Rivista di Carita' Politica 2013 Luglio

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C OOPERAZIONE I NTERNAZIONALE IN A GRICOLTURA Sviluppo e risposte operative PUBBLICAZIONE QUADRIMESTRALE ANNO 2013 - 15,00 - ANNO XVIII - N. 1 - LUGLIO 2013 - REDAZIONE: VIA CALZECCHI, 2 - 20133 MILANO

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Rivista di Carita' Politica 2013 Luglio

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CARITÀ POLITICAgià e non ancora

SOMMARIO

Anno XVIII – N.1 Luglio 2013Rivista Quadrimestrale dell’Associazione Carità Politica

Direttore Responsabile: Alfredo LucianiCoordinamento redazionale: Rossella SempliciEdito da: Associazione Internazionale Missionari della Carità Politica V.le Milizie 140 - 00192 Roma - Tel. 06 3723511Redazione: Via Calzecchi 2 - 20133 MilanoRedazione: [email protected]: www.caritapolitica.it; www.caritapolitica.com; www.caritapolitica.orgRegistrazione Tribunale di Milano n. 536 del 27/11/93Progetto Grafico: Bravo Communications - VeronaStampa: Stamperia Editrice commerciale srl - Bergamo

Questa è l’ora della carità sociale e politicacapace di disegnare le strade

della pace, della giustizia e dell’amicizia tra i popoliGiovanni Paolo II

L’Osservatore Romano - 30 ottobre 2004

Cooperazione internazionale in agricoltura

Scheda di presentazione della facoltà d’agraria di Piacenza

Università degli studi della Tuscia

Argentina

Bolivia

Costa Rica

Guatemala

Honduras

Panama

Paraguay

Ferrero

Giustizia solidarietà e sviluppo

Mons. Vittorio Formenti

Rev. Paolo Vasyliv

Dott. Leonardo di Gennaro

Messaggio

L’etica dell’islam e gli enigmi di sopravvivenza

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In occasione dell’EXPO Milano 2015 – Nutrire il Pianeta, l’Associazione Internazionale Carità Politica, in collaborazione con gli Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, ha ritenuto suo dovere elaborare alcune riflessioni e progetti d’azione nella Cooperazione agricola e politiche sostenibili.

Promuovere un nuovo modello di sviluppo e una nuova visione dell’economia per realizzare uno sviluppo integrale, solidale e sostenibile. Questo, in sintesi il progetto che a Milano nel 2015, verrà proposto quale utile contributo all’EXPO.

La sostenibilità delle attività umane in campo agrario e alimentare sul nostro Pianeta deve essere valutata sotto diversi punti di vista, e tutti devono concorrere a definire strategie globali e individuali che assicurino disponibilità di alimenti salubri per tutti, produzione di energia rinnovabile e salvaguardia delle risorse naturali per le prossime generazioni.

E’ in questa cornice che si sviluppa il progetto “Cooperazione Internazionale in agricoltura: esigenze di sviluppo e risposte operative”.

Lo scandalo della fame

L’abbondanza della produzione complessiva di alimenti è tale da consentire di sfamare tutti gli uomini. Eppure ancora oggi milioni di persone soffrono e muoiono di fame. Questo è <<un vero scandalo>>, che si consuma nell’indifferenza più assoluta e in nome di quelle logiche speculative che generano povertà.

Chi in vario modo si rende responsabile di questo scandalo sono: quelli che la <<speculazione finanziaria>> come fattore di condizionamento del <<prezzo degli alimenti; quanti hanno fatto promesse ai poveri e poi non le hanno mantenute; coloro che provocano lo sradicamento di persone, famiglie e comunità dal loro ambiente>>, uno degli effetti più preoccupanti delle gravi crisi alimentari, delle <<calamità naturali>> e dei <<sanguinosi conflitti>>.

Lo scopo del Progetto Cooperazione Internazionale in Agricoltura è di esaminare quali mutamenti, sia di carattere strumentale che istituzionale, sono necessari per risolvere il problema della miseria e del sottosviluppo nelle zone rurali dei Paesi in via di sviluppo e per inserire le popolazioni rurali nel processo

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE IN AGRICOLTURA: ESIGENZE DI

SVILUPPO E RISPOSTE OPERATIVE

di sviluppo dei rispettivi Paesi.

Vogliamo sottolineare la necessità di porre l’agricoltura al centro di una riscoperta culturale, sociale e morale. Ci si è accorti che l’aver trascurato l’agricoltura, ha creato squilibri economici, aumentato la emarginazione.

Il settore agricolo componente primaria della crescita economica e del progresso sociale

Riconoscere il settore agricolo come una componente primaria della crescita economica e del progresso sociale, e ridare all’agricoltura e alla gente dei campi il posto che loro compete. Rendere le aree rurali un motore di crescita.

Quale che possa essere il valore dei mezzi tecnici messi in opera, non si otterrà nulla senza una vera riforma che abbia i suoi poli nella riabilitazione dell’agricoltura e nel cambiamento delle mentalità a suo riguardo. È la dignità degli agricoltori, la dignità di tutti coloro che lavorano, ai vari livelli della ricerca e dell’azione, nel settore dello sviluppo agricolo, che bisogna promuovere senza sosta. Va riconosciuto all’agricoltura il giusto suo posto.

Sostenere la centralità del lavoratore della terra, auspicando concretezza nell’azione politica ed economica che lo riguarda. L’attenzione alla persona nella dimensione individuale e sociale sarà maggiormente efficace se realizzata attraverso una solida formazione, e forme di associazione e cooperative.

Questo progetto è fatto principalmente per le seguenti ragioni:

a) Richiamare tutti, soprattutto i responsabili politici ed economici, a metter mano ad appropriate riforme in campo agrario per avviare una stagione di crescita e di sviluppo.

La ricerca è una componente essenziale di una riforma agraria veramente effettiva ed efficace, perché permette di conseguire tre obbiettivi essenziali: l’offerta di tecnologie appropriate, la crescita della produzione e la protezione dell’ambiente.

Un fattivo sostegno alla Cooperazione che rappresenta uno strumento di solidarietà capace di offrire delle

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soluzioni efficaci.

b) L’impegno a evitare il protezionismo in tutte le sue forme, e sostenere l’investimento produttivo che rispetti completamente gli aspetti economici sociali e ambientali che fanno parte dello sviluppo durevole.

c) Favorire iniziative per sviluppare le infrastrutture e i servizi sociali indispensabili nelle aree rurali.

d) Favorire lo sviluppo dell’impresa agricola familiare. La dimensione aziendale di tale impresa dovrebbe essere tale da consentire il raggiungimento di redditi familiari adeguati.

e) Realizzare un sistema d’istruzione capace di produrre una effettiva crescita culturale e professionale della popolazione rurale.

f) Novità anche per quanto riguarda il greening, la serie di misure per la sostenibilità ambientale dell’agricoltura (diversificazione delle colture, un’area destinata al mantenimento della biodiversità).

g) Richiamare i nuovi problemi legati alla deforestazione, al degrado del suolo e all’invadenza delle multinazionali.

h) Mettere in evidenza le caratteristiche e i problemi della produzione agro-alimentare dei vari Paesi (coinvolti nel progetto).

i) Sostegno alle comunità indigene che hanno una particolare cura a favore della conservazione delle biodiversità.

l) Impegno per il dialogo tra le religioni e per il bene comune.

Riconoscere che la lotta alla fame passa per la ricerca del dialogo e della fraternità, per promuovere la cultura dell’incontro e della solidarietà.

Per perseguire l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile è quindi necessario trovare un giusto equilibrio tra la domanda della produzione dettata dalla lotta contro la fame e la necessità di salvaguardare l’ambiente e di preservare la grande varietà di risorse della creazione.

Affrontare il nodo della produttività congiunta alla sostenibilità.

Il lavoro deve unirsi alla carità

Bisogna mirare e creare, a lungo termine, la possibilità per ciascun popolo di garantirsi regolarmente la sua sussistenza nella maniera più adatta. Tale nuovo e progressivo orientamento della produzione e della

distribuzione implica anche una volontà positiva di non dissipare ricchezze che devono servire al bene di tutti. Soltanto <<l’amore politico>>, un amore che non si limita a contemplare la bellezza o il dolore, ma è capace di diventare azione e impegno sociale, può essere lo strumento concreto di una nuova forma di cooperazione internazionale fondato sul rispetto della persona umana e del creato.

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Con la ocasión de la EXPO Milán 2015 – Alimentar el Planeta, la Asociación Internacional de Derecho Pontificio Carità Política, en colaboración con los Embajadores ante la Santa Sede, se compromitió a elaborar algunas reflexiones y planes de acción para Cooperación agrícola y políticas sostenibles.

Promover un nuevo modelo de desarrollo y una nueva visión de la economía encauzada hacia la realización de un desarrollo integral, solidario y sostenible. Este es en síntesis el proyecto que vamos a proponer en Milán en 2015 como nuestra contribución a la EXPO.

La sostenibilidad para nuestro Planeta de las actividades humanas en ámbito agrario y alimentario se tiene que evaluar bajo distintos puntos de vista y todos deben participar en la creación de estrategias globales e individuales que solucionen el abastecimiento de alimentos saludables para todos, la producción de energías renovables y la salvaguardia de los recursos naturales para las generaciones futuras.

Justamente en este marco se desarrolla el proyecto “Cooperación Internacional en Agricultura: exigencias de desarrollo y soluciones viables” .

El escándalo del hambre

La abundancia de la producción global de alimentos es tal que consiente saciar el hambre de todos los hombres. Sin embargo, aún hoy millones de personas sufren y mueren de hambre. Esto es «un verdadero escándalo», que se realiza en la indiferencia más absoluta y en nombre de las lógicas especulativas que generan pobreza.

Los responsables de este escándalo son los que usan la «especulación financiera» como factor para condicionar el «precio de los alimentos»; quienes han hecho promesas a los pobres y luego no las cumplieron; aquellos que provocan «la erradicación de su ambiente de personas, familias y comunidades», uno de los efectos más preocupantes de las graves crisis alimentarias, de los «desastres naturales» y de los «conflictos sangrientos».

El objetivo del Proyecto de Cooperación Internacional en Agricultura es examinar los cambios de carácter

COOPERACIÓN INTERNACIONAL EN AGRICULTURA: EXIGENCIAS

DE DESARROLLO Y SOLUCIONES VIABLES

instrumental e institucional necesarios para que los países en desarrollo puedan resolver el problema de la miseria y del atraso de sus áreas rurales y para que las poblaciones rurales puedan ser involucradas en el proceso de desarrollo de su propios países.

También queremos subrayar la necesidad de poner la agricultura en el centro de un redescubrimiento cultural, social y moral. De hecho, nos damos cuenta de que al descuidar la agricultura no sólo se han ocasionado desequilibrios económicos, sino que también ha aumentado la emarginación.

El sector agrícola es un componente primario del crecimiento económico y del progreso social

Reconocer que el sector agrícola es un componente primario del crecimiento económico y del progreso social y restituir a la agricultura y a los trabajadores del campo el lugar que les corresponde. Transformar las áreas rurales en un motor del crecimiento.

A pesar del valor de los recursos técnicos que se puedan poner en obra, no se logrará ningún resultado sin realizar una verdadera reforma cuyos pilares (enfoques) sean (enfocada en) la rehabilitación de la agricultura y un cambio de mentalidad a su respecto. Hace falta promover incansablemente la dignidad de los agricultores y de todos los que trabajan en el sector del desarrollo agrícola, en los varios niveles de la búsqueda científica y de la acción. Hay que reconocer a la agricultura el lugar que le corresponde.

Sostener la centralidad del trabajador del campo, deseando concreción en la acción política y económica que le corresponde. La atención a la persona, en su dimensión individual y social, será más eficaz si se realiza a través de una sólida capacitación y de formas de asociación y de cooperativas.

Dicho proyecto se elaboró principalmente por las siguientes razones:

a) Reclamar a todas las personas y principalmente a los responsables políticos y económicos a que realicen reformas adecuadas en ámbito agrario para fomentar el crecimiento y el desarrollo. La investigación es esencial para que se produzca

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una reforma agraria concreta y eficaz, en cuanto permitiría lograr tres objetivos fundamentales: la oferta de tecnologías adecuadas, el incremento de la producción y la defensa del medio ambiente.

b) El compromiso para evitar el proteccionismo en todas sus formas e incentivar una inversión productiva que sea totalmente respetuosa de los aspectos económicos sociales y medioambientales elementos fundamentales para un desarrollo duradero.

c) Fomentar iniciativas para el desarrollo de las infraestructuras y los servicios sociales indispensables en las áreas rurales.

d) Promocionar el desarrollo de las empresas agrícolas familiares. Dichas realidades deben tener la dimensión adecuada para garantizar ingresos familiares dignos.

e) Realizar un sistema de educación apto para producir un verdadero crecimiento cultural y profesional de la población rural.

f) Las novedades también respecto al greening, es decir las medidas para la sostenibilidad medioambiental de la agricultura (diversificación de los cultivos, mantenimiento de la biodiversidad).

g) Señalar los nuevos problemas causados por la deforestación, la degradación del suelo y la presión de las multinacionales.

h) Remarcar las características y los problemas de la producción agro-alimentaria de los varios Países (involucrados en el Proyecto).

i) Apoyo a las comunidades indígenas que tienen una atención especial para la conservación de las biodiversidades.

l) Compromiso para el diálogo inter-religioso y el bien común.

Reconocer que la lucha contra el hambre pasa por la búsqueda del diálogo y de la fraternidad para promocionar la cultura del encuentro y de la solidaridad.

Por lo tanto, para perseguir el objetivo de un desarrollo sostenible es necesario encontrar el justo equilibrio entre la demanda de producción que requiere la lucha contra el hambre y la necesidad de defender el medio ambiente y conservar la gran diversidad biológica de la creación.

Es decir que hay que enfrentar el desafío de conciliar la productividad con la sostenibilidad.

El trabajo debe ser acompañado por la caridad

Para el largo plazo es necesario poner cada población en condición de sustentarse con regularidad y de la forma más adecuada. Encauzar la producción y la distribución hacia dicha forma nueva y progresiva implica también una voluntad positiva de no disipar las riquezas que deben ser utilizadas para el bien común. Sólo << el amor político>>, un amor que va más allá de la contemplación de la belleza o del dolor y que, por eso, es capaz de transformarse en acción y en compromiso social puede ser la herramienta concreta para realizar una nueva forma de cooperación internacional basada en el respecto de la persona humana y de la creación.

Alfredo Luciani

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Il Progetto Cooperazione Internazionale in Agricoltura, vede la partecipazione di Università, Aziende e Istituzioni.

In linea con gli impegni assunti l’Associazione Carità Politica, si adopera attivamente per realizzarli a livello globale. Ciò comporta un’estensione graduale delle iniziative. Per ora, il Progetto è in atto in tutti i Paesi dell’America Latina, nonché in alcuni Paesi europei e degli altri continenti. Di seguito sono riportate le prime “schede di esperienze”.

La Facoltà di Agraria della Università Cattolica del Sacro Cuore nasce a Piacenza 60 anni fa. Il campus in cui è inserita, le consente di accogliere circa 150 nuovi iscritti ogni anno, dove le moderne strutture per la didattica (aule, laboratori, biblioteca, ecc.), per l’accoglienza (collegi e mensa) e per il tempo libero (centro polisportivo, spazi ricreativi, ecc.) sono concentrate in un unico luogo, a 10 minuti dal centro storico. Elementi caratterizzanti la Facoltà di Agraria sono:

spiccata attenzione agli aspetti etico-morali della formazione;

ottimale rapporto numerico tra docenti e studenti;

presenza dei tutor (neolaureati o ricercatori) che, accompagnando lo studente nelle varie tappe della vita universitaria, gli permettono di superare le eventuali difficoltà per vivere al meglio la formazione umana e professionale, che l’università è chiamata a trasmettere;

moderni ed attrezzati laboratori, veri e propri strumenti di apprendimento sul campo, a disposizione dei suoi studenti e laureandi;

promozione del contatto diretto e costante con professori e ricercatori, indispensabile per acquisire conoscenze tecnico-scientifiche, apprendere il linguaggio specialistico e sviluppare capacità logiche, di ragionamento e competenze pratico-applicative, indispensabili per tutte le professioni che il laureato andrà a svolgere;

possibilità di svolgere stage in azienda durante e dopo la conclusione degli studi, sviluppando preziosi contatti col mondo del lavoro (il 90% dei laureati della Facoltà di Agraria di Piacenza trova un’occupazione coerente col proprio titolo di studio entro 6 mesi dalla laurea)

L’offerta formativa della Facoltà è finalizzata a coprire diverse aree del sapere e molteplici competenze professionali. Il corso di laurea triennale in Scienze e tecnologie agrarie prepara tecnici in grado di gestire e risolvere problematiche del comparto agrario; il corso di laurea triennale in Scienze e tecnologie alimentari forma esperti nella produzione,

PER ESSERE VICINI AL MONDO RURALE

Scheda di presentazione della Facoltà d’Agraria di Piacenza (Università Cattolica del S. Cuore). A.A. 2012-2013

El Proyecto Cooperación Internacional de Agricultura, cuenta con la participación de Universidades, Empresas e Instituciones.

La Asociación Carità Politica, trabaja activamente para realizar los compromisos adquiridos a nivel global. Todo ello implica un aumento gradual de las iniciativas. Por ahora, el Proyecto se está realizando en todos los países de América Latina y en algunos países europeos y de otros continentes. Se detallan a continuación las primeras “fichas de experiencias”.

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gestione della qualità e commercializzazione degli alimenti. I corsi di laurea magistrale in Scienze e tecnologie agrarie e in Scienze e tecnologie alimentari conferiscono una preparazione di livello avanzato, nei settori specifici, studiati durante il percorso di laurea triennale. Dal 2006, con l’attivazione del Double Degree con l’Università di Wageningen (NL), gli studenti della nostra Sede possono conseguire due titoli di studio: la laurea magistrale in Economia e gestione del sistema agro-alimentare (Italia) e il master in Management, Economics and Consumer Sciences (Olanda). La Facoltà ha inoltre attivato master di primo livello: in Economia Agroalimentare (SMEA), in Enologia e Marketing (MEM), in Food-Identity (Prodotti tipici europei) e in Viticoltura ed Enologia Europea ed Internazionale (VINTAGE). In particolare, il Master Vintage e il Master Food-Identity, che vedono la Facoltà di Agraria partner di un consorzio universitario europeo all’interno del programma finanziato dall’UE “Erasmus Mundus”, consentono di conseguire il doppio titolo (uno rilasciato dall’Università Cattolica ed uno rilasciato dall’Ecole Supérieure d’Agriculture, ESA, d’Angers).

Punto di forza per la formazione avanzata, di terzo livello, è la Scuola di Dottorato per il Sistema Agroalimentare AGRISYSTEM, attiva dal 2006, promossa dalle Facoltà di Agraria, Economia e Giurisprudenza. L’obiettivo di Agrisystem è la formazione di giovani ricercatori ad alto livello scientifico, con competenze interdisciplinari necessarie ad affrontare le complesse problematiche dell’attuale sistema agro-alimentare; è in fase di realizzazione un accordo con l’Università di Granfield (UK) per potere conferire un Doppio Titolo di Dottore di Ricerca.

Congiuntamente all’attività formativa, la Facoltà di Agraria sviluppa anche un’intensa attività di ricerca, attraverso i 9 istituti scientifici ed i 8 centri di ricerca attivati. In questi anni la ricerca si è sviluppata in alcuni ambiti particolarmente significativi: dalla genetica alla sicurezza alimentare, dalle produzioni vegetali e animali alla valorizzazione dei prodotti lattiero-caseari, dal settore vitivinicolo all’economia agroalimentare, fino alla tutela dell’ambiente. Le competenze maturate nella lunga esperienza di ricerca della Facoltà vengono messe a disposizione degli studenti, a favore della loro crescita culturale e professionale, e consentono di proporre una formazione diversificata e strettamente connessa alle esigenze espresse dal mercato del lavoro.

La Facoltà d’Agraria, nata anche allo scopo di contribuire alla soluzione dei problemi della fame nel mondo (così era nell’animo del fondatore P. A. Gemelli), ha una Consulta per i Paesi in via di sviluppo. Essa funge da tramite fra la Facoltà nel suo complesso e le istanze di supporto provenienti da ONG, Enti diversi e privati interessati a progetti di sviluppo. Negli ultimi anni vi è stato un certo numero di tentativi che si sono concretizzati in:

organizzazione di percorsi formativi teorico-pratici in tecnica di allevamento suino per un sacerdote proveniente dal Togo e di agricoltura in senso lato per due suore provenienti dalla Repubblica del Congo (attualmente in corso);

attuazione (2011-2012) del progetto: “Produzione di cibo appropriato: sufficiente, sicuro e sostenibile” con attività in tre paesi a diverso grado di sviluppo: Italia, India e Repubblica del Congo. Esso è finanziato dalla Fondazione Invernizzi di Milano e proiettato verso EXPO 2015;

realizzazione di un progetto di valorizzazione in Burundi del frutto di avocado per la estrazione di un olio pregiato in condizioni compatibili con la sua commercializzazione nei paesi sviluppati;

studio per un progetto di sviluppo in collaborazione con l’Eparchia di Emdibir (Etiopia), ad esso è interessata la Diocesi di Tortona ed allo stato attuale vi è stata unicamente una visita ricognitiva di due docenti della Facoltà.

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Le collaborazioni che numerosi docenti del Dipartimento DAFNE hanno svolto di recente (o stanno attualmente svolgendo) con Paesi in via di Sviluppo riguardano essenzialmente le seguenti attività:

-scambio di docenti, ricercatori, dottorandi, studenti;

-preparazione congiunta di progetti di sperimentazione e di ricerca di comune interesse, ricerca di finanziamenti e svolgimento delle attività di ricerca;

-seminari di approfondimento o di aggiornamento su specifici argomenti inerenti l’innovazione nella didattica e nella ricerca;

-supporto alle attività rurali di associazioni di agricoltori, con particolare riferimento alle donne;

-corsi di formazione per tecnici e formatori locali.

Settori tecnico-scientifici di maggior interesse:

1. miglioramento della produzione agricola (ortive, fruttiferi, cereali, ecc…) mediante tecniche agronomico-colturali ecosostenibili (lavorazioni del suolo, concimazione organica, inerbimento, impiego di varietà colturali resistenti, ecc…);

2. difesa fitosanitaria nel rispetto dell’ambiente e della salute umana (fitofarmaci non inquinanti, riduzione dell’uso degli antiparassitari, lotta biologia, lotta integrata, ecc…);

3. razionalizzazione ed efficienza dei sistemi di irrigazione;

4. utilizzo di residui di potature o di scarti vegetali per preparare compost e/o per produrre energia pulita;

5. miglioramento dell’allevamento di animali da carne e/o da latte (bovini, ovini, caprini) e di animali di bassa corte (galline, oche, conigli, porcellini d’India, ecc…);

6. impiego di tecniche razionali nei processi di caseificazione;

7. sistemazioni forestali;

8. conservazione e restauro dell’ambiente naturale;

9. risanamento di terreni inquinati (bioremediation).

