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  • 7/22/2019 rivista 201-206

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    Euro 18,00DIEST Distribuzioni - Torino

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    Art.1,comma1D.L.3

    53/2003(convert.

    inL.

    27.0

    2.2

    004N46)Art.1,

    DCBVarese-ISSN0391-3600

    GENNAIO-DICEMBRE2012

    ------------------------------------------------------------------

    MedicinaDemocratica------------------------------------------------------------------

    MOVIMENTO DI LOTTA PER LA SALUTE

    201-206

    QUANDO SI PARLERA

    Quando si parlerdi un operaio

    si dovr direchera un uomo

    diverso dagli altri

    nettamente diverso!Luomo non voleva

    assomigliarglima egli era luomo!

    luomo veroun misto di montagne

    e mattineche ti si avvicinava

    ti si apriva colorito e tenero.Luomo lo riteneva uno schiavo

    lo accarezza un cavallo.Ma egli era

    luomo veramente libero!luomo che portava

    un fondo umanodistinto.

    Luomo cresciuto in doloreche combatt

    instancabilegiorno e notte

    per la vitaper lamore.

    Ferruccio BRUGNARO

    (da The days will come, translated by Jack Hirschmam,CC. Marimbo Berkeley 2012)

    copertina 201-206_copertina 10/12/12 12.13 Pagina 1

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    Sede Nazionale Via Venezian, 1 - 20133 Milano - Sede Amministrativa Via dei Carracci, 2 - 20149 Milano

    Medicina Democratica distribuita dalla DIEST diTorino nelle librerie delleprincipali citt e si trova inquelle sotto elencate

    LOMBARDIALib. CUEM, Via Festa del Perdono 7, 20100 MilanoLib. CLESAV, Via Celoria 2, 20133 MilanoLib. CLUED, Via Celoria 20, 20133 MilanoLib. CLUP, P.zza Leonardo da Vinci 32,

    20133 MilanoLib. CUESP, Via Consevatorio 7, 20122 MilanoLib. Centofiori, C.so indipendenza 9, 20129Lib. Nuova Libropoli, Via Arconati 16, 20135 MilanoLib. Feltrinelli, Via S. Tecla 5, 20122 MilanoLib. Lincontro. C.so Garibaldi 44, 20122 MilanoLib. popolare, Via Tadino 18, 20124 milanoLib. Sapere, P.zza Vetra 21, 20123 MilanoLib. Unicopoli, Via R. da Carrera 11, 20127 MilanoLib. Utopia, Via Moscova 52, 20121 MilanoIl libraccio II, P.zza Indipendenza, 20052 Monza (MI)

    VENETOLib. Don Chisciotte, Via Brenta Vecchia, 13-Mestre(VE)

    Lib. Galileo, Via Poedrio, 30174 Mestre (VE)Edicola La Stasioneta, P.le Municipio 13,30175 Marghera (VE)

    Lib. Feltrinelli, Via S. Francesco 7, 35100 Padova

    LAZIOLib. Feltrinelli, Largo Torre Argentina, 5/A00186 RomaLib. Feltrinelli, Via E. Orlando 78/81, 00185 RomaLib. Anomalia, Via Campani, 73 - 00185 RomaLib. Bibli, Via Fienaroli, 27 - 00153 RomaLib. Robinson, Via Ostiense 150/A - 00154 Ro maLib. Baruffe, P.zza Carducci, 20 - 00041 Albano (RM)

    TRENTINO ALTO ADIGELa Rivisteria, Via S. Vigilio 23, 68100 Trento

    EMILIA ROMAGNALib. Feltrinelli, Via della Repubblica 2, 43100 ParmaLib. Feltrinelli, P.zza P.ta Ravegnana 1, 40126 BolognaLib. Tempi Moderni, Via Leopardi, 1/DE 40122 BolognaLib. Del Teatro, Via Crispi 6, 42100 Reggio EmiliaINFOSHOP MAG 6 libri e CD, via Vincenzi,13/A, 42122 Reggio EmiliaLibreria Feltrinelli, Via Garibaldi 30, 44100 Ferrara

    TOSCANABelfronte, Via Grande 91, 57100 LivornoLa Libreria Rinascita, Piazza Barontini 23,57023 Cecina (LI)Lib. Feltrinelli, Via Cerretani 30/32, 50123 FirenzeLib. Medicina - Scientifica MASTER - Universit eprofessioni, V.le Morgagni, 39 r, 50134 FirenzeLib. Feltrinelli, Via Bianchi di Sopra 64/86,53100 Siena

    Lib. Feltrinelli, C.so Italia 17, 56100 Pisa

    Lib. Internazionale Vallerini, 56100 Pisa

    Lib. La Rinascita, Via Gramsci 334, Sesto Fiorentino

    Centro di doc., Via degli Asili 10, 55100 Lucca

    Centro di doc., Via degli Orafi 29, 51100 Pistoia

    UMBRIA

    Lib. Laltra, Via Ulisse Rocchi 3, 06100 Perugia

    PIEMONTE

    La Libreria Via Dante Edicola,

    via Dante 15100, Alessandria

    Campus, Via U. Rattazzi 4, 1010 0 Torino

    Lib. Feltrinelli, P.zza Castello 9, 10100 Torino

    Comunardi, Via Bogino 2, 10100 Torino

    C.S., Via Ormea 67/bis, 10100 Torino

    Coop. Don Milani, Via Terrone 3, 10100 Torino

    Lib. Claudiana, Via Principe Tommaso 1,

    10100 Torino

    COAP, Via Principe dAcacia 40, 10100 Torino

    Lib. Popolare, Via S. Anselmo, 10100 Torino

    C.A.N. Gli elementi di Giovanni Alberganti,

    Via Manzoni 5, 28026 Omegna (NO)

    Lib. Margaroli, C.so Mameli 55,

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    Cartolibreria LAquilone, C.so Milano 59,

    28025 Gravellona Toce (NO)

    Lib. La Talpa, Via Solaroli 4/C, 28100 Novara

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    Lib. Feltrinelli, Via Vernazza 40, 16131 Genova

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    Lib. Feltrinelli, Via dAquino 70, 80144 Napoli

    Lib. Quarto Stato, Via Magenta 80, 81030 Avversa (CE)

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    Libreria Leggere, Corso San Gottardo 86,

    6830 Chiasso

    Librerie Alternative 1, Via Ospedale 4, 660 0 Locarno

    Librerie Alternative 2, Via Al Colle 2, 6900 Lugano

    Libreria Taborelli, Via Camminata, 6500 Bellinzona

    COMITATO DI REDAZIONE: Fulvio AURORA(direttore responsabile), Lino BALZA, AngeloBARACCA, Cesare BERMANI, Gabriella BERTINI,Roberto BIANCHI, Sergio BOLOGNA, Marco CAL-DIROLI, Roberto CARRARA, Germano CASSINA,Carla CAVAGNA, Gianni CAVINATO, Maria LuisaCLEMENTI, Elisabetta COSANDEY, AngeloCOVA, Fernando DANGELO, Rino ERMINI,Giorgio FORTI, Giorgio GALLEANO, Pietro e SaraGALLI (grafici), Maurizio LOSCHI, Luigi MARA(direttore), Dario MIEDICO, Marcello PALAGI,Barbara PERRONE, Roberto POLILLO, MaurizioPORTALURI, Chiara SASSO, Matteo SPREAFICO,Vito TOTIRE, Laura VALSECCHI, Bruno VITALE.INOLTRE COLLABORANO A QUESTA RIVISTA:Carlo ALBERGANTI, Giorgio ALBERTINALE,Beppe BANCHI, Giuseppe BLANCO, Michelangio-lo BOLOGNINI, Mario BRAGA, Ferruccio BRU-GNARO, Paolo BULETTI, Roberto CARMINATI,

    Marco CERIANI, Massimo COZZA, Michele DEPASQUALE, Rossana DETTORI, Elisabetta DONI-NI, Antonino DRAGO, Giorgio DUCA, Walter FOS-SATI, Cristina FRANCESCHI, Lidia FRANCESCHI,Ida GALLI, Valerio GENNARO, Patrizia GENTILINI,Liliana GHILARDI, Maria Grazia GIANNICHED-DA, Claudio GIORNO, Pietro GRILLAI, GiuseppeMARAZZINI, Maurizio MARCHI, Gilberto MARI,Gianni MATTIOLI, Bruno MEDICI, Claudio MEZ-ZANZANICA, Alfredo MORABIA, Corrado MON-TEFALCHESI, Celestino PANIZZA, Pietro PEROT-TI, Agostino PIRELLA, Aris REBELLATO, GiuseppeREZZA, Franco RIGOSI, Marino RUZZENENTI,Aldo SACHERO, Nicola SCHINAIA, Anna SEGRE,Giovanni SERRAVALLE, Claudia SORLINI, GianniTAMINO, Flavia TRIOZZI, Bruno THIEME, EnzoTIEZZI, Luca TRENTINI, Emanuele VINASSA DEREGNY, Attilio ZINELLI. IMPAGINAZIONE:Stefano DEBBIA, Andrea PRAVETTONI.

    5 per 1000E' possibile versare nella prossima dichiarazionedei redditi il 5 per mille dell'IRPEF all'AssociazioneMedicina Democratica - Movimento di Lotta perla Salute O.N.L.U.S., in breve MedicinaDemocratica O.N.L.U.S.. Come noto, si trattadi unassociazione autogestita che opera senza finidi lucro attraverso il lavoro volontario e gratuito e lesottoscrizioni dei suoi associati e simpatizzanti, chenon ha mai goduto e che non gode di finanziamen-ti n diretti n indiretti da parte di chicchessia.Pertanto, se ne condividete loperato e intendetesostenere le sue iniziative per affermare la Salute, laSicurezza e lAmbiente salubre in fabbrica, coscome in ogni dove della societ, nel rigoroso rispet-to dei Diritti Umani e contro ogni forma di esclu-sione, emarginazione, discriminazione e razzismo,Vi chiediamo di indicare il numero di CodiceFiscale 97349700159 dellAssociazione MedicinaDemocratica - Movimento di Lotta per la Salute

    O.N.L.U.S..N.B. Si ricorda che la scelta del 5 per mille nonsostituisce quella dell'8 per mille (dedicata, peresempio, al culto): le opzioni 5 per mille e 8 permille si possono esprimere entrambe.

    BIMESTRALE

    N 201-206 gennaio-dicembre-2012

    Autorizzazine del Tribunale

    di Milano n 23

    del 19 gennaio 1977

    Iscritta al Registro

    Nazionale della Stampa

    (Legge 58/81 n. 416, art. 11) il

    30 ottobre 1985

    al n 8368317, foglio 657

    ISSN 0391-3600

    EDIZIONE:

    Cooperativa a r.l.

