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ROMANIA ____________________________________________________________ Quadro macroeconomico del sistema Paese

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ROMANIA ____________________________________________________________

Quadro macroeconomico

del sistema Paese

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Romania – Quadro macroeconomico

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1. Indice del documento

1. Indice del documento ............................................................................. 2

2. Quadro macroeconomico ........................................................................ 3 2.1. La Romania e la UE ........................................................................... 3 2.2. Principali indicatori macroeconomici ................................................. 5 2.3. Trend economico - politico ................................................................. 5 2.4. Quadro commerciale ......................................................................... 6 2.5. Costo dei fattori produttivi ............................................................... 10

3. Normativa societaria ............................................................................. 13 3.1. Società per azioni ............................................................................ 13 3.2. La società a responsabilità limitata .................................................. 15 3.3. Stabile organizzazione ..................................................................... 16 3.4. Filiale ed Ufficio di rappresentanza .................................................. 17

4. Normativa fiscale .................................................................................. 18 4.1. Imposta sui redditi delle società ...................................................... 18 4.2. Le imposte sui redditi delle persone fisiche ...................................... 20 4.3. IVA ................................................................................................. 22 4.4. Altre imposte indirette ..................................................................... 23 4.5. Doppie imposizioni .......................................................................... 24

5. Aspetti doganali ................................................................................... 25

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2. Quadro macroeconomico

La Romania e la UE

La Romania e la UE

Dal 1 gennaio 2007 la Romania è diventata membro dell’Unione Europea. La Romania è stato il primo Paese dell’Europa centrale e dell’est ad avere relazioni ufficiali con la Comunità Europea a partire dalla fine degli anni Sessanta in forma di commercio bilaterale. I rapporti sono stati, poi, sospesi negli anni 80. Dopo 1989, l’obiettivo principale di ogni governo romeno è stato l’adesione a pieno titolo alla UE. Già a partire dal giugno 1995 La Romania, dopo Ungheria e Polonia, ha ufficialmente iniziato il processo di adesione. Nel febbraio 2000 fu firmato ufficialmente firmato l’inizio dei negoziati conclusisi il 14 dicembre 2004. Il Trattato di Adesione è stato successivamente firmato a Lussemburgo il 25 aprile 2005. La valutazione positiva data dall’UE Monitoring Report, confermata poi dalla stessa Commissione europea, ha sancito il pieno diritto del Paese ad aderire all’UE.

Assistenza finanziaria per la Romania dall’UE

Come membro dell’UE, la Romania può ora beneficiare dei fondi post integrazione decisamente più significativi dei fondi pre integrazione. L’ammontare totale assegnato per la Romania nel periodo 2007-2013 è di 17.317 miliardi euro per fondi strutturali e di coesione, di cui: - 5.769 miliardi di euro-fondi di coesione, - 11.143 miliardi di euro- fondi europei per lo sviluppo regionale e fondi

sociali europei con obiettivi di convergenza,

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- 404 milioni euro - fondi europei per lo sviluppo regionale con obbiettivi territoriali di cooperazione.

Gli stanziamenti per l’agricoltura e sviluppo rurale dal 2007 – 2013 sono stimati in 7,1 miliardi di euro e in 200 milioni per la pesca. I principali fondi post integrazione disponibili dal 1 gennaio 2007, includono: - ERDF, per la promozione della coesione economico e sociale attraverso la

riduzione degli squilibri tra regioni o gruppi sociali; - ESF, per il miglioramento delle opportunità di lavoro per gruppi

disoccupati e in condizioni sfavorevoli. - CF, uno speciale fondo che finanzia progetti nel trasporto e nel settore

ambientale; - EAFRD e EFF, fondi per supportare la politica comune di agricoltura e

pesca. I fondi stanno gradualmente comportando un incremento della competitività economica, un miglioramento dei trasporti e delle infrastrutture, lo sviluppo e il rafforzamento dell’industrializzazione regionale, il miglioramento delle risorse umane, lo sviluppo ed il rafforzamento delle capacità amministrative, accelerando così la convergenza economica con il resto dell’UE. I potenziali beneficiari possono proporre progetti per utilizzare questi fondi attraverso gli OPs (Operational Programmes) . Ogni OP indica i tipi di progetti da finanziare. Per tale ragione i potenziali beneficiari hanno bisogno di identificare i singoli OPs con i quali vogliono preparare i loro progetti. La Romania ha già avviato le procedure amministrative per l’accesso ai fondi strutturali e la distribuzione di questi ai loro beneficiari. Per ciascuno OP sono stati individuati le autorità gestionali e i gruppi intermediari. La selezione dei progetti viene effettuata dalle autorità competenti nazionali o regionali per ogni OP. Una volta scelto il progetto l’adempimento diviene responsabilità del beneficiario. Dei fondi strutturali non fanno parte i Fondi europei per l’agricoltura e per lo sviluppo rurale e i Fondi per la pesca. Il documento che indica con chiarezza il modo in cui questi fondi sono finanziati è “Il Programma Nazionale per lo Sviluppo Rurale” per 2007 – 2013 ed “Il Programma Operativo per la Pesca”.

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Principali indicatori macroeconomici

% 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007(p)

PIL 1.5 4.6 3.5 4.5 6.2 5.2 5.0 5.0 Dedito pubblico/PIL

31.2 27.1 27.7 26.4 26.3 26.9 27.7 28.6

Deficit./PIL n.d -3.2 -2.6 -2.3 -1.6 -2.3 -1,7 -2,5 Inflazione 35 30 22.5 15.3 9.3 7.0 4,9 5.4 Disoccupazione 12 10 8.1 11.6 7.2 8.2 5,2 7.2

Secondo i dati governativi, la crescita stimata del PIL per il 2007 sarà attorno al 5%, calcolata sulla base del tasso di cambio medio della Banca centrale romena di 1 Euro = 3,6234 RON. Il PIL nel 2006 è stato pari a 112 miliardi euro registrando una crescita pari all’ 8% rispetto all’anno precedente. Negli anni successivi si prevede la seguente crescita:

nel 2007 del 6,5% nel 2008 del 6,3% nel 2009 del 5,9% nel 2010 del 5,6% (pari a 154 miliardi euro)

L’evoluzione dei principali indicatori macroeconomici, registrati e previsti nel periodo 2003-2007, offre un’immagine generale di un’economia che continua a far rilevare un elevato tasso di crescita dei consumi, con particolare riguardo al consumo privato che, pur testimoniando la vitalità del settore, desta qualche preoccupazione per gli effetti che potrebbe produrre in un Paese come la Romania dove l’ammodernamento della piattaforma tecnologica è prioritario e che, nella fase attuale di sviluppo, non può permettersi una crescita economica stimolata dalla domanda interna a detrimento degli investimenti.

