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LA CARTOLINA Arroccato lungo il pendio di “Cozzo delle Punte”, Roccanova si erge tra i corsi dell’Agri e del Sinni. Il suo territorio conserva i reperti di un antico e glorioso passato legato prima ai Greci e poi ai Lucani. È terra generosa di viti pregiate che regalano un vino profumato che si lascia fermentare nelle botti di legno. Per questo è conosciuto con il nome di “Paese del vino”. Roccanova 632 di Andrea Lauria

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LA CARTOLINAArroccato lungo il pendio di “Cozzo delle Punte”, Roccanova si erge tra i corsi dell’Agri e del Sinni.Il suo territorio conserva i reperti di un antico e glorioso passato legato prima ai Greci e poi aiLucani. È terra generosa di viti pregiate che regalano un vino profumato che si lascia fermentarenelle botti di legno. Per questo è conosciuto con il nome di “Paese del vino”.

Roccanova632 di Andrea Lauria

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IL GONFALONEDrappo partito di bianco e di azzurro, riccamente ornato di ricami d’ar-gento e caricato dallo stemma con l’iscrizione centrata in argento recantela denominazione del Comune. Le parti di metallo e i cordoni sono argen-tati. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inci-so il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiatid’argento.

LO STEMMADi azzurro, al castello d’argento murato di nero, merlato di sei alla guel-fa, torricellato di un pezzo centrale merlato di tre. Ornamenti esteriori daComune.

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LA STORIALe prime notizie ufficiali riguardantil’Universitas Roccae Novae risalgono al 1276.Roccanova fu una rilevante roccaforte dellaContea di Chiaromonte in periodo normanno.All’inizio del XII secolo fu feudo di Rinaldo esuccessivamente, nel 1269, fu assegnato daCarlo I d’Angiò a Guglielmo della Marra cheaveva sposato Adelicia, figlia ed erede diRinaldo.Per ordine regio, nel 1283, fu restituita “Adeliciauxori Guillelmi Marra Castrum Roccae Novaecunm quibusdam Casalibus iniuste usurpatis”. Sempre come feudo passò poi ai Carafa e, suc-cessivamente, ai Colonna di Stigliano, che risul-tano avervi esercitato giurisdizione feudaleancora alla fine del Settecento, quando, segnala-ta come Terra di “aria buona”, contava 1765 abi-tanti. Nel 1799 fu tra i centri abitati dell’area dipiù sollecita ed attiva iniziativa politica repub-blicana. Durante il tragico terremoto del 1857, che colpì

duramente la Val d’Agri, Roccanova fu tra icomuni più disastrati (85 morti e gran parte delcentro storico distrutto). Scavi archeologici recenti hanno riportato allaluce numerosi reperti risalenti al periodo com-preso tra il VII e IV secolo. a.C., a conferma, tral’altro, della presenza di coloni greci sul luogo.Tali reperti sono, per la maggior parte, conser-vati nel Museo Nazionale della Siritide diPolicoro ed in quello di Taranto. Di particolareinteresse storico-archeologico risultano i vasi afigure rosse del IV secolo a.C. attribuiti ad unartista del posto, il noto Pittore di Roccanova (odi Varrese - 360 a.C.).

• I personaggiGaetano CasciniGiudice al tempo dei Borbone. Per le sue ideeliberali e per l’alto senso della giustizia fu desti-tuito dal suo incarico. Si dedicò, allora, alla pro-fessione di avvocato. Uno dei figli fu al fianco diGaribaldi nella battaglia del Volturino.

LA GEOGRAFIAL’abitato di Roccanova sorge a 648 metri s.l.m.nella parte più a settentrione del Parco delPollino. Il suo territorio, ricco di riserve boschi-ve e di sorgenti, ha una estensione di 61,63kmq e confina con i comuni di Senise,Chiaromonte, Castronuovo di Sant’Andrea,San Chirico Raparo, Gallicchio, Missanello,Aliano e Sant’Arcangelo. Dista dal capoluogoPotenza 110 km.

• Corsi d’acquaFiumi: Agri.Fiumare: fiumarella di Roccanova.

• Popolazione (2005)1.744 abitanti, di cui 856 maschi e 888 femmi-ne. Le famiglie residenti sono 721. Gli abitantisono detti roccanovesi.

• Come arrivarciStrade• Per chi viene da nord: A3 SA-RC uscitaAtena Lucana - SS 598 Val d’Agri - strada inter-na fino al paese.• Per chi viene da sud: A3 SA-RC uscita

Buonabitacolo/Padula - SS 103 - SS 598 Vald’Agri - strada interna fino al paese.• Dalla SS 106 jonica: uscita SS 598 Val d’Agri- strada interna fino al paese. Treni: stazione di Policoro (55 km),Autobus: collegamenti da e per Potenza edaltre località regionali e nazionali,Aeroporti: Napoli, Bari.

