioni quamitativameme assai limitate, la situazione attua-le vede dunque fromeggiarsi principalmeme due diverse teorie cronologiche,alle quali si richiama la quasi totalita degli studiosi: quella trac;iizionalista, so-stenuta da un numero minoritario di numismatici; e quella intermedia, cherisulta largameme preferita, ma che non esprime tuttavia un parere univocosull'anno preciso dell'inizio delle emissioni denariali.

Di fronte alle differenti teorie formulate nel tentativo di risolvere il pro-blema della datazione della riforma denariale, e lecito chiedersi quanta parteabbia, al fine della preferenza per I'una o I'altra alternativa, l'atteggiamemopsicologico dei vari studiosi. NeI momemo in cui risulta palese l'impossibi-lita di chiarire ogni aspetto del problema, e naturale che possano acquisire unvalore determiname la voglia di nuovo {per i ribassisti} o la tendenza (~a par-te dei tradizionalisti) a non abbandonare la teoria gia sostenuta per appog-giarne un'altra che manifesta anch'essa alcuni Iimiti nel rispondere a tutti iproblemi. A cio si aggiunge pure iI rischio che, nella necessita di prendereposizione, I'indecisione generi conformismo verso I'idea che sembra di voltain volta prevaleme.

Spesso le diverse teorie cronologiche sono riconducibili a ben precisenazioni (ad esempio, la tesi ribassista viene associata in maniera particolarealla 'scuola inglese', memre quella tradizionalista alla 'scuola italiana'). Se"per gli anni trema tali opposti schieramenti possono anche essere reputatisemplicememe una conseguenza degli attriti politico-nazionalistici dell'epo-ca, per iI periodo successivo appare invece difficile trovare una spiegazioneplausibile di tale fenomeno. Bisogna forse pensare che tale divergenza sia sol-tamo iI fruno di un aneggiamento corporativistico che contrappone una'scuola' all'altra? Oppure la preferenza per una determinata ipotesi e indonada una differeme mentalita consegueme alla formazione culturale ricevuta, equindi deriva dall'approccio psicologico col quale lo studioso e abituato aporsi di fronte al problema?

Per inciso, anche per gli anni trema la connotazione nazionalistica nelleopere dei diversi studiosi appare ben poco radicata e tun'altro che generaliz-7.ata. Oltre che nel giudizio preseme nella parte conclusiva dell' articolo Ladata di istitrlziont dtl "dmarius" di Roma pubblicato nel 1938 dalla Cesano(che definisce antistorica td antiromana la cronologia ribassista), uno scopertonazionalismo e riscontrabile soltanto nello scritto di Santamaria [1935], chevede nella tesi degli srranieri H. Mattingly e Robinson un attacco contro iIpatrimonio sto rico nazionale.

In ogn i caso, le conseguenze negative di questa divisione di tipo geogra-

fico risultano evidemi: negli ultimi anni i temarivi di individuare nuove srra-de che possano porrare ad una soluzione del problema (o che riescano per-lomeno a chiarirne meglio alcuni aspeni) vengono compiuri in misura pro-porzionalmeme maggiore in Italia, poiché qui la mancanza di una uniformitadi giudizio si traduce in uno stimolo ad una maggiore anenzione verso quan-to puo apparire come un ¡movo e1ememo utile all'indagine. Laddove inveceviene ritenuta scomata la validira della teoria intermedia, si tende ad appro-fondire di meno la ricerca e I'analisi su cio che e ancora non pienameme di-mostrato.

O' altra parte, iI tentativo di onenere una ricostruzione cronologica ingrado di" assegnare un ordine a tuni gli e1ementi a disposizione si scontracon le oggettive difficolta sempre presenti in una tale indagine, che mettein discussione piu di un secolo di monetazione romana, eche quindi faticaspesso ad analizzare nella maniera piu consona ciascuna delle interpretazionivia via formulate. Non deve percio suscitare stupore la constatazione che,nell'articolarsi della polemica, hanno avuto luogo parecchie dichiarazioni er-ronee, anche da parte degli studiosi piu qualificati.

In alcuni casi lo sbaglio e solamente la conseguenza di una frettolosatraduzione delle antiche testimonianze scrine (il testo di Plinio relativo alladatazione della riduzione sestantale del bronzo viene mal imeso), o di unatrascrizione inesatta di qualche dato (le monete del sistema denariale conte-nute nel piccolo vaso rinvenuto a Morgantina vengono descritte in manierascorretta), o di un'analisi delle a!trui ipotesi effenuata con scarso approfon-dimento (l'amibuzione a Thomsen di una posizione che, nel 1953, apparivafavorevole ad una datazione del dtnarius al 209 a.e. e una imprecisione; COSI

anche iI riscontro di simboli uguali sui primi denarii e sui bronzi sestamali,da molti ricollegato agli approfondimenti di Samwer e von Bahrfeldt, risalein realta alle indagini di d'AilIy), o di una semplice svista (il 269 a.c., in cuiPlinio colloca la riforma denariale, viene posto a quanro anni di distanza dal-I'inizio della prima guerra punica, anziché cinque).

In altre circostanze, l'errore e rappresentato dalla stessa interpretazionedei dati proposta (I'esempio piu evidente e quello della teoria ribassista di H.Mattingly e Robinson); tuttavia cio e pur sempre il frurto di un temativo diintraprendere nuove strade che possano condurre píu lontano di quelle giabartute, ed anche quando la nuova vía appare ad un cerro punto impercor-ribile, averla scandagliata risulta comunque utile per l'affinamento dell'interancerca.

Ma a volte lo sbaglio e causaro da insufficiente aggiornamento, ed ap-pare quindi sintomo di quella reale difficolra a passare al vaglio tune le di-

Page 11: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

verse imerpretazioni. che puo pure degenerare nel rischio di un arroccamen-lO. tamo comodo quamo sterile. su posizioni sempre identiche a se stesse.Questo limite nel dialogo fra gli studiosi emerge con chiarezza nella scarsis-sima di/fusione che ancora oggi comraddistingue i risultati delle osservazionidi Leuze. iI quale. fin dal 1920, dimostra la mancanza di validir:l dell'imer-pretazione formulata per la prima volta da Mommsen riguardo a11'epitomeXV di Livio. L'associazione tra le affermazioni di derivazione liviana e l'anno268 a.e. risulta infani priva di reale fondamento, come riconosciuto ancheda Segre [1928-1931], Regling, Ricci, H. Maningly, Nenci (e come accena-lO in maniera piu o meno implicita pure da Frank, Giesecke. Sydenham, Fo-raboschi (1987)); mnavia essa ha continualO ad essere data per scontata dallamaggior parte degli smdiosi. e rappresenta mnora l'interpretazione piu accre-ditata, sebbene lasua inesanezza sia dimostrata gia da oltre tre quani di se-colo.

Ovvia conseguenza di questa errata convinzione e iI tentativo di trovareuna giustificazione alla differenza di un anno fra le datazioni desume dai testidi Plinio e Livio (pur essendo iI compendio del libro XV di Livio redano daun ignoto epitomatore. iI fano che le notizie in esso riponate derivino dalcelebre storico romano l'ha reso oggetto di una piena e mai sopita fiduciada pane dei sostenitori di tune le ricostruzioni cronologiche, i quali peraltrohan no a volte perso di vista la distinziohe fra l'epitomatore e Livio, attribuen-do al primo la stessa credibilita riconosciuta al secondo). A tale riguardo, aquella formulata da Mommsen si affiancano anche a1tre ipotesi: la differenzasarebbe addebitabile all'utilizzo di fonti diverse (Belloni); penánto queste,proprio in quanto autonome l'una dall'altra, rappresenterebbero una confer-ma della veridicita dell'evento (Picozzi [1978-197.9]); e nel panicolare rilievoin cui Plinio pone il 269 a.e. si potrebbe forse intravedere la volonta di po-'lemizzare contro la datazione al 268 (Burnen); oppure la di/ferenza potrebbeanche essere dovuta solo ad una redazione malridotta della perioca liviana(Zehnacker).

A parziale scusante di tale disattenzione verso le osservazioni di Leuze,bisogna pero riconoscere che, a partire dalla nascita della tesi ribassista, l'in-tercsse dcgli stlldiosi si concentra sulla contrapposizione fra le grandi teoriecronologiche. a scapito del controllo di particolari che, risultando ininfluentiper dirimere la comroversia sul quadro generale, appaiono ormai di seconda-ria imponanza.

DaI punto di vista metodologico, l'errore da cui guardarsi e quello dilasciarsi prendere la mano da una ricostruzione cronologica elaborata nonsulla basc dei dati che sembrano presentare maggiore obiettivira, ma per mez-zo di e1emen ti che, per quanto indimostrati, appaiono armonizzabili tra di

loro. QueslO porta alla formulazione di teorie che presentano senza dubbiouna logica interna, la quale pero non deve assolutamente essere scambiata perdimostrazione. -

Esempio della precarieta dci risuitati conseguiti con un simile approccioe stalO fornito dalla teoria ribassista. Se bisogna dare atto agli stessi H. Mat-tinglye Robinson di avere ammesso fin dal principio che gli e1ementi addottia sostegno della loro tesi risultavano credibili proprio perché si sostenevano avicenda, ma considerati isolatamente vedevano diminuire parecchio la loroforza dimostrativa, d'altro canto sono apparsi evidenti a tutti, sia pur soltantodopo gli scavi di Morgantina (le incongruenze gi;l messe in rilievo da Beare eThomsen non avevano convinto i ribassisti ad abbandonare la loro posizio-ne), i pesanti limiti cui era soggena la costruzione dei due studiosi inglesi.Come in un castello di carte I'armonia tra le diverse parti sussiste solo finchéogni singola carta viene mantenuta nella posizione piú udle per conservarel'equilibrio di tutte le altre, ma nel momento in cui essa viene toita anchel'equilibrio delle altre risulta irrimediabilmente compromesso, cosl, in unquadro cronologico basalO principalmente su una logica interna, le date sisostengono reciprocamente senza pero avere sufficienti appigli esterni ogget-tivi, cosicché e proprio la mancanza di dati certi che rende credibile la teoriaelaborata artificial mente. L'emergere di un'unica, ma chiara, testimonianzaoggeniva ha eliminato in un sol colpo I'intera cronologia ribassista, mostran-do l'inconsistenza di metodologie di lavoro che, pur essendo frutto del sanodesiderio di individuare finalmente una soluzione definitiva al problema. an-tepongono l'ordine della ricostruzione alla effeniva dimostrabilita di essa.

Costruzioni interessantissime ma basate in gran parte su una logica in-terna sono state formulate anche da studiosi contrari all'ipotesi ribassista. Adesempio la Breglia rileva che, assegnandoa ciascuno dei numeri presenti suididrammi Roma/Vittoria I'identificazione di una diversa emissione semestra-le, il periodo in cui si verifica la coniazione di tali monete e proprio compresofra il 294 e il 269 a.e., come proposlO dalla stlldiosa. La quale soctolineaanche che i 51 anni con i quali Plinio separa l'aureo da un nummus argenteocoincidono con il tempo intercorrente fra il 320 e il 2m a.C, date cui laBreglia associa rispettival11ente la nascita ddle serie romano-campane e I'in-troduzione di denarius e oro Marte/aquila.

In anni piu recenti Pedroni [1991-1993] propone un ragionamentomolto sil11ile,questa volta pero finalizzato alla difesa della tesi intermedia: in-terpretando il testo pliniano come testimonianza di innovazioni 1110netarieavvenute non solo nel 269, ma anche nel 275 a.e., il giovane studioso ponein evidenza che quest'ultima data (che luí assegna alla prima fra tutte le emis-sioni argentee) e ranno 213 a.e. (che collega con la riforma che introduce

Page 12: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

eimarius ed oro Mane/aquila) distano fra di loro proprio i 62 anni riferiti dal-Ia maggior pane dei codici come arco di tempo che divide l'introduzione del-l'argento e quella dell'oro monetati. . . . .' .

Ma tali ipotesi, peraltro pienamente leglttlme, sono vlzlate dal fatto diavere per base quelle stesse datazioni che si propongon~ di di~ostrare. In ~-tri termini, e proprio la collocazione cronologica degh eventl che la Breghapone nel 320, 294 e 269 a.e., eche Pedroni fissa al 275, 269 e 213 a.e.che deve ancora essere accenata: se viene gia accettata come premessa all'ap-profondimento che si vuole intraprendere, il risulrato finale equivarra ad unritorno all'indimostrato punto di panenza, come e ulteriormente evidenziatodaI f2no che ciascuna delle tre principali teorie cronologiche e riuscira, uti-lizzando tale metodo di indagine, a comprovare se stessa.

Si ha penanto I'impressione che all'insoddisfazione generara dall'insuf-ficienza degli elementi a disposizione molti studiosi reagiscano cercando diassegnare alla successione deglí avvenimenti un ordine per cosl dire 'matema-tico'. ovvero ricollegabile a considerazioni di carattere generale che vengonopresenrate come teoremi veri e propri. In realta questo atteggiamento appareviziato dall'erronea convinzione che gli eventi in questione debbano esserenecessariamente iI prodotto di azioni umane immuni da approssimazionied errori, quasi che l'infallibilita attribuita alle antiche autorita possa diven-tare dimostrazione dell'esattezza di una teoria cronologica.

II contesto storico viene presentato da molti studiosi come un elementoin grado di comprovare la correttezza del quadro cronologico proposto; alcu-ni numismatici lo considerano addirittura il principale mezzo di dimosrrazio-ne delle proprie teorie. .

Emerge, a volte manifestamente ma spesso solo sullo sfondo di conside-razioni piu specificamente numismatiche, il contrasto fra visione modernistae visione primitivista della storia di Roma repubblicana. Coloro che fannopropria la prima vedono nell' antica Roma una societa evoluta, perfettamen~ein grado (ed anzi bisognosa) di utilizzare gia nel quano secolo a.e. la sua pn-ma monetazione argentea in assoluto (le cosiddette romano-campane), equindi, di riflesso, capace di dare vita alla riforma denariale negl~ ~n.i pr~c~-denri alla prima guerra punica. Gli studiosi che panono da poslzlom pnml-'tiviste invece addebitano a Roma una maggior lentezza nel modificare le pro-prie strutture, e conseguentemente propendono per darazioni in epoca poste-nore.

Un esempio palese di questa preg~diziale puo essere riscontrato oellaposizione di stampo modemista manifestata da J. Babelon [1949], il quale,pur giudicando attendibili le interpretazioni sostenute dalla teoria ribassisra,

preferisce continuare ad appoggiare la datazione tradizionale della riformadenariale, riconoscendosi sfavorevole all'idea sressa di spostare ulteriormentein epoca piu recenre una data che gli sembrava gia troppo tarda.

Tuttavia tale modo di valutare la relazione tra fatti di carattere peculiar-mente numismatico ed eventi storici risulta fortemente fuorviante. Infatti ilcontesto storico. soprattutto se analizzato in termini generali, appare adatta-bile ad ognuna delle ipotesi cronologiche sostenute nel corso del tempo: lacollocazione dell'introduzione del denarius in un periodo di pace per la pe-nisola italica verrebbe avvalorata dalla constatazione che solo in tali anni sispiegherebbe la scarsita di tesoretti con le prime emissioni denariali, la data-zione ad un momento posto in prossimica dello scoppio di una guerra sareb-be corroborata dalla necessita di organizzarsi economicamenre in vista delconflitto considerato ormai inevitabile ed imminente, la data fissata ad un'e-poca immediatamente successiva ad una guerra sarebbe testimoniata dall'esi-genza di riorganizzare I'intero sistema monetario compromesso dalla lungacrisi ma con a disposizione i provenri della recente vittoria, menrre la collo-cazione in un periodo caratterizzato da un evento bellico apparirebbe confer-mata dal bisogno di tentare nuove strade (se la riforma viene posta in anni digravissima crisi) o dalla ritrovata possibilita di intraprendere una política eco-nomica piu intraprendente (se l'innovazione e associata ad avvenimenri favo-revoli alle armi romane).

Tale malleabilita rende il contesto storico un elemento privo di qualsi-voglia valore probante ai fini della formulazione del quadro cronologico. Lasua utilita emerge soltanto in una fase successiva della ricerca: una volta in-dividuata in maniera dimostrabile (per mezzo dei contributi fomitÍ da fontiletterarie, metrologia ed archeologia) la data dell'evento preso in esame, I'a-nalisi dei fatti storici ad esso contemporanei permette di comprendere megliole motivazioni del suo verificarsi. Solo in tali circostanze il contesto storicopuo servire come ulteriore controllo dell'omogeneita dei dati gia individuati.Per potere invece essere reputato dimostrazione di una determinata datazio-ne, il suo esame dovrebbe mostrare che, in tutti gli altri conrestÍ, e sempreiIIogico il verificarsi dell'evento considerato; in caso contrario, testimonia so-lamente che anche quella datazione e compatibile con le altre norizie storicheconosciute; tale constatazione ha pero scarsa rilevanza, poiché nella realca siavvera per ogni singola circostanza una soltanto fra tutte le altemative vero-simili, e all'individuazione di questa deve tendere la ricerca.

