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P R O P R I E T À L E T T E R A R I A .

I dzr : ltz dz r iproduzione e di traduzione sono riserva ti per

tu tt: i pa esi, compresi la Svezia, la Norveg ia e Olanda .

Copyrigh t b y Fra telli T reves , 1914 .

Si rite rrà contra ffatto qualu nque esemplare di

qu est’

opera fi rma de ll’au trice .

T ip . Frate lli T reve 8.

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Roma…s ’avvicinava .

La luna di novembre , u na gra nde luna di ma

dreperla , l impida e melanconica ,il luminava la

campagna : il vento,fortissimo

,a t traversava

con la sua violenza la violenza del la corsa deldirettissimo .

Regina sonnecchiava e sognava di trova rsiancora a ca sa sua ; i l rombo del treno le pareva lo scroscio de l molino su l Po . M a ad u n

t ra tto senti la. mano d i Antonio st ringer la sua

e si svegl iò di sop ra ssa lto .

Fra poco siamo a rriva ti , disse il giovanesposo .

Reg ina si a lzò , s’

appoggiò a l finestrino chiuso

gua rdò fuori .I l c rista llo riflet teva l ’ interno del vagone

,i l

lume,la figu ra di lei coperta d ’ una lunga ma n

tella chia ra il suo viso disfa tto, rimpicc iolitoda l la sta nchezza del viaggio .

Ella socchiuse i grandi occhi gniopÌ , e in unba rbaglio di luna , sullo sfondo grigio dellamantella riflessa da l vetro

,l e pa rve sc orgere

il paesaggio in ondula zion i a zzu rrognole , fuggenti ; un sent iero ta cito a lla luna ,

un a lberocon le foglie a rgentee ba ttute da l vento , e inlontananza anche u na fi la d ’

acqu edotti 1 cu i

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a rchi sfuggivano , nella vaporosità luna re, simil i a immense p0 1 te azzu r1 e , chiu se . Questadegli ac quedotti era forse un ’ il lusione ottica ;Regina

,che pu r fidandosi poco dei suoi occhi

si ostinava a non voler adopera re gli occhia li ,si sentì egua lmente commossa per le vision i

g randiose che c redeva d’

intravedere nel b a rbaglio del vetro scosso da l vento .

Roma ! Un tripudio infa n tile l ’a ssaliva a l

solo pen siero che Roma s’avvicinava ; che

Roma,la città meravigliosa ,

lungamen te sogna ta

,la cap ita le del mondo , il n ido d

’ogu i delizia e d ’ogn i spendore , Roma stava per d i

venta r su a !

La stanchezza del viaggio,10 sgomento del

l ’avven ire così diverso da l pa ssa to,i l dolore

delle dolci cose perdu te,la paura della gen te

ignota che l’a spe ttava ,

le ripugnanze dei primi

g iorni d i ma t rimonio , ogni tristezza , ogni rc

pu l sione,ogn i delusione svan iva davanti a lla

rea ltà. del sogno l ungamen te , a rden temente ac

ca rezza to .

Antonio s’alzò e s

avvicinò a l c rista llo cherifle ttè la su a bella figu ra d i biondo

,a l ta ,

svelta , domina t rice . Regina vide n el crista llo ilunghi occh i grigi ca rezzevoli che la gua rdavano ; vide la bella bocca , rossa sotto i baffi a r

den ti, sorriderle e accenna rle u n bacio , e si

sentì felice,felice

,felice .

Pensa,

disse Anton io,c a rvandosi su lei

come per confida rle un segreto . Pensa , Reg inotta ! Siamo a Roma !

Ella non rispose .

Ci pensi? egl i in siste.

Altro che,ci pen so !

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Ti ba tte il cuore?

Regina sorrise, un po’ sd egnosa , non volendo

fa r nota re tutto il suo piacere e il suo turbamento .

An tonio gua rdò l ’orolog io .

Quindic i minuti ancora . Se il vento n on

sofi a con tanta violenza t i fa rei gu a rda r fuori .Io gua rdo ; a bba ssa il vet ro .

I l vento è troppo forte , ti dico .

No,io voglio gua rda r lo

sistè lei , come u na bimba vizia ta .

Antonio p rovò ad abba ssa re il vetro ; ma rea lmente la violenza del ven to e ra ta l e che Reginarinunzio a metter la testa fuori .

Chiudi ; chiudi !Egli chiuse :Pensa

,ma pensa che sei a Roma ! egli

ripetè .

Poi le consigliò di mettersi il cappello e diprepa ra rsi .

E ssi u sciranno ora di ca sa pe r venire a llasta zione , disse

,pensieroso . Ravvia ti i ca

pel li : e la cip ria dove l’ha i?

Sono molto b rutta ? chiese Regina, pa s

sando si l e man i su l volto .

Sedette , aprì la borsetta , si ravvi« \ i capel li ,si pulì i l viso e s

’incipriò poi rimise i l ma te lo t

grigio che An tonio le porgeva ,e allacciò la

mantel la , da l cui col letto di ma rtora la sua pic:cola fa ccia emergeva come da u n ca l ice , pa llida , stanca , tutta bocca e tu tt

occh i . ra ssom i

gliante al gra zioso faccino d ’un ga tto .

Così sta i bene , disse Anton io,gua r

dandola con adora zione .

Ella si a l zò di nuovo e s i aggrappò ancora

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a llo sportello : un lungo mu ro fuggiva o ra da

vanti a l treno ; si vedeva no ca se,siep i , orti ,

canneti scossi da l ven to,qua lche fana l e gia ll o

in quel g rande biancore d i lu na au tunna l e .

San Pa olo ! I l Tevere ! disse Antonio,d i

nuovo a ll e spa lle di Regina .

San Pa olo ! I l Tevere ! Regina int ravide ap

pena il lucc ichio verda stro del fiume . e il cu orele ba tté forte

,sebbene dopo il p rimo impeto d i

g ioia ella avesse sentito,come sempre le a cca

deva , un ’ombra di triste diffi denza vela rle

l ’ anima .

Sì , pensava Roma . la cap ita l e , lacittà meravigliosa , senza nebbie , piena di sol ee d i fiori . M a che cosa mi a spetta laggiù? Iovado

,giovine

,fel ice , adora ta

,a getta rmi fra.

l e braccia d i Roma come mi son getta ta nellebra ccia di Antonio . M a ch e cosa sap rà da rm iRoma

? Noi non siamo ricchi,e la grande città

è come… la gen te : ama poco e da poco a coloroche non son M a noi n on siamo neppu repoveri . conclu se , riconforta ndosi .I l treno fi sch iava . Improvv isamente Reg ina

tra sa li . Davant i a i suoi occh i , n el chia rore del lal una e dei fana l i che o ra si moltipl icavano , a l di

la di u na siepe flagella ta da l vento ,u na pa la z

zina e ra appa rsa e scompa rsa qua si magicamente .

Pa re il nostro vill ino , disse ella con

tristezza , colta dal ricordo del ca ro nido paterno

, adagia to sull ’a lto a rgine del Po .

I l treno fi sch iava , ra l lentando la corsa ve r

tiginosa .

Eccoci , disse Antonio ; e R egina senti

il suo ricordo dilegua re come e ra dilegu a ta l ’ap

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pa rizione . D a quel momento,non ostante la su a

ferma ri solu zione d i non meravigl ia rsi , d i non

turba rsi e di studia re le su e impressioni, ella si

confuse e vide ogn i cosa a ttraverso un vel oAnton io tirava giù le va ligie e le sca tole ;

ella s i turbo perchè la cappel liera racchiudenteil suo bel cappello bianco da spe sa si capovol se ;si cu rvò pe r rimetterla su , a rrossi d i stizza ,

ritornò davan ti a l c ri sta ll o e si accomodò i l ma

tclot e la man tella .

Linee di ca se most ruose, gia llognole sul c iel o

d i velluto a zzu rro . pa ssavano fuori rapidamen te ; il vento cessava ; i fana l i si moltipl icavano

,gia l li o ra bianchi e violacei ; e la l oro luce

cruda vinceva i l chia rore melanconico del laluna , poi la luce c rebbe . c rebbe , divenne splendore , dilagò in u n lu ogo ch iu so , dove il t renopenetrava con fragore a ssordante .

Roma .

Centina ia di volti il lumina ti da ll o splendoreviolaceo delle lampade el ettriche , fissi

,intenti.

egoisti , pa ssa rono davanti a llo sgua rdo turba tod i Reg ina . Ella p rovò con fusamente u na b iz

za rra imp ression e ; l e pa rve che quel la follafra la qua le d istin se u na signora da i capellirossi . un uomo ch e indossava u n abito a qu a

dretti , u na raga zza pal l ida con un gran cap

pelle nero . un signore ca lvo , u n ba stone a l za to ,u n fa zzoletto bianco svola zzan te

,tutta quel la

folla anonima . antipa tica ,fosse u na rapp resen

tanza invia ta le incon tro . pe r accoglierla non

troppo benevolmente , da lla grande c ittà. a llaqua l e ella si dava .

Lo sportello fu aperto con violenza : tra ifi schi e i pa l pit i enormi dell e macchine mano

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vranti , ech eggiò un’onda di voci umane : n e i

ma rciapiedi neri la gente si rincorreva e si u r

tava .

Romaa a !

Facch inooo ! Facch inooo !

Mentre Antonio gua rdava se n e l ripia no de ibagagl i rimaneva qua lche oggetto , Regina si

sporse fuori e gua rdò . Davan ti agli sportelli de lt reno lunghissimo s ’aggruppavano ancora mol tepersone ansiose , curiose , rident i ; ma già granpa rte del la fol la s

’incalzava e spa riva giù , a l

l ’u scita della sta zione .

Non c ’è nessuno,Anton i o ! disse Re

gina,un po ’ sma rrita ; ma subito vide cinque

persone che risa l ivano il ma rciapiedi e capi cheerano loro .

Sa lto giù e gua rdò . Si, dovevano esser loro ;t re u omini , uno dei qua l i in soprabito chia ro , edue donne , u na ba ssa e grossa ,

l ’a l tra a ltissima ,

magra , col viso na scosto da l l ’ombra di ungrande capp ello nero . Quest ’ultima teneva in

mano u n mazzo di fiori,e la sua strana figura ,

stretta da un pa l tò i cu i botton i d i madreperlabril lavano da lontano , capi subito Regina . D o

veva essere sua cogna ta Ardu ina ,direttrice d i

un giorna l e femminile, che le aveva scritto dueo tre lettere stravagan ti .

Mamma ! gridò Antonio,buttandosi giù

da l vagone .

Regina si t rovò sul petto ansan te della grossasignora ; poi sen ti la pressione dei bottoni cheaveva veduto brilla re da lontano, e infine si

t rovò col mazzo di fiori in u n mano e con l ’a l t raman o stretta da u na mano maschile, morbida e

gra ssa .

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La voce un po’ scherzosa d i Antonio diceva :

M io fra tello Ma rio,segreta rio a lla Corte

dei Conti .Mio fra tel lo Ga spare , segreta rio nel Mi

nistero della Guerra .

Mio fra tell o Ma ssimo , vice - segretario nelMinistero della Guerra .

E mi pa re che ba sti,

disse quest ’ultimo ,inchinandosi gra ziosamen te .

Tutti sorri sero ; ma Antonio proseguiE A rduina laSempre tu

,burlone ! strillo qu est

’u l

E questa e Regina ,mia mogl ie ! Eccola

qui ! Come sta i , G a spare?B enone , e tu? Hai appet ito

?

Sei stanca,ca ra? domandò con voce t re

mula la vecchia signora , avvicinando il su o a l

vi so d i Regina .

Sebbene odora sse i fiori . ques t ’ult ima sent i

pe r la seconda volta che la suocera aveva l ’a litofetido

,e t ra sa l i

,sopra ffa tta da u na improvvisa

a ngoscia . Tutta quel la gente che l ’acce rch iava ,

la stringeva , l’e sam inava con impeto di curio

sità ma ] ce la ta , in quel luogo ignoto , a ta rdanotte , sotto quella luce troppo viva che le of

fendeva gli occhi , tutta qu ella gente che pa rlava con accento per l ei st raniero , l e riuscivaantipa tica .

Anche Antonio , che in quel m omento la (li

menticava pe r riunirs i a qu el la tu rba scono

sc iuta . le pa rve un a ltro , uno straniero , unuomo di razza diversa dal la sua .

Si senti sola , sperduta l e su e idee si confu

se ro ; ebbe poi l’ impressione di ess ere porta ta

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via, tra scina ta da un ’onda di fol la ; vide u na

montagna di vettu re enormi a llin ea te su ] la

strico lucen te , che le pa rve d i ma ttoni a zzu rri.e nell ’a ria umida senti u n odore di bosco .

Infa tti credette di scorgere in l ontananza u n

profilo di bosco , una l inea d i a l beri , neri su l

cielo vitreo ; e i gl obi viola cei delle lampadeel ett rich e sos; >ese fra quegl i a lberi ne ri , le d iedero l ’idea di meravigliose fru tta inca ndescen ti .

Qua lche cosa d i magico imperava , a quell ’oradel la notte

,nella va stità. del la p ia zza . dove la

gente si sperdeva e spa riva silenziosamente,

come in u n deserto umidiccio e lum inoso .

Andiamo a piedi ; stiamo qu i vicin i ,disse Antonio

, p rendendo il braccio di Regina .

Vedi, e grande la p ia zza della sta zione?

Come è grande ! ella riSpose , sinceramen te meravigl ia ta . M a h a piovuto qui , non

è vero? Come è bello !Vicina ad Antonio

,verso il qua le la spin

geva il grosso corpo ans ante della suocera , ellasi sent iva di nuovo fel ice . Si . davvero , Roma

e ra la città. sogna ta , p iena d l g ia rd ini , d i fontan e . d i edifi zi immen si , splend ida e gra nde di

giorno e di notte .

Regina si senti l ieta come se avesse bevutou n l iquore ; cominc iò a chiacchiera re con ani

ma zione febbrile . ma non ricordò ma i ciò ch e

disse in quel la p rima o ra del suo a rrivo . R i

cordò però che . nella sua gioia ,l e dava fa st id io

l ’an sa re e il sospira re della suocera , i l risoscemo di A rduina , il discorso dei cogna ti , chevenivan o t ranquillamen te d iet ro e pa rlavanonien temeno che di topi .Anton io aveva prega to la sua famiglia di non

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avvertire gli amici del l oro a rrivo ; non volevasecca ture : ma giun ti in via Torino , davan ti a l

gra nde pa la zzo dove i Ye nu telli abitavan o du eappa rtamenti . a l qua rto e quin to pia no , la vecchia signora ansò . sospirò e disse

C ’è Cla ra con la figl ia son venute a pa s

sa r la sera da noi e non abbiamo potuto man

da rle via . Hanno indovina to .

Sec ca tura ! disse Anton io . Le man

de rò via io . ora !

Il ga s e ra…ancora acceso : l ’a t rio signorile eil grande sca lone d i ma rmo con tinu a rono in

Regina l ’ impressione di grandezza e d i bellezzache la pia zza e le vie le avevan o desta to .

Coraggio,

le disse Antonio . E la sca lad

’Ab ramo

,questa . Voi . ma schiacc i, avant i!

I tre uomin i e A rdu ino si slancia rono ava nti ;Regina volle anch ’essa a ffretta re la sa l ita

,ma

ben presto si stanco e cominciò ad ansa re .

La m ia mo rte , le sca le ! disse la su e

cera . Ah,figlia m ia , anche io non ho abita t o

sempre al qua rto p ia no .

Regina non a scoltava più . G rida . risa te . esclamazion i echegg iava no nell

’al to della sca la :

po i prec ipitò giù un turbin e , un fruscio ,

un ’onda di profumo , un’appa rizione di volan ti ,

di trine . di ca tenelle , di capell i biondi , che travol se e per poco non rovesciò la sposa ,

l o spos oe la su ocera .

Cla retta . bada di non rompert i il collo ,

ca ra ! g ridò A n tonio .

La bell issima crea tu ra stringeva Regina fra

le braccia ,cop rendola di bac i appa ssionati .

Ca ra . benvenuta . benvenuta . ca ra ,mille

a uguri d i fel ic ità la mamma è su !

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Piacere ! disse Anton io . D à. a lmenoun bacio anche a me !Cla retta , senz

’a lt ro

,l o bac iò sulla guancia ;

poi prese Regina pe r mano e la t i rò su,su

, gri

dando e ridendo , a lta , fruscian te , fragran te .

Regina la segu iva , un po’ invidiosa e gel osa , u n

po’ incan ta ta da tanta bellezza d isinvolta . C la

retta la portò su qua si fra l e bra ccia , riem

p icudo la sca la del le sue risa te e dei suoi stril lil’ introdusse nell’appartamento , e dopo averla

getta ta su l soffi ce petto della grossa zia Cla ra ,

la tra scinò per tutte le stan ze .

L ’appa rtamen to e ra i llumina to a ga s ; 1 mo

bili lucevano e puzzavano di petrolio . Tutte lestanze erano strette , zeppe di mobili . sottoca te

da panneggi grossolani , da tappeti di juta ,da

lavori a l l ’uncinetto, da grossi cuscin i ricama ti

in lana , da ven tagl i e ombrell ini di ca rta tra

fora ta : in certe camere n on ci si poteva mn e

vere . Regina fu presa a l la gola da un senso disoffocamento . I l ricordo della bella pa la zzin a

pa terna ,da l le grand i stan ze ca lde e sempl ici .

l ’a ssali con ten erezza angosciosa : e p er conforta rsi senti i l bisogno di dire a Cla retta

Noi sta remo qu i finchè non avremo trova toun b ell ’appa rtamento : è facile t rova rlo , non èvero?

Non tan to , e ra , sai . Ci son gli stran ieri.ora . ch e a ssa ltano Roma come u n nembo d i cava llette , rispose la cugina , ch e si fermavadavan ti a tu tti gli specchi , voltandosi e rivo l

tando si con ammira zione,e pa rlava a lto pe r

fa rsi udire da i « ma schiacci » riun it i nel la sa

letta da p ranzo .

Ecco,questa è la vostra camera ; il vost ro

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n ido d ’

amore,uccell in i di pa ssaggio ! disse

poi,entrando con Regina in u na stanza d ’

an

gole , dove furono raggiunte da Antonio , da llamadre , da Arduina , da l la serva e da l le va ligie .

La camera e ra abba stanza va sta , ma sch iac

ciata da un soffitto ba sso , grigio , adorno di volga ri gh irigori turchini ; pesant i panneggi na

scondevano tre fin estre,una delle qua li a i pied i

del gran letto ma ssiccio sovracca rico di cu scin ie di cop ripiedi . Quel soffitto grigio , incombentesu quella camera volga re , borghese , che leva ligie e le sca tole degl i sposi finirono d

’ingom

bra re in modo che non c i si poteva più muovere ,accrebbe il senso d i soffocamento che oppri

meva Regina . Ella gua rdava,muta e triste le

pareva di sogna re un sogno penoso , d’essere in

u na strana prigione,ove qua lche cosa la legava

e la opprimeva morta lmen te . Oh,tutta quella…

gente ! Tutte quelle donne che l ’acce rch iavano ,

la stringevano , la soffocavano con la loro cu ria

sità crudele ! La su a sen sib ilità delica ta ,in quel

l ’ora ta rda , dopo l ’u rto del viaggio , si risen tivaqua si morbosamente a l conta tto di quella genteignota . Ella aveva in quel momento bisogno diriposo , pet tinarsi , cambia rsi ; invece n on la la

sc ia rono sola un momento . Cla retta non in tendeva di abbandona re lo specchio ; A rduina , chee ra u na sc rittrice

, pa reva e sam inasse l e im

pressioni della nuova venu ta ; la suocera noncessava di fissa rla con occhi lac rimosi .Regina si tol se la mantel lina e il cappello

il suo piccolo viso tutto bocca e tutto occhi ap »

pa rve spau rito e pa ll ido sotto l ’onda nera d e i

capell i a bbondanti intrica t i .Antonio non badava più a lei : intento a me t

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tere in ordine le va l igie,chiedeva a sua madre

notizie de i suoi conoscen ti.La vecchia signora an sava e sospirava

,e ri

spondeva a lle domande del figlio senza abbandona re con gli occhi la g iovine n uora .

Dove m i lavo? chiese Regina . I suoigrandi occh i ea stan e i, di solito a ssa i velluta ti edolci, socchiu si di stanchezza , erano diven ta tiqua si selvaggi .

Qui , disse Ard u ina,precip itandosi verso

il lavabo . Qui , .a ra . Ecco . c ’è tutto . I l sa

pone , la cipria , i l pettine . Che sapone preferisc i?Regina non rispose . Si lavò , prese la sa lvietta

che la cogna ta le porgeva , s’accomodò i capelli

chinandosi sul ba sso specchio del lavabo .

Siediti , disse Arduina,mettendole u na

sedia dietro . Cosi non vedi .No , seduta ci vedo meno , rispose R e

gina,sempre più irrita ta . Son mi0 pe .

Questa notizia immerse le donne in un p ro

fondo stupore . Cla retta si vol se vivamente con

tro l o specchio ; la signora Anna ,che esaminava

la fodera della mantella di Regina , sollevò gliocch i stupiti e qua si addolora ti ; A rdu ina

gua rdò sba lordita i bell issimi occhi della cogna ta .

M i0 pe ! Con occhi così bell i !(Dosi giovine ! esclamò la vecchia signora .

Ebben e,che importa? rispose R egina

con voce a spra Noi siamo tutti miop i d i tamigl ia .

Ha i chiese C la retta .

L ’ho,ma non me ne se rve : non m i piace .

E molto ch ic,anzi

,disse Arduina .

Ecco,ca ra

,sla rga un po ’ i capel li su l le tempia

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D omani sta rete a letto tutto il giorno .tanto p ioverà , disse la madre .

Speriamo di no .

Speriamo di si .Crepi l’a strologo , augu rò fra sè Regina .

Fina lmente le donne u scirono ; e d’un ba lzo

An tonio fu presso Regina,l ’a bb racciò , cu rvo

il suo viso su l viso triste di le i, e le disse con

voce ca rezzevoleCoraggio . N on essere così triste . O ra man

giamo in fretta un boccone , e poi subito a letto .

Domani,poi

,scappiam

o : u sciamo soli , non

avremo seccatu re . Su,a llegra !

La prese per la vita e la tra scinò canta re]lando fino al sa l otto da pranzo

Topolin non vu ol ricotta,

Vu ol sp os ar la Reg ine tta ,

E s e il re n on g liela dà

Topolin lo

M a Regina non si rallegrò più . Appena sedu tasu u na delle incomode sedie di Vienna che cir

condavano la mensa truppe ingombra , el la sentitutta la stanchezza del viaggio fi acca rle la

schiena e appesantirle le pa lpebre . Di nuovosenti l ’ impressione di un sogno penoso ; e le

parve di vedere a ttraverso u n velo un quad ro d ifigure volga ri . Volga re il viso del la suocera ,

gra sso rosso pa ffuto , disegna to da l la lineaoleosa dei capell i troppo neri per essere na tura l i ; volgare quello del se r Ma rio

, somiglian

tissimo a l viso di sua madre , con gl i stessi piccol i occhi a zzurri e la bocca semi -aperta ad u na

respira zione lenta un po ’ affannosa ; e il voltodi Ga spa re, tutto roseo e sba rba to sotto la l inea

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lucente della fronte ca lva ; e quello di Ma ssimoun elegantone decadente

,ra ssom iglia nte ad An

ton io , ma pa llido‘

e coi lunghi capel li ross icciunti, gli occhi grigi da llo sgua rdo sfronta t o .

Volga re anche il vi so a rtificia le di Cla re—fta :

u na bellezza borghese . Xe n sapeva perch è , ma

Regina ricordava in quell ’ora la fol la in trave

duta nelle sta zioni di pa ssaggio e in quella di

Roma : quei visi che e ra la circondavan o emer

geva no n el tumulto delle figure intravedute , m a

folla anch ’essi e n iente a ltro che folla . [’

nmondo in tero la sepa rava da loro .

Nonostante l ’ora ta rda e la promessa di An

tonio,la cena si protra sse a lungo , servita da

una raga zzona bionda ,in camicetta rosa ,

chenon cessa va di gua rdar la sposa con occhi meraviglia ti, e ogni momen to inciampava e correva rischio di rompere qua lche cosa .

Questa figura che andava e veniva pa reva la

più importante del quadro : tutt i la osservavano

,tutti conversavan o con lei : la signora

Anna tra sa l iva ogn i volta che ella en trava .

Anche Antonio le rivol se la pa rola .

Ebbene,come va nno i tu oi amori M a

rina? Ti piace dunque? l e chiese p oi, accen

nandole Regina . Chi è più bella,le i o la si

gnora Ardu ina?

Ma rina a rrossi,rise

,scappò , e non tornava

più . Allora Ga spa re s’alzò di tavola . grave

mente col tovagliolo su ll’oméro , e andò a cer

ca rla 1n cuc ina . S ’udi un imp rovviso voc ia re ;Ga spa re rientrò

,rosso

,con gli occhi ira ti .

Mamma,l ’a rrosto brucia ! a nnun zio tra

gicamente . anda te u n po’ a'

vedere !

DELEDDA . Nosta lg ie .

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La vecchia sign ora gemette , si a lzò,uscì

,

rientrò , non stette p iù un momento ferma .

Mamma, supplicava Antonio , resta te

a tavola !Mamma

, ripeteva Ga spa re,ancora ad i

anda te a vedere !Figlia m ia

,diceva la suocera , vo lgen

dosi a Regina , queste donn e diNon bisogna pa rla rn e

,dicono

,ma come si fa

qua ndo sono il disa stro delle Ti

d irò poi…Uno dei p iù gravi problemi socia l i !

disse Ma ssimo,ironico

,senza guardar nessuno .

Intan to senza l e serve tu non puoi viveregridò G a spa re .

In ta nto le serve ti fannoOh

,le faccio morire io se non fi lano dritte ,

disse Ga spa re .

Tutti risero ; ma nonostan te le frequent i visite del la ; vecchia signora in cucina

,le port a te

si facevano a ttendere lungamente . La conversazione s

’a nimava . Ma ssimo pa rlava con la cu

gina,la signora Anna na rrava a lla signora

Cla ra i fa sti della serva .

Come si va; col vostro G igion e : domandòAntonio a G a spa re .

E Ga spa re cominciò a parla r ma le del suoMin ist ro

,come pa rlava ma le delle serve .

Ha i ricevuto la m ia ultima lettera?chiese Arduina a Regina

, profi ttando del chia ssoche gli a l tri facevano .

Qua le“

?

Ti domandavo… osavo domanda rti qua ]che notizia sulla beneficenza p riva ta , specia lmente femminile

,nel

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La scia la in pa ce,fa il piacere ! disse

Antonio a lla cogna ta .

Reg ina pensava a ca sa sua rivedeva la fi ne

stra della grande sta nza da p ranzo , dove in

estate t remo lava il bel quadro del bosco ; rivedeva l ’a rgine verde diet ro il qua le bril lava il

fiume . Tutto spa rito ! I l bel quadro vivo del b osco

,e il quadro vero del Ba ra t ta

,appeso sopra

il camino,

u n’alza ia sulle rive verda st re de lla

Pa rma,col c iel o lilla diet ro i pioppi bian chi,

spa riti,spa rit i p er sempre ! Di nuovo , su

que ll’incomoda sedia che le fi accava l e ossa ,

fra

tutta quella gente che pa rlava d i cose volga ri,ella sen tì lo stesso sgomento che prova il conda nna to al pen siero della convivenza forza ta co i

suoi compagni di pena .

Anche Anton io,che badava poco a lei , come

travolto da lla corren te del le p iccole notizie chei fra tell i gli davano , l e sembrava nuovamenteuno sc onosciuto .

Ogni volta che la serva entrava e fi ssava ipiccol i occhi tu rchini sulla sposa

,egl i ripeteva

M a chi dunque è più bella ? 0 più brutta?

La sposa 0 la signora Arduina?La raga zza gua rdava l ’una

,gua rdava l ’a l t ra

e rideva .

Dillo dunque? La signora Ardu ina?

Oh , no !Come

,non è la più bru tta?

Tutti r idevano . Perchè ridevano?

La felicità rendeva An tonio ca tt ivo .

Pu r sapendo come suo fra tel lo Ma rio,uomo

già d ’eta, che pa rlava poco ma a rrossiva quandoqu a lcuno esprimeva u n ’ idea pa ssa ta anche nellasu a mente

,detestava la mania gra fomane di

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sua mogl ie , Anton io chiese a lla cogna ta se ilsu o giorna l e femminista L’

a vvenire de lla dom…camminava coi pied i o con le man i .

Dicono che abbia raggiunto u na tira tu radi tre copie di sse Ma ssimo .

E po i pa re che vogl ia a nche a ttira rsi u naquerela perchè h a riprodotto , senza permesso ,un sonetto da un giorna le ca labrese .

Oh,Dio . quanto sei sp iritoso ! gridò

A rduina,facendo u na smorfia : ma tutto il su o

viso esprimeva u n vago spavento .

Il so r Ma rio , con la faccia ch ina su l p ia tto ,

mu golò e ma st ico forte come un bove i rrita to .

Allora fu tutta u na esplosione di crude ltà infantile contro la povera c rea tura che anche a

Regina faceva l ’effetto d ’una ca rica tu ra .

Ciò che non ho ma i capito è dove stia la

reda z ione del g iorna l e , disse Cla retta . li

si potrebbe anda re,a lmeno in cerca del reda t

tore capo .

Ce n e son tanti per la strada ! risposeArduina . Le raga zze b ello come te trovan odei reda ttori da per tutto .

Con ciò non si capisce bene quel lo che tuvoglia gridò Ga spa re .

Come si capisce che voi non capite nienteE tu

,si

,capisci ! disse il ma rito

,sol le

vando solennemen te la forchetta .

Sei femminista ,tu

,Regina?

l o? Io no,

el la rispose , come uscendo daun sogno . M a subito vol le d ifendere Arduina ,

non per pietà verso la sc rittrice , ma p er dispettoverso i cogna ti . Può da rsi che Arduina miconverta .

Antonio,il ba stone ! gridò G a spare .

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E tut ti risero ancora .

Poi la conversa zion e deviò : si pa rlò di u na

princ ipessa ru ssa,madame M aku line , sta bi lita

da molti anni a Roma,e a lla qu a l e An ton io

,che

l ’ aveva conosciuta pe r mezzo di Arduina , sb ri

gava qua lche a ffa re d ’amm in istrazione .

So che deve fa re un rega l o a Reg ina ,

disse la sc rit trice ad Anton io . Domani serave rrà a p ranzo da me : c i verrete a nche voi .

Questa n otizia ria lzò a lqua n to le sort i d iA rdu ina

,e sollevò un po ’ Regina : la conversa

z ione volo su con tesse e ma rchese , e Cla rettagridò

,rivolta a Ma ssimo :Oh

, o ra che mi ricordo ! Ti h an visto, sa i,

l ’a ltroM i vedon o anche oggi !Ti h an visto a c orrere diet ro la carrozza

d i donna Ma ria Del Ca rro : pioveva e non aveviombrello .

Ecco perchè correvo ! egl i disse , tuttofelice e lusinga to .

No , correvi proprio prop rio dietro la ca r

rozza ,caro !

M a perchè? domandò ingenuamente Re

Qu anto sei ca rina ! d isse la cugina .

Eh , correva per fa rsi ve dere , perchè dicono chea lla ma rchesa Del Ca rro p iacc iono i giovani

anche se

G razie ! d isse Ma ssimo,facendo degli

inchin i . G ra zie e grazie !Tu tti

a llora si a nima rono , e ti ra rono fuoriun numero infinito di dame di loro persona le conoscenza , raccon tandone vita e miracoli . Anchela signora Ola '

a , per non pa rer da meno , de

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scrisse l ’abito che u na contessa su a amica indossava l ’a l tra sera , du ran te un ricevimen to .

Regina a scol tava . Ebben e , ella non l o confes

sava a sè stessa,ma l ’ idea ch e i su oi n u ovi pa

renti conoscessero della gente a ristocra tica l efaceva piacere .

Fina lmente venne il caffè, e la signora Annasi volse a Regina con l ’ intenzion e di pa rla rledolcemente .

Tua madre , cominciò , sta rà in pensiero

,me lo immag ino : el la non può certo an

cora abitua rsi a l l ’ idea che u na seconda mad reMamma interruppe G a spa re , che tor

nava da u na seconda i spezione in cucina , venite un po

’a vedere . M a venite, insistè , agi

tando la cocca del tovagl iu ol o che ten eva sull ’omero

,c ’è un lago in cucina . Ha la scia t o il

rubinetto aperto .

La vecchia s ignora dovette a lzarsi , sospi

rando e ansando , e segu i il figlio in cucina . Su

bito dopo si udirono i singhiozzi di Ma rina .

M a è insopportabile quel l ’uomo ! d isseArduina . Ma è forse u na schiava quella p overa raga zza? D al punto di vista

Socia l e… prosegu ì Ma ssimo .

M a scusami ! Ha la sciato il rubinetto a

perto ! osservò zia Clara .

Se io sposo un ma rito che si fi cca in cuc ina

,dal punto di vista socia l e gli dò tanti sca

dichia rò Cla retta ,stringendosi la

cintu ra davanti a l lo specch io .

Anch ’ io,

rinforzò la scrittrice .

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vero? le disse , piano , con voce qua si supplich evo le .

Regina si a lzò° Arduina e Cla retta l e corsero

addosso ,’a bbraccia rono

,la bacia rono

, l’accom

pagna rono fino a l la camera , la bac ia rono ancora .

Rima sta sola con Antonio, ella provò un sensod i sollievo : ma immedia tamen te l’u scio fu ria

perto e la suoceraCosa vuole? chiese Reg ina sma rrita : e

chiu se gli occhi , abba ndonandosi su u na dellema stodont iche poltron e che ingombravano la

camera .

La signora Anna s’avanzò fino a l letto

,an

sando e sospirando .

Ah,

diceva,t ragicamente , non sanno

far nulla ! Perdona,fi glia m ia ; hanno perduto

la testa .

M a ch e è avvenuto? chiese Antonio, già.

mezzo svestito .

N on ha nno aperto il letto ! esclamò lasignora

,p rendendo i cu scini e stringendoli a l

suo grosso pet to ansante .

Andò e venne accomodò i copripiedi ; gua rdòentro i tavolin i da notte , esaminò la bottigliadel l ’acqua .

Regina a spettava , per svestirsi, che la vecchia se n

’anda sse : butta ta sulla po ltrona , g li

occhi chiusi,le man i abbandona te su l grembo ,

ella. sentiva il pa sso incerto e il resp iro an san tedella suocera ,

e pensa va con angoscia al domani .Domani ancora ,

e posdomani ancora . e

p oi sempre io avrò da fa re con questa gente ! Eorrendo !

E la camic ia da notte? chiese Anton io ,in maglia e mutande .

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Regina apri gli occhi , si a lzò e andò a gua rda re nella va l igia . Ed ecco

,subito , diet ro di le i

il resp iro grave e an elante della vecchi a .

G ua rde rò io ,figlia m ia . Va

,va e spoglia ti .

Cercherò anche la tu a .

La scia te,cercherò io

, diisse Regina ,

st ra zia ta .

No,la scia fa re a me ; tu va e spoglia ti .

Ed io in tanto facc io u n ba l letto ! esclamòAnton io , eseguendo degl i sgambetti . E ra benfa tto ed agil e come un clown .

Figliuola m ia , cosa fa i? Queste n on sonocamicie da notte ; son o mutande : ecco qui , m i

pa re sia qu esta la cam ic ia d’An tonio . E la tu a?

Ah , e di flan el la?Non ti fa rà poi ma le? Fa moltofreddo a l tuo paese . n on è vero? Anche qu i fafreddo

,quando soffia la tramontana . Tre giorni,

soffia la Gua rda che bel ricamol ’ha i fa tto tu?

Ella non vedeva e n on sentiva più u na

rabbia sorda la prese , mentre la vecchia signorafrugava nella va ligia esaminando curiosamenteogn i oggetto . A u n t ratto An ton io , che sa ltavaintorno a lle poltron e

,prese Regina e la t ravolse

con sè .

Ah . ella d isse , con un grido di protestadolen te . sarebbe fina lmente ora di la scia rmiin pace !La vecchia signora n on capì rim ise tutto in

ordine entro la va ligia , poi s’avvicinò a Regi na

e; la abbracciò . E fina lmen te andò via , e fi na lmente Regina si trovò sola con An ton io , ma nonne provò più a lcun conforto . Si spogliò e si misea letto ; e quel gran letto ma ss icc io era duro e

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gelido e la rgo come il letto d’un fiume ! Ella

provò come l’ impressione di u n naufragio ; ia

torn o le ga ll eggiavano le va l igie aperte , l e sca

tole , le tende , i mobil i antipa tic i in a lto incombeva . soffocante

,quel soffitto grigio

,simil e ad

u n cielo piovoso : confusi rumori vibranti ne l

silen zio della n otte a rrivavano di lontano , da

un luogo sconosciuto e misterioso ; il ri so scemodi Arduina e la voce isterica di Claretta risu o

navano ancora nelle stanze a ttigu e . E su tuttele cose , e su tutte l e voci vicine e lon tane , u n

fi schio melan con ico,il lamento sibilante d ’un

treno notturno,pa reva a Regina u n g rido a l tre

volte udito , in un luogo lontano : un grido chechiamava

,invitava

,che cosa? Ella

non sapeva , ella non ma e ra certad ’aver qua lche volta udito quel grido , che ora

sibilava per lei sola , cercandola nella notte de llagrande città sconosciuta , e le ripeteva cosestran e , dolc i e

Ah,fina lmente ! Dove se i? disse Anton io ,

abbracc iandola . Questo è un deserto sconfi nato ! Oh

,che mani fredde ! Tremi

,ha i

freddo ?

E a llora perchè trem i? egli chiese . convoce muta ta . Non sei con tenta

,Regina?

Ella non rispose .

N on sei c on tenta?

Sono stanca,

diss ’el la , con gli occhichiusi . Sento ancora i l moto del t reno . Sentitu il fi sch io?… Oh

,disse poi, come in sogno .

lo riconosco . Pa re il fischio del vaporino delPo . Ah

,

Sei appena arriva ta e pensi già di pa rtire?

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eglr osse rvò ; e la su a voce era un po ’ scherzosa , un po

’ama ra .

Ella non rispose : egl i c redette che dormisse

già e stette immobile per paura di sveglia rla .

M a subito la senti ridere , e si ra llegrò tu tto .

Perchè ridi? chiese , stringendole u na

mano che cominciava a sca lda rsi .

Qu ell’impiega to !… E ra un

ella mormorò,e pa reva sogna sse ancora . Se

ci fosse sta ta mia sorella come a

vrebbe riso !Ecco , egli pensò , e lla è sempre là!

Molto tempo dopo Antonio confidò a . Regina

che quel la notte egl i non aveva potuto dormire .

Avrebbe voluto chiederle se su a mad re e la

nuova famiglia l e p iacevano ; ma non osava pa r .

la re perchè confusamente intuiva che la rispostanon sa rebbe sta ta sincera .

Anch ’egl i udiva il fischio che raggiungevaRegina nel suo dormiveglia e la cullava di ri

cordi e di speran ze .

Pa rtire ! Ella sogna già di ripa rtire ,pen sava egli con ama rezza .

E sentiva un impeto di ma lc ontento ripensan

do al conte gn o di lei , freddo, triste , ta lora sde

gnoso , durante quelle p rime ore di comunionecon la nuova famigl ia ; e sebbene egl i intui sse ladistanza insuperabile che divideva questa fa

migl ia da lla crea tura in tell igente e fi na ,d ’una

ra zza superiore,che egli aveva osa to sposa re

,

pensavaMa ella lo sapeva , però ! Io l e dissi tutto :

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io gliel o dissi : noi siamo una famiglia d ’impie

ga ti,discendenti d ’impiega ti. M ia madre è u na

ma ssa ia ; mia cogna ta u na scema inn ocua . Elladiceva che non gliene importava n iente ; che miamava e ba stava . Che vuole dunque?Ebbe u na stolta vogl ia di respingerla , di a l

lontana rla da sè,in quel gran letto freddo ch e

pa reva senza confini ; ma el la e ra così fragile ,così sottile

,così fredda , abbandona ta come u na

morta su ] suo petto ca ldo e pul san te !Ho fa tto ma le a porta rla qui ! Dovevo fa r

p repa ra re il nostro nido , e condurla la, subito .

Ella è ora come un fiore divelto , che bisognasubito trap ianta re in terreno ada tto .

La gua rdò con profonda tenerezza , e stetteimmobile , per non turba re il sonno sceso su llastanchezza e sul la nosta lgia di lei .

Allo sveglia rsi,la ma tt ina dopo , Regina si

trovò sola nel gran letto duro .

Pioveva u na penombra grigia e melanconicarendeva la camera a ncora p iù t ri ste . Fuori rumoreggiavano le ca rrozze , i tram pa ssavano stridendo

,e avevan o come un mugolio di ven to

tempestoso che destò in Regina un’impressione

di tri stezza indimenticabile . Le pa rve che tu ttala città fosse perva sa da un uragano , a ttraversoil qua l e risuonavano m i lle rumori diversi tuttoun rombo di vita a ffannosa

,tetro sotto la piog

gia incessante .

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Allora ella si gua rdò a ttorno , st ringendo lepa lpebre per dist inguere ben e gli oggetti .

S ì,tutto e ra volga re ; anche la tela del cu

sc ino e delle lenzuola,sui cui risvolt i se rpeg

giavano ricami grossolani : e quel soffi tto gri

gio , e quelle tre finestre grigie,

spec ia lmentequella a i pied i del letto

,le pa rvero qua si lu

gubriE Antonio dov ’era? Nel suo ma lum ore Re

gina gli fece torto d ’esse rsi a lza to senza fa r

chia sso per non sveglia rla ,e di a verla abban

dona ta sola n e ll’

immensità di quel letto scono

sciuto ; ma subito l’u scio fu spin to delica tamente e Anton io gua rdò .

Ah,

disse con vezzo biricchino , vedendoaperti gli occhi di lei

,c i sono

,c i sono gli

occhioni !En trò , prese lo slancio e andò agilmente a

piomba re p roprio con le sue labbra sulle labbro di Regina .

Ah,ti sei sveglia ta , piccinina ? Sei sve

ella rispose,con voc e u n

po’

rauca , cingendogli il coll o con un braccio .

Piove?

Piove si, purtroppo ! diss ’egli sospi

rando esagera tamen te M a cesserà .

Speriamo bene ! Apri gl i scuri .Oggi è domenica , egl i p roseguì , an

dando ad aprire . Sa i che a Roma la domenica piove sempre , pe r effetto della ma ledizione

papa le su l travettismo ita l iano . Ra sta ,cesserà

ti a ssicuro che cesserà . R iman i a letto un a ltropo ’ ora ti faccio porta re il caffè .

no ! diss ’ella ,spaventandosi a l la

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idea di rivedere la suocera O ra mi a lzo sc rive rò a ca sa .

Appena cessa di piovere usc iremo , ri

prese An ton io . Se non ti dispiace ci fa rà

compagnia Ga spa re che s ’ in tende d’a rch eo lo

gia andremo a l Foro .

Al Foro ! diss ’ella,ra l leg ra ndosi di u na

gioia p rofonda .

Sì , ca ra , a l Foro ! Pensa , a l Foro ! Sa i doveti trovi?

Ella gli sorrise, senza rispond ere . Egli s ’eracambia to

,aveva messo un colletto lucente, u na

stupenda crava tta verdol ina : s ‘ era a rriccia toi baffi ; e ra fresco , fragrante , bellissimo .

La luce e ra en tra ta con lu i,e Regina l o

gua rdò con amore,con gioia ; lo a tti rò a sè, g li

baciò i capell i che emanavano un profumo specia le di fiori bru cia ti, ella diceva poifin se di dirgli qua lche cosa in segreto

,a l l’o

recch io , e invece mise un piccolo grido infantile .

Ed egl i finse di t ra sa l ire,di spaven ta rsi

,e la

minacciò e la scosse tutta ; e risero , scherza ronoe dimentica rono ogni cosa che non fosse la l orofe licità .

Dove t i sei svegl ia ta , di, Ie vrotin?1

)egli chiese u sando uno dei nomignoli gra ziosiche aveva appreso nel paese d i l ei , dove e ra

sta to tre mesi commissa rio regio . M a dove?Ieri a quest ’ora eravamo a Pa rma , oggi qu i .

Pen sa che distanza ! E tre mesi fa n on ci conoscevamo n eppu re ! Ti ricordi il primo giorno chec i siamo conosciuti sul l ’a rgine? Qu el gran solec remisi dietro i l bosco ! I l ma estro c i gua rdava ,

Piccola lep re .

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vena enorme su l biancore della pianura niva le,

stendevasi sotto il cielo vaporoso . Silenzio, im

mensità m isteriosa , vapore di sogno .

M a da quella vision e nosta lgica , che pur ledava u n piacere melanconico

,vista così a ttra

verso le ca rezze di colui per il qua l e ella avevatutto abbandona to

,la strappò l ’en tra ta cauta

della signora A nna . La vecchia s ignora s’a

vanzò ansando,sospirando

,tutta composta

sotto l ’a ureola dei capelli ancor più neri e piùoleosi—del solito

,tutta tonda ed enorme nel

l ’abito da camera d i lana rossa . Regina a rrossitolse l e bra ccia da l collo di Antonio

,e si cop rì

vivamente .

M a che fa i? disse il giovine, sollevandola coperta . Fa invece veder subito subit o letue belle brac cine . Gua rda te

,mamma

,gua r

da te com ’è bianca la m ia Regina !No ! no ! La sciami ! ella disse

,nascon

dendosi sotto la coperta .

M a la vecchia signora s’avvicinò

,a ju tò An

t on io a sbottona re i polsini della cam icia di Regina

,pa ssò un dito sulle bra ccia bianche e in

fan tili della ’ sposa .

A h ! disse,sospirando . Dio ti bene

dica : sei davvero bella !Dio ! Dio ! La scia temi ! gridò Regina , tut

tavia lusinga ta .

Non è vero che è bella? ins iste Antonio ,baciandole le braccia ca rine .

B ella,b en fa tta ! B rava ! approvò sodd i

sfa tta la suocera,qua si Regina si fosse fa tta

da sè . Anch ’ io ero bianca e b en fa tta ,u na

volta ! Ora son vecchia ,ma da giovane anch ’ io

ero ben fa tta !

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Piacere ! pensò Regina,gua rdando le

grosse mani della suocera,brune , screpola te ,

puzzan ti d’

aglio,che contra stavan o su l candore

vena to di viola delle sue bracc ia delica te .

Vuoi il ca ffè?Vuoi del la tte? O ra ti porteròil ca ffè

,il la tte , u na frolla ta ,

u n po’

diPer ca rità ! N on voglio n ien t e .

A lza ti ! disse Antonio . Comincia a

spiovere : usciremo .

Tu vuoi fa rla uscire con questo tempo !protestò la suocera . Sei ma tto : ella rima rràa letto . Quando ero giova ne , si rivolse a Regin a

,io rimanevo a letto tutta la ma ttina

o ra i temp i son muta ti . Al lora le donne di servizio erano fedeli

,a ttive

,intell igent i, e la pa

drona poteva fa r la signora a nche se non l oe ra . Io

,gra zie a Dio

,potevo fa rlo

Anche o ra potreste fa rlo ! Che cosa vimanca

!

? d isse gentilmente Regina .

Dio ! Con le donne di servizio d i o ra ! Ladre

, poi, fa lse , ingra te ! Son o il tormento,il

veleno della nostra vita . Un tempo io le amavocome persone d i famiglia : ora non le amo più ,

non lo meritano . Questa che ho o ra mi fa venire il ma ] d i cuore

,certe volte

,per i d isp ia

ceri che mi dàA l za ti

,ripetè Antonio .

M a Regina non volle a lza rsi finchè non la lascia rono sola : a l lora si buttò da l letto , e rimas e un istante ritta nella sua lunga cam icia .

nella luce g rigia che penetrava da ll e t re orribili finestre . Gua rdo desola tamente il ca os deglioggett i spa rsi pe r la camera ,

e t remando feceuna triste scoperta : a Roma c ’era p iù freddoche a l suo paese !

DELEDDA . Nosta lg ie .

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S i vestì e si lavò ma lamente,tutto era imco

modo , da l lavabo a lla specch iera dell ’a rmadiocoperta da un a densa cortina…E lla sollevò lacortina : gua rdandosi nello specchio si vide livida , disfa tta ,

brutta,e si rannuvolò .

Non vedendola più compa rire,Antonio rien

trò : ella aveva dispoticamente ria lza to t u ttele tende , tutte le c ortine , e cercava d i riordi

na re la roba delle va ligie .

Andiamo , ch e fa i? egli disse un po ’ impa ziente . E la prese per mano e l ’a ttirò nellastanza da pranzo, ove la signora Anna l

’a spe t

tava davanti a lla tavola appa recchia ta pe r due ,ma con una quan tità di roba suffi ciente perdieci persone .

l o voglio solo un p o’ di ca ffè nero

,disse

Regina .

Ca ffè nero solamen te? Tu sei pa zza,m ia

ca ra , pazza così per dire, scusami, sa i . A Roma

b isogna mangia re . Ecco il caffè n ero vuoi metterc i u n po

’ d i cognac?

No : non mi va,n on mi piace .

Ebbene,prova . Vedra i che ti piacerà .

No,no .

Si , si . Altrimenti m i fa i dispiacere .

Ella dovette bere i l ca ffè col c ognac , e poidovette prendere il caffè e la tte

,e po i la frol

la ta , e mangia re il pane col burro, e i biscottie il pane . In ultimo le vennero le lagrime agliocchi ; l e insistenze della suocera l’opprime

vano per conforta rla la signora Anna le chiesese voleva anche u na tazza di brodo e un ’

a la dipollo .

M a voi volete fa rmi morire ! ella gridòcomicamente dispera ta .

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Antonio mangiava e rideva .

Fortuna tamente s ’udi un fraca sso in c ucina ,

e la signora c orse,tutta a ffanna ta e t raba l

lante nel suo gra n vestito rosso : a l lora Regina tornò in camera ,

si mise una bella cra

va tta bianca,un cappellino n ero con un nast ro

rosa,che a lei sembrava molto elegan te , e s

in

c iprio. Ah,le pa reva che tutt i dovessero gua r

da rla , come al suo paese !M a gua rdate quanto è bella la mia Re

gina ! disse Anton io,un po’ sul serio , un po

scherzando , quando ella ricompa rve nellastanza da pranzo . E il suo cappell in o , gua rdate !Ga spa re

,tutto chiuso nel suo soprabito

nuovo,gra sso

,tondo

,roseo e pensieroso, a spet

tava sull’u sc io . Gua rdò Regina a l la sfuggita ,poi la sa lutò e disse gravemente

Eh,sembra un nido di rondine

,il tuo

cappello !Che cosa te ne intendi tu

,di cappelli !

esclamò Anton io . Se non gua rdi ma i le d onne !Io non p renderò ma i moglie

,dichia rò

Ga spa re,

ma se dovesse succede rmi una ta l edisgrazia non le permetterei ma i di rendersi ridicola .

Ridicola ch i,la disgra zia ? disse Regina

con ironia .

Ga spa re non si degnò rispondere .

Uscirono . Regina non perdonò ma i ad An

tonio di aver permesso a Ga spa re di a ccom

pagna rli in quella loro prima passeggia ta romana .

Scendiamo per via Cavour, andiamo a l

Foro, ritorniamo per pia zza Venezia e per via

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Na ziona le,

propose Antonio,gua rdando l’o

re logio ; è gia ta rdi .Il tempo si ra sserenava ; dagli a lberi dei gia r

din i d i via Torino piovevano grosse goccie d ‘

ac

qua b rillan te : ancora tutta umida , grigia erosea , con la sca lina ta bagna ta

,Santa Ma ria

Maggiore de lineava si sul cielo turchin o, lontana ,

in a lto come sopra u na mon tagna .

Santa Ma ria Maggiore,

disse G a spa repuntando l ’ombrello verso la chiesa .

Regina gua rdò con indifferenza : la granchiesa le pa rve brutta .

Sc esero per via Cavou r : il selcia to andavarapidamente a sc iugandosi

,e Regina osservò

che le ma t tonelle n on eran o lucide,come la

sera prima le erano appa rse .

C i vorrebbe a ltro ! disse G a spa re , chequa lche volta ra schiava e si voltava indietro

p e r sputa re . Le donn e vedono sempre dellecose ben stra ne : tutto il contra-rio della rea ltà .

Anche gli uomini, spesso ! riba tte Re

Gli uomini p i u che le donne ! aggiunseAn tonio per fa rle piacere .

Eh,non dico

,qua lche volta ! disse G a

spa re con un ca tt ivo sorriso .

Sebbene Anton io l ’avesse avvertita che Ga

spa re era u n tipo , i modi rozzi del cogna to ind ispettivano Regina ; m a b en presto ella si d i

stra sse e ,si immerse nella contemplazion e dellecose nuove che vedeva .

La giorna ta si ra sserenava ; solo qua lche nuvola a rgentea solcava an cora il cielo turchin o .

