RIVISTA ITALIANA DI OSSIGENO-OZONOTERAPIA · l’ozonoterapia nel 203 trattamento dell’ernia...

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RIVISTA ITALIANA DI OSSIGENO-OZONOTERAPIA VOLUME 1 - N. 2 - OTTOBRE 2002 CENTAURO S.r.l., BOLOGNA Semestrale - Sped. in a.p. - 45% - Art. 2 Comma 20/B - Legge 662/96 - D.C.I.“UD” Euro 30,00 TAXE PERÇUE TASSA RISCOSSA UDINE ITALY Organo Ufficiale della Società Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia ISSN 1720-6561

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RIVISTA ITALIANA DI

OSSIGENO-OZONOTERAPIAVOLUME 1 - N. 2 - OTTOBRE 2002 CENTAURO S.r.l., BOLOGNASemestrale - Sped. in a.p. - 45% - Art. 2 Comma 20/B - Legge 662/96 - D.C.I.“UD” Euro 30,00

TAXE PERÇUE

TASSA RISCOSSA

UDINE

ITALY

Organo Ufficiale della Società Italianadi Ossigeno-Ozonoterapia

ISSN 1720-6561

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IndiceAi lettori 139M. Bonetti

EditorialeOZONO: APPLICAZIONI 141CLASSICHE E NON CLASSICHEOZONE: OLD AND NEW APPLICATIONSG. Agolini, M. Licciardello, G. Melissari,A. Pansera, A. Raitano, P.L. Viotti, M. Vitali

MuscoloscheletricoA NOVEL THERAPEUTIC OPTION 149FOR CHRONIC FATIGUE SYNDROME AND FIBROMYALGIANUOVA OPZIONE TERAPEUTICANEL TRATTAMENTODELLA SINDROME DA FATICA CRONICA E FIBROMIALGIAE. Borrelli, V. Bocci

GastroentericoTRATTAMENTO 155DELLE MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHEDELL’INTESTINO MEDIANTEOSSIGENO-OZONOTERAPIAPER VIA RETTALECHRONIC INFLAMMATORY BOWELDISEASE TREATEDBY RECTALLY ADMINISTEREDOXYGEN-OZONE MIXTUREC. M. D’Ambrosio

TERAPIA DELLE IBD 159MEDIANTE OZONOTERAPIAPER VIA RETTALEINFLAMMATORY BOWEL DISEASETREATED BY RECTALLYADMINISTERED OXYGEN-OZONEMIXTUREC.M. D’Ambrosio

RachideINTRADISCAL INJECTION OF 165O2-O3 TO TREAT LUMBAR DISCHERNIATIONSIL TRATTAMENTO DELLE ERNIEDISCALI LOMBARI CON INIEZIONEINTRADISCALE DI O2-O3A. Alexandre, J. Buric, R. Paradiso, H. Salgado,M. Murga, L. Corò, A. Albarreal, S. Scopetta,H. Giocoli, F. Marin

ROFECOXIB E O2-O3 TERAPIA 171VS O2-O3 TERAPIA NELTRATTAMENTO DELLASPONDILOARTROSIROFECOXIB ANDO2-O3 THERAPYVS O2-O3 THERAPY IN THEMANAGEMENT OFSPONDYLARTHROSISM. Bonetti, B. Cotticelli, P. Richelmi, L. Valdenassi

L’INSUCCESSO TERAPEUTICO 179NEL TRATTAMENTOCON O2-O3 INTRADISCALE-INTRAFORAMINALENEI CONFLITTI DISCO-RADICOLARIFAILURE OF OXYGEN-OZONETHERAPY WITH INTRADISCALAND PERIGANGLIONIC INJECTIONIN LUMBO-SCIATICAM. Muto

Ginocchio“JUMPER’S KNEE”: 183TRATTAMENTOCON OSSIGENO-OZONO NELLE FORME RIBELLI“JUMPER’S KNEE”:OXYGEN-OZONE THERAPYIN REFRACTORY FORMSA. Gjonovich, T. Girotto, E. Montemarà

RIVISTA ITALIANA DI

OSSIGENO-OZONOTERAPIAORGANO UFFICIALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI OSSIGENO-OZONOTERAPIA

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L’OZONOTERAPIA NEL 203TRATTAMENTO DELL’ERNIADISCALE CERVICALEOZONE ADMINISTRATIONIN THE TREATMENTOF HERNIATED CERVICAL DISCF. Albertini

VeterinariaEFFICACIA TERAPEUTICA 207DELL’OSSIGENO-OZONOTERAPIANEL DIABETE MELLITO DEL CANEEFFICACY OF OXYGEN-OZONETHERAPY IN DIABETES MELLITUS IN THE DOGA. Castrini, T. Facchi, E. Prignacca

TecnologiaDO OZONE PRODUCING 211SYSTEMS FOR OXYGEN THERAPIESALWAYS FULFIL TO ALL SAFETYAND QUALITY DEMANDS?I SISTEMI DI PRODUZIONE OZONOPER OSSIGENO-OZONOTERAPIASONO SEMPRE RISPONDENTIA TUTTI I REQUISITI DI SICUREZZAE DI QUALITÀ?A. Fiameni, V.A.C. Haanappel

Libri Ricevuti 219

Informazioni & Congressi 140, 148, 154, 164,170, 188, 198,202, 217, 220

Norme Editoriali 222

PolsoOSSIGENO-OZONOTERAPIA 189IN PAZIENTE DIABETICACON TENOSINOVITEDI DE QUERVAIN ASSOCIATAA RIZARTROSIOXYGEN-OZONE THERAPY IN ADIABETIC PATIENT WITHDE QUERVAIN’S TENOSYNOVITISASSOCIATED WITHJOINT ARTHROSISG. Gheza, L. Ipprio, L. Bissolotti

IntermezzoPresentazione Rivista a Pavia 193

Oxygen-Ozone Theraphy in China 194and in Africa

Case ReportSINDROME DELL’OCCHIO SECCO 195TRATTAMENTO CON GRANDEAUTOEMOTERAPIA OZONIZZATAA CASE OF “DRY EYE SYNDROME”CURED BY SYSTEMICO2-O3 THERAPYA.C. Galoforo, G. Tabaracci

ERNIA DISCALE 199CERVICALE C6-C7TRATTAMENTO CON INFILTRAZIONIPARAVERTEBRALIDI OSSIGENO-OZONOC6-C7 HERNIATED DISCTREATMENT WITHPARAVERTEBRAL OXYGEN-OZONEINFILTRATIONG.Villa

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Ai lettori

Aver fondato la “Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia” è stato il co-ronamento di un progetto ambizioso e di un sogno di alcuni anni. Il suc-cesso che il primo fascicolo ha avuto è stato per me e per tutti coloro chehanno creduto fortemente in questo progetto e nell’Ozonoterapia motivo digrande orgoglio.

Sono personalmente convinto che in Italia vi sia un’ampia potenzialità diproduzione scientifica, seria e decorosa, e già il primo fascicolo così comequesto secondo ne sono la testimonianza, siamo sicuramente noi italiani ipionieri di questa branca della medicina nel mondo, così affascinante e bi-sognosa di ricerca. Ne dobbiamo essere fieri, questa nostra produttivitàscientifica deve andare a colmare un vuoto di anni che era stato da sempreutilizzato dai nostri detrattori come condanna.

Sono pertanto molto grato agli amici che hanno accettato di partecipareai comitati editoriale e scientifico e sono grato agli autori dei lavori ma so-prattutto a tutti coloro che ancor prima che uscisse il primo fascicolo ave-vano già sottoscritto l’abbonamento alla rivista. Il Vostro appoggio è fon-damentale e lo sarà ancora di più in futuro. L’obiettivo è infatti quello diportare la rivista a livello internazionale e pertanto totalmente in lingua in-glese.

Chiedo quindi l’aiuto dei lettori per incrementare sempre di più il numerodegli abbonamenti: la rivista infatti oggi ha tiratura notevolissima per ovvimotivi promozionali e viene diffusa pressoché completamente in omaggio.L’obiettivo è quello di avere sempre più abbonati e di ottenere abbonamentidalle Biblioteche, dalle Università e dai singoli reparti Ospedalieri che inquesto caso risulterebbero molto qualificanti anche per offrire alla rivistauna base solida ed indispensabile per ottenere la pubblicità, unico modo peraffrontare costi che in futuro potrebbero rilevarsi ancor più pesanti.

Desidero inoltre ringraziare il Prof. Marco Leonardi e il Prof. Francan-tonio Bertè che sono stati indispensabili per giungere a questo primo im-portante successo ed un particolare ringraziamento alle ditte (Amersham,Bracco, Toshiba, Glaxo, Merck Sharpe and Dohme, Pfizer, Promedica delGruppo Chiesi, Medica, Multiossigen ed Alnitec) che per prime hanno sot-toscritto la pubblicità; il loro supporto dato sulla parola ad una rivista chenasceva è stato determinante.

Oggi una cosa è certa la Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia esiste,usatela! e portate tanti abbonati!

Grazie.

Matteo Bonetti

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 140, 2002

140

Corso di perfezionamento in Ossigeno-Ozonoterapia, anno accademico 2002-2003 Facoltà di Medicina e Chirurgia della Seconda Università di Napoli

Direttore del corso: Prof. Carlo LuongoDipartimento di Scienze Anestesiologiche, Chirurgiche e delle Emergenze

Corso di Perfezionamento in Ossigeno-Ozonoterapia, anno accademico 2002-2003 Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Pavia

Direttore del corso: Prof. F.A. BertèDipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica Sez. Farmacologia

e Tossicologia Cellulare e Molecolare (p.zza Botta, 10 - tel: 0382/506343 - 0382/506355)

Corso di Perfezionamento in Ossigeno-Ozonoterapia, anno accademico 2002-2003Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Siena

Direttore del corso: Prof. V. BocciFacoltà di Farmacia, Istituto di Fisiologia Generale e Scienza dell’Alimentazione

via Laterina 8, 53100 Siena - tel: 0577 234226 - fax: 0577 234219tel. Università: 0577 298000 (cent.) - e-mail: [email protected]

37th Annual Meeting of the European Society for Clinical Investigation“The Pathophysiology of Diseases from Bench to Beside”

Verona, Italy, 2-5 april 2003Local organiser: Prof. Dr Giovanni Ricevuti

Dept of Internal Medicine and Therapeutics, University of Pavia, IRCCS Policlinico San Matteop.le Golgi 2, 27100 Pavia, Italy - tel: +39 038 250 2499 /252 6944 - fax: +39 038 252 6950

e-mail: [email protected] - [email protected]

Corso Teorico Pratico in Ossigeno-Ozonoterapia16 novembre 2002, Palazzo Arzaga-Calvagese della Riviera (Brescia)

Direttore del corso: Dr Matteo BonettiSegreteria organizzativa: Xray Service

tel: + 39.030.3197173 - fax: +39.030.319171 - e mail: [email protected]

Congresso Ossigeno-Ozono nelle Patologie Dolorose e del Microcircolo 23/24 novembre 2002 Castagneto Carducci (Livorno)

e-mail: [email protected]

Convegno sulla Cooperazione delle Società Scientifiche di Ozono in EuropaMonaco di Baviera 23-25 maggio 2003

Correspondence: Dr. Renate Viebahn- Nordring 8 D-76473 Iffezheimtel: +49.7229.304617 - fax +49.7229.304630

e-mail: [email protected] - [email protected]

Chirurgia Mini-invasiva del Rachide, 2° Corso EuropeoTreviso, 7-9 novembre 2002

via Ghirada 2 (angolo via Terraglio)tel: 0422/401515 - fax: 0422/332035 - e-mail: [email protected]

Corso di Perfezionamento in Ossigeno-OzonoterapiaAIRAS Padova 2002-2003

Presidente del corso: Prof. G.P. GironDirettore dell’Istituto di Anestesiologia e Rianimazione dell’Università di Padova

Direttore del corso: Dott. F. Ceccherelli

ELENCO CORSI E CONGRESSI

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 141-147, 2002

141

Ozono: applicazioni classiche e non classiche

G. AGOLINI, M. LICCIARDELLO*, G. MELISSARI**, A. PANSERA***, A. RAITANO****,P.L. VIOTTI*****, M. VITALI******Dip. Scienze Biomed, Farmacologia, Università, Trieste;* Laboratorio Analisi, Divisione Acqua, Acegas, Trieste;** General Services Srl, Monfalcone;*** AO Spedali Riuniti, Brescia;**** Scuola Spec Farmacia Osp, Università, Bologna;***** DIMES, Università, Genova;****** Dip Sanità Pubblica, Università “La Sapienza”, Roma

RIASSUNTO - Nel secolo scorso l’uso dell’ozono si è imposto nella potabilizzazione dell’acqua, neltrattamento anticontaminazione delle acque reflue e nella terapia medica.

In questi ultimi due decenni l’ozono ha trovato applicazione in nuovi campi di interesse ambientale,industriale e sanitario.

L’ozono ha confermato ed ampliato il suo impiego nel candeggio della polpa cartaria e dei tessili; inaggiunta è stato accettato come sbiancante e disinfettante in lavanderie militari, commerciali e sanitarie.

L’uso dell’ozono si è diffuso negli impianti di condizionamento dell’aria di ambienti chiusi ad alta fre-quentazione.

Malgrado la possibile tossicità, l’ozono ha recentemente superato le difficoltà di accettazione da partedegli Enti responsabili, come l’FDA, per cui è prevedibile una maggiore diffusione a scopo sanitizzantenell’industria agroalimentare.

Ha infine trovato numerosissimi altri usi di grande interesse tecnologico: nell’industria elettronica,nella produzione degli accoppiati plastica-alluminio, in particolari sintesi chimiche ecc.

Ozone: Old and New Applications

Key words: ozone, air control, commercial laundries, textile bleaching, pulp bleaching, packaging materials, food protection

SUMMARY - During the last century, the main uses of ozone were potabilization of water, wastewatertreatment and medical therapy.

In the last two decades, however, many additional uses have been exploited and adopted in industrialapplications, commercial enterprises, agriculture and food industry.

In paper, textiles and kaolin clay production, the gas became an essential component of the bleachingtreatments: the number of the plants which adopted ozone as part of their processes has doubled in the lastfew years. Electronic, cosmetic, pharmaceutical and food industries eliminated polluting molecules and path-ogenic bacteria and viruses submitting their air and waters to a multibarrier treatment (filtration, UV radia-tion, ozone).

Recently, at San Diego US Navy rag laundry, the evaluation of the cost of operating the ozone processwas compared with the cost of operating the previous hot-water process, disclosing the superiority of ozoneprocess. In food applications, ozone improved bottled water quality, beer and juice taste, etc. Washing orspraying fruits and vegetables with ozonated water decreases bacteria, insect presence and improves theshelf-life of foods.

In these and similar uses, ozone has to comply with good manufacturing practices, to confirm the ac-complishment of the intended purposes, the absence of oxidative damage to the treated foods and the pro-tection of the plant workers from exposure to ozone.

Ricevuto il 20.07.2002

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Ozono: applicazioni classiche e non classiche G. Agolini

142

Premesse

Una recente pubblicazione sulla decomposi-zione catalitica dell’ozono in presenza di rame 1 sot-tolineava l’importanza delle ricerche effettuatesulle note proprietà del gas in oggetto di steriliz-zare, deodorare e distruggere i contaminanti e lesostanze tossiche presenti nelle acque reflue.

Le ragioni riferite ci sono sembrate molto ridut-tive prima di tutto perchè non citano neanche l’im-piego, oggi frequentissimo anche negli Stati Uniti,dell’ozono nella potabilizzazione dell’acqua;inoltre non accennano a nessuna delle possibili ap-plicazioni del gas in campi del tutto diversi.

Che gli impieghi non abituali siano ben più nu-merosi di quanto si pensi, e meritevoli di un esamedettagliato, risulta anche da quanto reso noto dauno specialista statunitense 2.

Impieghi classici dell’ozono

Come premesso, mentre negli Stati Uniti fino apochi anni or sono l’impiego dell’ozono prevalevanel trattamento delle acque fognarie (e reflue in ge-nere), in Europa invece da un secolo l’ozono ve-niva e viene tuttora preferito per la disinfezioneprimaria dell’acqua a scopo potabilizzante 3.

In questo ultimo decennio negli Stati Uniti si èvisto un aumento notevole nell’impiego dell’ozononegli impianti di trattamento dell’acqua di fiumi edi laghi in seguito alle epidemie da Cryptospori-dium parvum ed alle infezioni nosocomiali da Le-gionella pneumophila presente nell’acqua fredda ecalda degli ospedali.

Entrambi questi microrganismi sono resistentialle quantità di cloroderivati di uso comune negliimpianti di potabilizzazione dell’acqua e nelle lorosuccessive linee di distribuzione 4, 5.

In Italia ed in Germania, ed anche se meno fre-quentemente in Francia ed in Inghilterra, si puòconsiderare acquisito da decenni anche l’uso del-l’ozono a scopo terapeutico 6-13.

Impieghi non classici dell’ozono

L’interesse per gli usi non classici dell’ozono, puressendo in crescita, non può venire ancora consi-derato adeguato anche perchè è ampiamente asso-dato che l’ozono, tramite le sue proprietà disinfet-tanti ed ossidanti, manifestate allo stato gassoso odin soluzione, può risultare utile per tanti scopi di-versi.

Eliminazione degli odori sgradevoli

Per odore si intende qualsiasi emanazione parti-cellare o gassosa evidenziabile tramite l’olfatto, edovuta alla presenza nell’aria di composti solforati,

acidi volatili, aldeidi, chetoni o di altre sostanzecon caratteristiche organolettiche simili.

Sono ben note quante possano essere le fonti dicattivi odori in alcune attività industriali ed agro-alimentari (a Trieste si hanno ricorrenti lamentelein merito, riportate dai giornali locali, e dovute agliabitanti di alcune zone, ad alta densità di popola-zione, vicine al polo industriale della ferriera).

Non è sempre facile e poco costoso eliminare icattivi odori.

L’idrogeno solforato e molti composti organicivolatili possono venire distrutti dalle proprietà os-sidative dell’ozono, se questo gas può restare alungo in contatto con dette sostanze, poichè la suaattività in fase gassosa è più lenta di quella in so-luzione.

Lo scarico inoltre dei prodotti secondari al trat-tamento deve seguire un sistema di abbattimentoche escluda pericoli ambientali.

In una nostra precedente pubblicazione ab-biamo elencato alcuni degli impieghi più comunidell’ozono per la eliminazione degli odori sgrade-voli 3.

Uso dell’ozono nei grandi impiantidi condizionamento dell’aria

Oggi l’industria produttrice di ozonizzatori pro-pone l’impiego del gas anche per migliorare l’ariadegli ambienti molto frequentati, che spesso risul-tano non ventilati o non condizionati a sufficienza.

Vengono fornite attrezzature in grado di tempo-rizzare la produzione del gas durante le ore di uti-lizzo degli ambienti, interrompendo la produzionealmeno un’ora prima del reingresso delle persone,allo scopo di permettere una sufficiente diminu-zione autocatalitica del gas nell’aria 2.

Anche negli aeroporti, nei grandi alberghi, nellenavi da crociera, nelle sedi dei ministeri e di fre-quentate organizzazioni politiche e sociali ecc., l’o-zono può venire erogato in quantità adatte per ga-rantirne poi il decadimento nel sistema di condu-zione dell’aria, evitando la esposizione delle per-sone a concentrazioni pericolose di gas.

Negli ospedali la qualità dell’aria nelle sale ope-ratorie e nelle unità di terapia intensiva risultaspesso scadente, sia dal punto di vista termo-igro-metrico che per la presenza di particolato e conta-minanti microbiologici 14.

Se ad una valida regolazione della temperaturae della umidità nonchè delle particelle e dei batteritramite filtrazione, si aggiungessero anche quantitàmodeste di ozono nei condotti di trasporto dell’aria,si garantirebbero risultati migliori di quelli che sipossono ottenere con la nebulizzazione della clore-xidina o di altri disinfettanti 14.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 141-147, 2002

143

Riabitabilità delle case danneggiateda incendi, alluvioni ecc.

L’ozono gassoso viene spesso usato negli StatiUniti (ove, come si sa, molte case unifamiliari sonoin gran parte di legno) per eliminare, tramite ossi-dazione, gli odori dei fumi e delle parti semicom-buste danneggiate da incendi, nonchè per ottenereeffetti biocidi sulle spore fungine impregnanti lestrutture domestiche alluvionate.

Contro gli odori e le spore l’ozono è un mezzoideale perchè esso penetra in ogni recesso.

Si deve ricordare, tuttavia, anche la necessità diuna protezione contro possibili effetti tossici pergli abitanti, per cui è necessario evacuare gli am-bienti e tappare bene ogni possibile via di fuga delgas, per tutti i giorni necessari per il trattamento(in genere da 1 a 4) 2.

Confezionamento sterile di farmaci

Sempre dagli Sati Uniti viene riferito l’uso cre-scente dell’ozono per la disinfezione in continuo disuperfici, valvole, tubi ecc., precedentemente pu-liti, ed in sinergismo con altre misure appropriateper il confezionamento di farmaci mediante lineedi riempimento in condizioni asettiche.

Impiego dell’ozonoper ottenere sostanze chimiche specifiche

Le reazioni che varie sostanze organiche edinorganiche possono avere con l’ozono ne rendonopossibile la utilizzazione per scopi diversi, che, peruna più esatta valutazione, richiede però cono-scenze tecniche specifiche 2.

Per dare un esempio di notevole importanzaeconomica, ricordiamo come, in una industria delgruppo tedesco Henkel, si sia giunti ad impiegareuna tonnellata di ozono al giorno per ottenere, dal-l’acido oleico, gli acidi pelargonico ed azelaico 2.

Parimenti sono state ottenute sostanze di baseper la sintesi di particolari materie plastiche, com-ponenti essenziali per la produzione di lubrificantisintetici ecc. 2.

Produzione di materiali di imballaggio particolari

Il pre-trattamento con ozono di plastiche flessi-bili non solo può facilitarne la placcatura delle su-perfici, ma anche la adesione ai fogli di alluminio.

I risultati di quest’ultimo impiego sono moltosoddisfacenti e non di poca importanza perchè,nella confezione degli alimenti per una breve omedia conservazione nel tempo, vengono larga-mente impiegati gli accoppiati di alluminio e pla-stica: l’alluminio perchè impermeabile all’aria (ed

in particolare all’ossigeno che irrancidisce i grassi),mentre la plastica assicura la flessibilità che mancaall’alluminio.

Come sopra accennato, per unire bene questi duemateriali si utilizza il trattamento con ozono dellesuperfici in plastica per avere una serie di gruppi or-ganici polari che aumentano i legami chimici tra idue materiali di confezionamento e permettono diottenere accoppiati con proprietà ottimali 2.

L’ozono come sbiancante

In passato per decolorare tessuti, polpe cartarie ecaolino si usavano i cloroderivati.

In Francia la soluzione di ipoclorito di sodiovenne chiamata acqua di Javel, prendendo il nomedalla località ove le lavandaie parigine erano abi-tuate a trattare con detta soluzione la biancherialoro affidata.

In Italia la soluzione di ipoclorito viene chia-mata varechina o candeggina (nei paesi anglosas-soni, bleach).

Non c’è da meravigliarsi se, a scopo candeg-giante, si sia pensato all’ozono, forte ossidante, ingrado di sostituire l’ipoclorito di sodio.

All’impiego classico dell’ozono per la industriatessile, la denaturazione e decolorazione dellevarie sostanze eliminate con le acque reflue, si ag-giunge un impiego invece particolare: quello deglispray di ozono per il blotching, cioè la decolora-zione irregolare dei pantaloni di blue-jeans nor-malmente di colore blu intenso 1.

Un consumo molto più elevato di ozono si ha in-vece nelle cartiere. Un esempio ha riguardato re-centemente la cartiera di Franklin (VA, USA) laquale, fino a pochi anni fa, usava i cloroderivati persbiancare la polpa cartacea ed eliminava i derivatialogenati tramite i corsi d’acqua locali.

Quando questi hanno ridotto la loro portata si èpresentato il problema di cambiare sede oppure ditrovare un sostituto almeno parziale dei prodotticontenenti cloro usati fino ad allora 15.

L’aggiunta dell’ozono ha migliorato i parametridi qualità ed ha ridotto i costi 15.

Anche in importanti cartiere europee sono statimessi in luce i vantaggi ottenibili con l’ozono, ta-lora associato al biossido di cloro.

Nella produzione intensiva di cellulosa Kraft,cellulosa solfata, ad es., di 30 tonnellate all’ora, siha una ragione in più per utilizzare l’ozono in so-stituzione di parte del cloro come sbiancante edanche dello zolfo, come delignificante di chips li-gnei 16.

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Ozono: applicazioni classiche e non classiche G. Agolini

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Per quanto riguarda il caolino, normalmentebruno-rossastro per la presenza di sali di ferro, i ri-sultati ottenibili con l’ozono sono talmente soddi-sfacenti da permettere l’impiego del caolino stesso,bianchissimo e molto attraente, nei prodotti per latoilette e per l’igiene pediatrica e femminile 2.

L’ozono, la produzione di semiconduttoried altri impieghi particolari

Le particelle contaminanti di idrocarburi pro-dotte dall’atmosfera possono venire rimosse daisemiconduttori ad opera della associazione UV +ozono, per formazione di radicali liberi che por-tano poi allo sviluppo finale di anidride carbonicaed acqua.

Le superfici dei wafers al silicone, così pulite,vengono poi trattate con ossigeno per otteneremonostrati di ossidi protettivi 2, 17.

L’ozono da solo può ridurre anche la contami-nazione carboniosa dei catalizzatori al palladionella oligomerizzazione del propano 2.

In campo sanitario la capacità dell’associazioneUV + ozono di rimuovere il carbonio evidenzia ilgadolinio nei tessuti cancerosi (in altro modo nonrilevabile) e permette in tal modo la nuova terapiaa captazione neutronica 2.

Anche per valutare l’efficacia dell’Ossigeno-Ozonoterapia nelle ernie dei dischi lombari, vienetalora usato un metodo di risonanza magnetica congadolinio 11.

L’ozono ed il riuso degli olinella industria meccanica

È noto come gli oli usati nell’industria mecca-nica, soggetti ad elevati riscaldamenti e ad elevatacontaminazione chimica, fisica e biologica, dopol’impiego vengono filtrati e conservati in bidoniper un eventuale riuso se le alterazioni nella com-posizione e nella contaminazione lo permettono.

A distanza di tempo, un problema aggiuntivoperò può essere conseguente alla contaminazionebiologica, poichè in superficie si possono formaremuffe. Per la loro prevenzione, nelle industrie auto-mobilistiche europee è abituale utilizzare un’atmo-sfera modificata, cioè riempire di ozono gli spazimorti dei bidoni per sfruttare la attività biocida insuperficie del gas, che non si scioglie negli oli 2.

Uso dell’ozono nelle lavanderie heavy duty

Un impiego relativamente recente dell’ozononegli Stati Uniti è quello constatato nelle lavan-derie, come metodo non energy efficient, cioè effi-ciente senza bisogno di riscaldamento.

Una importante lavanderia di San Diego dellaMarina Militare degli Stati Uniti, ha sottolineato ivantaggi che si possono avere utilizzando l’ozonoquando si debbano pulire grandi quantità di straccie tessuti unti dai grassi usati a scopo lubrificanteper gli apparati motori di portaerei, sommergibiliatomici ecc, sia durante il funzionamento che du-rante la revisione.

In questa applicazione, data la frequente ri-chiesta di rapida efficienza, l’uso dell’ozono si è di-mostrato vantaggioso sia all’esame dei risultatiqualitativi che dal punto di vista economico.

L’impiego dell’ozono può essere interessanteanche per le lavanderie dei grandi ospedali, dellecomunità e dei servizi di lavaggio industriale. Inqueste sedi è abituale l’uso dell’acqua calda, di varidetergenti e di cloroderivati per sbiancare e disin-fettare i vari tessuti sporchi e biologicamente con-taminati.

La possibilità di pulire e disinfettare biancheriae teleria con l’ozono a temperatura ambiente ri-duce il consumo energetico e di detergenti, con-sentendo spesso anche di riciclare l’acqua impie-gata.

Anche altrove sono aumentate le lavanderie cheusano di routine l’ozono mediante il sistemaclosed loop, con il riciclo totale dell’acqua di la-vaggio o con il sistema open loop, ad uso singolodell’acqua.

Un esame dettagliato dei numerosi vantaggi chesi possono avere in questo campo, relativi al ri-sparmio energetico e di detergenti, alla migliorequalità dei risultati immediati e di resistenza deitessuti a distanza di tempo, alla minore criticitàdegli effluenti, nonchè al guadagno di tempo, èstato fatto da Rice 2.

L’ozono nell’industria vinicola

I vini rossi se conservati a lungo in botti di legnopregiato possono invecchiare assorbendo anche daquesto sapori e profumi caratteristici.

A lungo andare, sulle superfici interne dellebotti di legno si formano strati (film) di depositi, iquali, una volta vuotata la botte, vengono per lopiù eliminati per raschiamento 2.

Nell’industria vinicola degli Stati Uniti al ra-schiamento delle botti, con possibili alterazioninella composizione e nel gusto dei vini (oltre allariduzione della vita utile delle botti) oggi si prefe-risce effettuare la pulizia dei film possibilmentedannosi mediante l’uso dell’ozono, il quale permetteuna ottima detersione senza aggiungere sostanzechimiche anomale al vino 2, 19.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 141-147, 2002

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Impiego integrato degli ozonizzatorinelle torri di raffreddamento

In una nostra pubblicazione 5, abbiamo ricordatocome una delle ragioni del decuplicarsi degli im-pianti americani di potabilizzazione dell’acqua cheutilizzano l’ozono è conseguente alla constatataimpossibilità per l’ipoclorito di sodio, usato nelledosi comuni, di eliminare Cryptosporidiumparvum e Legionella pneumophila.

Poichè per la Legionella una delle sedi di mag-giore sviluppo è rappresentata dalle torri di raf-freddamento degli impianti di condizionamentodell’aria, non deve stupire il fatto che ozonizzatoridi misure adatte siano diventati parti integranti delletorri sopracitate 20, 21.

L’ozono nella difesa contro l’antrace

Sempre nel lavoro prima citato 5, è stato richia-mato l’interesse dei sanitari addetti alla difesa neiriguardi della guerra biologica, per l’impiego de-contaminante dell’ozono.

Questo gas infatti può agire su tutte le superfici,entrando negli angoli più nascosti, nelle screpola-ture, in ogni apparecchio aperto (senza danneg-giare i componenti elettronici) e potendo elimi-nare, se usato nelle concentrazioni adatte e per itempi necessari, i vari tipi di spore di Clostridi e diBacilli (compreso il B anthracis) 5, 22, 23.

UV ed ozono associati per ridurre la corrosione

Nel riferire il possibile impiego dell’ozono nellelavanderie, abbiamo sottolineato come uno deivantaggi di questo gas sia la maggiore rapidità diazione sui contaminanti chimici e biologici. È evi-dente che questa proprietà riduce i tempi di con-tatto con le superfici di acciaio e di plastica sensi-bili alla corrosione chimica e biologica, specie negliusi ripetuti 2, 24.

Benzina ed MTBE:un problema non solo californiano

Tutti sanno che il piombo da alcuni anni è statotolto dalle nostre benzine; pochi invece sanno che,come antidetonante, oggi, in Europa, si usal’MTBE, metil-ter-butil-etere, proibito in praticaproprio recentemente in California, perchè ne èstata riscontrata la presenza nelle falde acquifereda cui si ricava l’acqua potabile.

Per l’MTBE, l’EPA (l’Ente della protezione am-bientale degli Stati Uniti) ha fissato, per l’acquapotabile, un limite massimo di 200 ppb, mentre loStato californiano ha suggerito un limite ancorapiù ristretto: 35 ppb, sia per il potere cancerogeno

di questa sostanza che per il fatto che anche quan-tità ridotte di MTBE alterano gusto ed odore del-l’acqua.

Anche se poi ozono o trattamento con peroxonepossono eliminare l’MBTE dall’acqua 30, questo ad-ditivo resta non facilmente degradabile per cui ilproblema di possibili contaminazioni della acquepotabili si presenta anche in Europa.

Da noi, più che porre limiti alle quantità tolle-rate di MTBE, si tende ad impedire che questa so-stanza venga persa nell’ambiente dai serbatoi inter-rati presenti nelle varie stazioni di servizio, effet-tuando, presso di queste, appositi controlli 25-30.

Ozono nell’acqua minerale e nelle bevande

Non molti conoscono la frequenza con la qualei controlli microbiologici effettuati in diverse na-zioni europee hanno dimostrato che anche leacque minerali vendute in bottiglia tappata possonorisultare biologicamente non accettabili sulla basedel numero dei germi in esse presenti.

I controlli biologici comuni effettuati sulle acquepotabili, e più di rado sulle acque minerali, pren-dono per lo più nota del contenuto in germi coli-formi come indice di contaminazione.

Non vanno più in là, ad esempio, nella ricerca distreptococchi, Pseudomonas, micobatteri non tuber-colari ed altri microrganismi, talora presenti anchenelle acque ritenute potabili che circolano negliospedali. Così germi e virus, non certo identificabilinelle prove più comuni possono causare le ma-lattie più diverse.

Ebbene uno degli usi più validi dell’ozono, negliStati Uniti, è proprio quello che si fa in basse con-centrazioni, di regola efficienti, per la maggior sicu-rezza delle acque minerali, vendute in bottiglie divetro o di polietilentereftalato.