Parecchi studiosi presuppongono che Roma abbia provveduto alla crea-zione del denarius con la piena consapevolezza della futura lunga vita di talemoneta. Tale ragionamento risulta pero erroneo: la grande importanza rag-

Page 13: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

giunta dal dmarius appare certamente un dato indiscutibile ai nostri giorni,ma unicamente perché si tratta di un evento che si e gia verificato; la capacitadi prevederlo con assoluta certezza prima che accadesse e francamente soloun'i1Iazione aprioristica, e non deve essere confusa con la semplice speranzadi veder giungere a buon fine la riforma che si vuole intraprendere.

Infatti, in termini generali, i nuovi sistemi monetari vengono creati nontanto in vista di situazioni a lunga scadenza, quanto piuttosto per superareproblemi che il precedente sistema monetario non e riuscito a risolvere(con I'unica eccezione rappresentata dai provvedimenti presi per motivi po-litico-ideologici conseguenti ad un cambiamento di regime). In altre parole,la riforma e causata dai limiti del vecchio sistema, piu che dalla previsione delnuovo. In caso contrario, alle drastiche innovazioni si sarebbero preferitesemplici (e piu economiche) modifiche al sistema monetario gia in vigore.

L'impossibilita di attuare, fin dal momento della sua progettazioJ.le, uncollegamento tra un provvedimento di carattere monetario e la consapeVolez-za della sua futura importanza, appare con fermata dal fatto che alcuni antichiautori, senza mai vedere contestate le loro affermazioni, associano le innova-zioni in politica monetaria a motivazioni moralistiche, o le giustificano comedovute ai problemi del momento.

O'abra parte, se si presuppone nelle antiche autorita una cosi piena con-sapevolezza delle conseguenze a lungo termine delle proprie azioni, risulta in-spiegabile la modifica delle decisioni prese attuata abbassando il peso del de_·narius dopo poche emissioni.

In realca iI problema e che non solo non e possibile sapere se i respon-sabili di questi provvedimenti agivano con pare re unanime (o se invece si ve-rificavano cambiamenti di strategie causati dalla. modifica degli equilibri po-litici tra i vari gruppi di pressione>, ma non e chiaro nemmeno se I'azioneintrapresa mirava sempre a concordare le caratteristiche del sistema moneta-rio romano con quelle degli altri sistemi (il che e di difficile attuazione).

nismo numismatico, che ordina gli esemplari sulla base delle loro caratteri-stiche fisiche piu evidenti: metallo, impronta. peso. Non e quindi possibiledare per scontato che di tale interesse siano stati compartecipi anche gli anti-chi autori. Ai loro occhi I'introduzione del denarius, giudicata rilevantissimadai moderni studiosi, appariva forse di importanza secondaria; per la loromemalital.evemodegnodiesserericordatopotevaesserel.inizio della conia-zione in un certo metallo, visto come qualcosa la cui portata andava ben oltrequella della creazione di una particolare moneta.

A sostegno della legittimid di tale ipotesi si puó infatti constatare che lefonti diverse da Plinio testimoniano !'inizio della coniazione di pezzi che ven-gono identificati utilizzando semplicemente iI termine I1rgentum, senza spe-cificare ulteriormente il tipo della moneta.

Tale espressione generica e piu probabile che indichi monete come i di-drammi. Infatti, nell'epoca in cui vivevano gli autori di questi scritti, in cir-colazione vi erano i.denarii, e quindi un riferimento a queste monete potevaessere formulato scnvendo espressamente anche illoro nome; i didrammi in-vece, non essendo piu in uso e risultando quindi sconosciuti al lettore, ven-gono piu logicamente identificati unicamente per mezzo del metallo di cuisono comp~sti, sen~ che cio generi negli scrittori il dubbio di esprimersicon poca chlarezza, nferendosi essi al tempo in cui non esistevano altre mo-nete romane argentee.

O'altra parte, il convergere delle fonti scritte verso una datazione deipezzi ~rgen~ei all'anno 26~ a.c., se puo senza dubbio I1nche rappresentarela testlmomanza fondata dI un evento la cui cronologia era ben conosciutad~ ~utt~ I~ fon~i, non. necessariamente deve essere ritenuto una prova inamo-vlblle. E mfattl suffiClente che una precedente fonte comune abbia commes-so ~no .sbaglio, p~r provocare ~aripeti,zion.e a catena di tale errore in tutti gliscrmon successlvl. Anche al glOrno d Oggl, pur avendo a disposizione mezzimolto piu efficaci per controllare le notizie, capitano simili imprecisioni: sipensi alla decisione ufficiale di fissare la festa delle donne al1'8 marzo, percommemorare un avvenimento che pero era accaduto in data differeme.

T~le constatazione ovviamente non deve degenerare nell'aprioristico ri-fimo dI concedere credibilid alle fomi scritte; vuole invcce sottolineare unavolta di piu come soltanto il coincidere fra testimonianza letteraria ed archeo-logica permetta di avere certezze sulla effettiva veridicita degli amichi scritti.

La stessa idealizzazione del fatto che le antiche fonti sottolineano I'anno269 a.c., da un lato testimonia la grande difficolta nel comprovare archeo-logicameme tale data, e dall'altro ribadisce quamo siano fondamentali le fon-ti letterarie per avvalorare un quadro cronologico. Infatti anche gli stlldiosiche negano attendibilid alle affermazioni pliniane spesso non possono poi

La precarieta delle teorie che fungono da fondamema dei diversi quadricronologici proposti deriva non solo dai contrasti sul modo di interpretare idati archeologici, ma anche dall'impossibilita di discernere secondo criteriplausibili quali fra le testimonianze delle fomi letterarie appaiano maggior-mente fededegne. 11problema e infatti acuito dalla difficolta di capire quan-do un'affermazione risulta approssimativa a causa di un attuale atteggiamen-to mentale preconcetto e quando per un reale pressappochismo dell' anticoautore.

Ad esempio, e evidente I'odierno interesse per i cambiamenti di tipo edi peso subiti dalle monete. Ma tale attenzione ha la sua origine nel collezio-

Page 14: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

I tesoretti rinvenuti in Sicilia o in Spagna dimostrano la presenza deldmaritlS in quelle regioni in un ceno periodo storico, ma sono testimonianzaunicameme della situazione locale. Da essi quindi non e possibile ricavare ladata dell'introduzione del sistema denariale a Roma, ma esdusivamente unurmintlS itnU qtltm. Appare infatti probabile che Roma non abbia potutoin pochi mesi introdurre capillarmente le nuove monete, oltre che nella zonacircostante, anche in tutti i territori piu lontani; si deve quindi pensare aduna difl'usione graduale. E tuttavia estremamente difficile, sulla base di pochiripostigli, stabilire quali localita fossero rifomite piu celermente di nuovo nu-merario.

In ogni caso, sembra preferibile continuare ad appoggiare I'idea che lariforma sia stata intrapresa cercando di tener conto fin dall'inizio delle esigen-ze dell'intero dominio romano, senza quindi quella particolare attenzione alsistema monetario siciliano che viene teorizzata dalla Caccamo Caltabiano:L'ipotesi di tale studiosa, pur rappresentando anch'essa una delle alternativeverosimili, presuppone da parte di Roma, nelle scelte di carattere monetario,un atteggiamento fortemente subordinato agli avvenimenti specificameme si-ciliani, per riconoscere il quale sarebbe opportuno avere a disposizione precisetestimonianze, anziché dad troppo scarni per poter avvalorare a pieno titolouna teoria che assegna alle autorira romane un comportamemo cosi anomalo.

Fra i ritrovamemi di esemplari delle fasi iniziali del sistema denariale,quello di Morgantina rappresenta in pratica I'unico ricollegabile ad una dataprecisa, essendo impossibile trarre conc1usioni verificabili dai rinvenimentiefl'ettuati in contesti archeologici che sembrano di era anteriore a quello pre-so in esame a Morgantina. Infatti proviene da uno strato non sigillato il dt-narius anonimo recuperato in Sicilia presso Monte Adranone; localira questache De Miro [1976-1977] e la Fiorentini [1976-1977] (che segnalano la sco-perta) identificano con I'antica Adranon, distrutta dai Romani durante la pri-ma guerra punica; ma in cui Giustolisi [1985], disgiungendosi dall'opinionegeneralmente accettata, preferisce vedere la citra di Nakone, che ritiene di-strutta in epoca pirrica (e quindi precedente ad ogni proposta di datazionedella riforma denariale). Allo stesso modo, il denarius trovato a Metaponto,in uno strato archeologico databile agli ultimi decenni del quarto secolo a.e.o all'inizio del terzo, puo essere considerato, come rileva anclte Adamesteanu[1980] nel divulgare la notizia del rinvenimento, ricollegabile piuttosto aduna demolizione di epoca successiva.

I risultati ottenuti dagli scavi di Morgantina sono pero stati sufficientiper spazzare via, da soli, I'intera teoria ribassista, cite veniva apprezzata dalmaggior numero di studiosi; vengono cosi definitivamente accantonate aleu-ne considerazioni che, pur essendo erronee, per la loro verosimiglianza eranoprecedentemente giudicate da molti inattaccabili. T utto cio rende evidenteI'esiguita dei punti di riferimento veramente saldi che si hanno a disposizioneper formulare un quadro cronologico attcndibilc.

A riprova dei rischi insiti in un processo di deduzione basato su e1emen-ti cosi poveri, si puo rilevare la peculiarira che caratterizza ogni singolo ripo-stiglio: il piccolo vaso rinvenuto a Morgantina mostra I'insolita compresenzadi victoriati (che rappresentano circa meta del valore totale del tesoretto) edargenti del sistema denariale; inoltre, se si considerasse tale gruzzolo testimo-nianza fedele del circolante, si avrebbe I'impressione di una difl'usione mag-giore dei pezzi di valore intermedio (victoriati e qtlinarit), cui si contrappone

prescindere dal testo di Plinio per datare l'introduzione della mon~tazi~neaurea, ad ulteriore dimostrazione del bisogno di trovare nelle fontl scntteun saldo punto di riferimento.

L'utilita efl'ettiva dell'analisi dei tipi appare, ai fini della risoluzione deiproblemi cronologici, molto limitata. E aprioristico pretendere di ~ol.le~reI'utilizzo di una figura a precisi avvenimenti storici (come ad esemplo 11 tipObronzeo della prua all'imporsi di Roma come potenza marittima): se infattida un lato sono molteplici gli eventi associabili ad ogni raffigurazione, dal-l'a1uo sembra piu corretto pensare che le immagini riprodotte sulle moneteper diversi anni non vogliano indicare situazioni panicolari verificatesi al mo-mento della prima emissione, ma siano piuttosto simboli generici o semplicerappresentazione di oggetti comuni.

Risulta quindi eccessivo pretendere, come hanno presupposto ~ari stu-diosi a panire da A1theim, che la datazione al 269 a.e. del didrarnmo Ercolellupa coi gemelli possa essere non solo corroborata dalla presenza sul dirittodell'effigie del protettore della gtm Fabia, cui appaneneva uno dei consolidi quell'anno, ma anche dimostrata dal fatto che l'a1uo sommo magistratoe quel Q. Ogulnius che anni prima, assieme al fratello, aveva formato pressoil finlS Rtlminalis un gruppo statuario con lupa e gemelli. Tale lupa infattirappresenta, assieme alla testa femminile galeata, uno dei due simboli piu ca-ratteristici della citra stessa di Roma; e percio piu probabile che sia iI rovesciodel didrammo sia la statua composta dagli Ogu/nii, indipendentemente l'unodall'altra, si riallacciassero ad un simbolo comune per tutti i Romani, qualeera appunto quello della lupa coi gemelli.

A110stesso modo, pure la comparazione fra tipi molto simili presenti sumonete difl'erenti permette raramente di individuare con cenezza quale delleemissioni sia anteriore, ed in ogni caso non consente di dedurre il tempo in-tercorrente fra di esse.

Page 15: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

la minoritaria presenza di dman; e sestertií.Vi e quindi iI pericolo di costruireteorie molto articolate poggianti pero su e1ementi che non sono rappresen-tativi della realta generale ma risultano espressione del solo caso particolare.

Finché quindi non verranno scoperti altri e1ementi che, in maniera og-gettiva, rappresentino dei punti fermi per tutti, non si potra nemmeno con-siderare iIIegittima la sfiducia che una minoranza di studiosi continua a ma-nifestare verso la datazione degli strati archeologici di Morgantina comune-mente accettata.

D'altra parte la stessa testimonianza fomita da Morgantina, se I'inter-pretazione generalmente giudicata valida e giusta, puo essere assunta comeulteriore dimostrazione dell'inattendibilita dei riferimenti teorici al contestostorico; infatti, prima di tali scavi, agli occhi di molti studiosi era proprio lacollocazione della creazione del denar;us nell' anno 187 a.e. che giustificava ipochi tesoretti recuperati, poiché si trattava di un periodo di pace sul,suoloitalico; ma questa constatazione, di per sé verosimile, e apparsa irrealistiea aI-I'emergere dei nuovi e1ementi archeologici.

Se poi I'interpretazione formulata riguardo a questi ultimi dovesse risul-tare errata, cio proverebbe comunque l'insufficienza qualitativa degli indizi adisposizione.

Da notare che. basandosi esclusivamente sulle testimonianze letterarie,I'emissione degli aurei sembra da collegarsi con la grande quantita di oro pre-levata dall'erario nel 209 a.e. I risultati degli scavi di Morgantina inducono .pero a retrodatare l'introduzione degli aurei Marte/aquila almeno di pochianni, sul fondamento del resoconto liviano relativo a quanto accaduto aMorgantina non dopo iI 211 a.e. (anteponendo dunque l'attendibilita di ta-le riferimento aquella dell'interpretazione precedentemente accettata).

Da cio si deduce I'imprecisione deUe fonti primarie riguardo, in parti-colar modo, alle questioni di carattere monetario, e la conseguente farraginedelle ricostruzioni odieme, le quali sano ovviamente costrette (per scarsita dialtri dati) a non rinunciare all'esposizione lacunosa degli avvenimenti operatadalle fonti scritte. ma si trovano poi a doversi adattare a profonde modificheall'apparire di ogni nuovo elemento.

J'unico risultato di generare false convinzioni. Anche nel momento in cui siesprime il proprio appoggio verso un determinato quadro cronologico. equindi doveroso cominuare a tener presenti pure le altre alremative.

Accettata I'idea che i simboli presenti sia sui piú antichi dmar;; sia subronzi di livello sestamale (nonché su aurei Marte/aquila) siano testimonianzadella contemporaneita fra tali pezzi (e che quindi I'associazione fra dmarius estandard librale riferita dalle fonti antiche sia sbagliata), e pur nella consape-volezza dell'estrema attenzione che bisogna porre nd cercare di risalire dalladatazione dei tesoretti all'epoca di coniazione degli esemplari in essi contenu-ti, la cronologia che sembra lasciare in sospeso il minor numero di problemi sirivela quella intermedia (come collocazione cronologica per I'introduzione deldmar;us appare ipotizzabile, a giudizio di chi scrive, una datazione intomo al215 a.e., coerentemente fra l'altro con la testimonianza di Zonara. VIII, 26.relativa al deterioramento della moneta argemea verificarosi poco prima).

In pratiea, l'e1emento maggiormente discriminante fra tesi tradizionali-sta e tesi i.ntermedia consiste nel fatto che quest'ultima parte dal presuppostoche le vane fasi dei processi di riduzione ponderale siano contemporanee neidiversi territori dell'Italia peninsulare ed insulare.

In mancanza di dati oggettivi che consentano di quantificare in manieracondivisibile da tutti il volume delle emissioni, COSI da dedurre in manierasufficientemente obiettiva la loro durata, bisogna rilevare che I'assenza diesempi concreti di monete che, per peso e datazione, contraddicano il postu-lato dei sostenitori dell'ipotesi intermedia, permctte di aHermare che lo sche-ma delle riduzioni desunto dai ritrovamenti sembra univoco per tutti i terri-t?ri; ~ cio a convalida della teoria intermedia, che sulle orme di Festo pone landuzlone sestantale del bronzo al tempo della seconda guerra punica.

