Roma 18 aprile 2018 INCHIESTA SUL SUICIDIO DI YACINE ......Esperta certificata a livello...

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Roma 18 aprile 2018 INCHIESTA SUL SUICIDIO DI YACINE LAMOUDI A GENOVA IL 9 APRILE 2018 Perché ho deciso di pubblicare questa storia: Perché un uomo si è ucciso, e quando questo accade, c'è sempre un motivo grave. Sono stata contattata da una persona che lo conosceva, ed abbiamo parlato a lungo. Mi ha raccontato chi era Yacine, perché si è ucciso, e mi ha narrato la sua storia, così come adesso io la racconto a chi mi legge. E' una storia della quale ho verificato le fonti ma della quale mi assumo naturalmente la responsabilità. E' una storia che nasconde un segreto terribile, una malattia molto controversa della quale hanno sofferto persone famose ma che ancora in troppi posti non viene riconosciuta. Ed è questo che faceva soffrire Yacine, e verosimilmente il motivo che l'ha condotto su quel ponte. FATTO Genova, 9 aprile 2018. Sono le 11 di mattina quando alcuni passanti che si trovano in via XX settembre sotto il Ponte Monumentale si fermano a guardare in su 1 . C'è un uomo sul parapetto. Qualcuno forse avrà provato a gridargli di fare attenzione, era piovuto molto in quei giorni e il parapetto era bagnato e scivoloso. Questo non possiamo saperlo. Ciò che sappiamo invece è che qualcuno ha dato l'allarme. Sono stati allertati i carabinieri e i vigili del fuoco, subito accorsi sul posto. Si è cercato di parlargli, di convincerlo a scendere, di capire perché si trovasse là sopra e perché volesse uccidersi. Come perso dentro un incubo in cui nessuno riusciva ad entrare però, l'uomo si è gettato. Nulla da fare per lui 2 . 1 http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2018/04/09/ACmt8apC-ponte_butta_monumentale.shtml 2 http://genova.repubblica.it/cronaca/2018/04/09/news/via_venti_un_uomo_minaccia_di_gettarsi_dal_ponte_mo numentale-193386231/ D.ssa Simona Ruffini PhD in Scienze Forensi, Dottore in Psicologia, Consulente Tecnico di Parte Specializzata in Criminologia e Psicologia Giuridica Esperta certificata a livello internazionale nel riconoscimento delle micro espressioni facciali Scrittrice, Diplomata Autrice e Conduttrice Radiofonica www.simonaruffini.it [email protected]

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Roma 18 aprile 2018

INCHIESTA SUL SUICIDIO DI YACINE LAMOUDI A GENOVA IL 9 APRILE 2018

Perché ho deciso di pubblicare questa storia:

Perché un uomo si è ucciso, e quando questo accade, c'è sempre un motivo grave. Sonostata contattata da una persona che lo conosceva, ed abbiamo parlato a lungo. Mi haraccontato chi era Yacine, perché si è ucciso, e mi ha narrato la sua storia, così come adessoio la racconto a chi mi legge. E' una storia della quale ho verificato le fonti ma della qualemi assumo naturalmente la responsabilità. E' una storia che nasconde un segreto terribile,una malattia molto controversa della quale hanno sofferto persone famose ma che ancorain troppi posti non viene riconosciuta. Ed è questo che faceva soffrire Yacine, everosimilmente il motivo che l'ha condotto su quel ponte.

FATTO

Genova, 9 aprile 2018. Sono le 11 di mattina quando alcuni passanti che si trovano in viaXX settembre sotto il Ponte Monumentale si fermano a guardare in su1. C'è un uomo sulparapetto. Qualcuno forse avrà provato a gridargli di fare attenzione, era piovuto molto inquei giorni e il parapetto era bagnato e scivoloso. Questo non possiamo saperlo. Ciò chesappiamo invece è che qualcuno ha dato l'allarme. Sono stati allertati i carabinieri e i vigilidel fuoco, subito accorsi sul posto. Si è cercato di parlargli, di convincerlo a scendere, dicapire perché si trovasse là sopra e perché volesse uccidersi. Come perso dentro un incuboin cui nessuno riusciva ad entrare però, l'uomo si è gettato. Nulla da fare per lui2.