L’ozono in questo impiego non altera gusto e sa-pore dell’acqua ed è ritenuto, sempre negli StatiUniti, sostanza sicura, GRAS, generally recognitedas safe 2.

Logicamente interessanti sono i possibili im-pieghi per migliorare la birra, le bevande a base difrutta, ecc. (vedi paragrafo succesivo).

Ozono ed alimenti

L’utilizzazione dell’ozono per trattare i vari ali-menti non ha ancora ricevuto negli Stati Uniti, lavasta regolazione che ci si attende.

Solo dal giugno 2001, l’FDA, Food and Drug Ad-ministration (l’Ente che controlla, negli Stati Uniti,farmaci ed alimenti) ha riconosciuto che l’“ozono èsostanza biocida che si può impiegare sia in fasegassosa che in soluzione per la conservazione deglialimenti”.

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Ozono: applicazioni classiche e non classiche G. Agolini

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I vari metodi di applicazione dell’ozono deb-bono osservare le regole della GMP, Good Manu-facture Practice (regole di buona fabbricazione)per garantire i vantaggi di una efficiente sanitizza-zione e disinfezione evitando i danni da ossida-zione degli alimenti(ed anche i possibili danni alpersonale addetto).

Il riconoscimento sopra riferito ha aperto lastrada alla valutazione dei vantaggi che l’ozonopuò dare nelle singole applicazioni nell’industriaalimentare e delle bevande 2, 32-37.

Ozono ed agricoltura

Le possibilità d’impiego dell’ozono nell’agricol-tura sono molte. Accenneremo pertanto solo ad al-cune 2.

Una applicazione riguarda la possibilità di usarel’ozono per prolungare la vita di arance, limoni,mandarini, pomodori ecc., impedendo lo sviluppodi muffe verdi e blu e di altri contaminanti.

Nel trasporto delle banane l’ozono viene usatoperchè rallenta la maturazione del frutto, matura-zione invece accelerata dall’etilene.

Interessante è anche la possibilità di usare, inambiente ad alta umidità, le basse concentrazionidi ozono, ottenute tramite la radiazione UV, pereliminare le conidiospore di vari tipi di funghi.

È stata evidenziata anche l’utilità che può averel’ozono, quale antibatterico ed antimicotico, se ag-giunto in quantità modeste all’acqua che si usanegli spray per mantenere fresche ed umide le ver-dure e le frutta nei supermercati.

Un altro vantaggio che l’ozono può assicurare èla riduzione della presenza degli insetti sulla ver-dura e sulla frutta.

Il trattamento diretto dei terreni con acqua ozo-nizzata, per aumentare la produzione di verdura efrutta, è argomento ancora allo studio.

L’ozono nella sanitizzazione ambientale

La possibilità di usare l’ozono per la sanitizza-zione ambientale, come abbiamo spesso accen-

nato, trova i suoi limiti nella pericolosità del gas inalte concentrazioni.

Sulla base dei dati di laboratorio queste non do-vrebbero essere necessarie in tante situazioni noncritiche, ad esempio, quando non sono da eliminarein tempi brevi spore di germi particolarmente resi-stenti oppure quando le superfici non sono conta-minate da sangue o da altre sostanze organiche in-fetti dai più diversi microrganismi.

In alcune esperienze effettuate su superfici me-talliche e sui pavimenti si sono ottenute riduzionisignificative delle cariche batteriche, utilizzandospray contenenti 1, 5 ppm di ozono in acqua.

Non si sono certo ottenuti risultati di sterilità enemmeno di grande interesse per la mancanza didati relativi a particolari microrganismi patogenisottoposti al trattamento 2, 38.

Riteniamo in ogni caso importante seguirequeste sperimentazioni per trarne eventuali van-taggiose indicazioni.

Conclusioni

Da quanto sopra riferito è evidente che negliStati Uniti si trovano più facilmente le basi econo-miche per un maggior impiego dell’ozono in unaqualsiasi delle sue varie indicazioni non classiche,come quelle che abbiamo riportato e che rappre-sentano una parte soltanto, anche se significativa,di quelle attualmente note 2.

In questo mondo globalizzato anche le possibi-lità europee sono in continua evoluzione, per cui leesperienze accumulate altrove vanno esaminatecon attenzione, poichè possono risultare impor-tanti per affrontare problemi non altrettanto facil-mente risolvibili.

L’ozono è un ossidante formidabile.Tenendo sempre presente però che può anche

diventare pericoloso per gli utilizzatori, non si devedimenticare che questo gas potrà rivelarsi moltoutile per coloro che ne sapranno sfruttare le pro-prietà positive nei campi più diversi.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 141-147, 2002

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Prof. Giuliano AgoliniDip. Scienze Biomed, FarmacologiaUniversità di Triestevia Carducci 534132 Trieste

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Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 148, 2002

Corso Teorico-Pratico in Ossigeno-OzonoterapiaPalazzo Arzaga - Hotel Saturnia Spa & Golf Resort

Carzago di Calvagese della Riviera, Brescia

16 Novembre 2002

INFORMAZIONI

Il Corso è riservato a 80 partecipanti.Il corso di aggiornamento si svolge in una giornata della durata di 8 ore.Al termine del Corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione e successivamente della valutazione dell’apprendi-mento. È stato richiesto il conferimento di Crediti formativi al Ministero della Sanità nell’ambito del Programma Nazio-nale d’Educazione Continua in Medicina ECM.L’iscrizione è aperta fino ad un massimo di 80 partecipanti e prevede una quota di 500 Euro comprensiva di materiale di-dattico (Video CD inerente le lezioni del corso, copia della Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia).

DOCENTI

MARCO LEONARDI Serv. Neuroradiologia Ospedale Bellaria BOLOGNAMARCO BRAYDA-BRUNO Istituto Ortopedico Galeazzi MILANOCOSMA ANDREULA Servizio di Neuroradiologia A.O. Consorziale BARIGIULIANO FABRIS Dir. Serv. Neuroradiologia Ospedale Misericordia UDINEEMMANUEL ILIAKIS Ortyhopaedic Clinic 1st ATHENS IKA Hospital GreeceALBERTO SCARCHILLI Istituto Ortopedico Traumatologico LATINAMARIO MUTO U.O. Neuroradiologia Cardarelli NAPOLIGIUSEPPE GHEZA Serv. Radiologia Casa di Cura S. Anna BRESCIAFILIPPO ALBERTINI Serv.NeuroRadiologia Casa di Cura S. Anna BRESCIALUIGI SIMONETTI Serv. Neuroradiologia Ospedale Bellaria BOLOGNALUIGI MANFRÈ Neuroradiologia Ospedale Cannizzaro CATANIA

APERTURA DEL CORSO

9.30 Bonetti M: Presentazione10.00 Simonetti L: Basi farmacologiche dell’azione dell’Ossigeno-Ozonoterapia

nel trattamento dell’ernia discale10.30 Andreula C: Chemodiscolisi con nucleoptesi con O3 e infiltrazione periradicolare e perigrangionare

Valutazione retrospettiva di 700 casi e ottimizzazione dei risultati11.00 Leonardi M L’Ossigeno-Ozonoterapia intradiscale11.30 Coffee Break11.45 Fabris G: L’Ossigeno-Ozonoterapia intraforaminale

Colazione di lavoro14.00 Scarchilli A: 5 anni di follow-up nel trattamento delle lombalgie e lombosciatalgie14.30 Brayda-Bruno M: Il razionale dell’Ossigeno-Ozonoterapia in ambito muscoloscheletrico15.00 Iliakis E: Rationalization of the activity of medical ozone on intervertebral disc.

Histological and biochemical study15.30 Muto M: L’insuccesso terapeutico con Ossigeno-Ozonoterapia nei conflitti disco-radicolari16.00 Manfrè L: Il trattamento dell’ernia discale “stato dell’arte”16.30 Gheza G: L’Ozonoterapia nel trattamento di spalla, ginocchio e piccole articolazioni17.00 Albertini F: Presentazione Casi Clinici17.30/18 Test di valutazione

Chiusura del corso

Direttore del Corso

Dr. Matteo BonettiServizio di Neuroradiologia, Istituto Clinico Città di Brescia Tel: +39.030.3197173 - Cell.: 335.8344139 - Fax: +39.030.3197171email: [email protected]

Segreteria Organizzativa

XRAY Servicevia L. da Vinci 20, 25122 Brescia

Tel +39.030.3197173 - Fax +39.030.3197171 e-mail: [email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 149-153, 2002

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A Novel Therapeutic Option for ChronicFatigue Syndrome and Fibromyalgia

E. BORRELLI, V. BOCCI*Department of Surgery and Biomedical Engineering and *Department of Physiology, University of Siena; Italy

Key words: chronic fatigue syndrome, fibromyalgia, ozone therapy

SUMMARY - The aetiology of chronic fatigue syndrome (CFS) and fibromyalgia remains obscurewith a hypothetical primary infection followed by immunological, hormonal and psychological dysregula-tions. Owing to a failure of orthodox therapies, attention has recently focused on both mental and phys-ical factors although it seems certain that these diseases are not simply due to a psychological condition.Today fairly accepted approaches are based on graded exercise therapy and cognitive behavioural therapy,but they are not always beneficial.

Several biological activities triggered by oxygen-ozone therapy performed with the method ofozonated autohaemotherapy (O3-AHT) appear suitable to correct muscle hypoxia, immune dysregulationand chronic oxidative stress. Moreover, the induction of a feeling of wellness may effectively contrast thesevere fatigue of most patients. However, orthodox medicine has neglected this approach. One goodreason is the lack of medical data and this has compelled us to report our very encouraging results in threeCFS patients and in five patients with fibromyalgia. One important observation is that therapy must notto be fixed to a rigid cycle but must be continued for several months depending upon the stage and theresponsiveness of the patient.

Nuova opzione terapeutica nel trattamento dellasindrome da fatica cronica e fibromialgia

RIASSUNTO - La sindrome da fatica cronica (CFS) e la fibromialgia rappresentano delle patologiead eziologia non ancora definita causate probabilmente da una ipotetica infezione primaria seguita da unaalterazione dei sistemi immunologico ed ormonale e da alterazioni psicologiche. A causa dell’insuccessodelle terapie tradizionali, è stata recentemente posta l’attenzione sui fattori fisici e mentali anche se oramaisembra accertato che la patologia non è causata solo da condizioni psicologiche. Attualmente sembrano me-todi terapeutici accettati la terapia basata sull’esercizio graduale e la terapia cognitivo-comportamentale, matali misure non risultano sempre di reale beneficio.

Le molteplici attivazioni biologiche innescate dalla Ossigeno-Ozonoterapia eseguita con il metodo dellaautoemoterapia ozonizzata (O3-AHT) sembrano idonee per correggere l’ipossia muscolare, l’alterazioneimmunologica e lo stress ossidativo cronico presente in tali affezioni. Inoltre, l’induzione del senso di be-nessere può effettivamente combattere il grave affaticamento di molti pazienti. Tuttavia la medicina ufficialerifiuta tale approccio metodologico. Una buona ragione è la mancanza di dati medici e tale problema ci haspinto a riportare i nostri risultati molto incoraggianti in tre pazienti con CFS ed in cinque pazienti con fi-bromialgia. Una importante osservazione è che tale terapia non deve essere rigidamente eseguita con unoschema prefissato di cicli, ma deve essere continuata per molti mesi a seconda dello stadio e della rispostadel paziente.

Ricevuto il 05.09.2002

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A Novel Therapeutic Option for Chronic Fatigue Syndrome and Fibromyalgia E. Borrelli

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Introduction

Chronic fatigue syndrome (CFS) and fi-bromyalgia are frustrating illnesses characterizedby a number of signs and symptoms among whichpredominate severe fatigue and a flu-like syn-drome that profoundly disable patients. CFS hasalso been named chronic mononucleosis syn-drome, chronic Epstein-Barr virus (EBV) syn-drome, myalgic encephalitis and postviral syn-drome suggesting that the initial cause of the dis-ease was believed to be a viral infection 1,2. In spiteof the fact that more than 4.000 papers have beenpublished on CFS 3, its aetiology and pathophysi-ology remain ambiguous, but it cannot be excludedthat CFS is first triggered by an undefined viral orbacterial infection able to induce a chronic infec-tion with a concomitant immunological dysregula-tion 4-8. Interestingly, De Meirleir et Al 9 confirmedSuhadolnik et Al 10 ‘s finding of an increased levelof 2-5 A synthetase in lymphocytes of patients withCFS. This enzyme is an excellent biomarker of anunderlying interferon (IFN) synthesis and IFNrepresents the prototypic cytokine causing a flu-like syndrome 11,12.

However, we cannot say whether a primary in-fection is also responsible for the disturbance ofthe hypothalamic-pituitary-adrenal axis (HPA)characterized by low circulating cortisol, dysregu-lated secretion of central neurotransmitters (sero-tonin, opioids, arginine vasopressin) and growthhormone 13. Although the latter disturbance is con-troversial 14,15, it must be kept in mind becausegrowth hormone regulates the hepatic synthesisand release of somatomedin C, which is a mediatorof muscle homeostasis possibly implicated inmuscle pain. This aspect can be connected to themuscular alterations detected in patients withCFS16, characterized by mitochondrial dysfunc-tion and oxidative damage documented by an in-creased level of 8-hydroxy-2-deoxyguanosine innuclear DNA and malonyldialdehyde in super-natants of muscle homogenates.

Relevant collateral findings have been an im-paired oxygen delivery to muscle and a lower rateof creatinine phosphate resynthesis following high-intensity exercise in CFS patients compared tonormal subjects 17.

Fibromyalgia is another obscure syndrome thatoverlaps with CFS. In Italy, it is considered a dis-ease causing considerable socio-economic prob-lems, since it affects about six million people, pre-dominantly women between the ages of 25 to 60years. The disorder is characterized by muscu-loskeletal pain, stiffness, easy fatigability, exhaus-tion and frequent association with headache, unre-freshing sleep, irritable bowel syndrome and dys-

menorrhea. Moldofsky et Al 18 demonstrated that adisturbance of stage 4 non REM sleep character-ized by alpha-wave intrusion into the delta rhythmmay play a role in the development of fi-bromyalgia.

The pulsatile secretion of growth hormoneclosely related to stage 4 sleep may therefore be-come impaired with consequent decreased releaseof somatomedin C and muscular damage 16.

It is not surprising that the following orthodoxtreatments have been tested: antivirals (acyclovir,IFN alpha, immunoglobulin G), antidepressants(fluoxetine, amitryptiline, hypericum extract), anti-inflammatory drugs (a variety of cyclo-oxygenase1 inhibitors, corticosteroids) and metabolic drugs(vitamin B12, magnesium pidolate, Q10 coenzyme,carnitine, nicotinamide adenine dinucleotide).They have proved to be scarcely effective andsome of them exert adverse effects 19. Prolongedrest similar to the deconditioning process occur-ring during ageing 20 is ineffective or harmful. Onthe contrary, graded exercise therapy (GET) 21,22

and cognitive behavioural therapy (CBT) 23-25 ad-ministered by specialized therapists appears to bean effective intervention for CFS patients.

A working group set up in 1998 to review themanagement of CFS published a report in 2001(Report of the Working Party, 2001) 26 and hasreached a fairly large consensus on the beneficialeffects of GET and CBT. However, Clark et Al 27

pointed out that “none of the rehabilitation ap-proaches is intended to be curative, no approachhas been found to be beneficial for everyone, andall can be tainted by poor practice by therapistslacking proper understanding of the disorder”.Moreover, the report endorsed an additional ap-proach known as “pacing” which consists in bal-ancing activity and rest.

This state of uncertainty does not help patientsand compels us to propose a complementary treat-ment that has been quietly performed in the lastfew years yielding a major, often definitive, im-provement in most CFS patients. The treatment isbased on briefly treating the patient’s blood withoxygen-ozone followed by reinfusion in the donor.Unfortunately, orthodox medicine is strongly bi-ased towards Oxygen-Ozone Therapy despite thefact that unjustified bias is the antithesis of science.We are well aware of this and we doubt that it willever be contemplated in spite of having a preciserationale. Indeed ozonated autohaemotherapy(O3-AHT):

a) improves blood circulation and oxygen de-livery to ischaemic tissues,

b) corrects the dysimmunity due to a possibleprimary infection,

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 149-153, 2002

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draw only 100 ml of blood (either with a G 19 or21 needle) supplemented with 11 ml of Na Citrate3.8%. 100 ml of gas (O2-O3) was added (1:1 ratio)first with an ozone concentration of 20 µg/mlrising to 40 µg/ml after two weeks. Ozone concen-tration was precisely checked by photometry.Thus, the final maximal ozone dose was of 4 mg.After 10 min of gentle mixing, the ozonated bloodwas reinfused into the donor in about 10 min. Thethree CFS patients received 28, 32 and 40 initialtreatments (during 3.5, 4 and 5 months, respec-tively) followed by three months’rest. After thisperiod, we suggested resuming therapy if neces-sary.

Four of the five fibromyalgia patients receivedbetween 24 and 36 treatments depending upon theresponse to Ozone Therapy.As Loconte previouslyreported 32 we performed careful infiltration of 5ml of gas (O3 concentrations: 5-15 µg/ml) in someof the tender sites and trigger points, alternatively.All patients throughout the therapy were advisedto supplement their daily diet with vitamin C (0.5mg), n-acetyl-cysteine (0.6 mg) and a multivitamintablet (RD doses) including vitamin E, seleniumand alpha-lipoic acid.

Biochemical determinations: before starting thetherapy, we tested the total antioxidant capacity(TAS) of the patient’s plasma. Levels rangedwithin normal levels (1.3-1.8 mM). Occasionallywe tested the TAS level after ozonation and wefound that it was decreased by no more than 10%.Peroxidation levels (TBARS) barely increasedwith an ozone concentration of 20 µg/ml but theywere significantly increased after 40 µg/ml to indi-cate an effective reaction. As a further proof, a 20-30% of protein thiol groups were oxidized.Haemolysis always remained at negligible (0.1-0.4%) levels. These tests described elsewhere 29

make sure that ozone has indeed reacted withblood.

Results

The weakness of our work is due to the verylimited number of patients. However, the compli-ance was excellent and only one dropped outduring treatment: as the patients slowly foundbenefit, they were enthusiastic to continue thetherapy. Of the three CFS patients, most of thesymptoms decreased after 3.5 and 3 months, re-spectively of continuous therapy. All of them wereand felt practically normal six months after the ini-tial treatment. No side effects were reported andall of them experienced a feeling of renewed en-ergy and euphoria.

c) corrects the endogenous chronic oxidativestress by upregulating the antioxidant system and

d) induces, without side effects, a state of well-ness and euphoria consequent to the precisely cal-culated oxidative stress on blood (ex vivo) that actsas a “therapeutic shock”.

A decade long period of biological and clinicalstudies (reviewed in Bocci 28,29) completely over-looked by official medicine, support the validity ofproperly performed Ozone Therapy.

Patients and Methods

Owing to the limitation of recruiting patientsthis is an open, preliminary trial where patients arecompared to those without treatment. The diag-nosis of CFS was made on the basis of the defini-tion of the disease made by the US Centers forDisease Control and Prevention 30. This includesthe manifestation of several physical symptomssuch as severe fatigue during the last six monthsand at least four of the following symptoms: 1) sorethroat, fever, muscle pain, multi-joint pain, fre-quent headaches, unrefreshing sleep, impairedmemory and post-exertional malaise. The Britishcriteria 31, that insist on the presence of mental fa-tigue, was also taken into consideration.

The study population consisted of three patientswith CFS (one man: age 47 and two women: age 51and 55) and five patients (one man and fourwomen: mean age 51.5 ± 2.3 years) with fi-bromyalgia. In this case, the diagnosis was made ifat least 11 of the 18 tender points designated by theAmerican College of Rheumatology, elicit painwhen pressed. These patients reported easy fatiga-bility, muscle weakness, sleep disturbance and twohad frequent headaches.

Pressure over tender sites very often elicitedconsiderable but transitory pain. All of these pa-tients had suspended medical treatments for atleast three months. A few patients with depressivedisorders taking antidepressants and other drugswere excluded. Before Ozone Therapy, patientswere informed that the treatment was experi-mental but it had a rational basis and did not yieldtoxic effects.All patients signed a specific informedconsent form.

The therapy consisted of O3-AHT twice weekly(monday and thursday or tuesday and friday). TheO3-AHT treatment in several pathologies hasbeen repeatedly approved by the Ethical Com-mittee of the University of Siena.

This was performed with an atoxic, optimizedprocedure using glass flasks under vacuum (noplastic autotransfusion bag!) as described in theappendix 29. We have been very cautious and with-

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A Novel Therapeutic Option for Chronic Fatigue Syndrome and Fibromyalgia E. Borrelli

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Of the five fibromyalgic patients, four showed adefinitive improvement after six months whereasone woman had very poor venous access and com-plained of blood extravasation. After four treat-ments she was dissatisfied and dropped out. Wesuggested trying rectal insufflation of O2-O3 butshe did not accept. The problem of difficult venouspuncture is rare but is real and now we can pro-pose the option of quasi-total body exposure toO2-O3 that is not invasive and quite practical 34.During the therapeutic session we take care to talkto the patient and explain the various biological ef-fects resulting from the interaction of blood withozone. Most of the patients appreciate the conver-sation and we believe that this is part of the treat-ment. What its relative role is in comparison toOzone Therapy remains to be clarified.

Finally, the infiltration of O2-O3 in both tenderand trigger points of fibromyalgic muscles de-serves a comment. Although they cause a transi-tory (3-5 minutes) pain, they usually elicit a diffuseanalgesic effect after 5-8 infiltrations repeatedevery week.

Discussion

Standardized medical care (antidepressants, glu-cocorticoids, immunotherapy and metabolic drugs)is scarcely beneficial and with some side effects inCFS patients. Although GET 21,22 and CBT 23-25 ap-pear to represent an effective intervention, they donot entirely solve the problem of two similar syn-dromes that are likely due to a number of patho-genetic factors. During the last seven years of clin-ical experimentation in vasculopathic and in age-related macular degeneration patients 29, we consis-tently noted that O3-AHT often yields a feeling ofwell being and euphoria. This result is interestingand we can only speculate that the reasons forthese positive effects are due to a functionalrestoration of hormonal and neurotransmitterfunctions. Why not then try the “therapeuticshock” of O3-AHT in patients plagued by fatigueand depression? Moreover, Ozone Therapy maychange the vicious circle due to a chronic oxidativestress and deranged muscle metabolism. The clin-ical results so far obtained appear to justify the useof ozone in this frustrating pathology. It is worthnoting that Ozone Therapy is effective because it isable to activate simultaneously several metabolicpathways that have gone astray. This also explainswhy CBT 23-25, that certainly involves the psycho-neurohumoral system, is somehow more effectivethan using single conventional drugs. Obviously,our data need to be expanded and compared witha group of patients treated with CBT. The use of a

placebo (single autotransfusion or only oxy-genated blood) would be interesting, but these pa-tients are severely distressed and randomisationappears unethical.

A few observations ought to be kept in mind forthe future. Our schedule and the volume of bloodexposed to O2-O3 may not have been optimal be-cause the clinical improvement has progressedslowly. While we are insisting 29 on the validity ofthe strategy “start low, go slow”, we may have beentoo cautious.

The schedule of two treatments per week ap-pears valid and well accepted by patients but whilewe should start with a 100 ml volume of blood andan ozone concentration of 20 µg/ml, during a fourweek period, we should escalate the blood volumeto the maximum of 225 ml and an ozone concen-tration of 40 µg/ml. It also appeared clear that apriori we cannot fix a number of treatments (say 12or 16 to be performed in 1.5 or 2 months) because,understandably, each patient responds differentlyto the therapy. In our case, among CFS patients, wenoted one slow, one medium and one rapid re-sponder. Consequently, we must adjust the cycleand maintenance therapy to the single patient andnot to a fixed, meaningless scheme. This is an as-pect that ought to be extended to other patholo-gies.

In the case of fibromyalgia, our statistics arevery meagre compared to those reported by Lo-conte 32 and Cosentino et Al 33. The latter group de-termined a complete response in about 40% of pa-tients while Loconte 32 claimed to achieve total re-mission in 60% of patients. In our case, four pa-tients had an excellent response and this is mostlikely due to our far longer treatment schedule.The direct infiltration of tender sites and triggerpoints can be compared with the “chemicalacupuncture” 29 performed in the paravertebralmuscles for the problem of backache and is inter-preted to activate the anti-nociceptive system viathe descending analgesic neuronal complex. It maybe interesting to evaluate the local infiltration of asmall volume of ozonated blood that may lead to acomplete normalisation of nociceptors. As we areopening a Regional Ozone Therapy Center at theUniversity Hospital in a few months, we hope thatwe will be able to recruit more patients and extendthese initial observations.

AcknowledgementsWe acknowledge linguistic revision by Mrs. Helen Carter andcareful editorial work by Mrs. Patrizia Marrocchesi.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 149-153, 2002

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29 Bocci V: Oxygen-Ozone Therapy. A critical Evaluation.Kluwer Academic Press, London, England, 2002.

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31 Sharpe M, Archard LC et Al: A report-chronic fatigue syn-drome guidelines for research. J R Soc Med 84: 118-121,1991.

32 Loconte S: La sindrome fibromialgica primaria. Proceed-ings I Congresso IMOS, Italia, Siena: 40, 2-4 novembre2000.

33 Cosentino R, Manca S et Al: Efficacia dell’Ozonoterapianella sindrome fibromialgica. Proceedings I CongressoIMOS, Italia, Siena: 30, 2-4 novembre 2000.

34 Bocci V, Borrelli E et Al: Quasi-total body exposure to anoxygen-ozone mixture in a sauna cabin. Eur J Appl Physiol80: 549- 554, 1999.

Prof. Velio BocciDepartment of PhysiologyUniversity of Sienavia A. Moro53100 Sienae-mail: [email protected]

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Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 154, 2002

ESCI 2003

Verona, Italy, 2-5 April 2003

37 th Annual Scientific Meeting of the

European Societyfor Clinical Investigation

The Pathophysiology of Diseases:from Bench to Bedside

Segreteria Scientifica

Prof. Giovanni RicevutiPresidente SIOOT

Professore di Medicina InternaUniversità degli studi di Pavia

E-mail: [email protected]

Per informazioni

http://labtime.unipv.it/esci2003/iscrizione.html

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 155-158, 2002

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Trattamento delle malattie infiammatoriecroniche dell’intestino medianteOssigeno-Ozonoterapia per via rettale

C.M. D’AMBROSIOCentro Medico Polispecialistico, Bergamo; Italy

RIASSUNTO - Viene valutata l’azione terapeutica di una miscela gassosa di ossigeno-ozono, insuf-flata per via rettale in pazienti affetti da IBD (m. di Crohn più colite ulcerosa). Sono stati arruolati trentamalati di IBD, 24 femmine e 6 maschi con età compresa fra i 22 e 76 anni, media 33,4.

La durata media della malattia era di 2,5 anni. Dei trenta casi, cinque erano di prima diagnosi. La te-rapia, standard per entrambe le patologie, consisteva nel trattare i pazienti con insufflazioni rettali di mi-scela gassosa O2-O3, con posologia di 300-400 ml per ogni seduta, a concentrazione iniziale elevata (60gamma), che veniva ridotta nel corso del trattamento. Anche la frequenza delle sedute veniva ridotta, dadue per settimana delle prime settimane, a una volta ogni 15 giorni delle ultime, per un totale di 30 sedute.I pazienti sono stati trattati dal 1994 al febbraio 2002. I risultati sono decisamente positivi (normalizza-zione stabile del quadro endoscopico) in circa il 50% dei casi (15), nei quali è stata sospesa ogni terapia.Risultati nulli o negativi in 4 casi. Dei 23 casi in trattamento classico, in 21 è stato possibile sospendere oridurre la terapia classica. I 4 casi non responsivi sono stati avviati al chirurgo.

Chronic Inflammatory Bowel Disease Treatedby Rectally Administered Oxygen-Ozone Mixture

Key words: oxygen-ozone, medical ozone, Crohn’s disease, ulcerative colitis

SUMMARY - We assessed the therapeutic effect of rectal insufflation of an oxygen-ozone mixture inpatients with inflammatory bowel disease (Crohn’s disease, ulcerative colitis). Thirty patients were enrolled,24 women and six men aged between 22 and 76 years, average 33.4 years, with an average disease durationof 2.5 years. Five of the thirty patients had been diagnosed for the first time.

The standard therapy for both diseases consists of rectal insufflations of an O2-O3 gas mixture at a doseof 300-400 ml at each session, initially at high concentration (60 gamma), subsequently reduced in the courseof treatment. The frequency of treatment sessions also decreased from two a week in the first weeks of treat-ment to once every two weeks in the last sessions for a total of 30 sessions. Patients were treated between 1994and february 2002. Outcome was positive (stable normalization at endoscopy) in 50% of patients who sus-pended all treatments. No change or negative outcome was found in four patients. Of the 23 patients receivingtraditional therapies, 21 suspended or reduced the treatment. The four patients who failed to respond to O2-O3 therapy were referred for surgery.

Ricevuto il 20.07.2002

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Trattamento delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino ... C.M. D’Ambrosio

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Cenni epidemiologici eziopatogenetici clinicie di terapia classica

Le malattie infiammatorie croniche dell’inte-stino (IBD) sono malattie diffuse nel mondo occi-dentale, colpiscono selettivamente i paesi indu-strializzati, come Europa Occidentale e NordAmerica, e sono caratterizzate da episodi flogisticiricorrenti dell’apparato digerente e non.

La frequenza è di 6-8 casi per 100.000 abitanti-anno per la colite ulcerosa, e di 2 casi per 100.000abitanti-anno per il morbo di Crohn; sono mag-giormente colpite le fasce giovani della popola-zione, le femmine più dei maschi; ne sono quasiesenti i neri, mentre gli Ebrei lamentano un’inci-denza di malattia di almeno 3 volte superiore allapopolazione caucasica.

L’eziologia è conosciuta, ma è certa una predi-sposizione genetica, perché nei collaterali di malatidi IBD, la frequenza della malattia è maggiore ri-spetto ai controlli e sono presenti caratteristichecome l’alterata permeabilità intestinale, che, purtalvolta asintomatica, documenta un terreno gene-tico comune. Essendo sconosciuta l’eziologia,come sempre succede in questi casi, sono state pro-poste le più varie cause, senza che ne sia stata pro-vata alcuna.

È quantomeno sorprendente il fatto che il fumo,mentre ha un’azione peggiorativa nel morbo diCrohn, ha invece un’azione protettiva sulla coliteulcerosa: i non fumatori si ammalano di colite ul-cerosa in percentuale maggiore rispetto ai fuma-tori, e, fra i non fumatori, sono particolarmente col-piti gli ex-fumatori 1,9.

Dal punto di vista anatomo-patologico, la coliteulcerosa presenta un interessamento della mucosae della sottomucosa, mentre il Crohn ha un coin-volgimento di tutta la parete; le lesioni della coliteulcerosa sono continue, mentre quelle del morbodi Crohn presentano ampi tratti di mucosa nor-male interposta alle lesioni. Nel Crohn sono fre-quenti fistole cutanee e/o mucose, e sono identifi-cabili lesioni granulomatose.

Le complicanze, come la cancerizzazione e ilmegacolon tossico, sono più frequenti nella coliteulcerosa; anche le complicanze extraintestinali (ar-trite periferica e/o assiale, uveite, nefrolitiasi, ipo-derma gangrenoso, cirrosi biliare primitiva, colan-gite sclerosante), sono più frequenti nella colite ul-cerosa, e nel caso del Crohn, sono più frequentinelle sue localizzazioni coliche più che ileali.

Istologicamente è tipica in entrambe le malattie,la drastica riduzione delle plasmacellule IgA, conaumento delle IgG, che normalmente non supe-rano il 5%, e dei T linfociti CD8, in favore deiCD4.

Nonostante le non lievi differenze fra le due ma-

lattie, in almeno il 10-15% dei casi non si riesce astabilire la diagnosi fra le due patologie.

La terapia delle IBD è basata classicamente sul-l’uso di cortisonici, salazopirina e derivati, eventual-mente immunosoppressori, come azathioprina o ci-clofosfamide, methonidazolo (Crohn), chirurgia.

Un accenno alla nuova terapia con anticorpi an-timonoclonali, terapia molto efficace, ma costosis-sima (remicade) e non scevra da effetti collateralianche importanti (gravi reazioni anafilattiche, piùfacili infezioni, anche specifiche).

Terapia con O3: valutazione e linee guida

La terapia con ozono viene impiegata con il du-plice scopo di curare la malattia e, contempora-neamente, di limitare e/o eliminare i farmaci clas-sici, che, in prospettiva, possono rivestire rischi nonindifferenti per i pazienti.

È noto che le IBD, di cui si ignora il primum mo-vens, sono patologie di lunga durata, senza unareale prospettiva di guarigione, e quindi le terapieapplicate finiscono per avere importanti conse-guenze, nel bene e nel male. Peraltro, in particolarenel morbo di Crohn, le consuete recidive obbli-gano a terapie complesse, con cortisonici e immu-nosoppressori, con impatto negativo sulla cene-stesi dei pazienti, spesso giovani e in prevalenzafemmine, che vanno non di rado incontro a seriproblemi psicodepressivi, il che rende ulterior-mente impegnativo e problematico il trattamento.

Ecco quindi la terapia con ozono, assolutamenteinnocua e incapace di creare complicanze di qual-siasi genere, se non per carenze operative.