    Medicina Democratica

    movimento di lotta

    per la salute

    Tel. 02-4984678

    Fax 02-48014680

    20100 Milano

    REDAZIONE:

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    21053 - Castellanza (VA)

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    Medicina Democratica

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    Spedizioni

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    Milano: VII Congresso

    Nazionale di MedicinaDemocratica

    di Luigi MARA*

    Penso che il VII Congresso nazionale diMedicina Democratica sul tema Partecipa-zione e Promozione della Salute. Medicinafra Cura e Prevenzione, al di l dei limi-ti che sono stati evidenziati da alcunicostituisca un fatto culturale, sociale epolitico positivo, tenuto conto dei mezzi

    esigui a disposizione di MedicinaDemocratica, mezzi che sono stati com-pensati dal lavoro volontario e gratuito didecine di compagne e di compagni,segnatamente delle sezioni di Castellanza(VA) e di Milano: sono Loro che hanno resopossibile, ben organizzato e fruibile a tutti i

    Congresso), va detto a chiare lettere che tuttoquesto rappresenta un risultato importante,che va ben oltre Medicina Democratica.Anche il tema congressuale stato ampia-mente condiviso e arricchito: infatti, letematiche affrontate nel corso dei lavorihanno avuto al loro centro il ruolo della

    partecipazione nella promozione dellasalute, un tema fondante di MedicinaDemocratica, Movimento di Lotta per laSalute, come ci ha lucidamente ricordatoPiergiorgio DUCA nellapertura dei lavori(cfr. Atti pagg. 11-14); un tema introdottoe approfondito da Giulio Alfredo Macca-

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    JJJJJJJ) - al diritto di ogni lavoratrice e lavo-ratore a una retribuzione, o pensione, oindennit di disoccupazione, o salario

    sociale, sufficiente ad assicurare a s e allafamiglia unesistenza libera e dignitosa(art. 36, Cost.); JJJJJJJJ) - al rigoroso rispettodei diritti umani (artt. 2 e 3 Cost.) In altri termini, questo nostro VII Congressonazionale si svolto in un quadro (quisolo accennato) di devastata situazionesociale, culturale e politica caratterizzata, lo

    si ripete, da continui attacchi alle condizio-ni di vita e di lavoro delle masse popolari.Una situazione che si aggrava sempre pi:stanno l a ricordarcelo milioni di lavoratri-ci e lavoratori disoccupati, cassaintegrati,precari, il 36% dei giovani senza lavoro;tutti fatti che rappresentano il termometrodi una gravissima situazione sociale.

    Purtroppo, tutto questo avviene in assenzadi una opposizione politica e sindacaledegna di questo nome. Valgano per tutto lemodalit e la facilit con le quali il governoha aumentato let pensionabile di 5 anninel giro di una notte, senza unora di scio-pero e con il voto favorevole di quasi tutti i

    con le nostre Lettrici e con i nostri Lettori,che, spero, comprenderanno le difficolteconomiche che dobbiamo affrontare per

    continuare a pubblicare questa testata (1).Infatti, pensiamo che questi Atti, con il lorocarattere plurale, con le analisi, le indicazio-ni e le proposte contenute, costituiscano unprezioso ed utile strumento per promuove-re una informazione libera e rigorosa, pre-messa indispensabile per sviluppare inizia-tive tese ad affermare la salute, ligiene e la

    sicurezza del e nel lavoro, nonch i dirittiumani di ogni persona segnatamente dellepersone migranti - in ogni dove dellasociet.I problemi umani, etici, culturali, sociali epolitici sollevati nel corso del Congresso,inducono a qualche ulteriore considerazione.A trentasei anni dal crimine industriale di

    Seveso (10 luglio 1976), e a fronte di quellocausato dallILVA di Taranto (2), al centrodellodierna attenzione (luglio-novembre2012) di mass-media, forze politiche e sin-dacali, Confindustria, enti locali, regione egoverno - [dopo che il disastro industriale stato scoperchiato dalle sacrosante iniziati-

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    Questo consente di osservare la societ inprofondit e di percepirne le sue domandeil pi delle volte oscurate dalle nebbie e

    coperte da un assordante rumore di fondo,diffusi dai sacerdoti del pensiero unico,proni, ieri come oggi, a una oligarchia eco-nomica sempre pi ristretta e insofferente alrispetto dei diritti dei singoli e della colletti-vit, nonch a sottostare alle regole dellademocrazia di una societ civile.Anche per questo, necessaria una cultura

    con una visione nuova della societ delmondo! -, fondata su paradigmi che fuorie-scano dalle aride e totalizzanti categorie eco-nomiche che permeano in modo asfissiantelattuale realt sociale, in grado, cio, di darerisposte appropriate ed efficaci alle doman-de, sempre pi pressanti, per restare ai temiaffrontati in questo VII Congresso di Medi-

    cina Democratica, di tutela, promozione eaffermazione della salute e dellambientesalubre, poste dai soggetti sociali e, in pri-mis, dai lavoratori e dalle lavoratrici in fab-brica e dalla popolazione autoorganizzatasul territorio, che svolge un ruolo fonda-mentale per affermare al tempo stesso salu-

    Mentre la prima generazione di dirittiumani riguarda quei diritti contro violazio-ni indirette o strutturali dellintegrit perso-

    nale o sociale e il diritto a uno autonomosviluppo culturale, economico e socialecontro tutti gli ostacoli derivanti da un ordi-namento internazionale ingiusto, la terzagenerazione dei diritti umani comprende idiritti allintegrit ambientale. Pertanto, inaggiunta al diritto allo sviluppo, alla giusti-zia sociale, alla disponibilit della ricchezza

    naturale, lintegrit ambientale diventatauna questione topica a causa proprio della-cuta crisi ambientale.

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    Movimenti di lotta per laffermazione deidiritti umani, alla pace, alla salute, allavoro, allambiente salubre, ai beni

    comuni (cfr. L. BALZA, L. TACCO, C.GIORNO, R. ANTONINI, Movimento NO-F35; Capitolo I, pp. 15-56);Lotta allhandi-cap (cfr. S. VALESI e I. SALA, L. VALSEC-CHI e W. FOSSATI, B. BANCHI; Capitolo II,pp. 57-82); Salute, sanit, societ (cfr.V.SIRONI, G. TOGNONI, G. BACCILE, M.CAMPEDELLI, V. LEPORE, M. ROMERO,

    M. VALERIO, F. AURORA, D. MIEDICO, A.BIGGERI, Sportello Salute - MedicinaDemocratica di Savona e Firenze, G. JEAN;Capitolo III, pp. 83-141); Salute e Lavoro(cfr. L. PEPINO, F. GIANNASI, L. MARA;Capitolo IV pp. 143-191); Salute, ambientee societ (M. BOLOGNINI, G. FORTI, E.MORICONI, G. SERRA, G. CASSINA, P. L.

    CAZZOLA, M. CALDIROLI, P. GENTILINI;Capitolo V, pp. 193-248); Salute mentale,lotta contro ogni forma di contenzione eper labolizione degli ospedali psichiatricigiudiziari-OPG (E. COSANDEY, L. BENE-VELLI, Associazione StopOPG, C. BON-DIOLI, E. DE NOTARIS, A. ZINELLI;

    delle persone pi deboli, segnatamente diquelle migranti, nonch delle popolazioniesposte ai rischi industriali e ambientali.

    Con Lui Medicina Democratica perde unsicuro punto di riferimento.Caro Michelangiolo, cercheremo di far teso-ro della Tua opera, non Ti dimenticheremo!Il dibattito congressuale non ha neppureeluso una delle domande fondamentali: Perun futuro sostenibile, quale crescita?Infatti alla generale lamentela sul lungo

    periodo di ristagno e contrazione a livellodel PIL che connota il dibattito del Paese,come sopra accennato, si contrapposta lanecessit di un diverso paradigma indicato-re del benessere, che abbia al suo centrouno sviluppo senza crescita (3) di questemerci e di questi consumi (di questo PIL!),che privilegi la qualit (dellambiente e della

    vita) sulla quantit, finalizzando la produ-zione - (ed i servizi socio-sanitari-assisten-ziali e culturali) primariamente al soddi-sfacimento dei bisogni fondamentali dellapersona e alla qualit dellambiente natura-le e sociale.Una svolta cos radicale imposta dai limiti

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    NOTE1. Come noto, Medicina Democratica unas-sociazione autogestita che non ha mai avuto eche non ha finanziamenti n diretti n indirettida parte di chicchessia e, che, dallinizio deglianni 70, opera attraverso il lavoro volontario egratuito e le sottoscrizioni dei suoi aderenti esimpatizzanti: per questo chiediamo a coloro chene condividono loperato il sostegno e la parteci-pazione sia alla produzione della omonima rivi-sta che alle molteplici iniziative che verrannointraprese dal Movimento di lotta per la salute.

    E possibile versare nella prossima dichiara-zione dei redditi il 5 per mille dellIRPEFallAssociazione Medicina Democratica Movimento di Lotta per la SaluteO.N.L.U.S.. Codice Fiscale 97349700159.N.B. Si ricorda che la scelta del 5 per millenon sostituisce quella dell8 per mille (dedi-cata, per esempio, al culto): le opzioni del 5per mille e dell8 per mille si possono espri-

    mere entrambe.2.Va sottolineato che il crimine industriale rei-terato per decenni dallILVA di Taranto, che hacausato un devastante inquinamento di elevatamagnitudo dei diversi comparti dellambiente(aria, acque superficiali e di falda, suolo e sot-tosuolo), con i conseguenti gravissimi impatti

    h h l l

    E in gioco il diritto alla salute, allambiente ealla vita stessa.>>. (Cfr. Medicina Democraticann 180/182, pag. 67). Inoltre, in riferimento aldevastante inquinamento ambientale causatodallILVA, con i conseguenti gravissimi impattisanitari, il VI Congresso vot una mozione diadesione al Comitato di cittadine e cittadini cheavevano proposto un referendum a livello loca-le, per la chiusura dei processi produttivi inqui-nanti (e tossici) delle lavorazioni a caldo, nonchper la bonifica del sito industriale e del territorio

    tarantino, con la garanzia occupazionale per ilavoratori da adibire alla realizzazione dei pre-detti interventi di bonifica.3. Per un inquadramento di questo concetto siinvitano le lettrici ed i lettori a consultare leopere di Ivan Illich La convivialit. Una propo-sta libertaria per una politica dei limiti allo svi-luppo (Red edizioni, Como, 1993: 1 ed. it.Mondatori, Milano, 1974) e di Wolfgang Sachs (a

    cura di), Dizionario dello sviluppo, EdizioniGruppo Abele, Torino, 1998.4. Il problema scoppi nel 1973 con linterruzio-ne della fornitura di petrolio da parte dei paesiOPEC a seguito della Guerra del Kippur traEgitto e Israele. Laffermazione della insostenibi-lit della crescita connessa con lestensione del

    d ll d d h

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    Sommario

    Note a margine di Luigi MARA 1

    INTRODUZIONE

    Partecipazione e promozione della salute:medicina tra cura e prevenzione.Relazione introduttiva al VII CongressoNazionale di Medicina Democratica

    Movimento di Lotta per la Salutedi Piergiorgio DUCA 11

    CAPITOLO I

    I MOVIMENTI DI LOTTA PERLAFFERMAZIONE DEI DIRITTI UMANI,ALLA PACE ALLA SALUTE AL LAVORO

    CAPITOLO II

    LOTTA ALLHANDICAP

    Il manifesto della vita indipendentedi Stefania VALESI e Ida SALA 59

    Disabilit: bisogno o diritti

    di Laura VALSECCHI e Walter FOSSATI 63

    Il progetto di nuove residenzialit:la Casa di Gabrielladi Beppe BANCHI 71

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    Evoluzione del profilo di mortalit 30 74 anniper le coorti di nascita dal 1889 al 1968 nelleRegioni italianedi Annibale BIGGERI 113

    INAIL: ente previdenziale o riccoserbatoio per padroni e governo?

    a cura dello Sportello Salutedi Medicina Democratica di Savona 115

    Alcol, alcolizzati ed unit dItaliadi Gaspare JEAN 121

    OGMdi Giorgio FORTI 199

    Allevamenti intensivi, conseguenzeambientali, sociali, sanitarie etc.di Enrico MORICONI, Giorgio SERRA,Germano CASSINA, Pietro Luigi CAZZOLA 206