1 http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2018/04/09/ACmt8apC-ponte_butta_monumentale.shtml

2 http://genova.repubblica.it/cronaca/2018/04/09/news/via_venti_un_uomo_minaccia_di_gettarsi_dal_ponte_monumentale-193386231/

D.ssa Simona RuffiniPhD in Scienze Forensi, Dottore in Psicologia, Consulente Tecnico di Parte

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PRIME RICOSTRUZIONI DEI MEDIA

Subito i principali quotidiani nazionali, e soprattutto le redazioni locali, hanno provato aricostruire l'identità dell'uomo. Si è detto che aveva tra i 30 e i 40 anni, che era di originifranco-algerine, che era arrivato a Genova in auto, che aveva con sé un computer e cheteneva in tasca una lettera resa illegibile dalla pioggia3. Sconosciute comunque lemotivazioni del gesto, dato che l'uomo non ha proferito parola.

SUCCESSIVI APPROFONDIMENTI DEI MEDIA

A distanza di pochi giorni, sono trapelate alcune informazioni aggiuntive sull'identitàdell'uomo. Si chiamava Mohamed Yacine4, nome completo Lamoudi Mohamed Yacine5,era franco-algerino, risiedeva a Grenoble6, aveva 34 anni7, ha lasciato un computer, unalettera illegibile e le chiavi dell'auto8. Nei giorni successivi sono usciti diversi pezzi sullavicenda, ma nessuno ha riguardato Yacine. Si è parlato molto, e giustamente, della carenzadi mezzi di soccorso che ha impedito il salvataggio. Si poteva parlare, a mio avviso, delperché non ci sia stato uno psicologo esperto in queste situazioni di emergenza sul posto.Ma non si è più parlato di Yacine. Chi era? Perché si è ucciso? Perché ha scelto di andare amorire proprio sul ponte Monumentale di Genova? Perché si trovava in Italia? E cosa c'erascritto su quella letttera?

3 http://www.primocanale.it/notizie/si-butta-gi-dal-ponte-monumentale-morto-sul-colpo-in-via-xx-settembre-196616.html

4 http://www.lavocedigenova.it/2018/04/14/notizie/argomenti/cronaca-5/articolo/genova-suicida-al-ponte-monumentale-il-possibile-per-i-vigili-del-fuoco-richiede-attrezzatture.html

5 http://www.genovatoday.it/cronaca/ponte-monumentale-suicidio.html

6 http://www.primocanale.it/notizie/si-butta-gi-dal-ponte-monumentale-morto-sul-colpo-in-via-xx-settembre-196616.html

7 http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2018/04/09/ACmt8apC-ponte_butta_monumentale.shtml

8 http://www.genovatoday.it/cronaca/ponte-monumentale-suicidio.html D.ssa Simona Ruffini

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PERCHE' ME NE SONO OCCUPATA

In qualità di videomaker per il portale di news Blasting, ho creato un piccolo video di 60secondi sul suicidio di Yacine, visibile qui

https://it.blastingnews.com/cronaca/2018/04/video/tragedia-a-genova-un-uomo-si-toglie-la-vita-gettandosi-nel-vuoto-004905841.html

Lunedì 16 aprile sono stata contattata da una persona che conosceva Yacine che miracconta la sua verità. Chi era Yacine, perché si trovava in Italia, cosa c'era scrittoprobabilmente su quella lettera e soprattutto perché si è ucciso.

Per raccontare questa storia la narrerò così come l'ho vissuta io.

Ciò che mi è stato detto, ciò che mi è stato chiesto di verificare, ciò che ho scoperto da sola,e le conclusioni a cui sono arrivata.

Questa è la storia di Yacine e del perché si trovava su quel maledetto ponteMonumentale la mattina del 9 aprile.

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CONTATTO DA S.

Lunedì mattina 16 aprile leggo su Facebook questo messaggio, scritto da una personafrancese il sabato sera.