I pazienti che si rivolgono ai nostri ambulatorinon sono generalmente malati nuovi: hanno pere-grinato per diversi studi medici e solitamente si ri-volgono a noi quando la terapia classica loro pro-posta è fallita, o è causa di effetti collaterali mal tol-lerati; nel nostro caso specifico, i pazienti vergini ditrattamento che accedono alle nostre cure sonouna netta minoranza, che però è in ascesa negli ul-timi anni, probabilmente a causa della aumentataconoscenza delle nostre terapie da parte sia delpubblico in generale, sia dai medici di famiglia. Èquindi evidente che al momento della nostra valu-tazione, il paziente è in terapia con i farmaci clas-sici, o li ha dismessi da poco: si prospettano quindidue possibilità: se il paziente è vergine di qualsiasitrattamento, si inizia subito con Ozonoterapia, conl’eccezione che dirò in seguito, se invece è già incorso una terapia con salazopirina o derivati e consteroidi, questa non viene sospesa subito, ma saràgradualmente ridotta e poi eliminata col prose-guire dell’Ozonoterapia e secondo l’andamentoclinico: prima si riduce e poi si sospende il corti-

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 155-158, 2002

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sone, in seguito si annulla anche la salazopirina.L’eccezione di cui sopra è questa: se il paziente,nuovo malato o meno, già in terapia o meno, ha ungrado di acuzie clinica particolarmente grave (te-nesmo rettale, scariche diarroiche giornaliere nu-merose, astenia, dimagrimento, malessere generale,stato depressivo), è bene iniziare con alte dosi disteroide per alcuni giorni, al fine di ridurre l’acuziee rendere possibile il trattamento per via rettale:infatti, in questi casi, l’eccessivo tenesmo rendepoco tollerabile il catetere rettale, e la stimolazionelocale rende difficile se non impossibile, trattenereil gas insufflato da parte del paziente.

La terapia con ozono viene effettuata, in questepatologie, con insufflazioni rettali: sull’uso diquesta via esistono importanti precedenti espe-rienze di Carpendole nella cura della diarrea daAIDS 7, e di Koch e Kley 8.

Prima di iniziare la cura, è indispensabile, ovvia-mente, una valutazione clinica preliminare del pa-ziente, con controllo di alcuni essenziali parametridi laboratorio, come emocromo, sideremia, ferriti-nemia, funzionalità epatica, funzionalità renale, in-dici di flogosi, sottopopolazioni linfocitarie; ele-menti importanti sono anche la durata della ma-lattia, l’esclusione di complicanze che esigono untrattamento immediato e diverso (megacolon tos-sico, cancerizzazione), disponibilità di esame colon-scopico recentissimo, comprensivo dell’istologia.

Nelle prime sedute alcuni pazienti, particolar-mente emotivi, devono essere opportunamente se-dati: questa necessità non è però frequente e ri-guarda più i maschi che le femmine. Altri pazienti,in ragione del sanguinamento intestinale, si pre-sentano con una anemia ipocromica microciticaiposidermica, per cui si gioveranno di supporti

marziali, preferibilmente per os, o, in alternativa, difleboclisi di ferro endovena. È importante saggiarela tolleranza dei pazienti alla terapia per via ret-tale, condizionata sia da remore psicologiche, siada reattività individuale, sia forse da particolaritàanatomiche: sembra che i pazienti con dolicocolonabbiano una tolleranza minore, ma i casi osservatiin questo senso sono pochi e non permettono af-fermazioni assolute. In considerazione di tutto ciò,la posologia iniziale di miscela deve essere mo-desta, dell’ordine dei 100-150 ml, fino al massimotollerato, che comunque in genere non supera i 400ml, o, raramente, i 500 ml: in letteratura sono ri-portate posologie maggiori, di 750 ml o più, checonsideriamo pericolose. La concentrazione ini-ziale è elevata, dell’ordine di 60-70 gamma, utile siaper contrastare la diarrea, sia per la sua azioneemostatica. Nel giro di 3-4 sedute, la posologia

Figura 1 Incidenza per 10n (n = 5) popolazione.Figure 1 Incidence per 10n (n=5) population.

Popolazione / Population

Ebrei Caucasici NeriJewish Caucasian Black

Posologia: quantità di miscela in ml.Dosage of mixture in ml.

700

600

500

400

300

200

100

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 26

60-70 γ /ml 50 γ /ml

SettimaneWeeks

Figura 2 Schema terapeutico.Figure 2 Therapeutic scheme.

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Trattamento delle malattie infiammatorie croniche dell’intestino ... C.M. D’Ambrosio

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viene portata al massimo tollerato: la cadenza è didue volte per settimana.

Quindi, sul piano pratico, per una persona dimedia corporatura, si procede con 150 ml che ven-gono aumentati nel giro di 4 sedute, cioè in due set-timane, a 400 ml, posologia con la quale si continuaper due volte alla settimana per 5 settimane;quando si arriva alla posologia massima, la con-centrazione viene ridotta a 50 gamma/ml, quindi sipassa a una volta alla settimana per 10 settimane;secondo l’andamento clinico, si riduce poi ulterior-mente la frequenza a una seduta ogni 10 giorni peraltre 6 volte, fino a 30 sedute complessive. Si arrivacosì a circa 27 settimane dall’inizio della terapia: aquesto punto si ricontrollano i parametri ematolo-gici e la colonscopia e, in base ai singoli casi, si de-cide se continuare con un mantenimento di una se-duta ogni 15-30 giorni, o con un nuovo ciclo a dosiridotte dopo 6 mesi, cosa che noi preferiamo.

Il materiale necessario è costituito da un cate-tere femminile di numero fra 14 e 18, una siringada 50 ml, un Klemmer, una apparecchiatura ozo-nizzatrice, (noi usiamo una macchina MultiossigenPM98 HF dotata di fotometro U.V. e filtri liquidi).

Si introduce il catetere dopo opportuna lubrifi-cazione; si riempie poi la siringa di miscela O2-O3,alla concentrazione desiderata, e si insuffla lenta-mente attraverso il catetere; di solito per far bencombaciare il beccuccio della siringa con quello delcatetere, è necessario tagliare una piccola parte dicirca 1 cm di quest’ultimo; dopo aver introdotto ilgas, si pinza il catetere col Klemmer, si riempie nuo-vamente la siringa, si insuffla nuovamente, e cosìvia fino alla quantità totale desiderata.

Altri hanno proposto di impiegare cateterilunghi, e introdurli il più possibile, in realtà nonsembrano esservi differenze nei risultati, a secondadella lunghezza del catetere.

I risultati sono certamente positivi in circa il

50%, con normalizzazione stabile del quadro en-doscopico. In questi pazienti e stata sospesa ogniterapia; di 30 pazienti in trattamento classico, in 15è stato possibile sospendere la terapia classica e in11 è stato possibile ridurla. I 4 casi non responsivisono stati avviati al chirurgo: il primo, donna di 38anni, con colectomia totale e ano sigmoideo, clini-camente guarita; il secondo, donna di 58 anni, connumerose recidive di Crohn, è stata operata peruna fistola che andava a interessare il muscolopsoas di destra; il terzo, uomo di 60 anni, manager,con una grave acuzie e problemi psichici e unquarto, donna giovane, con colite ulcerosa dall’etàdi 6 anni e cancerizzazione a 26, con esito infausto.

La figura 2 evidenzia sinotticamente la terapiaproposta.

Rimane da indagare l’effetto dell’ozono a livellosia intestinale che sistemico.

Il problema più ostico da affrontare è quellodella standardizzazione della metodologia, indi-spensabile per la possibilità di lavori policentrici: lamancata uniformità sia delle metodiche, sia dellequantità di gas da erogare, rendono inaffidabile lavalutazione globale dei risultati; oltre a ciò, nellaterapia per via rettale, la quota di gas assorbita nonè quantizzabile, dipendendo da una serie di va-rianti fra le quali, la più importante, la condizionedella mucosa intestinale; nelle IBD per altro, l’a-zione è soprattutto a livello di mucosa, ove il con-tatto diretto con la miscela può giustificare la de-tersione delle lesioni ulcerose.

È opinabile un’azione dell’ozono a livello sia deiT linfociti della mucosa sia degli immunociti, concorrezione dello sbilanciamento CD4/CD8 eIgA/IgG, tipico delle IBD; è anche possibile un’a-zione sulla quota di alcune importanti citochinecome IL6 e IL8, aumentate e, a differenza di altre(IL1, TNFalfa e INFgamma), misurabili nel plasmadi questi malati.

Bibliografia1 Benoni C, Nilsson A: Smoking habits in patients with in-

flammatory bowel disease. Scand J Gastroenterol 22: 1130-1136, 1987.

2 Bocci V, Paulesu L: Studies on the biological effects of ozone1. Induction of interferon gamma on human leucocytes.Haematologica 75: 510-515, 1990.

3 Bocci V, Luzzi E et Al: Studies on the biological effects ofozone: 3. An attempt to define conditions for optimal induc-tion of cytokines. Lymphokine CytokineRes 12: 121-126, 1993.

4 Bocci V, Luzzi E et Al: Studies on the biological effects ofozone: 5. Evaluatìon of immunological parameters and tol-erability in normal volunteers receiving ambulatory auto-haemotherapy. Biotherapy 7: 83-90, 1994.

5 Bocci V, Luzzi E et Al: Studies on the biological effects ofozone: 6. Production of transforming growth factor Betal byhuman blood after ozone treatment. J Biol RegulatHomeost Agent 8: 108-112, 1994.

6 Bocci V: Ozone as a bioregulator. Pharmacology and toxi-cology of Ozone Therapy today 10 (2/3). J Biol RegalatHomeost Agent: 31-53, 1996.

7 Carpendale MT, Freeberg J, McLeod Griffiss J: Does Ozonealleviate AIDS diarrhea? J Clin Gastroenterol 17: 142-145,1993.

8 Knoch H-G, Klug W: Ozon-sauerstoff-Therapie der Prok-titis. Med Welt 41: 371-374, 1990.

9 Prantera C, Korehtz BI: La malattia di Crohn by Mediserves.r.l., 1997.

Dr Cesare M. D’AmbrosioCentro Medico Polispecialisticovia Passo del Vivione n°7 Bergamoe-mail: [email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 159-163, 2002

159

Terapia delle IBD mediante Ozonoterapiaper via rettaleValutazione delle variazioni indotte dall’ozono

a livello intestinale

C.M. D’AMBROSIOCentro Medico Polispecialistico, Bergamo; Italy

RIASSUNTO - Scopo del presente lavoro è quello di documentare le variazioni macro e microsco-piche indotte a livello intestinale dalla terapia con ozono per via rettale, in pazienti con malattie infiam-matorie croniche (colite ulcerosa e morbo di Crohn) dell’intestino. Su 86 biopsie ottenute per via endo-scopica, si valutano i valori dei T linfociti e delle IgA secretorie in pazienti sani e con IBD, in terapia clas-sica e in terapia con ozono. Mentre vengono riconfermate le alterazioni del quadro immunoilogico nelleIBD in fase attiva, se ne documenta la remissione e la normalizzazione durante la terapia sia classica checon ozono.

Inflammatory Bowel Disease Treated by RectallyAdministered Oxygen-Ozone MixtureOzone-Induced Bowel Changes

Key words: oxygen-ozone, medical ozone, Crohn’s disease, ulcerative colitis

SUMMARY - This study assessed the macroscopic and microscopic bowel changes induced by rectalinsufflation of an O2-O3 mixture in patients with chronic inflammatory bowl disease (ulcerative colitis andCrohn’s disease). T lymphocytes and secreted IgA were counted in 86 endoscopic biopsies from healthy sub-jects and patients with inflammatory bowel disease receiving traditional treatment and Ozone Therapy.Whereas immunological changes were confirmed in active bowel disease, a remission and normalization wasfound during traditional treatment and O2-O3 Therapy

Ricevuto il 20.07.2002

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Terapia delle IBD mediante Ozonoterapia per via rettale C.M. D’Ambrosio

160

Introduzione

Sono note le alterazioni che le malattie infiam-matorie croniche (IBD) determinano, a livello in-testinale nella composizione percentuale dei linfo-citi T e degli immunociti.

Nella mucosa intestinale dell’individuo in condi-zioni fisiologiche, noi sappiamo che a livello epite-liale è presente una prevalenza dei linfociti CD8positivi rispetto ai CD4; è già stato affermato chequesto assetto riflette un momento finalistico, alloscopo di rendere meno aggressivo il potenziale an-tigenico del contenuto intestinale. Analogamente,gli immunociti IgA sono assolutamente prevalentisugli IgG (5%): le IgA hanno un’importante fun-zione a livello intestinale: le carenze selettive diIgA, generalmente congenite ed ereditarie, preve-dono spesso, anche se talvolta asintomatiche, unostato dissenterico, unitamente ad altre patologie,specie a livello respiratorio.

Nelle IBD, per contro, il rapporto CD4/CD8 èfortemente sbilanciato a livello dei primi, mentregli immunociti IgA diventano percentualmenteminoritari rispetto agli IgG.

Materiale e metodi

Il materiale dello studio è costituito da 86biopsie ottenute in colonscopia di soggetti con mu-cosa sana e di soggetti con varie patologie intesti-nali. Con le manovre endoscopiche è stato altresìeffettuato, oltre al prelievo bioptico, anche un pre-lievo di secreto intestinale, sul quale sono state va-lutate le concentrazioni di IgA presenti.

Per quanto riguarda le biopsie, il tessuto perve-nuto fresco è stato sottoposto a trattamento al finedi ottenere sospensioni cellulari idonee per essereprocessate per l’analisi di citofluorimetria a flusso,utilizzando un’apparecchiatura FACSan Analyser(Necton Dickinson).

Gli anticorpi monoclonaliutilizzati sono stati:CD3: pan-TCD19: pan-BCD4: linfociti T helperCD8: linfociti T suppressorCD45: LCA (Leucocyte common Antigen)In 27 casi non è stato eseguito l’esame per scar-

sità o alterazioni del tessuto pervenuto.Nei 59 casi idonei è stata calcolata la percentuale

di linfociti B (CD19 - positivi), la percentuale di lin-fociti T (CD3 - positivi) ed il rapporto CD4/CD8(CD3-CD4-positivi e CD3-CD8-positivi).

La tabella 1 documenta i numeri relativi a cia-scuna biopsia.

In riferimento alla valutazione delle IgA è statausata un’apparecchiatura APS (Array Protein

System) metodo immunologico nefelometrico(ditta Beckman). questa apparecchiatura opera au-tomaticamente una diluizione 1:36 del campione disecreto intestinale; in caso di assenze di IgA riducela diluizione a 1:6, e in caso di nuova negatività, va-luta il valore delle IgA sul campione non diluito.

La tabella 2 evidenzia alcuni esempi di misura-zione delle IgA con riferimenti al testo.

Risultati

Per ciò che concerne gli individui sani, si con-ferma quanto già noto, sulla prevalenza dei CD8 edelle plasmacellule IgA a livello epiteliale. A scopoesemplificativo si citano i numeri 9-10-13-17-19-28-40-69, che, con quadro endoscopico normale, hannoun rapporto di CD4/CD8 tra 0.1 e 0.4, come si puòverificare nella tabella 1. Per contro, i casi di IBD inattività, come i numeri 14-15-20-26, hanno un’inver-sione del rapporto, com’è normale attendersi.

A titolo esemplificativo, si riporta il quadro en-doscopico del numero 13, normale, del numero 15,morbo di Crohn da anni, in terapia classica, e delnumero 14, rettocolite ulcerosa in fase attiva, pre-sente da un anno, in terapia classica, entrambe,come si può notare, in scarsa o nulla remissione.Sempre considerando la tabella 1, nei casi citativiene confermata la presenza di un alterato rap-porto CD4/CD8, invertito. Altri tipi di colite di-versa dalle IBD, come la numero 42, colite ische-mica e la numero 52 (vedi descrizione), sigmoiditeaspecifica, hanno un quadro T linfocitico di nor-malità; stesse considerazioni sono riferibili allapresenza di IgA.

Sono stati individuati alcuni casi discordanti,come il numero 44, emicolectomia destra pregressaper neoplasia, quadro endoscopico attualmentenormale in esiti, con marcata prevalenza dei CD4,e il numero 69, con quadro anomalo per le IgA.

• Caso 13

Data: 22/07/1998Nome: B.R.Età: 67Sex: MEndoscopia: 876Città: Curno (Bg).Anamnesi: al clisma alterazioni (fisiologiche?) al

passaggio rettosigma.Descrizione endoscopica: eseguita esplorazione

del retto, sigma-discendente. La mucosa esplorataappare nella norma. Lenta la distensione del sigmaall’insufflazione gassosa. Non evidenti segni di pa-tologia.

Annotazioni: sedazioni con ipnovel + buscopan.L’endoscopista: S.S.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 159-163, 2002

161

n° % linfociti % linfociti n° linfocitibiopsia B T CD4/CD8 T totali

1 5 92 0,2 1800

2 38 61 1,8 6000

3 20 77 0,7 3000

4 inadeguato

5 25 58 1 3500

6 6 92 1 2700

7 30 70 0,4 350

8 2 98 4,2 1000

9 23 72 0,1 2600

10 9 91 0,2 6000

11 inadeguato (cellularità scarsa)

12 18 79 4,8 5000

13 6 91 0,5 600

14 51 49 4,2 9200

15 15 81 2,5 1800

16 inadeguato (cellularità scarsa)

17 1 91 0,1 1000

18 inadeguato (cellularità scarsa)

19 1 95 0,1 1100

20 52 48 3,7 4800

21 10 85 0,7 400

22 inadeguato (cellularità scarsa)

23 inadeguato (cellularità scarsa)

24 inadeguato (cellularità scarsa)

25 inadeguato (cellularità scarsa)

26 23 71 1,9 280

27 non eseguito

28 13 70 0,4 150

29 5 91 0,2 180

30 4 58 0,4 230

31 49 38 2,2 350

32 30 56 0,7 400

33 inadeguato (cellularità scarsa)

34 42 47 1,4 1000

35 inadeguato (cellularità scarsa)

36 31 58 0,6 650

37 70 26 2,2 800

38 70 30 1 550

39 inadeguato

40 21 79 0,4 1400

41 10 90 1,8 1600

42 3 90 0,6 1000

43 60 38 4,5 500

n° % linfociti % linfociti n° linfocitibiopsia B T CD4/CD8 T totali

44 57 37 6,9 4000

45 20 80 1 210

46 7 93 0,1 1250

47 4 96 0,1 560

48 4 79 0,3 1100

49 60 40 2,1 160

50 0 100 1,1 140

51 5 92 0,4

52 36 62 0,5

53 18 72 0,7

54 26 72 0,5

55 inadeguato

56 5 92 0,1

57 inadeguato

58 inadeguato

59 63 35 2,2

60 8 86 0,4

61 7 90 0,3

62 inadeguato

63 13 76 0,4

64 15 70 0,7

65 inadeguato

66 inadeguato

67 1 98 5

68 inadeguato

69 1 92 0,01

70 30 70 0,6

71 52 47 0,24

72 inadeguato

73 inadeguato

74 20 65 0,09

75 inadeguato

76 9 71 0,57

77 18 72 0,08

78 16 80 0,15

79 5 92 0,52

80 52 48 0,2

81 8 85 1,9

82 inadeguato

83 inadeguato

84 inadeguato

85 inadeguato

86 inadeguato

Tabella 1Table 2

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Terapia delle IBD mediante Ozonoterapia per via rettale C.M. D’Ambrosio

162

• Caso 14

Data: 22/*07/1998Nome: C.F.Età: 43Sesso: MEndoscopia n° 877Città: Lecco.Anamnesi: rettocolite ulcerosa.Descrizione endoscopica: Ndr all’ispezione della

regione anale, esame condotto fino al ceco. Emor-roidi interne di primo grado, congeste; mucosa delretto e del sigma fino a 35 cm estremamente fria-bile di aspetto finemente granuloso, con sangue fi-brina e muco ed ulcerazioni superficiali; da 35 cmfino alla flessura destra petecchie, muco ed aspettogranuloso della mucosa; al colon destro solo rarepetecchie. Biopsia: 1 retto, 2 sigma, 3 trasverso, 4flessura destra, 5 ceco.

Diagnosi: rettocoliteulcerosa in fase attiva.Annotazioni: sedazioni con ipnovel + buscopan.

• Caso 15

Data: 24/07/1998Nome: A.A.Età: 31Sesso: FEndoscopia n° 884Città: Telgate (Bg)Anamnesi: morbo di Crohn.Descrizione endoscopica: esame condotto fino al-

l’ultimo tratto ileale. Piccoli fibromi del canaleanale; lungo tutto il colon presenzadi micropolipi epseudo polipi infiammatori, non lesioni ulcerose,non fibrinane muco. Valvole ileocecale di aspettocongesto, si supera per 3 cm circa, mucosa ileale diaspetto finemente granuloso, ma indenne. Biopsia: 1a 20 cm, 2 a 40 cm, 3 valvola versante cecale, 4 ileo.

Diagnosi: morbo di Crohn.Annotazioni: sedazioni con ipnovel + buscopan.L’endoscopista: F.N.

• Caso 52

Data: 04/11/1998Nome: N.C.Età: 68Sesso: FEndoscopia n°1320Città: Nembro (Bg).Anamnesi: Sigmoidite epoliposi.Descrizione endoscopica: eseguita pancolon-

scopia. Il sigma ed il discendente hanno una mu-cosa eritematosa, non ben distendibile all’insuffla-zione gassosa: biopsie. Due piccoli diverticoli nonrisono osservati polipi fino al cieco.

Diagnosi: Sigmoidite.Annotazioni: sedazioni con ipnovel + buscopan.L’endoscopista: S.S.

• Caso 71

Data: 30/11/1998Nome: C.B.C.Età: 33Sesso: FEndoscopia n° 1450Città: Zandobbio (Bg).Anamnesi: Rettocolite ulcerosa.Descrizione endoscopica: esame condotto fino

alla giunzione cieco-ascendente ed interrotto pernotevole dolorabilità provocata. Modestissimacongestione della mucosa del retto, normale tuttoil restante tratto esplorato per colore, disegno va-scolare ed lustratura.

Diagnosi: R.C.U. in remissione.Annotazioni: sedazioni con ipnovel + buscopan.L’endoscopista: F.N.

Chim Risultato Unità Diluizione

Caso 30 IGA < 40,0 MG/DL 1:36

IGA < 6,67 MG/DL 1:6

IGA 4,45 MG/DL intero

Caso 40 IGA < 40,0 MG/DL 1:36

IGA < 6,67 MG/DL 1:6

IGA 2,55 MG/DL intero

Caso 46 IGA < 40,0 MG/DL 1:36

IGA 7,92 MG/DL 1:6

Caso 48 IGA 73,3 MG/DL 1:36

Emolisi

Caso 56 IGA < 40,0 MG/DL 1:36

IGA < 6,67 MG/DL 1:6

IGA 5,07 MG/DL intero

Caso 69 IGA < 40,0 MG/DL 1:36

IGA 10 MG/DL 1:6

Caso 77 IGA < 40,0 MG/DL 1:36

IGA < 6,67 MG/DL 1:6

IGA 1,18 MG/DL intero

Tabella 2Table 2

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 159-163, 2002

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Se ora si considerano le IBD in buona remis-sione, si sottolinea il ritorno alla normalità deiparametri indicati, con correzione dello sbilancia-mento T linfocitario sia in caso di terapia classica,numero 77, sia in caso di Ozonoterapia, come lanumero 56, la 71 (vedi descrizione) e la numero 84,di cui non è stato possibile eseguire la biopsia permateriale inadeguato, ma che presenta una norma-lizzazione delle IgA.

È interessante il particolare che, in caso di IBDin remissione, il quadro di ripristinata normalizza-zione è analogo quale che sia la terapia operante,sia cioè che si sia trattato di terapia classica, sia chesi sia trattato di Ozonoterapia: esemplari sono daquesto punto di vista i casi 46 e 48, in terapia clas-sica, e i casi 29, 30 e 42 in terapia ozonizzante.

Conclusioni

Dalle valutazioni globali di tutti i dati raccolti, siconferma, che in caso di terapia valida indipen-dentemente dal particolare che si tratti di terapiaclassica o di Ozonoterapia, la normalizzazione cli-nica ed endoscopica si accompagna a ripristino delquadro istologico fisiologico.

La terapia con ozono ha una potenzialità di suc-cesso sovrapponibile alla terapia classica, col nonmodesto vantaggio di non presentare effetti colla-terali e per tanto di poter essere continuata e/o ri-presa senza rischi di alcun genere.

In caso di remissione della malattia, il quadroendoscopico normalizzato non presenta segni easpetti che possono far risalire al tipo di terapiaeseguita, cioè a dire che l’Ozonoterapia, come laterapia classica non lascia markers identificabili alivello locale, e la remissione endoscopica e istolo-gica non presenta caratteristiche che possono do-cumentare che sia stato impiegato l’uno o l’altrotipo di terapia.

Non è ancora definito se, a lungo termine, sia in-dispensabile operare con cicli di mantenimento, nèquale frequenza questi debbano avere. Il nostro at-tuale atteggiamento è quello di riprendere cicli ri-dotti ogni anno, o talvolta ogni sei mesi. C’è un solocaso, fra quelli trattati, esente da malattia a 9 anni,dopo un solo ciclo iniziale completo (donna di anni24 con morbo di Crohn e fistola anale): è eviden-temente ancora poco per trarne conclusioni defini-tive.

RingraziamentiSi ringraziano i colleghi: Dott. A.Vernocchi (laboratorio dianalisi cliniche), Dott. A. Gianardi (anatomia e istologia pato-logica), Dott. S. Signorelli (servizio di endoscopia digestiva),Dott. F. Negrini (servizio di endoscopia digestiva) degli OspedaliRiuniti di Bergamo.

Dr Cesare M. D’AmbrosioCentro Medico Polispecialisticovia Passo del Vivione 7 BergamoItaly e-mail: [email protected]

Bibliografia1 Bocci V: Ozone as bioregulator. Pharmacology and toxi-

cology of Ozone Therapy today. Journal of Biological andHomeostatic Agents 10 (2/3): 31-53.

2 Bocci V, Paulesu L: Studies on the biological effects of ozone1. Induction of interferon gamma on human leucocytes.Haematologica 75: 510-515, 1990.

3 Bocci V, Luzzi E et Al: Studies on the biological effects ofozone 3. An attempt to define conditions for optimal induc-tion of cytokines. Lymphokine Cytokine Res 12: 121-126,1993.

4 Lynch S et Al: Flow cytometric analysis of intraepithealiallymphocytes from human small intestinal biopsies revealspopulations of CD4+CD8+ and CD8aa+ cells. EuropeanJournal of Gastroenterology & Hepatology 5 (11), 1993.

5 D’Ambrosio CM: Trattamento delle malattie infiammatoriecroniche dell’intestino mediante Ossigeno-Ozonoterapiaper via rettale. Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1:155-158, 2002.

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164

Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 164, 2002

European Cooperation of Medical Ozone SocietiesA - CH - I - D

Ozone Congress

May 23 rd - May 25 th 2003, in Munich

From 3.00 pm on Friday 23 rd May to 1.00 pm on Sunday 25 th May 2003, HiltonMünchen Park, Munich.

This Congress will principally be devoted to practical aspects, and will start at 3.00 p.m.on Friday 23 rd with papers on basic general aspects, presenting the latest scientific re-sults on work with medical ozone.

Organization:“German Medical Society for Ozone Application in Prevention and Therapy”

President: Prof. Dr. med. Dr. h.c. Hans-Georg Knoch

Scientific and technical committee:Profs. Knoch, Bocci, Fahmy

Drs. Balanyi, Dorstewitz, Gutzen, Jaki, Konrad Schreiber, Schulz, Viebahn

Correspondence should be adressed to:Dr Renate Viebahn

Nordring 8, D-76473 IffezheimTel: +49-7229-304617 - Fax: +49-7229-304630

e-mail: [email protected] - [email protected]

Location:Hilton München Park, Am Tucherpark

D-80538 München / MunichTel: 0049-89-3845-0 - Fax: 0049-89-3845 2588

The Use of Ozone in Medicine

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165

Intradiscal Injection of O2-O3to Treat Lumbar Disc HerniationsResults at Five Years

A. ALEXANDRE, J. BURIC, R. PARADISO, H. SALGADO*, M. MURGA*, L. CORÒ,A. ALBARREAL*, S. SCOPETTA, H. GIOCOLI**, F. MARIN***EU.N.I. Treviso; Italy; and Italian Section of the International Medical Ozone Society (IMOS)* Facultad de Medicina de Sevilla, Clinica de Fatima, Sevilla; Spain** Universitad de Buenos Aires; Argentina *** Clinica del Rosario, Madrid; Spain

Key words: percutaneous treatments, lumbar disc hernias

SUMMARY - A method allowing shrinkage of a herniated disc, without an open surgical approach haslong been sought. Studies on the spontaneous disappearance of disc fragments have demonstrated autoim-mune responses with a chronic inflammatory reaction, and radicular pain has been shown to be mostly dueto release of toxic acids 10.

Researchers in different fields surprisingly noted that a short, calculated, oxidative stress by ozone ad-ministration may correct a persistent imbalance due to excessive chronic oxidative injury 4. Oxygen-ozonegas injection in patients with pain has a dramatic effect on clinical symptoms. On these bases the intradiscalinjection of oxygen-ozone gas was conceived 1,7,9.We report the treatment of 6665 patients with disc pathologyby intradiscal injection of an oxygen-ozone gas mixture. The effect on pain and radicular dysfunction wasdramatic. The effect of the treatment has also been evaluated by pathological examination.

Il trattamento delle ernie discali lombaricon iniezione intradiscale di O2-O3Risultati a cinque anni

RIASSUNTO - Nella storia della chirurgia del rachide si è sempre ricercato un metodo che consen-tisse la correzione del problema ernia discale, senza ricorrere ad interventi a cielo aperto. Gli studi sullascomparsa spontanea di frammenti discali estrusi hanno dimostrato la esistenza di risposte autoimmuni,con conseguente reazione infiammatoria cronica, e ricerche sul dolore radicolare hanno evidenziato cheesso è per lo più dovuto al rilascio di sostanze acide tossiche 10.

Ricercatori in differenti campi hanno notato che un breve stress ossidativo calcolato, provocato dallasomministrazione di ozono, può correggere uno sbilanciamento persistente, causato da un trauma ossida-tivo cronico 4. L’iniezione di questa miscela di gas nel disco patologico è stata concepita 1,7,9 partendo da os-servazioni empiriche sul rilevante effetto della paravertebrale. Riportiamo qui il risultato del trattamentointradiscale in 6665 pazienti. Gli effetti sul dolore e sulla disfunzione radicolare sono drastici. L’effettosulla morfologia dell’ernia è significativo. Quest’ultimo aspetto è stato valutato anche con studi istopato-logici.

Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 165-169, 2002

Ricevuto il 30.05.2002

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and it is becoming clear that modest, repeatedozone treatment increases the activity of super-oxide dismutase, catalase, and glutathione peroxi-dase, inducing a state of oxidative stress adaptationwith major therapeutic implications 4. The mixtureis produced by an apparatus (ozone generator)which activates the molecules of biatomic oxygenin a voltaic arch. Ultraviolet spectrophotometry al-lows a precise quantification of ozone percentagesin the mixture obtained. In 1982, Jacobs reportedthe absence of side effects in over five millionozone therapy sessions for different pathologies 8.The paravertebral intramuscular treatment pro-duces pain relief in the majority of patients, to-gether with decongestion, reabsorption of oedemaand increased mobility. This has led to the idea ofinjecting the oxygen-ozone mixture into the inter-vertebral disc and conjugation foramen to obtain apowerful effect directly on the pathological mech-anism 1,7,9.

Patients and Methods

A total of 6665 patients with disc disease weretreated by intradiscal oxygen-ozone (O2-O3) in-jection in the different centres participating in thisstudy from 1994 to 2000. Each patient had under-gone clinical, electrophysiological and neuroradio-logical investigation to establish a precise diag-nosis. The presence of a disc herniation wasdemonstrated in each case. In 44.59% of cases her-niation was observed at multiple levels. Enrolledpatients had already received pharmacological andphysical therapy without resolution of the clinicalpicture.

The prospect of solving the problem withoutdrugs and without the conventional surgical treat-ment was offered to the patients, who acceptedafter detailed explanation. If pre-existing, dexam-ethasone administration was interrupted whenstarting O2-O3 administration, and it was never as-sociated with O2-O3 treatment. Non steroidaldrugs were allowed, if occasionally needed. Thetreatment consisted of an intradiscal injection ofO2-O3, preceded and followed by five paraverte-bral injections.

• paravertebral injection consisted in the admin-istration of 80 ml of O2-O3 at 10 micrograms/mlconcentration, divided into four sites of injection inthe paravertebral area around the metameric levelof the pathology.

• intradiscal injection goes through the postero-lateral extra-articular route. Its execution requiresoperative room equipment, allowing safe asepsisand anesthaesiological tools, a radiological appa-ratus for direct vision of the spine, and the source

Introduction

In cases of lumbar radicular dysfunction due todiscal-radicular conflict, the classical surgicaltreatment by open surgery entails a high per-centage of complications or failures. For fifty yearsneurosurgeons have been searching for a methodwhich will allow shrinkage of herniated or pro-truded disc to solve the problem of severe painand dysfunction of an enormous number of pa-tients. A number of non invasive percutaneoustechniques have been conceived, which aim to re-move or provoke shrinkage of the discal tissue.The common principle of these techniques is thatof acting directly on the discal structure, withoutaccess to the spinal canal. This will eliminate thepossibility of scar tissue forming in the epiduralspace, which will make nervous tissues compressedand adherent to the moving bones. Disc puncturethrough a lateral approach has allowed injectionof chondrolytic enzymes, hydrocortisone, papaine,collagenase, or aprotinin. Each of these substanceshas enjoyed a period of favour, but has given prob-lems because of scanty results or major side-ef-fects.