ROCCANOVROCCANOVAA

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Francesco Continanza (Don Ciccio)Medico, nacque a Roccanova il 27 luglio 1890.Fu illustre concittadino, stimato e ammirato datutti per l'impegno professionale, culturale esociale. Francesco Continanza, da tutti chiama-to affettuosamente Don Ciccio, si laureò nel1915 in Medicina e Chirurgia all’Università diNapoli. Fu ufficiale medico durante la guerra del 1915-18, quando fu insignito di due medaglie dibronzo, una medaglia di argento della CroceRossa Italiana e croci al merito di guerra. Diecianni dopo, nel 1925, ricevette la onorificenza di“Cavaliere della Legion d’Onore” dal Presi-dente della Repubblica francese.Per molti anni esercitò la professione di medicoa Roccanova con coscienza e solidarietà verso ibisognosi. Fu profondo studioso di medicina,di psicologia, di storia, di politica, di religione.Morì nel 1961 a Salerno, dove si era trasferito treanni prima. L’Amministrazione comunale di Roccanova gliha intitolato, nel 1998, la Biblioteca comunaleche è tra le più rilevanti della Basilicata.Vincenzo GiuraIndustriale, commerciante di gioielli e filantro-

po. Nacque nel 1847. Fondò a Napoli l’IstitutoCasanova, una scuola di gioielleria, divenutoun ritrovo per l’aristocrazia partenopea. Il reUmberto I, nel 1889, gli conferì il brevetto dellaReal Casa. Nel 1893 ricevette la Croce diCavaliere della Corona d’Italia. Cavaliere delLavoro nel 1904, quattro anni più tardi fu nomi-nato Cavaliere Ufficiale e nel 1917 Commen-datore della Corona d’Italia. Si interessò di poli-tica e per tre anni (1904-07) fu consigliere comu-nale a Napoli. Fu, inoltre, per venti anni consi-gliere della Camera di Commercio napoletana.Partecipò al comitato napoletano che coordinò isoccorsi ai terremotati di Reggio Calabria eMessina.Vincenzo MendaiaMagistrato e deputato. Vincenzo SaverioFrancesco Mendaia nacque il 30 agosto 1855.Dopo gli studi presso la scuola di suo zioVincenzo, si iscrisse alla facoltà di Giuri-sprudenza dell’Università di Napoli, laurean-dosi con lodevoli voti. Ancora giovane, alternò gli studi con le visite aisuoi possedimenti in territorio di Roccanova,Sant'Arcangelo e comuni limitrofi. Attento aiproblemi economico-sociali del Mezzogiorno

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d’Italia, e della Basilicata in particolare, si dedi-cò presto all’attività politica, candidandosi nelcollegio di Chiaromonte e Potenza. Eletto il 30novembre 1904, fu componente del Parlamentonazionale ininterrottamente dalla XXIIª allaXXVIª Legislatura. Fu, altresì, magistrato diprimo grado e primo presidente della Corted'appello di Firenze. In Parlamento, fu compo-nente della Commissione permanente di dirittoprivato e giustizia e della Commissione perma-nente dei lavori pubblici. Sin dalla primaLegislatura s’interessò delle acque, delle fogna-ture, della viabilità della sua terra, sperando,inoltre, di poter far giungere la ferrovia neipressi di Roccanova. Il suo fu un impegno poli-tico e civile assiduo per la popolazione del suocollegio. «…alieno da quella che è vera vita par-lamentare”- hanno scritto di lui Pompei ePaparazzo (“I 508 della XXV Legislatura. Chisono, donde vengono a che cosa tendono”,Roma, Ausonia, MCMXX, p.137) - «non ha maipronunziato discorsi e non si è mai occupato dinomine, di commissioni, di crisi. Gira invece damane a sera per tutti gli uffici di tutti i Ministeri

ove spesso arriva come una calamità per i fun-zionari, ma come una manna per i suoi elettori,giacché quando si è messo alle costole di un sot-tosegretario di Stato o di un direttore generaleallora solamente va via, quando ha ottenuto ciòche vuole. Riuscito eletto nella lista della“Concordia” in Basilicata con 68.385 voti, l’on.Mendaia continua a sedere tra le file dei libera-li di sinistra». Morì l’11 febbraio 1924.