“Buongiorno, è lei che ha postato il video del suicidio? Deve raccontare la verità agli italiani”.

Rispolvero il mio francese scolastico e rispondo al messaggio, confermando di esserel'autrice del video. La sua risposta è questa:

“L'uomo che si è buttato dal ponte si chiama Yacine Lamoudi, ha 33 anni, è algerino e abita aGrenoble”.

Mi colpisce subito il tempo che usa questa persona, il tempo presente. Parla di lui, econtinuerà a farlo anche nei messaggi seguenti, come se Yacine fosse ancora vivo. Mi vieneda pensare che questo piccolo, per alcuni insignificante dettaglio, parli di un legame conlui. Ma le informazioni che mi da sono note, c'è scritto su tutti i giornali. Così la personacontinua:

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Mi dice subito due cose che non avevo letto da nessuna parte. Perché Yacine si trovava inItalia e il motivo del suicidio.

“Si è ucciso per colpa dei medici francesi. Yacine andava a comprare le sue medicine in Italia,medicine che in Francia non può avere”.

Di cosa soffriva Yacine? Me lo dice questa persona, in effetti mi darà molte notizie.

“Aveva la malattia di Lyme”.

Metto in pasua la chat e faccio qualche ricerca sulla malattia9 che non conosco e su questoYacine Lamoudi10.

Per quanto riguarda la malattia scopro che si tratta in realtà di una malattia molto nota cheha colpito anche personaggi dello spettacolo del calibro di Avril Lavigne e Victoria

9 http://www.epicentro.iss.it/problemi/zecche/borreliosi.asp

10 https://www.theses.fr/172490669 D.ssa Simona Ruffini

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Cabello11. In sostanza si tratta della “più diffusa e rilevante patologia trasmessa da vettore condiffusione nelle zone geografiche temperate ed è seconda, per numero di casi, solo alla malaria fra lemalattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione. L’infezione, di origine batterica,colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi interni. Puòmanifestarsi con sintomi gravi, persistenti e, se non viene curata, assume un decorso cronico.L’agente patogeno, la Borrelia, è un batterio” (www.epicentro.iss.it/problemi/zecche/borreliosi.asp).

Quindi è una malattia molto nota da anni, per la quale negli Stati Uniti esiste anche unvaccino e per la quale in Italia sono state emanate linee guida dal Ministero della Sanità findal 200012.

Per ironia della sorte mi imbatto in un articolo pubblicato proprio oggi su “QuotidianoSanità” che parla del test usato per rilevare il morbo e delle linee guida emanate nel RegnoUnito13.

Diagnosi di laboratorio:...nel sospetto della malattia andrà richiesta la sierologia anticorpaleanti-Borrelia (IgG e IgM) mediante test ELISA. Se questo fosse negativo, in presenza di sintomipersistenti e di un forte sospetto di malattia di Lyme, potrà essere ripetuto a distanza di 4-6settimane. In caso di test ELISA positivo, questo andrà confermato con un test immunoblot; in casodi positività la diagnosi è fatta.

Il trattamento: le linee guida NICE raccomandano di utilizzare la terapia antibiotica al massimodosaggio possibile e per lunghi periodi (3-4 settimane a seconda dell’antibiotico), al fine di evitareun sotto-trattamento. In presenza di erythema migrans e/o di sintomi non focali, la prima scelta è ladoxiciclina da somministrare per os per 21 giorni (in alternativa amoxicillina per 21 giorni oazitromicina per 17 giorni, entrambe per via orale). In caso di morbo di Lyme con coinvolgimentodi nervi cranici o sistema nervoso periferico, la prima scelta è la doxiciclina per os per 21 giorni (inalternativa amoxicillina per 21 giorni). In caso di coinvolgimento del sistema nervoso centrale laprima scelta ricade sul ceftriaxone ad elevato dosaggio per via endovenosa (21 giorni) o in

11 http://www.repubblica.it/salute/medicina/2017/11/02/news/victoria_bella_e_avril_cosi_le_ladies_dei_media_hanno_combattuto_la_malattia_di_lyme-180028130/