La gente pa ssava rapida ,con l ’ombrel lo sotto

il braccio per l ’a ria umida e luminosa errava

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l'

odore delle ca stagne a rrost ite . Sì , quella strada la rga e piena di luce e ra veramente grand iosa : in u na vetrina stavan o esposti cinqu eca ppelli che a tt ira rono l ’ a tten zion e e l

amm ira

z ione di Regina, p iù che non l

'

avesse fa ttoSanta Ma ria Maggiore . M a ad u n t ra tt o i duefra telli la scia rono Via Cavou r e a ttira ron o Regina in u na strada melan conica , da l le ca se an

t iche . da i gia rdin i pensili su a lte mu raglieumide simili a ba stioni , che sa l iva e sc endeva .

senza ma rc iap iedi , senza n egozi,an ima ta da

u na folla meschina e sucida di r ivenditori , d’

er

b ive ndo le . di monelli . Cammina e camm ina la

melanconica st rada n on fin iva ma i ; Regina si

stancò,s

appoggi ò a l bracc io di Anton io e ri

cominc iò a sen tire un cupo senso di t ri stezza .

Quella era Roma?Antonio e Ga spa re ebbero il torto d i c redere

che Regina potesse cammina re a lungo comeloro

,e la t ra scina rono sino a l Foro . dove ella

con gl i occhi vela t i d i stanchezza ,non vide che

un campo di rovin e um ide , u n lu ogo trist e , u n

cimitero s opra il qua le le nuvole gua rdava noda l c ielo turchino , ed avvolgevan o gli a rch i ele colonne con vel i d

‘ ombra melancon ica . G a

spa re parlava : ella n on l’

ud iva . Un g ra n nu

mero di occhia li e d i vestiti ingles i tira t i s u daspilli e da sa lvagonne a nimava la t ragica so

litud ine del l ‘ immen so cim itero ; e i fra n tumi

g loriosi. a ncora umidi di p ioggia . pa rvero a

Regina ossa gigantesche , diso tterra te da u n po

polo di bimbi curiosi, che voleva semp l icemen tedivaga rsi profa nando l

'

enorme s epolcro di u naciviltà morta .

D a l Foro i Venu te lli ritorna rono verso pia zza

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Venezia . E ra qua si mezzogiorno la folla p rendeva d ’

a ssa lto i t ram : u na fiumana di gente ,composta per lo p iù di signore eleganti, veniva

giù da via Na ziona le , spandevasi per la piazza ,

risa l iva per il Corso : un rombo c onfuso, d i

tram , di automobili , di ca rrozze , di voci, risu onava per l ’a ria sempre umida

,ma inonda ta da

u na viva luminosità . Regina sentiva u na specied i vertigine ; ella ,

che vedeva poco da l ontano ,com inciò a veder confusamen te anche da vicino ,stordita sopra tutto da quel rombo incessantefa tto di mille rumori , fra i qua l i il mugol iodegli a utomobili le sembrava l ’urlo d i belve infuga e le dava qua si u na sen sazione di terrore .

Ella fissava gli occhi spa lanca ti sulla p ia zza ,

a ffa scina ta dal via -vai della folla come da l l ’ondeggiamento d ’un fiume : poi gua rdava in a lto ,e le pa reva che la rete dei fi l i telefonici velas seil cielo a t traversa t o da nuvole lucenti . Tuttavia , se ella si sen tiva stanca ed oppressa , credeva di non essere meravigl ia ta . L ’ eleganzadelle donne la colpiva sopra ogn i cosa ; ella ne

provava invidia e n el lo stesso tempo disgusto .

E ra impossibile che esistessero tante donnecosì ben fa tte e così belle : dovevan o essere imb ottite e tin te . Oh

,el la l o sapeva bene , el la

sapeva qu anta corruzione , quanta fa l sità , quanta miseria occul ta portava con sè qu ella follail cu i primo conta tto

,in qu ell

’incerto ma t tinoautunna le , sotto la rete dei fi li meta ll ici , ledestava un miste rioso sentimento d ’

avve rsione

e di compa ss ione .

Mon tiamo in ca rrozza ,propose An '

tonio, ch e vedeva u na stanchezza… semp re più

g rave disegna rs i su l viso d i su a moglie .

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E a ch e serve avere gli occhi, a ll ora?disse G a spa re .

Si,a che serve? Tanto c

’ingann iamo lostesso ! el la rispose ; ma Ga spa re pa rve noncapire , e si conten tò di sputa re fuor del la ca r

rozza , pensando che le donne son o tutte o pa zzeo civette .

Fin da quel giorn o egl i mise Regina nellava langa espressione sua del le donne

pa zze , con Arduina , la serva ed a ltre donnedi

su a Conoscenza . Un intenso disp rezzo reciproco regnò per tutta la vita fra i due cogna ti .

Duran te la cola zione,che la signora Anna

disse « p ronta , p ron ta ,pronta mentre si fece

a spetta re più di mezz’ora

,Regina dovette mi

n u tamente racconta re a l la suocera tutto ciòche aveva veduto . I tre fra tel li

,intanto

,discu

tevano di politica con idee abba stanza dispara te : G a spa re era un foreaj uo lo della p iù bell ’acqu a , intran sigente e crudele ; Ma ssimo socia lista tolstojano , nemico dell

’ esercito quantoi l fra tello e ra nem ic o del la libertà e delle donne ;An tonio libera le

,u n tantin o opportun i sta .

La signora Anna s’immisch iava in modo af

fa tto specia le n elle dis cussion i dei suoi t re fi

gliu oli : se , pe r esempio , si fac eva i l nome d’un

uomo politico,ella tirava fuori la storia del

ma trimonio o nominava l ’amante del per sonaggio in question e : e pa reva molto bene informa ta .

Dopo cola zion e Regina si ritirò,si coricò e

s’addormentò . Quando si svegliò sen ti che pioveva ancora

,dirottamen te ; e di nuovo

,nel ri

trova rsi sola su qu el gran letto du ro , sotto quelsoffi tto grigio

,nella penombra cupa della ca

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mera fredda,p rovò un sen so di t ristezza e qua si

di dispera zione . S‘

a lzò e volle sc rivere a ca sasua . Anton io la condusse dava nt i a uno sc rittojo , nella camera della signora Anna , ed ellacom inc iò la lettera .

« Piove sono moltoMa che

, e ra pa zza? Perchè ra tt rista re la sua

mamma con delle inut ili querele?

Sono io che l ’ho voluto,

pensò,lace

rando l ’ angolo del fog lietto . Ch i mi costrin

geva a cambia re sta to,a la sc ia re la famiglia e

la pa t ria ? Orama i sono sola . Sola ! Anche se milamento nessuno può comprendermi .S

appoggiò a llo scrittoj o e com inc iò a fi loso

fa re ama ramente .

Ho di ritt o di lamenta rmi? No . D ’a ltronde

ogni lamento è inutile , quando la ragione delma lessere è in noi ste ssi . La mia anima è ma

la ta ; un ce spuglio st rappa to dal luogo oveè na to , e ogn i p iccolo urto la strazia . Perchèlam enta rm i? Con chi lamenta rm i? A che serve?

Nessuna cosa pe r o ra può gua rirmi : nemmenol

amore d ’

An tonio . La pioggia cesserà ; verràil bel tempo , avrò u na ca sa tutta m ia

,dove non

a vrò a subire la c ompagnia di nessuno : ma a l

lora sa rò contenta ? E chi lo sa? M a de l restoche importa

? B isogna soltanto accetta re la vitacome è , e ra ssegna rsi

,e p rocura re d i vivere

soli. I o non cap isco questa sman ia che tu tt i abbiamo della compagnia . N on è possibile viversoli? N on è meglio? Qua le m iglior compagn iadi noi stessi? Del rest o , conclus e , tutto

passerà : dobbiamo morire .

Le pa rve di ra ssegna rsi . e dec ise di sc rivereai suoi una lettera p iena di pietose menzogne

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ma gua rdando nel ca ssetto in cerca d ’una bu

s ta . vide le lettere ch e Anton io aveva indiriz

za to a lla su a famiglia durante i tre mesi ch ’eras ta to commissa rio reg io a C * “ e u na viva cu

riosita la Sp in se a leggerne qua lcuna . Nel lep rime lettere Antonio descriveva con ra pid itocchi i l paese e ne lodava gli abitan ti a lac ri ,a llegri

,a rguti . In u na lettera diceva : « Sto a

pensione p resso u na buona famiglia I l padreè maestro di scu ola i n un paesello vic in o

,ma

vive qui per poter manda re all’I stitu to Tecnico i su oi due figli

,Gabriel e , un raga zzo

svelto,a ttivo

,ambizioso

,e G abriel la , u na fan

ciu lla intelligentissima che vuol d iventa re scrittrice . I l maest ro

,ch e tutti chiamano e l gu endo l

perchè non sta quieto un momento , è un beltipo ; pa rla continuamente di Raffaello e di M ichelangelo

,con criteri a rtistici suoi pa rtico

la ri : per esemp io , pa rlando di Ra ffa ell o,a l

qua l e non manca mai di dare il cognome , dice« quello che h a dipinto la Madonna delle Seggiole » ecc .

Un poscritto di questa lettera diceva : Ilma estro mi h a fa tto u na p roposta di ma t rimonio . Signorina nobile , di famiglia una voltaricchissima

,ora decaduta 23 ann i , non bel la

nè brutta,intelligentissima ; 30 mila l ire d i

doteI n un ’

a lt ra lettera An tonio , che .si vantavad ’esser teneramente gua rda to da parecchie sì

gnorine del paese , diceva che il maestro in sisteva nel la su a proposta . « La famigl ia Tagl ia

ma ri e del le p iù distinte del pa ese : possiedea ncora u n 200 m ila l ire . da dividersi in qu a ttro

pe r o ra dà 30 mila lire di dote a lla figlia mag

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giore . La signora e u na donna d istintis

sima , vedova d’un nobile che a i suoi bei giorni

si divorò un pa trimonio di mezzo mil ione . I l

ma estro mi dip inge la signorina c ome un’

a readi sc ienza e di bontà .

E fin e,sa , mi dice , fine , fine , fine !

E sta ta educa ta a Pa rma,n el col legi o dei no

bili . Bisogna porta rla via di qua . porta rla a

Roma là è il suo posto .

Povero maestro,

commentava Antonio ,si immagina che un vice segreta rio a l Min i

s te ro del tesoro sia u n principe, da sposa re e

portar via u na s ignorina fi ne , fine , fi ne« Certo

'

scriveva in u na let tera del 20 settembre trenta mila l ire non sono da d isprezza rsi ; ma bisogna conoscer p rima la signorina » .

La lettera seguente desc riveva l ’ incont ro conRegina

,sull ’a rgine del Po . davanti al vill ino

dei Tagliamari( ( Non è bella . ha u n musino da ga tto , ma e.

.molto graziosa,istru ita ,

intelligentissima . I lma estro deve averle pa rla to d i me . perchèella a rrossiva e mi gua rdava in un certomodo ! .

M ’ha chiesto s e vero che io sono segre ta r iod

’u na. princip essa e c redo che questo titolo mi

renda a i suoi occhi molto più interessante ch e

quello di vice - segreta rio al Ministero del tesoro .

( ( Ieri sono sta to nel vill ino Tagliama ri. La

signora è la p iù simpa tica dell e donn e : u na

vera signora . Mi h a racconta to …(forse con in

Icn cîone , ma con modi delica ti) tutta la st oriad e lla su a vita . Ella appa rtiene a u na d istintis s ima famig lia ; suo m a rito e ra molto ricco .

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ma , ella mi disse,

speculazioni fa l lite ,l ’ inondazione dell

’8t) ed . a l tre disgra zie lo ro

vina rono

Che fa i,Regina? chiese Antonio , affac

ciando si a ll’uscio .

Ah, ella disse , sollevando la testa ,

ho scoperto de i documen t i umani cu riosissim i.E gli fece vedere le lettere .

Egli a rrossi lievemente , s i slanciò e volleriporre nel ca ssetto le lettere ; ma poi cambiò

pen siero e cominciò anch’egli a rileggerne qu a ]

.

che brano .

Non ti vergogni? ella disse . Una s i

gnorina fi n e , fine , fine ! Trenta mila lire nonsono da disprezza rsi ( ( I l titolo di segre ta riod

’u na principessa m i rende a i suoi occh i p iù

interessante », eccetera ,eccetera . Va . sei a b

b ominevole .

— Leggi qui ! Leggi qui ! insiste Antonio .

Vedi cosa dico qui , dopo?

M a ella si a lzò e andò a gua rda rsi nell ospecchio .

Sì,ra ssomiglio davvero ad un ga tto .

Leggi qui ! ripetè Antonio,insegu en

dola . con u na lettera in ma n o .

Leggeremo p o i ; o ra la sciami sc rivere ,diss ’ella ritornando a l lo scrittojo .

An toni o prese tutte le su e lettere e si misea rileggerle , sprofonda to in un angolo dell ’ottomana : ogni tanto , men t re Regina scriveva ra

pidamente egl i dava in esclam a zion i e in piccole risate : po i, ad un tra tto , si fece serio ,qua si suggestiona to dal vivo ricordo degl i ultimi giorni pas sa t i a delle sue nozze edella sua felicità .

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Più ta rdi i due sposi sa l irono da Arduma ,

presso la qua le dovevano pranza re . La scritt rice abitava a ll ’ ultim o piano d e l pa lazzo , inun appa rtamentino a rreda to con gusto un po ’

stran o : vi'

si notava u n disordine che a Reginapa rve a rt ific ia le .

A rduina venne incont ro a i cogna t i strillandodi gioia ; indossava un lungo cam ice bianco , d icui teneva le man iche rimbocca te sulle bracciagia lle e sca rne .

Su disse na scondendo le mani dietrola schiena

,dammi un bacio

,Regina .

Regina la ba ciò senza en tusia smo . Antoniod isse :

Io le diceva che tu , per poter sc rivere iltuo giorna l e

, prepa ri la cola zion e ed il p ra nzoda lle c inque del ma tt ino . Dio sa che pa sticc i cida ra i .

Ecco la prova cont raria ! disse A rduina ,

mostrando le mani impia striccia te di fa rina .

Qua lche volta , si , siccome io scrivo facilmente .

a qua ls ia si o ra e in qua l sia si lu ogo,quando la

inspira zione viene,mi metto a sc rivere in un

angolo del tavolo di cucina,e mi esa lto tanto

che l ’a rrosto brucia . M a che vuol dire? ag

g iunse poi , ridendo del suo riso un po’ scemo ,

che tutta via pa reva beffa rdo . L ’a rrosto è

l'

a rrosto , l’arte è l ’a rte . M a ven ite qu i , acco

moda tevi ; gua rda questi giorna l i , ca ra . l o“

vado a torno . Mi dira i poi quelle notiz ie sullabeneficenza femminile n e l Ma ntovan o .

La sc ia la in pace ! ripetè Antonio .

La scia la fa re,tu ! Nessuno , meglio di me ,

vuol bene a tu a mogl ie . l o l ’adoro . Io l ’ ad ororipetè . volgendos i a Regi na ; mi pa re di

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conoscerti da tanti anni . Mi piaci anche perchèti chiami Regina . Ha i già visto la Regina?

Già,stanotte in sogno !

E vero,sei qu i appena da ier sera . M a c ’è

tempo . Dove siete sta ti questa ma ttina? A l Colosseo? Ah

,io adoro il Colosseo : vorrei vi

verci . Ha i letto Quo Vadis? Come , tu non co

nosci ancora questo che è i l p iù bel l ibro moderno? Te lo fa rò leggere ti fa rò leggere tant ilibri

,ti fa rò conoscere tanti scrittori : t i con

du rrò nei sa lotti intellettua l i , a l le feste de ll ’arte , a lle conferenze

,dappertutto ove si vive

non di solo pane .

E che,viviamo di solo pane

,qui? disse

Antonio,comicamente minaccioso . Spero a l

meno non fa ra i scriver Regina nel tu o giorna le .

Perchè no?

Ed io ti amma zzo,ti faccio arresta re .

Regina rise ; Arduina andò in cucina .

Rima sti soli,Antonio condusse Regina vicino

a l lo specchio .

Non s iamo belli , disse,abbracciandola ,

ma formiamo un bel gruppo . Gua rda ; e ridi,come facevi poco fa . Tu non sa i che ma lumoremi a ssa le quando ti vedo scontenta .

Io non sono scontenta , ella rispose, po

n endogli le mani su l petto .

M a non sei neppure c ontenta . Non sei p iùla Regina dell ’a rgine ; ha i i l viso lungo, gua rd isempre lontano . Non pen si che sei a Roma , in

questa Roma che sognavi tanto?

È il tempo, è il tempo, ella disse convoce monotona

I l brutto temp o pa sserà , disse Antonio ,

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Esser poveri e vecchi ! ella disse , esprimendo la sua impressione al ma rito .

M a che credi? egli rispose . Tu cred iche quella donnina sofi ra ? E a bitua ta a qu estavita , e se la togliessero da lle sue abitudin i,anche offrendole un ’esi stenza migliore, sarebbeinf elice .

Regina pensò a l suo ca so,domandandosi se

An tonio non avesse ragion e : ma le ba stò ri

corda re che a ca sa su a , in quell’ora

,la luce del

fuoco cominciava a indora re i l crepuscolo dellava sta sa la da p ran zo

, p e r sen tirsi ancora più triste las sù , in quel sa lott in o freddo e disordina to .

La distolse da lla su a nosta lgia u na notiziaporta ta da Arduina .

La principessa viene ; me lo aveva p ro

messo, ma credevo che con questa brutta gie rna ta non osa sse neppure uscire . M a è tantobuona

,tanto Io l ’adoro . B isogna

che mi vesta . Ma rio,

gridò poi,andando in

contro a l ma rito che rientrava,

viene,vien e !

Mettiti a lmeno il th a,it .

I l sor Ma rio entrò,serio , pa ffuto , ansan t e :

strin se la ma n o di Regina, sb ufi

'

ò,e a lle in si

stenze della moglie a ndò a vestirsi . Regina nonpotè cap ire se egli e ra c ontento o no che la

principessa onora sse il loro p ranzo : da l cantosuo , ella e ra cu riosa ed un pochino anche an

siosa di conoscere u na dama autentica o a l

meno m il iona ria, per quanto Antonio glieneavesse già disegna to un ritra tto poco lu sin

gh iero . E n on pensava che la p rincipessa in

question e,per quanto m iliona ria ,

doveva e s

sere una « dama » non molto auten tica se si

degnava di anda re a pranzo da Arduina .

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E vecchia e sorda , le aveva detto An

tonio Si dà a ria di intel lettua le, e p roteggeo a lmeno riceve e visita i peggiori imbra tta

ca rte di Roma . M a già , quest i scrittori ! Penetrano dappertutto , come le mosche . Bella cosa

l ’ ingegno : qua si qua si va le più del dena ro .

Certo,

aveva risposto Regina , perchècon l ’ ingegno si acquista anche il dena ro : e senon si riesc e ad acquista rlo lo si disprezza !

Andiamo a cambia rci anche noi,

di sseAntonio

,pensieroso .

Non per lei,

aggiunse subito,

ma pernoi stessi .Ridiscesero e Regina indossò il suo vestito

di seta avana,mise la crava tta il fermaglio ,

gli anelli s’ incipriò e segu i i l c onsiglio di An

tonio di gonfiare un po ’ i capell i sulle tempie .

Ah,così sta i bene ! egli le disse con com

piacenza . Sembri un ’a lt ra .

Anch ’egli si cambiò . poi si a rricc io i baffi ac

cu ra tamente .

Tu vuoi fa re il ganimede ! disse Reginascherzando . Vuoi sedurre quella signora

,co i

tuoi baffi !Va là

,sei u na gran burlona ! Chi vuoi che

s’innam ori di me? Neanche la c ecc ia corna !

Mi sono innamora ta io !

M a è davvero che ti sei innamora ta?

e g li d isse , correndo ad abbraccia rla . Vedi,io non ci credo !

Sei tu che non ti sei innamora to ! ( ( Una

signorin a fine,fine

,fine E poi : « Trentam ila

l ire di dote non son o da disprezza rsiîn. « Fn

musino .

Spau mech io ,ne l M an tovano .

DELEDDA. Nosta lgie .

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Sì, musino ! M a sino

,musino e musino .

egl i disse, come i bimbi che sostengono u n loroinsulto infantile .

Quando uscirono,la signora Anna corse a

veder Regina abbiglia ta pa lpò la stoffa del vestito, gua rdò se era fodera to di seta : lunghi epenosi sospiri le gonfi avano l ’enorme pettorosso . In cucina s

’udiva G a spa re borbotta re

contro Ma rina .

Regina provò un senso di gioja nel pensa reche G a spare e la suocera non prendevano pa rtea l pranzo di A rduina ; ma risa lita n el sa lottodella cogna ta , mentre si a ttendeva madame

,

provò ancora un senso di tristezza penosa .

La sera ca lava rapidamen te : l ’ombra si ad

den sava come u na nebbia impa lpabile,fu liggi

nosa .

Arduina stava nel sa lottino da pranzo ; ilsor Ma rio

,sprofonda t o in u na poltrona

,coi

pan ta lon i tira t i t ira t i sulle ginocchia , sbuffavabenevolmen te ; An tonio taceva , ridiven ta to pensoso . Nessuno pensava ad accendere i lumi nelsa lotto .

Regina sentì qua lche cosa di tri ste , di tetro,a leggia re n ell

’a n ima Che c osa e ra

? L ’ombra ,l ’opp ressione del crepu scolo in quel luogoignoto e lontano ove il destino l

’aveva a ttira ta ;

o il riflesso dell’insolita serietà di Antonio?S ’avvicinò a i vetri

,e cercò di scorgere ancora

la vecchietta nera : i lampioni brillavano, bianchi e gia lli nel c repuscolo torbido ; il ma rcia

p iedi brillava : u na tristezza infinita,un mi

stero di ombre paurose ca lava dal cielo semprepiù nero .

Regina , disse la voce muta ta di An

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tonio Ma rio mi domanda se a Casa lmag

giore tu conosci un ce rto Vincin i .Vincin i? ella disse

,volgendosi .

lo conosco .

Un appa lta tore : un uomo grosso , con unocchio diSqu illò il campanello : entrò prec ipitosa

mente la serva e accese il ga s appena in tempoper l ’ingresso di madame .

In quella luce improvvisa Regina vide la

princ ipessa,e provò u na disgustosa delusione .

La figura a lta e grossa aveva anche nell e vestinon sostenute da l bu sto

,e nel cappello lobbia

fissa to con un ela st ico sotto il cercine dei capelli neri appicc ica to a lla n uca

,qua lche cosa

di maschile . Due grosse labbra grigia st re,un

p iccolo na so volto a ll ’ in sù,due occhietti meta l

lici,d ’un verde gia llognolo , disegnavano il gran

viso ca scante,pa llido

,immobile . Una volta ve

duta quella figu ra non si dimenticava più .

Bon so ir,

el la disse entrando . La su a

vocina a rmon iosa contra stava st ranamente conquel suo grosso corpo deforme . Proseguì infrancese

,mentre Arduina le toglieva servil

mente il cappello e la borsetta : Ho tanto

p iacere di rivedervi,monsieu r Venu te lli. Ho

ricevuto la vostra let tera . Questa è la vostrasposa? Molto gentile .

Antonio s’inch inò ; Regina la gua rdava coi

grandi occhi un po ’ stupiti .Troppo buona ,

mormorò .

Scusi?… domandò madame volgendol ’ occhio s inistro verso Regina .

A llora questa ric ordò come Antonio imitavala principessa sorda . ed ebbe voglia di ridere ;

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ma la signora M aku line le aveva preso la manoe diceva , infi landole n ell

’anu la re un bel lissimo

anello con u na p iet ra a zzurra :

Mi permette? E mille augura .

Oh , gra zie troppo buona gridò a lloraRegina , veramente commossa per la gentilezzadi madame . Anche Antonio gua rdò l ’anello eringraziò ; poi sedettero, e la principessa si

levò i guanti bianchi sporchi, denudando , conmeraviglia di Regina , due piccole mani dabimba , coperte di anelli luminosi .

Che brutto tempo ! diceva madame ,

senza gua rda r nessuno coi suoi occhietti felin ida molti anni che io sono a Roma non ho

ma i visto un autunno simile . Dicono che non sideve pa rla re del tempo

,in u na conversa zione

per bene,ma come si fa

,quando il tempo di

venta qua lche cosa come la nostra sa lute? l oc redo che il tempo influisca su noi più che gliavven imenti importanti della nostra vita .

M onsieu r Antonio,questo tempaccio vi

gua stera la luna di miele, diss e a llora A r

duina,credendo di scherza re . M a Regina bor

b ottò qua lche pa rola di protesta .

Scusi?…Arduina h a ragione

,disse Anton io

mia moglie,infa tti

,è di pessimo umore .

Di pessimo umore?

Non è vero ! protestò Regina . Io sonoinvece a llegrissima .

M a durante il pra nzo madame s’ostinò a os

serva re che Regina pa rlava poco .

Io amo tacere ! disse a lfine la sposa , a lquanto secca ta . Amo a scolta re .

Ciò e molto bel lo,

osservò a llora ma

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dame . Vi è un certo ca ch e t in u na donnagiovane che tace : s

’intravede sempre un mi

stero,qua lche cosa d ’

occu lto , di dolce , nel silenzio d ’ una donna . Georges Sand pa rlavapoco

,e un mio zio

,che è sta to suo amico in

timo . mi diceva che Georges tac eva apposta .

Ella ha conosc iuto la Sand? chiese M a s

s imo,poc o ga lantemente .

No,

rispose madame senza scomporsi .

Oh, avrà conosciuto la madre ! mor

morò Antonio .

Qua lche tempo fa,

egli disse a voc ea lta

,ho letto un a rt icolo sulla madre di

Georges Sand : interessantissimo . E ra u na

donna d ’ ingegno a rdente, e di cuore anche a r

dente,le cui avventu re influirono certo su lla

fanta sia diDov ’è quest ’a rticolo" doma ndò Ardu ina .

Si potrebbe riprodurre .

I l sor Ma rio scosse la testa cu rva su l pia tto

,emettendo un lieve forse involon ta rio mu

golio .

Pa rla rono stucchevolmente delle avv entu re edei romanz i di G iorgio Sand ; ma A rduinadichia rò che quest i non le piac evano : ellaamava le

'

cos‘

e moderne, ma sopra tutto il Quovadis ?

D i o m io,

disse Antonio,

non potrestila sc ia rc i in pace c ol tuo Quo rad is? che poi nonè affa tto moderno?

Regina taceva e a sc ol tava . Non si pa rlò d’al

t ro che di libri, di tea tri, d

’au to ri : la princi

pessa racc ontò qua lche aneddoto su Tolstoi,

che ella conosceva personalmente , e in fine

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di pranzo s’

accese fra Ma ssimo e Arduina una

scotta nte discussione su un grande romanzieree poeta ita l iano .

Pace ! pac e ! — ’disse An tonio ridendo .

M a u na cosa stra ordina ria avvenne : il sor

Ma rio parlò . Egli non aveva m a i letto u na rigadel poeta , eppure ne pa rlava ma l e .

Una volta l o vidi ad Anzio , raccontò ;pa ssava lungo la sp iaggia , tutto vestito di

bianco,col cappello e i guanti bianchi , sopra

un cava l loI l cappel lo e i guanti bianchi erano sopra

un cava llo bianco? chiese Ma ssimo , ridendonervosamente e scrol lando la testa : i capel ligli si scompiglia rono come quelli di u n bambinoinfuria to .

Pace,pace ! ripeteva Antonio .

Verso le nove,men tre Arduina serviva i l

caffè , a rrivò la s ignorina di compagnia di ma

dame . Vestita di grigio , piccola e secca , con

d ue occhietti neri lucenti e un lungo musettonel piccolo viso ma ligno , questa bizza rra creatura diede a Regina u na st rana impressionele pa rve non un essere umano , ma qua lche cosad ’ib rido

,di fenomena l e : . u na donnina - topo

,na ta

da un connubio contro na tura .

E infa tti, appena entra ta la signorina , il sa

l ottino fu come anima to dal bru si o e da lle corsed ’un top o : s trill i sottili , esclama zioni , baci ,st rette di mano che parevan o morsi ; interrogazioni ed osserva zioni , risa te e grida e s0 pratutto sgua rdi che a Regina sembravano curiosi ,ansiosi . beffa rdi e investiganti .

Ma rianna , disse Arduina,mentre la

signorina toccava con ambe le mani la fronte

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Avessi a lmeno questi requisiti ! disseMa ss imo, fi ssandola coi suoi occh i insolenti .

Non potete averl i , perchè un uomo d ’in

gegno non si mette mai la poma ta nei capelli ,come fa te voi ! E impoma ta to

,non è vero

,si

gnora?

io non so , diss e Regina . A mepare di no !

Oh poverina,lei non può accorgersi : non

si a ccorgerà ma i di niente !Come è ma tta ! pensò Regina .

Ella crederà ch ’ io sia ingenua o sc iocca ,disse Ma rianna : ma sen ta ; mi son di

menticata di dirle una cosa ch e‘

faccio saperea tutte le persone che incontro per la primavolta .

Sappiamo cosa è ! dissero Ma ssimo eAntonio ; tuttavia Ma rianna raccontò

Una volta,sette anni fa

,a Odessa . s ’in

cendiò la ca sa dove io abitavo . I o mi trova icirconda ta da ll ’ incendio

,in u na delle camere

più a lte della ca sa . Impossibile sa lva rmi : ilfumo già mi a ccecava e affoga-va u diva la fi am

ma avvicina rsi . Allora,come ora , non credevo

in Dio ; eppure senti i i l bisogno di rivolgermia un essere sopranna tura le , a u na potenza oc

cu lta e onnipotente . E feci u n voto : Se misa lvo prometto d i dire sempre la verità ! » Inquel momento i l pavimento crollò io svenni , equando riaprii gli occhi m i t rova i , sana e sa lva ,

fra le braccia d ’un pompiere orribilmentebru tto . Come è sta to? chiesi . Cosi ecosì

,egl i mi raccontò come mi aveva sa lva ta ,

con pericolo della su a vita . Va bene,

iodissi

,mi pare che esager1ia te u n pochino , ma

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io vi s ono gra ta lo stesso e m i ricorderò sempredi voi , tanto più che siete d

’una bruttezza indimenticab ile !

Regina si mise a ridere .

Mi pa re di leggere un racconto russo !

M a è vera questa storiella ? chiese M a s

simo e Antonio aggiunseA me

,se ricorda , l

’ha racconta ta con qua lche leggera va riante !

Ecco che volete fa r dello spiri to ! Fiat ospreca to , dis se Ma rianna , perchè lo spi

rito si fa solo per le donne a cui si vu ol piacere , e so che a me voi non volete piacere af

fa tto .

Oh , io voglio piacervi ! disse Ma ssimo .

E l ’unico scopo della m ia vita .

In verità,non mi importa n iente delle vo

st re beffe ! Vi sono delle donne molto inferioria me a lle Qua l i voi non riuscirete ma i a pia

ce re .

A delle super1or1 si,pero .

Credo ci sieno poche donne superiori a

me e voi non le avvicinerete giamma i .Io dunque sa rei inferiore a le i? chiese

Regina , tanto per di re qua lche cosa .

Si,perchè si è sposa ta . Una donna supe

riore n on si sposa mai : o se si sposa ,du rante

un periodo d ’ incoscienza , se ne pente p resto .

Se volessi fa rle un complimento le direi che lacredo già pentita .

Perbacco ! di sse Antonio, questa qu inon scherza !

E a l la p rincipessa dice sempre la verità?chiese Regina ,

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Ella mi ha preso con sè sol o per questo,

d isse Ma rianna , gua rdando con afi e tto ma

dame , che rade ontava ad Arduina la storia diuna sua zia .

E ra la donna più elegante e bella di Parigi . Vi ho racconta to la storia del suo ma trimonio : a quindic i ann i le fecero sposa reman te d ’una signora che per diec i anni fu la

sua amica,la su a confidente

, la su a guida . Per

dieci anni ella n on si accorse diI l sor Ma rio a scoltava , sprofonda to in u na

poltroncina,lottando contro il sonno e contro

il des iderio di stuzzica rsi i dent i .Ma rianna spa rlava di Nietz sche e delle sue

Opinioni sulla donna . ma Regina a scoltava piùvolentieri i l ra cc onto di madame che le a rrivavaa ttraverso gli strilli e le insolenze del la signorina .

Se la donna lo capisce deve ammet

terl o , diceva Ma ssimo se non lo approvavuol dire che non lo capisce .

Oh . fa q ua lche c osa di più lo discute !Se ci fos se Ga sp a re t roncherebbe la que

st ione . disse Antonio .

Regina senti un ’ombra pa ssa rle sul l ’anima al

ricordo di G aspa re , della suocera , della serva .

Il secondo ma rito, raccon tava la principessa , e ra u no spagnu lo , un bellissimouomo

,amico di tutti i lettera ti del suo tempo .

M a un libert in o ! Tutte le cameriere e le governanti di mia zia eran sue vittime . Una nottem ia

L ’educa zione del la donna non è ancora incomincia ta diceva Ma rianna ,

rivolgendosi aRegina Solo quando l ’uomo dirà la verità

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alla donna , questa comincie rà a diventa r cosciente .

M a qua l ’è la verità? chiese Ma ssimo .

La verità,fra un uomo e una donna , scoppia

soltanto quando essi lit igano .

Questo è vero fino ad un certo pun to . I openso sempre perchè mai la verità rie sca c osìsgradevole a tutti . A me dicono che sono pazza

perchè non dico ma i bugie : ma nessuno mi v uolma l e perchè, dopo tutto , le mie pa role non inte ressano a fondo le persone c on cui pa rlo . Se

però, mettiamo , la signora volesse dire a suoma rit o tutto c iò che pensa , il concetto vero cheha di lui

, dei pa renti , degli amici , son certa cheil signor Antonio ne fa rebbe una ma la ttia

Regina ! gridò Antonio comicamentespaventa to . Fia vero?

Regina rise ; ma pensò che Ma rianna avevaragione .

J eanne,disse mia zia

,battendo a ll’u scio

della camera ov’erano il ma rit o e la cameriera .

passa temi i l racc ontava madame .

N u ll ’altro .

E risposero? chiese il sor Ma rio , rad

drizzandosi ad un tra tto . con lo stecchino frale dita .

M a no,

disse Arduina,

'

mortifi cata .

Come puoi fa re certe domande?

Prima di anda r via,la principessa invitò Re

gina ai su oi venerdì : e Regina ringra ziò e p romise di anda re : ma quando fu a letto . culla tadal tep ore e da l la dolcezza del primo dorm ive

glia , disseSai, Antonio?… N on dormi?

No . Cosa?

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Quella p rincipessa mi desta una stranaripugnanza .

Perchè? È u na gentilissima persona .

Sì : ma non so…Cosa?

Ella tacque ; poi riprese , con voce a ssonna taRicordi quella doma trice di leoni

,che ab

biamo veduto a Pa rma? Gua rdava l e donne inun modo strano . Non sapevo a chi ras som i

gliava la pensa vo…G li occhi son simili a quelli dellaHai visto come mi gua rdava fisso?

Ebbene? Le sei riuscita simpa tica : chissàche non t i lasci qua lche centinaio di mila lire .quando muore !…

M a è ricca davvero?

Diamine ! È miliona ria .

Aveva i guanti sporchi .M a h a i visto che anelli?

Che m ’imp orta degli anelli,quando i

gu ant i sono sporchi?

Regina tacque poi rise piano piano, poi s

’ad

do rmentò . Segnò di trova rsi nel bosco , sull erive del Po

,verso Viadana . Un mol ino scro

sciava sulle acque lucenti, e questo molino e ra

u n ca stell o con grandi sa le pa ra te di ros so , appa rtenente a madame M aku line . La principessae ra morta

,ma la sua a nima stava a rrampica ta

su un p ioppio , a ttraverso il cu i fogliame a r

genteo brillava i l fiume , d’un color viola crista l

lino . I l molino scrosc iava come un tuono ; e R e

gina,seduta sulla sca linata del ca stello , si la

vava i piedi con l ’acqua verdognola che co

priva i gradini u n’anitra bianca veniva a bec

ca rle il dito mignol o del piede de st ro e rideva .

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Anche Regina rideva : sapeva confusamente d isogna re , perchè anche in sogno ana lizzava i su oisentimenti e sapeva che un molino è un molino ,e un ’

anitra non può r idere,e un ’

an ima non puòsta re a rrampica ta su un pioppio ; ma u na pau ramisteriosa e un senso di ripugnanza e di t ristezza la opprimevano .

Antonio la senti ridere ancora , d’un riso vago

e strano che sa liva dalla profondità de l sognocome u na voce da un pozzo .

Fa un bel sogno : è contenta la mia picciegli pensò . qua si commosso .

Quell’ inverno fece a ssa i freddo a Roma . Pio

veva sempre ; anche nelle giorna te che sembravano sp lendide , ad un t ra tto il c ielo si oscarava , soffiava il vento, cadeva u na pioggia dirotta : maga ri durava poco

,i ma rciapiedi si

asciugavano subito,le nuvole s i dissipavano , i l

cielo t ornava sereno , qua si sorridente per unoscherzo fa tto ; ma la gente rientrava a ca sa conle vesti bagna te , i piedi umidi , il petto fremente di tosse e di ca ttivo umore .

I l vostro famoso ciel o romano mi pa reun manicomio senza gua rdian i , diceva R e

gina ad Antonio : un manicomio dove le nuvole pazze fanno tutto quel ch e vogliono .

Qu ell’inverno fu uno dei più tristi della vita

della giovane sposa . Ella amava Antonio e il

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primo giorno che egli la dovette lascia r sola pertorna re a l Ministe ro . el la senti u n vuoto profondo , e le pa rve d

’essere orma i a ttacca ta a lu i

quan to la corteccia a l l ’a lbero . M a l ’esistenzain ca sa Venu telli, il conta tto colla suocera , la

p resenza del sor Ga spa re , la camera da lettocon le poltrone pesanti come un destino vol

ga re, erano per lei insopportabili .Roma poi e ra orribile, sotto la pioggia con

tinua che aveva qua lche cosa d i c rudele e dib efi a rdo . La gente pa ssava

,l ivida in vol to ; le

donne mostravano gli orli delle sottane infanga ti

,il cielo stesso sembrava macchia to , e l

’a

n ima di Regina naufragava in tutto que ll’um i

dore nebbioso e fangoso . Ella tornava a ca sabagna ta e dispera ta ; e in ca sa c

’era freddo, enon c ’era fuoco

,e c ’era noia ; e a tavola si stava

cos ì ma le,su quelle sedie a lte e rotonde, da

vant i a l volto sa rca stico di Ma ssimo , davantia l volto rosso del sor G a spare , dava nti a ll’en orme petto ansante della signora Anna ; e a

letto si stava peggio ancora , su quei ma tera ssidi ciottoli , nella notte fredda perva sa dal rombodei tram tintinnan ti e dal ma linconico rotea redelle ca rrozze .

Ah , era questa la vita di Roma? Ed era que

sta Roma? Questo il Corso famoso? Quella via

stretta e fangosa,piena di ca ttivi odori , dove

la gen te pigiava si e incalzava si come stup ido

gregge , facendo a la a l le ca rozze pien e di donnevecchie e brutte?

E quello era San Pietro? Regina lo credeva

p iù grande . Quello il Pincio? El la lo credevapiù bello . Qu ell o il Colosse o? Ella l o credevapiù imponente . Dove dunque erano le grandezze

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—Gl

gnorile , gua rdò con rancore la grande sca la…dima rmo

,e cominciò a c onta re i gradini della…

seconda sca la ,perfettamente buia in fondo

,ma

sempre più illumina ta a misura che si sa liva .

Undici,ventidue

,trenta tré , quarantaquat

tro,c inquantacinque

,Non an

cora?

Si fermò : il cuore le ba tteva violentemente .

Antonio sorrise con indulgenza . Prese la sua

piccinina sotto il brac cio e l ’a iu tò a sa lire . Più

s ’audava su e p iù i gradini erano a lti .Ottantotto , novantan ove . Dio mio, an

cora?

Coraggio !Centodieci !

Erano giunti,per grazia d i Dio ; ma ancora

prima che la porta venisse aperta , Regina , pa l

pitante e ansante, diceva ama ramente fra sèQu i deve venire ad ab ita r Regina? M a i !

mai

L’appa rtamentino e ra grazioso e signori le

un vero nido nel cuore di qu ell’immensa fo

resta di pietra che si chiama città. Due finestregua rdavano su un gia rdino : l e a lt re sopra uncort ile sporco . Regina disse subito che c ’erapoca luce , poca

'

a ria ,e infine che l ’appa rta

men to non le piaceva .

Poca luce ! p oca aria ! disse Antonio conmeraviglia M a se ce n ’è di troppo ! Vedi, c

’èu n gia rdin o sotto . Eppoi io non sono molto distante da l Ministero

,e siamo nel centro della

cittàNo . Io vogl io le finest re sul la via .

Cercheremo le finest re sulla via ! M a vedra i

, per quel lo che possiamo spendere noi , non

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troveremo un a ll oggio più conveniente di questo .

Oh , ella disse,inc redula .

Ni a dovette ben presto ricredersi .Per quindic i giorni fu u n t rist e pellegrinag

gio . Sul princ ipio,girando per l ’E squ ilino , il

Quirina le,Vil la Ludovisi , Regina canterellava

con un s orriso ambigu o,un po ’ ama ro

,un po ’

beffa rdo

Senza te tto e

Ma poi si fece cupa,si stanco

,si tra scinò con

a ria dispera ta .

E anda rono,ella e il suo compagn o d i sven

t ura in un ’agenzia che pa reva…un trabocchett o ,

e presero venti indirizzi, e risa lirono il Corso .

esplorando tutte le via ad ia centi, come si ri

sa le il corso di un fiume a lla ricerca d ’

u n pa eseignoto o d ’una sorgen te int rovabile . Anton io si

sa rebbe ra ssegna to anche ad ab itar'

l on tano da lM inistero

, pu r di contenta re Regina ; ma Re

gina non p oteva contenta rsi.Tutti gli appa rtamenti veduti erano o troppo

grandi e carissim i, o bui , o sotto i tetti . 0 cosìst retti e freddi che stringevano e gelavano il

cuore al solo visita rli . Fra gli a l tri Regina vid eun m ezzanino di qua ttro va ste stanze , perfettamen te buie

, abita to da un a infini ta d i signovestite . Pa reva u n sepolcro

ella scappò via a t territa a lla solaabita re là den tro . E ra orribile !Roma

‘? Eran queste le ca se,che

a col oro che l ’aveva no lungamente Buche di vivent i , tan e oscure ,an tri da schiavi : mille volte p referibil i gli 11 1

DELEDDA . Nosta lg i e .

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timi tuguri dei paeselli sul Po , pieni di luce edi lib ertà.

E poi p ioveva sempre,e Regina

,non ab i

tua ta a cammina re,si s tancava sempre più

,va

gando a lla ricerca d ’un n ido su cu i posare le a liferite . In pochi giorni si fece magra e pa l lida ;diventò ira sc ibile e brutta . Qua lche volta gua rdava A n tonio con p ietà beffa rda . Le sembravache non vi fosse cosa p iù commiserevole e ridicola d ’un bel giovine elegante che si rimorchiava » dietro una piccola moglie brutta , a llaricerca d ’un a lloggio da c inquanta lire men

Che triste cosa la c iviltà ! Eppure Reginagua rdava con invidia i pa ssanti , e pensava febb rilmente

Essi hanno u na ca sa,sia pure un bu co , e

sa nno dove torna re,e non si tra scina no per le

vie com e noi,in cerca d ’un rifugio ! Noi s iamo

dei cani ra ndagi,che non troveremo ma i un

buco dove morire .

G ua rdava con invidia selvaggia i villini inacce ssib ili

,e un pensiero la colpiva

Anch ’ io avevo u na ca sa ! Una ca sa pienad i luce e di poe sia . E d io l ’ho chiu sa con lem ie stesse mani

,e non la riavrò ma i più !

A questo pen siero lagrime cocenti le velavano

gli occhi . Antonio, che se la tra scinava a fianco ,s ilen ziosa e stanca , la gua rdava a nch ’ egli con

pie tà ; indovinava in pa rte lo sconten to di lei ,ma qua lche volta cominciava anch ’ egli ad irrita rsi .Infi ne

,perchè ella rifiuta va di anda r ad ab i

ta re l ’appartamento di via Che cosavoleva di p iù e di meglio?

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Torna rono a ca sa sta nchi entrambi ed i rri «

ta ti : nel gran letto freddo Regina si rannic

chiava l ontana da Antonio, ed egl i ta lvoltaudiva un pian to sofi ocato , che invece d i intenerirlo finiva di irrita rlo . Che aveva el la

,ma

che aveva infine? Che aveva , che aveva? Non e ra

possibile che ella , così seria , piangesse perchènon trovava subito un appa rtamentin o di s uogusto .

No , egl i le diceva ta lvolta , tu nonmi ami più ; ti sei pentita di avermi sposa to , e

piangi pe r questo . Come m i rendi infelice , R egina !Regina , lontana da lu i nel gran letto freddo ,

provava u na dispera ta im pressione d ’abba n

dono ; le pa reva d’e ssersi sma rrita in u na va sta

pianura gela ta i l soffio s tridente dei tram ri

produceva ,a tt raverso il crocch ia r della piog

gia , l’u rlio del vento umido ; tutto intorno era

nebbia,e solo

,lontano

,lontano

,l ontano

,ros

segg iava un focola re acceso , e appa riva e spa

riva , nel lo sfondo vaporoso, u na linea d ’a cqua ,

una siepe di boscoPerchè ho la scia to la mia ca sa? si do

mandava c on stupore . Mi sono la scia ta d i

vellere come un pioppo,ed ecco che

,come l ’a sse

del p ioppo , mi hanno porta to a fa r pa rte d iquesta odiosa c ostruzione che è la grande città .

M i co rroderò anch ’ io,m i tarlerò , c .adrò .

Poi si domandava se davvero non amava piùAntonio . In cer ti moment i le pa re a di si

,in

certi moment i s in teneriva pensando a lu i .Io lo rendo infelice . Eg li m i aveva detto

che mi a spettava a Roma u na famiglia , una

vita borghese e modesta . Che pretendo io? D ’al

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Si muore . Ra ssegniamoci al nostrodestino . Tutte le ore a rrivano

,e l ’ora della

morte è la più certa di tutte . Morire ! Non sentire più la nosta lgia ; non veder più mia suocera , Arduina , i l sor Ga spa re, la serva , non er

ra re più sotto la pioggia in cerca d ’un appa rtamento !

No , si proponeva poi,

non voglio p iùaddolora re Antonio . E forse colpa su a se tuttele miserie della civiltà si fra ppongono fra mee lui? Egli non lo sapeva ; e neppur io l o sa

pevo ! M a morremo . Ra ssegn iamoci , ed a ndiamoad abita re 1n via d

’Azeglio . I giorni vi pa sse

ranno, eom -e passano da per tutto .

Si addormentava soddisfa tta dei suoi p ropositi fi losofici ; e sognava immancabilmente laca sa lontana

, il bosco, i l focola re acceso , i vetrii rradia ti da u n crepuscolo c inereo

,i l ga ttin o

ferm o davanti a quei vetri in con templa zioned

u n fusto di pioppo .

I l giorno dopo ella rivedeva la luce nella ca

mera odiosa‘

dei Venu telli, si ritrovava sottol ’incubo di quel sofiîtto , doveva levarsi , uscire ,bagna rsi

,soffrire il freddo e la c ompagnia della

signora A nna .

Ra ssegnarsi ! Ciò era possibile in teoria : in

pra tica i nervi si ribellavano fieramente controla rea ltà .

Dopo un mese di vane ricerche,fina lmen te ,

p iù per stanchezza che per buona volontà, Re

gina acconsenti a prender per un anno l ’appartamento di via d ’Azeglio , sempre disponibile .

M a il giorno stesso che fecero il contra tto , el lasi penti

,diventò in soff ribile .

Va l eva la pena d i la scia re il m io pae se

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per veni re a Roma ad abita re in un buco ! Iosofi och erò , io morrò ! disse ad Antonio .

Egli sca ttò, alla fine .

Ma che!

cosa vuoi ; s i potrebbe saperlo?

le domandò con rabbia . M a t i sei immagina tadi sposa re un principe? Tu sapevi ch e cosa io

potevo offrirti e cento volte mi h a i ripetutoche non avevi l ’an ima corrotta da vane ambizioni , che eri forte , che non eri egoista ,

chenon chiedevi a lla vita nulla di impossibil e . Per

chè non ti gua rd i indiet ro,invec e di gua rda re

davanti? Non dic i tu d ’essere u n po ’ socia l ista?

Perchè non pa ragoni il tuo sta t o a quel lo di m ilioni e milioni d ’

a ltre don—ne?

Ella p iangeva ,con la fron te appoggia ta su i

vetri bagna ti da lla p ioggia : le pa reva che ilcielo p iangesse c on lei . Sentiva che An ton ioaveva ragione

,sebbene egli prendesse la cosa

dal solo la to ma teria le , e non riusc isse a ca

pire l’ intima rag ione del ma lcon ten to di le i.

Tuttavia rise fra le lagrime , ironica e fi era .

E finisc ila ! disse . Pa rli così ma le !Pa rlo ma le , ma opero bene , egl i rispose ,

raddolcendosi . Soh o stanco di vederti c osìma lc ontenta . Che cosa vuoi che io faccia , ch e

io ti d ia ,oltre quello che ho , oltre quell o che

posso, cioè tutto il mio lavoro, il mio amore ,una posizione decorosa

,u n domani senza p en

sieri?

Egli non può capire ! ella pensò con

pietà . Soffriro,ma nessuno d eve accorge r

sene,e tanto ;meno lu i . Sa rò sola . Non ho b i

sogno di n essuno , io . Sono forte , io . Poss ibile ,

Regina , che tu la sc i in travedere i tuoi sent imenti a tu tta questa piccola gente

?

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E le pa rve di scuotere le ali come un u ccel

lino caduto per un momento nel l’acqua .

Anton io le si avvicinò , e fecero subito pace .

Del resto,

egl i disse,liscia ndole 1 ca

pelli,

i l cont ra tto è pe r u n anno . I n un ann osai quante cose avvengono l o fa rò il concorso ,pa sserò segreta rio ; poi avremo l ’ indennità diresidenza , poi io cercherò di lavora re qua lcheo ra in più per c onto mio : forse madame a ffi

dera a me tu tt i i suoi a ffa ri , la nostra posizionem igliore rà : p renderemo un appa rtamento p iùgra nde

,con meno Tu ti Un

g iorno ridera i di aver pian to per così poco .

Lava ti, ora . Come sei brutta con gli occh i

rossi !B rutta o bella son sempre io ! ella disse ,

immergendo il viso nel l ’acqua fredda . Poi si

strop icciò bene il viso con l’a sciugatoio , si in

c ip rio, si mise la crava t ta , e acconsentì a sa l ireda Arduina .

Trova rono la porta aperta,e da l vest ibolo ud i

rono Ardu ina che pa rlava ad a lta voce ne] sa

lottoChi c ’è? domandò Regina .

Non c ’era nessuno .

M a cosa fa i? pa rli da sola? chiese A n

ton io .

La scrittrice a rrossi , ri se,strillò

, poi confessò ch e preparava un discorsetto da rivolgerea Su a Eccellenza il ministro della Pubbl icaIstr uzione

, al qua le voleva presenta rsi pe r chiedere u n sussidio per il suo giornal e .

Lo sa tuo ma rito? No? Allora gli ch iederòcosa ne pen sa

,disse Anton io .

Oh,Dio , per pietà, no ! ella gridò .

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Avrò forse un sa lotto per riceverle? ri

spose Regina c on quella sua voc e fredda,che

gelava i l cuore del ma rito .

Egli ta cque,colpito : Arduina non co.mprese .

I l tuo sa lottino sa ra piccolo : vuol direche fa ra i p oche conoscenze . M a da lla principessa , si, verra i : è

'

anche nell ’ interesse di tuoma rito .

No . Non so cosa fa rmene delle tue princìpe sse , disse Regina ma poi si penti , ricordòil voto fa tto pochi momen t i prima

,rise

,sch erzò

,

mise sottosopra tutto i l salottino, e promise ad

Arduina di accompagna rla l ’ indoman i da suozio sena tore .

Gli dirò che sono u na poetessa , e lo pre

gh erò di procura rmi un’udienza da lla Regina .

Ca ra ! disse Arduina in esta si . Si ! si !

Andremo a ssieme .

M a Regina fece un gesto da monello , agi

tando la mano a ventaglio , col p ollice sulla

pun ta del na so ; e l’a l tra rise , ma si convinse

che sua cogna ta era mezzo ma tta .

I l giorno dopo anda rono dal famoso zio sena tore che e ra poi u n cugino in secondo gradodella m adre di A rdu ina . La scri ttrice s ’era ab

b igliata con cura abito di seta nera , che l efaceva molte pieghe sulle s pa l le ed anche su l

davanti ; cappell o di pagl ia gia l la gua rnito d i

papaveri , e un b oa di piume così sottile e pela to che fa ceva volta r la gente a gua rda rlo . A c

canto a l ei Regina , anch ’essa v estita di nero ,con l ’ immancabil e c rava tta

,sembrava qua si

bella .

