Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

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Rischi fisici nell’ambiente di lavoro: illuminazione e microclima

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Rischi fisici nell’ambiente di lavoro:illuminazione e microclima

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Microclima e illuminamento

Rischio di infortuni

Disagio visivo

Discomfort termico

Lesioni da calore

Lesioni da freddo

Malattia dell’edificio

malato

Disturbi respiratori

Neoplasie

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Illuminazione

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art. 2087 cod. civ. Obbligo per il datore di lavoro di "adottare le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori"

DPR 547/55 (prevenzione infortuni sul lavoro)

Gli ambienti di lavoro devono essere illuminati in modo sufficiente • in caso di particolari rischi di infortunio deve essere prevista una particolare illuminazione diretta • devono essere previsti sistemi di illuminazione sussidiaria di emergenza

art. 9 Legge 864/70 I locali utilizzati dai lavoratori devono essere illuminati in modo sufficiente ed opportuno; per i locali di lavoro l’illuminazione per quanto è possibile, deve essere naturale

art. 7.1 lettera a) D.M. 26 agosto 1992

L’illuminazione garantita dai sistemi di sicurezza lungo i percorsi di esodo d'emergenza deve essere non inferiore a 5 lux

art. 10 DPR 303/56 modificato dal D.Lgs. 626/94 e dal D.Lgs. 242/96   (in analogia con quanto previsto dall’All. I par. 8 direttiva CEE 89/654)

I luoghi di lavoro, a meno che non si tratti di locali sotterranei o per particolari esigenze tecniche, devono disporre di sufficiente luce naturale ed essere dotati di dispositivi che consentono un’illuminazione artificiale adeguata per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere di lavoratori. • Gli impianti di illuminazione dei locali di lavoro e delle vie di circolazione devono essere installati in modo che il tipo d’illuminazione previsto non rappresenti un rischio di infortunio per i lavoratori. • I luoghi di lavoro nei quali i lavoratori sono particolarmente esposti a rischi in caso di guasto dell'illuminazione artificiale, devono disporre di un'illuminazione di sicurezza di sufficiente intensità. • Le superfici vetrate illuminanti ed i mezzi di illuminazione artificiale devono essere tenuti costantemente in buone condizioni di pulizia e di efficienza.

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D.lgs 626 / 1994, art. 33, Titolo II, comma 8

I luoghi di lavoro devono disporre di sufficiente luce naturale ed essere dotati di dispositivi che consentano una illuminazione artificiale per salvaguardare la sicurezza, la salute e il benessere dei lavoratori

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Unailluminazione carente può essere causa di infortunio

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Analisi economiche dimostrano che passando da un'illuminazione carente ad una confortevole possono realizzarsi aumenti del rendimento fino al 10% e che è sufficiente un incremento di appena un 1% del rendimento a compensare un raddoppio delle spese d'illuminazione.

Un lavoro effettuato con un certo comfort visuale è eseguito con maggiore velocità e destrezza,gli errori si riducono e la velocità è migliorata

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Obbiettivi dell’ergonomia della visione nei posti di lavoro

realizzare un ambiente luminoso idoneo a soddisfare le esigenze fisiopsicologiche dell’uomo, assicurando, ove possibile, il ricorso all’illuminazione naturale

rendere ottimale la percezione delle informazioni visive, al fine di assicurare agli operatori le migliori condizioni di lavoro

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Parametri che influenzano la prestazione visiva“Prestazione visiva” = capacità di rilevazione e attitudine a reagire manifestate da un individuo quando i dettagli del “compito visivo” entrano nel “campo visivo”.Tale attitudine viene definita in termini di velocità, precisione, e qualità della percezione.

Caratteristiche del compito visivo

Condizioni d’illuminazione

Altri fattori

Dimensioni, forma, posizione, colore, fattore di

riflessione

entità dell’illuminament

o e delle luminanze,

caratteristiche spettrali della

luce

uniformità dell’illuminazione,

natura dello sfondo,

abbagliamento, riflessi

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Parametri che influenzano la visioneCaratteristiche del

compito visivo Capacità visive del soggetto

Caratteristiche dell’ambiente

tempo di esposizione allo specifico compito

visivo visus

del microclima (Umidità Rel, velocità

dell’aria)

angolo sotteso motilità oculare degli inquinanti aerodispersi (polveri, vapori, gas ecc.)

nitidezza dell’immagine

senso cromatico della visione a distanza

tempo di persistenza Funzione retinica

del sistema di illuminazione (rapporti di luminanza, resa

del contrasto, abbagliamento,

caratteristiche spettrali delle sorgenti di luce artificiale,

rapporto tra luce naturale e artificiale, ecc.)

contrasto cristallino

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Definizioni di illuminotecnica

Intensità luminosaquantità di energia luminosa emessa in una determinata direzione(unità di misura:candela)

Flusso luminosoquantità di energia luminosa emessa da una sorgente di luce nell’unità di tempo(unità di misura: lumen)

IlluminamentoE’ la misura del flusso luminoso che investe una superficie. La luce può provenire dal sole, dalle lampade o da qualsiasi altra sorgente.(unità di misura: lux; 1 lux= 1lumen/m2)

Luminanzaesprime la luminosità che una superficie produce, sia essa una superficie luminosa (sorgente primaria es: lampada) o illuminata (sorgente secondaria, es: piano di una tavolo che riflette la luce). Nel caso di superfici illuminate, la luminanza è molto influenzata dal fattore di riflessione di queste superfici.(unità di misura: candela/m2)

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Valori minimi di illuminamento riportati nel codice del lavoro

Locali destinati al lavoro e loro e loro dipendenze

Valori minimi di illuminazione

Vie di circolazione interna

60 lux

Scale e depositi 40 lux

Ambienti di lavoro, spogliatoi, sanitari

120 lux

Locali ciechi destinati ad un lavoro permanente

200 lux

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Confronto con i nuovi standard europei (valori espressi in lux)

Locali o tipo di lavoro Vecchie disposizioni del DPR 303/56

Standards europei

Deposito 10 100 - 200

Aree di passaggio 20 100 - 200

Lavori grossolani 40 200 - 400

Lavori di media finezza (illuminazione generale)