12 https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwjD--HaoZbQAhVCtxQKHaphCb0QFggcMAA&url=http%3A%2F%2Fwww.salute.gov.it%2Fimgs%2Fc_17_normativa_82_allegato.doc&usg=AFQjCNFrCd8D_zul9gnfwOu-pi9nVQ4Dtw

13 http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=60863 D.ssa Simona Ruffini

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alternativa sulla doxiciclina ad elevati dosaggi per os per 21 giorni. In caso di cardite di Lyme: laprima scelta è la doxiciclina per os per 21 giorni (o in alternativa ceftriaxone per via endovenosa per21 giorni). Infine, in caso di morbo di Lyme con artrite o acrodermatite cronica atrofica, doxiciclinaper os per 28 giorni (o in alternativa: amoxicillina per 28 giorni o ceftriaxone per via endovenosaper 28 giorni).

Quindi la malattia è nota, da anni, esistono dei test per rilevarla, esiste un vaccino, esistonodelle cure specifiche, anche semplici tutto sommato. Perché allora Yacine veniva in Italia acurarsi? E soprattutto chi era? Digito il suo nome su Google e trovo questa pagina

Chiedo conferma al mio interlocutore, 'Era lui Yacine?'14” e la sua risposta è:

14 https://www.theses.fr/2012GRENT097 D.ssa Simona Ruffini

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“Si, è lui, era molto fiero della sua tesi” e poi “Era un ingegnere, un uomo molto intelligente, leinvio una sua foto”

Si, era lui, un ingegnere con una tesi dal titolo 'Controllo predittivo distribuito per la gestioneenergetica degli edifici'.

Non esattamente un pazzo che si è buttato senza motivo da un ponte.

Così chiedo: “Ma perché non si curava in Francia?”.

E la risposta è:

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“C'è un grosso problema in Francia con la malattia di Lyme, Yacine era una vittima”.

Una vittima di cosa mi chiedo?

E perché in Francia, così vicina a noi, nonostante esistano vaccini e cure e test, c'è unproblema?

Leggo l'articolo che mi viene linkato:

E scopro che è vero.

Esiste un comitato di circa 300 persone (l'articolo è del dicembre scorso) malate di Lymeche si sono organizzate e stanno per sporgere denuncia al Pubblico Ministero di Parigi. C'èun avvocato, Julien Fouray, che li rappresenta. Sono stanchi e arrabbiati. La denuncia ègrave, gravissima. Non mi scompongo più di tanto. Da anni faccio la criminologa, ne hoviste e sentite tante, anche peggiori. Ma quando si tratta di salute e quando si tratta di chidovrebbe tutelarla, allora non ci sto.

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Traduco il botta e risposta tra l'avvocato e France Info, e le righe che leggo sisovrappongono con quelle del mio interlocutore parigino amico di Yacine che mi raccontala stessa storia.

Estratto dell'intervista

https://www.francetvinfo.fr/sante/politique-de-sante/maladie-de-lyme-une-plainte-de-300-patients-en-preparation-un-cri-de-colere-des-malades-qui-n-en-peuvent-plus_2525647.html

Ci rivolgiamo alle autorità sanitarie, che riteniamo siano state coinvolte per molti anni nellanegazione della malattia di Lyme, in particolare il Centro nazionale di riferimento (NRC) aStrasburgo, che in linea di principio è l'autorità che dovrebbe essere il punto di riferimento per lamalattia di Lyme. Ci rivolgiamo al Ministero della Salute, che ha convalidato la nomina del CNR, eche non ha vigilato nel nominare gli esperti che compongono questo centro. Noi critichiamo inmodo specifico le autorità sanitarie per i legami collaborativi che alcuni dei loro membri hanno con ilaboratori che producono i sierodiagnostici [test del siero del sangue], che sono totalmente inefficacie la cui affidabilità assolutamente non può essere garantita.

E qui torno a Yacine e alla sua storia, al motivo per cui si trovava su quel ponte.

