Risk Management in sanità - aslmn.net di formazione... · Nel laboratorio per dialisi una...
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Stefano Maria Mezzopera
Responsabile Unit Clinical Risk Management Aon Group Italy
Risk Management in sanità
Mantova 16 aprile 2009
Questionario iniziale
Questo questionario non serve a creare un’effimera graduatoria
tra i migliori ed i peggiori, serve principalmente a verificare in
tempi molto contenuti le risposte dei singoli da armonizzare nel
gruppo.
Vi preghiamo di svolgerlo in silenzio e rapidamente
Gli Uni
Gli Altri
La complessità delle azioni messe in campo dagli operatori sanitari richiede un
adeguato sistema di controllo per impedire che si producano danni e lesioni.
Gestire i rischi significa predisporre procedure ed individuare in modo chiaro
ruoli e responsabilità di tutti i soggetti che operano nella struttura sanitaria.
“Niente può essere lasciato al caso quando è in gioco la vita delle
persone”
Carta della sicurezza nell’esercizio della pratica medica ed assistenziale:
Tribunale per i diritti del malato, ANAAO - ASSOMED, FIMMG, FIASO
LOMBARDIA
Regione Lombardia Con Circolare n. 46/SAN del 27/12/2004 la
Direzione Generale dell'Assessorato Sanità della Regione
Lombardia ha previsto l'avvio in tutte le aziende di un progetto di
risk management in merito al rischio sanitario.
Tre OBIETTIVI:
1. Mappatura rischi RCT/O (entro 28/02/05 e 15/07/05)
2. Funzione di risk Management
a) Coordinatore (entro 30/03/05)
b) Comitato ristretto (entro 31/10/05)
c) Progetto di Risk Management (entro 30/06/05)
3. Migliorare il rapporto struttura/paziente
Italia e America: due sistemi diversi
America Rapporto Professionale
Italia Rapporto Dipendente ex art. 2049
Il nostro modello Italiano
Anno 2000 fonte ANIA settore sanità
Rapporto tra premi pagati e sinistri liquidati e riservati:
1 a 3
Il problema dei risarcimenti assicurativi
Causa 1 L’eccesso di aspettative……
Causa 2 Problemi economici……
Causa 3 Carenza strutturali……
Effetto La medicina difensiva……
Che cosa è il Risk Management?
La gestione del Rischio
Una serie di attività finalizzate alla:
• prevenzione degli errori
• diminuzione degli eventi avversi
quindi, all’eccellenza del servizio
Ricerca del colpevole:
punizione, ma l’evento può riproporsi
Intervenire sulle cause:
analisi dell’interazione tra i fattori umani, organizzativi,
tecnologici, sociali e culturali
Rispetto ad un evento avverso
(…)
20%
80%
Responsabile
Organizzazione
Rispetto ad un evento avverso
Malpractice o…….
…..organizzazione??!!
Barriera naturale
danno
errori
La teoria di James Reason
1 - Operare sugli effetti
2 - Operare sulle cause
Due filosofie di intervento
Un sistema per diminuire le controversie legali
“OPERARE SUGLI EFFETTI”
L’impostazione più diffusa
Un sistema che include strategie per ridurre l’incidenza degli
eventi avversi e per migliorare la qualità delle cure prestate
La nostra idea
“OPERARE SULLE CAUSE”
L’amministrazione
I° Livello Acquisizione ed analisi di tutti i dati mediante i quali si potrà
analizzare e valutare il rischio.
II° Livello Implementazione di strutture di Risk Management interne all’azienda
e formazione del relativo personale per l’analisi e segnalazione dell’evento
potenzialmente avverso e la gestione dei sinistri.
III° Livello Attività di controllo dei nuovi protocolli posti in essere e di quelli
modificati, verifica della reportistica e dei benchmark dei rischi inizialmente
valutati.
Un Piano Operativo già funzionante di Clinical Risk Management previsto in tre livelli
Molti processi ritenuti “normali” una volta analizzati appaiono discontinui,
parziali e poco sicuri.
L’usualità di un sistema anche ben funzionante non rappresenta una
certezza scientifica e per questo va normata attraverso un protocollo
accettato e condiviso.