Much research has been done on the various as-pects of disc pathology, and on the possible solu-tions to the problem. Studies on pain originatingfrom this pathology show that it may be the con-sequence of biochemical mechanisms of acid in-toxication of the nerve, which may somehow beindependent from the mechanical problem, butdepend on an autoimmune reaction, producing achronic inflammatory response which engendersan acid environment, or a situation of ischaemia 10.These problems may be solved by biochemicaltreatment, reducing the need for surgical aggres-sion 1-3,7.

On the other hand, over the years the mecha-nisms of disc shrinkage and elimination of herni-ated fragments have been carefully studied and thedevelopment of an autoimmune response against a“non-self” material, leading to a chronic inflamma-tory reaction has been demonstrated 6.

A mixture of oxygen and ozone gases has beenemployed in medicine since the thirties to treatpain and dysfunction in patients with thromboticand ischaemic diseases. The empirical observationof the powerful long-lasting effect of injection ofthis gas mixture into the paravertebral muscles totreat pain and radicular dysfunction because ofdiscal-radicular conflict has led to detailed studieson the subject. Working in different fields, re-searchers have surprisingly noted that the short,calculated oxidative stress achieved by ozone ad-ministration may correct a permanent imbalancecaused by excessive or chronic oxidative injury,

Intradiscal Injection of O2-O3 to Treat Lumbar Disc Herniations A Alexandre

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 165-169, 2002

Figure 1 A) TC assiale, ernia discale L5-S1 mediana-paramediana sinistra (freccia). B) RM assiale, controllo dopo terapia. Nettariduzione volumetrica dell’ernia.Figura 1 A) CT: L5-S1 discal hernia (A, arrow). B) Axial MRI T2 w SE, follow-up after therapy: reduction of the volume of the hernia.

of the oxygen-ozone mixture. After having posi-tioned the needle in the disc, discography is per-formed to a) confirm the correct location of theneedle, b) exclude a vascular or subarachnoid com-munication which are both contraindications toozone injection c) show the degree of degenera-tion of the disc tissue, d) remain as documentationof the intradiscal procedure. The more or less pos-itive effect of a single O3 injection was not consid-ered significant. The result was evaluated twomonths after the complete treatment.

Results

1 - Among the 6665 patients, pain symptoma-tology was completely abolished in 80.9% (5392patients), amelioration was obtained in 12.4% (827patients) and the result was poor in 6.7% (446 pa-tients).

2 - Sensory dysfunction was abolished in79.35% (5289 patients), improved in 15.8% (1053patients), making a total of 95.15%. Dysfunctionremained unchanged in 4.85% (323 patients).

3 - Various degrees of motor dysfunctionwere present in 69.6% of our 6665 patients, that is4639 cases. Mostly it was a situation of slightstrength defect, particularly evident when com-pared to the non-affected side. 297 of these 4639patients presented a marked defect but either didnot want to undergo surgery or agreed to the pro-

posal of tentative conservative treatment becauseof general problems. 297 patients constituted4.45% of the total group of 6665 and 6.4% of 4639motor deficit group. The motor defect had pre-ex-isted the treatment for six to 50 days, with a meanpre-existence of 10.2 days. Among the total groupof 4639, we observed complete regression of motordeficit in 66% (3061 patients), partial in 20.7%(960 patients), and insufficient in 13.3% (617 pa-tients). This makes a total of positive results in86.7% of cases.

Among the patients with severe motor dysfunc-tion (297 cases) we observed total recuperation in18.18% (54 patients), partial improvement ofstrength in 32.65% (97 cases), not satisfactory or ir-relevant improvement in 49.15% (146 patients).The latter patients underwent open surgery.

4 - Multiple level disc pathology was presentin 2972 patients (44.59%). The treatment was per-formed simultaneously in all the pathological discs.The results obtained did not differ from those ob-tained for single level pathology.

5 - In 1199 patients, we have observed in-traforaminal disc herniation. Improvement was ex-cellent in 44.3% (2952 patients), good in 28.4%(1892 patients).Therefore, a positive result was ob-tained in 72.7%, limiting the need for surgery to1821 cases (27.3%).

6 - In 933 patients (14%), an extruded and mi-grated herniation was demonstrated in the pres-ence of a clinical situation which did not demand

BA

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surgery.The treatment gave complete resolution ofthe clinical picture in 234 cases and good results in545 cases, making a total of positive outcomes in83.5% (779 cases), and an insufficient result in 154(16.5%).

7 - 3317 patients were randomly chosen by anexternal person to undergo CT/MRI control sevenmonths after the treatment. In 41% (1360 cases),we observed a significant reduction in volume ofthe hernia (figure 1). In n 37% (1227 cases), thehernia had been completely eliminated, while in730 cases morphology was unchanged.

Discussion

Experimental models suggest that material fromthe nucleus pulposus may act as a chemical or im-munological irritant to the nerve, and that thesemechanisms may produce an inflammatory re-sponse 10. To date, studies have hypothesised thatthe injection of such a powerful oxidant as ozoneinduces over-expression of antioxidant enzymes,which neutralise the formation of excessive reac-tive oxygen species (ROS) 4. Ozone seems to reac-tivate the immune system response. Several inves-tigations have demonstrated that modest repeatedozone treatment increases the activity of super-oxide dismutase, catalase, and other enzymes, forantioxidant defence.

After intradiscal injection, ozone can acceleratethe degradation of proteoglycans in the degener-ated nucleus pulposus, leading to its reabsorptionand dehydration with the consequent reduction ofherniated material responsible for nerve root com-pression 3,4.

On the other hand, studies on pain, which oftenis disproportionate to the morphological evidenceof discal-radicular conflict, have demonstratedthat it is provoked by the presence of acidmetabolites coming from the degenerativeprocesses inside the disc, and from ischaemia ofthe nerve root.

In the nineties, attention focused on A2 phos-pholipase. Saal demonstrated that phospholipaseA2 is the cause of radicular pain, independentlyfrom the immunological response or a direct in-flammatory process 10. A2 phospholipase is respon-sible for arachidonic acid release, and henceprostaglandins. High levels of A2 phospholipasehave been demonstrated in herniated discs. Ozoneinjected into the disc and the peridural space ofthe conjugation foramen and along the posteriorlongitudinal ligament will act as a powerful stim-ulus to the activation of antioxidant defence,favouring the normalisation of the redox balancewith neutralisation of acidosis, increased synthesis

of ATP, Ca2+ reuptake and reabsorbtion ofoedema 4,6,10.

At the beginning of this experience, the indica-tions we gave for the treatment were those whichhad been adopted for treatment by chymopapain 1.We have changed our mind over the years. Sinceozone is not harmful to the surrounding normaltissues, injection in cases of extruded and migratedfragments is possible, and it has demonstrated verygood results.

This is probably due to the fact that the isolatedfragment is totally separated from normal tissues,the tendency to dehydration is greater, with afaster degeneration process. On the contrary, con-tained disc bulging composed of a highly hydratedtissue under strong tension inside an intact anuluswill offer little room for the gas: a minimal quan-tity of gas will be allowed to enter and the effectwill be minimal. Recently, in cases of containeddisc bulging we have preferred to perform disc ra-diofrequency coablation.

Discography was very helpful at the outset tounderstand the different situations.After two yearsof experience, we substituted the normal contrastmedia with ozone itself: immediately after injec-tion it can be seen inside the disc, and at timesaround the dura in the spinal canal.

We performed histological examination of thedisc tissue we removed in patients in whom O2-O3treatment had not been sufficiently effective. His-tology showed that ozone had provoked the break-down and dehydration of the amorphous matrix,which otherwise is strongly hydrated, most of allaround the islands of chondrocytes.

The consequence is the afflux of a large numberof lymphocytes which assume macrophagic activityand progressively infiltrate the herniated tissue.Making a comparison with observations in cases ofspontaneous elimination of the hernia 5,6, the effectof ozone can be considered an acceleration of thenormal process. Much remains to be done, but thepossibility of treating patients by an easy methodwhich is rapidly effective for solving clinical prob-lems is here.

This treatment is useful in patients who have notresponded to physical therapy, and conventionalpain therapy. Most of these patients have no FDAsurgical indications (severe motor deficit or acutepain lasting more than four months) and benefitfrom this therapy.

Most of these patients after all will no no longerneed surgery, since ozone may act directly on thecause.This technique is simple, has no risks, and of-fers the patient a solution without the discomfortof surgery and the possible risks of the variableskill of the surgeon.

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Intradiscal Injection of O2-O3 to Treat Lumbar Disc Herniations A Alexandre

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References1 Alexandre A: Protocollo al Ministero per l’iniezione in-

tradiscale di Ozono Medicale. 1° Congresso Italiano sul-l’applicazione dell’Ozono nel trattamento delle ernie dis-cali. Roma, 1996.

2 Alexandre A, Soattin GB, Fumo G: Intradiscal ozone in-jection: a new solution for herniated disc problems. MiamiCedars Course for Neurosurgery, Miami, 1997.

3 Alexandre A, Fumo G: Discolisi percutanea mediante 0203nell’ernia discale lombare. In: Ceccherelli F, Ricciardi A,(eds) Lombalgie e lombosciatalgie. Criteri di diagnosi ecura. Torino: (ed) Libreria Cortina, 367-377, 1998.

4 Bocci V: Biological and clinical effects of ozone. Has ozonetherapy a future in medicine? Br J Biomed Sci 56: 270-279,1999.

5 Donato G, Amorosi A et Al: Pathologic examination of thelumbar intervertebral disc. An appraisal about utility andlimits. Pathologica, 92: 327-330, 2000.

6 Fandino Rivera J: Desapariciòn espontanea de la herniadiscal. Neurocirugia, 11: 419-424, 2000.

7 Fabris G, Tommasini G et Al: Percutaneous treatment oflumbar herniated disk. Rivista di Neuroradiologia 10: 523-532, 1997.

8 Jacobs MT: Untersuchung uber zwishenfalle und typischekomplikationen in der ozon-sauerstoff-therapie.Ozonachrichten: 1-5, 1982.

9 Jucopilla N. Personal communication, 1995.10 Saal J, Saal JS, Herzog R: The natural history of the lumbar

intervertebral disc extrusion treated nonoperatively. Spine15: 683-686, 1990.

Dr A. AlexandreEUNI srlvia Ghirada 231100 Trevisoe mail: [email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 170, 2002

Congresso ossigeno-ozono nellepatologie Dolorosa e del Microcircolo

23-24 novembre 2002

Castagneto Carducci (Livorno)

PROGRAMMA PROVVISORIO

9.30 Prof. Giovanni Ricevuti10.00 Prof. Marianno Franzini10.20 Dott. Luigi Simonetti10.40 Dott. A. Bearzatto11.00 Dott. Anichini12.00 Colazione di Lavoro14.00 Prof. U. Spagnoli14.40 Dott. Cesare d’Ambrosio15.15 Assemblea ASOO20.00 Cena Sociale

9.00 Prof. Valter Santilli9.30 Dott. Francesco Vaiano

10.00 Dott. Dario Apuzzo10.30 Dott. Antonio Levita11.00 Conclusione dei Lavori

Consegna Attestati11.30 Assemblea ASOO

Iscrizioni presso Multiossigen

Iscritti ASOO: GratuitaMedici Clienti Multiossigene Iscritti SIOOT 100 EuroAltri 200 Euro

Per informazioni

Prof. M. Franzinivia Roma 69

24020 Gorle (Bg)e-mail: [email protected]

Sabato 23 novembre:Circolo e Microcircolo

Domenica 24 novembre:Ernia discale

e Patologia Dolorosa

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 171-178, 2002

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Rofecoxib e O2-O3 terapia vs O2-O3 terapianel trattamento della spondiloartrosi

M. BONETTI, B. COTTICELLI, P. RICHELMI*, L. VALDENASSI*Servizio di Neuroradiologia, Istituto Policlinico San Donato Milanese,* Dipartimento di Medicina Interna e Terapia Medica e Chirurgia; Università degli Studi di Pavia; Italy

RIASSUNTO - Scopo del lavoro è stato quello di valutare l’efficacia dell’associazione terapeutica dirofecoxib e O2-O3 terapia nel paziente con spondiloartrosi. Abbiamo selezionato 28 pazienti che presen-tavano sintomatologia dolorosa in presenza di diffusi fenomeni degenerativo-artrosici a carico del rachidelombosacrale, 14 pazienti sono stati trattati esclusivamente con Ossigeno-Ozonoterapia intramuscoloparavertebrale mentre nei rimanenti 14 abbiamo associato l’utilizzo del rofecoxib che ha portato ad unaremissione dei sintomi più precoce (ottimi risultati già nella prima settimana di terapia) rispetto a quellitrattati solamente con Ossigeno-Ozonoterapia che presentavano il massimo benessere clinico a circa duemesi dall’inizio della terapia.

Rofecoxib and O2-O3 Therapy vs O2-O3 Therapyin the Management of Spondylarthrosis

Key words: oxygen-ozone therapy, medical ozone, spondylarthrosis, rofecoxib, low back pain

SUMMARY - We assessed the efficacy of combined rofecoxib and O2-O3 therapy in patients withspondylarthrosis. We selected 28 patients presenting pain and widespread degenerative joint disease of thelumbosacral spine. Fourteen patients received paravertebral intramuscular Oxygen-Ozone Therapy alone,whereas the remaining 14 received O2-O3 associated with rofecoxib. The combined therapy led to an earlierremission of symptoms (excellent results in the first week of treatment) than Oxygen-Ozone Therapy alonewhich had maximum clinical benefit around two months after the start of treatment.

Ricevuto il 25.06.2002

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Rofecoxib e O2-O3 terapia vs O2-O3 terapia nel trattamento della spondiloartrosi M. Bonetti

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Introduzione

L’artrosi è una patologia cronico-degenerativache colpisce inizialmente la cartilagine articolarema nella sua evolutività coinvolge anche altri tes-suti come l’osso subcondrale, la sinovia e l’appa-rato capsulo legamentoso (figura 1).

Nella genesi dell’artrosi sono coinvolti molte-plici fattori, i più importanti dei quali sono costi-tuiti dalle sollecitazioni meccaniche a cui vengonosottoposte le strutture articolari e dalla capacitàdelle stesse strutture di tollerare queste sollecita-zioni. La variabilità individuale intesa come fattorigenetici propri di ciascun soggetto è determinantein questo secondo fattore dal momento che a pa-rità di sollecitazioni anomale solo alcune personesviluppano artrosi a carico delle articolazioni.

Si distingue tra artrosi primaria, causata da undifetto intrinseco della cartilagine (metabolico emorfologico) e quella secondaria ad una preesi-stente patologia (traumi pregressi, artrite, osteo-condrite etc.).

I meccanismi eziopatogenetici dell’artrosi pri-maria sono molteplici: invecchiamento, fattorimeccanici, immunologici, vascolari, genetici.

I farmaci antiinfiammatori non steroidei(FANS) sono largamente impiegati nel tratta-mento dell’osteoartrite e della spondiloartrosi.Sebbene i FANS riducano effettivamente la sinto-matologia dolorosa associata a queste patologie, illoro utilizzo si accompagna al rischio di effetti col-laterali gastrointestinali come perforazioni, ulcera-zioni e sanguinamenti. I FANS agiscono inibendola sintesi delle prostaglandine da parte dell’enzimacicloossigenasi (COX). Sono note due isoforme diCOX. La COX-1 che è espressa costitutivamente eprovvede alla sintesi delle prostaglandine coin-volte nel mantenimento dell’integrità della mucosagastrointestinale e la COX-2 che viene indotta inrisposta a processi patologici come il dolore e glistati infiammatori 16,18,27,28,30,34.

Studi in vivo e in vitro hanno dimostrato che iFANS inibiscono entrambe le isoforme delle ci-cloossigenasi. Gli effetti terapeutici sono attribui-bili all’inibizione dell’attività della COX-1 mentregli effetti collaterali derivano dal venir meno dellabarriera protettiva della mucosa gastrointestinaleper l’inibizione della COX-1.

Il rofecoxib nell’uomo inibisce selettivamentel’enzima COX-2 16,18,27,28,30,34 mentre l’ozono, di cuisono noti gli eccellenti risultati terapeutici nel trat-tamento della lombalgia e/o lombosciatalgia daconflitto disco-radicolare 2,11-14,24-26,32, presenta atti-vità immunomodulante: recenti studi hanno infattimostrato in soggetti sottoposti ad ozonizzazione lanormalizzazione del livello delle citochine 3-6,22,29 e

delle prostanglandine 4 con effetto antinfiamma-torio e antidolorifico; l’aumento della produzionedella superossido dismutasi (SOD) con minimiz-zazione dei reagenti ossidanti (ROS) 15, l’ozonoinoltre determina riduzione dei fenomeni degene-rativi discali e di decongestione delle radici ner-vose 1,19,21,23.

Alla luce di queste considerazioni abbiamo vo-luto associare all’Ozonoterapia l’utilizzo del rofe-coxib comparando i risultati ottenuti con quelli ri-cavati dal solo utilizzo dell’Ossigeno-Ozonote-rapia nel paziente afflitto da spondiloartrosi.

Materiale e metodi

Nella nostra casistica, giugno 2001-luglio 2002,abbiamo trattato 28 pazienti di età compresa tra64-82 (media 72,7), 16 maschi e 12 femmine, chepresentavano lombalgia secondaria a spondiloar-trosi lombo-sacrale, i pazienti sono stati successi-vamente divisi in due gruppi di studio. Il primogruppo (14 pazienti) è stato sottoposto esclusiva-mente ad Ossigeno-Ozonoterapia mentre nel se-condo gruppo (14 pazienti) abbiamo associato lasomministrazione per os di rofecoxib a 25 mg/diein unica soluzione mattutina. In tutti i pazienti almomento dell’arruolamento è stata preparata unacartella clinica dove venivano specificati: nome,data di nascita, data dell’arruolamento, data delprimo trattamento ed i dati relativi all’esame cli-nico nel quale venivano definite le caratteristichedel dolore, l’irradiazione, la presenza di parestesie,il segno di Lasègue, il grado di sensibilità, i riflessiagli arti inferiori, l’estensione plantare e dorsaledel piede, l’estensione dorsale dell’alluce. Nonsono stati arruolati pazienti che avevano subitoprecedenti interventi chirurgici al rachide lombo-sacrale e non sono stati inseriti nel secondogruppo pazienti con ulcera peptica attiva, disfun-zione epatica moderata o grave, grave malattia re-nale, malattie infiammatorie dell’intestino e gravescompenso cardiaco risultando queste ultime con-troindicazioni assolute all’utilizzo di rofecoxib.Tutti i pazienti inseriti nel nostro studio hannoinoltre effettuato indagini radiografiche standarddel rachide (figura 2) successivamente completatecon studio mediante Tomografia Computerizzata(TC) del rachide lombosacrale (24 pazienti) (fi-gure 3,4) e/o Risonanza Magnetica (RM) (4 pa-zienti) (figura 6) che hanno consentito di esclu-dere una possibile concomitanza di erniazioni dis-cali a tale livello confermando il quadro artrosicocaratterizzato da degenerazione zygoapofisaria edosteofitosi marginale.Tutti i pazienti da noi trattatisono stati sottoposti a 10 sedute terapeutiche conOssigeno-Ozonoterapia, di cui le prime 6 a ca-

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 171-178, 2002

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Valutazione efficacia terapeutica dopo 2 settimane di trattamento

Eccellente Buono o sufficiente Mediocre o scarso

Gruppo 1 O2-O3 0 (0%) 10 (71,4%) 4 (28,6%)

Gruppo 2 Rofecoxib + O2-O3 11 (71,4%) 2 (14,2%) 1 (7,1%)

Valutazione efficacia terapeutica a fine trattamento

Eccellente Buono o sufficiente Mediocre o scarso

Gruppo 1 O2-O3 10 (71,4%) 2 (14,2%) 2 (14,2%)

Gruppo 2 Rofecoxib + O2-O3 12 (85,7%) 1 (7,1%) 1 (7,1%)

Tabella 1 / Table 1

A B

Figura 1 A) Rx standard:grave degenerazione artro-sica del rachide lombosacralecon osteofitosi marginale(freccia); B) corrispettivo an-tomopatologico (freccia).Figure 1 A) Standard x-ray:severe degenerative joint dis-ease of the lumbosacral spinewith osteophytic outgrowths(arrow). B) Correspondinganatomopathological finding(arrow).

denza bisettimanale e le ultime quattro a distanzadi 7 giorni l’una dall’altra. La miscela ossigeno-ozono è stata somministrata a tutti i pazienti se-guendo la metodica infiltrativa percutanea para-vertebrale. Il livello scelto per la sede d’infiltra-zione è risultato variabile da paziente a paziente,in particolare si è deciso di trattare il livello in cuierano più evidenti e marcate le manifestazioni ar-trosiche ed è risultato in 16 casi essere L4-L5, in 10L5-S1 ed in due L3-L4, non si è mai infiltrato a piùlivelli (figura 5).

Le infiltrazioni sono state effettuate con aghi Te-rumo da 23 G iniettando bilateralmente 12 cc di

miscela gassosa. La concentrazione utilizzata èstata di 30 µg/ml.

Ai 14 pazienti inseriti nel secondo gruppo distudio sono stati prescritti 25 mg/die di rofecoxibda assumere una volta al giorno per le prime duesettimane di terapia.

Dalla terza settimana solo 1 paziente ha decisodi propria volontà di proseguire la terapia farma-cologica.

In tutti gli altri pazienti è stata poi sospesa l’as-sunzione di rofecoxib e si è proseguito con la solaOssigeno-Ozonoterapia fino a termine tratta-mento.

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Rofecoxib e O2-O3 terapia vs O2-O3 terapia nel trattamento della spondiloartrosi M. Bonetti

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Risultati

I risultati ottenuti sono stati valutati con metododi Mac Nab modificato con controllo clinico dopo14 giorni di terapia e a fine trattamento, conside-rando (tabella 1):

a) eccellente: risoluzione del dolore e ritornoalle normali attività lavorative svolte prima dellacomparsa del dolore

b) buono o sufficiente: riduzione del dolore oltreil 50%

c) mediocre o scarso: con riduzione parziale deldolore al di sotto del 70%.

Dei 14 pazienti sottoposti alla sola Ossigeno-Ozonoterapia 10 hanno mostrato una remissionedella sintomatologia dolorosa con iniziale bene-ficio già a partire dalla seconda-terza settimana ditrattamento (quinta-sesta infiltrazione) con ottimorisultato clinico a fine ciclo terapeutico. In due pa-zienti si è avuto solo un minimo miglioramentodella sintomatologia dolorosa, mentre negli ultimidue pazienti non si è avuto alcun beneficio dalla te-rapia.

Dei 14 pazienti inseriti nel secondo gruppo distudio trattati con associazione rofecoxib ossi-geno-ozono, in 11 è stato dimostrato un netto mi-

Figura 2 Radiogrammi standard del rachide lombosacrale in AP (A) e LL (B) effettuati in paziente di 78 anni inserito nel secondogruppo di terapia associata che documenta un grave quadro degenerativo artrosico con importante osteofitosi margino somatica(frecce).Figure 2 Standard x-rays of the lumbosacral spine in AP (A) and LL(B) views in a 78-year-old patient in the combined therapy groupwho presented severe degenerative joint disease with major osteophytic outgrowths (arrows).

BA

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B

B

Figura 3 A) Scansione TC prima del trattamento in paziente trattato solo con O2-O3 terapia con grave degenerazione artrosica deimassicci articolari a L3-L4; B) controllo della distribuzione della miscela gassosa dopo trattamento infiltrativo intramuscolo paraver-tebrale (frecce).Figure 3 A) CT scan before treatment in a patient with severe degenerative disease of the L3-L4 facet joints who received O2-O3 therapyalone. B) Monitoring the distribution of the gas mixture after paravertebral intramuscular infiltration (arrows).

Figura 4 Paziente di anni 80 trattato con terapia associata. Scansioni TC ad L5-S1 che documentano la presenza di osteofiti margino-somatici (frecce) e degenerazione artrosica delle faccette articolari con vacuum articolare a sinistra (punte di freccia).Figure 4 A,B) 80-year-old patient in the combined therapy group. CT scans of L5-S1 displaying osteophytic outgrowths (arrows) anddegenerative disease of the facet joints and left joint vacuum (arrowheads).

glioramento del quadro clinico sin dalla prima set-timana di trattamento con pressoché totale scom-parsa della sintomatologia dolorosa. Di questi inun solo caso si è presentata una parziale ricaduta

sintomatologia al momento della sospensionedella terapia farmacologia fissata al termine dellaseconda settimana di trattamento combinato. Inun caso vi è stata sospensione volontaria dell’as-

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sunzione del farmaco su consiglio del medico dibase per l’insorgenza di una modesta tachiaritmiacon minimo innalzamento della pressione arte-riosa. In due pazienti inizialmente non vi è statoalcun beneficio clinico dall’associazione terapeu-tica, ma alla fine del ciclo di infiltrazioni di O2-O3è stato documentato un parziale miglioramentoclinico.

Discussione e conclusioni

Eseguiamo trattamenti percutanei del rachidelombosacrale con Ossigeno-Ozonoterapia dal gen-naio 1994: abbiamo iniziato la nostra attività con iltrattamento con “tecnica classica” intramuscoloparavertebrale, e successivamente siamo ricorsi,anche, alla tecnica intraforaminale sotto guida TCper il trattamento dei conflitti disco-radicolari do-vuti a ernie localizzate in sede intra od extrafora-minale 7-9,19.

In base alla nostra esperienza abbiamo sempreriscontrato beneficio clinico utilizzando l’Ossi-geno-Ozonoterapia anche in pazienti afflitti esclu-sivamente da spondilodiscartrosi, a conferma di ciòvengono i risultati ottenuti nel nostro primogruppo di studio nel quale il trattamento è statosolo con ossigeno-ozono.A tale proposito abbiamo

notato come il tempo necessario prima che i pa-zienti trattati con tecnica classica paravertebralepresentino segni tangibili di parziale remissionedella sintomatologia dolorosa, vari mediamentetra le due e le tre settimane ottenendo poi il mas-simo risultato clinico a fine trattamento, a nostroavviso già questo riscontro deve ritenersi estrema-mente soddisfacente da un punto di vista terapeu-tico trattandosi di terapia non cruenta priva di con-troindicazioni e di effetti collaterali.

Alla luce delle recenti acquisizioni farmacolo-giche sull’utilizzo del rofecoxib nei pazienti conspondiloartrosi abbiamo voluto, poi, associare ledue terapie valutandone il risultato clinico finale.

L’impiego di un farmaco come il rofecoxib si èdimostrato di grande aiuto già in quella fase ini-ziale in cui l’Ossigeno-Ozonoterapia ha sempredato scarsi risultati terapeutici così come avvieneanche nel trattamento dei conflitti disco-radicolarida ernia discale. Sappiamo, infatti, come l’ozonote-rapia effettuata con infiltrazioni intramuscoloparavertebrali dia risultati clinici solo dopo 15-20giorni dall’inizio della terapia stessa, risultati chesono strettamente correlati con il meccanismo didiffusione e di distribuzione della miscela gassosaa livello dei fasci muscolari paravertebrali prima diraggiungere la regione zygoapofisaria. Pertanto

Rofecoxib e O2-O3 terapia vs O2-O3 terapia nel trattamento della spondiloartrosi M. Bonetti

176

A B

Figura 5 Scansione TC a L4-L5 (A) e a L5-S1 (B). Essendo il quadro artrosico di grado più avanzato a L4-L5 si è deciso di effettuareil trattamento infiltrativo pungendo bilaterale a 2 cm dall’apofisi spinosa di L5 (paziente trattato con terapia associata).Figure 5 A,B) CT scans of L4-L5 (A) and L5-S1 (B). As the joint disease was more advanced in L4-L5, we made bilateral infiltrations2 cm from the L5 spinous process (patient receiving combined therapy).

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 171-178, 2002

177

Figura 6 RM sagittale in DP (A) e T2 (B) minima antelistesi in relazione a degenerazione artrosica dei massicci articolari a L3-L4, inquesto paziente è stata effettuata esclusivamente Ossigeno-Ozonoterapia.Figure 6 A,B) PD (A) and T2 weighted (B) sagittal MR scans showing minimal antelisthesis due to degenerative disease of the L3-L4facet joints. This patient received O2-O3 therapy alone.

l’utilizzo del rofecoxib consentirebbe di acceleraresensibilmente la remissione sintomatologica in at-tesa di ottenere un risultato clinico ancora più im-portante sfruttando l’azione contemporanea del-l’ozono e del rofecoxib. Quindi il miglioramentodella circolazione locale dovuto all’ozonoterapiacon effetto eutrofizzante sia in vicinanza della ra-dice nervosa compressa a livello del forame di co-niugazione ristretto in relazione alla degenera-zione artrosica e sofferente sia a livello dello

spasmo muscolare secondario; la normalizzazionedel livello delle citochine e delle prostanglandinecon effetto antinfiammatorio e antidolorifico po-tenziato dall’azione del rofecoxib; l’aumento dellaproduzione della superossido dismutasi (SOD)con minimizzazione dei reagenti ossidanti (ROS)secondari sia all’azione dell’ozono che del rofe-coxib ci portano a ritenere estremamente efficacel’associazione terapeutica rofecoxib Ozonoterapianel paziente afflitto da spondilodiscaartrosi.

A B

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Rofecoxib e O2-O3 terapia vs O2-O3 terapia nel trattamento della spondiloartrosi M. Bonetti

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Dr Matteo BonettiServizio di NeuroradiologiaIstituto Clinico Città di Bresciavia Gualla 1525100 Bresciae-mail: [email protected]

www.matteobonetti.com

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 179-182, 2002

179

L’insuccesso terapeutico nel trattamentocon O2-O3 intradiscale-intraforaminalenei conflitti disco-radicolari

M. MUTOUO Neuroradiologia, AORN Cardarelli, Napoli; Italy

RIASSUNTO - Gli autori riportano la loro esperienza nel trattamento delle lombalgie e delle radi-colopatie lombari secondarie ad ernie discali, stenosi del canale vertebrale, e recidive di ernie discali.

In particolare è stato valutato l’insuccesso terapeutico analizzando le sue possibili cause in relazionead errori procedurali, tecnici, di livello radicolare ed eventuali errori diagnostici.

L’esecuzione del trattamento intradiscale rappresenta una condizione tecnica che assicura un maggiorsuccesso rispetto al trattamento intraforaminale; le ernie discali calcifiche, le piccole ernie discendenti chedeterminano compressione sulla tasca radicolare con obliterazione del recesso laterale e le recidive diernie discali sono le cause più frequenti di insuccesso.

Failure of Oxygen-Ozone Therapy with Intradiscaland Periganglionic Injection in Lumbo-sciatica

Key words: oxygen-ozone therapy, lumbo-sciatica

SUMMARY - We report our experience with intradiscal and intraforaminal O2-O3 injections in pa-tients with low back pain and lumbar radiculopathy. We tried to evalute the reasons for treatment failurelooking for technical and/or diagnostic mistakes and to check the relation between level treated, type of treat-ment, type of herniated disk and failure.

Small descending herniated disk with obliteration of the lateral recess, calcified HNP, recurrent HNPwith or without granulation tissue, and spinal canal stenosis are the most frequent causes of failure of per-cutaneous treatment .

Intradiscal O2-O3 injection garantees better results than intraforaminal injection.

Ricevuto il 28.06.2002

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L’insuccesso terapeutico nel trattamento con O2-O3 intradiscale-intraforaminale nei conflitti disco-radicolari M. Muto

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Introduzione

La lombalgia e le radicolopatie lombari rappre-sentano alcune delle patologie più frequenti in as-soluto; si calcola infatti che almeno l’80% della po-polazione dei paesi occidentali abbia nel corsodella propria vita almeno un episodio di lombalgiaed il 55% soffra di lombalgia e radicolopatia asso-ciate 1. Le cause più frequenti di tali disturbi clinicisono da attribuire sicuramente alla patologia dis-cale anche se radicolopatie di origine non discalesono abbastanza frequenti e devono essere presein considerazione nei casi in cui non vi sia una per-fetta corrispondenza tra sintomatologia clinica ereperto TC 2.

La storia naturale delle ernie discali ci insegnache è possibile osservare la scomparsa dei disturbiclinici e la riduzione delle dimensioni dell’erniadiscale con TC o RM sino al 75-80% dei pazientientro 8-9 mesi dall’inizio della sintomatologia 3.

Non tutti i pazienti sono disposti ad attenderetali tempi per ovvii motivi di lavoro, di comparsa dideficit neurologici, di intolleranza o allergia a far-maci o presenza di sintomatologia dolorosa invali-dante.

L’intervento chirurgico può essere risolutivo inalcune circostanze, ma appare gravato anche dauna serie di insuccessi come riportato dalle mi-gliori statistiche internazionali e per tali motivil’atteggiamento dei chirurghi è divenuto sicura-mente piu’ cauto nel trattare chirurgicamente tuttii pazienti affetti da ernia discale 1.