20 200 - 400

Lavori di media finezza (illuminazione localizzata)

100 1000 - 2000

Lavori fini (illuminazione generale)

40 400 - 800

Lavori fini (illuminazione localizzata)

200 2000 - 4000

Lavori finissimi (illuminazione generale)

60 800 - 1200

Lavori finissimi (illuminazione localizzata)

300 4000 - 6000

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Rapporti di luminanza nel campo visivo

X: ambienti nei quali è possibile controllare le riflessioniY: ambienti nei quali è possibile controllare le riflessioni solo nelle zone

vicine alle aree di lavoro, ma non nelle superfici più lontaneZ: ambienti nei quali il controllo delle riflessioni è impraticabile

Rapporti limite X Y Z

Tra il compito visivo e le superfici più scure ad esso adiacenti (max) 3/1 3/1 5/1

Tra il compito visivo e le superfici più chiare ad esso adiacenti (min) 1/3 1/3 1/5

Tra il compito visivo e le superfici lontane più scure (max) 10/1 20/1

Tra il compito visivo e le superfici lontane più chiare (min)

1/10 1/20

Tra gli apparecchi di illuminazione e le superfici ad esse adiacenti (finestre, lucernari, ecc.) (max) 20/1

Ovunque entro il campo visivo (max) 40/1

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Tipi di lampadeLampade ad incandescenza:

- temperatura di colore "calda" (2500-3500 K)

- resa dei colori eccellente

Lampade alogene (incandescenza):

- idem c.s.

vantaggi

- efficienza luminosa più elevata

- maggiore durata (2000 ore)

- stabilità di emissione

svantaggi

- costo più elevato

- forte brillanza

- delicatezza d'impiego

Lampade fluorescenti:

- risparmio di potenza (25% in meno)

- maggiore durata (ameno 4 volte)

- maggiore sicurezza (temp. minima)

- irraggiamento calorico trascurabile

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Lampade: caratteristiche

Tonalità di luce

- luce diurna: 5.000 K

- luce bianchissima: 3.300-5.000 K

- luce calda: <3.300 K

Gradi di resa dei colori

- grado 1 (ottima, Ra = 80-100)

- grado 2 (buona, Ra = 70-84)

- grado 3 (sufficiente, Ra = 40-69)

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Tabella – suddivisione delle lampade in base all’aspetto cromatico

Gruppo Aspetto cromatico Temperatura di colore

1 caldo <3300

2 intermedio 3300-5300

3 freddo >5300TABELLA – Gruppo di resa di colore (Ra’) e corrispondente indice di resa cromatica (Ra)

Ra’ Ra1A >901B 80-902 60-803 40-604 20-40

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Tabella – illuminamento di esercizio, tonalità di colore e gruppo di resa del colore (uni 10380)Tonalità di colore: W=luce bianco-calda (<3.300°K); I=luce bianco-neutra (3.300-5.300°K); C=luce bianco-fredda (>5.300°K)

ACCIAIERIE E SIMILI

Impianti di produzione senza intervento manuale 50-100-150 W, I 3

Impianti di produzione con intervento manuale 100-150-200 W, I 3

Postazioni di lavoro fisse in impianti di produzione 200-300-500 W, I 3

Controllo piattaforme di ispezione 300-500-750 W, I 3

ASSEMBLAGGIO

Macchinario pesante 200-300-500 W, I 3

Motori e telaio veicoli 300-500-750 I, C 3

Macchinario elettronico e per ufficio 500-750-1000 I, C 2

Strumenti ed oggetti di piccole dimensioni 1000-1500-2000 C 2

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CARTIERE

Produzione carta e cartone 200-300-500 W, I 3

Processi automatici 150-200-300 W, I 3

Ispezione, classificazione 300-500-750 W, I, C 2

CEMENTIFICI

Frantumazione e cottura 100-150-200 W, I 3

CENTRALI ELETTRICHE

Locale caldaia 50-100-150 W, I 3

Locale alternatore 150-200-300 W, I 3

Ausiliari, pompe, serbatoi, compressori, ecc. 50-100-150 W, I 3

Sala comunicazione e telefonia 150-200-300 W, C 2

Sala controllo (tavoli, quadri verticali, ecc.) 200-300-500 W, I 2

COLORIFICI

Verniciatura grossolana 200-300-500 W, I 1B

Verniciatura ordinaria 300-500-750 W, I 1B

Verniciatura fine500-750-

1000W, I 1B

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2020

segue COLORIFICI

Ritocchi e controllo colore750-1000-

1500I, C 1A

FONDERIE

Vasche di fusione 100-200-300 W, I 3

Preparazione stampi e stampaggio per lavorazioni pesanti 200-300-500 W, I 3

Preparazione stampi e stampaggio per lavorazioni fini ed ispezioni

300-500-750 W, I, C 3

INDUSTRIA AERONAUTICA

Ispezione e riparazione 300-500-750 W, I 3

Prova motori 500-750-1000 I, C 3

INDUSTRIA ALIMENTARE

Aree di lavoro in genere 200-300-500 W, I 2

Processi automatici 150-200-300 W, I 2

Controllo, decorazione manuale 300-500-750 W, I, C 1B

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INDUSTRIA CHIMICA

Processi automatici 50-100-150 W, I 3

Impianti di produzione con interventi occasionali 100-150-200 W, I 3

Aree interne destinate alla pianificazione 200-300-500 W, I 3

Sale controllo, laboratori 300-500-750 W, I 3

Produzione farmaceutica 300-500-750 W, I, C 2

Ispezione 500-750-1000 I, C 2

Controllo colore 750-1000-1500 C1A

Produzione pneumatici 300-500-750 W, I, C 3

INDUSTRIE ELETTROTECNICHE ED ELETTRONICHE

Produzione cavi 200-300-500 I, C 3

Assemblaggio macchine per uffici, telefoni, ecc. 300-500 I, C 3

Assemblaggio radio-video 750-1000-1500 W, I 2

Assemblaggio di precisione, componenti elettronici1000-1500-

2000C 2

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INDUSTRIA LAVORAZIONE DELLE PELLI