• Curiosità e leggendeLa banda musicale di RoccanovaIstituita nel 1839, è stata sciolta nel 1997. Ilprimo maestro della banda, nominato nello sta-tuto costitutivo, fu don Giovanni Gaillhard cheseguì la banda per dieci anni. Fu il maestroVincenzo De Pietro a far conoscere la musicafuori dal territorio comunale. La svolta per labanda roccanovese si ebbe, però, con la nascitadi una scuola di musica permanente per bandi-sti, diretta dal maestro Antonio De Rosa che sioccupò della banda cittadina fino al 1932, poi

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sostituito da Domenico Ciliento di Rotonda cheapportò diverse modifiche. Nel 1935 molti deglielementi della banda furono chiamati alle armiper l’inizio della guerra in Etiopia. Ci fu, per-tanto, un ridimensionamento. Ci volle il 1939perché la banda ritornasse al completo sotto laguida del maestro Francesco Lupia, la cui atti-vità fu interrotta dallo scoppio della secondaguerra mondiale. Rinata grazie all’impegno delgiovane, di Roccanova, Guido Emanuele, siaffermò per la qualità dei suoi solisti prove-nienti dalla Puglia, Calabria e Campania. Ilmaestro Emanuele si prodigò affinché fossericonosciuta l’attività bandistica come profes-

sione. Grazie al suo impegno i musicanti ven-nero equiparati ai lavoratori stagionali, potendocosì usufruire del sussidio di disoccupazioneper i periodi di inattività. Altro illustre maestrodella banda musicale di Roccanova è statoSandro Emanuele che riuscì a portare, neglianni 1990 e 1991, gli orchestrali fino inGermania. La stagione 1995/96 è stata l’ultimaper la banda che nel 1997 si è sciolta per unirsial gruppo bandistico di Agromonte formandocosì il nuovo complesso “Regione Basilicata”.Grazie a questa antica e blasonata attivitàRoccanova può vantare la più alta percentualedi diplomati in musica di tutti i paesi limitrofi.

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L’ECONOMIACentro prevalentemente agricolo. Roccanova ènota soprattutto per la produzione vinicola del“Grottino di Roccanova”, vino che ha ottenutonel 2000 il marchio Igt (indicazione geograficatipica). Le aziende vitivinicole sul territorio,per lo più a conduzione familiare, sono circa260. Negli ultimi anni, tuttavia, in conseguen-

za del riconoscimento Igt, il settore vitivinico-lo ha registrato una fase di rilancio e rinnova-mento con la nascita di tre nuove aziende viti-vinicole condotte da giovani imprenditori. Laproduzione si aggira intorno ai quindicimilaquintali di uva con la quale si riescono ad otte-nere fino a diecimila ettolitri di vino. Da segna-lare è anche il settore oleario con una produ-

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GLI ITINERARIDi particolare suggestione è il centro storico diorigine medioevale. Qui, piccole stradine evicoli riportano il visitatore indietro nella storia,soprattutto a quella dei Greci che sul territorioroccanovese hanno lasciato evidenti segni dellaloro fiorente civiltà. Attraversando il borgo anti-co si può tranquillamente arrivare attorno allaperiferia dell’abitato e andare da qui alla sco-perta delle numerose grotte del vino, come nella

zona “Manca” che porta direttamente in piazzadel Popolo. Da via Roma, invece, si ritornaindietro fino a piazza Castello dove una roton-da costruita sui resti di un antico castello siaffaccia sulla valle sottostante. Da questo belve-dere è possibile ammirare il verde della campa-gna roccanovese, dove i vigneti rappresentanoil fiore all’occhiello dell’agricoltura. Risalendo,sempre nel centro storico, attraverso il rione“Destra”, si arriva nella zona del “Casale” dovesono ben visibili antichi artistici portali.

zione di circa tremila e cinquecento quintali diolive ogni anno. In crescita le attività manifat-turiere che occupano circa 80 persone nel set-tore alimentare, della confezione di indumentie in prodotti per l’edilizia. Modesto è, invece, ilsettore della lavorazione del legno e del ferro.Particolare rilievo hanno assunto il compartodei servizi avanzati alle imprese e gli studiprofessionali presenti in tutti i settori delle atti-vità produttive locali. Come tanti altri paesi della Basilicata anche

Roccanova ha patito il fenomeno dell’emigra-zione, subendo una diminuzione della popola-zione. Un fenomeno che negli ultimi anni haavuto una inversione di tendenza, con alcunefamiglie che sono tornate a vivere a Roc-canova. In paese i pensionati sono il 29 per cento dellapopolazione adulta. Va evidenziato, infine, ilbasso indice di disoccupazione in rapporto allapopolazione attiva, stimato intono al 10 percento.