    La contaminazione della filiera alimentaredi Enrico MORICONI, Giorgio SERRA,Germano CASSINA, Pietro Luigi CAZZOLA 213

    Le norme ambientali sono uno strumento di tuteladellambiente e di promozione della

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    Per labolizione degli ospedali psichiatrici stopOPGa cura dellAssociazione StopOPG 275

    Lettera aperta sul Decreto di chiusura degli OPGdi Cesare BONDIOLI 277

    Lio come identit personaleLio come orizzonte del sensodi Attilio ZINELLI 279

    CAPITOLO VII

    MAGISTRATURA E PERITI FRA I DIRITTIDELLA DIFESA E QUELLI DEGLI OFFESI

    CAPITOLO VIIISCUOLA E SOCIETA,LETTURE, DOCUMENTI

    Le riflessioni di un insegnante diitaliano e storia di Rino ERMINI 317

    LETTUREAIDS: lo scandalo del vaccino italianodi Vittorio AGNOLETTO e Carlo GNETTI 323

    MOZIONEvotata allunanimit dal VII Congresso nazionaledi Medicina Democratica Movimento di Lotta

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    Introduzione

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    Partecipazione e promozio-

    ne della salute: medicinatra cura e prevenzione

    di Piergiorgio DUCA*

    RELAZIONE INTRODUTTIVA AL VIICONGRESSO DI MEDICINA DEMOCRA-TICA - MOVIMENTO DI LOTTA PER LASALUTETenere il congresso nazionale di MedicinaDemocratica nellaula magna dellUniver-sit degli Studi di Milano ha il duplice

    significato di consentire il coinvolgimentonelle riflessioni e nei dibattiti che svolge-remo in queste giornate i giovani, in parti-colare gli studenti delle varie lauree sani-tarie che fanno capo alla facolt di medici-na, e di riportare il dibattito su medicina,classe e salute in una delle sedi storiche

    Statistica medica, che sa mobilitare intelli-genze intorno alle applicazioni della statisti-ca e del calcolo elettronico alla ricerca, allariflessione critica sulla pratica e la ricercapratica clinica e sul ruolo dellepidemiolo-gia nel promuovere la prevenzione prima-ria, e il Gruppo di Prevenzione e Igiene

    Ambientale del Consiglio di Fabbrica dellaMontedison di Castellanza, che si datostrumenti e metodi per lanalisi delle condi-zioni di lavoro e dei cicli produttivi alloscopo di identificare e rimuovere, anchecon la lotta, le condizioni e le esposizioniche mettono a rischio la salute dei lavorato-

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    nale, la formazione del medico si mossanella direzione della umanizzazione dellapratica professionale, dellattenzione alla

    valutazione critica dellefficacia delle tera-pie e delle procedure diagnostiche ed anchedei loro effetti avversi, della valutazione epromozione continua della qualit delleprestazioni sanitarie.

    NON HA QUINDI PI RAGIONE DI ESI-STERE UN MOVIMENTO DI LOTTA PERLA SALUTE ?Ovviamente non cos e per almeno dueordini di ragioni:1. - come sar esemplificato soprattutto neilavori di gruppo, laffermazione dei dirittisulla carta non corrisponde alla loroimmediata realizzazione nella pratica: sololimpegno continuo e gli sforzi dei direttiinteressati e delle loro organizzazioni ottie-ne, talora, che ci che scritto venga rea-lizzato;2. - come illustreranno le relazioni cheseguiranno, neppure il formale riconosci-mento dei diritti pu darsi per acquisito unavolta per tutte, se una coscienza vigile e

    cogenti da escludere che i medici che lavo-ravano per lEternit potessero ignorarle, evi-denze che per, di per s, risultarono del

    tutto insufficienti a proteggere i lavoratori ele lavoratrici.Come sostiene Benedetto Terracini, epide-miologo dellUniversit di Torino, direttoredella rivista scientifica Epidemiologia ePrevenzione, fondata da Maccacaro, peritoin numerosi processi a difesa della salutedei lavoratori dai rischi da cancerogeni pro-fessionali e ambientali:La sottovalutazione dei rischi, la reticenzasulle acquisizioni dei risultati della ricerca,labilit nel mettere in dubbio le nozioni chedepongono per lesistenza di rischi per lasalute dei lavoratori sono una costante dellastoria della societ industriale, tanto chestudi finanziati dalle aziende fornisconoregolarmente risultati pi rassicuranti per lasalute di quelli forniti da studi finanziati daenti pubblici.

    NON BASTA LA SCIENZA A REALIZZA-RE LA PREVENZIONE, NON BASTA LACOSTITUZIONE PER VEDER REALIZZA-

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    fondamentale diritto dellindividuo e inte-resse della collettivit.Art 41:Liniziativa economica privata libe-

    ra. Non pu svolgersi in contrasto con luti-lit sociale o in modo da recare danno allasicurezza, alla libert, alla dignit umana. Lalegge determina i programmi e i controlliopportuni perch lattivit economica pub-blica e privata possa essere indirizzata ecoordinata a fini sociali.

    PER PROMUOVERE DEMOCRAZIA ESALUTE OCCORRE ISTRUZIONE (PUB-BLICA) E PARTECIPAZIONEBenjamin Barber, nel libro Consumati. Dacittadini a clienti, afferma: In assenza di cit-tadini competenti le dichiarazioni dei dirit-ti sono solo meri pezzi di carta. Perch lademocrazia possa esistere, al di fuori delladimensione scritta della carta costituziona-le, necessaria la presenza di cittadini for-mati in scuole e universit pubbliche.Siamo indotti a credere che il diritto di sce-gliere da un men sia lessenza della libert,ma se si considerano i risultati il vero pote-re e dunque la vera libert consiste nel deci-

    ATTENZIONE A COME SI SVILUPPAIL SAPEREA questo proposito, nel segnalare il libro di

    Gianni Tognoni e altri Epidemiologia di cit-tadinanza, mi piace riferire questo pensierodi Paolo Prodi l riportato La specializza-zione del sapere stato il fenomeno piimportante nella ricerca universitaria degliultimi decenni con una prima conseguenzadi parcellizzare il sapere e favorire, con laprevalenza della tecnica, luso strumentaledella ricerca agli scopi del potere e con laseconda conseguenza di rendere sterile unaricerca che procede per compartimenti sta-

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    CONCLUSIONENellinvitare i relatori a svolgere ora i lorointerventi, e in attesa che i lavori di gruppoed il dibattito generale sviluppino, se loritengono, le riflessioni sopra abbozzate,vorrei concludere con alcune domandefinali.Possiamo considerare la sanit pubblica(tutto ci che serve alla promozione dellasalute, la prevenzione della malattia e delladisabilit, la cura e lassistenza sanitaria) unbene comune, qualcosa di cui tutti possia-mo e dobbiamo occuparci e gestire senzaconcessioni a privatizzazioni e a ingerenzedi mercati e mercanti ?Possiamo considerare laicamente il benes-sere fisico, psichico e sociale, in una parolala salute cos come estensivamente fu stabi-lita dallOrganizzazione Mondiale dellaSanit, valore non negoziabile ?E da uneventuale risposta positiva adentrambi i quesiti, quali conseguenzedovremmo trarne in tema di indirizzi perlorganizzazione sanitaria, la ricerca clinicae biomedica, la formazione universitariadelle professioni sanitarie?

    promozione della qualit di funzionamento(efficienza e sostenibilit) e di funzione (effi-cacia ed equit);B) per la promozione della Prevenzione, percui occorre affrontare i temi della sicurezza,dellambiente, dellinquinamento e deirifiuti, dellacqua bene comune, dellener-gia;C) per lelaborazione di una nuova Culturadi Cittadinanza, per cui occorre confrontaree mescolare saperi, stabilire alleanze, ani-mare e promuovere movimenti, associazio-ni, istituzioni che si oppongano ad ogniautorit priva di autorevolezza, contestino ilmero perseguimento dellefficienza priva diefficacia, non si adeguino alle decisioniprese altrove ma affermino in ogni contestoche riguarda la collettivit il diritto a contri-buire a definire gli obiettivi da perseguire e ivalori da promuovere, rifuggendo da qual-siasi paternalismo e provvidenzialismo.Da queste premesse, che verranno svilup-pate e integrate dai relatori oggi, dai lavo-ri di gruppo di domani, e dagli interventinella Tavola Rotonda di sabato, inizia ilVII Congresso Nazionale di Medicina

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    Capitolo I

    I MOVIMENTI DI LOTTA PER

    LAFFERMAZIONE DEI DIRITTI

    UMANI, ALLA PACE, ALLA SALUTE,AL LAVORO, ALLAMBIENTE

    SALUBRE, AI BENI COMUNI _ _

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    Dopo la vittoria dei refe-

    rendum: una sconfittaepocale dei movimenti?

    di Lino BALZA*

    A oltre 3 anni di distanza dal Congresso diBrindisi dobbiamo riconsiderare, in terminipessimisti, la riflessione che svolgemmosullo stato dei movimenti in Italia? Eammissibile un ulteriore pessimismo rispet-to ad allora, quando addirittura sopravve-nuta la vittoria referendaria del 2011?Personalmente ritengo di s.

    Gi nella relazione del gruppo di lavoro Ilruolo fondamentale dei movimenti chesvolsi a Brindisi erano presenti forti preoc-cupazioni:

    IL FALLIMENTO DEL PATTO NAZIO-

    NALE DI SOLIDARIETA E MUTUO

    SOCCORSO

    Per superare i suddetti limiti, negli anni pre-cedenti il congresso di Brindisi, si era scom-

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    Malgrado tanto discutere, malgrado gli inco-raggiamenti entusiastici di piccoli e medicomitati da ogni angolo dItalia, manc ilpunto di fusione, che non procuraronoquelle che erano allora le bandiere nazio-nali dei movimenti: No Tav e No DalMolin. Cos non si produsse lauspicatosalto di qualit per costruire una Rete deimovimenti dei beni comuni che riconosces-se ciascuna vertenza territoriale come lottadi tutti/e, rafforzandone la capacit specificae facendola risuonare come parte di unamobilitazione pi generale, che costruisseuna ancora pi forte capacit vertenziale,mettendo in comune i saperi, le pratiche didemocrazia sperimentata, le proposte alter-native prodotte che si possono sintetizzarenel concetto di modello di sviluppo alter-nativo.Eppure sembrava chiaro come realizzare ilsalto. .Insomma, nel 2008 al Congresso di Brindisi,con lottimismo della volont, si auspicavauna Rete delle Reti e una Piattaforma riven-dicativa con una pi forte capacit verten-ziale, capaci di incidere, attraverso il conflit-to sociale generalizzato, sullagenda politicanazionale. La nostra rivista (nn. 177/179 )ospit oltre venti pagine dedicate allanali-si delle vertenze aperte sui territori: acquapubblica, Val Susa, No tav Terzo valico deiGiovi, Mugello, corridoio 5, Brennero, NoDal Molin, No Mose, Ponte sullo Stretto,amianto, Casale Monferrato. Val Cecina,nucleare, Saluggia, Trino, Bosco Marengo,No F35, elettrosmog, rifiuti zero, rigassifica-tori, inceneritori, centrali, Marghera, Bussi,Spinetta Marengo, Rosignano eccetera.