Aree generiche di lavoro 200-300-500 W, I 3

Pressatura, taglio, cucitura produzione di calzature 500-750-1000 W, I, C 2

Classificazione, controllo qualità e colore 500-750-1000 W, I, C 1A

INDUSTRIA TESSILE

Sballaggio, cardatura, stenditura 200-300-500 W, I 2

Filatura, bobinatura, tintura 300-500-750 W, I 2

Tessitura, cucitura, stampaggio tessuti 500-750-1000 W, I, C 1B

OFFICINE MECCANICHE E DI MONTAGGIO

Lavori occasionali 150-200-300 W, I 3

Banchi per lavorazioni grosse, saldatura 200-300-500 W, I 3

Banchi per lavorazioni medie 300-500-750 W, I 3

Banchi per lavorazioni fini 500-750-1000 W, I, C 3

Macchine automatiche 300-500-750 W, I 3

Macchine automatiche sofisticate 500-750-1000 W, I, C 3

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2323

PRODUZIONE ABBIGLIAMENTO

Taglio e cucitura 500-750-1000 I, C 2

Controllo e ispezione 750-1000-1500 I, C 2

Stiratura 300-500-750 W, I, C 2

PRODUZIONE VETRO E CERAMICA

Fornaci 100-150-200 W, I 3

Miscelazione, stampaggio, forni 200-300-500 W, I 3

Finitura, vetrificazione, smaltatura 300-500-750 W, I 3

Verniciatura, decorazioni 500-750-1000 W, I, C 2

Molatura vetri e cristalli750-1000-

1500W, I, C 2

TIPOGRAFIE E LEGATORIE

Locali attrezzati per le macchine da stampa 300-500-750 W, I 2

composizione 500-750-1000 W, I, C 1B

Ritocchi, incisioni750-1000-

1500I, C 1A

Stampa e riproduzione del colore1000-1500-

2000C 1B

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segue TIPOGRAFIE E LEGATORIE

Incisione su acciaio e rame1500-2000-

3000C 1B

Legatura 300-500-750 W, I 2

Lavorazioni ornamentali500-750-

1000I, C 1B

TRATTAMENTO E LAVORAZIONE DEL LEGNO

Segatrice 150-200-300 W, I 2

Banchi di lavorazione, assemblaggio 200-300-500 W, I 2

Lavorazioni fine 300-500-750 W, I, C 2

Finiture e controllo500-750-

1000I, C 1B

UFFICI

Uff. generici, dattilografia, sale computer 300-500-750 W, I 1B

Uff. per disegnatori e per progettazione500-750-

1000W, I 1B

Sale per riunioni 300-500-750 I, C 1A

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Valori di riferimento

200-500 lux750 lux500 luxUffici di dattilografia e contabilità

500 lux750 lux500 luxSale di riunione (sui tavoli)

500-1.000 lux750 lux750 luxPer uffici tecnici e tavoli da disegno

200-500 lux500 lux500 luxPer uffici generici

IES americana

IES britannica

Norme UNI

Valori di illuminamento

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Illuminamento

Valori di riferimento :• UNI 10380 per uffici generici, dattilografia, sale

computer: valori compresi tra 300 e 750 lux• Norma DIN 5035 per ambienti di lavoro con VDT

(per limitare l’abbagliamento diretto): valori compresi tra 200 e 500 lux e max 200 cd/m2

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Illuminazione

• Valori e condizioni ottimali:– fra i 200 e i 400 lux– pareti, pavimenti, soffitti, porte,

piani di lavoro devono essere di colore chiaro e opaco

– le tende devono consentire la regolazione della luce naturale (es. veneziane)

– plafoniere anti-abbagliamento

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Illuminazione del locale

illuminazione generale sufficiente ma contenuta finestre schermate con “veneziane” tende adeguate (di tessuto spesso, chiare e a tinta unica) davanti e dietro lo schermo non devono esserci finestre le postazioni VDT distano almeno 1m dalle finestre schermi posti a 90°

rispetto alle finestre la direzione principale

dello sguardo deve

trovarsi parallela al

fronte delle finestre illuminazione in forma

a strisce e disposta

parallela rispetto al

fronte delle finestre pareti tinteggiate in colore chiaro non bianco e non riflettente

STRISCIA DI LUCE ARTIFICIALE

POSTI DI LAVORO AI VDT

TENDE

VENEZIANE

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IDONEITA’ DI DIVERSI TIPI DI LAMPADEIDONEITA’ DI DIVERSI TIPI DI LAMPADE

INADEGUATAINADEGUATAINADEGUATAINADEGUATA ADEGUATA IN DETERMINATE ADEGUATA IN DETERMINATE CIRCOSTANZECIRCOSTANZE

ADEGUATA IN DETERMINATE ADEGUATA IN DETERMINATE CIRCOSTANZECIRCOSTANZE

BUONABUONABUONABUONA

LAMPADA A LAMPADA A IRRAGGIAMENTO IRRAGGIAMENTO

LIBEROLIBERO

LAMPADA A LAMPADA A IRRAGGIAMENTO IRRAGGIAMENTO

LIBEROLIBERO

LAMPADA CON LAMPADA CON SCHERMO A SCHERMO A

VETRO OPACOVETRO OPACO

LAMPADA CON LAMPADA CON SCHERMO A SCHERMO A

VETRO OPACOVETRO OPACO

LAMPADA CON LAMPADA CON GRIGLIAGRIGLIA

LAMPADA CON LAMPADA CON GRIGLIAGRIGLIA

45°

Illuminazione artificiale

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Utilizzo di lampade fluorescenti "bianche a tonalità calda" che emanano una luce tendente al giallo e resa dei colori ottima.Per minimizzare i riflessi devono essere montate a soffitto, con paraluce a lamelle anti-abbagliamento, in file parallele alla direzione dello sguardo dell’operatore, ma non sopra la testa dello stesso.

