Ritratti di Michelangelo nell’affresco del...

4
45 Dirigenza Bancaria, n. 158, 2012 CULTURA E SOCIETÀ Ritratti di Michelangelo nell’affresco del Giudizio? di Maria Angeles Vitoria* Il restauro degli affreschi della Cappella Sistina – conclusosi nel 1994– viene considerato uno degli eventi culturali più significativi del XX secolo. Questo giudizio riguarda soprattutto i dipinti di Michelangelo. Oggi possiamo contemplare gli affreschi nello splendore delle origini. La cromia che per secoli era rimasta nascosta sotto un velo di sostanze estra- nee - polvere, sporcizia, nero fumo - felicemente recuperata. La semplice pulitura di questo strato, realizzata con la massi- ma accuratezza, ha svelato l’impiego di colori molto più luminosi di quanto si pensasse. Le varie analisi di laboratorio hanno mostrato un grado di carbonatazione dell’intonaco tale che soltanto un tecnico di altissimo livello sarebbe riuscito a ottenerlo. Le ricer- che sulla composizione chimi- ca dei pigmenti hanno portato alla luce la grande perizia con la quale sono stati scelti: sol- tanto quelli che meglio si adat- tavano alla tecnica dell’ affre- sco. La accuratezza con cui ha lavorato Michelangelo ha con- sentito la perfetta conservazio- ne dei colori e del disegno al di sotto degli strati di patine stra- ne 1 . Non soltanto nella scultura e nell’architettura l’artista toscano approdò a vette forse insuperate, ma pure di arte di affrescare, rispetto a cui si considerava molto meno equi- paggiato. Di Michelangelo si ammira senz’altro il virtuosismo, la capacità di disegnare scorci difficili, le curve vigorose e contemporaneamente dolci delle sue sculture. Rimane forse, in ombra, il fatto che egli era un uomo di profonde convinzioni cristiane. Indubbiamente maestro nel produrre bellezza, ma una bel- lezza che sbocciava dalla sua profonda spiritualità. Una bel- lezza avvertita come splendore del divino, che trovava sempre nuovi percorsi di realizzazione nella lettura assidua della Sacra Scrittura e della Divina Commedia. Il 31 ottobre 2012 sono stati festeggiati i 500 anni della fine della Volta della Cappella Sistina. Le immagini che la coprono sono espressione della fede di Michelangelo. E lo sono ancora in modo più pale- se quelle del Giudizio Universale. Vorrei soffermarmi su qualche particolare di que- sto capolavoro, a motivo del quale la Cappella Sistina è stata chiamata Scuola del mondo, e più recentemente, da Giovanni Paolo II, Santuario della Teolo-gia del corpo. Se la Volta esprime lo sboccia- re del progetto di Dio sull’uo- mo, il Giudizio echeggia la sua consumazione. Nei due affre- schi, non è soltanto lo stile che cambia, a trasformarsi è stato soprattutto l’atteggiamento di Michelangelo. Nei trenta anni circa trascorsi dall’inizio della Volta all’inizio del Giudizio, diversi eventi avevano scon- volto la storia di quel periodo e la vita stessa della Chiesa: basti pensare alla ferita provo- cata dal sacco di Roma nel 1527, alla separazione attuata dalla Riforma luterana e al penoso episodio dello scisma anglicano. Queste e altre tribo- lazioni avevano scosso pro- fondamente anche la vita di Michelangelo. Gli anni in cui dipinge il Giudizio (1536-1541) segnano l’inizio di un percorso di gran- de spessore spirituale. L’artista, consapevole di pos- sedere una genialità non comu- ne, si rende conto di aver spre- cato il talento ricevuto nella ricerca della propria gloria, invece di coltivarlo a servizio degli altri. Così si esprime in una delle sue Rime 2 : Giunto è già ‘l corso della vita mia, con tempestoso mar, per fragil barca, al comun porto, ov’a render si varca conto e ragion d’ogni opra tri- sta e pia. Onde l’affettuosa fantasia

Transcript of Ritratti di Michelangelo nell’affresco del...