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• Percorso storico-religiosoChiesa di San Nicola (Matrice)Tra le chiese, di particolare interesse è quella diSan Nicola di Bari (XII secolo) che è anche lachiesa matrice. Qui si trova un gruppo ligneoraffigurante l’Annunciazione dell’Angelo Ga-briele alla Madonna, opera del 1707, dello scul-tore Patalano che si ispirò al rilievo che si trovanella chieda della SS.ma Annunziata a Firenze.La Matrice venne costruita tra il 1100 ed il 1200nel rione Ponte, che era il luogo più alto e mag-giormente abitato di Roccanova. Venne quasiinteramente distrutta dal terremoto del 1857 eprima di allora, oltre all’altare centrale dedicatoal santo, vi erano altari nelle cappelle lateralidedicate a San Leonardo, a Santa Maria degliAngeli, alla SS.ma Trinità, al SS.mo Sacramento,a Sant’Antonio di Padova, al SS.mo Rosario e aSanta Caterina. Tutto ciò che fu possibile recu-perare dal disastroso sisma venne portato nellachiesa della SS.ma Annunziata in piazza delPopolo, che cominciò a funzionare da parroc-chia. La chiesa madre iniziò ad essere ricostrui-ta agli inizi del ’900. Fino al 1920 esisteva solo

un tronco del campanile poggiato sulle muraperimetrali. A cura di un comitato cittadino esu progetto dell’artigiano muratore RoccoAlaggio, venne poi completato a somiglianza diquello di Santa Maria di Orsoleo che daRoccanova è ben visibile. Quando alla fine degli anni Cinquanta la chiesadella SS.ma Annunziata divenne pericolante atal punto da dichiararne l’abbattimento (al suoposto sorse la Casa comunale), le statue e leopere qui presenti vennero trasportate nellachiesa matrice, così anche il pregevole gruppoligneo del 1707. Chiesa di San RoccoImportante è anche la chiesa di San Rocco, santoprotettore di Roccanova, che ha dato il nomeall’omonimo corso. Pare che a dare inizio allacostruzione, alla fine del 1700, sia stato un comi-tato cittadino formato dalle persone più facolto-se con in testa il sindaco. All’interno della cap-pella, oltre alla statua del protettore San Rocco,si trovano altre statue tra cui quella lignea diSan Nilo e la scultura, di ignoto intagliatorelucano, raffigurante una Madonna col Bambino

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Chiesa di S. Nicola

Chiesa di S. Rocco

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in trono, detta “Madonna dell’Acqua”, risalenteal tardo XIV secolo e rinvenuta in contrada“Cardia”. Tale scultura è stata di recente restau-rata a cura della Soprintendenza ai beni storici eartistici della Basilicata. Chiesa della Madonna delle GrazieAltra caratteristica e piccola chiesa, che parerisalga al XV secolo, è quella di Santa Mariadelle Grazie, nel centro storico del paese, nelrione “Greci”. Oggi ospita la statua della Ma-donna delle Grazie, di fattura rinascimentale,che si porta in processione il 15 agosto di ognianno, festa della SS.ma Assunta. Vi sono, anche,le statue di San Francesco di Paola, dell’Addo-lorata, di Gesù Morto e di San Luigi Gonzaga.Quest’ultima acquistata nel 1968, su interessa-mento di Luigi Briamonte.Chiesetta della Madonna Castellana (oMadonna delle Serre) Sull’altura delle “Serre”, a 884 metri sul livellodel mare, è la chiesetta-santuario della Ma-donna della Castellana, meglio conosciuta comeMadonna delle Serre, che si festeggia il 12 e 13settembre. Una statua a somiglianza della

Madonna della Castellana, miracolosa guaritri-ce che si venera nella omonima cittadina puglie-se, venne importata a Roccanova per alienare ilmorbo della peste che tra il XVII e XVIII secoloaveva contagiato questo abitato. La storia di questa chiesetta è strettamente lega-ta alla Madonna dell’Acqua (la statua oggi sitrova nella cappella di San Rocco) che è avvoltadalla leggenda. In un articolo sul periodicolocale “La Piazza”, Vito Padula scrive di unpastorello che mentre pascolava, in contradaCardia, sentì anche una voce dire: «Vai dai par-roci del tuo paese, e dici loro che la Madonna èarrivata in questa terra di Roccanova; viene dalontano, per essere venerata in questo paese».Questi corse ad avvertire il Clero che, seguitodal popolo, si recò sul posto dove venne rinve-nuta una statua della Madonna col Bambinoalla quale venne dato il nome di “Madonnadell’Acqua”. Successivamente qui venne co-struita una chiesetta che poi franò e fu ricostrui-ta là dove oggi c’è la cappella della Madonnadelle Serre che come la precedente si festeggia asettembre.