Sorgenti artificiali

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Le lampade devono essere poste in modo che siano al di fuori del campo visivo degli operatori

In caso di lampade a soffitto non schermate, la linea tra l’occhio e la lampada deve formare con l’orizzonte un angolo non inferiore a 60°

> 60°> 60°

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Varianti di illuminazione

DIRETTADIRETTA

COMBINAZIONE DIRETTA RIDOTTA E INDIRETTA

COMBINAZIONE DIRETTA RIDOTTA E INDIRETTA

SCHERMO VIDEO

TASTIERAFOGLIO

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Posizione dello schermo in presenza di finestre poco o male schermate

SBAGLIATO: finestra nel campo visivo, elevate differenze di intensità luminosa

SBAGLIATO: le finestre si riflettono sullo schermo video

GIUSTO: differenza equilibrata dell’intensità luminosa, nella zona di riflessione dello schermo video non esistono superfici luminose

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Modalità per la determinazione dell’illuminamento medio degli ambienti di lavoro e dell’uniformità dell’illuminamento

•Stabilizzazione delle lampade durata minima di funzionamento:

- 1 ora per lampade fluorescenti o lampade a scarica ad alta intensità (vapori di mercurio, sodio alta e bassa frequenza,ad alogenuri);- nessun periodo di stabilizzazione per lampade ad incandescenza o alogene.•Schermatura della luce naturaleLe misurazione di illuminamento devono essere effettuate senza alcun contributo dovuto alla luce naturale; pertanto da eseguire nelle ore notturne o in quelle diurne dopo aver schermato finestre e lucernai con coperture aventi fattori di riflessione del 10% circa.•Posizione dei punti di misurazioneQuelle orizzontali vanno eseguite all’altezza di 0,85 m dal pavimento o a 0,2 m dal pavimento per le vie di passaggio.

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Numero minimo dei punti di misura in ambienti vuoti

Posto K = a x b / h x (a+b)

25>3

16Da 2 a 3

9Da 1 a 2

4<1

NumeroK

K= a x b / h x (a + b)

A, b e h = dimensioni ambiente

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4040

Microclima

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Microclima

• La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all' organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto

dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori• Nel giudizio sulla temperatura adeguata

per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di esso il grado di umidità ed il movimentodell'aria concomitanti

D. Lgs. 626, art. 33, Titolo II (ex art. 9 DPR 19/3/56, n. 303)

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art. 2087 cod. civ. Obbligo per il datore di lavoro di "adottare le misure che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica sono necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori"

art.10 Legge 864/70

Nei locali utilizzati dai lavoratori deve essere mantenuta la temperatura più confortevole e più stabile possibile in relazione alle circostanze

Allegato I, punto 7.1 direttiva CEE 89/654

La temperatura dei locali di lavoro dev’essere adeguata all'organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori

Allegato, punto 16.6.1 direttiva CEE 92/104

Nei luoghi di lavoro chiusi occorre provvedere affinché, in relazione ai metodi di lavoro in uso ed all'entità delle sollecitazioni fisiche a carico dei lavoratori, questi ultimi dispongano di sufficiente aria fresca

art. 7 comma 1 DPR 303/56 modificato dal D.Lgs. 626/94

A meno che non sia richiesto diversamente dalle necessità della lavorazione, è vietato adibire a lavori continuativi i locali chiusi che non abbiano le seguenti caratteristiche:  •buona difesa contro gli agenti atmosferici •isolamento termico sufficiente (tenuto anche conto del tipo di impresa) •aperture sufficienti per un rapido ricambio d'aria •ben asciutti e ben difesi contro l'umidità

art. 9 DPR 303/56 modificato dal D.Lgs. 626/94

Nei luoghi di lavoro chiusi i lavoratori devono disporre di aria salubre in quantità sufficiente e l’eventuale impianto di aerazione deve essere sempre mantenuto efficiente e si devono evitare correnti d'aria fastidiose (in analogia con quanto previsto dall’art. 6 direttiva 89/654/CEE)

art.11 DPR 303/56 modificato dal D.Lgs. 626/94

Quando non è conveniente modificare la temperatura di tutto l'ambiente, si deve provvedere alla difesa dei lavoratori contro le temperature troppo alte o troppo basse mediante misure tecniche localizzate o mezzi di protezione individuali

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Microclima

• preferibile impianto di climatizzazione• nella stagione calda la temperatura

non dovrebbe essere inferiore di oltre 7°C da quella esterna

• nelle altre stagioni tra i 18 e i 20°C• umidità fra il 40 e il 60%• ricambio 32 mc per persona all’ora in

assenza di fumatori

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Benessere termico

• Il comfort climatico è definibile come uno stato mentale che esprime soddisfazione per l'ambiente

• Il benessere termico, dunque, esprime una condizione di neutralità, con dispersione integrale del calore prodotto senza aumento della temperatura corporea e senza evidente intervento del sistema termoregolatore

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4545

Il soddisfacimento del bilancio termico, attraverso l'evidente intervento del sistema termoregolatore per evitare l'innalzamento della temperatura corporea, esprime invece una condizione di equilibrio

Infine, laddove il meccanismo di regolazione non è sufficiente alla dissipazione del calore prodotto, si ha una condizione di squilibrio termico che rappresenta un reale rischio da stress calorico

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4646

Bilancio termicoLa temperatura interna del corpo umano (37°C) può essere mantenuta costante solo se il bilancio tra il calore prodotto dai processi metabolici e quello disperso nell'ambiente risulta in pareggio

S = M + W ±R ± C ± K - E - RESS = M + W ±R ± C ± K - E - RESdove:S = bilancio termicoM = metabolismoW = lavoro muscolare esternoR = scambi calorici per radiazioneC = scambi calorici per convezioneK = scambi calorici per conduzioneE = perdita di calore per evaporazioneRES = perdita di calore per respirazione

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4747

M - metabolismo

Esempi di valori del metabolismo:

• a riposo 45 W/m2 (circa 40 kcal/h m2 )• in movimento= max 500 W/m2 (circa 430 kcal/h m2 )

È quantità di energia chimica che, all’interno del corpo umano, si trasforma in energia termica.Si misura in met: 1 met = 58,2 W/m2 = 50,0 kcal/hm2

Nel metabolismo energetico si possono distinguere tre livelli:

• metabolismo basale legato esclusivamente al mantenimento dell’attività cellulare e al funzionamento degli organi principali (cuore, cervello ecc.)