Page 1: Ritratti di Michelangelo nell’affresco del Giudizio?bib26.pusc.it/fil/p_vitoria/files/Cappella_Sistina...quale la Cappella Sistina è stata chiamata Scuola del mondo, e più recentemente,

45Dirigenza Bancaria, n. 158, 2012

CULTURA E SOCIETÀ

Ritratti di Michelangelo

nell’affresco del Giudizio?

di Maria Angeles Vitoria*

Il restauro degli affreschi dellaCappella Sistina – conclusosinel 1994– viene consideratouno degli eventi culturali piùsignificativi del XX secolo.Questo giudizio riguardasoprattutto i dipinti diMichelangelo.Oggi possiamo contemplaregli affreschi nello splendoredelle origini. La cromia cheper secoli era rimasta nascostasotto un velo di sostanze estra-nee - polvere, sporcizia, nerofumo - felicemente recuperata.La semplice pulitura di questostrato, realizzata con la massi-ma accuratezza, ha svelatol’impiego di colori molto piùluminosi di quanto si pensasse.Le varie analisi di laboratoriohanno mostrato un grado dicarbonatazione dell’intonacotale che soltanto un tecnico dialtissimo livello sarebberiuscito a ottenerlo. Le ricer-che sulla composizione chimi-ca dei pigmenti hanno portatoalla luce la grande perizia conla quale sono stati scelti: sol-tanto quelli che meglio si adat-tavano alla tecnica dell’ affre-sco. La accuratezza con cui halavorato Michelangelo ha con-sentito la perfetta conservazio-ne dei colori e del disegno al disotto degli strati di patine stra-ne1. Non soltanto nella sculturae nell’architettura l’artistatoscano approdò a vette forseinsuperate, ma pure di arte di

affrescare, rispetto a cui siconsiderava molto meno equi-paggiato. Di Michelangelo si ammirasenz’altro il virtuosismo, lacapacità di disegnare scorcidifficili, le curve vigorose econtemporaneamente dolcidelle sue sculture. Rimaneforse, in ombra, il fatto cheegli era un uomo di profondeconvinzioni cristiane.Indubbiamente maestro nelprodurre bellezza, ma una bel-lezza che sbocciava dalla suaprofonda spiritualità. Una bel-lezza avvertita come splendoredel divino, che trovava semprenuovi percorsi di realizzazionenella lettura assidua dellaSacra Scrittura e della DivinaCommedia.Il 31 ottobre 2012 sono statifesteggiati i 500 anni della finedella Volta della CappellaSistina. Le immagini che lacoprono sono espressione dellafede di Michelangelo. E losono ancora in modo più pale-se quelle del GiudizioUniversale. Vorrei soffermarmisu qualche particolare di que-sto capolavoro, a motivo delquale la Cappella Sistina èstata chiamata Scuola delmondo, e più recentemente, daGiovanni Paolo II, Santuariodella Teolo-gia del corpo. Se la Volta esprime lo sboccia-re del progetto di Dio sull’uo-mo, il Giudizio echeggia la sua

consumazione. Nei due affre-schi, non è soltanto lo stile checambia, a trasformarsi è statosoprattutto l’atteggiamento diMichelangelo. Nei trenta annicirca trascorsi dall’inizio dellaVolta all’inizio del Giudizio,diversi eventi avevano scon-volto la storia di quel periodoe la vita stessa della Chiesa:basti pensare alla ferita provo-cata dal sacco di Roma nel1527, alla separazione attuatadalla Riforma luterana e alpenoso episodio dello scismaanglicano. Queste e altre tribo-lazioni avevano scosso pro-fondamente anche la vita diMichelangelo.Gli anni in cui dipinge ilGiudizio (1536-1541) segnanol’inizio di un percorso di gran-de spessore spirituale.L’artista, consapevole di pos-sedere una genialità non comu-ne, si rende conto di aver spre-cato il talento ricevuto nellaricerca della propria gloria,invece di coltivarlo a serviziodegli altri. Così si esprime inuna delle sue Rime2:

Giunto è già ‘l corso della vitamia, con tempestoso mar, per fragilbarca, al comun porto, ov’a render sivarca conto e ragion d’ogni opra tri-sta e pia. Onde l’affettuosa fantasia

Page 2: Ritratti di Michelangelo nell’affresco del Giudizio?bib26.pusc.it/fil/p_vitoria/files/Cappella_Sistina...quale la Cappella Sistina è stata chiamata Scuola del mondo, e più recentemente,

46

CULTURA E SOCIETÀ

Dirigenza Bancaria, n. 158, 2012

Né proprie forze ho, ch’al bisogno sièno. Per cangiar vita, amor, costu-me o sorte, senza le tuo divino e chiarescorte, d’ogni fallace corso guida efreno5

Peraltro con accenti di parti-colare tenerezza:

Gl’ infiniti pensier mie, d’er-ror pieni, ne gli ultim’anni della vitamia, ristringer si dovrien ‘nsol che sia guida agli eternisuo giorni sereni. Ma che poss’io, Signor, s’ame non viene coll’usata inef-fabil cortesia?6

Al di là di questo, che rientraperfettamente nel quadro diuna ermeneutica cattolica, misembra che l’opinione, chevede nell’ultimo Michelangeloun avvicinamento al protestan-tesimo, non abbia sufficientefondamento.Michelangelo è sempre statoun cristiano sincero, seppur lasua fede è stata particolarmen-te sofferta nell’ultimo periododella sua vita. Lui, che nellaVolta aveva saputo esprimere,con tratti vigorosi, nella raffi-gurazione della creazione diAdamo ed Eva la più altadignità dell’uomo, mettendo afuoco la loro libera rispostaalla chiamata di Dio, non soloscopre tardivamente la pienez-za del senso della sua vocazio-ne all’arte, ma si pone pure deidubbi riguardo al vigore di unalibertà capace, o meno, di farsinergia con la grazia divinanel raggiungimento della sal-vezza. In precedenza, com’è noto,l’artista vivrà ancora parecchianni, e in questo tempo, quelloche aveva negato a Dio, avrà

l’opportunità di affermarlo conuna infinita contrizione mate-rializzata negli incarichi otte-nuta dopo il Giudizio, in parti-colare, nella direzione deilavori per la costruzione dellanuova Basilica di San Pietro enelle ultime Pietà, la Pietà fio-rentina e la Pietà Rondanini.A mio avviso, l’affrescomichelangelesco del Giudiziolascia intravedere il problemadella colpa e della grazia, dellaGiustizia divina, così diversadalla umana. In definitiva, laquestione del rapporto tra fedee opere.Nel dipinto possiamo identifi-care il Cielo, l’Inferno e ilPurgatorio. Esso ci mettedavanti agli occhi un verdettonel quale contano le opere dichi è giudicato. Nei Librisono contenuti i meriti ecolpe. I dannati trascinano conse quello che è stato il motivodella loro rovina. Ne è laprova la figura dell’uomo inprocinto di essere trascinatoall’Inferno, che mostra inprimo piano una borsa ricolmadi monete; i beati, che godonoin Cielo di massima felicità,mostrano, a loro volta, glistrumenti usati dai loro aguz-zini. Al traguardo finale non siarriva, quindi, soltanto pergrazia di Dio. Il Dio che ci dala grazia, è lo stesso a volerel’uomo veramente libero. Ecosì, sempre all’interno delMistero, possiamo intravederecome la Misericordia di Diosia compatibile con l’esistenzadell’Inferno. Se le offese a Dionon fossero rilevanti, allora,con la stessa logica non losarebbero nemmeno le buoneazioni. La grandezza dell’a-more di Dio si manifesta pro-prio nella serietà con la qualeprende in considerazione leazioni buone e cattive degliuomini.

che l’arte mi fece idol e monar-ca conosco or ben com’erad’error carca E quel c’a mal suo gradoogn’uom desia3.