Tra J'altro si deve notare che la simultaneira deBe riduzioni bronzee nellediverse localira rappresentava in passaro I'idea col1lunemente accettata, ed estata messa in discussione soltanto alla nascita della teoria ribassista. Inoltre.da parte degli stessi tradizionalisti spesso viene manifcstaro picno consenso ver-so il principio di contemporaneira di riduzione quando questo e riferito al calodi peso dei didrammi lItilizzati da Roma e da altre citra italiche. Si ha quindiI'impressione che I'omogencita di trattamcnto fra le varic l1lonctazioni sia unfattore la cui accettazione viene subordinata da alcuni studiosi tradizionalistiall'utilita che esso puo assumere in difesa deBa tesi da loro sosten lita.

Anche dopo l'e1iminazione della tesi ribassista, il problema continuapercio ad apparire privo di una soluzione pienamente convincente in ognisuo aspetto. Gli e1ememi attualmente a disposizione non sono sufficientiper escludere tlltte le ipotesi interpretative tranne una; e pertanto profonda-mente scorretto riferirsi alle varíe componenti di una teoria confondendo leproprie lecite preferenze con una oggettívita soltanto presunta, poiché cio,ben lungi dall'essere di qualche utilita all'approfondimento critico, ottiene

Dagli studi sulla comparazione delle emissioni finali del quadrigatus conquelle iniziali del dmar;us, emerge che fra di esse non si e verificaro alcunaccavallamento, e quindi la coniazione dei dmarii risu!ta successiva, e maicontemporanea, aquella degli ultimi didral1lmi. Dato che per questi si regi-

Page 16: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

stra un minor contenuto di fino ed un peso ridotto rispetto alle emissioniprecedenti, e lecito supporre che iI dmarius venga introdotto o perché il qua-drigatus svalutato e rifiutato da molti, o perché le ,stesse ~utprita di. propriainiziativa modificano la loro decisione (fatto che puo avvemre per vane cause:i'innovazione, pur essendo accettata, suscita malumori nella gente; cresce iltimore che la monetazione svilita venga soppiantata da valute straniere; gliesponenti politici propugnatori deH'iniziativa perdono potere o vengono so-stituiti). Dunque la sovrapposizione nella produzione fra quadrigatus e dma-rius non si realizza proprio perché la finalita deHa riforma consiste nella so-stituzione dei quadrigati svalutati, alla cui coniazione si e ormai rinunciato: lamessa in circolazione di nuovi argenti di ottimo titolo equivale infatti a fa-vorire iI cambio, consentendo alla gente di trattenere i buoni denarii .resti-tuendo i poco graditi qttadrigati.

Utilizzando tale considerazione per meglio chiarire la coHocazi~ne deldmarius negli anni della seconda guerra punica, e pertanto possibile prbspet-tare questa successione di avvenimenti: indotta presumibilmente dalle grossedifficolta economiche e dalla conseguente insufficienza della quantita di me-tallo disponibile, Roma prende l'iniziale decisione di diminuire iI contenutodi fino del éJuadrigatus (riducendone anche iI peso): si tratta deHa prima sva-lutazione subita dalla moneta romana; Ola i'innovazione e presto ritenuta fal-limentare; si provvede quindi ad attuare una misura di segno opposto, in gra-do di riprisrinare la circolazione di una monetazione caratterizzata da un ti-·tolo apprezzabile; poiché un aumento dell'argento nelle nuove emissioni deididrammi avrebbe caoticamente affiancato esemplari con diversissimo titolo,si propende per una riforma generale che metta ordine in tutta la monetazio-ne; per una sorta di reazionarismo viene COSI legiferata la creazione del siste-ma denariale. Per risolvere il problema del permanere deHa crisi economica siseguono invece altre vie: i'esazione del tributo, iI prelevamento dell'oro dal-i'erario, la locazione dell'ager Campanus.

Conseguentemente, sulla base di tale ipotesi, ai fini deHa comprensionedei motivi che hanno consentito la riforma, diventa irrilevante I'arrivo a Ro-ma di nuovi mezzi a partire dal 211 a.e.: non sono infatti le nuove entratederivanti da bottini e locazione di terreni a permettere la creazione della mo-netazione denariale; e tra I'altro nel corso della guerra la situazione economi-ca permane a livelli pur sempre critici (non si verifica dunque un immediatopassaggio da anni di crisi profonda ad un periodo largamente favorevole allefinanze romane). Ma anche se si volesse associare I'introduzione del dmariusaHa necessita di usufruire di un aumento del metaHo a disposizione, bisogne-rebbe ugualmente accettare la constatazione che, pure prima che si realizzinoi suddetti introiti, si potrebbe comunque procedere all'instaurazione del nuo-

vo sistema monetario legiferando un inasprimento dell'imposizione fiscale odun prelievo straordinario dell'oro dall'erario.

In altre parole, qualunque sia la data in cui si e veramente realizzata I'in-troduzione del dmaritts, essa non deve essere intesa come I'unico momentostorico nel quale sono compresenti tutte le condizioni necessarie alla nascitadeHa riforma. L'inizio della coniazione dei nuovi pezzi argentei poteva veniresancito anche precedentemente, Olaprimtlle autorita avevano deliberatamen-te scefto di svallltare il qutldrigtltltS, vale a dire di rinunciare aH'imposizione dipiu pesanti tributi. T eoricamente parlando, esse avrebbero pOllitO con iden-tica facilita optare per un immediato aumento del tributo, cui avrebbe corri-spost9 il mantenimento di un alto contenuto di fino nel qtttldrigtlt1ts.

E quindi edificato su premesse errate iI tentativo di molti studiosi di spin-gere la nascita del denarius verso anni di economia prospera. Anche lo stessoCrawford, pur addebitando la soppressione del quadrigat1ts all'eccessivo ribas-samento subito da tale moneta, nel momento in cui prende in esame la riformache agli ultimi didrammi subentra, ne giustifica la col1ocazione nel 211 a.e. opoco prima rilevando che tl ptll'tire da tale data riprende I'affiusso di metallo,rendendo possibile la coniazione del dentlrius. Ma fra tutti gli eventi citati dallostudioso a favore di questo inquadramento cronologico, solamente la presa diSiracusa (con il suo bottino ingente Olapur sempre insufficiente, da solo, a for-nire il metal lo necessario per le nuove monete) risulta anteriore alla datazioneproposta per la riforma.Come potevano dunlJue i Romani nel212-211 a.e.prevedere che proprio da quel momento in poi avrebbero avuto disponibilitadi metallo superiori a quelle da loro possedute fino ad al1ora, e su questa con-vinzione predisporre il nuovo sistema monetario?

Non rimane che pensare che tale quadro generale susciti insoddisfazioneperché deriva dal presunto assioma secondo cui la data ricercua deve cadere,oltre che non dopo il 211 a.e. (tennilllts {(/ltc qlt('11Idcdotto dagli scavi diMorgantina), in un periodo caratterizzato da nuovi e grandi affiussi di me-tallo; dei quali pero si puo trovare testimonianza a partire dar 209 a.e.,ma non certo prima del 211.

D'altra parte anche De Martino [1979-1980] rileva il perdurare dellaprecarieta finanziaria cui e soggetta Roma durante tuno I'arco della guerraannibalica. Partendo pero dal presupposto che i prohlellli cconolllici che cau-sano la svallltazione del qutldrigtltllS siano incolllpatibili con la coniazione deldenarius, coerentemente lo studioso si trova a dover allllllettere I'impossibi-lid di trovare una qualunque datazione che possa giustificare I'emissione diargenti di ottimo titolo immediatamente dopo quella di pezzi svalutati.

Modificando iI presupposto di partenza, appare la soluzione: e proprio iIfallimento dell'idea di deprezzare la moneta argentea che genera la riformadenariale; pertanto questa nasce in anni che sono ancora dorninati da una

Page 17: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

forte crisi, alla quale pero non si risponde piu con la svalutazione del dena-rius, per evitare di ricadere in quella situazione precaria che aveva caratteriz-zato le ultime emissioni dei quadrigati. !

Utilizzando questa chiave di lettura degli eventi esaminati. I'innovazio-ne risulta quindi derivata dalla necessita di correggere una pianificazione giu-dicata errata. In mancanza di tale sbaglio. sarebbe presumibilmente prosegui-ta l'emissione dei qUlldrigllti: infatti una moneta che riesce a soddisfare le esi-genze del sistema cui appartiene non ha alcun motivo di essere sostituita; allimite i qlladrigati avrebbero visto l'aggiunta del segno di valore. o comunquecambiamenti riguardanti solamente il tipo; iI rapporto di valore fra denariusequadrigatus e infatti pari a 1:1.5 e le due monete risultano pertanto cambia-bili con a1tre valute straniere con quasi identica facilita. .

11fatto che iI denaritlS appaia equivalente alla dracma permette di spie-gare la scelta del peso da assegnare alla nuova unita argentea. Non si puo pe-ro pensare che sia semplicemente il desiderio di facilitare gli scambi corÍtmer-ciali internazionali ad indurre Roma ad intraprendere una cosl radicale rifor-ma. Fra l'altro tale ipotesi. che per inciso siega il provvedimento da unqualche particolare contesto beHico. non chiarisce se la decisione di affiancarela propria moneta alla dracma sia finalizzata al tentativo di imporsi anche sudi essa o se invece presupponga il riconoscimento di una superiorita deHadracma. alla quale bisogna accettare di adattare la propria monetazione.

Da rilevare inoltre· che soltanto considerando le ultime emissioni dei .quadrigati contemporanee aHe prime dei denarii diventa possibile teorizzarealtre motivazioni della riforma: solo in tale caso infatti si puo pensare ad unasvalutazione del quadriglltus intrapresa con il deliberato scopo di favorire l'ac-cettazione del dmarius. .

Ricapitolando: trovandosi nella necessita di provvedere a nuove emissio-ni di pezzi argentei, ma essendo (nei primi anni della guerra annibalica) im-possibilitata a procurarsi altro metallo da nuove miniere. Roma deve operareuna scelta fra le due sole a1ternative che le rimangono: o procede a11eemis-sioni coniando monete con meno metallo. o aumenta la quantita di metalloconiato recuperato amaverso una maggiore tassazione e quindi riutilizzabiledai monetieri. In base a1l'ipotesi formulata, per sopperire a11ascarsita di me-tallo Roma inizialmente propende per la prima alternativa. mettendo in cir-colazione i quadrigati ribassati nel peso e con un minor contenuto di fino;poco do po pero modifica la sua scelta. aumentando le entrate per consentireI'emissione di un pezlO argenteo con peso e titolo ottimi: il rknarius.

Tuno cio permene di spiegare il verificarsi di emissioni argentee conottimo titolo immediatamente dopo quelle svalutate, e consente di e1iminarela necessita di porre la riforma denariale in prossimita del 211 a.e.

Ma se il denarius e da collegarsi ad un periodo cararterizzato da proble-mi economici, bisogna pure ammettere che I'esigenza di nuove entrate punverificarsi anch~ in tempo di pace, a causa di nuovi stanziamenti per gestirecio che si e gia conquistato. Di conseguenza le J11otivazioni generali dell'in-staurazione del nuovo sistema monetario risultano infine anch'csse insuffi-cienti per fissare con precisione gli anni in cui le alltorita romane preseroprovvedimenti straordinari nei riguardi della monetazione argentea.

L'ipotesi che il denarius venga creato per sostitllire i quadrigati dati adAnnibale come riscatto dei prigionieri romani, pur prendendo ano della pos-sibilita che siano state compresenti anche motivazioni legate ad esigenze diprestigio, rimane in ogni caso basata su un elemento di importanza seconda-ria in confronto agli aspetti della crisi gia analizzati.

Per quanto riguarda i ripetuti ribassamenti a cui e andata soggetta lamonetazione bronzea in particolar modo negli anni prossimi alla riforma de-nariale, se essi vengono addebitati a tempi di grandi difficolta di ordine eco-nomico, come il periodo della seconda guerra punica, allora bisogna tenerconto deHa possibilita che Roma attllasse le riduzioni di peso ed immettessein circolazione le monete ridone ogniqualvolta il bisogno rendeva impelIentitali manovre, senza attendere che in tutti i territori fossero dilfusi i bronzi diuna certa riduzione prima di procedere a queHa successiva. Di conseguenzatali riduzioni devono essere considerate come non strertamente contempora-nee nelle diverse parti del dominio romano, soprattlltto lluando le date d'in-troduzione dei dilferenti standard ponderali sono collocate a pochissimotempo I'una dall'a1tra. e sono quindi iI segno di un 'approssimazione generatadaH'urgenza di tamponare gli aspetti piu deleteri della crisi in arto.

NeHa ricerca delle motivazioni alla base della riforrlla dcnariale, bisogne-rebbe comunque tenere presente pure I'eventualid che intercorra un certolasso di tempo fra la decisione di innovare il sistema monetario e l'elfettivaemissione deHe nuove monete; e infatti solo do po I'insorgere di un problemache nasce lo sforzo per risolverlo. Se e CoSI,le cause che hanno generato lavolonta di procedere alla riforma devono essere ricercate in situazioni chepossono essersi verificate anche alcuni anni prima.

In conc1usione si puo alfermare che, nell'analisi degli elementi riscon-trati nell'ambito di questo problema specifico, il processo di induzione appa-re quindi insufficiente per arrivare alla formulazione di un quadro cronolo-gico totalmente dimostrabile. Bisogna d'altra parte rilevare che i pochi daticerti a disposizione non consentono di lItilizzare con piena efficacia l'indagi-ne di tipo deduttivo.

Page 18: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

ACActaAmiquaAHRAIINAJAAJNAJPh .AnnalrsESCANS MNAmJANumAnzeigcrAltertumsArStSicOrBerlMünzBJ

BNZBollCircNumNapBollltNumArteMedBolINumBullCArchCRBulllmCommHSBullMlmpRCRCWDMEHRGacelaNumHambBeilJaarboekPenningkunde

JNGJRSJWILaNumMAARMélArchHislMemAccltStFilNum

NACNCNCircNLBlaltNScaviAm

NumNumHisp

= Numismalickv Sborník= Numismalische Zeirschrifr= Proceedings of rhe Brirish Academy= Philologische Wochenschrifi= Proceedings of rhe Cambridge I'hilological Sociery= Quaderni dell'lstiruro di Archeologia della I'acolril di Lcrrere e

Filosofia. Universiril di Messina= Rassegna Numismarica, Finanziaria e Tecnico-Moneraria= Revue Beige; de Numismarique er de Sigillographie= Revue des Erudes Lari nes= Rendiconri della Accademia di Archeologia Lerrere e Belle Arri.

Napoli= Rivisra Italiana di Numismarica e Scienze Affini= Rivisra di Cultura Classica e Medioevale= Revue Numismarique= The Scandinavian Economic Hisrorv Review= Seaby's Coin and Medal Bullerin .= Socieril Numismarica Iraliana.Comunicazioni= Schweizerische numismarische Rundschau I Revue Suisse de

Numismarique= Srudi di Numismarica= The Times Lirerary Supplemenr= T ransaclions and Proceedings of rhe American Philological Asso-

ciarion= Die Welr als Geschichre= The Year's Work in Classical Srudies= Zeirschrifr tur Numismarik

NumSborníkNZPBAPhWProcCPhSQuadArchMessina

= Archeologia Classica= Acra Amiqua Academiae Sciemiarum Hungaricae= The American Hisrorical Review= Annali. IstirU[o Italiano di Numismalica= American Journal of Archaeology= American Journal of Numismatics= American Journal of Philology= Annales. Economies • Sociélés - Civilisalions= American Numismatic Society. Museum Noles= The Anliquaries Journal= ACla Numismálica= Anzeiger ror die A1lertumswissenschaft= Archivio Slorico per la Sicilia Orientale= Berliner Münzblatter= Bonner Jahrbücher des rheinischen Landesmuseums in Bonn

und des Vereins von A1lertumsfreunden im Rheinlande= Berliner numismatische Zeitschrift= Bollerrino del Circolo Numismatico Napoletano= Bollettino Italiano di Numismatica e di Arte della Medaglia= Bollettino di Numismatica= Bullettino del la Commissione Archeologica Comunale in Roma= Bulletin of the'lnrernalional Commirree of Historical Sciences= Bullerrino del Museo dell'lmpero Romano= The Classical Review= The Cla.ssical World= Deursche Münzblarrer= The English Hislorical Review= Gacela Numismálica= Hamburger Beitrage zur Numismalik= Jaarboek van het Koninklijk Nederlandsch Genootsehap voor

Munr- en Penningkunde= Jahrbuch Rir Numismatik und Geldgeschichte= The Journal of Roman SlUdies= Journal of lhe Warburg Institute= La Numismalica= Memoirs of the American Academy in Rome= Mélanges d'Archéologie et d'Histoire

Memorie dell'Accademia Italiana di Studi Filatelici e Numisma-liciMirreilungen des Deutschen Archaeologischen Instituts. Romi·sche Abteilung

= Quaderni Ticinesi. Numismatica e Anrichita C1assiche= Numismalic Chronicle= The Numismalic Circular= Numismarisches Literalur-Blarr= Arri della Accademia Nazionale dei Lincei. Notizie degli Scavi di

Antichiril= Numismatica e Scienze Affini= Numario Hispanico

RassNumRBNRÉLRendAccNap

RINRivCultClassMedRNScandEcHRSeaby'sBullSNI ComSNR

StNumTLST ransProcAPhA

WGYear'sWorkZfN

ARFI.K., Di( Plalttllsp"olog(, Frankfurr 1955. IConrro rib:1ssisralNMMfsrEANU D., Il santl/ario di Apo/lo e I//'ballistim gel/ende, in AJettlpol/to 1, supplememo a

"NScaviAm" ser. 8, XXIX (1975), ROIúa 19110, pp. 15-.'111.AI.F('ll.l>1A., Timaios' Bericht ¡¡be/'die Allfiillge del' Ge/dpn'igl/lIg ill Rom, in "MirrDeurRom"

LXVIII (196 O, pp. 64-79, ¡Contro tradizionalel

(*) Ai vari riferimenti bibliografici viene falra seguire, fra parenresi quadre, la ~atazionedell'imroduzione del dena/'ius (o della decisione di introdurlo) proposla dall'autore 111quellospecifico testo, precisando se lo slUdioso sosliene in maniera esplicila un~ dala p,~rr.ic~lare, o seinvece appoggia un quadro cronologico nelle sue caralteriSliche generah, o. se Si h?lIla a. ma-nifeslare un 'opinione contraria verso I'insieme (o anche sollanto verso alculll aspeltl) degh e1e-menti presentali a soslegno ddle altrui iporesi. ..' .