Trend economico - politico

Dopo l’integrazione nell’UE, la Romania si trova nella situazione di poter affermare la sua piena adesione ai principi ed alle normative dell’Unione europea, in conformità con i cardini di un’economia del mercato e di un ambiente concorrenziale naturale e corretto, assicurando un trattamento uguale per tutte le imprese in competizione aperta nel mercato romeno.

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Negli ultimi diciassette anni, l’economia romena si è trasformata radicalmente, evolvendosi da un sistema eccessivamente centralizzato, verso un mercato libero e competitivo. La Romania, come è facile intuire, non ha raggiunto ancora gli standard europei e nessuno si illude che ciò sarà facile; va però sottolineato come i risultati ottenuti finora rilevano la volontà e l’impegno del popolo romeno per assicurarsi che l’Europa allargata sarà più forte, democratica e competitiva, anche sul piano economico. Nel 2005 le entrate dello stato sono cresciute del 17,7% rispetto al 2004, e per i primi tre trimestri del 2006, rispetto allo stesso periodo del 2005, l’incremento è del 22,41%. Gli investimenti stranieri hanno registrato un livello record durante l’anno 2005, di circa 5,2 miliardi euro, e durante 2006 questi investimenti hanno superato 8 miliardi euro. L’incremento salariale per il 2005 è del 23% soprattutto come conseguenza dell’applicazione della quota unica di tassazione; questo trend si è mantenuto anche durante l’anno 2006 quando il salario medio lordo è cresciuto del 16%. L’indice di disoccupazione ha registrato una delle migliori evoluzioni tra i Paesi dell’Europa Centrale e dell’Est, arrivando a un valore del 5,9% nel 2005 e del 5,2% nel 2006, rappresentando uno dei più bassi indici di tutta l’Europa. Per quanto riguarda l’indice d’inflazione, anche questo è diminuito in maniera impressionante, dal 260% nel 1993, al 4,9% nel 2006; gli istituti finanziari prevedendo la continuazione di questa tendenza, così che nel 2008, l’inflazione sarà del 3%. In queste condizioni possiamo dire che in Romania la crescita economica è stata realizzata dopo l’anno 2000, ad una quota annua mediamente del 5,5%. Si può dire che la Romania ha avuto una delle più virtuose crescite economiche dell’Europa, con una punta nel 2004, quando l’aumento del PIL e’ stato pari all’8,3%. Per quanto riguarda l’anno 2006, i calcoli preliminari indicano una crescita economica di circa 8%, rappresentando una delle più alte in Europa. Le previsioni riguardanti l’evoluzione macro-economica per l’anno in corso ci portano verso una crescita economica prevista del 6,4%.

Quadro commerciale

Negli ultimi anni vi è stata un’importante crescita del volume del commercio estero, cosa che ha determinato mutazioni significative in quanto ha influito

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sul posto occupato dalla Romania nel quadro degli scambi commerciali a livello mondiale. Il commercio estero della Romania è principalmente orientato verso gli scambi commerciali con l’Unione Europea: esportazioni del 68,1% e importazioni del 62,6%.

Andamento dell’interscambio commerciale con l’Italia e degli investimenti

diretti esteri bilaterali

La Romania rappresenta – grazie al costante incremento dell'interscambio bilaterale – uno dei più importanti partner commerciali dell'Italia nell'Europa dell'est. È la Nazione che ha fatto registrare fino al 1997 i più alti tassi di sviluppo nell'interscambio con l'Italia, superando in valore assoluto anche l'Ungheria e la Repubblica Ceca. Nello stesso anno sono ulteriormente cresciute anche le importazioni italiane dalla Romania, in linea con la collocazione dell'Italia come prima meta di destinazione dell'export rumeno. Successivamente, l'andamento dell'interscambio italo - rumeno appare maggiormente discontinuo, alternando anni di deficit per l'Italia ad anni di surplus commerciale. Gli anni successivi al 2000, in particolare, appaiono caratterizzati da un saldo negativo per la Romania che assume diverso volume a seconda degli anni. Con riferimento alla composizione merceologica dell'interscambio, l’abbigliamento e le calzature costituiscono le principali importazioni italiane dalla Romania, insieme ai metalli, agli apparecchi per uso domestico ed ai mobili. Anche le principali esportazioni italiane rimangono concentrate nelle voci relative ai tessili, alle calzature, all'abbigliamento e al cuoio, sebbene importanti siano anche le esportazioni di macchine ed apparecchi. Come ovunque, il “Made in Italy” gode di un'immagine di altissima qualità, anche se i prezzi dei prodotti sono ancora elevati per le tasche del consumatore medio romeno. Il mercato dei beni di consumo, dove la presenza italiana è più massiccia, ed in particolare dei prodotti alimentari, condizionatamente alla crescita del tenore di vita della popolazione (la fascia di acquirenti locali con maggiore potere di acquisto è calcolabile intorno all'8-10% su una popolazione totale di 21,7 milioni di abitanti), potrà tuttavia assumere un certo interesse nel breve - medio termine. Un altro settore interessante per le imprese italiane è sicuramente quello agroindustriale, che sta attraversando, da oltre dieci anni, un periodo di crisi, dovuto soprattutto all'obsolescenza delle attrezzature e alla arretratezza delle