• metabolismo di riposo, valutato in assenza di lavoro muscolare• metabolismo di lavoro legato all’attività muscolareL’energia metabolica può essere convertita in lavoro meccanico esterno,ma è principalmente sviluppata come calore interno del corpo: rendimento meccanico < 20%

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W - lavoro muscolare esternoRappresenta l’energia che nell’unità di tempo l’uomo scambia con l’ambiente esterno sotto forma di lavoroR – Scambi calorici per radiazione

Sono una funzione di:

•area effettiva sviluppata da un corpo vestito•temperatura superficiale del vestiario•temperatura radiante media

C – Scambi calorici per convezione

È una funzione di:

•temperatura dell’ambiente•fattore “area del vestiario”•temperatura del vestiario•ventilazione (solo in caso di ventilazione elevata)

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4949

K – scambi calorici per conduzioneScambio di calore con gli oggetti che vengono a contatto con il corpo.Esempio: col pavimento attraverso la pianta dei piedi, con sedie o con tavoli, con oggetti tenuti in mano.Per la presenza del vestiario questo termine è spesso trascurabile.

E – Perdita di calore per evaporazioneÈ una funzione di:

• temperatura cutanea• pressione parziale del vapor d’acqua

Le perdite di calore dovute a sudorazione sono invece una funzione del carico metabolico (M)

RES – Perdita di calore per respirazioneÈ una funzione del metabolismo (M) e della temperatura ambiente

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5050

Stress termico

Page 51: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

5151

Lavoro in ambienti molto freddi

• Per lavoro a t. ≤ -12°C il lavoratore deve essere tenuto a costante controllo a vista.

• TLV (parziali) per tempi di lavoro (t.lav.)/pause (10 min. in ambiente caldo) di riscaldamento per un turno di 4 ore. Lavoro moderato e pesante.

Temp. aria °C Con vento trascurabile

da a t. lav. max (minuti) n. pause

-26 -28 normale 1

-29 -31 normale 1

-32 -34 75 2

-35 -37 55 3

-38 -39 40 4-40 -42 30 5-43 in poi solo emergenza --

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5252

Stress e danni da freddo• La temperatura corporea (t.c.) non deve scendere

sotto i 36°C. Occorre proteggere le estremità (mani, piedi e testa).

• Una t.c. <36°C riduce la vigilanza, la capacità decisionale e può portare alla perdita di coscienza.

• Sintomi da freddo: forte tremito, sensazione di freddo pungente, eccessivo affaticamento, irritabilità, euforia

• Per t.c. <35°C: forti brividi=segnale di pericolo = interrompere l'esposizione

• Solo danni a mani, piedi e testa possono manifestarsi senza la comparsa di segni iniziali di ipotermia

• Eseguire rilevazioni termometriche in posti di lavoro con temperature ambientali <16°C

• Proteggere tutto il corpo per temperature ambientali <4°C

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5353

Protezioni delle mani contro il freddo• In lavori a mani nude per più di 10-20 min. con

temp. amb. <16°C mettere a disposizione mezzi per mantenere calde le mani (termoventilatori, piastre elettriche, ecc.)

• Uso di guanti per temperatura:

< 16 °C lavoro sedentario

< 4 °C lavoro leggero

< -7 °C lavoro moderato

• A temp. < -1°C ricoprire con materiale isolante

termico le impugnature metalliche di utensili

• Informare i lavoratori di non venire a contatto

nemmeno accidentalmente con la pelle nuda

con superfici fredde a t. < -7 °C

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5454

Fattori che influenzano la sensibilità della singola persona al calorea) Individuali Peso Stato di preparazione fisica Grado di acclimatazione Metabolismo Uso di alcool e di droghe Patologie particolari (es.: ipertensione) Tipo di vestiario Precedenti colpi di caloreb) Ambientali Temperatura dell’aria Temperatura radiante Movimento dell’aria Umidità relativa dell’aria

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5555

Effetti del calore sulla saluteColpo di calore (è un emergenza medica)Primi sintomi • Confuzione• Comportamento irrazionale• Perdita di coscienza• Convulsioni• Mancanza di sudorazione (non sempre)• Pelle calda e secca• Temperatura del corpo abnormeTrattamenti da praticare:• Porre il soggetto in zona ombreggiata e

rimuovere i vestiti esterni• Inumidire la pelle• Incrementare la ventilazione intorno al soggetto• Reintegrare i liquidi dispersi il prima possibile• Abbassare la temperatura corporea con metodi

professionali

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5656

Effetti del calore sulla salute

Esaurimento di calore (è un emergenza medica)Primi sintomi (condizioni che rispondono rapidamente ad un

tempestivo trattamento)• Mal di testa• Nausea• Vertigini• Debolezza• Sete • Capogiri

Interventi sul soggetto• Rimuoverlo dall’ambiente caldo• Dissetarlo

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5757

Effetti del calore sulla saluteBlocchi di calore• Causati da lavoro fisico molto intenso in ambiente caldo• Sono dovuti allo sbilanciamento della concentraione dei Sali minerali causato dalla

sudorazione• Sono causati dalla mancanza di rifornimento di acqua• Non fare affidamento alla sete come guida per la necessità di acqua• In ambienti caldi l’acqua andrebbe bevuta ogni 15-20 minuti• L’utilizzo di bevande con alti contenuti di carboidrati e Sali minerali minimizza i disturbi

fisiologici durante il recupero

Collasso da calore (svenimento)• Il cervello non riceve abbastanza ossigeno poiché il sangue si accumula alle estremità• Questa reazione è simile a quella dell’esaurimento da calore, ma non ha conseguenze sul

bilancio termico del corpo• L’inizio del collasso da calore è rapido ed imprevedibile• Per prevenire il collasso il soggetto dovrebbe essere gradualmente acclimatato

all’ambiente caldoEsantema da calore• Si manifesta con papule rosse in aree dove gli indumenti sono stretti• Con incremento della sudorazione queste papule danno origine a prurito• Si verificano nella pelle che costantemente umida per sudore non evaporato e possono

diventare infetti se non trattati• Gli esantemi scompaiono di solito quando un individuo colpito torna in ambiente fresco.Affaticamento da calore• Diminuisce la capacità in lavori che richiedono doti sensitivomotorie, mentali o di vigilanza

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5858

WBGT = 0,7 twn + 0,3 tg in °Ctwn = temperatura del termometro a bulbo umido naturalmente ventilatotg = temperatura del globotermometroTLV-ACGIH in gradi WBGT per esposizione al calore

Sforzolavorativo

leggero moderato pesantemolto

pesanteleggero moderato pesante

moltopesante

100% lavoro 29,5 27,5 26,0 27,5 25,0 22,5

75% lavoro;25% riposo

30,5 28,5 27,5 29,0 26,5 24,5

50% lavoro;50% riposo

31,5 29,5 28,5 27,5 30,0 28,0 26,5 25,0

Acclimatato Non acclimatato

Valori WBGT infunzione dei ritmi di lavoro

Stress da calore

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5959

Stress da calore • L’ACGIH precisa che i TLV suggeriti sono basati sul

presupposto che l’indice WBGT del posto di riposo sia

uguale o molto simile a quello del posto di lavoro.