    UN SUCCESSO LAUTOORGANIZZA-

    ZIONE DEI MOVIMENTI ANTINUCLEA- _ _

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    tutta Italia. (2) Iniziative nelle strade, nellepiazze, nei mercati, alle fiere paesane, nelleparrocchie, presso dopolavori ferroviari,sale consiliari, universit, case del popolo,teatri, davanti alla villa di Berlusconi, allebasi militari, sedi amministrative ecc.Protesta e proposta. (3)Sullonda del successo dellautoorganizza-zione di novembre, passammo a Cremona il5 febbraio 2011, con ladesione di oltrecento comitati e movimenti di base, allaautoconvocazione dei Comitati antinuclea-ri, con presenze da 17 province. La primadecisione operativa riguard limpegno deiComitati, costituitisi in Coordinamentonazionale, ad avviare immediatamente neirispettivi territori la promozione di iniziati-ve per una unica campagna referendaria suentrambi i temi: vota S per lacqua pubbli-ca e contro il nucleare. Nel contempo sidecise di inviare a ciascun comitato eletto-rale nazionale gi costituitosi un formaleinvito ad un incontro per verificare lassolu-ta necessit di dar vita ad ununicaCampagna referendaria nazionale che com-prendesse i temi dellenergia e dellacqua,

    dere atto dellopposizione degli apparatielettorali nazionali che erano corsi a rita-gliarsi ognuno un proprio spazio politico eche facevano barriera alla nostra propostainiziale di costituire un Comitato referenda-rio nazionale unico per i s ai 3 referendumacqua e nucleare e di fare una Campagnanazionale referendaria unica. Anzi, nel frat-tempo, oltre al Comitato referendario 2 sper lacqua bene comune, si erano costitui-te almeno tre organizzazioni nazionali sulreferendum antinucleare. Questa inconci-liabile deleteria divisione in steccati, a livel-lo nazionale, era un fatto negativo ma non

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    do un fronte nazionale contro il nuclearecivile e militare e a favore delle fonti rinno-vabili e pulite>>.Infine lobbiettivo strategico fortemente per-seguito a Cremona ebbe successo. Possiamodirlo con orgoglio. Per effetto delle pressioniprodotte dai Comitati, tutte le organizzazio-ni nazionali, con le quali avevamo promos-so contatti, si espressero - magari obtortocollo - favorevolmente per concordare eavviare iniziative territoriali unitarie acqua-nucleare tramite coordinamenti locali eanche regionali. Questa fu la svolta per tra-guardare i quorum, altrimenti irraggiungibi-li sia per lacqua sia contro il nucleare (eanche il quarto referendum, sul legittimoimpedimento, aument tali probabilit).

    CONVOCHIAMO GLI STATI GENERA-

    LI DEI BENI COMUNI E PROPONIA-

    MO IL MANIFESTO AD UNAMPIA

    ALLEANZA FRA LE FORZE SOCIALI

    Fu scritto da tutti: Con lo straordinarioavvenimento politico del referendum hatrionfato un nuovo modello di fare politi-ca la fine di un ciclo politico e culturale

    lettivo i beni pubblici sociali - che la sovra-na volont popolare, con 27 milioni di voti,ha invece sancito debba essere governato intermini ecologici, sociali e sostenibili, nel-linteresse comune, e non espropriato.Ferme le responsabilit bipartisan di inau-dita gravit politica giuridica e costituziona-le, che vanno denunciate in tutte le forme dilotta possibili, i movimenti dei beni comunidovrebbero per interrogarsi sui propri limi-ti che hanno favorito in pochi mesi il tenta-tivo di svuotamento dellesito epocale deireferendum. E porvi rimedio. Tramite duestrumenti: organizzazione e programma>>.Fermo non stava invece il governoBerlusconi. E fermo non rester, comevedremo, il governo Monti. Eppure, dopo ilreferendum, nessuno, nessun partito o sin-dacato, se non il movimento dei movimen-ti sarebbe stato in grado credibilmente diopporre alla manovra di macelleria socia-le una Contromanovra di alternativa econo-mica e democratica: tasse sui patrimoni e lerendite, tagli alle spese militari, alle grandiopere e Tav, sviluppo della green economy,energie rinnovabili, riciclo rifiuti, mobilit

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    ne stabile a livello nazionale, addiritturanegli apparati nazionali si sedimentano resi-stenze miopi impastate di autosufficienza eseparatezza, orticelli, oltre alle ostilit ideo-logiche. Avevano perfino stentato adammettere che ciascun quesito referendariosarebbe stato perdente se scollegato daglialtri.Scrivemmo (Il Manifesto): .Autoconvochiamoci: fu la parola dordineche rimbalz in rete su tutte le mailing list.Non attendiamo pi i comitati elettoralinazionali impegnati a gestire i rimborsi elet-torali e (Forum acqua) a spaccarsi, autocon-vochiamoci come comitati e associazionilocali, come abbiamo gi fatto con successo,autorganizziamo gli Stati generali delgoverno dei beni comuni quale primo erapido atto costituente del popolo dei benicomuni e sulla base di un Manifesto dei

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    ciataria. E visto come un ostacolo insor-montabile che limmenso patrimonio didemocrazia partecipata sia spezzettato. Ineffetti frantumato in spezzoni non solomonotematici, ma addirittura sottomonote-matici (o peggio: il piccolo arcipelago paci-fista non violento sparso in almeno seiliste). Pensiamo che ci sono liste che si occu-pano separatamente chi di riciclo risorse erifiuti, chi di energie rinnovabili, chi dinucleare, inceneritori ecc. mentre tutteandrebbero ricondotte ad un capitolo unicoenergia e a ununica regia dei beni comu-ni. Altro esempio: per acqua pubblica ipi si riferiscono prevalentemente alla que-stione della gestione di acquedotti e tariffe,mentre pochi insistono che a maggior ragio-ne vanno compresi nel concetto di benicomuni lemergenza dei fiumi inquinati edellassetto idrogeologico e della manuten-

    zione e rinaturalizzazione del territorio, lefonti di energia idrica rinnovabile ecc.. Iltutto dunque fattibile di una unica regia. Egli esempi possono andare avanti a lungo:agricoltura e mobilit sostenibili, trasporti,grandi opere, no tav, ecc. che ci riportano al

    rinnovabili della Terra, ovvero il governodei beni comuni, creer una nuova identitdella specie umana, un nuovo segno di qua-lit della vita. La terza rivoluzione indu-striale, cambiando il business, cambieranche la politica. Per bisogna, come movi-menti, essere preparati, organizzati, e nonspettatori. E allora speriamo che la spinta aimovimenti italiani venga anche dalla pre-parazione della Costituzione europea diuna rete contro la privatizzazione (svenditaincentivata) dei beni comuni, e in vista delForum mondiale alternativo dellacqua diMarsiglia 2012.Infine un accenno alla paura che c inmolti fra noi che una organizzazione nazio-nale stabile dei movimenti sia fagocitabiledai partiti o si trasformi in partito. La paura un sentimento utile fino a quando nonparalizza. Dove sta in effetti il pericolo? La

    politica ormai impermeabile ai movimen-ti e alle lotte sociali, governata dal pensie-ro unico, partiti e sindacati non sono pimotori di cambiamento, la democrazia negata. Dunque lautonomia dei movimen-ti, oggi, pi facile per affermarsi e conser-

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    occasione della Manifestazione delle reti deiComitati campani (Serre, maggio 2007), in occa-sione dellAssemblea della Rete nazionale Noelettrosmog (Firenze, aprile 2007), in occasione

    dellAssemblea nazionale del Movimento perlacqua (Roma, giugno 2007, marzo 2008), ecce-tera. Hanno prodotto documenti la Rete per ladecrescita al Festival della decrescita felice(Colorno, ottobre 2006), la Rete Lilliput alla 5Assemblea nazionale (Napoli, maggio 2007), laRete econ.solidale al seminario La Rete di Reti(Milano, aprile 2007), lassociazione Legittimadifesa (Perugia, giugno 2007), nonch ATTAC,

    Rifiuti zero, Medicina Democratica, Rete NoInc., eccetera.2. Tam tam su internet. Iniziative tutte costruitedal basso che coinvolgono tutta Italia: Livorno,Mantova, Cremona, Viadana, Brescello,Casalmaggiore, Dosolo, Guastalla, Poviglio,Suzzara, Pontina, Latina, Arcore, Cecina,Montaldo di Castro, Tarquinia, Viterbo, Bologna,

    Saluggia, Crescentino, Trino, Vercelli, Cameri,Novara, Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone,Trezzano sul Naviglio, Milano, Mortara, Pavia,Sanremo, Chieri, Pinerolo, Moncalieri,Torino,Legnago,Verona, Bellano, Merate, Colico, Lecco,Roma, Pallanza Verbano Cusio Ossola,Vangadizza, Villastrada, Verbania, Intra, Cesara,

    d l d i i

    Laboratorio per la pace di Galliate, Novaresi atti-vi, Associazione cristiana casagrande, Comitato3 ottobre, Commissione diocesana giustizia epace, Emergency, Cub, Pax Christi, Rete Lilliput,

    Libera Ferrara, Emmaus, Grilli estensi, Comitatocitt sostenibile, Cittadini della nuova resistenza,Amici di Borsellino, Cinquestelle Roma eccete-ra. Rinascono di conseguenza coordinamentiterritoriali che condussero a suo tempo battaglieepiche culminate con la vittoria al referendum.Come il Coordinamento dei comitati piemonte-si che sta chiamando in Rete associazioni, parti-ti, sindacati, amministrazioni. O, assemblea mar-

    ted a Viadana, come il Coordinamento territo-riale antinucleare con i presidenti delle provin-ce di Mantova e Cremona, i sindaci di Viadana,Brescello, Casalmaggiore, Dosolo, Guastalla,Poviglio, Suzzara e altri 16 Comuni.3. - Iniziative in tutta Italia. Protesta e propo-sta. Tanta informazione e dunque materiali illu-strativi e volantinaggi dappertutto. In molti terri-

    tori anche la possibilit di firmare la proposta dilegge di iniziativa popolare S alle rinnovabili,no al nucleare. E dunque assemblee aperte,conferenze dibattito e serate di approfondimen-to e di lotta, come sabato a Livorno, marted aCecina, domenica a Trento, venerd aVangadizza di Legnago, gioved a Verbania,

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    aperitivo gioved a Frascati una delle tappe dellaCarovana antinucleare ecc. Si brinda alla vittoriadel nuovo referendum, si canta e si balla luneda Bologna: scalda il clima la favolosa Banda

    Roncati, cioccolata calda per addolcire il climadomenica allo stand a Mortara ma leggendoanche poesie, si pranza domenica a Crescentinoma con pranzo rigorosamente antinucleare.Venerd a Dosolo zampogna e ghironda e degu-stazione prodotti tipici di Scanzano Jonico, lacui rivolta imped di diventare deposito nazio-nale di scorie nucleari. Insolita creativit conflash mob sabato a Sanremo. Se ad Arcore,

    davanti al cancello della villa, si edifica unapseudo centrale atomica di cemento, sabato aCorsico si costruisce con i bambini un fornettosolare. Il Piemonte, che detiene l85% dellescorie nucleari italiane, in prima linea.Legambiente, Pronatura, WWF, LAV, Lipudomenica a Saluggia, Crescentino e Trino.Sabato a Torino 10 azioni dimostrative degli

    Ecologisti del Piemonte in 10 punti della citt,

    compresa la RAI. Domenica a Torino catenaumana del MANu nelle piazze del centro conflash mob, distribuzione scatoline con fintepastiglie di iodio, uomini e donne sandwich,

    tute bianche e bidoni gialli. Sabato a Chieri ban-chetti e proiezione video del PRC, domenicatutti alla fiera di S.Martino. A Pinerolo due gior-ni di spettacoli e mostre di pannelli solari.Sabato a Moncalieri concerto no nuke delmagnifico gruppo musicale Esagono. Sabato aPinerolo si esibisce in uno spettacolo teatrale ilGruppo Interezza. Venerd a Pallanza dibattitocon Pax Christi. Sabato e domenica ad

    Alessandria ecc. Nucleare civile e nucleare mili-tare. La lotta antinucleare si salda con quellapacifista. Sabato davanti alla base di CameriNovara con gazebo, striscioni, pannelli, panini esandwich, mostre, poesie, canzoni contro laguerra. Sempre sabato, presidio No F35 davantialla prefettura di Novara. Gioved, per un 4novembre antimilitarista, ad Alessandria,

    Milano, Trieste, Pisa, Spoleto, Catania ecc.