DAFNEDIPARTIMENTO DI SCIENZE E TECNOLOGIE PER L’AGRICOLTURA,LE FORESTE, LA NATURA E L’ENERGIA

Via S. Camillo de Lellis s.n.c. 01100 – ViterboDirezione: Tel. 0761 357581Amministrazione: Tel. 0761 357437-554 - Fax 0761 357434

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Seguridad alimentaria: repercusiones,implicancias y oportunidades para América Latina y CaribeI. Objetivo del documento

El presente documento pretende contribuir a los debates que se desarrollarán en el marco de la 32º Conferencia Regional de la FAO para América Latina y el Caribe en materia de Seguridad Alimentaria. Cabe destacar que sólo se han desarrollado aquellos temas incluidos en el documento LARC/12/2 (“Seguridad Alimentaria y Nutricional: repercusiones, implicaciones y oportunidades para América Latina y el Caribe”) que mayor controversia generan a nivel internacional, tomando especialmente en cuenta los trabajos preparatorias desarrollados en el marco del GRULAC.

II. Oportunidades y desafíos relacionados con la situación actual de la Seguridad Alimentaria: producción, acceso a los alimentos y nuevas tecnologías

A. Producción y acceso a los alimentos

1 Actualmente hay 1.000 millones de personas que sufren hambre en el mundo y las proyecciones de la FAO indican que de aquí al 2050 la producción alimentaria tendrá que incrementarse en un 70% para abastecer la creciente demanda. Por su parte, en la región, 52,5 millones de personas sufren hambre. En este punto, el talón de Aquiles es el acceso a los alimentos: en una región productora y exportadora neta de alimentos, el hambre se explica porque los sectores más vulnerables no cuentan con los medios económicos necesarios para acceder a ellos.

2 En función de lo anterior, los desafíos principales para el mundo y en particular para la región consisten en: a) facilitar el acceso a los alimentos; b) incrementar la producción para que la cifra de personas afectadas no siga aumentando; c)consolidar a la agricultura familiar como proveedor indiscutido de alimentos básicos, generador de mano de obra rural y movilizador

Segretario Dr. LORENZO DA BASSO

ARGENTINA

de la económica local. Por lo tanto, la respuesta para alcanzar y salvaguardar la seguridad alimentaria consiste en producir más alimentos para más personas y mejorar las condiciones de acceso a los mismos.

3 Para aumentar la producción y productividad agrícola resulta indispensable incrementar las inversiones, tanto públicas como privadas, sobre todo en infraestructura y tecnología en todos los países, pero especialmente en aquellos con fuerte potencial de producción agroindustrial y que por diferentes motivos no han podido aprovechar sus capacidades.

B. La Agricultura Familiar y la Seguridad Alimentaria

4 Como señalara Graziano da Silva, en noviembre de 2011 cuando se desempeñaba como Representante Regional de la FAO para América Latina y el Caribe, “en América Latina no se puede hablar de seguridad alimentaria sin hablar de agricultura familiar”.

5 Es importante poner énfasis en la necesidad que existe en la región en brindar respuestas específicas para los problemas que enfrenta la agricultura familiar. Hay que concentrar los esfuerzos en la superación de sus problemas de inserción en el mercado, logrando disminuir sus costos de transacción y contribuyendo a su participación equitativa en las cadenas de valor.

6 El acceso a la capacitación y a los paquetes tecnológicos les permitirán aumentar el volumen y la calidad de su producción, sin dejar de lado las cuestiones relativas a la sanidad, promoviendo el desarrollo sostenible.

7 Las nuevas tecnologías deben adaptarse a las limitaciones y dificultades de los agricultores familiares. Para ello, es importante que los centros de investigación examinen la complejidad particular de los procesos productivos de los productores de pequeña escala. La adopción de las nuevas tecnologías y el desarrollo de capacidades requiere no solo mecanismos apropiados de cooperación, sino también facilitar el acceso a los paquetes tecnológicos a los productores de la agricultura familiar.

Documento - ministero per l’agricoltura,

allevamento e pesca

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8 El logro de estas metas implica necesariamente la presencia de los Estados que a través de medidas de política específicas puedan atender y superar los distintos problemas que afectan al sector.

C. El rol de las nuevas tecnologías

9 En ocasión del Encuentro de los Ministros de Agricultura de las Américas (San José de Costa Rica, 19-21 de octubre de 2011), se acordó que: “(…) la innovación agrícola es un catalizador del crecimiento y el cambio positivo, estamos convencidos de que promover la innovación es vital para incrementar e intensificar la producción y la productividad, mejorar los ingresos, reducir pobreza e inequidad, disminuir el impacto ambiental del sector agroalimentario, responder a desastres naturales, incrementar el acceso a nuevas tecnologías, adaptarse al cambio climático y, consecuentemente, alcanzar la seguridad alimentaria y la calidad de vida para todos nuestros ciudadanos”.

10 La innovación es un pilar central en la lucha contra el flagelo del hambre. Las políticas públicas son necesarias para acompañar el proceso de adopción de nuevas tecnologías, garantizando el acceso de todos a las mismas, no sólo a los conocimientos, sino también a los insumos que de ellas resulten. Más específicamente aún estas modernas tecnologías agropecuarias contribuyen a la seguridad alimentaria, mediante el incremento de la disponibilidad de alimentos inocuos y nutritivos.

11 Sumado a ello, la adopción de nuevas tecnologías requieren de la aplicación rigurosa de los conocimientos científicos a los marcos regulatorios y sus correlatos jurídicos, evitando los prejuicios que alientan el rechazo a estos avances con alegatos de falta de inocuidad y daño ambiental, que nunca han sido demostrados. Lamentablemente estas trabas, que deberían ser eliminadas, se han constituido en barreras a las exportaciones de alimentos, incluso aquellas destinadas a la ayuda humanitaria, castigando así a los más necesitados.

12 Distintos países de la región están procurando aplicar nuevas tecnologías en distintos ámbitos del saber que impactan en la producción agrícola. Estas tecnologías van desde la siembra directa y la biotecnología hasta la utilización de imágenes satelitales para determinar áreas con problemas hídricos, de sequía, para la prevención de enfermedades en las plantas o simplemente para fines impositivos. De igual modo las nanotecnologías aplicadas al sector alimenticio están hoy disponibles. Muchas de estas tecnologías permiten reducir costos, ganar en eficiencia, simplificar tareas y prevenir riesgos y aumentar los volúmenes de producción y la calidad de los productos de manera sostenible.

13 En este contexto, es necesario tener en cuenta que la biotecnología cumple un rol central para garantizar la

seguridad alimentaria en tanto constituye un instrumento de suma utilidad para incrementar la productividad de los cultivos, el valor nutricional de los alimentos y la disminución en el uso de agroquímicos contribuyendo de este modo a una menor contaminación ambiental.

14 Un importante incentivo para la adopción de los cultivos genéticamente modificados, en relación con la seguridad alimentaria en poblaciones rurales, es que sus beneficios no dependen de la escala, como lo muestra su desarrollo en India: a lo largo de una década, 7 millones de pequeños agricultores (cultivando el 88% de la superficie total sembrada con algodón en ese país, en unidades rurales de agricultura familiar, con un promedio de 1,5 ha cada una) incrementaron sus ingresos en casi 10.000 millones de dólares. Claramente, este factor contribuye a una mayor equidad distributiva de los beneficios de la producción agrícola.

15 En función de lo expuesto, se consideran como temas relevantes sobre los que debe trabajar la FAO:

a Centrar el análisis de los desafíos de la seguridad alimentaria en la necesidad de aumentar la producción de alimentos y de mejora de la distribución de la riqueza.

b Aumentar la cooperación técnica para atender un aumento significativo de la producción y la calidad de los productos, atendiendo a las necesidades de adaptación al cambio climático.

c Cooperar con los países de la región para que promuevan el fortalecimiento de la agricultura familiar.

d En este orden de ideas creemos que además sería importante que los organismos internacionales contribuyan a lograr mecanismos para la transferencia de tecnología hacia los países en desarrollo facilitando el acceso real a nuevas tecnologías, de modo de contribuir al desarrollo rural, teniendo en cuenta que los altos costos a pagar cuando dichas tecnologías se encuentran comprendidas en los paquetes tecnológicos DPI (derechos de propiedad intelectual) limitan el acceso a los pequeños productores.

III. Excesiva volatilidad de precios de los alimentos y seguridad alimentaria

16 Para abordar la temática de seguridad alimentaria es fundamental comprender tanto los factores que afectan a la oferta como a la demanda de alimentos, así como aquellos que determinan la pobreza. Esto último resulta indispensable, ya que para poder asegurar el acceso suficiente, seguro y nutritivo de alimentos para todas las personas, es necesario que las mismas cuenten con los ingresos necesarios para que su demanda se haga

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efectiva. En este sentido, en el actual contexto mundial, para poder lograr la seguridad alimentaria se deben profundizar las políticas que se han venido aplicando en la región de Latinoamérica y el Caribe, políticas que promuevan la inversión en alimentos y la disminución de la pobreza1.

17 Tal como se acordó en la 37° Conferencia de la FAO en lo referente al estado mundial de la agricultura2, cuando se habla de la temática de los precios agrícolas, el debate se debe focalizar en su alta volatilidad.

18 La volatilidad de precios es intrínseca al sector agropecuario, principalmente por la falta de elasticidad tanto del lado de la oferta y de la demanda. No es sencillo responder a eventos climáticos adversos que reducen drásticamente la producción agropecuaria. Sin embargo, en estos últimos años se ha señalado que estamos en presencia de una “excesiva volatilidad”. Al respecto, se debe destacar lo siguiente:

En décadas anteriores hemos visto situaciones de mayor volatilidad, sobre todo en los años 70, donde la crisis del petróleo repercutió directamente en los precios de los commodities. La situación evidenciada en estos últimos años se debe de manera primordial a la irrupción en los mercados agrícolas de capitales especulativos que huyeron de los mercados financieros frente a la crisis del 2008 junto con los movimientos excesivos del precio del petróleo.

Es necesario atenuar los riesgos asociados al exceso de volatilidad de los precios de los alimentos (sin distorsionar el funcionamiento del mercado a través de los mismos), cuya variabilidad excesiva en el corto plazo repercute negativamente en las previsiones de los productores y desincentiva la inversión en el sector agropecuario

Sin embargo, la solución a la excesiva volatilidad no pasa por reducir artificialmente los precios de los productos básicos. El hambre en el mundo no es producto de la volatilidad de los precios sino de la pobreza y de la injusta distribución de la riqueza. En la historia de la humanidad han existido grandes hambrunas en un contexto donde los precios de los alimentos se mantenían bajos y estables. Más aún, los precios artificialmente bajos por los subsidios de los países desarrollados, ha sido una de las principales causas que afectara a vastas regiones del mundo, como América Latina o África, desalentando la inversión en agricultura y por ende limitando el desarrollo de todo su potencial productivo y exportador.

Según información del Banco Mundial1, los niveles de precios observados, en términos reales, durante la década 2000-2009 resultaron

ser un 34% inferior al promedio de la década del ´60. Esto significa que el sector alimentario ha quedado rezagado en términos de incrementos de precios en comparación al total de la economía y las modificaciones observadas durante los últimos años fueron simplemente una reversión de precios históricamente bajos hacia promedios históricos. Esta reversión de precios ha constituido un estímulo indispensable para incrementar la inversión en el sector y contribuir de ese modo a aumentar la productividad/producción agrícola y por ende, aumentar la oferta alimentaria para hacer frente a la creciente demanda internacional.

19 En función de lo expuesto, se plantea que:

a Cuando se habla de precios de productos agrícolas, el debate se debe centrar en su alta volatilidad.

b Reconociendo que el hambre en el mundo no es producto de la volatilidad de los precios sino de la pobreza y la injusta distribución de la riqueza, y que la solución debe centrarse en mayor producción de alimentos, a los cuales tengan acceso más personas, la región debe profundizar sus políticas centradas en la promoción de la inversión en alimentos y en la disminución de la pobreza.

IV. Aportes del comercio internacional a la seguridad alimentaria

20 El comercio internacional debe ayudar a la seguridad alimentaria y, por lo tanto, los países de la región deben trabajar coordinadamente en vistas a destrabar las negociaciones agrícolas en el marco de la Ronda de Doha de la OMC. De hecho, el actual estancamiento de estas negociaciones es una pausa incompatible con el proceso continuo de la reforma fundamental de las políticas agropecuarias conforme se estableció en el Acuerdo sobre Agricultura y en el mandato agrícola de la Ronda de Doha1.

21 Cumpliéndose con el mandato agrícola de Doha, se podrán resolver los aspectos principales de la seguridad alimentaria relacionados con el comercio. En los últimos 50 años la producción agropecuaria mundial se ha visto perjudicada por un sistema de comercio internacional injusto y fuertemente perjudicado por políticas agrícolas proteccionistas, incluidas las subvenciones, de la mayor parte de los países desarrollados, quienes a través de una gran variedad de medidas, como subsidios a la producción, a la exportación, elevados aranceles de importación, han generado una importante transferencia de recursos desde los países menos adelantados y los países en desarrollo hacia los países desarrollados.

22 A través de la negociación agrícola de la Ronda de Doha podrían alcanzarse condiciones de comercio internacional abierto, transparente y equitativo,

13C a r i t à P o l i t i c a

conforme a su mandato: la reducción sustancial de los subsidios, mejora sustancial del acceso a mercado y la eliminación en el año 2013 de los subsidios a la exportación en los países desarrollados, todo ello con el debido trato especial y diferenciado para todos los países en desarrollo.

23 El modesto acceso a mercados en materia agrícola consensuado en la Ronda Uruguay, está siendo erosionado actualmente por el creciente uso de regulaciones sin sustento científico o técnico, y por lo tanto, incompatibles con las normas de la OMC. Estas restricciones a la importación obstaculizan el comercio y el acceso a los alimentos, inhiben la inversión en el sector agrícola, sobre todo en los países en desarrollo, y obstruyen seriamente la innovación tecnológica. Este tipo de barreras agravan aún más el desequilibrio de las reglas comerciales en detrimento de los países en desarrollo, para los cuales su inserción en el comercio internacional a través de exportaciones agrícolas se ve dificultada, limitando así sus posibilidades.

24 En función de lo expuesto, se considera que:

a Dada la importancia del comercio internacional en relación con la seguridad alimentaria, la región deben trabajar coordinadamente en vistas a destrabar las negociaciones agrícolas de la Ronda de Doha de la OMC y concluirla conforme a su mandato.

b Se debe trabajar conjuntamente en todos los foros para contrarrestar los aspectos negativos sobre la producción agropecuaria mundial de políticas agrícolas proteccionistas, incluidas las subvenciones, de la mayor parte de los países desarrollados, quienes a través de una gran variedad de medidas, como subsidios a la producción, a la exportación, elevados aranceles de importación y otras modalidades de acceso de difícil cumplimiento, han generado una importante transferencia de recursos desde los países menos adelantados y los países en desarrollo hacia los países desarrollados.

c Es sumamente preocupante el hecho de que el modesto acceso a mercados en materia agrícola acordado en la Ronda Uruguay, esté siendo erosionado actualmente por el creciente uso de regulaciones sin sustento científico o técnico, y por lo tanto, incompatibles con las normas de la OMC.

V. Inocuidad y sanidad de los alimentos.

25 Con vistas a satisfacer la seguridad alimentaria, es fundamental continuar trabajando de manera intensiva en el fortalecimiento, modernización y dinamización de nuestros servicios sanitarios para dar una respuesta apropiada a las plagas y enfermedades nuevas y

recurrentes que afectan la sanidad de nuestros rodeos y cultivos y, consecuentemente, en la inocuidad y calidad de los alimentos.

26 En este sentido, es preciso que los organismos internacionales contribuyan a cerrar la brecha actual que existe entre las capacidades de los países desarrollados y en desarrollo para atender estas cuestiones de modo tal que las nuevas medidas no condicionen el acceso o la circulación de productos agroalimentarios en el mercado mundial.

27 En este contexto, es fundamental trabajar en la adopción de un enfoque integral relativo a la inocuidad de los alimentos que abarque toda la cadena alimentaria, incorporando también a los piensos como factor de riesgos potencial para la salud pública. Para lograr estos objetivos es fundamental contar con la cooperación que la FAO pueda brindar, con énfasis en las actividades relativas a la matriz de análisis de riesgos en los sistemas nacionales de control de alimentos, además de, sistemas de control, vigilancia, monitoreo y alerta.

28 Deben reforzarse las acciones en materia de armonización de estándares en las tres Organizaciones Internacionales de referencia para el Acuerdo sobre la Aplicación de Medidas Sanitarias y Fitosanitarias de la OMC (CODEX; OIE; CIPF), instando a adoptarlas siempre con sustento científico. Creemos que la FAO, a través de todas sus actividades, puede contribuir a la armonización internacional promoviendo la efectiva aplicación de estos estándares adoptados por todos los países miembros de estas organizaciones.

29 En función de lo expuesto, se consideran como temas relevantes sobre los que debe trabajar la FAO:

a Contribuir a cerrar la brecha actual de capacidades que existe entre los países desarrollados y en desarrollo de modo tal que las medidas que se tomen respecto de la inocuidad y calidad de los alimentos no condicionen el acceso o circulación de productos agroalimentarios en el mercado mundial.

b Brindar cooperación técnica con énfasis en las actividades relativas a la implementación del análisis de riesgos, sistemas de control, vigilancia, monitoreo y alerta con vistas a lograr un enfoque integral en relación con la inocuidad de los alimentos, que abarque toda la cadena alimentaria.

VI. Agroenergía y Seguridad Alimentaria

30 La producción de energía a partir de materias primas agrícolas constituye una alternativa al uso de combustibles fósiles. Sabemos que la competencia entre los biocombustibles y la seguridad alimentaria es un tema controvertido a nivel internacional pero destacamos que no es un tema en el que se pueda

14 C a r i t à P o l i t i c a

generalizar, cualquier análisis en la materia debería tener en cuenta que no todos los biocombustibles se encuentran en la misma situación. De hecho, en el marco de la 32º Conferencia Regional de la FAO se realizará un /side-event/ sobre bioenergía, destacándose varias experiencias exitosas en las cuales éstas no compiten con la seguridad alimentaria.

31 La producción de agroenergía genera un aumento en la oferta de co-productos, siendo algunos de ellos importantes insumos para producciones pecuarias. Asimismo, permite pensar en la instalación de biorefinerías – que en analogía con las refinerías petroleras – generan una serie de productos a partir de la biomasa (agroenergía, productos químicos y alimentos). Estos productos constituyen fuentes adicionales de ingresos, son una herramienta de diversificación productiva y dan valor agregado a las producciones primarias que son parte de las recomendaciones que persigue la región.

32 Por tal razón entendemos que, la cadena agroenergética representa una oportunidad para la diversificación productiva, el fortalecimiento y diversificación de la matriz energética y el desarrollo rural con inclusión social.

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Documento - ministeroper l’agricoltura,

allevamento e pesca

ARGENTINA

Segretario Dr. LORENZO DA BASSO

Sovranità alimentare: ripercussioni, implicazioni e opportunità per l’America Latina e i Caraibi 1. Obiettivo del documento

Il presente documento è stato redatto per contribuire ai dibattiti tenutisi nell’ambito della 32° Conferenza Regionale della FAO per l’America Latina e i Caribi in materia di Sovranità Alimentare. Si tiene a sottolineare che sono state trattate solamente le tematiche contenute nel documento LARC/12/2 (“Sicurezza Alimentare e Nutrizione: ripercussioni, implicazioni e opportunità per l’America Latina e i Caraibi”) che sono le più controversie a livello internazionale, in particolare alla luce dei lavori preparatori realizzati in ambito GRULAC.

II. Opportunità e sfide vincolate all’odierna situazione della Sovranità Alimentare: produzione, accesso agli alimenti e alle nuove tecnologie. A. Produzione e accesso agli alimenti

1. Nel mondo ci sono attualmente 1.000 milioni di persone che soffrono la fame e secondo le previsioni della FAO, da qui al 2050, sarà necessario aumentare la produzione alimentare di un 70% per soddisfare la domanda crescente. D’altro canto, nella regione 52,5 milioni di persone soffrono la fame. A tal riguardo è il tallone di Achille è rappresentato dall’accesso agli alimenti: in una regione produttrice ed esportatrice netta di alimenti, la popolazione soffre la fame non potendo disporre dei mezzi economici necessari ad acquistare derrate alimentari.

2. Secondo quanto detto, le sfide principali per il mondo e in particolare per la suddetta regione sono le seguenti: a) facilitare l’accesso agli alimenti; b) incrementare la produzione affinché il numero delle persone colpite non continui ad aumentare; c) rafforzare e incoraggiare l’agricoltura a livello familiare per renderla una fonte produttiva indiscussa di alimenti di base, di manodopera rurale nonchè motore dell’economia locale. Per tanto, la risposta alla sovranità alimentare consiste nel produrre una maggiore quantità di alimenti

per un maggior numero di persone e nel migliorarne le condizioni di accesso.

B. L’Agricoltura Familiare e la Sovranità Alimentare

3. Per aumentare la produzione e la produttività agricole risulta indispensabile incrementare gli investimenti, tanto pubblici quanto privati, soprattutto nel campo delle infrastrutture e della tecnologia in tutti i paesi, ed in modo particolare in quelli in cui si evidenzia un forte potenziale produttivo agroindustriale e che per diversi fattori non sono stati in grado di sfruttare le proprie capacità.

4. Secondo quanto affermava Graziano da Silva, nel novembre del 2011, quando era Rappresentante Regionale della FAO per l’America Latina e i Caraibi “in America Latina non si può parlare di sovranità alimentare senza parlare di agricoltura in scala familiare.”.

5. E’ importante enfatizzare la necessità che esiste nella regione di elaborare risposte specifiche ai problemi che si trova da affrontare oggi l’agricoltura in ambito familiare. Si devono concentrare tutti gli sforzi per superare i problemi di inserimento nel mercato, cercando di diminuire i costi di transazione e contribuendo ad una partecipazione equa al processo produttivo.

6. L’accesso alla formazione ed ai pacchetti tecnologici che permetta di aumentare la quantità e la qualità della produzione senza trascurare la salute e lo sviluppo sostenibile.

7. Le nuove tecnologie si devono adattare ai limiti e alle difficoltà degli agricoltori familiari. Per ciò è importante che i centri di ricerca esaminino la complessità particolare dei processi produttivi delle piccole aziende familiari. L’adozione delle nuove tecnologie e lo sviluppo delle capacità richiede non solo meccanismi adatti alla cooperazione, ma anche di facilitare, nel contempo l’accesso ai pacchetti tecnologici per i piccoli produttori agricoli.