Lo zio sena tore abitava in via… Sistina , ad

un qua rt o piano . Ciò confortò molto Regina .

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Se u n sena tore abitava un qua rto piano , ellapoteva a bitu ars i a vivere in un quinto .

E si c onforto ancora di più quando vide l’appa rtamento quas i buio del sena tore , a rreda tocon u na semplicità che ra sentava , p iù che lamodestia

,la miseria . Solo a lcune p ian te d ’un

verde cupo e luc ido , le cu i grandi foglie pa revabrilla sse ro tenuamente di luce propria nella

penombra ce_nerognola , a dornavano l ’anticamera e i due sa lott i melanconic i che u na vecchia cameriera fece a ttraversa re a l le visita trici .

Da llo sfondo gia ll ognolo di un ritra tto ad

olio un vecchio sca rno e rosso,c on gli occhi az

zu rri sporgenti , e bellissimi capell i bianchi s imili ad u na pa rrucca

,sorrideva u n po

’ sa rcastico . Un grande specchio screpola to riflettevail ri tra tto , e il sa lotto triste e buio pa reva an i

mato da lle due figure,

immobili sullo sfond o

gia llognolo del quadro e dello specchio, ch e

si gua rdavano‘ e si sorridevano

, sa rcas tich e .

qua si comunicandosi un pensiero un po ’ beffa rdo . un po ’ melanconico .

Regina si gua rdò nell o specchio,e l e pa rve

che le due figu re si fi ssasse ro ,b efi andosi un

po ’ di lei : po i si volse perchè vide avanza rs isilenziosamen te d a l lo sfondo gia llognolo dellospecchio u na te rza figu ra simile a l le a l tre du e .

E ra il sena tore .

Oh,brava ! egl i disse con voce fresca ,

rivolgendos i ad Ardu ina e gua rdando Regina .

Le p resento m ia cogna ta , d isse A r

duina , sposa da un mese .

Come è stupida ! pen sò Regina ; ma an

che lei non seppe d ir nu l la quando ' il vecchio

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Arduina espose subito il perchè della su a vi

sita . Oh , brava ,brava : ma lo zio si era perfet

tamente scorda to Non lo disse ,veramente

,ma Regina l o capì benissimo .

Oh,brava brava ! Vo i avete un giorna le ,

è vero? Feminista?

M a no ; un feminismo bene inteso .

Certo , femin i smo bene inteso . Insegna rea l le donne a lavora re . Ab itua rlé a l l ’ idea del lavoro

,del guadagno

,Quan

do io vado a l l ’estero,e specia lmente in I ngh il

terra , resto vivamente colpito da l la « fisionomiamora le delle donne , così diverse dal leda voi.

Ma io lavoro ! protestò Arduina .

M a i l tuo lavoro non è abba stanza profieno se h a i bisogno dei su ssidî del Governo !disse vivamente Regina .

Oh , brava , brava ! E lei sc rive?

0 11 , io non h o fa tto ma i nien te !I l senatore la gu a rdò coi suoi l

‘occhi beffa rd ie ma linconic i : ella a rrossi , ricordandosi chenon aveva ma i lavora to in vita su a .

Io ho ancora bisogno dei su ssidi p erchè inIta lia i l lavoro non è rimunera to . M a in av

M a le generazioni che noi educheremon1 af ecc . ecc .

Arduina fece un lungo discorso sulle genera zioni future , e ritornò a l punto di pa rtenzail su ssidio .

Benedetta fi gliu ola , avremo il su ssidio ,disse il sena tore

,che gua rdava sempre R egina .

E l ’udienza?

E l ’udienza ! egl i promise . I n quel momento egl i sorrise come sorrideva nel ritratto

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e nello specchio , e Regina s’accorse ch e egl i

compassionava la povera scr ittric e ita liana epensava a lla « fisionomia mora le » delle donneinglesi lavora trici .

M a perchè l ’udienza ? domandò Regina ,

a rdita,imitando il sorri so del senatore Sta

bene il fino a un cert o punto,ma

l‘

udienza?-È un a iuto mora le . A pa rte i miei p rin

Si, si ; un a iuto mora le ! a ffermò il sena tore : e sorrideva semp re .

Regina senti un impeto di ribellione . Perchèquell ’u omo che a l l ’estero trovava la « fi siono

m ia mora le » del le donne così diversa da lla fi

sionom ia mora le delle donne ita l iane incapacie schiave , non fac eva ca pire a lla povera Arduina la fa l sità del suo met odo?

M a, e lla d isse . qua s i adi randosi , se si

va a ba se di a iut i,moral i o ma teria l i

non muoversi ! Siamo sempre delle sfrutta tric i .E tanto va le sfrutta re o il padre

,o il ma rito

,o

un amante , o il G overno , 0 la Ca saM a tu non capisci , disse Arduina

,che

non aveva compreso l’ idea di Regina .

Tu pa rl i così perchè non h ai bisogno .

Lei è lomba rda ? domandò i l sena tore ,che te neva le mani intreccia te su l petto , divertendosi a fa r gira re i due pollic i uno intornoa ll ’al tro .

Sono un ’ ita liana incapace e inutile ,rispose con disprezzo verso sè stessa .

E gi ovine però . Perchè n on scrive?

Perchè scrivere? ella…disse , fi ssandoloLeffa rda . Per chiedere sus sidi ed udienze?

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I l vecchio si a lzò, premendosi il petto con le

ma n i e senza smette re di gioca rellare coi pollic i

,fece un pa sso verso la giovine signora .

Che impressione le fa Roma?

B ru tta . Mi annoio : la vita . b orgh ese è cosìmeschina e t riste ! E poi piove sempre ! disseRegina ; e rise .

Perchè mi guarda così? pensò . Trovaforse che ho la « fi sionomia mora le delle donneinglesi?

I l vecchio le si fermò davanti,dando le spa l le

ad Arduina,della qua le pa reva aver dimenti

ca to la presenza .

La vita borghese è meschina perchè èvuota

,egl i disse . Le nostre donne sono

p iene d i inutil i a sp i ra zion i e , c ome dice l ei ,sfruttano l ’uomo che si rimpicc iol isce lavorandotroppo per la famiglia . Nella società dove ladonna lavora

,l ’uomo h a u n ma rgin e libero per

coltiva re la propria gen ia l ità . InMa cosa fa re? ripetè Regina . Se non

ci hanno abituato a lavora re !I l sena tore pa rve non udirla . Fece u n qua

dro della società inglese , dove i l borghese , l’im

piega t o ed an che l ’op era io si tengono al corrente della lettera tura

,dell ’a rte

,della pol itica ,

e discutono di tu tto ; e le donne non si annoianoperchè lavorano e guadagnano .

Centina ia di scrittrici , di traduttrici, d icorri sp ondenti di giorna l i , guadagnano olt re l ediecimila l ire a ll’anno : a lcune a rrivano moltopiù in là . Mrs . Humphry sa lei qu antoguad agna per ogn i suo libro?

Regina non sapeva ancora ; quanto guada

gnasse Mrs . Humphry Wa rd .

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Oltre le sette e le otto mila sterline .

Ar duina fec e subito il conto .

Oltre le duecentomila l ire? dis se cona ria spaventa ta . Oh

,Dio mio

,io non vorrei

guadagna r tanto .

Perchè?

Perchè diventerei matta !In Ita lia . cominciò Regina .

Anche in Italia la donna può guadagna rebenissimo . Lavora re

,lavora re : ecc o il seg reto .

Regina uscì da lla ca sa melanconica e buiadel vecchio sena tore con un nuovo raggio di lucenell ’anima .

Lavora re,lavora re ! Sì , anch

‘ ella voleva lavora re voleva scrivere , poichè non era buona ad

a lt ro,voleva guadagna re . E anzitutto voleva

vivere .

Uscirò da l la cerchia che mi st ringe ; gua rde rò la vita in viso . Voglio sma rrirm i nellegrandi vie di Roma

,sentire l ’

a nima della folla ,

desc rivere la vita dei poveri, o di coloro che si

annoiano , o di quel li che sembrano felic i e non

lo sono : la vita come è .

Rientrando a ca sa le pa rve di guarda rsi a ttorno con occhi pietosi . Sì

, ecco , la suoc era ela serva , Arduina e i cogna ti , l

’ambien te e le

anime , tutto le destava pietà . E questa pietàle dava un benessere profondo

,un ca lore mor

bido e dolce .

Sapendo su a moglie fu ori,Anton io non e ra

rientra to . Regina rima se sola in camera , sedette vicino a lla finestra chiu sa e prese u n libro .

Veniva la sera . Poco a poco ella sentì svan ireil ca lore che la pa sseggia ta le aveva infuso

,e

vide la luce manca re . Dei grandi vel i impalpa

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bili cadevano uno dopo l ’a ltro,lentamente

,in

torno a lei . Ella chiuse il l ibro insignificanteche teneva in mano e gua rdò il cielo . M a la

l inea di cielo,a l di sopra della melanconica

faccia ta di fronte, era così cinerea e greve, chele diede l ’ impressione d ’una la stra d i stagnosolo una piccola nuvola rossa

, u na bragia fuggen te

,il luminava la cenere di quel cielo morto .

Improvvisamente Regina senti un gran vuotoun gran freddo entro di sè . Quella p iccola nuvola le ricordava i l fu oco d el l ontan o perdutofocola re . E col fuoco tutte le a l tre cose lon

tane e perdute . Tutte le a ltre cose semplic ie tacite , eppure più grandi e più lum inose d iogn i gloria e d ’ogni ricchezza . Pensò :

Lavora re,guadagna re ! Quando a nche fosse

p ossibile,ciò non pot rebbe ridona rmi la m ia

ca sa,il mio pa ssa to

,il mio ambiente . Va l di più

u na piccola cosa ve ra perduta,che il p iù gran

de degli idea li .Che cosa è l ’ idea le? pensò poi , sempre

seguendo il lento cammino della nuvola .

E imito il sorriso del vecchio sena tore , ri

cordando che anche le i aveva credu to di averetanti idea li .

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Le pa reva d ’essere u na piccola chiocciola chesente cader la pioggia su l suo gusc io . E pensava sempre al focola re l ontano

,a l la notte

grigia illum ina ta da lla n eve . Oltre le voci e lerisa te che vibravano nel sa lotto da pranzo

,ol

t re i l lugu bre stridore dei tram,oltre il ro

morio della città mangiona,sa livano i fi schi

dei tren i nella stazione qua lcun o rideva,qua l

cuno piangeva ; uno , sottile e tenero, pa reva lavoce di un bambino che domanda sse qua lchecosa ; un a ltro descriveva u n zig - zirg irida to su l

cielo nero u n a ltro rideva d i Regina : Pa r

t ire? Pa rtire ! Sta fresca ! Ci sei venuta e ci res tiadd ioElla si stizziva . Se la prendeva con Su a E c

ce llenza, quella ch e gua rdava le vetrine del D a

gn ino acc omodandosi gli occhia l i d ’oro , po i si

domandava chi,era la gente sconosciuta che ri

de '

a e giocava nel sa l otto da pranzo .

B enchè fosse stizzito,An ton io si coricò pre v

sto . Ella finse d i dormire . E i la toccò piano

p ia no, e sentendola gela ta le si mise vicino

p er sca lda rla . Ella senti il p rofumo specia le ,indefinibile

,che esa lava sempre da i capelli d i

lu i,e s ’

inte nerì ma non aperse gli occhi . Le orepa ssa rono la c ittà tacque , si addormen tò comeu n bimbo ingordo a l qua le si son p romessetan te leccornie . Regina non poteva dormire,m a sen tiva un dolce tepore : la chiocciolinas ’era a ffaccia ta a lla finestrina del guscio e ve

deva i l sole brilla re sull ’erba . Suon i melodiosidi campa ne t remolava no e vibravano nella nottetranquilla : uno pa reva ven isse dal di là di unfiume

,grave

,sonoro

,nosta lgico .

Regina ricordò certi versi del Pra ti , che non

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otte

le erano ma i venuti in mente . Donde sorgevano?Forse dal fondo dell ’incos ciente , rievoca ti da lcanto nosta lgico delle campane, in quel primoNata le d ’

e silio

Sognar le verdi m ie p rimavere,

Sogn ar le feste del m io

Ella l i ripetè pa recchie volte fra sè,con mo

no tona cantilena : e fi nì d ’

addormentarsi . Sognodi trova rsi a ca sa su a : la sorell ina suonavaStefania sul mandolino

,del qua le Regina ri

vedeva distintamente l ’ inta rsio raffi guran te untrovadore c on la mandola ; i l ga ttin o nero stavaad a scolta re un po ’ annoia to , sbadiglia ndo fo rzatam ente ; fuori cadeva la se ra d ’un grigioviolaceo

,velluta ta e silenziosa . M a ad un tra tto

un viso perplesso , con due occhia li che pa redi ghiaccio

,appa rve diet ro i vetri . Regina

rise tanto forte che Anton io s i svegliò .

Che hai?

Su a diss ’ella in sogno .

Stanotte ridevi : ora piangi ! Si può sa

che ha i? domandò Antonio la ma ttinasvegliandosi e accorgendosi che Regina

a ! egl i disse adira to . Tu piangi !

p iangi? Io non ne posso più,sa i ! Perchè

menti così?

gli prese u na mano e se la pas sò sugliegli s ’inteneri .

ha i, dimmelo : d im

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melo, Regina , Regina? le chiese con (i

cezza e con angoscia .

Non l ’ho con te ! ella disse, nascondedog l i il viso su l petto L ’ho con me stessanon so perchè ! N on so vincere il la 11

ed ho pauraAnch ’egli provò un misterioso senso di paurPerchè h a i paura dell ’avvenire?Perchè siamo e Roma è orri

peiNo, non siamo poveri , Regina !

esclamò,sempre più spaventato . Eppoi

,11

ci amiamo?vegetare ! ella disse .

ba sta , non basta !M a tu lo sapevi !Lo sapevo e lo so . E l ’h o con me stes

che non so vincere l ’avv ersione che la nostvi ta borghese mi desta .

M a la ssù,dopo tutto

,che vita facevi?

Ah,Anton io ; sognavo !

A ntonio capì tutto l o strazio di ques to gride cercò di sopire per il momento il ma le disomministrandole , come a certi m a la ti , un cmante innocuo

Senti,

le disse,

è la nosta lgia cheopprime . Vedra i che col tempo ti a bituera itutto . Sì

,la nostra vita è meschina ; ma

tu che i ricchi sien o felici?

M a non è la ricchezza che io vorrei !M a che cosa dunque? Sono forse volg

io? Sono stupido? E dopo tutto è con mdevi vivere ! Sii ragionevole . Ti formera i l

biente che vorra i . Intanto, pe r guarire da llasta lgia , puoi semp re che vuoi anda re al tu o pa

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l l calma nte produs se l ’effetto desidera to .

Regina sollevò il viso raggiante .

In primavera? chiese con impeto .

M a sempre che vorra i ! I l tempo,

Il tempo aumentò il m a le di Regina .

La notte di Santo Stefano Antonio la condusse a l Costanzi .Ella mise la sua più bella camicetta 1 suoi

migliori gioiell i,

'

e andò a tea tro dec isa d i nonmeraviglia rsi di n iente

,ta nto p iù che aveva già

veduto il teat ro di Pa rma . I l Costanzi era u na

magnificenza,uno sc rigno enorme dove bril

lavano,sulla crema ven us de lle spa lle femmi

nili,perle meravigliose . Anche la pla tea e ra

uno splendore,un campo di fiori enormi co

spa rsi d ’una magnifica rugiada di gemme edi lustrini .Benchè avesse gia visto il tea tro di Pa rma

Regina provò da principio un vago sba lordimento . I suoi occhi miopi si socchiusero , offesida lla luce a rdente

,e qua lche cosa di simile

avvenne a nche nel l ’anima su a . So llevò il binoccolo e gua rdò in un pa lco dove vide u na signora , brutta ma elegan tissima , che le pa rvetinta , coi capell i fa l si e gli occhi cerchia ti cona rtificio : eppure la invidiò egua lmente . Gua rdòintorno : a poc o a poco la sua invidia crebbe ,s

'

traripò , diven tò odio . Ella desiderò che il

tea tro s’incendiasse ; p oi s

’aecorse che u na si

gnora , vicina a lei,vestita modestamente , gua r

dava a i pa lchi come gua rdava lei , forse c on lastessa invidia criminosa in cu ore

,ed ebbe ver

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gogna di sè stessa . Ab ba ssò i l b inoccolo e d ’al

lora in po i n on gua rdò p iù in a l to . M a davantia sè vedeva nel le u ltime poltron e u na fi la di si

gnore e di . uomini elega nti che gua rdavanosempre e soltanto a i pa lchi . Alle sedie . Pa revache , per la gente seduta nelle poltrone, la gentedel le sedie fosse d ’una razza inferiore

,o,peg

gio,che neppure ci fosse .

Siamo nulla S iamo i microbi che riempiono i l vuoto ! pensò Regina . Ma ad untra tto si acc orse di u na cosa strana . Anche le iprovava per la gen te de lle sedie e delle ga l le rielo stesso d isprezzo indifferente che dovevanoprova re le persone del le poltrone e dei pa lchi.Antonio credeva ch ’ella godesse la musica

e lo spettacolo come li godeva lu i : ogni tantole stringeva la mano

'

e le diceva qualchegentile .

Ti dài un ’

a ria da regina , sta sera , coi tuoigioielli ! le disse

,fra le a ltre cose .

Una regina in esil io ! ella rispose .

Più ta rdi , ricordando il romanzo del suoprimo anno di ma trimonio, Regina l o dividevain tanti p iccol i capitoli , e fra gli a l tri davamolta importanza al capitolo della sua prima

visi ta a l la principessa M aku line .

E ra u na sera a i p rimi d i genna io , ve la ta et iepida . In pia zza defl

’I ndipendenza Regina e

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A rduina si ferma rono un momento per a spetta re Ma ssimo

,che doveva raggiungerle .

Antonio non le accompagnava, perchè in

quel le sere rimaneva’

a l M inistero fin qua si a llenove

,compilando dei lavori straordina ri .

La piazza e ra desert a , illumina ta da un chiarore giallognolo di luna vela ta : gli a lberi nudisvanivano nell ’a ria un po ’ vaporosa

,e le fi am

melle gia lle e imm obili dei fana l i pa revanolontane lontane . Regina

,ferma nel mezzo della

piazza , provò una impressione dolce,di si

lenzio,di solitudine . di immensità ; per la prima

volta da cchè era a Roma t rovò da ammira requa lche cosa .

Andiamo,

disse Ma ssimo a rrivando d icorsa , e agita ndo un pa io di guant i nuovi .Tre e cinquanta ! Se sta sera madame non mi dàqua lche spera nza

,gua i a lei !

Tu sa rest i capace di sposarla ! diss eRegina con un gesto di ripugnanza .

Lo volesse ! gridò Arduina .

Sta zitta ! Lo volessi i o ! disse il giovane . Non sono da vendere , io !Si ferma ron o davant i a l piccolo cancello de l

gia rdino della p rincipessa , e Ma ssimo d isseQui entreranno gl i aman ti di ma dame !

Poi suona rono a lla porta del vil lino , o d e ivillini, giacchè eran o due , p iccoli ma elegantiunit i da u na terra zza a erea

,u na spec ie di gia r

dino pensile .

Semb ran due fra tellin i che si dieno la

mano, d isse Regina , sospirando .

Un domestic o in fra—k aperse le porte lucenti,e Reg ina vide d u e lupi enorm i , che pa revanvivi . in aggua to sul tappeto rosso dell ’ ingresso .

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Le sa le erano eccessivamente ri sca lda te : da ifolti tappeti , da lle pell i d

’orso stese davantia i divani la rghi e ba ssi

,coperti di pel licce , esa

lava come un ca ldo a l it o di belva addormenta taa l sole ; qua lche cosa di selvaggio e di volu tta oso che faceva ma le .

D a lunghi va si di meta llo sorgevano rami d ipiante agrest i punteggia ti d i bacche rosse .

La principessa,vestita d ’un ricco abito d i

velluto nero gofi amente gua rnito di merlettibianchi , discorreva con du e vecchie signore , racconta-ndo in france se un ’

avventura a ccadu ta a

sua zia moglie del l’amico di George Sand .

In quel tempo m ia zia era la donna piùelegante di Pa rigi ; George descrisse u na sua

toeletta nel M a rqu is de

Oltre le due vecchie signore , u n vecchio si

gnore sba rbato e ca lvo , col c ranio lucente co.meu na scodella di p orcellana rosea , a scoltava pacifi camente sprofonda to in u na poltrona .

Marianna , in abito rosa scolla to , corse incontro a i nuovi venuti coi suoi rapidi pa ssi d itopo

,e gua rdò Regina : aveva gli oc chi lust ri .Avete u n bu onissimo ciero

,madame :

niente di nuovo?

Cosa vuole che ci sia di nuovo?

Ma rianna le toccò il fianco con un dito e si

mise a ridere : Regina ebbe l ’ imp ressione ‘cheil topo, quella sera , avesse bevuto , e senti ri

na scere il misterioso disgu sto fisico che la p rincipessa e la ragazza le destavau o . Su l princip iomad ame b adò poco a i Venu telli . Arrivava a l tragente . Qua si tutte vecchie signore stran iere ,con abit i d ’una freschezza e di un ’eleganza

molto discutibil i . Ardu ina trovò subito da di

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vanti a Regina . Sembra te una signorina ;venite con me .

Regina s’avvicifi ò a l tavolo

,ma non sapeva

come fa re : rovesciò u na bottiglia e a rros si finoa ll e lagrime .

Ecco, le disse Ma rianna,mettendole

un pia ttino fra le mani, porta t e questo dolcea quel signore che sembra un ca ne .

Quale? pa rli piano !Qu el lo che sta vicino a vostra cogna ta . E

unoRegina a ttraversò la sa la timidamen te

,col

p ia ttino fra le mani, imma ginandosi che tuttila gua rda ssero

,ma fel ice d ’

anda r ad offrireu na fetta di torta ad uno scrittore .

Oh,signorina !… esclamò questo

,in

chinandosi , quando Regina gli offerse il pia ttino .

Sign ore ! disse Arduina . E mia co

gna ta !Complimenti e condoglianze ! disse

l ’a ltro con insolenza . Fra tutti questi secoli

(girò a ttorno i grandi occh i rotondi) ella semb ra u na bambina .

Perchè c ondoglianze? chiese Arduina .

Perchè è sua cognata !Regina s

’accorse subito che lo sc rittore era

molto insolente,e g iudicò opportun o torna re

verso il tavolo . Ma rianna era lonta na ;prese t imidamente un a lt ro pia ttino e loa Ma ssimo che se ne stava vicino a l laanch ’egl i dimenticato e t ra scura to .

Oh,fa i da padrona? egli disse

gina . Por tami anche un bicchierino d'

Vino, vedi , di quella bottiglia lunga

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dora to ; quella che è sul l’angolo della tavola .

Va Revine anche te .

Regina andò , ma t rovò la princ ipessa cheversava appunto il vino della bottiglia lungada l collo dora to .

Ma s simo vorrebbe un bicchierino di quello ,mormorò ingenuamente .

Scu si?…La principessa

,meno ma le, non intese .

Regina prese un ca lice ricolmo e lo portò a l

cogna to ; un profumo squisito esa lava da l ca

lice come da un fiore .

E Porto,sa i ! disse Ma ssimo, con vera

riconoscenza . G ra zie,e ogna tina : tu mi h a i

sa lva to . È il vino degli dèi moderni .

Sei a l legro stasera !Sta zitta ! Mi secco . Andiamocene via

p iantiamo qui Arduina Chi è quel mu so d i

cane che le sta vicino?

È uno scritt ore .

Non lo conosco,

disse l ’a lt ro , man

giando e bevendo . Quanta gentaglia ! Tutta

gentaglia !E vero ! disse Regina . Ci siamo an

che noi !N oi c

’infi se h iamo di l oro ! Noi siamogiovani e possiamo diventa r ri cchi : l oro son

ricchi , ma non potranno ma i ridiventar gio

vani !M a gua rda ! Forse h a i ragione !Portami un a lt ro bicchierino di Port o,

a llora ! disse Ma ssimo suppli'

chevole .

Oh , quest o poi no !Le vecchie signore e i vecchi signori, ecc ita ti

dolcemente da l thè e da i vini,a lzavano la voce

,

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si muovevano,si aggruppavano e si sparpa

gliavano qua e la.

Nella confu sione Regina si trovò ancora vic ina a lla principessa .

M a lei n on h a preso niente,intanto !

disse madame, venga con me : u n b icch ie

rino di Porto? Come sta suo ma rito?

E due ! pensò Regina poi gridòn issimo ! G razie .

Hanno poi cambia to ca sa? Come si trovalei? Ecco , beva ; un dolce? Oggi la tor ta è buona .

Oh , monsie ur Ma ssimo,vuole ancora una ta zza

di thè? No? Un bicchierino di Porto? Mi dica :

anche lei è al Ministero del Tesoro?

No ; a l la Guerra ,madame .

Appena vide madame discorrere coi Venutel li , Marianna sporse il visino inquieto dietrola spa lla di Regina

,e ancora u na volta pa rve

a. questa che la raga zza sorveglia sse u n po ’

troppo la p rincipessa .

Ho un affa re fas tidioso , dis se madamelentamente ; della rendita esigibile a Milano .

che vorrei riscu otere a Rom a : m i dic ono occ orra u na domanda al M in i stero del Tesorobisogna che monsie ur Antonio pa ssi domanida me .

Glielo dirò subito,

esclamò Regina .

Ma rianna disse qua lche cosa in russo , rivol

gendosi a madame con a ria q ua si di comandola princ ipessa rispose c on la su a fredda ca lmaabitua le

,ma subito si a l l on tanò .

O ra devo compensa rvi dell ’a iuto che miavete da to

,disse Ma rianna a Regina , ver

sandole un bicchierino di liquore bianco .

Bevete .

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È Le signore russe si ubb riacanocon quest o liquore . Vedete. come bevo io

,el la

continuò , sollevando i l piccol o ca l ice e gua rdandovi dentro . Oh

,mi piace tanto bere

e quando ho bevuto mi a ccade il contra rio d i

tu tti gli a ltri : non dico più la verità .

Non mi pa re,

osservò Ma ssimo .

questo il vodka ? È ca ttivo .

Oh,oggi non ho bevut o ! disse M a

rianna .

Rise e bevette poi avvicinò il ca l ice , a lle labb ra di Re gina e la costrinse a bere il liquore .

Ora a ndiamo a dis tu rba re l ’ idillio del canee del gatto

,disse

,avviandosi al sa lotto at

tigu o , dove Arduina e lo sc rittore chiacchieravano eternamente

,sol i

,seduti in un angolo .

sotto u na pianta da l le bacche rosse . Regina eMa rianna sedettero in faccia a loro

,su u n d i

vano di pelliccia,e Ma ssimo rima se in piedi .

N ell’altro sa lott o u na vecchia s ignora suo

nava : « Se a te , oRegina provò una dolcezza inesprim ibile : la

musica dolce e appa ssiona ta , il ca lore del divano, la cui pellicc ia tiepida destava il desiderio di acca rezzarla come quella di un gattomorbido

,il p rofumo indefinibile che gravava

nell ’a ria e sopra tu tt o il rodlca che le pul savaa lla gola e a lle ginocchia ,

le davano un principio d ’

ebb rezza voluttuosa .

Anche Arduina e ra eccita ta pa rlava ad a ltavoce , con lo stesso tono che Reg ina aveva nota to nella cugina Cla retta quando questa parlava in presenza d i u omini, e pa reva non riconosces se più i cognati .

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Che cosa ha quella sciocca? si domaLe sembrò che Ma

rianna indov1nasse il supensiero perchè le disse piano :

Regina rise,con u n riso vago

,incosciente ;

ma subito dopo inorridi .

E poss ibile? mormorò .

T u tto è possibile,

disse il topo . Voisiete ta nto ingenua , ancora ! M a vedrete

,col

tempo , che tutto è possibile !

L ’ indomani Antonio disse a Regina che la

p rincipessa ,p resso la qua le s ’era reca to p

l'

affa re del tra sferimen to della rendita,l i in

vitava a pranzo per la domenica seguente .

Regina accettò a ma l incuore : e dopo quellatutte le volte che madame M aku line si degnò invita rla .

I pranzi erano magnifici , servit i da camersolenni ; ma Reg ina ci si annoiava e a l ritornodiventava d ’un umore terribile : e Antonio diceva che i camerie ri gli davano u na soggezioneta l e da guastargli poi la digestione . G li invita ti di madame erano sempre vecchi signoristranier i e medioc ri poeti e sconosc iuti a rtistiita liani : la conversazione era in appa renza interessante , poichè si pa rlava di lettera tura , dia rte

,di tea tri

,di a ttua l ità pa lpitanti ; ma Re

gina osservava che tutti esprimevano idee comuni

,idee vecchie , niente a ffa tto co rrispon

denti a lle idee che a l ei sc intillavan o nellamente . E si annoiava : ma t ornata a ll ’ambientedi ca sa Venutelli pensava con rancore ai sa

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l otti della principessa,ove i camerieri pa ssa

vano e servivano muti e automat ic i come mac

chine ; ove tutto era bell ezza,mollezza

,splen

dore, e la luce stessa s’

accendeva qua si per incantoUn giorno Antonio la condusse da un tappez

ziere, ed ella scel se i mobil i per l’

appa rtamen

tino di via Ma ssim o d ’Azeglio .

Domenica andremo n ell’appartamento estabiliremo come colloca re la roba

,le disse

Antonio,ed ella cominciò a pensa re a lla fa tica

ed a lle secca ture che l ’aspettavano .

Pensa re che avrò da comba ttere con la se r

va ! diceva a sè stessa con terrore .

La domenica ma ttina si reca ron o nell’appa r

tamento . E ra agli ultimi di genna io,u na ma t

tina pu ra e dolce ; si sentiva già la primavera .

R egina sa li di c orsa i cento e più gradini,e

quando a rrivò, ansante e sudata

,davanti a lla

porta del piccolo appartamento,si diverti a

suona re il campanello .

Drin, drin , drin !… Chi c i sta? I l signorNessuno . Che piacere anda r a sta re col signorNessuno !Anton io aprì c on u na cert a a ria di mistero

ed entrò per il primo : appena dentro si volsee cominciò a fa re dei grandi inchini davantia Regina .

Ella si gua rdò a ttorno meravigliata , poi dissecon lievissima ironia

Io credevo che queste cose accades sero soltanto nei romanzi !L ’appa rtamento era completamente a l l ’or

dine : le cortine velavano le finestre socchiu se ,il letto matrimonia l e biancheggiava fra du e

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tappet i dove d ue cani gia lli correvanopernici in bocca . Anche nella cucina 11

cava niente .

A ntonio s’affacciò a lla fin estra lasciando

Regina i l tempo di rimettersi da lla sorpresaella si sdegnò contro sè stessa perchèdi non prova re tut ta l ’emozione che lo sdoveva giustamen te pretendere da lei , ma e

quello che doveva fa re . Pensò :

Devo a bb raccmrlo e dirgli : come sbuono !E lo a bbracciò e gli disse :Come sei buono !

Vide i begli occhi d i lui riempirsi d ’una gioiinfa ntile , e a llora s

’intenerì davvero .

Antonio ! gli disse . Sei davvero buoe io sono tanto ca ttiva ! M a d ’ora in avantibuona

,davvero davvero !

E per otto o quindici…giorn i fu davvero budocile ed a nche a llegra . Ebbe un gran danel me ttere la roba nei ca ssetti e i vestitiarmad i ; n el rimuovere qua lche mobil e eche quadro ; non aveva ma i lavora to ta nvita su a ! La prima notte che dormi nletto morbido

,fra le lenzuola fi ni del suo

redo, le pa rve di essersi tol ta da un incudi comincia re u na vita nuova . Provava u na

cezza da conva lescen te .

Veniva il bel tempo il c ielo di Roma era

e p uro, nell’a ria pa ssavano fragranze primave

rili : i rumori del la cit tà a rrivavano a ll’appar

tamen tino come il fragore d ’una ca scata lonta na

,che dava dolcezze sonnolente . Nel gia rdi

netto di sotto,

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rentela , compresa Arduina che t uttavia la conduceva di qu a e d i là presso va rie contesse ema rche se , dove c ’e nn o a ltre ma rchese e a lt rec ontes se .

E spaventevole il numero delle contesseche s ’ incontrano a Roma ! diceva Regina ad

A ntonio .

Ella un po ’ si divertiva,un po

’ si annoiavanon si offendeva se qu elle signore non le restitu ivano la visita ; e non si meravigliava piùdelle cose orrende che qua e là, in qua si tutti isa lotti , si dicevano su l conto delle person e piùn ote del mondo lettera rio e del mondo politico ,ed a nche del mondo priva to !

Tutto è possibile , diceva Ma rianna :

e specia lmente è possibile che le cose che si

dicono siano ca lunnie .

Al comincia re della primavera Regina ebbeu na recrudescenza di nosta lgia e di sc on tento .

N ell’appa rtam en tino cominciava a far ca ldo .

Ella stava lunghe ore a lla finestra,con l’inqu ie

tudine nervosa dell ’uccel lo non ancora abitua toa lla gabbia . D al « gia rdinetto dei ga ttini » sa

l iva un odore di erba umida che le dava spa

simi d i no sta lgia . Qua lche vol ta ella gua rdava

giù con l’occh ia let to

,e vedeva un giovan e, ba sso ,

ca lvo,pa llido e paffu to

,vestito con estrema

eleganza,pa sseggia re intorno a lla va sca ver

dolina,sulla qua le la fontana p iangeva di noia .

Anche il giovine s’annoiava . Regina ricordava

d ’aver veduto quel signore

,dal viso gonfio e

gia llo come u n’alb icocca non ancora ben ma

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tu ra,la sera di Santo Stefano , in un pa lc o de l

Costanzi e di averlo avvolto nel suo odio 1n

cendia rio . Ora anch ’egli s’annoiava . S

’an

noiava perchè scendeva in gia rdino,o scende '

a

in gia rdino perchè s’annoiava? Ta lvolta si fer

mava e tormenta va i pesciol ini della va sca , chepareva avessero un pazzo terrore del suo hastoncino poi sbadigliava e

,con la stessa distra

zione crudele c on cui perseguitava i pesc iolini,ba tteva i l ba stone su i fiori

,su l le glicine che

impa llidivano su i muri,su lle roselline , sulle

margherite innocenti .Egli h a voglia di percuotere qua lcuno ,

pe nsava Regina , e s’accorgeva che anch ’ ella

avrebbe volentieri tormentato qua lc osa o qua lcano .

Nei giorni di pioggia , frequenti e noiosissimi

, ella diventa va t riste fino all ’ipo

condria : un solo pensiero la confortava : il ritorno a l suo paese . Contava i giorn i e le ore :

ricordi strani,rimembranze infantili

,immag1 n 1

lontane , le pa ssavano nella mente come nuvolein un cielo triste . Piccol i pa rt icola ri della su a

vita pa ssa ta le destavano tenerezze struggenti :ricordava nit idamente tutte le p iù umili perso ne del suo pa ese

,tutti i cantucc i del bosco

e della su a ca sa ; e con strana insisten za certe

p iccole cose che , vedendole nella rea ltà , non la

avevano mai tanto colpita . R ic ordava, per

esemp io,u na vecchia ruota di pietra , d

’un molino distrutt

,o abbandona ta sul pendio dell ’a r

gine il ricordo della ruota grigia,che pa reva

riposa sse dal su o lungo lavoro,in riva al fiume

col qua le aveva per ann i ed anni lotta to, commuoveva Regina fino a l le lagrime .

DELEDDA . Nosta lg ie .

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Spes so ella cercava di ana l izza re la sua nosta lgia , domandandosi perchè ricordava la ruotad i p ietra

,il vecchio scoparo cieco, i l portin er

qua si centena rio da l le mani enormi pelose,le

bimbe 1 itte p resso il fosso verde intente a fa r

treccioline di paglia le chiocciol ine strisc iantisu lle foglie dei platani .

Sono u na sciocca ! pensava ; ma mentrepen sava così , sentiva improvvisamen te un im

peto di gioia a ll ’ idea di poter p resto rivederela ruota di pietra

,il po rtiner, le b imbe , il fosso ,

le chioccioline .

E fuori pioveva,pioveva : Roma a ffogava nel

fango e nella tristezza,e Regina sentiva des i

deri di fan c iullo feroce : che su Roma cadessein etern o u na p ioggia di fango

,costringendo la

gente ad a nda rsene, ad emigra re ! Ella tornerebbe la ssù

,verso i grand i orizzonti , verso le .

acque pure del fiume na tio ; ella rina scerebbe .ritornerebbe ad essere Regina

,uccello libero e

vivo .

Antonio usciva e rientrava e la trovava sem

pre as sorta nel suo sopore nostalgico, ind ifferen te a tutto ciò che la circondava .

Usciamo,Regina .

No .

Usciamo,chè ti fa bene .

Io sto ben issimo .

Non è vero . Sei semp re cupa . E tu non m ivuoi bene

,ecco !

Sì,e non ti voglio bene ! Che colpa ne

ho io?

Qua lche vol ta,infa tti

,le pareva di avvolgere

:Il b anca ju olo ch e fa tragittare il fi ume ai D&S '

Segg ie ri.

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chia ia e di tristezza . Regina cercò di scansa rela cogna ta

,ma non fece a tempo .

Son venuta da te ; non sei ma i in ca sa,

non ti la sci ma i vedere ! disse Arduina .

Che h ai? Che fa i? Dove eri? Anche la mamma

si Perchè non fa i un figlio?Perchè non lo fa i t u? Dove va i? Come sei

elegan te ! disse Regina,beffa rda .

Vado a lG rand Hotel , a trova re una ricch issima miss . Vieni? Merita

,sai !

Regina andò : tanto, non sapeva cosa fa re .

I l tramonto tin'

geva d ’un rosso a ranciato le

Terme e gli a lberi dei via li : dal gia rdin o veniva un gridio di bimbi

,un cinguettio d ’ imnu

me revoli uccell i che pa reva un fruscio d ’acque .

E sopra tutte le cose,sopra la va stità chia ra

della piazza , sopra lo zampillo del la fontana chelane iavasi vitreo

,poi luminoso

,e a rrovesc ia

va si c on labbra perla te, simile a un vaso enormedi Murano

,la scritta d ’oro del G rand Hòte l

s c intillava sulla fronte del l ’a lbergo , a guisa di

u na epigrafe su ll’a ltezza d ’

un tempio .

Davan ti a l le colonn e del l ’entra ta , e nel l’a trio ,

c ’era u na confusione d i ca rrozze , d i servi da lgilè colora to

,di signori in cilindro e di signore

eleganti. Una vettura di corte , con due cava l lineri lucenti

,dominava fra le a lt re ca rrozze .

Ci deve esser la Regina,

d isse Arduina .

Aspettiamo un po ’ .

Allora addio,

ri spose Regina , acc en

nando d ’anda rsene . Dove c ’è u na Regina

non può esserci l ’a l tra .

M a che presunzione,D io mio !

l ’a ltra,comicamente dispera ta .

dunque !

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La tra scinò con sè,a ttraverso le vetture e la

fol la elegante che animava l ’a trio, e domandòumilmente a un cameriere se c ’era miss Ha rris .

I l cameriere si chinò un po ’ e asc ol tò , senzaguarda re le due signore .

Miss Ha rris? C redo s’accomodi, rispose

distra tto,gua rdando lontano .

Regina ricordò la soggezione che destavano icamerieri di ma dame M aku line ; questo qui nondest ava solo soggezione , ma anche u na specie dit imore .

Arduina a ttirò Regina nella serra , e c ominciò a gua rda rsi a ttorno con rispettosa ammirazione

,mentre la giovine signora taceva ,

vintadal sogno che le si svolgeva davanti . Pa revauna festa Una luce strana

,d ’oro ros sa stro , ca

lava dal le volte di c rista l lo ; e su i tappet i , frai pa lmizi

,mu oveva si u na fanta smagoria di si

gnore che pa revano fa te , vest ite di raso , conlunghe c ode fruscianti , le mani , le orecchie , ilcollo brillan ti d i perle . Un sussurrio di vocistran iere ; scoppi

di ris o confusi coi t int inniidelle tazze di porcellana e d ’

a rgento ; un pa

lazzo di crista l lo , un mondo di g ioia , di creature fa ta te che dimenticavano la rea ltà del lavita.

, nell’incantesimo di boschetti di pa lme ro

see 1n una luce di sogno .

La rea l tà del la vita? pensò Reg ina . M a

non è questa la rea l tà del la vita? E i l nostroche è un sogno brutto

,la vita di noi

Una splendida c rea tura , con un lungo abitodi ra so gia ll o . a ttraversò la serra , pa re u na

cometa ! mormorò Regina .

E miss Ha rris,

disse Arduina Ora

verrà .

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Regina non aveva ma i immagina to potesseroesistere crea ture c osi belle e luminose ; gua rdòmiss Ha rris

,che s ’era ferma ta in fondo a lla

serra con due signore vestite di nero,e i suoi

occhi diventa rono selvaggi .In quel momen to

, dal fondo d el la serra sa liu na musica lenta e voluttuosa che copri l e voci

,

le risa te,i tintinn ii vibranti delle tazze : miss

Ha rris s’avvicinò . Regina provava u na sensa

zione di dolore qua si fisico,una tristezza a r

dente : quella luce rossa di tramon to, quei pa l

mizi che davano l ’ illusione di u n pa esaggioorienta le

,il ca ldo

,i p rofumi

,la musica , la fi

gura abbag lian te della ricca straniera , le davano u na spec ie di nosta lg ia , i l ricordo a tavicod ’un mondo meravigl ioso

,ove tutto e ra pia

cere , e dal qua le ella era sta ta esilia ta .

Ah , in quel momento ella comprese la na turadel ma le , come ella l o chiamava

,che le rodeva l e

viscere . Ah,questo ma le non e ra il rimpian to

e la nosta lgia del la pa t ria e del pa ssa to e ra la

morte dei sogn i che avevano riempito il passa to,

e avevano profuma to l ’a ria da lei respira ta , iluoghi dove aveva vissuto

,i sen tieri che aveva

a ttraversa to : sogni dei qua l i ella non avevacolpa , perchè na ti con lei, tra sfusi nel suo san

gu e , dal sangue della sua ra zza domina trice .

Miss Ha rris s’avvicinò a ll’angolo ove sede

vano le due piccole borghesi , t rascinandosidietro la lunga coda luminosa con u na eleganzasvoglia ta che aveva qua lche cosa di felino . Ledue signore straniere l ’accompagnavano e parlava no con lei un fra ncese incomprensibil e .

B isognò ch e Arduina s’alzasse e sorridesse

molto umilmente perchè miss Harri s la ricono

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tu a fa re in certi p os ti? Che bisogno h ai tu di

qu e lla gente? Non capisci che loro sono i padron i del mondo

,e noi siamo gli schiavi?

M a noi siamo intelligenti ! Noi siamo i padroni dell ’avvenire . Non senti tu il rumore deinostri zocc ol i che sa lgono

,e delle loro sca rpine

che scendono?

Noi ! Tu? disse Regina, pu nta

'

ndole ildito in viso

,con supremo disprezzo .

Bada , u na ca rrozza ! gridò l ’a lt ra,ti

randola indietro .

Vedi? c i schiacciano ! Che cosa è l’intelligenza ? Esiste l ’ intelligenza? Che c osa è davant ia u na coda di ra so?

Ah , tu invidii le code di ra so? disse l ’a ltra

,ridendo , se nza a lcuna ma ligni tà .

E va ! Sei u na sciocca ! gridò Regina,

a rrabbia ta .

G ra zie ! rispose l ’a lt ra,senza offen

dersi .Rientra ta a ca sa Regina si buttò su ll’otto

mana dell’anticamera e rimase la qua si un ’oraba ttendo i l p iede a tempo c ol pa lpito ritmicodella pendola che pa reva il cuore del piccoloappa rtamento .

Ella sentiva un ’onda di dolore umiliante co

prirle il cuore . Ah . anche Arduina ,la scema ,

aveva indovinato il suo ma le !La luce del giorno moriva nel la camera at

tigua,mentre nel la sa letta da pranzo, che dava

sul cort ile,gravava già un ’ombra l ivida di cre

pu scolo . Dagli usci spa lanca t i scorreva una fa

scia di luce tenue sulla corsia dell ’antica…mera ,

nei cui angoli s’addensava sempre più la pe

nombra E Regina pensava :

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La. penombra ! Che orribile cosa la pe

nombra ! M a perchè orribile? N o ; è qua lcosa di

peggio : è nojosa ,è schiacciante . Meglio m ille

volte l ’ ombra , l’o scurità conipleta . N e ll

ombm

il do lore, la dispe razione , la ribellione : ancoratutto ciò è vita ; ment re nella penombra tutto ènoia , miseria ,

agonia . Megli o esse re mendica nt iche piccoli bo rghesi : il mendica nte può u rla re .

può sputa re in viso ai felic i della terra : il picco lo b or

ghese ta ce ; egli è un

’anima morta , egli

non può , non deve pa rla re . Che cosa vu ole? Nonha già il tanto che un giorno avra nn o tutti? Lasua quota è già. fa tta . Se egli chiede di più lot rat tano da ambiz ioso , da egoista

,da invi°

dioso . Anche gli scemi lo t ra ttano c osi !Le c ode di ra so ! I vest ib oli verdi e ar

dent i come gia rdini a llaga ti di sole , l e au tomo

bili simi li a dra ghi volanti ! E i g ia rdini , i be igia rdini « in travednti dai cancelli » , i villin irosei nascosti sott o i tre pini , come so tt o gra ndiombrell i di merletto verde ! Tutt o ciò dovrebbeessere la rea ltà d ’un giorno

,della dimane che

c i hanno promesso e che non a rriva a ncora ! Invece tutt o ciò spa rirà il mondo è piccolo e nonpuò esse re diviso .ch e in due pa rti : i l giorno ela nott e, la luc e e l

’ombra . Un giorn o , invec e ,«tu tt o sa rà penombra : tutti sa rann o come n o i .

tutti vivranno in piccoli appa rtament i b u i, consca le interminabili . e le st rade sa ra nno tutte

po lve ros e, percorse da tram puzzolent i, da torme di donnine bor

ghesi che scendera nno a pied i ,

vestite con falsa elega nza ,c on gioiell i di la tta ,

con venta gli di ca rta ,liete d ’

una commise re

vole letizia . Nell ’a ria passerà la fragranza di

violette immonde,porta te da mani sudicie tu t «

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t o sarà noja ,mise ria ; i mendicanti non avran

no raggiunto il sogno che li rendeva felici ; coloro che furono figl i di ricchi vivranno di nostalgia , ricordando il sogno che fu la loro rea ltà . A che vivere a l lora? Perchè vivo io ora?

M a ad un tra tto ricordò u na ,due , t re figure

egua l i , tre figure di vecchio, in un lu ogo melanconico , che sorridevano e si gua rdavano con

pietà beffa rda , come tre amici che si capisconosenza pa rla re . Lavora re ! Lavora re ! Ecco ilsegreto della vita ' La voce del vecchio senatore risuonava ancora entro il cuore di Regina . Ella aveva saputo u na storia : la mogliedel sena tore

, una donna bella , giovine , brillante ,

si era suicida ta e nessuno mai ne aveva conosc iuto il motivo .

Lavora re ! Ecco il segreto . Ch issà che ilvecchio sena tore , pa rlando delle donne lavortrici , non pensa sse a su a moglie , la qual e non

aveva ma i lavora to? Lavora re ! Ecco il segretodel mondo avven ire ! Tutti sa ranno felic i perchètutti lavoreranno . No

,io non rappresento il

mondo avven ire come stup idamente pretendoio rappresento ancora il mondo presente , presentissimo ! l o sono il pa ra ssita per eccellenza ;io vivo su l lavoro di mio ma rito

,e sfrutto anche

la su a anima,perchè egli mi ama

,troppo …m i

ama ' ed io non lo rendo felice . Perchè vivoio? A che servo? A che sono utile? Non son obuona neanche a fa r dei figli, e… non ne desidero affa tto ! Non saprei a lleva rl i . E poi, perchèfa rli na scere? Non era meglio ch ’ io non fossina ta? A che serve la vita?

Ah,l e pa reva di avere anche l ’an ima avvolta

da ll ’ ombra che le si addensava intorno .

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ma ledico la città, gl i u omini che hanno fabb rica to , i l destino che ci tog lie persino la vistadel cieloEntrò nella camera , e andò automa ticamente

a gua rda rsi nello specchio : a l l ’ultimo barlumedi luce vide i suoi bei capelli lucenti, i denti lucenti . le unghie lu centi . La su a pelle finissima

p la smata d ’un lievissimo stra to di crema venu s,

aveva qua si la stessa delica tezza diafana dellapelle di miss Ha rris . La sua rabbia aumentò .

Ella s’avvicinò a l la t oeletta

,prese il va setto

della crem a e lo sca raventò a l muro ; i l va settorimb alzò su l letto senza rompersi . Ella andò

,

l o prese e lo rimise a posto .

No ! no ! no ! singh iozzò, buttandosi sulletto . Io gliel o dico : vedi cosa divento io?

Vedi cosa mi fa te diventa re? Oggi la lordu rasul viso , domani la l ordura sull ’anima . I o me

ne vado . Io me ne vado,e me ne vado ! l o vogl io

torna re a casa mia . Tu non sei niente per me !Si, glielo dico appena ritorna !

Quando egl i tornò la trovò seduta tranquillamente davanti a l tavol ino, occupa ta a redigere la l istina della spesa pe r l

’indomani . E ra

ta rdi ; i lumi accesi , la tavola apparecchia ta .

La serva prepa rava la cena ; il piccolo appa rtamento e ra tutt o inva so dal dispettoso eppurea llegro friggio della padella e da. u n odore dica rciofi fritt i ; da lla finestra aperta sul gia rdinopenetrava invece la fragranza del lauro e dell ’erba .

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L.

Antonio s‘

a vvicinò a l tavolino,si cu rvò e

gua rdò il pezzo di ca rta su cu i Regina sc riveva .

Regina , sono sta to qui al le se i,ma non

Sono uscita .

Senti . La principessa mi h a manda to unbigliettino a ll’ufficio . perchè a nda ssi da lei a llesei e mezzo

,e c i sono sta t o .

Cosa vuole?

ma ora comincia a secca r

vuole che sorvegl i u n signore che giuocaa lla Borsa per conto suo .

R egina sollevò gli occhi, e s’accorse che - An

tonio e ra suda to e un po ’ pa llido .

Alla Borsa? Com ’è?

Com ’è? Te lo spiegherò poi . M a quelladonna è seccante

, ora .

M a se t i c ompensa,

disse Regina .

E sa i gioca re a l la Borsa , tu?

Maga ri potessi ! egl i esc lamò , buttandoil cappello su l le tto . Avessi i dena ri inutili

' di madame ! M a non si tra tta di gioca re : dovrei

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—l lO

consulta re i l istini di borsa e verifica re l e Ope

ra zioni d i borsa compiute da l - cava l ier R . per

conto d i madame ; rivedere le distinte delle opera zioni giorna liere

,a ssumere informa zion i

presso gli agenti di cambio,e , in u na parola .

eserc ita re un rigoroso controllo su tutta l ’am

ministra zione del cava liere .

M a , insiste Regina,

ti compenserebbebene

,madame?

Scusi!

? egl i disse , imitando la voce el ’a tto della principessa .

Come t i compenserebbe? gridò Regina .

Con qua lche a l tro centina io di lire : eava ra

,lo sa i !

E pronto,signora ! annunz io la serva ,

con la sua compitezza elegante .

Durante il pa sto,An t onio sp iegò a Regina le

operazion di borsa,e di a l tre specula zion i fi

nanzia rie , pa rlandone con u n certo piacere . Edella pa reva in teressa rsi al discorso d i lu i ; ma

mentre a scoltava,i suoi occhi sp lendevano della

luce vaga d ’u n pensiero molto lontan o da l le

cose che Antonio diceva . A u n tra t to,però

,ella

si an imò e i su oi occhi torna rono nel mondoche l i circondava .

Se tu diventa ssi p roprio l’uomo di fiducia ,

« il segreta rio » di ma dame ! ella esclamò .

R icordo u n sogno fa tto la prima notte che l ’abbiamo incontra ta da Arduina : el la e ra mortae aveva fa tto testamen to in nostro favore .

Sa rebbe facile,

disse An ton io .

I l testamento? ch iese el la ridendo .

No , va la ; ottenere l’amm inistrazione ; ma

bisognerebbe adula re,lecca re

,striscia re molto ,

prima,ed anche intriga re , tanto più ch e oltre

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A te però ! ella rispose,pronta .

Ora t i prendo e ti butto giù da l la fi nestra,

perchè mi h a i insu lta to ! egli sch erzò,affer

randola a lla vita . Se m i manca il cervello ,sei tu che me lo fa i perdere con le tue strava

ganze .

Stravaganze , veramente , ella non ne comme tteva , ma i suoi discorsi diventavanopiù strani, e se qua lche volta diveton io , più spesso lo tormentavano .