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    Movimento NO TAV:

    promuoviamo la partecipa-zione, la salute, la sicurezza,i diritti umani, la democrazia

    di Claudio GIORNO*

    Prima di tutto permettetemi un ringrazia-mento non rituale, anche se Vi coster unaintroduzione inevitabilmente biografica.In una vita precedente ho militato in un sin-dacato che (anche se dalla involuzione dog-gi si stenterebbe a crederlo) stato tra i pro-tagonisti delle conquiste dei lavoratori e deicittadini proprio in tema di diritto alla salu-

    te, alla sicurezza, di diritti umani, e di demo-crazia e partecipazione. E proprio grazie aquesta un tempo assidua frequentazione hoavuto modo di conoscere Luigi Mara parec-chi anni fa (gli anni in cui erano in compi-mento quelle conquiste). Fu in occasione di

    i i

    - la cattiva manutenzione di un impiantopoteva determinare per la popolazione resi-dente e come si dovesse quindi denunciar-ne il pericolo a costo di venir definito unoche sputa nel piatto dove mangia. Certo, siera a pochissimi anni dallincidentedellIcmesa di Severo, ma ancora non erastata percepita nella sua devastante dimen-

    sione la vicenda della Eternit di CasaleMonferrato. E personaggi come Marcegagliae Marchionne frequentavano forse la scuolamaterna e nessuno avrebbe potuto immagi-nare che quei bimbetti col grembiulino aquadrettini bianchi e blu che solo molti annid bb i d l i bi li

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    cessionaria autostradale e mi rendevo inevi-tabilmente conto come le scelte di tracciatoe le modalit costruttive di molte tratte dellagrande viabilit avessero pi a che fare con

    i bisogni della politica (anzi dei politici)che con reali esigenze di mobilit. Mi ren-devo anche conto delle ripercussioniambientali che tali scelte comportavano e -pi tardi - cominciai anche ad avvertire lestorture dellistituto stesso della concessio-ne, come attraverso il suo uso spregiudicatovenissero sottratte risorse della collettivit a

    beneficio delle lobby. E avrei infine dovutoanche accorgermi di come le privatizzazio-

    mettere in discussione la politica del tra-sporto ferroviario (per quel poco che ancoraesiste visto che FS dopo aver abolito centi-naia di stazioni merci e passeggeri diven-

    tata la pi grande stazione appaltante delpaese). Mi fermo qui con lalbo dei ricordi pervenire brevemente al cuore del tema che mi stato chiesto di svolgere ma che credo lin-troduzione abbia contribuito a contestualiz-zare un po meglio.Il Movimento No Tav della Valle di Susa

    non nasce ovviante come un coniglio dallamia esperienza personale anche se io credodi potermi considerare (nel bene e nel male)un sociofondatore: ma nasce dalla con-vinzione che (alla fine degli anni 70 e dopoche era stata appena terminata la costruzio-ne dellultima grande opera che ha fattodella nostra la vallata alpina gi oggi proba-

    bilmente la pi infrastrutturata dEuropa)per salvaguardarne la residua vivibilitoccorresse opporsi alla realizzazione di altreGrandi Opere. Quali che fossero. E talmen-te vero che il Comitato Habitat che fu fon-dato da molti cittadini impegnati e residen-

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    della non sostenibilit di unaltra operainvasiva.La memoria della sconfitta della lotta controil traforo e lautostrada del Frejus di una elite

    di ambientalisti e attivisti induce a coinvol-gere cittadini e amministratori locali dap-prima in riunioni di approccio poi in assem-blee e finalmente in manifestazioni dimassa che ormai caratterizzano la vita dellanostra comunit da oltre 20 anni! E un pro-cesso che ha fatto della Valle di Susa unluogo un po speciale dove in una panette-

    ria o in un ufficio postale pu capitare diascoltare - durante lattesa - informazionitecniche di dettaglio di un livello di compe-tenza che nelle aule dei parlamentino regio-nali, provinciali e cittadini (della capitalesabauda) si sognano. ...Ragazzi che oggi si trovano a fare i conti conla ferocia della Professoressa Fornero sono

    cresciuti frequentando in passeggino leprime manifestazioni di protesta per poipassare a organizzare seminari e assembleestudentesche sul tema mentre oggi neisocialforum si confrontano coi ragazzi dialtri luoghi del paese alle prese con proble-

    bilancio ambientale gi insostenibile se si fariferimento alla rigorosa analisi del ciclo divita delle Grandi Opere che fa a pezzi lafacile e falsa propaganda stampigliata sui

    biglietti del frecciarossa di Moretti - (pros-simamente degli Italo di Montezemolo,Della Valle & Punzo) - circa labbattimento diCO2 realizzabile col trasporto ferroviario. (Siconfrontino tra gli altri gli studi del compian-to Mirko Federici dellUniversit di Siena edel Professor Sergio Ulgiati dellUniversitPartenope (Allegato 1). Dati che sono alla

    base di un recente appello di professori algoverno dei professori che chiede un ripen-

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    anche sotto il piano di fondovalle e addirit-tura la Pianura Padana per la cosiddetta bre-tella di shuntaggio tra la futuribileTorino-Lione e la esistente e sotto-uti-

    lizzata Torino-Milano sulla cui anti-economicit persino una ricerca pubbli-cata recentemente dal Sole24ore haemesso un verdetto senza appello!Ma. Tornando ai problemi di ambientee salute pi in tema col congresso diMedicina Democratica (anche se la ulte-riore e ingente distrazione di denaro

    pubbliche avrebbe tra le altre conse-guenze anche quella di impoverire ibilanci sanitari) va aggiunto che basta-no e avanzano i pur avari dati di pro-getto per fare definire inaccettabile lef-fetto-cantiere previsto per le popolazio-ni residenti in termine di aumento pre-visto in misura del 10% delle malattie

    cardiovascolari per la sola emissionedelle polveri connesse agli impianti diestrazione e stoccaggio dei materiali discavo e non quantificabile per laltaprobabilit - ammessa - di impattarevene di amianto e addirittura di pech-

    tile!Permettetemi infine un cenno alle diffi-colt di gestione (il cosiddetto modellodi esercizio) e ai rischi per la sicurezza

    degli addetti e dei cittadini che la rea-lizzazione di una linea promiscua(merci/passeggeri) comporterebbe sedisgraziatamente un domani dovesseessere stata comunque realizzata edovesse ospitare i volumi di traffico(per fortuna - bisogna dire in questocaso) che la giustificherebbero):

    Sono qui presenti i familiari delle vitti-me del terribile incidente di Viareggio,e limmagine di quel rogo non si spe-gner mai nei loro occhi come in quellidi tutti coloro che hanno una sensibilitresponsabile verso la riduzione (se nonla eliminazione) dei rischi derivanti daltrasporto di merci pericolose.

    Sappiamo che quasi sempre lassenza dimanutenzione (giustificata dai costiinsostenibili per le aziende che questacomporta) alla base di incidenti che poi - peruna serie di circostanze - possono determi-nare conseguenze devastanti come quelle.

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    Amianto: testimonianza diun massacro operaio

    di Lorena TACCO*

    Sono una figlia di una vittima dellamianto,mio padre morto 5 anni fa di mesoteliomapleurico e faccio parte dellAssociazioneItaliana Esposti Amianto di PadernoDugnano.Desidero portare anche in questa sede lamia testimonianza di operaia metalmecca-nica.

    Lavoro in fabbrica da trentanni. Si trattadella testimonianza di chi ha assistito aldecadimento dei diritti ottenuti con enormisacrifici e lotte operaie, e che ora vengonoconsiderati privilegi.Con la scusa della crisi del lavoro gli operai

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    fatto che i lavoratori si adeguino al coman-do padronale, pensando di essere fortunatiperch hanno ancora un lavoro, e questodiventa quasi una vergogna nei confrontidi chi il lavoro non ce lha pi o non lo hamai avuto: se tu protesti significa che nonhai cos bisogno di lavorare!Questo rende difficile stabilire adeguati rap-

    porti di forza nei confronti del padrone.Come al solito le pi colpite sono le donne,perch nelle fabbriche le lavoratrici sonoquelle che non hanno responsabilit dicomando, non hanno specializzazioni esvolgono la maggior parte del lavoro

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    In questa fabbrica il sindacato non esisteva,non cerano controlli; il proprietario statoincriminato per omicidio colposo plurimoed in galera (al momento nel quale si svol-

    ge questo congresso) perch secondolAutorit giudiziaria sussiste il pericolo direiterazione del reato. Infatti il Sig. Merlino(cos si chiama) accusato anche di trafficoillecito di rifiuti e violazioni in materia disicurezza sui luoghi di lavoro. Un paio dan-ni fa in unaltra fabbrica di stoccaggio rifiuti(sempre di propriet di Merlino), in provin-

    cia di Pavia, unaltro operaio deceduto sullavoro, e pochi mesi prima della tragedia diPaderno Dugnano era scoppiato un altroincendio, per fortuna senza vittime.I lavoratori dellEureco di Paderno Dugnano(per la maggior parte immigrati albanesi)erano quasi tutti dipendenti di cooperative,senza alcun tipo di formazione e informa-

    zionesui rischi ai quali erano esposti e comeprevenire gli stessi, nonch privi degli indi-spensabili (DPI) mezzi di protezione perso-nale: nonostante tutto questo dovevanomaneggiare svariati prodotti altamente tossi-ci e pericolosi, con la conseguente esposi-

    cogliere fondi a loro favore, e precisamen-te: Conto di solidariet per i LavoratoriEurecoIBAN n. IT 71p0760101600000009791656).

    Abbiamo scritto anche al Presidente dellaRepubblica Napolitano per informarlo dellasituazione di questi lavoratori; gli abbiamoscritto a fine dicembre e non ci ha ancorarisposto! Comunque siamo fiduciosi e rima-niamo in attesa confidando nella Sua sensi-bilit nei confronti delle vittime operaie dellavoro.