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tecniche che impediscono di soddisfare la domanda interna e costringono la Romania ad importare i prodotti agroalimentari. Dunque, nonostante l'enorme potenziale produttivo dei terreni, ricchi di humus, la carenza di adeguati volumi di capitale rende difficile l'ammodernamento strumentale e strutturale di cui necessitano le aziende del settore. Il deficit commerciale registrato dalla Romania è aumentato data la forte crescita della domanda dei beni d’importazione ed alla bassa competitività dei prodotti romeni sia sul mercato interno che su quelli esteri. Gli scambi commerciali della Romania con l’Italia si svolgono sulla base dei principi istituiti dalle regole del mercato comunitario interno e sulla base della politica commerciale comune con l’Unione Europea. Accordi importanti: - l’Accordo a lungo termine di collaborazione economica, industriale e

tecnica, firmato nel 1973, prorogabile con tacita riconduzione, - l’Accordo per la promozione e per la garanzia reciproca degli investimenti,

firmato il 6 Dicembre 1990 ed entrato in vigore il 27 Aprile 1991; - la Convenzione per evitare la doppia tassazione sul reddito e per la

prevenzione dell’evasione fiscale, firmata il 14 Gennaio 1977 ed entrata in vigore il 6 Febbraio 1979.

Gli scambi commerciali Romania Italia:

1989 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006

Totale 1.051,0 4.761,9 5.937,0 7.153,4 7.913,7 8.528,7 9.302,2 1.0592,0

Export 999,0 2.318,7 2.837,7 3.460,7 3.773,6 4.014,0 4.270,1 4.637,1

Import 52,0 2.443,2 3.099,3 3.692,7 4.140,1 4.514,7 5.032,1 5.954,8

Saldo 947,0 -124,5 -261,6 -232,0 -366,5 -500,7 -762,0 -1.317,7

Legenda : anni 1989-2002 milioni dollari

anni 2003-2005 milioni euro

Secondo i dati sopra presentati si può costatare che in questi ultimi anni, gli scambi commerciali romeno – italiani hanno conosciuto un’evoluzione ascendente; dal 1997 l’Italia è il primo partner commerciale della Romania. Il 31 dicembre 2006, il volume degli scambi commerciali bilaterali era di 10,59 miliardi di euro, dei quali 4,63 miliardi l’esportazione, in crescita dell’8,60%, rispetto l’anno 2005 e le importazioni di 5,95 miliardi di euro, in crescita del 18,34% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2005.

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Le esportazioni hanno rappresentato il 17,94% del totale delle esportazioni della Romania (il primo posto) e le importazioni il 14,62% del totale globale (secondo posto). L’Italia si mantiene al primo posto fra i partner commerciali, mantenendo il 16,62 del volume totale del commercio estero della Romania. Il saldo è negativo di circa 1,3 miliardi di euro. La struttura dello scambio di merci Le esportazioni: materiali e articoli tessili (32,1%), calzature (21,2%), macchine, attrezzature e equipaggiamenti elettrici (12,8%), prodotti metallurgici (8,5%), prodotti minerali (5,2%), legno, carbone (3,3%), mobili e articoli per l’arredamento (3,5%), prodotti in pelle e pellice (3,1%), plastica, articoli in gomma (2,2%), prodotti chimici (1,8%), veicoli e equipaggiamenti per il trasporto (1,4%). Le importazioni: materiali e articoli tessili (26,0%), attrezzature e equipaggiamenti elettrici (21,0%), prodotti metallurgici (11,7%), pellame conciato e non (10,5%), calzature e parti da finire (4,3%), plastica, gomma (5,7%), prodotti chimici (4,2%), mobili (2,1%). Il mercato dei beni di largo consumo E’ in continuo aumento anche il mercato dei beni di largo consumo. L’aumento del reddito medio, la riduzione del carico fiscale con l’introduzione della flat tax al 16%, ma anche l’affermarsi di un atteggiamento più “consumistico” ha determinato una crescita della domanda di beni alimentari e non. Al cambiamento delle abitudini dei consumatori contribuisce anche lo sviluppo di tantissimi centri commerciali. Il 2006 è stato un anno molto difficile per l’industria romena dei beni alimentari data la necessità di adeguarsi agli standard europei. I settori più colpiti sono stati quelli dei prodotti ottenuti dalla lavorazione della farina, dalla lavorazione della carne e del latte.

Presenza italiana in Romania:società e istituzioni di credito

A maggio 2006 l’Italia occupava il primo posto nel volume totale degli scambi commerciali della Romania con il 17,16% (8.560,74 milioni di euro)sui volumi complessivi; risultava al primo posto dell’export con il 19,42% (3.967,96 milioni di euro) mentre l’import era pari al 15,60% (4.592,78 milioni di euro), con un saldo attivo di 625,82 milioni di euro.

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Il volume degli scambi bilaterali, in euro, ha registrato un aumento del 2004, del 9,44%, di cui 7,10 all’export e del 9,44% all’import. Al 31 dicembre 2006 sono state registrate in Romania 21.519 società miste romeno-italiane, con un capitale investito di 850,73 milioni di euro (5o posto). Le prospettive per le aziende italiane interessate al mercato romeno sono sicuramente positive, non solo per la posizione geografica del Paese e per il numero dei suoi abitanti (21,7 milioni di potenziali consumatori), ma anche per i vantaggi comparativi che ancora offre nella delocalizzazione produttiva. Tra i settori più importanti, oltre a quelli tradizionali del tessile/abbigliamento e della trasformazione del legname, suscettibili di positivi sviluppi a breve-medio termine sono quelli dell’informatica e telecomunicazioni (che dal 1o

gennaio 2003 sono completamente liberalizzate) e delle costruzioni, nonché i comparti che beneficiano - e beneficeranno - dei finanziamenti UE (i già citati programmi Phare, Ispa, Sapard) quali: infrastrutture, trasporti, ambiente, agroindustria e turismo rurale.