. Non viene operala alcuna dislinzione sulla hase deHa magglore " mll10re COnVll1Zl0necon cui i diversi aUlori si propongono come faurori di una dererminata leoria cronologica.

Vengono omesse le dicilure a. C. e ci/'Ctl. . • .

I leslÍ ai quali non sono affiancare le suddene preclsazlonl, pur 1:\l01contenendo 1I~1esplicilO riferimenlo alla dalazione della creazione del dellfl/'iIlS, preSC:1rano comunque consl-derazioni Ulili aHa comprensione ddl'evolversi della polemica.

Page 19: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

-. Z/lr romiJehrn Mii'lzpriíK'l/lg im zw~itrn p/lnisehrn Kri~~. in "JNG" XV (1%5). pp. 33-47. [Pro intermedial

Di~ I'rnnt~'I. ¡¡liras /lnd Latin/ls. Eill~ arehiíologiseh-historisch~ UlIt~n/lch/lllg üba dasSch/l1llrgoIJ /llId di~ IIl1mmi qlllldrignti. in "MinDeutRom" LXXVIII/l (1971).pp. 1-57. 1218-217)

A1Fi\I.D1M.R .• Ami/u N/lmismntik. 1-11. Mainz am Rhein 1978. [Poco prima del 211]AmlEIM F .• prefazione a H. Maningly - E.S.G. Robinson, Di~ Dntimlllg d~s romiJchrn Drnnn

IlIId anda~ Mnrksuill~ illl friih~1I romiJchm Münzwnm (uaduzione ad opera di Ma-ria A1theim di: H. Maningly - E.S.G. Robinson. Tht Dau ofth~ Romnn Drnariwalld Oth~r LOlldmarks ill Early Roman Coinag~. con commento supplementare degliamorí)o in "WG" 111 (1937), p.69. [Pro ribassista]

T~ Fint ROlllnn Si/I/~r Coillag~. in TrallSaetiollS of th~ Inttrnationa/ Numismatic CongmsOrganiud and H~IJ ill LOlldol1by th~ Royal Numismntic Soci~ty Jun~ 30-]uly 3. 1936on th~ Occasion of Its Cmtrnary, edited by J. A1lan - H. Maning!y - E.S.G. RoJJin-son, London 1938, pp. 137-150. [Pro ribassista)

AMISANOG.,L~ origini d~1 dmario. D~scrizion~ d~1primo drnario romano ~ bmH storia VfflJsi-mik d~i primi ueo/i di mon~tazion~ in Ita/ia, Milano 1990. [Subito dopo la s«ondaguerra punica)

AMORÓSJ.. Argmt/lm Oscrns~, in "NumHisp" VIII 1 (1957), pp. 51-71. [187]

AR~IANE.A .• MOII~taziollt allr~a ~d argrnua d~i Brrttii. Milano 1989. [215-214]BA8EWNE.• Dncription historiq/l~ " chrollologiqu~ d~s monnain tÚ Út r;publiqu~ romnin~ vu/-

gairrmrnt app~/;n monnai~s consuÚtir~s, 1-11. Paris 1885-1886. [268)-. Trait; d~s momlai~s gr~cqlm rt roma¡',~s. I-XIII. Paris 1901-1932. [269)BA8F.lONJ .• La n/lmislllatiq/l~ alltiq/l~. Paris 1949. 1268]BAI.81IlF.CAROS.• La lIIolI~ta a Roma ~ in Ita/ia. 1-111.Cinisello Balsamo 1993; [Pro tradizio-

nale) .

BF.ARFW .• TrillllllllllllS, in "CR" XLVIII (1934). p.23. [Contro ribassista)

- • Th~ Dau ofth~ Casilla. in "CR" XLVIII (1934). pp. 123-124. [Contro ribassista)BEl.WNI G.G., L~ mOIlt'u romall~ d~//'tta r~p/lbb/icana. Catalogo tÚ/k racco/t~ numismntich~. Mi-

lano 1%0. 1187) .- • La tinta di illtrod/lzion~ dt'i dmario: ma proprio <poco prima dr/211 a.e>? in "RJN"

LXXVIII (1976). pp. 35-54 (pubblicato anche in: Belloni, Scritti di arch~ologia. sto-ria ~ IIl1l11iJmatica.a cura di R. Pera - C. Perassi - M. P. Rossignani - M. Sordi - A.Valvo, Milano 1996). [269-268)

- • Gabillt'ftO IIl1miJmatico. Milano 1977. [269-268)- • La monrtn romalla. Socit'fn, politica, etI/tllra. Roma 1993. [269-268]BllCf(11 A .• Mt'trologischt' UIlft'Tl/lch/lllgm iiba G~wichu. Miinzfiif~ und Maf~ tÚs A/tmhllms in

i/mlll Z/lsammt'l1hallgt', Berlin 1838. [Poco prima della fine della prima guerra pu-nical

BOREN H.C., recensione di Crawford. Romnn R~pub/ican Coinag~. in "AHR" LXXX1/2(1976). pp. 366-367. [211)

BOR';IIFSI B.. Dt'mdt' dt'cimauttima, in O~lwrn compl;'~s. O~/lvres n/lmismatiqlm. 11. Paris1864. pp.283-342 [pubblicato anche in "Giornale Arcadico" LXXX1V (1840).pp. 168-240J. 1269)

BO\n A.A .. recensione di Svdenham. Th~ Coillag~ of th~ Roman R~public. in "JRS" XLIII(953). pp. 193-196.

BREt:l.lAL.. Rillvmim~lIto monetal~diSmaAlml/lca. in "Num" XII/I-2 (1946). pp. 1-5. [Protradizionale]

-. La monetazionedi Cap/la e il problema del del/ario. in "NlIm" XIV/I-3 (l94B). pp. 11-16.[pro rradizionale]

-. A proposito di riconiaziolli, in "BoIICircNlImNap" XXXIV/I-2 (1949). pp .. ,-8. [Pro tra-dizionale]

- • Spunti di politica mOlletale romalla ill Sicilia ed ill Sard/'glla. in "RendAccNap" XXIV-XXV (1949-1950), 1'1'.13-29. [Contro ribassista(

- , La prima Jitse delln cOlliazione romalla dell'nrgmto. Roma 1952. [269J-. La mOIl~taziolle rt'fJubblicalla romana. in "AIIN" I (1954). pp. 204-206. [Contro ribassista)- , Morgantina: st/ldi t' problt'mi, in "AIIN" V-VI (195B-1959). pp ..)]6-344.- , 1 rinvenimenti mOIl~tnri di MOI-galltilla (Sm'a Orlalldo) ed il prob/l'll1a del dl'l1ario. 111

"AUN" IX-XI (1962-1964), 1'1'.304-309. [2691- • Numismatica antica. Storia e metodologia. Milano 1964.- • intervento riportato in: La monetaziolle di brollzo di I'OJeid'lIIia-l'a/'stlllll. Aui del U! COII-

vegno d~l Centro Int~maziollale di Stlldi NII/1IiS1llluici - Napoli 19-23 aprile 1911.supplemento al voll1me XVIII-XIX di "AIIN". Roma 1973. pp. 162-163. [Pro tra-dizionale)

BRUNETnL., Rilievi risolutivi contro l;,bbllssalllmto della datllziolle del primo dl'llllrio repubbli-callO, in "Num" VIII (1965). 1'1'.5-11. 12691

- , Batttlte di chiusa SIIlln dataziolle del primo dt'11ario repllbblicflllO. Tricstc 1966. [2691BURNElTA.M., The Coil1ages of Rome alld MaK'1a GmetÍa ill tl>/'I.at/' FOllrtl>alld 1YJird Cm-

turies B. c., in "SNR" LVI (1977). pp. 92-121. [2121

-, The First Roman Silver Coim. in "NAC" VII (1978). pp. 121-142. [Contro tradizionalc]-. The Currmcy of Italy from the Allllibalic Wr1r to tl>/'R/'~'l,1Io(AlIglIJtllJ. in "AIIN" XXIX

(1982). pp. 125-137. [2121The Enlla Hoard alld the Silver Coillage of tbe .~yr'IC1Isl1l1LJelllocmcy. in "SNR" LXII

(1983). pp. 5-45. [211 J

-. The Romall Rep/lb/ic. in A Survey ofNllmismatic Rl'.ft'arc!r.1978-1984. cditcd by M. Pricc- E. Besly - D. Macdowall - M. Jones - A. Oddy. 1: Alláellf. Medie/lfll alld ModallNllmismatics, London 1986. pp. 29-42. 1212-211(

-, Coillage in the Roman World, London 1987. [212 (o 211)J-. Th~ Changiltg Face of Republicall Numislllatics, in "J RS" LXXVII (1987). pp. 177-183.

1211]-. The Begi/llliltK' of Romalt Coiltage. in "AIIN" XXXVI (1989). pp. 33-64. [Contro tratli-

zionale]BUTlRI'YT.V .• recensione di Thomsen. l:~lrly R0111l111Coillr1g/'.... in "AJA" LXVII/J (1963).

pp. 319-320. [Seconda guerra plInica, non dopo iI 211]The Morgantilla Excavatiom altd th~ Date of the RO/1lal1Dl'I1l1rillJ,in COlIgresJol11tel'l1a-

ziollale di Numislllaticn. Roma 11-16 settembre 1961. 11: Aui. Roma 1965.pp. 261-267 (ripubblicato, con pochissime modifiche. in: T. V. BlIttrey - K. T.Erim - T. D. Groves - R. Ross Holloway, MOI-gallf;'llt Stlldies, 11: The Coim. Prin-ceton 1989). [Poco prima del 214 o 211(

- • commento a H. B. Mattingly, The Date oftbe ROl/Ia'1 Dl'I1arillJ. A ReplJl. in COlIgresJobltt'maziollale di Numislllatica. Roma 11-16 settelllbre 1961. U: Aui. Roma 1965.pp. 272-273. [Contro ribassista]

Page 20: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

-. recensiooe di Crawford. Roman R~publican Coinag~, io "CW" LXXl/2 (1977). pp. 151-153. [Secooda guerra punica]

-. Morgantina a1ld th~ Dmarius. io "NAC" VIII (1979). pp. 149-157 (ripubblicato. conpochissime modifiche. io: T. V. Buttrey - K. T. Erim - T. D. Groves - R RossHolloway, Morgantina Studi~s. 11: Th~ Coins, Princeton 1989). [Entro un anno odue prima del 211)

- • Cosa: t~ Coim. io "MMR" XXXIV (1980), pp. 5-156. (214)CACC.AMOCAITARIANOM .• úprim~ nnissioni tklforo inarziak'romano: il ttsormo di Agrigmto

1987. io "QuadArchMessina" V (1990). pp.49-65. [215-ioizio 2 I4)- • 11usormo di oro <marziak>. tÚIAgrigmto ~ il problnna tklk origini tkl sistnna tknariak. in

Acw du Xl~ Congrh Inun/ational d~ NumismAtiqu~ organisé a l«casion du 150~ an-nivmair~ tk lA Socihé Royak tk Numismatiqu~ tk &lgiqu~. Bruxdln. 8-13 s~ptnnbrt199/. édités par T. Hackeos - G. Moucharte. 11: Monnaits «/tiqUts ~t romAints,Louvaio-Ia-Neuve 1993. pp. 109-116. [1nizio 214)

CAIOF.RARAG., Sul/'origin~ d~l "dmarius", in "Num" VI/5-6 (1940), pp. 113-116. (187)

CAuu j.-P. - PANVINIROSATIF., ú fÜpot mOl/étllir~du PoZZltrtllo (Bo/sma). in "MélArchHist"LXXVlIl (1964). pp. 51-90. [CaIlu: 213-211. Panvini Rosati: 268) '.

CArrF.llI R.• Manuak di numismatictl, Milaoo 1965. (268)

CARSONR.A.G .• HaroúJ Matting/y. 1884-1964, in "PBA" L (1964). pp. 331-340. [Cont~tradiziooale)

- • Coins. Ancimt, M~diarot/l & Motkm. London 1970 (2 ed.). (211)-, Principal Coins olt~ Romans, I-III. Loodon 1978-1981. (211)

CAsF.YP.j.. receosiooe di Crawford. Roman R1'ublican Coina~. in "NCirc" LXXXIII/7-8(1975). pp. 293-294. [211 (o 212)]

C\TAI.I.I F .• Numismatica ~trusca ~ Ílalictl, Roma 1984.· [Pro tradizionale)

- • Momta ~ urritorio: l'agro falisco, in La civilta tki Falisd. Atti tkl XV Conwgno di StudiEmlSchi ~d Italid. Civitll CmullAna - Forre Songallo. 28-31 inaggio 1987, Firenze1990, pp. 245-250. [Pro tradiziooale)

CAVAIGN~CE., L~s fÜbuts du monnayag~ romAin. in "RÉL" XXXI (1953). pp. 106-109. [Proribassista)

-. L ~rr~urd~ Plin~ XXXIII. 13, io Congr;s Inumational tk NumismAtiqu~. Paris. 6-11 juilkt1953. publiés par j. Babelon - j. Lafaurie. 11:Actts. Paris 1957. pp. 573-576. [Con-tro tradiziooale)

CAVF.lX)NIc.. RAgguaglio storico arch~ologicod~'pr~cipui ripostigli antichi di m~tÚlgli~consolAri ~di famigli~ roman~ d'argmto prl riscontro d~' quali vi~mi a tkfinir~ o limitar~ l~tlt d'al-tr01ld~ i1lcma di molu di qu~lk. ~ ch~ puo urvirt anch~ di r1'morio tk/k m~tÚlgli~m~d~sim~, Modeoa 1854. (269)

ÜSA:-':OS.L. Dmari/IS. io E. De Ruggiero. Dizionario ~pigrafico di antÍ€hitlt romAn~. IIIII.Spoleto 1910. pp. 1623-1671. [269-268)

- • Di dll~ piaoli ripostigli di argmti cartagin~si ~ tki Brmii. in Transactions 01 t~ Int~a-tional Numismatic Congrm Organizrd and H~úJ in London by th~ Roya/ NumismAticSoci~tyJ/m~ 30-Ju/y 3. 1936 on th~ Occasion 0111SCmtmary. edited by j. A1lan - H.Maniogly - E. S. G. Robiosoo. London 1938. pp. 56-67. [pro tradizionale)

Lo dua di istituzion~ d~l 'arnari/IS" di Roma, io "BuIlMlmpR". appendice a "Bull-CArchCR", IX (1938), pp. 3-26 [riassunto pubblicato in: Cesano, D~IIAdata di ini-zin d~/1Ac01liazion~da tknarius. io VIII Congris Int~ational tks Scimm Historiquts.