    In proposito, abbiamo realizzato un dvdsulla societ Eureco, in modo di documen-tare le condizioni di lavoro che hanno cau-sato questa strage operaia; il dvd lo presen-teremo a Paderno Dugnano, nelle fabbrichee nelle scuole, ed in ogni altro dove dellasociet.Nelle fabbriche le condizioni di lavoro sono

    caratterizzate dallaumento dei ritmi e dellosfruttamento della manodopera, il tuttosegnato da un aumento dei rischi e dellenocivit. Per cambiare in positivo questapesante realt, la classe operaia deve risco-prire le lotte per affermare la salute, la sicu-

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    realizzare controlli a tappeto da parte delleistituzioni preposte in tutte le fabbriche delterritorio, prevedendo sanzioni pesanti lad-dove si riscontrino delle mancanze, denun-

    ciando le violazioni di legge alle competen-ti procure della Repubblica per ottenereverit e giustizia (come quella che finalmen-te abbiamo ottenuto lo scorso 13 febbraionel c.d. processo Eternit di Torino); condan-ne che costituiscono il deterrente pi effica-ce per costringere i datori di lavoro a rispet-tare le norme sulla sicurezza e ligiene del

    lavoro.Chiedo, soprattutto in questasede, davanti atanti studenti che saranno i medici deldomani, che si avvicinino ai loro pazienti ealle loro famiglie prima di ogni altra cosacon tanta umanit ed umilt, soprattutto neiconfronti di chi ha contratto una malattiaprofessionale.

    Ci sono molti medici che hanno una sensi-bilit speciale, straordinaria, che aiutanoquesti malati considerandoli prima di tuttocome persone, aiutandoli anche psicologi-camente ad affrontare questa malattia terri-bile, il mesotelioma, che porta inesorabil-

    on la quale condannavano i vertici dellamultinazionale Eternit. Non neppure riu-scito ad assistere a quellatto di giustiziatanto atteso.

    Ebbene Sua figlia Chiara vuole raccontarelincontro suo e di sua madre con il profes-sore che allinizio della malattia ha preso incura suo padre.Prof.: Buon giorno. Dunque voi siete i fami-liari di Misin, moglie e figlia. Bene.Accomodatevi. Ci offre due sedie posizio-nate davanti ad una cattedra nettamente

    rialzata rispetto alle nostre postazioni, dietrola quale si siede lui. Io alla sua destra, mia

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    comincia il calvario, sar dura. Non sarpi vita. Lui interrompe i suoi singhiozziun po seccamente dicendole: Su su signo-ra! Il calvario lha fatto solo Uno morto tanto

    tempo fa! Se deve ragionare cos, allora lavita una malattia mortale.Intervengo io preoccupata per la sensibilitdi mia madre e con il pensiero in testa di ciche conosce mio padre su questa malattia edei colleghi morti prima di lui, dicendo:Adesso sar difficoltoso per lui affrontarele implicazioni psicologiche Scusi

    scusi?! mi interrompe lui - Che parolo-ni! Implicazioni psicologiche!! Ha per casostudiato psicologia, lei??!. No! Solo miopadre ha seguito passo a passo i casi e vistomorire di mesotelioma tredici colleghiprima di lui!. Ah!... Va bh ora che lasituazione vi stata spiegata, voglio capirese voi avete il sentore che il paziente sia

    favorevole alloperazione chirurgica (nelqual caso i risultati della biopsia attesi per il17/08 rivelino che sia una scelta sostenibi-le); gi spiegataci in precedenza come dif-ficile, periocolosa, con infinite implicazioni,ecc ecc. E per questo che vi ho convocate.

    di Gallarate dove ha trovato tanta umanit edove si spento una settimana fa.Chiara insieme a me e alle vittime del lavo-ro e ai loro famigliari, chiede a voi studenti

    di medicina di non diventare come quelmedico.Immaginate cosa possa provare una personache sa che sta per morire perch qualcunoin cambio di denaro ha negato la pericolo-sit dellesposizione allamianto, pensatequale rabbia abbia dentro di s, quantapaura; ha visto morire tanti Suoi compagni

    di lavoro! Una persona in queste condizioniterribili si aspetterebbe almeno di esserecurata decentemente, seguita anche psicolo-gicamente, insieme alla sua famiglia che, viassicuro, viene devastata, e invece non rie-sce ad avere neppure questo.I malati sono lasciati soli insieme alle lorofamiglie e questo non accettabile oltre che

    essere immorale e disumano.Esiste anche unaltra triste e cinica verit:purtroppo molti medici non curano pi ditanto questi malati perch sono senza spe-ranza ....Capisco che ormai la sanit pubblica allo

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    La strage ferroviaria diViareggio del 29 giugno 2009

    di Riccardo ANTONINI*

    Non sono n un magistrato, n un medico,n un tecnico specializzato della salute,sono stato ferroviere fino al 7 di novembredello scorso anno, giorno in cui sono statolicenziato dalle ferrovie per essermi schiera-to a fianco dei familiari nella strage diViareggio del 29 giugno 2009.Quindi, mi sforzer, come militante, politi-

    co e sindacale, di dare un contributo rispet-to alla nostra esperienza che ci vede impe-gnati quotidianamente da 32 mesi, in termi-ni di mobilitazione, di approfondimento edi studio per sviluppare un movimento dilotta su sicurezza e salute per quanto avve-

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    come cittadini e lavoratori mobilitati, abbia-mo fin da subito definito questa tragedia,una strage annunciata, in quanto prevista,prevedibile ed evitabile.Nei 40 giorni precedenti il 29 giugno, vierano stati quattro incidentianaloghi a trenimerci di cui due in Toscana: il 6 giugno2009 a Pisa San Rossore e il 22 giugno a

    Vaiano (PO). Quello di Vaiano trasportavamateriale altamente pericoloso e tossicocome il treno di Viareggio, che trasportavaGpl (Gas di petrolio liquefatto), e solo perbuona sorte non era avvenuto un disastro,perch il treno transitato in senso opposto,

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    Negli ultimi 4 anni in ferrovia sono morti 33(trentatre!) lavoratori: una statistica impres-sionante che significa che ogni 50 giorni suibinari muore un lavoratore!

    Nellesercitare il diritto di critica e di crona-ca, di critica delle scelte aziendali, che pena-lizzano le ferrovie non solo come serviziopubblico e sociale (e questo sotto gli occhidi tutti, in primis dei pendolari), e di crona-ca, cio di informazione, abbiamo sempredenunciato la gravit della situazione, ovve-ro del degrado della sicurezza, della salute e

    dellambiente.Queste stragi e questi incidentisono figli diquella politica, di quel contesto politico-organizzativo, nonch della palese violazio-ne delle norme vigenti e/o della omissionedelle norme atte a garantire la sicurezza neltrasporto delle merci pericolose.Allindomani della strage ci siamo organiz-

    zati nellAssemblea 29 giugno, composta diferrovieri, lavoratori, lavoratrici, cittadine/iperch quanto avvenuto a Viareggio, comeper tante altre stragi di questo paese, non sian dimenticato, n impunito.LAssemblea 29 giugno come forma orga-

    lelaborazione di proposte e promuovendoiniziative assieme ai familiari ad altri lavo-ratori e cittadini/e.E proprio su sicurezza, verit, giustizia ci

    siamo posti il problema di sviluppare ele-menti utili per conseguire tali obiettivi.Innanzitutto, la solidariet come valoreindispensabile, dato che siamo convinti chechi la nega ammette la propria sconfitta,nonch il sostegno attivo e militante conte-stualmente allunit, ovvero lavorare per(ri)unire le forze interessate e disponibili

    alla mobilitazione ed alla lotta, senza lequali non sarebbe stato possibile imporre lavisibilit per non dimenticare e per conse-guire significativi risultati; infine lorganiz-zazione, nel senso di essere organizzati percostruire la nostra autonomia attraverso unpercorso (di studio e di lotta) consapevole ecollettivo.

    E stata unesperienza positiva vedere ferro-vieri, familiari, giovani e cittadini/e, riunitiin assemblee e seminari, leggere, documen-tarsi, confrontarsi, approfondire e per capirecosa era avvenuto il 29 giugno 2009 e,soprattutto, per condurre la lotta affinch i

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    realt, con le quali abbiamo costituito unasorta di Coordinamento di Associazioni eComitati per dare pi forza alle rispettivebattaglie. Con la consapevolezza che lunit

    d pi forza e che da ogni esperienza si pu(e si deve) imparare, perch ognuna di esseha le sue specificit ed ha maturato proprieesperienze, una invalutabile ricchezza diconoscenze collettive alla quale attingereper affrontare concretamente i problemi diuna data realt.Tanto pi studiamo le esperienze passate

    meglio costruiamo il nostro futuro.Per comprendere appieno la dimensione ela determinazione di questa permanentemobilitazione vi do due dati: il primo, quan-do si avvi liniziativa per accelerare i tempidellinchiesta giudiziaria ed individuare gliindagati, abbiamo manifestato ininterrotta-mente (giorno e notte) per 32 ore di fronte al

    Tribunale di Lucca, unora per ogni vittima;il secondo: alle manifestazioni dei dueanniversari hanno partecipato migliaia emigliaia di persone. Il fatto particolare epositivo che al 2 anniversario vi erano20mila persone in piazza rispetto al 1 al

    ri, incontri. Questi signori hanno detto achiare lettere che loro sonopartigianidelleliberalizzazioni e noi abbiamo risposto cheanche noi siamo altrettantopartigiani, ma

    della sicurezza e della salute!Visto che le scelte politiche sono subordina-te a logiche di mercato e quindi ai loro pro-fitti, questi hanno la consapevolezza che gliincidenti o per meglio dire i disastri,anche gravissimi, come quello avvenuto il29 giugno 2009 a Viareggio, possono essereallordine del giorno. Cos, in questi anni,

    sono stati costretti a dotarsi di c.d. ammor-tizzatori politicicome le Agenzie nazionali

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    societ coinvolte; tra gli indagati vi sonoproprietari, presidenti e amministratoridelegati di queste societ e questo, ad oggi, un dato che non possiamo sottovalutare,

    anchesso il frutto della mobilitazione.Gli indagati stanno facendo di tutto, anchecarte false, per uscire dal processo. Nonessere rinviati a giudizio , ovviamente, la-spettativa di ogni indagato di qualsiasi pro-cesso, ma per chi si vanta di essere statoimputato in vari processi e di esserne sem-pre uscito assolto, Viareggio rappresenta

    unincognita rispetto ad altri processi relati-vi a disastri ferroviari come quello diCrevalcore (BO) del 7 gennaio 2005: 17(diciassette!) vittime e decine di feriti.A Crevalcore la responsabilit fu addossataai macchinisti con lassurda formuladellerrore umano. Anche il c.d. erroreumano il prodotto di una specifica orga-

    nizzazione del lavoro e quindi figlio di unincidente organizzativo o, meglio, politi-co/organizzativo.A Viareggio i macchinisti sono vivi a diffe-renza di Crevalcore dove sono morti e giu-dicati responsabili del disastro; a Viareggio i

    suoi rapporti con RFI e con altre societ F.S.indagate: solo quando stato messo allestrette, a conclusione dellincidente proba-torio, ha ammesso tali fatti

    SUL MIO LICENZIAMENTO

    Sono stato licenziato per essere consulentetecnico di parte nellincidente probatorio diFamiliari prima e del sindacato poi e quin-di di essermi posto in una situazione dievidente conflitto di interessi (dalla diffidainviata dalla direzione F.S. il 1 luglio2011).