La Prima Parte del Progetto di Clinical Risk ManagementI dati e perchè
Nel laboratorio per dialisi una flebo-killer di
benzina ( Il Tempo 30 dicembre 2003)
LATINA — Nove ottobre. Errore fatale nel centro di dialisi «Rendial».
Al termine della seduta, per uno scambio di flaconi, viene iniettata
benzina a Maria Caponi, 78enne di Sabaudia, morta dopo poche ore
d’agonia.
Come potrebbe essere strutturato il vostro
“Ufficio per la gestione del rischio”?
Lavori di gruppo
L’ Errore come evento avverso, la prevedibilità
la frequenza e l’incidenza.
Errata credenza religiosa
Atto inopportuno.
Ciò che è sbagliato, inesatto, scorretto; sproposito
Vagabondaggio, peregrinazione
Atto ed effetto dell’errare, dello sviarsi, dell’allontanarsi dal bene, dal
conveniente; sbaglio, colpa, peccato.
Errore
il peccato come evento avverso, la prevedibilità
la frequenza e l’incidenza.
Avvenimento, fatto che è accaduto o che potrà accadere
Evento
Che si oppone, contrario
Avverso
Prendere in considerazione come possibile .
Vedere in anticipo il futuro; presagire, indovinare.
Prevedibilità
L’essere frequente; il ripetersi continuo di un’azione, l’accadere di
una cosa a brevi intervalli di tempo.
Il numero delle volte che un fatto o un fenomeno si ripete.
Il numero di cicli compiuti nell’unità di tempo da una grandezza
variabile periodicamente.
Il frequentare, l’essere assiduo
Affluenza di persone
Frequenza
Lasciare una profonda traccia, far sentire il proprio influsso
Il manifestarsi di un fenomeno e la sua frequenza
L’angolo formato dalla normale alla superficie di riflessione con il
raggio incidente
Effettiva diminuzione patrimoniale causata dall’imposta
L’incidere, il cader sopra, di un raggio luninoso, etc
Incidenza
L’individuazione del singolo processo
L’analisi delle interrelazioni con gli altri
Il processo a monte come “fornitore” e il processo a valle come “cliente”
L’attenzione posta alla qualità per il “cliente”
La conoscenza delle variabili essenziali
La consapevolezza delle sorgenti di disturbo
R.C.A. ed il diagramma di Ishikawa
Il P D C A
Il circuito di feed back
La ricerca delle difettosità
Le variabili essenziali
Prendiamo ad esempio il processo vitale di un essere umano. In questo processo
la temperatura del corpo è una variabile essenziale. Se questa temperatura
supera i 42-43 gradi, dopo poco tempo il processo cessa di funzionare .
In un processo di una qualsiasi unità organizzativa le variabili essenziali sono:
•variabili essenziali del processo;
•variabili essenziali dell’output.
Così come succede per la temperatura del corpo, i valori che queste variabili
essenziali assumono sono di fondamentale importanza per il processo.
Le sorgenti di disturbo
Sappiamo che in una persona il virus dell’influenza può portare la
temperatura anche a 40 gradi. Cos’è il virus dell’influenza per l’organismo
umano? Una sorgente di disturbo. Non si può studiare un processo senza
prendere in considerazione le sorgenti di disturbo. Nei processi che vengono
realizzati in azienda le sorgenti di disturbo sono innumerevoli e sono proprio
loro le cause delle variazioni delle variabili essenziali.
Formazione del personale
Paziente
Descrizione evento
Inquadramento assesment
paziente
Attrezzaturee strumenti
Competenza del personale
Carenza diinformazioni
Linee guida procedure
Carenza di comunicazione
Sicurezza
R.C.A. ed il diagramma di Ishikawa
Lavori di gruppo
Ricerchiamo 9 variabili essenziali nella vostra U.O.
e le sorgenti di disturbo che più spesso le attivano
Per gestire un processo l’uomo deve innanzitutto progettare e
costruire il regolatore.
Il Regolatore
Il regolatore costituisce l’insieme di parti che servono a mantenere il
processo e, per esso, le variabili essenziali nelle condizioni volute pur in
presenza delle azioni di disturbo.
CheckAct
DoPlan
Il P.D.C.A.: Plan Do Check Act
Se le relazioni causa/effetto costituiscono l’essenza della gestione, il
PDCA, o "ruota di Deming", è il processo con cui la gestione prende
forma.