Costo dei fattori produttivi

Costo medio mensile supportato da un’azienda nel 2006

Costi Romania

Carburante 0,71 euro Acqua (euro/mc) 0,18 euro Energia elettrica ( euro/kwh) 0,07 euro Gas (euro/mc) 0,11 euro Lavoro (stipendio lordo) 260,00 euro Trasporto dal Italia-Bucarest 2.070 euro

Stipendi

Manodopera (valori medi mensili in euro) CATEGORIE DA A

Operaio generico 100 170 Operaio specializzato 170 400 Impiegato 200 600 Quadro 300 900 Dirigenti 600 3000

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Lo Stato, tramite il contratto di lavoro a livello nazionale, stabilisce soltanto l'entità dello stipendio minimo lordo (per lavoro non qualificato, primo impiego), il numero minimo di giorni di ferie ed altre condizioni minimali (aspettativa per ragioni di salute, per parto, etc.). La contrattazione collettiva avviene nei settori dove esistono sindacati di categoria (siderurgia, ferrovie, trasporti aerei) e soltanto se il personale locale è iscritto al rispettivo sindacato. Lo stipendio è negoziabile con contrattazione tra le parti tenendo presente che sono considerati non validi dal competente Ufficio del Lavoro i contratti con stipendi inferiori al salario minimo lordo di 440 RON (circa 131 euro) per un programma di lavoro di 170 ore al mese. A riguardo del valore minimo vanno evidenziati due aspetti essenziali: 1. Il salario minimo lordo obbligatorio può essere superiore a 440 RON se

esistono regolamentazioni diverse nei contratti collettivi a livello di settore ed istituzioni. (es. il salario minimo lordo per il ramo costruzioni è di 450 RON al mese, a partire dal 1 gennaio 2007).

2. Nel calcolo del salario minimo bisogna tener conto dei coefficienti di inquadramento stabiliti dai contratti collettivi di lavoro.

I diritti previsti nel Contratto collettivo nazionale sono da considerarsi quali “diritti minimi” nella successiva “negoziazione” dei contratti collettivi aziendali (obbligatori per le società con più di 20 dipendenti). Nei casi in cui non vengano sottoscritti contratti collettivi di settore, sarà utilizzato quale riferimento il Contratto unico nazionale. Come anticipato, nel calcolo del salario minimo le società devono tener conto anche dei coefficienti di inquadramento stabiliti nei contratti collettivi. Essi si applicano al salario minimo stabilito dalla società (quindi non al salario minimo a livello nazionale!). Per esempio: se nella vostra società lo stipendio più basso pagato ad un dipendente ammonta a 450 RON, ne consegue che, per un posto che richiede studi universitari, lo stipendio dovrà essere aggiornato e portato ad almeno 900 RON. Le indennità minime previste per il periodo 2007-2010 sono: a) per condizioni di lavoro molto pesanti, pericolose o spiacevoli, 10 % dello

stipendio base; b) per condizioni di lavoro nocive, 10% dello stipendio minimo aziendale; c) per gli straordinari e per le ore lavorate nei giorni festivi o di festa

nazionale, non debitamente compensate, 100% dello stipendio base;

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d) per anzianità sul lavoro, almeno 5% per 3 anni di anzianità e massimo 25% per più di 20 anni, dello stipendio base;

e) per lavoro notturno, 25% dello stipendio base; f) per lo svolgimento di una diversa mansione può essere concessa

un’indennità fino al 50% dello stipendio; g) altre indennità. Le indennità devono essere concesse laddove esse non siano incluse nello stipendio di base. A tal fine le indennità devono essere chiaramente indicate nel contratto individuale di lavoro.

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3. Normativa societaria

La legge che disciplina le società commerciali è la Legge n.31 del 1990. All’interno del programma “Strategia di riforma del sistema giudiziario 2005-2007”, tra gli impegni assunti dal governo c’è anche quello di rivedere la legge sulle società commerciali, sulla base dei principi elaborati dall’OCSE e dalla Comunità Europea. Le forme societarie sono sostanzialmente quelle previste dalla normativa italiana: - società per azioni, - società a responsabilità limitata, - società in accomandita per azioni, - società in accomandita semplice, - società in nome collettivo.

Sostanzialmente per le S.n.c e le S.a.s. vigono le stesse regole in merito alla responsabilità per le obbligazioni sociali previste della legge italiana: responsabilità solidale in capo a tutti soci per la S.n.c. e in capo ai soli accomandatari per la S.a.s., e responsabilità limitata al valore del conferimento per gli accomandanti. La responsabilità nella S.a.p.a. segue le stesse regole previste per la S.a.s. con riferimento alle azioni possedute da ogni singolo socio. Per quanto riguarda la S.p.A. e la S.r.l. i soci sono responsabili fino al valore delle azioni, o rispettivamente, delle quote possedute.

Società per azioni

La costituzione

Per la costituzione delle S.p.A.: - il capitale sociale minimo non può essere inferiore all’equivalente in RON di

25.000,00 euro, calcolato al tasso di cambio comunicato dalla BNR alla data della costituzione;

- il numero minimo di azionisti deve essere cinque.

L’atto costitutivo deve contenere una serie di elementi (si veda l’art.8 della legge n.31/1990) ed anche una perizia di stima relativa ai conferimenti in

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natura svolta da un perito autorizzato. Il funzionamento della società deve essere autorizzato dal giudice delegato presso il Registro del Commercio. La costituzione deve avvenire mediante sottoscrizione dell’atto costitutivo da parte di tutti i soci, a meno che non si tratti di sottoscrizione pubblica, nel caso è necessaria la firma dei fondatori. La società acquista personalità giuridica con decorrenza dal giorno della sua immatricolazione al registro del commercio.