Nella su a ca lma appa rente Regina nonpeva abba sta nza na scondere che un ’ idea fila dominava . A che pensava? Anche tenendstretta fra le sue braccia , nel più tenero deglamplessi

,Antonio la sen tiva lonta na incom

m ensu ra bilmente lontana da lu i .Nei luminosi e sonnolenti meriggi primave

rili,mentre i due giovani sposi riposavano

gran letto candido, Antonio ripeteva a sè stela solita doma nda

M a che cosa l e mancaNon erano felici? Da lla finestra socchiusa pe

n etrava u na luce soave che indorava le pa reti .Una bea titudine infinita pa reva regna ss e nel lacamera vela ta di penombre d ’oro, fragrante divan iglia cu lla ta e non penetra ta dai rumori diun mondo lontano . E Regina , a momenti , si sentiva vinta da quella beatitudin e sonnolenta ,

da

quella dolcezza profonda d i camera nuzia l e . La

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domanda in thna di A nton io echeggiava anchenell

’anim31 sua .

Che cosa le mancava? Erano giovani e sa n ientrambi . A n tonio l ’amava a rdentemente , c iecamente viveva di le i . Ed egli era bel lo, e c

’ erain lui

,nelle sue mani morbide

,nei suoi occhi

voluttuosi,nel profumo na tu ra le de i su oi capelli

,

un fa sc ino che riusciva spess o in e bb ria rla .

Eppure,in quei meriggi deliz ios i nei mo

menti in cui ella sembrava più felice, men treAntonio le a cca rezza va i capelli

,t irandone su

qua lcuno e osse rvandolo come u na cosa preziosa ,

ella im provvisamente s’oscu rava in viso

e ric ominciava i discorsi st ravaganti .Che cosa facciamo no i nella vita?

Antonio non si spaventava .

Che cosa facciamo? Viviamo . Ci amiamo ,lavoriamo, mangiamo , dormiamo, andiamo a

passeggio,e quando possiamo anche a tea tro .

E ciò non è vivere ! 0 per lo meno è u na

vita inutil e,della qua le io sono stanca .

Cosa vorrest i fa re?

Non so ; vorrei vola re . Non nel senso sent imenta le che si dà a questa pa rola , ma veramente vola re . Usc ire da lla finestra

,ri en tra re

da lla fines tra . Vorrei inventa re io il m odo .

Ci ho pensa to anch ’ io,qua lche volta .

Tu non capisci niente ! ella diceva , u n po‘

stizzita . No . Io vorrei fa re qua lche cosa chetu non puoi capire

,e che del resto non ca

pisc o neppur io !B rava a l loraSenti , è come quando si h a sete di u na b e

vanda introvabile,set e che nessuna cosa può

disseta re . Tu lo avra i

DELEDDA . Nosta lg ie .

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Sì . L ’ho prova to anch ’ io .

No ! Tu non puoi averlo p rova to ! Tu non

capisci niente .

M a , scusami . Fammi il p iacere di da rmiun fi lo delle tue idee .

Niente . Tu non puoi capire e ba sta . La

sciami sta re i capel li .Guarda , c e n

’ha i tanti biforca t i : perchnon l i spunti? l o

Che cosa m ’ importa dei capelli,e perch

dovre i spu n ta rli? E una cosa perfettamen tetile .

Senti , egli diceva,fingendo di cer

trovare un ’ idea lum inosa,

perchè nonconduttrice di t ram ? E imitava il

mento del la mano del conduttore e il rumdel tram .

I o non mi degno risponderti, ellaceva ; e andava a corica rsi in fondo al letto ;dopo un momento ritornava presso il mar

10 gua rdava e lo pregava infantilmenteFa l ’uccell ino .

Ella rideva , anch ’egl i rideva pe r il piacerdi vederla ridere , e diceva :

Come siamo bambini ! Se u na scenasi svolgesse in tea tro Dio sa che ridere efischi ! Eppure succede !

Oh , il tea tro ! Che falsità ! E i romanProva un po ’ a scrivere un romanzo ove si svoila vita come veramente è, e tutti t i dirannoinverosimile . Oh

,io vorrei saper

scrivere la vita come io la conceveramente è con le sue grandile sue meschine grandezze : fa reiu na commedia che mera-viglierebbe

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deva con un sorriso ma l izioso . N on so se cwdipenda da me ! D e l resto io penso sempre chela vita è inutile

,l ’umanità inutile ; ma da l mo

mento che non m i su icide , vuol dire che am

metto la vita . Ora,ammettendo la vita

,certo

,

la cosa più grande che io possa fa rc e un figlio .

E lo fa rei con entusiasmo , con orgoglio, se

fossi certa ch ’egli n on d iventa sse un piccoloborghese come noi !

Egli potrebbe diventar ricco , essere utilea l la soc ietà.

Storie ! Sogni da piccol i borghesi ! elladiceva con ama rezza . Egli sa rebbe infelicecome noi .

M a io sono felice ! pro testava Antonio .

Se sei felice vuol dire che non capisciniente

,e cos ì se i doppiamente infelice ! ella

d iceva,rabbuiandosi , con gli occh i foschi che

mettevano paura a l marito .

M ia ca ra, tu diventera i ma tta come i tuoi

grandi autori .Ecco il p iccolo borghese . il qua le non

quello che dice .

E così p roseguivano , finchè Anton io gua rdava l ’orologio e tra sa l iva comicamente .

È già pa ssa ta l’ora ! Se tu dovessi and

a l l ’ufficio, ca ra mia , certe idee , ti a ssicuronon t i pa sserebbero per la mente .

Balzava da l le tto , correva a lava rsi . poile man i umide

,col vis o fresco e umido . corr

a bacia re Regina .

Sembri u n sorbetto di fragole ! ella dceva

,convinta . E così facevano la pace .

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Col sopravvenire del ca ldo c rebbe la mal inconia

,la nosta lgia , la nervosità di Regina . Di

notte Antonio la sentiva volta rsi e rivolta rm nelletto

,e qua lche volta gemere sommessamente .

Una n otte ella gli confessò che sofi riva al cuore .

Mi pa lpita pe r ore ed o re, e mi tronca il respiro . Pa re voglia apr1 rm 1 il petto e uscir fuori.Devono essere le sca le : non ho ma i sofferto dipa lpitazione .

Egli,a lla rma to

,voleva condurla da uno spe

cialista ma ella si oppose .

31 1 appena sa rò pa rtita .

Stabilirono la pa rtenza di lei per gli u ltimidi gi u gno : in agosto Antonio sa rebbe anda toa raggiungerla rimanendo con lei u na qu indicina di giorni .

Se avremo abba stanza dena ri a l rit orn opasseremo e resteremo qua lche giorno a Via

reggio .

Regina non d isse nè si nè no . In quei prim isette mesi di ma t rimonio i due sposi avevanorispa rmiato solo duecento lire, che a ma la penaba stavano per il viaggio , ma Antonio speravamettere da pa rte qua lche a lt ra cosa durantel ’a ssenza di su a .moglie . I giorni pa ssavan oRoma si spopolava rapidamente , benchè a unbreve periodo di ca ldo fossero seguite ancoradelle p ioggie incessa nt i e nojose . Antonio contava i giorni .

Ancora diem ancora ott o e te neandra i ! Come fa ro io solo , solo, per un mese !E lla s

'

irritava quando egl i pa rlava così pa

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reva che non volesse pensa re a lla sua pa rtenza ,della qua le non pa rlava ma i .

Solo ! Perchè solo? Non h ai tua madre ei tuoi fra tell i?

La moglie è più che i fra telli , più che lamadre .

E se io morissi , a llora? Se io mi amma

la ssi, e i medici mi prescrivesser‘

o,per gua rire

,

un lungo soggiorno a l mio paese?Ques to non può accadere .

Tu pa rl i come un bambino . Perchè non

può accadere? Può invece a ccadere benissimo,

ella disse , sempre più stizzita Ecco,tutto

quello che dico io è fanta stico, tutto non puòaccadere ! M a perch è non può accadere? Ba stache dica io u na cosa perchè .

M a,Regina ! egli esclamò meravigliato .

Perchè ti st izzisci così?

M a sicu ro ! Perchè non può accadere che iomi amma l i? Sono forse di ferro

,io? Può da rsi

che i l medico mi ordini di non fa r più le sca le ,per un certo tempo , e di vivere a ll ’a ria aperta ,di respira re l ’a ria di campagna . Dove vuoi chevada , a llora , se non a ca sa mia Me lo proibiresti forse tu?

Sa rei anzi il p rimo a consigliarte lo . M a

o ra non è il ca so . Per la tu a pa lpitaz ione dicuore? Vedrai che passerà . Vedremo intanto discendere in un appartamentino meno a l to diquesto ; sebbene, per dirti la verità , io ora am i

questo nostro piccolo nido c on intenso a ffetto .

Siamo così felici , qui ! egli disse , gua rdandosiintorno con tenerezza .

Ella non rispose, e a ndò ad a ffaccia rsi a llafinest ra

,con gl i occhi torbidi di u na nube cupa .

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stessa , come poche ore prima s ’era stizzitac ontro Antonio che « parlava come un b am

bino » .

Arrivò da lla principessa con un umore ag

g ressivo ed entrò a testa a lta,senza sa luta re

nè gua rda re i l domestico . che riceveva semprelei ed An tonio con u na certa famiglia rità

,ri

spettosa si, ma un pochino umiliante .

Nei sa lotti d i madame,sebbene fossero sta ti

tol ti i tappeti e le pel lic ce,c ’era molto ca ldo

dai va si di meta llo u na profusion e di l illa spandeva fragranze inten se , amare

,qua si velenose .

V’

crano soltan to due signore,u na del le qua l i

chia cch ierava con Ma rianna , pa rlando ma le diRoma . La ragazza

,resa bruttissima da un ridi

colo vestito rosso scolla to , protestava feroc emente , minacciando di mordere la signora mal

dicente .

La principessa a scoltav a , pa l lida fredda , col

gra sso viso immobile . Appena Regina en trò ,

Ma rianna le si p recipi tò incontro gridando :Se poi venite ad aggiungervi an che voi , di

vento rabbiosa davvero .

Regina sedette avvolgendosi la coda dell’abito

in torno a lle gambe,come aveva visto fa re da

miss Ha rris , e saputo di che si tra ttava dissecon u n ca ttivo sorriso :

Certamen te,Roma è odiosa .

—'

Vi graffio ! gridò Ma rianna . E sa

rebbe nu pecca to , perchè oggi siete così bella !O ra che avete arrossito siete più bel la ancora .

I l vostro cappello mi ricorda il cappello d ’unagranduchessa che vidi a Budapest .

Roma è odiosa ? d isse la principessa , rivolta a Regina , che sorrideva ironica per le

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sc iocchezze di Ma rianna . L ’a lt ro giorno ella

non diceva così .Si cambia facilmen te opinione .

Scusi?

Si cambia facilmente opinione , r ipetè

Regina con voce a lta e qua si irrita ta . Eppoil ‘a ltro giorno io dicevo che Roma è bel la sol

tanto pei ricchi , ment re pei poveri e a b b om i

nevole . l l povero, a Roma

,è come il mendi

canti davanti a l la porta chiusa d ’unu n mendicante che rosicchia un

E qua lche volta pa ssa i l cane del ricco , estrappa di man o a l mendicante anche qu ell

’os

so disse Ma rianna .

L ’a ltra rise n ervosamente .

E vero ! E vero !La princ ipessa sollevò su l viso di Regina i

suoi piccoli occhi gia llognoli, la. gua rdò un momento , poi si volse a l la signora che le stava seduta a fianco e le pa rlò in tedesco .

Ma pa rve a Regina che madame avesse voluto dirle qua lche cosa col su o sgua rdo freddoe fu gace , qua lche c osa di triste , di amaro

, d i

beffa rdo : e cessò di ridere .

28 giugn o 1900 .

« Antonio .

( ( Tu leggera i questa lettera dopo che io sa rò

pa rtita . La leggera i , ancora u n po ’ tri ste perla nostra sepa ra zione, e t i pa rrà forse detta tada un mio cap ricc io pa sseggiero . Se invece tusapessi da q uanti e qua nt i giorn i, anzi da

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quanti mesi , io la medito, la esamino, mi torturo con es sa ! E se tu sapessi quante e quantevolte ho tenta to di esprimerti a pa role ciò cheora vorrei scriverti ! M a non mi è riu sc ito ma i

possibile : u na forza tiranna mi h a impeditosem pre di a prirti il mio cuore mi pa reva che ,a pa rol e

,non ci sa remmo compresi . Ch issà se

neppure ora tu vorra i e potra i comprendermi .Mi sembrava facile esprimermi per lettera

,ma

ora sento quanto ciò sia penoso e d ifficile . Avrei voluto anche a ttendere di esserelassù, a ca sa m ia

,per scriverti questa lettera ;

ma non voglio che tu possa credere che ragioniesteriori o consigli a lt rui mi abbiano spinto a

questo pa sso . No , Antonio m io , buono e ca ro ;siamo noi due soli : soli

,lontani da ogni voce

estranea e molesta,noi due

,soli

,che decidiamo

il nostro destino . Ascoltami . Ora tenterò dispiega rti

,come meglio potrò

,il mio pensiero .

Senti,Anton io

,anche l ’a ltro giorno ti dicevo

Se io m i amma la ssi e i medic i mi ordina sserodi tornare a respira re l ’a ria na tìa

,e di sog

giorna re per qua lche tempo nel mio paese , melo proibiresti tu" » E tu h a i risposto : « Sa reianzi il p rimo a cons iglia rtelo » . Ora io sonodavvero ma la ta

,d ’una ma la ttia mora l e che m i

consuma peggio di u na ma la ttia fisica , ed hobisogno di ritorna re al m io paese

,e di rima

nervi per qua lche tempo . An tonio,m io adora to ,

mio amico e mio fra tello, sforza t i a comprendermi e leggi inten samen te queste m ie righecome se leggessi ent ro l ’anima m ia . I o ti amo .

io ti ho sposa to per amore , per quell’amore in

descrivibile fa tto di sogni e di incant i che si

prova una volta sola nella vita ; e ma i c ome in

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sa rci . M a non offenderti , Antonio ; tu non seiu no di qu e lli ; tu e ri e sei per me qua lch e a ltra

cosa , ed ora, svanito l

’ incanto dei sogni vaniresti per me qua lche cosa che è a l di sopra diquesti stessi sogni : tu eri e sei p er me l

’uomo ,l ’uomo buono e lea le , l ’amante giovane e dolceche la fanciul la pone come u na s ta tua meravi

g liosa in mezzo a l gia rdino dei suoi sogni . M a

il nostro gia rdin o , Antonio , i l nostro gia rdinoè a rido e tri ste . N o i eravamo ancora treppo poveri per unirci e forma re il nostro gia rdin o diamore . Sposandoti e venendo a Roma io avevo

gli occhi benda t i ; m i fi ga ravo che le nostre duep iccole fortun e

,messe a ssieme

,rappresen ta s

sero a Roma ciò che rappresentavano a l miopa ese ! Troppo ta rdi mi a ccorsi che , invece , esse°appresentavano appena il pane quotidiano . E

di solo pane , non si vive : si muore,o per lo

meno ci si amma la g ravemente se non si è ab i

tua ti a ta l e regime . L ’amore

, pe r quan to grandesia

,non ba sta a gua rire un ma la to . O ra

,ti

ripeto , io sono ma la ta l ’urto del la rea ltà ,la

durezza del pan e quotid ian o , h a p rodotto in meu na specie di anemia mora le ! E il m a le s i èfa tto

'

così acuto che io non posso p iù anda re.avan ti così . La vita a Roma

, pe r me , è un mar

t irio . B isogna che, per qua lche tempo , io fugga ,

mi ritiri nel mio covo , come si dice faccianole bestie ferite

,e mi curi e sopra tutto m i a b itu i

a pensa re di dover vivere così.

( ( Antonio mio , sforza t i d i comprendermi , an .

che se io non r iesco a spiega rmi come vorrei . Lascia…che io ritorni nel m i o nido , p resso miamadre

,a l la qua le fa rò c redere d ’essere rea l

mente amma lata e di a ver bisogno dell’

aria

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na tìa ; e la sc iami lì u no o due anni . Fa remoe ra ciò che avremmo dovuto fa r prima : a sp etteremo . Aspetteremo come due fidanza ti l ’oradella riun ion e : io mi a bituero a ll

idea d i vivere una vita diversa da quella che avevo sogna to ed intanto la tua posizione (e ch issà

forse anche la m ia ) , m igliorerà . Quant i e quantin on fanno così?Anche u na m ia cugina fece cosìsuo ma rito e ra profes sore di ginna sio a Milano .

Assieme non potevano vivere . Al lora el la tornòa ca sa ed egli stud iò

,pubblicò , concorse , fu

nomina to professore di liceo e manda to in una

piccola c ittà ; a l lora si riunirono ed o ra sonofelicissimi .

« Sentimi, An tonio ; anche tu , certo involontariamente ma indubbiamente

,h a i avuto de i

tort i . M a anche tu non sapevi ! E il dest ino chescherza con n oi . Quando nel le dolc i sere delnostro fida nzamento io ti pa rlavo d i Roma conun tremito nella voce , tu avresti dovuto cap ireciò che io stoltamente sognavo ; tu avrest i dovuto intravedere fra le mie pa role il mio sognosplendido e vano

,come si intravede la luna a t

traverso la nebbia della sera . E invec e ! Invecetu a limentavi il mio sogno : tu mi pa rlavi diprincipesse

,d i sa le , di ricevimenti .

« Vedi. e come s e io avessi t occa to il fuoco

qua lche cosa si è brucia to in me . E m ia la colpaSe ho colpa , ora ,

è quella di n on Saper fingereun ’

a ltra donna,a l mio posto

,sen tendo come

sento io , avrebbe finto,avrebbe accetta to appa

rentemente la rea ltà , sa rebbe rima sta pressodi te , ma ti avrebbe avvelena to l ’esistenza . Ri .

corda ti : anch ’ io,anch ’ io

,nei primi mesi ti ho

tormentat o con la mia t ristezza i miei lamenti

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e 1 miei dispetti : sentivo però tutto il m iotorto e ne provavo vergogna e rimorso . Se avessimo continua to così

,se non mi fosse ba lenata

1 11 mente l’idea che ora eseguisc o, avremmo fi

nito c ome finiscono tanti oggi u n bisticcio,do

mani uno scanda lo,forse u n delitto . I o sentivo

intorno a me come un vortice . Io non sono roman tica , tu lo sa i ; forse p iù scettica che romantica ; ma tutto ciò che è piccolo

,gretto ,

volga re , m i ferisce l’anima . l o sono na ta così e

non posso rifa rm i e quante a l tre donne son o come me

,ma più disgrazia te perchè più debol i

,non

sanno ferma rsi a tempo sull ’orl o del prec ip izio ,e non sanno gua rda rlo

,studia rlo ed evitarlo .

« Epp ure , Antonio, io ti voglio bene ; ti amo

molto p iù di quando eravamo fidanza t i : e percons ervarmi degna di te compio il sacrifi zio dia llontana rmi a lcun tempo da Roma . N on vogliorenderti infelice . Le lagrime mi bagnano il viso,tutto il mio cuore ma è nec essa rio,è fa ta le doverc i la scia re .

Mi pa re di morire pensando a ciò , ma è necessa rio

,è necessa rio . Antonio

,caro caro ca ro ,

comprendim i leggi e rileggi inten samente ognimia pa rola

,e non darle u n sign ifica to diverso

da quello che il mio cuore le da.

Sen timi,sopra tutto

,sentimi come se io fossi

sul tuo petto e vi piangessi tutte le mie lagrime ;sentimi e com prendim i come qua lche volta mih ai sentito e compreso .

( ( Ti ricordi, la ma tt ina di Na ta le?

( ( Io p iangevo, e mi pa rve di vedere a nche ituoi occhi velarsi : fu in quel momento che iosentii di ama rti sopra ogni cosa a l mondo , e decisi di fare per te qua lche sacrifi zio e il sacrifi

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E d ebbe paura di ques ta sua oscura opera ;ma subito si rian imò pen sando che aveva scritt

la lettera col vivo sangue del suo cuore .

Poteva illudersi,ma e ra sincera : quin di

niente paura , avvenga quel che può avvenire .

La vita è di quelli che hanno il coraggio di compiere quan to si propongono . Però le pa rve inutile scrivere oltre ; le sembrava di averdetto troppe cose inuti li senza riuscire ad esmere tutto c iò che veramen te le turbinaval ’a nima . Scrisse solo qua lche a ltra riga .

rispondimi subito appena leggerai lasente . No

,non la sc ia p rima pas

qua lche ora . Quanto avrei da (1

non so,n on posso : ho il cuore troppo

soffro tanto . Perdonami,Antonio

,se

mento in cu i leggera i queste righe tidolore : vedra i poi che da ta le doloreu na gran gioia . Rassicu ram i dicendomicompreso e approvi la m ia idea . La ssù ,ritroverò tutto ciò che di noi è anda torito nella t riste prova di questi u ltimia spetterò la tu a lettera come u na sentenzt i sc riverò ancora ,

t i dirò o cercherò d iquello che ora mi gonfia i l cuore fino a far

soffri re davvero .

« Addio , a rrivederci : vedi , p iango già

sando a l bac io che ti da rò p rima di pa rDio

,tu non sapra i l ’angosc ia , l

’amore

,la

messa , la speranza che racchiudera quel b ac« Qua lunque cosa pen si d i me , An ton io ,

accusarm i di leggerezza : ricorda che iola tu a Regina , la tua stra na ,

la tu a ma

ma non ca ttiva , ma non slea le

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Finito di scrivere, ella piegò e chiu se la le ttera in fretta in fret ta , senza rileggerla . Aveva.di nuovo paura . M a poi pensò : pote va esserlesfuggito qua lche errore

,qua lche pa rt icella che

p otess e cambia re tutto il sen so d i u na fra se .

Sta ccò il lem b o ancora um ido della busta , ri

lesse,con d isgu sto e con paura , e non corresse

n iente , non aggiunse niente ma provò una t I ’

L

s tezza ancora più in ten sa A h,c ome era fredda

e sc ritta ma le quella lettera ! E ra lunga,treppo

lunga,eppure niente di quan to le f

remeva n el

cuore era pa ssa to su quei fogliett i inanima ti !Ed io pens o di scrivere u n romanzo

,u n

dramm a ! M a se non son o capace di scrivere nep «

pure una lettera ! M a egli capirà ugua lmen tepensò poi

,richiudendo la busta ; sono certa

che capirà E dove la metterò? D io mio, se egli,per esempio, la trova sse p rima della m ia par

tenza ! Che accadrebbe? Forse riderebb e ; men tretrovandola forse piangerà . A h

,ecco

,la

metterò, prim a di usc ire, su l suo tavolino . E s e

per un caso qua lunque egli torna sse indietro?

Con questi ed a ltri piccoli pensieri e con uncumulo di piccoli quesiti

,cercò di scaccia re la

tr istezza e l ’ inquietudine che l ’agitavano .

Cominciò a fa r la va ligia doveva pa rtire l’ indomani ma ttina col diretto delle n ove e nonaveva ancora prepa ra to niente . Tutto il lungopomeriggio era pa ssa to mentre el la scriveva .

Che fa rà egli,dopo

?s’ostinava a pen

sare . Terra poi l ’appa rtamento? E la serva?Mi tradirà?No

,non m i trad irà ne sono sicura .

Io dico che tornerà. a vivere presso la madre ei fra tell i . Purché non lo sobill ino po i contro d ime . Forse afiitterà qu est

’appa rtamen tino , mo

DELEDDA . Nosta lgi e .

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«biliato com ’è . Quanto gliene da rann o ? Centol ire? M a no, egli è un po

’ sentimenta le gli d i

spiacerà. che gente estranea , forse volga re, ven

ga a profana re il nos tro nido,c ome egli d ice .

E a me n on dispiacerebbe? Sciocchezze,fra si

stupide ! I o qu i ho tanto sofferto : questi mom ili , quei due tappeti con quei cani sono od i osi .

Non voglio più vederli… Eppure !… Ba sta,Re

gina,sei una stupida

,stup ida e

E del mio c orredo che ne fa rà? Lo porteràa ca sa sua? Ebbene

,cosa mi imp 0 1t a? Faccia

egli quel che crede .

Di tra tto in tra tto l ’assaliva un pensiero , chetante a ltre volte l ’avea tormenta ta . E se eglinon perdonava? Come andrebbe a finire la lorostoria? M a no

,sciocchezze ! Egli non poteva non

perdona re ; tutt’a l più sa rebbe anda to a rag

giungerla per persuaderla o costringerla a ri

torna re .

M a ella resisteva e lo Ella viveva gia. quel momen to

,e gia provava lo stra

del nuovo addio .

Intanto aveva riempita la va ligia ; ma noera contenta dell ’opera sua .

Che cosa ama ra e cretina è la vita ! Adde sempre addio

,fi no a ll’addio definitivo del

morte . La morte,

pen sò poi, vuotando la vligia e rimettendo in nuovo ordine la robPoichè dobbiamo morire

,perchè procura rci

ta nt i dolori inutil i? Perchè vado via , ora? Tan

to,i l tempo passerà egua lmente . M a appunto

perchè si deve morire bisogna pa ssa r la vita ilm eglio possibile . Uno o du e a nni pa ssano p re '

sto,mentre tre nta o qua rant ’anni sono lunghi .

E in due anni… Ebbene , pensò ancora , pie

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Rispondim i,dunque ! Cosa fa resti?

M a… perchè ti vengono sempre questeidee? E se ti vengono queste idee perchè pa rti?Ecco chiuso . Dove son le cinghie? egli chiese ,sollevandosi .Ella lo gua rdò

,così a lto

,così bello , così

dritto davanti a lei,con le labbra fresche come

un frutto appena colto e gl i occhi luminosi , nel .

la luce rosea del tramon to .

Domani sa remo lontani ! ella disse,get

tandoglisi perdutamente a l collo e baciandolecon u na specie di del irio . Non mi tradira i

,

di ’ , non mi t radira i? Dio mio, se non ci vedessimo più !

Mi vuoi dunque bene?

Tanto,tanto

,tanto .

Egli la vedeva impa l l idire e t rema re , e lastringeva a sè e perdeva anch ’egli la coscienzadi sè ste sso , preso dall’impeto di pa ssione e dipiacere che lo inebbriava ogni volta che Reg1 nagli dimostrava la sua tenerezza .

Si scambia rono dei baci che avevano un ar

dore amaro,un occulto sapore

nello stesso tempo u na voluttà ineffabile . Regina piangeva Antonio diceva del le cose insensa te , e la pregava d i non partire .

Poi risero entrambi .Se non pa re che tu debba pa rtire per il

p olo Nord ! disse Anton io . Hai pianDopo tutto, un mese pa ssa prest

Verrò presto, po i : verso quest

’ora andremoba rca , quando il Po e tutto rosso .

Se non avviene lo scontro ! ella d'

crudele scherzo . Ecco le cinghie st

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PARTE SECONDA .

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lucciola errante , o ra le sembrava d i aver riporta to sull ’a rgine solo il suo corpo stanco esofi erente . L ’

anima volava via,se n e andava

a Roma ! Che faceva An tonio a quell ’ora? Soffriva molto? Sentiva egl i l ’anima di sua moglie stringerl o tenacemente p iù che non l

’aves

sero ma i stretto le sue braccia? Le avevascritto? Antonio

,Anton io ! Attraverso l ’odore

del l ’erba , cioè a ttraverso tutt i i ricordi e tuttele senzazioni che qu ella frag ranza le ridestava .

ella sentiva il tenero , lo specia le profumo« come di fiori bruciati » che emanavano i ca

pelli di lui . Lagrime a rdenti le sa l ivano agliocchi . E ra a l lora ch e improvvisamente ta ceva ,

col pensiero sma rrito in u na lontananza triste .

E ra già pentita della l ettera , o a lmeno di

averla scritta troppo p resto . Potevo in tuttii ca si scriverla qu i ! Egl i avrebbe meno sof

ferto pensava,per nascondere a sè stessa il

suo pentimento .

E il maestro? E Gabri e G abrie? domandò , pa ssando davanti a Fossa Cap ra ra , lacu i chiesetta bianca si distingueva n ettamente ,a rrossa ta da l la luna…, fra l

’ombra dei platani .Al di la del l ’a rgine , a ttraverso i sa l ici a rgentei,il fiume bril lava come u n vetro an tico leggermente ossida to .

Toscana e G igi scoppia rono a ridere insieme ,un po ’ gofi amen te , ma ent rambi beffa rdi .

Che c ’è? Perchè ridete così?

I l giovinetto soffocò la su a risata ,ma To

scana rise ancora più forte .

M a che c ’è? Riprende forse moglie il

maestro?

Lu e l vorf es, se,ma li doni Il na l veu l

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mia,carp a d la marlasca . (Lui vorrebbe , si , ma

le donne non lo vogliono , corpo dissePedrin

,voltandosi u n po

’ di fianco , e m isch iandosi nei discorsi dei ragassi

Vogliono venire a… a Roma , G abri e G abriel disse a lfine Toscana . I l fra te llo ricominciò a ridere .

Perchè vogl iono venire a Roma?

Gabri per cerca re un impiego e a iuta renegli studi Gabrie che vuol diventare professoressa

Ah,ah ! ah !

Risero tu tt i e qua ttro , ora,e Regina dimen

ticò per u n momen to la sua angoscia ,tanto la

divertiva il pen siero dei due raga zzi che progettavano d ’

anda re a Roma,così

,sen za soldi

nè a iuti,come se si tra tta sse d ’

anda re a Via

dana .

E il maestro cosa dice?Lui è matto

,intervenne ancora Pedrin .

volgendo la su a faccia grande , rossa e t ranquilla come la luna . E l d iss ch i vaga ma

ga ri a pe : i d ren ta rà na gran roba . (Lui dice :vadano pu re , anche a piedi : diventeranno grancosa ) .

G igi s’animò e cominciò ad i mita re Gabri

che aveva la voce na sa le :Potremmo anda re a Milano ; ma la non

c ’è l’Università femmin ile , come c’è a Roma e

a Firenze : andremo a Roma perchè è capita led ’I talia . Io fa rò il tipografo, e Gabrie studierà .

E Toscana imitò la voce d i G abrie :E mio fra tel lo

, poi, stampera i miei l ibri !Raga zzi , mi pa re che sia te un po

’ invi

diosetti ! — d isse Regina .

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Oh ! essi esclama rono,colpiti sul vivo .

Infa tti G ig i voleva presto anda re a Roma,

pe r studia re, e Tosca na , che aveva una bellavocina di mezzo—soprano , sognava an ch ’essa direca rsi p resso la sorella per apprendere ilcanto !Regina diventò pen sierosa ,

indovinando isogni dei fra tell i e dei loro amici

,e ricordando

le sue il lu sioni . M a volle scuotersi ancora da l lat ristezza

,da l rimorso e da l presentimento che

sempre p iù l ’opprimevano .

E tu,Pedrin

,non vu oi ven ire a Roma?

Puoi condurre Gabri e Gabrie nel tu o ca rroz

zino !0 11 ! io andrò a Pa rigi rispose tranqu il

lamente l ’uomo , non più giovine .

G ià,mi ricordo , volevi anda rc i da l l

’a nno

scorso ; dicevi che avevi i soldi .Li avevo e l i ho ; ma mi fa fadiga speu

derl i ! C ’è la mio zio che mi scrive semp re : evien i

,e

Regina non a scoltava più, còlta da una dolcezza ,

a ttesa eppure improvvisa ,che le ram

moliva il cuore ma la to,come u n ba l samo la

p iaga . Ecco là,in fondo

,dietro gl i a l beri neri

del viassolin 1

) il villino bianco : un lume brillava ad u na finestra . S

’udiva già la voce sore

pola ta » delle rane che can tava no nel fosso davan t i a l viottolo .Le ombre d i due persone , unuomo e una donna , s

’a llu nga rono sull

’a rgin e ,

e u na voce,

a l tissim a, p rolunga ta ,

risu onò

echeggiando,come la voce d ’un viandante che

chiama sse il po rtin cr da l l’una riva a ll ’a ltra ,

per t rag itta re il fiume nella sua ba rca

Viottolo .

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cercava di spinger l’a l tro sulla china erbosa

dell ’a rg ine , ed anch ’essa si mise a correre incontro a l la madre . Si abbraccia rono senza parla re

,poi la signora Tagliamari chiese notizie

di Antonio .

Credevo che venisse anche lui . M a dav

vero,come sta i tu? Non è nata a lcuna questione

tra di voi?

Oh,no ! esclamò Regina . Egl i non è

potuto venire ora , come vi scrissi . Io avevo un

po’ di pa lpita zione di cuore ; perchè abbiamo

più di cento gradin i, da scendere e sal ire due

e tre e qua ttro volte al giorno ! Allora Antonios ’è messo in pensiero

, per me , e mi h a condottoda uno specia li sta , un medicone che ha volutodieci l ire per mettermi un piccolo imbuto nerosul petto . « L ’

a ria na tiva ! » h a subito detto .

« Qua lche mese d ’a ria na tiva ! » ( ) ra però sto

bene ; m’è qua si pa ssa to . Sta rò qu i un mese ,

due a l più . Antonio verrà a.

Madre e figlia pa rlavano in dia l etto , è sigua rdavano intensamente in viso . La luna

,ora

a l ta e bianca sul cielo fa ttosi chia ro , le il luminava di fronte . La signora Caterina , che nonaveva ancora qua ra n tacinque anni

,pa reva la

sorel la maggiore di Regina,tanto le ra ssom i

gliava . E ra anzi più rosea , p iù fresca ,coi

grandi occh i innocenti più seren i d i quell i diRegina : tuttavia a questa pa rve molto invecchia ta , e vestita in modo qua si ridicolo , con u n

vest ito nero da lle maniche ancora sb u fi‘

an ti

sulle spa l le,che un anno prima le sembrava

molto elegan te .

Verrà a riprenderti,

ripetè la madre .

Così sono tranquilla .

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M a Regina si sentì stringere il cuore . Sa

rebbe venuto davvero Antonio? E se egli invece

, ofi eso a morte,non veniva? M a no

,nep

pure a pensa rci .Prim a di percorrere la breve fuga a ssiepa ta ,che dal vill ino conduceva a ll

’a rgine , el la si

fermò a contempla re il bellissimo pa esaggiofluvia le il lumina to da lla luna . Pa reva che unvelo si fosse solleva to : tutto ora appa rivachia ro e puro ; l

’a ria era diven ta ta fresca e tra

spa rente come un crista llo . Si distingueva il

verde—nero dell’erba , il verde -grigi o dei sa licil ’acqua dei fossi r ifletteva la luna e i tronchichiari dei pioppi le cui foglie meta l liche ricamavano lo sfondo velluta to de l c ielo . I l villin o

,

bianco tra il verde ancora intenso del pra tointorno a l qua le pa reva che la

'

'

vite slancia ssei suoi festoni da un a lbero a l l ’a l tro , insegu endosi e a llacciandosi per u na silenziosa danzanotturna

, appa rve piccino piccino a colei chetornava da lla città delle ca se enormi . M a il

paesaggio, va sto e circola re come l’a lto mare

veduto da un piroscafo viaggiante,

e il

grande fiume pa terno,spa rso di isolette fan

tastich e , chiuso da linee solenn i di boschi,e

l ’orizzonte , in fondo , con qua lche torre biancasfumata nel vapore luna re

,le a lla rga rono

l ’anima con la loro pura immensità .

Gruppi d i lucciole luminosissime a ttraversavano l ’a ria

,simil i a p iccole stelle fi la n ti : si

udiva lo scroscio de i molini ; si respirava la

frescura e la dolcezza dell ’acqua corrente .

Tutto e ra pace,t ra spa renza

,purezza . Eppure

Regina trovò qua lche cosa di muta to anche ne l

grande e seren o pa esaggio , come nel viso di

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sua madre , e nelle maniere dei suoi ca ri fratelli . No, n on era più que llo il pa esaggio

,e

non eran più qu e lle le persone care .

Scese la fuga , f'

a il can to del le rane ch e

raddoppiavan o le loro strida qua si sa lutandoil suo pa ssaggio

,e ricordò il giorno

,la ma t

tina umida e nebbiosa , in cu i e ra pa rtita conAntonio . Allora tutto era nebbia in torno

,ma

u na gran luce le rischia rava l ’anima ora tuttobril lava

,il cielo

,il fiume

,l e lucciole

,le foglie

,

l ’erba , l’a cqua dei fossi ; ma la nebbia era den

t ro di lei .Anche l ’ interno d el villino le pa rve cam

bia to . Troppo nude e disadorne le stanze . Oh,

Dio mio,come e ra piccolo e invecchia to il

quadro‘

de l Ba ra tta sopra il camino del sa lottoda pran zo !Non e ra pm qu e llo .

Visitò la cucina : il ga ttino nero gua rdava ,davanti a l focola re u na fetta di polenta studia

(a rrostita sulla brage) , la domestica prepa ravale taglia telle niente era muta to, eppu re tuttopa rve nuovo a Regina .

Dopo il pa sto , abba stanza a llegro e chia ssoso , ella uscì , e n onostan te la stanchezza chele fi accava le membra ,

percorse un gran tra ttodell ’a rgine . I l fra tello Adamo e la sorellal’

accompagnavano ,m a ella si sentiva sola e

t riste . E gli e ra l ontano , e occorreva la su a

presenza per riemp ire la solitudine meravi

gliosa di quella notte sempre più lumin osa e

pura . ,Che fa ceva egl i a quell ’ora? Anche le

notti di Roma,agl i u ltimi d i giu gno , sono a ssa i

dolci e penetranti . Regina ripen sava a lle u l

time pa sseggia te serotin e fa tte con An ton io su

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vecchia pietra ella pensò,scendendo per

se ntie rolino pieno del ricordo di lu i .

Si fermò un momento fra i sa l ici esagme nte cresciuti

,poi s

’avvicinò a l l ’acqua

d ’un bianco a zzurro lucente a lla lunaanche la riva , davanti a lla qua le i l Podeposta un ’ isoletta nuova , tenera ecome u n dolce di cioccola tta , anche la ripa rve cambia ta .

Adamo e Toscana s’a vvicina rono a lla

e la fanciulla si mise a canta re : la su a

tremolava nel sil enzio luna re simile a l

gh eggio d’un usignolo . Non seppe perchè

,

gina ricordò la prima sera ch ’era sta ta (1

prncipessa , e la voce della vecchia signoracantava

A te , o

Come quel mondo era lontano ! Tanto lotano

,che ella forse non l ’avrebbe rived

ma i p iù .

E ciò non la turbava,orama i ; perchè

quell’ora luna re

,davanti a lla purezza

fiume e del pa esaggio na tio , l e pa reva d i

sersi sveglia ta da un sogno dannoso d i

briaca ; ma ciò che la tormentava era il

bio,la paura di non riveder mai più le

del su o triste sogno,perchè An tonio non

rebbe mai più venuto a rip renderla e ric

durla in quel mondo lontano .

M a i più ! Pa sserebbero i giorn i, i mes i,anni . Egl i non verrebbe mai . M a i

, nè doptre a nni indica t i da lei , nè dopo dieci , nèventi anni .Perchè non aveva ella ma i pensa to

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itava sordamente la sua fuga comeche anela di la sc ia re la gabbia senzasi dei peric oli a cu i si espone ?

l o sapeva ? Sappiamo n oi ciò che pene sentiremo domani?n ostra vita è tutta u n triste sogno,

pensava Regina, gua rdando come a ffa scina ta

lo splendore dell ’acqua corrente . Io ho so

gna to,io sogno ancora : anche il m io cre

scente terrore , la pau ra dell ’oblio o dell’

od iodi An tonio, è forse u n sogno ma ligno . Che ac

ca drà ? N e so niente, io ? e se il mio timore s

’avvera ?

Che fa rò io ? Anche qui non c ' e piùposto pe r me . Tutto è mu tato : ogn i cosa ha

una voce di diffidenza per me . I l m io vecchiomondo

,che io ho tradito

,o ra mi respinge . Ed

io… io non avevo preveduto ciò ! Andiamo !disse

,scuotendosi e ritornando verso l ’a rgin e .

Camminò a testa china , pensando che certamente s

’ingannava . No,il suo vecchio mond o

non poteva tradirla ; e ra troppo vecchio percommettere simile perfidia .

Certo,qui la vita è diversa , ma m i ab i

tu erò ancora . Domani,a l la lu ce del giorno ,

quan do sa rò riposa ta,rivedrò le cose nel loro

dolce a spetto .

Ma intanto non osa va sollevare gli occhi pe rnon rivedere il sa lic e che aveva protetto il loro

primo ba cio .

Toscana la seguiva ca ntando ; Adamo, la cu i

macchietta nera si disegnava sullo sfondo lnmimoso del fiume

,si divertiva a grida re :

Anton io ! An ton iooooo .

L ’eco ripeteva la sua voce sonora . E Regina

DELEDDA . No sta lgie .

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a ffrettò ii pa sso pe r na scondere a l la sorella lesue lagrime cocent i . Ah

, egli non rispondeva ,egl i non avrebb e risposto ma i più !

M a i l sole dell’ indomani dissipò le paure infantili

,i terrori

,i rimorsi di Regina .

Oggi o domani riceverò la sua lettera, po

vero Antonio ! pensò ella svegliandosi nellasu a antica camera

,la cu i finestra dava verso

l ’a rgine .

Una rondine,che u sava dormire sul ferro

delle tendine,svolazzò per la camera e andò a

p icchia re col becco su i vetri chiu si .Regina senti u na gioia profonda nel riveder

la rondine ; si buttò da l letto , aprì la finestrae la visione del paesaggio accrebbe la sua

gioia : a l lora ella,qua si spinta da un impulso

irresistibile,scappò di ca sa e corse pei campi ,

immergendosi come in un bagn o inebbriante diverde

,di sol e

,di rugiada . Vagò pe i viottol i co

perti d ’erba,a l cu i ing resso due pioppi gigan

teschi ergevano le col onn e dei loro … tronchibian chi e mescolavano l e cime in un culminetremolante ; e pa ssò lungo i fossi popola ti difamiglie d ’

anitre tranquille . Le chiocciolinestrisciavano , la sciando sul l

’erba le loro traccea rgentee : i picchi , rifugia ti su i pioppi, pa

reva segna ssero col loro p icch iettìo il ba tterdel tempo nella serenità del lo spazio e dellasolitudine .

Come la sera a lla luna , ora ogni fi lo d ’erba , .

ogni fogl ia,ogni sa ssolino bril lava a l sole : il

fiume proseguiva il suo corso maestoso , sol

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Que llo , s i,è un monumento ! ( ih

,brava la no

stra Regina : lei avrà visita to tutti i monumenti del paganesimo e del cristianesimoavrà veduto le opere di Michelangelo B uona r

roti . Oh , Roma ! Si, io voglio che i miei figlivada-no nella Roma

Papà ! disse G abrie , che gua rdava R e

g ina scrutando se el la…si bed ava de l maestro .

M a Regina restava u n po ’ fredda ,un po ’

in

diffe ren te, e ques to contegno intimoriva a l

quanto la futu ra professoressa .

Più ta rdi venne anche u na signorina nobiledi Sabbioneta

,dal viso pa l l ido e i capelli neri

acconcia t i a l la Botticella ; u na bella figu rinasottile , vestita elegantemente, in guanti bianch i e 1 11 sca rpine chia re dal tacco a l tissimo .

G abr ie,Toscana e que sta signorina avevano

circa la stessa età,

i diciotto anni acerbi edesperti di tutte le studentesse , ed eranoamiche intime ma Regina s

’accorse subito che

tutte e tre si invidiavano e qua si s’odiavan o

cordia lmente . La signorina nobile si davadelle arie

,e faceva della ma ldicenza in modo

squisito .

Che tacchi , Dio mio ! disse Gabrie,a lla

qua le non sfuggiva niente . Ora non usan opiù così .

N ell’alta a ri stocra zia usano sempre,rispose l ’a l tra con degna zione .

Poi si pa rlò di u n p iccolo scanda lo accadutoil giorno prima fra due signore di Sabbioneta ,

che s ’erano ingiu ria te per la strada .

Mogli d ’impiega ti ! disse la signorina

con disprezzo . Due dame dell ’a lta a ristocra

zia certo non si sarebbero comportate così !

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M a,

diss e Regina , dove le h a i conosciuto tu le dame dell ’a lta a rist oc ra zia ?

Oh,se ne vedono dapertu tto !

Senti,se tu avvicina ssi davvero u na dama

dell ’a lta a ristocra zia ed essa si degna sse gua rda rt i

, tu resterest i gela ta per il terrore e l’n

m iliazione .

Le a lt re ragazze comincia rono a ridere pazzamente : il ma estro domandò °

Dica,Regina

,conosce lei la duchessa Co

l onna d i San Pietro?

E chi lo sa ! Ci son tante duche sse a Roma !

Per questa gran dama abbiamo u na rac

comandazione da u na signora di Pa rma .

Papà ! gridò Gabrie , rossa di collera edi fierezza . Io non ho bisogno di raccoma n

da zion i ! Che possono fa rmi le grandi dame?

—.Figliuola m ia ! disse Regina con pietà

iron ica . Son loro le padrone del mondo , eQua lcuno b a ttè forte a l la porta . Regina s

in

te rru ppe e impa l lidi l ievemen te , c redend ofosse il fa ttorino b iciclista che u sava d istri

buire i telegrammi ne i paeset t i tra Viadana eCa sa lmaggiore . No , non e ra lu i .La sera cadeva ; il c ielo tingeva si d

’un rossoa rdente . Le tre amiche u scirono

,e R egina ri

ma se vicino a l la fi nestra scru tando le lontamanze dell ’a rgine in a ttesa del fa ttorino b i

cicl ista .

In fondo al sa lotto,i l ma estro e la sign ora

Tagliamari chiacchieravano tranquillamente ,ma di tan to in ta n to r ivolgevano u n o sgua rdoa Regina

,della qua l e vedevano l ’ inqu ietudine

e la t ri stezza che ella , d‘

a l tronde,non cercava

nascondere . Il maestro pa rlava ad a l ta voce

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perchè ella udisse , raccontando i progetti e isogni dei suoi figl iuoli .

Insomma , bi sogna che lavorino e che siconqu istino il mondo

, giacchè vogliono conqu i

sta rselo . Che fa rebbero qui? La ma estra? I l

ma estro? Gra zie tante !M a non le dispiace manda rl i lontani) ?

Queste non son domande da fa rsi , signoraCa terina ! Son le viscere che si distaccano ,quando i figli si dista ccano da i genitori . M a i

genitori hanno messo al mondo i figl i per fa rlivivere e non per vederseli vegeta re d

’a ttorno .

Anda te,anda te

,figl i miei

,aggiunse il mae

stro stendendo le bra ccia,

con infinita tenerezza

,i l nido resterà deserto

,e il vecchio ge

n itore fi n irà t ristemente i suoi giorni , comedel resto l i h a comincia ti ; ma nel cuore , si

ga ora Ca terina,ma nel cuore egl i avrà l ’ im

mensa gioia di dire : io ho fa tto il mio dovere ,io ho insegna to a i miei figl i a vola re . Così avessero fa tto con me i miei genitori ! Ah !Regina gua rdava sempre fuori ; udiva l e

chiacchiere del maestro , udiva le risa te e levoc i fresche delle tre fanciull e che pa sseggiavano sull ’a rgine

,e vedeva il cielo impa ll idire ,

fa rsi d iafano , roseo , poi qua si verdognol o , con

p iccole nuvole viaggianti che pa revan o unostormo d

’u ccelli violacei . Ella cominciava a

p rova re u na i rrita zione sorda ,indefi nita , non

sapeva perchè . Forse perchè le t re fanciu ll eridevano e gridavano troppo , forse perchè il

maestro diceva delle sciocchezze , forse perchèil fa ttorino non appariva nel le lontananze deserte del l ’a rgineI l maestro t ra sse d i ta sca un taccuino CQ

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dove i poveri sono inghiottiti come fuscellinida i vortici lucenti del fiume , ma negl i occhiscia lbi dell ’um ile in segnante vide tan ta lucedi tenerezza

,di sogni

,di rimpiant1 che ebbe

pietà e non osò togl iere a l povero la sua unicaricchezza : l ’il lusione .

E così brutto non il ludersi più ! dissefra sè

,men tre p en sava che per quel giorno il

telegramma d ’Antonio non sa rebbe più a rriva to .

Col cader della s era la riprendevano i terrori puerili

,i pensieri deformi : l ’ombra l ’av

volgeva l e creava intorno un ’a tmosfera gla

cia l e ove tutto e ra t ristezza , mistero , vertigine .

Le pa reva d ’essere sospesa , così , sotto un cielocrepu scola re

,diretta verso un pa ese introva

bile . come le p iccole nuvole che ra ssomigliavano ad uccel l i violacei , migranti senza speranza di r iposo . I l mondo antico , a l qua le era

torna ta,l e appa riva piccolo , t riste

,n oioso .

N on ci si stava più bene . M a fina lmente ellaconfessava a sè stessa u na t riste cosa : e ra lei

che era cambia ta,non il suo vecchio mondo .

Quella notte sognò di trova rsi sull ’a rgine , incompagnia di Marianna , la signorina di ma

dame M aku line . Ma rianna era venuta a prende rla per ricondurla a Roma .

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Monsieu r An tonio è terribilmente a rra bhia to, le diceva in francese : è venuto damadame e le h a raccontato tutto, e si è fa tto

p resta re diec imila lire pe r me tter su un bell ’ appa rtamento . Poi m i h a manda to qu i perpersuadervi di ritorna re °

rous re t i endrez,

n’est -cc pa s

Nel segno Regina tremava di rabbia controsè stes sa e d i umilia zione e camminava a pa ssirapidi , diretta a Viadana

,donde voleva spe

dire ad Antonio un telegramma fulminante .

Egli avrà ancora i dena ri , diceva sin

gh iozzando . Voglio che li restituisca subit o .

subito , subito . Io non voglio niente : t orneròsubito

,tornerei anche se egli fosse più povero

di prima,a nche se dovess imo anda re ad ab i

ta re u na

E camminava , camminava , come si camminain sogno , sforzandosi inutilmente a correre ,presa da un dolore indic ibile . La notte ca lava ,

la n ebbia cop riva i l fiume : Viadana sembravasempre più lontana .

Ma rianna correva d iet ro Regina ,raccontan

dole d ’aver incontra to 1n via del Tritone quel

pompiere che l ’aveva sa lva ta da l l ’ incendio a

Odessa .

E ra t ravestito da prete . M a un civettone !Figura-tevi

, sotto la sottana aveva. u n desso usdi seta con tre volanti

,che facevano un

diceva ridendo . I l suo ri so ca tt ivo e sa spe

rava Regina fino a l lo spa simo . Le pa reva cheMa rianna ridesse ,

non p er il pompiere , ma perun ’

a ltra causa ignota , misteriosa spaventosa .

Si svegl iò e l ’ impressione disgustosa le perdu ròlunga ora ,

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Non potè riaddormenta rsi . E ra notte ancora ,

ma già si udivano, nel silenzio an telucano,i

primi rumori , i p rimi segni della quieta vitacampes tre : un .tintinnar di sonagli tremolavasul l ’a rgine, a l l ontanandosi sempre più

,e la

nota a rgentina,insistente

,infant ile

,pa reva a

Regina d ’una infinita,infinita melanconia .

Mille ricordi le a ttraversavano la mente,in

sistenti, pueril i e melan conici come quella pic

cola nota a rgentina .

Tutta la m ia vita è sta ta inutile,

pensava ed o ra o ra che avrebbe potuto avereuno scopo

,e ra l ’ho butta ta via come uno strae

c io . M a che scopo poteva avere? si chiesepoi . Ebbene

,e quello di creare u na famiglia

non è uno scopo? Tutto è rela tivo : la buonamoglie

,creando u na buona famiglia ,

contrib u isce a l la perfezione della società quanto puòcon tribu irvi u n lavora tore o un mora l ista . Ioho fa tto dei sogn i vani

,null ’a lt ro . Ricordo il

sogno fa tto la seconda notte del nostro a rrivoMadame M aku line mi aveva la sc ia to un ca

Ad un tra tto senti un piccolo fru sc io e ungemito appena perce ttibile , ma tenero , emessoqua si in sogno da un essere minuscolo .

È la rondine? Sogna anch ’essa? Sognano epensano gli uccell i? Credo di si . Perchè an

ch ’essa è sola? E lu i?

Improvvisamente provò un impeto di gioia

pensando che quel giorno le sa rebbe a rriva tala l ettera di Antonio .

Le ore pa ssa rono . Pa ssò a nche l ’ora nellaqua le soleva a rriva re la posta e la posta nonarrivò . Regina se ne andò pe i campi : vole

fa

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accetta . Ecco là un quadrifoglio . Sì,è c osì

,

egliS i cu rvò

,ma non colse il quadrifoglio . Che

doveva fa rsene? L ’ idea che Antonio non soffrisse e non cerca sse in tutt i i modi di riprenderla con sè , di rimprovera rla , fa rla soffrire ,accarezza rla

, da rle l’emozione di un dolore e di

un amore dispera ti,la urtava e la ra ttristava .

Egli non scrive,non scriverà , ma verrà

,

domani , posdomani ; appena potrà . Che fa ròio rivedendolo?

La gioia di questo pensiero le faceva diment ica re ogni a ltra cosa

Egli non sc riveva,non veniva .