Il P.D.C.A.: Plan Do Check Act
La rappresentazione schematica in quattro settori circolari ha dato al
metodo il nome dedicato ad Edwards Deming, che nel 1946
introdusse in Giappone il controllo di qualità.
PLAN questa fase consiste nell’identificare il problema, nell’analizzarlo,
nell’individuare le cause reali, nel definire e pianificare le azioni correttive. Il
problem setting appartiene a questa fase.
DO che consiste nel preparare e applicare le azioni pianificate, a livello di test. Il
problem solving appartiene a questa fase.
ACT consiste nello standardizzare e consolidare se il check è stato positivo,
introducendo le modifiche nel ciclo produttivo, oppure nel preparare un nuovo
ciclo PDCA se il check ha rilevato nuovi inconvenienti.
Il P.D.C.A.: Plan Do Check Act
CHECK è la fase in cui si verificano i risultati delle azioni intraprese,
confrontandoli con gli obiettivi attesi.
Il professore Ishikawa ha affermato che l’essenza della qualità totale
consiste nelle applicazioni ripetute del processo PDCA fino a quando un
obiettivo non è stato raggiunto.
Applicando più e più volte il PDCA nulla è impossibile.
Il P.D.C.A.: Plan Do Check Act
L’applicazione di un concetto che ha rivoluzionato il modo di intendere
la qualità è alla base dell’analisi dei processi con un’intuizione di una
semplicità disarmante:
Spostare il “controllo” prima dell’”azione”
Il P.D.C.A.: Plan Do Check Act
• Soggettivo• Oggettivo• Reattivo• Proattivo
Il modello
1. Che è proprio del soggetto individuale e dipende dal suo modo di sentire e
di pensare o dalle sue condizioni psicologiche, e quindi non è valido per
tutti gli altri individui: impressioni, convinzioni soggettive
2. (gramm.) che concerne il soggetto: proposizione soggettiva, che funge da
soggetto di un'altra proposizione
3. (filos.) che esiste soltanto in funzione di un'attività dell'io, del pensiero
4. (psicol.) che si basa sull'introspezione: metodo soggettivo
L’analisi SOGGETTIVA
1. che concerne o che ha per fondamento la realtà per sé stessa, l'oggetto;
che si presenta come oggetto: dati oggettivi; realtà oggettiva
2. obiettivo, imparziale, spassionato: dare un giudizio oggettivo
3. nei fatti; in base a dati di fatto
4. con imparzialità, spassionatamente
5. (gramm.) in funzione di complemento oggetto.
L’analisi OGGETTIVA
1. che ha capacità di reagire; che si riferisce a reazione: forze reattive;
fenomeni reattivi | circuito reattivo, (elettr.) caratterizzato da un elevato
grado di reattanza
2. (chim.) sostanza che ha la proprietà di reagire al contatto con un'altra o
altre
3. (psicol.) prova a cui viene sottoposto un individuo per studiare le sue
caratteristiche psicologiche; test
Il concetto REATTIVO
1. der. di ‘attivo’ con ‘pro-’, cfr. ingl. ‘proactive’]
2. sociol., econ., di azione, comportamento, provvedimento in grado di
prevenire e anticipare le moderne problematiche sociali /
3. tecn., estens., di strumento o mezzo tecnologico, che permette di
raggiungere tale scopo
4. di qualcuno che agisce in anticipo per prevenire futuri problemi, bisogni e
cambiamenti.
5. DER. proattivamente.»
Il concetto PROATTIVO
Lavori di gruppo
Come sarebbe strutturato, ora il vostro
“Ufficio per la gestione del rischio”?
“Il concetto di evento dannoso”
Evento Potenzialmente Dannoso
Il nostro Sistema
Evento DannosoEvento Dannoso
La Teoria anglosassone
Il Quasi Evento
Evento Potenzialmente Dannoso
Il concetto di Evento Dannoso
1Denuncia
10 Danni Gravi
290Danni Lievi
3.000 Eventi potenzialmente avversi senza
danno al paziente
300.000 Eventi potenzialmente avversi
La proporzione di Heinrich
“Il circuito di Feed Back”
Evento pot. dannoso rilevazione
Azione corretta
Effettore
Decisore
Memoria
Sensore
Ottimizzazionesistemica
Il circuito di Feed Back
La teoria
Evento pot. dannoso rilevazione
Azione corretta
Effettore
U.O.