Nel panorama delle possibilità terapeutichedelle lombalgie e delle radicolopatie lombari, tro-vano spazio molteplici tecniche alcune delle qualidi tipo non invasivo (riabilitazione, manipolazioni,etc.) ed altre di tipo mini-invasivo. Queste molte-plici frecce che è possibile utilizzare in svariate cir-costanze trovano la loro giustificazione in quellache è la fisiopatologia del dolore lombare; multiplefibre nervose sensitive provenienti da strutturemuscolari, dalla capsula sinoviale, dal sacco durale,dai legamenti longitudinali e dalle faccette artico-lari afferiscono alle fibre posteriori del ganglio, chepuò essere considerato una vera e propria stazionedi controllo del dolore 4,5.

I trattamenti percutanei discali hanno avuto unnotevole sviluppo negli ultimi 15-20 anni con tec-niche innovative quali la chemionucleolisi e la di-scectomia percutanea di Onik; recentemente sisono sviluppate altre tecniche quali la IDET e lanucleoplastica che rappesentano un’evoluzionedelle precedenti pur tuttavia presentando minimirischi di effetti collaterali e soprattutto ancora alticosti.

L’ossigeno-ozono ha trovato una sua applica-zione anche nella patologia discale con ottimi risul-

tati come evidenziato da recenti pubblicazioni 6,7.I risultati, che sono praticamente sovrapponibili

alle altre tecniche percutanee (successo nell’80%dei casi), la facile ripetibilità, l’assenza di effetticollaterali ed i bassi costi della metodica pongonol’Ossigeno-Ozonoterapia in una posizione di privi-legio come tecnica percutanea di elezione nel trat-tamento delle ernie discali.

Abbiamo cercato in questo lavoro di analizzarei nostri insuccessi, cercando di focalizzare l’atten-zione su eventuali nostri errori procedurali o tec-nici, di capire se vi fosse stata una troppa estesa in-dicazione al trattamento e di cercare di capireeventuali correlazioni tra tipo di ernia discale, sededell’ernia, tipo del trattamento ed insuccesso.

Materiale e metodi

Dall’aprile 1996 al giugno 2002 sono stati effet-tuati 710 trattamenti mini-invasivi percutanei perlombalgia o radicolopatia lombare con O2-O3, te-rapia steroidea perigangliare e alcoolizzazionidelle faccette articolari. 425 di questi pazienti conetà compresa tra 15 e 82 anni (età media 47 anni)sono stati trattati con O2-O3.

La lombalgia e la radicolopatia lombare eranosecondarie ad ernie discali (320 pazienti), a stenosidegenerativa del canale vertebrale con artrosi edalterazioni degenerative delle faccette articolari(60 pazienti), a recidive di ernie discali con o senzatessuto di granulazione (45 pazienti).

In 40 casi l’ernia discale era calcifica mentre neirimanenti casi presentava caratteri TC o RM diernia “molle”. Ad eccezione di un primo grupposelezionato di pazienti, non abbiamo trattato ernieespulse.

I trattamenti sono stati effettuati sotto guida TCcon ago di Chiba 20 o 22 G a livello D11-12 (1caso), L1 L2 (3 casi), L2 L3 (20 casi), L3 L4 (34casi), L4 L5 (210 casi) e L5 S1 (157 casi); il tratta-mento è stato effettuato in 370 casi intradiscale -intraforaminale ed in 55 solo intraforaminale a li-vello L5 S1 per impossibilità a raggiungere in discoL5 S1.

Tutti i pazienti presentavano al momento deltrattamento lombalgia e/o radicolopatia con osenza ipoestesia o iporeflessia; abbiamo trattatosolo pochi pazienti (da noi valutati in una espe-rienza preliminare) che presentavano sciatica iper-algica o sindrome della cauda associata ad erniadiscale documentata alla TC o alla RM.

Tali pazienti sono stati successivamente conside-rati da noi come indicazione assoluta alla chi-rurgia.

Le ernie che abbiamo trattato sono state a sedemediana e paramediana, intra ed extraforaminali,

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 179-182, 2002

181

Gli insuccessi riscontrati in 78 pazienti (19%)sono stati più frequenti in pazienti con ernie discalicalcifiche (25 casi), nelle recidive di ernie con osenza tessuto di granulazione (25 casi), nelle pic-cole ernie discali discendenti che tuttavia occupa-vano il recesso laterale del metamero sottostante(12 casi) e nelle radicolopatie secondarie a stenosidegenerativa del canale vertebrale (16 casi).

L’insuccesso è stato inoltre maggiormente fre-quente a livello L5 S1, in 25 pazienti in quei casi incui si era effettuato il solo trattamento intrafora-minale per l’impossibilità tecnica ad eseguire iltrattamento intradiscale; questo si è praticamenteverificato nei pazienti affetti sia da radicolopatiasu base discale (12 casi), sia da stenosi (5) che nelcaso di recidive discali (18).

Non abbiamo avuto in nessun caso effetti colla-terali maggiori o minori; la iniezione della miscelagassosa ha determinato spesso un dolore locale re-gredito nel giro di pochi minuti.

Il controllo TC ha mostrato in 52 pazienti una ri-duzione o scomparsa della ernia discale descrittamentre nei rimanenti 70 ha mostrato un sostanzialeaspetto immodificato dell’ernia, pur in assenza diuna sintomatologia clinica da radicolopatia.

Discussione

Il trattamento delle ernie discali con O2-O3 hasicuramente rivoluzionato l’approccio percutaneoalle radicolopatie lombari rendendolo meno ri-schioso, più economico nonchè facilmente ripeti-bile. Le esperienze effettuate da più centri ed i ri-

ascendenti o discendenti prevalentemente di pic-cole o medie dimensioni, solo in 34 pazienti eranocalcifiche. I risultati sono stati valutati con il me-todo di MacNab modificato riportato in tabella 1.

È stato effettuato un follow-up sino a 18 mesi in235 pazienti di tipo clinico senza effettuare a tuttiil controllo TC o RM, che abbiamo ottenuto soloin 122 pazienti.

Sono stati iniettati 2-3 ml di O2-O3 intradiscalealla concentrazione di 30 microgrammi/ml e 8-10ml di O2-O3 a sede intraforaminale alla medesimaconcentrazione.

È stato sempre effettuato un controllo TC perconfermare la iniezione intradiscale, la diffusioneepidurale ed intraforaminale.

Tutti i pazienti avevano effettuato prima deltrattamento una TC mentre la RM è stata richiestain caso di discordanza tra reperto TC e clinica.

La iniezione intradiscale e/o intraforaminale èstata ripetuta a distanza di 10 giorni dalla prima nelcaso di un successo parziale, mentre non è statamai ripetuta in caso di successo o insuccesso com-pleto.

Non abbiamo mai effettuato la discografiaprima del trattamento.

Tutti i pazienti sono stati trattati dopo 2-3 mesidi terapia medica o fisioterapia.

Risultati

Sulla base del metodo di MacNab modificato ilsuccesso è stato ottenuto in 347 casi trattati (81%)e controllati a 18 mesi.

Modified MacNab Method

Success Failure

Excellent Mediocre

• disappearance of symptoms • insufficient improvement of symptoms

• complete recovery in working• periodic administration of drugs

and sport activities • limitations of physical activity

Good No results

• occasional episodes of low back pain or sciatica • no improvement

• no limitation of occupational activity • surgery required

Fair Bad

• improvement of symptoms • worsening of clinical situation

• limitation of heavy physical activity • surgery required

Tabella 1 / Table 1

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L’insuccesso terapeutico nel trattamento con O2-O3 intradiscale-intraforaminale nei conflitti disco-radicolari M. Muto

182

sultati sin qui ottenuti 6,8 permettono sicuramente diescludere l’effetto placebo (per la sua durata), marafforzano quella che è una evenienza frequente eben dimostrata anche da altri autori; il ruolo cen-trale del ganglio spinale nella trasmissione dello sti-molo algogeno e la possibilità di una radicolite chi-mica, compressiva e immunomediata 9-12.

Al ganglio spinale afferiscono infatti fibre ner-vose provenienti dalle faccette articolari, dal lega-mento longitudinale posteriore, dal sacco durale,dalle fibre periferiche discali e dalle strutture mu-scolari paravertebrali; le fibre che trasmettono ildolore sono le A delta e le C.

Quest’ultime sono prive del rivestimento mieli-nico ed è stato dimostrato essere molto sensibili altrattamento cortisonico, ma non è possibile esclu-dere anche una loro possibile sensibilità al tratta-mento con O2-O3.

Inoltre, come dimostrato anche da recenti pub-blicazioni, l’O2-O3 svolgerebbe un ruolo di rotturadei legami cross-link dell’acqua determinando unasorta di disidratazione discale che sarebbe allabase della possibile riduzione delle dimensioni del-l’ernia discale 13.

Il trattamento con O2-O3 ha inoltre il vantaggiodi poter essere effettuato praticamente in tutti i pa-zienti con radicolopatia lombare senza tutte lecontroindicazioni assolute o relative della chemio-nucleolisi o della nucleoaspirazione, verificabiliesclusivamente dopo discografia.

I nostri risultati e la valutazione dei nostri in-

successi consigliano una selezione dei pazienti permantenere elevata la percentuale di successo e nonallargare la cosiddetta “forbice” delle indicazioniche rischierebbe di ridurre il successo del tratta-mento; né può essere presa in considerazione a fa-vore di un allargamento delle indicazioni l’inno-cuità della tecnica e la sua ripetibilità.

I nostri risultati inoltre consigliano il tratta-mento intradiscale come quello di elezione sia perl’unicità o al massimo duplicità della procedurache permette di verificare in tempi assolutamentebrevi il rapporto tra il trattamento percutaneo edil beneficio per il paziente che in tale maniera nonpuò essere influenzato dalla storia naturale del-l’ernia stessa.

Conclusioni

Il trattamento delle radicolopatie lombari conO2-O3 rappresenta allo stato attuale un’ottimapossibilità terapeutica priva di effetti collaterali, dibasso costo e facilmente ripetibile.

Il corretto inquadramento diagnostico ed il li-vello da trattare, la corretta esecuzione tecnicadella procedura che deve essere effettuata sottoguida TC o scopica da “mani esperte”, la disponi-bilità del neuroradiologo ad ascoltare e a seguire ilpaziente anche nel periodo post-trattamento, rap-presentano fattori fondamentali per il successo diquesto trattamento percutaneo vertebrale in unapatologia così frequente.

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8 Andreula CF: Ernie discali lombosacrali e patologia de-generativa correlata. Trattamento interventistico spinalecon chemiodiscolisi con nucleoptesi con O3 e infiltrazioneperiradicolare e periganglionare. Rivista di Neuroradi-ologia 14 (suppl 1): 81-88, 2001.

9 Saal J: The role of inflammation in lumbar spine. Spine 20:1821-1827, 1995.

10 Hang JD, Georgescu HI et Al: Herniated lumbar interver-tebral disc spontaneously produces matrix metallo pro-teinases, nitric oxide, interleukin 6 and prostaglandin E2.Spine 21: 271-277, 1996.

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12 Zennaro H, Dousset V et Al: Periganglionic foraminalsteroid injections performed under CT control. Am J Neu-roradiol 19: 349-352, 1998.

13 Richelmi P, Valdenassi L, Bertè F: Basi farmacologiche del-l’azione dell’Ossigeno-Ozonoterapia. Rivista di Neuroradi-ologia 14 (suppl 1): 17-22, 2001.

Dr M. MutoUO NeuroradiologiaAORN Cardarellivia A. Cardarelli80122 Napolie-mail: [email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 183-187, 2002

183

“Jumper’s knee”: trattamentocon ossigeno-ozono nelle forme ribelliEsperienza clinica

A. GJONOVICH, T. GIROTTO, E. MONTEMARÀU.O.C. Di Terapia del Dolore e Cure Palliative, U.L.S.S. 17 Regione Veneto: Conselve, Este, Monselice, Montagnana; Italy

RIASSUNTO - Gli Autori hanno valutato l’efficacia dell’Ossigeno-Ozonoterapia in 36 atleti affettida una forma ribelle di “jumper’s knee”. La miscela gassosa è stata iniettata con tecnica infiltrativa peri-tendinea per un totale massimo di 8 infiltrazioni.

Il 75% dei soggetti ha risposto positivamente al trattamento; va sottolineato che di questi un’alta per-centuale è risultata asintomatica all’ultimo controllo.

Una esperienza positiva ed incoraggiante che conferma le percentuali di successo dell’O2-O3 già do-cumentate nell’ambito della patologia osteoarticolare.

“Jumper’s Knee”: Oxygen-Ozone Therapyin Refractory FormsClinical Experience

Key words: Jumper’s knee, oxygen-ozone, ozone medical

SUMMARY - We assessed the efficacy of Oxygen-Ozone Therapy in 36 athletes with refractory formsof “jumper’s knee”. The gas mixture was injected by peritendinous infiltration for a maximum of eight infil-trations. 75% of patients had a positive response to treatment, most of which were symptom-free at the lastfollow-up. These positive and encouraging results confirm the reported success of O2-O3 therapy in boneand joint disease.

Ricevuto il 02.09.2002

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“Jumper’s knee”: trattamento con ossigeno-ozono nelle forme ribelli A. Gjonovich

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Introduzione

Nell’ambito delle gonalgie legate all’attivitàsportiva sia agonistica che non, di frequente ri-scontro è la tendinosi del rotuleo; in altri terminifacciamo riferimento al quadro clinico comune-mente denominato “jumper’s knee” o ginocchiodel saltatore. Si tratta di un’entesopatia cronicache coinvolge la sede di inserzione del tendine ro-tuleo sul polo inferiore della rotula. Nel quadrogenerale della patologia tendinosica del ginocchiorappresenta la patologia più frequente; tutti gli au-tori concordano sul fatto che di tutti gli atleti chepresentano questi problemi nel 65% dei casi è lo-calizzata al polo inferiore, nel 25% al polo supe-riore, nel restante 10% sulla tuberosità tibiale 1.

Si tratta di una patologia da tipico sovraccaricofunzionale. Gli sport che richiedono potenti con-trazioni eccentriche del quadricipite (basket, vol-ley) e flesso-estensioni ripetute del ginocchio (es.squatting) sono le pratiche che tipicamente produ-cono il quadro algico; ovviamente varie sono le di-scipline sportive sia di resistenza che a sforzo mi-sto in cui si osserva questa patologia, quali foot-ball, tennis, salto in alto e in lungo, ciclismo, solle-vamento pesi, ecc.

Ricordiamo che le forze generate dai muscoli e-stensori del ginocchio variano in base al tipo e allavelocità della contrazione: ad alte velocità sono lecontrazioni eccentriche a produrre una forza mag-giore sul tendine rotuleo. Ad esempio in corso diuna partita di volley l’atterraggio seguito da unsalto produce sul quadricipite una contrazione ec-centrica di estrema potenza.

La ripetitività dello stress induce nel tempo unasituazione di degenerazione tendinea 2.

In tempi recenti 3 è stata invocata anche unacausa biomeccanica ovvero l’impingment del poloinferiore della rotula sul tendine rotuleo in corsodi flessione massimale del ginocchio.

Il segno caratteristico di questa patologia è ildolore al polo inferiore della rotula durante o

dopo l’esercizio, ma può presentarsi anche dopoun periodo prolungato a ginocchia flesse.

L’obiettività è contraddistinta da una tipica do-lenzia in sede inserzionale a ginocchio esteso equadricipite rilassato.

I controlli radiologici a volte possono dimo-strare irregolarità o calcificazioni al polo inferioredella rotula. L’indagine ecografica può evidenziarela presenza di focolai ipodensi di degenerazionetissutale e distruzione di fibre tendinee; la RMNpotrà confermare questi reperti. Ovviamentevanno escluse altre patologie del ginocchio.

Per il ginocchio del saltatore è stata introdottauna classificazione 4 in base ai sintomi e al peggio-ramento funzionale ed è articolata in quattro fasi(tabella 1), dal semplice dolore post esercizio allarottura completa del tendine. Ad ogni fase corri-spondono ovviamente gli appropriati interventi te-rapeutici.

Per quanto riguarda le alterazioni anatomopa-tologiche nella fase III sono tipicamente focaliz-zate nella giunzione osteo-tendinea e sono con-traddistinte dalla presenza di cavità fibrocistiche;tali cavità sono ripiene di tessuto necrotico e rap-presentano gli esiti di microlesioni 5. Lontano dallasede inserzionale la struttura del tendine apparenormale.

Il cronicizzarsi delle lesioni e la loro lenta guari-gione in presenza di carichi submassimali può es-sere imputato ad uno scarso apporto ematico nellazona di transizione fibrocartilaginea con conse-guente condizione ipossica locale 6. Alcuni autorihanno riscontrato fenomeni locali di noevascola-rizzazione e flogosi, nonché di degenerazione mu-coide e necrosi fibrillare del tendine stesso 7. Per-tanto nel ginocchio del saltatore, sebbene si evi-denzino alterazioni della giunzione osteo-tendineala patologia può coinvolgere anche la porzione ditendine prossimale alla sede inserzionale, dove sievidenziano gli usuali fatti necrotico-degenerativo-cicatriziale.

Per quanto riguarda il trattamento le scelte tera-

Fase I Dolore dopo l’esercizio o spontaneo senza peggioramento funzionale

Fase II Dolore all’inizio dell’attività, scomparsa dopo il riscaldamento e ripresa dopo l’attività

Fase III Dolore durante e dopo l’attività che peggiora la funzione, spesso il soggetto

non è in grado di partecipare all’attività

Fase IV Rottura completa del tendine rotuleo

Tabella 1 Classificazione del ginocchio del saltatore secondo i sintomi e il peggioramento funzionaleTable 1 Jumper’s knee disease classification following sympthomatology and clinical functions

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 183-187, 2002

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peutiche sono fatte in base alla stadiazione clinica;nelle fasi I, II, III il trattamento è conservativo, nellafase IV chirurgico. La fase III necessita di prolun-gati periodi di riposo e vengono utilizzate gli usualiprotocolli fisiatrici (laser, ultrasuoni, ionoforesiecc.), si può ricorrere all’uso di particolari tutori.

Per quanto riguarda la tecnica infiltrativa consteroidi esistono due correnti di pensiero contrap-poste: secondo alcuni autori l’uso locale di steroiditende ad indebolire una struttura potenzialmentegià debole, altri consigliano un utilizzo contenutodi infiltrazioni con cortisonici a basso dosaggio.Importante è la scelta della tecnica infiltrativa: ifarmaci vanno iniettati a livello peritendineo, vaassolutamente evitata l’infiltrazione diretta deltendine, fonte potenziale di ulteriori lesioni.

In questa patologia trova ragione l’utilizzo del-l’Ossigeno-Ozonoterapia (O2-O3) già sperimen-tata con successo in campo ortopedico nel tratta-mento di svariate patologie dell’apparato osteoar-ticolare con risultati molto incoraggianti 8-12.

Basti ricordare la buona percentuale di risolu-zione di sindromi dolorose sostenute da conflittodiscoradicolare (tratto lombare e cervicale) in pa-zienti sottoposti a terapia infiltrativa paraverte-brale, intramuscolare con O2-O3: la metodica si èrivelata efficace in una percentuale oscillante fra il65-70% dei soggetti trattati 13-17.

Nel ginocchio del saltatore sfruttiamo essenzial-mente alcune tipiche caratteristiche della miscelagassosa quali l’azione antalgica e antinfiammato-ria (intervento sulla cascata dell’acido arachido-nico con conseguente riduzione delle Pg), la possi-bilità di indurre un aumento locale dell’ossigena-zione nonché l’azione noeangiogenetica locale 18-11.

Il tutto conduce ad una riduzione locale dei fe-nomeni infiammatori e ad una contemporanea e-saltazione dei meccanismi di riparazione tissutale,espressione di un aumentato apporto locale di os-sigeno; come epifenomeno si avrà una riduzionedella sindrome dolorosa ed un recupero della fun-zione lesa.

Abbiamo pertanto voluto verificare clinica-mente l’efficacia della terapia infiltrativa localecon O2-O3 in un gruppo di pazienti portatori ditendinosi del rotuleo inveterata.

Materiale e metodi

Oggetto del nostro studio sono 38 atleti di etàcompresa fra 17 e 31 anni di cui 26 maschi e 12femmine tutti affetti da jumper’s knee.

Come criteri di ammissione abbiamo adottato iseguenti parametri:

• Patologia classificata in fase III da almeno 3mesi

9 pazienti negativi

27 pazienti positivi

Serie 1

Figura 1 Risultato clinico.Figure 1 Clinical result.

Figura 2 Andamento del VAS nei 27 pazienti che hanno rispo-sto positivamente alla metodica.Figure 2 Pain sensitivity levels in the 27 patients with positive re-sults.

Figura 3 Analisi della variazione delle fasi cliniche nei 27 pa-zienti che hanno risposto positivamente alla metodica.Figure 3 Different clinical phases.

T0 T1 T2 T3 T4 T5 T10

T0 T3 T5 T10

109876543210

3

2

1

0

• Elevata intensità del dolore (VAS superiore a 7)• Attività sportiva nulla o ridotta del 70% ri-

spetto alla condizione basale• Inefficacia dei protocolli fisiatrici (terapie fisi-

che e terapia infiltrativa classica)• Consenso informato.

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“Jumper’s knee”: trattamento con ossigeno-ozono nelle forme ribelli A. Gjonovich

186

Come criteri di esclusione abbiamo adottato:• Patologia della coagulazione• Infiltrazione con steroide eseguita entro gli ul-

timi 20 giorni.

Tutti i pazienti sono stati sottoposti fino ad unmassimo di 8 infiltrazioni distribuite nell’arco di 5settimane con una cadenza di due infiltrazioni allasettimana nei primi 21 giorni, una alla settimananegli ultimi 15 giorni di trattamento. In alcuni casicon esito particolarmente positivo e precoce le in-filtrazioni sono state sospese prima dei terminiprefissati.

Il VAS è stato valutato al T0, T1, T2, T3, T4, T5 eT10.

Come risultato positivo abbiamo consideratouna riduzione del VAS al T3 a valori del 50% infe-riori rispetto al valore iniziale e il passaggio dallafase III alla fase II o I, in altri termini il raggiungi-mento di un recupero funzionale idoneo per lapratica sportiva. Ovviamente questi valori dove-vano mantenersi o ridursi al controllo in X setti-mana (T10).

È stata utilizzata una quantità di O2-O3 pari a10-15 ml ad una concentrazione di 15 γ/ml. È statoscelto come tecnica infiltrativa un approccio bila-terale, utilizzando un ago di 2 cm - 23G; lo scopo èquello di formare un manicotto di gas che ricoprala sede inserzionale del tendine sulla rotula e laprima porzione dello stesso.

Eseguita l’infiltrazione si pratica localmente unablanda compressione locale per migliorare la dif-fusione del gas nelle zone lesionate. Per i soggettipiù insofferenti si ricorreva ad una anestesia di su-perficie con cloruro di etile prima dell’infiltra-zione. A tutti è stato consentito di assumere FANSal bisogno.

Discussione

Tutti i pazienti hanno portato a termine lo stu-dio e non si sono evidenziati effetti collaterali o in-desiderati. Hanno risposto positivamente alla me-todica 27 pazienti sui 38 reclutati pari al 75% (fi-gura 1).

La riduzione più importante del dolore è avve-nuta fra T2 e T3; va segnalato che al T3 4 pazientinon hanno più continuato la terapia infiltrativaperché ormai asintomatici. Al T5 il VAS medio eradi 1.1, al T10 il dolore era praticamente scom-parso. Per quanto riguarda le modifiche della faseclinica segnaliamo che al T3 tutti i 27 pazienti e-rano in fase II, mentre al T10 il 75% era completa-mente asintomatico, il restante 25% in fase I. Lefigure 2 e 3 analizzano l’andamento temporale delVAS nei 27 pazienti e la variazione della sintoma-tologia clinica.

Conclusioni

I risultati della nostra esperienza confermano idati fino ad ora pubblicati relativi all’utilizzo del-l’O2-O3 in campo ortopedico. Va innanzitutto se-gnalata l’ottima tollerabilità della metodica e l’as-senza di effetti collaterali o avversi. Come già se-gnalato in altre esperienze gli effetti benefici simanifestano con una certa latenza, nel nostro casoiniziano a comparire dopo 5/6 infiltrazioni; succes-sivamente si assiste ad una rapida e progressiva ri-duzione del dolore e ad un contemporaneo recu-pero funzionale.

Va sottolineato che a distanza di 10 settimanedall’inizio dello studio dei 27 pazienti che avevanotratto beneficio dalla metodica il 75% era asinto-matico.

I risultati ottenuti confermano le ipotesi già for-mulate in analoghe patologie, in altri termini glieffetti benefici andrebbero imputati sia ad un’a-zione dell’ozono sui mediatori chimici della flo-gosi sia ad un miglioramento locale dell’ossigena-zione.

Il tutto condurrebbe ad una esaltazione dei pro-cessi di riparazione tissutale, evento questo di im-portanza fondamentale per il recupero della fun-zionalità osteo-tendinea.

Pertanto la terapia infiltrativa locale con O2-O3trova un utilizzo razionale ed efficace nelle patolo-gie contraddistinte da una spiccata sofferenzadella giunzione osteo-tendinea.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 183-187, 2002

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15 Gjonovich A et Al: Lombosciatalgie ribelli: l’O2-O3 Terapiaa confronto con altre metodiche. Rivista di Neuroradiolo-gia 14 (suppl 1): 35-38, 2001.

16 Andreula C: Ernie discali lombosacrali: tecnica dichemiodiscolisi con nucleoptesi con O2-O3 e infiltrazioneperiradicolare e peri ganglionare sooto guida TC. Rivista Itdi Ossigeno-Ozonoterapia 1: 79-86, 2001.

17 Gjonovich A et Al: La sindrome dolorosa da conflitto dis-coradicolare: infiltrazioni paravertebrali con ossigeno-o-zono versus epidurale antalgica. Incontri di medicina deldolore: 5-11. Marco Volpi (ed), Padova 2002.

18 Bocci V: Ossigeno-Ozonoterapia. Casa Editrice Am-brosiana: 201-204, 2000.

Dr A. GjonovichU.O.C. di Terapia del Doloree Cure PalliativeU.L.S.S. 17 Regione VenetoO.C. Monselice35043 MonselicePadovaItaly

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188

Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 188, 2002

Directors: Pierre LASJAUNIAS, Sirintara PONGPECH and Suthisak SUTHIPONGCHAIThe paedagogic committee is constituted by:

A Berenstein, I.S. Choi, J. Dion, R. Kwok, P. Lasjaunias, S. Pongpech, G. Rodesch,S. Suthipongchai, K. ter Brugge, V. Chanyavanich, R. Witoonpanich

Teaching sessions take place in Chiang Mai University-ThailandLocal organisation Chusak Sirinvanichai MD

30 March-4th April 2003 ; 9-14 November 2003 ; 28 March-2nd April 2004

The diploma encompasses basic anatomy, biology and genetics as well as clinical and generaltherapeutic aspects of neurovascular diseases

in the intra-cranial, maxillo-facial, and spinal regions in adults and children.

The official language of the diploma is English.

The theoretical courses will be organised in 3 one week sessions (seminars) spaced over 18 months,each of 40 hours, totalling 120 hours theory. Attendance at all courses is required.

At the end of this training there will be a final examination on Friday 8th including:- multiple choice questions, taken from a bank of questions created by the teaching body.- a clinical presentation from a bank of cases generated by the teaching body and discussed during the

seminars.- the production of a case report by the applicant.- a logbook of a three-week period spent in a specialist neurovascular centre (stroke centre, neu-

rovascular surgical unit, or interventional neuroradiology) chosen by the applicant outside his presentdepartment and validated by the paedagogic committee.

REGISTRATION

The diploma is open to medical doctors and specialists certified or in training in the fields of radiol-ogy, neuroradiology, neurology, neurosurgery, cardiology and research fellows.

Candidates can originate from any country and should have a good command of English.

Tuition fees for the three sessions and final examination: 1500 Euro

The diploma will carry the stamps of both universities regardless of the site of registration.Pre registration forms can be obtained from:

Hôpital de Bicêtre - Service de Neuroradiologie - Pr Pierre LASJAUNIAS78 rue du général Leclerc - 94275 Kremlin Bicêtre Cedex - France

Tel: +33.1.45.21.33.91 - Fax: +33.1.45.21.34.33 - e.mail : [email protected] & information on Internet: www.bicetre.neuroradio.net

PARIS SUD UniversityBicêtre Medical school

FRANCE

MAHIDOL UniversityRamathibodi and Siriraj Medical school

THAILAND&

INTERNATIONAL MASTER DEGREEIN NEUROVASCULAR DISEASES

2003-2004

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 189-192, 2002

189

Ossigeno-Ozonoterapiain paziente diabetica con tenosinovitedi De Quervain associata a rizartrosi

G. GHEZA, L. IPPRIO*, L. BISSOLOTTI**Servizio di Diagnostica per Immagini, Casa di Cura S. Anna,* Servizio di Diagnostica per Immagini Istituto Clinico Città di Brescia,** Divisione di Medicina Riabilitativa Casa di Cura Domus Salutis; Brescia; Italy

RIASSUNTO - L’Ossigeno-Ozonoterapia si va affermando in molteplici campi della medicina. Ciò èparticolarmente vero nell’ambito del trattamento di patologie osteo-articolari e mio-tendinee.

Il caso riportato di seguito risulta esemplare per evidenziare i vantaggi e le opportunità che l’utilizzodi tale presidio terapeutico può offrire.

Oxygen-Ozone Therapy in a Diabetic Patientwith De Quervain’s TenosynovitisAssociated with Joint Arthrosis

Key words: oxygen-ozone therapy, De Quervain’s tenosynovitis, wrist

SUMMARY - Oxygen-Ozone Therapy is increasingly applied in many fields of medicine, especially inthe management of bone-joint and muscle-tendon disease. This case report illustrates the advantages of thistherapy in a patient with De Quervain’s tenosynovitis associated with joint arthrosis.

Ricevuto il 10.06.2002

Introduzione

La distinzione funzionale fra tendini di ancorag-gio (es. tendine rotuleo, tendine d’Achille) e ten-dini di scorrimento (es. capo lungo del bicipitebrachiale, tendini tibiali) trova un suo corrispet-tivo anatomico nella struttura del tessuto periten-dineo, essendo i secondi al contrario dei primi do-

tati di una guaina esterna (tenosinovia) separatadal peritenonio da un sottile film di liquido confunzione finalisticamente definibile come lubrifi-cante.

La patologia infiammatoria della guaina sino-viale è denominata tenosinovite, distinguibile in a-cuta e cronica, questa ultima a sua volta differen-ziabile per le caratteristiche anatomo-patologiche

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Ossigeno-Ozonoterapia in paziente diabetica con tenosinovite di De Quervain associata a rizartrosi G. Gheza

190

in forma stenosante ed in forma essudativo-iper-trofica. La tenosinovite stenosante si caratterizzaper l’iperplasia fibrosa della sinovia con conse-guente ostacolo allo scorrimento del tendine al-l’interno della guaina. Gli effetti di tale impedi-mento meccanico si rendono manifesti ove lo spa-zio peritendineo risulta particolarmente angusto(es. canali osteofibrosi o regioni di passaggio deltendine sotto fasce fibrose). In questa condizionela guaina sinoviale è ispessita, di consistenza au-mentata, rigida, senza che vengano a formarsi ade-renze con il tessuto tendineo.

Nella tenosinovite essudativo-ipertrofica la si-novia è invece per l’appunto ipertrofica (macro-scopicamente appare brunastra), con abbondantequantità di essudato fibrinoso nello spazio peri-tendineo e aderenze tra la guaina sinoviale e iltendine.

La tendinosi e la tendinite cronica accompa-gnano sovente la tenosinovite cronica, con possi-bile evoluzione verso la rottura tendinea 5,6,8.

Descriveremo ora un caso di tenosinovite di DeQuervain associata ad artrosi dell’articolazionetrapezio-I metacarpo trattata con Ossigeno-Ozo-noterapia.

Caso clinico

Donna di 56 anni d’età, diabetica, affetta datempo imprecisato da algia a livello del lato ra-diale del polso con irradiazione a tutto il primodito esacerbata dai movimenti di deviazione ra-diale e ulnare. La paziente riferisce netto peggio-ramento della sintomatologia negli ultimi duemesi con scarsa efficacia del trattamento conFANS topico e per via sistemica.

All’esame obiettivo si evidenziano in sede late-rale tumefazione tissutale a livello dell’estremitàdistale del radio e deformità alla base del primodito; il test di Finkelstein è positivo.

L’indagine radiologica del polso mostra evolutaosteoartrosi pantrapezoidale - grado III di Weis-smann 4,7 - coinvolgente le articolazioni fra trapezioe I e II metacarpo. L’ecografia eseguita con appa-recchio Power Vision 6000, Toshiba, e con sonda li-neare multifrequenza da 8-15 Mhz dimostra ispes-simento e disomogeneità strutturale dei tendiniabduttore lungo ed estensore breve del pollice a li-vello del I canale carpale, circondati da spesso a-lone anecogeno periferico che separa i tendinidalla guaina.

I dati clinico-strumentali orientano verso la dia-gnosi di tenosinovite di De Quervain acutizzataassociata a tendinosi e rizartrosi di grado elevato.Non essendo proponibile la classica terapia corti-costeroidea (la paziente è diabetica), si decide diprocedere a trattamento con iniezione locale dimiscela di ossigeno-ozono.