La storia che mi racconta il suo amico:

Yacine avait la maladie de Lyme depuis plusieurs années, il souffrait beaucoup, quand il est allévoir des docteurs pour se faire soigner, ils lui ont dit qu'il était fou, qu'il inventait toutes sesdouleurs, que c'était dans sa tête et ils l'ont envoyé en psychiatrie, sa famille faisait confiance auxmédecins, ils ont vraiment cru qu'il était fou et c'est alors qu'il s'est senti abandonné par lespersonnes qu'il aimait le plus au monde, il s'est alors mis à chercher tout seul le traitement pour sesoigner et a finalement rencontré un médecin à Lyon qui connaissait la maladie et qui l'a aidé àguérir, il était complètement guéri depuis l'été 2017 grâce à son courage et sa détermination, ilvoulait à tout prix prouver à sa famille qu'il n'était pas fou et qu'il avait une vraie maladie,malheureusement Yacine qui s'est battu si longtemps n'a jamais réussi à supporter que sa famillel'abandonne et ils ne l'ont jamais cru, il en parlait sans arrêt et en souffrait énormément, et adécidé de se suicider car il ne pouvait plus vivre avec cette douleur qui le rongeait doucement, ilétait la fierté de sa famille, il avait tout réussi dans la vie, il était devenu la honte de la famille parceque les médecins ont fait croire à sa famille qu'il était fou.

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Yacine aveva la malattia da molti anni. Soffriva molto. Quando è andato dai medici per ottenere untrattamento, gli hanno detto che era matto, che si inventava i sintomi, che era tutto nella sua testa.L'hanno spedito in psichiatria. La sua famiglia ha creduto ai medici, ha creduto che lui fossepazzo, ed è stato allora che lui si è sentito abbandonato dalle persone che più amava al mondo. Cosìsi è messo a cercare da solo il trattamento ed ha conosciuto un medico di Lione che l'ha aiutato aguarire. Era completamento guarito fin dall'estate del 2017.

Ma allora perché si è ucciso? Ho capito che veniva in Italia perché qui poteva trovare ifarmaci che in Francia gli erano negati. Ma perché era su quel ponte? Perché, se eraguarito?

Me lo dice il mio interlocutore.

Dopo la guarigione ha cercato di provare alla sua famiglia che non era pazzo e che soffriva di unamalattia vera. Sfortunatamente però non ha mai sopportato di non essere creduto, ne parlavacontinuamente, ne soffriva tantissimo. Ha deciso di uccidersi perché non poteva più vivere conquesto dolore, perché era diventato la vergogna della famiglia che lo credeva un pazzo.

Però qualcosa non mi torna e gli chiedo: Perché Yacine ha scelto Genova per suicidarsi?Adesso che era guarito, perché era in Italia se non aveva più bisogno dei farmaci?

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“Mi sono posto la stessa domanda, e l'unica spiegazione che ho trvato è che avesse bisogno di unponte, e che quello fosse il ponte ch evedeva sempre quando andava in Italia a comprare lemedicine”.

E' un'ipotesi, certo, suggestiva, ma abbiamo provato a ragionarci insieme. Il posto che sisceglie per morire è un simbolo. Forse un gesto eclatante, forse l'ultimo legame con unaterra che l'aveva accolto e curato. Forse non voleva dare alla Francia quest'ultimosacrificio. Nemmeno questo sapremo.

Così lo ringrazio e faccio la mia ultima domanda: “Dicono che avesse una lettera in tasca.Ne sai nulla?”.

La risposta:

Il mio interlocutore crede che la lettera che Yacine aveva in tasca fosse per suo padre. Ma igiornali dicono che la lettera è stata distrutta dalla pioggia. Dovrebbe essere all'analisi delreparto scientifico dei carabinieri, ma forse non lo sapremo mai. Poi però mi parla diun'altra lettera, questa sì che si può leggere. L'ha scritta lui, Yacine, questo giovane ebell'ingegnere che sorrideva comunque, nonostante tutto. E forse potrebbe essere la stessalettera che aveva in tasca? Scritta per suo padre e che parla di suo padre morente? Siintitola 'La veritè'.