Le azioni

Le azioni possono essere nominative o al portatore , conformemente a quanto stabilito nell’atto costitutivo; è vietata l’emissione sotto la pari e quelle al portatore devono essere interamente liberate; il capitale non può essere aumentato fino a che le azioni precedentemente emesse non sono interamente liberate. La proprietà delle azioni nominative si trasferisce con la dichiarazione resa nel libro delle azioni sottoscritta dal cedente e dal cessionario o dai rispettivi procuratori e con l’apposita annotazione sull’azione. Il diritto di proprietà sulle azioni al portatore si trasferisce con la semplice consegna ad altre mani. Ogni azione da diritto ad un voto nelle assemblee societarie ma può essere prevista per contratto o per statuto una limitazione al numero dei voti spettanti al socio che possiede più azioni; l’esercizio del diritto è in ogni caso sospeso in capo agli azionisti non in regola con i versamenti dovuti. E’ prevista la possibilità di emettere azioni privilegiate che non danno diritto di voto in assemblea.

L’Assemblea, Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale

L’assemblea generale degli azionisti può essere di due tipi: ordinaria e straordinaria. La distinzione tra i due tipi dipende dall’oggetto di delibera della stessa. La Legge n. 31/1990 prevede che i dividendi siano pagati nel termine stabilito dall’assemblea generale dei soci, o con altra legge speciale, ma “non oltre otto mesi dall’approvazione del bilancio annuale relativo all’esercizio finanziario chiuso”.

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La S.p.A. è amministrata da uno o più amministratori con mandato temporaneo, limitato e rinnovabile salvo diversa disposizione dell’atto costitutivo ( gli amministratori nominati con l’atto costitutivo durano in carica al più quattro anni). Se vi sono più amministratori, questi formano un consiglio di amministrazione. Può essere nominata amministratore anche una persona giuridica, essendo necessario stipulare un “contratto di amministrazione”. Una persona non può ricoprire la carica di amministratore simultaneamente in più di tre consigli di amministrazione a meno che egli non sia il proprietario di almeno un quarto del totale delle azioni della società amministrata o sia amministratore di una società in possesso di detto quarto. La S.p.A. deve avere tre sindaci effettivi e tre supplenti, durano in carica tre anni e sono rieleggibili, devono compiere personalmente il loro mandato e almeno uno di essi deve esperto contabile o contabile autorizzato iscritto all’apposito albo.

La società a responsabilità limitata

La disciplina commerciale delle S.r.l. ha alcuni richiami espliciti a quella delle S.p.A, in realtà si è affermata la prassi di applicare alle S.r.l. alcune norme previste dalla Legge n. 31/1990 solo per le S.p.A.

La costituzione

La S.r.l. si costituisce per mezzo di un atto costitutivo nella forma di documento autentico. Il contratto ha lo stesso contenuto previsto per le S.n.c. in più deve essere indicata la ripartizione del capitale in quote sociali, le quali non possono essere rappresentate da titoli negoziabili. Il numero massimo di soci è pari a 50 unità, ed è prevista anche la possibilità di costituire una S.r.l. con un unico socio (anche straniero). Il capitale sociale non può essere inferiore a 200 RON, ed è diviso in quote uguali di importo minimo pari a 10 RON. Sia i documenti richiesti che l’iter burocratico equivalgono a quanto previsto per la S.p.A.

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L’Assemblea, Consiglio di Amministrazione e Collegio Sindacale

Per la S.r.l. è previsto un solo tipo di assemblea generale, incaricata ad esaminare e deliberare su ogni argomento. Ogni quota sociale da diritto ad un voto. L’assemblea validamente costituita in prima convocazione che non riesce a deliberare in quanto non si forma la maggioranza richiesta, in seconda convocazione delibera a maggioranza dei presenti sullo stesso ordine del giorno, qualunque sia il numero dei soci presenti e la parte del capitale rappresentata. Il trasferimento delle quote rappresentanti il capitale sociale è possibile, per prassi consolidata, solamente con l’approvazione di tutti soci. “L’assemblea dei soci decide con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei soci e delle quote sociali, salvo che nel atto costitutivo si preveda diversamente”.(art.192) “L’atto costitutivo può essere modificato con decisione dell’assemblea generale, adottata nel rispetto della legge, o con atto addizionale all’atto costitutivo o con decisione del giudice”. (art.204 modificato). La società è amministrata da uno o più amministratori che possono essere soci o meno e sono eletti dall’assemblea generale. Anche gli amministratori di una S.r.l. possono formare un Consiglio di Amministrazione, di fatto vengono omologati atti costitutivi contenenti anche tale previsione. Il nuovo art.15, prevedendo che “i contratti tra una S.r.l ed una persona fisica o giuridica, socio unico della S.r.l. medesima, devono stipularsi in forma scritta, a pena di nullità assoluta”, generalizza di fatto la necessità di regolarizzare in forma scritta ogni rapporto fra i soggetti indicati. L’atto costitutivo può stabilire l’elezione di uno o più sindaci; in ogni caso se vi sono più di quindici soci la nomina dei sindaci è obbligatoria secondo le norme previste per la S.p.A.

Stabile organizzazione

Nel modello di convenzione dell'Ocse (articolo 5, commi 1 e 2), la "stabile organizzazione" ("permanent establishment") sta a indicare "una sede fissa di affari mediante cui l'impresa esercita in tutto o in parte la sua attività". Il concetto di stabile organizzazione è correntemente adottato dalla gran parte degli Stati quale presupposto per sottoporre a imposizione nel proprio territorio i redditi prodotti da soggetti non residenti.

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In generale vale la regola che gli utili di un'impresa domiciliata in uno Stato contraente siano imponibili solamente in detto Stato, a meno che l'impresa non svolga la propria attività nell'altro Stato contraente per mezzo di una stabile organizzazione ivi situata. In tale ultimo caso, gli utili dell'impresa diverranno imponibili, ma solo nella misura in cui essi siano attribuiti alla stabile organizzazione nello Stato.

Filiale ed Ufficio di rappresentanza

A differenza della stabile organizzazione un ufficio di rappresentanza può intraprendere esclusivamente attività ausiliare o preparatorie .Un ufficio di rappresentanza non può svolgere affari in nome proprio e non può effettuare nessun’attività commerciale. Gli uffici di rappresentanza di società estere sono obbligati alla tenuta di una contabilità di cassa e scontano una tassazione obbligatoria fissa nella misura di 4.000 euro/anno da versarsi in due uguali entro il 20.06 ed il 20.12 di ogni anno. Gli uffici di rappresentanza devono inoltre presentare annualmente una dichiarazione dei redditi entro la fine del mese di febbraio.