Vengono eseguite sei sedute con cadenza biset-

Figura 1 L’ecografia a livello del lato radiale del polso e della porzione prossimale della mano eseguita nelle scansioni assiale (A) ecoronale (B) evidenzia abbondante falda liquida circondante i tendini abduttore lungo ed estensore breve del pollice, a loro volta di-somogenei per alterazioni tendinosiche.Figure 1 Ultrasound axial (A) and coronal (B) scans of the radial side of the wrist and proximal portion of the hand showing a largefluid collection surrounding the abductor pollicis longus and extensor pollicis brevis tendons which appear inhomogeneous due totenosynovitic changes.

Figura 2 Il controllo ecografico dopo ciclo di trattamento conmiscela di ossigeno-ozono dimostra pressoché completo riassor-bimento della componente tenosinovitica; permangono evidentile note tendinosiche.Figure 2 Ultrasound follow-up after a cycle of oxygen-ozonetreatment shows almost complete resorption of the tenosynoviticcomponent.

A B

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 189-192, 2002

191

timanale, in ciascuna vengono iniettati in sede sot-tocutanea 15 ml di ossigeno-ozono alla concentra-zione d 18 microgrammi/ml in piccoli boli da circa1 ml ciascuno con distribuzione a manicotto lungoil decorso dei tendini infiammati a partire dalla sti-loide ulnare sino alla base del primo dito. Vengonoutilizzati aghi da 27G di 4 mm di lunghezza.

La paziente riferisce evidente miglioramentodella sintomatologia già a partire dalla prima se-duta con remissione pressoché completa dopo laquinta. All’esame obiettivo la tumefazione apprez-zabile in corrispondenza dell’apofisi stiloide ra-diale risulta notevolmente ridotta con negativizza-zione del test di Finkelstein. L‘indagine ecograficadi controllo conferma sostanzialmente immodifi-cata la condizione tendinosica pre-trattamento, sidimostra peraltro notevole riduzione della compo-nente ipoecogea peri-tendinea. La condizione sog-gettiva di benessere si protrae anche attualmente,a distanza di circa quattro mesi dal termine dellaterapia.

Discussione

La malattia di De Quervain o tenosinovite ste-nosante dei tendini estensore breve e abduttorelungo del pollice colpisce prevalentemente pa-zienti donne con incidenza maggiore nell’età com-presa tra 30 e 60 anni. I soggetti affetti spesso e-sercitano attività lavorative o sportive che richie-dono movimenti manuali ripetitivi con sollecita-zione reiterata e prolungata del polso (es. dattilo-grafi, sarti, calzolai, cuochi, golfisti, tennisti, voga-tori, lanciatori del disco o del giavellotto). La ma-lattia è più spesso monolaterale anche se non raraè la bilateralità.

La triade semeiologica caratteristica dell’affe-zione comprende una tumefazione apprezzabile alivello della stiloide radiale, iperestesia e possibi-lità di crepitio prossimamente all’apice stiloideo,dolore elettivo in tale sede quando viene eseguitoil test di Finkelstein (il paziente stringe il pugnointorno al pollice con successiva deviazione pas-siva dal lato ulnare del polso).

La stenosi ed il dolore compaiono sulla stiloideradiale perché in quella sede i tendini interessatiassumono decorso angolato nel loro passaggio at-traverso il primo canale osteo-fibroso del compar-timento dorsale. La deviazione ulnare del polsoaccentua questa angolazione, in più l’effetto afionda del tunnel crea a sua volta un’area ad altasollecitazione per i microtraumatismi da sovracca-rico ripetuto 1,12.

Dal punto di vista terapeutico classicamente iltrattamento iniziale della terapia si avvale dell’uti-lizzo di farmaci anti infiammatori, del riposo e di

Figura 3 All’esame RX del polso nelle proiezioni antero-poste-riore (A) ed obliqua (B) si rileva osteoartrosi delle articolazionitra trapezio e I e II metacarpo, caratterizzata da sublussazionedel 1° osso metacarpale, riduzione dello spazio articolare, scle-rosi subcondrale e formazioni osteofitosiche.Figure 3 X-ray of the wrist in anteroposterior (A) and oblique(B) views shows osteoarthrosis of the joints between the trapez-ium and I and II metacarpals characterised by subluxation of the1st metacarpal bone, reduced joint space, subchondral sclerosisand osteophytic outgrowths.

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Ossigeno-Ozonoterapia in paziente diabetica con tenosinovite di De Quervain associata a rizartrosi G. Gheza

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una fasciatura termo-elastica del pollice. Una inie-zione locale di farmaco corticosteroide effettuatanel tunnel spesso consente una risoluzione dellasintomatologia nella fase acuta. Ove il trattamentoconservativo risulti inefficace si procede in genereall’intervento chirurgico di decompressione delprimo compartimento dorsale tramite aperturalongitudinale del tunnel, ponendo attenzione allaeventuale presenza di guaine tendinee anomale odi tendini soprannumerari. I risultati sono general-mente buoni, considerando comunque la possibi-lità di recidiva, specialmente se i fattori eziologicinon vengono corretti al momento del trattamento10,11,14,17,19.

La natura essenzialmente flogistica dell’affe-zione pone i presupposti teorici per l’utilizzo del-l’Ossigeno-Ozonoterapia nel suo trattamento, cosìcome avviene per molte altre patologie dell’appa-rato muscolo-scheletrico.

Nel caso specifico il noto effetto antiflogisticodiretto ed indiretto della miscela ossigeno-ozonounita alla sua azione eutrofizzante e decongestio-nante risulta indicato al fine di un corretto ripri-stino dell’equilibrio meccanico ottimale 2,3,9,13,15,16,18.

D’altra parte è già stato menzionato come la te-

nosinovite di De Quervain si possa già giovare diconsolidati presidi medici e chirurgici molto effi-caci. Il motivo per cui il caso descritto viene postoall’attenzione non è tanto quello di proporre iltrattamento con ossigeno-ozono per tutti i pa-zienti con malattia di De Quervain, ma di eviden-ziare il vantaggio che la conoscenza di avere a di-sposizione questa opzione terapeutica comportagrazie alla sua comprovata efficacia unita alla ver-satilità ed innocuità d’impiego.

Nel caso specifico, il quadro tenosinovitico sisommava ad una condizione di rizartrosi evolutache sicuramente esacerbava la sintomatologia al-gica locale ed alterava la meccanica del normalescorrimento tendineo fungendo da concausa neldeterminismo della patologia stenosante. In più lacondizione della paziente (diabetica) costituivacontroindicazione assoluta all’utilizzo di farmacisteroidei.

Il trattamento locale con ossigeno-ozono haconsentito di risolvere contestualmente la patolo-gia tenosinovitica e la componente algogena subase artrosica, evitando il ricorso all’interventochirurgico, possibilità già peraltro rifiutata a prioridalla paziente.

Dr Giuseppe GhezaServizio di Diagnostica per ImmaginiCasa di Cura S.Annavia del Franzone 31Bresciae-mail: [email protected]

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Intermezzo

Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 193-194, 2002

13 Aprile 2002, Università di PaviaPresentazione della Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia

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Intermezzo

Intermezzo

Oxygen-Ozone Therapyof discal hernias

in Guangzhou, China

Dr He& Prof. Leonardi

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 195-197, 2002

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Sindrome dell’occhio seccoTrattamento con grande autoemoterapia ozonizzata

A.C. GALOFORO, G. TABARACCICentro Medico San Rocco, Montichiari, Brescia; Italy

RIASSUNTO - La sindrome dell’occhio secco è una patologia causata dallo scadimento quantitativoe qualitativo della funzionalità della ghiandola lacrimale e di quelle accessorie e quindi della produzionedel film lacrimale.

I sintomi più comuni sono: bruciori agli occhi, sensazione di corpo estraneo persistente, dolore trafit-tivo, fotofobia, blefariti e congiuntiviti per maggiore disponibilità dell’occhio a contrarre infezioni dagermi normalmente innocui, facile irritazione per situazioni ambientali.

Gli Autori descrivono il caso di un Paziente affetto da 12 anni da “Sindrome dell’occhio secco” com-pletamente risolto con grande autoemoterapia ozonizzata.

A Case of “Dry Eye Syndrome”Cured by Systemic O2-O3 Therapy

Key words: ozone, dry eye syndrome, systemic O2-O3 therapy

SUMMARY - This case report describes a male patient with a twelve-year history of “dry eye syn-drome” completely healed using systemic O2-O3 Therapy.

Dry eye syndrome is a disease caused by a quantitative and qualitative impariment of lacrimal glandfunction. The commonest symptoms are: burning eyes, persistent sensation of a foreign body, lancinatingpain, photophobia, blepharitis and conjunctivitis due to a greater tendency of the eye to contract infectionby usually harmless germs and prompt irritation by environmental conditions.

Ricevuto il 10.07.2002

Introduzione

La sindrome dell’occhio secco è una patologiacausata dallo scadimento quantitativo e qualita-tivo della funzionalità della ghiandola lacrimale edi quelle accessorie e quindi della produzione delfilm lacrimale (figure 1,2). Il film lacrimale è costi-tuito essenzialmente da tre strati prodotti da di-

verse ghiandole: lo strato lipidico (ghiandole delMeibomio), lo strato acquoso (ghiandola lacrimaleprincipale ed accessorie), lo strato mucoso (ghian-dola di Moll). Lo strato lipidico esterno ha la fun-zione di lubrificare la superficie della lacrima e diridurne l’evaporazione, lo strato intermedio puli-sce l’occhio ed elimita eventuali particelle esterneed irritanti, lo strato più interno permette allo

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Sindrome dell’occhio secco A.C. Galoforo

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strato acquoso di distribuirsi uniformemente sullasuperficie dell’occhio mantenendolo umido. Il filmlacrimale è di importanza vitale per la corretta os-sigenazione della cornea la quale non possiedeuna propria vascolarizzazione. La diminuzione diquesti strati può determinare la rottura del film la-crimale, che, se non corretto, può produrre dannicorneali dalla disepitelizzazione fino alla ulcera-zione.

Le cause che possono produrre questa sindromesono molteplici: la sindrome di Sjogren, l’uso difarmaci (diuretici, betabloccanti, antistaminici, an-ticoncezionali, etc.), condizioni di squilibrio nellaproduzione di ormoni (menopausa e gravidanza),infiammazione delle ghiandole lacrimali, ridu-zione della sensibilità corneale come nella chera-tite neurotrofica. Prevalentemente l’età più colpitaè dai 50 ai 70 anni. Il sesso in prevalenza il femmi-nile. I sintomi più comuni sono: bruciori agli occhi,sensazione di corpo estraneo persistente (“sabbianegli occhi”), dolore trafittivo, fotofobia, blefariti econgiuntiviti per maggiore disponibilità dell’oc-chio a contrarre infezioni da germi normalmenteinnocui, facile irritazione per situazioni ambientali(fumo o vento, bassa umidità). Usualmente la tera-pia in uso è sintomatica (lacrime artificiali, plugsin silicone inseriti per chiudere le vie di drenaggiodelle lacrime, precauzioni ambientali).

Caso Clinico

M.D.L. di anni 61 giunge alla nostra osserva-zione riferendo che dal 1990 è affetto da “Sin-drome dell’occhio secco”; in questi anni si è sotto-

posto a svariati tipi di trattamento con risultatisolo palliativi. Il paziente non fa uso di farmaci pervia sistemica.

La sintomatologia accusata dal Paziente: “… almattino, al risveglio la palpebra superiore si in-colla alla cornea e, al momento dell’apertura degliocchi, la palpebra stessa strappa l’epitelio cor-neale… uso spesso instillare svariati colliri e po-mate antibiotiche e lacrime artificiali, non posso u-scire di casa se c’è vento o l’aria è troppo secca…la luce intensa mi abbaglia… il film lacrimale sispacca ogni 1-2 secondi e sono costretto ad am-miccare continuamente …”.

Basandoci sulla esperienza clinica maturata nelcampo di fiori delle retinopatie e valutando l’ipo-tesi etiologica della sindrome dell’occhio secco inuna alterazione del processo di produzione dellalacrima da alterata funzione del microsistema cir-colatorio delle ghiandole lacrimali, si è pensato disottoporre il paziente, dopo averlo reso edottodelle metodiche e dei fini della terapia, a ciclo diautoemoterapia ozonizzata. Il paziente è stato sot-toposto a 10 sedute di autoemoterapia a cadenzabisettimanale.

Sono stati prelevati ad ogni seduta 150 cc di san-gue a cui sono stati aggiunti 100 cc di miscela diossigeno-ozono ad una concentrazione crescenteda 30 µg. Alla prima seduta fino a 40 µg alla 6° se-duta per poi ritornare gradualmente ai 30 µg.Nella valutazione degli effetti della terapia, nonessendo possibile una valutazione strumentale intempo reale, ci siamo basati sulla risposta sogget-tiva del paziente.

Fino alla quarta seduta il paziente non ha rife-

Figura 1 Organi dell’apparato lacrimale. La demolizione dellaparete superolaterale dell’orbita consente di dimostrare laghiandola lacrimale. In corrispondenza della parte mediale del-l’orbita sono dimostrati i primi tratti delle vie lacrimaliFigure 1 Organs of the lacrimal gland. Demolition of the supero-lateral wall of the orbit reveals the lacrimal gland.The first segmentsof the lacrimal ducts can be seen in the medial part of the orbit.

Figura 2 Ghiandola lacrimale destra vista dall’avanti. La parteorbitaria e quella palpebrale della ghiandola risultano divise daun setto fibroso.Figure 2 Front view of the right lacrimal gland. The orbital andpalpebral parts of the gland are divided by a fibrous septum.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 195-197, 2002

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rito alcun tipo di miglioramento. Il giorno succes-sivo alla quarta terapia: “… noto un lieve miglio-ramento, ma il mio scetticismo prevale su ogni lo-gica considerazione, l’occhio è lubrificato e nono-stante un vento secco non accuso i soliti fastidi…”.Alla quinta seduta “… la lacrimazione appare nor-male, ho giocato a golf in presenza di una leggerabrezza, ma la sera l’occhio non era sofferente, ilfilm lacrimale si spacca ogni 14-15 secondi, tuttociò è sorprendente! …”.

Nei giorni immediatamente successivi allaquinta seduta il paziente ha smesso di instillarecolliri e ha annotato che il film lacrimale si spac-casse a tempi sempre più lunghi (fino a 20 se-condi). Alla sesta terapia il paziente non avvertepiù secchezza, il bordo delle palpebre è roseo e lavista viene definita ottima. Alla settima terapia lasituazione si stabilizza in un benessere ottimaletanto che il paziente vorrebbe sospendere il tratta-mento. Sono state comunque effettuate ulteriori 3sedute fino alla decima al termine delle quali il pa-ziente ha notato una normalizzazione qualitativa equantitativa del film lacrimale con completa scom-parsa di tutta la sintomatologia riferita all’iniziodella terapia.

Discussione e conclusioni

Negli ultimi anni la cosiddetta “sindrome del-l’occhio secco” si è manifestata con tale frequenzache gli iscritti all’albo dei medici oculisti tedeschihanno ritenuto opportuno fondare un gruppo diricerca incentrato esclusivamente sul tema “occhiosecco”. Questo ci ha spinto a ricercare nella som-ministrazione sistemica dell’ossigeno-ozono unapossibile valida soluzione al problema.

Nelle possibili cause della sindrome dell’occhiosecco, sono state evidenziate cause degenerative(età), immunitarie (M. di Sjogren), infiammatorie(cheratiti) ed infettive, squilibri ormonali, uso difarmaci. La terapia sistemica con ossigeno-ozono,come è noto, porta ad un miglioramento del mi-crocircolo e di conseguenza della ossigenazionetissutale e parenchimale, inoltre ha una spiccata a-zione antinfiammatoria ed antimicrobica, ed agi-sce sulla modulazione del sistema immunitario:questi effetti ci consentono di postulare alcuni deimeccanismi intervenuti nella risoluzione del casopresentato.

Riteniamo la nostra esperienza utile per ulte-riori approfondimenti e ricerche.

Dr Gabriele TabaracciCentro Medico San Rocco25018 Montichiari, Brescia e-mail:[email protected]

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cology of Ozone Therapy today. J Biol Reg Homeo A-gentsDe Quervain10: 31-53, 1997.

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Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 198, 2002

Presso l’istituto di Fisiologia Generale e Scienza dell’Ali-mentazione dell’Università degli studi di Siena viene atti-vato il Corso di Perfezionamento in Ossigeno-Ozonotera-pia Medica per l’Anno Accademico 2002-2003, riservato ailaureati in Medicina e Chirurgia abilitati all’esercizio dellaprofessione di Medico Chirurgo.La direzione del Corso ha sede presso l’lstituto di Fisiolo-gia Generale e Scienza dell’Alimentazione dell’Universitàdegli Studi di Siena (via A. Moro) ed il responsabile è ilProf. Velio Bocci.Il corso prevede lezioni sugli effeffi biologici dell’ozono,sulla tossicità e sulle modalità e vie di somministrazionecomplementate da esercitazioni. Le applicazioni terapeuti-che verranno valutatate in varie patologie con riguardoalla terapia d’urgenza e agli aspetti medico-legali.Non potranno essere ammessi al Corso di Perfeziona-mento i laureati iscritti alle Scuole di Specializzazione.

Le domande d’iscrizione al Corso, redatte in carta da bollosu modulo fornito dalla Segreteria e indirizzate al Magni-fico Rettore dell’Università degli Studi di Siena, dovrannoessere presentate o spedite per posta all’Ufficio FormazionePost-Laurea - Area Medica (Centro Didattico - PoliclinicoLe Scotte - 53100 Siena - Tel. 0577/233109, improrogabil-mente entro il 20 settembre 2002.Saranno considerate prodotte in tempo utile le domanded’iscrizione consegnate o spedite tramite raccomandataentro il termine indicato al comma precedente. A tal finefarà fede il timbro postale dell’ufficio accettante.Alle domande regolari NON farà seguito alcuna comunica-zione di conferma.Nella domanda dovranno essere indicati con esattezza l’in-dirizzo ed il recapito telefonico del candidato, cui notificarele eventuali comunicazioni, il numero di conto correntebancario e l’agenzia o filiale d’appoggio per un eventualerimborso ed inoltre alla stessa dovranno essere allegati:1) dichiarazione sostitutiva di certificazioni attestante:

a) l’Università, il tipo, la data, il voto di laurea;b) l’Università, il tipo, la data, il voto di abilitazionec) l’impegno di non essere iscritti ad alcuna Scuola di

Specializzazione2) ricevuta dell’avvenuto pagamento della tassa d’iscrizione3) fotocopia fronte-retro d’un documento di riconoscimento

in corso di validità.N.B. La tassa d’iscrizione dovrà essere pagata tramite bo-nifico bancario sul conto corrente del Monte dei Paschi diSiena n. 50400 - intestato a Università degli Studi d Siena -CAB 14209 ABI 1030 - causale “iscrizione Corso di Perfe-zionamento in Ossigeno-Ozonoterapia.

La frequenza del Corso è obbligatoria.La durata del Corso è di tre fine settimana (venerdì pome-riggio, sabato e domenica mattina) per complessive 60 ore

circa. Il corso avrà inizio il 27 settembre 2002 alle ore 14.30presso l’Istituto di Fisiologia Generale e Scienza dell’Ali-mentazione - via A. Moro - Complesso Istituti Biologici diSan Miniato - Siena.Per l’espletamento delle attività del Corso vengono utiliz-zate le strutture e gli ambienti della Facoltà di Farmacia edin particolare l’Istituto d Filologia Generale e Scienza del-l’Alimentazione dell’Università degli Studi di Siena.Ulteriori informazioni potranno essere richieste all’Isti-tuto di Fisiologia Generale e Scienza dell’Alimentazionedell’Università degli Studi di Siena, Tel: 0577/234217 -Fax: 0577/234219 - E-mail: [email protected] coordinarnento delle attività didattiche e praticheprovvede il Consiglio del Corso.Il Consiglio del Corso è costituito da tutti i docenti delCorso. Il Consiglio del Corso elegge il Direttore.

La tassa di iscrizione è stabilita in Euro 774,69 (incluso unlibro in omaggio), da versare in unica rata all’atto del per-fezionamento della pratica di iscrizione, secondo le moda-lità indicate al precedente Art 2.La tassa d’iscrizione al Corso, rientrando i Corsi di Perfe-zionamento nell’attività istituzionale dell’Ateneo e non inquella commerciale, resta al di fuori del campo di applica-zione I.V.A. Pertanto non potrà essere rilasciata alcunaFattura.

Docenti e materie del corso:• Dott. G. AMATO Terapia Medica con Ozono• Prof. B. BIAGIOLI Pronto Soccorso

e Terapia d’Urgenza• Prof. V. BOCCI Teoria e Pratica

dell’Ossigeno-Ozonoterapia• Dott E. BORRELLI Vie di Somministrazione

dell’Ozono• Dott. F. CERVELLI Ozonoterapia in Ortopedia• Dott. A. DIADORI Ozonoterapia in Oculistica• Dott. F. CECCHERELLI Terapie Antalgiche

con l’Ozono

A conclusione del Corso, agli iscritti che a giudizio del Con-siglio hanno svolto le attività, adempiuto agli obblighi pre-visti e sostenuto un colloquio finale, è rilasciato dal Diret-tore del Corso un attestato di frequenza secondo le leggi vi-ganti in materia. Il rilascio dell’attestato è subordinato adapposita richiesta da effettuarsi su modulo disponibilepresso l’Ufficio Formazione Post-Laurea - Area Medica.

Per informazioni:

http://www.unisi.it/did/cperf/OSSIGENO%20OZONO%20TERAPIA.htm

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI SIENACorso di perfezionamento in Ossigeno-Ozonoterapia Medica

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 199-201, 2002

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Ernia discale cervicale C6-C7Trattamento con infiltrazioni paravertebrali

di ossigeno-ozono

G.VILLACentro Polispecialistico Fiore, Fiorenzuola d’Arda, Piacenza; Italy

RIASSUNTO - L’Autore descrive il caso di un paziente con ernia cervicale C6-C7 risolto con il trat-tamento infiltrativo di ossigeno-ozono paravertebrale.

La TC cervicale mostrava una voluminosa ernia discale C6-C7 posteriore e mediana.Il paziente rifiutava l’intervento chirurgico optando per un trattamento medico mediante effettua-

zione di Ossigeno-Ozonoterapia. Si procedeva pertanto, eseguendo un trattamento infiltrativo paraverte-brale a cadenza bisettimanale con miscela di ossigeno-ozono infiltrando ad 1 cm della linea mediana 4 ccdi miscela di O2-O3 a 20 mg/ml in corrispondenza dello spazio discale interessato dall’ernia.

Il caso clinico presentato, vista la rapida risoluzione della sintomatologia dolorosa e della completascomparsa dell’ernia discale a fronte di una metodica a bassissima invasività, ci conforta nel proporrel’Ossigeno-Ozonoterapia quale valida alternativa al trattamento chirurgico dell’ernia discale.

C6-C7 Herniated DiscTreatment with Paravertebral Oxygen-Ozone Infiltration

Key words: oxygen-ozone therapy, herniated cervical disc, cervicobrachialgia

SUMMARY - We describe a patient presenting with C6-C7 cervical herniation cured by paravertebraloxygen-ozone injection. Cervical CT scan disclosed a large posterior and median C6-C7 disc herniation. Thepatient declined surgery and opted for medical treatment by Oxygen-Ozone Therapy. He underwent par-avertebral injection of 4 cc of a 20 mg/ml oxygen-ozone mixture infiltrated twice weekly 1 cm from the me-dian line into the herniated disc space.

Given the patient’s rapid pain relief and the complete disappearance of the herniated disc after a mildlyinvasive treatment, Oxygen-Ozone Therapy is proposed as a valid alternaive to surgery in the managementof disc herniation.

Ricevuto il 15.06.2002

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Ernia discale cervicale C6-C7 G. Villa

200

Introduzione

Già da diversi anni l’Ossigeno-Ozonoterapia siè andata diffondendo sia in ambito ospedalieroche ambulatoriale, per il trattamento percutaneodelle ernie discali mediante infiltrazione paraver-tebrale di una miscela di ossigeno-ozono con risul-tati positivi varianti dal 70% al 90% a secondadelle varie casistitiche 1-16.

Caso clinico

M.G. di anni 26, giunge alla nostra osservazionenel novembre del 2001 riferendo recente trauma,di tipo sportivo in iperflessione del rachide cervi-cale, con conseguente cervicobrachialgia bilateraleprevalentemente a destra e contrattura del trape-zio destro.

La TC cervicale effettuata in data 8 dicembre

Figura 1 A) Scansione TC assiale che documenta una voluminosa ernia cervicale C6-C7 (frecce); B) ricostruzione TC sagittale. Con-ferma dell’erniazione di materiale discale a C6-C7 (frecce).Figure 1 A) Axial CT scan displaying a large C6-C7 disc herniation (arrows). B) Sagittal CT reconstruction confirms the herniation ofdisc material from C6-C7 (arrows).

Figura 2 Scansione RM assiale e sagittale che documentano la completa scomparsa dell’ernia C6-C7.Figure 2 Axial (A) and sagittal (B) MR scans demonstrating the complete disappearance of the C6-C7 herniation.

A B

A B

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 199-201, 2002

201

2001 mostrava una voluminosa ernia discale C6-C7posteriore e mediana (figura 1).

Alla luce del risultato dell’indagine TC il pa-ziente decide di rivolgersi a uno specialista neuro-chirurgo che pur non rilevando deficit neurologici,consigliava l’intervento chirurgico di discectomiaed erniectomia per via anteriore, previa l’esecu-zione di una Risonanza Magnetica (RM) al fine divalutare la situazione a livello cervicale inferiore edorsale superiore confermando l’unicità dell’er-niazione di materiale discale.

Il paziente, tuttavia, rifiutava l’intervento chi-rurgico optando per un trattamento medico me-diante effettuazione di Ossigeno-Ozonoterapia.

Si procedeva pertanto, eseguendo un tratta-mento infiltrativo paravertebrale a cadenza biset-timanale con miscela di ossigeno-ozono infil-trando ad 1 cm della linea mediana 4 cc di misceladi O2-O3 a 20 µg/ml in corrispondenza dello spaziodiscale interessato dall’ernia, le infiltrazioni ven-gono fatte bilateralmente, utilizzando apparec-chiatura Alnitec mod. 0Z0.2 FUTURA ed aghiNeolus Terumo 25 G. Seguivano 30’ di T.E.N.S.cervicale alternando l’alta alla bassa frequenza permigliorare la tolleranza del paziente al “senso dipeso” ed al bruciore che consegue all’iniezione diossigeno-ozono.

Già dopo i primi 4 trattamenti la sintomatologia

soggettiva migliorava, con diminuzione della fasealgica e della parestesia all’arto superiore destro.

Complessivamente venivano eseguite 12 sedute,a cadenza bisettimanale le prime 8 e settimanal-mente le ultime quattro.

Durante il trattamento il paziente non assu-meva farmaci antiflogistici ed analgesici.

In data 23.02.02 veniva effettuata la R.M. dovesi apprezzava una notevole riduzione volumetricadell’ernia discale (figura 2).

Nei quattro mesi successivi veniva praticata unainfiltrazione a cadenza bimensile.

All’ultimo controllo clinico del giugno 2002 ilpaziente continua a godere di ottima salute senzapiù alcun disturbo sia di tipo sensitivo che motorio.

Discussione e conclusioni

Il caso clinico presentato, vista la rapida risolu-zione della sintomatologia dolorosa e della com-pleta scomparsa dell’ernia discale a fronte di unametodica a bassissima invasività, ci conforta nelproporre l’Ossigeno-Ozonoterapia quale valida al-ternativa al trattamento chirurgico dell’ernia di-scale qualora quest’ultimo non si ritenga indispen-sabile, con risultati stabili a distanza, scevra dicomplicanze e ben tollerata dal paziente.

Dr Gabriele VillaAmbulatorio Fiore29017 Fiorenzuola d’Arda, Piacenzae-mail: [email protected]

Bibliografial Alexandre A, Soattin GB, Fumo G: Intradiscal ozone in-

jection: a new solution for herniated disc problems. MiamiCedars Course for Neurosurgery, Miami, july 1997.

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3 Barbara C, Simonetti L et Al: Trattamento percutaneo del-l’ernia discale con iniezione intradiscale di miscela di o-zono. Risultati preliminari. Rivista di Neuroradiologia 12(suppl 4): 39, 1999.

4 Bonetti M, Valdenassi L: Oxygen-Ozone Therapy in percu-taneous treatment of discal hernias. In: atti “Unconven-tional medicine at the beginning of the third millenium”.Pavia, Cost Bologna (ed), 1998.

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16 Valdenassi L: Linee guida nell’infiltrazione percutaneaparavertobrale. Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia1: 59-62, 2002.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 202, 2002

202

Presidente

Bruno Bernardi

Comitato scientifico

Carla CarolloPaolo Tortori Donati

Fabio TriulziCarla Uggetti

Comitato organizzatore

Marco LeonardiRaffaele AgatiPatrizia CenniFabio de SantisMonica Messia

VI Congresso Nazionaledi Neuroradiologia Pediatrica

Bologna, 22-24 novembre 2002Centro Congressi Istituto di Ricerca Codivilla - Putti

Segreteria scientifica

Dr Bruno BernardiServizio di Neuroradiologia

Ospedale BellariaVia Altura 3 - 40139 Bologna

tel: 051 6225560 - fax: 051 6225785e mail: [email protected]

Segreteria Organizzativa

Noema srlVia Orefici, 4

40124 Bolognatel: 051/230385fax: 051/221894

e-mail: [email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 203-206, 2002

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L’Ozonoterapia nel trattamentodell’ernia discale cervicaleDescrizione di un caso

F. ALBERTINIServizio di Neuroradiologia, Casa di Cura S. Anna, Brescia; Italy

RIASSUNTO - Il tratto cervicale della colonna è il secondo per frequenza ad essere colpito dalle er-nie discali a causa della sua grande mobilità e della vulnerabilità in caso di traumi anche non eccessiva-mente gravi. L’ernia cervicale acuta può intervenire a ogni età ed è spesso da correlarsi a sollecitazioniimprovvise come il tipico contraccolpo conseguente al “colpo di frusta” da tamponamento automobili-stico.

Il trattamento dell’ernia discale cervicale è per la maggior parte dei casi conservativo e solo una pic-cola parte viene riservata alla chirurgia.

Tra le metodiche non invasive si sta sempre più diffondendo la tecnica percutanea paravertebrale conmiscela di ossigeno-ozono, che viene praticata per lo più con l’impiego di aghi da mesoterapia e aghi Te-rumo da 25 G 5/8, con lo scopo di associare l’effetto miorilassante a quello antiflogistico e antalgico di-retto sulla radice nervosa compressa.

Viene descritto il caso di un giovane paziente affetto da ernia discale C5-C6 destra conseguente a un“colpo di frusta” da incidente stradale, trattata con Ozonoterapia e pressoché completamente disidratata.

Ozone Administration in the Treatmentof Herniated Cervical DiscCase Report

Key words: oxygen-ozone therapy, medical ozone, herniated cervical disc

SUMMARY - The cervical spine is the second most common location of herniated discs due to its greatmobility and vulnerability even in minor injury. Acute cervical disc herniation can occur at any age and isoften associated with sudden rebound following the typical “whiplash” injury caused by car accidents.

Treatment of herniated cervical disc is usually conservative and only a few patients are referred forsurgery. Among the non-invasive methods currently available, paravertebral percutaneous injection of anoxygen-ozone mixture is increasingly administered. The mixture is mostly injected using mesotherapy andTerumo 25G 5/8 needles to combine a muscle relaxant effect with the direct anti-inflammatory and analgesicaction on the compressed nerve root.

We describe a young male patient with C5-C6 herniated disc due to a “whiplash” injury in a traffic ac-cident, treated by ozone administration and almost completely dehydrated.

Ricevuto il 12.05.2002

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L’Ozonoterapia nel trattamento dell’ernia discale cervicale F. Albertini

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Introduzione

Il tratto cervicale della colonna è il secondo perfrequenza ad essere colpito dalle ernie discali acausa della sua grande mobilità e della vulnerabi-lità in caso di traumi anche non eccessivamentegravi.

Nel rachide cervicale, a differenza di quellolombare, sono poco frequenti le protrusioni discalisingole e di tipo “molle”; più frequentemente sitratta di protrusioni “dure” spesso multiple e ca-ratterizzate da cospicua componente spondilosica.Le ernie discali cervicali possono sostenere unasintomatologia acuta: tale evenienza richiedespesso un tempestivo riconoscimento ed un imme-diato intervento terapeutico.

L’ernia cervicale acuta può intervenire a ognietà ed è spesso da correlarsi a sollecitazioni im-provvise e non bene calibrate impresse al collodallo stesso paziente; tuttavia la maggior partedelle volte l’ernia cervicale acuta dipende dal ti-pico contraccolpo conseguente al “colpo di frusta”da tamponamento automobilistico.

L’emia cervicale acuta è spesso mediana e causaperciò compressione midollare anteriore con con-seguente paraparesi spastica con associati segni dilivello assai sfumati (rigidità del collo, dolori irra-diati, parestesie alle braccia).

Quando l’ernia è laterale la sintomatologia èdominata da violenta brachialgia mentre la com-pressione midollare é più modesta o del tutto as-sente; talora la sintomatologia di tali ernie può es-sere subacuta e progressiva.