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8. Il conseguimento delle suddette mete implica necessariamente la presenza degli Stati, i quali grazie a misure politiche mirate, possono risolvere e superare i numeroso problemi che colpiscono il settore.

C. IL ruolo delle nuove tecnologie

9. In occasione dell’Incontro dei Ministri dell’Agricoltura delle Americhe (San José, Costa Rica, 19-21 ottobre 2011), si è ricordato che .”(…) l’innovazione agricola è un catalizzatore della crescita e del cambiamento positivo, siamo convinti che promuovere l’innovazione sia vitale per incrementare e intensificare la produzione e la produttività, migliorare le entrate economiche, ridurre la povertà e iniquità, diminuire l’impatto ambientale nel settore agroalimentare, rispondere ai disastri naturali, incrementare l’accesso a nuove tecnologie, adattarsi al cambiamento climatico e, di conseguenza, ottenere la sovranità alimentare e una migliore qualità di vita per i nostri cittadini”.

10. L’innovazione è un pilastro fondamentale per la lotta contro il flagello della fame. Le politiche pubbliche sono il necessario sostegno al processo di adozione di nuove tecnologie, poiché garantiscono al tempo stesso l’accesso di tutti alle stesse, e permettono non solamente di acquisire le conoscenze, ma anche di usufruire dei prodotti che da essa nascano. In modo più specifico anche queste moderne tecnologie in campo agropequario contribuiscono alla sicurezza alimentare, mediante l’incremento della disponibilità di alimenti innocui e nutritivi.

11. Sommato a questo, l’adozione di nuove tecnologie richiede un controllo rigoroso delle conoscenze scientifiche, che devono essere applicate rispettando le discipline regolamentari e le norme giuridiche. Questo si rende necessario al fine di allontanare pregiudizi che orientino fortemente verso il rifiuto di questi progressi, ritenuti colpevoli di causare danno ambientale non essendo innocui, accusa che, peraltro, non è mai stata provata. Purtroppo tali impedimenti, che dovrebbero essere eliminati, si sono trasformati in barriere per l’esportazione di alimenti, incluso di quelli destinati all’aiuto umanitario, a danno dei popoli più bisognosi.

12. Vari paesi della regione stanno cercando di applicare le nuove tecnologie in diversi ambiti conoscitivi che hanno un forte impatto sulla produzione agricola. Queste tecnologie vanno dalla semina diretta alla biotecnologia sino all’utilizzo delle immagini satellitari per individuare aree con problemi idrici, di aridità o per la prevenzione delle malattie delle piante o semplicemente ai fini impositivi. Allo stesso modo si sono rese disponibili le nanotecnologie applicate al settore alimentare. Molte di queste tecnologie permettono di ridurre i costi, migliorare l’efficienza, semplificare i compiti e prevenire i rischi, aumentando i volumi di produzione e la qualità dei prodotti in modo sostenibile.

13. In questo contesto, è necessario tener conto che la biotecnologia assume oggi un ruolo centrale per garantire la sicurezza alimentare, in quanto costituisce uno strumento di grande utilità per incrementare la produttività delle coltivazioni, il valore nutritivo degli alimenti e il decremento dell’uso dei prodotti agrochimici, contribuendo a diminuire in tal modo la contaminazione ambientale.

14. Un incentivo importante per l’adozione di coltivazioni geneticamente modificate, vincolato alla sovranità alimentare delle popolazioni rurali, potrebbe essere costituito dal fatto che i benefici da essa derivanti non sono in scala, così come dimostra lo sviluppo in India: in dieci anni, 7 milioni di piccoli agricoltori (coltivando l’88% della superficie totale seminata a cotone, in unità rurali di agricoltura familiare, con una media di 1,5 per ciascuna) hanno incrementato le entrate di quasi 10.000 milioni di dollari. Chiaramente tale fattore contribuisce ad una maggiore equità distributiva dei benefici della produzione agricola.

15. Alla luce di quanto esposto, si considerano temi rilevanti sui quali deve lavorare la FAO i seguenti punti:

a) Incentrare l’analisi delle sfide della sovranità alimentare sulla necessità di aumentare la produzione alimentare e di migliorare la distribuzione della ricchezza.

b) Aumentare la cooperazione tecnica per ottenere un aumento significativo della produzione e della qualità dei prodotti, tenendo in considerazione le necessità di adattamento al cambiamento climatico.

c) Cooperare con i paesi della regione affinché incoraggino il fenomeno dell’agricoltura a livello familiare.

d) In tal senso crediamo sarebbe importante che anche gli organismi internazionali contribuiscano a sviluppare meccanismi per il trasferimento della tecnologia ai paesi in via di sviluppo facilitando l’accesso reale alle nuove tecnologie. Si contribuirebbe in tal modo allo sviluppo rurale, senza trascurare gli alti costi che si pagano quando le suddette tecnologie sono contenute nei pacchetti tecnologici DPI, (diritti di proprietà intellettuale) che ne limitano l’accesso ai piccoli produttori.

III Eccessiva volatilità dei prezzi degli alimenti e della sicurezza alimentare.

16. Per affrontare la tematica della sicurezza alimentare è fondamentale comprendere tanto i fattori che pregiudicano l’offerta e la domanda di alimenti, così come quelli che determinano la povertà1. Ciò risulta indispensabile, dal momento che, per poter assicurare a tutti un accesso agli alimenti sufficiente , sicuro e nutritivo, bisogna poter contare su entrate economiche sufficienti a giustificare la domanda degli stessi. In

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tal senso, l’attuale contesto mondiale, per potersi assicurare una sovranità alimentare deve approfondire le politiche che sono state applicate nella regione del America Latina e dei Caraibi, al fine di promuovere l’investimento negli alimenti e nella diminuzione della povertà.

17. Cosi come stabilito dalla 37° Conferenza della FAO sullo stato mondiale dell’agricoltura2, quando si parla dei prezzi agricoli, il dibattito deve essere focalizzato sulla loro alta volatilità.

18. La volatilità dei prezzi è intrinseca al settore agropequario principalmente per la sua mancanza di elasticità tanto dal punto di vista dell’offerta che della domanda. Non è semplice rispondere ad eventi climatici avversi che riducono drasticamente la produzione agropequaria. Tuttavia in questi ultimi anni si è evidenziato che siamo in presenza di un “eccessiva volatilità”. A tal riguardo si fa notare quanto segue:

Nei decenni passati abbiamo attraversato momenti di maggiore volatilità, soprattutto negli anni 70, quando la crisi petrolifera si ripercosse direttamente sul prezzo delle commodities . La situazione emersa in questi ultimi anni si deve in originariamente alla irruzione sui mercati agricoli dei capitali speculativi, fuggiti dai mercati finanziari a fronte della crisi del 2008, in concomitanza con le variazioni eccessive del prezzo del petrolio.

E’ necessario attenuare i rischi associati all’eccesso di volatilità dei prezzi degli alimenti (senza distorcere il funzionamento del mercato a causa degli stessi) la cui eccessiva variabilità a corto termine si ripercuote negativamente sulle previsioni dei produttori e disincentiva l’investimento nel settore agropequario.

Tuttavia la soluzione all’eccessiva volatilità non si ottiene riducendo artificialmente i prezzi dei prodotti di base. La fame nel mondo non è un prodotto della volatilità dei prezzi ma della povertà e dell’iniquità nella distribuzione della ricchezza. Nella storia dell’umanità di sono verificate grandi crisi nell’accesso agli alimenti sebbene i pezzi si fossero mantenuti bassi e stabili. Come se non bastasse, i prezzi ridotti artificialmente attraverso sussidi stanziati dai paesi sviluppati, sono stati una delle cause principali che ha colpito vaste regioni del mondo, come l’America Latina o l’Africa, scoraggiando gli investimenti nel settore agricolo e limitando in tal modo lo sviluppo di tutto il suo potenziale produttivo e di esportazione.

Secondo i dati della Banca Mondiale3, il livello dei prezzi osservato, in termini reali, tra il 2000 e il 2009, si è attestato a un 34% in meno rispetto alla media del decennio degli anni 60. Ciò significa che il settore alimentare ha subito un rallentamento nell’incremento dei prezzi, rispetto al totale

dell’economia, e che le modifiche osservate negli ultimi decenni, altro non sono state che il prodotto della controtendenza di prezzi storicamente bassi si sono adeguati alle medie del periodo. Tale andamento dei prezzi ha costituito uno stimolo indispensabile per l’incremento degli investimenti nel settore ed ha contribuito in questo modo ad aumentare la produttività/produzione agricola nonché l’offerta alimentare necessaria a soddisfare la crescente domanda internazionale.

19.In funzione di quanto esposto, si sottolinea quanto segue:

a) Quando si parla di prezzi dei prodotti agricoli, il dibattito si deve concentrare sull’alta volatilità.

b) Riconoscendo che la fame nel mondo non è un prodotto della volatilità dei prezzi bensì della povertà e dell’iniqua distribuzione della ricchezza e che la soluzione va ricercata nella maggior produzione di alimenti, cui abbia accesso un maggior numero di persone, la regione deve la regione deve quindi rafforzare le sue politiche d’investimento nella produzione di alimenti e nella riduzione della povertà.

IV. Contributi del commercio internazionale alla sovranità alimentare

20. Il commercio internazionale deve contribuire alla sovranità alimentare e per tanto, i paesi della regione devono collaborare per sbloccare i negoziati agricoli così come stabilito dalla OMC nel quadro della Conferenza di Doha. L’attuale situazione di stallo in cui si trovano tali negoziati rappresenta una pausa di fatto incompatibile con il processo continuo delle riforme fondamentali delle politiche agropequarie previsto dall’Accordo sull’Agricoltura, nonché dall’agenda sull’agricoltura sancite nella Conferenza di Doha4.

21. Rispettando l’agenda sull’agricoltura della Conferenza di Doha, si potranno risolvere i aspetti principali della sovranità alimentare legati al commercio. Negli ultimi 50 anni la produzione agropequaria mondiale è stata sfavorita da un sistema di commercio internazionale ingiusto e fortemente compromesso da politiche agricole protezioniste, nonché dalle sovvenzioni della maggior parte dei paesi sviluppati. Questi ultimi, attraverso una serie di misure quali sussidi alla produzione, all’esportazione ed elevati dazi doganali sulle importazioni, hanno prodotto ingenti trasferimenti di risorse dai paesi meno avanzati ed in via di sviluppo verso i paesi sviluppati.

22. Le condizioni necessarie alla realizzazione di un commercio internazionale aperto, trasparente ed equo potrebbero essere raggiunte realizzando le direttive della negoziazione agricola portata avanti durante la Conferenza di Doha, ovvero attraverso la riduzione sostanziale dei sussidi, il decisivo miglioramento

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dell’accesso al mercato e l’eliminazione entro il 2013 dei sussidi all’esportazione nei paesi sviluppati, il tutto accompagnato dal dovuto trattamento speciale e differenziato per tutti i paesi in via di sviluppo.

23. Lo scarso accesso ai mercati accordato dalla Conferenza dell’Uruguay al settore agricolo, attualmente viene ancor più limitato dalla crescente applicazione di regole prive di sostegno scientifico o tecnico e, pertanto, incompatibili con le norme della OMC. Queste restrizioni all’importazione ostacolano il commercio e l’accesso agli alimenti, scoraggiano l’investimento nel settore agricolo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo e frenano seriamente l’innovazione tecnologica. Questo tipo di barriere accentuano ancor più lo squilibrio delle regole commerciali a danno dei paesi in via di sviluppo, poiché rendono più complicato il loro inserimento nel commercio internazionale attraverso le esportazioni agricole, limitandone così le possibilità.

24. Dunque, alla luce di quanto finora esposto, si considera che :

a) Vista l’importanza del commercio internazionale in relazione alla sovranità alimentare, tutti i paesi della regione devono collaborare per sbloccare i negoziati agricoli secondo quanto stabilito dalla OMC durante la Conferenza di Doha, affinché si realizzi l’agenda da essa stabilita.

b) Si deve inoltre portare avanti un lavoro in partenariato presso tutti i forum internazionali per contrastare gli effetti negativi sulla produzione agropequaria mondiale delle politiche agricole protezioniste e delle sovvenzioni della maggior parte dei paesi sviluppati. Poiché questi ultimi, attraverso una serie di misure, quali sussidi alla produzione, all’esportazione ed elevati dazi doganali alle importazioni, hanno causato un’importante spostamento di risorse dai paesi meno avanzati ed in via di sviluppo verso i paesi sviluppati.

c) É oltremodo preoccupante il fatto che Lo scarso accesso ai mercati accordato dalla Conferenza dell’Uruguay al settore agricolo, attualmente venga ancor più limitato dalla crescente applicazione di regole prive di sostegno scientifico o tecnico e, pertanto, incompatibili con le norme della OMC.

V. Innocuità e salubrità degli alimenti.

25. Al fine di raggiungere la sovranità alimentare è fondamentale porre in essere un lavoro intensivo di rafforzamento, modernizzazione e dinamizzazione dei nostri servizi sanitari per dare una risposta appropriata alle piaghe e alle malattie vecchie e nuove che colpiscono i nostri allevamenti e delle nostre coltivazioni, mettendo a repentaglio di conseguenza l’innocuità e qualità dei nostri alimenti.

26. In tal senso, è necessario che gli organismi internazionali contribuiscano a colmare il divario che tuttora sussiste tra le capacità dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo di rispondere a tali questioni, affinché le nuove misure non condizionino l’accesso o la circolazione dei prodotti agroalimentari nel mercato mondiale.

27. In questo contesto è fondamentale lavorare all’adozione di un programma integrato per la innocuità degli alimenti che comprenda tutta la catena alimentare, includendo anche i mangimi come fattore di rischio potenziale per la salute pubblica. Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale poter contare sulla cooperazione che la FAO può offrire, in particolare per quanto riguarda le attività relative alla valutazione dei rischi nei sistemi nazionali di controllo degli alimenti, nonché riguardo ai sistemi di controllo, vigilanza, monitoraggio e allerta.

28. Devono essere rafforzate le azioni volte ad armonizzare gli standard all’interno delle tre Organizzazioni Internazionali di riferimento per l’Accordo sull’Applicazione delle Misure Sanitarie e Fisiosanitarie della OMC (CODEX; OIE; CIPF), insistendo affinché queste vengano adottate sempre sulla base di un sostegno scientifico. Crediamo che la FAO attraverso tutte le sue attività possa contribuire all’armonizzazione internazionale, promuovendo l’effettiva applicazione di questi standard adottati da tutti i paesi membri di tali organizzazioni.

29. In funzione di quanto esposto, consideriamo di fondamentale importanza che la FAO si occupi dei seguenti temi:

a) Contribuire a colmare il divario esistente tra le capacità dei paesi sviluppati e di quelli in via di sviluppo di garantire i requisiti di innocuità e qualità degli alimenti, affinché le nuove misure in materia non condizionino l’accesso o la circolazione dei prodotti agroalimentari nel mercato mondiale.

b) Offrire cooperazione tecnica, in particolare nel campo delle attività relative alla valutazione dei rischi nei sistemi nazionali di controllo degli alimenti, nonché nei sistemi di controllo, vigilanza, monitoraggio e allerta, al fine di ottenere un programma integrato per la innocuità degli alimenti che comprenda tutta la catena alimentare.

VI. Agroenergie e Sovranità Alimentare.

30. La produzione di energia a partire da materie prime agricole costituisce un’alternativa all’uso di combustibili fossili. Sappiamo che la contrapposizione tra produzione di biocombustibili e sovranità alimentare è un tema assai controverso a livello internazionale, tuttavia vogliamo sottolineare che non è un tema sul quale si possa generalizzare. Qualsiasi analisi su questa materia dovrebbe tenere conto innanzitutto del fatto

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che non tutti i biocombustibili si trovano nella stessa situazione. Di fatti, nell’ambito della 32° Conferenza Regionale della FAO si realizzerà un “side-event” sulla bioenergia, che porrà l’accento proprio su varie esperienze fortunate nelle quali la produzione biocombustibili non si trova in contrapposizione con la sovranità alimentare.

31. La produzione di agro energia genera un aumento dell’offerta di co-prodotti, poiché alcuni di essi rappresentano importanti materie prime per la produzione agropequaria. Nel contempo essa permette di pensare all’installazione di bioraffinerie – che analogamente alle raffinerie petrolifere - generano una serie di prodotti a partire dalla biomassa (agro energia, prodotti chimici e alimenti). Questi prodotti costituiscono fonti addizionali di guadagno, sono uno strumento di diversificazione produttiva e danno valore aggiunto alle produzioni primarie che sono parte delle raccomandazioni perseguite dalla regione.

32. Per questa ragione riteniamo che la catena agro energetica rappresenti un’opportunità per la diversificazione produttiva, il rafforzamento e la diversificazione delle fonti energetiche, nonché per uno sviluppo rurale che generi inclusione sociale.

20 C a r i t à P o l i t i c a

BOLIVIA

UNIVERSIDAD CATOLICA BOLIVIANA “SAN PABLO” - UCB

UNIDADES ACADÉMICAS CAMPESINAS - UACs

DESARROLLO EN AGRICULTURA

Título de la acción: Associacionne Internazionale Carita Politica de dere-cho Pontificio

Número y título del lote: Desarrollo en Agricultura

Lugar(es) de la acción: Bolivia, Departamento de La Paz, Municipios de Tiahuanacu, Batallas y Pucarani

Entidad solicitanteUNIVERSIDAD CATOLICA BOLIVIANA “SAN PABLO” –UCBUNIDADES ACADÉMICAS CAMPESINAS - UACs

Pais BOLIVIANúmero de NIT 184370029Estatuto legal SIN FINES DE LUCRO

UACsTiahuanacuBatallasPucarani

Datos de contacto a los efectos de esta acción:Dirección postal: Nº 79, Final Av. Cívica, El Alto, La Paz, BoliviaNúmero de teléfono (fijo y móvil): Código del país + código de la localidad + número 591 + 2 + 2818608

Número de fax : Código del país + código de la localidad + número 591 + 2 + 2818608

Persona de contacto para esta acción: ABSALÓN TONIO ÁLVARO GÓMEZDirección de correo electrónico de la persona de contacto : [email protected]

Página de Internet de la Organización: www.uacucb.org

1. Tema sugerido para tratarse en el Proyecto: COOPERACION INTERNACIONAL EN AGRICULTURA

1.1 RESUMEN DE LA ACCIÓN

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Título de la acción:

Proyecto integral de gestión agrícola en los munici-pios de Tiahuanacu, Batallas y Pucarani del departa-mento de La Paz para el desarrollo integral, solidario y sostenible

Lugar(es) de la acción: - Especificar país(es), región(es) que se beneficiarán de la acción

Municipios de Batallas y Pucarani de la provincia Los Andes y Tiahuanacu de la provincia Ingavi del depar-tamento de La Paz - Bolivia

Duración total de la acción (meses): 36 meses

Monto contribución solicitada 180.000 Euros

Objetivos de la acción

Objetivo global: Fortalecer las capacidades locales agrícolas y la base productiva de las comunidades campesinas de la región del Altiplano con conoci-mientos científicos teóricos-prácticos, capacitacion en las Unidades Académicas Campesinas a través de la investigación y capacitación. Para el ingreso competi-tivo a circuitos comerciales a nivel local y global. Objetivos específicos: 1 Mejorar líneas de investigación en agricultura para las comunidades2 Establecer alianzas estratégicas entre los producto-res y los proveedores3 Capacitar en la producción agropecuaria en cuanto a cantidad y calidad4 Implementar un sistema de control interno para la producción ecológica5 Fortalecer la autoestima de la base productiva rural en las comunidades de la región del altiplano6 Alinear las intervenciones de las instituciones locales en el marco de los lineamientos generados participativamente con el gobierno municipal.

Grupo(s) destinatarios

Mujeres, hombres y niños de las comunidades de Achaca, Guaraya y Huancollo del Municipio de Tiahuanacu; Calasaya, Chirapaca, Alto Peñas del Municipio de Batallas; Cohana, Pacollo, Quircoa, San Pedro y Tacachi del Municipio de Pucarani.

Beneficiarios finales

Comunidades.- En el territorio se capacitará a mujeres y varones de distintos grupos etáreos en la compra de insumos, producción (manejos de enfermedades, ma-nejo racional del agua, infraestructura de producción y manejo de nutrientes), transformación y comercializa-ción de los productos en los mercados alternativos con las técnicas desarrolladas en las UACs, y la atención de la salud en sus niveles de prevención y promoción de buenas prácticas de salud.Municipio.- Se capacitará a los recursos humanos de las alcaldías en el diseño y aplicación de directrices para el desarrollo económico local para que inte-ractúen las comunidades, instituciones interesadas, municipio, departamento y entidades nacionales.UACs.- A nivel de las Unidades se potenciaran la investigación mediante tesis y la innovación de tecno-logía para un mejor aprovechamiento de los recursos de la zona.

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Resultados estimados

1. Mejoramiento de la Carrera de Ing. Agronomica, Zootecnia y Medicina Veterinaria2. Líneas de investigación para Tesis para las comuni-dades3. Comunidades con capacidades y conocimientos adecuados4. Productos agropecuarios y de salud innovados5. Sinergias interinstitucionales generados participati-vamente.

Actividades principales

1. Mejorando la relación de Investigaciones,2. Estableciendo alianzas estratégicas entre los pro-ductores y las comunidades 3. Innovando la produc-ción agropecuaria en cuanto a cantidad, calidad y la salud humana4. Implementando un sistema de control interno para la producción natural5. Fortaleciendo la autoestima de los productores en torno a su territorio6. Alineando las intervenciones de las instituciones locales en el marco de los lineamientos liderados por los municipios

1.2 PERTINENCIA DE LA ACTION

1.2.1 Pertinencia de los objetivos/sectores

La acción está dirigida a fortalecer el ejercicio del derecho económico de mujeres, hombres y niños aymaras de 12 comunidades de los municipios de Tiahuanacu, Pucarani y Batallas en 3 años, entendiendo el “Vivir Bien”, como fundamento del desarrollo en convivencia comunitaria, intercultural y sin asimetrías de poder y de su entorno institucional: la comunidad, municipio, Unidades Académicas Campesinas e instituciones interesadas.