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Lapide ai Caduti Lapide ai Caduti

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Abbazia di San Nilo (ruderi) Nei pressi dell’attuale campo sportivo comuna-le si trova un rudere, unica testimonianza del-l’antica Abbazia di San Nilo (XIV secolo), che dàappunto il nome alla zona. Da due bolle diBoemondo, principe di Antiochia (1107/1130),si suppone che tale istituzione monastica siastata fondata da Nilo XI, archimandrita del cele-bre monastero di Carbone, al quale l’Universitàdi Roccanova versava annualmente la sommadi «dieci ducati per la vestizione dei Frati».Gran parte del materiale riveniente da taleabbazia fu utilizzata, negli anni Ottantadell’Ottocento, per la costruzione del cimiterodi Roccanova.Palazzo Fortunato Si trova nel centro storico in corso Dante. Dirilevante interesse storico, a questo palazzo èstato riconosciuto il “vincolo monumentale”con un decreto del ministero per i Beni Culturalie Ambientali del 31 maggio 1995, ai sensi dellalegge 1° giugno 1089, n. 1039. «Il PalazzoFortunato - vi si legge - è un interessante episo-dio dell'architettura del XIX secolo. Dotato di

impianto regolare su tre livelli presenta il para-mento in muratura di pietrame con una caratte-rizzazione di sobrietà cromatica che, manifesta-mente, rievoca l'edilizia gentilizia d'epoca. Lastruttura si è conservata sostanzialmente inte-gra nei caratteri e nella fisionomia. Un’assolutae rigorosa essenzialità definisce di certo l'edifi-cio in questione che sul fronte si adorna di uninteressante prospetto principale e di un raffi-nato portale sormontato dallo stemma gentili-zio».Palazzo Mendaia Anche sul palazzo Mendaia c’è un “vincolomonumentale” disposto sempre con decreto delministero per i Beni Culturali e Ambientali del31 maggio 1995, ai sensi della legge 1° giugno1089, n. 1039. «In posizione preminente nell’abi-tato del centro storico, in corso Dante, costitui-sce un interessante episodio dell’architetturadel XVIII secolo. Dotato di impianto irregolaresu tre livelli, con andamento discontinuo, pre-senta il parametro in muratura di pietrame adintonaco grigio con caratterizzazione di sobrie-tà cromatica che espressamente rievoca l’edili-

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Fontana “Acqua del Tasso”Portale palazzo Mendaia

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zia gentilizia d’epoca. Una rigorosa essenzialitàdefinisce di certo l’edificio che sul fronte siadorna di un sobrio portale d’ingresso con ele-ganti volute che esprime comunque una lapa-lissiana e maggiore rappresentatività...». «Coe-rente con l’immagine di facciata appare la defi-nizione del portone d’ingresso, decisamentesemplice e severo, mentre è fatta salva l’elegan-za formale delle altre luci e delle componentidecorative che confermano l’adozione di unmetodo costruttivo ispirato, con ogni probabili-tà, a quel principio basilare di sobria eleganza,espressione certa di una volontà che non hainteso lasciare nulla al caso o d’intentato».Le meridianeDi particolare importanza storico-artistica è l’o-rologio solare che si trova sulla parete di un’an-tichissima torre, in piazza del Popolo. Si trattadi una meridiana realizzata nel 1882 dall’inge-gnere torinese Telfi, giunto a Roccanova nel1864 in qualità di capitano di un distaccamentodi bersaglieri che combattevano il brigantaggio.Appassionato di archeologia, l’ormai ex ufficia-le dell’esercito regio ritornò a Roccanova, dovevolle lasciare un suo indelebile ricordo dipin-gendo, nel 1882, la pregevole meridiana, tuttora

funzionante e che risulta essere tra le più belle,più complete e meglio conservate dellaBasilicata, ripetutamente menzionata anche incataloghi specializzati. Il quadrante, artisticamente rifinito, è tra l’altroarricchito dai simboli zodiacali che segnano l’i-nizio delle stagioni. Più volte restaurata (nel1923, nel 1949, nel 1972, nel 1998), essa rappre-senta ancora oggi una delle più significativetestimonianze del nostro patrimonio storico-artistico.In via Garibaldi, nella villa Continanza, si trovaun’altra meridiana, questa volta con quadrantein marmo di forma circolare e scanalature persegnare le ore. Altre due sono collocate in contrada Genellizzoe in contrada Caccia. Entrambe posizionatesulla facciata di due casali. Quella di contradaGenellizzo, a circa 1,5 km dal centro, è stata rea-lizzata negli anni Cinquanta del Novecento daRocco Alaggio.