Zurich, 1938. CommllnicntiollS p"éJeluérs, \, Paris 1938, pp.76-79; ed io "Bull-lntCommHS" X (1938), pp. 220-223J. 1269-268J

- , Ilasti d!,IIARepubblica Romllna mI/a moneta di Roma, in "StNum" 1/2 (1942), pp. 10'j-262. [Contro ribassisra)

-, La moneta di Romll, in V. Ussani - F. Arnaldi, Gllida al/o 5tlldio dellA civilta romllnll IImi-ca, 11, Napoli 1954, pp. 67.~-687. 1269-268]

CHANTRAINFH., Bemerk;l1Igm zllm iiÜe5tm sizili5c!Jm IIlId romi5c!Jm MiinZUle5m. io "JNG"XII (1962), pp. 51-64. [210-209]

- , QuinllrillS. io I'allly ~ Wissowa, Rml-Fllcye/o/,rldil' dI'/' e/1I5.liJcIJI'1IAlrn1l1msu1issmJclJllji,XXIVII, Snmgart 1963, coll. 879-894. 12111

CHRISTK., Antike Numismlltik. Darmsradt 1967. ¡Poco dopo il 2 UJClERICI L., Economia e finanza dei Romani (dal/e origini alla finr del/e gum'e silll1litie/Je),Bo-

10goa 1943. [269-268]CONSOIO I.ANGHERS., Ricerche di nllmismatica, Messina 1967. [269-268]COWFU F.R., Cicero and thr Romlln Repllblic, London 1948. 11871CRAWFOIlPM.H .• War IInd Financr, io "jRS" L1V (1964), pp. 29-32. (211)- • Roman Republican Numismlltics, io A SU1'lJqo/ Nl//IIis/lllltic Rrsrllrch. 1960-1965. edited

by O. M0rkholm. 1: Ancient Numismatics, Copeohageo 1967, pp. 153-161. IProintermedia)

- , Roman Republican Coin HOllrds, London 1969. [211 J- , Th~ Finandal Organization 01 Repllblican Spaill, in "NC" ser. 7. IX (1969), pp. 79-93.

[212-211J- • iotervento riportato io: Lamonetllziolle di bmnzo di Posridonia-Pllestum. Afti drllll Con-

vegllo dd Cmtro Imemllziollllle di Studi Nn1l1i5111t1tici- Napoli 19-23 aprilr 1971.sllpplemento al vol lime XVIII-XIX di "AIIN", Roma 1973, pp. 132-133. [Comtcltradiziooale)

- • interveoto riportato in: /.a mOlletllzione di bmllZO di I'nsridonill-l'lIrstllm. Atti del 111COII-VegllOdel Centl7J Imernaziolllllr di Studi NII/IIi.11l1l1tici- Napoli 19-23 apli/~ /97/.supplemento al volllme XVIII-XIX di "AIIN", Roma 1973, pp. 161-162. [2111

-, Roman R1'ublican Coinllge, 1-11, Cambridge 1974. [211 (o 212)J-. Th~ Romlln Rrpublic. in A SU1'lJq0INu1I1iJ'1/fuic RI'5t'tl1d,. /972-/977. edited hy R. Car-

son - P. Berghalls - N. Lowick, Beme 1979, pp. 161-176. [211 J- • Numismatica. io Crawford - Gabba - Millar - Soodgrass. I.e basi dOCIIl/lellfllriedel/a 5toritl

alltica, Bologoa 1984. Titolo originale: S01l11'e5for Anl"Ímt History, Cambridge1983. Traduzione di Cesare Saleni, pp. 185-234. \l'oco prima del 211 (o del 214)1

-, Coinage IInd Money under the Romall Rrpllblil'. /r1l(Ytlnd tIJeMedite/Tanean Economy, Lon-doo 1985. [211 o sllbito primal

- • La moneta in Grrcia e a Roma. Bari 1986. [2111O.JTIlONI TlISA A., RicollJidrrazioni ~ rifle5sinni 5IIi rÍl/llmi1l1mti monetali a Morgantilla. in

"AIIN" XXXVIII-XLI (1991-1994), pp.209-221. [Dopo la vittoria della prim;1guerra puoica]

D'AIl.LY, BOllllllFIl 1'.-1'11.,BAIION,Recherches sur la /IIolll/llir rD/IIllinedepuis son originejllsqll;,lA mort d'AlIglISte. I-IV, Lyon 1864-1869. [269J

DE GlIAPANA.M .• Algunos problemll5 fillldllmemtlles dr las mnollrdaciones de plAta de EmporiO!.y Rhode, io "Numisma" IV/13 (1954), pp. 9-47. \pro ribassisra]

DE. LOIlFNZIA., Cronologia rd evoluzione plautina, Napoli 1952. [Contro ribassista]

Page 21: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

DEI Rlo D .• Storia ~ civi/ta di Roma attrarJt!no k mon~U, Roma 1986. [268)DE MARTlNll F., Storia ~conomica di Roma antica, I-ll. Firenze 1979-1980. [Tmninus anu

qumr. 211. Pro intermedia)DE MIRo E. - FIORINTINIG .• R~lazion~ mllatrilJita tÚlla Soprinttndmla alk Antichita di Agri-

gmto (/972- / 976). in "KOOKUA.OC;" XXll-XXIllllI.1 (1976-1977): Atti tÚllV Con-gmso Inumaziona/~ di Studi mlla Sicilia Antica, pp. 423-455. [269)

DE RF(;IBlISL., SlIgli allinmmtnti mon~tari n~/1astoria tÚl/1mpfflJ di Roma, in Atti d~l V Con-gmso Naziona/~ di Stlldi Romani. a cura di C. Galassi Paluzzi. n. Roma 1940.pp. 398-405. [Conuo ribassista)

ECKItEl.J .• Doctrina numorum rJt!t~m. I-VIll. Vindobonae 1792-1798. [269)ERcol.ANICOCCIlI E.• La circolazion~ mon~t4k in Emilia-Romagna fia la fin~ tÚ/ III ~ i/ l s~colo

a. C Pa Ima nuova impost4zion~ tÚ/ probkma eronologico tÚ/ tknario. in Studi paLaura Brrglia. pane ll: Numismatica romana. m~dioroak ~ modn7Ul, supplementoal n.IV di "BoIINum" (1987). pp. 19-37. [Epoca piu antica del 211) .

FAII.ANIG .• Applicazioni d~1 m~todo statistico allo studio tÚlla prisca mon~t4zion~ romana, in"Num" IX-XI (1943-1945). pp. 25-32. [Pro tradizionale)

FF.Nll G .• M~daglim cmnonts~. Mon~t~ roman~ tÚn~tlt "pubb/icana, Cremona '1979. [269-268)

- • La monnazion~ romanll "/,ubb/icnna. Ana/isi ~ confronto d~/k mprincipa/i uori~ sulla da-tazion~. Brescia 1982 [pubblicato anche in "LaNum" XII/2,4.5,7-8 (1981)). (269-268)

FIORENl'INlG. - DE MIRO E.. RMzion~ ml/attivitir tÚ/lA SoprintmtÚnza a/k Antichita di Agri-grnto (/972-/976). in "KOOKUA.OC;" XXII-XXIllllI.1 (1976-1977): Atti tÚ/ IV Con-grmo IIIt~rnazionllk di Studi su/lA Sici/ia Antica, pp. 423-455. (269)

FORABOSCIlID .• Anino~ S~COltdnFilad~/jiJ ~ la mon~t4zion~ romana, in "NAC' XVI (1987).pp. 149-159. [Contra tradizionale) .

FORZONIA., La monna II~I/a storia. Dal/~ origini alla riforma mon~t4riadi Caracalla (214 ti.C). Bari 1989. [240 o forse prima)

FRANKT .• An Ecollomic History o[ Rom~. Baltimore 1927 (2 oo.). [269)- • An Ecollomic Survt'J o[ Ancitnt Rom~. 1: Rom, and Italy o[ th~ &publico Baltimore 1933.

[269)- , 011 th~ Daw o[ PlmltltS' Casina and Its R~vival in "AJPh" L1V (1933). pp. 368-372.

[Contro ribassista)FRIERB.W .. recensione di Crawford. Roman Rrpub/ican Coinag~. e di Zehnacker. Mon~t4 ...•

in "Phoenix" XXXJ4 (1976), pp. 375-382. [211)Fusl ROS"ElTI A.• L 'jntroduzioll~ tÚi nomi gmti/izi n~/lA monnaziont' romanll "/,ubb/icana, in

"RIN" LXXXIX (1987). pp. 29-42. [Dopo ¡1268. rna prima della seconda guerrapllnical

- • L~ ZLCc¡'~militari roman~ II~/I/I s~c. a.C. in "RIN" XCI (1989). pp. 73-117. (235)- • Sulid datazioll~ d~1 Dmario romano. in "SNI Com" VIll122 (1995). pp. 9-10. [Dopo la

prima guerra punica. T~nninltS anu qumr. 214)G~8B.\ E.. L~ origini d~ll~s~rcito pro[mionak in Roma: i proktari ~ la riforma di Mario, in

"Alhenaellm" XXV1I/3-4 (1949). pp. 173-209 (pubblicato anche in: Gabba. Es~r-cito ~ soci~ta n~/1a tarda r~pubblicn romanll. Firenze 1973). [218)

G\IIRICI f... recensione di H. Mattingly - Robinson, Th~ Dau o[tm Roman D~narius ...• in"RassNum" XXX1/7-8 (1934). pp. 263-265. (187)

- • recensione di l.e Gentilhomme. Les quadr~'(tlti lIumlJli ...• in "RassNum" XXXII/5-(1935). pp. 195-196. [187J

- • Mon~!~ amic!Je riCOllill/~.MIlgnll Grecia e Sicilill. in "RassNlIm" XXXI1/7-R (19.15pp. 248-259. [1871

- • La ricollitlzioll~ d~1 brollzo studitl'" ill mppor/o cml ItI riduziolle dell'¡we lIelt/ttlli'l C 111,1,Sici/il/. in "BoIlCircNumNap" XXXII-XXXIII (1947-1948), pp. 29-52. 1187J

GAE'ITENSR.• recensione di H. Mattingly - Rohinson. 1Jil' f)tltÍ/'mll'!; des romisc!Jen Dmlll:' ..in "NLBlm"1.I11/356-357 (1937). pp.2911-2912. 11871

GAMIII'KINIIlIS<:I\I\I'I'Ac.. I.tI lIullletllziolle di RIIIIIIId/ll'I/III' ItI rcp/lbbliCII (dl// IV Idl .1('(. 1/.eBologna 1962 (3 ed.). [2(8)

GARcíA-BEIJII)OM.P .• El tesoro de /o.10gmtc'y SIl elllomo mOllettl/, Valencia 1990. [Poco dnpn Iconquista di Cart!Jl/go NorJa nel 209 I

GARRUCCIR., L~ monet~ dell'ltlllillllllliCII. Roma 1885. [269J

GIARDJ.-B .• recensione di Thomsen. EI/r~y Romall C(Jillllge .... in "RN" ser. 6. IV (1962'pp. 321-322. [211J ,

- , LIl monnl/i~ d~ C~PO/l~e~ le p~(Jh/eme de ItI dtltl/timl du dmier romain, in COlIgmso IlIIelnauonllle dI NUmlJmlltlca. Roml/ //-/6 settembre /96/. 11: Atri. Roma 1965pp. 235-259. [211 J

- , recensione di Zehnacker. MOlletll .... e di Crawford. Rmlltlll Repuh/icall Coillllge. in "RN'ser. 6. XVI (1974). pp. 182-183. [21 JI

GII'SI'CKEW.• !talil/ N/lmismatica. Ein~ Gesc!Jic!Jteda italisc!Jm GeldsJ'Steme bis zur KaiJerzálLeipzig 1928. [269-268]

-. Amikes Geld~~s~II, Leip!.ig 1938 [i~ questo testo viene ripllhhlicato. in forma di capitolnanche l arllcolo: Glesecke. DI(' EII/steh/l/l'(sZl'il mil Quad1'i'(at. Delltll' Il11d ViC/o1'illlin "DM" L1V (1934). pp.181-191. 2Ú-225: l.V (19.15). pp.2.18-242J. 12181

GIlJSTOI.ISIV.• Nakolle ed Ellte/lil tllkllll("(, degli allt!i-hi rIt"Tl'li /I'Cl'IItI'lI1m/etlpplll:,i e di /1/1IIUO11() decreto illedito, I'alermo 1985.

GNIT<:1I1F.• 11 ripostiglio d·ostil/. Assi e dllpmldio CllllilltO.in "IUN" XXII (1909). pp. 11-19- • Mon~t~ romlll/~, Milano 1935 (4 ed.). [268J

GÓIlI. R.. recensione di Thomsen. EII'Iy Romall COillll'l;l'.... in "AnzeigerAllertums" XVII(1964), coll. 201-204. 1213) <

- • recensione di Thomsen. EIlr/y Romtlll COilltl¡(l' .... 111 "GnOmon" XXXVII (1965)pp ..116-318. [2131

- , Antik~ Numismlltik. 1-11. München 1978. 1213-2111

GllElJECKI' G.. Z/l1' romiscb-ct/lnpllltisc!Jm /)idmdJlllm-PII~r!Jl1Ig. 111 "BNZ" VI (1951 ¡.pp. 165-168. [Pro rihassistal

GllRINI G .• MOlle/~ rol/ll/III' rep/lbblit'lme dd IJIIISt'I/Rol/l/tú, di I'I/r/I"'II. VCIIl'zia 197.1. 12(,')2681

-, recensione di Crawford. ROllum RepllMiCIIIICoilltlge. in "IUN" LXXVIII (1976). pp. 256-259. [211 o qualche 311110 primal

- • AgrigC1lto. Ripostiglio di mon~te d'o1'o 1'01/l1/IIe1'epubbliCIIlle.in "RIN" XC (1988). p.60.1.(Pro intermedia]

GOWI'RSW. - SCUII.IIIlIlH.H .• Hllllllibals Elep!Jtlllts tI¡(tÚlI.in "Ne" ser. 6. X (1950). pp. 271-28.1. [Conlro IradizionaleJ

GIlANTM .• recensione di Sydcnham. 71JeCoilltlge o/the ROIIIIIIIRepuMic. in "EHR" LXVIII!268 (195.1). pp. 422-424.

Page 22: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

-, Maimtmml Milllillgs, in "TLS" LXXIV (1975), p.690. [211 (o 212)]GRIIIl~11N1'11. ImmtiuziOllr alln numismatica. Roma 1984. Tirolo originale: Numismntics, Ox-

((ud 1975. Traduzione di Nicola De Domenico. [Poco prima del 211]GRI,,"IR H.A .. Coim o[thr Romnn Rrp"blic in thr British Musrum, I-III. London 1910. [268

0269-2681 .IhFRFRuN E.J., ZlIm COrpllSnumon/m arris gravis. Dir Systrmatik tÚs ¡¡lttsun riimischm Münz-

IIJrsr"s. in "BerIMünz" XXVI (1905). pp. 107-115. 141-152. 165-176.206-213;XXVII (1906), pp. 257-260. 273-275.340-361. (268)

- • Drr Roma- TYPlls tIIif drn Miinun drr riimischrn Rrpublik. in Corolln Nllmismntica. Nu-mismatic Essays ill HOllour o[ Bnrclny V. Head, London - New York - Toronro1906. pp. 135-155. [268]

- • Dir jiillgstr rmukischr IInd die iiltrstr riimische Golápriigung. in "ZfN" XXVI/3 (1907).pp. 229-272. (268 o 269-268)

- • Conc!lIsioni prospmichr drl sistrma mo?rtario antichissimo di R~mn:, srcondo E. j. Harb",;lin. 11 cOllfronto con Ir concl,uioll/ di Teodoro Mommsrn, ID BollItNumArreMedVIII/3 (1910). pp. 33-37. (268]

- • Lrttrra apma di E. j. Harbrrlin a Paow Orsi SII11'antichissimosistrmn monrtario.romnno. in"BoIlItNumArreMed" VII1I5-6-7 (1910), pp. 65-69. [268]

HAGENW .• Nrtlr Forschllngrn Zllr riimischrn MünzkuntÚ. in "HambBeit" II (1948). pp. 5-15.(187)

HAINF5G.c. - MAITINI;IY I-I.B.• Roman Rrpublican Coinage. Some AddilÍom and CorreclÍom.in "NCirc" LXXI/7-8 (1963). pp. 146-150. [190 e dopo)

Hm:ttFUIEIM F.M., Romischr Sozial- I/IId W;rtschaftsgtschichtr (von tÚr Konigruit bis Byzanz).in Historia IIl1mdi, herausgegeben von F. Valjavec. IV: Romischts Weltrrich undChris/rntum. Bern 1956. pp. 397-488. (187)

- - NFATlWI..H., 71'r Ear/y Roman Currrncy ill thr Light o[Recent Resrarch. in "ActaAntiqua"VIII/I·2 (1960). pp. 51-85. (187)

- • Stori" rcollomica drl mOlido amico, Bari 1972. TiroJo originale: An Ancirnt Economic Hi-sto,)'. Leiden 1958. T raduzione di Sergio Sciacca. [269 o 187]

HFRSIIc.A.. A Note by Charles Hersh COllcrmillg Revisioll o[ the Dating o[ the Quadrigati andSome Vic/oria/; alld 71JeirAssociaud Ars, in E. A. Sydenham. Thr Coinage o[ the Ro-lIlall Rrpublic. London 1952, pp. 219-220. (187)

- • Overs/rikrs as Evidt'llcr for thr History o[ Roman Rrp"blican Coinage. in "NC" ser. 6. XIII(1953). pp. 33-68. (187)

- • recensione di Thomsen. Ear/y Romall Coi,lt1ge ...• in "NC" ser. 7. IV (1964). pp. 341-353. (205-200)

Thr Agrillioll Filld flIld thr Problem o[ thr Chronology o[ the Roman Rrpublican Coin~ge¿lIrillg thr Srcolld C'rmury 8. C. A Rel'ision .o[ tlir.Sydrnham Arrange".'rnt a".d J?atl~~o[71.'esr IsSllesBasrd Primari/y on a Rrco'/SIdrrntlon o[the Hoard Evúknce. ID NCser. 7, VI (1966). pp.71-93. [Anni sul flnire del reno secolo)

- • A QI';lIarius Hoard from Southem /ta/y. in "NC" ser. 7, XII (1972). pp. 75-88. [Controribassisra 1

- . A Tri-dmOlllillat;OIlttl Hoard o[ Ear/y Romall Si/vrr Coins from Sici/y. in "ANS MN" XXI(1976). pp. 59-65.