Ci sono tanti gruppi su Facebook, gruppi che oggi piangono Yacine. Ringrazio il miointerlocutore parigino che ha conosciuto Yacine in un gruppo di sostegno per malati diLyme e che mi ha cercata e trovata grazie a un piccolo video di 60 secondi.

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Perché la storia di Yacine va raccontata.

Non era un senzatetto, non era un pazzo, era un brillante ingegnere che si trovava su quelponte perché non riusciva a sopportare che la sua famiglia non lo credesse. Perché sisentiva senza speranza. Questa sua storia non lo farà certo tornare in vita, ma almenorestituirà dignità alla sua persona e a tutti quelli che stanno soffrendo come lui. Potràservire a smuovere le coscienze, a chiederci perché in Francia una malattia riconosciuta ecurata nel resto del mondo venga disconosciuta. Disconoscere una malattia significarendere invisibile chi ne soffre.

La storia, breve, piccola, che ho scritto su Yacine, in fondo ha proprio questo scopo:URLARE AL MONDO CHE YACINE E CHI SOFFRE DI LYME NON E' INVISIBILE.AIUTATELI.

Simona

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Questi sono solo alcuni dei messaggi postati per lui in aluni gruppi che esistono sullamalattia:

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Ed ecco la lettera di Yacine, chiamata

LA VERITE'

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Qu’importe, le 1er Avril 2018

La Vérité

Il est des maux qui ne se disent et des histoires qui ne se content, mais il faut parfoispartager les vérités et en graver quelques bribes pour qu’elles trouvent un sens! De nosainés, nos pères et nos glorieux aïeux, il en est qui pleurent dans leurs tombes que de voirceux qu’ils ont laissé ainsi souffrir sans remède. Des maux, il n’y a que ceux du Cœur quine guérissent et les mots qui en sortent lorsqu’il guérit, se font toujours entendre parce-que trop sincères et trop vrais pour être surfaits, les mots du Cœur crient la Vérité et nedupent ceux qui les entendent !

Je n’ai traversé de grande épreuve dans ma vie, du moins aucune qui n’aie atteint moncœur aussi sévèrement que celui que je vois face à moi et des quelques souffrances que j’aipu éprouver, je n’en ai éprouvé semblable à celle que je sentis en le voyant. Cet Homme

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qui cherchait la vérité, qui ne cessait d’avancer malgré ces maux ou grâce à ses mots ?malgré ses mots et grâce à ses maux. Je ne le comprends pas mais je le trouvais tellementfaible dans sa force et si fort de sa faiblesse! Ceux qui dédient leurs vies aux siens finissentparfois par revoir encore et encore les fantômes de ceux qu’ils ont dû laisser sur le cheminpeut-être pour mieux les retrouver plus tard ! et de pudeur vous ne verrez rien d’eux, nilarme, ni sanglot mais leurs cœurs pleurent souvent un père qu’ils n’ont connu ou un pèrequ’ils croyaient connaitre mais qu’ils ne connurent que lorsqu’ils virent l’Homme en lui! Jevis cet Homme, si fier, lui qui voua sa vie pour les siens souffrir en silence sans aide niconsidération, seul et j’entendis son Cœur pleurer. Je vis une larme une fois mais pas plusd’une je puis le jurer! Il vint me voir, lui déjà en souffrance, lui dont l’esprit jadis si aiguisé,lui dont les mots pouvaient être forts, lui le combattant n’était que le fantôme de lui-même, son regard si vif jadis s’éteignait peu à peu. Sa démarche si assurée autrefois étaitmalgré ses efforts tremblotantes de temps à autre. Lui, dont l’être était malade vint mevoir, il portait des présents bien qu’il n’avait plus rien ! même pas assez pour acheter sesremèdes, il vint tout de même s’assurer de la santé des siens sans savoir s’il les reverraientun jour, il voulait les savoir en paix après lui s’il venait à fermer les yeux! Je n’ai eu decesse de tenter de le retrouver mais il avait du mal à cacher ses mots, celui-là qui découvritla vérité. La vérité est parfois cruelle, lourde, elle peut aveugler et on dit qu’elle peutrendre fou parfois ! la Vérité, elle, ne peut être que trop lourde pour un homme, un seul, ildoit parfois la partager quitte à léser les Cœurs qu’il tente de soigner, certains soignantsvous le diront, il est des cœurs que l’on peut tout de même soigner quelque fût l’Age, leMal ou la lourdeur des mots qu’ils portent en leurs seins! Lui, qui jadis giflait d’un regard,ne savait plus où se trouvait la vérité, il la cherchait mais ne comprenait plus. Lui quiaimait les siens, n’avait plus de quoi se soigner, ne comprendront-ils donc pas quel’Homme ne trouve la paix que dans la bienveillance des siens. Il cache ses mots croyez-moi ! et derrière une insulte se dissimule parfois une belle intention, une gifle peutréconforter et une caresse blesser mais cela, ils ne le comprirent que bien plus tard, ou bientrop tard ?