Para un efectivo diálogo multi-actor la acción plantea una plataforma público – privado para que las acciones concurran a lograr un desarrollo económico local en las comunidades, basado en:

a) El nuevo modelo económico impulsado por el Gobierno de Bolivia, en el marco del Plan Nacional de Desarrollo “Bolivia Digna, Soberana, Productiva y Democrática para Vivir Bien” que impulsa la transformación de la matriz productiva del país con mayor valor agregado a los recursos naturales para su uso interno y luego para la exportación, el acceso de los sectores sociales a los medios productivos y al empleo digno, adecuadamente remunerado y estable, la recuperación del mercado interno y la redefinición del relacionamiento con los mercados internacionales.

b) La Ley Marco de Autonomías que profundiza el proceso de descentralización administrativa y política de Bolivia y otorga un papel central a las Gobernaciones y Municipios en estrecha coordinación

con las organizaciones sociales y productores.

c) Planes de Desarrollo Municipal de Tiahuanacu, Batallas y Pucarani.

d) El conocimiento desarrollado por las Unidades Académicas Campesinas de la Universidad Católica Boliviana – (UACs) que forman recursos humanos calificados basados en experticia dentro de las granjas de producción e investigación y temas referidos a la salud humana.

El proyecto apoyará a las acciones de desarrollo de las UACs para implementar sus conocimientos en estrecha colaboración con las comunidades locales y los grupos de población más vulnerables, para lograr una sociedad más incluyente y empoderada.

La subvención solicitada se estimara de acuerdo inicialmente en 180,000 Euros de los cuales se estima como contraparte 36,000 Euros

La acción tiene como fin la reducción de la pobreza en el contexto del desarrollo sostenible, incluyendo la prosecución del logro de los Objetivos de Desarrollo del Milenio (ODM). Buscando una sociedad integradora y empoderada en los municipios de intervención permitiendo activamente la participación de las UACs y las autoridades locales en el marco del PND que es la estrategia de reducción de la pobreza, mejora de la salud y el desarrollo sostenible.

Las UACs son agentes no estatales y se verán fortalecidas en su eje estratégico de desarrollo económico local e indirectamente en sus ejes productivos – investigación y el académico; el municipio fortalecerá sus acciones

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en miras a convertirse un “municipio productivo” y la población beneficiaria pobre y vulnerable tendrán un abanico oportunidades que apuntaran a convertirse en comunidades sustentables técnica, económica, social y ambientalmente.

1.2.2 Grupos destinatarios y beneficiarios finales, sus necesidades y restricciones y cómo la acción abordará tales necesidades

El proyecto beneficiara a 4.290 personas entre niños, jóvenes, adultos, varones y mujeres que comprenden a 1.273 familias en las comunidades de los municipios. Los beneficiarios se dedican principalmente a la agropecuaria y otras actividades menores. Los beneficiarios finales son las comunidades de los tres municipios con problemas en la producción de alimentos locales, salud humana, economía insipiente, medio ambiente y necesidades básicas. El municipio de Tiahuanacu tiene 12.936 de habitantes, Batallas tiene 19.821 habitantes y Pucarani tiene 26.802 habitantes. Las UACs son instituciones de educación superior que forman profesionales en el área de agronomía, zootecnia, agroindustria, veterinaria, turismo rural y enfermería.

Las necesidades principales de los grupos destinatarios son: baja productividad, falta de acceso a mercados y precios justos, falta de tecnologías adecuadas para la producción y agregación de valores, falta del cuidado del medio ambiente, necesidades básicas insatisfechas (falta de agua potable, servicios higiénicos), desnutrición infantil, parasitosis permanente, elevada tasa de mortalidad infantil por enfermedades prevenibles y desconocimiento de las cualidades nutritivas de los alimentos locales.

Los beneficiarios finales necesitan coordinación, relacionamiento y política entre autoridades municipales, comunales y las autoridades de las UACs.

El trabajo conjunto con las autoridades comunitarias, autoridades de los municipios, las instituciones de salud, y las carreras de las Unidades Académicas Campesinas coadyuvaran en la realización de acciones para lograr el vivir bien, respetando y fortaleciendo la cultura de las poblaciones, es importante resolver las necesidades básicas, fortalecer el desarrollo productivo sin dañar la tierra ni la salud humana, reconociendo las cualidades de los productos naturales y valorar el autoconsumo.

Para asegurar la participación de los grupos destinatarios y beneficiarios finales se firmaran convenios interinstitucional, la institucionalización de las actividades y alianzas entre las instituciones y las comunidades.

1.2.3 Elementos con un valor añadido particular

Promoción y consolidación de asociaciones publicas/

privadas:

El proyecto al establecer estrategias entre los actores, propiciará la formación de asociaciones para mejorar la producción, al mismo tiempo se fortalecerá las alianzas entre los mismos comunarios. Se realizan alianzas entre las comunidades y las diferentes carreras de las unidades Académicas campesinas para que los hijos tanto varones como mujeres y productores puedan optar por una carrera profesional y mejorar la calidad de vida de las familias y las comunidades.

Problemas medioambientales: Las acciones e intervenciones promoverán el mejor uso de los recursos naturales, en lo posible productos orgánicos. Se analizaran las acciones en relación al impacto ambiental tanto en la producción como en el consumo, manejo adecuado de residuos orgánicos e inorgánicos.

Se desarrollaran las acciones pertinentes para la mitigación del impacto ambiental cuando se lo requiera.

Se capacitara en escuelas y colegios sobre la preservación del medio ambiente

Se realizaran actividades de selección y reciclaje de la basura con las familias y toda la comunidad, para utilizar mejor los desechos y tener ambientes saludables.

Se incentivará en el cuidado y tratamiento del agua de consumo humano.

Se incentivará en la construcción de letrinas u otros para la correcta disposición de las excretas que es fundamental para preservar la salud de las comunidades.

Género: El proyecto integra la familia en su totalidad considerando, que en las comunidades rurales todos los componentes de la familia cumple un rol importante.

Se incluyen en la capacitación a hombres y mujeres, se promueve la participación de grupos de productores hombres como de asociaciones de productoras mujeres.

Se promueve la inclusión de más mujeres jóvenes en la producción y en la toma de poder.

Se incluye a los hombres, jefes de familia en temas de responsabilidad nutricional y preparación de alimentos para la familia.

Discapacitados: Las acciones podrán incluir a personas con discapacidades especificas en relación a roles en los que ellos puedan participar, como empacadores, cuidadores, control de calidad de productos entre otros.

Derechos de las personas y derechos indígenas: Las acciones se desarrollarán reconociendo los derechos de las personas, de los niños, y de los pueblos indígenas en relaciona a su procedencia autóctona de acuerdo a usos y costumbres.

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COSTA RICA

ALGUNAS SUGERENCIAS SOBRES LOS TEMAS A DESARROLLAR EN EL PROYECTO “COOPERACIÓN

INTERNACIONAL PARA LA AGRICULTURA”

1. Compartimos los rumbos propuestos

Primeramente indicar que compartimos los rumbos indicados para este proyecto: la lógica de la Ética, el sector agrícola es un componente primario del crecimiento económico y del progreso social, centralidad del trabajador del campo, capacitación y asistencia técnica, cooperativas y pequeñas empresas, la familia rural, desarrollo rural y solidaridad, apoyo a las comunidades indígenas, un impulso eficaz hacia reformas agrarias legítimas, ecumenismo al servicio de la paz y la justicia. Solamente se debe cambiar el enfoque de asistencia técnica por acompañamiento, cooperación o facilitación técnica, puesto que el concepto de asistencia tiene una connotación de asistencialismo y no de crear liderazgo y capacidad de autogestión que finalmente se busca.

2. Pequeños sistemas de irrigación

En muchos países existen serias limitaciones de expansión del área de tierras aptas para la producción agrícola, principalmente en manos de pequeños productores, y el aumento de la producción y de la productividad bajo enfoques de sostenibilidad integral debe venir de intensificar la producción en las áreas que ya existen. Por ejemplo en lugar de sacar una sola cosecha, poder sacar dos y hasta tres cosechas en un año.

En muchas ocasiones esto no es posible por la estacionalidad climática, pero también es cierto en muchas ocasiones existe la oportunidad de aprovechar algunas fuentes de agua (ya sean cursos o incluso pozos) para uno, dos, tres o unos pocos agricultores (de ahí el título de pequeños sistemas de irrigación) puedan habilitar tierras a una producción más intensiva en el tiempo. Se insiste en que no se trata de proyectos

grandes de riego y muchos menos distritos de riego, sino de pequeños sistemas para aprovechar de la mejor manera el agua disponible en la zona donde habitan.

3. Promover la aeroponía

La aeroponía es un proceso de cultivar plantas en un entorno aéreo sin utilizar el suelo. El cultivo aeropónico es diferente del cultivo hidropónico., pero este último

El principio básico de la aeroponía es hacer crecer las plantas en un entorno cerrado o semi cerrado, atomizando las raíces colgantes y el tallo bajo con una disolución en agua que tiene los nutrientes. Cuando se usan de forma comercial, los aeropónicos usan una décima parte o mucho menos del agua necesaria con otros métodos para obtener la cosecha.

En lugares donde hay limitaciones de espacio y para promover la participación familiar en la producción agrícola, más allá de los huertos caseros, la aeroponía abre una inmensa posibilidad, ya que no se necesita suelo, se puede producir en varios estratos verticales y por lo tanto de espacios muy reducidos.

4. Cadenas de valor

Aún, en una agricultura enfocada principalmente hacia la seguridad y soberanía alimentaria de la familia y de los pequeños productores, hoy día no se puede ni debe producir sin una visión clara de oportunidades de comercialización, de mercadeo, de eliminación de intermediarios, de valor agregado de la producción, de la agroindustrialización a pequeña escala, de productos que signifiquen autoconsumo, pero también oportunidades para generar algunos recursos económicos adicionales que apoyen en la economía familiar.

5. Desarrollo de las Escuelas de Campo (ECAS)

Las Escuelas de Campo tienen la finalidad de contribuir al mejoramiento de la calidad de vida de las familias productoras rurales a través de la capacitación vivencial, la educación de adultos y la familia en conjunto y el aprendizaje por descubrimiento. Esta forma de aprender promueve la experimentación y

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observación, el análisis grupal de los resultados y la toma de decisiones. Se utiliza el enfoque de medios de vida como estrategia para promover la agricultura y el uso de los recursos naturales de manera ecológicamente sana, económicamente competitiva y socialmente equitativa para lograr sus objetivos.

El desarrollo de las ECAS se inicia con el desarrollo y fortalecimiento de capacidades (capital humano), el reconocimiento y valoración de conocimientos locales y científicos /técnicos – diálogo de saberes (capital cultural), el fortalecimiento de cooperativas y asociaciones de productores y sus organizaciones prestadoras de servicios (capital social y político), la promoción de mejoras en infraestructura de producción agrícola y el uso de material genético mejorado (capital físico y construido). Con ello se busca promover la diversificación de medios de vida y la participación equitativa en mercados y cadenas de valor (capital financiero y natural)

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GUATEMALA

UNIVERSIDAD DEL VALLECENTRO DE ESTUDIOS AGRÍCOLAS Y

FORESTALES - CEAF -

Descripción

El Centro de Estudios Agrícolas y Forestales (CEAF) del Instituto de Investigaciones de la Universidad del Valle de Guatemala genera, promueve y ejecuta proyectos de investigación y/o transferencia de tecnología en las áreas agrícola y forestal. Desde sus inicios, ha venido contribuyendo grandemente a solucionar la problemática agrícola y forestal del país. Aunque su sede principal es el campus de UVG en la ciudad capital, también realiza investigación, capacitación y transferencia de tecnología en diferentes regiones del país, incluyendo el área de influencia de UVG en la costa sur (Escuintla) y el altiplano (Sololá) de Guatemala. A partir del año 2006 inició acciones sobre transferencia y tecnología en los campus de UVG sede Sur y Altiplano en forma permanente. Se cuenta con una estación experimental en cada sede.

El CEAF cuenta con un equipo de profesionales y técnicos altamente calificado, y realiza investigación a nivel de laboratorio, invernadero y campo. Para alcanzar sus objetivos, el CEAF ha realizado una serie de alianzas con instituciones del sector público, privado y académico tanto a nivel nacional como internacional.

Como parte de su estrategia, trabaja con productores individuales (pequeño, mediano y grande), asociaciones y cooperativas.

Visión

Ser un núcleo de excelencia en la investigación científica y tecnológica en las áreas agrícola y forestal a nivel nacional y regional.

Misión

Cooperar en la búsqueda de soluciones integradas y amigables al ambiente y a la biodiversidad, a la problemática del sector agrícola y forestal de Guatemala mediante la investigación, educación y extensión. Se trabaja en equipos multidisciplinarios a nivel nacional y regional, utilizando metodologías convencionales y avanzadas.

Programas y Líneas de Investigación

Los investigadores que forman parte del CEAF participan en docencia, investigación y realizan actividades de extensión.

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Los programas de investigación incluyen:

Líneas Prioritarias de Investigación

Mejoramiento de la productividad de los sistemas de cultivos de importancia económica, energética y de seguridad alimentaria

Generación de prácticas de manejo sostenibles en sistemas de producción orgánico o ecológico amigables con el ambiente y la biodiversidad

Caracterización y manejo de bosques naturales, plantaciones comerciales y bosques energéticos

Desarrollo de tecnología agrícola apropiada principalmente en el área de invernaderos, riego y fertiriego para cultivos de importancia económica

Fortalecimiento a la diversificación agrícola mediante el descubrimiento y la evaluación de nuevos cultivos (introducidos o germoplasma nativo) y otros productos agrícolas incluyendo cultivos para biocombustibles

Predicción de la dinámica de poblaciones (plagas, enfermedades y organismos benéficos) así como el estudio de diferentes factores agronómicos utilizando herramientas de agricultura de precisión.

Investigadores Líderes

Dr. Rolando Cifuentes Velásquez

Director del Centro de Estudios Agrícolas y Forestales, Director del Departamento de Ingeniería Agroforestal campus central y Director académico de las carreras de Ingeniería Agrícola y Agroforestal en UVG Sur y UVG Altiplano respectivamente. Obtuvo su Ph.D. y su Maestría en Agronomía con énfasis en suelos en New Mexico State University, New Mexico, USA. Sus intereses profesionales incluyen: seguridad alimentaria, cultivos para bioscombustibles, uso y manejo del suelo, ciclaje de nutrientes, restauración (suelos contaminados y degradados) y enmienda de suelos (ácidos, salinos y alcalinos), agricultura ecológica, acumulación, distribución, transformación y/o transporte de agroquímicos en el suelo, calidad del suelo así como fertilidad de suelos, fertilizantes y nutrición vegetal. En la Universidad del Valle de Guatemala también participa como profesor de los cursos Introducción a la ciencia del suelo, Química y Fertilidad de suelos. Entre otras actividades, actualmente es el Investigador Principal del ´Proyecto para el Desarrollo Agrícola´ de UVG auspiciado por el USDA bajo el programa Food for Progress.

Licda. Margarita Palmieri S.

Licenciada en Biología, egresada de la Universidad del Valle de Guatemala. Ha participado en varios cursos de capacitación con créditos universitarios muchos

de ellos, en el área de virología vegetal y bacterias fastidiosas desde 1995, tanto a nivel nacional como internacional. Ha sido investigadora principal y en otros asociada en varios proyectos tanto internacionales como nacionales. Ha sido directora de LPV desde su fundación en 1995. Actualmente también es Directora del Departamento de Biología de la Universidad del Valle de Guatemala. Es catedrática de los cursos de “Biología Celular”, “Histología e Histoquímica” y “Virología” en la Facultad de Ciencias y Humanidades de la Universidad del Valle de Guatemala. Asesor de 20 tesis de pregrado de Guatemala y una de México. Su principal interés en investigación es el área de protección vegetal en especial en virus y bacterias fastidiosas así como estudios de biodiversidad.

Dr. Manuel Antonio Porres Arreaga

El Doctor Manuel Porres tiene un B.Sc. en Horticultura de la Universidad de Florida, una maestría en Entomología y Fitopatología de la Universidad del Estado de California, Long Beach, California y un Ph.D en Entomología/Fitopatología y como especializaciones secundarias Acarología y Control Biológico en la Universidad de California, Riverside, California. Ha trabajado como asistente de investigación en Entomología en la Universidad de Riverside, California, así como jefe del Departamento de Cacao y Frutales en el Centro Experimental Los Brillantes y Director de Investigación y Desarrollo en Ornamentales en Plantadores Ornamentales Unidos, Guatemala. Ha sido consejero en ornamentales para FUSADES, El Salvador, CINDE-CAAP, Costa Rica, Tropículture, Jamaica, y la Moderna en el sur de México.

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HONDURAS

ESCUELA AGRÍCOLA PANAMERICANA

Después de revisar los planes de trabajo enviados consideramos que las intenciones del programa o proyecto son bastante holísticas y comprenden o abracn todas las áreas para dilucidar la problemática y las posibilidades de desarrollar la agricultura en una forma integral, solidaria y sostenible.

Sin embargo, no podemos considerar la producción de energías renovables sin que las acciones en estos campos estén estrictamente relacionadas con la agroindustria y los mercados, un esfuerzo por vincular estas actividades en la agricultura con una industria dispuesta a agregar valor y a reconocer la calidad de la materia prima que se produzca tanto en precios con en su demanda es de vital importancia para lograr sostenibilidad y solidaridad.

En nuestra universidad fomentamos el uso de tecnologías adecuadas en todas sus categorías para contribuir a un incremento sostenible de la producción y productividad, sin embargo hacemos esto con tecnologías amigables al ambiente evitando la contaminación, el uso indebido de recursos naturales y mantenemos los procesos de certificación. Es importante que la agricultura en los paises en desarrollo no generen barreras no arancelarias que impidan un proceso de mercados que permitan agragar valor y generar empleo en el campo. Solo así podemos evitar el proteccionismo e incentivar la inversión en la producción, sin dejar de salvaguardar el desarrollo de infraestructuras y plataformas que permitan servicios sociales congruentes para la zona rural. En lo posible se debe promover la asociatividad entre los productores locales para fomentar la inversión local, lo cual garantiza el desarrollo subsecuente de otras industrias de servicios y soporte a la agricultura, promoviendo un desarrollo rural más sostenible y diversificado.

A lo largo de los últimos 35 años, Zamorano ha dedicado y/o administrado recursos importantes para fomentar el desarrollo rural, con proyectos como MIP Centro América, PROMIPAC, BID PROMOSTA, USAID REACT, Proyecto Post-Mitch, PIF- Frijol e Insormil, entre otros. Estos proyectos han sido producto de alianzas con diversos donantes, en donde Zamorano ha dmeonstrado una capacidad instalada importante para trabajar a nivel de campo, directamente con productores en escuelas de campo o en formas diversas de estensión, programas que has estado centrados en el productor de campo y le han brindado oportunidades importantes de capacitación y asistancia Técnica.

Todo esto se ha enfocado a cooperativas o pequeñas empresas de productores, sin dejar de ser influyentes en las diferentes industrias para con los medianos y grandes productores. Por tanto, Zamorano cuenta con recursos y experiencias importantes para contribuir al desarrollo de este programa.

Construir alianzas y plataformas de cooperación fortalece las instituciones y consecuentemente desde la Universidad Zamorano manifestamos nuestra anuencia a participar en este tipo de actividades y programas.

DR. ROBERTO CUEVAS GARCíA, RECTOR

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HONDURAS

UNIVERSIDAD NACIONAL AUTÓNOMA DE HONDURAS DEPARTAMENTO DE PRODUCCIÓN VEGETAL DE LA CARRERA DE INGENIERÍA DEL CENTRO

UNIVERSITARIO REGIONAL DEL LITORAL ATLÁNTICO (CURLA)

SUGERENCIAS Y COMENTARIOS AL DOCUMENTO: COOPERACIÓN

INTERNACIONAL EN AGRICULTURA EXGENCIAS DE DESARROLLO Y

SOLUCIONES VIABLES

Introducción

Este documento se ha preparado atendiendo la solicitud realizada a la Universidad Nacional Autónoma de Honduras (UNAH) por la Embajada de Honduras en la Santa Sede a petición de la Asociación Carità Politica de Italia. Dicha solicitud se refiere a sugerir y opinar sobre los temas a incluir en el Plan de Cooperación Internacional para la Agricultura a ser presentada por la Asociación en el marco de la Expo de Milán 2015. Ha sido preparada por docentes del Departamento de Producción Vegetal de la Carrera de Ingeniería Agronómica del Centro Universitario Regional del Litorla Atlántico (CURLA) con apoyo del Dr. Gusma Catari.

La cooperación internacional continuará siendo necesaria para afrontar los retos de desarrollo particularmente en países con economías y sistemas políticos vulnerables como la de Honduras. Esta cooperación es necesaria en todos los àmbitos, principalmente en el área rural y por consiguiente en el sector agropecuario. La tendencia de la población rural en Honduras es a decrecer, en el año 2010 ésta representó sólo el 51%, cuando en 1960 representaba el 77% (Banco Mundial, 2010), a pesar de esto la contribución del sector al PIB aún es alto, siendo 13% en el año 2012 (Banco Central de Honduras, 2012), este porcentaje podría ser más elevado si se incluyesen todos los componentes de la cadena alimentaria.

Son diversos los retos para el sector rural, entre estos la degradación de suelos, pérdida de biodiversidad, introducción de cultivos de agro-exportación (e.g. palma africana), desigual acceso a la tierra, instituciones frágiles que tienen baja capacidad y voluntad de implementae la legislación vigente, la migración hacia las ciudades, narcotráfico, inequidad de género, entre otros. Esta situación podría agravarse ante escenarios de cambio climàtico que proyectan aumentos de temperatura (2 a 4 C) y reducción de precipitació (30%) hasta finales de siglo (CEPAL,

2010), y la mayor presión sobre los recursos finitos (e.g. la tierra). Asimismo, diversos estudios (e.g. UNDP, 2013) indican que lo más afectados serán los agricultores de subsistencia, según WFP (2013) la desnutrición crónica en el área rural puede llegar a 48%. Esta situación puede poner en riesgo los avances en el logro de los Objetivos de Desarrollo del Milenio. Por tanto la cooperación internacional es necesaria para contribuir a la transición hacia sistemas de producción más sostenible en el medio rural.

En el país las políticas públicas no han sido capaces de atender la demanda de los habitantes del campo, debido que no habían estrategias de desarrollo rural a largo plazo. Sin embargo esta situación podría mejorar si los planes estratégicos, Visión de País y Plan de Nación llegan a ser operacionales, para lo cual se requiere mayor articulación entre políticas y desarrollo de estructuras productivas más autónomas y menos dependientes de condiciones externas.

Esta compleja situación hace que todos los actores implicados deban replantear su rol y la forma de ejecutar sus intervenciones. En este marco, la Universidad Nacional Autónoma de Honduras está comprometida en contribuir al desarrollo integral de los dhabitantes del área rural, desde sus áreas de acción como son: la investigación, docencia y vinculación con los diversos sectores de la sociedad. La UNAH se encuentra en un proceso de implementación de reforma institucional para responder de forma más pertinente a las demandas de la sociedad. Una de sus premisas de trabajo es que la dinámica del medio rural es variable según sus condiciones socioeconómicas y agroecológicas. Por tanto está interesada en articular esfuerzos con organismos de cooperación para desarrollar acciones conjuntas.