• Quando il WBGT del posto di lavoro è diverso da

quello del posto di riposo, si dovrà usare un valore

medio ponderato nel tempo sia per il WBGT sia per il

calore metabolico (carico di lavoro).

• Per esposizioni continuative nell’arco della giornata

lavorativa a condizioni ambientali calde, le medie

ponderate rispetto al tempo si calcolano come media

ponderata in un’ora, se invece le esposizioni sono

intermittenti la media ponderata si esegue su 2 ore.

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6060

Possibilità di calcolo del tempo di permanenza continuativa massimo

Quando l’indice WBGT calcolato nell’ora di massima esposizione supera il corrispondente valore del TLV si può calcolare il tempo massimo che l’operatore non deve superare nella postazione calda.L’elaborazione analitica consiste nell’eguagliare la media ponderata dei valori WBGT misurati nelle diverse postazioni frequentate con la media ponderata dei relativi TLV.

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6161

Valutazione delle condizioni microclimatiche

• Confronto con i valori limite dello stress termico (da freddo o da caldo). Il superamento di questi valori può determinare un concreto danno alla salute

• Confronto con indici del "benessere termico". Permette di valutare l'esistenza o meno di condizioni microclimatiche confortevoli

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6262

Fattori fisici dell'aria

• temperatura (°C)• umidità relativa (%) • ventilazione (m/s)

si misurano con più termometri e con un anemometro (in totale 5 misure)

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Centralina della LSI con cinque sensori (da sinistra):

• velocità dell’aria• umidità relativa• temperatura• temperatura radiante

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6464

Centralina della innova con cinque sensori (da sinistra):

• velocità dell’aria• temperatura asimmetrica

radiante• “dry heat loss” e temperatura

operativa• temperatura dell’aria• umidità dell’aria

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6565

Anemometro a filo caldo con acquisitore della LSI BABUC M

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Fattori fisici: registrazione sulle 24 ore

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Fattori individuali

• Dispendio energetico (W/m2) si stima con l’aiuto di valori tabellati

• Resistenza termica del vestiario (m2C/W) si calcola sommando valori tabellati per singoli indumenti

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Fattori Individuali Dispendio energetico

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Fattori Individuali Vestiario

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7070

Dispendio energetico e resistenza termica del vestiario

1,7 clo

2,5 met

0,8 clo

2,2 met

0,5 clo

1,2 met

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ECT: equivalent chill temperature (temperatura equivalente di sensazione di freddo)A basse temperature la velocità del vento determina una sensazione di freddo pari a quella che si avrebbe ad una temperatura inferiore a quella misurata con il termometro

Ad esempio

Velocità ventom/s

-1 °C -7 °C

Minima -1 ETC -7 ETC

2,2 -3 ETC -9 ETC

4,4 -9 ETC -16 ETC

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M A N S I O N E Sup. °WBGTm2 Mis. TLV

Ingrassino 1,8 28,3 28,3Rif.

Tab. 4a Postazione °WBGTW/m2 TLV Tempo

-- Ingrassaggio basi forni 29,1 110 28,0 54

Rif. Postazione °WBGT

5 FORNO 1, 1ª base 23,5 6 FORNO 1, 2ª base 27,9 7 FORNO 1, 3ª base 28,9 8 FORNO 1, 4ª base (comando) 30,1 9 FORNO 1, 5ª base 28,4

10 FORNO 1, 6ª base 31,1 11 FORNO 1, 7ª base, presso bruciatore33,9

Media 29,1

1,13 ESTERNO, valore medio 21,5 75 31,3 6

Valori ponderati 28,3 106 28,3 60

Manutentore meccanico 1,8 -- --Rif.

Tab. 4a Postazione °WBGTW/m2 TLV Tempo

3 FORNI, testate filtri a granuli, GFS, presso sportelli36,0 140 26,0 30

1,13 ESTERNO, valore medio 21,5 75 31,3 30

Valori ponderati 28,7 107 28,7 60 28,7 28,7

Page 73: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

7373

DiagrammaASHRAE:campi di condizioni termicamente accettabili per persone con abbigliamento tipico invernale o estivo, per attività sedentaria o leggera e per velocità dell’aria < 0,15 m/s

Benessere termico

La temperatura efficace tiene conto della umidità della cute come fattore favorente gli scambi di calore con l’ambiente

Temperatura di rugiada: temperatura alla quale l’aria diventa satura

Page 74: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

7474

Benessere termico temperatura operativa

La temperatura operativa tiene conto anche del contributo dell’energia radiante radiante (a basse velocità di aria)

Page 75: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

7575

Benessere termico equazione di fanger PMV=[0,303exp(–0,036M/Ab)+

0,028]·{M/Ab(1-h)- 3,05·10–3

[5733–6,99(M/Ab)(1–h)–jpa]–0,42

[(M/Ab)(1–h)–58,15]–1,7·10–5

(M/Ab)(5867–jpa)–0,0014(M/Ab)

(34–ta)–fclhc(t*cl–ta)–3,96·10–8fcl[(t*

cl+273)4–(tr+273)4]}

Page 76: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

7676

PMVPPD

sensazione di freddo

sensazione di caldo totale insoddisfatti

-2,0 76,4 % -- 76,4 %

-1,0 26,8 % -- 26,8 %

-0,5   9,9 %   0,4 % 10,3 %

-0,1   3,4 %   1,8 %   5,2 %

0   2,5 %   2,5 %   5,0 %

0,1   1,8 %   3,4 %   5,2 %

0,5   0,4 %   9,8 % 10,2 %

1,0 -- 26,4 % 26,4 %

2,0 -- 75,7 %

PMV (predicted mean vote): esprime un voto medio previsto per la sensazione di benessere termico PPD (predicted percentage of disatisfied): è la percentuale prevista delle persone insoddisfatte