Questa percezione suscitò inMichelangelo il timore che lapassione per la bellezza e l’ar-te, l’ abbiano allontanato daDio, invece di avviarlo versoun più profondo rapporto conLui.

Le favole del mondo m’annotolto il tempo dato a contemplareIddio Né sol le grazie sue poste inoblio, Ma con lor, più che senza, apeccar volto. Quel c’altri saggio, me facieco e stolto e tardi a ricono-scer l’error mio. Manca la speme, e pur cresce‘l desio che da te sia dal proprio amordisciolto. Ammezzami la strada, c’alciel sale, Signor mio caro, e a quelmezzo solo salir m’è di biso-gno la tuo ‘ita. Mettimi in odio quante ‘lmondo vale e quante suo bellezze onoro ecolo. C’anzi morte caparri eternavita4

Sono momenti in cui riflettesulla propria vita, ricorda lapredicazione del Savonarolache tanto lo aveva colpito nellagiovinezza. Poi, l’incontro e laprofonda amicizia con VittoriaColonna, che lo avevano avvi-cinato ad una concezione chevede la salvezza proveniredalla benevolenza di Dio, tantoche Michelangelo chiede aDio la grazia per una rinascitaspirituale,

Page 3: Ritratti di Michelangelo nell’affresco del Giudizio?bib26.pusc.it/fil/p_vitoria/files/Cappella_Sistina...quale la Cappella Sistina è stata chiamata Scuola del mondo, e più recentemente,

47Dirigenza Bancaria, n. 158, 2012

CULTURA E SOCIETÀ

L’esistenza dell’Inferno, checertamente è un mistero,dichiara fino a quale puntoDio ha preso sul serio la nostralibertà.Vorrei finire con un brevecommento riguardo ai ritrattidi Michelangelo presenti nel-l’affresco del Giudizio. A mioavviso rispecchiano la vicendasul problema della salvezza,che travagliava il cuore del-l’artista in quegli anni.Un primo ritratto, più visibiledopo il lavoro di pulitura, lo sitrova nella zona della risurre-zione dei morti. Lì vediamoemergere il volto diMichelangelo, che si fa stradatra le piegature del lenzuoloche copre lo scheletro di unuomo o di una donna. La fac-cia del Buonarroti è all’internodello spazio circoscritto dal-l’uomo, che chiede aiuto pernon essere trascinato dal dia-

volo che lo ha afferrato con unlenzuolo, il Savonarola, chesta tirando fuori dalla terra lametà del corpo di un giovanerannicchiato la cui gamba èancora imprigionata nellaterra.Sappiamo che Michelangeloaspirava ad ascendere tra glieletti per grazia di Dio.

Po’ che non fusti del Tuo Sangue avaro Che sarà di tal dono la tuocremenza, Se ‘il ciel non s’apre a noicon altre chiave?7

Sarà, forse, questo il motivoper il quale l’artista si è dipin-to nel Giudizio sfiorando laterra, quasi come aspettando diessere condotto verso il Cielo?Il secondo ritratto, quello uni-versalmente conosciuto, pre-senta il volto sfigurato di

Michelangelo sulla pelle scor-ticata di San Bartolomeo.Sembra che così l’artista abbiavoluto infilarsi nel Paradisoquasi come attraverso unabotola. Ma questa raffigurazio-ne comunica, sopratutto, lanecessità dell’aiuto degli altri,singolarmente di Dio, per sali-re alla sommità della felicitàeterna.Finalmente, pure in Cielo, tro-viamo un terzo ritratto. Il voltodi Michelangelo si affacciadietro il legno della Croce cari-cata dal Cireneo. Lo si vedenell’angolo di quasi 90 graditracciato dalla parte superioredella traversa verticale con ilbraccio destro di Simone diCirene. Michelangelo è lì, inCielo, alla altezza di San PietroApostolo sebbene a maggioredistanza dal Cristo Giudice.Un particolare significativo èche in tutte le tre raffigurazio-