Comentarios:

De cara al escenario post-2015 Carità debería impulsar las dimensiones que están pendientes como la seguridad

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alimentaria, manejo sostenible de los recursos naturales y el desarrollo inclusivo, reduciendo las causas que lo originan a través de políticas con visión de largo plazo, teniendo en cuenta que el camino social es uno de los factores del desarrollo. Para ello algunos elementos a considerar podrían ser:

La priorización de áreras geográficas, para trabajar con las comunidades más vulnerables y cronicamente desfavorecidas por las políticas públicas. Está claro que el medio rural requiere un tratamiento integral para atender retos tales como: la migración campo-ciudad, degradación de recursos naturales, entre otros; asimismo focalizar esfuerzos para recuperar la autoestima de las comunidades más pobres ya que se sienten poco apoyadas y/o excluidas. Adicionalmente, está el reto de cambiar la expectativa de ingreso basada en las remesas y promover generación de ingresos locales. Las intervenciones deben ser realistas y pertinentes; basadas en los diagnósticos y realidades de cada zona y país.

Potenciar alianzas con otros donantes y actores claves (locales, nacionales o globales) con el fin de sumar esfuerzos, aprovechar sinergias y recursos que ofrece cada actor. Es necesario evitar excesiva fragmentación de las intervenciones y duplicidad de acciones, para ello será también necesario mejorar la comunicación entre los diversis actores y donanates, aprovechando el valor aÑadido de cada uno de ellos. Para ello, se deberían fijar claramente los objetivos, el reparto de responsabilidades, y áreas de trabajo; socializando las experiencias de cada uno, fomentando las sinergias y complementariedad entre las acciones.

Fomentar el intercambio de conocimientos para que los efectos sean más profundos y duraderos. En el país es crucial fomentar una educación de calidad que permita el acceso y finalización de las etapas básicas educativas, con especial atención a la formación profesional ya que las innovaciones tecnológicas na han podido ser incorporadas a nivel local, por una marcada falta de capacitad de los agentes de desarrollo que posibilite un crecimiento integrado mediante la inserción laboral de jóvenes y adultos a un trabajo digno.

Trabajar en la reducción de los factores que determinan la crisis alimentaria y desnutrición, como son el bajo acceso a la tierra por parte de los más pobres, y fortalecer la capacitad de prevención de riesgos para favorecer mecanismos de resiliencia, capacidad adaptiva y reducir los impactos.

Apoyo al establecimiento y/o fortalecimiento de redes locale, nacionales y regionales de agricultores y otros actores del medio rural. Promuover mayor visibilidad en las estadíisticas nacionales principalmente de los casos exitosos.

Apoyar a los centros de educación pública como impulsores claves en actividades como la investigación,

los servicios de extensión y divulgación orientados a mejorar el rendimiento con un enfoque de desarrollo sostenible.

Impulsar medidas orientadas a fomentar sistemas de cadena alimentaria sostenibles, a través del apoyo a las organizaciones de productores, la diversificación productiva, la agroindustria, el manejo integrado de los cultivos, la reducción de pérdida post-cosecha, con el fin de reducir la vulnerabilidad de las poblaciones ya que podrán disponer de más alimentos a nivel local. Será necesario impulsar el establecimiento de mercados locales (infraestructuras).

Diseñar políticas para evitar proteccionismo por parte de las economías desarrolladas que daÑen a las economías más vulnerable que tienen capacidad de ofrecer productos que cumplen con lo estándares fitosanitarios y de calidad. Se debe considerar que la “región centroamericana es un importador neto de alimentos” (FAO, 2012) y en un momento en que los precios son altos y volátiles, estas economías por su propio interés podrían considerar proteger a sus productores (pequeños), de lo contrario pueden verso negativamente impactadas por dichas fluctuaciones y empujar más hacia la inseguridad alimentaria y finalmente a la instabilidad política de los países.

Consideracione finales:

La agricultura hondureña de pequeña escala ha sido generalmente relegada por las políticas públicas, pero tiene potencial para reducir la pobreza elevada y desnutrición particularmente en el medio rural si se promueven sistemas agrícolas basados en principios ecológicos. Para ello demanda acciones coordinadas y diseño de intervenciones participativas e inclusivas de modo que sean sostenibles. En este marco, es destacar que la Asciación Internacional Carità Politica de Italia haya hecho participativo el proceso de elaboración de su Plan de Cooperación Internacional para la Agricultura, consultando a centros de educación superior locales como la Universidad Nacional Autónoma de Honduras.

Referencias:

FAO. 2010. Representación FAO en Honduras. Disponible en http://www.fao.org.hn/l/noticias/29-la-fao-recomienda-invertir-en-la-agricultura-familiar-para-garantizar-la-seguridad-alimentaria-en-centroam%C3A9rica.htmal accesado en 28/04/2013.

CEPAL. 2010. Central American Isthmus: Statistics of hydrocarbons. Disponible en: http://www.eclac.org/publicaciones.xml/4/37684/L934.pdfS

Banco Mundial. 2010. World Bank Staff estimates based on United Nations, World Urbanization Prospects. Washington D.C.

http://www.wfp.org/countries/honduras/overview accesado en 28/04/2013

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PANAMA

PROPUESTA DE TRANSFORMACIÓN INTEGRAL DEL INSTITUTO NACIONAL

DE AGRICULTURA

PROPUESTA Ciudad de Panamá, 2013

DR. AUGUSTO SAMUEL BOyD

Presentado a: Excelentísimo Señor Ricardo Martinelli Berrocal, Presidente de la República

Título de la acción: Propuesta de Transformación Integral del Instituto Nacional de Agricultura Dr. Augusto Samuel Boyd.

Alcance de la acción: Instituto Nacional de Agricultura Dr. Augusto Samuel Boyd

Duración total de la acción: Permanente

Datos de contacto a los efectos de esta acción:

Dirección postal: Estafeta Universitaria, Ciudad Universitaria Doctor Octavio Méndez Pereira

Número de teléfono: Código del país + código de la localidad + número (00507) 523-5007, 523-5008

Número de fax : Código del país + código de la localidad + número (00507) 264-3733

Persona de contacto para esta acción: Dr. Gustavo García de Paredes Rector Magnífico

Dirección de correo electrónico de la persona de contacto : [email protected]

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Resumen Ejecutivo

Su principal objetivo es transformar integralmente el Instituto Nacional de Agricultura, desarrollando una oferta de formación y de capacitación pertinente, de calidad, flexible y adaptada a las exigencias del sector agropecuario panameño, que responda a las necesidades de la transformación agroalimentaria, del negocio de productos agropecuarios, del ambiente y a la demanda específica de cada región del país.

El fortalecimiento del Instituto Nacional de Agricultura está considerado dentro de las Orientaciones Estratégicas para el Desarrollo del Sector Agropecuario, documento que sirve de base para la formulación de las políticas agropecuarias que propone el Estado a través del MIDA para el quinquenio 2010-2014.

Esta Propuesta de Transformación Integral, que conlleva la incorporación del INA a la Universidad de Panamá, está dirigida al mejoramiento de los escenarios académicos para el fortalecimiento del proceso educativo, a través de la transformación curricular, con el manejo eficiente de los recursos económicos y administrativos, manejo agronómico de los cultivos y de las especies animales con buenas prácticas agropecuarias utilizando la producción más limpia y mejorando las condiciones de salubridad y seguridad para los trabajadores.

La educación para el desarrollo sostenible se considera un medio para efectuar los cambios en los valores, la conducta y el modo de vida necesarios para lograr el desarrollo sostenible y, en última instancia, la democracia, la seguridad humana y la paz.

Se pretende establecer un enfoque pedagógico innovador, invertir en equipamiento e instalaciones, impulsar la capacitación y extensión y adoptar un sistema de gestión moderno, a fin de contribuir con el desarrollo nacional formando líderes para producir en armonía con el ambiente.

Esta iniciativa logrará el mejoramiento sostenible de la calidad de vida de las poblaciones aledañas, con empleos más dignos, empleos formales, dinamizando la economía local y facilitando de la inversión público-privada.

DESARROLLO DE LA PROPUESTA

1 Nombre del Proyecto

Propuesta de Transformación Integral del Instituto Nacional de Agricultura Dr. Augusto Samuel Boyd (INA).

2 Objetivo General

Transformar integralmente el Instituto Nacional de Agricultura, mediante su incorporación a la Universidad

de Panamá, en alianza con la Sociedad Francesa de Exportación de Recursos Educativos (SFERE) y el Ministerio de Alimentación, Agricultura y Pesca de Francia.

Desarrollar una oferta de formación y de capacitación pertinente, de calidad, flexible y adaptada a las exigencias del sector agropecuario panameño, que responda a las necesidades de la transformación agroalimentaria, del negocio de productos agropecuarios, del ambiente y a la demanda específica de cada región del país.

3 Objetivos Específicos

Crear condiciones académicas para que los egresados del INA puedan ingresar de manera expedita a las Facultades de Ciencias Agropecuarias y Medicina Veterinaria de la Universidad de Panamá.

Desarrollar carreras técnicas, tales como:

Técnico en ganado bovino de doble propósito

Técnico en lechería

Técnico en porcinocultura

Técnico en cultivos agroexportables

Técnico en acuicultura

Técnico forestal

Técnico en transformación láctea

Técnico agroindustrial

Técnico en transformación cárnica

Técnico en bromatología

Paramédico veterinario

Crear un Centro de Capacitación Técnica para los productores, orientado a formarlos como Administradores de Fincas.

Lograr la integración institucional entre los entes vinculados al sector agropecuario, tales como: Autoridad de los Recursos Acuáticos de Panamá, el Instituto de Investigación Agropecuaria, dependencias del Ministerio de Desarrollo Agropecuario (Comité Nacional de Semillas, Dirección de Agroindustrias, Dirección de Planificación).

Lograr la autonomía financiera del presupuesto de autogestión institucional, con el propósito de incrementar las actividades académicas, técnicas y productivas con miras a elevar la calidad de la enseñanza y para asegurar la sostenibilidad de los proyectos de ganadería y cultivos.

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Propiciar el mejoramiento continuo de la organización y sus beneficiarios.

Construir un Centro de Investigación, Innovación, Desarrollo Tecnológico y Emprendimiento Agropecuario, que contribuya en la transformación productiva y la competitividad de la región.

4 Justificación

El fortalecimiento del Instituto Nacional de Agricultura está considerado dentro de las Orientaciones Estratégicas para el Desarrollo del Sector Agropecuario, documento que sirve de base para la formulación de las políticas agropecuarias que propone el Estado a través del MIDA para el quinquenio 2010-2014.

Para alcanzar la competitividad institucional del INA, hacia una excelencia académica productiva, se debe promover el desarrollo integral de las gestiones operativas de los Departamentos Académicos, en conjunto con las Oficinas Administrativas de apoyo; con miras a la consolidación y el mejoramiento de la capacidad gerencial-empresarial; donde se interrelacionen los elementos productivos, para lograr una mejor utilización, de manera eficiente, de los factores productivos: tierra, trabajo, capital, tecnología y conocimiento.

Lo anteriormente señalado se puede materializar con su incorporación a la Universidad de Panamá, institución acreditada que posee una trayectoria comprobada, y que para consolidar sus fortalezas hace una alianza con la Sociedad Francesa de Exportación de Recursos Educativos (SFERE) y el Ministerio de Alimentación, Agricultura y Pesca de Francia.

Hoy en día las instituciones que más crecen son las sustentadas en la generación del conocimiento. Una institución que no innova y no usa la creatividad de su personal no es viable. Un objetivo estratégico es aumentar la aplicación del conocimiento para mejorar la competitividad de la producción usando las herramientas que provee la ciencia (investigación), la tecnología y la innovación.

El capital humano es el factor de mayor relevancia para el desarrollo de una institución; la inversión en educación desde las edades más tempranas es la de mayor impacto en la competitividad de una nación. El objetivo estratégico es impulsar una educación de calidad en el país, buscando desarrollar las competencias en los jóvenes y adolescentes para lograr su mejor desempeño al participar en la actividad productiva del país. Esto se asegura a través de la afiliación del INA a una institución acreditada como la Universidad de Panamá.

Es fundamental el aprovechamiento responsable de los recursos naturales y la conservación del ambiente, promoviendo la eficiencia empresarial y su crecimiento

comercial, aprovechando la mega diversidad.

La educación para el desarrollo sostenible ha sido definida mundialmente como un proceso de aprendizaje (o concepción pedagógica) basado en los ideales y principios en que se apoya la sostenibilidad y relacionada con todos los tipos y niveles de educación. Ella propicia cinco tipos fundamentales de aprendizaje para suministrar educación de calidad y promover el desarrollo humano sostenible: aprender a conocer, aprender a ser, aprender a vivir juntos, aprender a hacer y aprender a transformarse a si mismo y a la sociedad.

La educación para el desarrollo sostenible debe ser considerada un instrumento amplio para garantizar en buena medida la reducción de la pobreza, los medios de vida sostenibles, el cambio climático, la igualdad entre hombres y mujeres, la responsabilidad social de las empresas y la protección de las culturas originarias, por mencionar algunas.

Para alcanzar una educación de calidad, en el marco de un desarrollo sostenible, los docentes son esenciales. Su motivación, su compromiso y su entrega en las aulas son cruciales para que esta educación llegue a todas y todos nuestros niños y niñas. Formarlos como ciudadanos comprometidos, conscientes y capaces de incidir en la creación de un mundo mas equitativo y social, cultural, económica y ambientalmente sostenible en un desafío que comienza en las aulas, donde los docentes son los principales agentes del cambio educativo.

Como puede observarse, la educación es un elemento indispensable para alcanzar el desarrollo sostenible. La educación para el desarrollo sostenible se considera un medio para efectuar los cambios en los valores, la conducta y el modo de vida necesarios para lograr el desarrollo sostenible y, en última instancia, la democracia, la seguridad humana y la paz. La Educación para el Desarrollo Sostenible es fundamental para promover el Desarrollo Sostenible.

Se trata de un enfoque educativo vanguardista adaptado al sector agropecuario, con una visión que contempla cinco escenarios, a saber:

34 C a r i t à P o l i t i c a

5 Descripción de la Propuesta

Esta Propuesta de Transformación Integral, que conlleva la incorporación del INA a la Universidad de Panamá, está dirigida al mejoramiento de los escenarios académicos para el fortalecimiento del proceso educativo, a través de la transformación curricular, con el manejo eficiente de los recursos económicos y administrativos, manejo agronómico de los cultivos y de las especies animales con buenas prácticas agropecuarias utilizando la producción más limpia y mejorando las condiciones de salubridad y seguridad para los trabajadores.

El fortalecimiento institucional está dirigido al equipamiento de los escenarios didácticos para brindar una enseñanza de calidad, de excelencia académica que desarrolle una educación integral al estudiantes y proporcionar al país bachilleres agropecuarios que demanda el sector agropecuario para hacerle frente a los retos del futuro.

Para lograr esta transformación curricular el INA, requiere de inversiones que permitan la implementación de este nuevo modelo pedagógico para lograr desarrollar un proceso de aprendizaje con enfoque de competencias y estándares internacionales, adecuando las instalaciones y equipos que exigen las tecnologías innovadoras a implementar.

Con este nuevo Sistema de Formación Agrícola se integran los factores de seguridad alimentaria

y modernización institucional con el propósito de minimizar los niveles de pobreza y desnutrición de las áreas marginadas del país; en alianza con las principales instituciones de educación e investigación agropecuaria nacionales e internacionales, interesadas en apoyar los esfuerzos dirigidos a resolver la problemática del Sector Agro-empresarial.

La propuesta curricular promueve un modelo pedagógico (ejercicio de la docencia) con el componente de investigación para el Técnico del Tercer Nivel de Enseñanza y la validación tecnológica para el Bachiller Agropecuario; como eje trasversal de la formación profesional, con el propósito de brindar una enseñanza de calidad que favorecería una asistencia técnica efectiva para lograr la productividad y competitividad necesarias para hacerle frente a los retos de la globalización.

EL INA hoy día tiene la capacidad para autogestionar los recursos, pero debe mejorarse el modelo actual de autogestión con un enfoque empresarial, con altos estándares de gestión de calidad.

5.1. Componentes de la Propuesta

En la siguiente página se presenta un esquema que indica los componentes que facilitarán la transformación integral que se pretende lograr en el Instituto Nacional de Agricultura Dr. Augusto Samuel Boyd.

35C a r i t à P o l i t i c a

Ofrecer programas de capacitación en relación con la demanda laboral alrededor de la oferta del INA

Desarrollar nuevas carreras con programas modulares aplicando “el enfoque por competencias”

Apoyar en la organización del Instituto y de las nuevas carreras

Involucrar los sectores productivos en el diseño del proyecto

1

Diagnosticar el funcionamiento

actual del Instituto Nacional

de Agricultura

Ajustar la organización

actual del INA a las necesidades

relacionadas con las nuevas

carreras

Definir la infraestructura

física y la organización

necesaria acorde a las necesidades

del sector

Identificar las necesidades en el sector laboral

y validar los perfiles laborales

pertinentes

2

Diseñar una oferta de

formación profesional

agropecuaria de acuerdo a la

demanda

Diseñar la nueva oferta de formación del

INA en relación a las necesidades

del mercado laboral

Redactar los programas de

cada carrera con sus recursos pedagógicos

3

Desarrollar los recursos humanos

y capacitar los profesores y jefes

de carrera

Diseñar el perfil de los formadores y de los directivos

Realizar las operaciones de capacitación en

Panamá y en Francia

4

Apoyar en la organización y la operación de las nuevas carreras

Apoyar en la operación del centro piloto y realizar los

ajustes necesarios durante la fase de implementación de las carreras

Definir un modelo de organización de las carreras y de validación y certificación de

las competencias

36 C a r i t à P o l i t i c a

5.2. Un enfoque pedagógico innovador

Este nuevo concepto de gestión educativa, necesita la implementación de un nuevo enfoque pedagógico, utilizando nuevos herramientas de formación tales como la granja y los talleres. Estos componentes de los nuevos centros de formación no son solamente herramientas didácticas sino son componentes claves tanto para desarrollar el proceso de enseñanza aprendizaje, como lugares de experimentación aplicada y de vinculación con el sector productivo. Se presentan a continuación algunos puntos relevantes del nuevo enfoque:

Actividades pluridisciplinarias

La educación agropecuaria es un sistema diferente desde el punto de vista de las prácticas pedagógicas. Respecto al modelo pedagógico, la educación agropecuaria tiene una particularidad con la pluridisciplinaridad. Cuando se habla de pluridisciplinaridad se refiere a una práctica que se inscribe en el centro del proyecto pedagógico. Ningún conocimiento disciplinario considerado aisladamente permite dar cuenta de los objetos complejos que son los soportes de la educación agropecuaria tal como un agro-sistema, un paisaje, una tierra, una cuenca o una finca.

Curriculum flexible

Una de las grandes características de la educación agropecuaria es la diversidad del origen escolar de los estudiantes según la región, el nivel de vida de sus habitantes, las particularidades culturales locales, el modo de vida de las colectividades. Por eso, no se puede diseñar un modelo estándar de formación. La formación profesional en competencias debe permitir a cada estudiante lograr su mejor nivel de calificación, a partir de su potencial.

Dado el nivel muy heterogéneo de formación a nivel de la primaria y de la segundaria en Panamá, el INA debe ofrecer un modelo a ajustar según las necesidades de remediación de los estudiantes. El sistema de educación agropecuaria siempre toma en cuenta las particularidades del nivel educativo en las zonas rurales, y cuando se necesitan, módulos de remediación para permitir la capacitación en los módulos técnicos.

Programas pertinentes

El sistema de formación se debe apoyar en la realidad de las empresas del sector productivo. Las condiciones de aprendizaje de los estudiantes deben corresponder a la realidad de las situaciones en el sector productivo, en la provincia e integrar los problemas y desafíos del sector.

La presencia de una granja o de un taller tecnológico con vocación no solo pedagógica sino experimental y productiva en los centros de formación constituye una exigencia de la educación agropecuaria. Esta asociación del aspecto didáctico, experimental y productivo, debe garantizar la adaptación de la formación a las realidades

prácticas, técnicas y económicas y brindar apoyos de demostración, experimentación y difusión de las nuevas técnicas.

Pedagogía centrada en el estudiante

Las granjas y los talleres tecnológicos permiten a los estudiantes enfrentarse a las condiciones reales de la vida profesional, además de los períodos de prácticas en empresa o en granjas, como medio para reforzar la enseñanza teórica. La utilización pedagógica de las granjas y talleres tecnológicos pone el participante al centro de la capacitación.

Un nuevo modelo de organización de los programas

Tradicionalmente la estructura de un centro de formación, y de la administración en general, se funda en un modelo de dirección centralizado y jerárquico. Hoy, frente a los cambios en el ámbito económico y social que aparecen con el fenómeno de globalización, es deseable aumentar las capacidades de reacción de las instituciones escolares y flexibilizar el tipo de funcionamiento para mejorar la eficacia del proceso y responsabilizar más los equipos pedagógicos.

La noción de gestión concertada de los actores, basada en intercambios continuos entre los directivos, los representantes del sector productivo y el personal de los centros parece mas adecuada cuando se trata de desarrollar programas que se deben adaptar permanentemente y vincular con el sector productivo.

37C a r i t à P o l i t i c a

5.3. Infraestructura y Equipamiento

EL INA cuenta con una finca agropecuaria de aproximadamente unas 840 has de terreno, en la misma se encuentran el Comité Nacional de Semilla, la Misión Técnica Agrícola China, estudiantes de la Universidad desarrollando investigaciones, sin embargo la institución, sigue perdiendo vigencia en cuanto a la generación y adecuación de tecnologías de punta, para que las mismas sean aplicadas a los procesos de transformación en la finca de los productores.

Habría entonces la necesidad de establecer centros experimentales para apoyar el desarrollo de investigaciones en los cultivos de alto margen de valor a que se refiere el Plan Nacional de Desarrollo 2010-2014, cuya focalización e identificación, se realizará con el IDIAP, Facultad de Ciencias Agropecuaria de la Universidad de Panamá y Organizaciones del Sector Privado en algunas temáticas de interés nacional.

5.4. Equipamiento e Instalaciones

El INA requiere invertir en la adquisición de equipamiento, materiales e insumos para aplicar el resultados de estas investigaciones al sistema de enseñanza, y que los estudiantes puedan aprender-haciendo las metodologías adecuadas que puedan ser transferidas a las fincas de los productores y se puedan elevar la producción agropecuaria.

Para que podamos realizar científicamente las investigaciones identificadas se necesita que se cuente con las estructuras e instalaciones adecuadas que cumplan con los requisitos que exigen los Organismos internacionales, con la calidad e inocuidad que se requiere.