• Zone di interesse archeologicoLe necropoliA testimonianza delle sue origini antiche, nel

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Meridiana di piazza del Popolo

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territorio di Roccanova, in particolare nelle con-trade “Marcellino”, “Spadarea”, “Battifarano”e “Serre”, sin dall’inizio del 1900 varie campa-gne di scavi, condotte dalla Soprintendenzaarcheologica della Basilicata, hanno portato allaluce tombe con corredi funebri di rilevante bel-lezza ed importanza storico-archeologica, cherinviano a solide presenze indigene e greche. Diparticolare interesse risultano numerosi vasi afigure rosse del IV secolo a.C., attribuiti all’arti-sta ormai noto come “Pittore di Roccanova” (odi Varrese - 360 a.C.).La tomba del pittore di RoccanovaLa tomba ipogea del V-IV secolo a. C. è statascoperta nella proprietà di Andrea Di Ciancia inagro di Roccanova. Importanti gli oggetti recu-perati nel 1910 tra cui collane, fibule, spilloni,vasi, oggetti d’ambra, avorio e osso. Tutti ireperti, in totale 122 pezzi, furono venduti alMuseo Archeologico Nazionale di Taranto. Isuddetti oggetti furono catalogati come diappartenenza del cosiddetto “Pittore diRoccanova”. Dagli studi successivi effettuati siè arrivati a capire, invece, che i pezzi recuperati

sono stati fabbricati in periodi diversi e che piùverosimilmente erano appartenuti a sepolturedifferenti. Quello che è certo è che i pendenti, lecollane e il vasellame denotano una fatturatanto pregiata da essere stati realizzati per per-sone di elevato rango sociale. In particolare ledue collane con testa d’ariete in oro, le fibulecon decori in filigrana d’oro e l’anello con sca-rabeo mobile fanno credere che la loro realizza-zione possa essere avvenuta a Taranto, aPosidonia o nella zona etrusca di Ponteca-gnano. Provengono dallo stesso sito anchedodici vasi a figure rosse attribuiti, essendolavorati dalle stesse mani, all’artista individua-to, appunto, come il “Pittore di Roccanova”.

• Percorso naturalisticoIl bosco comunale “Caliuvo” Si trova a nord del territorio di Roccanova e siestende per circa 600 ettari. Si raggiunge facilmente dalla località “Serre”.Da anni è interessato da un progetto finalizzatoal “Miglioramento e conservazione del patri-

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Meridiana di piazza del Popolo

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IL MUNICIPIO I SINDACI1810 Antonio Fortunato Biase 1811-12 Silvestro Amorosi 1813-15 Francesco Cartolano 1815-16 Silvestro Amorosi 1817-19 Francesco Maria Napoli 1820-22 Giuseppe Maria Fortunato 1822-25 Carlo De Marinis 1825-26 Filippo Lannarelli 1826 Francesco Cartolano 1826-27 Giambattista De Pietro 1827-31 Vincenzo Golisciani 1831-34 Francesco Cartolano

monio boschivo”. Le attività sono state orientate soprattutto indirezione della ripulitura del sottobosco, delrecupero di antichi tratturi e della sistemazionedi “stradelle”. Una particolare attenzione è stata riservataanche al recupero delle antiche sorgenti, comequella denominata “Acqua del Tasso” dal nomedi una particolare specie di fauna boschiva oggiquasi del tutto scomparsa. Nel bosco vi sono,tra l’altro, dei posti particolari e per certi aspet-ti legati alla storia ed alla leggenda. Uno di que-sti è il “Cozzo della Guardiola”: un’altura da

dove è possibile avere una veduta generaledella zona. Si racconta che all’epoca del brigantaggio era ilpunto di osservazione migliore per avvistare leguardie regie e quindi dare l’allarme in caso delloro arrivo. Poco distante vi è una radura dove si trova la“Quercia dei briganti”. A questo grande alberosecolare è legata la storia-leggenda di brigantiche avrebbero ucciso un artigiano del posto,attorcigliandolo all’albero con le proprie budel-la, affinché non potesse rivelare il nascondigliodegli stessi briganti.