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4. Normativa fiscale

Gli interventi legislativi di natura fiscale entrati in vigore dall’1 Gennaio 2007 hanno portato numerose modifiche in materia di tassazione delle imprese.

Imposta sui redditi delle società La tassazione sui redditi delle imprese viene confermata al 16%, livello che permette alla Romania oltre di far fronte alla “concorrenza fiscale” degli Paesi ex sovietici, di favorire l’attrazione di nuovi investimenti esteri. I soggetti passivi d’imposta sui redditi della imprese sono : - le società romene; - società estere che concludono affari in Romania che hanno stabili

organizzazioni nel Paese; - società estere e persone giuridiche non residenti che concludono affari in

Romania attraverso joint-venture; - società estere con redditi derivanti dalle transazioni di beni immobili o di

azioni di società romene; - persone fisiche romene che creano joint-venture con società romene, per i

redditi che derivano dalle attività svolta in Romania o all’ estero.

Sono invece esenti da tassazione le organizzazioni no-profit di culto religioso, le organizzazioni sindacali e patronali; le fondazioni e le associazioni anche per eventuali attività commerciali fino ad un massimo di 15.000,00 Euro l’anno e comunque nel limite del 10% del totale delle entrate esenti. E’ da sottolineare, inoltre, che le società che svolgono la propria attività all’interno delle “zone depresse” sono invece soggette alle aliquote ordinarie, a meno che non abbiano ottenuto il relativo certificato di investimento prima del 1 luglio 2003 attestante il diritto all’esenzione dalle imposte sui redditi fino ad un massimo di 10 anni.

Le microimprese Per quanto riguarda il regime fiscale le microimprese è stato modificato dall’ 1 Gennaio 2007.

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Possono beneficiare dello status di microimpresa le società che: - realizzano ricavi per un valore annuo non superiore a 100.000,00= euro; - hanno almeno 1 dipendente e non superano il limite massimo di 9; - più del 50% delle entrate derivanti dalle attività d’impresa deve essere

diverso dall’ attività di consulenza o di management.

Se il soggetto rientra in tutti i requisiti, di cui sopra, può applicare dal 2007 l’aliquota del 2% sul totale dei ricavi realizzati, dal 2008 del 2,5% e del 3% per quelli realizzati nel 2009. Se durante l’anno fiscale una microimpresa realizza ricavi superiori a 100.000 euro diventa un soggetto passivo d’imposta dal trimestre in cui ha superato il limite. Per il calcolo del primo versamento d’imposta si devono considerare tutti i ricavi e le spese dall’inizio dell’anno fiscale. In generale le imposte si pagano a cadenza trimestrale dal venticinquesimo giorno del mese successivo al trimestre di riferimento.

Le ritenute sui dividendi Con l’ingresso della Romania nella UE è mutata la disciplina dei dividendi, secondo la quale i dividendi pagati da una società romena ad un’altra società romena non saranno più tassati se il beneficiario possiede almeno il 15% (10% dal inizio del 2009) delle azioni dell’azienda erogatrice romena per un periodo continuativo di almeno 2 anni dalla data nella quale è avvenuto il pagamento dei dividendi.

Dividendi distribuiti a non residenti Dall’1 Gennaio 2007, come per la normativa interna, anche nel caso in cui una società Rumena distribuisca gli utili ad una società residente all’interno dell’UE non deve pagare la ritenuta se il beneficiario possiede almeno il 15% (10% dal inizio del 2009) delle azioni dell’azienda erogatrice rumena per un periodo continuativo di almeno 2 anni dalla data nella quale è avvenuto il pagamento dei dividendi.

Capital gains tax I capital gains sono tassati nell’anno in cui vengono realizzati e se realizzati da un’azienda che ha la sede legale in Romania sono inclusi nei profitti ordinari e tassati al 16%. Le perdite di capitale correlate alla vendita di azioni sono, in generale, fiscalmente deducibili.

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I capital gains derivanti dalla vendita di immobili situati in Romania o dalla vendita di azioni di società romena, realizzati da un’azienda che non ha la sede legale in Romania, sono anche essi tassati al 16%. E’ importante sottolineare, inoltre, che con l’entrata della Romania nell’UE, la direttiva sugli interessi e sulle Royalties prevista a livello comunitario si applicherà anche alla Romania dal 2011. Fino al 31 Dicembre 2010 si applicherà una ritenuta pari al 10% sul pagamento di Royalties e di interessi effettuati dalla Romania verso un soggetto residente in un altro stato dell’UE che detiene una partecipazione almeno del 25% del capitale sociale della società Romena per un periodo continuo di almeno due anni dalla data del pagamento della royalty o degli interessi. Dal 2011 non sarà applicata più alcuna ritenuta. A far data dall’ 1 Gennaio 2007, le fusioni, le scissioni, i trasferimenti di aziende e gli scambi di azioni tra un’azienda romena e una con sede in un altro stato membro UE non dovrebbero far scattare la tassazione sul capital gains.

Le imposte sui redditi delle persone fisiche

A due anni dall’introduzione dell’aliquota unica del 16%, il contenimento del prelievo fiscale (soprattutto per i redditi medio - alti) sembra aver contribuito positivamente al rilancio dei consumi ed al contenimento del lavoro nero, avvero gli obiettivi principali indicati dal governo.

Il principio adottato per la definizione del reddito imponibile è il world wide principle, ovvero viene tassato il reddito ovunque prodotto per i residenti in Romania, mentre viene tassato solo il reddito prodotto nel Paese per i non residenti.

La legislazione della Romania relativamente alla tassazione sui redditi delle persone fisiche definisce soggetto passivo dei redditi sulle persone fisiche: - i soggetti residenti in Romania; - i soggetti non residenti in Romania che producono reddito dalla Romania; - i soggetti non residenti in Romania che conducono delle attività autonome

attraverso delle stabili organizzazioni in Romania; - i soggetti non residenti che conducono delle attività non autonome in

Romania.