I giorni pas savano ; l e ore pa ssavano, l en tee crudel i .Nella su a a ttesa sem pre più an siosa

,Regina

si meravigl iava del presen timento avuto fin da lla p rima sera del suo a rrivo : che Antonio nonle sc rivesse più . Poi si acc orse che sua madre .

non vedendo a rriva re lettere di lu i,la gua r

dava con i begl i occhi , di solito sereni , ora tu rba t i e inquieti ; e u na ma ttina finse di anda reincontro a l post ino

,e di ricevere u na lettera

di Antonio .

È indisposto : ha la febbre , disse , rientrando in cucina con u na busta in mano . La

signora Ca terina tagliava con le forbici il ventre a rgenteo di un pesce del Po ; sollevò appe nagli occhi , ma Regina si accorse subito che ellanon credeva a lla su a menzogna . Lo sgua rdo fugace e t riste di su a madre la tu rbò fino al pro

fondo dell ’anima ,

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I l pesce a rgenteo,nelle cu i viscere squa rcia te

si scorgeva un a lt ro pe sc iol ino nera st ro,le ri

cordava i p rogetti di Antonio : « andremo inba rca , a pesca re , nelle belle sere rossee tutta la tenerezza straziante dell ’ultimo pomeriggio pa ssa to a ssieme .

Sa lì nella sua camera e scrisse a suo ma

rito u na lettera , nella qua le l’orgoglio n on le

permise di esprimere il suo vero pen siero, ma

fra le cui righe si leggeva tutta l ’ inquietudine ,la paura , il pentimento che la pungevano .

E i non rispose .

Che fosse ma la to davvero? Ch e ‘ faceva? E ra

ritorna to presso la su a famiglia? Una sera Regina pensò di scrivere ad Arduina per aver not izie di Antonio ; ma subito ebbe vergogna diquest ’ idea . No

,tutta que lla gen te , tutta quella

gente che A nton io aveva avuto l ’infelice ideadi mettere fra loro n e i p I

1H1 1 g1orn i del loroa rrivo

,tutta qu e lla gen te , forse causa prima

della loro presente inf elic ità,le ripugnava e le

era odiosa .

G li sc ri sse ancora Antonio non rispose .

Allora Regina sentì qua lche cosa sca t ta re violentemente entro di lei : e ra il suo orgoglio .

Le pa rve che Antonio avesse indovina to il su ointimo dramma di rimpianto e di rimorso

,e 0 1

trepassasse i limit i nel ca stiga rla .

Egli abusa di me ma vedremo chi è il piùforte .

« Antonio, gli scrisse,

son qui da duesettimane che a spetto e soffre . Non capisco il

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tuo silenzio, poichè se ' tu non avessi capito lalettera che ti lascia i a Roma

,non mi avres ti

perdona to e mi avresti scritto (ch i non per

dona non può non dirlo) e se l ’avessi ca

pita e mi avresti perdona to, o meglip avrestia cconsentito a quanto io ti dicevo, mi avrestiscritto l o stesso . Non credo poi che tu possaes ser ma la to, perchè qua lcuno dei tuoi me neavrebbe avvertito . I l tuo proced ere è a ssai strano, ed orama i p iù che addolora rmi mi offend e .

Sono forse una bambina , che vuoi castigarmi

così p uerilmente? I l mio è sta to forse un ca

priccio , ma bada,non un capriccio da bambina

è sta to uno di quei capricci che ca stiga ti tropposeveramente possono diventa r fa ta li. Antonio,non credere poi che il tuo silenzio mi induca a

ritorna re pres so di te come un cane frusta to ;se credi ciò

,se

,avendo capito la m ia pa ssione

per te,credi di poterne abusa re, t i sbagli .

« Io non tornerò mai presso di te senza untuo richiamo

,e che questo ritorno sia pros simo

0 lontano dobbiamo deciderlo a ssieme . O scrivimi o vieni . Se fra otto giorn i non mi avra irisposto io non ti scriverò più ; più , finchè nonm i avra i scrit to tu . M a non so se a llora la miarisposta potrà essere come potreb be essere ora .

Dopo tutto,Antonio

,siamo ma rito e moglie ,

non siamo due am anti che posson permettersitutti i giochi e le sorprese di u na pa ssione forsedestina ta a perire e a diventa re per loro unr icordo . Noi s iamo lega ti da doveri e da vincol ipiù seri

, più profondi e più tragici , forse , diu na pa ssione . Se sono sta ta (ammettiamolopure) leggera o romantica io , non è u na ra

gione perchè debba esserl o anche tu . E se vuoi

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provengono da i p untigli, da l l’orgoglio d i non

volerc i c ontraddire,come dovremm o e come

spesso vorremmo .

Eppure ! con tinuava a pen sa re,un po ’

stupita di sè stessa . E strano . Un mese fa,

quindici giorni fa io ero un ’a lt ra ! Perchè

,come

ho muta to cosi? Eccomi pronta a la sciare senzarim pianti questo mondo che m i a ttirava tantoeccomi pronta a seguire mio ma rito ed a ri

prender con lui u na vita monotona e modes…che odiavo e che ora non m i spaventa più . E

l ’amore per Antonio? Sì,è ciò ; ma è anche

qua lch e a ltra . cosa,che non riesco a capire . E

non voglio capirla ; non voglio tormenta rmi oitre : voglio convincermi solamente che la felic ità è nell ’amore

,nella pace domestica , nel

quadro della vita,non nella cornice di questo

quadro . M a come sono mu ta ta ! Se leggiamo inun romanzo questi misteriosi

,rap idi cambia

men ti di spirito,—c i sembran o inverosim ili ; ep

pure sono così veri . Che cosa strana è l ’anima

nostra ! Bas ta,non pensiamoci p iù . E gli viene

ecco tutto .

Camm inava , camminava , ana l izzando e nellostesso tempo godendo la_sna gioia . Con tenerezza soave ricordava gli occhi

,la bocca

,le

mani di Anton io . Suo ! Suo ! Suo l ’uomo giovane

,aman te

,suo anima e corpo : ed ella non

aveva ma i capito questa grande , questa unicafelicità .

Cammina,cammina , venne il tramon to . Seb

bene fosse a m e tà luglio , la terra rimaneva an

cora fresca,qua lche nuvola chia ra velava di

tanto in tanto il sole .

Su ll’a rgine bianc o orla to d’erba e d i trito

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glio,pas sa va qua lche gabbia il ca rrettiere

biondo cantava sereno come un bambino , leruote sollevavano diafa ne nuvole di polvere diun color lil la acceso da l tramonto .

I l gran fiume veniva da ll ’orizzonte t ranquillo

,svaniva nell’orizzonte tranquillo ; pa ssava

ca lmo,luminoso

,solenne

,e pa reva a nch’esso

felice e buon o nella coscienza della su a forzaonnipotente . La sua pace ra llegrava la su a

grande amante : la va lle immen sa . E la pac edella va lle immens a , la dolcezza degli orizzon ti

,tutta la grandiosa soavità dei paesaggi ,

dei boschi,delle rive

,tutta l ’ emana zione d i

grazia di quel lo che a Regina dava l ’ idea di"

un

D io tra sforma to in fi ume,compenetravan o l

a

nima di lei . Le sembrava d ’esser ridiventa tabambina . Tutto

,dentro e fuori di lei

,tutto e ra

bello,puro

,poetico : il ma le ed il dolore eran

migra ti lon ta no,porta t i via da lle a cque , fuggiti

al di la dell ’orizzonte .

Ad ovest il c ielo coloriva si di u n roseo vel luta to fosco ed a rdente : il Po ven iva di la sem

pre più rosso e sp lenden te , e sulle rive , verdee violaceo ; i boschi s

’a llineavano neri su quel lo

sfondo colora to,l ’erba odorava .

Tutto ciò e ra bell o,t roppo bel lo ; Regina se

ne sentiva qua si t riste,e fermandosi presso la

riva per gua rda re u na ba rca ca rica di genteche veniva giù da Cicogna ra

,si domandava se

tutto qu ell’incantes imo di pace non nascon

desse qua lche insidia,o se non fosse come le

isole fittizie coperte da boschett i evanescenti,

che i l fiume c ingeva am orosamente,pur riser

(1) Carro spec ia le in u so n el M an tovano pe r traspor

tare 1 covon i d i grano e le p annocch ie d i granotu rco .

DELEDDA . No sta lg ie . 1 1

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vandosi di ingoiarle a lla prima piena : a vede rle sembravan o isole incanta te e a metterci ilpiede c i si sprofondava nel fango .

Pochi distanti da lla riva,ove s ’era ferma t a

Regina , ga lleggiavano tre molini di legno an

nerito da ll ’acqua e dal tempo : u no di questimolini

,aveva spesso richiamato l

’a ttenzione di

lei per le rozze dec orazioni delle pa reti esteriori : pitture preistoriche

,rossa stre e turchi

nicce,raffigurant i u na Madonna

,un San G ia

como,un cespuglio

,u na ba rca . L ’

acqua verd e ì

a rgentea l o circondava,frangendosi contro la

ruota lucente . Ba rche ca riche di sacchi bianchia ndavano e venivano : sulla pia tta forma de l

molino a ppariva la figura bianca d el mugna ioe qua lche volta quella d ’una giovine d onna .

Regina aveva veduto spesso quelle due fi gu rei l mugna io vecchiotto

,ma ancora molto drit to ,

col viso sbarba to,sca rno e grigia stro, gli occhi

v—erdognoli socchiusi con ma lizia ; la giovinedonna pur essa con gli occhi chia ri socchiusi ,a lta e agile , molto gra ziosa non ostante il visotroppo rosso e i capell i troppo rossi , aru fi a ti .

Deve essere la figlia del mugna io, avevapensa to Regina . Deve fa re l ’am ore col giovane del moli no ; e la vita la ssù deve essere sem

plice e felice .

M a poi aveva saputo che la giovine e ra moglie del mugna io

,un beone geloso, il qua le te

neva la sposa sempre con sè su l molino ; edaveva immagina to un fosc o dramma svolgen

tesi nell’interno di qu ell’ab itazion e che ricor

dava le pa lafitte preistoriche, tra il fragoredella ruota che girava , girava , raccontando laeterna storia del dolore umano : il vecchio ge

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Come sta i? le chiese Regina,gua rdan

dola curiosamente .

Vedeva che il mugnaio non e ra poi tanto vecchio, nè la mugna ia tanto giovan e , come sembravano da l ontano . L ’ interno d el molino e ra

pulitissimo ; a i p iedi d e l letto d i a ssi bene inchioda te a rdeva il focola re ; rozze s toviglie , chepa revano scava te in qua lche terrama ra, s

’a lli

n eavano n ell ’a rmadio . I l meccanismo del molino e ra poi quan to di più p rimit ivo : du e grandi pie tre livide

,rotonde

,giravano u na sul

.l ’altra

,mosse da lla ruota : la fa rina scivolava

lenta,dora ta

,cadendo entro u n sacco . E la

ruota correva,correva

,ins eguita , sba t tuta ,

frusta ta da ll ’acqua rumorosa : ru ota ed a cquasembrava gioca ssero ad una lotta scherzosa in

appa renza,crudele e spieta ta in rea l ta.

I l vecchio J oach in prese la mugna ia per lespa lle e la scosse tutta

Presto, fa l i gnocchi, mugna ia . fa l li grandicome le tue dita .

Ella rise stupidamente,gua rdandosi le dita ,

davvero en ormi ; e subito dopo prese la fa

r ina e l ’impastò con acqua del Po .

Regin a,accorgendosi che la sua presenza im

pacciava la mugnaia uscì nel la p ia ttaforma , sedet te sopra u n sacco di fa rina e s ’imm erse nellacontemp lazione del t ramon to meraviglioso . I lsole sfiorava già il fiume , versa ndovi den tro una

gra nde colonna d’oro : ma verso il molino l’ac

qua cominciava a perdere i riflessi,e svan iva

g iù , ad orien te,

con pa l lori di madreperlabianca . Regina vedeva i vortici del fiume aggira rsi luminosi

,simili ad enormi conchiglie per

la te ; la ruota d ’u n molino vicino sven tolava

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nell ’acqua d ’ oro un grande ventaglio meta llico e le gocce che stillava ,

rifrante da l soleobliquo

,rifletteva no tu tt i i color i dell

'

iride .

I l mugna io s’avvicinò a l la giovane sign ora e

le si chinò sopra . E ra scalzo , con le gambe sottili ignude

,le braccia scoperte . I suoi occhietti

verdi ridevano ma liz iosi :Se mi permette le dic o due pa role , mor

moro rispettosamente .

Dite , dite .

Al lora egli l e raccontò m olte c ose in te res

san ti : per esempio,che aveva tutt i i denti , che

pagava cento l ire di ricchezza mobile . che la

ruota si fermava con u na corda,che la mugna ia

era una donna t im ida,paurosa

,e che era le i

a voler sta r sempre a ttacca ta a lle costole delma rito . Regina a scoltava

,un po

’ spiac ente cheil dramma da le i immagina to esistesse solo nel lasua fanta sia .

Ecco,

disse il mugna io , mentre non cessava di pa lpa rsi le bracc ia e di gra tta rsi unpiede con l ’a lt ro

,i o maga ri vorrei che la

mugna ia stesse u na qu indicina di giorni , o unmesetto

,lontana .

Perchè? chiese ingenuamen te Regina .

signora p roseguì l’a l tro ,

un po ’ imba ra zza to,gra t ta ndos i forte forte il

piede . Lei , anche lei , non h a figliuoli,vero?

E ne desidera anche lei? E ne avrà, vedrà. Ve

dra, ora , dopo un meset to che è stata lonta nada l suo Via

,venga c on me : le fa rò

vedere come si ferma la ru ota,

di sse poi accorgendosi che s

’era preso troppa lib ertà .

Regina lo seguì ; i l vecchiotto fermò la ruotacon la corda pregò l

ospite di tocca re la farina,

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la mola , i l sacco e nell’improvviso silenzio dellar uota si mise a ridere . senza un perchè .

Un den so fumo avvolgeva ogni c osa la mv

gna ia , rossa paona zza . cuoceva l i gnocchi, istu

p id ita da l la presenza di Regina le a ltre figuresi delineavano nere sullo sfondo dora to d ella

p ia tta forma .

I l mugna io gua rdava Regina e rideva ; e an

ch ’essa , ad un tra tto,senza saper perchè

,si

mise a ridere forte .

I l ca rrozzino sempre più sganghera to di l ’ etrin il G-liglo roteava per l ’a rgine silenzioso .

La notte era bu ia , ca lda ed umidaDopo aver chiacchiera to di cose indifferen ti ,

Antonio e Regina tacevano, qua si vinti dal silenzio della pianura e della notte .

Tacevano ma Regina pa rlava con sè stessacome le accadeva spesso .

Antonio è muta to ! No , questa volta io

davvero non m ’inganno : egli è muta to . Appenaè sceso dal treno mi h a abbra ccia to quasi fren eticamente . Pa reva avesse a vuto paura di nonritrova rmi più . M a p oi h a cambia to a spetto .

C ’è qua lcosa di tetro e di diffiden te n ei suoiocchi . Non h a più fede in me? Qua lche cosa cidivide

, ora . M a del resto doveva esser così . Eh ,domani sa rà tutto pa ssa to .

I l cuore le ba tteva u n po ’ troppo forte . A

un t ra tto ella prese la mano d i An tonio , e sen

tendola fredda ed in erte , provò di nuovo un

timore misterioso .

Ch e h a egli? Non mi perdona? pensò .

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e tutto olezzava . Anche da lla terra ca lda,dal la

sabbia umida , dai viottoli bagnat i di rugiada ,sa l iva un profumo eccitan te, un a lito silenzioso e volu ttuoso . Pa reva che dietro ogni siepevigilasse u na donna in a ttesa dell ’aman te

,e

che il suo desiderio e la sua gioia riempisseroil vuoto della notte ca lda e velluta ta .

Domani si farà la lu na,

disse Regina ,che non poteva a ssolutamente sta r zitta :'

così potremo godercela un po ’ . Quando son oa rriva ta io c ’era u na bella luna . Non è vero

,

Petrin?

I l ca rrozziere non rispose .

Dorme ! Fa remo un capitombolo,se Dio

vuole ! disse Antonio,secca-to .

M a no ; i l cava l lo è abitua to assicu rò

Regina . E certa che ora Petrin non la udiva ,

d isse , con voce tenera Gom ’ ero triste quellasera !

Perchè? chiese Anton io , qua si non ricorda sse più nulla di quan to era accaduto .

Re gina si volse di fianco,meraviglia ta

,fre

mente : non ne poteva più .

Antonio,

mormorò con un soffi o anc

lante, cingendogli il c ollo c on u n braccio ,

perchè sei così? Che h ai? Che h ai?

E me lo domandi? egl i mormorò , senzavolta rsi . E ra appena un soffi o , la su a voce , ma

un'

soffio dove Regina sentì imperversa re unuragano di rancore .

Tu non mi vuoi perdona re,

disse , stac

candosi da lu i . M a egli si era già volta to , e las tringeva nuovamente a sè, baciandola con u n

impeto.che a Regina pa reva più che di pa s

sione,di disperazione .

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In quel momento,la voce di Adamo risuono

sull ’a rgine :Anton iooo ! Reginaaa !

I l poderoso dorso di Petrin dondolo da de

stra a sinistra,e la fru sta fi sch iò .

Quel ragusa, disse il vettu rin o , con vocea ssonna ta

,pa rlando fra sè . M ’b a fa tto ciap

par pagu ra .

Antonio e Regina si divisero , ed ella a rrossinell ’ ombra , come u n

’innamorata . I l cuore leba tteva forte forte

,ma fra i suoi rintocchi di

gioia v ’erano vibra zioni di dolore .

D opo cena,come la sera in cui Regina e ra

a rriva ta , tutti , t ra nn e la signora Ca terina,

uscirono sull ’a rgine . Toscana e i fra tell i comincia rono i soliti giu ochi

,le solite corse

,e la sc ia

rono indietro la sorella ed Antonio .

Sì,

disse Regina,

m ia madre h a ra

gione . Ha i un viso ! Ha i avuto da vvero la

febbre?

Egli non rispose subit o : pensava,pareva

cerca sse il p rincipio di un discorso e non riu

scisse a t rova rlo .

Anche tua madre, però , mi sembra pa tita ,

disse a lfine . Che dispiacere devi averleda to

,Regina !Io? M a se non le ho detto ma i niente !Proprio?

Come , non mi c redi? M a se per sc usa re il

tuo silenzio le dicevo appunto che tu e ri ma

la to !Proprio? egli ripetè

,inc redulo . Ed

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io credevo che fossero sta ti i suoi consigl i a

meno a spra .

Meno a spra ! Cosa vuoi dire? ella chiesefreddamente .

Antonio dovette, a su a volta

,aver paura ,

dovette credere d ’essersi ingannato supponendo

Regina pentita e pronta a seguirlo, perchè fi

na lmen te s’animò, e trovò il principio del di

scorso che cercava .

L ’ora delle spiegazioni era giunta .

Regina non chiedeva di meglio , ma provavau na strana impressione

,o meglio s

’accorgeva

di non prova re tutta la commozione , la gioia . la

tenerezza che s ’era a ttesa da quel l ’ora . Soffrivainvece ; sen tiva che Antonio le aveva perdonato ,che aveva sofferto

,ed era venuto deciso di ri

prendersela a tutti i c osti ; che l’amava più di

prima,con vera pa ssione , a ttacca to a lei con

tutta la p otenza del suo cuore e dei suoi sensieppure n on era contenta . Qua lch e cosa l i divideva orama i

,più di prima , inesorabilmente .

Come un tempo,camminavano stretti al b rac

cio , con le dita intrecciate , eppure tutto u n o

spa zio era fra l oro,tutto i m immenso fiume

perfidam ente silenzioso , c ome il fiume che int ravedevano al di la del bosc o nero nella not ten era .

Però Regina,che senza dubbio era la più

perspicac e dei due,s’accorgeva benissimo di

u na cosa misteriosa un tempo era l ’anima su a

che sfuggiva a quella di Antonio , frappon endotra loro tu tto un mondo di piccolezze , di va

nità di desideri e d ’amb izioni ; ora invece era

l ’an ima di lu i che spinta da u na forza occultas

a llontanava da lei .

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il brutto scherzo che ti ho fa tto,mi vuoi più

bene di p rima?

Ella pa rlava senza troppa convinzione,ma

voleva un po ’ suggestiona re An tonio . Le pa rvedi riuscirvi perchè egl i diventò pensieroso , qu asi ripetesse a sè stesso la domanda di lei .

Eh , egl i disse poi con un lieve sogghigno

,tu h a i forse .

N on pa rliamone più ! E sta to un capricc io ,u n errore di giovinezza ,

continuò Regina ,imitando la voce del ma estro . Gettiamo unvelo su l pa ssato .

M a come non pa rlarne più?

Mi h ai umilia to , sai , insiste An

tonio . Mi h a i da t o un colpo,e a t radimento

,

Chi non commette degl i errori? E le a ltre ,tante a l tre donne? E quelle che t radiscono davvero

,che tradisc ono i ma rit i?

Sì,

egli disse a llora vivacemente,

ma c i sono anche i ma riti che tradiscono lemogli ! Per lo più sono i ca ttivi ma riti che fannoca tt ive le m ogli ; mentre io credo di non avert imai da to un dipiacere . Che non ero un si

gno re , tu l o sa pevi , ma t i avevo forse promessoquello che n on potevo da rt i? bisognavaaver pa zien za ,

aver confidenza . Chissà,tante

volte le condizioni di u n uomo, d’una famiglia ,

posson o migliora re da u n momen to a ll’a ltrò.

Ricco io non diventerò , ma certo la mia posizione

Ba sta,ba sta

,p regò Regina Possi

bile,però , che tu non t ’immagina ssi che il m io

capriccio sa rebbe presto pa ssa to?

E tu,te lo immaginavi , quando scrivevi

?

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Ca ra mia,le cose fa tte sul serio toccano sul

serio . Ba sta,cancelliamo il pa ssato, come dice

il maestro . Del resto,devo dirt i u na cosa . Fors e

la tua episto la c i ha fa tto a nche del bene . Io hocapito subit o che

,in qua lche modo, t u avevi

ragione : tutti si a rm u g ia-no meglio che pos

sono : tutti brigan o,tutti « Va via

tu,chè ci voglio sta r io ! » A spetta

,dissi fra

me,possibile che anch ’ io non riesca a far qua l

che cosa? Al lora comincio a briga re : metto su

A rduina,la faccio ga loppa re tutto il giorno, la

mando da l sena tore , da lla principessa , dai suoiam ic i giorna lis ti e

Non ti fa rò il torto di c redere che tu lea bbi interruppe Regina .

Io non le di ssi che questo : « Bisogna cheio entri n e l ga binetto di qua lche minist ro :cammina . Procu rero se i abbona t i al tu o giorna le , fra i m iei col leghi » . Essa rise e si m isein ma rcia . Mossi a nche a lt re pedine ; ma tuttofu inutile . Tutt i —i posti era no occupa ti . PeròA nlu ina mi suggerì un ’ idea . Se ric ordi , u na

sera la p rincipessa mi mandò a chiama re perchiedermi certe informazioni di B orsa . I o cap iibeni ssimo che madame dubita va del cav .

il qua-le gioca da ta nti anni per conto di lei .O ra

,A rdu ina

,che in fond o n on è u na stupida ,

aveva ca p ito che io avevo a ssoluto bisogn o dim igliora re la nostra condizion e . Cosa fa ? E sp lora Ma rianna

,e mi confe rma c h e madame h a

davvero dei dubbi su ll ’onestà del cav . eche vorrebbe mettergli qua lcuno a l le spa ll e persorvegliarlo . « Perchè non cerchi di diventa rel ’ uomo d i fidu cia di madame? » dice Ardui

'

na .

All ora vado io stesso da lla principessa e l e

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od ro i miei servigi . Essa doveva pa rtire il dodici , avantieri : io sono anda ta da lei il cinque .

Io le ho parlato chia ro ; le dissi che l’a zione d i

sorveg lian te non mi sembrava molto delicata ,ma che accettavo perchè costrettovi da imprescindibil i bisogn i . Ella mi convinse che

,se ma i

,

l’indelica tezza era da pa rte del e m i disseche se io riuscivo a esserle utile me ne sa reb b esta ta gra tissima . Questo il giorno cinque . i l

giorno nove io ho le prove che rea lmente il

cav . R * ! giocava coi denari di madame, p ia

per conto suo che per conto di lei .Come h a i fa tto? domandò Regina

,a lla

quale il racconto di Antonio dava u n vago ma

lessere .

O ra t i Devi sapere che ma

dame, per quan to pa recchie volte miliona ria ,

non capisce nulla di'

opera zion i di Banca, d i

B orsa , d’amm in istrazione e di contabilità . N a

tu ralmente deve rimettere tutti i suoi afi a ri nel lemani di persone fi da te, o, per dir meglio , d ipersone delle qua li h a i llimita ta fiducia

,ed

a ccetta re tutte le loro proposte ed i risultat idelle loro opera zion i senza a lcun controllo . Ilcav . da molti ann i serviva la principessae certo nei primi tempi deve essere sta to scru

poloso nelle operazioni finanzia rie che facevae nella resa dei con ti

,ma poi

,accortosi che ella

a ccettava ad occhi chiusi tutti i suoi rendiconti ,avrà pensa to d ’

approfi ttarn e . Ma rianna peròda qua lche tempo osservava che i profitt i delleopera zioni finanzia rie andavano sempre più dim inuendo

,ciò che il cav . R * “ giustificava per

le spec ia l i condizioni dei merca ti esteri , per lacri si monetaria

, per la rottura di tra tta ti di

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la sc ia to capire,giocherò io per conto suo . In

tanto mi ha la sc ia to un cumulo di cose da sh rigare . B isogna anzi che io m i rimetta a studia reil tedesco

,che h o qua si dimentica to

, perchèella h a molti a ffa ri in Germania .

Qua si istintivamen te Regina ritirò la su a

mano da lla man o di°

An tonio , e ripetè la do1nanda

E poi?

E poi?Cosa ti dà?

Cento lire a l mese,per ora . Più in là

,

vedra i,io divente 1 ò il suo factotum . M a b i

sogna che 1 ip renda a stud ia re il t edesco . .

Egli pa reva molto p 1 e occupato p er laquestione delle lingue

, e'

sped a lmente pe r il tedesc o ; ne pa rlò —

°

per bu on tra tto,ma Regina

non l o a sc oltava più .

Torniamo indietro,

ella disse improvvisamen te . Sa ra i stanco . Toscana? Gigi? Andiamo? g ridò . Verranno . Sa i, e cu riosa :

ho sogna to c osì e così , u na sera , la seconda delmio a rrivo

,mi pa re .

Raccontò il sogn o del le dieci mila lire,d i

Ma rianna,del pompiere .

Ebbene,qua lche volta i sogni sono proprio

strani .Egli non rispose .

E perchè,

domandò Regina,dopo un

momento d 1 esitazione , perchè non m i sc rivevi?

Ch e dovevo sc riverti? Tu avevi già risoltoda te la questione : io volevo risolverla in a l tromodo

,e u na discussione per lettera mi pa reva

inutile . Eppoi , ero deciso di venire qu i .

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Regina non ins istè, sebbene la spiegazione diA ntonio non le sembra sse molto soddisfacente .

Egli riprese a esporle i suoi progetti per l’av

L ’anno venturo, poi, fa rò il concorso, e lo

vince rò,perdinci ! Al più ta rdi in ottobre , l

'

ann oven turo

,pa sserò segreta rio . Inta nto possiamo

contare su trecentoven ticinque lire a l mes e,nette e sicure . Vedi che già u n po

’ la nostraposiz ione è migliora ta . Ho già trova to da subaffi tta re l’appartamen tino ho veduto uno splendido mezzanino in via Ba lbo : ottanta lire mensili . Tre stanze

,bellissime

,dànno su lla ma ;

u na , grande , da sul cortile , ma è piena di luce,

ci ba tte il sole . Potremo fa re dueRegina a scoltava : a sc oltava

,e provava un

sentimen to che non era di gioia . Le notizie ch e

le dava A ntonio non la ra llegravano punto,

men t re la voce di lu i le sembrava più che ma i

muta ta ; era la voce monotona e lontana di unoche non e ra più l’Anton io a llegro e felice d iprima .

Due sa lotti ! Si,ella capiva la preoccupa zione

di lu i . Egli voleva da rle qua lche c osa di quan toella aveva stoltaniente sogna to e p iù stoltamente ancora chiesto : voleva da rle a lmeno u na

il lusione di signorilità , d i benessere , d i vitaelegante . E le faceva la sua offerta qua si umilmente : pa reva egli il colpevole , pronto a tutt ele debolezze pu r di es sere perdona to .

Ella avrebbe preferito un colloquio tragicodi rimproveri , e po i dolce di perdono : un u ra

gano che lasc ia sse il l oro cielo domestic o piùpuro di primaM a d ’

a ltronde s ’accorgeva che l

’amore di An

DELEDDA . Nosta lg ie . 1 2

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tonio per lei era ben ciec o e ben vile, c in fondoa l l ’anima ne provava u na t ri ste soddisfa zione .

Camminavano sempre,riavvic inandosi al vil

lino,così a ttra tt i dal loro colloquio meschino

,

che non s’accorgevano più del mistero della

notte ca lda e dolce . del pa esaggio a ttraversa todal fiume incolore

,dell ’orizzonte scuro, sul

qua le il bosc o si profi lava immob iie e nero comein u n ba ssorilievo di bronzo .

Di tanto in tan to brillava solo il lum e violetto di qua lche bic icletta che pa ssava silenziosa

,preceduta da u na enorme fa rfa lla d ’om

b ra ; e solo qua lche voce , a interva lli,vibrava

nel silenzio e nell’immob ilità delle cose dor

menti : nell ’a ria scura , t iepida e molle comeun vel luto

,a leggiava l ’ incanto d ’un sogno di

dolcezza,di voluttà ; ma i due g iovani sposi

non sentivano più qu ell’incanto , Antonio tutto

infervora to nei suoi piccol i progetti per l ’avvenire

,Regina vin ta da un sen so di pietà per

l ’uomo che il su o capriccio aveva così mese n inamen te

,così profondamente muta to .

Ritorna rono a Roma verso la metà d ’agosto ,

e cambia rono appa rtamento : i l m ezzan ino era

veramen te splendido , ma uno dei sa lotti rima se

per un po’ di tempo sprovvisto di mobili .

Affi ttiamo u na camera,

propose Re

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ora no , ba lzava nello sfondo un po’ fumoso del

M orte o la figura volante e strillan te di u na

can zonett ista , i cu i strilli anima leschi si confondeva no con le vocine melancon iche dei violini e il brusio de lla folla . Centina ia di volti .beffa rdi, eppure anima t i da un piacere impu lsivo e bruta le

,gua rdavano la canzonettista .

Senza saper prec isamente perchè,Regina pro

vava uno stran o piac ere nel gua rda re la folla,

i volt i l ividi,l e vesti chia re del le donne

,le fi

sonomie degli uom ini che fissavano la canzonettista , le b

*

accia commiserevol i di questa comm iserevole c rea turaUna sera dist inse tra la folla u na ragazza

vestita di verde,coi folti capelli cadenti in un

quadra to rossa stro sulle spa lle mag 1 e ; il vestit ocorto la sciava vedere due gambe sottili , nude ,e due piedi enormi ca lza t i di sca rpine gia lle .

A Regina pa rve un uccello pa lustre,e improv

visamente,sotto quegli a lberi che sembravano

annerit i e brucia ti dal colore di m il le a litia rdenti

,ella ripensò a l suo gra n fiume

, a i piop

pi bian-chi come ceri a ccesi da l la luna , a l dia

metro dell ’a rgine nel circolo immen so della pianura ; .ma si m eravigliò d i non sentire p iù la

tristezza e la nosta lgia d ’un tempo .

Anton io proponeva di sedersi al caffè ; ma miapreferiva aggira rsi tra la folla , a vanzandosi finverso via Volturno

,dove le voci dei venditori

e delle vendit ric i di co'

comeri s ’incror iavan o,si

inseguivano,si rispondevano dispettose

,simili

a canti di ga lli .Favorisch ino

,signori

, favoriseh iu o .’

Alla luce delle fiammelle tremolanti su i tavoli neri ed umidi

,i cocomeri spacca ti rosseg

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giavano , spandevano un odore fresco e piacevole . B imbi

,opera i , qualche studentello, qua l

che donnina , curvi sotto la luce t remolante ,a fi ondavano il volto nel la polpa rosea dellefette d i cocomero .

Fa rorisch ìu o , signori ! Che bel la robaSangue vero . Vuole

,signora?

Nell ’ angolo del via le , davanti al piccolo ba zaraddossa to a l muro, un vendi tore ambulantegua rdava con degna zione i banchi dei c oc omerie la gente che li a ttorniava ; e i suoi occhi bianchi e la sua bocca storta avevano u n sorriso disuperiorità ironica

,ma se vedeva qua lcuno sfi o

ra re e gua rda re le sue cas sette,si volgeva pre

mu roso e prendeva un ’a ria solenne .

Vuole, s ignora?

E da lla tromba rossa del grammofono d ’

un

suona to re ambulante , sgorga…va u na, musicast rana

,rauca

,u na risa ta metal lica e rabbiosa ,

or lontana or vicina,che veniva da una pro

fondita ignota ed esp rimeva u na falsa gioia ,

u n grido di miseria,di dolore

,di peccato

,di

pietà e di tri stezza voce beffa rda e imploran taincosciente e supremamente melancon ica .

A Regina pa reva la voce della folla la in

torno spa rsa la voce della giovane cortigianapal lida , da i capell i rosseggianti sotto il grancappello nero , seduta sola e pen sosa davanti aun tavolino del M orteo ; la voce della bimbache pa reva un uccell o pa lust re

,della can zo

n ettista aflamata ,della donnaccia che vendeva

i c oc omeri,del vec chio da lla camicia color rosa

e dag li occhi lucen ti, del s ignore con le labbragrosse e lo sgu a rdo bruta l e , del gra ssone melanconico , della s ignora che sol levava l ’abito

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rosso fino a metà gamba,della ba l ia dal pro

filo ebreo , del bimbo gia l lognolo che questa teneva fra l e bracc ia

,della donnina vestita di

nero , col velo svolazzante , che correva diet roil tram , della coppia d ’

amanti scemi appog

giati roman ticamente a l la cancella ta del gia r

Ed anche la mia ed anche la voce di Antonio ! pens ava Regina ; e sentiva ta lvolta risa lirle dal profondo del l ’an ima il disgusto perla fol la ; ma un disgu sto raddolcito da un sentimento di pietà.

Tornando indietro,ella gua rdava con pietà

il venditore am bulante , la donnaccia ,il gra s

sone melanconico,la ba lia ,

la donnina dal vestito rosso ; ma sopra tutt o la canzonett ista ma

gra che forse aveva fam e,e la cortigiana dal

viso pensoso e qua si pu ro . Semb randole cheanche An tonio gua rda sse quest ’ultima con uncerto interesse

,pensava

Ch issà che un tempo non si sieno conoscinti ! ma non ne provava rancore : provava solo u na grande

,u na suprema pietà. per

la donna perduta, p er Antonio , per sè , per tutti

gl’incoscienti, per tutti i ricchi e per tutti i mi

seri,per tutta la tristezza e per tutta la noia

umana .

Qua lche volta marito e moglie sedevano suu na panchina in fondo al via le, a l l ’ombra , ementre il giovine pareva anch ’egl i colto da unsenso di melanconia e di stanchezza , gli occhid i lei seguivano, incanta ti da un triste sogno ,1 grandi occhi verdi e rossi dei t ram ,

la corsadelle vettu re dei giorna li che trasportavano

al la stazione il l oro ca rico di pettegolezzi e di

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Un anno pa ssò : nulla di straordina rio , inappa renza

,avvenne . Durante qu ell

inverno Regina non frequentò la società non volle vedernessuno : non andò p iù neppure da l la suo c era ,

con la scusa che le sca le la facevano soffri re ;e se Arduina ven iva a trova rla

,ella ordinava

a lla domestica di dirle che in ca sa non c ’eranessuno ! Riconosc eva la su a ingra titudine , perchè dopo tutto e ra ad Arduina che Antonio doveva i l suo posto presso la p rincipessa

,ma Re

gina non poteva vincere la ripugnanza e l ’antipa tia che tutti i pa renti del ma rito le destavano .

Durante la gravidanza ella cadde in una

specie di leta rgo mora le ; non le dispiaceva ilsuo sta to

,nonostante i suoi continu i disturbi

fisic i,ma l ’idea della matern ità non la esal

tava . Lungo l’ inverno ella divorò u na enorme

qu antità di romanzi , che su o ma rito le portavada l le biblioteche : stava ore . ed ore accanto a l

caminetto mobile che Anton io aveva fa tto colloca re in uno dei sa l ot ti , .sola e tranqu illa .

Antonio usc iva la .ma ttina , sp'

esso mentre elladormiva ancora ; rien trava appena a colazione ,usciva di nuovo

,ritornava verso sera , dopo

essere sta to qua lche ora a studia re nel suo u f

ficio, od a sbriga re gl i a ffa ri della principessa .

Regina aveva finito con l ’ab itu arsi a lla su a solitudine .

Tutto procedeva bene , troppo bene forse . Oi

t re i l suo doppio stipendio , Antonio diceva diguadagnare anche qua lche cosa dai lavori st ra

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ordina ri d ’ufficio ; u na sera ,poi , verso la metà

di aprile,quando e ra già vicina la nasci ta del

figlio , egl i raccontò a Regina una storia a l

quan t o strana .

Se non mi sg ridi, l e disse , t i confesso u n mio pecca to .

Se l ’ha i già fa tto e te ne sei pentito,è

inutile che t i sgridi .Pentito? No ; è questo il grave , non me

ne son o pentito . Senti : la sera del giorno incu i tu sei part ita ,

l ’anno scorso,io sono sta to

tra sc ina to da un m io amico in u na ca sa da

Ah ' fece Regina .

Non spaventa rt i ; è sta ta l ’unica volta .

Ero na tura lmente irrita to , qua sidispera to . M a

,vedi non n e abbiamo pa rla to

ma i ; però bisogna che te lo dica a lmeno u na

volta , io ero irritato più contro me stessoche c ontro di te . Chissà ! Tu forse avevi ra

gione : io ero sta t o imprudente o imp revidennon ti avevo bene spiega to le piccole m i

serie della vita mediocre delle grandiBa sta

,non pa rliamone . I o ero dunque irri

ta to contro me stes so,che non ero buono a sol

leva rmi da lla m ia piccola posizione,

mentretanti a ltri brigano

,fanno

,disfann o , spingono ,

si cacciano dape rtu tto . « Leva t i tu , chè mi cimetto io » . Anda i

,dunque

,-gioca i . Avevo cento

lire , se ricordi l e misi tutte sul tappeto verde .

Vedi , ora t i dirò tra pa rentesi,

quellasera mi accorsi che io ero anc ora un gran fa nciu llone . Credevo di conoscer gli a ltr i e mestesso , ed Trova i là t re o qua ttro mieicolleghi ; mi acc ors i che uno ba rava : un a lt ro

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aveva in quei giorni fa tto il cam bio del suo posto al Min i stero con un segre ta rio d ’I nten

denza,dal qua le aveva in compenso ricevuto

duemila l ire . Aveva , i l mio col lega , tre bam

bini e la mogl ie incinta ; la moglie che nonu sciva di ca sa da due mesi per mancanza divestiti . Egli aveva fa tto il cambio perchè voleva a nda r via da Roma

,pagare i debit i

,prov

vedere al pa rto della moglie : quella notteegl i teneva in ta sca le duemila l ire e le perdette tutte . Io guadagna i da principio : a rriva ia mille ott ocento l ire ; poi perdetti ; rima si c onc inquanta lire ; guadagna i e perdetti ancora ;sa i, succede sempre così verso le tre. del mat

t ino mi t rova i con circi duemila li re davan ti ,E ro stanco

,a ssonnato , nausea to . Pensavo a te ;

pensavo : se lo sapesse Regina ! A u n tra ttoscoppiò u na l ite fra u n gioca tore ed il mio collega ba ro . Si presero a schiaffi , intervenne ilpadrone della bisca ; accadde un pandemonio .

I o mi a lza i e me ne anda i con le mie brave duemila l ire .

Regina a scoltava , seduta accanto a l la finestra

,con tro la qua le stava appoggia to Antonio .

E ra qua si n otte da lla bella via silenziosa , ovei fana l i brillavano n el l ’ultimo ba rlume roseodel lungo crepuscolo , dai giardin i dei villini difron te

,da vic ino

,da lontano . a rrivava quel pro

fumo tiepido e grato delle sere primaverili romane . Nello sfondo della via

,al di sopra del le

ca se già nere , su l c ielo d’u n rosa violaceo, la

luna nuova ca lava,verdol ina, simile a u no

spicchio di a rancia acerba . Regina ricordavala sera in cui ella ,

a ffaccia ta a l la finestra dell ’altro appartamento, s

’era lamenta ta di non

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poco prima la dominava : no,Antonio non

mentiva più l ’espres sione dei suoi occhi, fissisul

'

viso intento di lei,e ra veramente u n ’

e spres

sione sincera ed a rdente di audacia ; lo sgua rdodi quegli occhi

, già così amorosi, g 1à così mollemente volu ttuosi , e ra l o sgua rdo d ’un uomoche vuol tentare la fortuna a tutti i costi .

Sa i? egli ripetè .

Cosa ne so io?

E indovina,cosn

Cinquecen to lire ella a rrisch iò .

Di più .

Seic ento .

Di diMille? ella disse timidamente .

Di p iù ancoraAllora siamo mochi ! ella esclamò con

ironia forza ta,ribellandosi a lla su a commo

zione .

Non lo siamo,ma potremo diventa rlo !

T utto sta nel comincia re,mia ca ra ! Le nostre

cinque a zioni ora va lgono .mille e duecen to lirel ’una . Possono sa lire ancora ; ma io domanistesso le vendo ; la metà. della somma la do a te ;con l ’a ltra metà tento ancora ! La fortuna ,

spesso

,è di chi la M a non spaventa rti

,

Regina infa t ti e ra diventa ta pa ll ida .

Perchè non me ne h a i pa rla to?

A che serviva ? E se le azion i ca lavano?

Come in quella sera orma i lon tana che Regina ostinava si a ricorda re

,la serva annu nziò

i l pranzo,e i due giovani pa ssa rono nel sa lotto

a ttiguo : a lla luce della lampada Antonio s’ac

corse che Regina era pa l l idis sima , ma si mise a

scherza re .

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Non m onta re su l cava ll o di Pega so , ora !

Discussero a lquanto sulla mora l ità e sullaopportun ità dei giochi d i borsa ,

d ’a zza rdo, di

lott o .

Storie ! disse Antonio . La vita stessaè un gioco : bis ogna o gioca re o morire . Ed ora

and iamo a fa re un pa sseggino .

Nei giorn i seguenti egl i vendette le a zionidopo averle fa tte vedere a sua moglie , e ledied e trem ila lire . Duemila Regina volle deporle nella Ca ssa di rispa rmio ; con le a lt remille comprò u na forn itura da sa lotto e provvide a tutte le spese del pa rto e del ba ttesimo .

Forse morrò,

ella diceva negli u ltimigiorni d ’

a ttesa . Vedra i , ora che abbiamo unpo ’ di fortuna ,

Non dire sciocchezze rispondeva An

toni o, quas i adirandosi .Ella non mori

,ma diede a l la luce

'

u na creatura esile

,moribonda

,u na bambina che pa reva

un ga ttino , nera ,pelosa

,c on la testa enorme .

Nei p rimi giorni, vedendo quel m ost ricino ,la giovane puerpera p iangeva d i ripugnanza edi dolore .

Almeno morisse ! diceva crudelmente .

Perchè,perchè l ’ho fa tta na scere?

Signorina,

le rispose un giorno la b alia

, un monumento d i donna dal viso di bronzocirconda to dall ’au reola turchina dell ’acconcia

tura di pramma tica,

la sc i fa re a me . Leil ’ha fa tta ; non c i pensi più ! La sc i fa re a me

,

signu rì.

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E siccome Reg ina dimos trava poca fiducia ,

la donnona si ofi'

endeva,faceva i l muso

, litigava con la serva che sosteneva la prossima inevitab ile morte della bambina . Un giorno poi laba lia se la p rese con Ma rianna , la qua le e ra venuta a chieder notizie di Regina e aveva dettoche la bambina pareva una ga tt ina .

La la sc i crescere a l lora,e le sa lterà ad

dosso, perchè se la signorina Ca terina pa re unaga ttina , le i pa re un topo .

Verso la metà di maggio Regina e ra g ià ristab ilita . E ra diventa ta qua si bella

,e si sentiva

forte,felice .

La ba lia man teneva le sue prom esse : col suo ,

forte la tte agreste dava vita e bellezza a l la misera crea turina cittadina : il piccolo volto neroe deforme si schia riva

, s i profi la-va ; i grandi

occhi la ttiginosi p rendevan o, diceva Regina ,

par venza umana .

Qua lche volta pa reva che la bimba sorridesse ,fra sè e sè ; ed a llora tutto il suo piccolo visosi animava

,e Regina provava u na stran a im

pression e : le sembrava che sua figlia fossebella ; ma nel lo stesso tempo credeva di illudersi

,d i essere inva sa già. da l le manie qua si

morbose d i tutte le madri . Del resto ella si sentiva felice ; felic e di es ser libera , sana , viva .

Dopo le prime , deliziose pa sseggia tine fa tte a

brac cio di Anton io,cominciò ad u scire con la

ba lia e la bimba le ma ttina te erano splendidetiepide onda te di ven to profuma to davano a l

l ’a ria dolcezze vellicanti : striscie di vivo a r

gento solcavano le luminose a ltezze del c ielo .

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Verde,ritto fra . due cestini d ’

a rancie,vig ilava

l ’ ingresso . I tronchi delle colonne c'

orica ti a l

sole avevano rifless i meta llici ; dagl i a lberi de lPa la tino

,sfuma—ti su lle pen nella te d ’

a rgen to chesolcavano il c ielo , venivano soffi di fragranzecampestri

,gridi di uccell i in amore .

Regina scese giù correndo, penetrò sotto una rco e si fermò colpita da un freddo improvviso ; un prete le pa ssò vicino, nero e svolaz

zante come un melanconico uccello . Ella s’a

va nzò,aprì la Guida

,ma non lesse . G iochi di

sole e d ’ombra chiazzava no l ’immen sità vuota e

deserta del Colosseo ; i muri screzia ti d’erbe

selva tiche e di fiori gia lli dava no l ’ impressionedi lembi d i mon tagna ; cert i angoli ombrosi ,verdi di mu seo freddo

,pa revano piccole pia

nure umide ; misteriose cavern e spa lancavanole grandi bocche nere rauchi lamenti di corvistridevano dietro le muraglie . Tutto era sogno ,rovina

,morte anche l ’a zzurro del cielo , troppo

intenso,gua rda to da quel luogo , dava un ’

im

pression e di tristezza .

Io n on ho ma i ama to la storia , pensavaRegin

'

a . C ’ è della gente che viene da lon tan o

pe r entusia sma rsi davan ti ad u na pietra sullaqua le, supponiamo , si posò il piede sporco diun guerriero romano . Ciò mi sembra stupido ;perchè? La p ietra per me non è che u na pietra :

le cose tutte non mi pa rlano per il loro passa to , ma per la l oro pa rvenza presente . I l passa to è la morte : il p resente è la vita . Qui io

gua rdo : qu i h an lavora to dod icimilao quanti? (riaprì la Guida

,ma non lesse) i

leoni hanno sbrana to i cristiani occhi crudelid ’impera tori, di donne, di plebei più incoscienti

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degli stessi leoni,gioirono dello spettacolo or

rendo : ma tutto ciò è pas sa to, e non mi commuove più . Sento solo il terrore del tempo chedistrugge tutto . Oh

,ecco i ca ri stra nieri, che

si gettano in questo sogno di morte, ciangot

tando come anitre nell’acqua triste d ’uno sta

gno ! Andiamocene .

Se ne andò . Su l cielo sempre più lum in osogli a lberi del Pa la tino tremavano a l vento ; ilcampanile di Santa Francesca Romana s

'

inta

gliava nit ido e scuro ; l’a rco di Costantino in

corn ic iava il fresco quadro del via le che avevauno sfondo di nuvole d ’

a rgento verdognolo .

Regina a ttraversò il via le e sedette su l gradino più a lto della sca lina ta di San G regoriotutto davanti a lei, dal pino fremente di uccell ialla visione rosea di qua lche lembo della città ,tutto era luce

,vita

,gioia ; dietro di lei , nel

chiost ro verde di mu seo umido , nel port ic o vi

gilato da sepolcri,nel gia rdino selva tico e a b

b andona to, tu tto era silenzio e tristezza . Sem

pre il grande contra st o . Eppure ella entrò,vi

brante di vita , in quel luogo di morte, e si lasciò condurre da un fra ticello che pa reva unoscheletro vest ito d ’una tonaca gialla Visitò l ecappelle , nel cui silenzio le belle immagini delDomenichino e del Reni si sc olorivano comepersone costret te a vivere nella solitudine a t

traversò l ’ort icello selva t ico,e gua rdò con pro

fonda pietà il fra tic ello che camminava eppureera già morto a lla vita .

Ella pensava a lla sua bimba,a lla piccola Ca

terina , a lla qua le voleva insegna re ad apprez

za re , a godere , ad adora re la vita . Quanta gentemorta vive nel mondo ! pe nsava . Anch ’ io

D BLBDDA. N OSÌ G ÎQ ! B. 1 3

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sono sta ta un ’anima morta fino a po chi mesi

fa ; ora rivivo u n po ’

,ma non sono viva come

lo sa rà la mia bambina sono appena u na risu

scita ta che h a ancora nel l ’anima i l ricordo delsepolcro .

N ell’u scire mise u na monetina sulla pa lmagia lla della mano del fra te : e dal modo colqua le egli inta scò il dena ro e gua rdò la visitat rice

,el la s

accorse che e ra ancora un pochinovivo

,i l pa l l ido fra ticel lo ischeletrito .

Poi usc ì quas i fuggendo dal portico vigila todi s epolcri

,avida di solo, d i rumore , d

’ immensità .

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La sera del Na ta le ort odosso Regina ed Anton io anda rono da l la principessa . Li accompaguava u na picc ola signorina bionda

,modesta

mente vestita di nero . E ra Gabrie , la figlia delma est ro

,che aveva raggiunto il suo sogno di

frequenta re la Scuola di Magi stero .

Coraggiosamente,da due mesi ella viveva di

studio e di privazioni , in u na cameretta in via

San Lorenzo,presso la famiglia d ’un suona

tore ambulante, il qua le un tempo e ra sta to or

gan ista nel paese d i Regina .

Per dire il vero ella aveva rifiuta to l’OSpital ità offerta le da i Venu telli ; solo frequentava laloro ca sa

,si la sciava qua lche volta condurre a

teatro, e quella sera aveva accondisceso di reca rsi da madame M aku line

,così

,per cu riosità

più che per a lt ro . Voleva veder da vicin o unaricca signora e desc riverla poi a lla su a amicanobile di Sabbioneta . Ingenuamente

,o ironica

mente (Regina non riu sc iva a ncora a capire seG abrie era ingenua o ma ligna ) diceva

Voglio far stizzire quella signorina ; l e hogià manda to delle ca rt oline illu stra te con foto

grafie del la caccia a lla volpe : la cacc ia a llavolpe . sopra t utt o

,gli automobil i e le grandi

dame, ecco gli ideali di quella ragazza .

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Ella disse que lla ragazza con disprezzo ecompa ssione .

E di ta nte a ltre ! disse Antonio,come

fra sè .

Egli precedeva di pochi pa ss i le due amiche ,e pa reva as sorto nei suoi pensieri

,tutto rigido

ed elegan te entro un larghissimo raglau nero .

Vuol dire per me? chiese G abrie,dopo

un momen to di silenzio . Poi,subito , senza a t

tender risposta , anzi quas i pentita della domanda aggiunse Dio mio

,non le pesa quel

pa ltò , signor Antonio? C’è il professore d i sto

ria che ne h a u no simile,e le mie compagne di

cono che quando egli va fuori,dopo un po ’ deve

torna re a ca sa per riposa rsi , tanto il pa ltò glipesa .

Oh,oh

,d isse Antonio distra tto .

Arriva ron o dava nti a l vill ino Maku lin e . La

sera e ra tiepida,ca lma ; l o splendore a zzurro

guolo della luna piena vinceva la luce dei fana l i . La via era deserta : Regina ricordò la prima volta che era anda ta da madame

, e sospiròe sorrise

,senza saper perchè .

La gran porta lucen te si a prì : il domesticonon sorrise

,tuttavia i l suo viso pa l lido impa s

sibile s’illuminò amabilmente a lla vista dei

nuovi venuti .C ’è molta gen te? chiese Antonio , men

tre il domestico a iutava Regina a leva rsi il man

tello .

Poca,

rispose a voce ba ssa il giovin e tto .

Regina gua rdava Gabrie ; Gabrie , dopo averda to u na rapida occhia ta a i lupi dell ’ ingresso ,guardava a l la sfuggita il cameriere ; i l cameriere portò le man tell ine delle signore in un

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La signora ves tita d ’azzurro chiese al tedesco

se aveva letto gli a rticol i d i Pierre Loti su ll

I ndia (senza gli inglesi) appa rsi sulla Revu e

des de an: mendes .