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Sacrario dei Caduti delle due guerre

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1834 Nicola Pietro 1834-35 Saverio Mendaia 1836 Filippo De Marco 1837-40 Giuseppe Maria De Risi 1840-46 Carlo Marotta 1846-52 Giovanni Vincenzo Amorosi 1852-56 Matteo Mendaia 1856-57 Carlo Marotta 1858-60 Senato De Risi 1860-62 Prospero Fortunato 1862-67 Luciano Marotta 1867-75 Giovanni Amorosi 1875-79 Felice Fortunato 1879-82 Vincenzo Di Pierro 1882-86 Giovanni Amorosi 1886-94 Matteo Fortunato 1894-95 Gerardo De Risi 1895-97 Vito Andrea De Risi 1897-1903 Gerardo De Risi 1903-05 Vito Andrea De Risi 1905-07 Gerardo De Risi 1907-12 Giovanni Amorosi 1912-15 Rocco Fortunato

1915-20 Antonio Fortunato 1920 Marco De Pierro

(commissario prefettizio)1920-24 Vito Andrea De Risi 1924-26 Giovanni Alaggio 1926-43 Vincenzo Continanza

(podestà)1943-44 Pasquale D’Amelio

(commissario con poteri del Governo militare alleato)

1944-46 Antonio Racioppi (sindaco per delega prefettizia)

1946 Antonio Marchese (sindaco in seno al C.L.N)

1946-52 Nicola Fortunato 1952-55 Enzo Melfi 1955-56 Arturo Arcomano 1956-63 Vincenzo Continanza

(ex podestà)1963-75 Giambattista Arbia 1975-99 Alessandro Zaccara 1999- .... Rocco Greco

LA SCHEDA

ComprensorioLocalità: Gimone (a 1 km dall’abitato)Contrade: Calvello, Marcellino, Serre, S. Iorio,SpadareaComunità montanaMedio Agri-Sauro (sede a Sant’Arcangelo)Strade principali e piazzeVia Castello, via Greci, via Vittorio Emanuele,corso Dante, piazza del PopoloForze dell’ordinePolizia Municipale, CarabinieriCultura• Biblioteche: Biblioteca comunale“Francesco Continanza” (in piazza delPopolo nel Palazzo Municipale)Cognomi più diffusiArcomano, Bellizio, Collarino, De Matteo,Emanuele, Fortunato, Greco, Libertella,Malaspina, Novelli, SatrianoC.A.P.85036Prefisso teleselettivo0973

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LE FESTE RELIGIOSESan Rocco (patrono) - 16 agosto/16 novembreLa festa patronale di San Rocco si celebra il 16agosto sin dal 1783 (dal 1906 si festeggia ancheil 16 novembre). Essa è caratterizzata da unagrande e crescente devozione popolare. Mo-mento culminante della processione, dopo lamessa, è l’arrivo in piazza del Popolo, quandoin onore del santo vengono lanciate in cieloalcune mongolfiere che si richiamano a una tra-dizione degli anni Trenta del Novecento. Adaccompagnare la processione ci sono anchealcune donne che a piedi nudi portano sullatesta i tradizionali “duon” in onore del santo. San Nilo - ultima domenica di maggioRiti religiosi e fiera. In tarda serata spettacolipirotecnici.Madonna delle Serre - 12 e 13 settembreTradizionali riti religiosi della messa e proces-sione. Durante questa festa nella località omoni-ma si svolge una fiera- mercato, una volta dianimali, oggi soprattutto di prodotti artigianali.

LE MANIFESTAZIONIMaratonina “Vivi il Verde” - ultima settimana

di maggioOrganizzata dalla Biblioteca comunale, è unagara di corsa sportivo-ambientale riservata aglialunni delle scuole medie della zona, per sensi-bilizzarli sui temi della salvaguardia e dellatutela della natura.

• Le fiereFiera di San Nilo - ultima domenica di maggioFiera della Madonna delle Serre - 12 settembre

• Le sagreSagra della pasta di casa - 12 agostoLa sagra è organizzata dalla Pro Loco.Sagra del vino - 8 dicembreQuesta sagra è organizzata dal circolo culturale“Ugo Foscolo”.

LE TRADIZIONILa “Terra del vino”Da antica data Roccanova è conosciuto come“Paese del vino”. Nel suo territorio numerosisono i vigneti, fiore all’occhiello dell’agricoltu-ra, e le caratteristiche grotte del vino scavate nel

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Processione di San Rocco

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masso arenario. Lungo la periferia dell’abitatove ne sono circa 300, alcune delle quali risalentiaddirittura al Settecento. È in questo particolareluogo, ricco di storia, di fatica e tradizioni cheancora oggi si è soliti incontrasi per gustare lebontà di una volta, accompagnate da un buonbicchiere di rosso, e rinsaldare i legami di ami-cizia.Nel periodo romano, Plinio il Vecchio (naturali-sta e storico latino) scrisse nella sua “NaturalisHistoria” che non lontano da Grumentum siproducevano degli ottimi e curativi vini dettiLagarini. Non lontano da Grumento, quindi, trai vini migliori vi sono quelli che si producono aRoccanova, grazie ad un’antica arte e tradizioneche è appunto quella di “saper fare” il vino ed