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Il reddito netto annuale si stabilisce separatamente per ogni categoria di reddito, ed ai contribuenti è fatto obbligo di depositare annualmente la dichiarazione dei redditi entro il 15 maggio dell’anno successivo a quello di riferimento, e di versare nel corso dell’anno quattro rate trimestrali anticipate sulle imposte dovute. I contribuenti che iniziano l’attività in corso d’anno, sono obbligati, entro 15 giorni dalla data di inizio dell’attività, a presentare presso l’ente fiscale competente una dichiarazione relativa ai costi ed ai ricavi stimati per l’anno in corso.

La tassazione dei non-residenti Il reddito prodotto da soggetti non-residenti sull’attività svolta in Romania è assoggettata a tassazione in Romania. Si applica una ritenuta del 16% sui seguenti tipi di redditi: a. reddito relativo al salario e all’onorario da direttore ricevuto come

amministratore o membro del Consiglio di Amministrazione e pagati da una società rumena;

b. reddito proveniente dai dividendi pagati da una società romena; c. reddito proveniente dagli interessi pagati da un residente; d. reddito proveniente dagli interessi pagati da un non residente, se il non

residente ha una stabile organizzazione in Romania e gli interessi risultano essere una spesa deducibile per quella organizzazione;

e. royalties derivanti da un residente; f. royalties pagate da un non residente, se il non residente ha una stabile

organizzazione in Romania ed il pagamento è considerata una spesa deducibile per quella stabile organizzazione;

g. redditi derivanti da commissioni pagate da un residente; h. redditi derivanti da commissioni pagate da un non residente, se il non

residente ha una stabile organizzazione in Romania ed il pagamento della commissione è considerato una spesa per quella stabile organizzazione;

i. reddito risultante da attività sportive e da attività di divertimento compiute in Romania;

j. reddito da operazioni in società non quotate; k. reddito da attività di management e consulenza; l. reddito da attività indipendenti; m. reddito proveniente da premi ricevuti in Romania.

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Il reddito proveniente dai giochi d'azzardo, transazioni di beni immobili e reddito proveniente da operazioni in società quotate, è tassato alle specifiche percentuali, secondo la categoria di reddito.

IVA

Anche la normativa IVA è disciplinata dal Codice Fiscale ( Legge n. 571/22.12.2003). Come principio base, l’IVA si applica a tutte le cessioni di beni o alle prestazioni di servizi effettuate in Romania da soggetti imponibili. Sono previste due aliquote: una ordinaria pari al 19% e una ridotta pari al 9%. Quest’ultima si applica principalmente sulle vendite di libri, giornali e riviste, sui prodotti ortopedici, sui medicinali, per l’attività alberghiera, ingresso in musei, fiere, esposizioni, ecc. La dichiarazione IVA deve essere redatta e presentata mensilmente entro il 25° giorno del mese successivo a quello di riferimento e sempre alla stessa data deve essere effettuato il versamento dell’eventuale debito IVA. Nel caso in cui il volume annuo d’affari sia inferiore a 100.000,00 euro, gli adempimenti previsti assumono cadenza trimestrale. Qualora un soggetto realizzi operazioni in Romania non avendo una sede o una stabile organizzazione in Romania, è obbligato a nominare un rappresentate fiscale domiciliato nel Paese che adempia agli obblighi IVA per suo conto. L’eventuale saldo IVA a credito può essere chiesto a rimborso in occasione del deposito della dichiarazione IVA se tale credito supera i 5.000,00 Ron. E’ possibile inoltre compensare il credito IVA con altri tributi (imposte dirette e contributi fiscali) presentando apposita richiesta e seguendo le regole previste del Codice di Procedura fiscale. Con l’ingresso della Romania nell’UE, sono state introdotte nuove norme e sistemi IVA disciplinati a livello europeo, come ad esempio: la disciplina delle operazioni intracomunitarie o triangolari, oppure deposito di beni in consignment stock, le attività di commercio intracomunitario (Intrastat) etc…

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Altre imposte indirette

Il Codice Fiscale regolamenta anche le imposte e le tasse locali, suddividendole nelle seguenti categorie.

Imposte sui fabbricati Si tratta di imposte dovute dal proprietario del fabbricato all’amministrazione territoriale locale dove è situato il bene. Per le persone fisiche l’imposta si calcola applicando l’aliquota dello 0,1%. Il valore dell’imposta si riduce del 20% se l’immobile ha più di 50 anni, e del 10% se l’immobile ha tra i 30 e i 50 anni. Per le persone giuridiche l’aliquota varia dallo 0,5% all’ 1% ( applicata sul valore di bilancio del fabbricato) e viene stabilita annualmente dall’amministrazione comunale. Le persone giuridiche che effettuano investimenti superiori a 500.000,00 euro possono essere esentati dall’imposta sui fabbricati per un periodo di 5 anni, oppure l’amministrazione locale può decidere di applicare un’aliquota dello 0,25% sui fabbricati per un periodo di 3 anni. Nel caso in cui vi siano di fabbricati integralmente ammortizzati, il valore imponibile viene ridotto del 15%. Nel caso di fabbricati che non sono stati rivalutati nei tre anni antecedenti, l’aliquota di imposta viene stabilita fra il 5% ed il 10%. In caso contrario, il valore di riferimento per il calcolo dell’imposta diventa quello di mercato.

Imposte sui terreni Vengono calcolate per tutti i proprietari in base alle superficie, alla tipologia, alla zona e/o alla categoria di utilizzo del terreno, secondo la classificazione stabilita dell’amministrazione comunale. Nel caso in cui un terreno sia di tipo “intravilan”, l’imposta viene stabilita moltiplicando il numero di metri quadrati (mq) con le tariffe previste del Codice Fiscale. In caso di terreni tipo “extravilan”, indipendentemente della tipologia, dalla categoria e della zona in cui si trova, l’imposta si calcola moltiplicando il numero di ettari del terreno con il valore che risulta dalla tabella prevista all’Art.258 del Codice Fiscale.