Il ne me reconnaissait plus, croyez-moi, il ne reconnaissait plus son fils et je ne retrouvaisplus mon père, il ne connaissait pas son père et ne retrouvait plus son fils! Ceux qui se

D.ssa Simona RuffiniPhD in Scienze Forensi, Dottore in Psicologia, Consulente Tecnico di Parte

Specializzata in Criminologia e Psicologia GiuridicaEsperta certificata a livello internazionale nel riconoscimento delle micro espressioni facciali

Scrittrice, Diplomata Autrice e Conduttrice Radiofonica

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parlaient souffraient d’une maladie du Cœur qui affectait leur être, ont été victimes deplusieurs de leurs maux et sans mot dire, souffraient des blessures du passé et desprécédents et viennent à vous dire la vérité, celle qui soigne les cœurs sans les léser. Lesmiens qu’avez-vous à dire? je regarde autours et ne vois qu’un homme souffrant, venir mevoir seul, ou êtes-vous? ne cherchez-vous donc pas la paix des Cœurs ! Laisseriez-vous unCœur souffrant sans remède ! Vous qui vous vous seriez immiscé au sein des miens,présentez leur des excuses, je ne demande rien, présentez-les à une mère qui nereconnaissait plus son fils, à un frère qui s’était égaré sans son frère pour le protéger, à uneépouse qui a vu son mari dépérir et qui ne pouvait plus la protéger -fusse-t-il de lui-mêmedans ses instants de douleur et à un père qui croyant son fils parti pour toujours pleuraitdéjà sa mort sans savoir que son fils pleurait l’absence des siens et il revint finalement leurdire la vérité, sa vérité! Croyez-vous maintenant ou ne croyez-vous pas encore ?Comprenez-vous le sens des maux maintenant ? saisissez-vous ces mots ? Je sais que mesmaux ne pèsent pas bien lourd devant ceux des précédents, les mots des précédentsportaient la Vérité de leur temps, ceux des présents portent la vérité de leur Age. Que ceuxdu passé excusent et ceux du présent comprennent ! Que ceux du présent pardonnent etceux du passé croient ! Ce ne sont les mots que d’un homme qui a peut-être prisconscience de ce que l’autre a vu, de ce qu’ils virent et de leurs vérités. Il croit tout demême qu’il doit y avoir quelque raison en ce bas monde pour qu’un être souffrant,quelque fût sa souffrance, mérite dignité, n’a que raison quelque fût son mal et ses motslorsqu’il crie de douleur quelque fût sa douleur. Cet homme pardonnera et oubliera bienqu’il ait pu avoir mal parfois et être seul d’autres fois ! cet homme guérira lorsque soncœur sera en paix et les siens, bienveillants envers lui, seront par-là même bienveillantsenvers eux même. Je pense qu’ils ne comprenaient pas mais je crois qu’ils comprennentaujourd’hui! Je ne comprenais pas mais je sais à présent que je Crois!

Mes frères me croyez-vous alors maintenant, me comprenez-vous aujourd’hui ?

D.ssa Simona RuffiniPhD in Scienze Forensi, Dottore in Psicologia, Consulente Tecnico di Parte

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