A pesar de que el INA desarrolla investigaciones (validaciones) agronómicas en campo (granos básicos, pastos, frutales, hortalizas, cultivos de exportación, y otros), en post-cosecha y procesos agroindustriales (leche, carne, huevos, maderas y otros) para aumentar el aprovechamiento de la capacidad instaladas de las mismas, vistas con un enfoque integral, los resultados productos de esas investigaciones son muy poco conocidas y de poco impacto en la comunidad agrícola.

5.5. Capacitación y Extensión

Capacitar al recursos humano que imparte docencia a los bachilleres agropecuarios, técnicos superior universitario, agroexportadores y otros, en todo el proceso productivo, sin entrar en competencia con otros entes tales como MEDUCA, INADEH, IDIAP y otros.

Los servicios de extensión, asistencia técnica e investigación deben estar articulados con la política sectorial y deberán elaborarse los Planes de Acción para establecer las alianzas con las instituciones y organizaciones que se dedican al desarrollo agropecuario

Debe fortalecerse la alianzas estratégicas con INADEH, MEDUCA, MITRADEL, EMPRESAS, ASAMBLEA y otros, que se dedica a la capacitación del recurso humano. Esta pendiente la firma de un acuerdo MIDA y INADEH.

Identificar alianzas estratégicas con organismos internacionales de cooperación e instituciones que se dedican a la educación de mandos medios, interesadas en apoyarnos.

5.6. Sistema de Gestión

El INA hoy día tiene la capacidad para autogestionar los recursos, pero debe mejorarse el modelo actual de autogestión con un enfoque empresarial, con altos estándares de gestión de calidad.

La producción de alimentos que genera el instituto debe ser incrementada que satisfaga totalmente la demanda de consumo de la misma.

Hay que poner en funcionamiento las instalaciones productivas existentes (mataderos de pollo, cerdo y bovino; laboratorio de producción de piensos), para que pueda generar los productos para el consumo de los estudiantes, de las capacitaciones a técnicos y productores y la investigación de los procesos agroindustriales que se vinculen a la enseñanza.

6 Finalidad

Contribuir con el desarrollo nacional formando líderes para producir en armonía con el ambiente.

Contribuir al mejoramiento sostenible de la calidad de vida de las poblaciones aledañas, con empleos más dignos, empleos formales, dinamizando la economía local y facilitando de la inversión público-privada.

Mejorar la competitividad de la Institución para la inserción exitosa de los estudiantes en el mercado global para el desarrollo social. Se busca lograr aumentar y mejorar la infraestructura física y la provisión de los servicios relacionados para la integración de los mercados y el desarrollo empresarial del INA.

Asegurar el desarrollo de una cultura empresarial basada en la confianza, como el fortalecimiento de la articulación empresarial, donde la confianza y la cooperación en la Institución de los diversos sectores productivos y la vinculación con el sector público (Direcciones Nacionales y Regionales), privado (Empresas Agropecuarias) y académico (Colegios Agropecuarios Nacionales e Internacionales), que puedan facilitar el desarrollo local y regional y permitir una adecuada inserción a los mercados globales.

7 Propósito

Establecer el mejoramiento de la capacidad de gestión

38 C a r i t à P o l i t i c a

institucional y de las personas involucradas en llevar a cabo las tareas de transformación curricular, con la capacitación a los profesionales docentes y al personal administrativo; realización de proyectos de investigación, la organización de la administración conforme a las actividades didácticas y productivas, el equipamiento de las oficinas y salones de clases para brindar una educación de calidad, publicaciones y documentación técnica-docente, el financiamiento con autonomía, y el sistema de trabajo interdisciplinario del equipo profesional y administrativo.

8 Beneficios y Logros

La presencia de la Universidad de Panamá en el Instituto Nacional de Agricultura posibilita una relación bilateral rica y variada en los aspectos que pueden desarrollarse.

En ese sentido, se pueden resaltar algunos:

Adecuación periódica del curriculum de la oferta educativa.

Acreditación del INA.

Actualización del personal docente y técnico del INA en temas de enseñanza y técnicos (Facultades de Ciencias de la Educación, Humanidades, Ciencias Naturales, Exactas y Tecnología, Informática, Electrónica y Comunicación, Medicina Veterinaria y Ciencias Agropecuarias).

Integración de los estudiantes y docentes del INA en las actividades de investigación, producción, extensión y capacitación que se realicen, con la supervisión de tutores del MIDA, IDIAP y de las Facultades de Medicina Veterinaria y de Ciencias Agropecuarias.

Capacitación de los estudiantes en emprendimiento, con la colaboración de los centros de alta tecnología de los Centros Regionales Universitarios de Azuero y Los Santos.

Creación de un Centro de Capacitación Técnica para los productores orientado a formarlos en Administradores de Fincas.

Participación en los beneficios económicos que se generen de las actividades formales y no formales de capacitación que se desarrollen en sus instalaciones.

Potenciación de la autogestión del INA, a través del desarrollo de los programas de producción agropecuaria existentes y la introducción de nuevas actividades (producción de semillas, genética animal, vivero de frutales y forestales, productos agroindustriales, entre otros), asesoría de las Facultades de Medicina Veterinaria y de Ciencias Agropecuarias y los Centros Regionales Universitarios de Coclé, Azuero y Los Santos.

Creación de un fondo de becas para los estudiantes del INA que deseen continuar estudios en la Universidad de

Panamá.

Se desarrollarían programas de investigación respondiendo a las áreas temáticas y en coordinación con las actividades de docencia, tanto formales e informales, como en las actividades de extensión.

Se pueden gestionar alianzas con instituciones de investigación nacionales e internacionales, con la finalidad de disponer de investigadores y/o recursos para la investigación.

Es importante resaltar que si se logra esta incorporación, las Facultades de Medicina Veterinaria y de Ciencias Agropecuarias contarán con un sitio estratégico correspondiente a las condiciones agroecológicas del Arco Seco, necesario para sus investigaciones en mejoramiento genético de granos y bovinos, entorno que se perdió con el cierre de las Estaciones Experimentales de Río Hato y Guararé.

9 Período de Ejecución

Desde que el Ejecutivo apruebe esta Propuesta

10 Propuesta Financiera

Presupuesto del Gobierno Central-Universidad de Panamá

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I. PRESENTACION INSTITUCIONAL

La Facultad de Ciencias Agropecuarias de Hohenau (UCI FCAH) es una unidad académica que forma parte de la Universidad Católica “Nuestra Señora de la Asunción”, Campus Universitario de Itapúa. Comenzó sus actividades académicas en el año 1990, como Dirección de Carrera de Ciencias Agrarias y con la Carrera de Agronomía. Ofrece en la actualidad las carreras profesionales: Ingeniería Agronómica, Ingeniería Agroambiental, Ingeniería Agroindustrial y Administración Agropecuaria. A partir de 2009 se transformó en la actual denominación y estructura académico-administrativa como “Facultad de Ciencias Agropecuarias”. La primera promoción de ingenieros agrónomos egresó en 1996 y desde entonces han culminado sus estudios más de 500 egresados (220 titulados). En el año 2004 se crea la Carrera de Ingeniería Agroambiental que ya cuenta con 50 egresados (32 titulados); en el año 2005 la Carrera de Ingeniería Agroindustrial con 56 egresados (26 titulados) y la Carrera de Administración Agropecuaria, con 110 egresados (45 titulados). Ofrece también las Carreras de Derecho y Contabilidad como extensión académica de la sede de la ciudad de Encarnación, y la especialización de postgrado en “Didáctica Universitaria”. El año 2011 se iniciaron los estudios de la nueva Carrera de Ingeniería Zootécnica, encontrándose en el Cuarto Año de formación profesional. La actual comunidad universitaria de la UCI FCAH cuenta con 600 estudiantes en sus diversas carreras profesionales, 82 profesores (considerando 4 autoridades-docentes y 4 funcionarios-docentes), 5 funcionarias administrativas, 4 funcionarios de apoyo, 514 universitarios egresados, de los cuales el casi el 48% son profesionales titulados.

Se realizan actividades de investigación, extensión universitaria a la comunidad; contando con laboratorios de química, con aplicaciones en investigación aplicada a la microbiología, fitopatología y bioquímica; laboratorio de entomología un campo experimental; laboratorio de análisis de suelo y de agua (en Convenio con la Fundación Universitaria Ciencias Agrarias de Itapúa), una sala de computación de uso múltiple, un Centro de Procesamiento de Sistemas de Información Georrefenciados (SIG), una estación meteorológica autosustentable (con energía solar, en Convenio con la Secretaría de Ambiente del Paraguay)

Dentro del staff docente de la Facultad de Ciencias Agropecuarias se cuenta con profesionales especializados en las diversas áreas del conocimiento

PARAGUAy

UNIVERSIDAD CATÒLICA “NUESTRA SEÑORA DE LA ASUNCIÒN”

CAMPUS UNIVERSITARIO DE ITAPúA - FACULTAD DE CIENCIAS AGROPECUARIAS

vinculadas al campo agropecuario, de primer nivel tanto a nivel nacional como internacional

La UCI FCAH tiene convenios de cooperación académica y técnica con varias Universidades, tales como: Universidad Nacional de Buenos Aires, Universidad Nacional de Formosa, Universidad Hohenheim de Alemania,la Universidad Rakuno Gakuen de Japón; así como con el Centro Alemán de Capacitación en Tecnología Agraria (DEULA en alemán) y forma parte de organismos interinstitucionales a nivel regional como la Alianza Ambiental de Itapúa (que agrupa a las 30 intendencias, Cooperativa La Paz, Cooperativa Pirapó y La Cooperativa Colonias Unidas), integrando la Comisión Técnica; así como el Consejo e Aguas de la Cuenca Hídrica del Arroyo Capiibary; donde ejerce la función de Secretaría Técnica.

Desde el año 2007 se la UCI-FCAH es pionera en la investigación de especies vegetales con potencial para biocombustibles, enfocándose intensivamente en la palma Acrocomia aculeata; la misma que tiene cualidades que la convierten en proveedora de biocombustibles diversos, alimento para consumo humano y para ganado. Este emprendimiento académcio se realiza conjuntamente con la Universidad de Hoehenheim, Alemania. Desde el año 2012, la UCI-FCAH integra la Comisión de Gestión para el Proyecto Piloto KATUPYRY, que conjuntamente desarrolla el Ministerio de Agricultura y Ganadería, Ministerio de Hacienda y la Agencia de Cooperación Internacional del Japón (JICA). La UCI-FCAH fue seleccionada para la implementación de un proyecto piloto de desarrollo territorial con enfoque en los pequeños productores agropecuarios, en el departamento de Itapúa, Paraguay, en un territorio que comprende 10 municipios (Hohenau, Obligado, Bella Vista, Fram, La Paz, Pirapó, Alto Verá, Capitán Miranda, Carmen del Paraná), que se convertirá en modelo de aplicación para ser implementado en todo el Paraguay. La UCI-FCAH también desarrolla proyectos de investigación en el manejo y la gestión del riesgo agrometeorológico conjuntamente con la Universidad de Florida (Estados Unidos), mediante el uso de sistemas de simulación y pronóstico productivo con asisetncia de software especializado, además de ser copartícipe del Proyecto de Instalación de un Sistema de Estaciones Meteorológicas Autosustentable en la Región Oriental del Paraguay, para pronóstico agrometeorológico, en alianza estratégica con la Federación de Cooperativas Productivas del Paraguay (FECOPROD).

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“IL GOVERNO DELLE BUONE INTENZIONI” PRESENTAZIONE del

VOLUME “PERTINACE”

Autorità

Signori Ambasciatori

Signori relatori del Convegno

Signore e Signori

La Fondazione Ferrero di Alba è lieta ed onorata di presentare a Roma, in un luogo così carico di storia e di gloria come l’ ”Ara Pacis” di Augusto, una delle sue più recenti iniziative culturali: la celebrazione di un altro, anche se meno noto, imperatore romano, Publio Elvio Pertinace, nato ad Alba Pompeia nel 126 d.C. e morto a Roma 67 anni dopo.

A nome della Presidente delle Fondazione, Signora Maria Franca Ferrero – che abbiamo il privilegio di avere con noi questa sera, e che saluto con piacere – vorrei anzitutto ringraziare il Prof. Adriano La Regina, archeologo di fama mondiale, per aver accettato di patrocinare, portare avanti e concludere l’ambizioso progetto di far meglio conoscere e riconoscere la vita, la personalità ed i non pochi meriti di questo personaggio romano. Già il 1° giugno 2007, il Prof. La Regina aveva presieduto ad Alba, nella sede della Fondazione Ferrero, una “giornata di studi” dedicata a Pertinace. Il giorno dopo, il 2 giugno, in collaborazione con il comune di Alba era stato inaugurato un busto in bronzo dell’imperatore nella grande piazza che già portava il suo nome.

Sulla base del monumento è stata incisa questa frase, tratta dal discorso di insediamento di Pertinace dinnanzi al Senato romano il 1° gennaio del 193 d.C.: “Vedo che mi sovrasta un’impresa non facile: rendermi degno dell’onore da voi concessomi. Il primato infatti non deriva dal trovarsi sul trono, ma dall’agire i modo degno del trono. Occorre dunque che voi, rendendovi conto di questa realtà, diveniate miei collaboratori e consideriate responsabilità comune l’amministrazione dello Stato. Abbiate fiducia nel futuro e ispiratela a tutti i concittadini”.

FERRERO è l’azienda italiana con la più alta reputazione a livello mondiale.Il Gruppo Ferrero spicca per affidabilità in termini di prodotto ed innovazione, eticità, responsabilità sociale, performance economiche e lavoro.La relazione dell’Ambasciatore Francesco Paolo Fulci, qui di seguito riportata condensa in una forma snella lo spirito e la filosofia e le iniziative socio-culturali.

L’azione divulgativa su Pertinace è stata poi completata con la pubblicazione di una stupenda monografia, frutto dello studio, della passione e della competenza di Stephen Fox e Massimo Pomponi, che con dovizia di suggestive immagini e notizie inedite l’hanno fatto rivivere per noi. Il pregio del volume lo potrete giudicare voi stessi, poiché ne sarà data una copia in omaggio, a ciascuno dei presenti, a conclusione della serata.

Un doveroso ringraziamento va esteso alle personalità che hanno accolto l’invito a presentare il libro, al Prof. La Regina, al Dr. Aldo Cazzullo, lui stesso illustre albese ed apprezzato giornalista del Corriere della Sera, al Prof. Mario Mazza, Presidente onorario dell’Istituto Nazionale di Studi Romani, al Prof. Claudio Strinati, storico e critico dell’arte e dirigente generale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, e al Prof. Enrico Cisnetto, che modererà il dibattito.

Ed ancora un grazie di cuore a Enrico e Iole Cisnetto di “Roma Incontra”, che si sono fatti carico di organizzare l’evento in questa magica, incomparabile cornice, avvolgendo da par loro tutti gli intervenuti in una straordinaria nuvola di ospitalità e cortesia.

La nostra viva riconoscenza va infine a tutti ed ognuno di voi per essere voluti intervenire, così numerosi, a questa presentazione.

A questo punto è forse opportuna qualche parola sulla Fondazione Ferrero di Alba. Voluta da Michele Ferrero, è stata da sempre ininterrottamente guidata dalla sua gentile consorte, Signora Maria Franca, che alla Fondazione dedica non poco del suo tempo, passione e talento creativo ed organizzativo con risultati invero fuori dal comune.

La Fondazione Ferrero opera all’insegna del motto “Lavorare, Creare, Donare”. Essa si colloca in quel filone di responsabilità sociale d’impresa, che in Italia ebbe come precursore un altro grande piemontese, Adriano Olivetti, negli anni ’50 e ’60. È stato ricordato

ARA PACIS AUGUSTAE – ROMA – 10 GIUGNO 2013 ORE 18:00

41C a r i t à P o l i t i c a

che Olivetti, oltre a creare lavoro, e quindi occupazione e benessere economico – cito – “pretendeva che l’impresa diffondesse attorno a sé anche cultura e bellezza, valori estetici, armonie di forme. A tal fine, arruolava i migliori architetti ed urbanisti dell’epoca per costruire edifici di alto valore architettonico: stabilimenti industriali, ma anche strutture per i servizi sociali, per gli asili-nido, per le colonie estive, per le biblioteche. In breve nella concezione olivettiana, un’impresa doveva creare ricchezza, realizzare profitti, ma aveva anche il dovere di concorrere a diffondere attorno a sé solidarietà sociale, cultura, bellezza, qualità della vita”.

Purtroppo il sogno di Adriano Olivetti, nelle dimensioni e caratteristiche in cui era stato immaginato ed avviato, durò solo lo spazio di un mattino.

Ma, quasi contemporaneamente, nel 1956, nello stesso Piemonte, Michele Ferrero ad Alba, non lontano da Ivrea, organizzava un convegno di studi sociali: erano gli arbori della responsabilità sociale d’impresa, quando tale locuzione non era stata ancora neppure coniata. E cominciò a realizzare un modello imprenditoriale improntato agli stessi valori, agli stessi principi, agli stessi ideali: un modello che ha già dato copiosi frutti e che – malgrado la crisi economica che tutti ci affligge – continua ad essere in piena espansione, sotto la guida capace del figlio di Michele Maria Franca, Giovanni Ferrero.

Nel 1983 viene istituita l’ “Opera Sociale Ferrero”, di cui proprio quest’anno ricorre il trentennale: all’inizio era una piccola struttura per accogliere i dipendenti in pensione e mantenere in loro un senso di continuità di appartenenza all’azienda, che si è progressivamente ingrandita in parallelo alla crescita del Gruppo. Nel 1991 l’Opera Sociale si trasforma in Fondazione. Oggi dispone di uno splendido complesso architettonico, in grado di soddisfare le esigenze di 3300 “anziani” ex-collaboratori del Gruppo, offrendo loro una serie di locali di intrattenimento, laboratori artigianali, una biblioteca, un “auditorium” polivalente, ma anche palestre per mantenersi in forma, sale per mostre, convenzioni a cliniche mediche e, “last but not least”, un modernissimo asilo-nido che accoglie 75 bambini e prevede il coinvolgimento degli anziani in diverse attività. La Fondazione inoltre realizza una serie di programmi ed iniziative volte a far meglio conoscere personaggi legati ad Alba ed al suo territorio, le famose Langhe: dal pittore rinascimentale Macrino d’Alba, al giureconsulto cinquecentesco Pietrino Belli; dall’imperatore romano Pertinace, che stasera celebriamo, allo scrittore contemporaneo Beppe Fenoglio, al pittore Pinot Gallizio. Per non dire poi di mostre antologiche come quelle dedicate ai pittori Morandi e Carrà ammirate, negli ultimi quattro anni, complessivamente da oltre 130.000 visitatori, quattro volte la popolazione di Alba.

Qualche tempo dopo l’inizio delle mia collaborazione

con il Gruppo, dopo 44 anni di vita diplomatica – era l’anno 2000 – chiesi a Michele e Maria Franca Ferrero perché non ci facesse conoscere all’esterno una simile realtà.

La risposta fu chiara ed inequivocabile: “se lo facessimo non sarebbe più solidarietà, ma pubblicità. E la pubblicità va fatta, e fatta bene, ma solo per i prodotti!”.

Ecco, questa è la Ferrero. Una totale dedizione ad un lavoro appassionato, all’innovazione continua, alla qualità senza compromessi, al rispetto pieno e totale dei lavoratori, dell’ambiente, delle esigenze dei consumatori: in breve al servizio dell’intera comunità. Ma al tempo stesso un basso profilo, una discrezione, un senso della misura, un rifuggire assoluto dall’esteriorità, da ogni sfoggio, da ogni ostentazione.

Mi fermo qui, con l’augurio a tutti di una serata interessante e piacevole.

Amb. Francesco Paolo Fulci

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GIUSTIZIA SOLIDARIETÀ E SVILUPPO NELLE TRE GRANDI RELIGIONI

MONOTEISTICHE

I 50 anni del Concilio ci invitano a volgere lo sguardo verso la “Nostra Aetate” (25 ottobre 1965) Dichiarazione su “Le relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane”.

Lo scopo di questa Dichiarazione è pienamente concorde con le intenzioni generali del Concilio: desiderio di fare regnare la pace fra tutti i cristiani (decreto conciliare sull’ecumenismo), desiderio di fare regnare la pace fra tutte le religioni (dichiarazione sulla libertà religiosa e sulle religioni non cristiane), desiderio di far regnare la pace fra tutti gli uomini di buona volontà (la Chiesa nel mondo moderno).

Il n. 3 di Nostra Aetate tratta di: contatto con i Musulmani e invito ad una mutua comprensione.

La Chiesa guarda con stima i Musulmani, la cui credenza ha punti di contatto con la tradizione ebraico-cristiana ed esorta a dimenticare le inimicizie passate e a promuovere insieme la giustizia e la pace.

Sono i pensieri che muovono l’Associazione Carità Politica e che ci ha spinto ad organizzare il Convegno: Giustizia, solidarietà e sviluppo nelle tre grandi religioni monoteistiche mercoledì 19 giugno in Vaticano, Sala della Caritas Internationalis.

Sono intervenuti all’incontro: Prof. ALFREDO LUCIANI, Presidente dell’Associazione Carità Politica - S.E. MOHAMMAD TAHER RABBANI, Ambasciatore della Repubblica Islamica dell’Iran presso la Santa Sede - Mons. VITTORIO FORMENTI, Responsabile Ufficio centrale di Statistica della Chiesa - Padre JOSEPH JOBLIN, Università Gregoriana - DON PAOLO VASYLIV, Docente Università Lateranense – Prof. MOHAMMAD MAHDI ALI MARDI, Università delle Religioni di Qum - Prof. SEYED MOHAMMAD REZA MORADI MOHADDES, Università delle Religioni di Qum - On. CIAMAK MORSADEGH, Rappresentante degli Ebrei al Parlamento Iraniano - On. KAREN KHANLARI, Rappresentante dei Cristiani al Parlamento Iraniano - Prof. MARKUS GERHOLD, Università di Münster – Dott. LEONARDO DI GENNARO Policlinico Universitario Agostino Gemelli.

Tutti spinti a riflettere sullo sviluppo umano integrale che ha il suo criterio orientatore nella forza propulsiva della solidarietà. E’ stata quindi evidenziata come la via solidaristica allo sviluppo dei Paesi poveri possa

costituire un progetto di soluzione della crisi globale in atto.

A conclusione del Convegno è stato presentato il messaggio CRISTIANI E MUSULMANI: TESTIMONI DELL’AMORE DI DIO E DELLA MISERICORDIA.

Lo scopo di questo documento è pienamente concorde con le intenzioni generali del Concilio: desiderio di far regnare la pace fra tutte le religioni.

Motivo del messaggio è di precisare tutto ciò che può dare l’avvio ad un dialogo fraterno, nonché ad una mutua comprensione per un dialogo delle opere.