Esagera, al solito . I l seppellimen to, chia

miam olo cosi , dei cadaveri nel Gange, a leggerLoti pa rrebbe un poema . Invece è u na

Una gran sa le té diss e Ma rianna sedendosi poco distante da Gabrie

,e pa rlando piano

per non essere udita da madame,la qual e le rim .

proverava spesso i l suo l inguaggio poco corretto .

Gabrie,che da lla su a amica nobile aveva ap

preso come le grandi dame non dicono mai

bru tte pa role,gua rdò un po ’ Ma rianna

, poi a b

b assò a ncora gli occhi,t ranquilla e quieta nel

suo cantuccio .

M a tutte le cose di Loti son fa l se, disseancora il tedesc o . Una scrittrice giapponese

,

mad ame Ciansahma mi disse un giorno , chequando vuol divertirsi legge un libro di Loti .

M a anche noi ridiamo quando madameCiansahma ci scimmietta

,camuffandosi da si

gnora eu ropea , disse la signora vestita dia zzurro .

Come mai può accorgersi di quello che famadame Ciansahma? domandò piano M a

rianna,sporgendosi un po ’ in avanti .

Anche Regina,seduta a fia n co di G abrie

,si

sporse a lquanto e ac cennò con gli occhi la si

gnora bionda .

E cieca,non è vero? domandò .

Perfettamente c ieca . Del resto, soggiunse subito Ma rianna ,

qua lche volta i ciechi vedono più di chi ci vede .

Gabrie,rigida e tranquilla fra le due giovani

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signore,gua rdava e a scoltava . Tutti pa rlavano ,

ella sola ta ceva , tutta piccina ,bionda e bianca

nel su o vestitino nero : oggetto della su a a ttenzione divenne spec ialmente la signora ciecache si muoveva e pa rlava continuamente .

Anche la principessa pa rlava più del sol ito .

Antonio,belli ss imo ma serio oltre il necesw rio .

ch iacch erava con u na vecchia signorina cheaveva u na mezza parrucca bionda su un residuodi capelli rossi . Brani di fras i , pa role, risa tegiungevano fra il brusio genera le fino a ll ’angolo dove stava no Regina , Gabrie e Ma rianna .

Sapete la st oria di quella signora?

chiese Ma rianna Ha tenta to di uccidere i lma rito

,cosi c ieca

,perchè è sta to lu i la causa

della sua infermità .

Come?

Ve lo racconterò poi ; ora vado diBa lzò in piedi e s

'

avviò , con un gran frusciodi sotta ne ; ma ad un tra tt o si vol se

,tornò

verso Regina e le disseHo visto la vostra bambina con quel de

monio della ba lia . L ’ho fa tta a ncora a rrabbiare , quel donnone le ho detto che fra giorniavremo il terremoto .

Sì,lo so , disse Reg ina , sollevandosi e

r idendo . Ed o ra h a paura .

Ha paura? Non le gua sterà il la tte?

chiese l ’a l tra,seria . Davvero

,però

,ho letto

che avremo il terremoto .

Davvero? disse finalmente Gabrie .

Che piacere !Ma riann a la gua rdò e solo a l lora pa rve ac

co rgersi di lei . D omandò a Regina :

È vost ra pa rente,la signorina?

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Un po’

Si vede . M a,Dio mio

,io mi

Fece un a ltro sa lto s’

a vviò ; poi si volse e s i

avvicinò ancora a Regina .

Oh , volevo dirvi u na cosa ,signora : venite

d i là , ve la dirò di siete elegante ,sta sera ! Fa te proprio a l mio

Che c ’è?

Ven ite di là , disse Ma rianna,prenden

dola pe r la mano .

Vieni anche te,G abrie .

La piccola bionda si mosse p er a lza rs i ; ma

subito pen sò che forse Ma rianna voleva direa Regina qua lche cosa in segreto , e pregò dila scia rla li .

Ti annoi? chiese Regina .

No,davvero ! ella esc lamò . Va .

Regina usc i ma tornò poco dopo e pregò Gabrie di segu irla nella sa la da p ranzo, ove M a

rianna serviva il thè . In p iedi, a ttorn o al ta

volo coperto di vas soi,i signori e l e signore

bevevano e mangiavano . Ma rianna,seduta da

vanti a l samovar,versava nelle tazzine giappo

nesi,fini e tra spa renti come fiori

,i l thè ros

sa stro fumante ; Antonio portava le ta zze a l lesignore .

Ne porse u na anche a G abrie,rima sta dietro

la principessa che pa rlava in tedesc o col si

gnore reduce da l le Indie : e la fanciulla glisorrise col suo sorriso ancora infantile .

Si diverte? chiese An tonio .

Si . Molto . Sebbene n on capisca tanto quelche dicono . Anche Regina pa rla francese : lopa rla bene .

Anton io gua rdò sua moglie, c osì bianca , de

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s tanti da lla principessa . Ad un tra tto questasi volse verso d i loro . Teneva fra le piccole manicoperte di brillanti un pia ttino e u n forch ettinod ’a rgento ; mangiava lentamente

,anzi ruminava

u na fetta di torta ; un pezzetto di cioccola tte lee ra rima sto sopra il labbro superiore e pa revaun neo deforme . M ai ella era appa rsa più brutta .

La signorina è di Viadana? chiese gua rdando Antonio e accennando Gabrie col forch ettino .

No, è del mio paese,

rispose Regina .

gua rdando con affetto la fanciulla . E le pa rveche il p1ocolo . viso di Gabrie esprim ess e un invincibile disgusto .

Pa ssa rono i giorni,pa ssa rono i me si .

Una ma ttina,svegliandosi

,Regina vide un

filo d ’oro a ttraversa re l ’angolo della camera ,da lle imposte socchiuse a l la pa rete azzu rrognala . E ra il sole che batteva a lla finestra .

Nel silenzio della casa si s entivano tintinna re i vetri

,scossi dal rotea re d ’una vettu ra

nella via .

Regina senti che la primavera era a rriva ta ,

e ne provò u na…gioia profonda I l tempo passava , passava ; ed ella non se ne accorgeva ,

tanto c redeva di esser fel ice . Qua lche volta ave

va paura ; la su a fel icità le pa reva un ’ il lusioneed anche quella ma ttina

,dopo la gioia prova ta

nel rivedere il sole a lla finestra , ella gua rdòAntonio

,che dormiva ancora , e pensò

°

E se egl i fosse morto? Io , o lu i, o Ca terina

,possiamo morire da un momento a ll ’a lt ro ;

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questa grande luce che mi il lumina l ’anima puòspegnersi da un momentoSi sollevò a lquanto e gua rdò il ma rito . La

bella testa,immobil e su l cuscino, illumin a ta

da lla mezza luce dora ta della finestra ,aveva

u na purezza rigida di sta tua . Sulle grandi pa l

peb re chiu se si scorgevano le vene azzurrognole ;su tutto il viso e ra u na impronta di dolcezza .

La notte prima egli era rientra to ta rdi , piùta rdi del sol ito ; poichè qua si tutte le nott irientrava ta rdi . M a Regina non era gelosa . Eglilavorava tutto il giorno

,con un ’

a tt ività qua sifebbrile : solo a lla sera poteva divaga rsi, cam

mina re,vivere per conto suo : e Regina non gli

chiedeva c onto di quelle ore . D ’a l tronde egli le

racconta va sempre dove era sta to .

V ’erano dei giorni in cu i si vedevano ap

pena a l la ma ttina,quan do si svegliavano ; e

qua lche volta,anzi

,se si svegliava un po ’ ta rdi ,

Antonio doveva ba lza re subito dal letto,lava rsi

in fretta,prendere il caffè e correre a ll ’ufficio .

Con tutto c iò,o forse per ciò

,la vita con iu

ga le scorreva limpida e tranquilla come un ruscello limpido e tranqu il lo .

Balìa,che raccontava sempre di a ver vis suto

anni prima presso due sposi che si ba stonavanoanche stando a letto e quando volevo fa rla paciera le prendevo anch ’

io,manna ggia a l

paolo !) diceva spessoM a così non può anda re

,padrona ! Si bi

sticci un po ’

,col padrone

,a lt rimenti vedrà che

accad rà u na disgrazia !Crepi l ’a strologo !Mi las c i prima finire di a l leva re questa

pupetta : gua rdi q uant ’è carina !

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Anton1o si svegliò,e a ncor prima di aprire

gli occhi senti che Regina lo gua rdava e le sorrise .

D ev’esse r ta rdi ! disse , accorgendosi an

ch ’egli del raggio di sole .

No,è il sole che comincia a vis ita rci ; son

le otto men o un qua rto . Faccio portar la b ambina?

Aspetta egl i imp lorò . Fammi prima

u n abbraccino . Non ci vediamo quas i mai .

Egli si avvicinò e l ’a b b racciò,rannicchiandosi

tutto contro di lei come u n bambino . Ella lobac iò sul la fronte liscia

,su i capell i che ema

navano sempre quel profumo spec ia le di fiorisecchi : e sentendol o così tutto suo , dolce e tenero , cosi

.

giovane,così bello

,così confidente ,

ne provò u na tenerezza intensa che rasentavala sofferenza…. Rima sero così abbracc ia ti p er pareceb i minuti

,nel silenzio

,n ella penombra del

la camera tiepida e a zzu rrognola .

Fuori la via s’animava ,

ma i rumori ave

vano u na vibra zione soave,qua si sfumat i nel la

serenità intensa dell’a ria .

Chissà perchè , d isse Antonio . provou na imp res sione come se ci t rovas simo corica t ii n u n bosc o . Ho ancora sonno ; dormirei Cosìchissà fino a quando .

E la primavera,

disse Regina . Anch ’ io r ivedo il bosco e a t traverso il bosco il

fiume , e tanti fiori .Va i al Pincio

,oggi?

No vado a trova r Gabrie che è a le tto datre giorni , povera fi gliu ola .

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Regina accompagnò la ba lia e la bimba a l

gia rdino della stazione,poi andò a trova r Ga

brie . Le portava un libro , un mazzolino di violee un pacchettino di biscotti

,e camminava agile

e l ieta,con l ’ illusione in cuore di anda r a fa re

un ’opera d i carità . Gua rdò l ’orologio della sta

zione segnava le dieci . Nell ’a ria , cosi immobileche gl i a lberi dei via l i non avevano un fremito ,pa ssava un profumo di narcisi e d ’erba : nellosfondo

,dietro la sta zione

,le montagne in co

lore di fior di lino si delineavano appena , comea ttraverso una tra spa renza di lago .

Un venditore d ’uccelli precedeva Regina di

pochi pa ssi e la fest a del la primavera era cosìinten sa e invadente che persino i piccoli passeri ancora senz

’a le

,i pettirossi macchia ti di

sangue,i canarin i gia ll i come giunchiglie

,entro

le due gabbie dondolanti tenute da ll ’uomo melancon ico

,pigolavano di gioia . Regina ebbe la

idea di c ompra re un pa sserino per la bimba ;ma che ne avrebbe fa tto Ca terina? L’

avreb b o.

soffocato senza neppure divertirsi . No ; Reginanon voleva ab itu ar la sua bimba a dei piaceriinutili

,a dei capricci crudeli . « .M a

,pensò ,

comprando l ’uccellino,do un momento di gioia

a questo venditore melanconico, che oggi nondeve ancora aver venduto » .

M a no,

pensò poi, perchè mi pa re siamelanconico quest ’uomo? Forse anch ’egl i è fel ice . Siamo noi che amiamo fi gu rarci che il nostro prossimo soffra

,men tre spesso è più fel ice

di noi . Un tempo tutta la gente mi sembrava

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infelic e ; ora mi accorgo che a l lora miingannavo .

La primavera penetrava persino nel ca soneove abitava Gabrie ; le sca le che Regina aveva

già visto um ide , viscide, fangose, erano asciu t

te ; i p ianerottoli puli ti per una porta spalauca ta si scorgeva un a ndito col pavimento lncente . La gente povera

, dal primo piano cherappre sentava il lusso d ’un uffi c iale di sc rittura

,a l qua rto p iano abita to dall ’ex - organista

decaduto fino a suona tore ambula nte , avevapulito la ca sa per ricevere la Pa squa tiepida ,

la nemica del nemico dei poveri : i l freddo . Regina provava u na strana impressione di piacerenel sentire la sua sottana di -

ta ffeta verde frusc ia re nel sil enz io della scala . Ella non pensava a lla su a sottana di seta , come in quel momento non ricordava prec isamente il be nesseredella s ua vita , le poche sca le bene illumina tedella su a abitazione , i suoi due sa lotti , i librett idella Ca s sa di rispa rmio

,l ’ abbonamen to a l Co

sta nzi; ma la certezza de l possesso di tuttequest e cose le ra llegrava il cuore

,e

la rendevaun po ’ sentimenta le . Le pa reva d ’essere u na si

gnora'

le pa reva di salire,tiepida di sole come

la Pa squa c ol ma zzolino di viole in mano,por

tando ii soffio della primavera su quella sca ladella ca sa dei poveri

,dei lavora tori

,degl i stu

diosi , degli sfrutta ti . Avrebbe volu to la scia reuna violetta sulla soglia di ogni appa rtamento ;ricordava di aver veduto un giorno us cire da ln . 8 un giovine studente anemico da lle labbra

D BLZDDA. Nosta lg ie . 1 5

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grigie e gl i occhi pa l lidi come due giacinti sciu

pa ti, stretto in un soprabito con sunto ma pul itissimo ; e desiderò incontra rlo a ncora per sa

lu ta rlo e fa rgli così capire che ella amava i poveri , u h tempo da lei tanto disprezza ti .M a i l giovine non uscì , ed ella con tinuò a sa

lire fino a u na porta,sulla qua le un ca rtoncino

fissato c on qua ttro bollette annunziava a i visita t ori che l ’appa rtamento aveva la fortuna diospita re :

M A R I O E N N I O C O L O R N I

ecc-orga n ista e orfeon isla

ma es tro d i vio lin o

Questo ca rtoncino non impressmnò Regina ,

che lo conosceva già . Ella era sta ta pa recchievolte da Gabrie

,anche perchè il padre della

studentessa le aveva scritt o pregandola di seruta re se l ’ambiente e ra equivoco e pericoloso,come si diceva fo ssero tutte le abita zioni delqua rtiere così detto di San Lorenzo » .

Apri la porta la signora Colorni, una don

nina con u na cuffia n era e un pa io d ’occh ialiturchini

,che pa reva u na bimba ma schera-ta da

vecchietta : non riconoscendo subito la visitatrice la la sciò entra re con una certa diffi denzainfan tile ; ma Regina le fece odora r le viole ele disse in mantovano

Non mi riconosce? Come sta Gabrie?

La donnina,conva lescente da un tifo che l ’a

veva la scia ta ca lva,muta e qua si c ieca , sor

rise dolcemente,e si scosto.

Regina penetrò senz ’a lt ro n ell’appa rtamen to

a ttrave rsò‘

l ’andito pu litissimo, dove si span

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mestra aperta su l c iclo d ’un a zzu rro perla to,

diede a Regina l ’ idea d ’un nido in cima ad u n

pioppo . Sì,la vita era bella anche pei poveri .

Tutto e ra rela tivo . Quel suona tore ambulanteche a l la sera portava due

,tre e qua lche volta

persino cinque lire a lla mogliettina muta e laboriosa , e trovava la ca se tta puli ta e un buona rrosto di a b ba cclu

'

o era felice più di molti m iliona ri !

E G abrie coi suoi sogni e il suo coraggio . chedoveva veder la vita davanti a sè , pura e luminosa come quell o sfondo di ciel o della su a

finestra , ch issà quanto era felice !La felicità è i n noi

,non nelle cose che ci

a ttorniano,

pensò Regina Ch issà ! Untempo io mi credevo infelic e perchè abitavo al

quinto piano,in una casa che tuttavia era nel

qua rtiere dei benestanti ; ora m i pa re che sa reifelice anche qui

,. in questa ca sa dei poveri , a lle

porte del regno dei più miserabil i .M a G abrie non tornava . Tanto megl io s

’era

gua-rita . Regina gua rdò il suo minuscolo orologio ; erano le dieci e mezza : poteva a spetta re ancora un momento .

S’a lzò e s

’avvicinò a lla fines tra : a destra , a

manca,in a lto

,quel cielo a bbagliante ; sotto ,

la linea ferrovia ria,le ca se immense, gia lle a l

sole ; il pa lpito enorme di un treno lontanolembi di verde

,il soffi o indefinibile della pri

mavera e della vita .

E tutto era bello .

Ga-brie non tornava ; Regina si levò da lla fimestra e s

’avvicinò al tavolino, per deporvi le

viole che teneva ancora in mano . La sua sottana fru sc iava forte nel s ilenzio della cameretta .

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Sì,tutto era bel lo , e specia lmente quel tavo

lino spa rso di quaderni e di ca rtelle che rap

presentavano l ’essenza,il sogno , l ’orma di u n

a

nima limpida e p rofonda come uno Specchio . Re

gina prese in mano un quaderno aperto .

Ricordò che un tempo ella aveva avuto l ’ ideadi fa rsi sc ritt rice ; non era riusc ita mai neppu rea sc rivere una prima pa rola su un primo qu aderno . Dove sa rebbe a rriva ta G abrie? Più lontano di Arduina

,speriamo ! Regina pensò in

quel momento a i pa renti di Antonio ; spa rit i ,o a lmeno impa lliditi

,nella su a vita

,come fi

gure che appa iono n e i primi capitoli d ’un romanzo

,e po i non trovano più opportu n ità di

ricompa ri re . Regina la sciava che Balìa porta sse la bimba da lla nonna

,e a scoltava An t onio

quando egli pa rlava dei suoi ; ma ella vedeva dirad o i pa renti , e benchè orama i l i considera ssenè più simpa tic i . nè più antipa tici di mill ea ltre persone che aveva incon tra t o e che l ’avevano la sc ia ta indifferente

,non poteva vince

re un senso di rancore quando si trovava conloro .

Ma perchè. p ensava a l oro in quel momento ,sfogliando il quaderno di Cercò la conca te nazione delle idee . Ecco . Confusamenteella aveva pensa to che se An tonio

,invece di

condurla da i suoi pa renti in qu ell’appa rtam ento

odioso , ingombro di oggetti e di figure a ntipa

t iche a guisa di un quad ro brutto e ma l fa tto,

l’

aves se condotta in un appa rtamentino sil enziòso e lum inoso , anche se umile com e quellodell’ex - organista

,ella non avrebbe sofferto du

rante la luna di miele .

D epose il quaderno, ne prese un a lt ro ; in

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quest’a ttimo le sue idee muta rono a spetto, come

nuvole spinte dal vento .

No ; avrei sofi erto forse di più : dovevosoffrire , pa ssa re a ttraverso u na c risi . Credo lapa ssin o tutte le spose intelligenti . Ed ora

m ’è facile veder tutto bello perchè sono felic e,

perchè la m ia vita è facile .

Oh?« Signorina sedicenne

,nobile

,anemica

,di fa

migl ia decaduta . Ipocrita,vana

,invidiosa

,am

b iziosa, sa na scondere i suoi difetti sotto u na

dolcezza fredda , appa rentemente na tu ra l e . Pa r

la sempre del l ’a lta a ristocrazia . Qua lcuno le h adetto ch e s embra una vergine del Botticelli eda qua lche giorno a ssume delle a rie estatichee sentimenta l i . Ciò non le impedisce di essereignobilmente innamora ta di un pittore d ’ in

Regina ricordò con che entusiasmo il maestroaveva letto a l la signora Ca terina u n brano diquesta figu r ina t raccia ta da Gabrie ; rivide ilsa lotto inva so da lla luce del c repuscolo a rdente ,le nuvole che viaggiavan o come uccell i violacei

,

su nel c ielo verdognolo,giù nel fiume verdo

Senta,sen ta che spirito di o sserva zione

è il tipo d ’un futu ro racconto , ca ra signoraCa terina . La mia G abrie racc oglie , raccoglievede un tipo

,l’osserva , lo raccoglie . E come

qu el le buone ma ssa ie che mettono da pa rte tutto,perchè tutto èI l maestro pa rlava ; ella l o compassionavzf :

i l maestro leggeva ella riconosceva nella figu

rina tracc ia ta da Gabrie con evidenza fotografica la signorina nobile di Sabbioneta ,

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senti rla : quando vede uomini fa anch ’ essa la

civetta » .

Questa è Arduina : è bell ’e ammazza ta intre righe ! pens ò Regina .

Poi trovò Ma ssimo,Ma rianna « piccola ,

con visetto ol iva stro,maligno

,occhiett i neri

pretende di dire sempre la verità,ma uno scul

tore la intitolerebbe : sta tuetta d i bronzo rappresentante la pazzia ma ligna », la signoracieca

,a l tre figure che frequentavano il sa lotto

di madame M aku line,dove Regina aveva con

do tto pa recchie volte Gabrie , e infine « u na

dama straniera ; ricca : a lta e gra ssa ; capel l inerissimi

,tinti : due grossa labbra d

’un l ivi

dore pa ll ido ; piccol i occhi vivi e misteriosi comegli occhi d ’un ga tto ca ttivo . Non ride mai ; p iù

vecchia che giova ne ; è sorda , pa rla sempred ’una sua amica di George Sand . Tipo di donnasensua l e : h a un amante giovane » .

E subito dopo« Impiega to : segretario d ’una vecchia princi

pessa . E giovane, biondo, molto bello ; a l to ,svelto : lunghi occhi affa scinanti , bocca fresca ,

così rossa che sembra tinta Ca ra ttere a l legro…È buono

,innamora tissimo della moglie ; tutta

via è l ’amante del la principessa » .

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Una volta Regina aveva sogna to u n’

eclisse di

sole . I n quel momento,nel leggere la paginetta

di Gabrie,ella ricordò quel sogno , perchè si

rip rodu sse in lei la stessa impressione d i cre

pu scolo pauroso , di silenzio terribile e di aspetta zione .

Fu un attimo . E pa ssa to l ’a ttimo ella rividela luce del sole

, sentì ancora la vibra zione del lavita , s

’accorse che ogni cosa a l mondo aveva

conserva to il proprio a spetto,la medesima po

s izione,e che nulla infine e ra muta to . M a ella

non era più la stessa : intorno a lei,da vicino

e da lonta no , era riappa rsa la luce : entro dilei restava il c repusc ol o .

Rimise il quadernetto su l tavolo , rip rese leviolette , l

’involtino,i l l ibro e se ne andò . Più

ta rdi s’accorse che ella se n ’era anda ta p er

sfuggire a l la ten ta zione volga re di interroga reGabrie, e di costringerla maga ri c on la violenzaa dire come aveva intuito o da chi aveva sentito

pa rla re dell’orrendo segreto . In quel momento

,

come sempre,l ’orgoglio la sostenn e

,rigido e

gela to come il ferro che sostiene la creta del lesta tue .

La donnina muta corse dietro la visita t riceche se ne andava

,e le fec e dei c enni che l ’a l tra

non capì . Quella figurina da bimba ma scheratadestò in Regina una spec ie di ripul sione feroc e .

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Perchè viveva quell ’essere? perchè la na tura ola società ste ssa non sopprimeva tutta la gentedeforme

,inutile , debole?

Per tutto il resto della sua vita Regina ricordò con disgus to profondo, c ome se là dentro lefossero appa rse tutte le c ose più turpi e più mise rab ili della vita

,l ’appartam entino quieto

del suona tore,le sca le a spre

,i pian erottol i

equ ivoci,l ’a trio polveroso del ca son e di via San

Lorenzo . Non c i tornò ma i più .

- R ipercorse la via piena d i sole,la piazza

,i

via l i,automa ticamen te

,come u na sonnambula .

Ne pa rlerò subito con Anton io , rideremoa ss ieme , pensava . Ma intanto si accorgev

che un turbamento profondo la dom inava . einvece di rientra re n el gia rdino , ove l

’aspettava

la bal ia , si sedette nella prima panchina delvia le a destra

,in faccia a lle Terme .

Perchè non rientrava nel gia rdin o? Perchènon rich iamava subito la ba l ia , pe r ritorna rea ssieme a ca sa? N on poteva .

Ad un tra tto le pa rve di udire u n rombolon tano

,come un treno che pa ssa sse , col suo

pa lpito enorme,in u na via remota ed invisibile .

Dio mio,Dio mio

,che è

Una signora c on u na gran trecc ia rossa a t

tortiglia ta su lla nuca l e pas sò davanti , gua rdandola intensamente , e si voltò prima d ’

al lontana rsi .

Regina si pa ssò u na mano sul viso, e capi

che e ra pa ll ida e st ravolta : e s’accorse che il

rombo lon tano e il pa lpito ansante venivanodal su o mondo interiore , da l su o cuore agi ta to .

Allora si scosse tutta , come un uccell o appena

desta to , e vol le torna re a lla realtà…Si trovò su l

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E ra lei l ’essere debole e vile . Lei che nonaveva capito la serietà e la fata lità della vitaed ora la vita la schiaffeggiava come una b am

bina ca ttiva ch ’ella era sta ta .

La testa le a rdeva c le pulsava,qua si rea l

mente qua lcuno l ’avesse sch iafi eggia ta . Quantotempo stette seduta…sulla panchina? La gentepa ssava e la gua rdava : i giovanotti si voltavano , uno le sorrise , dopo aver amm i ra to lesue scarpette verdoline e l ’orlo della sottanaemergente fra i volant i della gonna .

Ella pens ava che dentro il gia rdino la ba lial ’aspettava ,

ma n on poteva muoversi . Attra

verso il vel o della su a angoscia vedeva la genteche pa ssava

,gli a lbe ri

,le rovine rivestite di

verzura ; e una tenda gia lla fra le rovin e , e duec olombi copert i di macchie grigie

,che si b a

ciavano fra l ’edera , ed i fil i telegrafic i che intagliavano l ’a zzu rro vivido del c ielo ; vedeva gl iannunzi che coprivano l ’angolo delle Terme ,distingueva u na scena di caccia su u na ré c lam e

enorme,leggeva delle pa role inutili Odol ,

Odol,Odol che poi le rima sero impresse

stranamente nella memoria ,vedeva degli opera i

che lavoravano n ello sfondo della piazza , e dicui non dimenticò ma i più il c olor rosa terreodel le camic ie ; seguiva con lo sgua rdo lo scintillio delle ruote del le vettu re… Questa scenasemplice

,a lla qua le ella aveva a ssistit o centi

na ia di volte,le destava un ’ inquietudine pro

fonda,l ’a ttirava ,

l ’as sorb iva : ma ad un trattole parve che qu est

’inte res samento strano se locrea sse lei , per indugia rsi , p er non rientra renel gia rdino ed a l lontana re l ’ora del ritorno a

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Aveva paura di rien tra re nella ca sa il cu iric ordo le destava u na spec ie di racca priccio :tutto era lu rido là dentro, tutto, tutto,Ecco

,ella avrebbe volu to spoglia rs i avrebbe

voluto strappa re da l morbido corpicino dellasua bimba , puro come una rosa appena shoecia ta , i

—vestiti della vergogna e della prostituzione ; poi prendersela cosi

,nuda su l seno

ignudo,e fuggire con le i, fuggi re , fuggire…

Fuggire ! L ’ idea ant ica tornava ma qu estavolta Regina avrebbe voluto fuggire in unluogo molto più lontano del suo paese , al di ladi un fiume che non si riva rca mai più .

Ella rima se più d i mezz ’ora seduta sullapa nchina . La gente pa ssa va sempre più frettolosa i bambin i abbandonavano il gia rdino : anche la ba l ia d i Ca terina doveva essersene an

da ta . L ’erba odorava nel l ’a ria pa ssa va un a litoca ldo e snervan te . Qu ell

’odore d ’erba

,quel te

pore voluttuoso che ondulava n el l ’a ria profu

ma ta , acu ivano in Regina , come li acuisce una

musica flebile,i ricordi e le sensa zion i . Nella

mente turba ta i pensieri pa ssa vano a ondate .qua si ina fferrabili eppu re tutt i pungenti . Unsolo ricordo in sisteva , spa riva e tornava , piùchia ro degli a lt ri

,a rdente e tri ste . Ed e ra tutt o

u na rivela zione,anzi la sola rivela zion e plau

sibil e , perchè gli a ltri ricordi , p e r quanto Regina l i richiama sse e cerca sse d i afferra rl i e d iinterroga rl i , non le rivelavano ciò che ella desiderava e temeva di con oscere .

Ella si domandava come Gabrie avesse potuto penetra re il segreto : non ba stava l’intu i

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zione d’

una mente osserva-trice,nè lo sgua rdo

di due occhi sani e ma lign i . Qua l segno pa lesee ra appa rso a G abrie? Dove aveva ella scope rtoil segreto? Nel viso impa ssibile di madame

,o

nel viso di An tonio? 0 negli occhi di Ma rianna?0 e ra u na cosa già pubblica? Regina non ave

'

a

ma i po tuto neppur dubita re,e non ricordava

il m inimo segno rivela tore . Solo qua lche parola , qua lche fra se le ritornava ora nella memoria , e prendeva u na forma che ella stes sa ,

nel suo turbamen to,giudicava esagera ta .

Tutto è possibile ! le aveva detto u n giorno Marianna

,col su o ca ttivo sorriso .

Anche i ciechi ta lvol ta vedono .

Ed ella e ra sta ta più c ieca d ’un cieco . Ellanon a veva veduto , forse perchè non aveva mai

dubita to e non s ’ era ma i gua rdata a ttorno . Ricordava o ra il disgusto qua si fisico che m adameM aku line le aveva desta to fin dal primo momen to della loro conoscenza : rivedeva il sal ottin o d isordina to e triste d i Ardu ina ,

il cieloumido

,la sera melanconica : la vecchierella

vestita di nero,ripa ra ta sott o u na porta ,

colcestellino di limon i di u n gia l lo verdolino . Nell ’omb ra

,densa come u na nebbia fu l igginosa ,

il

p rofilo di Antonio spiccava nero e qua si m isterioso . I l viso pa ll ido ed immobile della principes sa , con le grosse labbra grigia stre , a pparivain quello sfondo di ombra come u na luna scia l

ba fra le nuvole d ’un sogno . Ch issà da quantotempo la vecchia sen sua l e

,i l vecchio corpo

d ’a stro morto, a ttirava nella sua orbita fa ta le ,

nel la sua a tmosfera torbida , l’uccello a l legro e

amoroso che le volteggiava a ttorno incoscientemen te !

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ca sa contamina ta,d i richiama re Antonio in un

a ltro luogo e dirgli : poichè l ’errore è sta to comune perdoniamoc i a vicenda

,ma ricomin

c iamo la nost ra vita?

Sciocchezze roba da romanzo ! N ella vitarea le certe cose non possono a ccadere

,o non

accadono mai a proposito .

Regina e ra fuggita u na volta , abbandonandoil nido puro che le sembrava troppo stretto ; lasua fuga e ra sta ta un capriccio ridicolo

,e pe r

c iò s ’era compiuta . Ora invece,ora che la sua

d ignità e il su o on ore le imponevano di non rimetter piede nella ca sa insozza ta da lla vergo

gna più ba s sa ,o ra le riusciva impossibile ripe

tere la scena !

Affrettò il pa sso . La sua sottana fru sciavasu su rrava ed el la provava u na l ieve irrita zionenel sen tire quel sospiro di seta che la circon

dava e la segu iva . M a i suoi pen sieri si schiarivano . A misura che scendeva pe r via Vimina le le sembrava di ritorna re completamenteca lma .

B isognava vedere,esamina re

,a sp e tta re . I l

mondo è ma ligno,le gente vive d i ca lunnie o

a lmeno di ma ldicenze . N on si condanna unuomo

,solo perchè u na studen tessa pet tegola h a

raccolto sul suo quadernetto u na ma lignità

morbosa .

E ra u na piccolezza .

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Benchè le sembri di e sser ritorna ta calma ,

a momenti Regina si ferma,qua si colpita da

u n dolore fi sic o . Non può più avanza re qua lchecosa la tira indiet ro .

M a poi il fasc ino o l ’a tt raz ione della ca sala costringe ad aff retta re il pa sso : el la va ,

va .

qua si istintivamen te,come i cava l l i che son

tono il luogo dove l i aspetta i l riposo ed il fien o .

Nell ’angolo tra via Vimina le e via PrincipeAmedeo ella si ferma , a l solito, per gua rda re icappell i espost i in u na vetrina : h a bisogno diun cappel lo di mezza stagione e la appunto cen ’è uno

,di paglia verde -a rgentea con un tra lcio

di ca rdi bianca st ri teneri , che è tutto un poemaprimaverile .

M a un ’ombra cupa le passa. negli occhi appena ella s

’accorge di essersi ferma ta . Per i

cappelli… per le sottane di per tuttequeste cose miserabili , sp lendi de e putride comel ’ involuc ro d ’

u n per questeM a l ’idea s

’ interrompe . No ; non è veroniente ! Bisogna prima accerta rsi

,prima di ca

lunn ia re cosi ! Cammina,Regina , fa p resto . E

mezzogiorno ; egl i deve essere tornat o ; la ta

vola è già appa recchia ta . E se non fosse veroni ente? S’

accorge rà egli del turbamento di lei?

Potrà ella na scondergli il su o turbamento? E

se non è vero? Egl i soffrirà ella l o fa rà sofi rire

ancora , inutilmente . Ecco . ella prova per lu iu na pietà infinita ; sia colpevole o n o

,egli e de

gno di pie tà : ed intanto el la non si avvede cheella ha pietà di lu i perchè la colpa risa le a lei…

DELEDDA . Nosta lg ie .

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Via Torino . Via Ba lbo, obl iqua , deserta ,mac

chia ta da l l ’ombra degli a lberi dei gia rdinettipieni d ’

u cce lli,c on lo sfondo a zzu rro dipinto di

ca se lontane . Una nuvola d ’un grigio—roseo , u nframmento di madreperla

,pa ssa sull’a lto del

cielo . Come tutto ciò è dolce !Regina scende rapidamente la via ,

sa le rapidamente le sca le : il cuore le ba tte forte , lasottana fruscia

,ma el la non sente più a lcun

fa stidio per tutto ciò .

Antonio non è ancora r ientrato . La bimbadorme . Regina h a ca ldo : entra n ella su a ca

mera da letto tutta a zzurra,grande e fresca

e mentre si sp oglia sente il cuore ba tterle forte ,ma non più d i dolore . Fina lmente le pa re di e ssersi sveglia ta da un brutto sogno , o d ’

averavu to u n forte dolore fisico che ora è cessa to .

Ecco il pa sso d’Anton io su per le sca l e . Ella

l o sen te,e come semp re , qu el rumore di pa ssi

le dà u n sentimento di gioia . Ecco il noto ru

more del la chiavetta nella serra tura,ecco il

soffio di vita che pa re an imi tutta la ca sa quandoegli rientra .

Sei torna ta ora? Che bella giornata ! E Ca-terina?

Dorme .

Egli si leva il cappello, si toglie il soprabito

corto e lo butta sul letto : Regina racca tta lesue sottane e men tre le appende a ll’a ttacca

pann i sente Anton io pa ssa rle vicino e sfi ora rla

con qu ell’a lito di vita , di gioventù e di bellezza ,

ch ’egli la scia sempre intorno a sè .

D io santo,ho fa tto p roprio un brutto so

gno,

ella pensa,lavandosi il vis o a rdente

prima di mettersi a tavola .

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losofarc, ma suo ma lgrado si rivolgeva qua lchedomanda .

Perchè acca deva tutto c io che le accadeva?Perchè s ’era ella un giorno ribe l la ta contro ilsu o buon destino

,e lasc ia ta trasporta re da un

capriccio, e perchè questo capricc io , questa leg

gerezza femm in ile , da lei c omme ssa qua si incoscientemen te

,aveva genera to un dramma

vero?

Pe rchè dobbiamo soffrire ella si rispose . I’ erche il dolore è lo sta to norma le dell ’uomo . M a io non vog lio soffrire : voglio ribellarmi ancora . Anzitutto voglio vincere questodubbio che ora mi avvelena , voglio conoscere lave rità. : e quando l ’avrò che cosafa rò?

Ella ragionava ed aveva coscie nza di ragiona re : questo l e serviva di qua lche conforto

,od

a lmeno le fac eva spera re di non commettere

p iù sciocchezze . M a a momenti ella si domandava se non era già. u na sciocchezza il suodubbio .

Eravamo,s iamo così felici ora ! M a io ho

bisogno sempre di tormen ta rmi . Mi sembra di

ragionare,ma il m io dubbio stesso è u na pazzia .

Però,fo rse io penso così per convincermi ch e

niente è vero,mentre sen to che tutto è

Forse ho paura di perdere la m ia felicità,e voglio c onserva rla a tu tt i i costi , anche con

u na tran sazione vile della mia cosc ienza .

Ah,questo si

,questo pensiero le faceva per

dere la ragione : a l lora ella diventava comel ’ ultima delle donne ch e si fosse trova ta nel suoca so : non discuteva più .

Un trem ito nervoso la scosse, le contra sse i

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nervi delle braccia,c ostringendola a ch iudere

i pugni .Tutto

,tutto

,la m iseria

,il dolore ,

lo tutto, anche l ’ abbandono di An

tutto,ma non l ’ infamia .

Gettò le brac c ia su l letto , na sc ose il viso ,morsicò la coperta e pianse .

Piangeva e ricordava . Un’

a ltra volta si eragetta ta su l letto e aveva pian to di rabbia e didolore : poi Antonio era tornato

,ed ella lo

aveva bac ia to col tradimento n el c uore .

E ra lei che aveva reso infame l ’uomo deboleed amante

,la c onquista

,la preda

della sua

forza superiore .

Egli si era degrada to pe r le i, ed ora ella lodegradava maggiormen te

,dubitando di lui .

No,se io gli dico : io non

—voglio c iò chetu mi dài : solleviamoc i da l fango

,rifacciamo

la nostra vita » ; no, egl i n on esita un s olo momento .

E se egli m entira, mentira ancora per me ;pe r non perdermi . Egli è un fru tto bacato ; ma

il verme che lo rode sono io .

M a, se ella s

’ingannava? Se n iente e ra vero .

A momenti questo lampo di gioia ba lenavanella su a mente ; poi tutto ritornava più ten ebroso di prima .

Sapere , sapere , pr ima . Perchè da rgli ancora u n dispiacere inutile? Bisogna che primami a ssicu ri ; vedrò .

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l l pian to le fece bene : fu come u na p ioggiadi e sta te le risch ia rò e le rinfrescò la : mente .

Si a lzò , si lavò , si mise a leggere un giorna le .

Qua lche cosa bisognava pu r fa re . M a l e primepa role che la colpirono e richiamarono veramente la sua a ttenzion e furon o queste :resto ( li u n p re te straniero » .

Ques te pa role di cui ella non lesse il se g u ito ,l e ricorda rono qua lche cosa d i lontano

,di op

p rimente ; un fa tto o rama i dimen tica to che peròsi rilegava in qua lche modo a l dramma svol

gente si ora n ell ’an ima su a

Che cosa,che cosa? Quando? Come? Ah .

ecco , quelChiudendo gl i occhi le pa rve di rivedere un

suo sogno lontano . Ma riann a le correva ap

presso, sull’a rgine nebbioso

,raccontandole come

Antonio a veva preso in prestito dei dena ri damadame pe r « metter su un b ell ’appa rtamen

to » . Un’a ngoscia profonda ,

fa tta di rabbia edi umiliazione . spingeva Regina , la costringevaa singhiozza re , a correre , a sfuggire la compagnia di Ma rianna… E Ma rianna le correva ap

presso,raccon tandole di aver incontra to il pom

piere suo sa lvatore .

I l pompiere era travestito da prete ; ma uncivettone ! diceva la signorina

,e rideva . Ri

deva,ma non per i l pompiere ; rideva pensando

ad una cosa misteriosa,

Regina riaprì gli occhi ; si pa ssò u na manosul viso ancora deforma to dal pianto

,e sen ti

la su a me nte ottenebra rsi ancora . In quel mo

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sta to sol tanto un sogno . Ad ogni modo si ria llacciava stranamente a lla realtà

,con le sue die

cim ila l ire,i l il riso dia

b olico di Ma rianna .

Marian na ! Ella doveva senza a lcun dubbiosapere . Per qua lche istante Regina pensò difa rla venire subito da lei .

La costringerò a pa rla re . Anche con la

violenza , se occorre . M ande rò fuori la ba lia ela donna . Sono più forte di Ma rianna

,io !

Strinse i pugni,se l i gua rdò

,come per a ssi

cura rsi della su a forza .

Se non pa rla la schiaccio . Le grideròOh

,voi , che avete sempre detto la verità, par

late,

Le pa reva d’udir la sua voce risuona re nel

silenzio tiep ido del sa lotto .

Che avrebbe risposto Ma rianna? Avrebbe riso ,forse .

E se n iente era vero?

D ’a lt ronde

,subito

,un impeto d ’orgoglio stra

volse e portò via il p rogetto indecoroso e insen sa to .

Nè Ma rianna,nè a lcuno . Saprò da me .

M a dopo un momento ricomincm a dubita redi sè stessa

,ed a progetta re cose romantiche

od a lmeno irragionevoli .Fra le a ltre pensava di pedina re Anton io .

Una bella notte egli u sciva e dopo aver vaga toun po ’ qua e la andava ad aprire il cancellettodi ferro del gia rdinetto di madame

,quel can

celletto che aveva fa tto dire a Massimo , in una

sera memorabile per Regina

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Qui entrano gliEcc o dunque che Antonio entrava : Regina

a spettava,fuori

,nella n

'

a deserta ,nel l’ombra

dell ’angolo : qua lcuno pa ssava e la gua rdavacon occhi bruta l i

,scambiandola per u na cerca

t rice nottu rna,ma ella non si ofi

'

endeva . Perchè doveva offendersi? Non era a l di sotto dell ’ult ima del le cerca tric i notturne? Le sue vestinon erano intessu te di vergogna?

Ben a ltro tormento le irrigidiva l ’animaore di muta tortura pa ssavano .

Egli era là, dentro , nel ca ldo Oppr imente diquelle sa le coperte di pelliccie , voluttuose e fel ine come vecchie tigri in amore . Quello cheavven iva là dentro era così orribile per Reginache ella non voleva pensa rci neppure nel suosogno insensa to .

Rivedeva solo la principessa col suo vestito divelluto nero

,i l collo gra ss o coperto di perle , il

viso di luna,le piccole mani E le

piccole mani scin t illan t i acca rezzavano la bellatesta di Ed egli taceva

,s

eraabitua to a quella ca rezza .

Questa sola idea produceva in Regina un ta lescoppio di dolore che subito dopo avveniva la

reazione . Ella si desta va da l suo delirio e c redeva di vedere tutta la pa zzia del suo dubbio .

Niente era vero : non e ra poss ibile , del rest o ,che

,c ome nei romanzi

,Anton io penet ra sse fur

tivamente da-lla vecchia dama ,e su a moglie po

tesse a ttenderlo fuori , nell ’ombra dell ’angolo , efa rgli u na scena da c ommedia

,quando egli

Roba da ridere .

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Cosi pa ssa rono le ore : u na specie di ma leche , c ome u n dolore fisico , era più o meno fortesecondo i momenti

,e spesso spa riva completa

mente , ma la sc iava il ricordo del la sua punturaod il timore del suo ritorno , oppresse tutto ilgiorno Regina .

Fuori continuava la festa del sole , del cieloa zzurro , degl i uccelli fel ici : di ta nto in tantou na ca rrozza pienava con u n fragore di torrente il silenzio della via

,poi tutto tacev: an

cora ; e solo in lon tananza il rombo della cittari suonava come il ma reggia re d ’una immensaconchi gl ia .

Verso le due Ca terina si svegl iò e si mise a

piangere . Regina u dì quel pia nto senza lagrimee sen za perchè

,ed entrò . La camera di Ca te

rina era tappezza ta di bianco ; e su qu el lo sfon

do chia ro la figu ra bronzea e pesan te del la ba lia ,

con la bimba nuda tutta rosea fra le man idestò in Regina u na nuova impressione . Le

pa rve di vedere u n quad ro,che le sign ifica sse

qua lche cosa . Orama i tu tto per lei aveva uns ignifica to di rim provero . Quella figura di ma

dre pa esana,n era , rozza e dolce come u na ma

donna primitiva,le ricordava ciò che avrebbe

dovuto essere sta ta lei . Neppure madre , comel ’ult ima delle paesane , ella aveva… saputo essere . Niente . Pa ra ssita e niente a ltro che parassita .

La bal ia vestiva la bimba , e le pa rlava unlinguaggio specia le .

Questo p ianto , ora , perchè? E pecch è quetto

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Usc ita la ba l ia,Regina vagò u n po ’

qu a ela per l ’appartamento silenzioso . Che fa re? chefa re? Ella non sapeva cosa fa re . Avrebbe dovutouscire , fa r visita a una signora che aveva conosciu to da madame M aku line ; ma la sola ideadi vestirsi

,di anda re in un sa lotto ove le si

gh ore si sedevano in c ircolo e discu tevano a

lungo,gravemente

,sulla forma a lla rmante che

a ssumevano le maniche degli u ltimi figurini,la

riempiva di tris tezza .

Che fa re? Che fa re? La noia , o a lmeno unsentimento che ella voleva far credere a sèstessa fosse noia com inciò ad opprimerla . Ellanon ricordava più che cosa aveva fa tto fi no al

g iorno innanzi per non ann oia rsi,ma ricor

dava che u na volta,n el primo anno di ma tri

monio,si annoiava così.

Come era pa ssat o quel tempo‘? Qua l i gra te

occupazioni le avevano fa tto dim entica re il trascorrere della vita? Nulla ; soltanto era statafelice .

M a che,sono forse infelice

,ora? Pe r una

sc iocchezza ! pen sò,sedendosi presso la fi

mestra della su a camera , e prendendo a cucireu na sotta nina della bimba . M a anche a llorami ra ttri stavo per delle sciocchezze .

Cu cì per cinque o sei minuti . I l silenzio dellacamera

,la luce quieta e un po ’ melanconica

del meriggio,e quello stesso rumoreggia re lon

tano di conchiglia immensa che a rrivava nel tepore dell ’a ria

,le diedero u na dolcezza vaga

di sogno . I l ma le pa reva cessa to . Altri minutipas sa rono .

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Ma ad un tra tto risuonò il campanello dellaporta , ed ella ba lzò su scossa da lla vibrazioneelett rica che le si comunicò ai nervi .

Non sono a ca sa ! disse correndo versola se rva che andava ad aprire .

Rientrò in camera e chiuse l’u scio ; neppurevoleva sapere chi poteva cerca rla . In quel momento

,in quel giorno

,odiava e disprezzava

tutto il genere umano .

Ma quando la serva venn e a dirle , dietro l’nscio

,che la visita t rice era la sign orina Gabrie ,

Regina si prec ip itò a lla finestra e chiamò la

fanciulla che in quel momento u sc iva da l portone .

Gabrie rientrò : Regina si penti subito di

averla chiama ta,accorgendosi di essere sta ta

spinta da un impulso di cu riosità dispera ta .

Forse la studentessa,t rovando i suoi qua

derni smossi , dubitava che Regina l i avesselett i : e ven iva

,spinta da lla paura

,per seu

sars i,per discolpa rsi . Ba stava interroga rla per

M a Regina rit rovò subito la su a orgogliosadignità .

No,ma i ! Nè a Gabrie , nè a nessuno ella

avrebbe fa tto domanda di quanto le prem evasapere .

Gabrie entrò,bionda e bianca nel suo vest i

tino nero a sacco : era sofferente,tossiva ; solo

gli occhi cons ervavano tutto il loro fulgore dima liz ia

,acu ti e lucenti come aghi . N u ll ’altro .

Non seppe perchè,Regina eb be qua si timore

di quella bambina terrib ile ; le parve che la futura sc rittrice

, già padrona d’una possanza di

vinatrice , superiore ad ogni a ltra possanza

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umana leggesse a t traverso la sua fronte . M a fuun momento . Gabrie non e ra che u na piccolapettegola : ella la disprezzava .

Stavo pe r uscire : ecco perchè ti h a dettoche non c ’ero . Sei gua rita? Son venuta da testama ttina .

Sì , lo so, gra zie . Sto meglio . No

,non

seggo . Vestiti pure . E Ca terina?

E uscita,

disse Regina,accomodandosi

i capelli dava nti a ll’a rmadio a specchio .

Vestit i pure , ripetè Gabrie mi dispiace d ’esser venuta a disturba rt i .Regina cominciò a cambia rsi ; non sapeva

dove sa rebbe anda ta , ma voleva uscire , ancheper libera rsi d i Gabrie .

Vuoi a iuto? chiese la fan ciul la .

Si, fa i l p iacere, a llacciam i il colletto : oh ,questi collet ti

,che noia ! B isogna aver la came

riera,per quest i signori collett i !E non l ’ha i? d isse tranqu illamente Ga

brie,a llacciandole il colletto .

Quel la è u na servac cia !Pa zienza ! Aspet ta un mom en tino f come

puoi porta re questo colletto? Ah,davvero

,le

donne sono vi ttime della moda !Regina sentiva sulla nuca le p iccole dita sot

til i e fredde di G abrie : il colletto ricamato inoro

,a lto fino a l le o recchie , la soffocava . Im

provvisamente si volse , rossa in viso,contro ch i? contro Gabrie o contro il colletto?Non sapeva neppu r lei . Se la prese però con

Gabrie .

Le donne sono… E tu non se i donna? Fammi il piacere

,non prendere più questo tono ,

mi sei antipa tica .

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fra loro perchè ognuna h a paura di essere menoben vesti ta delle a ltre !

Nei miei romanzi,se ne scriverò

,non ci

sa ranno di queste cose orribili . E inutile chetu mi prenda in giro !La fra se a doppio senso le fe ce ridere en

tramb e , ma pa rve a Regina che in quel riso vi .

bra sse un tin tinn io di moneta fa lsa . D ’a ltronde

non le riuscì mai di sapere se G abrie dubita sseo no che ella aveva letto il suo quaderno .

Addio,

dissero,sen za stringersi la man o .

Gabrie s’avviò verso via Torino e Regina

sc ese verso via Depretis . Nel silenzio del mar

ciapiedi, chia ro e solita rio , il fruscio della su a

sotta na pareva un susurrio di foglie secche .

Ella pensava a Gabrie , che se ne tornava al

suo buco come l ’ape a ll’a lveare

,ed aveva uno

scopo in ques ta stupida vita . Ella camm inava ,ma non sap eva dove andava .

Camm inò a lungo,senza scopo : sc ese e risa lì

per via Na ziona le ; poi qua si senza accorger

sene si trovò in via Sistina , diretta al Pincio .

I suoi pensieri molesti la seguivano come ilfruscio della sua sottana . Al Pincio ritrovò laba lia con Ca terina

,e sedette a ssieme a loro su

u na panchina della terra zza . N on c ’era musica ,

ma la bella giorna ta aveva a ttira t o una fol la d istranieri e di vetture nei via li del Pincio . Mentre la bimba

,curva fra le braccia della ba lia

china,racca tta-va sa ssolini che esaminava a t

tentam ente e poi porgeva con serietà ad una ltro bambino

,Regina gua rdava le vetture che

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pa ssavano nello sfondo dei \ viali . Una spec iedi fa sc ino la vinceva . I l quadro del Pincio, quel

giorno, era t roppo luminoso, t roppo bello : u n

cielo perla to,a lberi violett i fra alberi verdi ,

figure ben vestite di persone sfaccenda te, profili e figurine da pittura su porcellana .

I bei caval li lucenti,le ca rrozze piene di si

gnore eleganti, pa ssavano e ripas savano , comenello sfondo di un pa lc oscenico, con una spec iedi corsa ritmica che a ffa scinava

,ma di un ta

scino sonnolento simile a quello che desta l ’ac

qua corrente .

Un tempo Regina aveva invidiato quelle si

gnore , fino a l l ’ odio,fino a l l ’errore : ora l e pa

reva di compassionarle , per la loro noia , perla loro inu tilità , per la loro corsa ritmica , sempre la stes sa

,sempre egua le

,c ome nei via l i così

nel la vita .

Vogliam o anda re? Comincia a fa r fresco,disse la ba l ia .

Regina si scosse : il sole e ra tramonta to, limpido in un cielo limpido che Sl t ingeva appenad

un lieve rosa -verdognolo : sul quadro ca lavaora u na luce cenerina

,d ’una soave tristezza .

Regina s’

a lzò doc ilmente,e segui la donnona

il cui volto di bronzo spiccava n e ll’

a u reola

d ’oro della cuffia della ba lia .

Cammina,cammina

,Ca terina s

’addormentò

su lla spa lla possente della ba lia , ed il crepu

scolo r'

oseo -cinereo gettò il suo vel o sul la via

Sist ina . La ba lia precedeva,gra ve ed ondeg

giante come u na barca ca rica ; Regina , sottile eDELEDDA . Nosta lg ie . 1 6

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frusc ian te come un giovine pioppo,seguiva

,au

tomaticamente, quas i rimorchia ta da lla don

nona ; e quando questa si fermava , e si fermava davanti a tutte le vetrine d 1 collane e d ia nellini, anche lei si fermava

,con lo sguardo

vago e vela to .

A lla lunga,tormentosa eccitazione

,sa ece

deva in lei un indefinibile torpore le p a reva dicamminare in sogno, e che ann i ed anni fossero tra scorsi dopo che era pa ssa ta in via San

Lorenzo,seguendo il venditore d ’

u ccelli .