- . Notes 01/ /he C¡'rol/ologl' al/d II/urprrtatiol/ o[ thr Romall Repllblican Coinage. Some Com-/110m 01/ Crnujórd's Romall Rep"blican Coillage, in "NC" ser. 7, XVII (1977).pp. 11)-.~6.

-. Some Additiollal Romal/ Rep"b1ienl/ OlJrrstrikes. in "ANS MN" XXXII (1987). pp. 85-1)~[Trl7llinllS anlr q"enr. 210J

-. At Úts/, MOl'ganlilla. in "AJN" ser. 2, 1Il-IV (1991-1992). pp. 187-194. [Tra 215-214 I

211J

HEURGON J., Rrcherches s"r l'lJistoire, la I'eligiol/ et la áIJilis'l/il/ll de CtlpO/teprerom'lil/I' dl'J ol'igines a In dellxihllr g"erre p"l/ique, Paris 1942. [Pro ribassisra)

- • recensione di Thoinsen. Ear/y Romtll/ e'oil/tlge ...• in "Rf:L" XL (1962). pp.411-418[213 o poco dopo]

- , commcnto a Giard. l,,/ 11/(J/IIlt1iedi' G/POUI'...• in C'ol/gl'l'JJO11I/!'1'1I'lziol1aledi NUllliJllltItien. Romll / /-16 srtlembl'e 196/. 11: Alli. Roma 1%5. 1'.260.

-. Rome et In Méditerrmlér occidmtllle jllsqu'nux gual'es PUl/iqUl'J,Paris 1969. 1214JHlll G.F .• Historienl Romall Coins fi'Om Ihe Eal'liesl 1'illll's lo the Reign o[ Augnstus. LondOl'

1909. [269-2681HUI.TSCIIF., Grirchische Imd I'iimische Me/mlogil', Berlin 1882 (2 ed.). [269-268)- • Denarius, in Pauly - Wissowa. Rml-EI/qclopiidie del' c!tIJsischm AltertlllllswissellSclJllji. V

Sruttgart 1905, coll. 202-215. 1269-2681JONF.SJ.R .• A Fixed Date [01' tlJe Earliest Dmal'ii. in "Seaby'sBull" DXLlV (1963). pp. 294-

295. [213-211)

KENTJ.P.c. - OVI'RIIITKB. - Snl.O\X' A.U., Die I'olllis,.hl'Miil/z<', Miinchen 1973 (edi7.iolllrivedura: Kent. Roman CoillS. London 1978). ISeconda guerra punica. 1'rnllil/w ml-te quem: 211 J

KIFNASTD., Cato drr ZellSol'.Sl'Íne Prrsol/lidJkeil III/d JI'ÍI/!' Zrít, Heidclberg 1954. /pro rih"sisralKNAI'I'R.e.. The Date alld Purpose o[thrtbl'l'illl/ Denlll'ii. in "Ne' ser. 7. XVII (1977), pp. 1_

18. [211]

KRAAYe.M., recensione di Thomsen. EIII'~J'Romtll/ Coil/tlge ...• in "JRS" L11 (1962). 1'1'.249-251.12U-211J

KRizF.KF., K pOCfltklim Í'Í/IIského mil/col'l/ictl/í, in "NumSborník" 111 (1956), pp. 5-63. lOnriassunto in francese: Les débil/S du IIIlm/ll~J'IIJ/' mllll/il/. pp. 258-261. [Big'l/i (r/l'llllrilcol ripo della biga): subiro dol'O iI 216. Dl'I1l1l'iicol ripo dei Dioscuri: all'inizio dcl-I'ulrima decade del reno secolol

KUlllrs<:III'KW., recensione di H. Mattingly - Rohinson. n/l' Dall' oflhe Roma1/ De/llll'illJ ....in "PhW" L1V/31 (19.'\4). coll. 1163-1166. [IX71

LASTH., Romall His/ory. in "Year'sWork" XXVIII (19.~4). pp ..'\~-52. [Pro ribassisralLF.GF.NTIIIIOMMI·P.• Lrs quadrig,lti ,mmmi et 11'Dil'll ¡"'/tIs. in "RN" ser. 4. XXXVII (1934).

pp. 1-36. [187J

LF.NORMANTCit., Rechrl'chesSIII'les époq"es et SIII'/I'Sl't/weJ d'émÍJsiol/ dr I'/Es grlllJe m Ittllir. in"RN" IX (1844). pp. 170-195, 245-270. [2691

LF.NORMANTF., LII mo,mllie da11Sl'nllliq"ilé. 1-111,Paris IX78-IX79. 1268}

- , Denal'ills. in Ch. Daremberg - E. Saglio. Dictiollllllil'e dl'J IIl1tiqllités gl'ecqlleJ et mlll/lim'J.1111.Paris 1892, pp. 9.'\-100. [269-268)

Lwn O., Das Datum drr erstm Silbrrpl'iigul/g il/ Rmn. in "ZfN" XXXII (1920). pp. 15-36.[2(9)

LÉvi'QlJl' P., P)'rrhos, Paris 1957. IPro rradizionalcl

LII'!'I R.• Lr monetr dellll Rrpubblil't/ di Romtl l/el /11 Jl'''. 1/.e "I'mposle pa 111/111II10l'amltllo-gaziolle", in "LaNum" XXV1II8,9.1 O, 11 (19%), 1'1'.343-349. 390-396, 43X-447,486-493. [221-2201

Page 23: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

lo C"-<;C10E.. 1/ primo dmarius. in "AIIN" XXVII-XXVIII (1980-1981). pp. 335-358. [Prointermedial

- • Dmarii r I·itroriati in Val7Onr. in Studi in ono" di Dinu AtÚ1mmranu, Galatina 1983.pp. 175-183. Il'ro intermedia) \

MARRorr T.O .• recensione di H. Martingly - Robinson. Thr Datr o[thr Roman Dmarius ...•in "The Numismatist" XLVII (1934). 1'1'.393-394. [Pro ribassista)

MACll(lNAIJ) G .• recensione di H. Mattingly - Robinson. Thr Datr o[ thr Roman Dmarius ...•in "CR" XLVIII (1934). pp. 89-90. [187)

MAN(;ANAROG.. La monrtazionr a Siracl/sa tra Cannr r la vittoria di Marcrllo (216-212 a.CJ.in "ArS/SicOr" LXV/3 (1969). 1'1'.283-296. [Pro intermedia)

- • Un ripostiglio sicilimlo drl 214-211 a.e. r la datazionr tÚI fÚnariUS. in "JNG" XXXI-XXXII (1981-1982).1'1'.37-54. [215-214)

- • La monrtazionr drlla <mistmza a1ltiromana> in Sicilia nr/211-10 a.e.. in Acus du WmrCongr;s l1ltrmational dr Nllmismatiqllr. &mr. srptrmbrr 1979. éditeurs T. Haekens- R. Wei\ler. l. Louvain-Ia-Neuve 1982. 1'1'.261-262. [214-213)

MARCIIF.lTl1'.• La datation dll dmirr romain ~t ks ftuilln tÚ Morgantina, in "RBN" CXVlI()971). 1'1'.81-114. [214-213) .

- • Lr monna)'agr romain m bronu pmdant la druxi;mr f,lt"" puniqur. in "RBN" CXIX()973). 1'1'.215-216. [214)

- • Ln maniplllatiom dr la mOllnair romainr all COl/rsdr la druxi;mr grtrrrr puniqur. in Actrs .dll 8;mr COllgrrs11Itrmational dr NlImismatiqur. Nrw York - Washington. Srptrmb"1973. édireurs H. A. Cahn - G. le Rider. 1: Trxtr. Paris - Bale 1976. pp. 339-346.[214)

- • La mhrologir drs mOllllairs hntsqltrS ai'rc marqurs dr I.alrur. in Contribllti introtillttivi allostlldio drlla monrtazionr rtntsca. Atti drl V Convrgno drl Cmtro Intrrnazionak di Stu-di Nllmismatici - Napoli 20-24 aprilr 1975; supplemento al volume XXII di"AIIN". Roma 1976. 1'1'.273-296. [214)

-. recensione di Crawford. Roman Rrpublican Coinagr. in "RBN" CXXII (1976). pp. 181-184.

- • Histoirr ¡conomiqllr rt monhairr tÚ la druxi;mr gurrrr puniqur. Bruxe\les 1978. [Fine215-inizio 2141

- - VI(;N"I'X A.-l.. La Répub/iqllr romainr: dll d¡bllt dll monnayagr a 44 avant j.-e.. in ASlIn'r] o[ Nllmismatic Rrsrarch. 1985-1990. edited by T. Hackens - P. Naster -M. Colaerr - R. van Laere - G. Moucharte - F. de Callara}' - V. van Driessche.1. Brussels 1991. pp. 176-203. [Tmninus antr qllmr. 211; ma non prima del 215)

M.\RQI'AROTJ .• Monrtr. mimrr r commacio drl túmaro. in V. Parero. Bibliotrca di storía rcono-mi((/. 111.Milano 1915. 1'1'.475-551. [269)

M'\II1'J(;¡Y H .. 71JrRomallo-Campanian Coinagr and thr Pyrrhic War. in "NC" ser. 5. IV(1924). 1'1'.181-209. [268)

- • CoinllJr.rand Currml)' ill LilY. in "ProcCPhS" CXXX-CXXXII (1925). pp. 19-24. [268)- • Romlll/ Coim fTom thr Earlirst Timrs to thr Fall o[ thr Wmrrn Empi". London 1928.

[269·2681

-. recensione di Giesecke. Italia Nllmismatica ...• in "NC" ser. 5. VIII (1928).1'1'.339-342.- • n'r Fim Agc o[Roman Coinagr. in "JRS" XIX (1929). 1'1'.19-37. [210 o poco prima)- - R(IIII~",-;E.S.<; .. 77JrD,ur o[thr Roman Dmarills and Othrr Landmarks in Early Roman

Coin.'gr. in "PBA" XVIII (1932). 1'1'.211-267. [187 o subito dopo)

- - - • Thr Prologue to the Casina o[ Plautlls. in "CR" XLVII (1933). 1'1'.52-54 [riasslIl1!opubblicato in: H. Mattingly. 77)e I'rologlle to the Casillllo[I'I(1IItIlS. in "l'rocCPhS"CL/-CL/II (1932).1'1'.9-101. [187]

- - SVllI'NIIÁME.A .• UJe Retariffillg o[ the /Jellllrills al SiXlm¡ AsSl'S. in "NC" scr. 5. XIV(1934). 1'1'.81-91. (Sydenham: 1871

- - ROIIINSONE.S.G .• NlIInl1llls. in "AJl'h" LVI (1935). pp. 225·2j 1. [187]- - - • Dir Datirrullg des romischrn Delll/l"Sulld al/dere MarkJteille i//1 .fTiihen rihl1iscIJl'1/

MiillzweJeI/ (rradllzionc ad opera di Maria Altheim di: H. Mattingly - E.S.C. Ro-hinson. 71)e Date ofthe ROIIII/IIDl'/1arillsI/IId Othcr l.iI1/tll/lI1rkJil/ t.flrly ROIl1al/Cili-l1age.con commento slIpplemclllare degli alltori). in "WG" I11 (1937). pp. 69-HO.300-319. 1187 o qllalche anno dopo[

• Thr Propmy QlIalifications o[the RO//1al/(1asses. in "JRS" XXVII (1937). 1'1'.99-107.[187J

- '. Thr 'Romallo-Ca/1/pal1ial/' Coil1agr:mI Old Problclr/fi'O//1a Ncll' Al/gil'. in "JWI" 1 (19.~7-1938). pp. 197-203. [187]

- - ROI\INSONE.S.G .• U)e J:orliest CoÍlll1geofR011lc i1/ Modcl'l1 Stlulies. in "NC" scr. 5. XVIII(1938). 1'1'.1-35. [Pro rihassisra[

-. The Drvelopmrnl ofROInan Coil/agr. in "CR" 1.111(1939). pp. 78-79. rContro illlcrmcdial- • Ars Sigl1atllm. in HoffillerOl' Zbomik / Scrta Ho.ffillerii/lll1.Zagrcb 1940. pp. 537-545.

77Jr "Little" Talents o[Sicily a1/d tIJe \Vest. in "NC' scr. 6. 111(1943). pp. 14-20. [Forse169; in ncssun caso prima del 1871

The First Age ofRoma1/ Coil1age. in "JRS" XXXV (1945), pp. 65-77. 1187]- • TIJr "Diana-VictO/y" DidracIJms al/d tIJe DemdraclJll/s ofAl'Ji1/oe. in "NC" ser. 6. VI

(1946). 1'1'.63-67. [Contro tradizionalcl- • NW1///1uSImd As. Ei1/ 8eitrag zur¡hiIJrijmiscIJl'I1MIII/ZP/{~'(ul/g.in "SNR" XXXIII (1947).

pp. 5-15. [187]- • A proposito di "8igltti r argelllll//1l1Jl't'11St":in "NlIlll" X1I1/4-6 (1947). pp. 116-118. [1H7

(o pillttosto posrerinrmenrcll- • reccnsione di Ccsano. If,iJti del/a Repllbblica ROJJlI/III1...• in "NC" scr. 6. VIII (l94H).

pp. 109-112. [Pro rihassisra]-. Thr VariOltsSryles ofthe Romall Republical/ Coi1/agr. in "NC' ser. 6. IX (1949). pp. 57-

74. [187 (o 170»)-. Zephyritis. in "AJA" L1V/2 (1950). pp. 126-12H. [Cnl1!ro tradizionale}-. Now by Harold Mattillgly. in E. A. Sydcnham. nJe Glillilge o[tIJe Romal1 Republic. I.nn-

don 1952. pp. 221-224. [187J- • Somr New Stlldirs o[ thr Romall Republical/ Coillilge. in "I'BA" XXXIX (1953). 1'1'.239-

285.- • recensione di Brcglia. La prima ¡;lse ...• in "NC' ser. 6. XIII (1953). pp. 175-178. 11'10

rihassista]- • Romall NlImis//1atics: Miscellal/eolls Notes. in "PBA" XLIII (1957). pp. 179-210. [169[- • Romau NUl1liJmatics: FlIrther MiscellalleoltS Notes. in "PBA" XLVI (1960). 1'1'.249·266.

[Pro ribassisraJ- • Romall Coins fivm the Earliest Times to the folloftlJc Westel'l1Empire. London 1960 (2

ed.). [169 (o 187)]- • ristampa del 1962. modificara nclla preElzione. di ROIl1al/Coins fi"O/1/the Earliest TimeJ lo

the Fall o[ the Westem Empirr. London 1960 (2 ed.).