Page 77: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

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LIMITI (ISO DIS 7730)

- 0.5 < PMV < +0.5 PPD < 10%

+ 3 molto caldo

+ 2 caldo

+ 1 leggermente caldo

0 neutralità termica o benessere

- 1 leggermente freddo

- 2 freddo

- 3 molto freddo

Page 78: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

7878

Correnti d’aria: indici di disturbo

• E' da tener presente che la velocità dell'aria non può esser variata a piacimento in quanto, per velocità troppo basse, minori di 0,05 m/s l'aria diventa stagnante e non c'è nell'ambiente una sufficiente diluizione degli inquinanti aerodispersi.

• Per contro, anche con velocità dell'aria troppo elevate, un soggetto, anche se in condizioni termiche neutrali, può aver problemi di discomfort. Le raccomandazioni ISO 7730 e ASHRAE 55-81, facendo riferimento alla velocità media dell'aria, indicano per le attività sedentarie i seguenti valori:

• V ≤ 0,15 m/s durante il periodo invernale con temperature tra i 20 e i 24 °C;

• V ≤ 0,25 m/s durante il periodo estivo, con temperature tra i 23 e 26 °C.

Page 79: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

7979

Correnti d’aria: indici di disturbo• Gli impianti di immissione d’aria, soprattutto se condizionata, possono creare disuniformità di

temperatura e di velocità dell’aria sia nelle varie zone dello stesso ambiente sia sulla verticale della stessa zona.

• Per tali situazioni è stato messo a punto un particolare indice q (Effective Draft Temperature) che tiene conto, nella valutazione del benessere microclimatico, soltanto della temperatura e della velocità dell’aria, ed è quindi indipendente dall’umidità relativa dell’aria.

L’equazione che permette di calcolare tale indice è (ASHRAE, 1985):

q = (tx – tc) – a(vx – b)

dove:

tx = temperatura locale, °C

tc = temperatura media del locale, °C

vx = velocità locale dell’aria, m/s

a = 8

b = 0,15

Un’elevata percentuale di persone in occupazioni sedentarie (uffici) considera ancora accettabile una situazione in cui q è compresa tra -1,7 e +1,1 °C e la velocità media dell’aria non supera 0,25 m/s.

Page 80: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

8080

Correnti d’aria: indici di disturbo

Altro indice di disturbo è quello proposto da Fanger ed altri nel 1989. Tale indice tiene conto delle fluttuazioni della velocità dell’aria nell’ambiente:

PD = (34 - ta) (va- 0,05)0,62 (0,37 va Tu + 3,14)

dove:

PD =percentuale degli insoddisfatti, %

ta = temperatura dell’aria, °C

va = velocità media dell’aria, m/s

Tu = intensità di turbolenza, % [= deviazione standard delle misure di velocità dell’aria diviso il valore medio della velocità dell’aria: SDv/va]

L’ indice vale per attività leggera sedentaria, per le parti del corpo scoperte (mani, collo, testa) e per ta compresa tra 20 e 26 °C. Per va<0,05 porre va=0,05, per PD>100 porre PD=100.

Page 81: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

8181

Differenze soggettive

Le equazioni del comfort non soddisfano mai la totalità delle persone, ma forniscono combinazioni di variabili in grado di dare il comfort alla maggioranza delle persone.

Per ogni persona esistono intervalli di temperature ambientali all’interno dei quali si sente in condizioni di comfort. Tuttavia non esistono degli intervalli comuni per gruppi numerosi di persone, in grado di soddisfare tutti. Ci sarà una temperatura ambientale in grado di lasciare insoddisfatto il 5% delle persone.

Page 82: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

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Esempio di presentazione dati

    PARAMETRI MISURATI VALORI STIMATI    INDICI CALCOLATItg twn ta tw Va RH M Icl   °C WBGT PMV PPD°C °C °C °C m/s % W/m2 m2 °C/W TLV mis %

33,3 26,2 30,6 25,3 0,55 65,4 104 0,07 26,7 28,3 2,5 93,4

33,3 26,2 30,6 25,3 0,55 65,4 104 0,046 26,7 28,3 2,5 93,2

33,1 24,8 30,4 23,9 0,27 58,4 93 0,046 26,7 27,2 2,3 89,1

33,1 24,8 30,4 23,9 0,27 58,4 120 0,046 25,0 27,2 2,6 94,9

35,7 26,3 32,7 25,5 0,65 56,6 110 0,046 25,0 29,1 3,0 100,0

35,7 26,3 32,4 25,4 0,57 57,7 110 0,046 25,0 29,1 3,0 100,0

36,8 26,5 31,9 25,4 0,59 59,9 93 0,046 26,7 29,6 3,0 100,0

39,3 27,1 32,9 25,7 0,43 56,5 93 0,046 26,7 30,7 3,0 100,0

31,7 23,3 28,6 22,3 0,49 58,1 93 0,07 26,7 25,8 1,8 69,5

32,3 23,7 29,8 22,6 0,23 54,2 93 0,07 26,7 26,3 2,1 82,2

32,6 23,3 29,7 22,1 0,20 51,9 93 0,07 26,7 26,1 2,2 83,5

30,8 22,6 28,5 21,4 0,15 54,0 85 0,093 30,0 25,1 1,8 67,7

Page 83: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

8383

XXXXSTANZATerraBCORPO P IANO

R ISULTATI DELLE RILEVAZIONI STRUMENTALI

Microclima

VALUTAZIONE

TG TUM (n) TSECCA TUM Um. VARIAOraInizio OraFine

15:19 15:38 26,6 19,5 27,4 18,1 39,2 0,03 0,05±

Riferimento Esterno

°C °C °C °C % m/sore:min ore:min

12:29 13:36 30,0 19,2 28,1 18,3 38,5 0,48 0,46±

Condizioni Microclimatiche

PMV*

PPD%

TOperativa

TE*

INDICE RISULTATI

26,6

26,9

18,5

0,8

RIFERIMENTO

± 0,5

< 10%

24,5 ± 1,5 °C

23 ÷ 26 °C

UOMINI DONNE

Seduti In Piedi

ICL Uomini = 0,10 m2·°C/W Met. Seduti = 70 W/m 2

ICL Donne = 0,07 m2·°C/W Met. In Piedi = 85 W/m 2*

Sedute In Piedi

1,1 0,6 0,9

30,5 12,5 22,1

CARATTERISTICHE DEL LOCALE .........Data:

73,1Superficie:

202,5Cubatura:

10 ÷ 16 maxPersone:

Portata Tot. (m3/h) :l/s · persona:

l/s · mq:Ricambi/ora:

ARIA PRIMARIACARATTERISTICHE

m2

m3

37610,4÷6,5

1,41,9--Fumatori:

TPR°C

12,5

12,7

10Persone presenti:Condizionidelle misure

Uffic io ...Destinaz. Uso:

Tipologia: Ufficio1

ITTA XXXXPalazzo xxxx

VALUTAZIONE DEL M ICROCLIMA D

Page 84: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

8484

Page 85: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

8585

µg/m 3

2,790,590,381,320,790,152,586,791,811,1

11

71,24118,12

0,350,95

<0,044,230,361,66

11,370,130,33

Etilene 3,7Etano <0,04Propano 3,89Isobutano 1,941-Butene 0,461,3-Butadiene <0,04Butano 3,64Isopentano 21,79Pentano 4Ciclopentano 5,152-Metilpentano 4,323-Metilpentano 1,5Esano 79,78Benzene 2,3Cicloesano 0,27Isottano 11,39Eptano 0,83Toluene 5,75Etilbenzene 2,73m-Xilene 20,02o-Xilene 9,861,3,5-Trimetilbenzene 2,921,2,4-Trimetilbenzene 2,88

3°Piano

CARATTERISTICHE DEL L OCALE

Control Room - SI/ES-OP1

242,0Superfice:

655,0Cubatura:

10 ÷ 15max

Persone:

R ISULTATI DELLE R ILEVAZIONI S TRUMENTALI

Numero

OraInizio OraFine

09:40 17:31

ore:min ore:min

CARATTERISTICHE

m2

m3

FlussoVolume

50,1 23,60

cc/min litri

Durataminuti

471

ConcentrazioneSostanzaµg/m 3

OraInizio

ore:min

OraFine

ore:min

09:27 11:21

Sostanze organiche volatili (VOC)Polvere, CO, CO2

Riferimentoesterno11:40 11:54

Torre ACorpo

Data

13 05 02

Data

14 05 02

Rif. esternoµg/m 3

09:18 17:04 50,06 23,33466Riferimentoesterno

A3 Destinaz. Uso:

--Fumatori:12Persone presenti:

CO2 (ppm)

INQUINANTE RISULTATI

0,022

<1

710

RIFERIMENTO

<1000

CO (ppm)

PM10 (mg/m3)

<8,6

<0,075

837VOC Totali (µg/m3) <300

2,3Benzene (µg/m3) <5

Toluene (µg/m3) <260

29,88Xileni (µg/m3) <4800

V ALUTAZIONE

5,75

Condizioni delle misure:

8,23Formaldeide (µg/m3) <100

OraInizio OraFine

10:49 11:22

ore:min ore:min

FlussoVolume

700 23,10

cc/min litri

Durataminuti

33

Formaldeide

Data

14 05 02

339/16N. Rapp. Analisi:

Dosaggio Concentrazione

Form 5N. Fiala:

Sostanza

Formaldeide 0,19 µg 8,23 µg/m 3

UfficioTipologia

339/20N. Rapp. Analisi: A84371N. Fiala:

837VOC Totali: µg/m 3 335

TELECOM ITALIA MOBILE

INQUINANTI DELL’ARIA

1208Portata Tot. (m3/h):33,6÷22,4l/s · persona:

1,8Ricambi/ora:

ARIA PRIMARIA RIFERIMENTO

>11

0,1Indice aff.: <0,12

COppm

CO2ppm

<1 710

Polvere

mg/m3

0,022

<1 4110,111

PM10

0,018

PM1

Edificio S. Barbara - Via VII Strada, 22 (PD)

0,079

O3ppm

<0,02

Ozono

<0,02Ozono (ppm) <0,06

Page 86: Rischi fisici nellambiente di lavoro: illuminazione e microclima.

8686

TELECOM ITALIA MOBILE

AGENTI MICROBIOLOGICI AERODISPERSI

Edificio S. Barbara - Via VII Strada, 22 (PD)

R ISULTATI DELLE R ILEVAZIONI

VALORI DI R IFERIMENTO

Carica batterica 3

Linee guida per carica batterica totale con campionatore attivo (proposta CEE 1993Report n° 12 EUR 14988 EN)

3

Molto basso

LIVELLO UFC/m3

< 50

Basso 50 - 100

4 Valori forniti da ACGIH

8

CONDIZIONI DELLE M ISURE

Volume d'aria aspirato (litri) 200

1,5Portata (l/s)

Persone presenti

Carica mesofila totale

Staphylococcus aureus

Miceti

AGENTI MICROBIOLOGICIConcentrazione

(UFC/m3)

75

assente

1701

Medio 100 - 500

Alto 500 - 2000

Molto alto > 2000

Carica micetica 4

Buono

LIVELLO UFC/m3

< 100

Intermedio 100 - 1000

Elevato > 1000

CARATTERISTICHE DEL L OCALE13 maggio 2002Data:

Control Room - SI/ES-OP1Numero

242,0Superfice:

655,0Cubatura:

10 ÷ 15max

Persone:

CARATTERISTICHE

m2

m33°Piano

Torre ACorpo

1 160 Penicillium

130

assente

370

341 Penicillium29 Aspergillus

2

Riferimento Esterno(UFC/m3)

A3

Stafilococchi 10 35

Destinaz. Uso:

1208Portata Tot. (m3/h):33,6÷22,4l/s · persona:

1,8Ricambi/ora:

ARIA PRIMARIA RIFERIMENTO

>11

0,1Indice aff.: <0,12

2