alle condizioni pedo climatiche estremamentefavorevoli. Da qui l’ipotesi, da molti ritenutanon azzardata, che i vini detti Lagarini venisse-ro prodotti nel territorio di Roccanova. Nelcorso degli anni questa antica tradizione è statasempre mantenuta, arricchendosi anche dellemoderne tecnologie di vinificazione. Anche al fine di onorare questa antica tradizio-ne l’8 dicembre si svolge la “Sagra del vino”,occasione per festeggiare il prodotto più ambitodel posto, che nel marzo del 2000 ha ottenutol’Igt (Indicazione Geografica Tipica) con lasignificativa denominazione di “Grottino diRoccanova”. Un prodotto che oggi è sulla stra-da di un ulteriore riconoscimento: il marchioDoc (Denominazione di origine controllata).

I PROVERBIMittit cu chill megghi di te e fall i spes Abbi che fare con persone perbene anche a costo di ospitarliQuann si martiell, vatt! Quann si ncudin statt!Quando fai da martello fai valere la tua volontà! Quando, invece, fungi da incudine subisci lavolontà altrui!

Enciclopedia dei Comuni della Basilicata con guida storico-turistica Roccanova - 647

Processione di San Rocco

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LA CUCINARoccanova ha una ricca tradizione gastronomi-ca caratterizzata da alcuni piatti tipici. Fra que-sti, soprattutto la pasta di casa, in particolareraskatiell e firzuou. I primi sono dei cavatelli“fatti a mano”, che assumono un gusto del tuttopeculiare quando vengono conditi con una spe-ciale salsa denominata sauza cacoscia (seguericetta). I firzuou, invece, sono dei fusilli sempre “fatti amano”, che rappresentano il piatto tipicosoprattutto del periodo di Carnevale, quandovengono conditi con sugo di carne di maiale erafano (una radice aromatica che dona allapasta un sapore tutto originale). Altro piattotipico è quello della licurda che, putroppo, oggiè quasi scomparso.

• Raskatiell pa sauza cacosciaIngredientiCavatelli “fatti a mano”, pomodori conservatisott’olio dopo essere stati salati e asciugati al

sole, peperoni secchi ammollati in acqua calda,uno spicchio d’aglio, prezzemolo, un po’ di oliodi oliva e a piacere anche un peperoncino pic-cante. ProcedimentoTritare a mano i pomodori sott’olio unitamenteai peperoni, all’aglio ed al prezzemolo. Far sof-friggere il tutto per alcuni minuti nell’olio.Aggiungere una modica quantità di acqua dicottura della pasta e dopo cinque minuti con-dirvi i raskatiell lessati.

• Firzuou pa millicIngredienti per 4 persone400 gr. di fusilli (pasta di casa), 10 gr. di mollicadi pane, 100 gr. di sugna (in mancanza, olio), 1cucchiaio di polvere di peperone, 1 spicchio d’a-glio, 200 gr. di salsiccia fresca (se si gradisce).ProcedimentoFar sciogliere la sugna in una padella e farvi sof-friggere l’aglio eliminandolo appena imbiondi-sce. Versare nella padella il peperone e subitodopo aggiungere la salsiccia ben sminuzzata.

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Cantina Amorosi

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BIBLIOGRAFIA- Archivio comunale- Prospero Borea (parroco), Storia di Roccanova dalle origini ai giorni nostri, Itala editrice,

Roccanova 1986- Andrea Lauria, Le Meridiane, in “Basilicata Regione Notizie”, numero IV, anno VII, 1994

(pp. 107-112)- La Piazza, mensile di informazione, cultura, sport - Roccanova - Pompei e Paparazzo, I 508 della XXV Legislatura. Chi sono, donde vengono a che cosa

tendono, Ausonia, Roma MCMXX, p. 137- Sapori di Terre, a cura dell’Azienda di promozione Turistica per la Basilicata, Potenza 1990

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Foto: Vito Collarino, Andrea Lauria, Vito Padula, Vincenzo Emanuele

Ringraziamenti:Rocco Greco, sindaco; maestro Guido Emanuele, appassionato ricercatore delle tradizioni locali,da tutti riconosciuto come memoria storica di Roccanova; Andrea Lauria, giornalista; VitoPadula, docente di scuola superiore; Giuseppe Pugliese, agronomo

Far soffriggere per alcuni minuti e poi unire ilpane grattato e rimestare fino a quando divienequasi croccante. Versare nella padella i fusilli

lessati in acqua poco salata. Amalgamare iltutto per alcuni minuti. Servire caldo.

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Cantina Collarino