DecisoreU.R.M
Memoria(Data Base)
Sensore
U.O.
Informazionealle altre u.o.
Il circuito di Feed Back
La realtà aziendale
Scambio di farmaco infermiera
Farmaco corretto
Applicazione nuovo
protocollo
Ufficio centrale riskmanagement
Archivio eventi
Referente riskmanagement
Applicazione delnuovo protocollo a tutta la struttura.
Il circuito di Feed Back
Un caso pratico
Sbaglia fiala e anziana muore a Bologna: infermiera indagata
BOLOGNA (4 mar. 2004) - E' indagata con l'accusa di omicidio colposo
l'infermiera professionale di una casa di cura di Bologna che lunedì sera, per
errore, ha iniettato la fiala sbagliata ad un'anziana paziente in condizioni di
salute critiche, che è morta poco dopo. L'infermiera, che aveva subito avvertito
la direzione sanitaria, ha confermato la propria responsabilità nell’ interrogatorio
reso davanti al Pm. "Ha ammesso la propria responsabilità - ha spiegato il
difensore della donna, e ha ricostruito quello che è stato un errore, un fatto
totalmente involontario". L'infermiera avrebbe dovuto iniettare cloruro di
sodio, mentre ha erroneamente preso la fiala del cloruro di potassio,
solitamente usato per le fleboclisi, diluito in 250 o 500 millilitri di soluzione.
A trarre in inganno l'infermiera, descritta come molto preparata dai colleghi e
che lavora nella clinica da circa due anni e mezzo, forse sarebbe stata la fretta
per l'operazione e la scritta "cloruro" sulla fiala.
Numerazione Interna
Codice Evento (Inserire necessariamente una delle voci indicate nella nota n. 1)
Presidio/Distretto
Unità Operativa/Ubicazione
Danni apparenti a Cose - Persone - Entrambe - Evento Potenzialmente Dannoso
Data Accadimento alle ore
Data Rilevamento
Nome del danneggiato
Oggetto o persona danneggiato
Presente all’evento per il seguente motivo (Inserire necessariamente una delle voci indicate nella nota n. 2)
Personale interno presente all’evento
Terzi presenti all’evento
Procedure eventualmente messe in atto
Tipologia evento (Inserire necessariamente una delle voci indicate nella nota n. 3)
Descrizione analitica dell’evento
Attrezzatura coinvolta
Sistemi di controllo presenti
Erano attivati SI NO
Hanno funzionato SI NO
Redattore del modello
Qualifica (Inserire necessariamente una delle voci indicate nella nota n. 4)
Note__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
NOTA N.1BIANCOVERDEGIALLOROSSO
NOTA N.2ALTRODIPENDENTE AZIENDADIPENDENTE U.O.ESTRANEOFORNITOREPAZIENTESCONOSCIUTOUTENTE ESTERNOVISITATORE PAZIENTE
NOTA N.3ALTRO CADUTA ACCIDENTALECONSEGUENZA ATTO CHIRURGICOCONSEGUENZA ATTO MEDICOCONSEGUENZA ERRORE ANALISI STRUMENTALECONSEGUENZA ERRORE DIAGNOSTICODANNO AI FABBRICATIDANNO ALLE STRUTTUREERRATA IDENTIFICAZIONE PAZIENTEERRATA TRASCRIZIONE DATIERRORE DI LATOERRORE FARMACOLOGICOERRORE INFERMIERISTICOEVENTO ACCIDENTALEFUGAFURTOINFEZIONE NOSOCOMIALEMALFUNZIONAMENTO DISPOSITIVI MEDICIMALPRACTICEPROVETTA SPORCA DI SANGUESCAMBIO FARMACISCAMBIO REFERTISMARRIMENTO OGGETTISOSPETTA REAZIONE AVVERSA DA FARMACISOSPETTA REAZIONE AVVERSA DA TRASFUSIONE
NOTA N.4AFDALTRODIRETTOREDIRIGENTERESPONSABILE RISK MANAGEMENTUFFICIO RISK MANAGEMENT
il Software
Se arriva in tempo si chiama educazione,
se arriva tardi è terapia.
Vivian King
Stefano Maria Mezzopera
Responsabile Unit Clinical Risk Management Aon Group Italy
Grazie per l’attenzione…