Di tutte le sensazioni prova te le riman evasolo una vaga tristezza le sembrava di non dubita re p iù

,d ’essersi fina lmente convin ta della

mostruosa sciocchezza del suo dubbio ; ma nonri trovava la solita se ren ità .

Tre suona tori storpi,fermi davanti ad u na

ca sa dipinta lugubremente,piangevano coi loro

vecchi strumenti un lamento di suprema melanconia i marciapiedi erano pieni di vecch iestran iere

,da i cappelli gretti e ridicoli ; da ogm

sb occo d i via sca turivano url i d i automobili .

Regina , forse a causa della su a miopia,aveva

sempre paura del le automobili,specia lmente

nell ’ora del c repuscolo,qua ndo l ’estrema luce

del giorno si fonde col chiarore incerto dei iana li

,in un ba rbaglio pericoloso . Quella sera si

spaven tava più che m a i : le pa reva che dei mostri si fossero sca tena ti per la c ittà, ed urla ssero per avvertire del loro pa ssaggio . Un belmomento qua lcuno di questi mostri si avven

tava contro di l ei,contro la bimba

,contro

quella cosa semovente ch ’era la ba lia , e le stri

tolava come granelli d ’orzo .

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na tio, anda sse a raccogliere nel suo quadernole cose più brutte della vita

,fossero pure ca

la nnie?

Antonio rientrò verso le set te .

Come in u na sera lontana , la tavola apparecch ia ta a ttendeva ; l

’andito era tutto fra

gra nde d ’odore di ca rciofi fritti

,e Regina

,ap

pena spoglia tasi, segnava la l ista della spesaper l ’ indomani .Antonio andò subito verso Ca terina che s ’era

sveglia ta , la prese fra le braccia e sedette conlei vicino a lla finestra . Di sera

,al lume delle

lampade , Ca terina era sempre più vispa e lietadel solito .

Come i ga ttini,

diceva la ba lia .

Quella sera la bambina , che pa reva nutrisseuna grande ammira zione per il padre , Stet te a

gua rda rlo lungamente , poi gli mostrò un piedino ancora ca lza to con la sca rpetta nuova .

Antonio capi l ’ intenzione della bimba….S iamo già civettuole, eh ! Abbiamo le belle

sca rpine e le facciamo vedere? disse , scuotendo la testa e prendendo il piedino entro lasu a mano .

Ma Ca terina s’annuvolò, aggrottò terrib il

mente le sopraccigl ia d ’oro,e fec e uno sforzo

per l ibera re il piedino : vi riusc i,ma la sca r

pina si slacciò e cadde . Allora il giovane padresi cu rvò, e non senza molte difficoltà r imise ilp iedino ca ldo e pa lpitan te en tro la sca rpetta ,rivolgendo a lla bimba del le fra si che , d irebbeBa lzac

,a leggerle sono ridicole, ma in bocca

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d ’ un padre sono sublimi . Ca terina rispondeva a

modo suo .

Quando Regina s’avvicinò

,Antonio e la bimba

continuavano la loro interes sante conversazio

ne ; gli occhi del giovine erano lim pidi e l iet ied ella si c onvin se ancora una volta d ’

aver fa ttoun bru tto sogno .

E giorni e giorni seguirono , se non in tuttoin pa rte egua l i a quello .

Un aprile ca ldissimo bruciava già la città .

Verso sera il cielo si infocava . a rdente e luminoso come un meta llo incandescente : l ’odoredel l ’ estate , odore di polvere e di erbe secche ,rendeva l ’a ria qua si soffocante .

Una di quelle sere Reg ina stava nel sa lottodella princ ipessa , che due giorno dopo , a cau sadel ca ldo ecceziona le, doveva pa rt ire per A l

bano .

Sta rete molto tempo la ssù? domandava

in france se il vecchio signore dal c ran io di porcella na

, facendo uno sforzo per parla re .

M a com e egl i non pa rlava abba stanza forte ,madame volse lentamente il gran viso sc ialbo.

Scusate?

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Vi tra tterrete molto ad Albano?Tre settimaneDove a ndrete dopo? insiste l ’a lt ro con

se rietà qua si t ragica .

A Via reggio,mon sieu r . E voi?

Non so ancora . Forse a Vichy : ma sonoa ncora indeciso . E voi non andrete a l l ’estero?

Forse no, quest’anno . Non mi sento molto

bene e non vogl io sta nca rmi . Ah ,come fa già

ca ldo ! Ho dovuto fa r mettere i ma tera ssi dicrine ma non si può più dormire .

M adame sospirò ; monsie ur sospirò p iù forte .

Sembravano entrambi infelicissimi,ella per il

ca ldo, egl i perchè non sapeva ancora dove an

dare a pa ssa r l ’esta te .

l o credo venga i l terremoto,

disse M a

rianna per conforta rli,portando u na ta zza di

thè .

Ma il vecchio signore,che da qua lche tempo

s’inteneriva nel veder Ma rianna , la gua rdò fissocoi suoi occhietti violacei e le disse :

Quante tazze di the avete distribuite i nvita vostra

,mad emo ise lle? Ecco

,quando vi vedo

senza la ta zza di thè in mano , la vostra figurinami sembra incompleta .

M a mademo ise lle era di ca t tivo umore , e perciò non diceva nè voleva sentire sciocchezze . I lca ldo opprimeva anche lei . Pa ssando vicino

,a

Regina disse abba stanza forteAd ogni ta zza di thè che io ho distribuito

egl i h a perduto un capello .

M a anche Regina era di pessimo umore enon l e b adò .

Insomma,i l ca ldo rendeva la gente ca ttiva

ed anche stupida . Regina , poi . si sent iva al

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sue amanti , e dopo averle sfrutta te le butticome limoni Si dice così?

Peggio per loro, disse Re gina con dispetto . Dopo tu tto egli è i l p iù forte e

Ah , mi dimenticavo che anche voi sieteu na superdonna… disse Ma rianna

, a voceba ssa . Poi subito rise . Volete un ’

a ltra tazzadi thè?

Rapido e terribile come il fulmine, un pensiero a ttraversò la men te di Regina .

Marianna è pa rtecipe del segreto d i An

tonio e di madame, e ritiene pa rtecipe e con

senziente anche me ! Una vampa le incendiòil viso . E mai dimenticò il senso di vergognache questo rossore le destò . Fu un a ttim o .

Guardò Ma rianna con disprezzo ; poi subitopensò che la signorina potesse aver detto senzaintenzione u na delle sue solite sciocchezze insolenti . M a le rima se un lieve t remito ai polsi .

Bisogna uscire da qu est’incub o , a tutti i

costi , pensò .

No n e ra la prima , nè la seconda , nè la millesima volta che pensava cosi : ma in quel momento ella senti che il suo mal e , vero o immagina rio , e ra giunto a lla C-l

l Sl e doveva risolversi . O la sa lute o la morte .

Le vecchie signore ed i vecchi signori s’erano

strett i intorno a l la principessa ,che in quel cir

colo scintilla n te emergeva , cosi bianca e se ia lba

,come la fa l sa perla la ttiginosa in u n anello

pesto . Tutti pa rlavano del suicidio d ’u n grande

personaggio russo,un mecena te c onosciutissimo

in tutta Europa .

Un russo aveva a ssistito pochi giorn i prima,

a Parigi , ad un banchetto offerto da a rtisti e

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signore a l ricco suic ida ed ora raccontava tuttele perfi die , i dietroscena ,

la diploma zia ma lva.

gi a di quel sim p osio, accennando a i legam i piùo meno vergognosi che univano fra loro ta lunidei convita ti

,e per gli adulteri del le loro megli,

e per le concessioni delle loro co sc ienze di c ittad in i e d

a rtisti .Regina asc oltava , e si ric ordava di aver cento

volte as sist ito a conversaz ioni simili,ma ciò

che ora la colpiva era la semplicità con la qua leil russo pa rlava

,e l ’ interesse c on cui gli a lt ri

a scoltavano . Nessuno si stupiva : anzi a lcuniapprovavano con cenni della testa e delle mani .e dimostravano piacere nell

’udire cose che essi

già da molto sapevano .

I l mondo,era fatt o così ! Ed ella si meravi

gliava che u no di quei fa tti . a quanto pa reva ,comuni a qua si tutt i gl i u omin i

'

e le donne diquesta terra , fosse capita t o a lei ! Ci fu un mo .

mento nel qua le ella si domandò se non e ra u na

sc iocca a tormenta rs i tanto ; ma subito ebbe orrore della sua domanda . Credette di soffoca reil ca ldo di quel sa lotto . ancora coperto di pellicc ie

,le dava rea lmente un senso di oppres

sione e di soffocam ento . Ecco,ecco : le bestie

feline s anim avano ; le loro pell i s i riempivano ,Sl muovevano

,s

avvicinavano,le sofiiava no sul

volto un a l ito pregno di profumi ama rognoli evoluttuosi i l oro occhi di vetro gia l lo l ’a ffa scinavano ; l e loro zampe pelose si sollevavano , lentamente , morbidamen te , e le stringevano il

collo e la soffocavano . Aria ! A ria ! Libera rsi omorire ; ancora un momento ed ella ,

la Reginasia pure ca ttiva , ma non impura

,che lungo il

fiume na tio aveva sognato tutto ciò che v ’è an

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cora nel la vi ta degno di sopporta re la vita , an

c ora un momento e moriva asfi ssiata .

I st intivamente s’

a lzò e u scì nel p iccolo terrazzino di ma rm o

,da l qua le si scendeva per

una sca letta a l gia rdino . Un uomo lavorava intorno ad u n

’a iu ola rotonda

,molle d ’erba vel

luta ta,orna ta di fiori , simile ad u na to i ta . Tutto

era molle ed a rtificial e nel piccolo gia rdin overde e viola

,cospa rso di peta li di glicinie . Una

luce rossa di tramonto insanguinava u na ghirlanda di rose bianche

,pendente da l lauro che

sovra stava il cancel lo in quel l ’ora socchiu so .

Regina non provava ancora a lcun sollievo nelrespira re l ’a ria ca lda e troppo odorosa del gia rdino

,quando vide il cancello aprirsi ed An

tonio entra re . Ella,senti un velo sanguigno ca

la rle sugli occh i,e per u n momen to n on vide

più neppure la figura che si avanza va fino a

lei . M a Antonio sa li tranquillamen te la sca

letta,si fermò vic ino a lei e le chiese :Che fai qui?

E ra come semp re elegante , ma non in abitoda visita .

Perchè sei venuto così? gli disse Regina

,tocca ndogli la giacca . C ’ è tanta gente ,

tanto ca ldo . Non entra re , tan to non t i hannovisto . Anch ’ io me ne vad o ora .

Aspetta un momento,

egl i rispose , t ranquillo

,perchè vuoi anda rtene?

Non entra re di qui , a lmeno ! Antonio !ella disse, eccita ta .

M a perchè? egl i ripetè semplicemen te .

E sp inse la porta vetra ta .

Regina rima se su l terra zzino , gua rdandosenza vederlo l ’uom o che lavorava intorno al

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vento con un picc olo ventaglio giapponese chepa reva di vetro smerigliato f gli anell i delle suepiccole man i scintillavano nel la luce sempre piùtenue e rosea del sa lott oN u ll ’a ltro . Come sempre

,nessun segno ; nes

suna rivela zione del segreto . Anton io non b a

dava a madame, e questa , più ca scante ed im

pas sibile del solito,tendeva l ’orecchio verso la

persona che parlava in ultimo,e di tanto in

ta nto rispondeva con pa role ga rba te , ma avevanegli occhi meta llici quello splendore vago

,un

po ’ languido,di chi pensa a cose lontane tutte

sue .

Dopo un po ’ Re gina s’alzò

,Anton io la segui

si congeda rono e se ne anda rono . Ma rianna li

rincorse fino all’anticam era e baciò Regina suambe le guancie , dicendole addio .

Anche a m e disse Antonio,tendendo la

guancia .

A voi domani ella rispose , proseguendolo scherzo . Poi

,seria : Venite verso le sette ,

perchè prima dobbiamo usc ire .

Ah,

aggiunse po i, accompagnan doli finoa l la porta è tornato poi quel signore . Vuolda re trecen to lire , 0 u na pelliccia nuova ; ma

madame si ostina a voler la sua . Dice che bisognerà. cita rl o in pretura .

Citiamolo pure ; per me ! disse Antonio .

M a era poi buona la pellicc ia vecchia?

Eh,nuova costava n ovecento lire !

Vedremo ; a rrivederci .Addio ; verrete ad Albano , Regina?

Se madame c’invita ! rispose Antonio ,

a ll ontanandosi .

Regina non disse nè si,nè no : camminò un

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pezzo silenziosa,

fino a piazza dell ’ Indipendenza

,poi pa rve ricorda rsi d i qua lche cosa , sol

levò il viso e domandòCos ’ è

,quella pellicc ia?

Oh,Dio

,non me ne pa rla re : è un mese

che madame m ’a filigge con questa storia : h a

da to ad ac comodare una pelli ccia e pa re gl ielaabbiano scambiata ; non so, un pa sticcio .

An dra i ad Alb ano,tu?

Se c i u na domen ica .

I o non ci vengo,

disse Regina , forte .

Perchè?

Perchè fa ca ldo,

ella rispose,abba s

sando la voce .

Figu ra t i se la ssù c i sa rà ca ldo : ha presoin affi tto u n vill ino in riva a l lago ; c i sono tanterose sulla terra zza ; quando si sfogliano cadonosu l l ’acqua .

Regina lo sa peva : Antonio,che era sta to a

cerca re il villino qua lche gi orno prima,glielo

aveva già. desc ritto . Camm inarono ancora,sen

za più di rsi niente . Nel crepuscolo rosso i fana l i brillavano gia l li e melanconic i e il lorochia rore aumentava l ’inquietudine di Regina . I l

progetto insensa to di pedina re An tonio duran tela notte

,la rias sa liva . Ella si vedeva

,ombra

vaga nte sotto quella luce gia lla e melancon ica ,

seguita a su a volta da qua lche nottambulo incerca di avventure . M a d ’un tra tto sol levò fi e

ramente la testaNo

,mai p iù . Questa è l ’ultima volta che

io vado in qu e lla ca sa : e neppure lui ci deveE tempo di finirla .

Appena rientra ta nel la su a camera si levò ilsoprabito di taffeta e lo sba tte sul letto .

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Fa già tanto ca ldo ! Una bellissima es ta teavremo ! Oh , come Roma è orribile

,d ’esta te

e loro se ne van no già.. Hanno ragione,pove

rini , sono così del ica ti ! E Si, l’osso rosic

quando ce loChe c osa borbotti? domandò Antonio ;

ma subito pa rve pensa re ad a l tro non è an o

cora torna taRegina si spogliava

,buttando qu a e la i ve

stiti che si togl ieva , e c on tinuando ad inveirec ontro i signori

,i ricch i che abbandonavano

Roma a i primi ca ldi . Antonio s’a ffacciò a l la fi

mestra . Ad un t ra tto Regina ebbe u n pen sieroma ligno

,l ’ ultimo

,il suprem o d e i pen sieri pe r

versi,che non la la sciavano più in pace .

Egli non si irrita più quando io mi stizzisco ; pa re a bbia paura di provoca re in me uno

scoppio d ’ ira . Egli indovina che io so ; e credeche io fino a un certo punto?

Chiudi la finestra , disse irrita ta .

Egli chiuse la finestra , pa zientemente .

Vado a prender l’Ae an t i; fa appa recchiare

,sono l e sette e mezzo disse , uscendo .

Rima sta sola Regina fu a ssa lita da u na spec iedi crisi simile a quella p rova ta due anni p rima

a l ritorno dal Grand Hòte l .

Ah,

pensava,rivestendo l ’abito da ca sa

appena rientra glielo dirò : è tempo di finirla

,o io me ne vado, e questa volta me ne

vado davvero . Non vogl io che tu vad a ad Albano ; non voglio che

tu ritorni p iù in quellaca sa : io non ci tornerò più . Finisc ila , Antonio ,finiscila

,fin iscila ! Non vedi, non t ’acco rgi che

io mi rodo ferocemen te , o te ne accorg i e milas ci consuma re cosi? Perchè, dimmi a lmeno per

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più la prima ca sa, ed ab itandola si rico rderà

sempre l ’orrore della rovina .

Anton io non rientrava . Ta rdava anche la halia

, che in quei g iorni e ra di pessimo umore espadroneggiava più che mai perchè doveva an

da rsene ; e ra già qua si notte, Regina gua rdòda lla finestra

,presa da una vaga inquietudine

per la bimba . Nella via solita ria ,d ’erba come la via d ’una città deserta ,

steva l ’ultimo crepuscolo ; i gia rdini ododi rose , qua lche stella oscil lava su l ciel o ancorasanguigno .

E nonosta nte tutti i suoi fieri propos iti , Regina senti u na grande tristezza a l pensiero cheavrebbe dovuto a bbandona re quella via poe

tica , di cui ogn i filo d’erba sapeva la sua illu

sione di felic ità .

Anche quella sera ella ta cque . Come fa re?Ca terina non vol eva addormenta rsi

,voleva sta

re un p ochino col suo papà, del qual e ammirava i baffi d ’oro

,i begli occhi dolci

,i b ei ca

pelli p rofuma ti . S’accorgeva Ca terina che il

papa e ra bello? Quest o non si sa ; ma è certoche ella guardava con vero p iacere il viso grazioso e bello del giovine padre , e pa reva prova sse una sen sa zione specia le nello sfiora re conla sua guancina d ’

a lb icocca ma tura la guancia

sba rba ta del papain a .

Anton io can tare llò a lla p icc ina u na canzonetta infan tile

Top olin non vu ol ricotta ,

vu ol spo sa r la reg inotta ,

e se il re n on glie la da,

Topolin lo ammazzera.

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Ogni volta che egli ripeteva quest i versi,Re

gina ricordava come si ricorda un sogno affannoso, la sera del suo a rrivo a Roma . M a Ca terina rideva e smaniava ebbra di gioia

,e am

mirava più del solito il papà, col qua le poi sidicevano tante cose

,tante cose intime

,com

prensib ili a loro soli . Cosa doveva fa re Regina? Priva re Antonio

,che aveva lavorato tutto

il giorno , de l p iacere di conversa re con la b imba

,strappa rgliela da l petto e porta rla via? Re

gina non e ra così ca tt iva . Qua ndo poi gli occh ion i di Ca terina diventa rono languidi di sonno

,e tutta la su a figurina si ammorbidi, s

'

ab

bandonò, grave e dolce come un frutto ma turo .

e Antonio disse : Ora esco u n pochino,che doveva fa re Regina? Dirgli No

,rimani ;

devo dirti le cose orrende che io pen so di te?E ra impossib ile . Egli aveva be n diritto di

anda re un poch ino fuori , a lmeno la sera ,dopo

una giorna ta di fa tica . Ed egli uscì , e Reginasi mise a leggere la rubrica dell ’A va nt i : « Ciòche succede nel mondo » .

Madame M akuline pa rti due giorni dopo,ma

Antonio con tinuò a reca rsi tutti i giorni al villino , ov ’era r imas to un vecchio domestico

,

pe r sbriga re qua lche affa re .

La domenica seguen te egli disse a Regina cheil domest ico gli aveva chiesto il permesso dia ssenta rsi ; e le fece veder due chi avi .

Siamo fina lmen te padron i di u n villino !d isse , scherzando . A l lora Regina fu a ssa lita

da un ’idea morbo sa ; invano per qua lche istan tecercò di respingerla .

D ELBDDA. No sta lg ie .

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Andiam oci,a l lora ! propose .

E i accettò,non solo

,ma pa rve lieto dell ’av

ventura . Possibile ch ’egli fosse tanto c inico?

Ella indossò un abito bianco , morbido , da llegrandi maniche fi oscie , che la rendeva giovan issima e bella d

'

una bellezza mod erna,fa tta non

di linee ma di espressione . L ’abito era nuovo ,

ed Antonio lo trovò .molto elegante ; del ch e ellas i comp iacque . Nonosta n te i suoi dubbi e i suoir imorsi el la non poteva fa re a meno degli a b itibelli

,e qua lche volta a nzi provava un piacere

morboso e crudele,nello spendere qu e l dena ro

in oggetti d ’ornamento e di lusso .

D a qua lche tempo aveva ripreso a cu rare con*

afiîna tezza la su a pelle,i suoi capelli , le su e

unghie . Perdeva dei qua rti d ’ora a soffrega rs ila faccia con olio di mandorle

,ed a pettinarsi

a lla moda . Che voleva,con ciò? Piacere ad An

tonio,piacere ad a l tri? Non lo sapeva neppure

le i : soltan to, quando s’accorgeva che non si

st izziva più c ontro sè stessa,come un tempo ,

pe r le sue raffina tezze fuor di luogo , si domandava se il suo senso mora le non si abba ssa sseogni giorno di più .

Ma appena furono usciti , una fola ta di ven todispettoso le sc omp igliò i capel li e le rubò lac ipria da l viso . E ra un meriggio qua si a rdente ;gli a lberi dei via li fremevano al soffio de l ventoca ldo

,la piazza della sta zione

,abbagliante d i

sole , pa reva più grande del solito , ed un velo d ipolvere fumava negli sfondi delle vie . I l levanteimperversava

,col suo a lito ca ldo p regno di ma

ligne suggestioni .

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fa t to venire? ella chiese . Gua rdiamo se si

può fa re il thè .

Sta ferma , pregò Antonio,non voglio

che il se rvo si a ccorga che ci siamo sta ti . Però ,a spetta , qui c i deve essere del l iquore , del M a

dera anzi . Oh,bene !

Egli apri la credenza,tra sse fuori u na bot

tiglia ed a ssaggiò . B evettero da l la bott iglia ,

per non sporca re i bicchierini, poi rimis ero tutto

a posto .

Pa revan o due bambini . Antonio diventò a l

legro, e senza però fa r troppo chia sso c ominciòanch ’egli a divertirsi . Ritorna rono nel sa lottoe Regina apri un po ’ le imposte ; u na luce verdognola illuminò u n angolo . Regina finse di da reun ricevimento

,imitò la voce della bella signora

c ieca,p oi si abbandonò mollemen te sul divano

preferito da madame, u n divan o coperto di pel

liccia grigia che dava l ’ idea d ’u n enorme ga tto

ad dormenta to .

Nella penombra verdognola , col suo vestitomorbido

, coi capelli su lla fronte,con gli occhi

a lquan to a rdenti e cerchia ti,ella pa reva dav

vero u na gra n dama un po ’annoia ta

,un po ’

sma rrita dietro un sogno morboso .

Antonio intanto cercava di aprire il ba lconechiu so a chiave

,da l qua le si scendeva in gia r

dino .

Aspetta un momen to , ella disse . An

d iamo sopra , o ra . Ci sei ma i sta to tu,sopra?

l o ma i .

Vieni qui ; la sc ia chiu so ancora .

Egli si ostinava a cerca re la chiave .

Vieni,chè ti dico u na c osa . ella dis se

infantilmente .

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Cosa ? Non trovo la chiave .

Qua si indovinando le idee di lei , egli non ac

correva a l richiamo .

Allora ella senti divampa re il dubbio reo chela perseguitava . Si, in quel sa lotto

,forse se

duto su quello stesso divano,Antonio aveva

macchia to le su e labbra di ba c i abominevoli .

Ella si morse l ’a ngolo del labbro s uperioreper reprimerne il fremito

,poi si a lzò e si avviò

verso i l sa lotto a ttiguo .

An diamo di qua la sc ia chiu so…Egli a tt raversò il sa lotto

,le fu vicin o : a llora

Regina , qua si felinamen te , gli si abbandonò sul

petto e lo bac iò . Illus ione della luce? Le pa rveche il volto d i Antonio diventame verde

,e cre

dette intuire il d ramma svolgent esi nel cuoredi lui . Si, egli doveva in quel momen to ricorda re qua lche cosa di nauseante : un abbraccioe dei bac i che gli avevano ma rchia to l ’a nima

con segni di infamia . Bac ia re lì,in quel luogo ,

le labbra di sua mogl ie,doveva essere per lu i

un ca st igo .

M a il del irio di lei cresceva .

Bac iami ! impose ad Antonio , fissa ndolocon gli occhi p ien i d

’una fiamma tragi ca,ed a t

t irandolo verso il divano . Rea lmente egl i res isteva , pu r baciandola , con le labb ra ancoradolc i d i madera . Allora Regina

,tutta inva sa

da lla follia del su o dubbio , pensò che era gi untal ’ora d i st rappa re i l losc o segreto da quel lelabbra , i cui bac i le davano, un dolore morta le ,in quel luogo ove forse ogni oggetto ricordavaad Antonio il suo miserabile errore .

M a non potè formula re la domanda od iosa .

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Dopo penetra rono nello studio e nella biblioteca

,ove di solito An ton io passava l ’ora del

suo se rvizio,co.me egl i lo

ch iamava . E ra u na

vera biblioteca,con migl ia ia d i volumi rilega ti

a rt ist icamente . M adame aveva gia. fa tto vederea Regina a lcuni l ibri an tichi , u n codic e a llumina to , un autografo acquista to come autenticodell

’A riosto , a lcune lettere d i autori celebri ,fra le qua l i tre di G eorge Sand . E Regina

, pur

t ra scina ta da i suoi torbidi pen sieri , si divertia gua rda re a ttraverso i crista lli

delle l ibrerie .

come i monelli gua rdano nelle vetrine,men tre

Antonio si chinava i sti ntivamen te ad osserva re ,sen za tocca rle

,a lcune ca rte spa rse sull o scrit

t0 io ove di solito egl i sbrigava la corrispondenza della principessa .

Volgendosi vide che Regina e ra già pene tra tain un sa lottino a ttiguo

,un sa l ottino pa rticola re

dove spesso madame M aku line u sava anche

p ranza re : egl i la seguì ; el la ap rì l’uscio e si

t rovò in u na g rande anticamera che comunicava 6 0 1 g ia rdino . Una sca la di servizio conduceva a l p rimo piano , e Regina , semp re seguitada Antonio

,sa li . M a tutti gl i usc i eran o chiu s i

a chiave : restava aperto solo l ’u scio di unostanzino da bagno , nella cu i va sca rimaneva an

cora nu po ’ d ’acqua a zzurrognola d i sapone .

Senza dimostra rlo Regina osservava An tonio ,ma dal m odo incerto con cu i egli pro c edeva , lesembrava tutt ’a lt ro che pratico della casa .

Vorrei a lmeno a ttraversa re quella speciedi ponticello che unisce le due pa rti del vil

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zione qua si ironica . Ella s’avvicinò per accarez

zarlo , ma l ’anima le sa ltò su u na mensola vicina e rovesciò un va setto .

G rosse goccie d ’olio , gia l le dense , piovverosu ll’ab ito di Regina

,macch iandolo irreparab il

mente .

Ella per poco non pianse d i rabbia : pa roleinsensa te le uscirono di bocca .

Oh , anche il m io abito si macchia,in que

sta ca sa !Antonio accorse ma pa rve non capire : trovò

la bottiglia della ben zina e a iutò su a moglie a

pulirsi i l vestito . Poi rimise tutto a posto , preseRegina pe r la vita , la costrinse a correre, la spinse su su per la sca letta

,facendola inciampa re ,

sordo a lle prote ste e a lle ca ttive pa role di lei .Cosi penetrarono nel gia rdinetto

,e Regina si

rasserenò .

I l sole ca lante indorava metà del gia rdino ;l ’a ltra metà restava nell ’ombra ; i l vento passava in a l to

,sulle cime de i lauri inghirlanda ti

di rosellin e bianche : di tan to in tanto u na

pioggia di foglie di rose,di tiglio e di glicinie

turbinava nel l ’a ria ca lda e cad eva sui vial i .Regina e Antonio sedettero in un angolo verde ,a ccanto a u n

’erma sulla qua le u na testa ar

caica,che pa reva d ’uomo e di donn a nello st esso

tempo,aveva come un sorriso sa rca stic o e com

piacente .

Ci crederà due amanti, disse Regina ,rimarcando per la prima volta l ’espressione

“ diquel viso scuro . No

,ca ra mia , siamo invece

due nemici .E perchè ? dis se An tonio, con voce

fredda .

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Allora un ricordo ba lzò nella mente di Re

Ti ricordi , u na volta siam o stat i ne l bosco ,due anni fa

,qu ando se i venuto a pren

dermi C ’ eran o ta nte fa rfa l line violette,come

ques teE rise

,furbescamente . Al tro

,se egl i ricor

dava ! E il ricordo d i quell ’ora pa s sa ta n el m i

ste ro del bosc o umido e ca ldo , l ’ indomani delsuo a rrivo a l pa ese di Regina

,dopo la fuga di

l ei,pa rve ridesta rgli un impeto d i pas sione fo

sea . Da lla let iz ia infantile che poco prima lora llegrava

,pa ssò ad u na tenerezza n ervosa : e

questa volta f u egl i a cerca re le labbra di suamoglie , con un bac io che a lei ricordò i ba c id ’a llora .

E il dubbio la tormen tò più forte .

Verso il t ramonto rientra rono nel vi ll ino ,

ma non se ne anda rono ancora . Vaga rono peisa lotti , abbandonandosi a giochi e st ravaganzeinfantil i : si rinc orrevan o a l bu io

,e Regina si

divertiva a disordina re dei mobili che Antonior imetteva a posto .

A momenti però , si riabba ndonavano a l le lorodolc i carezze d ’

amant i : i l ca ldo del t ramontoprimaverile a cc endeva il sangue di Antonio ; ed ’a ltra pa rte Regina p rovava un piacere per

verso nel godersi la tenerezza del suo giovanema rito là

,in quel luogo ov

ella sospettava cheegli avesse macchia to la purezza del loro amore .

Un veleno a rdente le ribolliva nell ’anima .

Quando Antonio la bac iava e sussultava a i bac i

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in soliti di lei, ella fissa va gli oc chi quas i de liran ti negl i angoli bui

,nella luminosità vaga

degli specchi vela ti,domandandosi che cosa

qu egl i specchi avevano veduto… E le pa revache , a sua volta

,il fa nta sma della « vecchia

luna », della comp ra trice d i baci , fosse là , nell ’omb ra di qua lche angolo , e si rodesse di gelosia e di rabbia vedendo Antonio da re a su a

moglie baci,u no solo dei qua l i tutti i suoi mi

l ion i non sa rebbero ba sta ti a comp ra re .

Con tutto ciò un fi otto di disgusto le sa l ivasempre più ama ro dal profondo del cu ore . Disgu sto per sè e disgusto per Anton io .

Egli deve essere anche molto cinico ,ella pensava , se per fa r piacere a me s ’ indugia cosi in questi lu oghi che conoscono la sua

Se però è colpevole !M a in fondo

,nel le profondità più buie e mi

ste riose della sua an ima,Regina sentiva u na

a cre soddisfa zione nell’acco rgersi quan to quel

l ’uom‘

o fosse cosa su a . Sempre e dapertu tto ,anche nell ’errore

,era lei che lo dom ina va . E

per qu esto, al di là di ogn i rancore e di ognidisgusto , anche quando sent iva di non ama rep iù su o ma rito

,anche quando , come in quel

giorn o,disprezzava sè stessa semb randole di

macchia rsi c ome il suo vestito , di corrompersinel l ’a ria odorosa , nel la penombra e nel teporemorbido di quel la casa

'

ove tutt o pa reva incita re a l la mollezza

,el la provava u na infin ita

pietà di Anton io . E viveva di questa pietà .

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Non vengo perchè m i pa re e piace di nonvenire : non ho da riverire nessuno

,e sa rebbe

tempo ch e anche tu la fi nissi. Ha i forse più bisogno di servire? Se è vero che i nostri a ffa rivanno tan to bene

,el la

,prosegui

,con evi

den te ama rezza,

perchè .

È impossibile discutere co n te,

egl i lainterruppe animandosi . Sei sempre irragionevole .

Egli pa rti a mezzogiorno nel pomeriggio.

Re

gina andò a fa re u na delle sue ra rissime visitea l la suocera , e poi rima se anche a pran zo e rivisse , ma con b en d iversi sen timenti d ’

a llora ,

nel quadro che tanto l ’aveva disgusta ta . Pensandoci bene si doma ndava perchè quel quadrole e ra pa rso tanto volgare : se non a ltro cometip i i personaggi erano, o a lmeno ora le sembravano

,interessanti .

Arduina e Ma ssimo,la prima con vero odio ,

i l secondo con disprezzo verso la prima ,discu

tevano d i autori celebri ; Ga spa re raccontavale disgra zie con iuga l i d

’un suo ufficia le di scrittu ra , il signor Ma rio si stuzzicava i denti, la si

gnora Anna na rrava le terribili vicende dellasu a serva : tutto ciò

,u na volta tanto , era di

vertente . l l pranzo era squ isito ; si bevette , si

rise ; venne Cla retta ,si gu a rdò nello specchio ,

civettò con Ma ssimo ed anche con Gaspa re .

Infine,nu lla e ra muta to a ttorno, eppure Re

gina non si ann oiò . Cla retta e ra meno elegan tedi lei , e la signora Anna provò u na soddisfazion e tutta materna n el consta ta rlo ; poi chiesea l la nipote perchè. non si pettinava come Regina

Sto meglio così,

disse la s ig norina , ac

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comodandosi la farfalla di na stro che le ornavai capell i . Eppoi si u sa così , ora .

Scusami,no

,dis se Ma ssimo . Le si

gnore dell’a ristocrazia s ono pettina te come Re

Madame M aku lin e,forse? chi ese l ’

a ltracon ironia .

Regina la fissò . Voleva forse dire qua lchecosa

,la. bella cugina? Sapeva qua lche cosa?

Mentre gli a ltri s i disp onevano a giuoca rea lle ca rte

,Regina entrò nella camera da letto

che un tempo le e ra pa rsa un covo di incubi . I lba lcone e ra aperto e la luna illuminava le tende ,proiettando u n bagliore a rgenteo fin su l granletto bia nco ; qua lche spigolo di mobile avevarifles s i chia ri ; un odore di ga rofani—profumam

il silen zio e la pace di quel la grande camerama trimonia le

,nido di quieta felicità borghese .

Regina pensò che se Antonio l’

avesse con i

dotta a Roma in u na sera come quella,e l ’a

vesse introdotta in quella camera illumina tacosì , quieta e profuma ta , avvolta nel sogno d iu na notte di maggio

,nulla di quanto era avve

nuto avveniva .

S’a iîacciò al ba lcone pieno di ga rofa n i : la

luna pa ssa-va in u n dolce cielo di velluto tu rchino , lontana e melancon ica ,

lontana e pura ,

come una'

vela sma rrita n e ll’ immensità d i u n

ocea no di sogni . Na tura lmen te il pensie ro diRegina corse a lla terra zza in r iva a l lago d ’Al

bano, dove le rose si sfogliava no e i peta li cadeva no

,sim ili a fa rfa lle , su lla mad reperla iri

descen te delle acque illumina te da lla lunaChe faceva Antonio? E ra ma i possibile che il

sogno mostru oso che la premeva,potesse avere

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una rea ltà? Sotto la purezza infinita del cieloe ra poi vero si commettesse nel mondo tantomale?

M a quando ella tornò a ca sa , l’ incubo la ri

cac ciò sotto di sè , di nuovo vincitore in quel lalotta nella qua le Regina era troppo spesso lapiù debole .

Antonio sa rebbe dovuto ritorna re con l ’u ltimo treno : n on ritornò

,e neppure mandò un

telegramma per ra ssicu ra re sua moglie . Ellaa tte se fino a mezzanotte po i andò a letto

,ma

pa ssò una notte agita ta,anche perchè era la

prima volta che dormiva sola nel letto con iu

ga le .

La ma ttina per tempo si fece porta re Ca te .

rina a letto .

.

La bambina,in cam icino

,sedette

su l cu sc ino e pa rve inquieta per l ’a ssenza delpadre .

Papà? domandò .

Papà non c ’è,ve rrà presto

,presto , presto .

Còrica ti, ora ; giù ! Dammi il piedino, il p iedino mio : quest ’a lt ro è di papà? Bene glieloda ra i quando viene , disse Regina tirando giùla bam bina

,la qua le , quando c

’era Antonio a

letto,usava da re ‘ un piedin o a lla mamma e

l ’a ltro a l papà. : e le prese ambi i piedin i ; ma

Ca terina volle tener libero quello del papà, poitdqcò c ol ditino roseo i l merlet to della ca

micia di Regina .

Ti è to? domandò .

Qu esto'

è tuo? tradus se Regina . Si

è mio,si ! E questa piccola Ca terina di chi

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Va via,non t i voglio più vedere . Più nel mio

n inn in o, più , più ! N on ti voglio più bene . An

ch e tu sei così ca ttiva?

C a terina si mise a piangere,con lagrim e vere ;

e quella coscienza del dolore,così ra ra n e i bam

bini , colpi p rofondamente la giovin e madre .

No, almeno tu non soffri re ! E troppo presto ! pensò . E ra ccolse a sè la picc ina

,le

ravvi o 1 capelli,la baciò sulla testina treman te .

Vien i qua , taci . Tac i,ta ci . Non fa ra i più

la ca tt iva,no

,vero? Ta ci , la tua mammina ti

vuol tanto bene . Buona, su ,

tac i . EccoA questa promessa Ca terina si ca lmò qua si

per incanto . Allora Regina sen ti in lei la rivela zione di u n sentimento nuovo

,e si meravigl io

di non averl o compreso prima . Le pa rve,come

qua lche volta aveva già creduto d i intuire , cheCa terina ama sse più il padre che la mad re . Con

l ’istinto meraviglioso dei bimbi, Ca terina sentiva che egli e ra il p iù buono, il più debole , ilp iù a ffettuoso ed i due ; che la amava più cie

camente ed appa ssiona tamente di quanto la

amava la madre e lo corrispondeva e lo p referiva per ciò .

Regina non ne sentì gelosia,e non si doman .

dò se e ra troppo o t roppo poco madre perquesto ; ma quella matt ina

,a ttraverso il tu r

bine d i cose tristi e brutte che le travolgeva l ’anima ,

ella sentì quel supremo sentimento d i

pietà , che tra il c rollo d i tutti i suoi sogn i lasos teneva ancora come un ’

a la poten te,stendersi

non su lei,non su Antonio, ma sopra la…loro

bambina . Essi era no già morti a lla vera vita ,

imputriditi dai loro va n i errori ; ma Ca terina

e ra l ’avvenire , la vita , il seme , ch e rina sceva

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tra le foglie mort e . Bisognava pulirle il terrenoa ttorno .

E per la prima volta pensò che non per sè .

per un’ultima vanità di sacrifi zio

,non per lu i

la cu i an ima sa rebbe rima sta sempre macchiata , ma pe r la loro bambina , ella dove va r itra rreAntonio dal fango .

Antonio ritornò col treno delle sette e ven ti .ed ebb e appena il tempo d i lava rsi

,prendere il

ca ffè e correre a l l ’ufficio .

A mezzogiorno,du rante il pa sto

,egli raccon

to le meraviglie di A lbano , del vil lino , dellanotte sul lago .

Tanti fiori,tan te rose ! Una meraviglia .

Ho perduto l ’ul timo t reno perchè volevo prenderlo a Ca stel Gandolfo

,dove ma dame e M a

rianna vollero scendere a piedi : dopo siamorisa liti in ca rrozza . N on puoi imm agina rt i chesplendore . C ’era la ho pen sa to semprea te… Non ti ho telegrafa to perchè era

Chi ti d ic e n iente? esclamò Regina ,che

a scolta va e ma ngiava , sil enziosa e distra tta .

Ti sei a rrabbia ta? Regina !Io ? perchè dovrei a rrabbia rmi ?

disse con voce sorda .

A ntonio dovette capire che qua lche c osa d i

torbido le annuvolava lo spirito,perchè prese

a pa rla re con volubilità,cercando di distra rla .

Com inc iò a pa rla r ma le della…principessa :

Quanto è noiosa ! Mi h a fa tto fa re quest oviaggio nientemeno ch e per la famosa p ellic

« Scusi? proseguì , im itandola . Non

DELEDDA . Nosta lg ie . 18

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è per il va lore , ma perchè e ra un ricordo prczioso » . Chissà gliela avra rega lata GeorgeSand ! N on ha pa rla to d ’

a ltro : a nche Ma riannasi è secca ta ed h a proposto di cava r la pellea l pelliccia io

,se non ci restitui sce la pel liccia .

Ha i dormito nel villino? domandò Regina

,senza bada re a ciò ch ’egli diceva .

Sa rebbe sta ta bel la che mi avessero man

da to a ltrove .

Certo ! disse Regina , con evidente sa r

ca smo . E senza solleva re gl i occhi dal p ia t toE russa madame ?

E russa,non lo sapevi? rispose pronto

Anton io .

N u ll’a ltro . M a la voce di lui vib rò , d’una vi

b razion e appena pe rcettibile , che sarebbe sfuggita a tutti

,non a Regina .

Senza gua rda rsi , senza fa r un cenno , in quelmomento essi si compresero e scambievolmen tesentirono d ’

eSsersi compresi . Regina credetteche Anton io si fosse tu rba to in viso ; ma nonosò gua rda rlo .

Continuò a mangia re e solo dopo un momento sollevo il volt o e rise . Non seppe ma i

perchè in quel momento aveva ris o .

Io non ho dormito niente,questa notte

mi pa reva di esser vedova .

Maga ri,t i piacerebbe d ’esser vedova ! Lo

so che non mi vuoi più bene,

egl i disse,un

po ’ scherzando,un po ’ sul serio .

Oh ziclo ! esclamò Regina , con voce sottile e ca ttiva , imitando il grido di beffe selvaggia che aveva udito da u no spetta tore inun tea tro popola re . Che dramma da luna dimiele rancido !

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Ma orama i pa reva a Regina che egli veglia sse ,pronto a tutte le difese .

Dopo quel giorno essi comincia rono a b istic

cia rsi di frequente . Ella se la prendeva percose da nulla

,e gli rinfacc ia va tutti i suoi pic

col i difetti,cogliendo però l

occa sione per ac

cu sarlo vela tamente d i ciò che,soltanto c ol

pevole , egli avrebbe dovuto cap ire . Antonio si

difendeva,senza st izzirsi troppo

,senza offen

dersi troppo : ella c redeva sempre più che egliavesse pau ra d ’irrita rla maggiormente e u na

grande t 1 1 st e zza la vinceva .

Perchè eran o così vili Perchè el l inon osava a ffronta rlo ancora ,

mentre tutto en

tro d i lei , tutti i suoi pensieri , tutti i suoi ri

cordi cd i suoi istin ti in sorgevano contro di lu ie lo accusava no? Ebbene

,ella fina lmente lo con

fessava a sè s tessa . Aveva pau ra : aveva pauradel la ve rità . E sopra tutto aveva paura di sèstessa . Le pa reva che solo la speranza di in

ga—nna rsi la rend esse fa c ilmente generosa , indu cendola ad un perdono an ticipato . M a setu tto era vero? Avrebbe sinceramente perdonato? Qua lche volta aveva paura di no .

E p i u che il dubbio della colpa e della viltàdi Anton io

,la ra tt ristavan o le sue proprie de

bolezze,l e cont radd izioni ed i fan ta smi del suo

sp irit o ma la t o . Giorn o pe r giorno la su a anima

le si rivelava . Ella si era creduta superiore .

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fine , cosc iente ; invec e s‘

accorgeva d’

ess er de v

hole e vile .

E ra simile ad u na pianta non colt iva ta ,che

a vrebbe potuto da r bu on i frutti , e invece co l

suo aggrovigliamento di rami infec ondi riu s civasolta nto a versa re un ’ ombra pest ifera intornoa sè . M a che colpa ne aveva?

A misura però che ella c redeva di conoscersi ,cercava di rendersi buona ; d

'

a lt ra pa rte , an

che per istinto,non era donna da continua re

in u na piccola lotta di dispetti volga ri e inconcludenti . Smise per la prima : i piccoli litig icessarono

,e seguì una tregua fa tta di incer

tezze a ngosciose e di speranze van e .

Ella stessa si ra ssomigl iava ad u n ma latoche deve subire un ’ operazione d ’

e sito incertoed è dec iso a subirla e spera che la sa lute ghritorn i dopo

, ma intanto p referi sce soffrire eda l lontana re ancora il mo mento fa ta le .

L ’esistenza di Anton io e di Regina aveva intanto ripre so la su a corsa egua le tranquil la inappa renza , tutta composta di abi tudini dolc i emonotone .

Maggio moriva . rid iven ta to p uro . a zzurro .

qua si fresc o : il c ielo,dopo qua lche giorno di

p ioggia a veva p reso t inte autunna li,dolcezze

nosta lg iche e p rofonde .

Ed a l suo d olore Regina sentiva mesc ola rsi .come u na vena d i la tte in un ma re di velen o .

la nosta lg ia della terra lon tana . I ric ordi laria ssorbivano , le penetravano nel sa ngue conl ’odore delle fogl ie fresche che profumava l ese re glauche di via Ba lbo .

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D urante qua lche pa sseggiata a ponte Nomentano , o sop ra Tra stevere , ba stava lo splendored ’a rgento verda stro dell’Aniene o la visione

gia-lla del Tevere , nello sfondo della campagnatutta verde , velluta ta e monotona come u na

musica primitiva, pe r da rl e a ssa l ti d i nosta lgia

qua si tragici . M a ora ella riconosceva moltobene la na tura di questo ma lore

,il vano ane

la re verso u na pa tria di sogni forse perduti persempre .

Eppure ella amava quelle pa sseggia te,che

un tempo aveva disprezzate ch iamandole « la

felicità stupida dei piccol i borghesi ra ssegna tia l la loro aurea medioc rità » .

Qua lche volta,in quei lunghi pomeriggi lu

minosi,se Anton io aveva p roposto u na passeg

gia ta a l di la del la stazione di Tra stevere,ella

lo raggiungeva a lla Borsa,ma il più delle volte

andavano a ponte Nomentano spesso l i accom

pagnava la bimba ,tenu ta in braccio da lla donna

di servizio,e Antonio si divertiva a fingere di

rincorrere Ca terina . La domestica correva ; labimba su ssu ltava tutta di gioia e trillava comeu na rondine

,rossa per l ’emozione di essere i n

seguita e non raggiunta . Allora Regina restavaindietro ; gua rdava il cielo vermiglio dietro lesiepi

,i pra t i rosei , le lontana nze tranquil le ,

tutto quel grande paesaggio da i profil i egua l i ,monotono e solenne come la vita di un poe tache ha canta to poemi immorta li senza aver mai

avuto un ’avventura ,

nè ma i commesso u n errore . E vedendo Anton io c orrere dietro la b ambina

,anch ’egl i tutto vibran te d ’una gioia qua si

infantile , ella tornava a dubita re di sè stessa .

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Volevo invita rla a venire con noi,uno di

quest i giorni,quella infelice . Non -la posso ve

dere,ma n e ho compa ssione . Tosse sempre .

quello stra ccio .

Altro ch e stra ccio ; m i pa re tisica , disseAntonio con voce indifferente poi si animò .

B isog nerebbe non la scia rle bacia r Ca terina .

Perchè non la puoi vedere?

Perchè è .ma ligna . Non fa a lt ro che osse r

va re e ma l igna re .

Camminando,così

,per u na dolce abitudine

,

Antonio aveva stretto nella su a la mano di Regina .

Dava nt i a loro s i stendeva o ra il via le : a destra e a manca

,in l on ta nanza

,a ttraverso i pla

tani immobili sul c ielo d ’un grigio—perla ,appa

rivano sfondi di campagna velluta ti da l verdevivo e puro della primavera . Negl i ort i esu l

tava u na pa zza fioritura di rose e di gigli , il cu ip rofumo si fondeva con l ’odore del l ’erba e dell efragole . Sol o qua lche vettu ra pa ssava e sparivanelle l ontananze del via le deserto .

Ch i è ch e mi h a detto la ste ssa c osa , a pro

pos ito di Ga b rio" doma ndò Antonio, cercando di ricorda rsi .

Ma rianna,forse? ch iese Regina viva

mente , qua si fermandosi .mi pa re .

Un ’a l tra ! Una migliore dell ’a l t ra , ella

disse con ama rezza perc iò son diventa teamiche .

Oh,con Marianna non è possibile a lcun

paragone , osservò Antonio ; e subit o gua rdòlontano

,distra endosi .

Allora d ’improvviso, un fulmineo processo

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d ’ idee,che brillavano e s

’incrociavano comelampi. si svolse in u n a tt imo nella mente di Regina . Ella fece un movimento per rit ra rre lasua da lla man o d i Anton io , ma le pa rve ch ’ egl ipotesse da qu ell

a tto indovina re i suoi pensierie si irrigidi .

Si irrig idi , in appa ren za , ma senti il cuoreba tterle violentemen te . Due . t re , diec i , molticolp i . L

’ora e ra giunta .

Le sembrò che qua lcuno . u n essere misterioso , tutto nero nella intensa lumin osità del tramon to

,fosse pa ssa to ba ttendole u n martello su l

cuore . E il cuore s’ era svegl ia to da l ma l igno

sopore del lungo incubo . Bisognava o ra solleva rsi

,scuotersi , cammina re . Cammina re

,respi

ra re , grida re,fa re u no sforzo estremo per libe

ra rsi c ompletamente da l l’ombra e dal peso del

l’

incub o . O a l trimen ti ricadere sotto questo

peso , sotto qu est’omb ra ,

e morire .

D a giorni e giorn i Regina a spettava quest’ ora

di lotta . ma la c redeva ancora lonta na , o megl io l

a llontanava da sò c ome un ca l ice ama ro .

O ra . nel sen tire ch ’ era giunta , ne provava un1 11 is te rioso spavento . E avrebbe voluto a ncoraa l lontana rla ; ma u n impulso strano . qua si u n

ist into di conservazione,superiore a lla su a vo

lontà , la scu oteva e la cost ringeva a pa rla re .

N on ric ordava nessuna delle pa role da giornie giorni prepa ra te : solo la fra se di Anton io , a

prop osito di Ma rianna , le diede un fil o a l qual eella si a ttaccò disp era tamente come ad un filoche la gu ida sse fuori da un laberint o tenebroso .

Gira e rigira . ne i tortu osi anditi del sogno

ma ligno , ella m a torna ta a l punto p rec iso dove

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s ’era trova ta il primo giorno del suo sma rrimento .

No cominciò con voce sorda,

tu non

puoi fi gu ra rti quan to sia ma ligna G abrie . Oh,

molto p iù di Ma rianna . Questa qu i, a lmeno ,vede e… qua lche. volta tace : Senon ti offendi ti dic o u na c osa

,

Egl i si volse a gua rda rla : anche lei l o gua rdò . Le pa rve che in quel momen to essi si comprendessero senz ’a ltro . Tuttavia in siste :

Non ti a rrabbi,però?

Egli gua rdò ancora davanti a sè,indifi erente ,

t roppo indifferente .

M a no,t i dico .

Gabrie dice che tu sei l ’amante d i ma

dam e M aku line .

Egli a rrossi e u na c ollera a rdente gl i deformòi l volto ; e m entre stringeva e poi la sciava equa si buttava lontana da sè la mano di Reg ina

,apri gl i occhi , aprì la bocca , con a tto

meraviglia e d ’ ira .

L’ha detto a te? gridò .

La sua voce risu onò nel silenzio del la via .

L’ha detto a me,si .

Egli si fermò , Regina s i fermò : i l cuore lebatteva forte . Le mani di lu i

,volte verso terra ,

brancicavano qua si c ercando di a fferra re qu a ]che cosa

,con un gesto famiglia re a i grandi a t

tori nei momen ti p iù dramma tici del la rappre

sentazione . In rea ltà,pa reva a Regina ch ’egii

rec ita sse t roppo bene la su a pa rte ; ma nell ostesso tempo ella cercava di esser giusta , e pensava

Se egli è innocente è na tu ra l e che si turbi

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Anch ’ io !Senti

,egli disse

,ad irandosi ancora , ma

più cupo,più sdegnoso

,senti ; non ti ver

gogni?

Andiamo,

ella ripetè,avviandosi senza

più cerca re il bra ccio di lu i non facciamoscene per la strad a .

E si av viò , c ieca , tutta riavvolta nell ’ombrapaurosa da l la qua le aveva creduto liberarsi .L ’a ttimo d i speranza era pas sa to . Perchè? N on

sapeva . Si può sapere perchè il c ielo ad untra tto si copre di nuvole? L ’

a tteggiamen to diAntonio era quello di u n uomo offeso : egli laseguiva

,lontano, lontan o appena un pas so da

lei , e ripeteva con voce irrita ta e incoscien teVergogna t i ,

M a ella oram a i n on poteva più abbandona rsiall’a rden te des iderio di c rederlo innoc en te . Nonpoteva , non p ot eva .

Tutti lo credono ! ripetè Anton io , rimettendosi al fianco di lei

,ma senza sfi orarla .

E me lo dici c osì , per la strada ,improvvisa

mente,come uno scherzo ! E tu , anche tu ci

credi ! E me lo dici così !Come volevi che te lo dicessi?

Almeno prima !

Figura ti che l’abbia saputo oggi , poc o fa ,

per esempio !Non è possibile . Eri tropp o serena , po

co fa .

Si può fingere cos ì bene ! ella disse , conu n sorriso ghignan te , che le solcò l e guanciocome un segno di spa simo .