Sarebbe venuto meno il desiderio del Convegno di conoscersi meglio, di dialogare e di cooperare, se fosse mancato, nella conclusione, il messaggio.

Questo lo spirito che ha animato i lavori che riprenderanno nel prossimo autunno per approfondire i seguenti temi:

Che cos’è l’Iran? - La spiritualità islamica - Islam e Cristianesimo

L’unico scopo di queste riflessioni è di precisare tutto ciò che può dare l’avvio a un dialogo fraterno nonché ad una mutua comprensione nel senso della famiglia umana.

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L’Enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI reca la data del 29 giugno 2009, ma era stata da lui pensata da tempo, sulla scia delle grandi encicliche sociali partendo dalla “Rerum novarum” di Leone XIII, dalla “Quadragesimo anno” di Pio XI, dalla “Mater et magistra” del Beato Giovanni XXIII, fino alla “Populorum Progressio” di Paolo VI e alla “Centesimus annus” del Beato Giovanni Paolo II. E’ solo un accenno per rimarcare l’interesse della Chiesa cattolica per la Dottrina sociale che pone al centro l’uomo, con l’economia che non è fine a se stessa, ma deve servire al vero progresso dell’intera umanità, con il riferimento costante al Vangelo, nella cui lettura anche i Pontefici non sono dei creativi, ma rivestono la missione di spiegare ai credenti, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà, il solco della tradizione secolare della Chiesa. Scritta con la collaborazione di eminenti studiosi di economia, venne definita da un grande economista il più completo documento che ha saputo intuire i sintomi della grave crisi economica mondiale in atto, di individuarne le cause, e soprattutto di indicarne con lungimiranza e passione possibili via di uscita. Nel documento si spiega che la verità va cercata, trovata ed espressa nell’ “economia della carità, ma la carità a sua volta va compresa, avvalorata e praticata nella luce della verità”. Nella nostra società non esistono solo i valori della giustizia promossi dallo Stato, e quelli dell’efficienza promossi dal mercato. Esiste anche un terzo tipo di valori che si rifanno a termini come amicizia, fraternità, fiducia, felicità, rapporti familiari che nascono e possono essere goduti anzitutto in comunità elementari. Questi beni, che sono essenziali per la vita umana, non possono essere prodotti dal mercato capitalista, né distribuiti dallo Stato. Ma Stato e mercato non possono funzionare senza di essi. A partire da questa constatazione ontologica ed antropologica, l’enciclica afferma che è possibile sviluppare all’interno dell’economia di mercato uno spazio per una modalità di produzione che non sia orientato unicamente al profitto, ma altresì alla promozione dei citati valori umani. A fianco di un’economia che ha privilegiato i paesi ricchi ed ha assemblato enormi ricchezze nelle mani di pochi nei paesi industrializzati, abbiamo assistito ed assistiamo alla nascita di numerose e provvidenziali organizzazioni non profit, che alimentano una sana economia del bene comune. Tale terzo settore è co-essenziale alle imprese, orientate al profitto per un buon funzionamento dell’economia globale. Se il mercato è finalizzato a promuovere l’efficienza, lo stato la giustizia, il terzo settore custodisce e favorisce la crescita globale e positiva dell’umanità. La Dottrina sociale della Chiesa, con le encicliche citate ha da sempre immesso fasci di luce sull’argomento della giustizia, della solidarietà e dello sviluppo, dando all’argomento apporti decisivi con le idee, ma soprattutto favorendo iniziative di

straordinaria promozione umana nel mondo intero. L’enciclica di Papa Benedetto ribadisce tre principi fondamentali: quello della solidarietà, riguardante il rapporto di giustizia orizzontale tra gli individui, quello della sussidiarietà, che regola l’aiuto che la Comunità deve dare o non dare al singolo, e quello del bene comune, che indica con chiarezza lo scopo comunitario che il singolo deve intendere nella prassi del quotidiano. Si tratta di tre dimensioni coessenziali. Una società ha bisogno sia del potere statale, con le sue leggi, sia del contributo del mercato, con le sue iniziative di gestione dei beni, ma ha bisogno anche di un ambito che promuove la crescita umana delle persone, tenendo conto dei ritmi di sviluppo diversi legati a condizioni climatiche, produttive e distributive diverse. Un società che dimentichi, o faccia prevalere a scapito degli altri, uno di questi fattori, non può crescere ritmi giusti ed equilibrati. Il Papa parte naturalmente da una prospettiva trinitaria di fede. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Benedetto ha indicato quindi a tutti gli uomini la vocazione trascendente di un Dio che è Padre, che ci ha amati per primo, insegnandoci per mezzo di Cristo cosa sia la carità fraterna con la legge dell’amore.

Nel “Piccolo principe” di Saint Exupery leggiamo un curioso dialogo tra il piccolo protagonista e la volpe. “Addio”, dice la volpe. “Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vedrà bene che attraverso il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi” . “L’essenziale è invisibile agli occhi”, ripete il piccolo principe. La rilevanza degli obiettivi per la realizzazione della giustizia, della solidarietà e dello sviluppo è tale, afferma Benedetto XVI, da esigere la nostra apertura a capirlo fino in fondo e a mobilitarci in concreto con il “cuore”, per fare evolvere gli attuali processi economici e sociali verso esiti pienamente umani.

MONS. VITTORIO FORMENTIResponsabile Ufficio Centrale di Statistica della Chiesa

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Oggi il tema della giustizia è attualissimo nella società, soprattutto quando si analizzano le ancora insopportabili disuguaglianze economiche e sociali. Soltanto la collaborazione tra i cittadini permetterebbe di tenere sotto controllo lo sviluppo locale. A questo scopo sono essenziali i principi della cooperazione ed il suo contesto morale. Esaminando il crescente sentimento di sfiducia degli uomini e donne dell’epoca contemporanea (soprattutto nel contesto post-sovietico), i principi della solidarietà cooperativa con la moralità cristiana potrebbero essere una illuminata via di uscita dalla crisi morale ed economica.

Il Romano Pontefice Benedetto XVI nella Lette-ra Enciclica “Caritas in Veritate”: “Per questo stretto

Messaggio

CRISTIANI E MUSULMANI: TESTIMONI DELL’AMORE DI DIO E DELLA SUA MISERICORDIA Dio ama ogni essere umano. Egli è la fonte di ogni amore. È da Lui che apprendiamo ad amarci gli uni gli altri di un amore gratuito. Dio è misericordioso. Possiamo dire che la credenza in Dio ci spinge ad un atteggiamento di benevolenza verso i nostri fratelli. C’è fra le nostre due religioni, un grande accordo nella misericordia effettiva verso il prossimo. È questo un vasto campo di collaborazione da sviluppare tra musulmani e cristiani.- L’amore di Dio per l’umanità è un amore universale, che va al di là delle frontiere politiche, delle differenze razziali, culturali, religiose. Siamo perciò invitati ad amarci gli uni gli altri in nome del nostro credo religioso. L’amore autentico è davvero nel cuore del comportamento del credente. Sicchè pure a livello pragmatico, risulta conveniente impegnarsi nella cooperazione e nell’aiuto reciproco. Di qui il Progetto Cooperazione Internazionale in Agricoltura: esso richiama ad un modo di agire virtuoso e stabile, che conforma una condotta solidale, intesa come impegno concreto al servizio dei fratelli. Un altro impegno è la promozione di alcuni principi e diritti fondamentali: In primo luogo il diritto alla libertà religiosa, esigenza insopprimibile della dignità umana ed elemento insostituibile dello sviluppo integrale di ogni persona e di ogni società. Collegata con la libertà religiosa è il principio di solidarietà. E no può, poi, mancare la pace come frutto della solidarietà. Richiamiamo, infine, cristiani e musulmani a decidere di diventare sempre più ciò che Dio ci chiama ad essere: testimoni della sua bontà e della sua misericordia.

collegamento con la verità, la carità può essere ricono-sciuta come espressione autentica di umanità e come elemento di fondamentale importanza nelle relazioni umane, anche di natura pubblica. Solo nella verità la carità risplende e può essere autenticamente vissuta”. In quel contesto il Romano Pontefice ha insegnato l’essenzialità della fedeltà al Vangelo, ed il rapporto tra etica ed economia e cioè che, essendo l’economia una prassi umana, essa trae la sua eticità dall’agire stesso dell’uomo, dalla sua coscienza etica, dalla sua responsabilità personale e sociale. Unicamente nell’a-gire economico che sia autenticamente umano, e quindi pienamente cristiano, è possibile vivere delle relazioni di amicizia e di intensa socialità, di profonda solidarietà e di reciprocità, di autentico dono, ovvero di gratuità.

REV. PAOLO VASyLIV

DOTT. LEONARDO DI GENNAROPoliclinico Universitario Agostino Gemelli

La sanità è un efficace strumento di dialogo tra cristiani e musulmani, uno strumento adatto a promuovere atteggiamenti di feconda collaborazione.

Questo implica lavorare da medico privilegiando la dimensione interiore nella propria opera, coniugando l’azione dell’intelletto, la sapienza degli studi e l’utilità dell’aggiornamento professionale con l’amore verso l’altro, l’empatia, la solidarietà nella sofferenza, l’esercizio della carità.

Pertanto il bisogno di assistenza medica deve essere unito all’ideale cristiano e islamico di amore e assistenza medica, facendosi anche voce di coloro che non hanno voce, nel rispetto della dignità di ogni persona.

Così anche la sanità può essere un punto di partenza per un’azione di dialogo tra cristiani e musulmani.

Abbiamo bisogno di esperienze di incontro nel segno della sanità, per uscire dalla spirale senza fine dei conflitti e delle molteplici tensioni che attraversano le nostre società, perché tutti i popoli possano vivere nella serenità e nella pace, nel rispetto reciproco e nell’armonia fra le loro diverse componenti.

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L’etica dell’Islam è considerata la colonna vertebrale della legge islamica perché disegna le caratteristiche della personalità del musulmano e dei suoi orientamenti umanitari fornendogli autoimmunità, per affrontare le sfide e le insidie e portandolo alla vittoria e al successo in questo mondo e nell’eternità. L’etica contribuisce inoltre alla coesione del tessuto sociale, alla prevenzione delle tendenze di rischio folle, di egoismo eccessivo, di minacce derivanti dall’invasione intellettuale negativa. L’Etica è la fontana della misericordia che porta alla virtù producendo gioia a tutti i credenti, il nostro Profeta Muhammad (su di lui la pace) ha detto: ( sono stato inviato per completare la nobiltà dell’ etica ), oltre a questo, Dio nel lodare il Profeta Muhammad (su di lui la pace) lo ha descritto nel suo libro : (e in verità di un’immensa grandezza è il tuo carattere). Questo dimostra che la nazione islamica vive ed evolve all’interno dei confini di virtù morali, proprio come vive l’essere umano con i suoi diversi organi del corpo.

La fonte dell’etica islamica nel suo complesso deriva dal Corano e dalla Sunnah che comprendono l’estensione orizzontale composta da valori spirituali, scientifici, sociali, materiali, psicologici e da varie funzionalità. Se un musulmano viola una di queste norme, viola tutto il sistema di fede. Letica è universale va oltre il sesso, il colore, il tempo o lo spazio. L’individuo dovrebbe essere buono e riformatore nello stesso momento

Cosi è l’etica Musulmana, concorda con il dogma e viene applicata nel culto e interagisce nella vita quotidiana, e quindi l’adorazione, così come la preghiera, il digiuno, il pellegrinaggio, l’elemosina tutto si concenta intorno all’ unico obiettivo morale. La preghiera ad esempio vieta il male e l’immoralità mentre l’elemosina purifica l’anima e il digiuno santifica. Questi atti di culto secondo la visione islamica rimangono incompleti se non si dispone di una riflessione sul comportamento dell’individuo come disse il Profeta (su di lui la pace) (Colui che non abbandona una falsa dichiarazione con l’azione, per Allāh non abbisogna che egli abbandoni il suo cibo e le sue bevande).

Autore: Ambasciatore dell’Iraq presso la Santa Sede

S.E. Habeeb Mohammed Hadi Al-Sadr

L’islam ha unito la parola con le opere come scritto: (O credenti, perché dite quel che non fate? Presso Allah è grandemente odioso che diciate quel che non fate) ed ha anche legato l’economia e l’etica considerando il denaro acquistato in modo illecito grande peccato, anche i Califfi Ortodossi hanno voluto che l’etica fosse fortemente presente nella politica e non hanno mai usato la teoria che dice il fine giustifica i mezzi. L’etica è stata presa in considerazione anche nelle guerre dove l’islam ha proibito l’uccisione dell’ anima innocente se non con una giusta causa. Ha anche proibito di tagliare gli alberi, distruggere le case, e uccidere gli animali come dice il nostro profeta (su di lui la pace) : (state attenti a toccare il cane ) perché Dio ha inviato il profeta nel mondo come misericordia come da lui detto (su di lui la pace) (abbiate misericordia di quelli che stanno in terra, avrete la misericordia in cielo) e a qualcuno che ha chiesto al profeta chi fosse il preferito tra i credenti ha risposto (il migliore moralmente).

I valori morali nell’ Islam sono un atto volontario per il quale non si attende una ricompensa da qualcuno come scritto ( E’ solo per il volto di Allah, che vi nutriamo; non ci aspettiamo da voi né ricompensa, né gratitudine). I valori non sono legati ai capricci, alle tendenze umane, ma sono regolati dalla legge musulmana e legati anche alla buona volontà come dice il Profeta (su di lui la pace) (le azioni valgono secondo le intenzioni ed ogni uomo avrà secondo il suo intento) e questi valori per essere presi in considerazione dalla società richiedono la moderazione. Per questo Dio ha descritto l’islam : (E così facemmo di voi una comunità equilibrata, affinché siate testimoni di fronte ai popoli e il Messaggero sia testimone di fronte a voi. Non ti abbiamo prescritto l’orientamento se non al fine di distinguere coloro che seguono il Messaggero da coloro che si sarebbero girati sui tacchi. Fu una dura prova, eccetto che per coloro che sono guidati da Allah. Allah non lascerà che la vostra fede si perda. Allah è dolce e misericordioso con gli uomini.).

L’Islam crede nel dialogo, nello scambio di opinioni,

L’Etica dell’Islam e gli enigmi di sopravvivenza

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nel rispetto dell’altro, e non esercita la violenza, la coercizione, ma adopera la buona parola e il discorso convincente come scritto: (Chiama al sentiero del tuo Signore con la saggezza e la buona parola e discuti con loro nella maniera migliore. In verità il tuo Signore conosce meglio [di ogni altro] chi si allontana dal Suo sentiero e conosce meglio [di ogni altro] coloro che sono ben guidati.) e ancora (O uomini, vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi popoli e tribù, affinché vi conosceste a vicenda. Presso Allah, il più nobile di voi è colui che più Lo teme. In verità Allah è sapiente, ben informato) .

L’Islam era vigilante a proteggere la gente del libro prendendosi cura di loro e considerata questa cosa come patto di protezione l’islam crede nella (libertà religiosa) come scritto: (Se il tuo Signore volesse, tutti coloro che sono sulla terra crederebbero. Sta a te costringerli ad essere credenti?). e questo è ciò che ha permesso al cristianesimo e al giudaismo di sopravvivere esercitando la confessione nel mondo musulmano fino ai nostri giorni.

L’Islam crede nella giustizia e nell’eguaglianza tra tutte le creature e tutte le confessioni come ha detto il Profeta (su di lui la pace) : (O gente, il vostro Signore è Uno, il vostro padre è uno, siete tutti da Adamo e Adamo [è stato creato] dalla terra .. non ce differenza tra arabo e straniero se non con la fede ) e ancora : (E fan parte dei Suoi segni, la creazione dei cieli e della terra, la varietà dei vostri idiomi e dei vostri colori . In ciò vi sono segni per coloro che sanno).

Il Profeta era aperto a tutti e tra i più stretti suoi compagni vi erano africani, persiani , greci bizantini, e la religione islamica non ha bisogno di un intermediario tra una persona e il suo Creatore come scritto: (Quando i Miei servi ti chiedono di Me, ebbene Io sono vicino! Rispondo all’appello di chi Mi chiama quando Mi invoca. Procurino quindi di rispondere al Mio richiamo e credano in Me, sì che possano essere ben guidati.).

E Dio non ha vincolato il musulmano a pregare, digiunare, a fare l’elemosina, a fare il pellegrinaggio alla casa di Dio se non poiché queste pratiche portano l’uomo al riconoscimento di Dio, alla sua onnipotenza, per lodarlo, chiedere il perdono e sperare nella sua grazia. E lo scopo di queste pratiche è di unificare i fedeli, eliminare le differenze sociali, pensare ai poveri eai bisognosi, evitare il male e fare il bene come scritto : (O voi che credete, inchinatevi, prosternatevi e adorate il vostro Signore e operate il bene, sì che possiate prosperare) inoltre : (Sorga tra voi una comunità che inviti al bene, raccomandi le buone consuetudini ni e proibisca ciò che è riprovevole. Ecco coloro che prospereranno.)

La religione islamica non accetta mai di uccidere

un’ anima innocente e non accetta la violenza, il terrorismo, e non assolve chi terrorizza gli innocenti sotto qualsiasi motivo come scritto: (chiunque uccida un uomo che non abbia ucciso a sua volta o che non abbia sparso la corruzione sulla terra , sarà come se avesse ucciso l’umanità intera), inoltre nel suo discorso di addio il profeta dice: (il vostro sangue e i vostri soldi sono vietati finche incontrate Dio nel giorno di resurrezione). Il nostro profeta invita i musulmani a lavorare e faticare come dice: (lavori nel tuo mondo come se vivi in eternità e lavori per l’eternità come se tu domani muori) .

Il profeta invita gli uomini a collaborare tra di loro (Aiutatevi l’un l’altro in carità e pietà e non sostenetevi nel peccato e nella trasgressione). Il profeta ha spronato i musulmani a rispettare i genitori, i parenti , i vicini e ad essere onesti e ad allontanarsi dalle chiacchere come scritto: (Adorate Allah e non associateGli alcunché. Siate buoni con i genitori, i parenti, gli orfani, i poveri, i vicini vostri parenti e coloro che vi sono estranei, il compagno che vi sta accanto). E ancora sta scritto: (Allah vi ordina di restituire i depositi ai loro proprietari e di giudicare con equità quando giudicate tra gli uomini. Allah vi esorta al meglio. Allah è Colui che ascolta e osserva) e dice ancora: (Non vi spiate e non sparlate gli uni degli altri.) e (In verità Allah ha ordinato la giustizia e la benevolenza e la generosità nei confronti dei parenti. Ha proibito la dissolutezza, ciò che è riprovevole e la ribellione. Egli vi ammonisce affinché ve ne ricordiate).

Dio ha dato all’ uomo una forza conscia naturale capace di scegliere e dirigere l’istinto per fare il bene ed evitare il male. L’Islam è venuto a portare l’uomo ad essere più vicino agli angeli con l’attivazione delle sue forze innate scegliendo le buone abitudini, allontanandolo dal male come è scritto : (per l’anima e Ciò che l’ha formata armoniosamente, ispirandole empietà e devozione ).

E nelle moschee come nelle chiese ci sono modi di comportarsi simili come ad esempio la riverenza, la calma, il buon comportamento.

L’Islam impone ai musulmani di rispettare la volontà di Dio e le sue leggi e di accettare la morte, proibendo ai musulmani di addolorarsi in modo eccessivo per i morti e esortandoli ad accelerare la sepoltura, e a pregare per il defunto, affinché abbia misericordia e perdono. Come è scritto: (Benedetto Colui nella Cui mano è la sovranità, Egli è onnipotente; Colui che ha creato la morte e la vita per mettere alla prova chi di voi meglio opera, Egli è l’Eccelso, il Perdonatore;).

I musulmani credono nell’eternità dell’anima, nella resurrezione del corpo, nel giudizio finale che se non ci fosse stato i musulmani non avrebbero obbedito

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agli ordini e ai divieti. Guadagnare il paradiso vuol dire fare le opere buone come scritto: (Coloro che invece hanno creduto e compiuto il bene avranno per intero la loro ricompensa e aggiungerà [Allah] dalla Sua generosità Coloro che disdegnano e sono gonfi d’orgoglio, saranno castigati con doloroso tormento). E forse l’Islam è tra tutte le religioni quella che sprona i credenti a chiedere la sapienza, la scienza come dice il profeta: (cerchi la sapienza anche se è in Cina), Dio ha dato una caratteristica per coloro che sono dotati di intelligenza come scritto: (Di’: «Sono forse uguali e coloro che sanno e coloro che non sanno? ) .

L’islam non si è chiuso su se stesso ma si è aperto al rinnovamento, allo sviluppo e per questo ha permesso che alcune norme venissero interpretate secondo il tempo, l’esigenza, e ha lasciato liberi i religiosi di interpretare ciò che non è scritto nel Corano o detto dal profeta per rispondere alle domande dei fedeli. Per questo i valori morali nell’ Islam non sono rigidi e difficili da adeguare all’evoluzione e all’ esigenza del tempo, ma sono elastici. Per questo qualsiasi interpretazione deve essere coerente con ciò che è scritto e detto dal Profeta, e senza modificare il dogma musulmano. L’Imam Ali 14 secoli fa ha consigliato la sua gente in questo modo: (non educate i vostri figli come vuoi vi siete educati perché sono creati in tempi diversi ).

E se vediamo le dimensioni fondamentali nelle due religioni celesti quella ebraica e quella cristiana troviamo che c’è correlazione con la religione islamica come abbiamo già ricordato: i valori, i principi, la visione unitaria nel distinguere ciò che è bene e ciò che è male,la valutazione di ciò che è positivo e ciò che è negativo.

E tutte le tre religioni sono d’accordo sul fatto che Dio ha creato il mondo e la vita e la morte stanno nelle sue mani. Dio è l’esempio supremo dei valori morali e i nomi di Dio sono molteplici e non c’è differenza su questo fatto se non in una cosa: la trinità nel cristianesimo, oltre alle differenze nell’ essenza dogmatica. Queste differenze sono normali e devono rientrare nel quadro del rispetto reciproco e ci sono tanti valori uguali da cui i credenti devono partire per costruire rapporti di continuità, di tolleranza, di apertura per arrivare alla comprensione al livello individuale, comunitario, organizzativo.

Sarebbe opportuno che venisse creato un codice di comportamento morale che venisse adottato dai governi e dalle organizzazioni internazionali come quella dei diritti umani della nazioni unite, dove ci sia il rispetto delle religioni, l’accettazione degli altri, la proibizione del fondamentalismo. Ci dovrebbe essere un’ organizzazione con il compito di vigilare sui contenuti del presente codice etico e il compito di

ciascuna Nazione in essa rappresentata dovrebbe essere quello di monitorare eventuali violazioni e queste regole dovrebbero essere pubblicate nella stampa per essere diffuse e riconosciute affinchè con il tempo si arrivi ad applicarne tutti i contenuti.