    Dopo 20 anni, finalmente, abbiamo scoper-to il vero conflitto di interessi !Alla diffida di cessare immediatamente ho risposto che non avrei abbandonato lim-pegno con i Familiari, ovviamente a titologratuito, e lo avrei esercitato fino alla con-clusione dellincidente probatorio avvenutail 4 novembre 2011, tra laltro, sfavorevole

    alle ragionevoli aspettative dei Familiari.Prima sono stato sospeso 10 giorni (il 10agosto 2011), poi licenziato in tronco (il 7novembre 2011).Oltre al fatto di essere consulente di partedelle persone offese, mi si contesta anche di

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    Una considerazione. Si parla molto di omi-cidi esecrabili, come quello di Sara, Yara,Melania, ecc. ma non si fanno trasmissioni,dibattiti, tavole rotonde su stragi come quel-

    la di Viareggio: perch i primi sono omici-di tra privati, mentre quella di Viareggio(come altre stragi) un terrificante disastroe crimine industriale sul quale debbonoessere accertate le responsabilit di Am-ministratori delegati, alti funzionari, diri-genti, manager di stato.Questa la nuda e cruda realt di una

    informazione asservita al palazzo!Le intimidazioni nei miei confronti sonostate respinte al mittente ma nellincidenteprobatorio era presente anche un altro ferro-viere, un macchinista, Rappresentante deiLavoratori alla Sicurezza (RLS), che per ladiffida notificataGli dallazienda statocostretto a ritirarsi.

    Il fatto di aver impedito a un consulente diparte (attivit che anchEgli svolgeva gratui-tamente) di mettere a disposizione le suecompetenze nella ricerca della verit rappre-senta un fatto ancora pi grave del mio licen-ziamento.

    e, segnatamente, sia nel trasporto passeggeriche in quello delle merci pericolose.A differenza dellAmministratore delegatodelle ferrovie, che nellaudizione del 2 feb-

    braio 2010 in Senato, alla CommissioneLavori, defin la strage di Viareggio unospiacevolissimo episodio, mi sono permes-so di dire che stato il licenziamento unospiacevole episodio, perch risolvibile e,anche se non lo fosse, non la fine delmondo; la strage di Viareggio non uno spia-cevole episodio, primo perch non rime-

    diabile, e secondo perch per i Familiaridelle Vittime di Viareggio stata la fine delmondo. Questo signore non ha neppure ilcoraggio di pronunciare la parola inciden-te, non dico disastro ferroviario o strage.Da questa esperienza abbiamo rafforzato laconvinzione che la salute:- non si delega;

    - non si monetizza;- non si subordina ad alcuna norma, contrat-to o legge, perch rappresenta un bene indi-sponibile, inviolabile, irrinunciabile e inelu-dibile.Per sostenere meglio i nostri compagni di

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    IL LORO ODIO VERSO LAMORE

    Sono schiavi della morte.Vogliono

    colpire distruggere.Non ascoltarli, non sentirli.Predicano ossessivamente

    da lunghi tempi

    che lamoreha le ali troppo grandiche vola troppo in alto

    che pretende troppalibert.

    Tappati le orecchiela bocca

    il cuore.Cercano di ammazzarcelo

    nelle vene.Il loro isterismo, il loro odio

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    La lotta contro

    i cacciabombardieri F-35

    nel territorio novarese

    a cura del Movimento NO F-35 di Novara*

    Si pu dire senza tema di smentita che final-mente, dopo pi di cinque anni di movi-mento contro la costruzione e lacquisto deicacciabombardieri F-35, il tema delle spesemilitariabbia acquistato un minimo dirilie-vonella discussione pubblica.Dobbiamo ringraziare una crisi economicadevastante, che ha provocato laccresciuta

    consapevolezza di parte della popolazioneitaliana: una parte non pi insignificante dalpunto di vista statistico, ma che anzi rischiadi diventare maggioranza, seppure ancorapoco rumorosa e piuttosto inerte di fronte alproblema percepito.

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    complesso.Molti di noi hanno fatto parte dei movimen-ti che negli anni 90 del secolo scorso e neldecennio 2000 hanno lottato contro le politi-che della guerra permanente: dallinvasionedellIraq nel 1991, alla guerra in Kosovo nel1999, alla guerra infinita di Bush inAfghanistan ed in Iraq. Molti hanno costrui-

    to azioni di lotta e di solidariet con il popo-lo palestinese, con quello curdo e con altripopoli oppressi.Molti hanno collaborato con i movimentidella provincia di Varese, che ospita diver-se importanti fabbriche belliche (come

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    varie circostanze. Per noi che stiamo aNovara stato naturale concentrarci sullaquestione F-35, dal momento che, proprio apochi chilometri da noi, allinterno dellae-

    roporto militare di Cameri, stanno costruen-do lo stabilimento che servir per lopera diassemblaggio del nuovo cacciabombardiere,ma pure per la costruzione di alcuni pezzi diali e di fusoliere.Avremo unenorme fabbrica di morte apochi chilometri da casa nostra:questo ilpunto.

    La mobilitazione locale ha faticato molto ariflettersi a livello nazionale: lopposizionesu scala pi ampia cosa relativamenterecente. A parte liniziale interessamentodella rete Disarmiamoli, a parte lopera con-tinua della Rete Italiana Disarmo, che haincominciato una campagna di raccoltafirme gi nel 2009, solo negli ultimi mesi lo-

    pinione pubblica nazionale si sentita inter-pellata davvero dalla questione. Solo dapochi mesi i mezzi di comunicazione dimassa hanno dato un rilievo discreto al temadella problematicit dellacquisto di 131 cac-ciabombardieri piuttosto costosi in tempi di

    ha rubato alla comunit locale spazi che sisarebbero potuti utilizzare altrimenti.Anche se pu sembrare strano, consideran-do appunto la marginalit territoriale e cul-

    turale dei luoghi in cui il destino ci ha posti,la nostra opera di contrasto ha sempre avutounamotivazione essenzialmente etica e poli-tica, prima ancora che economica o ambien-talista.La questione di fondo sempre stata laseguente: i cacciabombardieri servono perfare la guerra, servono per attaccare territori

    e popolazioni a grande distanza dal nostropaese; noi aborriamo la guerra in tutte le suemanifestazioni; quindi non vogliamo prepa-rarci a fare la guerra e non vogliamo che sicostruiscano ordigni di morte. un ragionamento molto semplice, chemagari, ai pi raffinati analisti della politicainternazionale e della difesa, pu apparire

    semplicistico. Ma proprio questo stato ilnostro punto di avvio e continua ad essere lasorgente di ogni nostra motivazione attuale.Veder costruire una fabbrica di morte, unafabbrica darmi, proprio mentre lItalia parte-cipa ad alcune guerre qua e l nel mondo, ci

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    governo Prodi, coperto a sinistra dalle for-mazioni post o neocomuniste.E tuttavia, gi da subito, abbiamo capito che,pur se ignorato dai media nazionali, il tema

    della fabbricazione e dellacquisto degli F-35avrebbe potuto acquistare un rilievo simboli-co di primo piano nelle pratiche di contrastodelle spese militari e delle politiche guer-rafondaie poste in atto dal nostro paese daoramai pi di una ventina danni, cio dalli-nizio della partecipazione delle forze armateitaliane alle cosiddette missioni di pace isti-

    tuite dalla comunit internazionale (questaentit quasi metafisica, che poi altro non senon laggregazione dei poteri pi forti e deglisfruttatori pi efficaci).Per alcuni anni, tuttavia, il dibattito si svi-luppato soprattutto a livello locale.Le forze politiche e sindacali locali si sonosentite interpellate dal problema. I partiti del

    centro-destra hanno subito sposato limpre-sa, cercando di sottolineare limpatto positi-vo sulleconomia locale: ne sarebbero deri-vati migliaia di posti di lavoro per i giovanidelle nostre contrade.I partiti del centro sinistra si sono posti

    invece hanno dovuto scontare la possibilitdi scontrarsi con le gerarchie delle loro orga-nizzazioni inserite organicamente nel gioconeocorporativo ed istituzionale dello Stato

    sociale in sui viviamo.Si pu forse dire che il movimento locale NoF-35, con le sue lievi diramazioni nazionali,sia stato un vero e proprio movimento di cit-tadini, di individui motivati da valori, che sisono mossi in completa autonomia rispettoalle appartenenze politiche, sindacali, reli-giose, ideologiche: una novit nel panorama

    sociale del nostro paese.In questa singolarit sta sia lopportunit di

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    contrari ai nuovi cacciabombardieri. Da ulti-mo, nello scorcio finale dellanno appenatrascorso, il consiglio comunale di Novara,con maggioranza di centro-sinistra dopo le

    ultime elezioni amministrative del giugno2011, ha votato pure una mozione contrariaagli F-35. Ora siamo in una compagnia piaffollata:ci si sente meglio, si meno isolati, si vedo-no traballare le fondamenta delle certezze sucui si fondava ledificio dellapparato milita-re di Stato. Da parte nostra, restiamo sempre

    fermamente ancorati ai nostri principi e pro-seguiamo senza alcuna deviazione dallo-biettivo principale, che quello di impedirela costruzione della fabbrica e non solo lac-quisto (o la riduzione del numero dei pezziacquistati) di cacciabombardieri F-35.La prima e fondamentale motivazione checi ha portato ad impegnarci in questo senso

    , come si gi evidenziato, senzaltro etica:noi riteniamo la guerra un male assoluto equindi ogni strumento per condurre conflit-ti armati in s malvagio e produttore dimorte. Non si pu immaginare un caccia-bombardiere come strumento di pace: non

    losa in cui si messa partecipando, negliultimi ventanni, a numerose guerre spessocontrabbandate come missioni umanitarie.Il ragionamento economicopotrebbe appari-

    re pi complesso, ma, in realt, mantieneunevidenza almeno pari a quelli condottiappena sopra. Soprattutto a Novara e dintor-ni, diversi politici ed imprenditori hannopropagandato limpresa di costruzione degliF-35 come utile occasione di creazione dinuovi posti di lavoro. Senza la necessit difare tutte le opportune citazioni di giornali-

    sti, ricercatori, sindacalisti, che si sono occu-pati della faccenda, innegabile che si trattidipromesse temerarie o volutamente ingan-nevoli. Dai diecimila posti di lavoro strom-bazzati dagli onorevoli locali del PdL e dellaLega Nord si passati, da quel che si sa finoad oggi, a un massimo di seicento personeche saranno impiegate nei momenti di atti-

    vit a pieno regime, ma che saranno per lopi trasferite da altri siti, mentre centinaia didomande di assunzione sono impropria-mente stipate negli uffici del comune diCameri. Se si pensa ai costi enormigi soste-nuti (pi di due miliardi di euro) per parte-

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    lo stabilimento si trova praticamente inmezzo al parco del Ticino; certo laeroporto fuori dal parco, ma immediatamente confi-nante. Si pu immaginare quale sar lim-

    patto ambientale della produzione e dei volidi collaudo (ammesso che ve ne siano)?Allinterno del demanio militare non valgo-no le regole del diritto comune e noi nonabbiamo ad oggi notizia di alcuna proceduradi valutazione dellimpatto ambientale dellaproduzione di F-35. Certo, anche in assenzadi simili remore di carattere ambientalista,

    noi resteremmo contrari al progetto. Tuttavia utile ricordare questo aspetto relativoallimpatto sul territorio, anche riguardo alnecessario sviluppo di una nuova viabilit,con la conseguente distruzione dei terreniagricoli che verrebbero espropriati, provo-cando un ulteriore consumo di suolo fertilein zone che gi stanno vivendo unepocale

    trasformazione in nome della prevalenza delcemento e dellasfalto. In definitiva: nonmancano certo le motivazioni che possonosostenere in modo saldo la nostra campagnadi opposizione agli F-35. Noi restiamo ferminelle nostre posizioni ed evitiamo di gioire di

    parte del nostro impegno pacifista ed anti-militarista.Essere contro gli F-35 non significa essere afavore degli Eurofighter, n delle nuove fre-

    gate o del rammodernamento di altre unitnavali.La nostra unacritica radicale e decisa rivol-ta contro lattuale modello di difesa, che subordinato agli interessi del nostro princi-pale alleato (gli USA) e di una vaga entiteuropea ancora tutta da definire. Essere con-tro la guerra e contro la violenza militare e

    terroristica comporta la necessit di esserecoerenti. Chi vuole la pace non prepara la

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    Riassumendo per punti, possiamo evi-denziare quanto segue:- Costruire cacciabombardieri dattacco anticostituzionale.