Page 24: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

-, Vnnolls NllmÍJmnlic Now. in "PBA" XLIX (1963), pp. 313-343. [187]

TnnllmmltJ: in "Ne' ser. 7, 111(1963). pp. 47-50. [Perplessita contro intermedia]MAnl~l;ry H.R .. 17J, Viclorinu, in "NC" ser. 6, XVII (1957), pp. 97-119. [187-186]

-. 17" Fim P,nod of Plalllin, R,vivn~ in "Latomus" XIX (1960). pp. 230-252. [Pro ribas-sisral

- , recensione di Thomsen, Enr/y Roman Coinag, ...• in "NCirc" LXXI6.7-8 (1962),pp. 139-141, 163-165. (189)

-. Th, Chronologt ofTtrtnc" in "RivCultClassMed" VII (1963). pp. 12-61.- - HMNrs G.e., Romnn R'p"blicnn Coinag', Som, AtiJiliom and Corrrctiom. in "NCirc"

LXXI/7-S (1963), pp. 146-150. [190 e dopo]-, Th, Dnu of Ih, Romnn Dmnnlls. A R,p/y. in Congrmo /ntrrnazionak dí Nllmísmatíca.

Romn 11-16 sm,mbrr 1961. 11: Attí, Roma 1965. pp. 269-272. [pro ribassista]- , commento aggiunto a H. B. Mattingly. Th, Dau of th, Roman Dmanus. A Rrp/y, in

Congrmo Itlumnzíonnl, dí Nllmísmatícn. Roma /1-/6 sttttmbrr 196/, Il: Attí, Ro-ma 1965, p.273. IPro rihassista)

- , appendice alla ristampa del 1967 di H. Mattingly, Roman Coim from th, Earli,s'. !~mts toth~ Fnll oflh, IVm,m Empírr, London 1960 (2 ed.). pp. 274-276. [Perplesslta con-tro intermedia)

- , N,ul Líghl on 11" Romnn Víclonnu, in Essnys in Gr"k CoÍ1lng', pmmud to Slanky Ro-bímon, edited by e. M. Kraay - G. K. Jenkins. Oxford 1968, pp. 210-228. [205]

- , recensione di Crawford, Roman R'p"blican Coin Hoards, in "JRS" LX (1970). pp. 231-231. (211)

- , Coínngt" nlld Ih, Romnn Slau, in "NC' ser. 7, XVII (1977), pp. 199-215. [Contro tra-dizionalcl

- , recensione di Crawford, Romnn R'p"blícnll Coínag' •. in "Ant)" LVII (1977). pp. 375-377. [2121

-, 77" M,lllng,mml of Ih, Romnn R'p"blican Mim. in "AIlN" XXIX (1982). pp. 9-46.[212J

MFlVIlLE JONfS J., Dmnrills. in A Díclíonnry of Ancíml Roman Coím. London 1990. pp. 85-8S_1211)

MncAIF W.E., rccensione di Crawford. Romnll Rtpllblican Coinag', in "AJA" LXXXI2(1976), pp. 215-216. [pro intermedia]

MIIANI L.A., Ars ntd" sigllnll11l1, grt11',rinv,mllO nlla Bnmn prmo Spoklo. Ermm'"tíca , cro-nologin d,11apnmitíl1n mon"nzioll' romana, in "RIN" IV/I-2 (1891), pp. 27-1 16.[269-2681

MII.I.lNl;FNJ .• Comidrmliom JIIr la 111lmÍJmnliqll,d, limcímn, !talí, pnncípaltmmt sous k rap-pon d, mOllllmrm hisloriqll's ti philologiqll's, Firenze 1841. [269]

MIINE J.G .• rccensione di H. Mattingly - Robinson, Th, Dau oflh, Roman Dmanus ...• in"JRS" XXIV (1934), pp. 61-63. [205-204]

- • Pliny O" Ih, Fim Coinngts nI Rom" in "CR" L (1936), pp.215-217. [218-217]- . 71t, Dtr"lopmml of Romnn Coillng', Oxford 1937. [217]- , Romn1/ Lill'rnry EI'itúnc, on Ih, Coinag', in "JRS" XXVIII (1938). pp. 70-74. [217]- • Enr/y Romnll COíl1tlgl',in "CR" LIII (1939). pp. 117-118. [Pro intermedia]

- • Bigtlli. in "JRS" XXXIV (1944), pp. 49-50. [Dmani col tipo di Diana in biga: 217. D,-mIni col tipo dei Dioscuri: intomo aIla Eine del terzo secolo]

-, Thl' Probl,m oflhl' Enr/y Romlll1 COil1l1gl'.in "JRS"' XXXVI (1946). pp.91-100. 121R-217]

M rrcllF.LI. R.E .• A NI'/lI Chro110lol{Yjór Ihe ROII/tll/O-ClllllpllllillllCoim. in uNC" scr. 7. VI(1965), pp. 65-70. [Contro rradizionale]

-, The FOllrlh CI'l1I11ryOrigill ofRoml1l1 DidrnclJ111J.in "ANS MN"' XV (1969). pp.4I-7l.[Contro [radizionale]

MOMMSENTI l.. Geschichte des riilllÍJcbenMiiIlZII'eJl'lls.Bcrlin I R60 (cdizionc franccsc: Momm-sen, HÍJloire de 1111II01ll1t1ieI"OlIIlIilll'.I-IV. Paris I R6';-1 R7';. Traduzionc di l.ouisDuc de Blacas). [268 (o 269-26R)1

MORONIG., Appllllli JllII/clllle mOlleledi GI/'lltl. in "RIN"' l.XX (I%R). pp. 97-11.~. [Pro rra-dizionale)

NEATBYL.H .• Romllllo-Eg¡'P'illll Rl'llItiow durillg Ihe n'i,-d Celllul)' B. e. in "TransProcA-PhA" LXXXI (1950), pp. 89-9S. [1R71

-. Thl' "bígnlm'; in "AJA"' LV/3 (1951). pp. 241-244. IIR7J- - HFlClII'IHEIM F.M., nJI' Ellr/y ROIIIIIIICurrCllq ill the l.~e:hl'1"Recl'IIl Resmrch. in "Ac-

taAntiqua" VIIIII-2 (1%0). pp. 51-S';. 11R7]NENCI G .• Comidmlziolli ml/n Horill del/II 1II001elllziolll'I"fJllltll/tlill I'lillio (NIII. Hisl .. XXXIII

42-47), in uArhenaeul11" XLVI/I-2 (I%R). pp ..~-36, [269JNEWEU.E.T., Til'O HOIlrdsfi"0I11Milllumo. Ncw York I(n.~.[Contro rradizionalclNICOI.IT C .• A Roml' pl'11dllllllll sefolldl' gllerre pUllilJlle.'ledlllilJlf{'Jjilltll/cih·es.l'llI/llI/iP!"lIliow

mOllétllÍm, in uAnnalesESC" XVII1/3 (196.~). 1'1'.417-436. [Pro lIl[crmcdlalOVERIII'.O:B. - KENTJ.P.e. - Snul\x' A.U .. Die riillliJdl{' j1.fiiIlZl'.Miinchcn 1973 (cdizionl'

riveduta: Kcnt. ROllllI1ICoim. London 197R). [ScCllI1lLIgucrra punica. Tl'nl1illllS(II/-

Il'qllmr. 2111PillS E.• Slorill di ROIIIII.1-11, Torino 1R9R-1 R9'). [Contro rradizionaldP"IHlTIINO M .• recensionc di Brcglia. !.tIprilllll jt"1J/'.... in "AC' VI (19';4).1'1" I RO-] R1.12691P"NVINIRos,nl F.• UIf reCl'lIIl'(~Ilttiogodi 1fI/11ml/l'zio/ll'1II0lll'lill,. ilillitlllll. in "AIIN" VII-VIII

(1960-1%1). pp. 3'; 1-3';3. IPro tradizionakl- , /lItrodllzíone nlla 111ll11ÍJlIItlliClllllllim.Roma s. d. [26')-261l1- - CAU.lJ J.-P .• Le dépól 1110llétlliredu l'oZZlm'l/o (Hol"'IIi1). in "'MéIArchHist" L.XXVI/I

(1964), pp. '; 1-90. [Panvini Rosari: 26R. Callu: 21.1-2111- • Ln m01l1'11Idi ROII/IIrepuhblimllll. Storitll' cÍl,iltt; rli IfII !,opolo, Bologna 1966. 1269-2(,RI- • Drnnrio r0I11I11101'11'lIbblictIIlOsmperlo tld Arlm/lllll. in ""UN" LXXXI (1979). PI'.22I-

222. [Pro rradizionalclI'ARATOREE.• 1'lllulo. ClIsillll. Fircnze 19';9. IContro rihassisralPARISEN .• CESANO, Secondinnl.orCIIZll ElfgCllitl. in Diziolltlrio biogmjico degli IlI/lil1lli.XXIV.

Roma 1980. pp. I.U-136.P"UTASSOA., Un l'olllribllto dellllllulllisllltllim ptultll/iI tll/tI rltt/tlzifllle Imrlizionttie riel dClltlrio. in

Studi pl'r I.II11m Brl'glill. pam' 1: Gl'llemlill - NUIIIÍJllltt/iclIgrem. supplemcnto aln.IV di "BoIINum" (1987). pp.20';-20R (puhhlicaro anchc in: I'autasso, S<'I"illidí rl/ll11isl11l1lim,a cura di G. Gorini. Aosta 19R6). [Pro rradizionalc]

PWRONI L.. NllOlli colllri/JIIli 111/0sllldio delltl Cl"fJllologilldei prillli dirlmlllllli di ROIIIII,in "BolI-Num" IX/16-17 (1991). pp. 243-2';9. IContro rradizionalcl

- , Nott crilichl' mlln dnlllziolle dell'¡¡llrl'odi ROllltl. in uBolIN um"' XII S-19 (1992). pp. I R2-IS7. [213)

- • Ricrrch, mlla p"imll 1II001etllziolledi ROIIIII.Napoli 199.~. [Scconda gucrra punicaJ

Page 25: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

PfRASSIc.. J\fmwe mml/ne del/'ttiJ rtpubblicana. Aspetti tÚl/'aru monetak ntg/; sv;/upp; crrmo-/og;ci. Milano 1988. (269)

PETRIlIOSIRNIN P.• Nota sul/'argento suberl/to tÚ/la repubb/;ca romana, in "AUN" XV (1968).1'1'.9-30. [Pro tradizionale] \

PICOZZIV.• Principl//i Uorie SIl/ladata di ;ntroduzione de/ dmario. in "MemAcc1rSrFilNum" 111 (1978). 1'1'.7-14. [Seconda guerra punica. prima del 211 0214)

-. Q. Ogu/n;o e. Fabio cos.• in "NAC" VIII (1979). pp. 159-171. [Seconda guerra punica.Tnm;nus I/lIfe quem: 211)

PINKK.• recensione di H. Maningly - Robinson. Tht Dau oftht Roman Dtnarius •..• in "NZ"XXVI (1933). 1'.127. (187)

- • Ntut Forschllllgm IlIId \Vtgt;n da riimischtn Num;smat;k. in "Br CXUCXLI (1936).1'1'.411-421. [187)

-. Tht TritlmlJiri Monetl//es I/nd tht Smleture ofthe Co;nagt ofthe Roman Repub/;c. NewYork 1952. [Seconda guerra punica o poco dopo. Tcrm;nus post que11l:210]

REfcf R.. recensione di Crawford. Roman Repub/;can Co;nngt. in "Anriquity" XLIX (1975).1'1'.239-240. [Pro imermedia)

REGUNGK.. Zum iilurm riim;schtn IlIId ;ta/ischtn MünzlIJtsm. in "Klio" VI (1906): '1'1'.489-524. (268)

- • Ststcrz, in Pauly - Wissowa. Real-Encyclopiid;e fÚr c/ass;schm AlttrtumswisstnSchaft. XXVII11. Srungarr 1923. coll. 1878-1883. [269]

- • recensione di H. Maningly, Roman Co;m ...• 1928. in "NC" ser. 5. VIII (1928).pp. 104-107.

- • Dmar. in F. Freiherr von Schrorter. Worterbuch der MünzkuntÚ. Berlin • Leipzig 1930.pp. 126-128. con imegrazione a 1'.764. [269]

-. Miinzkllnde. in Einkifllllg;'1 die Alurttlmsw;sstnschl/ft •.herausgegeben von A. Gercke - E.Norden. 1111.Leip7.ig - Berlin 1932 (4 ed.), 1'1'.2.1-2,37 (edizione inglese: Regling.AIlt'Ít1It Numismat;"s. The Coilll/gt of Ancitllt GrttCCand Romt. Chicago 1969. Tra·duzione di Terry Merz). (269)

- • MÜllz/I,t'st1l. in Pauly - Wissowa. Rea/-Encyclopiid;e tÚr classischtn AlttrtumswisstnSchaft,XVIII. Srungarr 1933. coll. 457-491. [269) .

RrCCIS.• Storia della mOlletl/ ;n Italia. Padova 1937. [187]RrITfR H.W .• Zur romischm MiillzpriigulIg im 3. lh. v. Chr.• Marburg 1982. [211]Rrl.ZOF.P .• Per Ulll/ ;lIIerpretaziollt storica de/ dtnl/rius. in Xm;l/. Scritti ;n onort d; P;tro Trtws,

a cura di F. Broilo. Roma 1985. pp. 173-181. [Term;nus post qutm: 216. Tcrminusanft qumr. 211)

ROBINSONE.S.G. - M.~·ITIN(;LYH .• The DI/U oftht Roman Denarius and Other LAndmarks;nEarly Roml/II Coinl/ge. in "PBA" XVIII (1932).1'1'.211-267. [187 o subiro dopo]

- - - • 77,t' Pmlogue to t/~ Cminl/ of PII/utus. in "CR" XLVII (1933). 1'1'.52-54 [riassumopuhhlicalO in: H. Maningly. The Pro/ogue to tht Cas;na ofPlautus. in "ProcCPhS"CLI·CLlII (1932). 1'1'.9-10). (187)

-. -. Nllmmus. in "AJPh" LVI (1935). 1'1'.225-231. [187]- • - • Die DI/timmg des rom;schen Dmars und I/ndae Marksuine ;m ftühen riimischen

Miillz/I'esm (tradu7.ione ad opera di Maria Alrheim di: H. Maningly - E. S. G. Ro-hioson. 77" Date ofthe Roml/n Dmarius and Other Landmarks;n Early Roman Co;-lIt1ge,con cornmemo supplemenrare degli aurori). in "WG" 111(1937). 1'1'.69-80.3Uo·319. (187 o qualche anno dopo)

- _ -, The EI/r/iest Co;nl/ge ofRome;1I Modero Studies. in "NC" ser. 5. XVIII (1938), pp. l·35. [Pro ribassisra]

_ • Carthl/gillil/ll alld Other South Itl/lil/ll Coilll/ges o(l/'e Second PUllic WI/r. in "NC" scr. 7.IV ([964). 1'1'.37-64. [Non prima dclla sccunda gucrra punical

ROI.l.ANl>H .• Numisml/tique de la répub/ique romaine. Paris 1921. (268(Ross HOLl.OWAYR.• Numisml/tic No/(s .Fom Morgl/ntinl/. 2. HI//fCoillS of Hieron 11 in Ihe Mo-

netl/ry Systcm of Roml/n Sicily. in "ANS MN" IX (1960). 1'1'.65-73. (Pro imerme-dia]

- • The Lady ofthe Denarius. in "NAC" XXIV (199'5). 1'1'.207-215. 1215-2141

SAMIlONA.• Les monlll/ies 1/11tiquesde ntl/lie. Paris 1903. 1268(SAMIlONL.. Recherches sur /es monnl/ies de la prrsqu'i/e italique depuis leUl'origine jusqu ala bil-

lai/le d'Actium. Napoli 1870. [268]SAMWERK. - VON BAHRFELDTM .• GescMchte des iilterm romisc/'m MiinzwesellS bis circa 200 /Ior

Chr;st; (554 der Stadt). in "NZ" XV (1883). 1'1'.5·215. [268JSANTAMARIAA.• recensione di Le Gentilhomme. Les qlll/drigl/li nummi ...• in "Num" 1/3

(1935). 1'1'.65-67. [269-2(8)SANTINIA.• SI/ggiodi catl//ogogenera/e del/e mone/( cOlISoltlritlnonime con simboli. Milano 1939.