Bisogna anche ripensare ai programmi educativi e liberarli da tutte le idee fondamentaliste e includere nei programmi l’insegnamento delle religioni celesti e incarnare ciò che di comune c’è tra di loro perché hanno la stessa fonte divina e ognuna di loro è venuta a completare il messaggio divino. Anche i mezzi di comunicazione hanno la loro responsabilità per diffondere la cultura della moderazione e dell’ avvicinamento tra le società tramite programmi di dialogo e attraverso documentari e programmi culturali.

Il nostro mondo attuale non è solo colpito da una grave crisi economica ma anche da una crisi morale, ateismo, la dilagante criminalità organizzata, il traffico degli esseri umani, traffico degli organi umani, la droga, il matrimonio gay, la prostituzione. Bisogna tornare alle fonti della fede da cui sono scaturite le grandi civiltà umane che ci hanno nutrito della vera etica, delle buone abitudini come la giustizia, la misericordia, la generosità, la sincerità, l’onesta, la veridicità fornendoci forza ed equilibrio. Non possiamo dimenticare che il Sommo Pontefice ha spronato i governi del mondo a mettere l’etica sempre davanti nel trattare la crisi economica attuale e i diritti umani per evitare che si arrivi al fallimento.

La nostra società è dominata dalla povertà, dall’ ateismo, dalla disperazione, dall’ immoralità. Tutto ciò porterà a commettere atti atroci facendoci diventare facile preda per le prospettive dei terroristi, dei fondamentalisti e dei criminali organizzati. Per questo bisogna seccare le fonti del terrorismo eliminando la povertà, l’analfabetismo e tutte le manifestazioni di sottosviluppo e ridurre la disparità abissale tra il mondo ricco e il mondo povero, oltre a smettere di fare il doppio gioco quando si tratta di questioni inerenti i popoli vulnerabili come i musulmani e la questione palestinese.

Da tutto ciò che abbiamo detto si evince l’importanza dell’ etica nello sviluppo delle culture, dei popoli e delle religioni, e aveva ragione il poeta arabo Ahmad Shawqi quando ha detto La nazione è nella sua etica e se perde la morale sparisce .

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بق اءأخالق اإلسالم وأسرار ال

بقلم: حبيب محمد هادي الصدر سفير جمهورية العراق لدى الفاتيكان

وتوجهاته اإلنسانية مح شخصية المسلم اإلسالمية ألنها هي التي ترسم مال للشريعة (العمود الفقري)األخالق تعد ، فضال عن ةوتحقق له الفالح والنجاح في الدارين الدنيا واآلخر وتمنحه حصانة ذاتية لمواجهة التحديات والمنزلقات

تماسك النسيج اإلجتماعي ووقايته من مخاطر النزعات الطائشة واألنانيات المفرطة والتهديدات الناشئة فيإسهامها مؤمنين يوصل الى الفضيلة مما يثمر سعادة غامرة شاملة لكل ال (ينبوع رحمة). وهي سلبيعن الغزو الفكري ال

: )إنما بعثت ألتتم مكارم األخالق( فضال عن أنه سبحانه عندما إمتدح نبيه محمدا قالحتى أن نبينا محمد )ص( نك على خلق عظيم( وصفه )ص( ل على أنه األمة اإلسالمية تحيا وتتطور . مما يدلفي محكم كتابه المبين: )وا .لفةالمخت ة جسمهري بأجهز تماما كما يحيا الكائن البش كنف الفضائل األخالقيةفي لحة العامة النبوية عالوة على اإلجماع والمصومصفوفة األخالق اإلسالمية في مجملها مستقاة من القرآن والسنة

القيم الروحية والعلمية تشملواألعراف المبنية على نص أو إقتباس أو إستحسان. وهي ذات إمتداد أفقي . كما أحدث خرقا في منظومته اإليمانيةفإن خرق المسلم إحداها ،واإلجتماعية والمادية والنفسية وتمتاز بالتكامل

أي (أإليجابية)لكل زمان ومكان ، فضال عن صالحةعابرة لألجناس واأللوان و أنها تتسم بالشمولية واإلنسانية أي حا( و)مصلحا( في وقت واحد. وجوب أن يكون الفرد )صال

ثم أن معامالتهم اليوميةوتتفاعل مع عباداتهموتسري في عقيدتهممع تمشىت هكذا هي أخالق المسلمين عن الفحشاء والمنكر تتمحور حول مرامي أخالقية فالصالة مثال تنهىكالصالة والصوم والحج والزكاة العبادات

للرؤية اإلسالمية تبقى ناقصة طبقا ات العباد . وهذهيروض النفوسالصوم فيما أما الزكاة فتطهر الناس وتزكيهم و ، على سلوك الفرد كقوله )ص(: )من لم يدع قول الزور والعمل به فليس هلل حاجة في ا لم يكن لها إنعكاس بين إذ

كقوله تعالى: )يا أيها الذين آمنوا لم تقولون ما ال (فعلال)و (القول)أن يدع طعامه وشرابه(. كما ربط اإلسالم بين معتبرا أن كسب المال (األخالق)و (اإلقتصاد)تفعلون كبر مقتا عند اهلل أن تقولوا ماال تفعلون(. فيما قرن بين

ة الكبائر المحرمة. حتى أن الخلفاء الراشدين حرصوا على أن تكون األخالق حاضرة بقوة في السياس نالحرام مإذ حرم اإلسالم (الحرب). كما تم مراعاة األخالق حتى في غاية تبرر الوسيلة(ل)ا ةير نظولم يستخدموا إطالقا أيضا

كقول نبينا )ص(: تمثيل بجثث األعداد البنيان وقتل الحيوان ونهى عن ال قتل النفس إال بالحق وقطع األشجار وهدماهلل ما أرسله للبشرية إال رحمة للعالمين كما قال هو )ص( ألصحابه: ذاك أن ( اياكم والمثلة ولو بالكلب العقور )

سنهم حأحدهم عن أفضل المؤمنين إيمانا فأجابه: ) أ وسأله )إرحموا من في األرض يرحمكم من في السماء( أخالقا(.

ال ينتظر مقابال من اآلخر كقوله تعالى: )إنما نطعمكم لوجه اهلل ال (فعل طوعي)والقيم األخالقية في اإلسالم هي بطة بأحكام الشريعة وأطرها وتشترط ست مرتبطة بأهواء الناس بل هي منضنريد منكم جزاءا وال شكورا( لكنها لي

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مال بالنيات عقوله )ص(: )إنما األكان منها خالصا لوجهه الكريم ك )حسن النوايا( إذ التقبل أعمال الخير إال مانما لكل إمرىء ما ن الوسطية )وى(. وهذه القيم لكي تحظى بالمقبولية من المجتمع فال بد أن تنطلق من موقع وا

ولهذا جعل اهلل تعالى األمة اإلسالمية ضمن هذا الوصف حيث قال: )وكذلك جعلناكم أمة وسطا ال( واإلعتدحترام اآلخر ولم يمارس لتكونوا شهداء على الناس ويكون الرسول عليكم شهيد ا(. واإلسالم يؤمن بالحوار واإلقناع وا

حيث قال )سبحانه(: )وجادلهم بالتي هي والخطاب المقنعطيبة الالدعوة المتبصرة والكلمة إعتمد العنف واإلكراه بل المسلمون صحر إن أكرمكم عند اهلل أتقاكم(. وقد ا)إنا خلقناكم شعوبا وقبائل لتعارفو جل وعال : أحسن( وقوله

الحرية ـ )أن اإلسالم يؤمن بأهل الكتاب بالحماية والرعاية وأعتبروا هذه المهمة ذمة في أعناقهم كما على تعهد نت تكره الناس حتى يكونوا مؤمينن( وهذا ما سمح للمسيحية واليهودية أن تظل حية فأقوله تعالى: )أك (الدينية

بين جميع الخلق (والعدالة المساواةـ )ويؤمن اإلسالم بى يومنا هذا. تمارس شعائرها في رحاب العالم اإلسالمي حتن أباكم واحد كلكم آلدم وآدم من من أفراد وجماعات وشعوب وأديان إذ قال )ص(: )أيها الناس إن ربكم واحد وا خلق ومن أياتهوكقوله تعالى: )تراب أكرمكم عند اهلل أتقاكم وليس لعربي فضل على أعجمي إال بالتقوى(.

ختالف ألسنتكم وألوانكم إن في ذلك السماوات واألرض ل وقد كان من بين أقرب صحابة الرسو (.آليات للعالمينوا ذا سألك ،وروم بيزنطيين رقة وفرساأف والدين اإلسالمي ال يحتاج الى وسيط بين العبد وخالقه كقوله تعالى: )وا

يتاء الزكاة ن اهلل ما فرض على المسلم إقامة الصالة وا عبادي عني فإني قريب أجيب دعوة الداعي إذ دعاني(. وا والتسبيح بحمده " جل وعال " عتراف بعظمتهإوصوم رمضان وحج بيت اهلل إال ألن هذه الفرائض تنطوي على

ذكاء لغاء الفوارق اإلجتماعية فيما بينهم وا واإللتماس لغفرانه والرجاء بنعمته كما أن الغاية منها توحيد المؤمنين وا الى تحلي المجتمع باألخالق السامية والسلوكيات ذلك يفضيأن نة الفقراء والمساكين والشكساس بمحاإلح

جتناب الشر واألمر بالمع سجدوا اروف والنهي عن المنكر قال تعالى: )يا أيها الذين آمنوا إركعوا و الفاضلة وا فعلوا الخير لعلكم تفلحون(. وقوله : )ولتكن منكم امة يدعون الى الخير ويأمرون عز وجل وأعبدوا ربكم وا

ون(.فلحبالمعروف وينهون عن المنكر وأولئك هم الموال يصفح عمن يوقع الرعب في قلوب األبرياء (العنف واإلرهاب)ض وديننا ال يقبل مطلقا قتل النفس البريئة ويرف

تحت أية ذريعة قال تعالى: )من قتل نفسا بغير نفس أو فساد في األرض فكأنما قتل الناس جميعا( وقوله )ص( الكد لى في حجة الوداع: )إن دماءكم وأموالكم عليكم حرام حتى تلقوا ربكم يوم القيامة(. ورسولنا يدعو المسلمين ا

تقان العمل قائال: )إعمل لدنياك كأنك الكسب و وقوله )ص(: )رحم غدا( تبدا وأعمل آلخرتك كأنك تمو أعيش توا . وهو يحضهم كذلك على التعاون فيما بينهم كقوله: )وتعاونوا على البر والتقوى وال قنه(عمل عمال فأتاهلل إمرءا

(إيتاء األمانة)و (الجيران)و (ذوي القربى)و (البر بالوالدين)تعاونوا على اإلثم والعدوان(. ولطالما ناشدهم بوجوب عبدوا اهلل( والتميمة بةنبذ الغي)و ي القربى واليتامى و ذوبالوالدين إحسانا و وال تشركوا به شيئا كقوله تعالى: )وا

ذا تعالى: والمساكين والجار ذي القربى والجار الجنب(. وكقوله )إن اهلل يأمركم أن تؤدوا األمانات الى أهلها وا : )إن تعالى . وكقوله(تب بعضكم بعضاوال تجسسوا وال يغحكمتم بين الناس أن تحكموا بالعدل(. وكقوله سبحانه: )

يتاء ذي القربى وينهىيأمر بالعدل واإلحاهلل عن الفحشاء والمنكر والبغي لعلكم تذكرون(. سان وا

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جتناب جالطبيعة البشرية قوة واعية قادرة على اإلختيار وتو لقد غرز اهلل في يه الفطرة للنمو في حقل الخير وا تقاط محاسن العادات الذاتية بال ابتفعيل أجهزتهالشر وجاء اإلسالم لكي يرتقي بها الى ما هو أقرب الى المالئكة

ها وتقواها(.ونفس وما سواها فألهمها فجور م األخالق وترك المعاصي واآلثام كقوله تعالى: )ومكار وعدم اإللتزام بالوقار والهدوءوللمساجد في اإلسالم مثلما للكنائس في المسيحية آداب ينبغي إتباعها من خالل

اللغو ورفع الصوت أو الهزل بما يخل بحرمة المكان. واإلسالم أوجب على المسلمين اإلذعان لمشيئة اهلل وقضائه وتقبل الموت برضا ونهاهم عن اإلفراط في الحزن على الميت وحثهم على اإلسراع في دفنه وقبل ذلك الصالة

ك الذي بيده الملك وهو على كل شيء قدير الذي خلق عليه والدعاء له بالرحمة والمغفرة. كقوله تعالى: )تبار الغفور(. عزيزيكم أحسن عمال وهو الأالموت والحياة ليبلوكم

شورها يوم القيامة للحساب األلهي البعث الفعلي( لألجساد ونوبــ ) (البرزخويؤمن المسلمون بخلود الروح في ) ص المسلم على اإلمتثال لألوامر والنواهي. فالفوز بالجنة لة وجزاء لما حر مما الشك أنه لو لم تكن هناك مساءو

يتطلب حرصا من المؤمنين على ضبط أعمالهم كقوله تعالى: )فأما الذين آمنوا وعملو الصالحات فيوفيهم أجورهم ستكبروا فيعذبهم عذابا اليما(. ويزيدهم من فضله وأما الذين إستنكفوا وا

بطلب العلم والمعرفة كقوله )ص(: )أطلب العلم ولو كان تباعهاشدة إلولعل اإلسالم هو أكثر األديان من بالصين(. كما أعطى اهلل تعالى ميزة للمتعلمين حيث قال: )وهل يستوي الذين يعلمون والذين اليعلمون(.

لبعض ة التطور لذا فإنه سمح يغلق على نفسه سبل التجديد ومواكبومما يلفت اإلنتباه الى أن األسالم لم باب اإلجتهاد في الموارد التي لم يأت عيينيالضل )أحكامه المرنة( محاكاة متطلبات العصرنة كما فتح لفقهائه

بشأنها نص قرآني أو نبوي. لكي يجيبوا على أسئلة المؤمنين تلك التي أفرزتها دواعي المرحلة ويضعوا الحلول قية في اإلسالم ليست جامدة وعصية على التجاوب مع تيار الفقهية الناجعة لها. وبناء على ذلك فإن القيم األخال

التطور فاإلسالم بحكم إدراكه لحتمية هذا التطور فإنه سمح لقيمه األخالقية أن تتناغم مع هذه الحقيقة ولكن دون الزمان من "أربعة عشر قرنا"رعيته قبل أكثر من صياألساسية فهذا األمام علي )ع( يو اإلخالل بالثوابت العقائدية

ناصحا: )ال تقسروا أوالدكم على أخالقكم ألنهم خلقوا لزمان غير زمانكم(. ولو قلبنا األبعاد األخالقية األساسية في الديانتين السماويتين اليهودية والمسيحية لوجدنا أن هناك تطابقا مع

دة في تمييز ما هو صالح وما هو ير مما ذكرناه أنفا من قيم ومبادىء مع رؤية موحالديانة اإلسالمية في الكث طالح وفي تقييم ما هو خير وما هو شر.

ليه المنتهى وأنه المثل األعلى للنسق األخالقي كما أن )صفات والديانات الثالث تجمع بأن اهلل خالق العالم وا ،ي العقيدة المسيحية التثليث( ف)هي أيضا ال إختالف فيها بين تلك األديان بإستثناء صفة (اهلل(. كــ )أسمائه

فضال عن تباينات متفرقة في جوهر العقائد وبعض الشعائر. وهو إختالف طبيعي يجب أن يبقى في إطار اإلحترام المتبادل وال يثلم من القواسم اإليمانية المشتركة الكثيرة التي يتعين على المؤمنين اإلنطالق من قاعدتها

ة وصوال الى تفاهمات مثمرة على مستوى األفراد والجماعات والمنظمات لبناء عالقة تواصلية تسامحية إنفتاحيمنظمة أممية على غرار منظمة حقوق نقترح تبنيها من قبلوالحكومات إلنضاج مدونة سلوك أخالقي عالمي

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اإلنسان التابعة لألمم المتحدة تأخذ على عاتقها وضع نظم ومبادىء وضوابط للتعامل األخالقي اإلنساني الدولي وممارسة ومنحه الحرية الكاملة للتعبير عن نفسهفي مقدمتها إحترام العقائد أيا كانت والقبول بالمعتقد اآلخر

تمهيدا لشرعنة معتقديها يه معتقدات اآلخرين وتفسيقتسفتوجهات التعصبية المتزمتة ومحاولة لطقوسه وتحريم اتصفيتهم من خالل الوسائل العنفية المسلحة. وهذه المنظمة المقترحة تتولى مراقبة تنفيذ مضامين هذه المدونة

الدول الموقعة عليها ورصد أية إنتهاكات أو خروقات فيها ونشرها بحيادية وموضوعية في وسائل لدى األخالقيةبمدى إلتزامها الدوليةالى ربط سمعة الدول ومكانتها التقيد بمضامينها و م الدولية حتي يصار بمرور الوقت اإلعال

بهذه المدونة. كما البد من إعادة النظر في مناهجنا التعليمية وتخليصها من كل ما يشوبها من أفكار تعصبية والحرص على

تستقي من ينبوع ان السماوية وتجسيد أوجه الشبه فيما بينها كونها تضمينها دروسا في تعليم الناشئة عقائد األديجاءت مكملة للرسالة األلهية التي سبقتها. وعلى وسائل اإلعالم المقروءة والمرئية إلهي واحد ولكون إي منها

رامية والوثائقية والمسموعة تقع مسؤولية بث الثقافة التقريبية اإلعتدالية بين المجتمعات عبر البرامج الحوارية والد كما يجب على رجال الدين ومنظمات المجتمع المدني والفنانين األضطالع بذات المسؤولية.

إن عالما اليوم ال يعاني من أزمة إقتصادية خانقة فقط بل من ازمة أخالقية مستفحلة حيث التحلل القيمي شرية وتعاطي المخدرات وزواج المثليين والدعارة واأللحاد وتفشي الجريمة المنظمة واإلتجار بالبشر واألعضاء الب

ي ظلها حضارات إنسانية راقية ي إزدهرت فاألخالقية األصيلة الت تستلزم منا جميعا العودة الى المنابعمما وغيرها والتوازن مانة وغيرها ولتزودنا بالقوة والرحمة والكرم والصدق وأأل بمكارم األخالق ومحاسن العادات كالعدالة ونالتغذ

وال ننسى أن الحبر األعظم طالما ناشد زعماء العالم بأن يضعوا األبعاد األخالقية عند معالجاتهم لألزمة واإلتزان اإلقتصادية الراهنة إدراكا من قداسته بأن أية حلول من غير إعتبار لكرامة اإلنسان وقيمه سوف يكتب لها الفشل.

ضي بالتأكيد الى إنتاج فئات مجتمعية منحرفة تنقاد بسهولة اليأس والرذيلة سيففقر واأللحاد و أن مجتمعا يسوده ال رهابية وعصابات جاميع اإلالى إرتكاب أعمال شنيعة وال تكترث لعواقبها وستغدو لقمة سائغة لشذاذ اآلفاق والم

ية وكل مظاهر التخلف لذا فإن تجفيف منابع التطرف واإلرهاب مرهون بالقضاء على الفقر واألم الجريمة المنظمة.ارق السحيقة بين العالم الغني والعالم الفقير فضال عن كف الدول العظمى عن إتباع سياسة المعايير وتقليص الفو تعاطيها مع القضايا المصيرية للشعوب المستضعفة ومنها الشعوب اإلسالمية والقضية الفلسطينية. دالمزدوجة عن

شاعرنا العربي مما تقدم تتجلى أهمية القيم األخالقية في تقدم ورقي الحضارات والشعوب واألديان وصدق المسلم أحمد شوقي عندما قال:

نما األو يتقمم األخالق ما با فإن هم ذهبت أخالقهم ذهبوا

COOPERAZIONE INTERNAZIONALE IN AGRICOLTURA: esigenze di sviluppo

e risposte operative

CHE COSA

È necessario anteporre lo sviluppo continuativo alla sola assistenza. Soprattutto però è necessario fondare la cooperazione internazionale su quella logica dell’etica che deve essere sempre alla base della convivenza umana.

In occasione dell’EXPO 2015, l’Associazione Internazionale Carità Politica, di diritto pontificio, ha ritenuto suo dovere elaborare il Progetto: Cooperazione Internazionale in Agricoltura: esigenze di sviluppo e risposte operative, dove morale, riflessione e azione si richiamano e si fondono.

La carità è presente e anima ogni aspetto del Progetto, capace di costruire un mondo migliore.

Promuovere un nuovo modello di sviluppo e una nuova visione dell’economia per realizzare uno sviluppo integrale, solidale e sostenibile. Questo in sintesi, il Progetto che a Milano nel 2015, verrà proposto quale utile contributo all’EXPO.

Ancora: noi abbiamo bisogno di riconoscere il settore agricolo come una componente primaria della crescita economica e del progresso sociale, e ridare all’agricoltura e alla gente dei campi il posto che loro compete. E dobbiamo fare di tutto per recuperare legami e valori che un tempo erano patrimonio delle famiglie rurali e che conservano tutt’ora validità e importanza nell’edificio sociale.

PERCHÉ

Per eliminare definitivamente il flagello della fame, garantire la sicurezza alimentare.

Per un creato da amare e custodire.

Per un’efficace spinta verso legittime riforme agrarie.

Per rinnovare lo spirito di solidarietà nel mondo ed elaborare un modello di sviluppo sostenibile ispirato da una serie di principi comuni che servono a unire e a guidare la famiglia umana.

Sostenere il dialogo tra le religioni per il bene comune, la riconciliazione con i popoli di altre religioni e costruire insieme una pace più equa e giusta.

IN CHE MODO

Mettere lo sviluppo integrale della persona umana al centro di tutti gli sforzi per sradicare la povertà.

L’esclusione è la causa principale della povertà, lo sradicamento della povertà può avvenire solo attraverso l’inclusione dei poveri.

Inclusione significa invitare i poveri a partecipare come partner a pieno titolo ai sistemi economici, sociali, politici e culturali del mondo, rafforzando le loro capacità, affinchè possano occupare, come uguali, il loro posto meritato al tavolo destinato a tutti, affinchè gli scambi economici siano di mutuo beneficio e le politiche comportino partnership autentiche.

PER CHI E CON CHI

Al servizio dei popoli indigeni e contadini dell’America Latina.Per forme di associazione, cooperative e piccole imprese familiari che siano messe in grado di produrre un reddito sufficiente per un dignitoso tenore di vita.

Con gli Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede

Con le Università al fine di offrire agli agricoltori solida formazione, costante aggiornamento ed assistenza tecnica nella loro attività.

C a r i t à P o l i t i c a

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Arrediamo la sanità

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prodotti abbinati a servizi per il settore sanitario.

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Karismedica a world leading manufacturer and provider of

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