Il trattamento dell’ernia discale cervicale è perla maggior parte dei casi conservativo e solo una

piccola parte viene riservata alla chirurgia che pre-vede la totale discectomia con innesto osseo auto-logo. L’intervento chirurgico porta inevitabilmentead una riduzione della mobilità del rachide cervi-cale e ad un più alto rischio di degenerazione deidischi intersomatici adiacenti eccessivamente sol-lecitati.

I metodi incruenti prevedono l’immobilizza-zione e l’utilizzo della tradizionale terapia con ste-roidi, FANS e miorillassanti che, associata a mas-saggi, manipolazioni e rieducazione posturale,consente spesso di migliorare la situazione.

Tra le metodiche infiltrative si sta sempre piùdiffondendo in ambito ambulatoriale la tecnicapercutanea paravertebrale con miscela di ossi-geno-ozono, che viene praticata per lo più conl'impiego di aghi da mesoterapia e aghi Terumo da25 G 5/8, con lo scopo di associare l’effetto miori-lassante a quello antiflogistico e antalgico direttosulla radice nervosa compressa.

Viene di seguito descritto il caso di un giovanepaziente affetto da ernia discale C5-C6 destra con-seguente a un “colpo di frusta” da incidente stra-dale, trattata con Ozonoterapia e pressoché com-pletamente disidratata.

Caso clinico

Nello scorso mese di ottobre si è presentato nelmio ambulatorio un giovane paziente di 32 anniche presentava un’importante cervicobrachialgiadestra, insorta acutamente dopo un incidente stra-dale.

La sintomatologia era sostenuta da un’ernia di-scale C5-C6 pre e intraforaminale destra dimo-

Figura 1 RM assiale: ernia discale C5-C6 paramediana preforaminale destra (frecce).Figure 1 Axial MR scan: right preforaminal paramedian C5-C6 disc herniation (arrows).

A B

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 203-206, 2002

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strata da una recente Risonanza Magnetica (fi-gura 1).

In accordo col paziente ho iniziato il tratta-mento con ossigeno-ozono effettuando un ciclo di10 sedute, 6 bisettimanali (due alla settimana) e 4a cadenza settimanale, con infiltrazioni paraverte-brali di miscela di O2-O3 a 25 ug/ml di concentra-zione.

Il paziente è stato fatto sedere sul lettino, con ilcapo flesso e il busto leggermente in avanti e sonostate praticate quattro infiltrazioni nella muscola-tura paravertebrale di 1 cc di ossigeno-ozono a 18-20 ug/ml con ago da mesoterapia.

Successivamente è stata effettuata un’infıltra-zione di 4-5 cc a 25 ug/ml con ago Terumo 25 G 5/8a livello del disco erniato, a 1 cm dalla linea me-diana.

Le prime quattro sedute non hanno portato so-stanziali modificazioni alla sintomatologia del pa-ziente, ma durante la terza settimana di tratta-mento la rigidità muscolare si è attenuata e il do-lore è diventato più sopportabile, consentendo alpaziente di riprendere a riposare durante la notte.

Le infiltrazioni settimanali hanno gradualmenteportato alla scomparsa della sintomatologia dolo-rosa e delle parestesie inizialmente presenti alquarto e quinto dito della mano destra; il pazienteha così potuto riprendere a lavorare dopo settesettimane dal trauma.

Trascorsi circa due mesi dall’ultima seduta il pa-ziente si è presentato confermando il buon risul-tato raggiunto. La successiva RM cervicale di con-trollo ha dimostrato la completa scomparsa del-l'ernia con risoluzione del conflitto disco-radico-lare (figura 2).

Figura 2 RM assiale e sagittale dopo trattamento con ossigeno-ozono. Completa scomparsa dell’ernia discale cervicale.Figure 2 Axial and sagittal MR scans after Oxygen-Ozone Therapy. Complete disappearance of the cervical disc herniation.

Discussione e conclusioni

Con le tecniche chirurgiche attualmente utiliz-zate nel trattamento dell’ernia discale cervicale ilbeneficio che può derivare dall’intervento per sin-drome da compressione radicolare spesso non èdefinitivo o duraturo nel tempo, anche per pa-

A B

C

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L’Ozonoterapia nel trattamento dell’ernia discale cervicale F. Albertini

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zienti correttamente selezionati. La tecnica opera-toria più diffusa prevede l’approccio per via ante-riore con o senza fusione intersomatica con tas-sello osseo. Esistono inoltre tecniche a “cielo co-perto” di cui la principale e più efficace è sicura-mente la “nucleoaspirazione percutanea” con nu-cleotomo di Onik che permette di ottenere unadecompressione meccanica del disco senza alte-rare la statica; anche in tale evenienza i pazientidevono essere correttamente selezionati in quantosolo pochi e mirati casi possono essere trattati contale tecnica.

Come è noto la terapia con ozono induce unarapida scomparsa del dolore articolare, dell’edemanonché una normalizzazione della temperatura lo-cale, con aumento della mobilità e funzionalità ar-ticolare. L’azione dell’ozono sul disco interverte-brale è complessa e discussa ma si ritiene comun-que che induca effetti positivi sulla componenteproteica e glicidica discale e sull’acqua contenutanel nucleo polposo 1.

L’ottimo risultato ottenuto nel caso descritto in-coraggia senz’altro a sostenere la validità del trat-tamento con ossigeno-ozono delle radicolopatieda ernia discale. Esso rappresenta un’importantealternativa terapeutica in grado di agire sullacausa meccanica del conflitto disco-radicolare esui processi infiammatori che concorrono a man-tenere l’irritazione radicolare locale.

Il trattamento descritto, se correttamente ese-guito, è solitamente ben tollerato e privo di com-plicanze; bisogna comunque ricordare che il pa-ziente avverte, in modo più accentuato nella re-gione cervicale, la sensazione di tensione e com-pressione locale dovuta all’azione meccanica di e-spansione del gas nel tessuto muscolare che puòportare a cefalea e a reazioni di ipertono vagale.

Considerando il periodo di trattamento relati-vamente breve e la scarsissima invasività della me-todica sono facilmente comprensibili i vantaggi e-conomici e sociali conseguenti alla scelta di questaalternativa rispetto alla chirurgia.

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5 Brayda-Bruno M, Cinnella P: Il trattamento dell’ernia dis-cale con infiltrazione di ossigeno-ozono in paravertebrale.In: Lombalgie e Lombosciatalgie: criteri di diagnosi e cura,Libreria Cortina (ed): 361-366, 1988.

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14 Viebahn R: The use of ozone in medicine. Karl F HaugPublishers: 1-178, Heidelberg 1994.

Dr Filippo AlbertiniServizio di NeuroradiologiaCasa di Cura S. Annavia del Franzone 3125100 Brescia

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 207-210, 2002

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Efficacia terapeuticadell’Ossigeno-Ozonoterapianel diabete mellito del caneProposta di trattamento

A. CASTRINI, T. FACCHI, E. PRIGNACCAOspedale Veterinario, Montichiari, Brescia; Italy

RIASSUNTO - Alla luce delle recenti acquisizioni mediche sull’utilizzo dell’Ossigeno-Ozonoterapia,abbiamo voluto valutarne l’efficacia terapeutica anche in campo veterinario per la cura del diabete mel-lito del cane. I risultati preliminari da noi ottenuti con grande autoemotrasfusione ozonizzata sono risul-tati di notevole interesse clinico e così incoraggianti al punto da farci pensare di poter prendere in consi-derazione l’Ossigeno-Ozonoterapia quale metodica da inserire in futuro nei protocolli terapeutici di talemalattia.

Le proprietà farmacologiche dell’ozono, a nostro avviso, sono risultate essere indicate sia per il trat-tamento della fase attiva della malattia che per la cura delle sue gravi complicanze (in particolare dellamicroangiopatia a livello cerebrale, renale e retinico).

Efficacy of Oxygen-Ozone Therapyin Diabetes Mellitus in the DogTreatment Proposal

Key words: diabetes mellitus, oxygen-ozone therapy, medical ozone, blood doping

SUMMARY - Following recent medical acquisitions on the use of Oxygen-Ozone Therapy, we as-sessed the efficacy of the treatment in veterinary medicine to treat diabetes mellitus in the dog. Our prelimi-nary results following ozonized blood doping were encouraging enough to entertain inserting Oxygen-O-zone Therapy among the future therapeutic protocols for this disease.

The pharmacological properties of ozone were indicated both for treatment of active disease and in themanagement of severe complications (especially cerebral, renal and retinal microangiopathy).

Ricevuto il 30.06.2001

Introduzione

Il diabete mellito (DM) è una patologia causatada una anomala secrezione insulinica. L’insulinaviene prodotta dalla parte endocrina del pancreas,la cui carenza può essere assoluta o relativa. L’in-

cidenza del diabete nel cane è circa di un caso ogni400-500 animali; sono maggiormente colpiti gli a-nimali di età compresa fra 4 e 14 anni. Per quantoriguarda il sesso, risultano maggiormente colpite lefemmine.

Fra le razze quelle maggiormente predisposte

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Efficacia terapeutica dell’Ossigeno-Ozonoterapia nel diabete mellito del cane A. Castrini

208

sono: Pinscher, Puli, Terrier, Barboncino, Bassotto.Il deficit nella produzione di insulina ha come

conseguenza immediata l’aumento della glicemia,in quanto il glucosio non viene più captato dallecellule ed utilizzato come fonte energetica. Questasituazione porta ad una alterazione che coinvolgevari tipi di metabolismo che può essere schematiz-zata come segue:

• Metabolismo glucidico- Glicogenolisi a livello muscolare ed epatico

che tende ad aggravare il quadro iperglicemico.- Ultrafiltrazione del glucosio a livello renale,

perdita dello stesso per mancato riassorbimentoad opera del tubulo contorto prossimale e quindiglicosuria, diuresi osmotica, perdita di acqua ed e-lettroliti. Ne consegue disidratazione con nausea evomito.

- Incremento del valore di ematocrito che portaad un aumento delle resistenze periferiche conscompenso circolatorio ed ipotensione che dimi-nuisce l’efficienza filtrante del rene.

- Mancata inibizione del centro della fame daparte dei glucostati, causata da una netta diminu-zione nella differenza della glicemia tra sangue ar-terioso e venoso in seguito alla mancata capta-zione del glucosio da parte delle cellule; ne conse-gue la comparsa di polifagia.

• Metabolismo Proteico- Vengono attivati i processi di catabolismo pro-

teico che provocano una graduale perdita di pesodell’animale.

- Aumenta l’aminoacidemia che contribuisce adaggravare il quadro clinico sia innescando la glu-coneogenesi epatica (nuovo glucosio = ulterioreaumento glicemia), sia incrementando la concen-trazione di azoto urinario che, esplicando attivitàosmotica, provoca grave disidratazione cellulare.

• Metabolismo Lipidico- Mobilizzazione dei grassi dal tessuto adiposo

con incremento graduale della lipemia.- Ossidazione degli acidi grassi con formazione

di corpi chetonici, quindi chetosi e chetonuria.- Diminuzione del pH da chetosi che induce un

aumento dell’attività respiratoria (respiro di Kus-smaul).

L’instaurarsi dei processi sopra descritti è deter-minante per la comparsa dei sintomi caratteristicidel diabete, poliuria, polidipsia, disidratazione, po-lifagia con graduale perdita di peso. Nel tempo se-guono complicanze in tutti gli organi ed apparati,le più severe delle quali sono a carico del sistemacardiovascolare (microangiopatia e macroangio-patia) e del sistema nervoso autonomo.

L’eziopatogenesi è multifattoriale e vi concor-rono fattori genetici ed ambientali.

Come fattori e/o adiuvanti vanno ricordate:1. Patologie pancreatiche: Possono essere sia pa-

tologie che colpiscono direttamente la parte endo-crina dell’organo (quella cioè deputata alla produ-zione ormonale compresa quella dell’insulina), siapatologie che, colpendo inizialmente la parte eso-crina del pancreas, interessano secondariamente laparte endocrina.

2. Malattie virali: Sembra appurato che almenoil Parvovirus canino sia capace di promuovere lacomparsa del diabete in individui geneticamentepredisposti ed anche il Coronavirus sembra poterdeterminare patologie pancreatiche.

3. Fenomeni autoimmuni: Si tratta di patologiescatenate dal sistema immunitario dell’animaleche riconosce erroneamente i propri tessuti comese fossero estranei e li combatte producendo anti-corpi contro di essi.

4. Cause ormonali: Fra gli ormoni che promuo-vono il diabete possiamo ricordare:

- il Progesterone, ormone sessuale importantenella gravidanza ma che può anche entrare nellacomposizione di diversi preparati farmacologici;induce la produzione dell’ormone della crescita, ilquale neutralizza l’insulina.

- i Corticosteroidi: la loro produzione aumentain molte occasioni fra cui ricordiamo il morbo diCushing, ciò provoca un eccessivo stimolo allaproduzione di insulina che, a lungo andare ne de-termina l’esaurimento. Effetto analogo si può a-

Figura 1: Collie di nove anni giunto alla nostra osservazione conpoliuria e polidipsia trattato con grandeautoemotrasfusione conossigeno-ozono.Figure 1 9-year-old Collie presenting with polyuria and polydys-pepsia treated by oxygen-ozone blood doping.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 207-210, 2002

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vere anche dopo trattamenti prolungati con corti-sonici.

5. Obesità: nell’animale obeso le cellule risul-tano meno sensibili all’azione dell’insulina. Diconseguenza per ottenere un effetto ne viene pro-dotta di più e ciò può portare ad esaurimento dellecapacità produttive dell’ormone.

La diagnosi di DM può presentare notevoli dif-ficoltà nella fase preclinica della sindrome, inquanto manca a tutt’oggi il riconoscimento di unmarker specifico. Risulta indispensabile la deter-minazione della glicemia basale controllata in piùgiorni successivi e la prova di tolleranza glucidica.

Il controllo del diabete mellito si avvale sia del-l’impiego di farmaci che di un rigoroso controllodella dieta, dell’esercizio fisico, dello stile di vita e,dell’ovarioisterectomia delle femmine intere.

Schematizzando le strategie terapeutiche sinoad oggi utilizzate nelle comune pratica veterinariasono:

1. Terapia insulinica sostitutiva2. Farmaci ipoglicemizzanti per uso orale: tro-

vano un limitato impiego in medicina veterinarianei casi di diabete non insulino-dipendente.

3. Misure dietetiche4. Ovarioisterectomia

Casi clinici

Nel gennaio 2002 viene visitato un cane di razzacollie di anni nove (figura 1) che il proprietario ri-ferisce presentare poliuria e polidipsia. Dopo gliaccertamenti clinici viene formulata la diagnosi didiabete mellito. Viene impostata una terapia ba-sata sulla somministrazione di insulina (Caninsulinfl 2,5 ml 40 U.I./ml prodotto dalla Intervet) e suuna dieta specifica.

Il dosaggio di insulina è di 25 UI in un’unica som-ministrazione giornaliera. La glicemia si stabilizzaprontamente e la sintomatologia scompare. Neimesi successivi il cane viene sottoposto a ripetuticontrolli che danno tutti dei risultati soddisfacenti.

Nell’aprile 2002 il collie viene ricoverato pressoil Nostro Ospedale in condizioni critiche: dimagri-mento marcato, vomito, anoressia, poliuria, polidi-psia. La glicemia è salita a 680 mg/dl e quindi si de-cide di aumentare gradualmente il dosaggio di in-sulina. Dopo 20 giorni di ricovero il cane viene di-messo su richiesta del proprietario. Il dosaggio diinsulina è di 60 UI giornaliere suddivise in duesomministrazioni. La glicemia però rimane costan-temente sui valori che oscillano da 350 mg/dl a 420mg/dl con disoressia, poliuria e polidipsia.

Alla metà di giugno il proprietario riporta ilcane in crisi iperglicemica (glicemia oltre 680mg/dl) nonostante abbia autonomamente aumen-

tato il dosaggio di insulina. Decidiamo di effet-tuare un ciclo di GAET (grande autoemotrasfu-sioni con ossigeno-ozono): vengono prelevati 100ml di sangue dalla vena giugulare utilizzando unasacca singola per sangue (Teruflex sacche per san-gue con CPDA-1 49 ml per la raccolta di 350 ml disangue) miscelati con ozono alla concentrazionedi 30 µ/ml. La reinfusione avviene nella vena cefa-lica dell’avambraccio con un butterfly da 21 G.manteniamo comunque un dosaggio di insulina di60 UI giornaliere. La mattina seguente il colliemanifesta violente crisi convulsive con vocalizzi: laglicemia è di 29 mg/dl e si interviene quindi som-ministrando glucosio. Per le altre 9 GAET (2 allasettimana) si riduce la concentrazione di ozono a25 µ/ml, evitando di somministrare insulina neigiorni del trattamento. Al termine del ciclo il do-saggio efficace di insulina si è ridotto a 10 UI gior-naliere ed il cane appare in netto miglioramentocon scomparsa dei sintomi iniziali ed aumento delpeso.

Nei mesi successivi, a fronte di ripetuti controlli,l’insulina viene portata a 20 UI, dosaggio che hapermesso al cane di avere una soddisfacente qua-lità della vita fino ad oggi. Riportiamo, inoltre,come il proprietario del collie riferisca di aver ri-scontrato nel proprio animale al termine delle te-rapie un maggior vigore ed una ritrovata vivacitàed a suo giudizio anche il pelo dell’ animale hatratto beneficio dal trattamento apparendo orapiù lucente e conferendo al cane un aspetto “ rin-giovanito”.

A seguito di questi risultati abbiamo poi utiliz-zato lo stesso protocollo terapeutico su un altrocane, di razza setter irlandese femmina di 10 anni(figura 2) che manifestava la stessa sintomatolo-gia. Dopo aver confermato la diagnosi di diabetemellito, precedentemente formulata da un nostro

Figura 2: Setter Irlandese di 10 anni affetto da diabete mellitotrattato con grandeautoemotrasfusione con ossigeno-ozono.Figure 2 10-year-old Irish Setter with diabetes mellitus treated byoxygen-ozone blood doping.

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Efficacia terapeutica dell’Ossigeno-Ozonoterapia nel diabete mellito del cane A. Castrini

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collega, ed aver accertato l’estrema gravità delquadro clinico che costringeva il proprietario asomministrare dosaggi di insulina sempre più ele-vati fino a raggiungere le 120 UI giornaliere si de-cideva di iniziare un ciclo di GAET. Già dopo iprimi due trattamenti il dosaggio veniva ridotto a60 UI giornaliere, poi ulteriormente ridotte a 40UI alla fine del ciclo. Anche in questo secondo a-nimale si è avuta una rapida ripresa con scom-parsa dei sintomi e normalizzazione delle abitu-dini di vita.

Discussione e conclusioni

In base alla nostra esperienza seppur limitata asoli due casi trattati con grandeautoemotrasfu-sione con ossigeno-ozono, riteniamo tale terapia e-stremamente efficace nel trattamento del diabetemellito in fase iniziale, in relazione alla capacitàdell’ozono di normalizzare i parametri del meta-bolismo lipidico e glucidico.

Inoltre, a nostro avviso, un ruolo importanteviene svolto dall’ozono, anche, nella prevenzionedelle complicanze del diabete che possono insor-gere nella fase tardiva della malattia, nonostantesia stata iniziata precocemente una adeguata tera-pia. Le più frequenti complicanze nel cane sono,

infatti, la retinopatia, le pancreatiti, la steatosi epa-tica, la chetoacidosi, la nefropatia, la neuropatia ele possibili sovrainfezioni batteriche.

A livello ematico, la somministrazione di ozonoinduce una riduzione della viscosità ematica glo-bale e dell’ aggregabilità piastrinica ed agisce inol-tre sulla membrana eritrocitaria direttamente edindirettamente (determinando un aumento del 2-3difosfoglicerato) aumentando la cessione di O2 daparte dell’ emoglobina ai tessuti, ne consegue unmiglioramento del microcircolo con benefici effettinella prevenzione di retinopatia, nefropatia e neu-ropatia diabetiche, le cosiddette microangiopatie.

Inoltre, l’azione battericida e fungicida, che de-riva dal contatto diretto tra ozono e microrganismicon distruzione della capsula sottoposta al pro-cesso ossidativo da parte del gas e/o dai perossidigarantisce una efficace strumento per contrastarele infezioni che colpiscono i cani specialmente a li-vello dell’apparato urinario, respiratorio e tegu-mentario.

A nostro parere, il trattamento con Ossigeno-O-zonoterapia in corso di diabete mellito sembra, i-noltre, aumentare la sensibilità del soggetto incura alla somministrazione di insulina esogena,consentendo di controllare la glicemia con dosaggimolto più contenuti.

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Dr Arturo CastriniOspedale Veterinario MontichiariViale Europa25018 MontichiariBresciae-mail: animalhouseonline

[email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 211-216, 2002

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Do Ozone Producing Systemsfor Oxygen Therapies always Fulfilto all Safety and Quality Demands?

A. FIAMENI, V.A.C. HAANAPPEL*Alnitec S.r.l., Cremosano (CR), Italy* University of Twente, Enschede, The Netherlands

Key words: corona discharge ozone generator, therapeutic applications, ozone therapy, ozone resistant materials, contamination

SUMMARY - The use of ozone generators for ultra pure applications, i.e. laboratory and medical(therapeutic) purposes, is still growing. The most common system to be used for these applications is thecorona discharge ozonator. In such a system, the production of ozone is based on passing oxygen througha high voltage electrical discharge. Under certain conditions, this ozone can interact with the surroundingmaterial forming unknown reaction products, leading to contamination of the ozone outlet stream.

In particular for therapeutic applications such as internal treatments, it is vitally important that the o-zone gas be free from contamination. Contamination can eventually lead to certain health problems ofthe patient undergoing a specific ozone therapy.

As a consequence, it is recommended to use ozone resistant materials for the construction of coronadischarge ozone production systems. If other materials are also used, care must be taken on the use of theozone gas, because choosing the wrong materials, an interaction between ozone and the used materialscan form undesired reaction products.

I sistemi di produzione ozonoper Ossigeno-Ozonoterapia sono sempre rispondentia tutti i requisiti di sicurezza e di qualità?

RIASSUNTO - L’uso dei generatori di ozono per applicazioni ultra pure, vale a dire per scopi medi-cali e di laboratorio, stà continuamente crescendo. Il sistema più comune che viene usato per queste appli-cazioni è l’ozonizzatore a scarica corona. In tale sistema la produzione di ozono è basata sul passaggio del-l’ossigeno attraverso una scarica di alta tensione elettrica.

In certe condizioni, l’ozono può interagire col materiale con cui viene in contatto, formando prodotti direazione non ben identificabili, e che portano alla contaminazione del flusso di uscita dell’ozono.

In particolare, per le applicazioni terapeutiche, come nei trattamenti in cui l’ozono viene iniettato, èd’importanza vitale che l’ozono sia esente da contaminazione. Questa contaminazione potrebbe portare adalcuni problemi di salute nel paziente che sta seguendo una cura specifica.

Come conseguenza, si raccomanda l’uso di materiali ozono-resistenti per la costruzione di macchine ascarica corona. Se altri materiali sono invece usati, bisogna prestare molta attenzione all’uso dell’ozono pervia dell’interazione tra l’ozono stesso ed altri materiali che possono formare prodotti di reazione indeside-rati.

Ricevuto il 10.05.2002

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Do Ozone Producing Systems for Oxygen Therapies Always Fulfil to all Safety and Quality Demands? A. Fiameni

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Introduction

Since the late 1800’s ozone has been used as asanitizer for drinking and wastewater purification,air freshening, and pool and spa water purification.The advantages of the use of ozone are that inquantities needed for water and air purification, itis very effective and very gentle to humans (skinand eyes). In addition, ozone purifies water and airvery quickly by killing virtually all known forms ofviruses without leaving any hazardous by-products.

Later, around 1915 ozone was also introducedinto medical practice. Nowadays more than five t-housand physicians worldwide use ozone for spe-cific therapeutic applications. The use of ozone forthese applications is based on the fact that the dis-ease-causing viruses, i.e. bacteria, fungi, parasites,and toxins, as well as diseased or deficient tissuecells, burn up when in contact with ozone. Moreinformation on the effect of ozone on the humanbody, including mechanistic, biological, and chemi-cal aspects, can be found in an excellent overviewby Bocci 1.

The biochemical therapies are based on provid-ing the body with the active form of oxygen. Thiscan be done by internal and/or external treat-ments. Examples of internal treatments are auto-hemotherapy, direct injections of ozone gas intomuscles or veins, ear and vaginal insufflations, andinternal and oral use of ozonated water. Externaltreatments are, for example, limb and body bag-ging, ozone steam sauna, and external use of o-zonated water and olive oil. For external, but evenmore important for internal medical applications,ultra pure ozone is required. This means that thepresent ozone generators based on corona dis-charge should use medical grade oxygen (guaran-teed purity of at least 99.9%) and that no contam-ination of the ozone outlet stream can be toler-ated. However, the present forms of these ozonegenerators, including all attachments, do not al-ways use 100% ozone resistant materials. As aconsequence, organic and/or metallic materialscan interact with the ozone produced forming un-desired reaction products contaminating the o-zone outlet stream. Unfortunately, no systematic s-tudy has been performed yet on the interactionbetween ozone and organic and/or metallic mate-rials with respect to the use of corona discharge o-zone systems.

This contribution deals with different ozoneproducing systems in relation with their applica-tions. In addition, quality and safety aspects areshortly discussed with accent on the use of coronadischarge ozonation systems. In particular, conta-mination of the ozone gas by choosing wrong con-struction materials for these systems can be a seri-

ous problem, especially when the ozone gas isused for therapeutic applications. This means thatefforts are still needed to perform research on theinteraction between ozone and the materials used.As a result, recommendations are given for any-one who has the intention of purchasing or con-structing a corona discharge type ozone-producingsystem.

Applications of Different Typesof Ozone-Producing Systems

The most important applications of ozonation e-quipment can be found in the field of drinking,swimming, and wastewater purification, air fresh-ening, ozone therapy, and special applications (inthe food processing industry, laboratory testing,etc). Each of these applications has its own spe-cific demands and requirements with respect to o-zone output and ozone quality. With respect to thedifferent processes of ozone production, threecommon types of ozone systems can be distin-guished, i.e. ultraviolet (UV) systems, cold plasma,and corona discharge ozonators.

The simplest form of the ozone generator is theUV system. The production of ozone is based onthe principle that this system utilizes a specificwavelength of UV-light, which converts oxygenmolecules into ozone. The chemical reactions alloccur inside the ozone chamber of the ozone gen-erator. This system has long been used as a power-ful sanitizer, particularly for providing safe and en-vironmentally sound water conditions (thus with-out contamination, which can be harmful for theenvironment) for residential pool and spa owners,and for air refreshment. Due to the fact that the o-zone output is rather low and that the ozone pro-duction cannot be regulated independently, it isnot recommended to use this system for medicalapplications.

Like the UV system, the cold plasma ozone gen-erator also has a low ozone output without an in-dependent regulation system, which means thatthis system can in particular be applied for air andwater treatment. Next to this, some applicationscan also be found in the field of ozone therapy,with a limited suitability.

The most sophisticated system is the corona dis-charge type ozonator. The formation of ozone isbased on passing air or oxygen through a gap be-tween high voltage (> 5,000 volts) and groundelectrodes to create an energy field, the so-calledcorona. The oxygen molecules are split by thecorona and then recombine with oxygen to formozone. The advantage of this system is that a rela-tively high concentration of ozone can be pro-

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duced with an independent output regulation. Theozone output can be regulated in two differentways, i.e. voltage regulation (VR) and frequencyregulation (FR). Nowadays, cost-effective coronadischarge units, which are small and simple to use,can be used for a broad spectrum of applications,i.e. from use in the residential pool and spa indus-try to specific medical applications. For therapeu-tic applications, the frequency regulation type ofmedical ozone generators is generally recom-mended to be the most suitable. This kind of gen-erators is also called “high frequency type”. How-ever, before such an ozone-producing system ispurchased, it is vitally important to obtain knowl-edge about the quality and safety aspects of med-ical ozone generators for the different therapeuticapplications.

Quality and Safety Aspectsof Medical Ozone Generators

The main therapeutic ozone applications in-clude: a) highly invasive internal treatments, suchas autohemotherapy, and direct injections into thebody (veins, joints and muscles, and tumors); b) in-ternal treatments, such as rectal, vaginal and earinsufflations and c) external treatments, such as o-zone “bagging”, steam sauna, and external use ofozonated water and olive oil. In particular for in-ternal treatments, high quality ozone gas is re-quired.

The first step towards the production of highquality ozone gas is the use of a high quality feedgas, in this case oxygen (medical grade oxygen)with a purity of at least 99.9%. Moreover, to avoidpotential problems it is always recommended touse medical grade oxygen for therapeutic applica-tions of ozone. This implies that at least from theinlet flow no contamination of the ozone gas canbe expected.

However, probably even more important arethe materials used to construct ozone generators,i.e. components for the ozone generator, tubingconnections, mixing chambers (containers), etc. Toensure a high durability and reliability of the sys-tem, the use of ozone resistant materials is a ne-cessity. Wrongly chosen materials can lead to ashorter life-time of the generator, more oftenmaintenance and repair, and more important, con-tamination of the ozone gas.

The ozone resistivity of a certain type of mater-ial depends, amongst others, on the processing pa-rameters. In this context, the ozone concentrationis one of the most important parameters to evalu-ate critically. Generally, most applications (airtreatment, residential water treatment) operate in

a range of the ozone concentration between 0 and40 gamma (1 gamma = 0.0466 vol.%). It can be as-sumed that materials, which are resistant and usedfor the construction of ozone generators for thesetype of applications, probably cannot be used formore sophisticated systems with higher levels of o-zone concentration; e.g. ozone therapies: 0-90gamma, and commercial water treatment: 0-450gamma. Therefore it is important to obtain all thenecessary information before choosing the rightmaterials to construct ozone generators with theirspecific requirements.

Ozone Resistant Materials

Polymers

The use of wrongly-chosen polymers as a mate-rial for tubing, rings and several attachments(adapters for catheters and insufflation sets, for in-halations, for body bagging, etc.) for ozonationsystems can under certain conditions lead todegradation of the polymer(s). In contact with o-zone, induced reactions can alter the chemical andmechanical properties of the components andprobably form volatile products, which can conta-minate the ozone outlet. More information on theeffect of ozone on the degradation of some poly-mers can be found in the journal of PolymerDegradation and Stability 2-5. For example, nitrileor Buna-N-rubber is often used for seals, but notsuited for use with strong oxidising agents. Ozonewill usually attack nitrile materials. Efforts werealready spent to improve the resistance by the ad-dition of antioxidant compounds, but up to nowthis material cannot be recommended for ozoneapplications. Therefore, silicone rubber is morerecommended for use with ozone, in spite of thepoor physical properties (unattractive for dynamicapplications). Also fluorocarbon rubber (tradenames as Viton, Fluorel, and Kel-F) andpolyurethane have excellent resistance to ozoneand other compounds. Both materials are usefulfor specialised sealing problems.

Polymers, which have a resistivity to ozone (0-40gamma), to be used for, amongst others, residen-tial water treatment, are Karlez and Neoprene. Ifozone concentrations are used up to about 90gamma materials like LDPE, Silicone, and Vitonare recommended. For higher concentrations onlyKynar and Teflon are suitable materials.

Metals and Alloys

Also for metallic materials, it is clear that the o-zone resistivity depends, amongst others, on the o-zone concentration. Due to the fact that ozone is a

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strong oxidizing agent, it can rapidly react withmetallic materials to form several types of oxides.Certain companies will already show their good-will regarding the proposed materials to be usedfor medical ozone generators. However, generallyno information is given on the maximum ozoneconcentration to which those materials can be ex-posed. In addition, the ranking of the compatibil-ity applied only to a very short period, e.g. 48 h ex-posure time. Therefore, care has to be taken in in-terpreting those results. In order to rely on thesematerials, more information is needed about theinteraction between these materials and ozone-containing gases. With respect to this, some impor-tant questions to be solved first are listed below:

- What is the maximum ozone concentration towhich these materials can be exposed?

- What is the long-term performance of thesematerials under severe conditions?

- What are the reaction products when materialsreact with ozone?

- Are the reaction products formed volatile(contamination of the ozone outlet) and haz-ardous (toxicity) for human health?

Another point of concern is the use of metallicelectrode materials (stainless steel). During long-term performance, the electrodes decrease in size.Here, evaporation of metallic of oxidized elementsby the presence of a high voltage electrical dis-charge and ozone can play a certain role of impor-tance. However, the effect of this phenomenon onthe purity of the ozone gas outlet (contamination)is still unclear, but it might have adverse effects onhuman health when the ozone gas is used for in-ternal treatments.

For example, if the ozone outlet gas contains s-mall amounts of nickel or chromium, it can be as-sumed that this will have some effect on hypersen-sitive persons. Today, 20% of the female popula-tion and 2 to 4% of men are nickel-sensitised 6.These values were years ago much lower, indicat-ing that the population sensitive to nickel is stillgrowing; as a consequence this problem will bemore and more important in the future. Nickel al-lergy is a form of cutaneous hypersensitivity, whichcan cause, e.g. exacerbation of hand eczema, lungreactions in the form of asthma, and inflammatorychanges in the nasal mucosa. In the case ofchromium, the situation is different: chromium in-take is up to a certain level essential due to themaintenance of normal glucose metabolism. Smalltoxic effects are only attributed to trivalentchromium when present in very large amounts.More severe is the presence of hexavalentchromium that is quite toxic.

More information concerning the effect of

nickel and chromium on human beings is widelyanalysed in the literature, e.g. 7. Besides nickel andchromium, the release of other elements can alsoresult in unpleasant reactions.