[269-268]- • Ancorl/ ;ntomo 1//11/ datl/ del primo dml/ro. 268 1/.e. o /871/.e? in "RIN" L (1948).

pp. 84-88. [268]SCHARI'H.J .• De RomeillSche Denl/rins vl/n 269-268 vóór Chr. m hel gelijktijdige bronzm geld.

in "JaarboekPenningkunde" VIII (1921). pp. 1-2.1. 1269·268JSCHEUF.• The EI/r/;cst Coins ofthe Bntftil/IIS. in "Ne" scr. 6. XV (19'55). pp. 101-112. (1871SCHUHER K.H.E .• Qu;bus annis comoediae PII/utintle p,.imlll11 I/ctae sint qllaeritur. Groningac

1952. [C.ontro rihassisra]SClJl.I.ARDH.H .• HI/nllibl//'s E/ephl/nts. in "NC" scr. 6, VIII (1948). pp. 1'58-168. ICol1l1'O

lradizionale)- - GOWERSW .• HI/nnibl/I's Elephl/nts agl/in. in "NC" scr. 6. X (19'5U). 1'1'.271-283. [Con-

lro lradizionale J- • Roml/n Politics. 220-/50 B. e.. Oxford 1951. 1187J- • A History of the Roman Wor/d .Fom 753' to /46 B. C. London 1961 (3 ed.). [187J

SfGRÍ' A.• Metro/ogil/ e circoll/zione monetaril/ degli ,mticM. Bologna 1928. (269)- • Denaro romano. in Enciclopedia ;tl//ianl/ di scimzt. Imae ed arti. XII. Roma 1931. 1'.610.

(269)SEI.TMANCH.• Argmtum OscellSeI/nd Bigl/fÍ. in "NC" ser. 6. IV (1944). 1'1'.77·82. [187JSI 111'1' G.P .• P/nutine Terms ftr Grrek I/nd Roml/n 7l'illgs. in "(;Io[(a" XXXIV (195'5). pp. 139-

152. (Conlro rihassislalSJl'iQVISTE.• Morgl/ntinl/: Hel/mistic Medicine Boftles. in "AJA" LXIV/I (1960). 1'1'.78-83.

[Contro ribassislaJ-. Excavatiom at Morgl/llfinl/ (SemI Orlalldo) /959. I'reliminl/1) Report IV, in "AJA" LXIV/

2 (1960). pp. 125-135. [Contro ribassislaJSORDAS.• RI/pporto generale pre/iminl/rr. in Les <dévl/lul/tiollS> '1 Nome. Époqlle répub/icaine el

impéril/k (Rome. 13-15 novembre 1975). Rome 1978. pp ..~.8. [Pro lradizionale(SOUTl.OM.C.. Introduct;on a /'étude des monnaies de /'Itillie a11liqlle. 1-11. Paris. M:icon 1887-

1889. [264]

Page 26: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

- • in T(chm'lm rkm1fJ mr la monnai~ romain~. Plin~. Mommsm ~t M Wi/krs, in "RN" ser.4. XIV (910). pp. 443-460. [Prima guerra punica)

STAZIOA.• Rigoti ~ argmtllm oscms~. in "Num" XIII/I-3 (1947). pp. 11-16. [269-268)-. "Nllmmlls" in I'lalltO. in "Num" XIV/I-3 (1948). pp. 19-23. [Comró ribassistaJ-. Ancora m "Rigati ~argmmm oscms~". in "Num" XIV/I-3 (1948). p.60. [269J- • ProgmsiJmo ~ consm'atorismo I"gli studi mlla piu antica mon~tnzion~ romallll, in "AIIN" 11

(1955). pp. 233-241. [Pro tradizionale)- • lA mon~tazioll~ argmua di Alba Fllcms. in "AUN" III (1956). pp.43-64. [269J- • Primi &mmti p~r lo s/lIdio dala circolazion~ argmUa d~11ar~pubblica romana n~1l1talia m~-

ridio"a/~. in Congrh IIIt~rna/iollal d~ Nllmismatiqu~. Paris. 6-11 juilkt 1953, publiéspar J. Babelon - J. Lafaurie. U: ACtN. Paris 1957, pp. 205-212. [Pro tradizionaleJ

- • Obsn1Jlltiom. in COlIgrh IIIt~rnatiollal d~ Numismatiqll~. Paris. 6-1 J jllilkt 1953, publiéspar J. Bahelon • J. Lafaurie, 11: AC1fJ. Paris 1957. p.589. [Contro ribassistaJ

-. Nuovi argommti p~r 1II1111'~cchiauoria: novitn mI problema tÚI tÚnarius, in "AUN" V-VI(1958-1959). pp. 344-347. [Comro ribassistaJ

SmN J.P .• Trinllmmlls, in "ANS MN" XU O 966). pp. 65-69. [Comro ribassistaJ ,STf.VI'N~(lNS.W.• Dmarills. in A Dictionary o[ Roman Coim. R~pllblican and Impma4 revised

by C. Roach Smith - F. W. Madden. Landon 1889. pp. 316-317. [269JSllLl.\l'F.L1.R.• E.,.cl1l'ations at Sma Orlando 1958. Prtliminary Report IIl, in "AJA" LXIII/2

(959). pp. 167-173. [Pro ribassista)STÜCKU W.E .. lkm~rkllllgm ZlIr Chronologi~ von Victoriat. Dmar. Qllinar und S~stn'Z. Zu tÚn

AllJgrabllllgm in Morgantina II/Id Zlt M. H. Crawford. Roman R~publican Coinag~. in"JNG" XXV (1975). pp. 73-90. [T~imlJ post qu~m per I'introduzione di quinariie sN1t'rtii: 197. Dmarii: in epoca successivaJ

SI..•.IOW A.U. - Kmr J.P.c. - On.RRI'C:KB.. Di~ rijmiJch~ Miillu. München 1973 (edizione .riveduta: Kellt. Roman CoillJ. Landon 1978). [Seconda guerra punica. T~inus an-uqltmr. 2111

SlrrllFRIANl1C.H.V .. discorso riportato in: La monnazion~ di bronzo di Pos~idonia-Pa~smm.Atti d~/1I1 Com'~K"o da Cmtro Inurnazionak di Studi Numismatici - Napoli 19-23 "pri/~ /97/. supplememo al volume XVIII-XIX di "AUN", Roma 1973.pp. 169-170. [Pro intermedia)

- • Monllai~s ron1l1ill~S.Fribourg 1974. TilOlo originale: Roman Coim. Landon 1974. Tra-duzione di S. de Roquefeuil. [213·212J

SlrnON R. F. Jr .• The I'oplllonia Coinag~ and th~ Second Punk War. in Contributi introduttiviallo Jtudio dala mOllnazioll~ nntsca. Atti del V Conv~gno da Cmtro Inumazionak diStudi NumiJmatici - M'poli 20-24 apri/~ /975, supplemento al volume XXII di"AUN". Roma 1976. pp. 199-211. [214-21IJ

S'"fNII,IM E.A .• 77J~Roman Mon~tary Sysum. in "NC" ser. 4, XVIII (1918). pp. 155-186.[268)

- • 710eA~s GTI1I'~.ItJ Chrono/ogy alld Th~ory. in "NC" ser. 5. V (1925). pp. 53-77. [268J- • Ae.' Gral'~. A Stlld.r o[ th~ Cast Coinag~s o[ Rom~ and Cmtralltllly. Landon 1926. [268J- • 71Je \lic/oriau. in "Ne" ser. 5. XII 09.U). pp. 73-95. [190J- - M~ ITINIH H.. Th~ &tariffing o[ th~ DmarillJ at Sixum AsSN, in "NC" ser. 5, XlV

(1934). pp.81-91. ISydenham: 187)- • recensione di Milne. The Dev~lopmmt o[ Roman Coinag~. in "JRS" XXVII (1937).

pp. 278-280. 11871

- • Problems o[ the Early Romall Dmarim. in 7''lIJlJllctioJlSof the Imema/ional NllmismalicConK"m Orgallized alld Held in LOl/dol/ kJ' th,' Royal Numismtlti,. SocieryjUl/e 30-ju~y3.19360n the OCl'flsiol/ofl/s CelltelltllY. editcd by J. Allan - H. Mattingly - E. S. C;,Robinson. London 1938. pp. 262-275. [1871

-, Th~ Coinag~ o[th~ Romall Repllblic, revised by G. C. Haincs. editcd by L. Forrer - C. A.Hersh. Landon 1952. [187)

THOMSENR.• Th~ Chr01l010gy'O[ Early Romntl CoiJlage RecoJlSiderrd. in Congres /mematiol/tI/ dI'Nllmismatiqlle. Pa1'is, 6-/ / jllilll't 1953. publiés par J. Babclon - J. Lafaurie. 11: A,.-t~s,Paris 1957, pp. 193-204. [210 o poco prima]

-, Th~ Monetary HiJtoryo[Rome. in "ScandEcHR" VIIII (1959), pp. 79-94. [Pro intermedial-, Early Roman Coinage. A Stlldy o[the ChrOllOlogy. 1-111.Copcnhagcn 1957-1961. [213-

211]- • recensione di H. Mattingly. Roman Coi/lS ...• 1960 (2 ed.). in "JRS" LI (1961). pp.255-

256. [213-211]- • Qlladrigaftls. in Pallly - Wissowa. Renl-EI/cyc/op¡¡die da c/tlssisc/ml AltertllmsUlisse/lSchnfi.

XXIVII, Stuttgart 1963. coll. 686-708. 1211)- • commento a Giard. La m01lntlie de Ctlpolle ...• in C01lgressoII/temazio1ltlle di NllmÍJma-

tica. Roma JJ-/6settembr~ /96/.11: Atti. Roma 1965. p.260. [213]- , commento a H. B. Mattingly, 7fJe Date of the Romntl Dmtl1'im. A Reply. in COllgrmo

Intemaziona/e di NllmiJmatiea. Roma / /-/6 settemb1'e 1961. 11: Atti. Roma 1965.p.273. [Contro ribassistal

TONIJO L., recensione di Sutherland. Monnaies mntaill~s. in "RIN" LXXVIII (1976). pp. 260-261.

TOURNElIRV .• Initiation a la l/IImiJmatique. Bruxcllcs 1945. [1871UI.RICH-BANSAO., recensione di Brcglia. La p1'il1l11.fase...• in "RIN" LVI (1954). pp. 150-151.

12691- • recensione di Thomsen. Ea1'ly ROllltll1C'oilltlge ...• in "RIN" l.XV (1963). pp. 253-254.

[269)VI¡;NAUXA.-L. - MARClIFITIP.• La Répllbliqll~ 1'Ol/lllil/l':du dé/mt du mOllllllytlge'¡ 44 RlJa1ltf.-

c.. in A Surl'ey o[Nllmimllltic Reml1'cb. /985-1990. cditcd by T. Hackens - P. Na-ster - M. Colaert - R. van Laere - G. MOllcharte - F. de Callatav - V. van Driessche.l. Brussds 1991. pp. 176-203. [Tmlli/llls allte quem: 211; ma' non prima del 215)

VILUlRON¡;AL.. RelJiJÍó1Ide la c1'ollologíadel dmtlrio mntaJlO establecidtl por Sydmham. in "Am-purias" XXIX (1967), pp. 287-290. (211)

- • recensione di Crawford. Roma1l R~pllblicall Coil1age. in "ANlIm" V (1975). pp.215-217.1211]

-, Reacuñacion cnt1aginesa sobre /111denario 1'omallo. in "GacetaNum" XL (1976). pp. 15-18.[211)

VON BAllRFF.IOTM .• Üb~1'die ¡¡Itmen Dma1'e Roms. in "ZfN" V (1878). pp. 30-61. [2681- - SAMWERK.• Geschichte des ¡¡Iteretl rümischeJI MiiJlzll'eJe1ISbis cirea 200 1J0rChrÍJ/i (554 da

Stadt). in "NZ" XV (1883). pp. 5-215. [268]-. Le monn(/'omano-eampan~. in "RIN" XIII3 (1899). pp ..387-446; XlIII 1 (1900). pp. 11-

84. [268J-. recensione di H. Mattingly - Robinson, The Dtlte ofthe Romntl Dentlrills ...• in "NLBlatt"

L/334-335 (1933). pp. 2729-2730.- • TIJe Beginnings o[ Roman Coil/age. in "NLBlatt" LIl340-341 (1934). p.2781.

Page 27: RONCHI-Dibattito Data Introduzione Denario

W ~I KFR A.S .• Somr Hoards from Sícily and a Carthagínían ISSlle01the Second Puníc War, inFrsrschrift fiir l.ro Míldrnbrrg I St/ldíes ín Honor 01úo Mílmnberg, edited by A.Houghron - S. Hurrer - P. Erhart Morrahedeh - J. Ayer Scott, Wetteren 1984,pp. 269-288. lI'ochissimo dopo iI 215-214. Non dopo iI 21 I) \

WFRR I'.H .. Thr Prrsídmt's Addrm. (appendici:) in "Ne" ser. 5, XIV (1934), 1'1'.16-29.(187)

WIlI.FR.~ H.• Dír romísc/,e Goldpriig/lng vom jahre 209 v. Chr., in Corolla N/lmísmatíca. Nu-mismatíc Essays íll HOllo/lr 01 Barclay V. Hf'I1d, London - New York - Toronto1906.1'1'.310-324. (269)

- • Gnchíchu der romíschm KlIpfrrpriigrmg vom Bundesgrnorsrnkrieg bis aul Kaíst'T Claudiusnebrt f'Ínl••itmdrnl Übrrblick übt'Tdíe Entwicklung dn antikm Münzwnrns, Leipzig- Berlin 1909. [2691

ZFIINACKF.R H.•Úl numísmatíq/lr de in Rrpublíqlle romaine. Bíinn etpmpmives, in Aufitit'g undNíedergal1g der rOl1lírchm Welt. Geschíchu und Kultur Roms ím Spit'gel tkr neuerenForrchulIg. herausgcgeben von H. Temporini. 1/1: Von dm Anfiingm Roms biszum Ausgang dá Rrpublík. Berlin - New York 1972. 1'1'.266-296. [213-21 I)

- • Monf'fa. Rechrrches SIIr l'organíratíon f'f lim des rmissíons monhairrs tk la Rq,ublique '!l-maíne (289-3/1lt'. j.-c.J. 1-11.Rome 1973. [213-21 I)

- • Ln <nummi nOllí> dr in <Casina>. in Mrinnges offms a jacques Heurgrm. L 1talie pTiro-maíne f'f la Rome rrp/lblícaíne, 11. Rome 1976. 1'1'.1035-1046. [213-211)

- . recensione di Marcherri. Hístoíre rconomique f'f monhaire oo., in "RBN" CXXV (1979),1'1'.185-189.

- • Pline l'Ancirn rt /1,ístoirr de in monnaie romaíne, in "Ktéma" IV (1979). 1'1'.169-181.[Pro intermedia)

-. Úl soldr de I¡'rmre romaílle. de Polybe a Domitím. in "AUN" XXX (1983). 1'1'.95-121.(Contro tradizionalc)

- • Plíne l'Ancírn. Hísloíre 1l1l/ltrelle.Lívre XXXlll, Paris 1983. [213-211)

LAS ASAMBLEAS ROMANAS A TRAVÉS DE IMAGENESMONETARIAS DE LOS SIGLOS 11Y I A.c.

ATRAVESANDO EL ESPEJO (*)

SÍ, el mismo espejo que atraviesa Alicia para entrar en el "País de lasMaravillas» como nos relata Lewis Carroll (1). Esta vez lo haremos nosotros,con otras imágenes, las imágenes monetarias: tan legítimas y tangibles comoel espejo de Alicia y no menos fascinantes. Ellas nos llevarán a ese otro mun-do que es la Historia.

Zehnacker (!) nos explica que hoy. sobresaturados de imágenes somoscada vez más indiferentes; inclusive la psico)ogía actual ha descubierto unsíndrome nuevo: el de exceso de información instant;Ínea y mundial que en-vuelve al hombre sin darle tregua.

Pero el hombre de la Antigüedad no era así. El romano "soldado-ciu-dadano» seguía las peripecias de la política en un cierto porcentaje por me-dio de pocos canales de comunicación. Por eso la figuración monetaria nollevaba a una interpretación de razonamientos complicados que le fuera di-ficil comprender al usuario. Además los reversos monetarios apuestan gene-ralmente a la gloria del Estado. "A los ojos de la clase dirigente la gloria deRoma se confunde con la de los grandes hombres que la gobiernan». (pág.475)

(*) Mi más profundo agradecimicnto al Sr. Prof. Adriano Savio y al Sr. Prof. DircctorDaniele Foraboschi por su imprescindiblc ayuda y cordial acogida cn el Instituto de HistoriaAntigua de la Universidad de Milán.

(1) Seudónimo de OIARI.FSLl'TWII)(;r·DOIl(;SONnacido en Manchester y Profesor deMatemáticas de la Universidad de Oxford; S. XIX.

(2) H. ZEHN"CKEII, MOlleta. RechmlJe mr l'orgallísatioll et lar! des émis.fíom mOllftaímde in Rrpublíque Romaíne (289-31 A.C.), Rome 1973. E.F.R., T. I pág. 475.