La Volta della Cappella Sistina (Foto © Musei Vaticani)

Page 4: Ritratti di Michelangelo nell’affresco del Giudizio?bib26.pusc.it/fil/p_vitoria/files/Cappella_Sistina...quale la Cappella Sistina è stata chiamata Scuola del mondo, e più recentemente,

48

CULTURA E SOCIETÀ

Dirigenza Bancaria, n. 158, 2012

ni, Michelangelo comparesenza pennello, senza cuneo,senza scalpello: privo delleattrezzature di cui si è servitoper realizzare la passione dellasua vita. San Lorenzo, SanBiagio, Santa Caterina, SanSebastiano, e tanti altri, com-paiono, invece con gli stru-menti che richiamano il marti-rio subìto o la missione chehanno svolto in vita. Con que-sto rappresentarsi privo diogni attrezzo, non ha volutoforse indicare la funzione sub-

ordinata dell’arte a quello chepossiede valore eterno?Spesso nel guardare la sequenzadi queste tre raffigurazioni, mivengono in mente tre versettidella Divina Commedia, benconosciuti da Michelangelo.Non v’accorgete voi che noisiam vermi nati a formar l’angelica farfal-la che vola alla giustizia senzaschermi8.

Forse Michelangelo, lettoreassiduo del poema dantesco,

considerato da lui il suo librodi vita cristiana, ha pensato aquesta terzina nel tratteggiarele pennellate che hanno raffi-gurato, per ben tre volte, il suoviso nell’affresco che veste laparete principale dellaCappella Sistina.Queste tre raffigurazioni pre-sentano un aspetto particolare.In tutte e tre, Michelangeloguarda lo spettatore, quasi ainvitarlo a leggere nel dipintola meraviglia e la sorpresa del-l’annuncio cristiano, che lui,grazie al dono ricevuto da Dio,è riuscito a plasmare avvici-nando con arte forme e colori.

Note1 Cfr. MONUMENTI, MUSEI EGALLERIE PONTIFICIE, Michelangelo ela Sixtina. La tecnica. Il restauro. Ilmito, Fratelli Palombi, 1990; F.MANCINELLI, La Cappella Sixtina,Città del Vaticano 1993, pp. 66-95;MONUMENTI, MUSEI E GALLERIEPONTIFICIE (a cura di FABRIZIOMANCINELLI), Michelangelo. LaCappella Sistina. Documentazione eInterpretazioni, 3 vol (I: Tavole. LaVolta restaurata; II: Rapporto sulrestauro della Volta; III: Atti delConvegno Internazionale di Studio“Michelangelo. La CappellaSistina”), Istituto Geografico DeAgostini, Novara 1994 (co-edizionecon la Nippon Television NetworkCorporation); MONUMENTI, MUSEI EGALLERIE PONTIFICIE, Michelangelo.La Capella Sixtina I:Documentazione sul restauro delGiudizio universale, Musei Vaticani– Istituto Geografico De Agostini,Novara 1999.2 Per il testo delle Rime diMichelangelo vedi : MICHELANGELOBUONARROTI, Rime e Lettere (a curadi Paola Mastrocola), Utet, Torino1992.3 Rima, 285.4 Rima, 288.5 Rima, 293.6 Rima, 286.7 Rima, 289.8 DANTE, Divina Comedia,Purgatorio X, 124-126.

*Docente di Filosofia. PontificiaUniversità della Santa Croce.

S. Bartolomeo che tiene in mano la propria pelle con il volto sfigurato diMichelangelo (Foto © Musei Vaticani)