It is vitally important to understand the possibil-ity of interaction of metallic compounds with theozone gas. However, to date no detailed informa-tion is available on the effect of ozone gas on thechemical behaviour of metals and/or alloys to beused as a construction material for ozone genera-tors in the field of therapeutic applications. Onlysome studies were performed concerning the in-teraction of materials (e.g. copper, bronze) withenvironmental ozone 8-10 and the effect of dissolvedozone on the electrochemical behaviour of materi-als, like carbon steel, stainless steel, copper, 70:30copper-nickel, aluminium brass, and titanium 11.Some ozone generators on the market havecoloured anodised fittings. After a certain periodthe ozone completely removes this thin anodisedlayer, and as a consequence, the gas stream carriesthis coloured oxide, which is quite toxic for hu-mans, to the gas outlet.

As a result, due to a lack of detailed informationon the metal-ozone interaction in ozone producingsystems, extreme care has to be taken in choosingthe right materials for ozone generators to be usedfor therapeutic applications. With the currentlyavailable information it is suggested to use only ti-tanium and stainless steel with a high content of ti-tanium. Some manufacturers use hard anodisedlayers to cover the aluminium used as a electricalground electrode. However, this anodised layer willeasily detach by voltages higher than 2 kV. In thecase of the corona discharge type ozone genera-tors, at least 4 kV is necessary to spark the coronadischarge. Therefore, it is strongly recommendednot to use hard anodised aluminium for this type ofozone generators.

Evaluation and Recommendations

As already pointed out, no reliable data exist onthe interaction between ozone and organic ormetallic materials to be used for corona dischargeozonators. Nevertheless, it is vitally important toknow the exact material compatibility with ozoneunder practical conditions, in particular for ultrapure applications, such as the laboratory and ther-apeutic use of ozone. Possible causes of a lack ofdata can be explained by the following reasons:

- The business of manufacturing commercial o-zone systems is very competitive, and as a conse-quence, there is no financial and time expense as-sociated with the process of looking for a solutionby performing additional research,

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- Virtually no person or company cares to ad-dress (with a complete disregard of) the issues as-sociated with the possible contamination of the o-zone outlet, or

- There is a lack of knowledge about the inter-action between ozone and the materials used, indi-cating that companies are not always aware of thepossible effects of ozone contamination on humanhealth.

Here, it worth noting that this approach is notonly prevalent among producers of water purifica-tion ozone systems, but also among producers ofso-called medical and laboratory ozone instru-ments (for ultra pure applications). The problemsassociated with the interaction between ozone gasand used materials can be divided into the follow-ing paths, which should be seriously explored:

- The direct influence of ozone gas on variousmaterials, and

- The influence / impact of the high intensity en-ergy field on various materials, and

- The combination of the first two.In addition to this, a good analysis of the ozone

outlet stream is also required, because due to re-actions between ozone and the materials used,contamination can, under certain circumstances,be a serious health care problem when patientsare treated with ozone. Besides, care has to betaken when companies publish a so-called OzoneOutput Test Report. Such a report deals generallyonly with the ozone output concentration as afunction of the input parameters. No detailed gasanalysis will be given in such a report. Even if cer-tain ozone generator producers do not use ozoneresistant materials, in practice they still claim thatonly ozone resistant materials are used for their o-zone generators.

In order to overcome all the potential problemswith wrong materials, which could represent a pos-sible contamination source, ozone generatorsshould be designed with only ozone resistant ma-terials.

Therefore, it is recommended that, before usingozone generators for ultra pure applications, thefollowing points have to be considered:

- Be sure that all materials, which can be in con-tact with ozone gas, are 100% ozone resistant.

- For ozone generators not constructed with

100% ozone resistant materials, additional re-search into the interaction between ozone and thematerials used is required (analysis of the organicand metallic materials, even after long-term per-formances, and analysis of the gas outlet stream(contamination by reaction products)).

- Be aware that the term “ozone resistant” usedby several companies, does not always guaranteethat the material is 100% ozone resistant under allconditions.

Conclusions

The use of ozone generators for sanitizing appli-cations is significantly increasing not only for airand water treatment, but also for ultra pure appli-cations, such as for laboratory and medical (thera-peutic) purposes. The most common system to beused for therapeutic ozone applications is thecorona discharge ozonator. In such a system, theproduction of ozone is based on passing oxygenthrough a high voltage electrical discharge. Undercertain conditions, the ozone can interact with thesurrounding material forming unknown reactionproducts. This can lead to contamination of the o-zone outlet stream. However, up to now no sys-tematic study has been performed with respect tothe interaction of ozone with the materials usedduring the performance of ozone production sys-tems, indicating that no data are available on theexact reaction products to be formed.

In particular, for therapeutic applications it is vi-tally important that the ozone gas be free fromany contamination. Contamination can eventuallylead to certain health problems of the patient un-dergoing a specific ozone therapy. As a conse-quence, it is recommended to use only ozone resis-tant materials for the construction of corona dis-charge ozone production systems. If other materi-als are used, care has to be taken on the use of theozone gas. One should be aware that certain reac-tion products (organics or oxides) might form,which will have potential detrimental effects onhealth. Therefore, additional research is needed,and of course strongly recommended, to revealpotential contamination of the ozone outletstream by choosing non-100% ozone resistant ma-terials.

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Do Ozone Producing Systems for Oxygen Therapies Always Fulfil to all Safety and Quality Demands? A. Fiameni

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References1 V Bocci: Ossigeno-Ozonoterapia, Casa Editrice Am-

brosiana, Milano, Italy (2000).2 G Meijers, P Gijsman: Influence of environmental concen-

trations of ozone on thermo-oxidative degradation of PP,Polymer Degradation and Stability 74 (2): 387-391, 2001.

3 F Cataldo: On the action of ozone on polyaniline, PolymerDegradation and Stability 72 (2): 287-296, 2001.

4 MP Anachkov, SK Rakovski, RV Stefanova: Ozonolysis of1,4-cis-polyisoprene and 1,4-trans-polyisoprene in solution,Polymer Degradation and Stability 67 (2): 355-363, 2000.

5 F Cataldo: On the action of ozone on undoped and dopedalkyl and N-alkyl-substituted polyanilines, Polymer Degra-dation and Stability 75 (1): 99-106, 2002.

6 M Accominotti, M Bost et Al: Contribution to chromiumand nickel enrichment during cooking of foods in stainlesssteel utensils, Contact Dermatitis 38: 305-310, 1998.

7 Handbook on the Toxicology of Metals, 2nd edition, LFriberg, GF Nordberg, V Vouk (eds), Elsevier Science Pub-lishers BV, 1986.

8 A Reisener, B Stöckle, R Snethlage: Deterioration of cop-per and bronze caused by acidifying air pollutants, Water,Air, and Soil Pollution 85 (4): 2701-2706, 1995.

9 AA Mikhailov: Dose-response functions as estimates ofthe effect of acid precipitates on materials, Protection ofMetals 37 (4): 357-366, 2001.

10 V Kucera, S Fits: Direct and indirect air pollution effectson materials including cultural monuments, Water, Air, andSoil Pollution 85 (1): 153-166, 1995.

11 MR Viera, M Fernandez Lorenzo de Mele, HA Videla:Comparative study of the effect of oxygen and oxygen/o-zone mixtures on the electrochemical behaviour of differ-ent metals, Journal of Applied Electrochemistry 31 (5):591-598, 2001.

12 A Fiameni: Capitolato di Buona Costruzione per gli o-zonizzatori medicali per ossigeno-ozono terapia: 05-12-2000.

Ing. A. FiameniAlnitec S.r.l.26010 Cremosano (CR)Italye-mail: [email protected]

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 217-218, 2002

Nel mese di agosto di quest’anno, il DottorAntonio Carlo Galoforo, del Rotary Club Bre-scia Est, con Claudio Paparo, Presidente deiVolontari del Rotary del Distretto 2050 eCarlo De Vita del RC Abbiategrasso, si sonorecati ad Abidjan in Costa d’Avorio, su richie-sta del Prof. Pierre-Andrè Aka, Direttore dellaClinique de Dermatologie Abidjan, per sotto-porre ad Ozonoterapia i pazienti affetti da Ul-cera di Buruli.

Il Dr. Galoforo svolge la propria attivitàpresso l’Istituto Clinico Città di Brescia e sioccupa di Ossigeno-Ozonoterapia da oltredieci anni.

“L’esperienza maturata nel trattamentodelle ulcere di diversa eziologia - afferma il Dr.

Galoforo - mi ha permesso di avviare questoprogetto con la prospettiva di buoni risultati”.

Il Prof. Pierre-Andrè Aka, anch’esso socioRotary del Club di Abidjan è inoltre: Vice Pre-sidente dell’Association Africane de Dermato-logie (AFRAD), Presidente della Société Ivo-rienne de Dermatologie-Vénérologie (SIDV),Presidente della Commission Nationeled’Ulcère de Buruli in Costa d’Avorio.

La storia della piaga di Buruli, secondoFrancoise Portaels, dell’Istituto di MedicinaTropicale di Antwerp, Belgio, si divide in dueperiodi: prima del 1980 e dopo il 1980.

Prima di questa data la malattia era stata os-servata soprattutto nei Paesi dell’Africa cen-

Informazioni

Il Rotary Internationalsi “arma” di Ozono

per combattere l’Ulcera di Buruli

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Informazioni

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trale: Congo, Uganda, Gabon, Nigeria, Came-run e Ghana.

L’impegno maggiore per lo studio e la curadella malattia si è dispiegato in Uganda e nel-l’ex Zaire. Un pool di medici ha studiato gli a-spetti patologici ed epidemiologici dell’ulceraprovocata dal Micobatterium Ulcerans nellaregione di Buruli, nei pressi del lago Kyoga. Lericerche più significative sono poi state pubbli-cate all’inizio degli anni Settanta.

Dopo il 1980 si assiste ad una drammaticadiffusione della malattia anche nell’Africa Oc-cidentale: Costa d’Avorio, Benin,Ghana, Togo, le due Ghinee, SierraLeone, Liberia.

Le modalità di trasmissione dellapiaga di Buruli sono poco note. Sem-bra che il contagio sia più frequentenelle aree dove si trovano paludi ocorsi d’acqua.

Qualche ricercatore arriva ad ipo-

tizzare anche cause ambientali: deforestazione,agricoltura intensiva, inquinamento.

Finora nessuno studio è stato in grado di di-mostrare un legame tra la diffusione della ma-lattia e le modificazioni ambientali e climatiche.

“Quel che è certo - afferma il Dott. KingsleyAsiedu, medico ghanese coordinatore del Glo-bal Buruli Ulcer Iniziative dell’OMS - è che,dato l’incremento dei casi, gli alti costi del trat-tamento e le conseguenze del morbo sulla fun-zionalità dell’individuo, occorre moltiplicaregli sforzi di ricerca per trovare nel più breve

tempo possibile una cura effi-cace”.

Del pool dell’OMS, che ha sedea Ginevra, sono stati chiamati a farparte medici e ricercatori di Au-stralia, Belgio, Benin, Costa d’Avo-rio, Francia, Guyana francese,Ghana, Papua Nuova Guinea,Gran Bretagna, Stati Uniti e Togo.

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LIBRI RICEVUTI

OXYGEN-OZONE THERAPYA CRITICAL EVALUATION

Velio Bocci

Kluwer Academic PublishersInstitute of General Physiology, University of Siena, Italy

Spring 2002, 468 pages, hardboundISBN 1-4020-0588-1

€ 158.00 / USD 145.00 / GBP 100.00

This book represents the first serious attempt to explain the fundamental basis of O-zone Therapy and is a relevant step towards achieving further progress. Ozone is nowconsidered a real drug and, after reacting with body fluids, releases messengers and ac-tivates several mechanisms of action which are able to elicit multiple biological effects.The therapeutic window has been defined and, against the dogma that “ozone is toxicany way you deal with it”, has been shown that ozone toxicity can be tamed and eventotally avoided.

New powerful methodologies have been devised and astonishing clinical results invascular and infectious diseases have already been achieved. An exciting novelty is theinduction of an adaptive response that implies the unsuspected possibility of arrestingcell degeneration due to the endogenous chronic oxidative stress. However further ba-sic and controlled clinical studies need to be performed to fully exploit ozone’s thera-peutic potentials and to establish the real validity of this therapy. Authoritative scienti-sts arid clinicians should abandon their prejudice and consider the profound differencebetween the endogenous oxidative stress and the new concept of ozonetherapeutic“shock”. If this will happen, we could soon have a simple and inexpensive tool to re-store health in millions of patients.

The book has been written in a plain scientific language and can be read by scienti-sts, clinicians as well as by patients, obviously keen on regaining a state of well being.

For more information about Kluwer Academic Publishers books and journals in the areaof Biochemistry and other branches of medicine visit:

www. wkap. nl

Kluwer Academic PublishersP.O. Box 322

3300 AH Dordrecht, The NetherlandsPhone for books: + 31 78 6576422

Fax: + 31 78 6576474E-mail: [email protected]

Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 219, 2002

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SIOOT News Letter

Caro Collega

È trascorso quasi il primo anno di attivitàsotto la gestione del nuovo Consiglio Diret-tivo eletto lo scorso anno e che ha iniziatola propria attività nel corso del 2002. Que-sto periodo è coinciso con numerose inizia-tive che hanno avuto una ricaduta impor-tante sulla pratica della terapia con ossi-geno-ozono e nella presentazione pubblicadi una immagine di serietà e garanzia daparte di tutti gli operatori.

1) Abbiamo patrocinato alcune riunioniscientifiche e soprattutto il Master organiz-zato a Pavia grazie all’impegno dei ColleghiProff. Bertè e Richelmi e che ha visto recen-temente la celebrazione della cerimonia diconsegna dei certificati ai numerosi iscritti.Inoltre grazie ai Colleghi Bonetti e Leo-nardi abbiamo lanciato pubblicamente unarivista che risulta essere l’organo ufficialedella Società. Tale rivista dovrebbe esserecollegata alla quota di iscrizione alla So-cietà. Inoltre grazie all’Amico Prof Ri-chelmi è stato lanciato un nuovo sito uffi-ciale informatico con indirizzo http://lab-time.unipv.it/, cui si può accedere libera-mente ed in cui compaiono varie rubricheche nel tempo diverranno più ricche e chenella nostra intenzione dovrebbe diventareil server con cui “chattare” sull’ozono e chedovrebbe permettere un rapido ed infor-male contatto tra tutti i membri del Consi-

glio e del Comitato Scientifico ed i Socidella Società. Il Comitato Scientifico ha la-vorato rivedendo i protocolli depositatipresso il Ministero della Salute e soprattuttosostenendo i progetti sperimentali presen-tati alla Commissione della Regione Lom-bardia all’uopo predisposta dal ConsiglioRegionale. Abbiamo trasferito la sede dellaSocietà presso il Dipartimento di MedicinaInterna e Terapia Medica dell’Università diPavia ed abbiamo lanciato un nuovo sitoWEB imparziale e soprattutto informativo.

Di tutte queste cose e di altre dovremodiscutere nella prossima riunione dell’As-semblea plenaria.

Vorrei però ora sottoporre alla vostra at-tenzione alcune considerazioni allo scopodi niziare un rapporto collaborativo fidu-ciario utile e proficuo per ognuno di voi eper la Società stessa.

Visto il successo già ottenuto dalla nuovarivista, riteniamo ora opportuno rivedere ilrapporto con i soci. Vorremmo da que-st’anno chiedere a tutti gli operatori dell’o-zonoterapia di rinnovare la propria ade-sione alla Società attraverso la re-iscrizionealla stessa. La quota, comprensiva dell’ab-bonamento alla rivista, è fissata in € 100,00per l’anno 2003. Vi preghiamo di provve-dere al versamento della quota mediantebonifico sul cc postale n° 34121731 inte-stato al Dr Cesare Maria D’Ambrosio, te-soriere SIOOT.

A tutti i Lettori ed Abbonati

Loro Sedi

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia 1: 220-221, 2002

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Perché aderire alla Società?Ogni Società risulta essere un “braccio

armato” a difesa dei propri soci. Le diatribesulla medicina complementare, le proble-matiche fino ad ora sollevate sulla praticadella terapia, la necessità di produrre docu-mentazioni statistiche e scientifiche a difesadella professionalità individuale, i problemicorrelati al programma della EducazioneContinua in Medicina, l’importanza di “oc-cupare” un posto nell’assise del sinododelle Società Scientifiche riconosciute dallaFNOMCeO ed accreditate presso il Mini-stero della Salute, l’esigenza di avere unsito informatizzato aggiornato ed interna-zionale, il bisogno ed il vantaggio di avere“colleghi ed amici” con cui condividere fa-tiche, lavoro, problemi e gioie, ebbene misembrano sufficienti motivi per aderire allanostra Società SIOOT.

Nel riconoscere l’imponente lavorosvolto dal precedente Presidente e Consi-glio (che hanno difeso il lavoro di tanti o-peratori, sviluppando l’interesse verso lanostra professione), voglio ringraziarequanti decideranno di aderire subito allanostra Società.

Colgo l’occasione per informare che è infase di avanzata elaborazione da parte diValdenassi e collaboratori l’organizzazionedel workshop che si svolgerà nel 2003 a Ve-rona dal 2 al 5 aprile nell’ambito del con-gresso della European Society for ClinicalInvestigation. È una occasione prestigiosadi affacciarsi in Europa attraverso una im-portante Società di ricerca di base e clinicae che ci permetterà di proiettarci in unmondo in cui la sperimentazione “carte-siana” è il modo unico per provare la bontàdella ricerca e la validità della prova. Si stastudiando il modo migliore di realizzarlo,vista la scarsità di fondi, per cui ci affidiamoa tutti voi ed alla vostra operatività e buona

volontà per un visibile successo che è fon-damentale per proiettare in Europa la no-stra Società e la pratica dell’ozonoterapia.Vorrei invitarvi tutti a partecipare al Con-gresso elaborando materiale scientifico didignità europea da poter presentare alMeeting. Le informazioni le potrete recu-perare nel nostro sito WEB ed all’indirizzodella Società www.esci.eu.com.

Da ultimo, vorrei sottolineare l’impor-tanza della ricerca per il sostegno della“prova delle evidenze” a favore del tratta-mento con Ossigeno-Ozono. Vorremmoproporre progetti di ricerca mirati per pa-tologia coinvolgendo tutti i colleghi chepraticano la terapia. Per questo motivo ap-pare importante la esatta compilazione delquestionario-formulario di iscrizione allaSIOOT. Esaminato il modulo formuleremoproposte concrete, chiedendo anche la col-laborazione ed il supporto delle aziendecollegate alla pratica dell’ozonoterapia.

Desidero inoltre invitarvi a collaborareattivamente alla vitalità della Società, scri-vendoci i vostri problemi e commenti ed in-viandoci i vostri consigli e suggerimenti,che, per il “peso” della realtà che li ha ge-nerati, hanno per noi una importanza fon-damentale.

Vi ringrazio pertanto per la preziosa col-laborazione e per la saggezza delle vostredecisioni.

Con i più cordiali saluti

Prof Giovanni RicevutiPresidente SIOOTProfessore di Medicina InternaUniversità degli Studi di [email protected] – 3356820319fax 0382526950

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RIVISTA ITALIANADI OSSIGENO-OZONOTERAPIAOrgano Ufficiale della Società Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia

Si prega restituire a:

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I-40122 Bologna - ItalyTel. 051.227634 - Fax 051.220099

Comunicazione all’Abbonato – In relazione a quanto disposto dall’art. 10 della L. n. 675/1996, Le assicuriamo che i suoi dati(nome, cognome, titolo di studio, attività svolta e indirizzo), presenti nel nostro archivio informatico, verranno utilizzati esclusi-vamente per l’invio di lettere commerciali e avvisi promozionali inerenti al rapporto tra editore-abbonato. Ai sensi dell’art. 13della L. n. 675/1996, Lei potrà opporsi all’utilizzo dei dati in nostro possesso se trattati in maniera difforme a quanto dispostodalla legge.

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Rivista Italiana di Ossigeno-Ozonoterapia is a clinical and prac-tice journal documenting the current state of neuroradiology prac-tice. The journal publishes original clinical observations, descrip-tions of new techniques or procedures, case reports and articles onthe ethical and social aspects of health care. Papers are accepted onthe understanding that they are subject to peer review, editorial re-vision and, in some cases, comment by the editors. Manuscripts areexamined by independent anonymous reviewers. All authors re-main anonymous to the reviewers, in line with international stan-dards. Manuscripts submitted in English will be edited and correct-ed if necessary.Articles and other material published in the journalrepresent the opinions of the authors and should not be construedto reflect the opinions of the publisher.

Submissions should be accompanied by a covering letter signedby all authors stating that a) the paper is not currently being con-sidered for publication elsewhere; b) all authors have been person-ally and actively involved in work leading to the report and willthus hold themselves jointly and individually responsible for itscontent; c) all relevant ethical safeguards have been met in relationto patient protection; d) an acknowledgement of any financial sup-port from commercial sources or pecuniary interest in such enter-prises that could pose a conflict of interest including consultationsfor any product or process mentioned in the submission. Failure tomake such disclosure in the covering letter will result in the manu-script being rejected. All manuscripts and correspondence shouldbe sent to the Editor- in-Chief, Matteo Bonetti. Manuscript selec-tion is based on peer review.The guidelines to authors are based onthe Uniform Requirements for Manuscripts Submitted to Biomed-ical Journals (Ann Intern Med 108: 258-265, 1988).

The publishers will inform the author(s) in case they want tomake use of their limited copyright. In case of sales of reprints or ofother reproductions of the article in printed or electronic media,the publisher will compensate the authors financially or by othermeans. The authors retain the right to reject publication for pur-poses they deem to be conflicting with their personal or scientificintegrity.

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REFERENCES – References should be prepared carefully.Journal names should be abbreviated according to Index Medicususing the following format:

1) Names of authors, Capitals of given names (in the case ofmore than three authors use “et Al”):Title of article. abbrevi-ated Journal name volume: page-page, year.

i.e.: Laredo JD, Bard M: Thoracic Spine: Percutaneous TrephineBiopsy. Radiology 160: 485-489, 1986.2) Names of authors, Capitals of given names (in the case ofmore than three authors use “et Al”): Title of book. Printer,City year.

i.e.: Valavanis A: Medical Radiology: Interventional Neuroradi-ology. Springer Verlag, Heidelberg 1993.3) Names of authors Capitals of given names (in the case ofmore than three authors use “et Al”):Title of chapter. In: Ed-itor’s name: Title of book. Printer, City year: page-page.

i.e.: Bonneville JF, Clarisse J et Al: Radiologie Interventionnelle.In: C Manelfe (Ed): Imagerie du rachis et de la moelle. VigotEditeur, Paris 1989: 761-776.

ILLUSTRATIONS – Figures should be submitted as original x-ray or laser films, glossy prints or slides (all originals will be re-turned to the authors with offprints). Clearly indicate on one sidethe top of the figure and number. Do not label the image with ar-rows, numbers or letters, but indicate on a duplicate copy or on asketch where these indications are desired. Do not cut or attach fig-ures with scotch tape or use paper clips.

SOCIETÀ ITALIANADI OSSIGENO-OZONOTERAPIA

PRESIDENTE VICE PRESIDENTEProf. Giovaanni Ricevuti Prof. Plinio Richelmi

SEGRETARIO TESORIEREProf. Luigi Valdenassi Prof. Cesare D’Ambrosio

RIVISTA ITALIANA DIOSSIGENO-OZONOTERAPIA

ORGANO UFFICIALE DELLAASSOCIAZIONE ITALIANA DI OSSIGENO-OZONOTERAPIA

COMITATO EDITORIALECosma Andreula (neuroradiologia), FrancAntonio Bertè (farmacologia),

Velio Bucci (fisiologia generale), Marco Brayda-Bruno (ortopedia),Giuliano Fabris (neuroradiologia), Carlo Luongo (vascolare),

Giovanni Pierucci (medicina legale), Giovanni Ricevuti (immunologia),Plinio Richelmi (tossicologia), PierLuigi Sapelli (odontoiatria),

Luigi Valdenassi (farmacologia), Giuliano Agolini (Igiene e antisepsi)

COMITATO DI LETTURAGiovanni Agostini, Filippo Albertini, Alberto Alexandre, Carlotta Barbara,

Liberato Berrino, Josip Buric, Franco Cirillo, Ludovico Coppola,Cesare D’Ambrosio, Paola D’Aprile, Giovanni Battista Di Mauro,

Amelia Filippelli, Marianno Franzini, Riccardo Giunta,Antonio Gjionovich, Giorgio Gombos, Stergios Ikonomidis

Emmanuel Iliakis, Enrico Lampa, Raffaele Landi, Biagio Lettieri,Antonino Levita, Carlo Maria Longo, Renato Manzi,

Filippo Roberto Marcolongo, Enzo MarinoniGiuseppe A. Marra, Mario Muto, Vincenzo Pantusa,

Marco Pasquali Lasagni, Hector Salgado, Adriano Sammartino,Francesco Silvano Sasso, Alberto Scarchilli, Luigi Simonetti,

Umberto Spagnoli, Marco Spreafico,Anteo Tomasso, Giulia Tommasini

DIRETTORE SCIENTIFICOMatteo Bonetti

Servizio di Neuroradiologia - Istituto Clinico Città di Bresciavia Gualla, 15 - 25100 Brescia

Tel. ..39/030/3710311 - Fax ..39/030/3710370e mail: [email protected]

DIRETTORE RESPONSABILEMARCO LEONARDI

Servizio di Neuroradiologia – Ospedale Bellariavia Altura, 3 - 40139 BOLOGNA

Tel. ..39/051/6225520 - Fax ..39/051/6225785e mail: [email protected]

LANGUAGE EDITORAnne Collins

REDATTORE CAPODoriano Angeli

c/o Gutenberg 2000Divisione della Centauro s.r.l.

Via Tolmezzo, 97 – 33100 UdineTel. & Fax ..39/0432/485297

e-mail: [email protected]

PUBBLICITÀGerardo Dall’Occa

e mail: [email protected]

STAMPAArti Grafiche Friulane – 33010 Tavagnacco (UD)

Per informazioni: Centauro s.r.l.Via del Pratello, 8 - I-40122 BolognaTel: ..39/051/227634 - Fax: ..39/051/220099e mail: [email protected]

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Reg. Trib. di Udine n. 14 del 10-5-1988

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224

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Colour figures: Images must be acquired using the QUADRI-CROMIA-CMYK method. The RGB method is only recommend-ed for video reproductions as the quality of printed figures is poor:

Black and white figures: Images must be acquired using theGREY SCALE with a minimum scanner resolution of 300 pixelsper inch or 150 pixels per cm. Images should be saved in .TIFF for-mat.

It is important that images retain their original acquisition fea-tures. Subsequent changes do not improve the initial resolution. Ifthese minimum requirements are not satisfied, the print quality willbe poor. Definition also depends on the enlargement factor: a largeimage can be reduced for publication thereby improving the reso-lution, but enlargement of a small image highlights all its flaws andseverely reduces the resolution. Images submitted for publicationmust be the original acquisitions. Images already paged in Word,

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Graphic paging will be done using the Macintosh system.Illustrations can be submitted on a CD-ROM copied in ISO 9006

format legible on PC or MAC. Other media can be used, compress-ing files with Stufflt, Aladdin or Zip, as long as the original is inhigh-resolution TIFF format.

Submissions can be sent via the Internet, but maintaining thesame initial characteristics.The time required to send files will varydepending on the number of figures, but image resolution must notbe reduced to speed up transmission times. When naming the fig-ures, please check that the name corresponds to the figure number.

Typewritten manuscripts – doubles spaces – should be submit-ted in triplicate (illustrations in one original copy and two foto-copies). They should be typed on one side of the paper, doublespaced, with margins of at least 25 mm, accompanied by a diskette(3 1/2”) indicating the programme used (IBM, MS/DOS or Mac-intosh are acceptable). Send everything to the Editor in Chief.

1) Si accettano solo lavori originali.

2) Lingua: la Rivista di Ossigeno-Ozonoterapia accetta articoliin inglese ed in italiano con didascalie e riassunto nelle due lingueo almeno in italiano.

3) Traduzioni: le traduzioni e le revisioni dell’inglese verrannoeffettuate da un traduttore specializzato (omaggio dell’editore agliautori). Ciò consente la migliore uniformità dei testi inglesi.

4) Il testo dei lavori va presentato in tre copie (complete di ico-nografia) stampato a doppia spaziatura. Nella prima pagina vannoindicati solo il titolo, gli autori, il reparto di appartenenza. Indicareoltre al nome, indirizzo e numero telefonico della persona riferi-mento per ogni comunicazione. Nella seconda pagina vanno inse-riti il titolo (senza i nomi degli autori, per permettere la lettura a-nonima) e le parole chiave, seguiranno poi i riassunti ed il testo.

I riassunti dovranno essere due: uno breve e descrittivo, che saràpubblicato in italiano, ed uno molto ampio ed esaustivo che saràtradotto in inglese e dovrà consentire la piena comprensione dellavoro.

Da ultimo vanno inserite le didascalie dell’iconografia e delle ta-belle e la bibliografia (completa, ma essenziale), numerata ed inordine alfabetico.

5) Bibliografia: si prega di seguire le norme editoriali in modomolto accurato, limitando le citazioni alle essenziali:

– Cognome dell’autore Iniziale del nome: Titolo del lavoro.Nome abbreviato della rivista Volume: pagina iniziale-pagina fi-nale, anno.

– Cognome dell’autore Iniziale del nome: Titolo del libro Edi-tore, Città, Paese; Anno: pagina iniziale-pagina finale.

Qualora gli autori siano più di tre si consiglia di indicare i primidue più: «et Al».

6) Inviare il testo anche su dischetti da 3 1/2’’ per Macintosh,IBM, MS-DOS o comunque in formati tipo Word, Write, Xpress.Esso dovrà essere battuto senza formattazione od impaginazione.In caso di tabelle, grafici o disegni specificare il programma con ilquale sono stati creati.

7) Iconografia: si raccomanda la presentazione di iconografiadella migliore qualità, sotto forma sia di lastre originali (preferi-bilmente) o diapositive, sia di stampe bianco/nero. Le tabelle de-vono essere numerate. Ogni immagine o tabella va corredata dauna didascalia sintetica in italiano (traduzione in inglese a curadella redazione). Indicare sempre i parametri RM.

Istruzioni per l’invio del materiale iconografico

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Immagini a colori: L’acquisizione delle immagini deve essere e-seguita in modalità (metodo) QUADRICROMIA - CMYK . La

NORME EDITORIALI

modalità RGB è indicata solo per immagini da riprodurre in vi-deo, ma perde la qualità con la riproduzione su carta.

Immagini in bianco e nero: L’acquisizione delle immagini deveessere eseguita in SCALA DI GRIGIO.

Tutte le immagini devono essere acquisite in scanner ad una ri-soluzione di 300 pixel per pollice minimo o di 150 pixel per cm mi-nimo.

Le immagini devono essere poi salvate in formato .TIFFÈ importante che le immagini abbiano queste caratteristiche al-

l’origine dell’acquisizione. Le modifiche successive non miglioranola risoluzione iniziale. Se non è possibile ottenere queste caratteri-stiche minime, il risultato in stampa sarà a bassa definizione. Ladefinizione dipende inoltre dal fattore di ingrandimento: un’im-magine di grandi dimensioni può essere ridotta per la stampa emigliorare le caratteristiche di risoluzione; ma un’ingrandimentodi un’immagine piccola mette in luce tutti i più piccoli difetti, oltrea ridurre in modo evidente la risoluzione.

Le immagini inviate per la stampa devono essere assolutamentegli originali di acquisizione. Le immagini già impaginate in docu-menti Word o PPT (o altre applicazioni) o contenute in pagineweb, contengono un’immagine virtuale in bassa risoluzione, non a-datta alla stampa tipografica.

Per l’invio dell’iconografia si può utilizzare un cd-rom, masteriz-zato in formato ISO 9006 perché sia leggibile da PC a MAC.

Si può utilizzare altri supporti, comprimendo i files con Stuffleto Aladdin o Zip, raccomandando che l’originale sia in formato TIFe in alta risoluzione.

Il lavoro può essere inviato tramite la rete Internet, ma semprecon le stesse caratteristiche iniziali. Naturalmente il tempo d’inviosarà lungo in relazione al peso delle immagini, ma queste non de-vono assolutamente essere ridotte di risoluzione per facilitarnel’invio.

Se le caratteristiche iniziali delle immagini non fossero quelle ri-chieste, perché acquisite con macchinari ospedalieri, sarebbe utilefare una verifica del risultato finale: dopo averle salvate in un sup-porto con le caratteristiche sopraddette, utilizzando un altro com-puter non collegato alla rete di archivio delle immagini che si vo-gliono stampare, provate a fare un’uscita in carta. Da qui si potràverificare la nitidezza delle immagini da stampare. Per questo tipodi immagini si può utilizzare il formato JPG.

Quando viene dato un nome all’immagine, verificare che ilnome dato corrisponda alla numerazione delle didascalie.

8) Estratti: è indispensabile uniformare al massimo la prepara-zione degli estratti. Pertanto, verranno preparati sempre 30 e-stratti di ogni lavoro, che saranno inviati agli autori e addebitati inragione di Euro 155.-, se inferiori a 10 pagine, o Euro 258.- se piùlunghi (IVA compresa).

9) Tutto il materiale va inviato al Direttore Scientifico.

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