Poco fa ! egli ripetè, stringendosi le

mani e scu otendole a l l ’a ltezza del suo viso .

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E a llora pe rchè dicevi che tutt i c i c redono? Anche questo ha i saputo poco fa? Te lo h a dettoa nche (cercò, non trovò una

definiz ion e esa tta ) non so come chiama rla ! Etu , tu non ti vergogni di abba s sa rti a simili pette golezzi, c on crea ture sim ili? Con crea tu re de

Tu , continuò , sforzandos i ad esser be ffa rdo

,tu

,la donna superiore, la

donna fin a,la gran dama ! La gran dama !

ripetè,a lzando e ingrossando la voce .

Allora Regi na si animò . Un cupo rossore lemise u n cerchio di fuoco intorno a l viso

,da lla

fronte a l mento anche le sue mani si agita ronocon gesti tragici .

Non essere volga re, A ntonio , dis sesenza p iù gua rda rlo . Che vuoi? La vita ècosì

,stup ida

,borghese ! Si rivelano le c ose p iù

orribili pe r mezzo di pe ttegolezm da donn ic

ciu o le , e si svolgono i drammi per la via mae

stra , durante!

u na pa sseggia tina . Gua i se questo avven isse in u n romanzo : l ’ autore sa rebbeta cc ia‘t o di volgarità, se non d

’inverosim il

glianza . N ella vita,invece

,vedi come

La gran dama va a scoprire la ca usa della sua

infelicità in u no stambugio di via San Lorenza la donna superiore scende in ist radaper

Regina,finiscila ! Fin isc ila ! impos e e

p regò Anton io . Tu ragioni t roppo e troppofreddamente perchè tu pos sa credere a quel loche dici . No

,non è vero ; tu n on ci c redi . Dimmi

che non c iE cercò di riprenderle il braccio ; ma questa

volta fu lei a respingerlo .

La sciami ! Ecco come siete voi uom ini !

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Se io fossi sta ta un ’a ltra donna , un ’

a l tra moglie

,t i avrei a tteso a ca sa

,in agguato com e la

tigre nel covo,e t i avrei fa tto u na sc ena

,una

di quelle scene dette forti,che pia cciono tan to

in tea tro o nei romanzi . Perchè invece ti pa rlotranquillamente e ti ripeto u na cosa che tu ttidicono

,e n on t i domando megl io che di riderne

a ssieme , tu cominci con pa rolacce . « Nonti vergogni? Non 'ti vergogni?La gran dama !… S icuro

,son o u na gran dama

,

molto più dama di a ltre grandi dame !… Sol

tanto che n on mi piacciono le convenziona lità :questo e il

M a dunque vuo i anche che stia zitto? Anche?Non mi tormenta re così

,Regina ! Certo , era

meglio che tu mi facessi questa sc ena a ca sa !O ra non mi manca a ltro che la tu a gelosia .

Regina si mise a ridere,d ’un riso sincero .

ma stridente,rauco

,che aveva qua si un suono

di ferro a rrugginito .

Tu va…neggi,m io ca ro ! Gelosa? Questo poi

n e, veh !E a llora perchè h a i detto : c i credo?

Io ho detto questo? Non è vero .

Ti dico che l ’ha i detto .

I o ho detto che credo che la gente ci creda !Non mi pa re

,egli protestò . D ’

a l

tronde la gente è così ma ligna !Ques to sì . La gente è ma l igna . Vede che

noi abbiamo rapidamente cambia to posizione ,che c i permettiamo di vivere comodamente pu ravendo del le rendite modeste , e imbastisce su

bito u n’infamia . La scusa stessa che tu t i sei

m esso a fa re i l borsista proprio ora,mentre

avresti potu to fa rlo prima…

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i tuoi pa renti st e ssi non si permettano dei sodel le a llusion i? Anche l

’a ltra sera Gla

rettaArriva ta a questo pun to Regina ta cque

, qua

si spaventa ta . Sentiva di men tire,dando forma

a i fan ta smi del suo dubbio ; e non voleva men

t ire . Ella voleva la verità e la cercava con lamenzogna? No

,bisognava cerca re la verità con

la verità . Ella lo voleva , ma non lo poteva .

Com e durante la pas seggia ta notturna lungol ’a rgine , la sera dell ’a rrivo di Antonio, ellasentiva ora un velo stendersi fra loro due . Essisi vedevano , ma non si potevano t occa re , così

vic ini e così l ontani,sepa rati dal velo nero

della menzogna .

Perchè continua re quindi quel discorso intessuto di inganno? Pa role e pa role ! Pa role comun i , inutili , fredde , volga ri . La verità era nelsilenzio o a lmeno n elle pa role che le labbramen zognere non sapevano pronunziare .

Pe r u n momento,sen tendosi mentire

,Regina

pensò :Se n on oso io

,dire il mio pensiero , io che

non ho a lcuna vergogna da na scondere,come

lo potrà lu i? E inutile insi stere ; egli n on confessera. M a potremo cap irci lo stesso . Io gli

dirò : « Torniamo a vivere come prima , modestamente , romp iam o ogn i relazione con qu ella

signora : così la gen te non dirà più nulla » .

Egli cap i rà : egl i t ornerà a me , purifica to da lmio ta cito perdono . da lla m ia delica tezza . Etutto sa rà finito . Possibile che io non abbiaavuto prima questa felice idea?

M a non aveva fin ito di formularla e l ’idea« fel ice » le pa rve una delle sue sol ite idee ro

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—289mantiche : una fan ta sia da pa sseggiata poetica ,

a l tramonto,lungo un via le tracc ia to a t

traverso un pae saggio primaverile .

Altra cosa e ra la vita ! Altra c osa la rea l tà ,

brutta e nuda , ma almeno sincera , sim ile a una

donna brutta che non cerca d ’ingannare nessuno .

Via , via ogni velo , via ogni abito mac

ch iato : b isognava intendersi,squa rcia re ogni

finzione anche se generosa e idea le .

Mentre nella su a mente balenavano rapidamente questi pensieri

,Antonio diceva

E tu sapevi tutte queste cose e fa cevi?

perchè? Non riesco a spiega rmelo . Cap i sco finalmente certe cose ; i l tu o umore terribile deigiorn i sc orsi

,l e a l lu sioni

,la tu a ostina te zza

a non voler venire ad Albano . M a non riescoa spiega rmi il perchè del tuo silenzio . Ah

,come

è bru tto tutt o ciò ! Come è brutto,come è brut

to ! egl i ripetè . Certo,la gent e è ma ligna ,

e anche d ’una ma l ignità che sarebbe mostruosase non fosse ridicola . Del resto non bisognapoi fa rci tanto ca so : h ai ragi one tu . In u na

città come Roma , poi , dove tutto pa re possie nessuno c rede a quanto siBisogna invec e fa rne ca so

,appunto perchè

in u na città come Roma tutto sembra possibile , disse a llora Regi na . Per pocom ’importa , ma fi gu ra ti che la ca lunnia a rrivia lle orecchie di mia madre , la ssù . in qu ell

’an

g olo di p rovincia ove le cose più p icco l e sembran o enormi . M ia madre h a sofferto molto ;ma nessuno dei suoi dolori p otrebbe paragona rsi a quest o .

E tu credi che m ia mad re non“

soffrirebbeDramma. No sta lgic . 19

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— 290

egua lmente se potesse*

credere… proruppe

Antonio,quas i offeso.

Lo credo benissimo ; ma a tu a mad re dewpensare tu , non io ! Io penso a lla mia . Vediperò che anche a R oma bisogna b adare a llechia cchiere della gente . Se fossimo noi due soli ,in faccia al mondo, a questa bes tia graffi ante ,io me ne riderei . M a non

'

siam o soli , mio ca ro .

Pensa che Ca terina diventerà grande . E se

Egli a l lora ebbe un grido qua si selvaggioSe saprà !… Ma che colpa ne ho io?

E Regina senti ancora u na volta l ’impressione

'

d ’una sa ssata ricevuta in piena fronte . Sì ,se colpa c ’era ri sal iva a lei . E ra lei la madredell ’errore che li avvolgeva . I l grido di An .

tonio era di accu sa,non di difesa .

M a el la si ribellò .

E vero, disse la colpa non è tuttatua ; ma neppure tutta mia .

E chi ti dice che la colpa è tua?

Me lo sono detto io mille volte . Non c ’èrimprovero che io non mi sia fa tto , sai ! Quantevolte non ho detto a me stessa : Se io non commettevo la leggerezza che ho commesso

,An

tonio non si sa rebbe sforza to di muta re la nostra posizione : non si sarebbe reso servo diquel la donna , non… »

te lo sei dett o mille volte? 1nterruppe egli , colpito sopra tutto da lle

'

prime paro l e di Regina . Vuol dire che da molto tempo pensi a questa cosa? E perchè non me nehai pa rla to prima? Perchè , perchè? È questoch e voglio sapere !

N on adira rti ancora ,fammi il piacere !

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pretese , e ritornavo a te pe 1c hè avevo fi na l

mente compreso che per esser fel ice mi ba stavasolo il tuo

Sì , l o dicevi , ma io non potevo crederti.

Lo dicevi così , per pietà d i me . Ed io non vo

levo la tua p ietà . Regina,

egl i riprese , dopoaver respira to forte

,qua si per vincere un im

peto di p ianto,

o ra te la faccio io la pa rtesen timenta le

,dicendot i che tu mi avevi t roppo

pe rchè n on cerca ssi di con temta rti . Che vuoi

,dirò come te

,anch ’io son di

verso della maggior pa rte degli uomini . Piùbuono o più ca t tivo? Chissà ! Non sarò un uomosuperiore , come tu sei u na donna superiore (lasu a voce vibrava di sa rca smo e di dolore) , sa ròun uomo inferiore

,anzi, un borghesuccio

quante volte me lo h a i rinfaccia to ! m a ap

pu nto per cosa volevo dire?

Regina,inva sa anch ’essa da uno strano sen

timento di dolore e di b efi e,si volse a gua r

da rl o,pron ta a rispondergli ac remente ; ma lo

vide così grigio e triste in viso che non osò

pa rla re .

Che dire , d’a l tronde? Perchè c ontinua re ad

aggira rsi così,vanamen te , intorno a ll’edifi zio

del loro errore,senza osa re di

Antonio 1 iprese :

Sì,tu mi avevi troppo umil ia to . B i sogna

che te lo dica u na buona volta : dopo letta latu a lettera io avrei commesso un delitto pur d il ibera rmi dal peso umiliante dei tuoi rimpro

veri . Mi pa reva d ’impazzire . era u na condannadegradante quel la che tu mi infliggevi . E vo

levo riave 1 ti, tan to per amor proprio quantoper pa ssione : riaverti , non con la forzza , non

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con la dolcezza,ma col dena ro : questa fu la

m ia ossessi on e . Dena ro , denaro , a tutt i i costi .

Così anda i e e accetta i la pa rte,che

pur mi sem brava poc o degna,offertami da ma

dame . Questa fu la m ia colpa,perchè

,dopo

tutto , l o ric onoscono, il cav . R . faceva sore

anch ’io fec i,

Regina a scoltava e ta ceva,ma scuoteva lie

vemente la testa . E i mentiva ; mentiva sem

pre . Si accusava di a l tri p icc oli errori per fa rsic redere innocente della vera sua Menzogue

,sempre menzogne . Eppu re

Pensavo che ti sa resti forse pentita e sa

resti ri torna ta a me ; ma orama i t i c onoscevo .

Il tu o contegno e la tu a lettera m i avevano rivela to il tuo ca ra tte re . Tu sares ti torna ta , si.

ma per vivere,forse ra ssegna ta f orse no , cert o

sempre infelice accanto a me . Ed io avrei datoil m io sangue perchè ciò non a ccadesse . Ti volevo felic e ; e sen tivo di ama rt i appun t o per letue pretese

,che rivelavano in te la c rea tu ra

fi na lontana da me per razza e per educa zione .

Chi può spiega re . direst i tu . i torbidi a rcanidel nos tro cuore? Così , in poch i giorni dive

nta iun a l t ro : ho osa to e sono riusc ito a mig liora re la m ia

posizione . Ed o ra tu m i rinfacc iquello che io ho fa tto pe r te , sol o p er te !Regina non ri spose : anch ’egl i tacque , forse

credendola c onvinta . Cammina rono un po ’ insilenzio . Un signore biondo . vestito c ome u n

pastore p rotestante , li aveva raggiunt i e cam

minava vicin o a loro . Pa ssavano molt i ca rrett ica richi di fia schi , diretti all’Acqu a Acetosa .

Regina pensavaEgli non voleva la m ia pietà ! Egl i impaz

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ziva di umilia zione ! Benissimo . E forse pensava che io sa rei ritorna ta per tormenta rlo soltan to e ch e l ’avrei abbandona to ancora ! .Dunque è vero ! D u nqu e è ve i o ! Ed io mi ostinoancora a non c redere , m en tre egl i non sa neppure più m entire . Eppu re h a mentito per dueanni

,ogni giorn o , ogni o

=

a,ogni momento .

Come , come ha fa tto?E io non ho u n tempo cova to per giorni e

mesi il m io p rogetto d i fuga? Non e ra u n tra

diment o anche quello? E d ora non mentiamoentrambi? perchè tante pa role inutili , tanti sottintesi, se non per inganna rc i a vicenda? Chepen sa egli in questo momento? Che posso iosapere della su a an ima

,ed egl i della mia ? Ci

siamo sempre fra intesi , e più che ma i,forse ,

o ra . No,noi non ci conosciamo ; siamo a no i

sconosc iuti più che non lo sia a noi quel si

gnore l ì . D a tanto tempo dormiamo a ssieme ,dividiamo il pane ed il letto , abbiamo u na figlia

, pa rte di noi stessi , eppure non ci conosciamo ancora ! Siamo tu tto a l più due nemicic i offendiamo , ci nascondiamo a vicenda per ferirci

Ritorneremo per Ponte Molle , o fa remocome l’a l tra volta? domandò Antonio .

Ci sa rà forse qua lche ca rrozza laggiù ,ri spose Regina .

Ritorna re ! pensò,con dispera zione .

Rip rendere la solita vita d ’inganno e divergogna . No , non vogl i o . Bisogna finirla .

E senti fina lmen te il coraggio di finirla pre'

sto,quel giorno stesso .

La su a decisionc qua si la rasse renò : le pa rvedi sol leva re il viso, di ap 1 ire gli occhi e di ve

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volto del giovine pastore biondo pa reva poi u narosa peonia a ppena sboccia ta .

M a ecco la breve cima ,e da l la breve cima

ecco la visione azzu rra delle vere montagne .

Quel giorno il quad ro dell’Acqua Acetosa

aveva un ca ra ttere qua si biblic o : uomini dormenti sull ’erba , a l l

’ombra dei ca rretti su i qualii fia schi scintillavano a l sole ; donne , fanciull i ,molt i cani

,un a sinello nero , così immobile da

pa rer dipinto sullo sfondo verdogn olo del Tevere u na fi la di pecore terree che scendevanoad abbevera rsi nel fiume ; ba rche oscillanti frai cespugl i delle rive . Un ven to lieve spandeval ’odore dei sambuch i fioriti .Mentre An tonio e Regina scendevano i gra

din i scava ti sul cigl ione,a rrivò u na ca rrozza

ca rica di cinque signore straniere adorne deisoliti cappell in i inverosimil i c ompost i da u na

sp iga ,un papavero e un ba tuffolo di vel o ; l

’ult ima che scese di ca rrozza si mise a questiona recol vetturino .

D a per tu tto queste orribil i straniere !d isse Regina nervosamente : e la sciò che Antonio scendesse solo a lla fonte .

Ella andò sulla riva ,in a lto

,al di l à del ca

sotto da zia rio . La gua rdia p a sseggiava davantia ll ’ osteria : il punto ove Regina s

’inoltrò restava comp letamente deserto : i rumori vi ar

rivavano flebil i,vin t i dal grido delle a llodol e

e da un mormorio d ’acqua gorgogliante in fondo

ad u n crepacc io . Sulla siep e qua lche foglia si

agitava con u n fruscio di seta , e i fiori de isambuchi , rosei d i sole , recl inavano i loro m er

letti già u n po ’ sc iupati ma ancora o dorosi .

qua si a scoltando il gorgoglio dell’acqua . Al

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di là del c repaccio un popolo d i fiori grigia st ricopriva la china : sotto . il Tevere pa ssava . ca l

mo . imperia l e .

Il rifl esso del sole a l t ramonto a ttraversavaun angolo del fiume : pa reva un eno rme se r

pente di fu oc o guizzan te fra l’a cqu a . Scintil le

d ’ oro s i accendevano . si spegnevano e si riaccendevano

,rap ide . ost ina te . pe r un gran t ra tto

del fiume . dando l ’ illu sione di u na lotta fan

tastica fra l'

acqua e il r iflesso del sole . In lonta nanza . dove il cielo impa ll idiva , l

acqua ave

va già vinto . e già stendeva la tristezza solennedella sua ca lma c inerea .

Na tu ra lmente Regina pen sò a l su o fiume l onta r o : sedette sulle erbe aspre del c iglione edas pettò .

Le pa reva di essere forte e ca lma anche dentro di lei il vano fuoco del le pa ssioni si e ra

spento . Un antico pen siero le ritornava inmente :

Tutte le o re a rrivano : anche qu esta è

g iunta ed a l t re ed a ltre ne finoa l l ’ora della morte . Perchè tormentarci tanto?

La nostra vita , d ’ra in avant i , sa rà come un

vestito lava to . sì . come questo . aggiun se ,raccogliendosi a ttorno a i piedi il l embo del vestit o bianco smacchia to . Ebbene? vu ol direche la porteremo p iù sdegnasamente . ma anch epiù comodamente , senza tanti

Cosi ! disse a voce a lta , rigettan do ilembi del vestito sul l ’ erba coperta di sabbia .

Gua rdò se Antonio veniva . D a qua lche momen to egl i con fabulava coi c inque famos i ca ppellin i . vic ino ad u na ba rca ferma sulla riva .

Accorse il ba rca iolo, pa rlame ntò con Anton io .

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e poco dopo la barca . ca rica de i cinque cap

pellini , p rese il largo verso Pon te Molle .

Allora Antonio cercò con gli occhi sua moglie e le venn e appresso col su o agile pa sso silenzioso .

Le ho imba rca te anche per approfitta redella l oro carrozza

,disse

,butta ndosi anche

egli a sedere sul l ’erba . Spero non ti sara ifatta gelosa Regina ! Ora che h a i c omincia to !La su a voce era a l legra . t roppo a llegra .

Spero , a l contra rio,di aver termina to ,

ella r i spose freddamente . Se vuoi,però

, pa r

liamone ancora concludiamo !Lo so

, pu rtroppo , bisognerà ripa rla rne .

Ebben e,ripa rliam one pure , egl i disse b a t

tendosi u na fronda di sambuco sulla puntadelle sca rpe . Anzitutto ora mi dira i qua l ison o l e a l lu sioni di m ia cug ina , dei miei pa

di tutti , insomma . Per regola rmi .Regina gua rdava il movimento n ervoso del la

mano di Antonio gli occhi di lei era-no ridiven

ta t i dolci , velluta ti , quas i infantil i ma di u nadolcezza di occh i infantil i melancom ci.

Senti,mio ca ro , ella cominciò : ed an

che la su a voce e ra dolce .ma triste , non facciamo pettegolezzi . Se la c osa non è vera cheti importa? Se è

Se fosse egli in terruppe , soll evando la testa . E la sua mano continuò ad agi

ta rsi .Regina tacque : non sollevò gli occhi .Che fa resti tu ? Scapperesti ancora?

Ella a lzò le spa l le .

Se è c cra ! . Tu dunqu e suppon i ancora !Ah

,è questo che io non posso sopporta re , Rc

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Ed io, forse , capisc o te? Ci comprendiamono i? Pen sac i bene

,Antonio

,pensa ci . Ci com

p rendiamo noi? Ci siamo mai compresi? Che neso io che tu non mentisca? Che ne sai tu che nonmentisca io? Vedi , ella p roseguì , stendendqla mano verso il Tevere

,ci sembra di essere

vicini , ed invece , siamo lon tani come le rivedi questo fiume che si gua rdano sempre e nonsi toccheranno mai !

Fammi il piacere,fi n i scila ! egl i d i sse ,

ama ro,ma umile e supplichevole . Sii bu ona ,

ca ra,non tormentarmi ! Non dire queste orribil i

cose . Può da rsi ben issimo ch e io non a rrivi acapirti

,ma tu , si, tu devi capirmi . Ragioniamo ,

vediamo as sieme quel lo che bisogna fa re .

io fa rò tutto quell o che tu Non l ’hosempre fa tt o? Non sono bu on o , io? Dillo tu , nonsono buono? Dimmi che cosa devo fare , ma nondubita re di me . N on ci ma ncherebbe a ltro ! Seperdiamo la nostra pace , il nostro accordo , checi rimarrà?

Egli pa rlava pia no, um ile, quasi dolce ma

con quella dolc ezza che si u sa verso i b imb 1 ma

la ti e perciò riottosi . Prese la mano di Reginae la pose sul su o ginocchio , e sopra appoggiòla sua mano .

Regina sent ì pul sa re e vibra re quella mano ,la cui ca rezza orama i non si comunicava più a l

suo sangue .

Si, era vero . Egli aveva fa tto sempre la su a

volontà : egl i era u n debole , e questo e ra il suoerrore e la su a difesa . Sì

,egl i era buona , ma

troppo buono . Non solo lo spirito, ma anche ilcorpo l e aveva da to : questa misera ca rne morta le egli l ’aveva venduta per lei . Tutto le aveva

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da to, e tutto le da rebbe ancora . Fra un moment o, se ella gliel o chiedeva , egli confesserebbela sua vergogna . Come aveva potuto ella du bita rne?

Allora Regina gli disse tu tta la verità .

Senti , un giorno anda i da Gabrie , che c redevo

G li disse tutt o,con pa role brevi e ca lme . Pa r

lava piano, gua rdandosi a ttentamen te il merletto del vestito , e le dita a ttraverso i l merletto . Pa reva lei la colpevole

,ma u na colpe

vole dignitosa,pronta al castigo . Pa rlò del suo

dubbio , com’

era c resc iuto e divampa to ; ripetè

i rimproveri che s ’ era rivolta , l e visioni , i l del ir io ma ligno

,i sospetti , il sogno, i l presen

t imento , il proposit o del perdono .

Intanto il sole tramontava .

I l fiume si divideva ora in due zone , u na d’a r

gento violaceo sotto il c ielo pa l lido dell ’oriente .

l ’a lt ra cremisi sotto l ’ovest acceso .

M a nel cielo e nel l ’acqua pa reva finita ognilotta fra le luci e i colori ; tutto si univa e sifondeva in u na suprema a rmonia di pace ; l

’omb ra cercava ancora la luce ; e questa si riti ravalentamente verso u na misteriosa lontananza ,

al di là,oltre l ’orizzonte , dove non a rriva l o

sgua rdo umano .

I l popolo di fiori grigia st ri s ’era addormen

ta to . immobile sul la china : la siepe taceva ;tu tte le cose intorno . ne l silenz io del la riva . si

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a ssopivano,culla te da lla cantilena infantile

dell ’acqua in fondo a l burroncello .

E in tutto questo s ilenzio a rmon ioso , Regina ,

ment re finiva il suo racconto,se nt ire l ’indiffe

renza solenne della na tu ra per l’uomo ed i suoi

ca si meschini .Noi siamo soli c onclu se

,suggestiona ta

da questa impressione di solitudine e di ab

b andono . Soli n el mondo del n ostro errore ,se veramente l ’errore c ’è . Compa tiamoci a vi

cenda, e r innoviamo la nost ra esistenza . Se ci

comba ttiamo noi,chi pu ò a iuta rci? I nostri

pa renti,i nostri amici

, posson o anche morire

per n oi, senza che la loro .m ort e rech i un ista nte di sol lievo a lla nostra. pena . Una volta holetto u na novella

,d ’un marito che voleva nc

cidere la moglie . Mentre stava per fe rirla ,ella

sma rrita gli si gettò addos so, cercando in stintivamente protezione in lui , nell

’a ssassino

,tanto

e ra abitua ta a con sidera rl o il suo difen sore .

Quante vol te anch ’io,in quest i giorni di dubbio ,

mentre t i spiavo , vergognandomi , me ntre comba ttevo l ’ idea di rivolgermi ad estranei , per

quan te volte ho s entito l ’impeto d i rivolgermi a te , p e r p rega rt i di pa rla re

,di sa lva rmi

,di Vedi , la na

tu ra st essa è indifferent e p er no i ; vedi , inquesto momen to

,men tre forse si decide la no

stra vita,ogni a tomo

,og

'

ni luce , ogn i ondacorre verso il proprio destino senza commu o

versi de i cas i nostri . Noi siamo soli , soli eSe ci divid iamo dove andiamo? E p

poi, se abbiamo erra to , non abbiamo appun toerra to p er n on d ividerc i? Se ci la sciamo, possiamo cadere in errori più gravi .

Vicini ci so =

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—304

tesse piangere . In quel momento,dopo la ta

cita confessione di Antonio,mentre tutto si

oscurava entro di lei,non per un rapido celis

se , ma per un crepuscolo etern o, ebbe un ri

cordo confuso,lontano

, tanto lontano che daanni non le era più riappa rso

,a lla memoria .

Rivedeva dunque un uomo,se duto davanti ad

un camino acceso : ques t ’uomo teneva i gom itisui ginocchi

,il viso fra l e mani

,e piangeva

,

mentre u na donna si curvava su lui,posan

dogli u na mano sulla testa ca lva . L ’uomo era

il padre dissipa tore,la donna era la madre pa

ziente di Regina . E ra il ricordo di un sogno,

o la rea ltà del l ’ infanzia igna ra,lontana , di

men tica ta? Ella non sapeva ; ma in quel mo

mento nell ’ ombra del suo spirito pa rve rosseggia re u na luce

,qua si i l riflesso del camino

a cceso nello sfondo di quel lontano quadro dierrore e di pietà umana .

Ella non pensò di mettere la su a mano su l

capo del ma rito,c ome la madre la posava sul

capo del padre,forse più colpevole d i Anton io ;

ma pens ò a lla serenità, a lla bellezza della vitadi quella donna che compiva i l suo ciclo comelo devono compiere tutte le donne giu ste , fral ’amore dei figli e per amore dei figli . M a i la

vedova aveva fa tto pesa re sui figliuoli i suoiricordi penosi : se i figli soffriva-n o , come p e rl egge universa le soffrono tut ti i na ti di donna ,i l ricordo di lei non aumentava ma leniva il lorodolore .

Anch ’ io devo compiere il mio c iclo,pensò Regina . Nostra figlia deve ignora reche n o i abbiamo sofferto ed erra to .

Perdona re , dunque , perdonare più che ma i.

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— 305

Pa ssa re ta citi,simili a l l ’acqua d ’un fi ume

verso la luce di un orizzonte oltre il terreno ,verso il ma re della ca rità infinita

,dove il più

grande deg li errori umani non è che il ricordod

'

una sc intill a spenta .

A l ri to rno , n ella ca rrozza la sc ia ta dai cin

qu e cappellin i Anton io e Regina si presero lamano

,come due sposi rivedu tisi dopo u na lu n

ga sepa ra zione . Un crepuscolo moll e e luc idoincombeva sopra di loro e dentro d i loro , ma

essi non molto trist i ma n eppu re lieti, ra ssegna ti a lla nosta lgia d i u na luce perduta pe r

sempre,si st ringeva no la mano promettendosi

tacitamente di a iuta rsi a vicenda come due cie

chi . Rientra rono così ne l cerchio della città ede l passa to .

Pa reva a Regina che lungo tempo , tutto unperiodo di vita

,fosse tra sc orso

,dopo ch

'

ellae suo ma rito s ’ erano ferma t i acca nto all ’oste

ria del viottolo . M a nel ripas sa rvi davanti,mentre il cocchiere si fermava per accendere ifa na li della ca rrozza

,ella vide ancora seduta

vicino a ll’u scio interno la raga zza da l la cami

cetta rosa . E la coppia de i ba llerini pa ssa vae ripa-ssava ancora

,n era e leggera sullo sfon

do l illa de ll’ im’

etr ia ta .

FINE .

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omanzi leniED IZIONI TREVES

I volumi segnati con sono in corso di ristampa.

Adolfo Alb e rta zzi .

Ora e sempre . . L . 1*Novelle umoristiche 1

In faccia al destino 3 50

Il zucchetto rosso . 3 50

Riccardo All:.

0 uccidere, o morire . 1

Ciro Alvi .Gloria di re .

G uglielmo A n a sta siE ldorado

Ls. rivale .

La vittoria La sconfi tta (in

p rep arazione) .

D iego A ng e ll.

L ’

orda d’oro . 3 50

Centocelle 3 50

Il Confessionale 3

Il crepuscolo degli D ei p r .

Lu igi A rch ia ti .

Il lascito del Comunardo. 1

Massimo d ’Aze g lio .

*Niccolò de’ Lapi. 2 vol 2*E ttore Fieramosca. 2 vol. 2

A. G. Ba rrill .

Capitan D odero .

Santa CeciliaI l libro nero

I Rossi e i l\ eri. 2 vol. 2

Confess. di fra Gualberto. 1

Val d’

Olivi . 1

Semiramide . l

Notte del commendatore. 1

Caste l Gavone . 1

Come un sogno 1

Cuor di ferro e Cuor d' oro2 volumi 2

Tizio Caio Sempronio 1

L’Olmo e l’E dera 1

D iana degli E mbr1a0 1 3

A. G. Barrill

Il merlo b ianco L . 1

E diz. in-8 illust . 5

Conqu ista d’Alessandro . 4

Il tesoro di Golconda 1

La donna di picch e 1

L’XI comandamento . 1

Il ritratto del diavolo 1

I l Biancospino . 1

L’anello di Salomone 1

0 tutto o nulla 1

Amori alla macchia 3

Monsù Tomè 1

Fior di Mughe tto . 1

D alla rupe . 1

Il Conte Rosso . 1

Le ttore dellaPrmcipessa . 4

E diz. in-8 11111 311… . 5

Casa Polidori 1

La Montanara . 2 vol. 2

Nuova edizione popolare

in-8 illustrata 2

Uomini e bestieArrigo il SavioLa spada di fuoco.

Un giudizio di D io

Il D antino

La signora AutariLa sirena.

Scudi e corone .

1

1

1

1

1

1

1

4

Amori antichi 4

Rosa di Gerico . 1

1

2

1

1

1

1

1

1

50

La bella Graziana

E diz. iti -8 illust. .

Le due Bea trici

Terra vergineI figli del cielo

La castellana

Il prato maledettoGalatea

Fior d’oro 1

D irigere commissioni e vaglia ai Frate lh Treves,editori

,Milano .

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M1u s o FRA TE LLI TREVE S,

Emilio D e M arch i.

Il cappello del prete . L . 2*Giacomo l’ idealista 3 50*Storie d’

og ni colo e 3 50

Nuove storie d’ogni colore 3Arabella . 2 vol. 2

Col fuoco non si sch erza. 2

Redivivo 1

D emetrio Pianelli. 2 vol. 2

Federico D e R ob e rto .

L ’illu sione 1

Una pagina della storia del

l’

amore.

La sorte

La messa di nozze

L ’albero della scienza

Le donne , i cavalier’con 100 incisioni

F. D i G iorg i .Laîprima donna

Cesare D ona ti .Flora Marzia

Paola Brig o .

La forlu na

Paulo Pamb ri .Pazzi mezzi e serio fine . 2

0 1

. 2

. 4

Onora to Fav a .

La discesa di Annibale . 1

Per le vie 2 50

Ugo Fleres .

L ’anello . 1

Poloh e tto (J. Caponi) .Nove lle gaje . . 3 50

Ferdinando FontanaTra gli Arabi

Storie dell’amore sacro e del

l’amore profano 4

Piero G ia cosa .

Specchi dell e nigma

I l gran cimento

Antec (in p rep arazione).Arturo G ra f.

Il riscatto 1

E n ron: Mu s s o

O. G rand i.Macchietto e novelle. L . 1

D estino . 1

Silvano 1

La nube Z . 1

Per punto d’onore. . 3

E dizione economica . 1

Lu igi G u aldo .

D ecadenza 1

Matrimon1o eccentrico 1

F . D . G u errazzi.*L

’assedio di Firenze. 2 v. 2

*Battaglia di Benevento. Veronica Cybo . 2 vol. 2

Amalia Gu g lielminetti .I Volti dell’Amore 4

Hay d ée (ida Finzi).Fau stina Bon, romanzo tea

trale fantastico 3 50

J a rro .

L ’

assassinio nel vicolo dellaLuna . 1

Il processo Bartellon1 1

Appa renze. 2 vol. . 2

La vita capricciosa 1

La duch essa di Nala

La principe ssa . 1

Mime e ballerine*La figlia dell

’aria . 1

Paolo l’

.-icy .

Chi dura vince 3

Giuseppe Lipp arini

Il fi lo d’Arianna

Paola Lomb rosoLa vita è buona

M a ne tty .

Il tradimento del Capitano.2 volumi . . 2

Giuseppe M antica .

Figurinaio. In-8, illus.

G . M arco t ti .

Il conte Lucio .

La Gmeob ina. 2 volumi .

Ferdinando M artini .

Racconti

0 1 “

D irig ere commissioni e vag lia ai Fratelli Treves, editori, Milano.

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MILANO FRATELLI TREVE S, E D ITORI MILANO

Baron di s . M aria (Fid a) .Vittoriosa ! . L 3 50

Vie apposte . . 3 50

Sa ra .

I peccati degli avi

G. A. Sart orio .

Romae Carrus Navalis 1

Augusto Soh lpp isi.La colpa soave . 4

Isabella Scop o li-B ia si.L ’erede dei Villamari 1

Matilde Se rao .

SuorGiovanna della Croce 4La Ballerina 3 50

Serra-Greci .Adelgisa 1

La fidanzata diPalermo l

Sfi ng e .

D opo la. vittoriaValentino So ldani .

. 1 50

1

Viva l’Angiolo ! 1

Flavia Steno .

L ’ultimo sogno. 1

Il pallone fantasma 1

Così, la vita ! 1

Fra cielo e mare 1

La veste d’amianto 1

La nuova E va 1

Una femminista(in p repI l giofello sinistro

Teresan (Teresa Ubertis).I l corpo e l

’ombra . 4

I l salotto verde 3 50

I. Treb la .

Volontario d’un anno. Sotto

tenente di complem 3

L. A. Va ssallo .

La signora Cagliostro 2 ‘

Guerra in tempo dibagni. 2La famiglia D e—Tappetti. 2Uomini che ho conosciu to 3 LOD odici monologhi 2

Ciarle e n. acch ette 3 50

I l pupazzetto tedesco 2

Il pupazzetto spagnolo 2

il pupazzetto francese 2

Giorgio Ve lieri .

E legie mondane L . 3 50

Giovanni Verg a .

Storia di una capinera 3—E dizione economica 1E va . 2

Cavalleria ru sticana . 3

E diz. ia—8 illust. 9

Novelle 2 50Per le vie 1Il marito di E lena 1E ros 1

Tigre reale . 1

Mastro- don Gesualdo . 3 50Ricordi del capit. d

’Arce l

I Malavoglia 3 50

D on Candeloro e C 1

Vagabondaggio. 3

D al tuo al mio 3 50

G. Visconti-Ven osta .

Il curato d’Orobio 4

Nuovi racconti. 3 50

Mario Vug liano .

Gli allegri compari di Borgodrolo. Con disegni . 1

Remigio Zena .

La bocca del lupoL’apostolo

Luciano Zù cooli .La Compagnia de lla Le gg e ra 3 50

L’amore di Loredana . 3 50

Farfui . . 4

Ufficiali sott’u fficiali

,capo

rali e soldati. 1Il D esignato. 1

D onne e Fanciullo 3 50

I lussuriosi 1

Romanzi brevi . 4

Primavera . 3 50

La freccia nel fianco. . 3 50

La volpe di Sparta mL’occhio del fanciullo

La morte d’0 rfeo

é!nuove ediz.

Roberta in prepara) .

D irigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori,Milano.

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omanzi ranieriE D IZIONI TRE VE S.

I volumi segnati con sono in corso di ristampa .

Francesi .Amedeo t ard .

GiorgioBonaspada . 2 v.L. 2

Matthey A rnou ld .

*Lo Stagno delle suore grigie.

2

Giovann i senza nome .2vi 2G li aman ti di Parigi. 2 v. 2

La rivincita di Clodoveo . 1

1

1

La figlia del giudice d’istru

zione . 2 volumi. 2

Zoè . 2 volumi 2

Un punto nero . 1

1

La bella Giulia. 1

La vergine vedova l

D ieci milioni di eredità. 1

La figlia del pazzo 1

CastellodellaCroix—Pater. 1

1

L ’impiccato della Baumette .

Arnou ld e Fourn ier .

.Il Figlio dello Cza r 1

L’ereda del trono 1

Onorato Balzac .

M emo rie di du e g i o v a n i1

Piccole miserie della vita co

niugale. 1

Papà Goriot . I

E ugenia Grandet 1

Cesare Birottò 1

Onorato Balzac .

I celibiI. Pierina . L. 1

II. Casa di scepolo. 1

I parenti poveri .

I . La cugina Betta 1

II. Il cugino Pons 1

Illusioni perduteI. I due poet i ; Un grand’uomo di provincia a

Parigi 1

II. Un grand’uomo di pro

vincia a Parigi ; E va e

D&VId o 0 1

Splendori e miserie delle cor

tigiane 1

Giovanna la pallida 1

L’ultima incarnazione di Vau

trin 1

Il depu ta to d’Arcis 1

L’ Israe lita 1

Orsola Mirouet . 1

Adolfo Be lot .

Alessandro Berard .

Cypris ; Marce lla I

E lia B erth et .

La tabaccaia . 1

Il delitto di Pierrefi tte . I

Fortunato Bo isgob ey .

La vecchiaia del signor Lecoq2 volum i

L’avvelenatore

La canaglia di Parigi

L ’orologio di Rosina . H

HHM

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MILANO FRATELLI TREVE S, E D ITORI MIL ANO

Fortunato Be isg eb ey . Giulio Clare tie .

La casa maledetta L . 1 Roberto Burat . …L 1

Il delitto al teatro dell’Opéra. La commediante . 2 vol

2 volumi 2 I Moscardini. 2 volAlbergo della nobile Rosa 1 La fuggitivaCuor leggere . 2 volumi . 2 Michele Berthier l

. I Troppo bello ! (Puyjoli) .

Il segreto della cameriera 1 Il 9 termidoro . . l

lLa decapitata 1 Maddalena Bertin .

Paolo Bou rg e t .Noms

Un delitto d’amore 1_ Il bel Soh gnae. 2 vol. 2

Andrea Cornelis 1 Beniamino Con stan t .

E diz. iii -8 illust. 1 AdolfoE nimma cru dele 1

E diz. in—8 illust . . 1 Alfonso D au det

1 *D itta Fremont e E isler. l

L’irreparabile 1 *I re in esilio l

Il discepolo 1 E diz. in—8 illustr.Il fantasma 1 *Numa Roumestan .

Alessio Bou v ier .

Novelle del lunedì*L’E v elista .

Madam gella Olimpia. 1EÉ,î

gino8 illustr.

Il signor Trumeau 1

D iscordia coniugale 1 Pietro D e Gou levain .

Bu sn a e h e Ch ab rillat .Su la frasca. 1

La figlia di Lecoq. . 1 D elp it .

Alfredo cam! .

Il figlio di Coralia

Robinson . 3Teresma 1

Il padre di Marziale . 1

E D I ÎCO Gh &V8 tt8 . Appassionatamente

Quondam Bricheti. 1*La stanza del delitto . 1

G ' Ly s “

In cerca d’un perchè. 1

D uPh°°misteroUn notaio in fuga 1 F. D e Rion .

Vittorio Ch e rb u liez . Giovanna e Giovanni. 1

Miss Revel 1 L . D e R ob ert .L’avventura di L. Bolski . 1 Il romanzo del malato 3

Samuele Brohl e comp. 1

Melchiorre D e Vegiìé .L’idea di G. Testareli. 1

*Fattoria della cornacchia . 1 Giovanni d'Agrève 1

Giulio Clare tie .

1] milione 1

S. E . il Ministro

*L’amante .

Gustavo B rez.

Attorno una sorgente'

1

1_*Marite , moglie e bebè 1*Laura la saltatrice . 1*118 7 110 t8 e e 1 Alessandro D umas (figlio)…

Teresa ; L’uomo—donna I

D irigere commissioni e vaglia ai Fratelli Treves, editori,Milano.

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MILANO FRATELL I TRE VE S, E D ITORI MILANO

Giulio M ary.Saverio M entép in .

a l

Le netti di fuoco L . 1*La casina. dei lillà. L . 1

La famiglia D anglard 1 La morta viva. 2 vol. 2

L’amante del banchiere . 1

*L’ impiccato . 3 vol. 3

Il marchese d’E spinchal. I

M° M aryam. *Un fiore all

’incanto I

Guenela. In—8, illust. 1 Compare Leroux

Guy de M au p a ssant .

Forte come la morte. 1 I fanti di cuori. 1

%ÎÀAHÌ

I

Èa' D ue amich e di St .

-D enis I

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’avventu riero I

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tio cuore .

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. Il segreto del Titano. 1

Ba

c,Î, Il

? neve e L’amante del marito I

asa e ler . L’avvelenatore 1

Prospero M erimee .S. M. il D enaro. 2 vo 2

La contessa di Turgis I2 v.

ÎM é re u ve l. *Segretodella coritessa . 2 v. 2

gr

gga di

nome . 2 vol. 2 Giorgio Oh nete I‘ (1 2 lo e e

L’ÌDÎ OÎ'D OO

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gi. 2 V. 2_ Il padrone (18116 ferriere. 1

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àî Îsignora chess . 1

Figlioccia della.duchessa . 1illustrata 3

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dai cento milioni. È‘Î

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îTereZa %Îf t Î_ E dizione illustrata 3‘gna

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1…Un segreto terri

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1Pari e patta. I

Vegl

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G.

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M é I'Y La sig.

“ vestita di grigio. 1

*Un deli tto ignoratoL’indomani degli amori. I

M olière .

Il curato di Favieres. I

Commedie scelte. 2 vol. 2I Ga

;îîît

,

l

o Perc eval

1

i n

Marco M onn ier. franchi di mancia . INovelle napoletane I Le vivacità, di Carmen 1

Saverio M ont ép inIl nemico della Signora . 1

*La veggente . 1 Renato de Pont—Je st.1 L’

eredità di Satana i

*L’agenz1a Rodilla . 1 Le colpe di un angelo 1

*L’eredl tlera 1 Un nobile sacrificio I

Il ventrdequo. 3 vol. 3

.*I delitti del giuoco 1 Giorgi? Pra del

*I delitti dell’ebbrezza 1 Compagne di catena. 2 v. 2

E spiazione I Abate Préve st.* *La bastarda. 2 vol. 2 Manon Lescau t .

D irigere commissionievag lia. ai Fratelli Treves, editori, Milano.

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MILANO FRA TELLI TREVE S,

MarcelloPrév e st .Lettere di donne L . 1

Nuove lettere di donne . 1

Ultime lettere di donn e. I1

Il giardino segreto 1

L’autunno d

’una donna . 1

Lettere a Francesca 2

L ett. a Francesca marit . 3

L ettere a Franc. mamma 3Pietro e Teresa 2

L o Vergin i fortiI. Federica . 3

II. Lea . 3

La principessa d E rminge 3D onne . .

A passo marcatoG li Angeli custodi

L. B eyb au d .

I l bandito del Varo L . I

E milio R ich eb ourg .

L’ idiota . 2 vol. 2

Innamorate di Parigi. 2 v 2

Carlo Rich e t .!

Fra cent’anni

E doardo R e d .

*Il senso della vita 1

La vita privata di Michele

. 1

La seconda vita di Michele

1

Lo zio d’America 1

1

L’acqua che corre . 1

Arnaldo R u g e .

B ianca della Rocca

Remy Sain t-M au rice .

«G li ultimi giorni di SaintPierre I

Giorgio San d .

Maupra t

Giulio San de au .

Madam .

“della Seiglière . 1

—E dizione illustrata 4

E D ITORI MIL ANO

Emilio Zola .

L’assommoir 2 volumi. 2

—E dizione illustrata 3

Il ventre di Parigi I—E dizione illustrata 2 50

La fortuna dei Rougon . I

La cuccagna (La Curée).La conquista di Flassans.

Il fallo dell’abate Mouret.

S. E . E ugenio Rougon

Una pag ina d’amore

Teresa Raquin HHHì-ih-‘H

!D irigere commissioni e vaglia ai Frate lli Treves, editori,Milano .

Tozi er e Le Senn e .

Memoriedi Cenerentola. L . I

Andrea Th e uri e t .

E lena IUn’0 ndina ; I dolori di ClaudioBlouet . I

Amor d’au tunno ISacrifizio d’

amore 1

Marcello T inayr e .

Hellé 1

Giulio Verne .

Il g iro del mondo in ottan ta

giorni IE di z. ln-8 illus. 2 50

*Dalla terra alla luna 1*20 000 leghe sotto i mari 1*Novelle fantastiche 1

E diz. in—8 illust 3*I figli delcapitanoGrant e 1 na

citta galleggian te . 2 v. 2*Avvent. del cap.Hatteras IIl fare in capo al mondo. In-8 ,illustrato : . 3 50

Il dottor Oss ; I violatori dib locco. In-8, illos . I

Vincent .

Il cugino Lorenzo . l

Giovanni.Wa ch enh u s en .

Per vil denaro 1

L’inesorabile. 1

Pietro Za cce n e .

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MIL AN O FRATE LLI TRE VE S,

E milio Zola .

Racconti a Ninetta L . 1

Nuovi racconti a Ninetta. I

Nautas ed altri racconti. I

Pot-Bou ille (Quel che belle inpentola) 2 volumi 2

*Misteri di Marsiglia. 2 v . 2

I l voto di una morta 1

Il D enaro. 2 volumi . 2

La Guerra . 2 volumi. 2

La Terra 2 volumi 2

Germinal . 2 volumi . 2

Vita d’artista (L’CE uvre) I

E dizione illustrata . 4

Il dottor Pascal. 2 vol. 2

Il sogno . I

E dizione illustrata . 4 50

Maddalena Ferat 1

Inglesi e Americani.

E doardo Be llamy.

Nell’ anno 2000 . I '

Guy B ooth b y.

Il dottor NikolaMiss Braddon .

Per la fama .

Verrà. il giorno

. I

. I

E D ITORI MI L AN O

Wilkie Collins .

Le vesti nere. 2 vol. . L . 2

No. 2 vol. 2

Il segreto di morte 1

Il cattivo genio 1

L’eredità di Caino I

Ugo Conw ay.

Il segreto della neve . 1

Un segreto di famiglia . 1

Novelle . 2 vol. 2

Vive e morte 1

Maria Core lli .Vendetta 1

FrancisMarion Craw ford .

Saracinesca . 2 vol. 2

Sant’ Ilario. 2 vol. 2

D on Orsino. 2 vol. 2

Corleone . 2 vol 2

Paolo Patoif. 2 vol. 2

Carlo D ickens .

*Storia d’amor sincero I

Il Circolo Pickwick. 2 v. 2

Grandi speranze . 2 vol 2

Memorie di D av. Copperfield.2 vol. 2

E diz. ln-8 illustr. . 3

l *La piccola D orrit . 3 vol. 3

La zampa del diavolo.2v. 2 *Tempi diffi cili . IAsfodelo. 2 vol.

Un segreto fatale .

Una vita, un amore!Î

‘i‘ié . 8 1

Fra due cognate

Carlotta B ron te .

Jane E yre . 2 vol. . 2

Rhoda Brou g h ton .

Addio,amore

E doardo Bu lw er.

La razza futura

D elannoy Bu rford .

L’assassino 1

Roberto Byr .

La legge del taglione 1

Airey e il liberatore .

L’abisse 30

Beniamino D isra eli .

I

D ick D onovan .

Caccia a fondo .

Conan D oy le .

Il dramma di Pondichery‘ Lodge . I

. I

D irigere commissioni e vaglia ai Frate lli Treves, editori, Milano.

F. E lliot .

Gli Italiani

Lance Falconer.

Mademoiselle Is e

F. G. Farrar .

Tenebre e alberi

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MI L ANO FRATELLI TRE VE S, E D ITORI Mmm—:oH. G . We lls .

La visita meravigliosa LLa signora del mare .

La guerra nell’aria. 2 v

Anna Veronica .1

G. Win derling .

Ricordi d’America.

Miss H. Woo d .

Nel labirinto. 1

E . Ya tes .

La bandiera gialla

Tedesch i .

Pietro Beyerlein .

Il cavaliere diChamilly I

Ida Boy-E d .

Berti di spine

E . D e K e rzollo .

Nella Montagna nera. I

S. D eva l .

Una gran dama

Giorgio E b ers .

Homo sum

E rnesto E ckste inI Claudii

Cuor di madre .

A. Flem ing .

Matrimonio strano . 2 v . 2

Alfredo Frie dm ann .

D ue matrimoni. 1

Federico G erstàck er.

Casa d’angolo 1

Volfango G oe th e .

Le afiìnità elettive 1

Guglielmo B anff.

La dama piumata . 1

E nrico He ine .

Reisebilder. 2 volumi. 6

D irigere commissioni e vaglia ai Frat elli Treves, editori,Milana

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La fanciulla americana L . 1

Rodolfo L in dau .

Roberto Ashton .

L indn er .

La marchesa Irene L . I

Corrado M eyer .

Giorgio Janatsch

Otto M oeller.

Oro e onore

Ossip Sch u b in .

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Un cuore stanco

Gloria Victis l

E ugenio R ich te r .

D opo la vittoria del socialismo 1

E rmanno Su dermann .

La fata del dolore 1

L’Isola dell

’Amicizia . 2 v. 2

E dizione di lusso . 3

Il ponte del gatto. 1

Fratelli e Sorelle 1

Berta de Su ttn er .

Abbasso le armi ! 2 vol I

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L’esercito dormente I

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Sotto la bandiera deiBoeri I

E . We rn er.

Un eroe della penna . 1

San Michele . IIl fiore della felicità. IFiamme IRejetto e redento

ÎVia aperta—E diz. ilL con 41 dis. I 50

1

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A caro prezzo . lMem ggieri di primavera. 1

La fata delle Alpi ICaccia grossa I

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Racconti russi .

Gernl eev sld .

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Feodor D ostoj ew ski .Dal sepolcro dei vivi. 1

Il deli tto e il castigo. Bv. 3Pro Ba roj a .

*Povera gente ' 1 La scuola dei furbi

I fratelli Karamazofi'

. 2 v. 2

L’ idiota . 2 vol. 2 .

A' D e A laroon .

L ult1mo amore .

Il

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1nc1p G aly tzin Julio N omb ela .

Sen

r

iil’ariiore La carrozza del diavolo. 1

Il contagioBenedetto Perez-G aldò s .

Maxim G orkj_ Donna Perfetta .

La vita è una sciocchezza ! IMamauela ; Trafalgar . 1

I coniugi O.10W 1 D on Juan Valera .

W, Ko rolenko .Illusioni del d.

‘ Faustino. l

Il sogno di . Makar I

K ra szew ski.sun s o o o o l "a prea

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Statua di legno*La Morte degli D ei. 2 v. 2

La Resurrezione degli D eiLuigi Ce up eru s .

8 VOllllll l o o o 3_MM SÌÀ . o oE dizione di lusso. 6 Pace universale.

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Alessio TolstoL

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Conte Leone Tols to i .Anna Karenine. 2 vol 2

La sonata a Kreu tzer l

In guerra e la pace . 4 v. 4

Ultime novelle . 1

I CosacchiPadrone e servitoreChe cosa e l’ arte ?Resurrezione . 2 volumi.Ivan Tu rg h enlefl

.

Fumo ; Acque primu era 1

1

1

I2

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Nidiata di gentiluomi ni . 1Terre Vergin i 1

Padre e figli 1

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Gregor Samarow .

In cerca di una sposa I

E nrico Sienk lew icz .

Quo Vadis? E diz. pop. I—E dizione in-8, illustr. 3—E dizione di lusso—E dizione Cinematografica.

SC&RdÌM VÎ .

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Oltre il mistero . 1Blòm stm ne BJòm son

Invano . 1 Mary . I! *I Crociati. 3 volumi 3

Johan B oj er .

Per Il pane 1Potenza della Menzogna. 3

Un cuore ferito . 3

b S La coscienza (E rik E vj e) . 1Ung

ît[e

òVita 3

aurus J k ai

Amato fino al patibolo 1Selma

La leggenda d1 Gosta BerMax N ordau . ling 3sotto la terza repub La casa di Liljecrona 3

. 4

Battaglia di parassiti. 2 v. 2

Morganatico. 2 volumi Giappone

E lisa Polko . Ken31ro Tok u tomi .

Lontani! Nami e Takeo 1

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Argentini.

D udy en( Emma Llanos de la Barra) .

Stella, con prefazione di E dmondo D e Amicis L . 4

Manu el Ugarte .

Racconti della Pampa 1

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BIND ING S im. I'

. AUG 5 1 196?

De l edda , Gr a zi a

No st a l gi e cNuova ed .

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