    - Consumare risorse pubbliche in tempodi crisi per preparare guerre di proiezionestrategica stupido e autolesionista.- Comprare con promesse falsate la spe-ranza di occupazione immorale.- Chiamare missioni di difesa aerea ibombardamenti sulle citt vergognoso.- Si stanno moltiplicando le voci critiche,

    tra la cittadinanza, tra gli enti locali, suimezzi di comunicazione.- Il caso F-35 un esempio illuminantedella distorsione militarista delle nostresociet: si produce per distruggere e ucci-dere, si ricerca per avere armi pi potenti,

    si investe DENARO PUBBLICO in sistemidarma sempre pi costosi e sempre menogeneratori di occupazione. Mentre intornola societ civile, indifesa, si impoverisce e

    perde sicurezza.- La crisi che travolge diritti, sicurezzasociale, futuro per i giovani, prevenzioneambientale, pu essere loccasione peruna grande RICONVERSIONE dal militareal sociale: nella ricerca, nella produzione,nei consumi, nelle scelte politiche nazio-nali, nelle strategie internazionali, nella

    cultura.- Noi civili siamo il 99 % della societ.CHIEDIAMO LA PRECEDENZA.- No agli F-35 il primo passo di riconver-sione civile: tagliare uningente spesa mili-tare per rivolgerla a scopi sociali e culturali.

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    Capitolo II

    LOTTA ALLHANDICAP

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    IL Manifesto della vitaindipendente

    di Stefania VALESI e Ida SALA*

    VITA INDIPENDENTE

    Recentemente molte persone, soprattuttoprofessionisti e operatori della riabilitazio-ne, hanno scoperto il termine VitaIndipendente, che usano liberamente maspesso non del tutto consapevoli delle sueimplicazioni.Vita Indipendente , fondamentalmente,poter vivere proprio come chiunque altro:avere la possibilit di prendere decisioniriguardanti la propria vita e la capacit disvolgere attivit di propria scelta, con le solelimitazioni che hanno le persone senzadisabilit.

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    Vita Indipendente non facile, e pu essererischiosa, ma milioni di persone con disabi-lit considerano questo obiettivo ben pielevato rispetto ad una vita di dipendenza,di delega, con limitate possibilit ed aspet-tative mancate.

    LINIZIO

    Le origini del movimento per la VitaIndipendente risalgono alla prima metdegli anni 60 quando alcuni studenti del-luniversit di Berkeley, in California, acausa delle loro notevolissime disabilitvenivano alloggiati nellospedale del cam-

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    zioni) furono messi a punto piani per edu-care la collettivit e per influenzare i respon-sabili a tutti i livelli, affinch cambiassero iregolamenti ed introducessero una legisla-

    zione migliore.Per colmare le lacune nellambito dei servi-zi fu concepito un nuovo metodo di orga-nizzazione degli stessi, secondo cui spettavaalle persone con disabilit determinarequali tipi di prestazioni fossero essenzialiper la loro vita, ed a dirigerne in prima per-sona lerogazione.

    Il primo nucleo operativo fu organizzato nel1972 a Berkeley, subito seguito da gruppiche operavano a Boston e Houston.Oggi il movimento per la Vita Indipendente, presente in quasi ogni parte della Terra,opera politicamente affinch la VitaIndipendente venga riconosciuta e garantitacome un diritto umano e civile e si battecontro ogni forma di discriminazione dellepersone con disabilit.

    CENTRI PER LA VITA INDIPENDENTE

    In seguito ad una efficace azione legale daparte delle persone con disabilit, nel 1978

    pari.

    GLI ISTITUTI E I SERVIZI

    Il movimento per la Vita Indipendente si

    oppone con tutte le sue forze agli istituti,anche a quelli cosiddetti moderni.Le strutture nelle quali ancora oggi vengonorelegate le persone con disabilit hanno perlungo tempo costituito lunica risposta chelo Stato o le organizzazioni caritatevoli sonoriusciti ad immaginare per consentire a que-ste persone di rimanere in vita, spesso dele-

    gando e finanziando a questo scopo entireligiosi.Lalternativa era ed vivere in famiglia, ilche a volte impossibile, e alle condizioniattuali comporta sempre il prezzo altissimodella schiavit imposta ad un altro compo-nente della famiglia, delegato a provvederealle necessit della persona con disabilit.Altre soluzioni intermedie sono comun-que insoddisfacenti, infatti convivere conaltre persone non per scelta ma a causa dellamancanza di servizi (ad esempio case fami-glia, comunit, etc.) equivale a stare in isti-tuto, cos come parlare di istituzionalizza-

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    vale anche a livello delle regole organizzati-ve del movimento per la Vita Indipendente,che al suo interno riserva alle persone condisabilit il diritto di voto. Alle persone

    senza disabilit non deve essere consentitodi prendere alcuna decisione che riguardale persone con disabilit, perch queste per-sone non possono davvero essere libere sealtri decidono per loro.Naturalmente questo non vuol dire creareuno Stato separato o una societ separata.Le scelte di cui si parla sono quelle che in

    una societ ad ordinamento democraticovengono normalmente fatte dalle personesenza disabilit: quando alzarsi e coricarsi,quando e cosa mangiare, quale scuola segui-re, quali amici ed amiche frequentare, qualeoccupazione o lavoro cercare, come e dovedivertirsi, a quali argomenti interessarsi, ecos via.

    LASSISTENZA PERSONALE

    Il primo e pi importante ausilio di cui lepersone con disabilit necessitano per laloro libert e per uscire dalla condizione disubalternit lAssistente Personale.

    fica fallire, e per una persona con disabilitche non si veda riconosciuto questo diritto come stare in istituto o in prigione.

    GLI AUSILI

    Lassistenza personale non lunico settorenel quale necessaria la massima libert discelta: un altro importante campo nel qualeattualmente le persone con disabilit sonosottoposte al dominio dei cosiddetti esper-ti quello degli ausili tecnici.Oggi occorre farsi prescrivere un ausilio:

    scelto da un medico in base a elenchi, tabel-le e a nomenclatori, per definizione incom-

    qualit prescritti dalle normative internazio spesso in lotta gli uni contro gli altri nellil

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    qualit prescritti dalle normative internazio-nali vigenti e che anche in questo settoresiano pienamente operanti le norme chetutelano i diritti dei consumatori.

    LA LEGISLAZIONE

    Le persone con disabilit non hanno neces-sit di leggi speciali o di speciali privilegi; molto pi importante, invece, che i principgenerali di eguaglianza e di pari opportunitsanciti nei solenni documenti che sono gistati approvati dai Parlamenti, dalleConferenze internazionali, e che sono pre-senti anche nella Costituzione dellaRepubblica italiana, divengano materia con-creta del diritto.Le risposte legislative sul piano dellafferma-zione dei diritti e su quello della loro effetti-va realizzazione devono essere ordinarie,differenziate, flessibili, nellambito di nor-mative antidiscriminatorie che le contempli-no, e non speciali capitoli per una catego-ria sociale separata e lontana. inoltre necessario che queste leggi sianosemplici e che non si prestino a letture ambi-gue o addirittura contraddittorie, che siano

    spesso in lotta gli uni contro gli altri, nell il-lusione di riuscire ad afferrare una briciola inpi.Per riuscire a realizzare questo cambiamento

    della realt occorre invece trovare la forza elintelligenza per divenire una voce ineludi-bile per chi detiene il potere. Occorre essere,tutti e ciascuno, operosi costruttori del pro-prio destino e nello stesso tempo, tutti e cia-scuno, operosi costruttori del destino di tutti.Grazie al lavoro dei consiglieri alla pari, cia-scuno pu essere messo in grado di raggiun-gere alcuni risultati. Inoltre un efficace coor-dinamento delle attivit di gestione dei ser-vizi pu essere raggiunto con lautoorganiz-zazione e proponendosi, rispetto agli entipubblici e alle istituzioni, quali pi oculati epi interessati imprenditori poich un utiliz-zo ottimale del pubblico denaro speso per iservizi che sono indispensabili alle personecon disabilit non pu che rendere a questepersone la vita pi semplice.Queste sono le tre scommesse che hannoportato alla nascita di ENIL: la prima sulfatto che le persone con disabilit siano con-sapevoli di non essere libere, e che siano

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    Disabilit: bisogno o diritti

    di Laura VALSECCHI* e Walter FOSSATI*

    Qualunque persona in qualunque momen-to della vita pu avere una condizione disalute che determina una pi o menograve disabilit, aggravata da un ambien-te inaccessibile diventa emarginazione,solitudine, diventa grave disagio.

    E ormai concezione abbastanza sviluppata,ma sicuramente non diffusa, che la disabi-lit sia insita nella nostra organizzazionesociale, riguardi tutta la popolazione e siadipendente da numerosi fattori sociali,ambientali che determinano le condizionidi vita e di disagio.

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    non pu non vedere una molteplicit dirisposte sanitarie e sociali. Esse devonoessere unitarie e si devono avvalere di pirisorse, di pi strutture e soprattutto di pro-fessionisti con competenze specifiche, ade-guatamente preparati, capaci di svolgere unlavoro in equipe.Prima di entrare in ulteriori approfondi-menti doveroso fare un richiamo allapre-venzione, perch proprio attraverso unaricerca delle cause delle malattie e degliinfortuni, che si pu ridurre linsorgenzadelle differenti disabilit. E necessario quin-di investire sulla prevenzione e organizzare

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    a) GRUPPI A RISCHIO persone disabili attraverso le loro organizza-

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    a) GRUPPI A RISCHIOb) INDIVIDUI SINGOLI(visite al paziente asintomatico).Oltre naturalmente alla realizzazione di ser-vizi territoriali, quali i consultori e di medi-cina nei luoghi di lavoro i quali avevano ilcompito di sviluppare anche campagne diinformazione e di educazione.

    Oggi, allinterno delle ASL, nel territorio,nella medicina di base, nei luoghi di lavoro,questi concetti si sono molto modificati e,nonostante che le capacit professionalisiano molto migliorate, non vi una orga-nizzazione adeguata che possa risponderealla definizione di medicina preventiva,come la si intendeva con la RiformaSanitaria del 1978.

    I DIRITTI DELLE PERSONE CONDISABILITIl riconoscimento dei bisogni e delle diffi-colt delle persone che si trovano in condi-zioni di disabilit devono essere riconosciu-ti come diritti.

    persone disabili attraverso le loro organizza-zioni di contribuire alla pianificazione,applicazione, supervisione e valutazione ditutte le attivit.

    LA DICHIARAZIONE DI MADRIDIl pensiero delle Associazioni delle Personecon Disabilit pu essere descritto comeuna contrapposizione tra nuova e vecchiaconcenzione:

    a)Non pi persone disabili come oggetto dicompassione - ma persone aventi dei diritti.b)Non pi personedisabili come ammalati- ma cittadini e consumatori indipendenti