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Imposte sui mezzi di trasporto Si tratta di imposte dovute da tutti i proprietari di mezzi di trasporto (auto, autocarri, autobus, trattori, moto, imbarcazioni,ecc.) immatricolati in Romania. In caso di contratto di leasing, l’imposta è dovuta dal soggetto che concede in locazione finanziaria il bene.

Tassa annuale di affissione Ogni persona che utilizza un pannello, un’affissione o una struttura simile a scopo pubblicitario in un luogo pubblico, ha l’obbligo di pagare la tassa annuale di affissione all’Erario locale. L’imposta viene calcolata moltiplicando il numero di metri quadri con la tariffa stabilita dall’amministrazione comunale. Le imposte descritte devono essere versate nel corso dell’ anno in quattro rate trimestrali, fatta salva la possibilità riservata alle persone fisiche di versare l’intero importo in unica rata, a fronte di una riduzione del 10%.

Doppie imposizioni

Il governo della repubblica italiana e il Governo della Repubblica Romena per rafforzare le relazioni economiche tra i l’Italia e la Romania sulla base del rispetto della sovranità e dell’indipendenza nazionali, dell’uguaglianza dei diritti, dei vantaggi reciproci e della non ingerenza negli affari interni, hanno concluso il 18 Ottobre 1978 una Convenzione Internazionale per evitare le doppie imposizioni.

Si riportano di seguito la tabella riassuntiva delle aliquote previste dall’accordo per evitare la doppia imposizione tra Romania ed Italia :

Inizio applicabilità del Trattato

Dividendi % Interessi % Royalties %

01/01/79 10 10 10

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5. Aspetti doganali

La base legale delle tariffe doganali è rappresentata dal Regolamento del Consiglio N. 1719/2005 che modifica l’annessa I del Regolamento 2658/1987; Regolamento che riguarda la tariffa e la nomenclatura statistica, la Tariffa doganale comunitaria ( Giornale Officiale L 256 del 7 luglio 1987). La tariffa doganale comune ha due componenti: - le tasse doganali, - il nomenclatore tariffario ( che si riferisce al Sistema Armonizzato di

Descrizione e di Codificazione dei prodotti). L’applicazione della tariffa doganale comune si fa senza l’adozione di una legge nazionale specifica. Dopo l’integrazione UE il livello delle tasse doganali in Romania è più basso rispetto quanto lo fosse prima del 1 gennaio 2007. L’adozione della tariffa doganale comune porta all’ottenimento, per gli operatori economici romeni, di certe condizioni d’accesso ai prodotti importati, condizioni simili come per gli altri operatori economici appartenenti UE. Le tasse doganali percepite in Comunità per l’importo dai paesi terzi si classificano in: - tasse doganali convenzionate, stabilite secondo la politica comune

comunitaria, - tasse preferenziali che fanno l’oggetto di accordi di associazione concluse

tra la Comunità Europea con diversi paesi o gruppi di paesi per certi prodotti o categorie di prodotti.

Il commercio con prodotti agricoli occupa un ruolo significativo nella politica commerciale, UE essendo il primo importatore mondiale e il secondo esportatore mondiale di prodotti agricoli.

Per quanto riguarda la gestione del commercio con prodotti agricoli, per i prodotti sotto un’organizzazione comune di mercato (OCP) gli Stati Membri liberano certificati di import ed export in base ai regolamenti comunitari specifici.

Lo scambio tra la Romania e l’Italia è libero e regolato dalle normative comunitarie (non ci sono frontiere doganali), incluse quelle sull’IVA.

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Per i motivi suddetti, la documentazione d’ accompagnamento richiesta in Romania per le importazioni di vari prodotti, si riferisce alle apposite normative UE, vigenti anche in Italia. Per quanto concerne le importazioni di prodotti alimentari e vini, in particolare viene richiesta la seguente documentazione di uso comune nel commercio intracomunitario ed internazionale: - fattura, - certificato sanitario, - documento di spedizione/trasporto ( cosiddetto CMR), - documento di accompagnamento /ADT- Documento Amministrativo di

Accompagnamento). L’integrazione nell’UE significa automaticamente la modifica delle relazioni commerciali tra la Romania e gli stati vicini.

Dal primo di gennaio la Romania applica la politica economica dell’Unione, e i rapporti con gli stati vicini sono diversi in funzione dello statuto di questi. Da un lato, con Ungheria e Bulgaria saranno applicabili le politiche comuni dell’UE, e dall’altro lato, nei rapporti con Serbia, Repubblica Moldavia e l’Ucraina saranno eliminati le facilità reciproche realizzate attraverso trattati bilaterali o regionali. La base della politica comune è costituita dalla tariffa doganale comune rispetto i paesi terzi. A parte le regole comuni di import ed export, la politica europea commerciale include anche le regole riguardo le misure anti-dumping e di salvaguardare, misure contro le sovvenzioni a import o per le pratiche illecite di commercio, ed anche le interdizioni commerciali in problemi di politica estera (embarghi o sanzioni). Per il funzionamento del mercato unico e dell’unione doganale è necessaria l’esistenza nell’UE si un set compatto di regole di import ed export,esprimendosi come una voce unica nei rapporti con i paesi non appartenenti. Per questo motivo, gli stati membri hanno accordato alle istituzioni europee il mandato per negoziare nel loro nome, per quanto riguarda i rapporti esteri. Per questo fatto i rapporti tra la Romania e la Serbia cambiano perché sono state eliminate le facilità fiscali tra esse. Gli agenti economici pagheranno tasse doganale, riducendosi così gli scambi commerciali. Nella stessa situazione si trova anche la Repubblica Moldavia, anche se la Romania prova ad ottenere da parte dell’UE il mantenimento dei rapporti privilegiati aventi con essa. Però questo non si è ottenuto e non sarà comunque possibile. Per l’Ucraina gli specialisti cercano di mantenere gli stessi rapporti per quanto riguarda le risorse energetiche che la Romania importa dal paese vicino.